Gavazzeni, genio semplice in un video che emoziona
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Gavazzeni, genio semplice in un video che emoziona
MERCOLEDÌ 4 NOVEMBRE 2009 L’ECO DI BERGAMO 45 SPETTACOLI Ottimo bilancio per la neonata rassegna teatrale trevigliese dedicata alle novità «Ribalta», una bella promessa da mantenere «Canto diVino - Mosso come la schiuma che sopra il mare spuma» degli Araucaima Teater ■ Il ghiaccio è rotto, con l’augurio che sia l’occasione per avviare un progetto di lunga durata. «Ribalta!» – la «Rassegna di teatro giovane» andata in scena tra venerdì e domenica scorsi in diversi spazi (deputati e non) di Treviglio – va in archivio con un obiettivo raggiunto in più. Il primo era artistico, come è ovvio: mettere in «vetrina» le novità che si producono e raccolgono sul territorio. Il secondo era organizzativo: la collaborazione di due gruppi locali, Tae Teatro e Naviganti e Sognatori, con il Comune. Ma il terzo è «politico»: sollecitare un pubblico curioso e aperto, non solo giovane, e saggiarne la consistenza. Da questo punto di vista, «Ribalta» ha raccolto le migliori soddisfazioni, in termini di affluenza, soprattutto con gli spettacoli in luoghi non convenzionali. È il caso di Canto diVino degli Araucaima Teater, all’auditorium del centro civico. O di Teatro Caverna, che con Or Not to Be (un percorso teatrale, un trittico di tre «pezzi» tratti da Robert Louis Stevenson e Francois Villon) ha tenuto banco alla Casa Bacchetta. Lì c’era anche Alberto Angelo Di Monaco de La collocati al Teatro Filodrammatici riunire solo 60-70 spettatori ciascuno: eppure erano in scena Cose dell’altro mondo di Teodoro Bonci del Bene, su testo di Edoardo Tagliani sulla propria esperienza in Congo, e Icaro & Dedalo Srl di Gianfelice Facchetti, in un certo senso al suo ritorno a casa. Parliamo di uno spettacolo che parla con intelligente ironia di cose serissime, e di un altro che parla con molta generosità di padri e figli, conflitti generazionali, incomprensioni e relazioni sbagliate, attraverso uno dei miti fondanti della nostra civiltà. Ma questo – la relativa difficoltà di convocare il pubblico proprio nello «spazio deputato» di Treviglio – è un tema per gli organizzatori. Quello che resta è l’effervescenza di «Ribalta!» e il progetto che fa intravedere: una sala da ristrutturare, piccola ma agile e flessibile, per dare a Treviglio uno spazio per lo spettacolo sperimentale, i gruppi nuovi, la sempre meno formale scena contemporanea. Perché un festival riuscito come questo non sia un «exploit» isolato. Bottega dei Narratori, con la saga bergamasca di una famiglia di muratori, Magoch: uno spettacolo che ha attratto un pubblico del tutto diverso dagli altri, di mezza età e desideroso di ritrovare una comune esperienza di vita e di lavoro. Non solo. I giovani Elea hanno sorpreso con il loro Pout pourri, che al Centro civico ha riesumato le «fisicofollie» futuriste di Marinetti. Simona Angioni, Pasqualino Conti e Marta Zoboli si sono dimostrati Vivi nell’ultima serata del festival di cabaret, al Clocktower Pub. Più radicali, Massimo Vitali del Tae Teatro è direttamente sceso in strada (o meglio in piazzetta Santagiuliana), con il suo collaudato Da Max Comico Sciou, mentre gli Ilinx hanno direttamente allestito il loro Ilinx Machine in un’automobile: più confortevole e famigliare, per uno spettacolo «ai confini della realtà», tra fantascienza e metafisica. Al bilancio artistico, positivo, si somma così un interessante bilancio sociale, che ridisegna la città come un palcoscenico, individuandone spazi e occasioni. Il che lascia un pizzico di delusione nel vedere i due appuntamenti Gavazzeni, genio semplice in un video che emoziona Il concerto degli allievi dell’Istituto «Donizetti» (foto Yuri Colleoni) maestro Gavazzeni. I primi a vederlo sono stati i seriatesi accorsi nel loro cineteatro, in prima fila il sindaco Silvana Santisi Saita con assessori e consiglieri comunali, insieme ad alcuni familiari del maestro: il figlio Giuseppe con la moglie Franca Turani, la nuora Rosanna Paccanelli, vedova di Franco Gavazzeni con i figli Michele e Giulia, Andrea, primogenito di Franco, con la propria famiglia. Rosanna Paccanelli ha un ricordo palpitante del suocero e racconta della casa Cinquandò, sulla dorsale di Monterosso, dove – come le raccontava il maestro – il piccolo Gianandrea ascoltava quasi con devozione lo suono della carta ruvida del formaggio, il canto degli uc- Mezzapesa sbaraglia tutti Tre i corti premiati quest’anno nella quinta edizione di «Cortovillese», il concorso nazionale per cortometraggi organizzato dal Comune di Villa di Serio e dall’Associazione Culturale Ondanomala, in collaborazione con Lucialneon, Oratorio Don Bosco, Biblioteca Popolare Comunale e Unione Commercianti. Al cineteatro «Don Bosco» di Villa di Serio, tra gli otto cortometraggi in lizza – «Vietato fermarsi» di Pierluigi Ferrandini, «Ogni giorno» di Francesco Felli, «L’amore non esiste» di Massimiliano Camaiti, «Rossa Super» di Paolo Geremei, «Come a Cassano» di Pippo Mezzapesa, «27 minuti di purezza» di Omar Pesenti, «Little White Wires» di Massimo Amici e «Fuera» di Michele Bertelli – la giuria ha assegnato il premio per il miglior cortometraggio a «Come a Cassano» di Pippo Mezzapesa, mentre il premio del pubblico e la menzione speciale della giuria sono andati a «L’amore non esiste» di Massimiliano Camaiti. Una menzione speciale è stata assegnata anche dall’assessorato alla Cul- An. Fr. Oggi pomeriggio e sera ballo liscio con MAURY BAND Sera Ingresso omaggio DONNA Venerdì sera MIKY FERRARA Sabato sera FABIANO & i ROGER In palio 2 buoni vacanza Iperclub per due persone Urgnano (Bg) - Tel. 035.893053 www.amadeusdancing.it OGGI ORE 20.40 A cura di Francesca Manenti Emanuele Casali Bravo Castagna, quasi perfetto Oreste Castagna in «La storia di Sant’Alessandro raccontata ai piccoli» (foto Maria Zanchi) tura a «Rossa Super» di Paolo Geremei, mentre il premio della Biblioteca (sezione ragazzi) è stato assegnato a «L’altra storia» di Nicola Vero e Aldo Rapè. Il premio al film «Come a Cassano» è sicuramente meritato. Del resto il suo autore, Pippo Mezzapesa, è ormai un nome affermato nel panorama del cinema italiano. Questo corto ha ottenuto la menzione speciale ai Nastri d’Argento del 2006, mentre il regista si era aggiudicato anche il David di Donatello nel 2004 per il corto «Zinanà». «Come a Cassano» è una storia ispirata e dedicata al giocatore Antonio Cassano. Pippo Mezzapesa si è messo in luce lo scorso anno alla Mostra del Cinema di Venezia con il suo primo lungometraggio intitolato «Pinuccio Lovero – Sogno di una morte di mezza estate», la storia di un giovane uomo di Bitonto che vuole a tutti i costi farsi assumere dal Comune come guardiano del cimitero. Alla Mostra del Cinema di Venezia era stato presentato come film evento della «Settimana della critica». 526741_9 cellini, il fruscio delle foglie, i rintocchi delle campane: in questa quiete Gavazzeni sviluppò il suo talento musicale. «Luigi De Filippo ha mixato in modo sapiente i momenti della vita del maestro evidenziando la sua personalità, l’umiltà, il rispetto per il lavoro e per le persone», ha concluso Rosanna Paccanelli. Anche il sindaco di Seriate si è rivolto alla platea usando un linguaggio musicale: «Vibrano le corde dell’emozione, stasera». Silvana Santisi Saita non ha però usato mezzi termini sulla questione dei ritardi nelle celebrazioni per il centenario della nascita di Gavazzeni e, insieme a lei, anche gli organizzatori della serata, Dimitri Donati e Sonia Camozzi, hanno spiegato: «Abbiamo ragionato: l’anniversario cadeva il 27 luglio in un periodo tipicamente critico, con città e paesi semivuoti. Abbiamo fissato intenzionalmente la manifestazione per Gavazzeni nella programmazione autunnale». Poi la parola è passata alla musica, con il concerto eseguito dall’orchestra dell’Istituto musicale «Donizetti» di Bergamo, composta da giovani allievi e da alcuni insegnanti, diretta da Angelo Teora con l’apporto dei soprani Francesca Tiburzi e Sonia Lubrini, del clarinetto solista di Letizia Elsa Maulà e del pianoforte di Davide Perniceni. Soddisfazione da parte dell’assessore alla Cultura Ferdinando Cotti e del sindaco stesso: «Sono orgogliosa di questa serata, così come del nostro teatro seriatese. Ai giovani orchestrali che si sono esibiti stasera va il nostro augurio di raccogliere il testimone del grande Gavazzeni». del «cartaracconto», il racconto per voce, musica e carta, dal primo spettacolo con Miriam Bardini a quelli in cui Castagna si divideva tra regia e interpretazione (Il principe felice e Il gigante egoista). E non solo. Castagna ha diretto, sulla figura di Sant’Alessandro, tre spettacoli – dalle forme più tradizionali – per «Notti di luce»: Vi ho amato fino alla fine, Passioni di Sant’Alessandro martire e Alessandro: pacem in terris. E Teatro Prova ha prodotto il primo spettacolo a soggetto agiografico per bambini tre stagioni fa, con La storia di San Francesco raccontata ai piccoli. Anche in quel caso, il tema sottotraccia era il sentimento del coraggio e del suo opposto, la paura: coraggio di testimoniare, di cambiare, di seguire fino in fondo le proprie azioni. È come se – giunto Castagna ai cinquant’anni e Teatro Prova ai trenta – fosse giunto il Il coro del Papa, la Cappella Musicale Pontificia «Sistina», terrà un grande concerto a Bergamo venerdì (e il giorno prima a Brescia nella basilica di Santa Maria delle Grazie). L’importante appuntamento, condotto dal direttore della Cappella pontificia musicale Sistina, monsignor Giuseppe Liberto, si svolgerà in Duomo (ore 21, ingresso libero fino ad esaurimento dei posti). I due concerti saranno presentati alla stampa oggi a Milano. Intanto l’Associazione Amici di Pensare Cristiano invita a parteciparvi. IIIII IL CONCORSO «COR TOVILLESE» Ben riuscita la sua «Storia di Sant’Alessandro» per i bambini ■ È presto per dire se il risveglio di interesse per il teatro sacro preluda davvero, in Italia, a un più generale processo di rinascita. Per ora è più prudente parlare di occasioni, circostanze, segnali. Tra questi, da sabato scorso, va annoverata La storia di Sant’Alessandro raccontata ai piccoli di Teatro Prova, vista al debutto al Teatro San Giorgio su testo di Silvia Barbieri, anche regista, e Oreste Castagna, anche attore: uno spettacolo che si assume la sua parte di rischi, nel risalire le radici della comunità cristiana bergamasca attraverso la figura del patrono, utilizzando gli strumenti del mito, cioè del racconto teatrale. Per Oreste Castagna questo è lo spettacolo in cui arrivano ad intrecciarsi molte delle piste battute in questi anni. Così ecco confluire nel Sant’Alessandro quasi quindici anni di lavoro sulla formula Coro del Papa a Bergamo venerdì Pier Giorgio Nosari Non solo musica a Seriate nella serata dedicata al direttore d’orchestra Applausi ai giovani dell’Istituto «Donizetti» e al regista De Filippo ■ «Benvenuti a questa serata virtuale con il maestro Gianandrea Gavazzeni», ha introdotto lo speaker rivolgendosi ai quattrocento spettatori intervenuti alla serata dedicata al grande direttore d’orchestra bergamasco. E infatti un video assemblato per l’occasione da Luigi De Filippo ha raccontato la vita di Gavazzeni: quando era bimbo nella casa sulla collina di Monterosso; nel 1914 con il nonno costruttore di campane che spiegava al nipote le caratteristiche del loro suono; con la mamma Rina Monzini; con il papà a Salsomaggiore; nel ’50 con la moglie Mariuccia Polli. E poi una documentata sequenza degli incontri con personaggi di calibro mondiale: Giovanni XXIII, Giovanni Gronchi, Franco Zeffirelli, Mario Del Monaco, Renata Tebaldi, Maria Callas, Giuseppe Di Stefano, Carla Fracci, Herbert von Karajan. Non solo immagini, perché c’era anche la voce del maestro Gavazzeni: il filmato riuniva infatti spezzoni di interviste e anche momenti di lavoro. Il maestro spiegava che i suoi preferiti sono Bach, Mozart, Beethoven; ma diceva anche che dirige con la stessa intensità autori minori: «In realtà ho una predilezione per tutto ciò che in quel momento devo fare». Il suo carattere bergamasco l’ha accompagnato dappertutto, insieme alla naturale modestia: «Mi è stato chiesto ti tenere corsi di direzione d’orchestra: ho detto che sarei andato, ma come allievo. Sono molto perplesso sui corsi di direzione d’orchestra. Direttori si diventa sul campo, fra errori, delusioni e riflessioni. Ho osservato direttori diversissimi fra loro, ho imparato: questa è la scuola». Il filmato dura sette minuti ed è una miniera d’oro sulla figura del IIIII SI PRESENTA OGGI momento di serrare le fila, e tirare alcune somme. Il risultato è il miglior spettacolo tra quelli dedicati a Sant’Alessandro da Castagna, qui anche attore: la situazione è meno formale, il linguaggio più diretto, il rapporto con le percussioni di Stefano Bertoli vivificante, la scrittura capace di rendere qua e là il respiro del mito e della leggenda. Importa relativamente, in questo caso, la verità storica. Conta il senso della storia, la responsabilità individuale, il senso di un destino collettivo: varrebbe la pena anche di alleggerire la drammaturgia, e lasciare più aperti giudizio e posizione del pubblico. Anche sul piano visivo, questo ci pare il miglior «cartaracconto», a un passo dal trovare l’equilibrio perfetto tra animazione, narrazione e illustrazione. P. G. N. TORRE DE’ ROVERI Replica domenica alle ore 18:00 Anche sui canali 25 e 40 del digitale terrestre.