Salari e distribuzione del reddito in provincia di Siena
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Salari e distribuzione del reddito in provincia di Siena
IRES TOSCANA SMILE TOSCANA PIN S.c.r.l – Servizi didattici e scientifici per l’Università di Firenze Provincia di Siena – Osservatorio integrato sul mercato del lavoro Salari e distribuzione del reddito in provincia di Siena Dicembre 2013 1 Indice1 Premessa pag. 3 Parte I. Reddito e occupazione: uno sguardo d’insieme 1. Occupazione e retribuzioni 2. Variazioni retributive fra 2007 e 2012 3. La differenziazione fra categorie di lavoratori 4. Orari e forme contrattuali di lavoro 5. La componente di genere 6. La componente generazionale 7. Età, contratti e orario: la combinazione delle differenze salariali 8. Confronti fra fasce di età e tipologie lavorative 9. La dinamica 2008- 2012 pag. 5 pag. 5 pag. 6 pag. 9 pag. 10 pag. 12 pag. 13 pag. 15 pag. 17 pag. 19 Parte II - Un’approfondimento settoriale dei livelli e delle dinamiche retributive 10. Lavorazione minerali non metalliferi 11. Cuoio, borse e calzature 12. Chimica e farmaceutica 13. Costruzione macchine e apparecchi meccanici 14. Mobilio e settori manifatturieri minori 15. Industria delle costruzioni 16. Alberghi e ristoranti 17. Commercio al dettaglio 18. Banche 19. Servizi alle imprese 20. pag. 21 pag. 21 pag. 24 pag. 26 pag. 29 pag. 33 pag. 36 pag. 39 pag. 43 pag. 46 pag. 49 Parte III – I contribuenti senesi: lavoratori e pensionati nella dinamica reddituale 2008-2011 20. La dinamica di insieme 21. Le pensioni 22. Livelli e variazioni dei redditi dei dipendenti privati 23. Livelli e variazioni dei redditi dei dipendenti pubblici 24. Confronto Siena – Toscana 1 Questo lavoro è stato curato e redatto da Franco Bortolotti (Ires Toscana) 2 pag. 54 pag. 54 pag. 55 pag. 56 pag. 57 pag. 58 Premessa L’analisi della distribuzione del reddito non può essere portata avanti a livello provinciale, per la non disponibilità dei dati necessari; tuttavia costituisce la cornice necessaria di una analisi sulla evoluzione dei salari; per questo richiamiamo brevemente alcuni dati e informazioni di livello sovralocale, per inquadrare correttamente la tematica. E’ noto che il tratto prevalente nella distribuzione del reddito dagli anni Ottanta in poi è costituito, non solo a livello italiano, anche se a livello italiano la tendenza è particolarmente chiara, nel ridimensionamento della “quota salari”” a favore della “quota profitti”. Tale tendenza, che secondo alcuni autori è direttamente implicata nel prodursi della grave successiva crisi finanziaria del 2007-2008, è poi, come capita nelle fasi di crisi, parzialmente contraddetta negli anni successivi, quando la quota profitti tende a ridursi. Infatti in situazioni di crisi la riduzione degli investimenti (data da aspettative di profitto pessimistiche) si traduce immediatamente in riduzione dei profitti, senza per questo alleviare le tendenze deflattive che colpiscono il livello dei salari. Nella tabella che segue illustriamo, sulla base dei dati Istat, il conto delle risorse e degli impieghi della Toscana, la cui ultima parte individua i redditi (lordi) da lavoro dipendente, e permette qualche considerazione sulla ripartizione del reddito. Naturalmente occorre considerare che in questa ripartizione non compaiono le imposte diverse da quelle indirette, e che il “risultato lordo di gestione” non può essere inteso come profitti tout court, se non altro perché include la totalità dei redditi da lavoro autonomo, che andrebbero scorporati e al limite scissi al loro interno fra la quota attribuibile a lavoro e la quota attribuibile a capitale. In questo caso ci limitiamo ad evidenziare il peso dei redditi da lavoro dipendente sul PIL, che passa dal 41% del 1995 al 38% del 2000, al 39% degli anni di stasi precedenti la crisi e al 40% degli anni della crisi. Conto economico risorse e impieghi Toscana 1995 2000 2005 2006 2007 2008 risorse 61.206 78.036 94.865 100.317 103.176 104.966 100.193 103.828 - prodotto interno lordo ai prezzi di mercato 62.785 79.860 95.213 99.549 103.360 105.240 102.753 104.173 105.991 impieghi 61.206 78.036 94.865 100.317 103.176 104.966 100.193 103.828 - spesa per consumi finali delle famiglie sul territorio economico 38.811 50.284 59.387 61.712 62.780 64.517 63.117 65.813 spesa per consumi finali delle amministrazioni pubbliche 10.659 13.261 17.701 18.070 18.394 19.188 19.845 19.945 - spesa per consumi finali delle istituzioni sociali private senza scopo di lucro al servizio delle famiglie 205 245 324 386 369 374 393 404 - 11.025 13.997 17.484 19.810 20.661 19.347 16.984 16.923 - importazioni nette -1.579 -1.824 -348 768 -184 -274 -2.560 -345 - consumi finali interni 49.674 63.791 77.412 80.169 81.543 84.079 83.356 86.162 - 506 249 -31 339 972 1.540 -147 743 - prodotto interno lordo 62.785 79.860 95.213 99.549 103.360 105.240 102.753 104.173 105.991 totale 62.785 79.860 95.213 99.549 103.360 105.240 102.753 104.173 - redditi da lavoro dipendente 25.774 30.276 37.544 39.324 40.540 42.191 41.428 41.879 6.893 11.261 13.346 14.367 14.226 13.827 12.934 14.371 - investimenti fissi lordi 2009 2010 2011 68.120 conto della generazione dei redditi primari variazione delle scorte e oggetti di valore imposte indirette nette 3 42.616 risultato lordo di gestione 30.118 38.324 44.323 45.858 48.595 49.222 48.391 47.923 1995 2000 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 redditi da lavoro dipendente 41,1% 37,9% 39,4% 39,5% 39,2% 40,1% 40,3% 40,2% 40,2% imposte indirette nette 11,0% 14,1% 14,0% 14,4% 13,8% 13,1% 12,6% 13,8% risultato lordo di gestione 48,0% 48,0% 46,6% 46,1% 47,0% 46,8% 47,1% 46,0% composizione % PIL Fonte: Istat Per un inquadramento più completo delle tendenze degli anni recenti possiamo osservare anche il grafico seguente che, limitatamente al dato che più ci interessa, ricostruisce la serie annuale dal 1995 al 2011 (ultimo anni disponibile) redditi da lavoro dipendente su PIL 42,0% 41,0% 40,0% 39,0% 38,0% 37,0% 36,0% 35,0% 95 96 97 98 99 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 Nelle pagine che seguono il report è articolato in tre sezioni: reddito e occupazione: uno sguardo di insieme; un’approfondimento settoriale dei livelli e delle dinamiche retributive La prima sezione utilizza i dati derivanti dalla contribuzione Inps a livello provinciale, con una progressiva articolazione per settore, qualifica, genere, tipologia contrattuale, fasce d’età, con confronti storici a partire dal 2007. La seconda sezione esamina ad un approfondito grado di dettaglio gli andamenti di un consistente gruppo di settori (10) dell’economia senese, in modo da acquisire utili elementi di conoscenza del loro funzionamento interno, quanto ad utilizzazione del fattore lavoro (nel periodo 2008-2012). La terza sezione acquisisce ed esamina alcuni dati provenienti da una diversa fonte, l’archivio delle dichiarazioni dei redditi (fino al 2011) presso il Caaf Cgil, le cui elaborazioni statistiche sono gestite da ires Toscana. In questo caso il dettaglio settoriale è minore, ma abbiamo alcune informazioni oltre che sui redditi lordi, anche sull’imposizione fiscale e sui redditi netti. 4 Parte I – Reddito e occupazione: uno sguardo di insieme 1. Occupazione e retribuzioni Vediamo subito alcuni dati di base del mercato del lavoro senese, secondo questa fonte che come sappiamo esclude i dipendenti pubblici e alcune categorie di lavoratori. Negli archivi Inps sono contabilizzati, per il 2012 (alla data del novembre 2013), circa 66500 lavoratori contribuenti, cui viene corrisposto un monte salari di 1,4 miliardi per 16 milioni di giornate di lavoro. Lavoratori dipendenti extra-agricoli e retribuzioni 2012 Lavoratori Monte Giornate Retr.media contribuenti salari lavorate oraria Inps (milioni (000) euro) Estrazione di minerali 199 5 56 84 Attività manifatturiere 16.982 404 4526 89 Produzione e distr.e di energia, gas e acqua 342 13 105 126 Costruzioni 5.340 86 1142 76 Commercio e riparazioni 9.117 173 2342 74 Alberghi e ristoranti 10.604 117 1886 62 Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 3.178 77 846 91 Attività finanziarie 5.053 271 1532 177 Attività immob., servizi a imprese 8.964 150 2111 71 Istruzione 1.459 20 287 70 Sanità e assistenza sociale 2.388 35 590 60 Altri servizi pubblici, sociali e personali 2.818 41 628 65 TOTALE 66.444 1393 16050 87 Giorni lavorati medi/ anno 282 266 307 214 257 178 266 303 236 196 247 223 242 Un confronto generale con l’anno precedente (2011) mostra una contrazione di 1500 lavoratori, di 600mila giornate lavorate e di oltre 50 milioni di euro di retribuzione. Ci sono circa il 2% di lavoratori in meno, ma hanno lavorato il 4% di giorni in meno, percependo un reddito diminuito del 4%. Solo il settore delle utilities e quello turistico hanno visto un aumento di volume di lavoro (giornate lavorate). Il settore dei servizi alle imprese vede un aumento di lavoratori, distribuiti però su meno giornate. Oltre ai tre precedenti, il solo settore sanitario mostra un aumento dell’aggregato salariale. Le retribuzioni medie sono diminuite, più che altro per due fattori: una specifica riduzione delle retribuzioni nel settore finanziario, che segna un 9% in meno di retribuzione media rispetto al 2011; e il progressivo slittamento, in generale, da un lavoro più continuato a uno più frammentato (ogni lavoratore, in media, ha lavorato tre giorni in meno nel 2012 rispetto al 2011) e dal lavoro più remunerato a quello meno pagato e più precario (solo altri due settori vedono la riduzione della retribuzione media giornaliera: le costruzioni e il piccolo comparto estrattivo). Inoltre l’industria manifatturiera, il commercio, gli alberghi, i trasporti, i servizi alle imprese (oltre ai settori con retribuzione media in regresso) vedono ridursi anche il numero medio di giornate lavorate pro capite. Lavoratori dipendenti extra-agricoli e retribuzioni 2011 Lavoratori Monte Giornate Retr.media contribuenti salari lavorate oraria Inps (milioni (000) euro) Estrazione di minerali 209 5 61 86 5 Giorni lavorati medi/ anno 291 Attività manifatturiere Produzione e distr.e di energia, gas e acqua Costruzioni Commercio e riparazioni Alberghi e ristoranti Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni Attività finanziarie Attività immob., servizi a imprese Istruzione Sanità e assistenza sociale Altri servizi pubblici, sociali e personali TOTALE 17.563 340 5.894 9.215 10.285 3.347 5.131 8.843 1.729 2.482 2.922 67.960 414 13 101 175 113 81 301 148 23 35 42 1450 4748 102 1334 2393 1856 906 1549 2123 335 612 650 16671 87 124 76 73 61 89 194 70 68 58 64 87 270 301 226 260 180 271 302 240 194 246 223 245 Quattro settori totalizzano ciascuno almeno il 10% dell’occupazione privata: l’industria manifatturiera (17000 addetti); il settore turistico (“alberghi e ristoranti”), con circa 10600 addetti, il commercio e riparazioni (9100 addetti) e i servizi alle imprese (9mila circa). Ricordiamo che si tratta di persone che non è detto siano occupate stabilmente (e neanche a lungo), ma che sono lavorativamente “transitate” nel settore, magari essendo, a fine anno, disoccupate o occupate in altro settore o in altro territorio. Ciò motiva la differente graduatoria delle giornate lavorate, in cui, ad esempio, il settore turistico, con più addetti del settore commerciale, totalizza però meno giornate lavorative (1,89 milioni contro 2,34). Infatti i giorni mediamente lavorati (“lavorati” dal punto di vista dell’Inps, che considera tali i sabati e le ferie, ma non le domeniche, i giorni di sciopero, malattia e cassa integrazione, per gli ordinari lavoratori dipendenti) sono 242 in generale, salgono a 300 nei settori finanziari e della distribuzione di energia, e scendono a meno di 200 per il settore turistico e per l’istruzione (in questo caso sono contabilizzati molti insegnanti supplenti, ma non gli insegnanti di ruolo). Osservando la colonna delle retribuzioni medie (giornaliere, poiché considerare le retribuzioni annuali significava “mettere insieme” lavoratori a tempo pieno per tutto l’anno e lavoratori che sono stati occupati solo per pochi giorni), emerge immediatamente la particolarità senese, quella della presenza di un ingente nucleo di lavoratori bancari che hanno una retribuzione media giornaliera più che doppia rispetto al lavoratore “medio” (177 euro invece di 87) e quasi quadrupla rispetto ai settori più “poveri (sanità e assistenza sociale, intorno ai 60 euro). Anche il settore della distribuzione dell’elettricità, del gas e dell’acqua ha un livello retributivo giornaliero piuttosto elevato (126 euro). Per quanto riguarda i quattro settori più rilevanti, vediamo come uno fra essi si ponga poco al di sopra del livello della media delle retribuzioni (industria manifatturiera, 89 euro), mentre gli altri sono al di sotto (Commercio 74, servizi alle imprese 71, alberghi e ristoranti 62). 2. Variazioni retributive fra 2007 e 2012 Per introdurre l’argomento delle variazioni retributive è utile concentrarsi un momento sulle variazioni dell’occupazione e del volume di lavoro erogato (che corrisponde alle giornate lavorate). La provincia di Siena sembra aver sostanzialmente mantenuto l’occupazione complessiva (-0,1%) fra il 2007 e il 2011, per poi cedere ben il 2% in un solo anno. Leggermente maggiore è poi, nei due periodi, la diminuzione dei giorni lavorati medi (-0,6% fra 2007 e 2011, -3,7% fra 2011 e 2012). Fra i dodici settori ve ne sono cinque in cui l’occupazione si è sostanzialmente ridotta: l’istruzione (-29,4% dei lavoratori, ma ben 36,2% delle ore lavorate fino al 2011, e -15,6% di lavoratori e ben -36,2% l’anno successivo), l’industria estrattiva (-21% e -5%), l’edilizia (-19% e -9%) l’industria manifatturiera (-10,5% fino al 2011 e poi un ulteriore -3,3% al 2012) e la distribuzione di energia e acqua (-10% fino al 2011, con una lieve ripresa al +0,6% al 2012). Altri quattro settori mostrano invece sostanziali incrementi occupazionali; si tratta dei trasporti (+37% fino al 2011 e poi però -5% al 2012), dei servizi alle imprese (+21,6% fino al 2011 e +1,4% nel 2012), della sanità (+17% e -4% al 2012) e degli altri servizi personali (+15% fino al 2011 e -3,6% al 2012). I settori commerciale e finanziario hanno una sostanziale costanza occupazionale (+0,2% e +1%), fino al 2011, per poi perdere rispettivamente l1,1 e l1,5% nell’ultimo anno disponibile; e il settore turistico è in 6 lieve incremento occupazionale (+6,8% fra 2007 e 2011 e +3,1% fra 2011 e 2012). Generalmente i giorni lavorati si mantengono abbastanza stabili, anche se fanno eccezione i settori dell’istruzione (21 giorni lavorati all’anno in meno fino al 2011 e poi un lieve recupero di 3 giorni nel 2012), grazie probabilmente alle norme attraverso cui i governi hanno mirato a ridurre i periodi di durata delle supplenze), dei trasporti (10 giorni in meno in media fino al 2011 e altri 4 in meno nel 2012), degli alberghi e ristoranti (4 giorni in meno fino al 2011, e altri 3 in meno nel 2012) e dell’industria manifatturiera (3 giorni in meno, spesso coperti da cassa integrazione, fino al 2011 e altri 4 in meno nel solo 2012). Al contrario sembra aumentata la durata del lavoro del settore dei servizi privati e pubblici (21 giorni in più fra 2007 e 2011), della sanità (6 giorni in più fino al 2011, un altro nel 2012). I servizi alle imprese hanno una certa oscillazione: fino al 2011 vedono un aumento dei giorni lavorati pro capite (+6 giorni) ed un loro brusco ridimensionamento nell’ultimo anno per cui i dati sono disponibili (-5 giorni). Variazioni 2011-2012 Variazione % lavoratori 2011-2012 Estrazione di minerali Attività manifatturiere Produzione e distr.e di energia, gas e acqua Costruzioni Commercio e riparazioni Alberghi e ristoranti Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni Attività finanziarie Attività immob., servizi a imprese Istruzione Sanità e assistenza sociale Altri servizi pubblici, sociali e personali TOTALE -4,8% -3,3% 0,6% -9,4% -1,1% 3,1% -5,0% -1,5% 1,4% -15,6% -3,8% -3,6% -2,2% Variazione % giorni lavorati 2011-2012 -7,6% -4,7% 2,4% -14,4% -2,1% 1,6% -6,6% -1,1% -0,6% -14,4% -3,6% -3,5% -3,7% Variazione assoluta giorni lavorati medi 2011-2012 -9 -4 5 -13 -3 -3 -4 1 -5 3 1 0 -4 Variazione % giorni lavorati 2007-2011 -21,4% -10,5% -10,0% -18,1% 1,0% 4,3% 32,3% 1,1% 24,7% -36,2% 20,0% 20,2% -0,6% Variazione assoluta giorni lavorati medi 2007-2011 -1 -3 -1 3 2 -4 -10 0 6 -21 6 10 -1 Variazioni 2007-2011 Variazione % lavoratori 2007-2011 Estrazione di minerali Attività manifatturiere Produzione e distr.e di energia, gas e acqua Costruzioni Commercio e riparazioni Alberghi e ristoranti Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni Attività finanziarie Attività immob., servizi a imprese Istruzione Sanità e assistenza sociale Altri servizi pubblici, sociali e personali TOTALE -21,1% -9,4% -9,8% -19,1% 0,2% 6,8% 37,0% 1,0% 21,6% -29,4% 17,1% 15,1% -0,1% 7 Le retribuzioni medie registrate da Inps, dopo essere cresciute circa del 3% nel biennio 2009-2011, con un netto rallentamento della dinamica del precedente biennio (quasi +10%), che aveva meno risentito della crisi, si sono infine “fermate” fra 2011 e 2012. Nel biennio 2009-2011, dal punto di vista retributivo, le componenti industriali dell’occupazione senese avevano retto decisamente meglio della media (+8% estrazione, +7% industria, +5% costruzioni). Nel terziario solo la distribuzione elettrica (+8%) e i servizi alle imprese (+5%) avevano avuto una dinamica così positiva, mentre i trasporti e la finanza rimangono stabili e il settore scolastico addirittura regredivano del -3%. Nell’ultimo anno (fra il 2011 e il 2012) anche l’edilizia si ferma allo zero, ma il settore finanziario perde in un sol colpo ben il 9%, mentre tutti gli altri settori rallentano sino ad una dinamica fra l’1% e il 3% di incremento retributivo. Se viste in un’ottica più ampia, fra “prima della crisi” e “dopo la crisi”, la dinamica retributiva è massima nel settore della distribuzione energetica (+22%), seguito dall’industria manifatturiera (+21%), dai servizi alle imprese (+20%) e dalle costruzioni (+16%), con livelli stagnanti delle retribuzioni nei trasporti (+5%) e nell’Istruzione (+6%), e molto modeste anche nei servizi alla persona, nel commercio e nel turismo (incrementi del 10%, 12% e 12%). Peraltro una chiave di lettura di alcune differenze settoriali riconduce ad un altro aspetto della crisi: i primi quattro settori che nella tabella hanno le dinamiche migliori o quasi dei salari (fra il +13% e il +22%), sono anche quelli con dinamiche occupazionali peggiori (dal 10% al 20% in meno): si potrebbe dunque ipotizzare che l’incremento salariale sia in parte consistente il risultato della decimazione dei lavori meno qualificati e meno retribuiti, mentre i lavoratori più qualificati e meglio retribuiti più che essere stati beneficiati siano semplicemente “sopravvissuti” alla fase di crisi. Ma i dati più dettagliati che presenteremo di seguito ci permetteranno di approfondire questa ipotesi. In ogni caso fra i settori a bassa dinamica salariale si ritrovano sia settori a forte dinamica occupazionale (trasporti) che settori ad elevata decrescita occupazionale (istruzione). Retribuzioni per settore Retribuzione media giornaliera 2012 Estrazione di minerali 84 Attività manifatturiere 89 Produzione e distr.e di energia, gas e acqua 126 Costruzioni 76 Commercio e riparazioni 74 Alberghi e ristoranti 62 Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 91 Attività finanziarie 177 Attività immob., servizi a imprese 71 Istruzione 70 Sanità e assistenza 60 Retribuzione media giornaliera 2011 Retribuzione media giornaliera 2009 Retribuzione media giornaliera 2007 Var. % 20112012 Var. % 20092011 Var. % 20072012 86 79 75 -1% 8% 13% 87 81 74 3% 7% 21% 124 76 115 72 104 65 2% 0% 8% 5% 22% 16% 73 70 66 1% 4% 12% 61 59 56 2% 4% 12% 89 89 87 2% 0% 5% 194 195 177 -9% 0% 0% 70 68 67 70 59 66 2% 3% 5% -3% 20% 6% 58 56 51 3% 3% 16% 8 sociale Altri servizi pubblici, sociali e personali TOTALE 65 87 64 87 63 85 59 77 2% 0% 3% 3% 10% 13% 3. La differenziazione fra categorie di lavoratori Naturalmente la collocazione categoriale è anche più importante del settore nel determinare le differenze retributive; proviamo dunque ad esaminare livelli e dinamica salariale separatamente per le principali categorie di lavoratori: operai, impiegati, apprendisti, quadri e dirigenti. La composizione occupazionale della provincia senese presenta più operai e apprendisti di quella nazionale (grazie alla presenza di un tessuto di piccole e medie imprese), ma anche più quadri (grazie alla presenza della sede del Monte dei Paschi), e una quota inferiore di impiegati. Composizione occupazionale per categoria e differenza retributiva rispetto alla media nazionale Dipendenti SI 2012 Dipendenti SI 2012 % Differenza da distribuzione % Italia Operai 37.942 57,0% 1,5% Impiegati 21.930 33,0% -3,5% Quadri 2.964 4,5% 1,5% Dirigenti 501 0,7% -0,1% Apprendisti 3.005 4,7% 0,8% Altro 102 0,1% -0,2% TOTALE 66.444 100,0% 0 Per quanto riguarda i livelli retributivi, questi sono quasi coincidenti con quelli nazionali, salvo un leggerissimo svantaggio per operai, impiegati, quadri e apprendisti, e livelli piuttosto superiori per i dirigenti (probabilmente sempre per effetto del settore creditizio). Può darsi che sia sempre un effetto delle dinamiche del sistema creditizio il fatto che la retribuzione media di quadri e impiegati, superiore alla media nazionale fino al 2011, sia divenuta inferiore nel 2012. Il dato retributivo dinamico presenta un fenomeno abbastanza curioso, ossia una variazione media (2007-2011) del +13%, superiore a quella di tutte le categorie singolarmente prese (apprendisti +13%, operai +10%, impiegati +9%, quadri +6% e dirigenti +0%). Ciò è possibile solo per il ridimensionamento numerico delle categorie (apprendisti e operai) a bassa retribuzione e per contro ad un aumento della quantità di Quadri e dirigenti, ovvero per quello che in statistica è detto un “effetto di composizione”. Lo stesso fenomeno si ripete fra 2011 e 2012: tutte le tipologie operaie aumentano la retribuzione del 2/3%; ma nel complesso la retribuzione operaia cala perché la diminuzione di quelli che guadagnavano “di più” si affianca ad un aumento di quelli che guadagnano “di meno” (tempi determinati e part time). Si noti poi che il dato 2012, rispetto al 2011, pur senza invertire le tendenze complessive, vede il “recupero” (in realtà la minore diminuzione) delle categorie più penalizzate nel quadriennio precedenti; la performance più sfavorevole (trascurando la troppo instabile categoria residuale degli “altri”) è quella degli apprendisti (-2,6% di retribuzione media giornaliera). Retribuzione media per categoria Retribuzioni Retribuzioni medie giorn. medie giorn. Siena 2012 Italia 2012 Operai Impiegati Quadri Dirigenti 68 91 196 462 69 92 197 444 Var. % retrib. 2007-11 Siena +10% +9% +6% 0 9 Var. % retrib. 2011-12 Siena -1,1% -0,8% -0,6% 4,1% Var. % dipend. 2007-11 Siena -1,5% +3,5% +32,2% +9,3% Var. % dipend. 2011-12 Siena -2,0% -2,2% -2,5% -0,4% Apprendisti Altro TOTALE 52 103 87 53 155 87 +13% -15% +13% -2,6% -33,3% 0,0% -24,8% +68,2% -0,1% -6,2% 175,7% -2,2% 4. Orari e forme contrattuali di lavoro Per approfondire ulteriormente il tema delle dinamiche salariali converrà a questo punto esaminare, categoria per categoria, anche il cambiamento delle sue interne componenti, in ordine in particolare a due variabili: la tipologia contrattuale e il nastro orario. Entrambe queste categorie sono registrate in maniera piuttosto grossolana (ma d’altronde se lo fossero in maniera più precisa otterremmo comunque dati di difficile gestione); ci riferiamo al fatto che la tipologia contrattuale comporta solo tre fattispecie, non coincidenti con quelle della legislazione del lavoro in merito, ad esempio, agli avviamenti: vengono distinti i “tempi indeterminati”, i “tempi determinati” (comprendendo sotto questa voce tipologie differenti) e gli “stagionali” (che dovrebbero corrispondere a una sottoclassificazione dei contratti a tempo determinato). Anche il dato sull’orario è generico: da una parte sono considerati coloro che nel corso dell’anno hanno lavorato per un periodo a part time (indipendentemente dal numero delle ore lavorate e dal fatto che in altri periodi possano essere stati lavoratori full time) e dall’altra parte sono considerati i lavoratori full time per così dire “esclusivi” (che non hanno avuto rapporti di lavoro part time). La tabella relativa alle variazioni riguardanti gli operai mostra come (mettendo da parte il dato degli “stagionali” che riguarda una frazione piuttosto piccola del totale) la sola componente dei lavoratori a tempo pieno a tempo indeterminato (ossia i così detti “lavoratori standard”) subisce un forte ridimensionamento occupazionale (-8% in 4 anni, e poi un ulteriore -4%), passando dal 57,5% al 53,6% (2011) e al 52,4% (2012) del totale degli operai. Questa componente ha relativamente meglio difeso la retribuzione (cresciuta nei quattro anni del 12%), come anche gli operai a tempo determinato full time (retribuzione +14%), che sono molto cresciuti di numero (+14%), e a differenza delle componenti part time (in particolare i più precari, cioè i tempi determinati part time, vedono le retribuzioni lorde crescere del 7%. I dati 2012 non comportano cambiamenti sostanziali di tendenza). Retribuzione e occupazione: operai Dipendenti 2012 Operai tempo determinato full time Operai tempo determinato part time Operai tempo indeterminato full time Operai tempo indeterminato part time Operai stagionali full time Operai stagionali part time TOTALE OPERAI 6.967 4.707 19.898 Retrib. Media 2012 Var. % Var. % Var. % dipendenti dipendenti retribuz. 2011-2012 2007-2011 20112012 2% 73 -3% 14% 2% 44 2% 8% 2% 78 -4% -8% 1% 3% 6.017 42 323* 75* 106* 38.735 48* 68 *dati 2011 10 +5% 14% 7% 12% 11% -6% -2% Var. % retribuz. 20072011 -21% -1% 17% -1% 13% 10% L’occupazione impiegatizia è cresciuta non solo in generale (+4%) ma anche nella componente “standard” (+7%), fino al 2011; invece fra 2011 e 2012, forse anche per influenza delle specificità del comparto bancario, decresce del 2%. Cresce intorno al 15% la numerosità degli impiegati part time (sia a tempo determinato che indeterminato), con una forte frenata, nell’ultimo anno, per la componente più precaria. Gli impiegati a tempo determinato full time diminuiscono di ben il 27% fino al 2011 e di un altro 9% nel 2012. Sono proprio questi ultimi che, a conti fatti, hanno il maggiore incremento retributivo, sia nel 2007-2011 (+14%) che nell’ultimo anno (+4%); la dinamica delle retribuzioni degli impiegati standard (+9%) è invece in linea con la media fino al 2011 e poi si arresta. Anche in questo caso, la componente più precaria (tempo determinato part time) vede la retribuzione lorda crescere solo del 6% fino al 2011 e poi di un modesto 1% nel 2012. Mentre fra gli operai la quota occupazionale della componente standard è diminuita di 5 punti percentuali, nella categoria impiegatizia la corrispondente componente è, nel quadriennio 2007-2011, diminuita solo di 1,5 punti, per poi accrescersi dello 0,4%. Retribuzione e occupazione: impiegati Dipendenti 2012 Impiegati tempo determinato full time Impiegati tempo determinato part time Impiegati tempo indeterminato full time Impiegati tempo indeterminato part time Impiegati stagionali full time Impiegati stagionali part time TOTALE IMPIEGATI Retrib. Media 2012 Var. % Var. % Var. % dipendenti dipendenti retribuz. 2011-2012 2007-2011 20112012 Var. % retribuz. 20072011 2.392 80 -9% -27% 4% 14% 1.629 51 -5% 19% 1% 6% 13.578 104 -2% 7% 0% 9% 4.260 58 1% 16% 2% 10% *58 *82 23% 0% *17 21.930 *51 91 -19% 4% 6% 9% -2% -1% Non vale la pena condurre una indagine sui dati disaggregati di quadri e dirigenti: il 97-98% degli uni e degli altri è occupato a tempo pieno e a tempo indeterminato, e il residuo ha numeri troppo bassi per consentire un’analisi sensata. Fra gli apprendisti la componente standard diminuisce la sua numerosità di ben il 30% fra 2008 e 2011 e di un altro 8% nel 2012; invece gli apprendisti part time a tempo indeterminato diminuiscono solo del 4% fino al 2011 e dell’1% nel 2012. L’incremento retributivo è del 17% per la componente standard, nel quinquennio, e poco di meno per gli altri (part time). 11 5. La componente di genere2 Prendere in esame la variabile di genere richiede, più che un confronto generale, una scelta accurata delle variabili da mettere a confronto. Per non appesantire troppo l’analisi tralasceremo variabili quali il settore di attività, e considereremo quelle che la letteratura considera maggiormente rilevanti: il nostro orario del lavoro (part time o full time) e la tipologia contrattuale (lavoro a tempo determinato o lavoro a tempo indeterminato). Naturalmente un confronto sensato può essere operato solo all’interno delle varie categorie (operai, impiegati, quadri…) che quindi considereremo separatamente. Teniamo comunque presente che le comparazioni internazionali segnalano per l’Italia una situazione singolare in merito alla discriminazione retributiva: da una parte il nostro paese è ritenuto uno dei più garantisti quanto a protezione legale contro le discriminazioni a parità di condizioni, ed a questo livello sembra segnare una eccellente situazione di parità. Dall’altro lato la “parità di condizioni”, appunto, quasi mai esiste, ossia si opera una discriminazione de facto, a monte della determinazione del salario in senso stretto, che fa sì che esista non solo una forte segregazione settoriale (mestieri e settori in gran parte “maschili” o “femminili”), ma che esistano ostacoli (non legislativi ma sociali) alle carriere femminili (“tetto di cristallo”) che fanno sì che le donne si concentrino nei settori (come l’assistenza alle persone), nelle categorie (poche dirigenti donne) o nelle forme contrattuali e di orario (tempo determinato e part time) meno remunerate. Possiamo considerare che anche i nostri dati illustrino tale situazione. Naturalmente un lavoro più completo, impossibile con i dati a nostra disposizione, dovrebbe comprendere anche una comparazione fra livelli contrattuali equivalenti all’interno delle stesse categorie e settori. Nella tabella seguente mettiamo a confronto i dati retributivi medi di una serie di tipologie di lavoratori (escludendo quelli con bassa numerosità). Oltre alla retribuzione media giornaliera consideriamo la variazione 2007-2011 della stessa, e il gender gap retributivo, cioè la differenza fra la retribuzione degli uomini e quella delle donne a parità di condizione (categoria, forma contrattuale e presenza di part time). Riportiamo anche la numerosità di ciascuna tipologia considerata (al 2011) e un indicatore della variazione della domanda di lavoro nel periodo (volume di giornate di lavoro prestate in più o in meno rispetto al 2007). Possiamo anzitutto osservare che le retribuzioni giornaliere variano da un massimo di 620 euro (dirigenti uomini) ad un minimo di 40 euro (apprendiste). Le donne hanno sempre uno svantaggio rispetto alla retribuzione maschile (che può essere dato anche da componenti settoriali o dall’addensamento in livelli contrattuali “bassi”); questo svantaggio (“gender gap”) sembra correlato con il livello retributivo medio, ossia è percentualmente più alto per le categorie più remunerate (del 24% per i dirigenti, del 17% per le impiegate “standard” e del 16% per le operaie “standard”), ed è modesto per le categorie meno pagate (del 4-5% per le apprendiste, del 6% per le impiegate a part time a tempo determinato) e per le part-timers. Per quanto riguarda lo svantaggio retributivo dei contratti a tempo determinato rispetto a quelli più stabili, esso è in genere alto nel caso degli impiegati/e; è modesto (meno del 10%) nel caso degli operai/e a tempo indeterminato e si inverte in alcuni casi, soprattutto per le lavoratrici (ad es. un’operaia part time a tempo determinato ha una retribuzione di 48/euro/giorno, ma solo di 45 se è a tempo indeterminato). La dinamica retributiva è come abbiamo già visto migliore per operai e apprendisti, e penalizzante per dirigenti e (in parte) quadri. Più in particolare l’incremento retributivo è sempre maggiore per qualsiasi figura full time della corrispondente figura part time. Per quanto riguarda la tipologia contrattuale, i lavoratori a tempo indeterminato sono generalmente favoriti (rispetto ai lavoratori più precari) se part time (aumentano la retribuzione più dei lavoratori a tempo determinato, ad es, gli operai del 9% contro il 3%); i lavoratori a tempo determinato full time hanno però maggiori incrementi retributivi rispetto ai loro colleghi a tempo indeterminato (ad es. 15% contro 12%). Si può anche notare come i maggiori incrementi retributivi siano propri di quelle categorie in cui la domanda di lavoro è più intensamente diminuita: operai a tempo indeterminato, impiegati a tempo determinato, apprendisti (tutti nella componente full time), che vedono diminuire, in tutto, di circa un 2 In questo paragrafo si è mantenuta l’analisi fatta con riferimento ai dati scaricati dal sito Inps in una precedente versione (prima metà del novembre 2013), aggiornati fin dal 2007 (anno adesso non più recuperabile) e fino al 2011. Sebbene le date non coincidano con quelle di altre parti del report, i cambiamenti sono modesti, non tali da alterare la sostanza dell’analisi. 12 milione di giornate il lavoro prestato, hanno avuto un incremento retributivo fra il 12% e il 15%); le cinque componenti che hanno avuto un incremento di giornate lavorate nel quadriennio di almeno 100mila ciascuna (operaie part time indeterminate, impiegate a tempo indeterminato sia full time che part time, quadri) hanno incrementi retributivi che oscillano fra il 6% e il 12%. Gender gap retributivo per tipologie di lavoratori Dipendenti 2011 Operai tempo indeterminato full time Operaie tempo indeterminato full time Operai tempo determinato full time Operaie tempo determinato full time Operai tempo indeterminato part time Operaie tempo indeterminato part time Operai tempo determinato part time Operaie tempo determinato part time Impiegati tempo indeterminato full time Impiegate tempo indeterminato full time Impiegati tempo determinato full time Impiegate tempo determinato full time Impiegati tempo indeterminato part time Impiegate tempo indetermin. part time Impiegati tempo determinato part time Impiegate tempo determinato part time Quadri uomini tempo indeter. full time Quadri donne tempo indeter. full time Dirigenti uomini tempo indeter. Full time Dirigenti donne tempo indeter. Full time Apprendisti full time Apprendiste full time Apprendisti part time Apprendiste part time 17903 4718 4398 2804 1565 4072 1469 3144 6732 6203 779 1864 393 3226 333 1376 2002 943 443 45 1592 722 282 581 Retribuzione media giornalier a 2011 79 67 74 68 45 40 48 41 114 94 82 75 63 56 53 50 222 198 520 393 55 52 42 40 Var. % 2007-2011 retribuzione 12% 14% 15% 14% 9% 12% 3% 8% 8% 11% 15% 14% 8% 10% 5% 6% 6% 6% 0% 0% 15% 15% 12% 10% Var. 2007 - 2011 giorni lavorati (000) -504 -103 18 14 2 111 32 26 90 168 -73 -166 28 155 13 24 106 111 5 3 -116 -59 15 -4 Gender gap salariale (retr. Maschile = 100 -16 -12 -9 -14 -17 -8 -11 -6 -10 -24 -5 -4 6. La componente generazionale I dati delle retribuzioni consentono di esplorare un interessante risvolto della composizione occupazionale e della distribuzione del reddito, ossia l’aspetto generazionale; in generale è noto che si va creando, negli anni recenti, una situazione di forte svantaggio per i giovani. Possiamo allora verificare questa tendenza generale e cercarne di esplorare le motivazioni. Dalla Tabella e dal relativo grafico si può facilmente individuabile come in prima approssimazione sia possibile disegnare una relazione diretta fra età e ammontare della retribuzione diretta: semplificando molto si può dire che ogni anno di età “appesantisce” la busta paga di un paio di euro al giorno fino a 30 anni, e di uno e mezzo da 30 a 54; gli ultimi anni prima dei sessanta valgono un incremento medio di tre euro/anno, poi invece il redito salariale percepito comincia a scendere, precipitosamente oltre i 65 anni (ma qui ci sono molti anni “tronchi” o con periodi di part time). Nel complesso, comunque, il divario apparentemente attribuito all’età è di circa 1:2,5 fra le età più “povere” (fino a 19 anni) e quelle più “ricche” (55-59). 13 Retribuzione per fascia di età Età Dipendenti SI 2011 Fino a 19 45 20 – 24 56 25- 29 67 30 - 34 74 35 – 39 82 40 – 44 88 45 - 49 96 50 - 54 102 55 – 59 119 60 – 64 104 65 e oltre 60 Retribuzione per età 140 120 100 80 60 40 20 0 fino a 20-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 50-54 55-59 60-64 19 65 e oltre Inserendo la variabile della categoria si notano alcune differenze nella composizione salariale di esse; - Gli operai hanno una retribuzione media piuttosto costante: fra 35 e 59 anni il suo livello non si discosta da 70-71 euro (era circa 60 nella fascia 20-24); - Gli impiegati hanno una retribuzione media un po’ più dinamica, partendo da un livello inferiore a quello operaio nella ristretta fascia dei giovanissimi (fino a 19), per poi vedere una crescita circa di un euro l’anno per i lavoratori tra 25 e 55 anni; - Gli apprendisti hanno una dinamica molto lenta, partendo da un livello praticamente equivalente a quello degli operai sotto i 20 anni, per poi attestarsi a un livello inferiore circa del 15% ad ogni età.; - La retribuzione dei quadri (assenti al di sotto dei 30 anni) è, ad ogni età, circa il doppio di quella degli impiegati; - I dirigenti (praticamente assenti al di sotto dei 35 anni) hanno a loro volta una retribuzione giornaliera doppia di quella dei quadri, con una dinamica notevole fino a 55 anni. Questa descrizione delle differenze retributive, fondamentalmente sincronica (le posizioni degli individui a una certa data) solo con molta cautela può essere considerata diacronica (la “carriera retributiva” di un individuo in ogni categoria). 14 Retribuzione per età e categoria operai impiegati Apprendisti Quadri Dirigenti fino a 19 47 40 45 20-24 60 59 50 25-29 65 74 54 30-34 67 81 59 166 35-39 70 85 173 421 40-44 70 92 182 438 45-49 71 98 195 465 50-54 71 103 202 475 55-59 71 114 213 449 60-64 62 107 232 534 65 e oltre 49 74 200 TOTALE 68 91 52 196 462 Nella tabella che segue possiamo notare che, fatto 1 il livello retributivo operaio ad ogni fascia di età (a partire dai 35enni), il divario con le altre figure tende comunque ad ampliarsi (da 1,2 a 1,7 per gli impiegati, da 2,5 a 3,8 con i quadri, da 6 a 8,7 per i dirigenti). Divario retributivo per categoria e fascia di età operai impiegati quadri dirigenti 35-39 40-44 45-49 50-54 55-59 60-64 1 1 1 1 1 1 1,2 1,3 1,4 1,4 1,6 1,7 2,5 2,6 2,8 2,8 3,0 3,8 6,0 6,2 6,6 6,7 6,3 8,7 7. Età, contratti e orario: la combinazione delle differenze salariali Introduciamo adesso alcune considerazioni sulla dinamica relativa al periodo 2008-2012, andando però ad un grado di dettaglio più fine, ossia tenendo conto anche delle variabili relative alla tipologia contrattuale e dell’orario di lavoro. Gli operai “standard” (full time, tempo indeterminato) hanno una sostanziale uguaglianza retributiva fra i 35 e i 59 anni (con un leggerissimo incremento con l’età), con incrementi più marcati fra i 20 e i 35 anni. I lavoratori a tempo determinato non hanno, fino ai 35-40 anni, alcun vero svantaggio retributivo, anzi, se giovanissimi, possono spuntare una retribuzione migliore dei loro colleghi “standard”. In seguito però la loro dinamica con l’età si arresta su livelli inferiori circa del 10%. Per quanto riguarda i lavoratori part time, va detto che essi, fra 20 e 60 anni, non mostrano alcuna significativa differenza retributiva, se a tempo determinato o a tempo indeterminato, e neanche fra le varie fasce di età, attestandosi su una retribuzione giornaliera sempre fra 40 e 46 euro. Retribuzione per età, categoria e contratto (operai) operai part operai full operai part operai time time tempo time tempo "standard" indeterminato determinato determinato fino a 19 51 31 56 36 15 20-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 50-54 55-59 60-64 65 e oltre TOTALE 69 72 74 78 80 80 82 82 78 41 45 43 44 44 43 41 41 39 69 73 74 77 74 74 73 74 76 43 45 46 44 43 46 42 44 40 75 78 32 42 61 73 38 44 Operai: retribuzioni per età 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 fino a 20-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 50-54 55-59 60-64 19 65 e oltre operai "standard" operai part time indeterminato operai full time tempo determinato operai part time tempo determinato Fra gli impiegati invece l’impressione di una dinamica “generazionale” accentuata viene confermata da questi dati: gli impiegati standard, che hanno comunque una retribuzione superiore del 5% agli operai corrispondenti all’inizio di carriera, hanno all’inizio una retribuzione di poco superiore agli impiegati a tempo determinato (che sono, a differenza che fra gli operai, più numerosi degli standard fra i più giovani) ma quelli intorno ai 60 anni hanno una retribuzione incrementata dell’80% rispetto ai colleghi più giovani. Dopo i 30 anni le retribuzioni degli impiegati a tempo determinato perdono il contatto con quelle dei colleghi a tempo indeterminato. Gli impiegati full time a tempo determinato hanno una retribuzione “solo” del 30% superiore a quella dei colleghi ventenni. Per quanto riguarda gli impiegati part time, essi hanno una dinamica per età se non negativa, abbastanza stabile (soprattutto quelli a tempo determinato). Retribuzione per età, categoria e contratto (impiegati) fino a 19 20-24 25-29 30-34 35-39 impiegati impiegati part full time impiegati time tempo "standard" indeterminato determinato impiegati part time tempo determinato 54 70 82 81 77 37 44 51 53 52 16 73 83 90 98 43 50 55 56 40-44 45-49 50-54 55-59 60-64 65 e oltre TOTALE 107 112 116 125 132 60 63 62 62 48 80 79 75 93 85 52 51 55 54 58 120 104 48 58 101 80 46 51 Impiegati: retribuzioni per età 150 100 50 0 impiegati "standard" impiegati part time indeterminato impiegati full time tempo determinato impiegati part time tempo determinato 8. Confronti fra fasce di età e tipologie lavorative Infine presentiamo tre grafici che comparano diverse figure in tre fasce di età: la prima riguarda i soggetti più giovani presenti nel mercato del lavoro (a parte i diciannovenni, che sono pochi). In questa fascia di età vi è un allineamento sostanziale di operai e impiegati full time (che siano a tempo determinato o a tempo determinato, si situano tutti intorno a 69-73 euro/giorno. Gli apprendisti hanno una retribuzione circa del 30% inferiore, se full time. I part timers hanno (ancora una volta con valori simili fra operai e impiegati, tempo determinato o no) intorno a 41-44 euro, gli apprenditi part time si situano ad una retribuzione di 33 euro/giorno. 17 Retribuzioni 20-24 anni apprendisti part time 33 apprendisti full time 48 impiegati part time tempo determinato 44 impiegati full time tempo determinato 70 impiegati part time indeterminato 43 impiegati "standard" 73 operai part time tempo determinato 43 operai full time tempo determinato 69 operai part time indeterminato 41 operai "standard" 69 0 10 20 30 40 50 60 70 80 A 40-44 anni il quadro è ben diverso. Gli operai standard hanno una retribuzione media di 80 euro, come gli impiegati a tempo determinato. Gli impiegati standard hanno una retribuzione di oltre il 30% superiore (107 euro/giorno). Se gli operai part time hanno una retribuzione di 43-44 euro, praticamente pari a quella dei loro colleghi di venti anni più giovani, gli operai a tempo determinato hanno circa il 10% di retribuzione in meno dei tempi determinati. I dirigenti hanno una retribuzione pari a 5 volte e mezzo quella degli operai standard, e i quadri hanno una retribuzione 2,3 volte superiore agli operai standard. Retribuzioni 40-44 anni Dirigenti "standard" 442 quadri "standard" 184 impiegati part time tempo determinato 52 impiegati full time tempo determinato 80 impiegati part time indeterminato 60 impiegati "standard" 107 operai part time tempo determinato 43 operai full time tempo determinato 74 operai part time indeterminato 44 operai "standard" 80 0 100 200 300 400 500 L’ultima fascia di età che consideriamo, ormai sulla soglia –per quanto mobile- del pensionamento, vede un divario consistente (circa il 50%) fra operai standard e impiegati standard (per i quali hanno evidentemente continuato ad operare meccanismi di rafforzamento della posizione professionale). Peraltro a questa età anche gli impiegati full time a tempo determinato sopravanzano di oltre il 10% il reddito degli operai standard, che a loro volta sopravanzano circa del 10% gli operai a tempo determinato. A questa età si fa massima la distanza fra le retribuzioni full time e quelle part time. In questa fascia di età le retribuzioni dei dirigenti sono ormai stabili rispetto a quelle dei colleghi con 15 anni meno, mentre le retribuzioni dei quadri sono maggiori di più del 15% dei loro colleghi di 15 anni più giovani. 18 Retribuzioni 55-59 anni Dirigenti "standard" 448 quadri "standard" 214 impiegati part time tempo determinato 54 impiegati full time tempo determinato 93 impiegati part time indeterminato 62 impiegati "standard" 125 operai part time tempo determinato 44 operai full time tempo determinato 74 operai part time indeterminato 41 operai "standard" 82 0 100 200 300 400 500 9. La dinamica 2008-2012 Per l’analisi della dinamica salariale degli ultimi 4 anni, riprendiamo le categorie che abbiamo esaminato per dettagliare la composizione per classi di età: giovani all’entrata del mercato del lavoro (20-24 anni); età centrale (40-44 anni), lavoratori alle soglie del pensionamento (55-59 anni), considerando le tipologie più diffuse di ciascuna fascia. Fra i più giovani, due categorie hanno apparentemente avuto un buon recupero salariale: gli “operai standard” (+13%) e gli operai full time a tempo determinato (+10%). Altre quattro tipologie hanno avuto una dinamica salariale in linea con l’inflazione o non molto inferiore: gli impiegati standard (+5%) gli operai part time, sia a tempo indeterminato (+7%) che a tempo determinato (+5%) e gli impiegati full time a tempo determinato (+8%). Altre 4 tipologie di giovani lavoratori hanno invece avuto pesanti ridimensionamenti retributivi (giacché alla perdita nominale di salario, che è quella calcolata, si aggiunge il peso dell’inflazione): gli impiegati part time -1% e -5%) e gli apprendisti (-2%, -11% se part time) sia a tempo indeterminato che determinato, (-1% e -5%) e gli apprendisti (-2%, -11% se part time). Una possibile interpretazione è che la tenuta migliore sia in realtà apparente e che sia determinata non da incrementi retributivi a parità di mansione, ma alla eliminazione dei posti di lavoro meno qualificati e pagati. Ad esempio, per riferirci ai due estremi, gli operai standard hanno sì il 13% di retribuzione in più, ma nell’arco di quattro anni sono diminuiti di ben il 56%, laddove gli apprendisti, che hanno l’11% in meno di retribuzione sono comunque aumentati del 5%. 19 Variazioni retribuzioni 2008-2012 per i 20-24enni 15% 13% 10% 10% 7% 5% 8% 5% 5% -5% -1% -2% -11% 0% -5% -10% -15% Fra i lavoratori ultraquarantenni hanno un buon recupero salariale solo gli operai part time (+11%) e gli impiegati a tempo determinato full time (+14%). Un recupero medio, non troppo lontano dal tasso di inflazione, si verifica per gli operai standard (+8%), quelli a tempo determinato (+9%) e gli impiegati part time a tempo indeterminato (+7%). Appena al di sopra dei livelli 2008 sono invece i lavoratori part time a tempo determinato, sia operai (+1%) che impiegati (+2%), e gli stessi impiegati standard (+3%). Pesantemente negativi invece sono i risultati dinamici per quadri e dirigenti (-11% e -15%). Ora, se certamente le retribuzioni di queste figure sono colpite dalla maggior incidenza di voci accessorie e premiali nella retribuzione (voci particolarmente depresse in tempi di crisi), bisogna anche ricordare che i dati relativi sono piuttosto ondivaghi di anno in anno, probabilmente influenzati dal dato relativo al settore finanziario, dove è collocato come noto il terzo istituto bancario nazionale (i dati senesi potrebbero comprendere anche retribuzioni relative ad unità locali poste in altre province), che potrebbe anche avere promosso riclassificazioni del personale spostando di volta in volta personale fra impiegati, quadri e dirigenti. Fra i lavoratori più anziani il recupero salariale più soddisfacenti riguarda i lavoratori a determinato full time, operai (+11%) o impiegati (+14%). Soddisfacenti anche i livelli di variazione salariale di operai standard (+8%), operai a tempo determinato full time (+9%) e impiegati part time a tempo indeterminato (+7%). Alquanto inferiori al livello di aumento dei prezzi al consumo sono le dinamiche retributive di operai (+1) e impiegati (+2%) part time a tempo determinato e anche degli impiegati standard (+3%). Ancora una volta, e valgono le osservazioni avanzate in precedenza, risultano fortemente penalizzate le dinamiche retributive di quadri (-11%) e dirigenti (-13%). Rileviamo in particolare che questa fascia di età di dirigenti risulta particolarmente penalizzata, in misura maggiore di tutte le fasce di età dirigenziali (fra le quali solo i dirigenti ultrasessantenni aumentano la retribuzione); ma il dato di partenza dei dirigenti 55-59enni del 2008 presentava già alcune anomalie, e risulta fortemente ridimensionato da un punto di vista numerico (circa 2/5 della diminuzione di ore lavorate dei dirigenti nel quadriennio riguarda questa fascia di età). 20 Parte II - Un’approfondimento settoriale dei livelli e delle dinamiche retributive A questo punto abbiamo un quadro abbastanza completo, se non fosse che abbiamo messo tra parentesi il dato settoriale, che ovviamente ha una certa importanza nel determinare i livelli e le variazioni retributive. Esamineremo dunque un campione di settori (10) fra i più consistenti della provincia, appartenenti sia al comparto industriale (lavorazione dei minerali non metalliferi, chimica e farmaceutica, produzione macchine, produzione del mobilio e altre industrie manifatturiere, pelli e cuoio, edilizia) che terziari (banche, servizi alle imprese, alberghi e ristoranti, commercio al dettaglio) 10. Lavorazione minerali non metalliferi La composizione dell’occupazione vede la prevalenza della componente operaia (73% del totale) e della componente “standard” (tempo pieno, tempo indeterminato) in particolare (67%). Gli impiegati costituiscono il 23% degli addetti, cui si aggiunge un 2% di apprendisti e un 3% di quadri e dirigenti. Composizione occupati 2012 Operai standard 67% Operai non standard 6% Impiegati standard 19% Impiegati non standard 4% Quadri 2% Dirigenti 1% Apprendisti 2% Totale 100% Questo settore presenta una dinamica 2008-2012 senz’altro fra le peggiori. Nel 2012 in questo settore sono state erogate circa 400mila giornate di lavoro, contro le circa 700mila del 2008, cioè ben il 43% in meno. Tale diminuzione ha riguardato soprattutto gli operai, sia standard (cioè a tempo indeterminato e a tempo pieno -44%), che atipici o “non standard” (le cui giornate lavorate sono addirittura diminuite del 66%), ed anche gli apprendisti (-59% giornate lavorate). Le giornate lavorate di impiegati e quadri sono invece diminuite “solo” del 27% in quattro anni. Giorni lavorati Operai standard Operai non standard Impiegati Quadri Dirigenti Apprendisti 2008 466.734 2012 261.595 v.% 08-12 59.075 136.026 10.792 5.794 15.728 694.149 19.819 99.276 7.927 3.432 6.427 398.476 -66% -27% -27% -41% -59% -43% -44% Mediamente ogni lavoratore del settore nel 2012 ha lavorato ben 23 giornate in meno rispetto al 2008. Questa dinamica pro capite non è dovuta ai lavoratori part time (che anzi mediamente hanno lavorato 21 giorni in più, mentre i lavoratori a tempo pieno hanno lavorato 28 giorni in meno – incide probabilmente la cassa integrazione); comunque il volume di giornate lavorate è calato pressoché nella stessa misura fra lavoratori full time e lavoratori part time. Sul dato delle giornate lavorative incide ovviamente anche il numero dei lavoratori che hanno lavorato solo parte dell’anno (un numero di giorni lavoro inferiore di quello potenziale, a volte molto inferiore) per licenziamento o pensionamento. 21 Giornate lavorate giorni lavorati 2008 Operai standard Operai totali Impiegati Quadri Dirigenti Apprendisti Totale giorni lavorati 2012 282 274 288 292 305 238 271 244 242 270 283 286 207 244 Il numero dei lavoratori (che hanno lavorato nel settore almeno parte dell’anno) diminuisce del 37%: si sono quasi azzerati i lavoratori non standard (-68%), si sono più che dimezzati gli apprendisti (-53%), sono diminuiti di più di un terzo gli operai standard (-35%) e i dirigenti (-37%), mentre minori sono le diminuzioni di quadri (-24%) e impiegati (-22%). Addetti Operai standard Operai non standard Impiegati Quadri Dirigenti Apprendisti Totale 2008 1.658 2012 1.070 -35% 308 473 37 19 66 2.561 99 368 28 12 31 1.608 -68% -22% -24% -37% -53% -37% Data una così ampia e negativa variazione dei volumi di lavoro e del numero dei lavoratori che li ha erogati, la variazione della retribuzione non è così significativa (anche perché affetta dall’entità delle giornate di cassa integrazione, e dai giorni non lavorati (nel corso dell’anno) per disoccupazione o pensionamento). Presumibilmente la cassa integrazione è più incidente nel 2008 che nel 2012, quando il non lavoro si è tradotto più facilmente in disoccupazione. Comunque la retribuzione media è passata da 79 a 77 euro giornalieri (-3%) in quattro anni; gli incrementi sono nettamente al di sotto dell’inflazione (i lavoratori standard hanno un incremento complessivo del 3%, gli impiegati del 2%). Ripetiamo però che cos’ ampie riduzioni occupazionali rendono il dato poco significativo. Ad esempio l’incremento del 12% della retribuzione dei diriggenti significa probabilmente non che “il dirigente medio percepisce il 12% in più di quattro anni prima, ma che i 12 dirigenti rimasti (fra i 19 che lavoravano nel 2008) sono quelli meglio pagati, mentre i 28 quadri rimasti (erano 37) sono fra quelli che già nel 2008 erano meno pagati. O almeno questa è una interpretazione possibile. Retribuzione Variazione Retribuzione Retribuzione % 2008 2012 retribuzione Operai standard 74 77 3% 22 Operai totali Impiegati Quadri Dirigenti Apprendisti Totale 74 95 172 284 42 79 76 97 155 319 52 77 4% 2% -10% 12% 23% -3% Nel complesso il “monte salari” (l’insieme delle retribuzioni lorde erogate dalle imprese) passa da circa 55 milioni a circa 33, con una diminuzione del -39,1%. La composizione per genere dell’occupazione non è sostanzialmente mutata (è sempre piuttosto bassa, 23%), con una diminuzione delle operaie non standard (dal 45% al 42%), compensata dall’aumento delle impiegate non standard (dal 64% al 76%) e delle donne presenti fra quadri (dal 14% al 18%) e dirigenti (dal 5% all’8%). Quota % donne per categoria Operai standard Operai non standard impiegati standard impiegati non standard Quadri Dirigenti Apprendisti Totale 2008 15% 45% 32% 64% 14% 5% 20% 23% 2012 15% 42% 33% 76% 18% 8% 13% 23% Un calcolo del gender gap lordo (ossia della differenza salariale lorda fra uomini e donne a pari condizioni, esclusa però la diversa collocazione per livelli di inquadramento - che in genere sfavorisce le donne e che probabilmente motiva la differenza3), dà questi risultati: Operai “standard” Operai tempo indeterminato part time Impiegati “standard” Impiegato tempo indeterminato part time Differenza retributiva donne-uomini 2012 -8% -1% -22% -40% Differenza retributiva donne-uomini 2008 -7% -15% -23% -39% Anche in questo caso occorrerebbe però tener conto dei diversi livelli di cassa integrazione e pensionamenti, fra uomini e donne, che in anni così burrascosi potrebbero aver inciso sui dati (ad es. gli operai maschi a tempo indeterminato part time erano 144 nel 2008 e solo 39 nel 2014: può darsi che questi contratti part time fossero un modo per affrontare i primi anni di crisi, da parte di operai che avevano una 3 Un'altra motivazione, nel caso del part time è la lunghezza dell’orario: è presumibile che il part time degli uomini sia meno parziale (con più ore) di quello delle donne. 23 relativamente buona posizione se uomini :es. contratti di solidarietà), poi “travolto” dall’esplodere di licenziamenti). 11. Cuoio, borse e calzature Il settore pellettiero-calzaturiero si caratterizza per una estrema concentrazione sul lavoro di tipo operaio. Gli impiegati sono solo il 5% degli addetti nel 2012, in diminuzione dal 7% del 2008. I dirigenti sono del tutto assenti, ed i quadri, quasi. Nell’ultimo quadriennio inoltre è diminuita la quota dei lavoratori operai standard, a tutto vantaggio degli apprendisti (dal 12% al 18% del totale). Composizione dipendenti operai standard operai tempo indeterminato part time operai tempo determinato impiegati quadri apprendisti totale 2008 59% 2012 55% 10% 13% 7% 0% 12% 100% 10% 12% 5% 0% 18% 100% Si tratta di un settore privo di consistenza strategica; nonostante questo (o forse proprio per questo), nel quadriennio è cresciuto “controcorrente”, accrescendo di 35mila unità le giornate lavorate (+30% fra 2008 e 2012); può darsi che una parte consistente di questa dinamica sia assicurata dalle aziende monoetniche cinesi, che vi si sono insediate in maniera crescente. Ad un incremento della presenza cinese fa pensare anche il dato dell’aumento del tempo determinato part time (+10%), forma tipica di assunzione dei dipendenti nelle aziende cinesi, anche se quasi tutto l’incremento del volume di lavoro domandato (giorni di lavoro) riguarda gli apprendisti (+129%). Giornate lavorate operai standard operai tempo indeterminato part time operai tempo determinato impiegati quadri apprendisti totale giorni lavorati giorni lavorati v. % 2008 2012 08-12 171113 177240 4% 28978 31845 10% 23989 22725 -5% 19111 15420 -19% 0 624 nc 23340 53406 129% 266531 301260 13% Le giornate lavorate medie sono stabili, ma sono leggermente diminuite quelle degli operai standard (da 278 a 275), degli operai a tempo determinato, e soprattutto quelle degli operai a tempo indeterminato part time (altro dato che di solito si accompagna al crescere della presenza cinese, dato che solo nominalmente i contratti stipulati nelle aziende cinesi sono a tempo indeterminato, anche se di solito si concludono entro l’anno). Cresce invece, ed in misura notevolissima, la quantità di giornate lavorate pro capite per gli apprendisti. Giornate lavorate pro capite giorni lavorati 24 giorni lavorati pro capite 2008 pro capite 2012 operai standard operai tempo indeterminato part time operai tempo determinato impiegati quadri apprendisti totale 278 276 179 273 #DIV/0! 193 255 275 259 166 271 312 246 255 In questo settore (notoriamente concentrato nell’area amiatina) la quantità di lavoratori coinvolta (si ricorda che si tratta di lavoratori registrati se hanno lavorato nel settore almeno un giorno) è cresciuta del 13% in 4 anni. Al di sopra della media la crescita dei part timers a tempo indeterminato (+17%) e soprattutto degli apprendisti (+79%). Le altre tipologie operaie crescono leggermente, gli impiegati si riducono del 19%. Per la prima volta compaiono pochi lavoratori inquadrati come quadri, ma nessuno come dirigente. Addetti operai standard operai tempo indeterminato part time operai tempo determinato impiegati quadri apprendisti totale 2008 615 v. % 2012 2008-12 644 5% 105 134 70 0 121 1045 123 137 57 2 217 1180 17% 2% -19% nc 79% 13% La dinamica retributiva dell’ultimo quadriennio è relativamente soddisfacente, soprattutto se confrontata con quella degli altri settori; la retribuzione media è cresciuta del 10%, ma per gli operai standard del 16%, per gli apprendisti del 16% e per i part timers a tempo indeterminato del 17/. Modesta invece la dinamica degli impiegati (anche se migliore che in altri settori) che vedono la retribuzione lorda accrescersi del 7% (non ci dimentichiamo però che il numero complessivo degli impiegati nel settore è diminuito). Retribuzione pro capite giornaliera operai standard operai tempo indeterminato part time operai tempo determinato impiegati quadri apprendisti totale retr. Giorno retr. Giorno 2008 2012 57 65 35 41 52 58 78 84 nc 155 40 46 54 60 v. % 2008-12 14% 17% 11% 7% 16% 10% Il pellettiero-calzaturiero, anche se il suo monte-salari è passato dal 2008 al 2014 da 14 a 18 milioni di euro, rimane tuttavia un settore relativamente mal pagato, con una retribuzione media degli operai standard 25 inferiore alla media generale di oltre il 15%, e con una retribuzione media dei pochi impiegati inferiore di circa ilo 30% a quella degli altri settori. La composizione di genere vede una generale prevalenza della componente femminile, tuttavia in notevole diminuzione (dal 69% al 59% in quattro anni), soprattutto fra gli apprendisti (dal 60% al 41%). Quota occupazione femminile Operai standard Operai tempo indet. part time Operai tempo determinato impiegati Quadri Apprendisti Totale 2008 67% 89% 69% 70% NC 60% 69% 2012 61% 76% 57% 79% 0% 41% 59% La differenza retributiva fra donne e uomini (che può derivare dalla diversa presenza settoriale dei due sessi nei sottosettori, o nel lavoro straordinario, o nei livelli di inquadramento) è in crescita (da -13% nel 2008 a 16% nel 2012) fra gli operai standard, e in maniera più accentuata fra gli operai a tempo determinato; è quasi nulla fra gli apprendisti. Fra gli operai part time a tempo indeterminato si sarebbe addirittura invertita; ma occorre tener presente che proprio in questa fascia è stata assunta una leva di lavoratori cinesi, forse sottopagati, più spesso uomini che non donne. Operai “standard” Operai tempo indeterminato part time Operai tempo determinato Apprendisti full time Differenza retributiva donne-uomini 2012 -16% +2% -8% -2% Differenza retributiva donne-uomini 2008 -13% -10% -12% -3% 12. Chimica e farmaceutica Si tratta del settore di più rilevante impatto tecnologico sul territorio senese. In quest’ottica l’elemento positivo è costituito non tanto dall’incremento occupazionale complessivo (+14%), quanto dal fatto che nel tempo paiono essersi rafforzare soprattutto le componenti non direttamente produttive (operai) ma quelle tecniche e amministrative (che anche includono quote di ricercatori). Infatti gli operai costituiscono il 37% degli addetti nel 2008), ed il 31% nel 2012, con un parallelo incremento di dirigenti (dal 3% al 4%), quadri (dal 12% al 14%) e impiegati (dal 47% al 51%). Le componenti standard sono, in questo settore, particolarmente rilevanti (circa il 90% nel 2012) e crescenti (erano circa l’85% nel 2008). Composizione occupazione operai "standard" operai part time operai tempo det.full time impiegati "standard" impiegati part time Comp. % 2008 29% 1% 7% 41% 4% 26 Comp. % 2012 27% 1% 3% 46% 3% impiegati tempo det. Full time Quadri Dirigenti apprendisti Totale 2% 12% 3% 0% 100% 2% 14% 4% 0% 100% Anche le giornate lavorate nella chimica e farmaceutica sono cresciute, fra 2008 e 2012, circa del 14%, di 80mila circa in valore assoluto. A differenza che in quasi tutti i settori, in questo caso stanno incrementandosi le componenti “standard” dell’occupazione; in termini di giornate lavorate sono diminuite del 6% quelle degli operai, ma aumentate del 21% quelle degli impiegati, e la tendenza è anche più forte per quadri (+32%) e dirigenti (+56%), che non sono tutti, ma quasi, a tempo pieno e a tempo indeterminato. Se per gli operai i 9mila giorni in più degli “standard sono compensati da circa 23mila giorni in meno dei “flessibili” (part time e/o tempi determinati), le 62mila giornate in più di impiegati amministrativi e tecnici sovrastano le 4mila giornate in meno degli impiegati part time (gli impiegati a tempo determinato hanno lavorato 2600 giorni in più), mentre le giornate lavorate di quadri e dirigenti sono cresciute di oltre 30mila. Giornate lavorate operai "standard" operai part time operai tempo det.full time impiegati "standard" impiegati part time impiegati tempo det. Full time Quadri Dirigenti apprendisti Totale dipendenti 2008 171.991 6.457 35.816 238.859 18548 9363 69718 16925 1154 568.831 2012 v. % 2008-12 181.333 5% 4.562 -29% 14.639 -59% 300.660 26% 14220 -23% 11957 28% 91920 32% 26377 56% 1538 33% 647.206 14% I giorni lavorati pro capite nel 2012 coincidono con quelli registrati nel 2008. Diminuiscono le giornate lavorative di operai e impiegati standard (rispettivamente 5 e 2 in meno), e ancor più quelle degli operai a tempo determinato full time (38 in meno, fra 2008 e 2012), mentre aumentano i giorni lavorati pro capite di dirigenti e quadri. Giornate lavorate pro capite operai "standard" operai part time operai tempo det.full time impiegati "standard" impiegati part time impiegati tempo det. Full time quadri dirigenti apprendisti Totale dipendenti 2008 299 253 222 297 222 285 300 290 192 292 2012 303 239 260 299 226 293 297 256 289 292 27 var. giorni lavorati 2008-12 5 -14 38 2 4 8 -4 -33 96 0 Anche dai dati sul totale dei dipendenti del settore emergono le tendenze ricordate (sostituzione di personale precario con personale stabile, soprattutto fra gli impiegati, incremento moderato della componente produttiva, ma accentuato di quella tecnico-amministrativa). Addetti operai "standard" operai part time operai tempo det.full time impiegati "standard" impiegati part time impiegati tempo det. Full time quadri dirigenti apprendisti Totale dipendenti 2008 567 27 138 798 82 32 235 66 4 1.949 2012 607 18 66 1.012 64 42 306 91 8 2.214 7% -33% -52% 27% -22% 31% 30% 38% 100% 14% A causa del cambiamento della composizione occupazionale (ricordiamo che le giornate lavorative nel quadriennio sono rimaste costanti), però è aumentato di non poco il monte salari (del 28%, quasi di 25 milioni di euro sui 90 erogati nel 2008): di 11 milioni quello degli impiegati, di 11 milioni quello di quadri e dirigenti e di 3 milioni quello degli operai. In particolare per le due categorie più rilevanti, gli operai e gli impiegati “standard”, le retribuzioni sono cresciute del 24% e del 15% nell’arco di quattro anni (può darsi però che nell’anno base ci fosse un certo ricorso alla cassa integrazione che ne svuotava il dato). Si tratta comunque di dati retributivi piuttosto superiori a quelle delle rispettive categorie di riferimento (nel 2012 infatti, nella chimica farmaceutica, gli operai e gli impiegati standard guadagnavano rispettivamente 20 euro/giorno e 12 euro/giorno in più della media dei loro colleghi in tutti i settori). Questa favorevole tendenza retributiva quadriennale si estendeva ai lavoratori part time (rispettivamente +25% o +23% se operai o impiegati) e anche ai lavoratori a tempo determinato (+11% e +35% rispettivamente se operai o impiegati). Più contenuta, ma sempre piuttosto positiva, è risultata la dinamica della retribuzione media dei quadri (+14%), a differenza di quella dei dirigenti (che mediamente percepiscono nel 2012 il 4% in meno che nel 2008). Retribuzione giornaliera media operai "standard" operai part time operai tempo det.full time impiegati "standard" impiegati part time impiegati tempo det. Full time Quadri dirigenti apprendisti Totale dipendenti 2008 79 48 71 101 78 63 189 526 43 114 2012 98 60 79 116 95 85 217 503 51 139 Var. % 2008-12 24% 25% 11% 15% 23% 35% 14% -4% 19% 22% Il settore chimico-farmaceutico è uno di quelli con quote occupazionali di genere più equilibrate (le donne erano il 45% degli addetti nel 2008, il 47% nel 2012). La quota femminile degli occupati è cresciuta fra i dirigenti (dal 23% al 27%) e fra i quadri (dal 40% al 48%). E’ leggermente cresciuta anche fra gli impiegati standard (dal 54% al 56%), ma si è ridotta fra gli operai (dal 34% al 31%). Appare molto elevata, ma con 28 tendenze contraddittorie, fra le figure lavorative “non standard” (le donne diminuiscono dra le operaie a tempo determinato, da 34% a 43% e gli impiegati part time, da 72% a 66%, ma aumentano fra gli operai part time, da 56% a 78%). Quota occupazione femminile operai "standard" operai part time operai tempo det.full time impiegati "standard" impiegati part time impiegati tempo det. Full time Quadri Dirigenti apprendisti Totale 2008 34% 56% 34% 54% 72% 88% 40% 23% 0% 45% 2012 31% 78% 32% 56% 66% 88% 48% 27% 25% 47% Il differenziale retributivo fra uomini e donne si colloca, in questo settore, intorno al 10% per le figure strandard (operi, impiegati, quadri), ed è invece intorno alo 30% per i dirigenti. E’ più elevato (fra il 20% e il 40%) per le figure part time (ma potrebbe essere riconducibile – come per gli apprendisti- semplicemente alla diversa lunghezza dell’orario parziale di uomini e donne), ed è più basso fra le figure, sia operaie che impiegatizie, a tempo determinato full time. Permane invece elevato (-23%) per i dirigenti. La tendenza degli ultimi anni ad un allargamento delle differenze retributive fra uomini e donne dovrebbe essere riconducibile semplicemente alla maggior quota di donne fra gli ultimi e/o più giovani assunti (che in quanto tali sono di solito meno pagati). Operai “standard” Operai part time Operai tempo det.full time Impiegati “standard” Impiegati part time Impiegati tempo det.full time Quadri Dirigenti Apprendisti Differenza retributiva donne-uomini 2012 -11% -29% -7% -8% -40% -3% -8% -23% -36% Differenza retributiva donne-uomini 2008 -9% -30% -2% -11% -20% 1% -11% -30% nc 13. Costruzione macchine e apparecchi meccanici Il settore della costruzione macchine è uno di quelli manifatturieri che si sono contratti negli ultimi anni, con una riduzione del 10% dei lavoratori e del 15% delle giornate lavorate, anche se alcuni indizi lasciano presumere un certo rafforzamento strutturale. Un valore intorno ai due terzi degli addetti è costituito da operai (dunque la quota di lavoratori addetti alle altre funzioni è intermedia fra i settori più “poveri” e quelli tecnologicamente più avanzati), fra i quali si rafforza la componente standard (dal 58% al 61%), mentre le componenti operaie non standard sono circa il 5% dell’occupazione totale. Fra gli impiegati, ugualmente, si rafforza (dal 23% al 25%) la componente standard. In altri termini si potrebbe dire anche che 29 la crisi ha interrotto il processo di alimentazione di nuovi addetti attraverso gli impieghi più precari (che, almeno temporaneamente, si sono “bloccati”). Composizione addetti dipendenti operai "standard" operai tempo ind.part time operai tempo det.e stag. impiegati "standard" impiegati tempo ind.part time impiegati tempo determinato quadri dirigenti apprendisti Totale addetti 2008 58% 5% 4% 23% 2% 2% 1% 1% 4% 100% 2012 61% 4% 1% 25% 3% 1% 1% 1% 2% 100% Abbiamo già notato come la contrazione delle giornate lavorate (-15%, centomila in meno, in valore) sia stata severa nell’arco quadriennale. Si può notare anche però come i giorni lavorati di quadri e dirigenti siano entrambi cresciuti circa del 10%, il che indica implicitamente una certa volontà di rafforzare la struttura manageriale. La variazione delle giornate lavorate degli operai standard coincide con quella media (-15%), mentre è più elevata per gli operai non standard (part time e a tempo indeterminato (-44% e -59%) e anche per gli apprendisti (-47%), segno di un mercato che proprio ha incontrato difficoltà nell’ultimo periodo. Fra gli impiegati, gli standard e i tempi determinati perdono rispettivamente 12mila e 1200 giorni di lavoro rispetto al 2008 (-7% e -16%) e solo 4mila giorni di lavoro sono recuperati dagli impiegati part time (+28%). Giornate lavorate operai "standard" operai tempo ind.part time operai tempo det.e stag. impiegati "standard" impiegati tempo ind.part time impiegati tempo determinato Quadri dirigenti apprendisti Totale giorni lavorati 2008 423.411 35.414 15.929 171.935 16012 7242 7253 5999 23349 706.544 2012 var.% 2008-12 359.765 -15% 19.974 -44% 6.557 -59% 159.890 -7% 20511 28% 6058 -16% 7978 10% 6632 11% 12288 -47% 599.653 -15% Il 2012 in particolare è stato un anno pesante, come indica la diminuzione delle giornate lavorate per singolo operaio “standard” (-30 rispetto al 2008, determinate da un’ondata di cassa integrazione, si suppone) o impiegato “standard” (-8), o anche per dirigenti (-12) e part timers (-40). Tuttavia non è diminuita l’intensità delle giornate lavorate da alcune categorie di lavoratori “non standard” (operai e impiegati a tempo determinato, +41 e +13). giorni lavorati pro capite operai "standard" operai tempo ind.part time 2008 2012 Var.2008-12 298 267 275 235 -30 -40 30 operai tempo det.e stag. impiegati "standard" impiegati tempo ind.part time impiegati tempo determinato quadri dirigenti apprendisti Totale addetti 164 304 276 196 302 300 251 289 205 296 281 209 307 288 251 272 41 -8 5 13 5 -12 0 -17 Il livello complessivo degli addetti vede in 4 anni una diminuzione di quasi 250 unità, 150 operai in meno (soprattutto fra i “non standard”), una ventina di impiegati in meno, una cinquantina di apprendisti in meno e una manciata di quadri e dirigenti in più: è appunto l’immagine di un settore in difficoltà, ma non piegato come altri dalla crisi. addetti operai "standard" operai tempo ind.part time operai tempo det.e stag. impiegati "standard" impiegati tempo ind.part time impiegati tempo determinato Quadri Dirigenti Apprendisti Totale addetti 2008 1.423 129 97 565 58 37 24 20 93 2.446 2012 Var.%2008-12 1.346 -5% 85 -34% 32 -67% 540 -4% 73 26% 29 -22% 26 8% 23 15% 49 -47% 2.203 -10% La diminuzione del “monte salari” (di 2 milioni e mezzo di euro, nell’arco dei quattro anni, cioè -5%) è avvenuta interamente a carico degli operai e degli apprendisti. Quasi tutti i gruppi in cui è possibile scomporre gli addetti dipendenti hanno avuto risultati salariali abbastanza soddisfacenti; in media la retribuzione nel settore è cresciuta, fra 2008 e 2012, del 12%. Fra i lavoratori standard (che hanno circa il 10% di retribuzione in più della media delle rispettive categorie), le retribuzioni giornaliere lorde sono cresciute del 10% fra gli operai, dell’8% fra gli impiegati, del 16% fra i dirigenti e di solo il 2% fra i quadri. I lavoratori “non standard” (in genere ridotti di numero rispetto a quattro anni prima, lo ricordiamo), hanno visto una crescita salariale del 14-17% (part time), del 17-21% (tempi determinati), e del 13% (per gli apprendisti). Retribuzione giornaliera media operai "standard" operai tempo ind.part time operai tempo det.e stag. impiegati "standard" impiegati tempo ind.part time impiegati tempo determinato 2008 78 59 62 107 58 72 Var.% 2008-12 10% 14% 17% 8% 17% 21% 2012 86 67 73 115 68 86 31 Quadri Dirigenti Apprendisti Totale addetti 190 303 54 86 194 350 62 96 2% 16% 13% 12% Come e più del resto del settore meccanico, quello della costruzione macchine è un comparto di forte prevalenza di genere maschile; anche in questo caso le donne tendono ad essere più numerose nel part time (64% le operaie sul totale dei part timers e 89% le impiegate), sono invece pochissime fra gli apprendisti (8%), ma anche fra dirigenti (9%) e quadri (12%), sebbene in crescita in questi ultimi ruoli. In questo periodo di ripiegamento occupazionale dunque la quota femminile degli addetti, invariata nel totale 22%) tende a crescere nelle qualifiche alte, nel part time (che potrebbe essere stato una carta utile nelle prime avvisaglie della crisi, ma non più in seguito), ma non nei lavoratori standard (operai e impiegati). Quota occupazione femminile operai "standard" operai tempo ind.part time operai tempo det.e stag. impiegati "standard" impiegati tempo ind.part time impiegati tempo determinato Quadri Dirigenti Apprendisti Totale addetti 2008 16% 41% 10% 30% 88% 35% 8% 0% 9% 22% 2012 15% 64% 9% 26% 89% 41% 12% 9% 8% 22% La differenza retributiva di genere è piuttosto elevata tra gli impiegati (-21% per gli “standard”, maggiore per gli altri), molto meno fra gli operai (-8%, in diminuzione dal -14% del 2008). Alcuni casi di grande differenza fra le due annualità si devono probabilmente a movimenti delle ore di cassa integrazione. Operai “standard” Operai tempo ind. part time Operai tempo det.e stagionali Impiegati “standard” Impiegati tempo ind. part time Impiegati tempo determinato Quadri Dirigenti Apprendisti Differenza retributiva donne-uomini 2012 -8% -12% Nc -21% -33% -34% 2% 20% -17% 32 Differenza retributiva donne-uomini 2008 -14% -12% -14% -21% -3% -12% -6% -15% 14. Mobilio e settori manifatturieri minori In termini di composizione percentuale la ripartizione dell’occupazione fra 2008 e 2012 è piuttosto stabile, nel quadro però di un ridimensionamento abbastanza pesante (-18% degli addetti registrati in corso d’anno). Questo settore (che è composto essenzialmente dal mobilio, con poche integrazioni di attività residue) ha un piccolo ridimensionamento delle attività di tipo operaio (dal 72% al 71%, includendo gli apprendisti) all’interno del quale sono prevalenti quelle standard (costanti al 54% della manodopera), ed una costanza dell’occupazione impiegatizia (intorno al 28-29%, con leggero incremento della componente standard, dal 22% al 23%). E’ però significativo che, al contrario di quanto avvenuto del settore delle macchine sopra analizzato, si riduce sostanzialmente la componente intermedio-manageriale, dal 2% all’1%, con una diminuzione soprattutto di quadri (ma, come si vedrà poi, anche di dirigenti). Insomma, la contrazione del settore ha una componente congiunturale ovviamente notevole, ma che si inserisce in questo caso anche in una riduzione strutturale. Composizione dell’occupazione Operai "standard" Operai tempo determinato Operai part time tempo ind. Impiegati "standard" Impiegati tempo determinato Impiegati part time tempo ind. Quadri Dirigenti Apprendisti Totale dipendenti 2008 54% 8% 7% 22% 2% 4% 1% 1% 3% 100% 2012 54% 8% 6% 23% 1% 5% 0% 1% 3% 100% La dimensione dei giorni lavorati accentua il senso di crisi del settore: fra il 2008 e il 2012 questi si sono ridotti del 22%, passando da 520mila a 405mila. Tutte le componenti operaie, ma soprattutto quelle non standard, hanno subito una contrazione della prestazione di giorni lavorati superiore alla riduzione media: gli operai standard del -24%, quelli a tempo determinato del -28%, i part time a tempo indeterminato del 40%; anche il volume del lavoro prestato dagli impiegati si riduce (-15% di giorni lavorati per gli impiegati standard). Colpisce tuttavia, nonostante i ridotti numeri assoluti, l’assoluto ridimensionamento delle risorse di vertice, come se le imprese di questo settore si stessero aggiustando su una scala dimensionale incompatibile con la permanenza di funzioni manageriali o di governo tecnologico (-62% dei giorni lavorati dei quadri, -31% dei dirigenti). giorni lavorati Operai "standard" Operai tempo determinato Operai part time tempo ind. Impiegati "standard" Impiegati tempo determinato Impiegati part time tempo ind. Quadri Dirigenti Apprendisti 2008 297.671 25668 31474 121221 7626 18137 3398 3432 13160 2012 226673 18384 18953 102600 4217 19055 1306 2366 11764 33 v.% 200812 -24% -28% -40% -15% -45% 5% -62% -31% -11% Totale dipendenti 521.787 405.318 -22% I “sopravvissuti” alla riduzione del 18% degli addetti fra 2008 e 2012 hanno, in quest’ultimo anni, mediamente lavorato 14 giorni meno dell’anno base. Questa riduzione del nastro lavorativo la troviamo soprattutto fra i quadri (48 giorni lavorati in meno) e fra gli operai non standard (33 in meno i part timers, 21 in meno i tempi determinati), ma vale per tutte le categorie nessuna esclusa. giorni lavorati pro capite Operai "standard" Operai tempo determinato Operai part time tempo ind. Impiegati "standard" Impiegati tempo determinato Impiegati part time tempo ind. Quadri Dirigenti Apprendisti Totale dipendenti 2008 291 175 256 296 201 275 309 312 231 277 2012 275 153 223 288 192 272 261 296 231 263 v.% 2008-12 -17 -21 -33 -7 -9 -3 -48 -16 0 -14 In valore assoluto gli occupati sono diminuiti circa di 450 unità; in particolare nel 2012 vi erano circa 260 operai in meno, 65 impiegati e una decina fra quadri e dirigenti Addetti dipendenti Operai "standard" Operai tempo determinato Operai part time tempo ind. Impiegati "standard" Impiegati tempo determinato Impiegati part time tempo ind. Quadri Dirigenti Apprendisti Totale dipendenti 2008 1.022 147 123 410 38 66 11 11 57 1.885 2012 825 120 85 356 22 70 5 8 51 1.542 -19% -18% -31% -13% -42% 6% -55% -27% -11% -18% Le retribuzioni del settore mobiliero sono piuttosto basse, e, negli anni considerati, influenzate anche da un’ondata di cassa integrazione guadagni. Un operaio o un impiegato “standard” guadagnano circa il 4-5% meno dei loro colleghi con simile collocazione. I livelli retributivi sono, nel quadriennio, andati relativamente bene (operai standard +9%, impiegati standard +14%). I dirigenti hanno visto le remunerazioni lorde giornaliere ridursi del -5% in termini monetari. Retribuzione media giornaliera Operai "standard" Operai tempo determinato Operai part time tempo ind. Impiegati "standard" Impiegati tempo determinato 2008 68 58 35 88 73 2012 Var.% 2008-12 74 9% 66 13% 41 15% 100 14% 89 22% 34 Impiegati part time tempo ind. Quadri Dirigenti Apprendisti Totale dipendenti 47 137 391 49 71 54 155 373 53 79 14% 13% -5% 9% 11% Nonostante quello mobiliero sia un settore a basso reddito, contrariamente a quanto di solito accade, la componente occupazionale di gran lunga prevalente è quella maschile: le donne costituiscono il 27% degli addetti, con una lieve tendenza alla riduzione nel tempo (in particolare si riduce la quota delle donne fra gli operai e gli impiegati “standard”, rispettivamente dal 17% al 16% e dal 42% al 39%. Notevole la assenza di donne fra quadri e dirigenti. Si potrebbe ipotizzare che il settore, non disponendo di un ricambio di manodopera ragionevole, abbia come congelato certi dati strutturali di composizione del lavoro su standard un po’ arcaici (quindi sono rimaste poche e decrescenti donne). Quota occupazione femminile operai "standard" operai tempo ind.part time operai tempo det.e stag. impiegati "standard" impiegati tempo ind.part time impiegati tempo determinato Quadri Dirigenti Apprendisti Totale addetti 2008 17% 27% 49% 42% 37% 94% 0% 0% 26% 28% 2012 16% 28% 52% 39% 45% 84% 0% 0% 14% 27% Le differenze retributive fra donne e uomini (che in parte certo dipendono anche dalla differente struttura degli inquadramenti) sono oscillano sul -13%/-14% per gli operai standard e sul -22%/-23 per gli impiegati standard. Alcune notevoli oscillazioni in categorie meno numericamente rilevanti dipendono in misura massiccia dalle oscillazioni nel tempo del ricorso alla cassa integrazione. In linea generale si nota come lo svantaggio retributivo delle donne abbia teso ad accrescersi nel quadriennio considerato. Operai “standard” Operai tempo ind. part time Operai tempo det.e stagionali Impiegati “standard” Impiegati tempo ind. part time Impiegati tempo determinato Apprendisti Differenza retributiva donne-uomini 2012 -14% -8% -16% -23% -26% -38% -15% 35 Differenza retributiva donne-uomini 2008 -13% +3% -14% -22% +18% -29% -6% 15. Industria delle costruzioni L’analisi dei dati di composizione richiede la premessa del dato generale che segna una diminuzione degli occupati coinvolti nel settore di ben il 24% (1700 circa in meno). Il lavoro nell’industria edile è un lavoro sostanzialmente operaio. Gli impiegati sono il 12% degli addetti nel 2012, con un lieve incremento rispetto al 2008 (erano circa il 10%), dovuto però alla minore decrescita degli impiegati rispetto agli operai (e soprattutto alla componente degli apprendisti). Il settore si è cioè contratto su sé stesso, ha ridotto la componente produttiva specie in alcune sue branche meno tutelate (apprendisti, part timers), ed è importante notare l’irrilevante presenza di lavoratori inquadrati come quadri o dirigenti. Addetti operai "standard" operai tempo indet.part time operai tempo det. impiegati "standard" impiegati tempo indet.part time impiegati tempo det. Quadri Dirigenti apprendisti Altri 2008 59% 5% 13% 6% 3% 1% 0% 0% 13% 0% 2012 60% 2% 17% 7% 4% 1% 0% 0% 8% 0% Il volume di lavoro mobilitato dal settore è di circa 1 milione e 140mila giorni, con un calo accentuato, del 28% rispetto al 2008. Le giornate lavorate di operai e apprendisti sono diminuite in tutto di 415mila unità, di cui 280mila in meno (-27%) fra i lavoratori standard, 46mila part timers (-68%), 12mila giornate fra i tempi determinati (-10%) e 83mila giornate fra gli apprendisti (-47%). La struttura amministrativa delle imprese (impiegati) si è ridotta, ma non quanto quella produttiva: circa di 30mila ore in meno, soprattutto fra gli impiegati standard (-21%), con maggiori perdite fra i tempi determinati e un lieve recupero fra i part timers. Complessivamente le giornate di lavoro di quadri e dirigenti rimangono costanti, ma su numeri assoluti insignificanti. giorni lavorati 2008 operai "standard" operai tempo indet.part time operai tempo determinato impiegati "standard" impiegati tempo ind.part time impiegati tempo determinato Quadri Dirigenti Apprendisti Altri Totale addetti 2012 Var.% 2008-12 1.026.636 745.651 67.617 21.657 123847 111842 127457 100098 55341 58346 12112 6311 1436 1139 906 1248 178596 95315 0 209 1.593.948 1.141.816 36 -27% -68% -10% -21% 5% -48% -21% 38% -47% nc -28% Mediamente i lavoratori del settore hanno lavorato 12 giorni in meno nel 2012 rispetto al 2008. Si vede come le componenti standard hanno perso 13 giornate lavorative (operai) e 23 giornate (impiegati). Lavorano invece un maggior numero di giorni gli apprendisti e gli operai part time. giorni lavorati pro capite 2008 2012 operai "standard" operai tempo indet.part time operai tempo determinato impiegati "standard" impiegati tempo ind.part time impiegati tempo determinato Quadri Dirigenti Apprendisti Altri Totale addetti 246 177 138 292 274 195 287 302 201 nc 226 232 192 120 270 270 166 285 312 211 209 214 Var. 2008-12 -13 14 -19 -23 -4 -29 -2 10 10 nc -12 La diminuzione di addetti nel settore edile è pesante: -24% in dal 2008 al 2012, con 1210 operai in meno (23% gli operai standard, -70% gli operai part time a tempo indeterminato, +4% gli operai a tempo determinato), e con 75 impiegati in meno (-39% a tempo determinato, -15% standard e +7% quelli a part time indeterminato). Quasi 440 in meno gli apprendisti (-49%), mentre rimangono stazionari (ma sono pochissimi) quadri e dirigenti insieme. Addetti dipendenti operai "standard" operai part time tempo ind. operai tempo determinato impiegati "standard" impiegati part time tempo ind. impiegati tempo determinato quadri dirigenti apprendisti altro Totale dipendenti 2008 4.181 381 895 436 2012 3.208 113 934 371 202 216 62 5 3 889 0 7.054 38 4 4 451 1 5.340 v.%200812 -23% -70% 4% -15% 7% -39% -20% 33% -49% #DIV/0! -24% La dinamica delle retribuzioni medie (+10%) è apparentemente maggiore dell’inflazione; comunque operai ed impiegati standard si pongono su livelli un po’ più bassi (+9% e +2%). Negativa la tendenza salariale per operai part timers (-1%), quadri e dirigenti, mentre i risultati migliori (+13%, +16% e +18%) sono ottenuti da una parte dagli apprendisti (+13%), dall’altra da quelle figure precarie che sono aumentate di numero0 (operai a tempo determinato, +16% e impiegati part timers (+18%). 37 Retribuzione giornaliera media operai "standard" operai part time tempo ind. operai tempo determinato impiegati "standard" impiegati part time tempo ind. impiegati tempo determinato quadri dirigenti apprendisti altro Totale dipendenti 2008 71 45 65 99 44 62 194 273 50 nc 69 2012 v.%2008-12 77 9% 44 -1% 75 16% 101 2% 52 18% 68 9% 180 -7% 253 -7% 57 13% 66 nc 76 10% Il settore delle costruzioni è sempre stato di gran lunga prevalentemente maschile, la quota delle donne cresce leggermente negli anni esaminati grazie all’aumento della componente impiegatizia, dove le donne sono in numero considerevole (40% fra gli impiegati standard, 86% fra i part time e 55% fra quelli a tempo determinato) anche se non dominante. Quota occupazione femminile operai "standard" operai tempo ind.part time operai tempo determinato impiegati "standard" impiegati tempo ind.part time impiegati tempo determinato Quadri Dirigenti Apprendisti Altro Totale addetti 2008 0% 3% 0% 36% 86% 55% 0% 33% 3% nc 6% 2012 0% 9% 1% 40% 86% 55% 0% 25% 4% 0% 7% La differenza retributiva di genere può essere calcolata con qualche prudenza (data anche la differenza di età delle donne entrate nel settore, più giovani). In genere è piuttosto alta (fra il 20% e il 50%), ed anche crescente, anche se probabilmente è spesso dovuta a differenze di lunghezza (o della sua composizione nell’anno) del part time. Operai tempo ind. part time Impiegati “standard” Impiegati tempo ind. part time Impiegati tempo determinato Apprendisti Differenza retributiva donne-uomini 2012 -40% -22% -32% -46% -20% 38 Differenza retributiva donne-uomini 2008 -36% -27% -20% -39% -11% 16. Alberghi e ristoranti La composizione dell’occupazione è piuttosto variegata. Le componenti “standard” (tempo pieno tempo indeterminato) risultano in diminuzione, come quota del lavoro: gli operai sono passati dal 19% al 16% e gli impiegati dal 4% al 3%, fra 2008 e 2012. I lavoratori appartengono essenzialmente (83% nel 2008, 84% nel 2012) alle categorie operaie. Fra il 35% e il 40% sono operai part time, con una diminuzione nel tempo della quota a tempo determinato (dal 22% al 20%); ad essi si aggiunge una quota crescente di operai full time ma a tempo determinato (dal 25% al 31%), che ormai costituisce il gruppo più rilevante numericamente, ed un piccolo nucleo (2%) classificato come “stagionali”. Accanto agli impiegati standard, in diminuzione, vi è un insieme crescente di impiegati non standard, intorno al 5% del totale degli addetti, soprattutto impiegati full time a tempo determinato. La sporadica presenza di quadri e dirigenti è numericamente poco avvertibile (in numeri assoluti, in tutto sono 46). Vi è poi una quota di circa il 6% di apprendisti, equamente ripartiti fra full time e part time. Composizione dell’occupazione operai "standard" operai tempo det.part time operai tempo det.full time operai tempo indet.part time operai stagionali impiegati "standard" impiegati tempo det.part time impiegati tempo det.full time impiegati tempo indet.part time impiegati stagionali Quadri Dirigenti apprendisti full time apprendisti part time e stag. 2008 19% 22% 25% 17% 2% 4% 1% 2% 1% 0% 0% 0% 3% 3% 2012 16% 20% 31% 17% 2% 3% 2% 2% 1% 1% 0% 0% 3% 3% 100% 100% Se però l’occupazione del settore, che si aggira intorno alle 10mila unità, è soddisfacentemente cresciuta del 7% fra 2008 e 2012 (del resto questo settore ha la fortuna di essere trainato fortemente non dalla domanda interna ma da quella turistica esterna), il dato sulle giornate lavorate ridimensiona però qualsiasi entusiasmo: infatti in quattro anni i gironi effettivamente retribuiti sono cresciuti solo di quasi l’1%, segno evidente di un coinvolgimento crescente di lavoratori part time o comunque operanti su periodi limitati. In effetti gli operai e gli impiegati standard perdono ciascuno il 12% delle giornate lavorate nel 2008 e insieme quasi 75mila giornate lavorate. Nel 2012 a differenza del 2008 il volume di giornate erogate sia dagli operai a tempo determinato full time che dagli operai part time a tempo indeterminato sostanzialmente eguaglia quello prestato degli operai “standard”, crescendo di circa il 10% nell’un caso e nell’altro. Fra gli impiegati crescono invece le giornate di lavoro erogate da lavoratori a tempo determinato, sia part time (+49%) che full time (+19%). Anche la quota meno strutturata degli apprendisti ha incrementato il volume delle giornate lavorate di ben il 34% (circa 13mila gironi in più rispetto al 2008). Infine è significativo di una certa destrutturazione (o razionalizzazione?) del settore la diminuzione del 20% del tempo di lavoro dei quadri, non compensata dall’incremento di quello dei dirigenti. 39 Giorni lavorati 2008 475.403 297.283 369.576 385.207 30496 112030 16272 35472 2012 416.180 287.095 407.680 419.582 33590 98354 24254 42333 operai "standard" operai tempo det.part time operai tempo det.full time operai tempo indet.part time operai stagionali impiegati "standard" impiegati tempo det.part time impiegati tempo det.full time impiegati tempo indet.part time 31050 28986 impiegati stagionali 6673 9833 quadri 11878 9458 dirigenti 1235 1639 apprendisti full time 57121 55070 apprendisti part time e stag. 38553 51524 Totale 1.868.249 1.885.578 v. % 2008-12 -12% -3% 10% 9% 10% -12% 49% 19% -7% 47% -20% 33% -4% 34% 1% Se guardiamo ai “giorni lavorati pro capite”, notiamo uno spostamento generale verso una presenza più episodica dei lavoratori in questo settore, che deriva sia dalla diminuzione dei giorni lavorati per alcune figure sia dalla più generale tendenza alla sostituzione di lavoratori strutturati con lavoratori precari. La diminuzione dei giorni lavorati vale in particolare sia da parte degli operai che degli impiegati standard (entrambi lavorano rispettivamente 18 e 7 giorni in meno nel 2012 rispetto al 2008) che dei lavoratori a tempo determinato full time (gli operai 28 giorni in meno, gli impiegati 9 giorni in meno). Per contro aumentano, non di poco, le giornate lavorate dagli apprendisti (in questo caso potrebbe essere l’effetto indiretto dell’allungamento dei periodi medi di apprendistato) e un po’ di tutte le tipologie di lavoratori part time. Giorni lavorati pro capite operai "standard" operai tempo det.part time operai tempo det.full time operai tempo indet.part time operai stagionali impiegati "standard" impiegati tempo det.part time impiegati tempo det.full time impiegati tempo indet.part time impiegati stagionali quadri dirigenti apprendisti full time apprendisti part time e stag. Totale 2008 258 134 151 232 141 284 124 189 246 196 283 309 174 153 189 2012 var. 2008-12 241 -18 138 4 123 -28 239 7 160 19 276 -7 144 19 180 -9 257 161 296 273 200 192 178 10 -35 13 -36 26 39 -11 40 In generale abbiamo già ricordato che il numero dei lavoratori del settore in provincia di Siena è cresciuto del 7%; si tratta di una crescita per lo più dovuta all’aumento dei lavoratori inquadrati come operai a tempo determinato, sia full time (quasi 900 in più dal 2008 al 2012, +35% in percentuale), che part time 8100 in più, 6% in percentuale) e all’aumento degli impiegati a tempo determinato (un’ottantina in più). Addetti dipendenti operai "standard" operai tempo det.part time operai tempo det.full time operai tempo indet.part time operai stagionali impiegati "standard" impiegati tempo det.part time impiegati tempo det.full time impiegati tempo indet.part time impiegati stagionali quadri dirigenti apprendisti full time apprendisti part time e stag. Totale dipendenti 2008 1.842 2.215 2.452 1.662 217 395 131 188 126 34 42 4 329 252 9.889 2012 v. % 2008-12 1.730 -6% 2.082 -6% 3.312 35% 1.754 6% 210 -3% 356 -10% 169 29% 235 25% 113 61 32 6 276 268 10.604 -10% 79% -24% 50% -16% 6% 7% Mentre il monte salari lordo distribuito dalle aziende del settore è aumentato di 7,5 milioni nell’arco quadriennale (7% in più), la retribuzione media giornaliera è cresciuta del 6% (bisognerebbe tener conto anche delle differenze, anche di inquadramento, fra i vari comparti, quali alberghi, ristoranti, bar, campeggi, etc., per cui non disponiamo però di dati disaggregati). Il livello generale delle retribuzioni è un po’ più basso rispetto alla media dei settori (il 7-10% in meno per i lavoratori standard). Variazioni superiori al 10% nel corso del periodo esaminato hanno riguardato sia gli impiegati standard (+12%) che i lavoratori a tempo determinato part time (operai +13%, impiegati +11%) che i non molti lavoratori classificati come stagionali, che i quadri e gli apprendisti full time: la maggior parte di queste figure che hanno avuto buoni incrementi retributivi è accomunata dalla loro diminuzione quantitativa come numero complessivo di lavoratori che hanno operato nel periodo. Sembra cioè riproporsi il dato generale che, laddove si registra un aumento retributivo soddisfacente, questo è in realtà il risultato statistico della “decimazione” dei lavoratori meno retribuiti. Retribuzione giornaliera media operai "standard" operai tempo det.part time operai tempo det.full time operai tempo indet.part time operai stagionali impiegati "standard" impiegati tempo det.part time 2008 69 41 70 39 59 84 50 2012 v.% 2008-12 73 6% 46 13% 74 5% 41 5% 68 15% 94 12% 55 11% 41 impiegati tempo det.full time impiegati tempo indet.part time impiegati stagionali quadri dirigenti apprendisti full time apprendisti part time e stag. Totale dipendenti 80 51 76 170 518 50 36 59 82 55 83 206 349 56 40 62 2% 8% 10% 21% -33% 11% 12% 6% Il comparto turistico è ad alta intensità di manodopera femminile, ma nell’ultimo quadriennio la quota di donne è scesa del 4% rispetto al 2008 (dal 64% al 60%). La quota delle donne fra gli impiegati si mantiene nel complesso al 69% (è un po’ più bassa fra gli impiegati standard), mentre scende dal 63% al 60% fra gli operai; fra questi ultimi ci sono più donne rispetto al 2008 fra i lavoratori “standard” (dal 52% al 55%), ma la percentuale femminile diminuisce nelle categorie precarie, pur mantenendosi su elevati livelli (potrebbe essere che le donne già presenti sentano la concorrenza di figure maschili a bassa qualifica, che hanno perso lavoro in altri settori: anche la dinamica degli apprendisti può rimandare a questa tendenza, con la diminuzione della percentuale di donne, soprattutto nel part time). La consueta situazione di svantaggio per le donne nelle alte qualifiche si registra anche in questo settore, fra i quadri e i dirigenti. Quota % donne per categoria operai "standard" operai tempo det.part time operai tempo det.full time operai tempo indet.part time operai stagionali impiegati "standard" impiegati tempo det.part time impiegati tempo det.full time impiegati tempo indet.part time impiegati stagionali Quadri Dirigenti apprendisti full time apprendisti part time e stag. Totale dipendenti 2008 52% 73% 54% 77% 65% 65% 80% 65% 79% 62% 26% 25% 56% 65% 64% 2012 55% 66% 52% 74% 63% 65% 80% 63% 74% 72% 31% 0% 49% 57% 60% La differenza media salariale lorda a parità di categoria e di esistenza o meno di part time tende generalmente a ridursi fra il 2008 e il 2012: questo è vero in tutti i casi considerati per quanto riguarda ilo part time; ma anche per quanto concerne gli impiegati e i gli operai standard. Operai “standard” Operai tempo determinato part time Operai tempo determinato full time Operai tempo indeterminato part time Differenza retributiva donne-uomini 2012 -12% -8% -14% -8% 42 Differenza retributiva donne-uomini 2008 -14% -12% -13% -11% Impiegati “standard” Impiegati tempo determinato part time Impiegati tempo determinato full time Apprendisti part time Apprendisti full time -11% -5% -10% -2% -4% -17% -8% -13% -5% -4% 17. Commercio al dettaglio Al pari che nel comparto turistico, anche nel commercio al dettaglio e riparazioni la composizione complessiva dell’occupazione è variegata; il settore conta oltre 5000 addetti, per il 44% operai e per il 55% impiegati, con una manciata (meno dello 0,5% complessivo. Fra il 2008 e il 2012 si è leggermente consolidata la quota degli operai standard (dal 17% al 18% dei dipendenti totali), è crollato il numero degli apprendisti full time (dall’8% al 4%) e sono leggermente cresciute le quote degli operai a tempo indeterminato (dall’8% al 10%) e degli apprendisti part time (dal 3% al 4%). Parallelamente sono aumentate le varie componenti del lavoro impiegatizio, ad eccezione degli impiegati part time a tempo determinato. operai "standard" operai part time indeterminato operai tempo determinato full time operai tempo determinato part time impiegati "standard" impiegati part time indeterminato impiegati tempo determinato full time impiegati tempo determinato part time quadri dirigenti apprendisti full time apprendisti part time Totale dipendenti 2008 17% 9% 2012 18% 9% 4% 5% 4% 29% 5% 28% 15% 17% 3% 4% 8% 0% 0% 8% 3% 100% 7% 0% 0% 4% 4% 100% Il volume complessivo del lavoro erogato nel settore è però rimasto costante nella provincia (appena +0,1% fra 2008 e 2012). Complessivamente le giornate di lavoro degli operai (inclusi gli apprendisti) sono diminuite di oltre 20mila, con una sostituzione di lavoro di operai “standard” (-2%) e apprendisti full time (47%) con lavoro di operai a tempo determinato (+19% i full time e +13% i part time) o di lavoratori part time 8apprendisti part time +16%, tempi indeterminati part time +6%). Dal lato degli impiegati aumenta soprattutto il lavoro prestato da quelli a tempo indeterminato part time (oltre 35mila ore in più, +18%). Il volume di lavoro prestato dalle alte professionalità è in diminuzione, tanto per i quadri (-3%) che per i dirigenti (-15%). Giorni lavorati 2008 2012 43 v. % 2008-12 operai "standard" 280949 275.014 operai part time indeterminato 120417 128.037 operai tempo determinato full time 34054 40410 operai tempo determinato part time 36674 41557 impiegati "standard" 478.219 472.973 impiegati part time indeterminato 211371 248628 impiegati tempo determinato full time 27186 32852 impiegati tempo determinato part time 62131 55439 quadri 5303 5162 dirigenti 2157 1830 apprendisti full time 105316 56222 apprendisti part time 43776 50904 Totale dipendenti 1.407.553 1.409.028 -2% 6% 19% 13% -1% 18% 21% -11% -3% -15% -47% 16% 0% Il periodo di lavoro medio (in termini di giornate lavorate pro capite) è solo leggermente diminuito (da 250 a 248, fra 2008 e 2012), ma per alcune categorie la diminuzione è stata più drastica (che potrebbe segnalare una maggior quota di licenziamenti e cessazioni), come per gli operai “standard” (che nel 2012 hanno lavorato mediamente 14 giornate in meno del 2008), per gli operai a tempo determinato full time (25 giorni in meno), i quadri (8 giorni in meno), e gli stessi impiegati standard (2 giorni in meno). Altre categorie, soprattutto gli apprendisti e alcune tipologie di lavoratori part time hanno invece lavorato un numero crescente di giorni (13 in più gli impiegati part time indeterminati, 7 giorni in più gli apprendisti full time…). Giorni lavorati pro capite operai "standard" operai part time indeterminato operai tempo determinato full time operai tempo determinato part time impiegati "standard" impiegati part time indeterminato impiegati tempo determinato full time impiegati tempo determinato part time quadri dirigenti apprendisti full time apprendisti part time Totale dipendenti 2008 288 250 169 148 295 252 157 137 312 308 247 224 250 2012 var. 2008-12 273 -14 252 2 144 -25 146 -2 293 -2 265 13 160 3 146 9 304 -8 305 -3 252 5 231 7 248 -2 Nell’arco dei quattro anni considerati, gli addetti transitati attraverso il settore sono cresciuti dell’1% (una cinquantina in più). Nel 2012 ci sono circa 200 apprendisti full time in meno (-48%) e una settantina di impiegati part time a tempo determinato in meno (-16%). D’altra parte abbiamo un centinaio di impiegati part time in più (+12%) un’ottantina di operai a tempo determinato full time in più (+39%), una trentina di operai standard in più (+3%), una trentina di operai a tempo determinato part time in più (+15%), una trentina di impiegati full time a tempo determinato in più (+18%). Addetti dipendenti 44 operai "standard" operai part time indeterminato operai tempo determinato full time operai tempo determinato part time impiegati "standard" impiegati part time indeterminato impiegati tempo determinato full time impiegati tempo determinato part time quadri dirigenti apprendisti full time apprendisti part time Totale dipendenti 2008 977 481 202 248 1.621 838 173 455 17 7 426 195 5.640 2012 var.%2008-12 1.006 3% 508 6% 281 39% 284 15% 1.616 0% 939 12% 205 18% 381 -16% 17 0% 6 -14% 223 -48% 220 13% 5.686 1% Complessivamente il monte salario è cresciuto nel periodo di otto milioni di euro (fino a sfiorare i 100 milioni); la retribuzione giornaliera media per addetto è cresciuta del 9%. Tutte le componenti del mondo del lavoro del settore vedono crescere le loro retribuzioni medie su livelli compatibili con l’inflazione, salvo gli impiegati a tempo determinato part time 8i cui redditi diminuiscono del 7%) ed i quadri (che hanno un aumento retributivo appena del 3%). Più elevati della media gli aumenti retributivi di impiegati a tempo determinato full time (+14%) e quelli degli impiegati part time (+17%). Ricordiamo che le retribuzioni medie sono in questo settore piuttosto basse (ad esempio gli operai standard percepiscono circa il 4% meno della media, ma gli impiegati standard circa il 15% meno). Retribuzione giornaliera media in euro 2008 2012 operai "standard" 69 operai part time indeterminato 40 operai tempo determinato full time 63 operai tempo determinato part time 43 impiegati "standard" 79 impiegati part time indeterminato 53 impiegati tempo determinato full time 65 impiegati tempo determinato part time 55 Quadri 141 dirigenti 269 apprendisti full time 57 apprendisti part time 46 Totale dipendenti 65 75 47 69 47 88 57 74 51 145 291 62 52 71 var. % 2008-12 9% 17% 10% 9% 11% 8% 14% -7% 3% 8% 9% 13% 9% Tradizionalmente il settore commerciale è a prevalenza occupazionale femminile. Nel 2012 abbiamo un lieve regresso della quota occupazionale delle donne rispetto al 2008 (dal 65% al 64%). <in particolare le donne diminuiscono fra gli apprendisti (dal 55% al 46% full time, dal 79% al 75% part time), fra i part time indeterminati operai (dall’84% al 79%) e nella maggior parte delle tipologie del tempo determinato; inoltre, leggermente, anche fra gli impiegati standard (dal 58% al 56%). Queste tendenze potrebbero essere ricondotte ad effetti della crisi che, almeno se esaminiamo i dati degli avviamenti, implica un certo ritorno 45 di occupazione maschile anche in posizioni tradizionalmente svantaggiate e “riservate” all’occupazione femminile, in mancanza di alternative migliori. Percentuale donne operai "standard" operai part time indeterminato operai tempo determinato full time operai tempo determinato part time impiegati "standard" impiegati part time indeterminato impiegati tempo determinato full time impiegati tempo determinato part time Quadri dirigenti apprendisti full time apprendisti part time Totale dipendenti 2008 2012 36% 84% 51% 85% 58% 90% 77% 85% 35% 14% 55% 79% 65% 36% 79% 63% 75% 56% 90% 72% 78% 35% 17% 46% 75% 64% In questo settore le differenze retributive di genere sono forse inferiori alla media, anche perché tutta la struttura delle retribuzioni è piuttosto schiacciata verso il basso. La maggiore differenza (fra i dati numericamente significativi) si ha per le impiegate standard, che guadagnano il 12% in meno (il 13% nel 2008) dei loro colleghi maschi (le operaie il 6%, in diminuzione dall’8% del 2008). Differenza retributiva uomini-donne Operai “standard” Operai tempo determinato part time Operai tempo determinato full time Operai tempo indeterminato part time Impiegati “standard” Impiegati tempo determinato part time Impiegati tempo determinato full time Impiegati tempo indeterminato part time Apprendisti part time Apprendisti full time Differenza retributiva donne-uomini 2012 -6% -5% -4% -5% -12% -1% -8% -2% -1% -3% Differenza retributiva donne-uomini 2008 -8% 0% 4% -4% -13% -5% -3% -2% -7% -2% 18. Banche I dati 2008-2012 relativi al settore bancario, ovviamente caratterizzati fortemente dalla presenza della Banca Monte dei Paschi di Siena, mostrano ancora una dinamica ascendente (che, scomponendo i dati annualmente, mostra segni di inversione di tendenza già fra 2011 e 2012), con un finale +1%. Inoltre il complesso dell’occupazione vede uno slittamento dei livelli impiegatizi (che passano dal 56% al 48% dell’occupazioni) a quelli di quadro e dirigente dal 41% al 50%. Teniamo presente che il settore finanziario fornisce il 49% dei dirigenti dell’intera provincia e ben il 70% di tutti i quadri. 46 Composizione dell’occupazione operai "standard" impiegati "standard" impiegati tempo ind.part time impiegati tempo determinato quadri quadri part time dirigenti apprendisti altro Totale dipendenti 2008 1% 49% 6% 1% 36% 1% 4% 1% 0% 2012 1% 43% 5% 0% 44% 1% 5% 0% 0% Il volume delle prestazioni di lavoro segue una dinamica analoga a quella degli addetti, con una lieve crescita dei giorni lavorati (15mila in più nel periodo considerato). Si noti come nel periodo le giornate lavorative dei quadri full time (passando da 520mila a 639mila, +22%) superino quelle degli impiegati standard (diminuite da 700mila e 621mila, -11%). Nelle diminuzioni consistenti degli impiegati part time (22%), di quelli a tempo determinato (-49%) e degli apprendisti (-74%) si leggono comunque anche le avvisaglie di un blocco del turn over i cui effetti si sono dispiegati in seguito. Anche l’incremento del volume di lavoro dei dirigenti (circa 12500 ore, +20%) è comunque notevole. Giornate lavorate operai "standard" impiegati "standard" impiegati tempo ind.part time impiegati tempo determinato quadri quadri part time dirigenti apprendisti altro Totale dipendenti 2008 2012 Var. % 2008-12 14905 13092 -12% 699.922 620.980 -11% 87.423 68.250 -22% 7528 3872 -49% 523.934 639.630 22% 10.871 12.222 12% 60938 73414 20% 14605 3810 -74% 312 260 -17% 1420438 1435530 1% Il numero delle giornate lavorate per addetto è rimasto nel complesso stabile (e piuttosto elevato). Ad un lieve incremento delle ore lavorate mediamente da ciascun impiegato standard (+2) e da ciascun apprendista (18 in più) fa riscontro la diminuzione dei giorni medi di lavoro di tutte le componenti lavorative non standard (soprattutto impiegati a tempo determinato, -28) e apprendisti, -18. Giornate lavorate pro capite operai "standard" impiegati "standard" impiegati tempo ind.part time impiegati tempo determinato quadri quadri part time 2008 298 303 301 243 307 302 2012 Var. 2008-12 291 -7 305 2 294 -7 215 -28 307 0 284 -18 47 dirigenti apprendisti altro Totale dipendenti 303 276 312 304 302 293 260 305 -1 18 -52 1 Come già si è accennato, nel periodo 2008-2012 gli impiegati standard diminuiscono di quasi 300 unità, mentre i quadri aumentano di 380 unità circa. Inoltre gli impiegati non standard diminuiscono di una settantina e gli apprendisti di 40 unità, mentre di 40 unità sono cresciuti i dirigenti del settore bancario. Con il senno di poi potremmo dire che la banca senese è cresciuta in maniera strutturalmente (più che dimensionalmente) sproporzionata in un periodo di crisi. Addetti dipendenti operai "standard" impiegati "standard" impiegati tempo ind.part time impiegati tempo determinato quadri quadri part time dirigenti apprendisti altro Totale dipendenti 2008 50 2.310 290 31 1.704 36 201 53 1 4676 2012 var. % 2008-12 45 -10% 2.035 -12% 232 -20% 18 -42% 2.083 22% 43 19% 243 21% 13 -75% 1 0% 4713 1% Bisogna però dire che il settore bancario senese, se è cresciuto numericamente negli anni in questione, dal punto di vista delle erogazioni retributive già nel quadriennio esaminato si è ridimensionato in maniera severa, tanto che il monte salari è passato da 285 a 262 milioni di euro, ovvero una contrazione percentuale di oltre l’8% (una ventina di euro/giorno in meno fra 2008 e 2012). Fra i profili di categoria del settore, solo i pochi operai ed i pochissimi apprendisti e impiegati a tempo determinato hanno avuto un aumento retributivo di qualche consistenza (+11%, +5% e +43%). Gli impiegati “standard” hanno ridotto in termini monetari la loro retribuzione dell’8% (ma potrebbe aver avuto un ruolo lo spostamento di inquadramento di parte del personale come “quadro”), che comunque rimane di circa il 30% superiore a quella media degli impiegati. I quadri stessi hanno ridotto la loro retribuzione unitaria del 14% (del 9% i part timers) e i dirigenti del 31% (che comunque è circa quattro volte la retribuzione di operai e impiegati standard). operai "standard" impiegati "standard" impiegati tempo ind.part time impiegati tempo determinato quadri quadri part time dirigenti apprendisti altro Totale dipendenti 2008 120 146 101 89 232 156 768 91 1177 201 2012 Var. % 2008-12 134 11% 135 -8% 101 1% 129 45% 200 -14% 142 -9% 528 -31% 96 5% 727 -38% 183 -9% 48 La quota delle donne in questo settore aumenta leggermente, dal 38% al 39% nell’arco degli anni 20082012. Questa tendenza è il risultato di due tendenze generali, che in questo caso giocano a favore della percentuale femminile, al contrario di quanto avviene di solito: la crescita della quota maschile nelle posizioni più disagiate (operai, impiegati non standard, apprendisti), dovuta ad un ritorno di appetibilità dei “cattivi lavori” per gli uomini, o almeno alla loro maggiore “resilienza” rispetto alla crisi; d’altra parte l’ingresso progressivo delle donne nelle posizioni più qualificate (quadri, impiegati e, sia pure in numero ancora ridottissimo, dirigenti). Quota % donne operai "standard" impiegati "standard" impiegati tempo ind.part time impiegati tempo determinato quadri quadri part time dirigenti apprendisti altro Totale dipendenti 2008 18% 41% 82% 55% 29% 89% 4% 64% 0% 38% 2012 16% 45% 81% 33% 32% 91% 5% 46% 0% 39% Le differenze retributive uomo/donna sono, nel settore, abbastanza basse, a parte che nel caso dei dirigenti (intorno al 30% di differenza, e in aumento). Sono, però, spesso, in leggera crescita; nel caso degli impiegati part time però la differenza gioca a favore delle donne, forse grazie alla presenza di un nucleo di donne di una certa anzianità aziendale. Differenza retributiva uomini-donne Impiegati “standard” Impiegati tempo indeterminato part time Impiegati tempo determinato full time quadri Dirigenti Differenza retributiva donne-uomini 2012 -4% +11% -5% -13% -31% Differenza retributiva donne-uomini 2008 -3% +5% -1% -15% -28% 19. Servizi alle imprese L’insieme di attività eterogenee che ritroviamo nella classificazione “servizi alle imprese” è uno dei raggruppamenti più dinamici dell’economia senese; nel periodo 2008-2012 i lavoratori in esso impeganti sono aumentati del 15%. Proprio l’eterogeneità dei comparti aggregati motiva una composizione occupazionale in cui non esistono profili domninanti. Il 60% degli addetti appartiene alle categorie operaie (a cui va aggiunto un 2% di apprendisti). Gli operai si dividono a metà fra tempi determinati e tempi indeterminati; sia fra gli uni che fra gli altri i part timers prevalgono sui full time, soprattutto fra i tempi indeterminati (18% contro 12%). Il 35% degli addetti sono impiegati; anche in questo caso le figure standard coprono meno della metà dell’ambito (sono il 16%), con una quota del 9% di tempi indeterminati part time e una del 10% di tempi determinati (a loro volta divisi fra part time, 6%, e full time, 4%). La componentte delle alte professionalità (dirigenti e quadri) è modesta, circa l’1” del totale dei lavoratori. Nel complesso quasi metà dell’occupazione del settore è fatta da lavoratori part time. La tendenza è stata verso 49 una leggera crescita della quota dei lavoratori con contratti “standard” (gli operai dal 10% al 12%, gli impiegati dal 15% al 16%), fra il 2008 e il 2012. Composizione occupazionale operai "standard" operai tempo indet.part time operai tempo determ.full time operai tempo determ. Part time impiegati "standard" impiegati tempo indet.part time impiegati tempo determ.full time impiegati tempo determ.part time Quadri dirigenti apprendisti full time apprendisti part time altro Totale dipendenti 2008 10% 21% 14% 16% 15% 9% 7% 4% 1% 0% 2% 1% 0% 100% 2012 12% 18% 14% 16% 16% 9% 6% 4% 1% 0% 1% 1% 1% 100% Fra il 2008 e il 2012 le giornate lavorate sono cresciute di quasi 200mila unità; la crescita ha riguardato soprattutto gli operai “standard” (quasi 60mila giorni in più, +38%), gli impiegati standard (45mila giorni in più, +18%), i part timers a tempo indeterminato (26mila giorni in più, +9%), gli impiegati a tempo determinato full time (18mila giorni in più, +32%). Seppure modesto in cifre assolute, va segnalato l’incremento del volume di lavoro dei quadri (5800 giorni in più, +49%, indicativo di un avvio di rafforzamento strutturale del settore). E’ comunque significativo che, con l’eccezione degli apprendisti a tempo pieno (-48%) nessuna fra le categorie individuata si sia ridotta di dimensioni fra il 2008 e il 2012. giorni lavorati operai "standard" operai tempo indet.part time operai tempo determ.full time operai tempo determ. Part time impiegati "standard" impiegati tempo indet.part time impiegati tempo determ.full time impiegati tempo determ.part time quadri dirigenti apprendisti full time apprendisti part time altro Totale dipendenti 2008 2012 var. % 2008-12 157230 216484 38% 288988 314494 9% 129731 145465 12% 100807 117369 16% 253660 298.528 18% 143911 152.730 6% 56072 74110 32% 35399 35987 2% 11948 17773 49% 1872 1872 0% 28566 14.864 -48% 16223 18200 12% 0 4682 #DIV/0! 1224407 1412558 15% Se a livello aggregato il numero dei giorni lavorati è costante, intorno ai 220 (che non sono molti, e che è un livello che non viene raggiunto solo dai lavoratori di settori con stagionalità o discontinuità strutturali, come il turismo, le costruzioni, l’erogazione di servizi personali), si tratta di un numero di giorni che va 50 diminuendo per i lavoratori standard (6 in meno fra 2008 e 2012 per gli operai, 10 in meno fra gli impiegati) e va aumentando per diverse categorie di lavoratori non standard). giorni lavorati pro capite operai "standard" operai tempo indet.part time operai tempo determ.full time operai tempo determ. Part time impiegati "standard" impiegati tempo indet.part time impiegati tempo determ.full time impiegati tempo determ.part time quadri dirigenti apprendisti full time apprendisti part time altro Totale dipendenti 2008 283 250 163 116 294 278 153 151 299 312 257 250 nc 219 2012 var. 2008-12 -6 277 15 265 -1 161 0 116 -10 284 -1 277 31 184 -6 145 -2 296 0 312 18 275 -22 228 nc 57 1 220 Abbiamo già visto come l’aumento riguardi quasi tutte le categorie, e sia abbastanza omogeneo con quello delle giornate lavorate, data la quasi costanza delle giornate lavorate. Rimarchiamo ancora una certa frammentazione del lavoro che fa sì che esso sia composto in primo luogo da 4 blocchi intorno alle 1000 unità ciascuno (operai part time indeterminati, impiegati standard, operai part time a tempo determinato, operai full time a tempo determinato), con quasi 800 operai standard, e i tre sottoinsiemi di impiegati non standard che in tutto hanno 1200 addetti, cui si aggiungono poco più di un centinaio di apprendisti e una sessantina di quadri. Addetti dipendenti operai "standard" operai tempo indet.part time operai tempo determ.full time operai tempo determ. Part time impiegati "standard" impiegati tempo indet.part time impiegati tempo determ.full time impiegati tempo determ.part time quadri dirigenti apprendisti full time apprendisti part time altro Totale dipendenti 2008 556 1154 798 870 862 518 367 235 40 6 111 65 0 5582 2012 var. % 2008-12 781 40% 1185 3% 901 13% 1016 17% 1.052 22% 551 6% 403 10% 249 6% 60 50% 6 0% 54 -51% 80 23% 82 nc 6420 15% Al pari del comparto turistico, quello dei servizi alle imprese è uno di quelli dove vigono le retribuzioni più basse; le retribuzioni degli operai “standard” sono del 4% inferiori alla media, quelle degli impiegati “standard” sono del 17% inferiori. In particolare è rilevante la differenza che separa i part time dai full time (anche il 50% circa per gli operai, sia per quelli a tempo determinato che indeterminato, poco meno per gli 51 impiegati). Non vi è invece la stessa differenza fra lavoratori a tempo determinato e indeterminato, anzi in diverse collocazioni i lavoratori a tempo determinato guadagnano più di quelli a tempo indeterminato. La dinamica retributiva delle figure “standard” è soddisfacente, con una progressione del 20% per gli operai (2008-2012) e del 16% per gli impiegati standard. Anche gli addetti a tempo determinato full time hanno progressioni di un certo livello (operai +21%, impiegati +29%), così come i quadri (+21%). Si segnala come i dirigenti di questo settore abbiano al tempo stesso dei livelli retributivi più bassi della media (269 euro/giorno), ma anche una progressione positiva (+16% fra 2008 e 2012) laddove in molti settori la loro remunerazione è “andata indietro”. Retribuzione media giornaliera in euro operai "standard" operai tempo indet.part time operai tempo determ.full time operai tempo determ. Part time impiegati "standard" impiegati tempo indet.part time impiegati tempo determ.full time impiegati tempo determ.part time Quadri Dirigenti apprendisti full time apprendisti part time Altro Totale dipendenti 2008 62 35 66 41 75 47 70 47 142 231 56 44 nc 56 2012 var. % 2008-12 75 20% 37 6% 79 21% 39 -5% 86 16% 54 15% 91 29% 50 7% 172 21% 269 16% 60 7% 40 -8% 36 nc 65 17% Quasi due terzi (64%) degli occupati del settore, nel 2012, sono donne. Si tratta di una percentuale in leggero regresso dal 2008. In tutti i sottoinsiemi caratterizzati da lavoro part time, la quota di occupazione femminile è maggiore, fino all’87% dei lavoratori operai a tempo indeterminato part time, o al 90% dei loro corrispondenti impiegati, o all’84% degli impiegati part time a tempo determinato. A parte che nelle categorie di vertice (le donne sono assenti fra i dirigenti, e costituiscono solo il 30% dei quadri), poi solo negli operai standard del settore esse costituiscono una quota ampiamente minoritaria (30%), come fra gli operai full time a tempo determinato (29%). Rispetto al 2008, le variazioni non sono molto ampie. La diminuzione della quota femminile si verifica nelle categorie impiegatizie e fra gli operai non standard, mentre fra gli operai standard, le donne passano dal 27% al 30. Quota % donne per categoria operai "standard" operai tempo indet.part time operai tempo determ.full time operai tempo determ. Part time impiegati "standard" impiegati tempo indet.part time impiegati tempo determ.full time impiegati tempo determ.part time quadri dirigenti apprendisti full time 2008 27% 91% 29% 68% 69% 90% 66% 83% 33% 0% 56% 2012 30% 87% 29% 74% 66% 90% 65% 84% 30% 0% 63% 52 apprendisti part time altro Totale dipendenti 80% #DIV/0! 65% 70% 83% 64% Le tendenze delle differenze retributive di genere sono tutt’altro che lineari, e forse ancora una volta gioca l’eterogeneità del settore. Sono un po’ più numerosi i casi in cui la differenza di genere aumenta) come per gli operai a tempo indeterminato part time, da -13% a -25%, o gli impiegati standard (da -15% a -17%), ma in alcuni casi il gender gap si riduce (come per gli operai standard, da -12% a -7%). In generale però si tratta di dislivelli non altissimi. Differenza retributiva uomini-donne Operai “standard” Operai tempo indeterminato part time Operai tempo determinato full time Operai tempo determinato part time Impiegati “standard” Impiegati tempo indeterminato part time Impiegati tempo determinato full time Impiegati tempo determinato part time Quadri standard Apprendisti full time Apprendisti part time Differenza retributiva donne-uomini 2012 -7% -25% -2% -18% -17% -9% -1% -9% -14% 5% -9% 53 Differenza retributiva donne-uomini 2008 -12% -13% 1% -26% -15% -6% -1% -5% -13% -3% -5% III – I contribuenti senesi: lavoratori e pensionati nella dinamica reddituale 2008-2011 20. La dinamica di insieme Una autonoma fonte informativa che ci è possibile utilizzare per questo rapporto è costituita dalle dichiarazioni dei redditi depositate presso il Caaf Cgil di Siena. E’ ovviamente una fonte parziale, per due ordini di motivi (uno generale: non tutti i cittadini e contribuenti sono tenuti a dichiarare i redditi; ed uno specifico: il Caaf Cgil è solo uno dei tanti, seppure il più importante). Comunque poter disporre delle informazioni relative (che comprendono il livello del reddito lordo, le imposte, il reddito netto che costituisce la differenza fra le prime due voci) agli oltre 20mila dichiaranti annui del Caaf ha un interesse anche generale, per le considerazioni che si possono trarne. In provincia di Siena il Caaf Cgil raccoglie dati da circa 20mila e 900 dichiaranti al 2011. Fra di essi, il 55,1% sono pensionati, il 31,5% sono dipendenti privati e il restante 13,4% dipendenti pubblici; nel complesso il reddito medio lordo è pari a 20,5mila euro con un peso dell’imposizione fiscale pari al 19%. Abbiamo però informazioni a partire dal 2008, per cui è possibile analizzare le variazioni di maggiore interesse per la nostra analisi, anche a parità di campo di analisi. L’analisi dell’andamento dei redditi medi al netto delle imposte, nel periodo 2009-2011, individua un rallentamento della dinamica generale, passata da +2,3% nel 2009 a +0,6% nel 2011. Il ritmo di crescita delle pensioni, dopo essere arrivato, nel 2009, al 3,7%, decelera fino a +1,4% nel 2011, insieme ad un incremento ancor maggiore dell’imposizione fiscale (da +8,7% nel 2009 a +1,6% nel 2010 fino a +5,8% nel 2011). Per quanto riguarda i redditi netti del comparto privato, se ne segnala una crescita non molto intensa nel 2011, simile a quanto registrato l’anno precedente, con un +1% ma si è avuta, anche per questo settore, una variazione più incidente delle imposte (con una loro crescita del 2,7% e poi del 3,4%). La forte crescita dell’imposizione fiscale è dovuta, nel 2011, alle manovre di risanamento dei conti pubblici nella seconda parte dell’anno; sulle pensioni ha pesato anche l’effetto dei vari provvedimenti di riforma che si sono susseguiti nel tempo. Nel pubblico impiego, dopo un biennio con una dinamica positiva, il reddito ristagna a 0% nel 2011 risentendo pesantemente del blocco dei contratti e di tutte le misure prese nella seconda parte del 2011 a seguito della recrudescenza della crisi finanziaria (come blocco degli straordinari, delle indennità accessorie e riduzione dei premi di produttività). Per il 2012 ci aspetteremmo un generale rallentamento salariale, come in effetti si verifica da altre fonti. Notiamo infine come l’inflazione, a partire dal 2010, tenda a sopravanzare le variazioni nominali dei redditi determinando una dinamica salariale aggregata in termini reali negativa (-0,9% nel 2010 e -2,1% nel 2011), che non può non deprimere la domanda interna e le stesse aspettative di profitto. Andamento dei redditi medi netti per settore e confronto con la dinamica dei prezzi al consumo 54 4,0% 3,5% 3,0% 2,5% 2,0% 1,5% 1,0% 0,5% 0,0% -0,5% 2009 Pensioni Privato 2010 Pubblico 2011 Totale Prezzi al consumo 21. Le pensioni Le pensioni si sono caratterizzate nel 2011 per una variazione positiva nominale del reddito al lordo delle imposte pari al +2,1% che si abbatte al +1,4% in termini netti, per effetto di una dinamica dell’imposizione fiscale sostenuta (+5,8%). Ciò dovrebbe rappresentare sia l’effetto delle manovre per il riequilibrio dei conti pubblici nella seconda parte dell’anno (dopo che il contesto macroeconomico interno ed europeo si è deteriorato) e sia il peso delle misure di riforma del sistema pensionistico stesso. Non si rilevano differenze di genere consistenti nelle dinamiche; il gap rimane tuttavia elevato a vantaggio degli uomini (che hanno avuto carriere retributive più dinamiche) se consideriamo i livelli (circa il 22%). Riguardo alle fasce di età si rilevano dinamiche positive marcate per le due fasce più anziane che concentrano il 99,6% dei dichiaranti. Positiva la variazione rilevata per la componente nazionale del reddito netto (+2,1%; estero -3,1); il differenziale nei livelli reddituali è migliore per gli italiani (+1,5%). Livelli e variazioni dei redditi dei pensionati 55 Genere Femmine Maschi Classe di età Fino 35 anni 36-50 anni 51-65 anni 66 anni e oltre Stato di nascita Italia Estero Totale Dichiaranti Reddito medio netto Var% reddito Var% reddito lordo netto Var% imposte 44,3% 55,7% 12.162 15.643 2,4% 2,4% 1,7% 1,6% 6,6% 6,1% 0,03% 0,4% 29,4% 70,2% 7.472 11.038 16.074 13.291 0,3% 1,8% 2,9% 2,1% 4,8% 1,0% 2,0% 1,4% -44,9% 7,6% 7,0% 5,8% 99,4% 0,6% 11.516 14.102 13.890 14.100 2,1% -3,1% 2,1% 1,4% -3,6% 1,4% 5,8% -1,1% 5,8% 22. Livelli e variazioni dei redditi dei dipendenti privati La crescita 2011 del reddito medio lordo dei dipendenti privati senesi è del +1,4%, che in termini netti si riduce al +1%, grazie ad una variazione delle imposte del +3,4%. La crescita dell’imposizione rappresenta in specifico, anche qui, l’effetto delle manovre per il riequilibrio dei conti pubblici nella seconda parte dell’anno, con un aggravio del carico fiscale (dopo che il contesto macroeconomico interno si è deteriorato). Riguardo alle componenti di genere si evidenzia una crescita maggiore dei redditi degli uomini (con un reddito che supera quello femminile di 17 punti percentuali). Considerando le fasce di età, si può rilevare una variazione negativa tra i lavoratori più anziani, con più di 65anni, che rappresentano comunque una quota inconsistente (0,5%); con riferimento alle altre fasce di età, l’andamento migliore riguarda i lavoratori fino a 35 anni (+2,8% per il reddito netto); si ha una dinamica stagnante per i redditi delle classi centrali. I lavoratori italiani evidenziano una variazione maggiore del reddito netto (+1,2%) rispetto agli stranieri (+0,8%); questi ultimi avvertono gli effetti di una maggiore imposizione fiscale (+10,6%) considerando un andamento del reddito lordo più elevato per gli stranieri, le cui motivazioni sarebbe interessante indagare (forse una minore capacità di avvalersi di deduzioni e detrazioni?). 56 Genere Femmine Maschi Classe di età Fino 35 anni 36-50 anni 51-65 anni 66 anni e oltre Stato di nascita Italia Estero Totale Dichiaranti Reddito medio netto Var% reddito Var% reddito lordo netto Var% imposte 36,7% 63,3% 16.786 20.139 1,0% 1,9% 0,7% 1,3% 2,6% 4,0% 24,5% 52,4% 22,6% 0,5% 16.253 18.941 21.405 33.184 2,8% 0,1% 0,1% -1,9% 2,2% -0,1% -0,1% -2,5% 6,1% 0,8% -0,4% 3,5% 85,8% 14,2% 6.578 19.389 16.012 18.909 1,6% 1,9% 1,4% 1,2% 0,8% 1,0% 3,5% 10,6% 3,4% 23. Livelli e variazioni dei redditi dei dipendenti pubblici Il settore pubblico ha avvertito più degli altri due raggruppamenti (pensioni e settore privato) l’effetto delle correzioni di finanza pubblica decise nella seconda parte del 2011, in concomitanza con l’aggravamento degli squilibri nei conti pubblici. In termini lordi il reddito è infatti decelerato, passando da +0,9% al +0,3% mentre quello netto risulta addirittura ristagnare intorno allo 0% parallelamente ad una crescita delle imposte moderata (+1,4%). Se per le pensioni e il settore privato è stato rilevante l’effetto sul carico fiscale, nel settore pubblico gli effetti riguardano direttamente la componente reddituale, con riferimento al blocco degli aumenti contrattuali ed a tutte quelle leve relative alla contrattazione decentrata che hanno influito sulla dinamica salariale in termini negativi (taglio della produttività, riduzione degli straordinari e delle indennità accessorie, citando le misure più diffuse). Riguardo al genere, la componente femminile del reddito denunciato ha un incremento più moderato di quello già basso degli uomini; per la fascia dai 66anni in su, il reddito monetario si ridimensiona in termini significativi; si registra tuttavia un incremento del reddito netto (+2,6%) per la fascia dai 51 ai 65 anni, ma non per le componenti più giovani del pubblico impiego. Riguardo alla nazionalità, il reddito netto cala ancora in misura consistente per i lavoratori stranieri (-5,2%) e aumenta in modesta misura (+0,2%) per gli italiani. 57 Genere Femmine Maschi Classe di età Fino 35 anni 36-50 anni 51-65 anni 66 anni e oltre Stato di nascita Italia Estero Totale Dichiaranti Reddito medio netto Var% reddito lordo Var% reddito netto Var% imposte 59,2% 40,8% 20.497 22.937 -0,2% 1,0% -0,4% 0,5% 0,5% 2,6% 8,5% 47,3% 42,2% 2,0% 18.052 20.332 23.205 27.686 -0,2% -3,7% 3,5% -18,2% -0,4% -3,2% 2,6% -15,3% 0,9% -5,8% 6,3% -24,7% 96,7% 3,3% 2.801 21.609 18.135 21.493 0,6% -7,0% 0,3% 0,2% -5,2% -0,04% 2,1% -15,2% 1,4% 24. Confronto Siena - Toscana Infine, un confronto con i dati regionali segnala un generale spostamento verso il basso dei livelli di reddito dei contribuenti senesi, relativamente più numerosi nelle fasce a basso reddito, e poco numerosi nelle fasce a maggior reddito. Dichiaranti per classi di reddito 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 11,1% 11,4% 10,3% 11,2% 20,1% 20,6% 13,9% 14,8% 12,8% 13,8% 22,4% Oltre 30.000 25.001-30.000 22,9% 20.001-25.000 27,5% 26,8% 26,5% 25,1% 15.001-20.000 Fino 15.000 30,9% 30,0% 24,3% 23,5% 2010 2011 2010 2011 Siena Toscana 58 59