equipe integrata tutela minori e famiglie

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equipe integrata tutela minori e famiglie
Città di Latisana
Provincia
di
Udine
SERVIZIO SOCIALE dei COMUNI - AMBITO DISTRETTUALE di LATISANA
Sede legale: Piazza Indipendenza n. 74, 33053 Latisana (UD) - Codice fiscale 83000470308 - Partita IVA 00985920305
Sede operativa: Via Goldoni n. 22, 33053 Latisana (UD)
0431-516611
0431-516637
e-mail: [email protected] - PEC [email protected]
EQUIPE INTEGRATA TUTELA
MINORI E FAMIGLIE
(Ambito Distrettuale di Latisana 5.2 - Azienda per i servizi Sanitari n.5
“Bassa Friulana”)
1 - A cura dell' “Equipe Integrata Tutela Minori e Famiglie” di Latisana - Anno 2013
A cura dell'Equipe Integrata Tutela Minori e Famiglie
Assistenti sociali
Sabrina Glerean
Mariachiara Sassara
Educatori
Adriana De Carolis
Catia Zonta
Psicologi psicoterapeuti
Raffaella Daneluzzo
Elisabetta Mosca
Katia Parise
Serena Riganti
Latisana, 20 Dicembre 2013
2 - A cura dell' “Equipe Integrata Tutela Minori e Famiglie” di Latisana - Anno 2013
L’Equipe Integrata per la Tutela dei Minori e delle Famiglie (E.I.T.M.F.) è un servizio
integrato specialistico dedicato alla presa in carico e alla cura dei minori e delle famiglie
nelle situazioni di trascuratezza grave, maltrattamento e abuso sessuale per il territorio del
Distretto Socio-Sanitario Ovest.
La finalità del servizio, mirato alla tutela dei minori, si è gradualmente focalizzata
sull'aspetto di cura e recupero di tali situazioni.
Fanno parte del servizio operatori dell'Ambito Socio-assistenziale di Latisana e
dell'A.S.S. n.5 “Bassa Friulana” - Distretto Ovest.
Il gruppo di operatori dedicato all’E.I.T.M.F. attualmente è composto da:
 due psicologi psicoterapeuti a 38 ore settimanali
 due psicologi psicoterapeuti a 20 ore settimanali
 due educatori professionali a 38 ore settimanali
 due assistenti sociali a 36 ore settimanali
Si affiancano un consulente legale ed un supervisore clinico.
La presa in carico di un caso da parte dell'équipe è comprensiva degli aspetti
psicologici, sociali, legali, educativi e sanitari sia dei minori sia delle loro famiglie ed è
costituita da un percorso con aree, tempi e metodologie definite e specifiche che non può
prescindere da un’interazione tra l’ambito clinico e giudiziario.
Le attività del Servizio
 Effettua la consulenza multiprofessionale richiesta dai professionisti dell’area
sociale, sanitaria, educativa e del privato sociale, in merito a casi di grave
trascuratezza, maltrattamento e abuso sessuale;
 Attua la presa in carico per un lavoro di diagnosi (multidisciplinare) e successivo
trattamento di situazioni di:
 grave trascuratezza, maltrattamento e violenza assistita in seguito
all’emissione di un decreto prescrittivo e limitativo della potestà genitoriale
(sospensione o decadenza) da parte del Tribunale per i Minorenni o Ordinario;
 maltrattamento fisico reiterato e grave con o senza procedimento giudiziario
civile e/o penale avviato;
 abuso sessuale in tutte le situazioni nelle quali vi è stata una rivelazione e/o
accertamento sanitario di sospetto abuso sessuale, con o senza l'avvio di un
percorso giudiziario, e con minori autori di abuso sessuale, con o senza
procedimento penale;
 Interviene nell’ambito della prevenzione individuando le azioni e i progetti più
opportuni rispetto a tali tematiche;
 Promuove la definizione di linee guida e protocolli con gli altri enti e servizi che
sono coinvolti a vario titolo nella gestione di questa casistica.
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IL PERCORSO DI INTERVENTO
I nostri modelli di intervento attingono alle teorie psicodinamiche, sistemicorelazionali e cognitivo-comportamentali, riorganizzate e integrate alla luce della conoscenza
dei funzionamenti post-traumatici.
Nell’operatività del nostro servizio facciamo riferimento costantemente alle
indicazioni contenute nel documento CISMAI (Coordinamento Italiano Servizi per
Maltrattamento e Abuso all'Infanzia).
Si prevedono colloqui in formato individuale, familiare, di gruppo. Completano la
presa in carico interventi sociali, educativi e legali.
FASI:
1 - La rilevazione
In tale fase si procede all’ “Individuazione dei segnali di malessere dei minori ed ai
rischi per la loro crescita, connessi alle condotte pregiudizievoli degli adulti, distinguendo il
rischio dal danno subito dagli stessi. Prima individuazione delle capacità protettive
immediatamente disponibili in ambito familiare”.
2 - La consulenza
L’EITMF svolge attività di consulenza agli operatori di servizi pubblici e privati del
Distretto Socio-Sanitario Ovest, per le situazioni di minori ad essi in carico e ritenute
pregiudizievoli.
Attraverso il confronto reciproco si effettua un bilancio complessivo tra fattori di
pregiudizio e indicatori di protezione utile a condividere un’eventuale segnalazione alla
Procura Minorile e/o Ordinaria.
La consulenza può avvenire anche nell'UVM (Unità di Valutazione Multiprofessionale)
dove gli operatori dell'EITMF partecipano alla definizione del progetto personalizzato.
3 - La segnalazione
Qualora si rilevino dei segnali di pregiudizio per il bambino connessi alle condotte
genitoriali e non sia stato possibile o non abbia prodotto risultati sufficienti l’intervento dei
servizi in contesto di “consensualità”, si rende necessario coinvolgere la Magistratura
minorile tramite la “segnalazione” della situazione, affinchè vengano attivate idonee misure
di tutela.
Se si evidenzia un’ipotesi sufficientemente fondata e circostanziata di reato
commesso nei confronti di un minore, si deve procedere a segnalare la situazione anche
alla Procura presso il Tribunale Ordinario.
4 - La protezione
E’ un “Intervento volto ad arrestare il comportamento maltrattante/abusante, modulato
in relazione alla gravità dello stesso: diversi tipi di maltrattamento richiedono diversi tipi di
protezione”.
Esso alcune volte si traduce in un allontanamento del minore dall’ambiente familiare,
generalmente su mandato del Tribunale per i Minorenni.
L’EITMF contribuisce alla costruzione di un “pensiero” comune e integrato con gli
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operatori dei servizi coinvolti, al fine di progettare tale intervento. Nel concreto ci attiviamo
preparando l’allontanamento e accompagnando il minore in questa fase.
Contemporaneamente gli assistenti sociali del territorio procedono alla lettura, ed
eventualmente anche notifica, del decreto alla famiglia.
5 - La valutazione diagnostica multiprofessionale
E’ il risultato integrato di aspetti sociali, psicologici ed educativi e permette di:
 confermare o escludere la condizione di rischio;
 valutare il danno psico-fisico perpetrato;
 comprendere il funzionamento delle dinamiche familiari sottese alle condotte
maltrattanti/abusanti;
 effettuare una valutazione sulle possibilità di recupero personale e genitoriale;
 elaborare un progetto di trattamento e di aiuto complessivo in collaborazione con i
servizi invianti;
 portare a conoscenza dell’Autorità Giudiziaria i risultati del lavoro clinico.
 Valutazione sociale
L'assistente sociale dell’équipe procede nell’approfondire la conoscenza rispetto al
contesto familiare e ambientale in cui il minore ha sino allora vissuto, sia direttamente con il
nucleo, che attraverso il contatto con gli altri operatori eventualmente coinvolti sul caso.
Viene infatti mantenuto un costante lavoro di raccordo con gli altri operatori che a vario
titolo intervengono nella situazione (servizi sanitari e territoriali) ed in particolare con
l’Assistente sociale del Servizio Sociale Ente Affidatario (che mantiene la funzione di
controllo).
 Valutazione educativa
Viene effettuata principalmente dall’educatore dell’équipe, attraverso l’osservazione
della relazione genitori-figli e la valutazione delle risposte dei genitori agli input di
cambiamento proposti.
Strumento principale di intervento di questa figura è l’incontro protetto nel quale
l'operatore, su richiesta del Tribunale, riveste il doppio ruolo di protezione e di osservazione
delle dinamiche relazionali. Si affianca poi anche l'intervento domiciliare in cui ha
preminenza la seconda finalità.
Entrambi gli interventi sono preceduti da un incontro con i genitori ai quali, attraverso
la sottoscrizione di un “regolamento” scritto, vengono spiegate le finalità, le modalità e le
regole dell'intervento. Spiegazione che viene data contestualmente anche ai minori.
L'educatore interviene anche nelle eventuali visite tra i minori e le figure parentali
significative, presenziandole e osservandone le dinamiche di relazione.
Inoltre svolge un costante lavoro indiretto di scambio di informazioni e contenuti tra le
comunità e l'EITMF al fine di garantire un intervento integrato.
 Valutazione psicologica
E’ necessariamente rivolta al bambino e alla sua famiglia. Si ispira alle Linee guida
indicate dal Cismai (2003).
- Valutazione psicologica del minore
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Fornisce un quadro del funzionamento psicologico complessivo e specifico:

complessivo dal piano dei comportamenti e adattamenti a quello dei vissuti più
profondi e dei modelli operativi interni;
 specifico, in quanto tiene conto in modo mirato delle caratteristiche del
funzionamento post-traumatico.
Il percorso valutativo del bambino, che naturalmente non può prescindere dal percorso
effettuato con la sua famiglia, dura in media 6 mesi e avviene con sedute quindicinali.
Presuppone un contratto iniziale col bambino e si conclude con una restituzione sia al
minore che alla sua famiglia.
- Valutazione psicologica dei genitori
E' una valutazione dinamica che, superando descrizioni fotografiche, punta a percorsi
costellati da interventi attivi dello psicologo, il quale, partendo dalla verifica del grado di
assunzione di responsabilità da parte degli adulti coinvolti, intende verificare la
recuperabilità delle risorse familiari.
La valutazione si sta via via trasformando in una sorta di valutazione-terapia in cui la
fase di conoscenza e presa d’atto dei guasti esistenti entro la famiglia si intreccia da subito
con un lavoro sulle possibilità residue.
Tale percorso è finalizzato alla formulazione di un’ipotesi diagnostica propedeutica alla
formulazione di un parere prognostico sul funzionamento dei genitori.
6 - La relazione e la restituzione
Ogni percorso valutativo avviato su mandato dell'Autorità Giudiziaria si conclude con la
stesura di una relazione scritta per portare a conoscenza del Tribunale il lavoro effettuato
ed esprimere un parere in merito al progetto di tutela per quel minore. Tale progettualità,
costruita in collaborazione con il Servizio Sociale territorialmente competente, prevede tutti
quegli interventi ritenuti più idonei per il minore e i suoi adulti di riferimento.
La relazione viene sempre “restituita” e spiegata sia ai minori che ai genitori prima di
essere inviata al Tribunale in una seduta di rete, alla presenza di tutti gli operatori che hanno
seguito la situazione, per dare senso e significato al lavoro svolto insieme.
7 - Il trattamento
Finalizzato alla cura delle situazioni di pregiudizio in cui si trovano i bambini vittime di
trascuratezza, maltrattamento, e abuso sessuale.
Il desiderio e la determinazione a mantenere un orientamento operativo a curare e
riparare ha portato a declinare l'intervento terapeutico anche in contesti che
tradizionalmente venivano visti come inaccessibili all'azione di cura, come quelli prescrittivi
del Tribunale per i Minorenni.
I modelli teorici ai quali facciamo riferimento attingono sia alle teorie psicodinamiche
per quanto riguarda l'intervento individuale, sia alle teorie sistemico-relazionali per quanto
riguarda l'intervento con le famiglie.
Completano il quadro le competenze sociali ed educative, in relazione agli interventi
nel contesto di vita quotidiana del minore, e gli interventi di “rete” con gli altri servizi ed
istituzioni.

Psicoterapia dei minori
La psicoterapia è finalizzata in primo luogo a cambiare le ‘lenti’ con cui viene letta
l’esperienza negativa, ormai avvenuta, e a permettere al bambino di ripristinare la capacità
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di integrazione, archiviazione e controllo su pensieri, ricordi, comportamenti, stati psicofisici: capacità alterata dal trauma e base della sofferenza. Il bambino diventa il protagonista
di tale percorso.
Quanto a chi si prende cura di lui, siano essi genitori naturali, adottivi, affidatari, ma
anche educatori (i caregiver), il loro coinvolgimento è ampio, prolungato, flessibile.
In media i percorsi terapeutici prevedono sedute settimanali e si sviluppano nell’arco di
un anno e mezzo.
Vengono effettuati anche interventi che mirano ad allargare la cerchia riparativa
attraverso un lavoro clinico con i fratelli.
Accanto all'attivazione dei vari percorsi psicoterapeutici che includono via via format
tra i più vari, ampio spazio viene dedicato alla proposta di esperienze di vita riparative.
Assodato che la migliore esperienza riparativa per un minore sia sperimentare il
risanamento del proprio ambito originario di vita e di relazione, quando ciò non è possibile,
gli operatori dell’équipe in rete con gli altri servizi ed istituzioni, si attivano per promuovere
“esperienze sostitutive” per quel minore con un percorso di accompagnamento specifico
(accompagnamento affido/adozione).

Psicoterapia dei genitori
E' mirata al recupero delle competenze genitoriali. Alternando formati individuali e
familiari, si pone l'obiettivo di accompagnare i genitori ad abbandonare meccanismi di difesa
disfunzionali, spesso mutuati dalle proprie esperienze negative pregresse, e a sviluppare
efficaci strategie di coping improntate al realistico riconoscimento delle esigenze fisiche e
affettive proprie e dell'altro, grazie alla capacità di accedere a risorse di aiuto.
L'équipe promuove anche percorsi di sostegno terapeutico ai caregiver
consapevoli che per i genitori prendere atto che il proprio bambino soffre a causa di
un'esperienza traumatica è a sua volta causa di vissuti del tutto sovrapponibili a quelli delle
vittime.
Tale malessere si somma e si interseca con il malessere dovuto al contatto con un
bambino “complicato” e sofferente.
A questi genitori i professionisti dell'équipe assicurano un sostegno psicologico intenso
che, svolgendosi parallelamente alla psicoterapia del minore vittima, è finalizzato da un lato
al riconoscimento e alla corretta interpretazione e gestione dei comportamenti e sintomi dei
bambini, dall'altro all'elaborazione delle proprie risonanze emotive.

Interventi socio-educativi nel percorso di trattamento
- Intervento sociale
Nel caso di prognosi positiva, dove ci sia margine di recuperabilità del rapporto
genitori-figli, viene elaborato un progetto rivolto al bambino e alla famiglia.
Nelle situazioni con prognosi di recuperabilità negativa, ove si proceda con un affido
familiare, l'assistente sociale dell'équipe coordina fasi e risorse del nuovo progetto di vita
del minore.
Quando il nucleo è in fase di dimissione dall'équipe, l'assistente sociale monitora il
passaggio graduale del caso con gli operatori del territorio.
- Intervento educativo
In questa fase l’intervento educativo si orienta su due dimensioni a seconda della
prognosi sulla genitorialità.
Nel caso in cui vi siano risorse sufficienti ad un reintegro del minore nella sua famiglia
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l'educatore opera attraverso incontri facilitanti, che vedono gradualmente diminuire il ruolo
di protezione a favore di un supporto e aiuto alla relazione genitori-figli.
In integrazione con il trattamento psicologico l’educatore accompagna i genitori e i loro
figli a “sperimentarsi” gradualmente nella costruzione di una relazione basata su modalità
educative comunicative e comportamentali più funzionali e adeguate, permettendo così ai
bambini di riavvicinarsi e affidarsi ai genitori.
Nel caso in cui le risorse genitoriali non siano sufficienti e venga previsto un progetto
di vita alternativo, l’educatore si occupa di accompagnare il bambino nella nuova
esperienza riparativa, sia essa di affido familiare o di adozione.
8 - Accompagnamento nel percorso giudiziario
Assistere il minore e i suoi familiari protettivi per favorire la migliore evoluzione delle
vicende avviate sia sul piano penale che civile è il contenuto di questo intervento.
La preparazione del minore all’esperienza processuale diventa infatti necessaria, al
fine di consentirgli una partecipazione informata e quindi consapevole ed efficace.
Tale compito coinvolge l’intero gruppo degli operatori. Al percorso prettamente
psicologico, si affiancano interventi educativi di accompagnamento fisico alle varie udienze
e/o audizioni o momenti preliminari di “incontro” con il contesto del Tribunale.
Fondamentale risulta il ruolo che le assistenti sociali dell’équipe mantengono con le
Procure dei Tribunali al fine di concordare, nel rispetto delle esigenze di tutti, tempi e
modalità più utili per l’ascolto del minore.
9 - Il lavoro di rete
Il percorso di presa in carico di questa casistica deve essere caratterizzato da una forte
integrazione tra i professionisti attivi nelle varie fasi dell’intervento.
L’integrazione deve avvenire sia sul piano dell’intervento sul caso da parte degli
operatori dell’EITMF, sia sul piano dell’interazione inter-istituzionale con il coinvolgimento
degli Enti interessati (Servizi territoriali socio-sanitari, Privato sociale, Comunità, Istituti
scolastici, Medici di base e Pediatri di libera scelta, Tutore).
A tal fine l’EITMF esercita il ruolo di “regista” con l’obiettivo di coordinare le diverse fasi
dell’intervento e di condividerne gli obiettivi per agire in modo sinergico.
La modalità principale attraverso cui si concretizza questo lavoro è l’incontro periodico
di tutti gli operatori incaricati.
Uno spazio importante l’EITMF lo dedica alla costruzione di una rete di comunicazione
con la Magistratura, al fine di realizzare una sinergia operativa che, in un contesto in cui il
percorso clinico e giudiziario si intrecciano, garantisca come focus la cura del bambino e
della sua famiglia.
I concetti che caratterizzano la prassi operativa sono la trasparenza e la circolarità delle
informazioni tra gli operatori che fanno parte della rete.
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I PERCORSI DI PRESA IN CARICO
Di seguito verrà illustrata la diversa metodologia di presa in carico nelle situazioni
caratterizzate da prescrizione giudiziaria e nelle situazioni spontanee.
 Schema di presa in carico nei casi coatti
Nelle prime fasi di intervento l’EITMF svolge ruolo di consulenza e affiancamento
all’attività del Servizio Sociale dell'Ambito e dei Servizi territoriali.
Con eccezione del grave rischio fisico e psicologico e nei casi di certo o sospetto abuso
sessuale.
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Nel caso in cui si attivi un procedimento penale presso il Tribunale Ordinario, l’EITMF
svolge inoltre il ruolo di accompagnamento del minore nel percorso giudiziario in
integrazione con la Magistratura e l’Avvocato del minore.
Modalità di presa in carico nei casi coatti
Dopo una prima lettura del decreto tra gli operatori, che avviene all’interno della
riunione settimanale dell’équipe, si costituisce una micro-équipe sul caso.
La micro-équipe è costituita da :




assistente sociale referente
psicologo che si occuperà della valutazione dei genitori
psicologo che si occuperà della valutazione del minore
educatore
La micro-équipe approfondirà la conoscenza del caso attraverso la lettura di eventuali
relazioni o altra documentazione rilevante proveniente dai servizi che hanno seguito il caso.
Raccolta anamnestica: rappresenta il primo passo diretto che l’assistente sociale del
nostro servizio fa rispetto al caso, recandosi presso la famiglia e raccogliendo l’anamnesi
familiare.
Seduta di rete: anticipata da una pre-seduta a cui partecipano solo gli operatori della
rete coinvolta, avviene la prima presentazione del servizio e della micro-équipe alla famiglia.
A tale incontro partecipano:






i genitori
il minore (da verificare l’opportunità di volta in volta)
l’assistente sociale del Comune titolare
la micro-équipe dell’EITMF
il referente della comunità dove è ospite il minore (se vi è l’allontanamento)
gli operatori di altri servizi già coinvolti sul caso (CSM, SER.T, insegnanti ecc.)
Prima di realizzare la seduta di rete, alla famiglia deve essere già stata fatta la lettura
del decreto del TM, a cura dell’Ente affidatario.
Criteri da rispettare ed enunciare nella seduta di rete:
 breve ricostruzione della storia, con particolare riferimento alle motivazioni (citazione
di fatti e avvenimenti oggettivi) che hanno portato alla segnalazione (fatta eccezione
in situazione di reato)
 citazione del Decreto ed in particolare delle prescrizioni contenute
 definizioni dei ruoli e funzioni di ciascun operatore
 definizione dei tempi
 trasmissione di una relazione finale al TM.
La seduta di rete di norma è condotta dall’assistente sociale dell’EITMF referente per
il caso.
Anamnesi del bambino: viene dato un ulteriore spazio all’approfondimento
dell’anamnesi sul bambino attraverso un colloquio con la coppia genitoriale effettuato presso
l’équipe alla presenza dei due psicologi coinvolti sul caso.
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Il percorso prosegue con le fasi di valutazione, e successivo trattamento già dettagliate
in precedenza.
Nel caso in cui si attivi un procedimento penale l'EITMF svolge ruolo di
accompagnamento sia per il minore che per la sua famiglia, qualora essa sia protettiva nei
confronti del minore.
 Schema di presa in carico nei casi spontanei
L’EITMF interviene direttamente con la presa in carico del nucleo familiare.
Rivelazione del Minore
di abuso sessuale
Richiesta di presa in
carico
da parte della Famiglia
diretta o tramite i Servizi
Valutazione
Diagnostica
Trattamento
Terapeutico
del Minore e dei
Genitori
Nel caso in cui si attivi un procedimento penale presso il Tribunale Ordinario, l’EITMF
svolge inoltre il ruolo di accompagnamento del minore nel percorso giudiziario in
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integrazione con la Magistratura e l’Avvocato del minore.
Modalità di presa in carico nei casi spontanei
Tale casistica giunge al nostro servizio attraverso una richiesta diretta da parte delle
famiglie o la mediazione di servizi esterni che, raccolta la richiesta di aiuto proveniente dai
genitori o dai minori stessi, li inviano all’EITMF.
Premessa importante ad una presa in carico spontanea è che il minore vittima sia in
un contesto familiare protettivo.
Dopo una prima raccolta della segnalazione di aiuto, viene costituita una micro-équipe
sul caso.
La presa in carico inizia con la raccolta anamnestica effettuata dall’assistente sociale
dell’équipe che si reca a domicilio. Segue quindi una seduta di rete tra la micro-équipe e la
famiglia nella quale, partendo dalla richiesta di aiuto, si definisce un contratto di lavoro. Si
procede quindi con l'approfondimento anamnestico sul minore effettuato con i genitori.
Parte poi il percorso valutativo a cui si “affianca” il trattamento. Nel nostro modello
d'intervento, infatti, valutazione e trattamento sono percorsi integrati: se da un lato si
cercano modelli operativi interni e vissuti alla base del funzionamento psicologico del nostro
paziente, dall'altro si lavora attraverso una costante restituzione di tali contenuti per
stimolare e determinare un cambiamento e nuovi modelli di coping più funzionali.
Nel caso in cui si attivi un procedimento penale presso il Tribunale Ordinario l'EITMF
svolge ruolo di accompagnamento per il minore e la sua famiglia attivando il percorso sopra
descritto.
Altre attività attualmente svolte dall’EITMF sono:
 Presa in carico di minori autori di abuso sessuale
In questi ultimi anni l’EITMF ha ampliato la presa in carico anche a situazioni di minori
autori di abuso sessuale, in assenza o presenza di reato.
E’ una casistica sulla quale ci si sta apprestando a costruire un modello specifico di
intervento ad oggi ancora in evoluzione.
 Progetti e prevenzione
Le progettualità del Servizio corrono lungo due filoni paralleli, il primo rivolto
maggiormente all’attività preventiva ed il secondo alla cura.
Nel primo filone rientrano progetti che coinvolgono le scuole e le cooperative degli
educatori territoriali, mentre il secondo prevede la prossima attuazione di Gruppi terapeutici
di minori vittime e dei loro caregiver.
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SEDE E ORARIO
L’EITMF ha sede in Via Calle Arrigo n. 12, 33053 Latisana (Udine).
Tel. 0431- 516635 (valido anche per il fax)
E-Mail [email protected]
L’EITMF ha un orario di apertura al pubblico:
dal lunedì al giovedì dalle 9.00 alle 16.00 e il venerdì dalle 9.00 alle 13.00.
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