Per gli ex dipendenti della Sapa Profili e Aviointeriors

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Per gli ex dipendenti della Sapa Profili e Aviointeriors
IL QUOTIDIANO - Sabato 27 Dicembre 2014
Sul piazzale dell’industria di Fossanova la disperazione delle maestranze in stato di mobilità
Messa di Natale con gli operai
Per gli ex dipendenti della Sapa Profili e Aviointeriors messaggio di speranza e solidarietà
DI ELISA FIORE
n Natale triste, quello appena
trascorso da centinaia di famiglie che si sono viste sottrarre la
certezza di un lavoro e quindi di un
reddito di sussistenza in quest’ ultimo
scorcio d’anno. Ma non per questo il
U
messaggio di speranza e di solidarietà
deve restare sospeso nel vuoto, né può
sottrarre le generazioni future, quelle
legate alla politica, dalle loro responsabilità. Fare qualcosa e farlo ora. Il messaggio del parroco di Pontinia padre Valle-
DETTAGLI
ALCUNE IMMAGINI SCATTATE NEL CORSO DELLA MESSA
CELEBRATA DAL PARROCO DI PONTINIA, VALLERIANO,
SUL PIAZZALE DELLA SAPA PROFILI DI FOSSANOVA
riano. Perchè il tempo perso non può
essere recuperato, e ciò che va fatto deve
essere affrontato subito. Dunque il compito dei sindaci - riuniti per la Messa di
Natale davanti alla Sapa Profili di Fossanova - assieme a quello della presidente
della Provincia di Latina, nell’immediato futuro dovrà puntare ad incidere sui
livelli istituzionali più alti. Affinchè le
vertenze Sapa e Avio vengano affrontate
su un tavolo interministeriale prima che
circostanze esterne ed estranee al conte-
sto travolgano definitivamente ogni
aspettativa.
E’ stato così che idealmente, per
tutti le maestranze che vivono nel
triangolo compreso tra Priverno. Latina e Cisterna, la Sapa Profili si è
SONO ORMAI DECINE LE ASSEMBLEE
PERMANENTI CHE MANTENGONO I PRESIDI
LADDOVE FINO A QUALCHE MESE FA C’ERA
UN POSTO DI LAVORO ED OGGI SONO SOLO
UNO SPAZIO VUOTO CHE NESSUNA RICHIESTA
DI MERCATO RIUSCIRÀ A COLMARE
trasformata nel luogo-simbolo della
crisi industriale. Complice un’area
«dedicata» allo sviluppo, abbandonata a se stessa dove potrebbero tornare a pascolare le bufale sulle autostrade che la percorrono in lungo e
lavoratori uniti
PAROLE
«CHIEDERE ALLE ISTITUZIONI
DI FARE PRESTO
ANCHE PER LE MIGLIAIA DI GIOVANI
DISOCCUPATI E SENZA FUTURO»
largo su quel lembo di terra e di
spreco che si chiama Mazzocchio.
Una crisi dunque che viene da lontano, e che sta minando la sussistenza
dell’ultimo brandello di ciò che resta
di quella classe operaia di questa
provincia, passata attraverso decine
di mutazioni genetiche. Metalmeccanicie manufatturieri: addetti alla
verniciatura, alla creazione di barre
di alluminio come alla realizzazione
di componenti d’arredo per aerei a
breve raggio. Operai passati di mano
in mano. Di società in società, di
padrone in padrone. Sempre lo stesso
cliché, sempre lo stesso copione. E’
stato così che i 136 operai della Sapa
Profili, in mobilità da maggio scorso,
ed in presidio permanente da 170
giorni, si sono visti raggiungere da un
gruppo di altri operai, quelli
dell’Avionteriors di Tor Tre Ponti.
Sessantasette operai finiti direttamente in mobilità, anche loro. Sia
nell’uno che nell’altro caso la battaglia ingaggiata dalle segreterie sindacali dei metalmeccanici di Cisl Uil,
Ugl e Cgil, non hanno lasciato nulla
d’intentato. Ma ad oggi nonostante le
parole di circostanza e l’impegno
fattivo assunto dai sindaci - presenti
anche il 24 pomeriggio sul piazzale
antistante la fabbrica assieme alla
presidente della Provincia di Latina non ha ancora prodotto alcun risultato. Siamo ai buoni propositi. Alla
comunione d’intenti. «Le istituzioni
ci hanno abbandonato», commenta
Tiziano Maronna segretario generale
provinciale della Fiom-Cgil, eppure
proprio lui a partire da maggio ha
messo in moto le testate giornalistiche nazionali, cercando di alzare i
riflettori sul caso-Sapa e il caso-Latina. Indomiti come quegli operai della
Avionteriors, gli Rsu della Ugl, con il
loro delegato, Antonio Libertini, buttato fuori per primo, assieme agli altri
colleghi. Tutti, non hanno mai cessato di lottare con un presidio
«all’aperto» sul piazzale della fabbrica dove si continua a lavorare. Due
casi distanti anni luce, ma con un
unico comune denominatore: l’atteggiamento di apparente remissione da
parte di chi, da tempo, considera
questa provincia un’area di rapina e
solo per questo inevitabilmente esposta alle intemperie del... «mercato».