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COMUNE DI LATISANA
Settore Attività Produttive
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APPENDICE I
Cenni Storici
APPENDICE II
Le grandi opere
APPENDICE III
Motivazione città mutilata di guerra
Dalle annotazioni sul giornale della
parrocchia
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I
COMUNE DI LATISANA
Settore Attività Produttive
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APPENDICE I
CENNI STORICI1
La ricostruzione della storia di Latisana potrebbe partire da ritrovamenti di
reperti funerari e di altri manufatti e monete di età romana i quali sembrano
provare l’esistenza in età romana
e verosimilmente nella zona a nord del
Tempio Gaspari di un insediamento abitativo di una certa consistenza (villa
rustica).
L’Itinerarium Burdigalense – “diario di viaggio” di un anonimo pellegrino
d’Aquitania diretto nell’anno 333 d.C. in Terrasanta – parla di una “mutatio
Apicilia” ossia di una stazione di posta a 9 miglia romane da Concordia,
intitolata “Ad Paciliam” secondo la lezione critica del Mommsen e posta lungo
la via Annia (importante arteria consolare costruita nella prima metà del II sec.
a.C. Dal console Tito Annio Rufo e che collegava Aquileia a Ravenna
attraversando la Bassa Friulana secondo un tracciato ancora non del tutto
chiaro) verosimilmente nei pressi di un guado sul Tagliamento e identificata da
alcuni come la matrice di Latisana.
Il nome di Latisana compare più tardi in un antico codice conservato
nell’abbazia benedettina di Michaelbeuren (località a 30 km da Salisburgo) che
tramanda la consacrazione dell’abbazia stessa avvenuta il 17 luglio 1072 dal
patriarca di Aquileia Sigeardo e elenca tra i testimoni il cavaliere Marquardo di
Latisana. Questa e altre attestazioni in codici d’oltralpe fanno ipotizzare che
nel primo secolo dopo il Mille Latisana dovesse essere un borgo che godeva
una certa notorietà e di una certa floridezza legata soprattutto ai traffici di
persone e merci che cominciavano ad interessare il suo porto fluviale.
Attorno al 1100, forse per donazioni dei patriarchi di Aquileia e per trasmissioni
ereditarie, Latisana passa sotto dominazione feudale dei conti di Gorizia, che
caratterizzerà per i tre secoli successivi la storia latisanese.
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Vinicio Galasso: LATISANA dalle origini al duemila – la bassa; 1999
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COMUNE DI LATISANA
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Origine antica ha pure la pieve di Latisana, come suggerisce la sua
intitolazione paleocristiana a san Giovanni Battista, e apparteneva alla
giurisdizione feudale di Aquileia, mentre quella di San Giorgio al Tagliamento,
legata nel titolo ad un santo particolarmente venerato in età longobarda, è da
sempre legata a Concordia, costituendo il Tagliamento confine tra i due ambiti
ecclesiastici. Verso la fine del XII secolo la pieve passerà sotto la giurisdizione
ecclesiastica del patriarca di Grado e tale resterà fino al 1451 anno della
soppressione di tale patriarcato, per poi passare sotto il Patriarca di Venezia e
quindi nel 1818 all’Arcidiocesi di Udine a cui tuttora appartiene.
IL PORTO
A partire dal XII secolo il porto di Latisana conosce una crescente floridezza sia
per la ripresa economica che per il richiamo delle crociate tanto da farne il
terminale privilegiato per viaggiatori e merci provenienti dalle regioni tedesche
e destinati al Levante. La prima attestazione ufficiale del porto di Latisana è del
27 ottobre 1226. Particolarmente importante il porto di Latisana diventa per il
commercio del sale proveniente da Cervia e dal ravennate per l’entroterra e per
l’Istria, così come di crescente importanza il commercio di vino e il trasporto
fluviale di legname dalla Carnia verso Venezia. Più volte in documenti del XIII
secolo Latisana è menzionata con l’appellativo di civitas a testimonianza
dell’importanza che il centro andava assumendo. Altrettanto interessanti sono
la citazione dello “staio a misura di Latisana” alla fine del XIII sec. e soprattutto
la coniazione tra il XII e il XIII secolo del “denaro scodellato di Latisana”,
moneta d’argento di cui restano otto esemplari con varianti di conio, recanti i
simboli comitali goriziani e la dicitura “Porto Tisana”.
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III
COMUNE DI LATISANA
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IL COMUNE MEDIEVALE
Del 1245 è lo Statuto della Terra e del Porto di Latisana convenuto tra la
comunità latisanese (universitas) e il conte di Gorizia contenente disposizioni
civili, criminali e finanziarie.
In documenti del 1360 compare il sigillo medievale del Comune rappresentante
una torre con merlatura guelfa affiancata da due scudi con leone rampante
sormontati da una croce e contornato dall’iscrizione SIGILUM COMUNIS
PORTUS LATISANAE, elementi analoghi a quelli presenti nel denaro. Latisana
non fece mai parte del Parlamento della Patria del Friuli, ma venne assumendo
un’importanza sempre maggiore all’interno della contea goriziana, prova ne è
la presenza stabile a partire dal XIV sec di un capitano in rappresentanza dei
conti in luogo del gastaldo.
Il Quattrocento è caratterizzato dal progressivo declino delle fortune della
signoria goriziana e dalle concomitanti mire espansionistiche della Serenissima
su Latisana e sul Friuli in generale.
Nel 1430 per Latisana ha fine definitivamente il dominio Goriziano e inizio
quello veneziano che si protrarrà fino al 1797.
LATISANA DAL 1430 al 1806
Si susseguirono vari passaggi di proprietà del feudo di Latisana tra nobiluomini
veneti (Morosini, Malombra e Vendramin. A partire dalla prima metà del XVI
sec. il feudo subisce una serie di suddivisioni fino ad arrivare al Consorzio di
famiglie nobili veneziane tra cui quella dei Mocenigo deteneva la quota
maggiore dei 24 “carati” o parti del feudo stesso. All’epoca della dominazione
veneziana la cosiddetta Terra della Tisana si estendeva lungo le due rive del
Tagliamento sopra un’area che corrisponde a quella degli attuali Comuni di
Latisana, Lignano, San Michele al Tagliamento e Ronchis (ad eccezione della
villa di Fraforeano).
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IV
COMUNE DI LATISANA
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A Latisana vi erano il Castello (o borgo murato), i cui abitanti costituivano
l’Università, e il quartiere di Sottopovolo con propria “amministrazione” e
comprendeva le ville di Ronchis, Latisanotta, Gorgo e Pineda a sx del Tgl. e le
ville di Villanova, San Mauro, San Giorgio, San Michele, Cesarolo e Pineda dx
del Tgl. i cui abitanti erano organizzati in vicinie.
Anche nel periodo di dominazione veneta del Friuli, Latisana costituì con pochi
altri una “Terra separata” non soggetta al Luogotenente di stanza a Udine.
All’interno del borgo murato a partire dal ‘500 le famiglie veneziane
cominciarono a costruire i loro palazzi alcuni dei quali ancora oggi adornano la
piazza, nonostante le distruzioni causate dalle ripetute alluvioni del
Tagliamento e soprattutto dai bombardamenti che si abbatterono sulla cittadina
in occasione dei due conflitti mondiali.
Nel borgo fortificato vi era l’antica Rocca, eretta al fondo dell’odierna omonima
via, con le Mura, circondata da una fossa che usciva dal fiume a monte della
Rocca, fiancheggiava le moderne vie Egregis Gaspari e vendramin e
riconfluiva nel Tagliamento. Al castello si accedeva attraverso due ponti di
legno, dei quali sicuramente uno levatoio, denominati uno “ponte di San zanne
o della becharia” ubicato in prossimità dell’attuale piazza Garibaldi, e l’altro
“pknte di sant’Antonio” situato all’altezza dell’attuale piazzale Osoppo.
A partire dal Seicento l’importanza del porto andò declinando per cessare quasi
del tutto nel Settecento, di pari passo con le fortune della Serenissima e con il
progressivo insabbiamento della foce del Tagliamento, nonché della creazione
del porto franco di Trieste, mentre si andò sempre più consolidando la
vocazione agricola dell’area. Alla fine del XVI secolo nasce pure l’ospedale.
LATISANA DOPO IL 1797
Con l’occupazione dell’esercito francese ha fine la Giurisdizione feudale e a
partire dal 1805 con tutto il Friuli Latisana viene annessa nel Regno d’Italia
creato da Napoleone.
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Nel 1815 venne inclusa, con il Friuli Occidentale nel Regno Lombardo Veneto
come Provincia del Friuli. Latisana era a capo di un distretto comprendente i
Comuni di Pocenia, Precenicco, Rivignano , Teor e Ronchis.
Nel 1866 venne annessa al Regno d’Italia.
Ci piace ricordare che anche i latisanesi risposero alla chiamata di Garibaldi:
GioBatta Monis, Coriolano Gnesutta e Paolo Scarpa e un drappello di animosi
volontari indossarono la camicia rossa.
Giovanni Battista Monis combattè nella II guerra di indipendenza fra i volontari
dei “cacciatori delle Alpi”, Coriolano Gnesutta e Paolo Scarpa furono tra i Mille
che nella notte tra il 5 e il 6 maggio 1860 s’imbarcarono a Quarto per
intraprendere la spedizione garibaldina.
Gnesutta si guadagnò un encomio per il lodevole comportamento militare nella
battaglia di Calatafimi e nella conquista di Palermo; fece poi parte delle forze
volontarie garibaldine
nella III guerra di indipendenza. Scarpa combattè
rimanendo ferito al Volturno e svolse mansioni tecniche per le necessità
logistiche della spedizione. Nella III guerra anche lui, col grado di sottotenente
nel 6° reggimento volontari, fu al seguito di Garibaldi in Trentino. In seguito
esercitò la professione di ingegnere a Latisana, per qualche tempo resse
anche l’incarico di direttore della neo-istituita Banca Mutua Popolare
Cooperativa, e infine si trasferì a Bologna.
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COMUNE DI LATISANA
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APPENDICE II
LE GRANDI OPERE
FERROVIA
Con il Regio Decreto del 10 maggio 1883 (pubblicato nella G.U. del 4 luglio
1883) viene approvata e sottoscritto la convenzione per la concessione della
costruzione e dell’esercizio di una ferrovia da Udine per Palma, Latisana e
Portogruaro tra il Ministero dei Lavori Pubblici e del Tesoro e la Provincia di
Udine, con il medesimo atto lo Stato erogava un consistente finanziamento per
la costruzione della ferrovia stessa. Tra le stazioni previste fin dal progetto
iniziale vi era anche quella di Latisana. La costruzione della ferrovia incontrò
numerosi problemi, in particolare per Latisana il problema principale fu
rappresentato dalla costruzione del “grandioso ponte in ferro” sul fiume
Tagliamento e dal punto di vista urbanistico per l’apertura di una nuova strada
d’accesso alla stazione in contrada Masutto.
L’inaugurazione della ferrovia Udine-Portogruaro e quindi di tutti gli edifici
connessi, tra cui della stazione di Latisana, avvenne nel giugno del 1889.
Seguì quindi la consegna della ferrovia alla Società Veneta perché esercitasse
il traffico ferroviario.
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PONTI SUL TAGLIAMENTO
1873 – 11 novembre – il Passo, che per secoli aveva consentito a uomini e
carriaggi aveva consentito il collegamento seppure precario e a pagamento, fra
le due sponde del Tagliamento, fu sostituito con un ponte carrozzabile in legno
sulla via nazionale.
1888 – il 31 dicembre, venne inaugurato il ponte di ferro per la ferrovia (ponte
a travatura metallica 6,30 m. di altezza e lunghezza complessiva di m. 167,53
poggiante su due spalle costruite entro gli argini e su 2 pile intermedie cosicché
la campata mediana era di m. 64). La linea, su binario unico lungo km 60,5
collegava Portogruaro, Latisana, San Giorgio di Nogaro ed Udine, si
svolgevano tre corse giornaliere con un tempo medio di percorrenza di due ore.
1909 - il 5 dicembre, una domenica, viene inaugurato il ponte carrozzabile in
ferro, che sostituisce il mastodontico ed insicuro ponte carrozzabile di legno: “Il
nuovo ponte che sorge a metri 40 sotto corrente dell’attuale, consta di una
travata metallica continua divisa in sette luci, delle quali le due estreme di m.
20.16 e le cinque intermedie di m. 25.20, per modo che la sua lunghezza totale
è di m. 166.32. La travata è sostenuta da spalle in muratura e da 6 stilate
metalliche intermedie”.
1917 distruzione dei due ponti (ferroviario e carrozzabile) a seguito della ritirata
di Caporetto.
1919 viene costruita dal Genio Militare una passerella in legno.
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VIII
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1922 costruzione del ponte girevole di Bevazzana sul canale navigabile della
Litoranea veneta.
1923 ricostruzione di entrambi i ponti, uguali a quelli precedenti il 1917.
1944 -11 novembre - il ponte ferroviario viene bombardato.
1945 –28 febbraio - viene distrutto da un bombardamento anche il ponte
stradale.
1947 - viene completata la ricostruzione del ponte ferroviario (altezza attuale
m. 9,83).
1952 –27dicembre - inaugurazione del nuovo (e attuale) ponte stradale alto
12, 83 m.
BANCHE
Gennaio 1885 : viene costituita a Latisana la prima banca, si tratta della Banca
Mutua Popolare Cooperativa di Latisana i cui sportelli, situati nella prima sede
in Borgo Gazzola (poi via della banca e oggi via gen Radaelli) furono aperti il 1°
maggio dello stesso anno. Presidente fu Vincenzo Biaggini e direttore Pietro
Gaspari. Essa si configurò fin da subito come istituto di deposito e di sconto.
Per statuto potevano detenere delle azioni anche le donne e i minori, che però
dovevano essere rappresentati in assemblea da marito, padre o tutore. Essa
restò l’unico istituto di credito della città fino al 1905.
1905 venne aperto il Banco di Deposito e Prestito situato in P.zza XX
Settembre – angolo via Vittorio Veneto) che fu posto in liquidazione a seguito
della crisi del 1929 e quindi inglobato nella succursale latisanese della Cassa di
Risparmio di Udine.
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1917 a seguito della rotta di Caporetto, Latisana come tutto il Friuli venne
occupata dagli austro-ungarici. L’allora direttore avv. Virgilio Tafani riuscì a
mettere in salvo quasi completamente l’intero patrimonio della banca e ne
trasportò la sede a Modena, dove la Banca continuò ad operare trovando
ospitalità presso il Banco di San Geminiano fino alla fine del conflitto per poi
ritornare nella sede di Latisana. Fu uno dei pochi istituiti creditizi friulani che
potè quindi presentare regolarmente il bilancio societario per l’anno 1917. Andò
invece perduto l’archivio della banca.
1921 Aprono propri sportelli a Latisana anche la Banca del Friuli e la Banca
Cattolica.
1928 La sede della Banca di Latisana viene trasferita in P.zza XX Settembre
(oggi P.zza Indipendenza) in un fabbricato successivamente demolito per far
erigere quello attuale (1962) ad opera dell’arch. Bernardis.
1949 La Banca Mutua Popolare Cooperativa ha un nuovo statuto e muta anche
denominazione in Banca Popolare di Latisana – Soc. Coop. a srl.: seguì un
periodo di grande espansione contrassegnata dall’apertura di nuove filiali
(Palazzolo, Ronchis, Muzzana)
1985 apre propri sportelli a Pertegada la Cassa Rurale e artigianale Sud Friuli
(recentemente incorporata nella Banca di Credito Cooperativo San Biagio di
Fossalta di Portogruaro).
1995 Fusione della Banca Popolare di Latisana con la Banca Popolare di
Pordenone e la creazione della Banca Popolare Friuladria (entrata a far parte
nel 1998 di Banca Intesa).
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Un cenno particolare merita la sede della Cassa di Risparmio di Udine e
Pordenone situata in P.zza Matteotti in un edificio progettato dall’archietetto
Gino Valle con all’interno un caveau ad opera dello scultore Dino Basaldella.
Va ricordata infine l’esistenza nel Cinquecento a Latisana di un Banco dei
Pegni gestito da ebrei, che vivevano nel “ghetto” situato di fronte all’attuale
chiesa parrocchiale. L’attività feneratizia fu regolata e regolamentata più volte
dai giurisdicenti di Latisana, non si hanno però più notizie di condotte a
Latisana con il Seicento, di pari passo con il declino dell’attivtà portuale.
OSPEDALITA’
Già nel 1572 doveva esistere a Latisana un “Pio hospitale di S. Zanne” presso
la Chiesa di Santa Croce – posta al centro dell’attuale P.zza Indipendenza –
come attesta il lascito testamentario della nobil donna Elena Vendramin del
1574 ed era gestito dai Governatori della Chiesa di San Giovanni (fino
all’entrata in vigore dei decreti napoleonici che trasferirono tale competenza
alle municipalità).
Verso il 1590 il “pio hospitale” è ubicato in borgo Sottopovolo, presso la Chiesa
di San Giovanni Battista e includeva un piccolo oratorio che venne soppresso
nel ’18.
1838 : grazie a lascito testamentario di Gaspare Luigi Gaspari, l’ospedale –
denominato Civico Ospitale - ebbe una nuova sede in zona Vendramin nei
pressi di Calle Annunziata e poteva contare di una ventina di letti.
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COMUNE DI LATISANA
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Tra il 1912 e il 1913 venne inaugurata la nuova sede dell’Ospedale – allora
denominato “Ospedale Civile Regina Elena” – in località Sabbionera dove si
trova ancora oggi.
Nel 1944 la denominazione venne mutata in “Ospedale Civile di Latisana”.
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XII
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ALTRE ISTITUZIONI LATISANESI
Alla fine dell’Ottocento risale l’introduzione dell’illuminazione elettrica del centro
cittadino.
1921 Apertura Politeama LEGA (oggi denominato Odeon)
Degli anni Venti è pure la grande opera di bonifica del territorio perilagunare ad
opera del Consorzio di Trasformazione Fondiaria Bassa Friulana.
1929 viene fondata la Cantina Sociale Cooperativa
1935 prima latteria ternaria del Comune a Latisanotta.
1937 Acquedotto urbano.
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XIII
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APPENDICE III
MOTIVAZIONE CITTA’ MUTILATA DI GUERRA
LATISANA, antico e laborioso centro della pianura friulana, punto nevralgico di
incontri di grande interesse strategico, subiva nei due ultimi conflitti immani
danni per gli eventi bellici che si svolgevano nel suo territorio;
LATISANA, che nella guerra 1915-18, vedeva distrutte oltre un centinaio di
abitazioni, i due ponti di accesso sul Tagliamento, le sue Chiese, mentre
gravemente danneggiati erano il suo Duomo ed il suo Cimitero, perdendo nello
stesso periodo oltre 160 cittadini su una popolazione inferiore ai 10.000
abitanti; che nel successivo conflitto 1940-45, dilaniata da circa 8.000 bombe,
ebbe a lamentare, con la distruzione di 70% delle sue case, 88 vittime e gran
numero di mutilati;
LATISANA, la cui popolazione si oppose con tenace consapevole coraggio allo
strazio delle devastazioni e delle rappresaglie degli eserciti invasori, esulando
poi dal suolo natio fra inenarrabili sofferenze spirituali e materiali; che, passato
il turbine devastatore, iniziava con alto spirito di civismo, la lunga e difficile
opera di ricostruzione, per affacciarsi, con rinnovata fede, a nuova vita di lavoro
e di progresso;
LATISANA, per il martirio sofferto e virilmente sopportato, nel culto dei più alti
ideali patriottici e umani, viene acclamata dal Comitato centrale della
Associazione Nazionale fra i Mutilati ed Invalidi di Guerra, Socia d’onore della
grande famiglia del sacrificio.
Roma, li 15 aprile 1962
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Dalle annotazioni sul giornale della parrocchia:
Mons. Riccardo Barbina
19 maggio 1944. Bombardamento micidiale. Continua, ciononostante, la
preparazione dei bimbi alla prima comunione che è fissata per domenica
prossima 21 maggio 1944. Ma purtroppo non si potrà fare.
Il 19 maggio, venerdì dell’Ascensione, sto preparando i ricordi per i bambini.
Quando suona l’allarme. Passano pochi istanti e si sente il rombo cupo dei
bombardieri pesanti.
I due cappellani scappano in bicicletta e fanno appena in tempo a gettarsi su di
un fosso poco fuori dell’abitato, salvi per miracolo dalle bombe che cadono
vicine. Le due domestiche si rifugiano di corsa nel campanile. Io resto solo,
bloccato in casa. Sono in ginocchio nel sottoscala. Alle 10.55 cominciano gli
schianti infernali. Sussulta il terreno, si infrangono i vetri, suona da sé il
campanello, cadono calcinacci, si scardinano finestre. Tre minuti solo, ma
spaventosi ed apocalittici. Pii esco, sconvolto, a vedere le rovine. Quale
immane catastrofe! Diversi gli epicentri del disastro. Piazza Indipendenza, Via
Palmanova, Piazza Osof ed adiacenze, via Deotto, Via Sottopovolo e
Sabbionera; perfino Drosere. Ovunque macerie e muri pericolanti. E morti,
nelle strade, massacrati; specie nelle vie De Egregis Gaspari, Palmanova,,
Campo Sportivo, Borchia, Sabbionera e le adiacenze del cimitero. Colti
nell’improvvisa fuga; dilaniati. Moltissimi sono ancora sotto le macerie.
Parecchi i feriti, alcuni gravi. Fra questi il parrocco di Ronchis, Don Trombetta
Di questi i più gravi sono trasportati all’ospedale di Udine, dove, il più muoiono
poco dopo. Gli altri trasportati all’ospedale di Latisana;ospedale trasferito subito
nelle scuole di Gorgo, e poi, in quelle di Ronchis.
I morti sono 60, di cui alcuni forestieri, poi si aggiungono quelli morti a Udine.
Sicchè le vittime sono 80 solo a Latisana, oltre i forestieri.
(…) L’Asilo infantile popolare di Via Sabbionera è colpito ed è un cumulo di
rovine. Le suore ed i bambini fuggiti all’allarme sono miracolosamente incolumi.
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COMUNE DI LATISANA
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I morti si trasportano alla meglio al cimitero. Dove vengono allineati, in terra,
nei viali. Talvolta sono i familiari che provvedono. I servizi pubblici non
funzionano. Anche i cappellani caricano sui carretti le salme e le trasportano
nel camposanto.
Accorrono in aiuto uomini dai paesi vicini. Ma fra gli accorsi ci sono anche
sciacalli. Ad un morto si porta via la bicicletta. Ad una signora caduta nei pressi
del cimitero si porta via la borsetta contente tutto il suo denaro.
E comincia un saccheggio sistematico di ogni casa e di ogni cosa. E’ uno
spettacolo rivoltante che durerà parecchi giorni. (…)2
2
M.G.B. Altan “Latisana città martire” 1994
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COMUNE DI LATISANA
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BIBLIOGRAFIA
Le notizie sopra riportate sono tratte dai seguenti volumi:
1. Latisana dalle origini al duemila / Vinicio Galasso. – Latisana . La Bassa, 1999.
2. Storia dell’ospedale di Latisana : 1572-1988 / M.G.B. Altan … [et alii]. –
Latisana : La Bassa, 1988.
3. Una ferrovia da Udine per Palma e San Giorgio a Portogruaro / Associazione
Dopolavoro Ferroviario. – Portogruaro, 2001.
4. Cento anni della Banca Popolare di Latisana / Gianfranco Ellero. – Latisana :
Banca Popolare, 1985
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