VERSO UNA SCUOLA AMICADEI BAMBINI E DEI RAGAZZI

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VERSO UNA SCUOLA AMICADEI BAMBINI E DEI RAGAZZI
MIUR - Ufficio Scolastico Emilia-Romagna - USP Bologna
DIREZIONE DIDATTICA STATALE di S.GIOVANNI in PERSICETO
Circolo di San Giovanni in Persiceto - Via Guardia Nazionale 17 - BOE14700V
Tel. 051 821229 [email protected] [email protected]
VERSO UNA SCUOLA AMICADEI BAMBINI E DEI
RAGAZZI
Progetto pilota UNICEF- MIUR
A.S. 2014/2015
“Per una scuola dell’accoglienza e dell’inclusione di
tutti i bambini e le bambine.”
“Chi ascolta dimentica, chi vede ricorda, chi fa impara”
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TITOLO: “Per una scuola dell’accoglienza e dell’inclusione di tutti i
bambini e le bambine.”
Il progetto MIUR –UNICEF “VERSO UNA SCUOLA AMICA DEI BAMBINI E
DEI RAGAZZI” rientra tra i progetti di educazione alla cittadinanza e presta
particolare attenzione ai percorsi d’inclusione: disabilità, DSA, BES, alunni
stranieri, diversità di genere, iniziative di volontariato/solidarietà… e prevede
la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti nel processo educativo: alunni,
docenti, genitori, dirigenti, prevedendo tempi e spazi di partecipazione
durante l’anno scolastico al fine di progettare e realizzare percorsi e proposte
migliorative della scuola.
Il progetto Scuola Amica al quale la nostra scuola ha aderito per il secondo
anno, mira alla condivisione di “buone pratiche” con il mondo esterno e in
primis con le altre 12 scuole della regione Emilia Romagna che hanno aderito
al progetto.
Il focus sulla progettazione partecipata ha come scopo principale quello di
favorire il più possibile il protagonismo degli alunni nel sentirsi gli ideatori e i
realizzatori di percorsi di valorizzazione della loro scuola e di parlare delle
problematiche che li riguardano.
Successivamente alla elaborazione delle azioni da realizzare, si è passati
all’autovalutazione con l’obiettivo di apportare miglioramenti (ad esempio per
quanto riguarda l’accoglienza e la qualità delle relazioni, per favorire la
partecipazione attiva dei bambini, per rendere più efficace la metodologia e la
didattica nell’insegnamento.
E’ stato offerto alla nostra attenzione lo strumento del protocollo attuativo con
i 6 passi che sostanzialmente coincidono a indicatori di macroaree, per
effettuare un’autovaluzione di tipo qualitativo, grazie al quale la scuola ha
individuato punti di forza e punti di debolezza.
L’autovalutazione dei singoli passi ha previsto la compilazione dello schema
delle buone pratiche a inizio e alla fine dell’anno.
Nel mese di maggio le scuole che hanno realizzato il progetto sono
convocate dalla commissione dell’URS per la restituzione del protocollo
compilato e la relazione finale sulle attività/progetti realizzati.
In considerazione del fatto che la nostra scuola anche quest’anno ha
progettato e realizzato progetti attinenti ai temi in oggetto con la
collaborazione di esperti esterni di varie associazioni ed enti del territorio, gli
insegnanti referenti di progetto, in particolar modo dell’area inclusione, hanno
dato il proprio contributo alla documentazione del protocollo inviando le
verifiche delle schede di progetto che sono state trasferite in un'unica
relazione di sintesi delle azioni attivate dalla nostra scuola dalla referente
dell’area inclusione.
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Perché il progetto?
La partecipazione al corso di formazione- conferenza “A scuola senza zaino”
tenuto dal Dirigente Scolastico Marco Orsi al teatro comunale di San
Giovanni in Persiceto il 20 febbraio 2015, ci ha offerto l’occasione per
conoscere meglio le Associazioni culturali presenti nel territorio, come
l’associazione “Dente di leone” e “Scuola libera tutti”, che hanno sostenuto
l’iniziativa condividendone i principi pedagogici a cui questo modello di scuola
si ispira.
Si tratta di genitori e educatori che condividono un’idea di scuola sempre più
orientata alle esperienze all’aria aperta, una scuola-laboratorio che privilegia i
canali dei sensi e della manualità per sviluppare tutte le capacità del
bambino; una scuola che non annoia, per intenderci, in cui il fare si coniuga
con l’imparare in modo significativo e durevole.
La formula di scuola attiva immersa nel verde, a contatto con la natura è
stata “sposata” quest’anno dalla nostra scuola con il progetto di scienze
curato dalla Fondazione Villa Ghigi e sostenuto economicamente dal
Comitato genitori “T.V.B Quaquarelli”.
Durante il primo quadrimestre i bambini delle classi prime hanno svolto con la
guida di un’esperta all’esterno della scuola dei laboratori con le piante e gli
insetti, che hanno catturato il loro interesse scientifico motivandoli agli
approfondimenti in classe per mezzo di libri, ricerche in internet, disegni e
sintesi. Percorsi differenti sono stati sviluppati nelle altre classi con una
ricaduta positiva sulla didattica delle scienze. Rappresentativo sancimento
del successo dell’iniziativa è stato il momento della festa dedicata
all’inaugurazione dell’aula di scienze con un’ampia partecipazione dei
genitori.
Al fine di non limitare la valenza formativa di questi interventi al solo campo
scientifico, ma di estenderla a tutti i campi di conoscenza in modo unitario e
articolato, la formazione ricevuta a settembre e a febbraio ci ha suggerito di
approfondire il discorso pedagogico che ci è stato presentato con una bella
immagine: “la pedagogia della lumaca”.
Come educatori condividiamo il principio che la lentezza rappresenta un
valore e non un disvalore muovendo dalla considerazione che in tempi di
estrema velocità e cambiamenti rapidi occorra riscoprire
il piacere
dell’andare lenti, dell’osservare senza fretta per cogliere quanto di
incredibilmente bello c’è intorno a noi e nei nostri alunni; darsi dei tempi più
lunghi per valorizzare quegli aspetti della loro personalità che altrimenti
passerebbero inosservati.
Ci piace ricordare che nella scuola di Don Lorenzo Milani, a Barbiana, si dava
importanza al tempo inteso come skolè e non solo come tempo cronologico o
tempo legato alla produzione.
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SKOLE’: tempo di riposo, ozium latino, tempo per dedicarsi ad attività che
non sono obbligate, non nel senso di non fare niente ma nel senso di
dedicarsi ad attività a cui non siamo costretti.
Per i greci e i latini andare a scuola era qualcosa che non tutti si potevano
permettere ma solo i privilegiati che non erano costretti a sudare nel duro
lavoro dei campi fin dalla più tenera età.
Rifacendoci a questo modello pedagogico che ha come capisaldi il rispetto
delle diversità e delle uguali opportunità, l’apprendimento cooperativo, la
ricerca – azione, auguriamo ai nostri alunni di sperimentare nel loro corso di
studi un’esperienza autentica di skolè, senza eccessive ansie da prestazione
per l’inserimento in un mondo lavorativo sempre più incerto e competitivo.
La proposta della lettura in classe del libro di Luis Sepulveda “Storia di una
lumaca che scoprì l’importanza della lentezza”, ci è sembrato un modo
percorribile per continuare a parlare con i nostri bambini di natura e bellezza,
di valori come la libertà, la solidarietà e il coraggio.
Disegni ispirati al racconto sono stati prodotti dai bambini delle classi prime
per abbellire le aule e gli atri, per allestire gli spazi-laboratorio e vivere
un’esperienza gioiosa.
Abbiamo chiesto ai genitori del Comitato T.V.B Quaquarelli e delle
associazioni “Dente di leone” e “Scuola libera tutti” di darci una mano a
realizzare insieme questo progetto, ben sapendo che tra i genitori delle
nostre classi ci sono competenze che si manifestano in iniziative volte
all’extra-scuola come “EDUCARE ALL’ARIA APERTA, i sabati nel bosco”,
presentata appunto durante l’incontro di formazione.
A fine marzo c’è stato un momento di scambio e arricchimento reciproco tra
gli insegnanti delle classi prime e i rappresentanti dell’ associazione “Scuola
senza zaino”, che ha permesso di confrontarci sul modello di scuola
presentato dal Dirigente scolastico Marco Orsi, di valutarne gli aspetti
innovativi che aprono a possibili scenari di insegnamento/apprendimento
cooperativo contestualmente alla rilevazione delle difficoltà che ne
potrebbero rendere difficile l’attuazione.
Lo spirito che ha animato questo incontro è quello della condivisione delle
buone pratiche della scuola nell’ottica del miglioramento continuo.
La pratica di “scuola partecipata” è nella nostra scuola considerata un valore
aggiunto di qualità che si pone come obiettivo il raggiungimento del successo
formativo di tutti i nostri alunni e soprattutto il benessere a scuola e a casa, il
piacere di venire a scuola e ritrovare poi fuori della scuola delle opportunità di
sviluppo di quanto appreso.
In un momento come questo di grandi dibattiti su cosa faccia della scuola una
buona scuola, pensiamo che l’esperienza di scuole attive, come la scuola di
Maria Montessori e di Don Lorenzo Milani, siano esperienze che hanno
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ancora molto da insegnarci, modelli pedagogici che, nonostante sia passato
del tempo, continuano a risultare attuali e ci indirizzano in modo chiaro verso
l’orizzonte di senso del nostro fare scuola per la formazione e la crescita di
cittadini abituati ad esercitare il pensiero critico, consapevoli della realtà in cui
vivono e capaci di assumersi le proprie responsabilità.
Prendiamo a riferimento come manifesto della nostra SCUOLA AMICA, il
testo della lettera alla scuola “Cambiare la scuola davvero si può”, approvato
da insegnanti, dirigenti scolastici, genitori, studenti, sindacalisti, operatori
scolastici e sociali che gravitano intorno al Centro Formazione e Ricerca Don
Lorenzo Milani e scuola di Barbiana di Prato; testo che si sta diffondendo,
come tanti “fogliolini” di Barbiana, in tutte le scuole italiane da quando è stato
pubblicato nel 2006.
Lettera alla scuola
CAMBIARE LA SCUOLA DAVVERO SI PUO’
1. LA SCUOLA È IL LUOGO PER IMPARARE AD APPRENDERE, A
PENSARE CON LA PROPRIA TESTA, A ESSERE RESPONSABILI.
Educare ad essere cittadini sovrani e non sudditi.
2. A SCUOLA, COME NELLA VITA, NON POSSIAMO
DISGIUNGERE L’APPRENDERE DAL FARE. SI IMPARA CON IL
CERVELLO, CON LE MANI, CON TUTTI I SENSI E CON IL CUORE.
In ogni scuola sono fondamentali i laboratori della manualità da svolgere
anche all’aperto. Il laboratorio non è il luogo “extracurricolare” dove “si fa e si
apprende altro dai saperi e dai programmi”.
3. LA SCUOLA È IL LUOGO IN CUI SI APPRENDE INSIEME, NON “DA
SOLI”.
È importante “perdere tempo” perché una classe indistinta diventi un “gruppocomunità”. Ci vogliono mesi per formare il gruppo, discutendo e
raccordandosi sulle finalità, sulla necessità di regole condivise, sulle
metodologie e le tecniche da utilizzare insieme.
4. PER CREARE BUONE RELAZIONI È FONDAMENTALE ESSERE UN
PICCOLO GRUPPO. POCHE FIGURE DI DOCENTI DI RIFERIMENTO PER
CLASSE, AIUTEREBBERO L’ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA.
Le metodologie innovative possono essere praticate solo con un numero
ridotto di ragazzi, dai 15 ai 20 per classe, e di insegnanti di riferimento. Se
per diminuire il numero fosse necessario formare gruppi variegati di ragazzi o
le cosiddette pluriclassi, lo si faccia perché è, oltretutto, una grande
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opportunità per sviluppare la cooperazione e il mutuo sostegno.
5. GLI INSEGNANTI NON SONO DEI TUTTOLOGI, MA DEVONO SAPERE
“DOVE STA DI CASA LA CULTURA”.
I libri di testo non sono gli unici sussidi didattici, possono essere sostituiti
dagli incontri diretti con la vita e le persone e poi da una buona biblioteca
di classe, vocabolari, atlanti, giornale, stazione multimediale, accesso a
internet, collegamento satellitare, supporti di memorie esterne,
videoproiettore digitale e analogico, che complessivamente riducono di una
buona percentuale le spese a carico delle famiglie.
6. I SAPERI NON SONO UN BAGAGLIO DA TRAVASARE, MA VANNO
COSTRUITI INSIEME. LA CONOSCENZA NON VA DEPOSITATA O
ETICHETTATA, MA VA RIELABORATA CRITICAMENTE PER DIVENTARE
STRUMENTO DI FORMAZIONE E NON SOLO DI INFORMAZIONE.
I saperi minimi di base, quelli essenziali e utili alla vita, non possono essere
spezzettati e inseriti in programmi rigidi definiti nei minimi dettagli. È
importante lavorare sui nuclei fondamentali e sull’apprendere per schemi
logici. La formazione è questione di coscientizzazione, di maturazione
attraverso la riflessione critica e di elaborazione di mappe concettuali, dove le
discipline si contaminano reciprocamente.
7. L’EDUCAZIONE, COME L’APPRENDIMENTO, È UN PROCESSO
DINAMICO CHE PARTENDO DAL MOTIVO OCCASIONALE, OSSIA DALLA
REALTÀ, CONDUCE ALLA CONOSCENZA.
Tale percorso, “l'arte delicata di condurre i ragazzi su un filo di rasoio”, come
definito da don Lorenzo Milani, va compiuto tenendo conto dei saperi, delle
abilità e delle competenze indispensabili all’allievo della scuola di base per
comprendere, ad esempio, l’articolo di fondo del giornale, come avrebbe
“verificato” la Scuola di Barbiana.
8. LE ORE CHE SI TRASCORRONO A SCUOLA DEVONO
AVERE CARATTERE UNITARIO.
A ben poco servono la rigida suddivisione delle discipline in unità didattiche o
di apprendimento, a seconda delle riforme, nonché i ritmi di apprendimento
scanditi da orari cronologici fissi. Ma… per chi suona la campanella?
9. SBAGLIANDO SI IMPARA. PER PROVA, PER ERRORE E PER GIOCO.
È così che la scuola, lungi dall’essere l’anticamera di una azienda, potrà
diventare il luogo della lentezza, del “non assillo”, funzionale
all’apprendimento creativo e al gioco. A scuola si va anche per divertirsi nel
senso etimologico della parola, ossia “scantonare e fare cose sempre
diverse”.
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10. SI CAPISCE BENE COS’È UNA SCUOLA QUANDO LA VIVIAMO COME
SE FOSSE IL LUOGO DOVE SI ENTRA COMPETITIVI, AGGRESSIVI,
RAZZISTI E, DOPO AVER LAVORATO E STUDIATO INSIEME PER
BISOGNI COMUNI, SI ESCE RISPETTOSI DEGLI ALTRI, AMICI,
TOLLERANTI.
La scuola è un concentrato di esperienze, una “grande avventura” che può
essere vissuta come se fosse: un viaggio, un libro da scrivere insieme, uno
spettacolo teatrale, un orto da coltivare, un sogno da colorare….
I NOSTRI PROGETTI DI INCLUSIONE
1. Prosecuzione del progetto “IO COME EINSTEIN” per il secondo anno
consecutivo
“IO COME EINSTEIN” è un progetto rivolto all’inclusione di tutti i bambini e le
bambine con particolare riguardo ai bisogni degli alunni affetti da DSA.
Le azioni che sono state realizzate quest’anno hanno previsto:
A) La formazione realizzata a settembre con formatori di AID
rivolta a un gruppo misto di insegnanti scuola primaria-scuola secondaria
di I grado.
B) Realizzazione dello screening precoce DSA
Adesione al progetto pro-DSA concordato con il centro Regionale per le
disabilità linguistiche e cognitive in collegamento con il servizio NPIA di Terre
d’Acqua (Distretto di Pianura Ovest) rivolto alle classi prime.
Quest’anno la Scuola Primaria “Quaquarelli” ha aderito al progetto Pro-DSA
con cinque classi prime con un’ampia partecipazione da parte delle famiglie
che hanno compreso il senso dell’iniziativa e l’importanza degli interventi per
un’efficace ricaduta sugli apprendimenti dei loro figli.
Per lo screening Pro-DSA è stato utilizzato lo strumento delle prove ZERO,
uno strumento utile alla rilevazione dei casi di alunni che vanno attentamente
seguiti nell’evoluzione dell’ apprendimento della letto-scrittura al fine di
realizzare interventi didattici efficaci e tempestivi.
Dallo screening sono emersi dati relativi a difficoltà di scrittura e lettura in
alunni che sono stati inseriti in gruppi di recupero e potenziamento.
Nei laboratori di recupero e potenziamento è stato utilizzato materiale
didattico messo a disposizione delle logopediste che seguono il progetto,
distinto per difficoltà in due tipologie: pre-convenzionali e convenzionali.
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I risultati ottenuti al termine dei laboratori, tenuti da febbraio a maggio, sono
stati soddisfacenti in quanto hanno permesso di personalizzare
l’apprendimento nel rispetto degli stili e dei tempi di ciascun bambino.
La maggior parte degli alunni ha raggiunto gli obiettivi previsti per la classe
prima; alcuni che presentano ancora delle difficoltà sono seguiti dal servizio
NPIA.
La valutazione dell’esperienza è risultata positiva per le classi prime e nel
prossimo anno sarà proposta anche alle classi seconde.
2. Progetto di pet therapy “Gli asini del Re” rivolto agli alunni con
disabilità.
Il progetto è realizzato grazie al contributo del Comitato dei genitori T.V.B.
Quaquarelli al Centro diurno Maieutica, sito a San Giovanni in Persiceto.
La realizzazione del progetto ha offerto la possibilità alle realtà interessate, di
venire a contatto con animali che da sempre sono riconosciuti per la loro
grande valenza terapeutica nella relazione con le persone svantaggiate e
non.
L'asino, d'indole dolce, curioso, intelligente, empatico, amante delle coccole e
con un tasso di aggressività nullo, è particolarmente adatto ad intraprendere
attività assistita con animali per soggetti che hanno difficoltà relazionali,
emotive ed affettive. Il progetto aperto ha seguito una trama, ma ha saputo
prendere forma in base alle esigenze degli utenti e del gruppo.
La vicinanza del luogo all’attuale ubicazione della scuola ha favorito il
raggiungimento dello spazio con facilità e ha permesso ai ragazzi di
sperimentarsi in uno spazio meno strutturato e più libero rispetto alla scuola.
Essendo, però, gli asini solo quattro non è stato possibile prevedere il
coinvolgimento della classe e dei compagni, anche se insieme agli operatori
della Maieutica si è pensato a un momento di restituzione.
Il posto è conosciuto dai bambini e fruibile anche fuori dal contesto scuola.
L’utilizzo di spazi del territorio per lo svolgimento di progetti permette di non
chiudere nessuna porta ma di lasciare ampio spazio alla possibilità di fruire
del luogo anche con la famiglia.
3.Progetto teatro “Sapere, saper essere, saper fare”
Il progetto è stato realizzato con i finanziamenti per le attività integrative degli
alunni delle scuole del primo settore formativo (infanzia, primaria e
secondaria di I grado). Iniziativa promossa da Unicredit S.p.A. con i fondi
raccolti tramite conto corrente “Terremoto in Emilia Romagna e Lombardia:
sostieni le popolazioni colpite” grazie alla solidarietà dei Clienti, dei
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Dipendenti e dei Cittadini e co - finanziato dal Comitato dei genitori TVB
Quaquarelli.
Il progetto ha previsto le seguenti azioni:
Laboratori rivolti a cinque classi prime della scuola primaria Quaquarelli
condotti da cinque insegnanti formate
Formazione degli insegnanti della scuola dell' Infanzia e della Scuola
Primaria condotta dall'attore /regista del Teatro Testoni “La Baracca” di
Bologna, Roberto Frabetti
Laboratori rivolti ai genitori dei bambini delle classi prime e della scuola
dell'Infanzia condotti dall'attore /regista del Teatro Testoni “La Baracca” di
Bologna, Roberto Frabetti
Risultati raggiunti:
 Corso di formazione per insegnanti: 15 partecipanti di cui 12 docenti
di posto comune e 3 di sostegno suddivise in 8 della scuola dell'Infanzia
e 7 della scuola Primaria. Questa formazione ha permesso, ad ogni
insegnante, di conoscere e sperimentare giochi di teatro e di
improvvisazione teatrale sia singolarmente che all' interno del gruppo,
dando modo a ciascuna di trovare nuovi linguaggi espressivi che
possono essere ri- utilizzati con diverse modalità nelle attività didattiche
quotidiane o in laboratori teatrali specifici. Il corso ha dato modo di
scoprire non solo le tecniche tipiche del teatro inteso come linguaggio
ed espressione del corpo ma anche modalità differenti di vivere lo
spazio e le relazioni attraverso un'espressione corporea che ricerca un
proprio modo di esprimersi attraverso un contesto non giudicante.
 Laboratori nelle classi prime: i laboratori hanno coinvolto cinque
classi prime per un totale di 110 bambini. Sono stati fatti 6 incontri in
ogni classe e uno finale che ha visto la partecipazione di tutti gli
insegnati e i bambini delle classi che hanno partecipato al progetto.
Durante i laboratori i bambini hanno potuto sperimentare alcuni giochi
di teatro che avevano l'obiettivo di rafforzare le relazioni grazie al
contatto visivo e corporeo e di ricercare una maggiore consapevolezza
del proprio corpo e della sua capacità di comunicare attraverso un
linguaggio specifico, quello teatrale, appunto. Anche in questo caso,
come per la formazione degli insegnanti, il contesto non era giudicante
perchè attraverso il” copiare” e il collaborare ogni bambino ha potuto
sperimentare le proprie potenzialità e le potenzialità dell'intero gruppo
classe.
 Laboratori con i genitori: il progetto prevedeva due laboratori di
conoscenza dell' improvvisazione teatrale anche per i genitori dei
bambini coinvolti. Purtroppo pur avendo avuto un numero di adesioni di
15/16 , l'effettiva adesione è stata molto più bassa, 5/6 in tutto. Questa
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possibilità aveva il principale obiettivo di far vivere ai genitori
esperienze simili a quelle che i loro figli vivono all' interno del contesto
scolastico per poterle comprendere meglio. I genitori presenti hanno
dato riscontri molto positivi e hanno partecipato con entusiasmo e
coinvolgimento, vivendo l'esperienza in maniera ancora più positiva
perchè condivisibile con quella dei propri figli.
 PUNTI FORTI:
1. tutti i soggetti coinvolti, sia bambini che adulti, hanno risposto in
maniera positiva all'esperienza, nonostante i luoghi non siano stati,
sempre, quelli più adatti a questo tipo di esperienza.
2. Le insegnanti della scuola dell'Infanzia e della scuola Primaria hanno
fatto esperienze comuni e questo ha creato punti di contatto molto forti
perchè basati su relazioni nate in situazione di grande coinvolgimento
emotivo.
3. I genitori hanno acquisito una maggiore consapevolezza di ciò che
viene fatto all' interno della scuola e del significato che questa attività
comporta.
 PUNTI DI CRITICITA':
1. Purtroppo avendo avuto la certezza dei finanziamenti solo ad anno
scolastico inoltrato, molti progetti erano già stati avviati e, questo, ha
comportato grandi difficoltà organizzative (di spazi e di orari) e una
partecipazione limitata da parte di insegnanti e di genitori.
2. Gli spazi a disposizione non sono stati sempre adeguati per la
grandezza degli stessi ( palestra)
3. Nei laboratori con le classi prime si è riscontrata la necessità di una
maggiore formazione di base per le insegnanti di classe che pur non
essendo conduttrici accolgono l'attività nella propria classe.
4. Iniziativa di solidarietà emergenza terremoto in Nepal
In risposta all’appello umanitario lanciato dall’UNICEF di raccolta fondi per
portare assistenza ai bambini del Nepal colpiti dal terremoto, si propone
un’iniziativa di solidarietà che coinvolga le scuole, le associazioni di
volontariato presenti nel territorio e il Comune di San Giovanni in Persiceto.
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5. Progetto inclusione alunni stranieri: “SCUOLA SENZA CONFINI”
“Scuola senza Confini” è un progetto interculturale finalizzato alla
realizzazione di percorsi a sostegno dell’inserimento scolastico di minori
stranieri e/o non italofoni, e delle loro famiglie attraverso la costituzione di
una rete di soggetti che a vario titolo sono chiamati a dare risposte qualificate
ed efficaci.
La scuola ha attivato una serie articolata di azioni a supporto del successo
scolastico di tutti gli alunni, italiani e non, cercando di mettere in risalto le
potenzialità di ciascuno e favorendo una partecipazione attiva al lavoro
scolastico.
Il Progetto “Scuola senza Confini” si pone le seguenti finalità:
valorizzare le differenze culturali e linguistiche;
migliorare le opportunità formative degli alunni rispettando l’unicità e
l’identità di ciascuno;
prevenire il disagio scolastico;
tutto ciò attraverso l’ottimizzazione e il coordinamento delle risorse, delle
competenze e delle esperienze offerte dalla famiglia, dalla scuola e dall’ Ente
Locale.
Il progetto oltre a favorire l’apprendimento degli alunni stranieri dell’italiano
come L2, mira al miglioramento delle attività di accoglienza, alla
valorizzazione delle differenze culturali e linguistiche e alla prevenzione del
disagio scolastico.
Si garantiscono pari opportunità ai genitori stranieri che non parlano l’italiano
nella comprensione del sistema scolastico italiano, attraverso attività di
mediazione: dalla didattica all’organizzazione interna della classe.
Destinatari:
-Alunni stranieri iscritti nel Circolo;
-Classi e sezioni con presenza di alunni stranieri inseriti (attività di
apprendimento,di aiuto e /o rinforzo, attività interattive);
-Genitori (per favorire le relazioni tra la scuola e le famiglie);
-Insegnanti (insegnamento di italiano come L2-incontri di
verifica/programmazione-documentazione
-Docenti: dei team con alunni stranieri e che svolgono attività aggiuntive di
insegnamento di italiano L2
Docente responsabile di progetto:
Scuola dell’infanzia (1 insegnante)
Scuola Primaria (1 insegnante)
OBIETTIVI
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- promuovere conoscenze ed atteggiamenti che inducano a stabilire rapporti
dinamici e arricchenti fra le differenti culture;
- trovare strategie utili per l’inserimento dell’alunno nella classe, favorendo il
rispetto, il riconoscimento e la socializzazione;
- creare un clima relazionale nelle classi favorevole al dialogo, alla
comprensione e alla collaborazione;
favorire l’apprendimento degli alunni stranieri con particolare attenzione
all’ insegnamento dell’italiano come L2 attraverso metodologie diversificate
(attività linguistiche e attività interattive);
favorire l’apprendimento dell’ italiano per lo studio (adeguamento dei
linguaggi disciplinari);
creare un legame con i genitori degli alunni stranieri, facilitando
l’accesso alle Istituzioni Scolastiche e portandoli a conoscenza delle principali
informazioni relative al nostro sistema scolastico;
promuovere il benessere nelle classi, a livello di relazioni tra il gruppo
dei pari, con i docenti e con le famiglie;
formare i docenti della Scuola a un’Educazione Interculturale, portandoli
a conoscenza degli aspetti teorici ed operativi dell’insegnamento dell’Italiano
L2.
FASI, TEMPI E MODALITA' DI REALIZZAZIONE
Fasi e tempi:
FASI DI SVILUPPO
1. Pianificazione e avvio del Progetto
• Definizione delle linee guida del progetto (Azioni) e degli interventi di
Italiano L2
• Monitoraggio e definizione dei bisogni e concertazione con
l’amministrazione Comunale
• Monitoraggio dei bisogni delle classi elaborato dai docenti dei singoli team
attraverso la scheda di rilevazione dei bisogni linguistici e dagli insegnanti di
Italiano L2 attraverso Test di livello
• Lettura della “Scheda di rilevazione dei bisogni linguistici” e conseguente
progettazione delle attività
2. Accoglienza e mediazione
• Accoglienza e inserimento di alunni neo arrivati
• Azioni di mediazione nel primo inserimento scolastico per facilitare i rapporti
insegnanti /genitori
• Azioni di mediazione durante l’anno scolastico per facilitare i colloqui
scuola/ famiglia e per favorire la partecipazione dei genitori alla vita
scolastica
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Nella Direzione Didattica di S.Giovanni in Persiceto sono attivati interventi di
mediazione interculturale con operatori forniti dalla Cooperativa Solco di
Imola con finanziamenti dell’Ufficio di Piano-Comune di S.Giovanni in
Persiceto.
• Organizzazione all’interno delle classi di attività di accoglienza, preparando
gli alunni all’arrivo del nuovo compagno e strutturando percorsi e attività
adeguate
• Elaborazione di una programmazione personalizzata per quegli alunni
stranieri e/o non italofoni che non hanno sviluppato le abilità linguistiche
adeguate alla classe di appartenenza.
3. Attività di insegnamento di italiano L2: rinforzo e potenziamento linguistico
e metodologico
• Laboratori di Italiano come L2 per favorire l’acquisizione di capacità
comunicative.
• Interventi atti ad approfondire la conoscenza della lingua italiana,
recuperare le difficoltà didattiche, favorire l’acquisizione della lingua italiana
per lo studio.
Gli interventi di alfabetizzazione sono realizzati utilizzando risorse interne alla
scuola (insegnanti che effettuano attività di Italiano L2 e che sono stati
formati con corso specifico svolto da esperti L2 e/o che hanno precedenti
esperienze di insegnamento di Italiano come L2)
Modalità di intervento
Le ore per l’apprendimento dell’Italiano come L2 vengono suddivise secondo
i bisogni e i livelli di competenza linguistica rilevati dalla scheda d'indagine
compilata dagli insegnanti di classe all’inizio dell’anno scolastico e dai test di
livello somministrati dagli insegnanti di Italiano L2.
Le stesse vengono ripartite mediante i criteri di priorità stabiliti dal Collegio:
- alunni che non comprendono e non parlano la nostra lingua(livello PRE-A1 )
- alunni che hanno necessità di potenziare l'apprendimento della nostra
lingua e/o iniziare l’apprendimento della lettura e della scrittura (livelli A1-A2 )
- alunni che hanno già qualche conoscenza, ma devono ancora rafforzare le
tecniche soprindicate e il metodo di studio ( livelli B1-B2 )
Gli interventi, il lavoro e la didattica, sia per la scuola dell'infanzia che per la
scuola primaria, avvengono sia all'interno dell'aula di appartenenza sia al di
fuori di essa e vengono condotti a livello di grande gruppo con scambio di
ruoli e/o condivisione di esperienze, o piccolo gruppo come aiuto reciproco e
scambio di esperienze(cooperative learning) o individuale per un
apprendimento personalizzato.
Verifica e documentazione delle attività
• Ogni attività prevede una verifica in itinere e finale con il referente del
progetto, per valutare la validità degli interventi ed i risultati conseguiti.
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• Gli insegnanti di classe con alunni che partecipano agli interventi incontrano
periodicamente il referente del progetto e gli insegnanti di Italiano L2 per
verificare e condividere la programmazione del percorso linguistico.
• Produzione di materiali documentali sintetici relativi ai percorsi attuati.
PUNTI DI FORZA E PUNTI DI DEBOLEZZA PROGETTO ALUNNI
STRANIERI
1) PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA
A breve si elaborerà un protocollo d’accoglienza, dove poter inserire le linee
guida del progetto.
2) CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE
La nostra scuola ha aderito alla sperimentazione sui nuovi modelli di
certificazione delle competenze che tiene conto dei suggerimenti dei relatori
e degli insegnanti che hanno partecipato al recente seminario regionale
“L’integrazione degli alunni stranieri: alleanze interistituzionali” di cui si riporta
un abstract:
CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE
Normativa:
DLgs 59/04: certificazione e primo ciclo
DM 139/07: certificazione e obbligo di istruzione
Legge 169/2008: certificazione e voto numerico
DPR 122/2009: modalità di certificazione
DM 254/2012: certificazione e Indicazioni nazionali per il curricolo della
scuola dell’infanzia e del primo ciclo dell’istruzione
DLgs 13/2013 : sistema nazionale di certificazione
Le recenti “Linee guida per la certificazione delle competenze nel primo ciclo
di istruzione” (13 febbraio 2015)poste all’attenzione delle scuole come
adozione sperimentale dei nuovi modelli delle competenze nelle scuole del
primo ciclo di istruzione.
L’ordinamento scolastico vigente prevede che sia rilasciata a ogni allievo una
certificazione delle competenze in esito al percorso formativo frequentato:
al termine della classe quinta della scuola primaria
al termine della classe terza della scuola secondaria di primo grado
al termine del primo biennio della scuola secondaria di secondo grado (con
l’adempimento dell’obbligo di istruzione)
al termine del secondo ciclo dell’istruzione
La certificazione descrive i livelli di apprendimento raggiunti da ciascun
alunno al fine di sostenere i processi di apprendimento, di favorire
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l’orientamento per la prosecuzione degli studi, di consentire gli eventuali
passaggi tra i diversi percorsi e sistemi formativi e l’inserimento nel mondo
del lavoro.
Il gruppo di lavoro si esprime favorevolmente rispetto al cambiamento
proposto dalla sperimentazione nel modo in cui si suggerisce di valutare le
competenze passando dalla valutazione espressa con un voto numerico in
decimi al giudizio per il fatto che:
1. con la valutazione numerica si crea una sovrapposizione fra voti della
scheda di valutazione (valutazione degli apprendimenti) e voti della
certificazione delle competenze creando difficoltà di comprensione negli
utenti fra il significato delle due diverse valutazioni.
2. Il giudizio esprime meglio una valutazione di tipo formativo e con valore
pro-attivo
( la valutazione pro-attiva riconosce ed evidenzia i progressi, anche
piccoli, compiuti dall’alunno nel suo cammino, gratifica i passi effettuati,
favorisce l’autostima e l’impegno)
3. Viene riservato uno spazio libero per la personalizzazione “L’alunno ha
inoltre mostrato significative competenze nello svolgimento di attività
scolastiche e/o extrascolastiche, relativamente
a:…………………………………..
Ciò riveste una particolare importanza nell’orientamento in alternanza
scuola/lavoro verso lo svolgimento di mansioni in cui l’alunno riesce
bene per sua attitudine, capacità e/o progettualità realizzata nel corso
degli studi.
Una valutazione che guarda concretamente al raggiungimento del
successo formativo dell’alunno, che vede il suo protagonismo orientato
all’inserimento in ambito occupazionale rispondendo in questo modo al
dettato costituzionale che riconosce a ogni cittadino il diritto di lavorare
e di offrire il proprio contributo alla crescita del Paese.
Non dimentichiamo che il concetto di competenza è mutuato dal mondo
del lavoro e a questo deve rimandare tra le finalità più importanti,
insieme alle finalità dello sviluppo della personalità e alla formazione
del cittadino.
Nel documento delle Linee guida si chiede alle scuole di fare riferimento alle
competenze nell’ottica del quadro europeo e non solo riferite alle indicazioni
nazionali.
Nella scheda di certificazione delle competenze (proposta) definita “Profilo
delle competenze” in uscita, al termine della scuola primaria, le competenze
vengono declinate a partire dalle 8 competenze chiave individuate a livello
europeo.
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La valutazione delle competenze linguistiche fa riferimento ai livelli di
competenza analizzati secondo gli indicatori del QCER (Quadro Comune
Europeo di Riferimento per le lingue) in cui si tiene conto delle competenze
relative alla comunicazione verbale :
COMPRENSIONE - PARLATO – SCRITTO
COMPRENSIONE (ASCOLTO-LETTURA)
PARLATO (INTERAZIONE – PRODUZIONE ORALE)
SCRITTO ( PRODUZIONE SCRITTA)
Ogni competenza prevede 3 livelli :
ELEMENTARE O BASICO (A1 : livello di contatto - A2: livello di
sopravvivenza)
INTERMEDIO
(B1 : livello soglia
- B2: livello progresso)
AVANZATO
(C1 . livello efficacia
- C2: livello
padronanza)
Spetta al Collegio dei docenti (diviso in dipartimenti disciplinari o in
commissioni per assi) compiere le scelte didattiche relative alla valutazione
delle competenze ed elaborare una GRIGLIA DELLE COMPETENZE che a
sua volta ciascun consiglio di classe utilizza per valutare l’alunno straniero in
sede di scrutinio.
Tra i docenti del gruppo di lavoro è condivisa l’opinione che risulta più
agevole valutare l’alunno straniero sulle competenze rispetto al possesso
delle singole conoscenze; infatti si riesce a osservare il possesso di
competenze più legate al “ saper fare” nei casi in cui l’alunno si cimenti in
un’esperienza pratica, di realizzazione di un prodotto in cui riesce a
dimostrare praticamente di avere acquisito delle conoscenze e di saperle
utilizzare.
6) Educare alla genitorialità
La rapidità dei cambiamenti culturali e sociali impone a genitori e docenti una
grande sfida: essere per figli e alunni dei veri adulti e dei veri compagni di
strada, capaci di cooperare tra loro.
Genitori insicuri e smarriti, vigili o assenti, disorientati o consapevoli, genitori
portatori di culture del mondo. Li incontriamo a scuola nella complessità di
relazioni vissute in famiglie separate, allargate, monoparentali, adottive, di
diverse etnie. È la molteplicità dei modelli familiari e genitoriali a rendere oggi
più difficile la ricerca di una collaborazione tra la scuola e la famiglia. Un patto
che rimane indispensabile di fronte a un’emergenza educativa nella quale la
scuola ha perso la sua centralità e i modelli di riferimento dei bambini vanno
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oltre le figure di insegnanti, padri e madri.
Ci sono papà e mamme appassionati e ricchi di risorse, che dialogano con i
figli e cercano, non senza difficoltà, un equilibrio tra la regola e l’abbraccio.
Nonostante la crisi degli organi collegiali, sono ancora interessati alla vita
della scuola e capaci, nell’affrontare i problemi dei figli, di un confronto aperto
con gli insegnanti, orientato al bene dei bambini.
In quest’ultimo decennio, tuttavia, sono aumentati i genitori privi di punti di
riferimento: fragili e stanchi, sembrano aver perso la percezione della propria
responsabilità. Sovente chiedono agli insegnanti aiuto nella ricerca di un
metodo efficace per gestire i figli, ma spesso delegano alla scuola il proprio
compito senza riuscire a stabilire in famiglia regole di comportamento
condivise. Così lasciano gli insegnanti soli nel far sperimentare ai bambini i
conflitti necessari a farli crescere più sicuri e felici, a conoscere se stessi e
riconoscere le ragioni degli altri, a usare “le parole che servono per litigare
senza farsi male” .
In modo contrapposto, accade d’incontrare più frequentemente genitori molto
esigenti, sia rispetto alle prestazioni scolastiche dei figli che all’offerta
formativa della scuola. Manifestano attese elevate, spingono i ragazzini alla
competizione nello studio in una rincorsa ai bei voti e li vogliono vincenti
anche nello sport. Talvolta esprimono giudizi severi sull’attività didattica,
sostituendosi agli insegnanti in una confusione di ruoli negativa per i
bambini.”
È problematico tessere un dialogo sereno anche con i genitori ansiosi che
crescono bambini troppo dipendenti, in spazi protetti e con scarse
frequentazioni tra pari; madri e padri che coltivano con i figli relazioni
orizzontali diventando amici delle proprie creature e perciò incapaci di aiutarli
nella ricerca dell’autonomia. Spesso sono quelli presenti e connessi,
attraverso smartphone, tablet e pc, con i quali pensano di esercitare un
controllo sulla vita dei bambini, senza prestare la necessaria attenzione ai
pericoli dei social network. Gli psicologi li definiscono "adulti adolescenti",
maggiormente informati rispetto al passato, ma perennemente alla ricerca di
conferme dell’amore dei figli in uno strano ribaltamento dei ruoli.
Ci sono poi mamme, ma soprattutto papà, assenti che non trovano il tempo
per giocare, oziare, dialogare con i bambini. Con qualche senso di colpa
organizzano la giornata dei piccoli nei minimi dettagli, caricandoli in modo
eccessivo d'impegni pomeridiani.
Tra i nuovi ingressi alla primaria, molti insegnanti lamentano una maggiore
presenza di alunni aggressivi perché fragili, prepotenti perché privi di limiti
con i quali misurarsi. Sono spesso figli di genitori che nei campetti di calcio si
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comportano come degli ultrà insultando dagli spalti arbitro e giocatori. Com’è
accaduto di recente a Pisa, dove un allenatore saggio ha ritirato la squadra
affermando: “Se non si comincia a educare i genitori, i figli non impareranno
mai”.
La rapidità dei cambiamenti culturali e sociali impone a tutti, genitori e
docenti, una grande sfida alla quale siamo chiamati a rispondere disegnando
un itinerario educativo da percorrere insieme, magari mettendo in comune
risorse, saperi, pratiche e strumenti.
Proviamo a essere per figli e alunni, ciascuno nel proprio ruolo, degli adulti
buoni compagni di strada che fanno della cooperazione pensiero e azione di
vita.
E’ compito della scuola elaborare un patto educativo di corresponsabilità, che
venga condiviso dalle famiglie, sulle regole da rispettare a scuola
relativamente al modo di rapportarsi degli studenti con gli adulti e con i pari,
sullo svolgimento dei compiti, sull’uso delle tecnologie e i rischi connessi a
Internet e ai social network, sulle sanzioni disciplinari. Da parte loro gli
insegnanti devono rispettare le norme di comportamento previste dal codice
deontologico e dalla funzione docente.
VALUTAZIONE DEL PROGETTO
Nella valutazione del progetto effettuata alla fine dell’anno scolastico
utilizzando il Quadro degli indicatori del Protocollo attuativo, si
evidenziano alcuni spunti di miglioramento:
Passo UNO: ACCOGLIENZA E QUALITA’ DELLE RELAZIONI
La scuola intende elaborare il protocollo di accoglienza degli alunni stranieri
tenendo conto delle recenti linee guida e dei materiali condivisi tra scuole
della provincia di Bologna.
PASSO UNO: DIFFERENZE DI GENERE
Il tema delle differenze di genere viene affrontato nell’ambito del progetto di
cittadinanza e costituzione come rispetto delle diversità, ma richiede percorsi
specifici e mirati, soprattutto in classe 5^ primaria. Occorre elaborare progetti
per accogliere le differenze di genere e promuovere l’identità di ciascun
alunno/a e prevenire forme di emarginazione, discriminazione, bullismo.
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PASSO SEI: RELAZIONE CON ENTI LOCALI/ASSOCIAZIONI
La scuola intende stilare un patto di corresponsabilità educativa in continuità
con la scuola secondaria di I grado del territorio al fine di dare all’utenza dei
criteri chiari e condivisi.
Alla fine del primo quadrimestre la Scuola ha provveduto, sempre nella forma
partecipata, attraverso le assemblee di classe e i consigli di interclasse, ad
una valutazione in itinere sullo stato di attuazione del progetto e alla fine
dell’anno sono stati socializzati gli esiti : punti di forza e punti di debolezza.
La valutazione dell’intervento rispetto alla situazione iniziale ha rilevato un
miglioramento nelle relazioni tra insegnanti e alunni, insegnanti e genitori.
In seguito alla condivisione del progetto è stata palesata una maggiore
fiducia da parte dei genitori nell’operato degli insegnanti, nella richiesta di
consigli e chiarimenti.
In questo clima di fiducia e di rispetto reciproco, gli alunni appaiono più sereni
e desiderosi di apprendere.
Tutti gli insegnanti ringraziano i genitori del Comitato T.V.B. Quaquarelli per
l’impegno profuso nel cercare sponsor e finanziamenti per il progetto, e
nell’aver ricercato una proficua collaborazione con gli insegnanti.
La referente area inclusione
Marina Campo
Il Dirigente Scolastico
Dott.ssa Nadia Zanetti
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