Kineo 16 completo
Transcript
Kineo 16 completo
AU E C T R IE G OS VIZ LE IA T I M R AL NU PI AD L O ER A ’U V O IL TE E S A LI LU N TR R VI S ZA A E LA E N TR IN TE IE E G CO AU IE SU M DA TO N AR LL C S D E E TR IO EG A ZI A O VI AT LI U N D RA TO E A E T I S RA SE S D LI N O ER T M TR EL P T VI IV I P AD LE ZI IT IÙ E A , L À S FR RE ’A AT IG A E M T N NC D BI R IF E I S TR EN AV IC SI O A L’ SP TE ER AT , COSTA IM O E SO IVI N D P R EL A TO LA IL D A L TR LE TTO P ST DI I CU U S O E N AS LI S B RI G I PO NE UL BL N A I E O L RT E A CO , O D Q PU AL UA BB LE LI LI FE TÀ CO RM U R IN AT BA IT E D NA AL E IA L IN TE LE RV D RA EN EI D TI S I TRIMESTRALE DI ARCHITETTURA DEI TRASPORTI KINEO £ 15.000 16 1998 Id. 02 ) 4934073 [ao\" 02 J493916; I!-lIwi/: flll~wS@/ill. il Fabrizio Bonomo Dirr llrm' "1'~11OIIsabill': ~lario Castald o Comi/alo scirn fijico: Chiara Borgoolo Riojo Bruuomesso AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI A UEr: DI SOSTA [N N~A.\'CIA Uno sludio per lo Concession aria (w loSlmda/e Sil((f melli' i II el.lidel1z.a chl' /a Francia mNmscillrI oggi mI O dei migliori l'sem/li di progellaz.iolle delle (1m' di sosln au.tostradali lt REE DJ RIPOSO IlI/ piauri' de/ 1Jiaggio souo presidiaie ma liispongmlO e, sopratlltllo. si integra no territOPlo /N'r fm der't' lo sosia s~'IlJizi Lo (free di ri/JOso in genere nO li lit i di ilI/O slmulard minimo di 1S 20 24 31 38 COShlleJldo gli LE AREE DJJ UIM E DV POl'LE1' DE BRE.'iSE L.e oru di seroiz.io di Jllm e di Brt.SM sùllettuano (I/l 'estremo lo di Ili! silo li scopi sqllisitmnenl, edifici in U1l 0 ·slile" de/lo regiolle (mis/ici, (lI ratte,7:?..zm..iolle lIrchitetlOllicli 43 F ER.J\LA "I "L A.:\-nJJOMU:I t\![ ltASO I..<{ sislemm..ioue della piflZUl /\I Novembre evide7tzull 'illl/Jo1fo sulla qualità ur!J(lIIa delle {inel' dellras/x)110 pubblico, (he possono lmsfomurrsi in ~/l!mrnlì di separtttiQIII' e di degrado 49 V : AREE DI BEAUW: Bea/me è una grande (1""(1 (f soda nm.iol/all', (01/ sl'tviz.i re(l!i.z.wli su sllperfici 711.0/10 vaslt, articolali in numerosi sfJo.7..i disfil/ti e !ipecializ.z.ali /ler ulelll.c o li/)() di Se/vizio L , \lIDI D/ \lOLCANS D 'AlfIE RGNf 34 L 'm-e(l. di se,vizio di \lolam.s esprimr integrazione ul'l/N't'l'aggio, ricerca di una immagine dII' sinletiui l 'essl!lIu, delltl. rtgi07U', m1ù:o!m:.iolle degli spazi secondo i ?tU01I; modelli progetluali slesso, pennelle uno sl(l.C(O t;ffellioo dllrallie i/lliagg;o, L ·O'1-ea di riposo di BoistraJ valori.v..o il territorio t , L:<IIFA DI BO/STRAY l' A REE DI SERI'/lI0 Le arei! di se1";':;0francesi presentano UI10 s/alldmd minimo generalizzato, dal quale emergono grandi al'e t polifUlIliotloli, (oncepite come lIl:I1Ùlf clIllu mli, o lII u.5eali, o /ICrle pfltsaggi.siich 263 dI'I tempo Leonard o Cavalli Giulio De Carli Amedeo Gargiulo Giancarlo Laguzzi Enzo Porcu Gianni Scarfo ne Mario Virano fiSSO /1ft J1U lrln"o (I( L , !Rlòl DJj UG l' 28 L '{Jfetl di ,iposo di Ju!!>' è 101 esempio di altratl;TJir(; fJùmificata coslm ila allomo 111/ ul('1/11' Spl'l"ifir.o, in questo raso i ball/biui. Sudio Grafico B2 , Ammini,straziOIlt': Piera Galli Fotolito FOloli to Lorenleggio \ 'in POl/lij"t/ùile. 8 20 /47 M [((IIIQ MI S/OIllP", Arti grafiche Pinelli srl 201 29 M iumo AI1 via Fa/7le/i, 8 Disltilnuione: Joo DisLribuzione Fio F. "rpti l ' . 20/43 Milano 1\'11. lei. 028)7'6 7/ fox 58// 2324 CofJ}light Cl Scri/llo S,-l li" /5.000 (IIIA PubbliuuJQlIt Ili me.çtntll. da ll'editore}. T I/ Ili i dhill; riselv a/i, A'-re/rati lire 30.000. Mila1lo fil R~s(m(Q 1""tSso il T rib'" lIIf. di 22 maggio J99). I n copertina Foto un;l</le{MI"orm di lm ,juo 1 11 fO '" sulla II IIOVO alllM /rada AuwrllUtes Paris·Rhin·RM"e. t\ J 9 dtlla rete llella miti dts KINEO 16 1998 Grafico,. i7ll!X,gilllll';fJ/l r: TRASPORTO PUBBLICO I Radici italiane per i servizi all'utenza in autostrada nquadrare storicamente strutture come le aree di servizio autostradali non è semplice, anche se possono essere fatte risalire alle antiche stazioni di posta, che prima dell'avvento della f errovia scandivano i lunghi viaggi sulle strade consolari. l\ on i può però pen are a una evoluzione diretta, perché il modo di ia ·are ha subito negli ultimi due secoli una modifica::.ione talmente profonda da non costituire una vera e pr(}pria olu: ione di continuità: il trasporto di massa infatti con l ·a vento della ferrovia, rivoluziona il viaggiare sui lunghi percorsi relegando le grandi arterie del passato a semplici itinerari di collegamento tra città vicine o tra città e stazione ferroviaria, fa cendo scomparire quella forma di simbiosi tra l 'uomo e il suo cavallo, tra vettura le, vettura e passeggeri; e il passeggero diventa "trasportato ", soggetto passivo in balia di un mezzo che gli è estraneo. Il problema dell 'assistenza e dei servizi per l'uomo e il suo mezzo di trasporto si ripresenta non appena i viaggi sui lunghi percorsi, affrontabili per le migliorate caratteristiche stradali e la conseguente riduzione dei tempi di percorrenza, ridiventano oggetto di decisione autonoma del viaggiatore, quando cioè si stabilisce con l'automezzo quel rapporto di compartecipazione alle vicende del viaggio che legava un tempo cavallo e cavaliere. La rete stradale ordinaria si arricchisce così di una serie di impianti di rifornimento, di ristoro, di locande che, pur offrendo un 'ampia scelta, sono viziate all 'origine dal fatto di essere il prodotto di singole iniziative non armonizzate fra loro. I Un inizio di armonizzazione dei servizi offerti all 'utente si ha con le prime autostrade in Italia su alcuni prototipi visti negli Stati Uniti, e raggiunge la sua maturità neliltalia degli anni Cinquanta, con l'Autostrada del Sole. L IDEA .. Proposte di servizi all'utenza p r esentate da Piero Puricelli nel 1923, per spiegare il suo concetto di autostrada. KINEO 16 1998 VINCE.WE DI PIERo PuEuCELU Que. ti concetti na cono ne li an n i 1 enti per merito di Piero P uricelli. di fatto !"ideatore dell 'auto trada alla quale da COlPo altra er o la ocietà anonima Puricelli, Strade e Cave (poi Italstrade spa), che ha progettato e costruito la prima autostrada del mondo (la Milano-Laghi, inaugurata nel 1924) e gran parte delle autostrade italiane della prima generazione. Nelle sue idee, espresse nel gennaio 1923 alla Camera di Commercio di Milano, questo tipo di infrastruttura si distingue dalla strada non solo per le caratteristiche geometriche ma anche per un insieme di servizi di assistenza all 'utente, dalle pompe di rifornimento alle strutture per le riparazioni dei veicoli, ai servizi di informazione e di soccorso. Uno degli esempi Più significativi di aree di servizio è la vecchia stazione di Genova dell'Autocamionale GenovaValle del Po, inaugurata nel 1935, dove, oltre a zone per il trasbordo merci (da e per il porto) e al rifornimento, vi è un fa bbricato per il ristoro dei viaggiatori e le attività direzionali, con ristorante, albergo diurno, posta e telegrafo, rivendita giornali, bar, stanze di riposo, uffici di controllo e alloggio del dirigente di stazione, e aree di parcheggio con un sistema di infomzazioni agli utenti . 5 INTERVENTI GIAMPIETRO LIVINI PIuME TIPOLOGIE Negli anni Trenta una vera e propria distinzione fra aree di servizio, casello di riscossione pedaggio e stazione non esiste, e nella stessa stazione di Genova tutte queste funzioni sono svolte in un unico complesso (per la benzina, un testo d'epoca sPiega che il rifornimento viene effettuato in appositi chioschi situati lungo il lato del piazzale parallelo a via Carducci, mentre posti di rifornimento di minore importanza sono installati presso le case cantoniere, nelle stazioni intermedie e lungo le statali. Si ha quindi la tendenza a raggruppare il maggior numero di attività nello stesso luogo, compre i gli ingre i delle autostrade, dove pre o le tazioni la [rada i allalga lasciando due piazzali laterali per i rifomimenti, per l 'acquisto dei biglietti e per i controlli ' questi larghi non sono altro che cor ie di accelerazione e decelerazione, Più che funzionali p er il traffico e i mezzi dell 'epoca; ai fabbricati è annesso un locale autorimessa, le latrine per i conducenti e una cabina per la biglietteria. Lungo le autostrade sono presenti inoltre case cantoniere di notevole fattura e funziona lità; sulla Genova-Valle del Po sono a due Piani con accesso indipendente; l'arredo e le disposizioni interne sono rivolte alla massima funziona lità e non manca una sala riservata al pubblico. Particolare importanza viene data all'aspetto estetico e architettonico - la casa cantoniera di Portici Bellavista, sulla Napoli-Pompei, è realizzata in seguito a un concorso del Touring Club Italiano - né si sottovaluta l'inserimento nell'ambiente, come emerge da un testo dell 'epoca dedicato ai fabbricati autostradali: "Con le loro linee sobrie e con il , 1 ,~ I ... In alto, veduta della stazione di Genova della vecchia Autocamionale Genova-Valle del Po (inaugurata nel 1935). ,1I',1 " " I'~ " ".t ,'I" I ... L'autogrill Pavesi, realizzato nel 1952 presso il casello di Novara e , a destra, l'edifico a ponte che lo ha sostituito. loro colore rosso pompeiano, che è caratteristico delle analoghe costruzioni lungo le strade statali, case cantoniere e stazioni s'inquadrano bene nel paesaggio alpestre e armonizzano col verde dominante dei boschi: il loro incontro p er l'autista ed il turista allevia quel senso di solitudine che in genere si prova p ercorrendo le autostrade". Le case cantoniere e le stazioni sono collegate fra loro da apposite linee telefoniche esclusive, con apparecchi selettivi, e collegate anche al Più vicino centralino delle reti telefoniche pubbliche, anticipando il complesso sistema di assistenza che gode attualmente l'utente sulle autostrade. L E INNOVAllONI DEGli ANNI CINQUANTA Se consideriamo i tempi in cui sono state realizzate le prime opere autostradali, risulta evidente l'alto grado di evoluzione raggiunto; dopo il 1935 però questo sviluppo viene interrotto, e l Italia perde un notevole patrimonio in conoscenza, lasciando il testimone ad altri paesi, primi fra tutti gli Stati Uniti. Quando negli anni Cinquanta si riprende la costruzione della rete autostradale italiana, i concetti anteguerra sono già superati mentre, viceversa, l 'esperienza americana, con i suoi oltre 50 mila chilometri di autostrade in esercizio, costituisce il patrimonio culturale Più avanzato. Cosz~ attraverso studi e sopralluoghi tecnici, il modello delle turnpikes o delle highway statunitensi viene acquisito e adattato alle esigenze nazionali, specie per quanto riguarda l'organizzazione e la definizione tipologica degli arredi autostradali: aree di servizio, aree di parcheggio, fabbricati per l'esercizio e la manutenzione, opere di sicurezza e egn a leti ca, opere di inserimento ambientale. Con la costruzione dell 'A utostrada del Sole Milano-Roma, m teria di collegamento nazionale, il servizio è per la prima volta pensato e razionalizzato organicamente: - i costituisce una rete di appositi centri lungo il tracciato, a una distanza media di 25 chilometri, per soddisfare le necessità dei mezzi meccanici e dei viaggiatori in transito; - le aree di servizio sono separate fisicamente dalle stazioni, ervite in alcuni casi da appositi svincoli a due livelli e ubicate esternamente alle carreggiate autostradali, realizzando così una maggiore fluidità del traffico, epa rando nettamente gli impianti a servizio dell'utenza da quelli a servizio dell'autostrada; - i nuovi impianti hanno piazzali ampi e organ ici, con circolazione promiscua di mezzi leggeri e pe an ti. Inoltre i fabbricati sono raggruppati in d ue poli di tinti: - la tazione di rifornimento e assistenza autoveicoli. con uffici e servizi per il personale, spazi di sosta e sel1 ,i::.i ·fTienici per gli utenti, magazzini e officin a; - il posto di ristoro, ha un market e uno sna ck-bar con tarola calda e talvolta una sala ristorante, nonché ambienti di servizio per il personale e servizi igienici. La di locazione delle aree è determinata in modo da 7i ali::.::.are un 'alternanza fra aree "complete" e aree -ridotte · ~ dove queste ultime dispongono di attrezzature limi/ate alla distribuzione carburanti e allo snack-bar, con rlu ione del ristorante e dell'officina, riducendo, di conseguenza, l'ampiezza dei parcheggi; tale soluzione determina automaticamente una differenziazione fra le aree, proiettando le une verso una sempre maggiore completezza e varietà di servizi e riservando le altre alle soste brevi per il soddisfacimento delle necessità primarie. GLI AUTOGRILL PAVESI Nelle nuove aree la struttura costruttivamente Più importante è il posto di ristoro, che subisce negli anni un 'evoluzione tipologica, con edifici dalla forte matrice simbolista di chiara estrazione pubblicitaria, che ha la maggiore espressione nel caso Pavesi e dei suoi autogrill. La storia inizia nel 1947, con la realizzazione di un Piccolo chiosco per la vendita dei biscotti Pavesini sulla Milano-Torino, all'altezza del casello di Novara (sede dello stabilimento Pavesi); qui, inizialmente, si fornisce un servizio bar legato alla vendita promozionale dei biscotti, e quindi fortemente caratterizzato a livello di immagine. Il passo successivo è l 'introduzione del ristoran te, come servizio evoluto e speciali tico le a/o a li na pm1icolare inteJpreta:ione delle condi:iolli dell"llten :a te a: la lllnga guida monotona. la Ilarità del conte to in cui i pia la. ... Veduta dell'autogrill Pavesi di Lainate, sulla Milano-Laghi. KINEO 16 1998 7 ... In alto, lo spazio interno dell'autogrill Pavesi di Ronco Scrivia, sulla Genova-SerravalleMilano. GIAMPIETRO LIVINI INTERVENTI l'esigenza di una so ta adeguata l"impo ta:ione dietetica dei menù (uno del 1959 pre enta già un pran o-tipo con consommè, ma tbeef o pollo alla griglia con patate chiPs, burro, formaggio e crackers-soda Pavesi, dolce Pavesini) . L 'iniziativa costituisce inoltre uno dei primi esempi di immagine coordinata nel panorama merceologico italiano: la grafica, la segnaletica, l'utensileria, il decoro, fino alle divise delle hostess e dei baristi, tutto è studiato in funzione della definizione di una "cultura aziendale", così come gli edifici, totem "commerciali" che ostentano il marchio. Gu EDIFICI A PONTE Successivamente, il concetto della massima pubblicizzazione degli edifici è enfatizzato dallo sviluppo delle strutture a ponte: la prima (in Eumpa) è innaugurata nel 1960, nell'area di servizio di Fiorenzuola d'Arda della Al, su pmgetto di Angelo Bianchetti per Pavesi, che aPPlica un 'idea sviluppata per l'area di Varazze, fatta due anni prima all'Anas e scartata perché troppo avvenieristica. Questa tipologia, presente nelle aree americane dell 'epoca (Bianchetti la riprende dal ristorante "Oasis" della catena di Fred Harve)1 di Chicago) , permette di servire con un solo impianto i due sensi di marcia; inoltre il costo è inferiore a quello di due aree laterali, senza parlare del risparmio sui costi di esercizio per gli impianti e il personale, mentre la lettura a distanza èPiù immediata e l'effetto pubblicitario Più efficace e di sicum richiamo di un impianto laterale. All'autogrill di Fiorenzuola fa seguito un secondo nell'area di Cantagallo, pmgettato da Melchiorre Bega per la catena Motta, e poi numerosi altri, specie sugli assi nord-sud (Al) ed est-ovest (A4), e sulla Milano-Serravalle. La tipologia, abbandonata in seguito (per scarsa flessibilità di trasformazione e condizioni di accesso non sempre agevoli), riflette il momento culturale degli anni Sessanta, quando l'automobile, il mito della velocità, sono aspirazioni individuali e collettive: l'autostrada, vista dal ponte, diviene la cavea di un enorme teatm, nella quale gli automezzi sfrecciano come pmtagonisti delle scene. .... Veduta aerea di una tipica sistemazione speculare di aree di servizio autostradali. ~ Modello dell'area di Somaglia e, sopra, l'autogrill Motta nell'area di Teano, entrambe sull'Autosole. SI SVILUPPANO E SI CONSOUDANO NUOVE TIPOLOGIE I grill della Pavesi diventano in pochi anni un centinaio, di cui dodici a ponte, e ad essi si affiancano quelli della catena Motta (tra cui il ponte di Limena, progettato da Pier Luigi ervi) e la catena di autobar Alemagna. Un 'altra soluzione, studiata anch 'essa per ridurre i costi di impianto e gestione, è rappresentata dalle aree di servizio "asimmetriche", poste su una sola delle due carreggiate e raggiungibile dall'altra mediante un ponte carrabile. La soluzione Più diffusa risulta comunque quella che vede le aree di sosta speculari, su ciascuno dei sensi di marcia, con gli edifici collocati in posizione di estrema visibilità e contatto con la sede autostradale. L'aspetto architettonico di ciascuna area risulta quasi sempre diverso da quello delle aree limitrofe; inoltre all'interno dell'area stessa sono compresenti organismi edilizi di estetica diversificata, quali il fabbricato di ristom e la stazione di rifornimento, vincolati entrambi dal rispetto di un messaggio edilizio ripetitivo per esigenze commerciali. Diversa è la soluzione proposta da Melchiorre Bega per l 'area di Somaglia ovest, che mira a superare le diversificazioni linguistiche fra i singoli edifici attraverso l'adozione di un sistema edilizio unico, basato su moduli a pianta esagonale aggregabili secondo le necessità di sviluppo dell'area; la viabilità determina due zone distinte, una pmssima all'autostrada, destinata al rifornimento e alle soste brevi, l'altra, Più lontana, è invece attrezzata per le soste prolungate con spazi verdi e ristorante. Una menzione particolare, infine, meritano le aree di servizio sui nodi autostradali presso importanti poli urbani (come Firenze nord), che introducono il concetto di "città ........,. , au tostradale": queste aree dispongono di un insieme di eroizi specifici - quali motel, attrezzature sportive, spazi ricreativi e culturali, negozi, banche - e consentono di incontrarsi e lavorare lontano dalla congestione cittadina, con tempi di permanenza dell 'ordine delle ventiquattro ore. Tali realizzazioni, apparse all'epoca avveniristiche, co tituiscono invece tutt 'oggi un modello di sviluppo e di integrazione fra le funzioni della grande viabilità a corri mento veloce e quelle dei maggiori poli urbani. LE AREE DI PARCHEGGIO La osta per la ricreazione e il relax porta alla creazione di apposite aree specializzate, quelle di parcheggio, che l'olgono un ruolo complementare e integrativo a quello delle aree di servizio e completano la rete di postazioni attrezzate per la sosta e il ristoro dell'utente. Le nuove aree sono costituite da piazzali relativamente i a ti raccordati opportuna'mfnte con l'autostrada, ron tomati da aree verdi; alcune di esse sono ubicate in o i ione panoramica tale da offrire all'utente opportunità rono citive sulla realtà storico-ambientale del territorio. In alcune sono previsti dei veri e propri servizi per la sosta lw li quelli igienici e d 'arredo; in particolare sono da 1c01·dare i primi "capanni per il Picnic" realizzati nel tratto appenninico dell'Autosole: semplici architetture lignee che ben i inseriscono nel contesto vegetazionale circostante. [-n ·e perienza singolare è invece quella realizzata in alcune aree fra Milano e Bologna dove, a livello sperimentale, si ono tati creati elementi ricreativi e d'arredo pubblicizzanti allo tesso tempo noti prodotti industriali. La ensibilità al tema delle aree di parcheggio è tale da \ '", . IL... I l ' ' - ' L.I Y I l "41 scaturire negli anni 1965-66 nella proclamazione di un bando di concorso nazionale d'idee per la progettazione di questi spazi; le soluzioni emerse contribuiscono a meglio definire la tipologia generale degli interventi e costituiscono a livello embrionale un 'anticipazione delle soluzioni Più articolate adottate oggi nella costruzione delle nuove aree. Que te ultime sono organizzate con un sistema di viabilità interna e di parcheggio che separa la sosta degli automezzi pe anti da quella delle autovetture e talvolta delle roulottes; il parcheggio è separato visivamente e acusticamente dall auto trada per mezzo di terrapieni vegetali piantumati con e enze arbu ti e e d'altofu to a foglia permanente; le attrezzature ono co tituite da seroizi igienici tradizionali e/o autopulenti da elementi d ·aJTedo per la sosta e la ricreazione nonché da un impianto a verde particolarmente studiato per tipologie e cromaticità delle essenze impiegate. CO CLUSIONI I servizi all'utenza in autostrada (gli autogrill soprattutto), sono gli antesignani non solo della ristorazione veloce, ma anche di modelli di consumo e stili di vita, legati all'auto e all 'autostrada: di fatto i servizi di ristoro on the road si configurano come una delle icone Più significative della modernità, che si estende anche alle architetture, unendo funzionalità e barocco (o kitsch), modernità ed efficienza. Ma tutto questo bagaglio di esperienze o di ricerche, che ha radici profonde in Italia, a partire dagli anni Trenta e poi nel dopoguerra, segna oggi un momento di stasi nel nostro Paese, salvo alcuni casi isolati, come l 'area di sosta della Forestale presso Tarvisio, sulla A23, o la chiesa di San Giovanni Battista a Firenze nord, progettata da Giovanni Michelucci, oppure il monumento alla velocità a Modena. In realtà lltalia, dopo avere inventato le autostrade e i servizi all'utenza, sembra avere passato la mano ad altri paesi, la Francia in particolare, dove si sono trasformati in occasioni d 'incontro, di svago e di interesse per i clienti delle autostrade, dando a questi luoghi un elevato livello qualitativo architettonico, paesaggistico e di servizio. ~ Prototipo di area di sosta attrezzata, allestito nel 1961 sull'Autosole. KINEO 16 1998 ,~- 9 MARIO VIRANO KINEO 16 1998 10 MARIO VIRANO INTERVENTI L’autostrada a servizio della cultura I trasporti ettometrici, cioè i sistemi speciali pensati espressamente per distanze inferiori al Km., costituiscono un settore dalle elevate potenzialità, in particolare per i collegamenti nei centri storici caratterizzati da un'altimetria complessa. Tra i molti casi si possono ricordare ad esempio le scale mobili di Perugia e l'ascensore urbano del Chiado a Lisbona. In questo quadro può essere interessante esaminare anche l'esperienza dell'impiego di sistemi elevatori in zone montuose dove convivono presenze storiche importanti abbarbicate su rocche che sovrastano nuclei urbani significativi. I due casi su cui si richiama l'attenzione sono quelli di Bellinzona e di Rocamadour. L’ASCENSORE DI BELLINZONA L'esempio svizzero nasce nell'ambito di un raffinato progetto dell'arch. Galfetti, che ha curato il recupero di un maniero medioevale, Castelgrande, che sovrasta la città di Bellinzona su uno sperone di roccia che si eleva a picco per un centinaio di metri sull'abitato a partire da una piazza che per tre lati è contornata da edifici, mentre il quarto lato è costituito dalla montagna in cui è stata aperta una porta urbana che conduce ad un ascensore verticale che percorre l'intera rocca e porta direttamente al castello. L'edificio storico ed i suoi spazi alla sommità del monte sono stati ripensati in un'ottica progettuale che è insieme filologicamente rispettosa delle preesistenze ed innovativa nell'uso degli spazi con sedi congressuali, ristoranti, musei, aree espositive interne e all'aperto con un effetto di grande suggestione che è in larga misura determinato dall'originale modalità di collegamento che consente un'elevata accessibilità escludendo i fenomeni della congestione da traffico. KINEO 16 1998 IL CASO DI ROCAMADOUR L'esempio di Rocamadour, nel Perigord, che è uno dei principali luoghi di culto francesi seecondo solo a Mont St. Michel per affluenza di turisti e pellegrini, è invece caratterizzato da un'edificazione medioevale che si snoda come un ininterrotto complesso di chiese, castelli e abitazioni sul fianco scosceso di una "falaise" scavata dal fiume... Questo nastro continuo di monumenti è raggiungibile automobilisticamente sia dall'alto che dal basso mentre il collegamento "interno" è affidato, oltre che alle scale ed alle rampe ricavate nei secoli dentro la roccia, ad un sistema di ascensori, uno verticale ed uno inclinato che percorrono le viscere della montagna. Anche in questo caso il dislivello è di poco superiore ai 100 metri ma, a differenza dell'esempio svizzero, il sistema di elevatori non ha una valenza architettonica che concorre alla qualità del progetto ma si propone come un mero strumento tecnico -funzionale per superare i dislivelli. Lo studio di queste due esperienze, suffragate da un indiscutibile successo di pubblico, evidenzia come l'impiego di "ascensori territoriali" possa concorrere a garantire un'accessibilità elevata ma controllata (perché cadenzata dalle portate delle cabine e dalle politiche tariffarie applicate) in luoghi ambientalmente delicati, con modalità ad impatto paesaggistico nullo, coniugando fruizione di massa, rispetto delle preesistenze e consentendo una radicale alternativa all'invasione delle auto, ricorrendo all'ausilio di servizi tecnologicamente evoluti in un contesto di pedonalizzazione integrale dei siti storici e delle rocche naturali. 11 INTERVENTI MARIO VIRANO LA SACRA DI SAN MICHELE IN VAL DI SUSA Queste considerazioni possono tradursi in una suggestione propositiva anche per la valle di Susa dove, alle porte di Torino, troneggia un eccezionale monumento millenario: la Sacra di San Michele. Il Monte Pirchiriano su cui sorge l'abbazia è a picco sulla valle che sovrasta con un dislivello di circa 600 mt e a qualche centinaio di metri dalla sua base corre l'autostrada A32 che collega l'area metropolitana torinese al Traforo del Frejus. L'accessibilità veicolare alla Sacra è assai tortuosa, lungo tornanti stradali che percorrono i fianchi della montagna e la totale assenza di parcheggi in vetta causa lunghe file di auto in sosta che, nei giorni festivi, impongono l'adozione del senso unico di marcia da un versante all'altro della valle. Stando così le cose, la fruizione del monumento da parte dei pellegrini, dei cultori d'arte, dei turisti e dei visitatori in genere è limitata ma nel contempo foriera di congestione e generatrice di affollamenti repentini ed ingestibili in quanto dipendenti unicamente dal trasporto privato. Il paradosso è che si hanno, già da oggi, gli effetti negativi dei fenomeni di massa, pur in presenza di "piccoli numeri" e restano precluse iniziative di promozione qualificata per collocare nei circuiti internazionali del turismo culturale questa eccezionale risorsa, espressione dell'arte, della sapienza costruttiva e della fede dell'umanità. UNA RISORSA A ELEVATA ATTRATTIVITÀ Anche in assenza di attività di marketing specifico, il richiamo esercitato dalla ostensione della Sindone nel 1998 ha generato flussi aggiuntivi, ad esempio di pullman, che hanno rapidamente portato a soglie di vera criticità. Il fenomeno si riproporrà con il Giubileo del 2000 e prevedibilmente accompagnerà lo sviluppo dell'iniziativa olimpica del 2006. Se il Piemonte e Torino considerano il segmento del turismo d'arte, culturale e di fede un obiettivo importante, il richiamo che le abbazie della Valle di Susa (la Sacra di San Michele, la Certosa di Monte Benedetto, l'abbazia di Novalesa e quella di Sant'Antonio di Ranverso) possono esercitare sul turismo nazionale ed internazionale non può essere sottovalutato, specie nella prospettiva di una diversificazione della promozione olimpica. In questa prospettiva il richiamo che la Sacra di san Michele può esercitare con la sua suggestione evocativa dell'intero patrimonio artistico-religioso della Valle è essenziale in quanto può proporsi con una forza attrattiva paragonabile, per fascino, a Mont St. Michel in Normandia. L'identità di riferimento allo stesso santo non è casuale; muta solo il contesto: nel caso francese il rapporto arte-natura è con il mare, nel caso italiano con le montagne. Oggi Mont St. Michel attira oltre tre milioni di visitatori l'anno e questa massa imponente di turisti genera anche molte criticità per gli effetti consumistici che rischiano di snaturare la sacralità dei luoghi, alterandone in parte lo stesso fascino e l'i- KINEO 16 1998 12 MARIO VIRANO dentità artistico-religiosa. Alla Sacra di San Michele attualmente accedono meno di 100.000 persone con i problemi di accessibilità prima ricordati. Fra i due macro-numeri c'è un largo spazio di crescita della fruizione del monumento italiano, pur con le necessarie garanzie di controllo dei flussi di massa considerati compatibili con la salvaguardia dei valori fisici e religiosi che caratterizzano l'opera. ASCENSORI PER ACCESSIBILITÀ E RECUPERO AMBIENTALE D'altra parte, la presenza di un più elevato numero di visitatori paganti, significa poter disporre di maggiori risorse impegnabili nel finanziamento dei restauri, delle manutenzioni e dei servizi con benefici effetti sullo sviluppo del territorio e del reddito delle comunità locali. Questi obiettivi, se condivisi, ripropongono il nodo cruciale dell'accessibilità. La Provincia di Torino, con grande sensibilità, si è posta il problema, bandendo un concorso di progettazione di sistemi di risalita del Monte Pirchiriano con modalità non convenzionali, superando l'attuale modello riferito unicamente all'uso dell'auto e dei pullman. Il riferimento implicito di tale iniziativa è ai sistemi a fune e a cremagliera di cui però appare complesso e delicato l'eventuale inserimento paesaggistico. La suggestione di Bellinzona e Rocamandour, con l'utilizzo di ascensori interni alla montagna, parrebbe sugge- KINEO 16 1998 INTERVENTI rire un diverso approccio al tema, risolvendo il problema con impatto ambientale nullo. Certamente superare un dislivello che è 5 o 6 volte maggiore di quello degli esempi illustrati pone problemi tecnici ed economici radicalmente diversi. Un primo esame, condotto in via assolutamente esplorativa con esperti del settore, conforta in ordine alla teorica fattibilità tecnica dell'intervento e consente di ipotizzare un primo ordine di grandezza dell'eventuale investimento occorrente. Tali considerazioni preliminari inducono ad evocare una ulteriore possibile suggestione che investe l'intero sistema di accessibilità, considerando anche l'innesto dell'impianto di risalita 13 MARIO VIRANO (quale che sia: ascensore, cremagliera o a fune) con le dorsali principali ai piedi della montagna. UN’ABBAZIA IN AUTOSTRADA Si è già detto che l'autostrada A32 corre ai piedi della rocca su cui sorge l'Abbazia. Realizzando gli opportuni svincoli, sarebbe ipotizzabile l'attrezzamento di una vasta area di parcheggio alberato (con spazi differenziati per auto e pullman) e l'installazione, ai piedi della montagna, dei servizi tipici di una stazione di servizio autostradale di nuova generazione con anche delle dotazioni commerciali idonee a valorizzare i prodotti tipici della Valle, di Torino e del Piemonte. Questo sistema di attrezzature potrebbe costituire la porta di accesso, a valle, del monumento posto sulla sommità del monte e, forse, potrebbe consentire il riuso e la riqualificazione delle stesse alterazioni, apportate nei decenni scorsi alla base del rilevato roccioso, da parte di cave che ne hanno intaccata l'integrità paesaggistica. Così facendo si consentirebbe ai flussi veicolari di accedere alla base dell'impianto di risalita da un'area attrezzata, in grado di offrire il necessario comfort e l'indispensabile efficienza imposta dai grandi numeri; il traffico attratto dal monumento sarebbe convogliato su di una infrastruttura espressamente prevista per tale scopo, scaricando le strade statali, provinciali e locali (in particolare quelle che risalgono il monte) da KINEO 16 1998 una carico improprio. In più si determinerebbe un fatto del tutto innovativo anche dal punto di vista tipologico: quello di un'autostrada che "ingloba" un monumento, consentendone la fruizione senza che i visitatori escano dal sistema autostradale stesso. Infatti, chi arriva, percorre l'autostrada, parcheggia in un'area di servizio espressamente attrezzata, prende l'ascensore, arriva all'Abbazia, visita il monumento, ridiscende, ritrova l'auto o il bus e riprende il suo viaggio senza essere uscito di fatto dall'autostrada con il relativo pedaggio che continua a valere. Questo schema di base è implementabile con offerte ulteriori di servizio. Ad esempio, si può immaginare che l'ascensore compia una fermata intermedia ed in tale punto può essere realizzato, in roccia, un Museo Europeo delle abbazie (da Santiago de Compostela a Cluny, ecc.); se i monaci che gestiscono l'abbazia dovessero ritenerlo fattibile, potrebbe essere sviluppato un servizio di foresteria che amplia quanto già in parte esistente, anche valorizzando la grande sala per convegni che è stata affrescata dallo scenografo Lele Luzzati. Anche in questo caso (anche cioè se qualche visitatore dovesse pernottare nel complesso monumentale in cima al monte), al momento della discesa il turista scoprirebbe di non essere mai uscito dall'autostrada e con il suo biglietto potrebbe riprendere il suo itinerario. C'è un ultimo corollario che è una potenzialità non trascurabile di un simile eventuale progetto: concentrando "in basso" le convenienze economico-commerciali, si potrebbe forse immaginare la realizzazione in project-financing. Per ora siamo al livello delle suggestioni preliminari: se la provocazione dovesse raccogliere i necessari consensi di base, si potrà procedere allo studio di fattibilità per esplorarne le molteplici, complesse valenze e criticità realizzative. 14 AREE FRANCESI AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI AREE DI SOSTA IN FRANCIA SAPRR Uno studio per la Concessionaria autostradale Sitaf mette in evidenza che la Francia rappresenta oggi uno dei migliori esempi di progettazione delle aree di sosta autostradali, dove si sviluppano i concetti di qualità dell’offerta, oltre che di valorizzazione del territorio, nati negli anni Venti in Italia e messi a punto successivamente negli Usa KINEO 16 1998 15 AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI AREE FRANCESI F Da qui un deciso sviluppo della comunicazione specialistica e d’immagine che, oltre agli slogan di sicurezza e rispetto dell’ambiente, affida un ruolo portante ai servizi integrativi all’utenza, dando loro una articolazione e una qualità unica in Europa. Quelle francesi si presentano quindi come autostrade “a servizio del cliente”, dove la sicurezza e il risparmio di tempo non sono i soli motivi del loro rapido successo: sin dall’origine sono concepite come occasioni di viaggio, e non semplici arterie, guardando con attenzione al sistema degli spazi per la sosta, il ristoro e lo svago. ino ai primi anni del decennio scorso le autostrade in Francia sono decisamente poche, a gestione statale e solo in parte a pagamento, rappresentando di fatto solo una variante rispetto a un sistema infrastrutturale che poggiava su una rete di strade statali realizzata, gestita e ampliata in modo molto efficiente, ma con tutti i limiti delle strade di questo tipo. Lo sviluppo dell’attuale rete autostradale vede l’avvio a metà degli anni Ottanta, quando il governo francese decide di stanziare consistenti investimenti nel settore: uno studio dell’ex European Centre for Infrastructure Studies (Ecis) di Rotterdam, segnala che nel periodo 1985-1994, sono stati investiti per le infrastrutture stradali circa 60 miliardi di franchi francesi (valore 1994), dei quali il 22 per cento dallo Stato (circa 13 miliardi), il 24 per cento dalle concessionarie autostradali (circa 14 miliardi) e il 55 per cento dalle autorità locali. La scelta politica di abbandonare la “differenza francese” e di puntare quindi sulla creazione ex novo, nell’arco di 20/30 anni, della più grande rete autostradale europea (il master plan in corso prevede di giungere a una rete di oltre 12 mila chilometri, dei quali 8.900 a pedaggio) determina una politica dinamica nei confronti dell’utenza e dei media, per superare l’handicap costituito dal pedaggio. FINALITÀ DEI SERVIZI ALL’UTENZA Come riporta il Programma delle operazioni della concessionaria Saprr (Société des Autoroutes Paris-RhinRhône) – le sue linee guida per la costruzione dell’autostrada – le aree di servizio rispondono a una serie di obiettivi: soddisfare i bisogni degli utenti, ottimizzare i costi di costruzione e sfruttamento, assicurare una buona funzionalità dell’area, ricercare la migliore redditività per i sub-concessionari dei servizi (rifornimento, ristorazione ecc.), possibilità di rispondere alle eventuali richieste delle collettività locali, preservare l’ambiente e fornire agli utenti una immagine attrattiva della Concessionaria. Secondo la Saprr, per raggiungere questi obiettivi il progetto deve “imperativamente” integrare una serie di principi base: facilità di concezione e realizzazione che tenga conto degli sviluppi cinque anni dopo la messa in servizio; massima adeguamento all’ambiente esistente, per rispettare la natura e minimizzare i costi; facilità di manutenzione e sfruttamento; buon funzionamento; nessun obbligo o servitù creato dalle reti esterne. ASF - YANNICK COLLET ASF - PHILIPPE GUIGNARD ASF - YANNICK COLLET ESIGENZE DI SICUREZZA DELLA CIRCOLAZIONE Fra i motivi che spingono a dare un valore aggiunto ai servizi all’utenza spicca l’aspetto della sicurezza, tanto che sono di fatto parte integrante di una politica più generale di questo tipo: studiando le cause degli incidenti – prevalentemente la disattenzione, unita di volta in volta con la stanchezza (31 per cento), eccesso di velocità (14 per cento), mancato rispetto delle distanze (11 Nella pagina precedente, foto zenitale dell’area di servizio “du Poulet de Bresse”, sulla A39 Saprr, in Borgogna. Veduta aerea dell’area di “Les Pyrénées, sulla A64 Asf, sui Pirenei. KINEO 16 1998 Sopra, panoramica dell’area di servizio “Porte d’Acquitaine”, sulla A62 Asf, presso Agen, in Aquitania. 16 Vista dell’area di “Montélimar”, sulla A7 Asf, a sud di Valence (regione Rhône-Alpes). AREE FRANCESI AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI tutte le reti (in genere ogni 20 chilometri, ma anche ogni 10 o meno sugli assi più importanti come la ParigiLione) e molto sostenute mediaticamente per quanto riguarda l’attrattività: un esempio sono le manifestazioni e gli spettacoli gratuiti organizzati ogni estate nelle aree di sosta e ristoro, che pur presentandosi come azioni promozionali sono di fatto precise e pianificate operazioni di sicurezza, per invogliare i conducenti a concedersi delle soste durante i lunghi viaggi, per riposare e rilassarsi in un periodo, agosto, di traffico molto intenso. L’ASPETTO DELLA PROMOZIONE La politica d’immagine e di auto-promozione di una rete autostradale è finalizzata a incentivarne l’uso, specie in situazioni dove esistono più alternative di percorso e la concorrenza può essere fra gli stessi tracciati autostradali o fra autostrada a pedaggio e reti statali gratuite. Alcune delle maggiori concessionaria hanno fatto dei loro servizi all’utenza una bandiera, utilizzando tutte le loro potenzialità in termini di immagine, spingendo fino in fondo l’architettura degli spazi, l’arte quale strumento di comunicazione e di identificazione. È il caso della Autoroutes du sud de la France (Asf), che ha in concessione, fino al 2015, le infrastrutture autostradali del centro sud della Francia, dal Rodano ai Pirenei e l’Atlantico: con i suoi 1.900 chilometri di autostrade, che diverranno 2.700 entro il 1999, rappresenta la più importante delle concessionarie e la più attiva dal punto di vista commerciale, tanto da aver disseminato opere d’arte lungo la rete – alle quali ha destinato l’1 per cento del costo di costruzione dell’autostrada – e trasformato numerose delle sue aree di servizio in musei o centri turistici o luoghi di svago e di pratica sportiva. Asf sfrutta e amplifica il ruolo di collegamento privilegiato fra la Capitale e alcune importanti aree turistiche (coste atlantiche e mediterranee e i Pirenei), e attraversando regioni con un elevato patrimonio culturale, storico e artistico, utilizza le aree di servizio quali luoghi rappresentativi del contesto territoriale nelle quali si trovano, per dare ai propri utenti la sensazione aver visitato quei paesi, e non solo attraversati. ASF - H. SZCZUCZYNSKI ASF - PHILIPPE GUIGNARD per cento), presenza di pedoni sulla carreggiata (11 per cento), il tutto accentuato da cattive condizioni meteorologiche (8 per cento), o dalla velocità o dal non perfetto gonfiaggio dei pneumatici – e perseguendo una politica di strutture per la sicurezza, le concessionarie sono riuscite a ridurre in pochi anni il numero degli incidenti (proporzionalmente al crescere della rete), passando dal 73,6 al 40,7 per cento complessivo fra il 1986 e il 1996, mentre quelli mortali sono stati dimezzati (dal 10,3 al 5,3 per cento). Questa azione comprende interventi strutturali (guardrail, protezioni all’altezza dei punti di chiamata d’emergenza, schermi anti-nebbia, segnalazioni a messaggio variabile, segnaletica laterale ecc.), ma anche una serie di aree di sosta e ristoro, fittamente distribuite lungo Pianta della rete autostradale francese con indicate alcune fra le più significative aree di riposo e di servizio. Veduta dell’area unilaterale “Comminges”, sulla A64 Asf, nei Pirenei. KINEO 16 1998 Particolare della coppia di aree di servizio “Parcé sur Sarthe”, sulla A11, a sud di Le Mans. 17 AREE FRANCESI AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI TIPOLOGIE E CONCETTI PROGETTUALI La superficie delle aree di servizio varia da 20 a 50 ettari, tenendo conto che vanno previsti possibili ampliamenti, sia degli edifici sia degli spazi di sosta (che devono essere in grado di coprire lo sviluppo del traffico nell’arco di almeno cinque anni). Si tratta quindi di un’estensione notevole, possibile grazie all’impostazione stessa dei nuovi tracciati autostradali, realizzati all’interno di una fascia di 300 metri decisa dal Governo francese, espropriata e totalmente assegnata in concessione ai gestori delle singole tratte. Il progetto è concepito sempre da un’equipe pluridisciplinare, comprendente un architetto, un paesaggista e un’ufficio di studi tecnici, ai quali si aggiungono di volta in volta specialisti di settori specifici, come ad esempio un esperto in illuminazione. Le nuove tendenze delle forme e dell’impostazione planimetrica si sviluppano partendo dalla considerazione che il primo servizio offerto alla clientela al suo ingresso consiste nell’ambiente paesaggistico e architettonico che gli si presenta, oltre alla segnalazione e alla percezione dei diversi spazi; da qui, e dalle molteplici esigenze dei fruitori, accomunate da una crescente attenzione al tipo e al rapporto qualità/prezzo dei servizi, nasce un’architettura e un assetto che, soprattutto negli ultimi 10/15 anni, ha cercato di superare gli schemi del passato. Inoltre, se in origine si privilegiava la visibilità della stazione di rifornimento oggi si punta invece sull’equilibrio e la parità di accesso e visibilità fra le due componenti principali – rifornimento di carburante e ristorazione/ ristoro – rafforzando le strutture e gli spazi di ristorazione e albergo e creando, nelle situazioni più importanti, una o più rotonde d’accesso per la distribuzione paritetica del traffico fra i diversi elementi. L’impostazione tradizionale non prevedeva collegamenti fra le coppie di aree realizzate sui due lati dell’autostrada, salvo alcuni edifici a ponte, divenuti però casi eccezionali, per il loro costo e le condizioni relativamente difficili di sfruttamento; oggi, ad esempio sulla rete Saprr, si preferisce puntare o su passerelle pedonali di collegamento, oppure sulla costruzione di aree “unilaterali”, cioé realizzate su un solo lato dell’autostrada e collegate all’altro con un ponte o un sottopasso carrabile. Standard di progettazione delle aree di sosta sulla rete autostradale Saprr Quest’ultima rappresenta una soluzione generalmente riservata ai AREEE nuovi tratti autostradali dove si preFUNZIONI SERVIZI di RIPOSO di SERVIZIO vede, all’apertura, un traffico infeSosta di breve durata Sanitari obbligo raccomandato riore ai 10 mila veicoli/giorno, ma (a carico della Saprr) Telefono obbligo facoltativo che rappresenta una formula Parcheggi auto, camion, caravan obbligo obbligo molto flessibile ed economica con Sosta di lunga durata Zone di riposo obbligo raccomandato la quale si riducono i costi e si (a carico della Saprr) Animazioni, giochi obbligo raccomandato aumenta la redditività delle aree, Punti relax obbligo raccomandato lasciando spazio a future evoluzioni Parcheggi auto, camion , caravan obbligo obbligo in rapporto alla crescita del traffico Stazioni di servizio Distribuzione carburanti obbligo e della domanda. (sub-concessionari) Officina raccomandato Quanto alla suddivisione planimeSanitari obbligo Telefono obbligo trica, rispetto a una logica che Boutique di prodotti vari obbligo vedeva tutti gli spazi e i servizi conParcheggi auto, camion, caravan obbligo centrati attorno ai due edifici prinRistorazione Mini-snack facoltativo facoltativo cipali (stazione di rifornimento e (sub-concessionari) Buffet raccomandato bar/ristorante), la nuova tendenza Ristorante facoltativo è quella di separare e distinguere Sanitari obbligo con precisione spazi e funzioni, sia Telefono obbligo quindi i diversi edifici che, sopratParcheggi auto, camion, caravan obbligo tutto, le aree di sosta, con parchegOspitalità Hotel o motel facoltativo gi ripartiti in: zone per la sosta di (sub-concessionari) Telefono obbligo breve durata delle auto, in prossiParcheggi auto, camion, caravan obbligo mità degli edifici; zone per sosta di Altri servizi Infomazioni turistiche obbligo obbligo (sub-concessionari) Boutique prodotti regionali facoltativo lunga durata dei veicoli leggeri, isoGiornali e tabacchi facoltativo late; zone per roulotte e caravan, Spazi delle collettività locali facoltativo isolate e/o distanti; zone per mezzi Servizi bancari facoltativo pesanti, relativamente vicine agli Parcheggi auto, camion, caravan obbligo edifici e collegate con percorsi Video sorveglianza dei parcheggi raccomandato pedonali; zone di scarico per pullman e caravan; zone per picnic per NOTE pullman e veicoli leggeri; spazi dedicati per i camionisti. 1. È facoltativo prevedere spazzi differenziati per camion frigoriferi o che trasportano materiali pericolosi. 1 KINEO 16 1998 18 AREE FRANCESI Un parcheggio gratuito fuori dal perimetro autostradale, con l’accesso solo pedonale ai servizi, permette di aumentare la redditività di determinate istallazioni, oppure l’accesso a complessi turistico/museali situate nell’area, come avviene ad esempio per il già citato Archéodrome de Bourgogne, che registra molti più visitatori “esterni” rispetto a quelli derivati dall’utenza autostradale. Allo stesso modo sono concepite le aree di riposo che, fermo restando la scelta (quando possibile), di integrazione con l’ambiente e sfruttamento dei siti panoramici, si articolano in due spazi distinti: – una zona di riposo con spazio e attrezzature per il picnic, protetta e separata dall’autostrada mediante con barriere in terra o vegetazione, e integrata da giochi per bambini ed eventuali giochi d’acqua o fontane; – una zona di servizio centrata sui parcheggi e dotata almeno da servizi sanitari. FORMA E CONTENUTO L’architettura e l’impostazione delle aree di sosta si differenzia ovviamente per tipologia, con tutte le varianti possibili caso per caso; una logica comune a tutte le nuove tendenze è riassumibile in tre punti essenziali: maggiore flessibilità nell’offerta di spazi, secondo il bisogno variabile nelle stagioni e nell’arco della giornata, e offerta di un’ampia gamma di servizi; introduzione di forme architettoniche legate alla cultura locale, che non necessariamente significa riproporre modelli del passato e che comunque devono portare alla riconoscibilità del singolo luogo, se non della sua funzione; rispetto dell’ambiente. In genere l’architettura degli edifici prevede forme armoniche tra gli spazi interni ed esterni, e la creazione di un’architettura e un ambiente che rispecchi il paesaggio tipico del luogo ma al tempo stesso risulti chiaramente identificabile e riconoscibile, sia come area di servizio che in quanto singola stazione; le chiavi di lettura sono quindi: riconoscibilità della singola aree e integrazione o dialogo con il territorio in cui si trova. I due elementi portanti sembrano a volte prevalere sulle logiche più strettamente legate alle esigenze della singola azienda petrolifera o di ristorazione: offrendo servizi su più aree i sub concessionari chiedono una riconoscibilità propria, che spesso però viene lasciata al marchio aziendale ed eventualmente all’arredo e alla linea grafica degli spazi interni, mentre l’architettura complessiva assume un’impronta squisitamente locale. Così l’architettura, almeno nelle sue le forme esteriori, e nei casi più ecclatanti, assume via via modelli tradizionali differenti e/o si orienta su ricostruzioni storiche, muovendosi lungo il sottile confine fra bello e kitsch. In genere, soprattutto nelle grandi aree di servizio realizzate in collaborazione con le Amministrazioni locali, con precisi scopi di promozione turistica, si segnala una tendenza alla costruzione di edifici “in stile” per gli spazi di ristoro, ai quali si associano forme decisamente più moderne per le stazioni di rifornimento. AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI AREE DI RIPOSO 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Blocco sanitario principale. Eventuale blocco sanitario annesso. Mini snack ed eventuale punto informativo. Parcheggi per sosta breve, veicoli pesanti e leggeri. Parcheggi di lunga durata per veicoli leggeri. Parcheggi di lunga durata per veicoli pesanti. Promenade, area picnic, zona per caravan. Giochi per bambini e Punto relax per conducenti. AREE DI SERVIZIO 1. Stazione di servizio, comprese pompe di benzina e spazio di vendita. 2. Blocco ristorazione/vendita, con negozio di prodotti regionali, snack bar, ristorante, punto informativo, spazi di riposo, punto d’incontro. 3. Hotel. 4. Eventuale spazio per animazioni particolari. 5. Blocco sanitario esterno. 6. Promenade, area picnic, giochi, zona per caravan. 7. Accesso ai parcheggi di servizio. 8. Parcheggi di lunga durata per veicoli leggeri. 9. Parcheggi di lunga durata per veicoli pesanti. Schema planimetrico delle aree di servizio della rete Saprr e, sopra, delle aree di riposo. KINEO 16 1998 19 AREE DI RIPOSO AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI AREE DI RIPOSO Uno degli elementi di rilievo del “menù a la carte” francese dei servizi all’utenza è rappresentato della aree di riposo, che in genere non sono presidiate ma dispongono di uno standard minimo di servizi e, soprattutto, si integrano nel territorio in modo tale da rendere la sosta un piacere del viaggio, talvolta arricchito da strutture a tema L si collocano; come affermano, fra gli altri, i dirigenti della Saprr, la filosofia di fondo è infatti quella di effettuare la scelta in funzione delle caratteristiche del luogo e dell’ambiente: delle vedute piacevoli o panoramiche sono fattori primari nella scelta del sito, così come la presenza di una vegetazione di alto fusto, che consente di ottenere un risultato decisamente migliore e immediato rispetto a piantumazioni ex-novo. Non a caso nel progetto le Concessionarie fanno intervenire sempre un’equipe pluridisciplinare, comprendente un architetto, un paesaggista e un’ufficio di studi tecnici, ai quali si aggiungono di volta in volta specialisti del singolo caso (come un esperto in illuminazione). Di volta in volta poi i luoghi più significati sono ulteriormente caratterizzati da una costruzione architetto- ASF - YANNICK COLLET e aree di riposo sono spazi di sosta più o meno attrezzati, gratuiti, senza personale di servizio, e di norma comprendono i servizi igienici e il telefono; di volta in volta, e a intervalli regolari, presentano inoltre spazi strutturati in modo da soddisfare i diversi tipi di utenti dell’autostrada: dalle aree nel verde, dotate eventualmente di tavoli per il picnic, ai percorsi e alle attrezzature per consentire, soprattutto ai conducenti, esercizi di movimento e respirazione; dagli spazi pensati appositamente per i bambini, con parchi giochi che a volte fanno invidia a quelli in città, a sentieri e punti panoramici. Inoltre, le logiche di posizionamento le arricchiscono in modo tale da renderle estremamente gradevoli e favorire la sosta, oltre che valorizzare il territorio in cui Veduta dell’area di riposo di Suchéres, sulla A72 Asf, fra Lione e Clermont-Ferrand. KINEO 16 1998 20 Pianta della rete delle autostrade francesi, con indicate alcune delle più significative aree di riposo delle reti Asf e Saprr. ASF - BENOIT PELSE ASF - PHILIPPE GUIGNARD SUCHÉRES Con questo concetto – valorizzazione di punti panoramici e utilizzo di elementi architettonico/scultorici per attrarre e qualificare – nasce l’area di Suchéres, sulla A72 nord della rete Autoroutes du Sud de la France, presso Thiers, a est di Clermont-Ferrand. Lo scopo è appunto quello di valorizzare un sito che spazia sulle valli dell’Allier e dell’alta Loira, attraverso una scultura di grandi dimensioni: una colonna spezzata, alta quaranta metri e quasi interamente caduta al suolo, composta da 12 elementi di cinque metri di dia- ASF - JEAN-MARC CARACCI nicamente attrattiva, o da opere d’arte, o ancora dalla realizzazione di spazi ricreativi e/o musei. Tutta la rete presenta, in modo più o meno marcato, una serie di opere d’arte disseminate lungo i tracciati autostradali e diverse aree di servizio che, in collaborazione con gli Enti locali, sono trasformate in musei e punti di diffusione della cultura e delle peculiarità economiche e turistiche della regione o della provincia. Infatti, la ricerca di attrattività non si ferma nella quantità e nella qualità dei servizi offerti, ma un peso importante hanno anche l’integrazione naturale/paesaggistica con il territorio e/o l’invenzione di spazi per un’utenza specifica, strutturati in modo tale da trasformarli in precisi punti di riferimento a scala regionale o, addirittura nazionale: in questo senso spiccano, appunto, più che le aree di servizio le piccole aree di sosta, e la qualità e l’attenzione con cui sono concepite sottolinea il loro ruolo essenziale per la sicurezza della circolazione in autostrada, cioé la sosta periodica. Veduta aerea dell’area di Caissargues, sulla A54 Asf, presso Nimes. KINEO 16 1998 Particolare del museo archeologico all’interno dell’area di Caissargues e, 21 sopra, la ricostruzione del portico del teatro romano di Nimes. AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI AREE DI RIPOSO metro (dei quali solo 5 in piedi, con qualche problema di stabilità), in cemento armato verniciato nero, dal peso di circa 30 tonnellate ciascuno. La scultura, (che scultura è di Anne e Patrick Poirier). ti del Glacières e di Sylans, costruendo anche un museo sull’evoluzione della valle e la storia della costruzione dell’autostrada. GRAVON L’area di Gravon, e quella speculare di Rasets, si trova sulla A5 est della rete Saprr, a nord di Sens, nel dipartimento della Yonne, in Borgogna, a 47 chilometri da Parigi; dispone di telefono, punto relax, giochi, attrezzatura picnic, panorama, ed è stata realizzata dalla concessionaria per un costo di 15 milioni di franchi che comprende entrambe le aree di sosta. L’area è su un punto panoramico che guarda la valle della Senna, ed è stata concepita come uno spazio fortemente strutturato, scandito da elementi architettonici e sculture. Progetto e sculture sono di Gilbert Weil, con Jacques Simon (paesaggio). L’ESEMPIO DI CAISSARGUES Un esempio significativo di valorizzazione “archeologica è l’area di Caissargues, sulla A54 dell’Autoroutes du sud de la France (Asf), presso Nimes, in Linguadoca; qui, oltre ai servizi igienici e al telefono, l’attrattività è data da animazioni estive allestite appositamente e, soprattutto, da un Museo degli scavi archeologici scoperti durante la realizzazione dell’arteria, dalla ricostruzione di un monumento romano e da un belvedere sopraelevato verso Nimes. L’area, finanziata principalmente da Asf, ha lo scopo di sfruttare i ritrovamenti archeologici di vestigia dal tremila AC alla nostra epoca, in particolare un intero villaggio preistorico, emersi durante i lavori per l’autostrada e la campagna di scavi che è seguita ai ritrovamenti; i reperti sono ospitati in un museo, mentre l’atmosfera storica è ricreata in un vasto giardino mediterraneo, con piantagioni di olivi, e la ricostruzione del portico del teatro romano di Nimes (la sistemazione paesaggistica è di Bernard Lassus). SAPRR - J. L. RIGAUX SAPRR - B. BADE SAPRR - ALAIN GOULARD AIRE DU LAC DE SYLANS Un esempio meno eclatante ma altrettanto significativo si trova sull’autostrada A40 sud della rete Paris-RhinRhône (Saprr), presso Sylans, nel dipartimento dell’Ain (Rhône-Alpes), cioé sull’asse che dal Traforo del monte Bianco porta all’area lionese: qui i servizi sono i servizi igienici, il telefono, attrezzature per il picnic, una splendida veduta panoramica e, più di tutti, un museo dell’autostrada. L’area – finanziata da Saprr (23 milioni di franchi) – si estende su 5,2 ettari, con spazi di sosta per 64 auto e 14 camion, mentre il museo è di 200 metri quadrati. Lo scopo è quello di sfruttare un promontorio panoramico, nel cuore dell’area de la Cluse de Nantua, che offre una vista particolare del lago di Sylans e sui viadot- L’AREA DI LOZAY Un esempio di rilievo del modello “storico-didattico” si trova sull’autostrada A10 (rete dell’Autoroutes du Sud de la France), a est de La Rochelle e nei pressi di SaintJean-d’Angely, nel Dipartimento Charente-Maritime (Poitou-Charentes), lungo il percorso autostradale Parigi-Bordeaux-Atlantico/Pirenei. Panoramica dell’area di riposo “du Lac de Sylans”, sulla A40 Saprr. KINEO 16 1998 Particolare e veduta aerea dell’area di riposo di Gravon, sulla A5 Saprr, e di quella prospiciente (a sinistra) di Rasets, 22 AREE DI RIPOSO AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI ASF ASF - PHILIPPE GUIGNARD Qui si trova un Museo didattico sul romanico – finanziato da Asf e dal Dipartimento Charente-Maritime – ideato con lo scopo di valorizzare la storia e la cultura del luogo, il Saintonge, in particolare il medioevo e l’architettura romanica, con un museo dedicato all’arte romanica, realizzato nel nono centenario della chiesa di Saint-Eutrope di Saintes (pochi chilometri più a sud), costruita fra l’XI e XII secolo per accogliere i pellegrini diretti da Parigi a Santiago de Compostela. Il museo è un “giardino dell’arte romanica” che si apre con la facciata della chiesa di Saint-Pierre d’Echébrune, ricostruita fedelmente e alta 14 metri; all’interno si trovano una serie di oggetti o spazi tematici: il giardino delle sculture monumentali, l’evoluzione dei capitelli romanici, il mondo figurativo di animali fantastici, frammenti di architetture ritrovate, il giardino medievale, l’iconografia del Saintonge. Il tutto è stato ricostruito sotto la direzione di Frédéric Parizat, incaricato da Asf, componente della compagnia Tour de France (tagliatori di pietre) e fra i più importanti esperti in scultura decorativa oltre che maestro tagliatore di pietre; il museo è accessibile, a piedi, anche da un parcheggio esterno all’autostrada. Il progetto è di Mérimée Conseil e Didier Moulin, con la collaborazione dell’architetto Jean-Marc Zuretti. Particolare delle sculture romaniche ricostruite nell’area di riposo “didattica” di Lozay, sulla A10 Asf. KINEO 16 1998 Veduta aerea e, sopra, schema assonometrico del museo didattico sul romanico realizzato nell’area di Lozay. 23 A R E E D I S E RV I Z I O AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI AREE DI SERVIZIO Le aree di servizio francesi presentano uno standard minimo che spesso poggia sui gestori delle strutture di rifornimento carburante, che dispongono di spazi dove vengono offerte bevande e cibi veloci, ma vi sono anche grandi aree polifunzionali a carattere regionale, concepite a volte come vetrine culturali, o museali, o perle paesaggistiche L ASF - JÉROME CHATIN e aree di servizio sono strutture che concentrano l’offerta a pagamento, costituite sempre dalla stazione di rifornimento (con propri spazi e servizi per la ristorazione veloce) e da servizi igienici, e integrate di volta in volta da bar e/o ristoranti e/o alberghi e/o una serie di altre strutture particolari. Le iniziative specifiche per il turismo sono però il piatto forte di una politica commerciale/culturale/ricreativa mirata a fare del viaggio in autostrada l’inizio della vacanza, perché di fatto i turisti, soli o in comitiva, sono uno degli assi portanti del traffico in autostrada, soprattutto nel periodo estivo – soprattutto da Parigi verso i luoghi di villeggiatura, e ritorno – e per questo le strutture ad essi dedicate non rappresentano l’eccezione ma la norma: centri di accoglienza forniscono informazioni sul viaggio (tariffe, servizi, alberghi, ristoranti, garage, prenotazioni ecc.); uffici di informazione turistica illustrano le attrattività della regioni in cui si trovano (luoghi notevoli, curiosità regionali, itinerari paesaggistici e di svago ecc.). Vi sono inoltre opere d’arte e musei distribuiti lungo la rete, concepite quali “tappe” di un percorso culturale, aree turistiche vere e proprie che da sole possono essere occasione di viaggio, come ad esempio “l’Archéodrome de Bourgogne”, presso l’area di Beaune-Tailly, a nord di Lione, uno spazio multimediale attrezzato con diorami, ricostruzioni ambientali, guide audiovisive e programmi cinetelevisivi e di realtà virtuale, che conduce il visitatore nel passato, nel presente e nel futuro del mondo in generale e della in particolare Borgogna. Altre tappe sono quelle “sportive”, organizzate tutti i week end di luglio e agosto su numerose aree di sosta: su 20 aree della rete Asf (oltre a una sulla rete Cofiroute), più di 215 mila persone hanno approfittato nel 1997 della possibilità di praticare o iniziare un’attività sportiva (golf, tiro con l’arco, canottaggio, roccia ecc.), il 60 per cento dei quali ha effettuato soste superiori ai 30 minuti; allo stesso modo, nell’estate 1997 risulta che circa 215 mila persone si siano avvicinati a 21 discipline sportive frequentando i 23 siti attrezzati nelle più grandi aree di servizio delle reti Asf ed Escota. Sulla rete Saprr, un programma di animazioni gratuite interessa periodicamente numerose aree (25 nel 1997), con 130 persone e 2 mila ore di spettacolo, per centinaia di spettacoli di clown, musicisti, gruppi folcloristici (150 mila persone nel 1995); lo studio effettuato nel 1995, su un campione di 1.500 persone e otto aree di sosta, ha evidenziato che il 57 per cento dei conducenti con bambini a bordo si ferma più spesso dove ci sono animazioni, l’87 per cento prolunga la sua sosta e il 56 per cento considera che le sue vacanze iniziano in autostrada. Altre iniziative sono sviluppate per l’accoglimento, la sensibilizzazione, l’informazione o l’animazione, come i Relais Bébé Nestlé, che nelle quattro aree della Asf (su un totale di otto in tutta la Francia), hanno offerto 60 mila cambi e 55 mila pasti nel 1997; il servizio, realizzato in aree accessibili dai due sensi di marcia, è dedicato ai neonati con Vista dell’edificio di ristoro dell’area di servizio di Port Lauragais, sulla A61 Asf. KINEO 16 1998 24 meno di 2 anni, è disponibile dalle 6 alle 22, con complessivamente 69 hostess (nel 1997), e offre uno spazio riservato al cambio (gratis), un salone per i pasti (gratis) e una terrazza. Operazioni test lanciate nel 1997 hanno dato risultati positivi (e fanno ben sperare la concessionaria Asf per l’acquisizione della clientela nei prossimi anni), come: “Relais Royal Canin”, cioé servizi di confort per animali domestici, realizzata con Kit Kat, e “Faites une Pause”, dedicata al problema della sonnolenza. ASF - PHILIPPE GUIGNARD PORT-LAURAGAIS La logica turistica la si ritrova in un gioiello della rete Asf, l’area di Port-Lauragais, sulla A61, fra Carcassonne e Tolosa, nel dipartimento dell’Haute-Garonne (regione Midi-Pyrenees), dove l’autostrada interseca il Canal du Midi, importante via di trasporto su acqua che ha permesso lo sviluppo dei trasporti nel sud della Francia fra il XVIII e il XIX secolo, mettendo in comunicazione il settore Atlantico e quello Mediterraneo. Qui i servizi comprendono, fra gli altri, sport, animazioni estive, ristorante, hotel, il Centro espositivo Pierre-Paul Riquet (il costruttore del canale), la Casa di promozione turistica dell’Haute-Garonne, e una scultura di Sylvain Brino. Port Lauragais – che è stata finanziata anche dal Dipartimento dell’Haute-Garonne – nasce con lo scopo di sfruttare gli scavi per l’estrazione degli inerti da costruzione (effettuati durante i lavori dell’autostrada), creando un bacino d’acqua, collegato al Canale, con all’interno una penisola sulla quale sorge una parte dell’area di servizio: un complesso edificato secondo lo stile della regione, quale museo consacrato a PierrePaul Riquet; l’acqua è il cuore e il filo conduttore dell’area, comprese una fontana-scultura e le barche messe a disposizione dei visitatori. Veduta aerea dell’area di Port Lauragais e, in alto, particolare di una delle attività possibili. KINEO 16 1998 25 AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI A R E E D I S E RV I Z I O RURALIES L’area di Ruralies, sulla A10 Asf, a sud di Niort, nel cuore della regione del Poitou-Charentes.Servizi, si segnala per una molteplicità di servizi (informazioni, sport, animazioni estive, ristorante, due self-service, hotel Relais Bébé Nestlé) ma soprattutto per la “Casa des Ruralies”, un museo dedicato all’attività e alle macchine agricole, oltre che una vetrina della regione e dei suoi prodotti. Finanziata da Asf e Regione del Poitou-Charentes l’area è concepita appositamente come strumento per la riscoperta del mondo agricolo della regione, attraverso un villaggio tradizionale che, nella sua ricostruzione, mostra l’evoluzione della realtà rurale nei secoli, con la sua architettura, i costumi e la cultura popolare (comprese feste, canti ecc.). Ad esso si integrano alcune sculture concepite da Pol Bury (sfera fontana) e Pierre Manent (arbre à roues). ASF - YANNICK COLLET ASF - OLIVIER JACQUET ASF - MICHEL URTADO ASF - PHILIPPE GUIGNARD HASTINGUES Squisitamente turistico è anche l’esempio dell’area di Hastingues, sulla A64, sempre sulla rete dell’Autoroutes du Sud de la France, a est di Bayonne, in Aquitania, nella provincia di Pyrénées-Atlantique, lungo il percorso atlantico di collegamento con la Spagna. In alto, veduta e particolare dell’area di “Les Ruralies”, sulla A10 Asf. Panoramica del museo del Pellegrinaggio, nell’area di servizio di “Hastingues”, sulla A64 Asf. KINEO 16 1998 Particolare della torre del complesso in stile rurale dell’area “Village Catalan”, sulla A9 Asf. 26 I servizi offerti comprendono attrezzature sportive e animazioni estive, ma soprattutto un museo del Pellegrinaggio, che vuole valorizzare un luogo situato alla convergenza di tre delle quattro maggiori vie continentali dei pellegrinaggi verso Santiago de Compostela cioé uno dei più importanti fenomeni culturali e sociali del Medioevo. Il museo – arricchito da una grande statua di pellegrino, di Martin Mayer – introduce e amplifica quel concetto di viaggio in autostrada dentro un territorio, e non attraverso, che Asf e altre concessionarie hanno sviluppato, per lasciare nel turista la sensazione di aver visitato quei luoghi, e di averne colto, anche se in pillole, l’essenza storica e culturale. ASF - PHILIPPE GUIGNARD VILLAGE CATALAN Un altro gioiello Asf è il “Village Catalan”, sulla A9, a sud di Perpignan, in prossimità del confine con la Spagna; qui, spazi d’informazione, sport, animazioni estive, ristorante, bar, hotel e boutique si uniscono a una “Casa del Roussillon” e a un Padiglione dell’artigianato che ricostruiscono l’atmosfera e “l’arte di vivere” del sud e valorizzare un luogo panoramico – con vista sui Pirenei – attraverso le forme del villaggio catalano francese tradizionale, ricostruito da artigiani Sopra, veduta aerea del “Village Catalan”. e artisti catalani francesi, che hanno cercato di ricreare lo spirito antico dei luoghi, utilizzando forme e materiali antichi, come le pietre rosa della regione e i tetti in cotto. Il tutto è integrato da fontane, sculture moderne (di Paul Belmondo) e vigneti; anche in questo caso i finanziamenti derivano in parte dagli Enti locali. MIONNAY Un esempio significativo di area di servizio “normale”, anche se fuori dalla media, è rappresentato invece da quella di Mionnay, sulla A46 della rete Saprr, a nord di Lione: si tratta di un complesso parzialmente asimmetrico, con il lato nord decisamente più attrezzato (complesso per il rifornimento di carburante, ristorante, giochi per bambini, parcheggi, sistemazioni paesaggistiche ecc.), collegato al lato sud – dove si trovano solo le strutture di rifornimento e ristoro minimo – mediante una grande passerella pedonale. È l’unica area di servizio su questa autostrada – di fatto la tangenziale nord della regione lionese – ed è frutto di una gara indetta dalla Saprr per la realizzazione di una stazione di servizio innovativa, vinta dall’Agip e ideata da Maurice Novarina, che ha voluto superare l’aspetto tradizionale delle aree di servizio autostradali, puntando su forme dinamiche e in armonia con il carattere moderno della regione. Ma l’articolazione degli spazi e la ricchezza del disegno planimetrico (oltre quello architettonico), ne fanno un esempio di alto livello fra le aree “normali”, per un traffico che solo in parte è costituito da turisti. Particolare dell’area di servizio di Mionnay sud, sulla A46 Saprr. KINEO 16 1998 In alto, vecchia veduta aerea di Mionnay sud, che ne mette in evidenza il disegno geometrico. 27 AREA DI JUGY AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI L’AREA DI JUGY L’area di riposo di Jugy, sull’autostrada da Parigi a Lione, è un esempio di attrattività pianificata e costruita attorno un utente specifico, in questo caso i bambini, spingendo agli estremi la definizione delle attrezzature, che nella forma possono essere considerate ai limiti del kitsch, ma nella sostanza colgono pienamente le esigenze di questi clienti L’ attenzione verso una clientela “debole”, come sono i bambini, si riscontra in tutta l’Europa, dove la maggior parte della aree di sosta e di servizio presentano spazi più o meno attrezzati per il gioco dei piccoli (con dondoli, scivoli, giochi vari), attrezzate nel verde o al coperto, tutte ben delimitate e facilmente sorvegliabili – a vista – da parte dei genitori. Inoltre, in aree definite, si possono trovare locali fasciatoio per la cura e la pulizia i neonati, o addirittura lettini a pagamento; in Francia la Nestlé ha organizzato per i periodi estivi i “Relais Bébé”, centri di assistenza gratuita ai neonati, Panoramica del settore attrezzato per i giochi dei bambini dell’area di riposo di Jugy, sulla A6 della rete Saprr. KINEO 16 1998 con personale specializzato, situati nelle maggiori aree di servizio della rete autostradale francese, lungo le strade delle vacanze. Le aree con spazi dedicati ai bambini sono molto diffuse (in Francia sono più numerose dei “Point Relax” attrezzati appositamente per la ginnastica dei conducenti), per permettere alle famiglie di compiere soste regolari in strutture – a volte strepitose per la bellezza e la fantasia con cui sono state concepite – che consentono a tutti i componenti, primi fra tutti i bambini, di distendersi senza preoccupazioni, ma anzi con divertimento, e riprendere quindi poi il viaggio con Sopra, uno dei segnali posti lungo l’autostrada per indicare l’avvicinarsi dell’area di Jugy. 28 AREA DI JUGY AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI luoghi di villeggiatura, con beneficio per la sicurezza. Non a caso nei periodi estivi si possono trovare in queste aree spettacoli e animazioni gratuite (con clown, mimi ecc.), appositamente organizzati dalle società autostradali per attrarre gli utenti e invogliarli alle soste periodiche ogni due ore o duecento chilometri: la Saprr ha calcolato che il 57 per cento dei conducenti con bambini a bordo si ferma più frequentemente nelle aree dove sono organizzati degli spettacoli, l’87 per cento prolunga la sua sosta oltre la norma e il 56 per cento ritiene che le loro vacanze inizino in autostrada. Sopra, uno dei primi segnali indicatori lungo l’autostrada. Particolare del percorso sopraelevato, che si può seguire saltando sopra una serie di pilastrini a forma di funghi. KINEO 16 1998 Sopra, l’ultimo segnale prima di giungere all’area e, in alto, particolare dei gradini che portano allo scivolo fitomorfo. 29 Veduta della zona di arrampicamento, su “ragnatele” e funghi scalabili. AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI AREA DI JUGY L’invenzione di spazi di questo tipo ha un suo gioiello nella piccola area di sosta di Jugy, sull’autostrada A6 della Saprr fra, Chalon e Tournus, verso Lione. L’area si distingue per uno spazio speciale per bambini, denominato “Les Carpophores”, progettato da André Denancher e concepito per creare un punto di riferimento – a scala nazionale – per famiglie e bambini, posto strategicamente a circa 350 chilometri da Parigi, lungo uno dei principali percorsi delle vacanze estive e a metà strada fra la Capitale e le località turistiche delle Alpi o della Costa azzurra. Qui ogni elemento – compresi i cestini porta rifiuti e i tavoli e le sedie per il picnic – è costruito in forme monumentali di funghi, piante, ortaggi vari, che negli elementi costruiti per il gioco sono accessibili sia all’esterno che all’interno. Che il soggetto sia scelto con precise intenzioni di attrattività lo dimostra la sua storia: l’idea di un’area a tema di questo tipo nasce infatti da un concorso interno fra il personale Saprr, organizzato nel 1986 per individuare nuovi fattori in grado di animare i tracciati autostradali della concessionaria, renderli più conviviali e, soprattutto, aumentare l’attrattività delle aree di sosta, così da invogliare i conducenti a fermarsi frequentemente, appunto, ogni due ore oppure ogni duecento chilometri. Al di là degli aspetti formali – che possono essere facilmente considerati al limite del kitsch – l’idea si è rivelata vincente, in grado di centrare con precisione le esigenze di questa specifica clientela “debole” (e delle famiglie in generale): l’area di Jugy risulta infatti essere una delle più frequentate della rete della Société des Autoroutes Paris-Rhin-Rhône. In alto, vista dei funghitorre, scalabili solo da bambini sotto i dieci anni, o comunque di piccola statura. Sopra, una zona coperta per il gioco dei più piccoli, con attorno le panchine per i genitori. Un’area per il picnic, attrezzata con tavoli e sedute a forma di piante e, sopra, particolare delle panchine in cemento. KINEO 16 1998 30 Uno dei cestini a forma di fungo che attrezzano l’area. A R E A D I B O I S T R AY AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI L’AREA DI BOISTRAY L’area di riposo di Boistray, sull’autostrada che da Lione porta a Parigi, è un esempio di valorizzazione del territorio e, al tempo stesso, di struttura che permette uno stacco effettivo durante il viaggio, con lunghe passeggiate nel verde e attrezzature per il picnic delle famiglie, lo svago dei bambini e l’attività fisica dei conducenti C ome già sottolineato, le logiche di posizionamento delle aree di riposo e servizio sono un altro elemento significativo delle reti francesi, con una filosofia di scelta legata, quando possibile, alle caratteristiche del luogo e dell’ambiente: vedute piacevoli o panoramiche sono fattori primari nella scelta del sito, così come la presenza di vegetazione di alto fusto, che consente di ottenere un risultato decisamente migliore e immediato rispetto a piantumazioni ex-novo. Veduta dell’area di riposo “Boistray”, sulla A6 Saprr, a nord di Lione, sulla corsia verso Parigi. KINEO 16 1998 L’area di riposo di Boistray, sulla A6 Saprr, presso Villefranche-sur-Sâone, Dipartimento del Rhône (poco a nord di Lione) è in questo senso un caso emblematico di una ricerca di attrattività che non si ferma solo nella quantità e nella qualità dei servizi offerti, ma anche in una definizione che richiama l’essenza storica e culturale delle regioni nelle quali si trovano. Per Boistray – progettata da Robert Celles, Thierry Binachon, con Patrick Bienvenu – un peso importante ha l’integra- In alto, schema dell’area, realizzata a ridosso di un lago artificiale e articolata in tre settori differenti. 31 A R E A D I B O I S T R AY SAPRR - D. TOMITCH AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI zione naturale/paesaggistica con il territorio e la creazione di spazi differenti per un’utenza specifica, strutturati in modo tale da traformarli in precisi punti di riferimento a scala regionale o, addirittura nazionale. Qui il verde e la natura in generale si sposano con un disegno planimetrico e una distribuzione delle attrezzature di servizio sufficientemente ricca da rendere invitante e piacevole la sosta e la pausa di riposo. Estesa su nove ettari, e costata 10 milioni di franchi, l’area ha la sua origine in una cava di inerti aperta durante i lavori dell’autostrada, trasformata in un laghetto pesco- Veduta dell’edificio/bar al centro dell’area e vista del percorso che attraversa longitudinalmente tutta la parte nord. so, frequentato anche dagli abitanti dei paesi vicini. Come area di sosta non è presidiata – eccetto un piccolo punto di ristoro aperto nei periodi estivi – ma la dotazione di attrezzature a servizio dell’utente comprende servizi igienici (in quattro punti differenti), telefono, punti relax (cioé attrezzature studiate appositamente per l’attività fisica dei conducenti), giochi per bambini (di vario genere e per diverse età), una vasta area con tavoli per picnic, e aree di sosta distinte per auto, caravan e mezzi pesanti. Pianta con la sistemazione paesaggistica a nord e al centro. Sopra, l’area di parcheggio per i camion. In alto, una delle “spiagge”. KINEO 16 1998 32 A R E A D I B O I S T R AY AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI Una serie di sentieri e strade pedonali, affiancati a percorsi sterrati carrabili, permettono di trascorrere un lungo periodo di relax, quasi totalmente estraniati dal traffico autostradale, con la possibilità di camminare per decine di minuti immersi nella natura (che possono diventare anche più di un’ora se si percorre tutto il perimetro del lago), incontrando panorami e situazioni diverse lungo il tragitto. In pratica Boistray rappresenta un’oasi naturale, apprezzata dagli utenti dell’autostrada e dagli abitanti dei paesi limitrofi, che ai conducenti provenienti da sud permette un primo distacco, netto, dalla realtà della vicinissima regione lionese, altamente urbanizzata. Veduta dello spazio per il picnic, realizzato sotto una pineta ai margini del settore centrale. Sopra, particolare dello spazio coperto, realizzato presso la pineta e utilizzabile per servizi di ristoro KINEO 16 1998 33 In alto, panoramica del “Point Relax”, nella parte sud dell’area, uno spazio attrezzato per l’attività fisica dei conducenti. AREA DI VOLCANS AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI L’AREA DI VOLCANS L’area di servizio di Volcans d’Auvergne, presso Clermont-Ferrand, esprime al tempo stesso l’integrazione nel paesaggio, la ricerca di una immagine che sintetizzi l’essenza culturale e ambientale della regione, l’organizzazione e l’articolazione degli spazi di sosta secondo i nuovi modelli progettuali in atto sulle autostrade francesi V olcans d’Auvergne, sulla A71 della Société des Autoroutes Paris-Rhin-Rhône, si trova a 30 chilometri a nord di Clermont-Ferrand, capoluogo della regione dell’Auvergne, sulla direttrice nordsud che da Parigi porta al Mediterraneo, e si presenta come un caso particolarmente originale nel panorama delle aree di servizio francesi. L’impianto, ideato dall’architetto Ricardo Bofill – con Pierre Chatelain (edifici), Delonge J. D. Gardens e Vegetaroute (sistemazioni paesaggistiche e piantumazioni), P. e J.F. Arnaud (illuminazione) – valorizza un punto molto panoramico della regione, ricreando in scala ridotta il paesaggio caratteristico composta da una successione di crateri vulcanici, tipici dell’Auvergne, regione al centro della Francia. Questi crateri, di fatto dei grandi terrapieni a pianta semicircolare, rappresentano altrettanti contenitori di spazi distinti – stazione di rifornimento ed edifici di ristoro/svago, albergo, parcheggio mezzi pesanti, parcheggio veicoli leggeri e caravan/roulottes – dando corpo, fisicamente, alla separazione degli spazi insita nella concezione delle aree di servizio francesi, permettendo agli utenti di scoprire l’area pezzo dopo pezzo, aiutati da un sistema di illuminazione che sottolinea le superfici dei crateri e i percorsi pedonali. È inoltre un’area “unilaterale”, realizzata cioé su un solo lato dell’autostrada, collegata alla corsia opposta mediante un ponte carrabile, al quale è stata data una forma e una struttura particolare, per renderlo esso stesso un segnale distintivo lungo l’autostrada. Veduta dell’area di servizio “Volcans d’Auvergne”, sulla A72 Saprr, nei pressi di Clermont-Ferrand. KINEO 16 1998 34 AREA DI VOLCANS AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI SAPRR Infine, l’area di Volcans è stata concepita come una vera e propria bandiera turistica: estesa su 26 ettari (e con altri 13 ettari sulla carreggiata opposta, per gli svincoli d’accesso), l’area è stata infatti finanziata con il contributo della Regione Auvergne (il costo complessivo è stato di 100 milioni di franchi, dei quali 20 della Regione) proprio per trasformarla in un “balcone sull’Auvergne”, un messaggio promozionale turistico a scala nazionale, permeato fisicamente dalla Sopra, la rotonda che serve l’accesso all’area dalla corsia verso Parigi dell’autostrada, attraverso il ponte carrabile. KINEO 16 1998 35 In alto, l’uscita sulla corsia nord, verso Clermont-Ferrand. AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI AREA DI VOLCANS essenza della regione e integrato da una molteplicità di servizi che ne illustrano le caratteristiche, permettono l’acquisto di prodotti tipici regionali e consentono di prenotare alberghi. Così l’albergo, a pianta semicircolare (con 46 camere), si apre sul panorama delle montagne a sud; l’edificio di ristoro comprende un bar da 120 posti e due ristoranti, uno dei quali regionale (da 60 posti), e un ampio e articolato centro di vendita di prodotti regio- nali, comprendente un sistema automatico per individuare l’offerta alberghiera ed eventualmente prenotarsi, oppure stampare (al costo di un franco) la mappa per raggiungere l’hotel desiderato. Speculare all’edificio delle pompe di benzina si trova poi un Centro informazioni autostradali e turistiche sull’Auvergne, con totem audiovisivi e un grande plastico della regione sul quale è possibile individuare e vedere illustrati diversi tipi di attrazioni turistiche In alto, l’ingresso all’area dalla corsia nord, per chi proviene da Parigi. In alto, il collegamento fra l’edificio dei servizi e l’area di parcheggio per roulotte e caravan. Particolare del Centro informazioni regionale e, sopra, vista dell’edificio che lo ospita e dell’ area di rifornimento prospiciente. KINEO 16 1998 36 Vedute del complesso alberghiero, realizzato in posizione panoramica, a un livello più basso rispetto al centro servizi. AREA DI VOLCANS AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI dell’Auvergne (castelli, chiese, punti panoramici ecc.). In termini di qualità e attrattività l’area è un successo, e i dati indicano che più di un conducente su quatto sosta nell’area di servizio; uno su tre si ferma per una pausa, uno su quattro per il pasto, uno su cinque per fare rifornimento di carburante. La clientela principale è di turisti, ma anche di utenti abituali: l’8 per cento degli automobilisti e il 25 per cento dei camionisti si fermano qui in media una volta al mese. In alto, particolare del sistema di identificazione dell’offerta alberghiera, con il computer per le prenotazioni o la guida. KINEO 16 1998 Panoramica del complesso di ristoro, che comprende (a destra) lo spazio di vendita dei prodotti tipici regionali. 37 Sopra, particolare del centro di vendita dei prodotti regionali. AREE DI JURA E BRESSE AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI LE AREE DI JURA E BRESSE Le aree di servizio di Jura e du Poulet de Bresse, le ultime nate della rete Saprr, sintetizzano all’estremo la caratterizzazione architettonica di un sito a scopi squisitamente turistici, costruendo gli edifici della parte di ristoro in uno “stile” della regione, rischiando anche qui di cadere nel kitsch, ma comunque creando un punto di riferimento a scala nazionale Q uelle di “Jura” e “du Poulet de Bresse” sono esempi particolarmente significativi della tendenza, sempre più diffusa, di concepire determinate aree come specchi della realtà culturale del territorio dove si collocano, ricostruendo in forma fisica le strutture “caratteristiche” che si ritiene possano esprimere l’essenza del luogo. Entrambe le aree si trovano lungo la nuova autostrada A39 Saprr, inaugurata nel giugno 1998, tracciata parallelamente alla A6 Parigi-Lione: un’arteria di 110 chilometri, fra Dole e Bourg-en-Bresse, che a un primo sguardo non appare particolarmente importante dal punto di vista delle comunicazioni perché, appunto, apre un percorso parallelo alla A6 Parigi-Lione, situata poche decine di chilometri più a ovest. Della A39 potrebbe essere messa in discussione la stessa utilità, e lo spreco di territorio da essa causato, eppure tutta la sua storia progettuale e la strategia di comunicazione si basa sull’integrazione con l’ambiente e le realtà economiche locali, sintetizzata da uno slogan – “A39. L’autostrada verde. Naturalmente” – e da poche parole d’ordine come “qualità”, “rispetto dell’ambiente”, “identità locale” ecc. Poco o nulla è lasciato all’aspetto trasportistico, mentre lo sforzo comunicativo e d’immagine si concentra su una serie di elementi esterni: potenzialità offerte allo sviluppo economico delle aree attraversate; aree di servizio concepite come specchi delle realtà locali; inserimento ambientale e opere d’arte di qualità; ritrovamenti di siti preistorici, gallo-romani e medievali resi possibili da quella che la Particolare dell’ingresso all’edificio di ristoro dell’area di servizio “Jura”, sulla A39 Saprr. KINEO 16 1998 38 AREE DI JURA E BRESSE Saprr chiama “operazione archeologica dell’A39” (come se lo scopo dell’autostrada fosse la ricerca di reperti storici); creazione di riserve ecologiche, trasformando ad esempio una cava di inerti in un sito naturalistico, “vetrina dell’ecosistema della valle della Saône”. La concessionaria ha quindi costruito un’immagine di grande importanza per un’autostrada di dubbia necessità, e lo ha fatto puntando essenzialmente sull’inserimento ambientale e su tutto quanto di utile alla comunità è stato compiuto durante i lavori, sfruttando anche la collaborazione dei principali enti locali, che a loro volta hanno collaborato nella costruzione di questa immagine, facendola propria. Veduta dell’edificio di ristoro dell’area di servizio “du Poulet de Bresse”, sempre sulla A39 Saprr. KINEO 16 1998 AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI Da qui il coinvolgimento degli Enti locali e la costruzione di aree chiaramente finalizzate a diventare punti di diffusione della cultura e delle attrattività turistiche dei territori dove si collocano, cioé i dipartimenti dello Jura (nella Franca Contea) e della Saône-et-Loire (in Borgogna). Sopra, veduta del ponte carrabile che unisce la corsia ovest della A39 all’area di servizio “Jura”, situata sul lato est. 39 In alto, il ponte carrabile che unisce la corsia ovest della A39 all’area “du Poulet de Bresse, sul lato est. AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI AREE DI JURA E BRESSE L’AREA DI JURA L’area di Jura si trova presso Arlay, a nord di Lons-leSaunier, capoluogo del Dipartimento dello Jura, nella Franca Contea, che ha come riferimento culturale e formale l’opera di Claude-Nicolas Ledoux (progettista della vicina Saline Royale d’Arc-et-Senans, una delle sue poche realizzazioni), che rappresenta un importante patrimonio della regione. Da qui la decisione di farne non solo un riferimento turistico, ma anche di utilizzare uno “stile Ledoux” – con colonne e archi e forme geometriche elementari – per gli edifici di ristoro e di servizio, compresa la centrale di riscaldamento (costruita a forma di piramide), oltre che per un padiglione turistico “Pavillon des Cercles”, mentre, viceversa, la stazione di rifornimento propone forme tipiche dell’architettura moderna francese, ricca di trasparenze. Il “Pavillon des Cercles”, è un complesso cubico/sferico che ospita il centro d’informazione culturale, turistica ed economica del dipartimento dello Jura, all’interno del quale, su tre livelli, sono state realizzate diverse presentazioni audiovisive della regione (materiali, storia, cultura, paesaggio ecc.), oltre a installazioni artistiche, uno spazio espositivo e una sala riunioni da 50 posti. L’edificio di ristoro, tutto archi e colonne, oltre a bar e ristorante comprende un’ampio spazio dedicato alla commercializzazione dei prodotti tipici della regione, e sul pavimento dell’atrio è tracciata la pianta dello Jura con, incassati nel pavimento, una serie di campioni dei principali tipi di rocce delle sue montagne. Inoltre, Jura è impostata planimetricamente con una forte impronta geometrica, che regola i percorsi e la posizione degli edifici ma Foto zenitale e, sopra, pianta dell’area “Jura”. In alto, particolare della centrale termica della parte ristoro e svago. KINEO 16 1998 Veduta da sud dell’edificio, sormontato dalla colonna, che ospita lo spazio di vendita dei prodotti tipici regionali. 40 AREE DI JURA E BRESSE AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI allo stesso tempo ricerca l’armonia con il paesaggio, sottolineato con piante d’alto fusto che compongono l’equilibrio visuale e valorizzano le vaste prospettive dello Jura. Complessivamente l’area si estende su 35 ettari, con spazi di sosta, separati, per 145 auto e 175 camion; è stata finanziata dalla Saprr con contributi del Dipartimento dello Jura, di Fina France, Srhaj (Société de la Restauration et d’Hôtellerie de l’Aire du Jura) e Sppj (Société de Promotion des Produits du Jura), per un costo complessivo (Saprr) di 45 milioni di franchi. Il progetto è di Damery-Vetter-Weil (impianto generale), con Jacques Simon (paesaggio), Jean-Luc Grenard (tutti gli edifici della componente ristoro/svago “in stile Ledoux”, cioé il complesso bar-caffetteria-boutique, il “Pavillon des Cercles” e la centrale di riscaldamento), Barbeyer & Dupuis (stazione benzina e ristorante). Vista da sud della parte che ospita gli spazi di ristorazione. In alto, particolare della stazione di servizio dell’area “Jura”. Sopra, particolari del “Pavillon des Cercles”, dove si trova il centro d’informazione culturale e turistica dello Jura. KINEO 16 1998 41 Foto zenitale dell’area di servizio “du Poulet de Bresse”. AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI L’AREA DU POULET DE BRESSE Di concezione simile a quella di Jura, l’area di servizio “du Poulet de Bresse” – a sud di Louhans, dipartimento Saône-et-Loire (regione Borgogna) – guarda anch’essa alle particolarità turistiche ed economiche del Dipartimento: in un luogo situato al confine fra la regione della Bresse del sud e quella del nord, il progetto mette in risalto l’allevamento di polli ruspanti, che insieme ai vini rappresentano l’elemento caratterizzante della cucina e della produzione bressese. Questa particolarità diviene quindi simbolo dell’area, sin dal primo approccio, tanto che il pollo appare come segnale a grande scala, visibile da lontano, sotto forma di una scultura alta 20 metri, realizzata da Jean Brisé in tubi d’acciaio inox di 30 centimetri di diametro. Un complesso edificato in stile rurale tradizionale accoglie poi i visitatori dell’area di svago e ristoro, concepita Vista della grande scultura in tubi d’acciaio che domina l’ingresso est all’area “du Poulet de Bresse”. KINEO 16 1998 come un complesso agricolo tradizionale, composto da diversi edifici con tetti in coppi, a forte pendenza, e la caratteristica griglia strutturale in legno a vista. Qui sono ospitati bar e ristoranti, e uno spazio commerciale per la vendita di prodotti tipici, mentre l’aspetto più propriamente turistico, che in Jura ha un padiglione apposito, è invece affidato ad alcune vetrinette. Come per Jura, la stazione di rifornimento è in un trasparente e sofisticato stile high tech. L’area di Poulet de Bresse si estende su 50 ettari, con parcheggi per 200 auto e 90 camion, ed è stata realizzata con il contributo del Dipartimento della Saône-et-Loire; il costo, per la concessionaria Saprr, è stato di circa 35 milioni di franchi. Il progetto complessivo è di Demery-Vetter-Weil, in equipe con Jacques Simon (paesaggista), Jean Brisé (hotel, ristorante e scultura/segnale) e Jean-Claude Bertrand (stazione di servizio). In alto, pianta dell’area di servizio “du Poulet de Bresse”. 42 Veduta della stazione di rifornimento dell’area di Bresse e, sopra, particolare dello spazio informativo regionale. AREE DI BEAUNE AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI LE AREE DI BEAUNE Beaune rappresenta un esempio di grande area a scala nazionale, con servizi realizzati su superfici molto vaste, articolati in numerosi spazi distinti e specializzati per utente o tipo di servizio, compresa la più importante area per camionisti della rete e un museo regionale, l’Archéodrome de Bourgogne, che ha metà dei visitatori esterni all’autostrada L a grande area polivalente di Beaune Tailly (estesa su 80 ettari), si trova sulla A6 Saprr, immediatamente a sud di Beaune, in Borgogna (provincia della Côte-d’Or, con capoluogo Digione), in un nodo strategico della rete autostradale francese, dove la A6 Parigi-Lione si interseca con la A5 da/per il Belgio e la A36 da/per la Germania. Insieme a quella prospiciente di Beaune Merceuil (su circa 30 ettari), sulla corsia verso Parigi, l’area è il punto centrale di tutta la rete Saprr, ed è stata per questo concepita, sin dalla sua costituzione negli anni Settanta, come un grande villaggio autostradale e un centro di interesse regionale e nazionale, sfruttando la posizione strategica nel sistema delle comunicazioni autostradali, offrendo servizi diversificati per tutti i tipi di utenza. Infatti, al di là dei tradizionali servizi – telefono, bancomat, cambio valuta, giochi, ristoranti e stazione di servizio (che ha comunque l’edificio di servizio più grande della rete Fina) – le aree di Beaune (essenzialmente Tailly), collegate fra loro da un ponte pedonale integrato alle estremità dagli edifici con i ristoranti e i bar, dispongono di: – un Centro informazioni della Saprr, integrato da spazi per il Relais Bébé Nestlé; – un complesso di ristorazione all’interno del quale si trova la Casa della Borgogna, una boutique di prodotti regionali ampia e ben organizzata che offre anche assistenza turistica e cambio valute; – due motel, uno per area, con camere da una a tre stelle; – zone picnic molto ampie e attrezzate, che consentono la sosta, in luoghi precisi, anche di roulottes e caravan; – l’Archéodrome de Bourgogne, cioé il più grande spazio didattico a pagamento delle autostrade europee, concepito come centro d’interesse nazionale sulla storia dell’uomo dalla Preistoria all’anno Mille; un’area didattico- museale d’interesse regionale; – il Truckstore café, cioé uno dei più grandi centri servizi per camionisti della rete europea. La decisione di concentrare questo corposo insieme di servizi nell’area di Beaune ha, come già indicato, lo scopo di creare un centro di interesse regionale e nazionale, sfruttando una posizione strategica nel sistema delle comunicazioni autostradali, offrendo servizi diversificati per utente, in particolare i camionisti (Truckstore café) e turisti (Archéodrome). Il progetto è stato promosso dalla Concessionaria autostradale, ma le sue dimensioni e caratteristiche hanno portato al coinvolgimento finanziario anche dei principali Enti: comune di Beaune, Regione Borgogna e Dipartimenti di Côte-d’Or, Saône-et-Loire e Yonne. Veduta notturna su una parte dei parcheggi e dotazioni infrastrutturali dell’area di servizio di Beaune Tailly. KINEO 16 1998 43 AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI AREE DI BEAUNE IL TRUCKSTORE CAFÉ Quella dei conducenti dei mezzi pesanti è una delle categorie di utenti fra le più difficili da soddisfare, ma la Saprr ha voluto tentarci costruendo a Beaune il “Truckstore café”, cioé uno dei più grandi centri servizi per camionisti in Europa, posto immediatamente all’ingresso dell’area, isolato e protetto e con un proprio ristorante/bar, tariffe speciali per camionisti. L’idea nasce dopo l’apertura dell’area di Beaune, alla fine degli anni Settanta, quando la Saprr effettua una serie di indagini dalle quali emerge che questa categoria è appunto la più insoddisfatta fra i propri utenti, per la mancanza di attrezzature specifiche e per la difficoltà di controllare “a vista” i propri mezzi; le loro esigenze sono poi riassumibili nel riconoscimento della specificità professionale, in servizi dedicati e in ambienti dove non si è isolati e si possono incontrare altre persone. Il riconoscimento della specificità professionale porta alla richiesta di spazi riservati, separati in particolare dai vacanzieri, specie quelli con roulotte e caravan. I servizi dedicati sono necessari per: parcheggiare, in spazi ampi e sorvegliati; ristorarsi, ritrovando sull’autostrada la qualità e l’ambiente presente sulle strade nazionali, con tutti i suoi stereotipi (ambiente dove si possono ritrovare gli amici, con servizio al tavolo, cibi caldi e abbondanti, che facciano pensare a una cucina familiare, e apertura 24 ore su 24); dormire nelle vicinanze del mezzo o dentro esso (nel primo caso sono necessari parcheggi riservati e isolati dal rumore, zone di riposo e relax vicine al ristorante, servizi igienici attrezzati, compresa la doccia, mentre il secondo caso implica un hotel con camere economiche, letti con lenzuola pulite, doccia e wc sullo stesso piano delle camere, vicinanza al parcheggio ma isolamento dal rumore); lavarsi, indipendentemente dalla necessità di fermarsi per dormire, e quindi wc, doccia, lavabo, specchio per radersi, attaccapanni; rilassarsi, anche per poco tempo, e quindi un bar e spazi dove sedersi, con Tv, giornali e riviste, giochi e telefono. La richiesta di spazi con possibilità di incontrare altre persone è direttamente collegata al tipo di attività, pre- valentemente solitaria; offrire questo servizio significa creare di spazi comuni per i camionisti, ma anche una particolare attenzione al personale, che deve considerare questi utenti non tanto come clienti anonimi ma come un ospiti attesi. Da questa indagine nasce quindi il “Truckstore café”, aperto nel dicembre 1989, che si estende su oltre mille metri quadrati e dispone di un parcheggio gratuito per 180 posti, non recintato ma controllato direttamente dai conducenti grazie a telecamere collegate ai televisori posti nel bar e nelle diverse sale TV: di fatto nessuno è addetto alle telecamere, e lo sguardo sul parcheggio è solo uno dei canali televisivi. Per la ristorazione l’edificio del café ospita un bar concepito come un caffé tradizionale – con arredo in legno, bancone al centro e tavoli lungo le pareti – oltre a un ristorante con prezzi speciali per i camionisti (menù a 65 franchi, contro un minimo di 85 per la clientela “esterna”) e un piccolo spazio cottura gratuito. Altri servizi, in parte a pagamento, sono docce, lavanderia e stireria, palestra, telefono, Minitel e CB. Infine, vi sono una serie di salette TV con trasmissioni in lingua (francese, tedesco ecc.) e piccoli soggiorni relax. < 1 Particolare dello snackbar del Truckstore café di Beaune e, a destra, vista dell’ingresso. KINEO 16 1998 PARIGI 44 AREE DI BEAUNE IL CENTRO DI ACCOGLIENZA SAPRR Il centro d’accoglienza della Saprr è stato ristrutturato recentemente, e rappresenta nella sua concezione architettonica lo sforzo di adeguare vecchie strutture alla nuova tendenza di caratterizzare le aree secondo la tradizione locale, per dare all’utente la sensazione di avere “visitato”, o comunque colto, in queste tappe di viaggio, l’essenza del territorio attraversato. Così il Centro si presenta oggi nelle forme di un edificio tipico della Borgogna, massiccio, con aperture di piccole dimensioni e tetto a falde molto spioventi, e una torre che richiama le diffuse strutture fortificate. All’interno ospita uno dei più importanti spazi di informazione della Saprr sull’autostrada, che dà notizie sul traffico e la rete, ed è aperto sette giorni su sette. AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI Nel periodo estivo qui trovano spazio anche i servizi di assistenza ai neonati, i “Relais Bébé Nestlé”, presenti da diversi anni, sulle principali aree di servizio delle autostrade francesi: tutti i giorni, dalle 6 alle 22, personale specializzato permette ai genitori di concedersi una pausa durante il viaggio, occupandosi della cura dei neonati e offrendo gratuitamente anche cambi di pannolini e pasti. 9 BEAUNE MERCEUIL 10 8 LIONE > 7 3 6 5 4 BEAUNE TAILLY 1. Truckstore café con parcheggio riservato per i mezzi pesanti 2. Zona picnic e parcheggio roulotte e caravan 3. Stazione di rifornimento 4. Archéodrome 5. Motel area di Tailly 6. Centro servizi Saprr 7. Caffetteria e ristoranti 8. Caffetteria e Casa della Borgogna 9. Motel area di Merceuil 10. Stazione di servizio est AREA PICNIC Pianta delle aree di servizio di Beaune Tailly, sulla corsia ovest (verso Lione) e Merceuil (est, verso Parigi). 2 KINEO 16 1998 45 In alto, veduta e particolare del Centro servizi della Société des Autoroutes Paris-RhinRhône. AREE DI BEAUNE L’ARCHÉODROME L’Archéodrome de Bourgogne, edificato dalla Saprr nel 1978, è il più grande spazio museale/audiovisivo presente sulle autostrade europee: è dedicato alla storia dell’uomo in generale e alla storia e alla cultura della Borgogna in particolare, dalla Preistoria all’anno Mille, e si articola in una serie di spazi didattici ricavati all’interno dell’edificio, integrati da istallazioni e ricostruzioni storiche in una vasta area all’aperto. In realtà non si può parlare di museo vero e proprio, perché non contiene nessun reperto ma solo ricostruzioni storiche in scala, integrate da spazi audiovisivi, con auditorium, chronoscope e un percorso multivideo; né, come accennato, si può parlare solo di storia della Borgogna, ma di uno sguardo più ampio sulla storia dell’uomo, tanto che una delle più recenti ricostruzioni riguarda Otzi, l’uomo preistorico ritrovato sulle alpi fra l’Italia e l’Austria. In alto, schema dell’Archéodrome, con la posizione degli spazi audiovisivi (1, 2), il museo coperto (III) e il mura romane attorno ad Alesia (6), fattoria gallica (7), Fanum gallo-romano (8), strada romana (9), necropoli (10). parco delle ricostruzioni, con: insediamenti dell’alto neolitico (3) e dell’età del bronzo (4), tumuli preistorici (5), KINEO 16 1998 46 Sopra, particolari del museo e del parco delle ricostruzioni, con una delle rappresentazioni estive in costume. AREE DI BEAUNE AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI L’edificio ospita, oltre agli spazi audiovisivi, un percorso storico che va dalla ricostruzione di spazi e momenti di vita nella preistoria fino al periodo romano – con parti di un tempio e di una villa romano-gallica – fino alle chiese e ai castelli del medioevo. All’esterno, visivamente collegate con le rappresentazioni storiche interne, vi sono ricostruzioni al vero di interi edifici, come una capanna neolitica del 4.000 Avanti Cristo, ricostruita sulla base dei ritrovamenti a Charmoy (Yonne), o tumuli funerari del periodo del Ferro, o una porzione delle fortificazioni costruite da Cesare attorno ad Alesia. È in sostanza un luogo molto scolastico, a pagamento, che ha però un discreto successo di pubblico, con circa 70 mila visitatori l’anno, per metà costituiti da utenti dell’autostrada e per metà esterni, prevalentemente dalla regione, che vi accedono attraverso un ingresso collegato alla rete stradale ordinaria. Non a caso, se il 60 per cento dei visitatori è costituito da famiglie e singoli, il restante 40 per cento è rappresentato da gruppi scolastici. Pur non essendo economicamente redditizio (per coprire le spese dovrebbe praticamente raddoppiare i visitatori), l’Archéodrome rappresenta un fiore all’occhiello della Saprr e del suo nuovo gestore Côté France (gruppo Autogrill), che lo ha rilevato nel 1994, ponendosi come una delle principali attrattività della rete autostradale fra Parigi e Lione. In alto, particolare dell’area destinata al picnic e alla sosta di roulotte e caravan. Al centro, particolare della casa della Borgogna, con vendita di prodotti tipici della regione. Qui e a destra, l’edificio della stazione di benzina, che è il più grande della catena Total e ospita un negozio di generi vari. KINEO 16 1998 LA CASA DELLA BORGOGNA Lo spazio della Regione Borgogna si trova sul lato ovest del complesso di ristorazione, all’estremità del ponte, e si articola in due parti: – la prima ospita il servizio di promozione delle attrattività culturali e artistiche, e comprende l’assistenza turistica sul viaggio, la prenotazione alberghiera e il cambio valute; – la seconda, ben più ampia, ed estesa su due livelli, è costituita dalla boutique di vendita e promozione dei prodotti tipici regionali, integrata da una cantina con i principali vini locali, che occupa interamente il livello inferiore. 47 In alto, veduta di una delle ali del motel. F E R M AT E A N T I U O M O TRASPORTO PUBBLICO FERMATE ANTIUOMO A MILANO La recente sistemazione della piazza a ovest della stazione Centrale di Milano evidenzia il pesante impatto sulla qualità urbana delle linee del trasporto pubblico, che se lasciate nelle mani di competenze particolari, ad esempio quelle puramente trasportistiche, possono trasformarsi in elementi di separazione e di degrado della città C oncentrazione delle fermate, vicinanza, visibilità immediata e facilità di accesso rappresentano condizioni essenziali per una corretta disposizione di un nodo di trasporto collettivo, e questo dovrebbe valere ancora di più in presenza di importanti nodi di interscambio quali sono le stazioni ferroviarie. Alla stazione Centrale di Milano – porta della città e nodo di interscambio per un traffico passeggeri di valenza regionale, nazionale e internazionale – la recente sistemazione della piazza IV novembre elude però questi principi, creando anzi situazioni contraddittorie in termini di accessibilità al mezzo pubblico e di qualità urbana. In questa piazza molto ampia (oltre 10 mila metri quadrati) e nella adiacente via Fabio Filzi, vi fanno capolinea o transitano quattro importanti linee di tram, cinque di autobus urbani, due linee suburbane ad alta frequenza e alcune private regionali (Maggioni e Autostradale). All’uscita della stazione se ne presenta però una sola, vicina (10/15 metri), che volge le spalle alla stazione stessa e non è raggiungibile direttamente (secondo i progettisti), ma solo dopo un largo giro attorno a un ampio marciapiede, percorribile con difficoltà perché pavimentato con sassi (imitazione della “rizzada” milanese): proseguendo in linea retta, l’ignaro viaggiatore trova un alto e stretto marciapiede, pavimentato con sassi, e poi uno spazio di circa tre metri con binari lasciati a nudo al centro, su traversine e massicciata, protetto da fasce laterali in pietrisco; i binari circondano un’isola, anch’essa pavimentata con sassi, oltre la quale è finalmente la fermata, di una sola linea di autobus. LA BEFFA E IL DANNO Nonostante le apparenze, quindi – fermata ben visibile e vicina, e presenza di binari che farebbero supporre l’accesso a un tram – questa sistemazione appare come una beffa per gli utenti del trasporto pubblico, costretti a un lungo giro per raggiungere la fermata, scoprendo poi che è di quella di un solo autobus, mentre le altre sono disperse in aree progressivamente più lontane dalla stazione, anch’esse non raggiungibili direttamente ma attraverso percorsi pedonali lunghi – attorno a una piazza che misura 120 metri per 90 – o disagevoli, su marciapiedi a volte pavimentati con sassi o attorno ad aree impercorribili perché segnate dal tracciato di binari in entrata o in uscita dalla piazza, anch’essi su ballast, come ferrovia in aperta campagna. Le motivazioni di questo tipo di intervento, che ha di fatto reso impraticabile un’intera piazza, partono dalle esigenze particolari dell’azienda di trasporto pubblico milanese (Atm) e del comune di Milano: la prima chiede di impedire qualsiasi interferenza fra le sue linee e gli utenti della piazza (che sono in parte anche i suoi), come attraversamenti pedonali dei binari e la sosta abusiva ecc., mentre il settore viabilità del comune di Milano desidera sistemare l’area in attesa di dare corso a un progetto di riassetto più ampio e articolato, che però è fermo da anni. Le scelte che ne derivano fanno emergere un problema di concezione dello spazio pubblico e di relazione con il trasporto collettivo, dove al sovrapporsi di competenze – trasportistiche, di sicurezza, di arredo urbano – non si unisce una visione più ampia di qualità ambientale. Particolare della sistemazione di piazza IV Novembre a Milano, davanti all’ingresso ovest della stazione Centrale. KINEO 16 1998 49 F E R M AT E A N T I U O M O ENZO PORCU TRASPORTO PUBBLICO TRINCEE CONTRO GLI UTENTI E LA CITTÀ Così, necessità di ordine trasportistico, e l’incapacità di gestire e rispondere adeguatamente alle esigenze del traffico privato e dei pedoni, portano a trasformare le linee tranviarie in vere e proprie trincee, scavate con lo scopo di non far transitare i pedoni e di impedire il parcheggio selvaggio. Allo stesso modo, la scelta di impedire ai pedoni di attraversare i binari o comunque di seguire percorsi diretti di accesso alle fermate (o ad altri punti della piazza), porta a costruire alti marciapiedi impercorribili, pavimentati con sassi: la “rizzada” è certamente economica e fa parte del patrimonio storico della città, e per questo piace ad alcuni progettisti, ma il suo uso è ostico per i pedoni, e ha fatto anche vittime illustri, come la signora Thatcher che, al vertice europeo di Milano del 1985, ha lasciato un tacco sulla “rizzada” del castello Sforzesco. Il divieto per i pedoni di seguire percorsi naturali, diretti, imponendo deviazioni e giri lunghi e contorti, è un filo conduttore che si ritrova spesso, e rappresenta una metodologia di intervento ben precisa, non solo nel capoluogo lombardo, che pone le esigenze dei sistemi di trasporto collettivo al di sopra di tutte le altre, comprese quelle dei pedoni, cioé i clienti stessi del trasporto pubblico. Sopra, veduta del nuovo assetto di piazza IV Novembre a Milano, davanti all’ingresso ovest della stazione Centrale. KINEO 16 1998 Un esempio è la sistemazione della grande isola pedonale nel centro di Milano, fra il Castello Sforzesco e piazza Duomo, liberata dal traffico su gomma e attraversata dai binari delle principali linee tranviarie: da elemento di congiunzione e di vivacizzazione dell’isola, questi binari si stanno però trasformando in un elemento di separazione, circondati da gradini alti e barriere che consentono il passaggio solo in alcuni punti, distanti fra loro. Un altro esempio è rappresentato dalle corsie protette della circonvallazione esterna dei filobus, vere barriere fra quartieri della città, con pochi punti di attraversamento, che espropriano importanti porzioni di città senza dare in cambio un accesso facile e integrato ai mezzi pubblici (oltre che un servizio valido): nell'intersezione fra linee radiali e circolari, l'attuale posizionamento delle fermate comporta percorsi pedonali lunghi e disagevoli, e a volte decisamente assurdi; un caso emblematico è rappresentato dalla stazione Lancetti del Passante di Milano, chuisa alle spalle dallo scalo ferroviario Farini e incastonata in un’ex area industriale, con poche abitazioni, che ha il suo naturale bacino d’utenza nel prospiciente quartiere Dergano, dal quale è divisa però dalle barriere insormontabili della circonvallazione, con ovvi risultati in termini di non-accessibilità al trasporto pubblico e di separazione fra due parti di uno stesso quartiere. Particolare dell’innesto della linea tranviaria in piazza IV Novembre con quelle che percorrono via Fabio Filzi. 50 La linea tranviaria 225, nel quartiere Flaminio a Roma. F E R M AT E A N T I U O M O TRASPORTO PUBBLICO UN’INSIEME DI RESPONSABILITÀ E RIGIDITÀ L’invadenza delle linee di trasporto pubblico, e il loro impatto sulla qualità urbana nasce da un’insieme di responsabilità – e rigidità – differenti e sovrapposte, ognuna arroccata su se stessa, e dall’assenza di una figura unificante con una visione globale della città. La blindatura delle linee sembra derivare dal ministero dei Trasporti, e in particolare le singole le singole unità regionali deputate alla sicurezza (Ustif), che guardando all’aspetto sicurezza – dei pedoni e dei conducenti dei mezzi pubblici – impongono transenne continue non scavalcabili e passaggi pedonali a percorribilità limitata (ad esempio transennature a “S”) per linee tranviarie e corsie preferenziali, specie in presenza di filari alberati, ma non solo: – a Rozzano, periferia sud di Milano (nessun albero), su richiesta del Ministero la linea del tram 15 è stata costruita con ballast a vista e blindata con barriere New Jersey; – a Roma, la costruzione della linea tranviaria 225 attraverso il quartiere Flaminio, pur non essendo in presenza di alberi è stata blindata con transennature continue, provocando forti reazioni da parte degli abitanti del quartiere, che hanno visto precluso l’accesso al lato opposto della strada (questa esperienza ha di fatto bloccato per anni la costruzione di nuove linee tranviarie, tanto che la nuova linea 8 è concepita in modo decisamente meno impattante). Altre responsabilità riguardano i gestori dei servizi di trasporto collettivo (come l’Atm a Milano) che, in nome della funzionalità del servizio partecipano alla scelta di proteggere le linee (specie su richiesta dei conducenti), ma sopratutto intervengono nella disposizione delle fermate e dei percorsi per raggiungerle, e nel trattamento dei tracciati, come è avvenuto appunto alla stazione Centrale. Infine, ai tecnici ministeriali e all’azienda del trasporto collettivo, nella responsabilità vanno associati anche gli uffici comunali che si occupano di manutenzione degli spazi pubblici come, nel caso di Milano, il settore Strade e l’Arredo urbano”. Particolare della sistemazione di piazza IV Novembre davanti alla fermata dei tram in via Fabio Filzi. e particolare delle barriere della vicina corsia preferenziale dei filobus, che impediscono il collegamento diretto. In alto a destra, l’uscita principale della stazione Lancetti del Passante di Milano, che guarda verso il quartiere Dergano, KINEO 16 1998 51 Particolare del tram di Strasburgo, un mezzo a basso impatto urbano concepito per il rilancio del trasporto pubblico. TRASPORTO PUBBLICO F E R M AT E A N T I U O M O LA FINE DEL TRAM PIU BELLO DEL MONDO Un esempio degli effetti di questa sovrapposizione di competenze è rappresentato dalla trasformazione di uno dei più bei tram del mondo, l’Eurotram, realizzato da Abb per il comune di Strasburgo e concepito per essere silenzioso, trasparente e “morbido” nelle linee , e ridurre così al minimo l’impatto sulla città, oltre che porsi come strumento accattivante e attrattivo di un più ampio programma di rilancio del trasporto pubblico. Con questo spirito l’Atm lo ha acquistato, preferendolo ad altri (fra i quali i Breda disegnati da Pininfarina per Lille); il passaggio delle Alpi ha però appesantito la sua immagine, e la versione nostrana differisce per: – cabina di guida unica, essendo unidirezionali (scelta di Atm perché Milano è strutturata con capolinea ad anello e quindi ha ritenuto opportuno evitare spese per vetture bidirezionali, più costose e con meno posti); – design modificato (scelta non si sa bene di chi, effettuata però per dare un'impronta più “italiana”); – riduzione delle superfici vetrate, sia nel muso sia nei lati (scelta di Atm per timore di riparazioni onerose in caso di incidenti, ma anche, probabilmente, per richieste sindacali, perché i conducenti non sembrano gradire vetri troppo grandi davanti al posto di guida); – allestimento interno più spartano, con sedili tutti fronte marcia e meno distanziati (scelta Atm, per aumentare il numero di posti e per timore di vandalismi); – specchietti retrovisori fissi di tipo tradizionale (imposizione del ministero dei Trasporti, che ha respinto la richiesta Atm di telecamere e specchietti estraibili); – parte superiore dei finestrini apribile orizzontalmente (imposizione del Ministero, che ha respinto la richiesta Atm di utilizzare finestrini apribili a rotazione verticale, per timore che gli utenti possano schiacciarsi le dita). È stata invece accettata dal Ministero, in deroga alla norma vigente, la circolabilità con agente unico pur essendo la vettura lunga circa 32 metri (la norma, che risale a quando circolavano motrici e rimorchi, prescrive che oltre i 30 metri ci debbano essere due agenti). ENZO PORCU LA QUALITÀ É POSSIBILE La qualità urbana si scontra con le stesse logiche e le stesse rigidità che hanno trasformato l’Eurotram: per quanto riguarda le sedi protette, ad esempio, il ministero dei Trasporti vieta l'utilizzo di siepi sostitutive di barriere metalliche, perché ritiene che il conducente debba vedere chi stà dietro le barriere; ma le siepi (e altri tipi di sistemazione, come giochi d’acqua) sono però molto usate all'estero, a volte molto basse ma larghe e disuniformi (come a Basilea o a Graz), per dare l’impressione di un percorso inserito in un giardino. Il problema dell'effetto barriera non si può certo risol- Particolare di una linea tranviaria protetta, a Graz, in Austria. Veduta del capolinea periferico di Maillon, a Strasburgo, prima e, a destra, dopo la creazione della linea tranviaria. KINEO 16 1998 52 F E R M AT E A N T I U O M O UN PROBLEMA DI REGOLE, MA ANCHE DI CULTURA Va detto inoltre che se la costruzione di barriere sempre più alte difende i responsabili della sicurezza da possibili accuse di negligenza, allo stesso modo porta con sè il rischio di un abbassamento dell’auto-responsabilizzazione del singolo, che in mancanza di barriere si sente autorizzato all’incoscienza, e non si può scaricare la colpa solo sulla presunta mancanza di rispetto delle regole da parte dei cittadini italiani (mentre all’estero sarebbero più disciplinati). C’è del resto un problema più ampio di concezione della legalità e delle regole, che vede il mezzo pubblico implicitamente colpevole in caso di incidente, anche se la causa è esplicitamente esterna (ad esempio una persona che attraversa un passaggio a livello con barriere abbassate), e l’incriminazione dei responsabili della sicurezza del ministero (come sta avvenendo attualmente a Torino) o dell’azienda di trasporto pubblico, non fa che spingere verso un’autodifesa sempre più alta in termini di misure di protezione, a scapito della qualità e della vivibilità urbana. C'è poi un'ulteriore considerazione, più difficile da dire perché potrebbe suonare stonata in presenza di morti e feriti, e apparire ispirata da una sorta di rassegnato cinismo statistico, ma non si può non rilevare sia che il trasporto pubblico contribuisce a decongestionare le strade e quindi a ridurre l’incidentalità, sia che il numero delle vittime dell'evento straordinario di un incidente con treni, tram o autobus è decisamente inferiore a quello rilevato sulle strade, che ha cessato da tempo di essere percepito come un'inaccettabile tributo umano alla mobilità, per entrare nella sfera dell'assuefazione psicologica e sociale di massa. Fabrizio Bonomo, Enzo Porcu ARCHIVIO FOTOGRAFICO ATM vere semplicemente abolendo ogni forma di protezione fisica, ma attraverso una progettazione organica di tutti gli elementi che costituiscono la sistemazione della piattaforma stradale: dai percorsi pedonali (che vanno studiati e assecondati nei loro percorsi più “spontanei”), all’adeguamento dei percorsi dei mezzi pubblici (facendo sì che i tratti delimitati da protezioni appaiano come zone a verde di separazione tra un passaggio pedonale e l'altro), alla riorganizzazione della circolazione privata, assicurando priorità e regolarità ai mezzi del trasporto pubblico. In sostanza, la protezione non dovrebbe servire a rendere il tram "veloce" ma a renderlo "regolare e affidabile", cioè rispettoso degli orari programmati, perché l'utenza accetta anche tempi di viaggio relativamente lunghi ma sicuri e con tempi di attesa limitati; il tutto per rendere il trasporto collettivo una parte integrante della città, e non un corpo estraneo: la nuova linea tranviaria di Strasburgo si pone come lo strumento visibile di una diversa concezione della città e del trasporto urbano, che a partire dai mezzi a misura d’uomo e di città (basso impatto ambientale) porta all’eliminazione delle autostrade urbane di attraversamento e alla concezione della linea tranviaria come strumento di riqualificazione degli spazi urbani, ponendo sullo stesso piano centro e periferia. Particolare della linea tranviaria che attraversa il comune di Rozzano, alla periferia sud di Milano. KINEO 16 1998 TRASPORTO PUBBLICO 53