Il latte materno: costituenti biologici per il benessere del bambino
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Il latte materno: costituenti biologici per il benessere del bambino
Vol. 97, N. 10, Ottobre 2006 Pagg. 519-527 Il latte materno: costituenti biologici per il benessere del bambino Francesco Savino, Maria Maddalena Lupica Riassunto. La salute del lattante è influenzata da molteplici fattori, tra cui un ruolo rilevante viene svolto dal tipo di allattamento adottato nei primi mesi di vita. Il latte materno rappresenta la soluzione ideale, sia dal punto di vista nutrizionale che preventivo di disturbi a breve e lungo termine e va pertanto promosso e sostenuto secondo quanto recentemente consigliato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Recenti evidenze scientifiche hanno dimostrato che la nutrizione nelle prime epoche di vita può svolgere un ruolo determinante per lo sviluppo metabolico dell’organismo, con conseguenze a partire dall’età pediatrica fino all’età adulta. Il latte materno contiene infatti numerose sostanze biologicamente attive nel modulare sia la risposta globale del bambino all’introito energetico sia il suo metabolismo (leptina, ghrelin, insulina, IGF-I). È verosimile che la presenza di questi ormoni nel latte materno contribuisca a determinare un differente livello di riferimento nel bilancio energetico dei bambini allattati al seno. L’eziopatogenesi e l’approccio terapeutico nei disturbi gastrointestinali minori che più frequentemente interessano il lattante, quali le coliche gassose, la stipsi e i rigurgiti sono oggetto di studio da parte degli specialisti. È emerso che tali condizioni sono spesso associate al tipo di alimentazione praticato. Nelle coliche gassose è essenziale una corretta terapia dietetica e per controllare la sintomatologia sono risultati efficaci i prebiotici e i probiotici. L’allattamento artificiale comporta una maggiore insorgenza di stipsi, rispetto all’allattamento al seno; l’utilizzo di nuove formule contenenti prebiotici e β-palmitato permette di ridurne l’incidenza. Analogamente, un approccio terapeutico di tipo dietetico è efficace in caso di reflusso gastro-esofageo, mediante l’utilizzo di formule ispessite. Pur tuttavia va infine considerato che l’allattamento al seno necessita di una supplementazione di vitamina D e K nei primi mesi di vita e un corretto programma di svezzamento a partire dal 5°-6° mese. Parole chiave. Allattamento materno, coliche gassose, leptina, metabolismo, programming nutrizionale, reflusso gastroesafageo, stipsi. Summary. Breast milk: biological constituents for health and well-being in infancy. Many factors are involved in infants’ health; one of the most important of them may be the kind of early feeding. Recent evidences suggest that breastfeeding, in addition to its well-established beneficial effects during lactation period, provides also beneficial longterm effects, like the protection against infectious and immune-related diseases, a better cognitive development, a decreased risk of metabolic syndrome and of obesity. It has been reported that the early feeding mode affects growth and body composition and it could be considered a critical factor for metabolic development. Human milk is a source of different nutrients and bioactive factors, especially hormones and growth factors like leptin, ghrelin, insulin, insulin-like growth factor (IGF-I) playing a role in food intake regulation, metabolism and body composition. In particular breast milk leptin may provide a physiological explanation for a number of advantages seen in reaching proper growth and energy balance in breast-fed infants compared with formula fed ones. Etiopathogenesis and therapeutic approach in common minor gastrointestinal diseases in infants are important subject of study for pediatricians. Colic, constipation and regurgitation can be considered feeding problems and they might benefit from dietary treatment. Regarding infantile colic, dietary modifications seem to be more suitable than pharmacological treatment in resolving symptoms; also prebiotics and probiotics are useful for this aim. The occurence of constipation is related to the kind of feeding and it is lower in breastfed infants. Moreover formulas with probiotics and β-palmitic acid could promote a regression of symptoms. A dietary approach may be useful also in regurgitation. Anyway we have to remember that breastfeeding require a supplementation of vitamin D and K for some months and a correct weaning program is needed from the 5th-6th months of life to prevent iron deficiency. Key words. Breastfeeding, constipation, colic, leptin, metabolism, regurgitation. Dipartimento di Scienze Pediatriche e dell’Adolescenza, Ospedale Infantile Regina Margherita,Torino. Pervenuto il 22 settembre 2006. 520 Recenti Progressi in Medicina, 97, 10, 2006 Il tipo di allattamento (materno o artificiale) adottato nei primi mesi di vita può essere considerato il fattore principale nel determinare lo stato di salute e il benessere del lattante. Il latte materno rappresenta l’alimento naturale ottimale per l’alimentazione del lattante sia perché è adeguato dal punto di vista nutrizionale sia per i vantaggi immunologici, psicologici ed economici che fornisce. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha infatti raccomandato che le madri dei neonati siano informate sui vantaggi e la superiorità dell’alimentazione al seno. Tabella 1. - Effetti positivi dell’allattamento materno. Breve termine Lungo termine Protezione da infezioni Protezione da malattie autoimmuni Prevenzione dell’atopia Protezione da aterosclerosi Minor rischio di SIDS Protezione da sindrome metabolica Prevenzione della stipsi Protezione da obesità Miglior risposta vaccinale Miglior sviluppo neurocomportamentale Rapporto madre-figlio Possibile protezione da patologie neoplastiche linfociti ed i macrofagi (tabella 2). I bambini allattati al seno beneficiano quindi dell’esperienza immunologica materna e tale protezione antinfettiva è ancora più importante nelle popolazioni a minor sviluppo, nelle quali può contribuire a ridurre la mortalità in età infantile. Crescenti sono le evidenze scientifiche a favore di possibili effetti positivi a lungo termine dell’allattamento materno sulla salute: dall’anno 2004 agli ultimi mesi del 2005 sono stati pubblicati su riviste scientifiche più di 1100 studi sull’approfondimento dei beneficî dell’allattamento e oltre 120 di questi si occupano della valutazione dei suoi effetti a lungo termine1. Innanzitutto, considerando le proprietà immunomodulatorie del latte materno, è stata valutata la possibile presenza di una relazione tra l’allattamento al seno e l’incidenza di alcuni disordini autoimmuni. A tale proposito, in uno studio multicentrico europeo si è osservata una riduzione pari al 43% del rischio di sviluppare diabete mellito di tipo 1 nei soggetti che erano stati allattati al seno2. Tabella 2. - Fattori antimicrobici presenti nel latte materno. Giovanni Segantini (1894): L’angelo della vita (Galleria d’Arte Moderna, Milano). Effetti benefici dell’allattamento materno L’allattamento con latte materno presenta numerosi effetti positivi, documentati da molteplici studi scientifici, distinguibili in effetti a breve e a lungo termine (tabella 1). Il beneficio principale riguarda la protezione contro le infezioni, grazie a molteplici fattori biologici difensivi presenti nel latte materno, quali le immunoglobuline di tipo A secretorie, la lattoferrina, il lisozima, numerosi enzimi ad attività anti-batterica e cellule immunitarie come i Fattori Caratteristiche IgA secretorie Anticorpi contro un ampio numero di specie di batteri, virus, parassiti e funghi IgG e IgM Bassi livelli Complemento Bassi livelli Lattoferrina Lega il ferro, sottraendolo ai microrganismi che lo usano come fattore di crescita Lisozima Per la lisi della parete cellulare dei batteri Oligosaccaridi e glicoconiugati Possono legarsi ai microorganismi Nucleotidi Promuovono immunità cellulo-mediata Fattori antivirali Es.: Interferon F. Savino, M.M. Lupica: La salute dei lattanti: il futuro prossimo Anche l’incidenza di malattia celiaca e di patologie infiammatorie croniche intestinali pare essere ridotta in presenza di un prolungato periodo di allattamento materno, ma va considerato che gli studi disponibili su questi temi sono stati condotti su un limitato numero di soggetti e necessitano quindi di ulteriori conferme3,4. 521 no l’insulino-resistenza, il diabete mellito di tipo 2, l’ipertensione arteriosa, le dislipidemie e l’obesità. Infatti, recenti evidenze scientifiche hanno dimostrato che la nutrizione nelle prime epoche di vita può svolgere un ruolo determinante per lo sviluppo metabolico dell’organismo, non solo nel breve periodo ma anche a lungo termine8. È stata indagata anche l’esistenza di una posProgramming nutrizionale sibile correlazione con l’insorgenza di aterosclerosi: lo spessore delle tonache vascolari intima e meIn letteratura sono riportati alcuni studi in cui dia è risultato inferiore nei soggetti di 65 anni che è stata valutata la modalità di crescita dei bambiin anamnesi riportavano ni allattati con latte madi essere stati allattati terno e di quelli allattati con latte materno nell’incon latte adattato9-11. Da Studi epidemiologici hanno dimostrato che fanzia5. queste ricerche è emersa i bambini allattati al seno materno presenRisultano invece conuna maggiore velocità di tano un più basso rapporto peso/altezza e troversi i dati sulla possicrescita nei bambini allatindicano nell’allattamento naturale il fattore bile influenza sull’incidentati al seno rispetto a che potrebbe favorire lo sviluppo di indiviza di patologie cardiovaquelli allattati con la fordui più magri nell’età adulta. scolari, presumibilmente mula nei primi tre mesi di per la difficoltà nell’ottevita, mentre dal quarto nere informazioni sul tipo mese fino all’anno di età di allattamento dopo molti anni da quel periodo. si è osservata una crescita più rapida nei bambini allattati artificialmente, a dimostrazione del fatto Molti lavori scientifici hanno confermato la che a lungo termine l’allattamento con latte adatpresenza di una relazione dell’allattamento matato può comportare una tendenza ad un maggior terno con lo sviluppo neurocomportamentale. incremento ponderale rispetto all’allattamento Una metanalisi del 1999 ha analizzato studi conmaterno. dotti su campioni di bambini dai 6 mesi ai 15 anni e ha riportato un aumento del QI pari a 3,2 punti nei bambini che erano stati allattati con latte materno, La leptina rappresenta attualmente il con una correlazione anche con la durata dell’allatcandidato ideale per spiegare le basi metamento stesso6. Studi realizzati negli anni successitaboliche e fisiologiche di questo aspetto; questo vi hanno confermato tale effetto positivo, ma risulta ormone è prodotto dalle cellule del tessuto adidifficile controllare tutti i fattori potenzialmente poso e presenta numerose funzioni importanti, confondenti che intervengono nelle varie tappe dello tra cui quella di regolatore del comportamento sviluppo cognitivo. Le componenti del latte materno alimentare e dell’omeostasi energetica dell’orpiù coinvolte in questa azione sono gli acidi grassi poganismo (figura 1). liinsaturi a lunga catena, presenti già nel colostro e poi in maggiori quantità nel latte maturo. Recentemente sono stati attuati studi per esaminare se il latte materno possa esercitare un ruolo protettivo anche nei confronti dell’insorgenza di patologie neoplastiche nell’età infantile ed adulta (come la leucemia linfoblastica acuta, il morbo di Hodgkin e il neuroblastoma)7. Questa ipotesi era stata suggerita dalla dimostrazione del suo effetto di promozione della maturazione del sistema immunitario. In realtà, i dati ottenuti non sono univoci e quindi sono necessarie ulteriori indagini per chiarire se esiste realmente un’associazione tra il tipo di allattamento e l’incidenza di neoplasie. Le condizioni patologiche per le quali si è riscontrata una riduzione di incidenza associata all’alFigura 1. Ormoni coinvolti nella regolazione del bilancio energetico. lattamento con latte materno so- 522 Recenti Progressi in Medicina, 97, 10, 2006 La diversa modalità di crescita in base al tipo di allattamento è stata oggetto di studi da parte dei nutrizionisti; è in parte attribuibile alle differenze nutrizionali dei due tipi di latte: la principale è rappresentata dal diverso contenuto proteico e calorico, che è maggiore nel latte adattato rispetto a quello materno. Oltre a ciò, il latte materno contiene numerose sostanze biologicamente attive nel modulare sia la risposta globale del bambino all’introito energetico sia il suo metabolismo (leptina, ghrelin, insulina, IGF-I, tabella 3). Tabella 3. - Ormoni presenti nel latte materno. • • • • • • • • • Leptina Ghrelin Insulina IGF-I Steroidi Tiroxina Gonadotropine LH-RH TSH • • • • • • • • TRH ACTH Prolattina Eritropoietina Melatonina EGF Prostaglandine Calcitonina Studi da noi condotti recentemente hanno sottolineato la rilevanza della correlazione tra il latte materno e la leptina12-16. Va ricordato che la leptina possiede un ruolo chiave già durante la gravidanza e nella vita neonatale. Alte concentrazioni di leptina sono state riscontrate nel liquido amniotico, nel sangue cordonale, nel sangue del neonato alla nascita e nel siero materno. Nel corso della gestazione la leptina è prodotta dal tessuto adiposo materno e fetale e dalla placenta ed è presente nel feto a termine a concentrazioni maggiori che nell’età adulta. La funzione principale attribuita alla leptina durante la gravidanza è quella di regolare la crescita e lo sviluppo del feto17. Le concentrazioni di leptina nel sangue cordonale sono direttamente correlate con l’età gestazionale, il peso alla nascita e la quantità di tessuto adiposo nei neonati18. Durante i primi giorni di vita, i livelli sierici dell’ormone si riducono in relazione alla fisiologica perdita di peso del neonato. Nel 1997 Casabiell et al. e Housekhnecht et al. hanno scoperto che il latte materno contiene livelli significativi di leptina 19,20. L’anno seguente Smith-Kirwin et al. hanno dimostrato che la leptina nel latte materno è associata ai globuli di grasso contenuti nel latte21. La leptina è presente nel latte materno in quanto prodotta direttamente dalle cellule mammarie. Un recente studio condotto da Barrenetxe et al. ha identificato la presenza di recettori per la leptina sulle cellule epiteliali gastriche ed intestinali sia nel ratto che nell’uomo22. Si può pertanto ipotizzare che tramite questi recettori intestinali la leptina assunta dal bambino con il latte materno possa passare direttamente nel circolo ematico. È discussa la presenza della leptina nel latte formulato. Lage et al., in uno studio condotto nel 2002, hanno analizzato vari tipi di lat- te commerciale e di formule ed hanno rilevato in tutti la presenza di significativi livelli di leptina, anche se molto variabili da un tipo di latte ad un altro23. Al contrario, O’Connor et al. hanno dimostrato che il latte adattato non contiene la leptina24. Una possibile spiegazione per la differenza tra le conclusioni cui giungono i due studi può essere la diversità delle metodiche che sono state impiegate per il dosaggio. La mancanza della leptina nel latte adattato potrebbe essere causata dal processo di pastorizzazione cui viene sottoposto il latte vaccino con conseguente rimozione dei globuli di grasso con associata la leptina stessa. In recenti studi condotti presso il nostro Dipartimento abbiamo valutato l’influenza esercitata dal tipo di allattamento sulla crescita e sulla composizione corporea, ponendo particolare attenzione al possibile ruolo svolto dalla leptina in tale relazione12-16. La correlazione più interessante emersa da questi lavori è risultata quella tra il tipo di allattamento e i livelli sierici della leptina. Infatti, nei bambini allattati al seno abbiamo riscontrato concentrazioni sieriche dell’ormone più elevate rispetto ai bambini allattati con latte adattato, in particolare nei primi mesi di vita, quando il latte materno o adattato rappresenta l’alimento esclusivo del lattante (figura 2). I bambini allattati al seno sembrano avere una diversa capacità di regolare l’introito alimentare sia quando sono esclusivamente allattati al seno sia nelle fasi successive. Inoltre, questi bambini mangiano più frequentemente, ma introducono minori quantità di cibo per pasto rispetto ai bambini allattati con latte adattato e durante il periodo dello svezzamento assumono una più ampia varietà di alimenti. 2,2 50 ln LEPTINA 2,0 1,8 1,6 1,4 1,2 1,0 0,8 53 0,6 0,4 LM LA Figura 2. Concentrazioni sieriche di leptina (espresse in logaritmo naturale) in base al tipo di allattamento (LM= latte materno; LA= latte adattato) nei primi mesi di vita. 523 F. Savino, M.M. Lupica: La salute dei lattanti: il futuro prossimo È verosimile che la presenza di leptina nel latte materno abbia un effetto positivo nel regolare il senso di sazietà e l’introito energetico, contribuendo a determinare un differente livello di riferimento nel bilancio energetico dei bambini allattati al seno. Il ruolo della leptina assunta tramite il latte materno pare non essere limitato solo alla regolazione energetica ed al metabolismo. Dal punto di vista dello sviluppo, l’ormone è importante anche nel metabolismo osseo, nell’angiogenesi, nello sviluppo del sistema immunitario, del sistema nervoso centrale e di altri sistemi organici. Ipotesi organicistica Ipotesi psicorelazionale Allergia alimentare Meteorismo Disordini della motilità intestinale Alterazioni ormonali Reflusso gastroesofageo Fattori comportamentali e neurologici Fattori materni e familiari Interazione genitori/figli Ipotesi recenti Alterazioni della microflora intestinale Fumo Serotonina, melatonina, colecistochinina Eventuali farmaci assunti durante il parto In alcuni studi sono state utilizzate formule Figura 3. Eziopatogenesi delle coliche gassose. supplementate con leptina ma non sono stati ottenuti gli stessi beneficî osservati nei bambini allattati con latte materno. Evidentemente il latte materno è una sostanza molto più complessa della associa ad una significativa riduzione del tempo di semplice somma delle sue singole parti e va consipianto nei lattanti affetti da coliche gassose allatderato – più che un alimento – un vero e proprio tati al seno, nelle prime 6 settimane di vita28. Anche la modalità dell’allattamento influisce sull’inciden“sistema biologico” per l’interazione tra i numeroza delle coliche, che risultano meno frequenti in casi fattori biologici in esso contenuti. so di un prolungato allattamento con un seno ad Ricordiamo inoltre che numerosi studi longitudiogni poppata, effettuato nella prima settimana di nali con lunghi periodi di follow up hanno dimostrato che l’allattamento al seno comporta a lungo tervita: infatti, all’inizio della poppata è minore il conmine un minor rischio di obesità: infatti, in una metenuto di lipidi ed è quindi ridotto il senso di satanalisi effettuata da Harder nel 2005 è stata zietà, con conseguente maggiore frequenza dei parilevata una riduzione del sti e incremento del lattorischio di sovrappeso del sio assunto con il latte. 4% per ogni mese di allatPer quanto riguarda i Le coliche gassose sono un problema fretamento con latte materlattanti alimentati artifiquente nei primi mesi di vita: si stima che inno25 e in un’altra revisione cialmente, l’impiego di teressino una percentuale variabile secondo è stato calcolato un odds idrolisati di caseina si è le casistiche dal 20 al 30% dei lattanti. Nel ratio di 0,87 a dimostraziodimostrato efficace nella 90% dei casi tendono a scomparire spontane di tale effetto protettiriduzione dei sintomi29-31. neamente verso il quarto mese di vita. vo26. Proprio la leptina in Un’altra ipotesi eziopaqualità di ormone che più togenetica per le coliche sembra coinvolto nella model lattante, sostenuta redulazione del senso dell’appetito e del controllo delcentemente, attribuisce un ruolo determinante ad la crescita è attualmente indicata come il fattore che alcuni fattori gastrointestinali, individuati princimaggiormente contribuisce a questa azione protettipalmente nella motilina e nel ghrelin32. Tali molecole, prodotte a diversi livelli del tratto gastrointeva del latte materno. stinale, ne stimolano la motilità. In studi da noi condotti sono stati riscontrati livelli sierici maggioDisturbi digestivi del lattante ri di motilina e di ghrelin nei bambini affetti da episodi frequenti di coliche gassose, con conseguenCOLICHE GASSOSE te promozione dell’iperperistalsi intestinale, causa del dolore addominale e delle crisi di pianto33. Ci sono inoltre evidenze scientifiche che sostenEsistono numerose ipotesi per spiegare l’eziogono che alterazioni nella composizione della mipatogenesi delle coliche gassose (tra cui quelle orcroflora intestinale nei primi mesi di vita possono ganicistica e psicorelazionale, figura 3). influenzare la risposta immune e potrebbero favoUn ruolo importante viene attribuito oggi ai fatrire l’insorgenza delle coliche gassose34. Il nostro tori dietetici, considerando che le coliche talvolta gruppo di ricerca ha condotto uno studio per conrappresentano la prima manifestazione clinica delfrontare la composizione della flora batterica intela patologia atopica. È stato ipotizzato che il fisiostinale di bambini allattati al seno affetti da coliche logico passaggio attraverso la barriera intestinale gassose rispetto ad altri che non presentano tale di macromolecole assunte con il latte potrebbe escondizione35,36. Abbiamo riscontrato nei bambini sere tale da esercitare un’azione antigenica27. Un recente studio ha dimostrato che l’esclusione di cicon coliche gassose una bassa colonizzazione da bi ad alta potenzialità allergenica (soia, uova, fariparte di Lattobacilli e Bifidobatteri ed una concenna, noccioline, pinoli e pesce) dalla dieta materna si trazione elevata di batteri Gram negativi anaerobi. 524 Recenti Progressi in Medicina, 97, 10, 2006 Questa diversa flora intestinale interagisce in modo inappropriato con i toll-like receptors intestinali, determinando la sintesi di citochine infiammatorie e molecole di adesione coinvolte nella comparsa della sintomatologia delle coliche37. ziata un’associazione tra l’insorgenza di stipsi e l’intolleranza alle proteine del latte vaccino, dimostrata anche dalla risoluzione della sintomatologia in seguito a dieta priva di tali proteine. L’insorgenza di stipsi è correlata al tipo di allattamento: infatti è stato dimostrato che nei bambini allattati con latte artificiale è maggiore la consistenza delle feci rispetto a quelli alimentati con latte materno (tabella 4). La terapia delle coliche varia in relazione all’entità del disturbo ed quindi è necessario un approccio mirato sulle caratteristiche del singolo paziente. È fondamentale tranquillizzare i genitori sulla natura benigna e sulla risoluzione sponPertanto i bambini nati a termine allattati con tanea di tale condizione patologica. Nei casi di latte adattato sono più soggetti a stipsi e quelli più lieve entità è consigliata l’esecuzione di tecpretermine alimentati artificialmente presentaniche consolatorie. I farmaci utilizzabili nei casi no più frequentemente occlusione intestinale ridi maggiore entità, sono il simeticone38, per ridurre il meteorismo e il cimetropio bromuro39, dospetto ai bambini allattati con latte materno. tato di potente attività antispastica. È essenziale una corretta terapia dietetica: nei bambini allattati al seno è consigliata la dieTabella 4. - Caratteristiche delle feci in base al tipo di allattamento. ta della nutrice a basso carico allergenico40-42, menLatte materno Latte vaccino tre nei bambini allattati 15-30 g/die 30-40 g/die con latte artificiale possono essere impiegate for2-5 volte/die 1-2 volte/die mule contenenti prebiotiConsistenza molle, cremosa Consistenza compatta, secca ci, β-palmitato, o a parziaColore giallo-uovo, verdastro Colore giallo-grigiastro le idrolisi nei casi lievi, fino all’utilizzo di formule Odore acre, poco sgradevole Odore putrefattivo, sgradevole ipoallergeniche quali gli Reazione acida Reazione alcalina idrolisati spinti di caseina o di sieroproteine in caso di coliche severe43-46. La causa di tale differenza pare attribuibile alla L’impiego dei probiotici si è dimostrato rediversa digestione e al diverso assorbimento dei centemente molto efficace nel controllare la singrassi nei bambini nutriti artificialmente. È risultatomatologia delle coliche. Il Lactobacillus Reuteri si è dimostrato valido nella stimolazione del sito utile, per risolvere tale problema, impiegare nell’alimentazione di tali bambini formule addizionate stema immune e nella modulazione dell’infiamcon prebiotici, quali i frutto-oligosaccaridi (FOS) e i mazione intestinale, con conseguente riduzione del dolore addominale anche mediante un’azione galatto-oligosaccaridi (GOS) che stimolano la crescidiretta a livello del sistema nervoso enterico47-49. ta della flora bifidogena con contemporanea inibiIn uno studio da noi condotto è emerso un signizione dell’adesione di batteri patogeni alla mucosa ficativo decremento della durata delle crisi di intestinale43. La loro aggiunta alle formule permette di ottenere nel bambino allattato artificialmente pianto già a partire dal settimo giorno di terapia, con un’efficacia maggiore e più rapida rispetto ai una flora batterica intestinale simile a quella presente nel lattante alimentato con latte materno. bambini trattati con simeticone50. A livello clinico, questo comporta una riduzione Anche l’impiego di prodotti fitoterapici è rinell’incidenza di problemi digestivi minori (la stisultato utile nel controllo della sintomatologia delpsi, ma anche i rigurgiti e le coliche). Inoltre, per rile coliche gassose: è stata rilevata una riduzione durre l’incidenza di stipsi può essere utile aumendel tempo di pianto nell’85% dei soggetti trattati, tare l’apporto di fibre con la dieta utilizzando fariin assenza di effetti collaterali51. ne, mele, carruba, mais e tapioca nei primi mesi di vita e brodo di verdura e frutta con lo svezzamenSTIPSI to. Per quanto riguarda i farmaci da impiegare nei casi in cui la dietoterapia non risolve da sola la Dal punto di vista eziopatogenetico distinsintomatologia, è consigliato l’impiego di procineguiamo due forme i stipsi: organica (morbo di Hirtici, mentre sono da evitare i lassativi. schprung, displasia neuronale del colon) e funzionale. La stipsi funzionale può essere attribuita a REFLUSSO GASTRO-ESOFAGEO più fattori tra cui un transito intestinale allunIl reflusso gastro-esofageo semplice è una congato, un aumentato volume dell’ampolla rettale, dizione tipica del neonato e del lattante, caratteun aumento del tono dello sfintere interno o una rizzata da episodi di rigurgito post-prandiali, in un contrazione dello sfintere esterno durante la dequadro di benessere generale del bambino. fecazione. In uno studio italiano è stata eviden- 525 F. Savino, M.M. Lupica: La salute dei lattanti: il futuro prossimo È causato dall’accentuazione di un fenomeno fisiologico nei primi mesi di vita, costituito da una relativa immaturità della funzione cardiale. A determinare il reflusso gastro-esofageo intervengono più fattori anatomici, tra cui una scarsa angolazione tra la parte terminale dell’esofago e lo stomaco, la presenza di rilasciamenti inappropriati e transitori dello sfintere esofageo inferiore, un aumento della pressione addominale, causata da crisi di pianto e iperalimentazione. Oltre ai frequenti rigurgiti, il reflusso gastro-esofageo si può manifestare anche con vomiti, crisi di apnea, ipersalivazione, difficoltà ad alimentarsi fino a scarso accrescimento. Quando il reflusso è associato a infiammazione della mucosa esofagea ed interferisce con lo stato generale di salute del bambino e la crescita, si parla di malattia da reflusso gastro-esofageo, che deve essere accuratamente indagata dal punto di vista diagnostico e terapeutico. La frequenza dei rigurgiti è influenzata da fattori dietetici, quali la quantità di latte introdotto, la sua osmolarità e il contenuto proteico e lipidico. Infatti, spesso i rigurgiti sono causati dall’allattamento continuo, con poppate molto ravvicinate nel tempo, dall’eccessiva quantità di latte assunto dal bambino e dal tipo di latte utilizzato. A questo proposito, oltre alla terapia posturale con sollevamento del tronco del bambino di 30-40° sul piano orizzontale, può essere necessaria una terapia dietetica con latti speciali definiti antireflusso, che sono formule caratterizzate da una maggiore viscosità rispetto alle abituali formule e che vengono utilizzati sia nel reflusso gastroesofageo sintomatico sia nella vera malattia da reflusso (in associazione alla terapia farmacologica)52. Come addensanti possono essere impiegati fibre (galattomannani) con effetti metabolici noti, quali una ridotta biodisponibilità di oligo-elementi e micronutrienti ed una riduzione della risposta glicemica e insulinemica, ma inerti sul piano nutrizionale, oppure amido di mais o di riso (amilopectina e carboidrati complessi), che non hanno effetti metabolici e determinano un modesto aumento calorico. Alcuni studi hanno riscontrato che i bambini alimentati con le formule antireflusso presentano livelli di colesterolemia minori rispetto a quelli alimentati con latte materno, ma tali dati necessitano di ulteriori conferme53. Inoltre, alcune formule antireflusso possono portare ad intolleranze. Infatti abbiamo riportato un caso di allergia alla farina di carruba presente in un latte antireflusso, documentata da un rechallenge positivo54. Quando la terapia posturale e dietetica non sono sufficienti a risolvere la sintomatologia, si ricorre alla terapia farmacologica, basata sull’uso di antiacidi, quali l’idrossido di alluminio e magnesio o il magaldrato e i procinetici, quali il domperidone. Nei casi di malattia da reflusso gastro-esofageo accertata, si utilizzano farmaci antisecretori quali gli antagonisti dei recettori H2 (come la ranitidina) fino agli inibitori di pompa protonica (per esempio, l’omeprazolo). Altri disturbi: rachitismo e deficit vitaminici L’allattamento con latte materno può portare ad alcune condizioni patologiche legate a carenze nutrizionali (tabella 5). Il primo elemento da considerare è che il latte materno ha un contenuto di vitamina D ai limiti inferiori e questo può predisporre al rischio di sviluppare rachitismo in certe condizioni. Il quadro del rachitismo carenziale ha una frequenza relativamente elevata nei bambini africani o asiatici allattati esclusivamente al seno e le loro mamme – per ragioni etniche (pelle scura, resistenza genetica alla vitamina D) e/o culturali (mancata esposizione al sole) – sono a loro volta, spesso carenti per la vitamina D. Sono a rischio di sviluppo di tale quadro carenziale anche i bambini nati pretermine e quelli che vivono poco esposti alla luce solare. Pertanto è consigliata nei bambini allattati al seno una supplementazione di vitamina D dal primo mese per tutto il primo anno di vita. Anche il contenuto di vitamina K del latte materno è inadeguato ed è quindi necessaria, per la profilassi della malattia emorragica, una supplementazione di vitamina K con somministrazioni settimanali per i primi tre mesi di vita. Per quanto riguarda le vitamine del gruppo B, il latte materno ne fornisce un apporto adeguato nei primi mesi di vita ma, dal sesto mese, l’alimentazione esclusiva con latte materno è carente di vitamina B6 e questo può comportare problemi nel normale sviluppo neurologico, problemi che si possono evitare con un corretto programma di svezzamento. Considerando l’apporto di ferro con l’allattamento materno esclusivo, esso risulta insufficiente nel nato a termine dopo i 6 mesi di età ed ancor prima nel pretermine, con il rischio di anemia sideropenica. Si consiglia, quindi, di iniziare lo svezzamento, con l’introduzione della carne, a partire dal 5°- 6° mese di vita. Tabella 5. Effetti dei deficit vitaminici. Vitamine Effetti del deficit Vitamina A Xeroftalmia, suscettibilità alle infezioni, cecità Tiamina (B1) Anoressia, irritabilità, edema, scompenso cardiaco, neuropatia periferica Riboflavina (B2) Cheilite, stomatite angolare, alterazione dell’ossidazione degli acidi grassi e del metabolismo del ferro Piridossina (B6) Convulsioni, dermatite, anemia Vitamina B12 Anemia perniciosa, danno al SNC Vitamina K Patologia emorragica Acido folico Anemia megaloblastica, ritardo di crescita, disturbi gastrointestinali Niacina Diarrea, dermatite, deficit neurologici Vitamina D Rachitismo, tetania 526 Recenti Progressi in Medicina, 97, 10, 2006 Conclusioni e prospettive Il benessere del lattante è influenzato da molteplici fattori, tra cui un ruolo rilevante viene svolto dal tipo di alimentazione. L’allattamento al seno rappresenta la soluzione ideale sia dal punto di vista nutrizionale che preventivo di disturbi a breve e lungo termine. Il latte materno non costituisce soltanto un alimento, ma rappresenta un vero e proprio “siste- ma biologico”, frutto di un processo di adattamento specie-specifico e capace di modificarsi nel tempo in funzione delle esigenze del neonato, dei suoi fabbisogni e della sua velocità di crescita. È dunque necessario elaborare e attuare adeguate strategie di promozione dell’allattamento al seno, a partire da una più efficace e costante informazione offerta alle madri durante la gravidanza, nel periodo post-partum e nei mesi successivi, da personale sanitario preparato sulla base di precisi protocolli, secondo quanto consigliato dall’OMS (tabella 6)55. Tabella 6. - I 10 punti OMS per l’allattamento al seno. Punto 1 Definire un protocollo scritto per l’allattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario Punto 2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo Punto 3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e delle modalità dell’allattamento al seno Punto 4 Aiutare le madri perché inizino ad allattare già mezz’ora dopo la nascita Punto 5 Mostrare alle madri come allattare e come continuare a farlo, anche nel caso in cui vengano separate dal bambino Punto 6 Non somministrare al neonato alcun cibo o bevanda che non sia latte materno, a meno che non vi sia una prescrizione medica in senso contrario. Non pubblicizzare le formule adattate Punto 7 Praticare il “rooming-in”. Ogni madre dovrebbe avere nella stessa stanza il proprio neonato, 24 ore su 24 Punto 8 Incoraggiare l’allattamento a richiesta Punto 9 Non dare tettarelle artificiali ai neonati durante il periodo di allattamento Punto 10 Creare gruppi di sostegno all’allattamento al seno, in modo che le madri possano rivolgersi a loro dopo la dimissione dall’ospedale o dalla clinica Bibliografia 1. Schack-Nielsen L, Fleisher Michaelsen K. Breast feeding and future health. Curr Opin Clin Nutr Metab Care 2006; 9: 289-96. 2. Malcova H, et al. Absence of breast-feeding is associated with the risk of type 1 diabetes: a case-control study in a population with rapidly increasing incidence. Eur J Pediatr 2006; 165: 114-9. 3. Akobeng AK, et al. Effect of breast feeding on risk of coeliac disease: a systematic review and meta-analysis of observational studies. Arch Dis Child 2006; 91: 39-43. 4. Klement E, Reif S. Breastfeeding and risk of inflammatory bowel disease. Am J Clin Nutr 2005; 82: 486. 5. 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