29 febbraio, 1-2 marzo 2016
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29 febbraio, 1-2 marzo 2016
(d) La nazione come comunità sacrificale ‐ 1 Parole/chiave: ‐ sacrificio ‐ martirio [agiografie patriottiche Æ] ‐ fede politica ‐ apostolato ‐ guerre sante / crociate ‐ Risorgimento (d) La nazione come comunità sacrificale ‐ 2 ÎSacralizzazione della politica ‐ Clifford Geertz, La religione come sistema culturale [1966], in Id., Interpretazione di culture, Il Mulino: «In quanto problema religioso, religioso il problema della sofferenza non è, è paradossalmente, paradossalmente come evitare la sofferenza, ma come soffrire, come fare del dolore fisico, del lutto personale, della sconfitta terrena o della contemplazione impotente dell’agonia altrui qualcosa di sopportabile, pp , di sostenibile;; q qualcosa,, come diciamo,, di soffribile». «La strana opacità di certi avvenimenti della nostra esperienza, la muta insensatezza del dolore intenso o inesorabile, e l’enigmatica inspiegabilità di ciò che appare vistosamente ingiusto suscitano tutti lo scomodo sospetto che forse il mondo, e quindi la vita dell’uomo nel mondo, non abbiano alcun autentico ordine – nessuna regolarità empirica, nessuna forma emotiva, nessuna coerenza morale. E la reazione religiosa a questo sospetto è in ogni caso la stessa: la formulazione, per mezzo di simboli, di una immagine di autentico ordine nel mondo tale da spiegare e perfino celebrare, le ambiguità, gli enigmi e i paradossi percepiti nell’esperienza umana. Lo sforzo non sta nel negare l’innegabile – che vi sono avvenimenti non spiegati, che la vita causi afflizione, o che la pioggia cada sopra il giusto – ma nel negare che esistano eventi inesplicabili, che la vita sia insopportabile o che la giustizia sia un miraggio». (d) La nazione come comunità sacrificale – 3 Î Per quale motivo il pensiero nazionalista ha una natura così funebre/mortuaria? Î Per trasformare la possibile sconfitta in una ulteriore spinta a lottare. ‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐ Î Per questo è anche importante conservare la memoria degli eroi/martiri, giacché offrono alla comunità un exemplum virtutis. Oltre agli eroi, vanno commemorati anche i grandi della patria Î Ugo Foscolo, I sepolcri, composto nel 1806‐07; pubblicato nel 1807. I sepolcri, di Ugo Foscolo, 1807: ‐ LL’dea dea dei sepolcri è semplice: i grandi devono essere un exemplum dei sepolcri è semplice: i grandi devono essere un exemplum virtutis per la nuova per la nuova comunità nazionale italiana ‐ Parini ‐ rassegna dei grandi che riposano in Santa Croce (Machiavelli, Michelangelo, Galileo, [Alfieri]) cui si aggiungono Dante e Petrarca, in quanto nati a Firenze Î Esempi in Santa Croce: ‐ 1806‐1810: Monumento a Vittorio Alfieri (1749‐1803), Antonio Canova ‐ 1830: Cenotafio di Dante, di Stefano Ricci – [Giacomo Leopardi, II. Sopra il monumento di Dante che si preparava in Firenze. Composta tra il settembre e l’ottobre del 1818. Pubblicata con All’Italia, Roma, Bourlié, 1818.] ‐ 1860‐67: Monumento a Neri Corsini 1860‐67: Monumento a Neri Corsini (1805‐1859), di Odoardo (1805‐1859) di Odoardo Fantacchiotti. Fantacchiotti ‐ 1877: Monumento a Giuseppe La Farina, di Michele Auteri Pomar. ‐ 1883: Monumento a Giovan Battista Niccolini, di Pio Fedi , ‐ 1884: Cenotafio di Gino Capponi, di Antonio Bortone Î Monumento di Dante, in Piazza Santa Croce, inaugurato nel 1865 M di D i Pi S C i l 1865 Antonio Canova, Monumento a Vittorio Alfieri, 1806‐1810, Chiesa di Santa Croce, Firenze. John Flaxman,, Monumento a Lord Nelson, 1808‐1818, Londra, St. Paul’s Cathedral. Ernst von Bandel,, Hermannsdenkmal,, 1841‐1875 Detmold ‐ Selva di Teutoburgo [Î 9 d.C.] Leo von Klenze, Walhalla, Regensburg, 1830‐1842 Flusso comunicativo (4) A chi si rivolge il discorso nazionale? Î Ceti medio‐alti, attraverso i materiali a stampa Î Tutti i ceti urbani, attraverso i contatti personali e attraverso la diffusione di strumenti audio visivi (cioè: pitture in esposizioni pubbliche; stampe monocromatiche; melodrammi) audio‐visivi Importanza del melodramma Italia ‐ prima metà dell’Ottocento: ‐ 942 teatri in 650 comuni ‐ 613 teatri sono costruiti tra 1815 e 1868 ‐ In media i teatri possono ospitare 900 posti (L Scala, (La S l Milano, Mil 2 800 postii ‐ Penne, 2.800 P 200 posti) i) Giuseppe Verdi, Ernani, libretto di Francesco Maria Piave, tratto dall’opera di Victor Hugo, Hernani, 1830. Prima rappresentazione dell’opera di Verdi: Teatro La Fenice, Venezia, 11 febbraio 1844 ‐ Parte terza – scena quarta 18.12.1982, La Scala di Milano – Riccardo Muti, Placido Domingo (tenore‐Ernani), Renato Bruson (baritono‐Silva) http://www.youtube.com/watch?v=GVyqQJ0cIeU Flusso comunicativo (5) Quali sono gli effetti del discorso nazionale? Î Grande successo e grande adattabilità dell’idea di nazione. Î Il «cosmopolitismo», «cosmopolitismo» così importante per ll’illuminismo illuminismo, perde completamente di appeal. appeal Î Straordinaria forza comunicativa del sistema simbolico, in grado di dare un significato a “fatti att p primari” a (co (comee laa nascita, asc ta, laa morte, o te, l’odio, od o, l’amore, a o e, laa sessua sessualità) tà) cchee st strutturano uttu a o laa personalità di ciascuno. Dal cosmopolitismo al nazional‐patriottismo Dall’articolo Dall articolo di apertura della rivista «Il Caffè», Caffè» 1764: «In essa bottega vi sono comodi sedili, vi si respira un'aria sempre tepida e profumata che consola; la notte è illuminata, cosicché brilla in ogni parte l'iride negli specchi e ne' cristalli sospesi intorno le pareti e in mezzo alla bottega; in essa bottega chi vuol leggere trova sempre i fogli di novelle politiche, e quei di Colonia e quei di Sciaffusa e quei di Lugano e vari altri; in essa bottega chi vuol leggere trova per suo uso e il Giornale enciclopedico e l'Estratto della letteratura europea e simili buone raccolte di novelle interessanti le quali fanno che gli uomini che in prima erano Romani, interessanti, Romani Fiorentini, Fiorentini Genovesi o Lombardi, Lombardi ora sieno tutti presso a poco Europei; in essa bottega v'è di più un buon atlante, che decide le questioni che nascono nelle nuove politiche; in essa bottega per fine si radunano alcuni uomini, altri ragionevoli, altri irragionevoli, si discorre, si parla, si scherza, si sta sul serio; ed io, che per naturale inclinazione parlo poco, mi son compiaciuto di registrare tutte le scene interessanti, che vi vedo accadere e tutt’i discorsi che vi ascolto degni da registrarsi; e siccome mi trovo d’averne già messi in ordine vari, così li do alle stampe col titolo Il Caffè, poiché appunto son nati in una bottega di caffè». Da una lettera di Filippo Buonarroti e Gugliemo Cerise, 4 febbraio 1796: «Sì, non vediamo l’ora di arrivare al momento felice in cui vedremo la nostra patria libera! E soprattutto che le frivole distinzioni d’esser nati a Napoli, a Milano, a Torino spariscano tra i Patrioti. Noi siamo tutti di uno stesso paese d’una stessa patria. Gli Italiani sono tutti fratelli. Queste puerili distinzioni pongono, voi lo sentite, mille ostacoli al nostro fine comune. Gi Italiani devono riunirsi tutti e non fare che una causa comune e consultarsi tra loro per determinare i mezzi più efficaci» che una causa comune e consultarsi tra loro per determinare i mezzi più efficaci» L’idea di nazione – Storia della storiografia ‐ 1 ‐ George L. Mosse, La nazionalizzazione delle masse. Simbolismo politico e movimenti di massa in Germania (1815‐1933), 1975 ‐ Benedict Anderson, Comunità immaginate. Origini e diffusione dei nazionalismi, 1983 ‐ Eric J. Hobsbawm, Nazioni e nazionalismo dal 1780. Programma, mito, realtà, 1990 Î Sono i movimenti nazionali che “inventano” le nazioni; le nazioni, nella concezione politica li i moderna, d non preesistono i aii movimenti i i nazionali i li Î La “nazione” si configura come un mito, ovvero come un modo non problematico di capire i il mondo, d un modo d interiorizzato i t i i t cosìì profondamente f d t da d sembrare b “ t l ” “naturale” L’idea di nazione – Storia della storiografia ‐ 2 Federico Chabod – lezioni a Milano (1943‐44) e a Roma (1946‐47) L’Idea di nazione, 1961 ‐ Accezione naturalistica ‐ Accezione volontaristica Conseguenze dirette della diffusione dell’idea di nazione a) Nascono nuovi Stati: Regno di Grecia (1830; Regno dal 1832); Belgio (1830; Regno dal 1831); Italia (1859‐60; Regno dal 1861); Germania (1864‐1870; Impero dal 1871) b) Nei grandi Imperi “multinazionali” multinazionali i movimenti nazionali cercano di ottenere ll’indipendenza: indipendenza: ‐ Polonia, 1830‐31; 1848; 1863‐64 ‐ Romania, Bulgaria, Serbia, Montenegro, Albania L’Europa nel 1815 L’Europa nel 1914 COSTITUZIONE DI COSTITUZIONE DI STATI NAZIONALI STATI NAZIONALI IN ITALIA (1859‐61) E IN GERMANIA (1864‐1871) IN GERMANIA (1864‐1871) Risorgimento italiano Î Movimento risorgimentale (1815‐1860) Î Caratteri del movimento: ‐ i militanti condividono l’idea di nazione; ‐ tuttavia non concordano sulle ipotesi politico‐costituzionali: i d ll i i li i i i li • repubblicani vs. monarchici • democratici vs. liberal‐moderati d ti i lib l d ti • federalisti vs. centralisti Î Il movimento è molto ampio ed è diffuso nelle città (non nelle campagne) Il movimento è molto ampio ed è diffuso nelle città (non nelle campagne) Î Nella prima metà dell’Ottocento la penisola è attraversata da rivoluzioni: ‐ 1820‐21: ‐ 1831: ‐ 1848‐49: ‐ Regno delle Due Sicilie; Regno di Sardegna; Lombardia ‐ Ducato di Modena; Ducato di Parma; Legazioni pontificie [Emilia‐ Romagna], Marche, Umbria Romagna], Marche, Umbria ‐ tutta la penisola Unificazione italiana – 1 – Prima fase Î Importanza del Regno di Sardegna (Vittorio Emanuele II, re dal 1849; Statuto albertino; I d lR di S d (Vi i E l II d l 1849 S lb i Cavour presidente del consiglio dal 1852) Î 20‐21 luglio 1858: incontro a Plombières 20 21 luglio 1858 incontro a Plombières tra Cavour e Napoleone III tra Cavour e Napoleone III Î 24 gennaio 1859: trattato di alleanza tra Francia e Regno di Sardegna Î 24 aprile 1859: inizio della guerra: Regno di Sardegna e Francia contro Impero austriaco Î 11 luglio 1859: armistizio di Villafranca, voluto da Napoleone III; il Regno di Sardegna si 11 luglio 1859: armistizio di Villafranca voluto da Napoleone III; il Regno di Sardegna si annette la Lombardia; il Veneto resta parte dell’Impero austriaco Î 27 aprile 1859: insurrezioni nei Ducati, nel Granducato e nelle Legazioni 27 aprile 1859: insurrezioni nei Ducati, nel Granducato e nelle Legazioni Î 11‐12 marzo 1860: plebisciti di annessione in Emilia‐Romagna e Toscana Î 15‐22 aprile 1860: plebisciti di annessione di Nizza e Savoia alla Francia p p Î 25 marzo 1860: elezioni per il Parlamento dello Stato dell’Italia centro‐settentrionale Unificazione italiana – 2 – Seconda fase: spedizione di Garibaldi nel Regno delle Due Sicilie ‐ 5‐6 5 6 maggio i 1860: 1860 circa i 1000 volontari l i sii imbarcano i b a Quarto Q (G (Genova) ) su due d piroscafi i fi ‐ Nel corso della spedizione i soldati di Garibaldi diventano 40.000] ‐ 11 maggio 1860: 1860 sbarco a Marsala ‐ 7 settembre 1860: ingresso a Napoli ‐ 21 ottobre 1860: plebisciti di annessione nel Mezzogiorno continentale e in Sicilia ‐ 26 ottobre 1860: incontro a Teano tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II ‐ 4 novembre 1860: plebisciti di annessione di Marche e Umbria ‐ 7 novembre 1860: Vittorio Emanuele entra a Napoli ‐ ggennaio 1861: elezioni p per il Parlamento del Regno g d’Italia Esecutivo e legislativo nello Statuto Albertino – 1848‐1860 Esecutivo e legislativo nella Costituzione USA – 1848‐1860 suffragio universale maschile L’unificazione della Germania Î 1848‐49: 1848 49: rivoluzione in Germania; ll’unica unica conseguenza è che la Prussia conserva una costituzione Î 1861: in Prussia sale sul trono Guglielmo I Î 1862: Guglielmo I nomina cancelliere Otto von Bismarck (uno Junker) Î Piano di potenziamento l’opposizione del Parlamento e riorganizzazione dell’esercito, attuato nonostante Î Guerre che conducono all’unificazione tedesca (1) gennaio‐febbraio 1864: guerra di Prussia e Austria contro la Danimarca per la conquista dello Schleswig e dello Holstein (2) giugno‐agosto 1866: guerra contro l’Austria (Prussia alleata con l’Italia) (3) luglio‐settembre 1870: guerra franco‐prussiana Î 18 gennaio i 1871: 1871 proclamazione l i d ll’I dell’Impero tedesco d Territori che nel 1871 vanno a far parte dell’Impero Territori che nel 1871 vanno a far parte dell Impero di Germania di Germania Conseguenze delle unificazioni italiana e tedesca Î 1867: Mutamento costituzionale in Austria; nascita dell’Impero austro‐ungarico p p Î Settembre 1870: crollo del Secondo Impero francese di Napoleone III e nascita della Terza Repubblica francese [marzo‐maggio 1871: Comune di Parigi] Ulteriori conseguenze della diffusione dell’idea di nazione Î Con l’eccezione dei grandi imperi “multinazionali” (Russia; Austria‐Ungheria), tutti gli altri Stati europei (Regno Unito; Francia; Spagna; Olanda; Italia; Germania) assumono la struttura di Stati Stati‐nazione:cioè nazione:cioè sono Stati in cui la sovranità politica è affidata alla nazione Î In tutti questi Stati sono introdotte costituzioni e parlamenti, e viene ampliato il corpo elettorale: Î Gran Bretagna: tre riforme elettorali: 1832: elettorato dal 2% al 4%; 1867: dal 4% all’8%; 1884 85 dall’8% 1884‐85: d ll’8% all 16.4% 16 4% Î Italia: 1861: suffragio ristretto (2%); 1882: prima riforma (8%) Î Germania: 1871: suffragio universale maschile Î Francia: 1871: suffragio universale maschile Î Austria‐Ungheria: 1867: nuova Costituzione – suffragio ristretto Nazionalizzazione delle masse Î In tutti gli Stati‐nazione le élite dirigenti devono “insegnare” la nazione alle masse. Î Si usano tre strumenti principali: (1) la scuola: Î in particolare, in tutti gli Stati‐nazione europei vengono organizzati sistemi di istruzione elementare obbligatoria e gratuita Î obiettivo primario: combattere l’analfabetismo Î vengono potenziati anche i cicli educativi superiori, superiori fino all all’università università, che tuttavia non sono gratuiti Î in tutti i gradi di scuola i programmi di letteratura e di storia esaltano la comunità nazionale di appartenenza Il ruolo della scuola nel processo di nazionalizzazione delle masse Da Edmondo De Amicis, Cuore, 1886: «Poiché il racconto del Tamburino tt’ha ha scosso il cuore ti doveva esser facile, facile questa mattina, far bene il componimento d’esame: “Perché amate l’Italia”. Perché amo l’Italia? Non ti si son presentate subito cento risposte? Io amo l’Italia perché mia madre è italiana, italiana perché il sangue che mi scorre nelle vene è italiano, italiano perché è italiana la terra dove son sepolti i morti che mia madre piange e che mio padre venera, perché la città dove sono nato, la lingua che parlo, i libri che m’educano, perché hé mio i fratello, f ll mia i sorella, ll i miei i i compagni,i e il grande d popolo l in i mezzo a cuii vivo, e la bella natura che mi circonda, e tutto ciò che vedo, che amo, che studio, che ammiro, è italiano. Oh tu non puoi ancora sentirlo intero quest’affetto! Lo sentirai quando sarai un uomo, quando ritornando da un viaggio lungo, dopo una lunga assenza, e affacciandoti una mattina al p parapetto p del bastimento,, vedrai all’orizzonte le grandi montagne azzurre del tuo paese; lo sentirai allora nell’onda impetuosa di tenerezza che t’empirà gli occhi di lagrime e ti strapperà un grido dal cuore». … ancora da De Amicis, Cuore, 1886: «Lo sentirai in qualche grande città lontana, nell’impulso dell’anima che ti spingerà tra la folla sconosciuta verso un operaio sconosciuto, dal quale avrai inteso, passandogli accanto, una parola della tua lingua. Lo sentirai nello sdegno doloroso e superbo che ti getterà tt à il sangue alla ll fronte, f t quando d udrai d i ingiuriare i i i il tuo t paese dalla d ll bocca b d’ d’uno straniero. Lo sentirai più violento e più altero il giorno in cui la minaccia d’un popolo nemico solleverà una tempesta di fuoco sulla tua patria, e vedrai fremere armi d’ogni parte i giovani accorrere a legioni, parte, legioni i padri baciare i figli, figli dicendo: «Coraggio!» e le madri dire addio ai giovinetti, dicendo: «Vincete!». Lo sentirai come una gioia divina se avrai la fortuna di vedere rientrare nella tua città i reggimenti diradati, stanchi, cenciosi, terribili, con lo splendore della vittoria negli occhi e le bandiere lacerate dalle palle, palle seguiti da un convoglio sterminato di valorosi che leveranno in alto le teste bendate e i moncherini, in mezzo a una folla pazza che li coprirà di fiori, di benedizioni e di baci. Tu comprenderai allora ll’amor amor di patria, patria sentirai la patria allora, allora Enrico. Enrico Ella è una così grande e sacra cosa, cosa che se un giorno io vedessi te tornar salvo da una battaglia combattuta per essa, salvo te, che sei la carne e l’anima mia, e sapessi che hai conservato la vita perché ti sei nascosto alla morte,, io tuo p padre,, che t’accolgo g con un ggrido di ggioia q quando torni dalla scuola,, io t’accoglierei con un singhiozzo d’angoscia, e non potrei amarti mai più, e morirei con quel pugnale nel cuore». Altri strumenti per la nazionalizzazione delle masse 2) LL’esercito: esercito: Î in molti Stati viene introdotta la coscrizione obbligatoria 3) Rituali / simboli / monumenti / edifici nazionali: Î Vengono istituite delle feste nazionali: ‐ Germania, 1871: Sedanfest ‐ Francia, 1880: 14 luglio, Festa nazionale della Repubblica ‐ Italia: Festa dello Statuto, prima domenica di giugno di ogni anno durante le quali vengono organizzate sfilate militari, discorsi delle autorità, balli, feste, fuochi d’artificio Festa dello Statuto a Roma. Sua Maestà il Re si reca alla rivista, in «L’Illustrazione Italiana», 9 giugno 1895, n. 23. Feste nazionali D Edmondo Da Ed d De D Amicis, A i i Cuore, C 1886 1886: «Siamo andati in piazza Castello a veder la rassegna dei soldati, che sfilarono davanti al Comandante del Corpo d’esercito, in mezzo a due grandi ali di popolo. Via via che sfilavano, al suono delle fanfare e delle bande, mio padre mi accennava i Corpi p e le gglorie delle bandiere. [[...]] Passò di ggaloppo, pp con ggli elmi al sole, con le lancie erette, con le bandiere al vento, sfavillando d’argento e d’oro, empiendo l’aria di tintinni e di nitriti, il bel reggimento Genova cavalleria, che turbinò su dieci campi di battaglia, da Santa Lucia a Villafranca. “Come Come è bello! bello!” io esclamai. Ma mio padre mi fece quasi un rimprovero di quella parola, e mi disse: “Non considerare l’esercito come un bello spettacolo. Tutti questi giovani pieni di forza e di speranze possono da un giorno all all’altro altro esser chiamati a difendere il nostro paese, e in poche ore cader sfracellati tutti dalle palle e dalla mitraglia. Ogni volta che senti gridare in una festa: Viva l’esercito, viva l’Italia, raffigurati, ffi ti di là dai d i reggimenti i ti che h passano, una campagna coperta t di cadaveri d ie allagata di sangue, e allora l’evviva all’esercito t’escirà più dal profondo del cuore, e l’immagine dell’Italia t’apparirà più severa e più grande”». Simboli nazionali Î Bandiere; emblemi; allegorie Simboli nazionali ‐ “Monumentomania” – anni ‘80 del XIX – primo decennio del XX secolo Î Monumenti ai “grandi” della nazione M i i“ di” d ll i A sinistra: Ettore A sinistra: Ettore Ferrari, Statua a Giuseppe Garibaldi, 1892, Garibaldi, 1892, Pisa. A destra: Cesare Zocchi, Statua a Vittorio Emanuele II, 1892, Pisa. Edifici nazionali: Panthéon; Niederwalddenkmal; Vittoriano; National Mall Flusso di Lasswell applicato alla nazionalizzazione delle masse Élite politiche Æ Esaltazione della Æ Scuola; esercito; Æ A tutti gli strati Æ Vario timing e intellettuali comunità feste nazionali; della popolazione nell’effettivo nazionale; sistema monumenti; compimento simbolico; simbolico; edifici; romanzi, edifici; romanzi del processo del processo narrazioni ecc. di nazionalizzazione nazional‐patriottiche La concezione biopolitica della nazione ‐ 1 Î La concezione genealogica fonda l’idea di nazione: le nazioni sono concepite come comunità politiche e come comunità biologiche, in quanto derivate da un originario gruppo etno etno‐razziale razziale. Î Quindi la riproduzione delle comunità, in termini demografico‐quantitativi e in termini etnico‐qualitativi, etnico qualitativi diventa una questione politica cruciale. cruciale Î Da ciò emerge una pressante preoccupazione biopolitica che intende di i li disciplinare glili individui i di id i e monitorarne i i processii biologici: bi l i i «la proliferazione, la nascita e la mortalità, il livello di salute, la durata di vita, la longevità con tutte le condizioni che possono farla variare; la loro assunzione si opera attraverso tutta una serie d’interventi e di controlli regolatori: una bio‐ politica della p p popolazione» p [[Michel Foucault,, “Bisogna g difendere f la società”,, 1976]] Età moderna Età contemporanea “far morire e lasciar vivere” “far vivere e spingere verso la morte” La concezione biopolitica della nazione ‐ 2 Î È questa sinergia tra biologia e politica, propria del discorso nazionalista, che spiega il particolare interesse delle élite ottocentesche (politici giornalisti, (politici, giornalisti filosofi, filosofi pedagogisti, pedagogisti medici) per la sfera privata Sessualità , biopolitica e ideali nazionali Î La L tecnologia l i biopolitica bi li i trova nell concetto di «norma» il suo ancoraggio i essenziale. i l Î Si cerca di costruire un quadro complessivo delle forme di sessualità; si ha bisogno di dire quali sono le sessualità «normali», normali positive, positive accettabili, accettabili e quali sono le sessualità «anormali», negative, dannose all’individuo e alla società. ÎIn tal modo ci si sforza soprattutto di distinguere la sessualità delle coppie eterosessuali, eterosessuali considerata la norma assoluta, da altre forme di sessualità, tutte essenzialmente ritenute perverse perché sterili, cioè perché inadatte a soddisfare l’esigenza sociale della riproduzione. riproduzione Î Un significato particolarmente positivo viene attribuito alla sessualità riproduttiva : Æ crescita demografica della comunità nazionale Æ ma anche tradizionale opposizione pp cristiana ad ogni g forma di sessualità “contro natura” – cioè non finalizzata alla riproduzione Î Al contrario nel corso dell’Ottocento c’è una progressiva medicalizzazione delle cosiddette «perversioni sessuali», che ha anche un valore normativo Æ Medicalizzazione delle sessualità «altre» Î Richard von Krafft‐Ebing Krafft Ebing (1840‐1902), (1840 1902) Psychopathia sexualis, sexualis 1886: ‐omosessualità, sadismo, masochismo, feticismo, voyeurismo, esibizionismo, frotteurismo, ninfomania, zoofilia, necrofilia, gerontofilia, masturbazione, pedofilia, sodomia Î Tra anni ’60 e ’80 dell’Ottocento viene messa a punto una teoria scientifica che identifica gli omosessuali come devianti «invertiti», cioè portatori di una deviazione del desiderio des de o sessua sessuale; e; inoltre o t e li ssi co considera s de a dotat dotati d di u unaa inversione e so e d di pe personalità so a tà (a (animaa femminile in corpo maschile, o viceversa). p particolarmente severa dell’omosessualità maschile: p Î Repressione Trattamento normativo dell’omosessualità maschile Gran Bretagna ‐ pena di morte ‐ 1835: ultima condanna a morte per omosessualità. ‐ 1861: abrogazione della pena di morte per il reato di omosessualità ; resta tuttavia un reato penale ‐ 1885: ergastolo per il sodomita, dieci anni di carcere duro per tentata sodomia e due anni di lavori f forzati i per «qualsiasi l i i atto fortemente f osceno» Prussia / Reich tedesco ‐ pena di morte ‐ 1851: abolizione della pena di morte per il reato di omosessualità che tuttavia resta un reato penale ‐ 1871: il codice penale del Reich tedesco (paragrafo 175) punisce l’omosessualità con condanne che possono arrivare fino a 4 anni di reclusione FFrancia i ‐ 1791: depenalizzazione della sodomia. Restano passibili di condanna reati contro la moralità Regno eg o d di Sa Sardegna deg a / Regno eg o d d’Italia ta a ‐ 1839: codice penale del Regno di Sardegna: prevede la reclusione per qualunque “atto di libidine contro natura se sarà intervenuto scandalo o vi sarà stata querela”. ‐ 1889: codice penale del Regno d’Italia: depenalizzazione del reato di sodomia. Resta il reato generico di atti tti contro t la l pubblica bbli moralità lità USA gg contro la “sodomia” attive in ogni g Stato ‐ Leggi PASSIONI E IDENTITÀ DI GENERE IDENTITÀ DI NELL’OTTOCENTO ROMANTICO L’“invenzione” dell’amore romantico ‐ Critica al matrimonio combinato e “invenzione” dell’amore romantico ‐ Il matrimonio combinato è considerato come un segno della società di “ancien régime” ‐ Opere che criticano il matrimonio combinato ed esaltano ll’amore amore romantico: ‐ Pamela o la virtù ricompensata (1740) e Clarissa (1747‐1748) di Samuel Richardson ‐ il ciclo pittorico del Marriage A‐la‐Mode (1744‐45) di William Hogarth ‐ Giulia o La Nuova Eloisa (1761) ed Emilio o Dell Dell’educazione educazione (1762) di Jean Jean‐Jacques Jacques Rousseau ‐ I dolori del g giovane Werther ((1774)) di Johann Wolfgang g g Goethe ‐ Le ultime lettere di Jacopo Ortis (1802) di Ugo Foscolo Passionalità dell’amore romantico Esempi tratti dalle lettere ‐ di Auguste Bussmann (1791‐1832) a Clemens Brentano (1778‐1842) [1806‐07] ‐ e di Lauretta Cipriani (1795‐1869) a Giuseppe Montanelli (1813‐1862) [i due si i incontrano nell 1833 e sii sposano nell 1848]: 1848] Dalle lettere di Auguste Bussmann a Clemens Brentano: «Allendorf, All d f 21/23 giugno i 1808 1808. […] Oh Clemens mio, che ne sarà di me, sono talmente agitata, non ho pace, in nessun attimo in nessun luogo, attimo, luogo non posso nemmeno scriverti a lungo, lungo perché vorrei scrivere coi baci e la mano mi trema per l’impazienza. La mia lettera ti ha reso così felice, eppure tu mi rispondi solo con una tua brevissima, ma con tanto amore, e dici di aver molto da fare, allora mi sento come se tu ti affrettassi alquanto e io potessi all all’improvviso improvviso stringerti al cuore. Dimmi dunque quando arrivi, ragazzo, e strappami a questo tormento; a ogni lettera penso ch’essa me lo dica e tutte esprimono solo un desiderio indefinito: vieni dunque, vieni o mi troverai a tal punto consunta dal desiderio che quell quell’immensa immensa gioia non potrò più provarla né sopportarla; e allora almeno potessi piangere, anziché volare tra le tue braccia, e guardarti beata in un’insaziabile sete di baci e stringerti tra le forti braccia amorose cosicché i nostri cuori uniscano il loro palpito possente e impetuoso fino a stordire le labbra, e gli occhi stentino a mandare dolci sguardi, e nell’appassionato affanno il tuo cuore con ardore mi dica che mi ami infinitamente. Oh Clemens, voglio agguantare la beatitudine, amarla e tenerla stretta. […] Oh ragazzo caro, quanto eri infelice prima della mia lettera; la tua mi ha commosso assai, e anche il fatto che tu mi sia così sinceramente affezionato. Sì, ti amo infinitamente […]. Tu, unico – la mia sorte mi dà le vertigini –, conosco il più meraviglioso degli esseri ed egli mi ama!». Dalle lettere di Lauretta Cipriani a Giuseppe Montanelli: «Pisa Pi venerdì dì [novembre [ b 1848]. 1848] Beppe mio! anima mia! mio diletto! sono lontana ancora da te! come sono lente le ore! Senti l’agitazione mia e la mia irrequietezza per non vederti, per non avere la tua mano nella mia, mia per non sentire i tuoi celesti baci? Non senti un’atmosfera accocente che emana dalla fiamma che ho in petto? L’aria non ti tremola intorno dall’oscillazione di tutte le mie membra palpitanti d’amore? Beppe Beppe! mio … mio! Tutto … tutto! Beppe! … come il tuo nome è parola che contiene tutti i tesori di felicità per me! come esprime ogni delizia! In questo nome tuo sento che è espressa ogni cosa inesprimibile, in lui v’è l’estremo bene l’estremo male, Iddio e il niente, e fa apparire e sparire l’universo stesso, dà la vita o la morte all all’anima anima della Lauretta tua, tua fuori di questo nome io non so vedere che perpetue tenebre, ma una inesorabile successione di notti non è creazione di Dio, sarebbe opera satanica; e siccome il creatore di tutto è solo Iddio, l’estremo dei mali, quello che nessuna dolcezza può temperare non esiste, non può esistere. Ecco Beppe mio perché siamo da tanti anni l’uno dell’altro; ecco perché sarai mio sempre, sempre, sempre». «6 D.bre [1848]. [ ] Anima mia! Mio Beppe, supremo mio desiderio, mio adorato ma‐ri‐to!! Oh come sono teco collo spirito e con tutti i miei sensi!! Mi sento in un’atmosfera immateriale, sto rapita in un’estasi d’amore, estasi che mi fa provare tutte le dolcezze estreme che tu, tu solo anima mia, mi hai fatto provare e che io teneva per un ideale irrealizzabile, e che solo provarono quelli che ebbero gli angioli per amanti». Gerarchie di genere ‐ 1 Î La rivoluzione dei sentimenti e ll’amore amore romantico non cancellano le disuguaglianze di genere Î Teoria e pratica delle sfere separate / Imperativi della rispettabilità Î Il “pubblico” è riservato agli uomini: James Tissot, Il cl b della Rue club R e Royale, 1868, collezione privata Gerarchie di genere ‐ 2 Î La domesticità è riservata alle donne, alle quali – L d i i àè i ll d ll li nelle famiglie di classe medio alta – ll f i li di l di l sono riservati i compiti di coltivare qualità artistiche, accudire i piccoli e di gestire l’andamento domestico A sinistra: Silvestro Lega, g , Il canto di uno stornello, 1867, Galleria d’arte moderna, Firenze A destra: Bernardino Pasta, La prova della lezione, 1866, Galleria d’arte moderna,, Milano Gerarchie di genere – 3 Î La differenza di genere è rimarcata dalle differenze nell’abbigliamento: L diff di è i d ll diff ll’ bbi li Carl Begas, La famiglia Begas, 1821, Wallraf‐Richartz Museum, Museum Colonia Antonio Ciseri, La famiglia Bianchini, 1855, collezione privata Gerarchie di genere – 4 Î La differenza di genere è rimarcata anche dalle differenze nelle acconciature: L diff di è i h d ll diff ll i Giuseppe Tominz, La famiglia Moscon, 1829, Galleria nazionale, Lubiana Il significato dei diversi modi di abbigliarsi (da Thorstein Veblen, La teoria della classe agiata. Studio economico sulle istituzioni, 1899): «L’abbigliamento delle donne [deve] dimostrare l’astensione da ogni occupazione produttiva. Non c’è bisogno di prove per appoggiare la generalizzazione che i più eleganti stili di cappellini sono fatti per rendere impossibile il lavoro anche più della tuba maschile. La scarpetta della donna aggiunge il cosiddetto tacco francese all’evidenza di forzata agiatezza offerta dalla sua vernice; poiché questo tacco alto rende naturalmente assai diffi il anche difficile h il più iù semplice li e necessario i lavoro l manuale. l Lo L stesso vale l in i misura i anche h maggiore per la gonna e gli altri capi che caratterizzano la toeletta femminile. La ragione sostanziale del nostro tenace attaccamento alla gonna è proprio questa: essa è costosa e i b imbarazza di continuo ti colei l i che h la l porta t e la l rende d incapace i di ognii attività tti ità utile. til La L stessa t cosa vale per l’abitudine femminile di portare i capelli eccessivamente lunghi. […] Il tacco alto, alto la gonna, gonna il cappellino niente pratico, pratico il busto e la generale indifferenza per il disagio, che è una chiara caratteristica dell’abbigliamento di tutte le donne civili, sono altrettanti segni che nel moderno schema di vita civile della donna è ancora, in teoria, la dipendente economica dell dell’uomo uomo – che, che forse in un senso altamente idealizzato, idealizzato ella è ancora il suo oggetto. La semplicissima ragione di tutta questa vistosa agiatezza e questa toeletta da parte delle donne sta nel fatto che esse sono serve alle quali, nella differenziazione delle funzioni economiche, è stato affidato ll’incarico incarico di mettere in evidenza la capacità di spendere del loro padrone». Etica della rispettabilità e strutture delle famiglie Î Codice C di Napoleone N l (1804) (1804). Î Il matrimonio è riconosciuto come la cellula fondamentale della società. Come spiegano gli stessi redattori del Codice, Codice «solo solo le virtù private possono garantire le virtù pubbliche; pubbliche ed è dalla piccola patria, che è la famiglia, che ci si affaccia alla grande; sono i buoni padri, madri, figli, che fanno i buoni cittadini». Î Il padre è il capo della famiglia; nei confronti dei figli minori esercita la «patria potestà», che lo autorizza anche a chiedere il loro imprigionamento in caso di comportamento ribelle; il suo consenso è necessario perché un figlio o una figlia possano sposarsi; ed è lui che amministra i beni dei figli minori o della moglie. ÎL art. 213 del Codice stabilisce che: «IlIl marito deve protezione alla moglie, e la moglie ÎL’art. deve obbedienza al marito». Concretamente, questo principio si traduce nel fatto che una donna non può né sottoscrivere un contratto (di affitto, di vendita, di acquisto), né avviare un’azione legale, g , senza l’autorizzazione del marito. Doppia morale Î Il Codice ammette il divorzio per colpa; il marito può chiederlo per l’adulterio della moglie, in qualunque forma e luogo sia avvenuto; ma la moglie ha la stessa possibilità solo quando il marito abbia introdotto la sua amante nel domicilio della famiglia. Î Dura sanzione morale (oltre che giuridica) dell’adulterio, quando venga commesso da una donna (finali tragici nelle storie di adulterio femminile narrate dai grandi romanzi ottocenteschi): hi) Goethe, G h Le L affinità ffi i à elettive l i (1809); (1809) Stendhal, S dh l Il rosso e il nero (1830); (1830) Flaubert, Madame Bovary (1856); Tolstoj, Anna Karenina (1877); Fontane, Effi Briest (1894). Î Inoltre, da un lato si riconosce agli uomini una «naturale» inclinazione all’attività sessuale, che in mancanza di meglio può legittimamente trovare soddisfazione anche nei rapporti con prostitute (si ricordi che all all’epoca epoca in molti paesi la prostituzione è un un’attività attività legale, pubblicamente disciplinata dalle leggi degli Stati); Î dall dall’altro altro tende a negare tenacemente la possibilità di «naturali» esperienze erotiche femminili che non siano orientate alla riproduzione e alla maternità.