CGS S.p.A Compagnia Generale per lo Spazio Aerospace e

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CGS S.p.A Compagnia Generale per lo Spazio Aerospace e
INFORMAZIONE PROMOZIONALE
Speciale AEROSPAZIO - Aziende Eccellenti
Le opportunità di crescita del Distretto
Tecnologico Aerospaziale della Puglia
I progetti di ricerca e formazione
I
l DTA (Distretto Tecnologico Aerospasito e di sistemi intelligenti motoristici,
ziale) scarl è una società consortile
aeronautici. Negli ultimi anni lo sviprivata senza fini di lucro, cui aderiluppo dei programmi industriali delle
imprese socie del distretto ha favorito
scono le principali imprese del settore aerospaziale italiane, le università
il raddoppio della forza occupazionale
e i centri di ricerca pubblici e privati
operante in Puglia, la sua maggiore
presenti in Puglia. La società opera nel
qualificazione, la significativa crescita
contesto nazionale ed internazionadelle esportazioni, un aumento del fatturato complessivo ed una crescita del
le per accrescere la competitività del
sistema produttivo regionale pugliese
tasso di innovazione delle pmi pugliesostenendo la crescita e la nascita di
si. Una spinta particolare è stata data
Il dott. Acierno, presidente del DTA
iniziative industriali, sviluppando attivinegli ultimi anni dalle imprese spaziali
tà di ricerca e sviluppo (R&S) di tecnodel distretto operanti nell’osservazione
logie chiave abilitanti, operando per la qualificazione del ca- della terra, nel trattamento dati e nelle esplorazioni spaziali.
pitale umano finalizzata all’occupazione stabile. Attualmente Un nuovo polo di competenze in forte crescita e con una
la società è impegnata nell’attuazione di numerosi progetti forte apertura ai mercati internazionali. Attualmente il DTA
di ricerca e formazione nell’ambito: della produzione di strut- è impegnato nell’attuazione di numerosi progetti di ricerca
ture in materiale composito, in materiale metallico e cerami- e formazione regionali, nazionali e comunitari. In parallelo
co per impieghi motoristici e aeronautici; dello sviluppo di sono stati avviati numerosi corsi di formazione specialistica
sensori e sistemi meccanici, di smart structures in compo- rivolti a giovani laureati con borsa di studio biennale.
Aerospace e Università degli Studi di Bari
Un trasferimento tecnologico di eccellenza nel contesto aerospaziale Pugliese
L’
Università degli Studi di Bari Aldo
Moro, sin dal Luglio 2009, è socio
del Distretto Tecnologico Aerospaziale
Pugliese. Nel Luglio 2013 il Dipartimento di Chimica, il Dipartimento Interateneo di Fisica dell’Università e del Politecnico di Bari M.Merlin ed il Dipartimento
di Studi Aziendali e Giusprivatistici (DISAG) hanno aderito al progetto di ricerca PON003_PE_0067_6 Apulia Space
finalizzato alla crescita delle capacità
scientifiche, tecnologiche ed industriali nel
settore spaziale della regione Puglia, con
particolare riguardo all’osservazione della terra, propulsione e sensoristica. I tre
Dipartimenti partecipano anche al progetto di formazione di esperti nell’uso di tecnologie abilitanti nel settore spazio, che
si svolge presso il Dipartimento di Fisica.
Il Dipartimento di Chimica è coinvolto in
Palazzo Ateneo - Università degli Studi di Bari “A. Moro”
ricerche di alto livello che includono la
scienza dei nanomateriali, la sintesi di
materiali organici, la chimica teorica e la
plasmochimica. Esso coordina l’attività incentrata sullo studio di fenomeni e processi in plasmi nello spazio ed è coinvolto
nella tematica della propulsione elettrica.
Il Dipartimento di Fisica guida l’attività di
sviluppo di sensori innovativi per l’esplorazione dell’Universo. Esso, infatti, vanta
una pluridecennale esperienza in attivi-
tà di ricerca su raggi cosmici e sorgenti gamma di origine astrofisica maturata
in collaborazione con la Sezione di Bari
dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare,
il quale ha fornito supporto scientifico, logistico e finanziario. Il know how acquisito tramite rivelatori installati su numerosi
satelliti consente adesso di sperimentare
nuove soluzioni con impiego di sensori
con elettronica avanzata per misure di
precisione di radiazione proveniente dalla galassia o dai confini del cosmo.
Infine il DISAG, composto da economisti,
studiosi di economia aziendale e di diritto
commerciale e privato, svolge, nell’ambito dell’obiettivo realizzativo delle tecnologie abilitanti del segmento utente di Apulia Space, l’attività di trade off analysis tra
obblighi normativi ed offerta scientifica
tecnologica.
CGS S.p.A Compagnia Generale per lo Spazio CETMA a servizio dell’industria aeronautica
Uno sguardo al mercato aerospaziale internazionale
Ricerca applicata, sviluppo sperimentale ed innovazione
C
I
GS S.p.A. Compagnia Generale
per lo Spazio è una delle maggiori
società in Italia per lo sviluppo di sistemi
spaziali e opera sul mercato aerospaziale da oltre 30 anni. L’azienda, con
sede a Milano e vari centri di eccellenza
in Italia, conta circa 180 dipendenti laureati al 90%. CGS è parte del gruppo
europeo OHB SE e progetta e produce
satelliti scientifici e di osservazione della
terra ed i relativi strumenti e sensori.
CGS ha maturato le sue competenze
nell’ambito di attività svolte per clienti istituzionali quali l’Agenzia Spaziale Europea
(ESA) alla quale ha recentemente consegnato i sensori inerziali per la complessa
missione LISA Pathfinder, i sensori ottici per
l’individuazione di asteroidi e detriti spaziali e per la quale sta sviluppando il radiometro a microonde che verrà accomodato
sedi dislocate in Lombardia, Toscana,
Campania e Lazio, che le consente di
valorizzare le risorse e le competenze
Integrazione
locali.
“Il nostro obbiettivo industriale è ora
del sensore
quello di capitalizzare le competenze
inerziale di
maturate nell’ambito istituzionale afLISA Pathfinder
fiancando a queste ultime anche attività
commerciali sui mercati internazionali
quali quello statunitense che sta vivendo
un periodo di grande dinamismo con ingenti capitali disponibili a fronte di idee
sulla futura generazione di satelliti metereo- innovative”, dichiara Roberto Aceti, Ammilogici MetOpSG, e l’Agenzia Spaziale Ita- nistratore Delegato di CGS. “CGS al conliana (ASI) per la quale sta realizzando il tempo continua il rafforzamento delle prosatellite iperspettrale PRISMA ed il telesco- prie competenze tecnologiche nel settore
pio METIS che costituisce il contributo italia- dell’osservazione della terra per programno alla missione Orbiter.
mi scientifici e per quelli applicativi relativi
L’azienda si avvale di una presenza distri- alla sicurezza nazionale ed alla realizzabuita sul territorio nazionale, attraverso le zione di missioni satellitari”.
Cifs, Un consorzio per progetti spaziali
I
l CETMA è sempre più protagonista nell’innovazione per
l’industria aeronautica. Perfettamente radicato nel contesto
pugliese, caratterizzato dalla forte presenza di aziende appartenenti alla filiera aeronautica, il CETMA ha tra i suoi punti
di forza l’integrazione di competenze, che permette di dare
un supporto efficace alle aziende del settore, specie per ciò
che riguarda materiali compositi e tecnologie ICT. Solo un approccio verticale, in cui si ha profonda conoscenza di tutte le
fasi dello sviluppo del componente in composito, permette la
massimizzazione delle potenzialità di tali materiali, garantendo la minimizzazione delle risorse necessarie.
Il CETMA è sempre stato sulla frontiera dell’innovazione per
quel che riguarda materiali, processi, progettazione, testing,
prototipazione, monitoraggio di prodotto/processo (SHM). In
tutti i segmenti citati si lavora con il supporto degli strumenti
CAE, che permettono da un lato una comprensione più allargata di materiali e fenomeni, dall’altro di ottimizzare le risorse necessarie per la sperimentazione in laboratorio. Inoltre la
pluriennale esperienza nello sviluppo di piattaforme VIS (Visual Information Systems) proprietarie, consente di integrare
tecnologie di progettazione immersive, come Centri di Realtà
Virtuale, con soluzioni Augmented Reality e simulazioni FEM.
In questo settore la piattaforma DUNE© rappresenta una soluzione integrata in contesti quali la progettazione, training
e formazione, controllo qualità, manutenzione, monitoraggio
dell’avanzamento della produzione.
Si sottolinea infine il ruolo del CETMA nel settore delle fibre
di carbonio da riciclo. L’azienda Karborek RCF, con il suo impianto di pirolisi per il recupero della fibra di carbonio, darà
nuovo impulso alla chiusura della filiera. Il CETMA sta dando
un forte contributo al dialogo tra gli attori coinvolti, che include produttori di semilavorati (granuli termoplastici, BMC,
SMC, prepreg), di attrezzature, di componenti ed end-user.
Le tecnologie ENEA per lo sviluppo del
sistema aerospaziale pugliese
duta tecnologica, a condiziol Consorzio Interuniversitario per la Fisica Spaziale,
ne che le istituzioni dedicate
alla ricerca possano disporre
fondato nel 1989 e attualdi laboratori e attrezzature
mente costituito dalle Unispecializzati, moderni ed efversità di L’Aquila, Milano,
ficienti, come del resto avvieRoma La Sapienza, Roma
Tor Vergata, Torino, Triene nei Paesi maggiormente
industrializzati. Negli ultimi
ste e dall’Istituto Nazionale
anni il CIFS ha esteso le attividi Astrofisica, ha contributà nei campi dell’energetica e
ito nei 25 anni trascorsi in
dell’ambiente in relazione ai
modo determinante ai principali progetti spaziali cui
programmi spaziali e allo svil’Italia ha partecipato attraluppo di progetti per la fusione nucleare. Il CIFS ha contriverso l’Agenzia Spaziale
Il cielo gamma osservato dale missioni AGILE e FERMI
buito al processo progettuale
Italiana e l’Agenzia Spatecnologico attraverso ai laziale Europea. In particolaboratori delle sue unità mesre sta attualmente gestendo
l’analisi dati della missione AGILE e ha sviluppato programmi di si a disposizione dell’intera comunità, consentendo ai ricercatori
ricerca per la missione FERMI, dedicate allo studio del cosmo in afferenti una paritaria collaborazione con il settore industriale. Il
raggi gamma. In totale i ricercatori attivi in campo spaziale in CIFS, fin dalla sua istituzione, ha rivolto attenzione alla formazioambito CIFS sono oltre 30, con un totale di pubblicazioni perti- ne di giovani ricercatori nelle discipline spaziali, privilegiando la
nenti negli ultimi 3 anni superiore a 500; inoltre il personale tec- formazione nei settori sperimentali, tecnologici e di analisi dei dati
nico impegnato in laboratori tecnologici e centri di elaborazione per lo sviluppo delle missioni e dei progetti spaziali. Ha fondato
dati raggiunge le 35 unità. È importante ricordare che la ricerca l’International School of Space Science che offre corsi annuali sulle
spaziale è sempre stata accompagnata da una consistente rica- scienze spaziali presso l’Unità di Ricerca dell’Aquila.
a messa a punto di materiali innovativi e la
diagnostica di supporto
sono le attività attraverso
le quali ENEA si propone come centro qualificato per la fornitura di servizi avanzati nel settore
aeronautico, rafforzando
il contributo allo sviluppo
del sistema aerospaziale
pugliese, coerentemente
con le linee strategiche
del DTA. In particolare,
con il progetto PON-TEMA (Tecnologie per il progetto, la produzione e la manutenzione di strutture
e componenti in materiale metallico e
ceramico per impieghi motoristici e aereonautici) sono state realizzate combi-
Esperienza ultraventennale e un
futuro internazionale
SAM e la Campania in uno dei progetti
scientifici più ambiziosi
GSE Industria Aeronautica entra nei mercati internazionali
con i più importanti players aeronautici mondiali
G
SE Industria Aeronautiva è un’azienda attiva all’interno del Cluster
aerospaziale
pugliese,
cura l’ingegneria di fabbricazione, costruisce e monta parti strutturali di aerei
ed elicotteri sin dal 1996,
con sede operativa a Brindisi e con attività industriali
fra Brindisi e Grottaglie.
GSE Industria Aeronautica,
socio del Distretto Tecnologico Aerospaziale pugliese,
oggi è entrata a pieno titolo
in campo internazionale, acquisendo importanti commes-
Sede
se con i maggiori produttori
internazionali di aerei operanti dagli Emirati Arabi Uniti
fino agli States.
Negli ultimi tre anni ha notevolmente incrementato il
volume di affari e creato
occupazione, raggiungendo oggi un numero di circa 400 risorse impegnate
fra le attività di Brindisi e di
Grottaglie.
La Presidente della società GSE, la valente imprenditrice romana dott.ssa
Francesca Armellini, per il
raggiungimento di questi
importanti obiettivi di crescita, ha messo in campo come
General Manager il Dott.
Franco Natalizia, top manager del settore aeronautico
internazionale, che vanta un
passato di esperienze nelle
maggiori aziende del gruppo
Finmeccanica e l’Amministratore Delegato Dr. Alessandro
Capone, con esperienza consolidata in campo finanziario
in primarie aziende.
GSE è anche attiva e partecipa ai più importanti programmi di Ricerca e Sviluppo
promossi dal Distretto Tecnologico Aerospaziale e, in
questo ambito, sta fornendo
supporto di manufacturing e
di ingegneria nei programmi
di ricerca DITECO e MASTCO per il settore dei materiali compositi.
È coinvolta anche in importanti programmi di ricerca nazionali con il Ministero dell’Università e la Ricerca , con
capofila Alenia Aermacchi,
quali SAIA e FUPICO per lo
sviluppo del nuovo veivolo regionale TURBOPROP, partecipando alla progettazione delle superfici mobili dell’aereo,
quali timone di coda e ali.
Diagnostica e messa a punto di processi tecnologici innovativi per l’industria aeronautica
L
nazioni di materiali e rivestimenti che consentono
una forte riduzione di attrito,
tribo-ossidazione,
fretting ed un migliore
controllo dell’usura. ‘’Tramite tecniche fisiche ad
alta potenza si crea uno
strato superficiale molto
denso, duro e ben ancorato, poco poroso e dalla
rugosità superficiale limitata. Ad esempio, si può
applicare un tipo di deposito a base di nitruri di metalli di transizione per utensili da taglio
per lavorazioni meccaniche ad alta velocità per aumentarne il tempo di vita’’ sottolinea la coordinatrice del progetto per
ENEA, Antonella Rizzo.
In parallelo, con il progetto PON-DITECO (Difetti, danneggiamenti e tecniche
di riparazione nei processi produttivi di
grandi strutture in composito), l’obiettivo
è di realizzare un centro di competenze per attività di ispezione e testing di
componenti strutturali in composito, attarverso tecniche di indagine non distruttive basate sulla tecnologia phased array.
Come spiega il Coordinatore del progetto Roberto Terzi ‘’l’attenzione è rivolta ai
danni ed ai difetti che possono originarsi
durante il normale processo produttivo o
la vita operativa del velivolo. ENEA operando con metodi di prova definiti dalla
normativa vigente nel settore aeronautico
contribuirà all’individuazione dell’intervento di repair più idoneo per il recupero delle caratteristiche prestazionali del
componente in composito’’.
La società napoletana partecipa al progetto SKA:
il più grande radiotelescopio mai concepito
L’
origine e l’evoluzione dell’Universo e la materia oscura sono
alcuni dei fenomeni che lo Square Kilometre Array (SKA), il più
grande e sensibile radiotelescopio mai concepito, sonderà con il
suo potentissimo sguardo. SKA è un progetto scientifico - industriale globale, che dopo anni di studi, si avvicina alla prototipazione
e realizzazione. È uno dei programmi internazionali più ambiziosi e l’Italia partecipa anche grazie allo sforzo tecnico e finanziario
di una realtà industriale della Campania, la SAM - Società Aerospaziale Mediterranea, con il contributo determinante di Technapoli, sostenuto dalla Camera di Commercio di Napoli e attraverso
il progetto SIHM.
Il progetto SKA è guidato dalla SKA Organization, costituita da
soggetti di 10 paesi. L’Italia è rappresentata dall’INAF.
SAM ha partecipato con successo ad una selezione internazionale e da anni si occupa delle attività progettuali, valorizzando
le competenze delle aziende consorziate, in vista delle successive realizzazioni industriali. Partecipa al Dish Consortium per la
progettazione e sviluppo di antenne ad
alte e medie frequenze, del diametro di 18 metri. La società campana ha inoltre un importante ruolo nella Sezione Strutture, ove
è responsabile del design e prototipazione di alcuni componenti
elettromeccanici a tecnologia complessa.
SKA sarà costituita da 3.000 di queste antenne, distribuite tra le
regioni desertiche dell’Africa meridionale e dell’Australia. La fase
operativa partirà in Sud Africa, con l’installazione delle prime 130
antenne a partire dalla fine del 2016.
Progetti del genere, naturalmente, vedono protagonisti i Governi
delle Nazioni coinvolte, vista la portata degli investimenti e delle
ricadute industriali. Purtroppo anche in questo caso l’Italia, sia a livello nazionale che regionale, non riesce proporsi come “sistema”
e pertanto l’industria italiana soffre un isolamento istituzionale, cui
cerca di porre rimedio con investimenti diretti e con la propria capacità tecnologica, riconosciuta a livello internazionale.
INFORMAZIONE PROMOZIONALE
Speciale AEROSPAZIO - Aziende Eccellenti
L’Università di Padova sbarca su Marte
Ricerca e formazione di eccellenza
nell’aerospazio al Politecnico di Torino
Il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale:
una realtà di eccellenza italiana
I
l Dipartimento di Ingegneria Meccanica e
Aerospaziale (DIMEAS) del Politecnico di
Torino promuove, coordina e gestisce la ricerca fondamentale e applicata, la formazione,
il trasferimento tecnologico e i servizi al territorio, soprattutto nelle aree della meccanica,
dell’aerospazio e della bioingegneria. Le attività di ricerca, supportate anche dai laboratori sperimentali, spaziano dall’esplorazione dello spazio, all’ingegneria dei sistemi, ai
nuovi materiali, alle micro e nanotecnologie,
ai veicoli e velivoli a basso impatto ambientale. I filoni di competenza del DIMEAS si collocano nelle aree della progettazione funzionale e strutturale dei sistemi e dispositivi
meccanici, dei sistemi aerospaziali, delle costruzioni aeronautiche, della fluidodinamica,
della propulsione e meccanica del volo.
Sono oggetto di studio anche l’affidabilità e
la sicurezza, l’ottimizzazione strutturale, la
diagnostica e prognostica dei sistemi, i materiali innovativi, la bioingegneria. Il DIMEAS
organizza e gestisce l’attività di formazione
universitaria in campo aerospaziale con un
percorso di Laurea, uno di Laurea magistrale, un corso di Dottorato in Ingegneria aerospaziale, un Master di II livello. Fa parte
di PEGASUS (rete delle università europee
di eccellenza nella formazione aerospaziale) e mantiene rapporti di collaborazione e
L’ateneo partecipa da oltre vent’anni a missioni spaziali distinguendosi per
affidabilità e innovazione
DIMEAS (www.dimeas.polito.it/):
Attività sperimentali
in galleria del vento.
scambio studenti con le migliori università
(Europa, USA, CINA, etc) e centri di ricerca
aerospaziali (CIRA, ASI, ESA, NASA). Partecipa al programma di mobilità studentesca
ERASMUS. Il budget annuo ammonta a 10
M€, per il 90% derivante dalla collaborazione con gli enti istituzionali, quali, la regione
Piemonte (Distretto Aerospaziale Piemonte), il
MIUR (Cluster Aerospazio), l’Unione Europea
(VII FP, Horizon2020, CleanSky), e dall’attività di ricerca conto terzi e ciò dimostra la
grande propensione della struttura a collaborare col mondo delle imprese, tra cui, AleniaAermacchi, Avio Aero, Thales Alenia Space,
AgustaWestland, per citare le maggiori.
Eccellenza Aeronautica
all’Università “Kore” di Enna
Simulatori di volo per la sicurezza del trasporto aereo
L’
Università Kore di Enna ha recentemente inaugurato il nuovo centro per
la didattica e la ricerca in ambito aeronautico denominato M.A.R.T.A. - Mediterranean Aeronautics Research & Training
Academy. Il Centro si configura come una
eccellenza nazionale per ciò che concerne gli studi sullo Human Factor grazie
ad un simulatore di volo Full Motion del
velivolo CESSNA C-560 XLS e ad un simulatore dell’elicottero EC-135. I due simulatori, acquisiti dall’Università Kore di
Enna nell’ambito del progetto RE.S.E.T. finanziato dall’Assessorato Regionale Attività Produttive della regione Sicilia sul
PO-FESR 2007/2013 - L.I. 4.1.2.A, consentiranno lo studio del comportamento
dei piloti in condizioni di stress e supporteranno le attività di laboratorio del Corso di Laurea in Ingegneria Aerospaziale
offerto dalla Kore. Quest’ultimo, oltre ad
essere l’unico Corso di laurea triennale a
sud di Napoli sarà il primo e l’unico Corso di Europa a poter disporre di simulatori
di volo per attività di training e di ricerca
sullo Human Factor. Il Corso offerto dalla
Kore è inoltre accreditato dall’ENAC per
il riconoscimento ai propri studenti dei moduli di conoscenza teorica utili per il conseguimento della Licenza di Manutenzione Aeronautica-LMA.
Abbiamo realizzato un campus nel campus - afferma il Pro-Rettore dell’Università,
prof. Giovanni Tesoriere - il centro sorge,
infatti, all’interno del nuovo polo didattico
e scientifico della Facoltà di Ingegneria
e Architettura che ha da poco inaugurato
l’imponente laboratorio L.E.D.A., specializzato nello studio degli effetti dinamici su
strutture a larga scala o causati da carichi
sismici. Lo stesso Tesoriere sottolinea come
la disponibilità, davvero straordinaria per
un Ateneo, dei simulatori di volo sarà funzionale non solo alle attività di ricerca, ma
anche alle collaborazioni scientifiche con
industrie aeronautiche, compagnie aeree,
autorità di controllo, e con tutti i soggetti
impegnati nello sviluppo di procedure sicure per la gestione del trasporto aereo.
Dicam, Dipartimento di ingegneria civile,
ambientale, aerospaziale e dei materiali
L’Ateneo punta sulla ricerca, attività formative innovative e collaborazioni
internazionali, con particolare attenzione al settore dell’aerospazio
C
ostituito nel marzo 2012, dopo la confluenza in un’unica
struttura dipartimentale di docenti e ricercatori, operanti in alcuni dei precedenti Dipartimenti universitari della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Palermo, il DICAM (Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, Aerospaziale e dei Materiali) nasce e
si sviluppa sull’idea di una forte integrazione multidisciplinare tra
le competenze in esso presenti. Queste sono in atto determinate
dall’afferenza al DICAM di circa 80 docenti e ricercatori e oltre
40 tra assegnisti e dottorandi.
Nella mission del Dipartimento un ruolo fondamentale è rappresentato dalle attività didattiche e di ricerca nel settore dell’Aerospazio.
Nell’ambito dell’offerta formativa dell’Università degli Studi di Palermo, tali attività si declinano nel Corso di Laurea in Ingegneria
Meccanica con curriculum Aeronautico e nel Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Aerospaziale, ininterrottamente attivo fin dal
1960 ed unico (localizzato) nella Regione Sicilia.
Gli interessi scientifici del DICAM che presentano ricaduta diretta nel settore Aerospaziale riguardano ricerche nei settori delle
costruzioni aeronautiche e spaziali, della fluidodinamica e della
propulsione, della caratterizzazione e protezione dei materiali sia
metallici che compositi.
Particolarmente attivo nel Dipartimento è il gruppo di ricerca di
Costruzioni e Strutture Aerospaziali - coordinato dal prof. Alberto
Milazzo - le cui ricerche si svolgono nell’ambito della formulazione
e dello sviluppo di metodi e modelli per l’analisi e la progettazione di strutture aerospaziali. Le attività svolte rientrano nell’ambito
degli studi volti ad incrementare l’efficienza e la sicurezza degli
aeromobili attraverso la realizzazione di strutture più leggere e
performanti, tipicamente realizzate in materiale composito, e l’utilizzo di sistemi strutturali multifunzionali.
Ampio il contributo fornito dai ricercatori del gruppo nel settore
delle smart structures, cioè di sistemi ottenuti dall’integrazione di
Vista del campus in cui ha sede il DICAM
elementi strutturali e di elementi di controllo con i quali è possibile
realizzare l’adattamento della struttura alle condizioni operative o
monitorare la stessa in tempo reale al fine di verificarne l’integrità, e quindi la sicurezza, attraverso il cosiddetto Structural Health
Monitoring.
Diverse le tipologie di materiali multifunzionali (piezoelettrici, magneto-elettro-elastici e magnetostrittivi) utilizzati per la realizzazione di componenti strutturali sensorizzati sui quali vengono condotte ricerche presso il DICAM al fine di predisporre strumenti
avanzati di simulazione e progettazione.
Sempre con riferimento alle capacità di resistenza delle strutture
e considerata l’importanza della previsione dei fenomeni di generazione e propagazione del danneggiamento nei materiali, il
gruppo ha proposto e sta sviluppando modelli multiscala avanzati
per la valutazione delle proprietà meccaniche di materiali danneggiati, per l’evoluzione del danneggiamento e per la simulazione di
materiali bio-ispirati di nuova generazione.
Infine, tra le attività più recenti quelle, oggetto di ulteriori sviluppi
in corso, che hanno portato alla realizzazione di un software dedicato all’analisi post-critica di pannelli irrigiditi multistrato in materiale composito (vedi foto), con
capacità di modellare la presenza di danneggiamenti e quindi di
valutare la resistenza residua della struttura.
Qualità e dinamicità di questa realtà universitaria si riconoscono
Software sviluppato presso
infine dalle numerose collaborazioni del gruppo con prestigiose
il DICAM: simulazioni del
istituzioni di ricerca internazionacomportamento strutturale
li, tra le quali il Department of Aedi pannelli multistrato in
ronautics dell’Imperial College di
materiale composito e
Londra e la McCormick School of
modelli multiscala
Engineering della Northwestern
University di Chicago, nonché
dalle cooperazioni su specifici
progetti con industrie e società
del settore aerospaziale.
È
l’affidabilità il requisito principale del Cisas “G. Colombo” dell’Università di Padova,
che da oltre due decenni partecipa a gare internazionali
per programmi di esplorazione del sistema solare: missione
Nasa/Esa “Cassini Huygens”,
missioni Esa MarsExpress e VenusExpress, Rosetta, BepiColombo, Solar Orbiter, Juice ed
Exomars.
Marte suscita sempre un enorme fascino: dopo anni di missioni di vario genere, tra il
2030 e il 2040 toccherà agli
astronauti calcare il pianeta.
Assumono quindi la massima
rilevanza le due fasi di ExoMars, programma congiunto
Esa-Roscomos: ExoMars 2016
con orbiter e modulo di atterraggio “Schiaparelli” per dimostrazione tecnologica e
attività scientifiche; ExoMars
2018 con orbiter più rover per
la ricerca di tracce di vita e la
validazione tecnologica dei sistemi di navigazione, di mobilità superficiale e di accesso al
sottosuolo.
Per la prima volta un lander
tutto europeo e italiano atterrerà su Marte a ottobre 2016
e analizzerà l’ambiente nella
stagione delle tempeste di sabbia. Il team del professor Stefano Debei, insieme a quello di
Francesca Esposito di Inaf-Oac
di Napoli, si è aggiudicato cinque anni fa la gara Esa per la
realizzazione della strumentazione Dreams.
L’esperimento, finalizzato a
caratterizzare i parametri atmosferici al suolo (pressione,
umidità relativa, temperatura, velocità del vento, opacità
dell’atmosfera e sue proprietà
elettriche, in un ambiente va-
riabile da -110 a 20 gradi), è
controllato autonomamente da
elettronica sofisticata che pilota
tutte le misurazioni, prima di inviarle a terra.
Dreams è il frutto di una sinergia tra mondo accademico,
della ricerca e Pmi, che ha reso
possibile il completamento del
progetto spaziale in tempi assai contenuti: kickoff a luglio
2011 e consegna del modello
da volo ad aprile 2015. Una
sfida tecnologica in cui il contributo fondamentale dell’Asi
dà all’Italia un ruolo da protagonista.
L’Università di Padova eccelle a livello mondiale anche
nell’innovazione, attraverso il
gruppo di ricerca sulla Propulsione Aerospaziale del professor Daniele Pavarin, che sviluppa da quasi dieci anni due
tecnologie, una nel settore della propulsione orbitale e l’altra
sulla propulsione ibrida.
La prima verte sui motori elettromagnetici Helicon, che, grazie alla loro struttura, consentono sia una drastica riduzione
dei costi di sviluppo, sia presta-
zioni propulsive di alto livello
anche su piccoli satelliti. Questa tecnologia, in collaborazione con Thales Alenia Space,
apre orizzonti nuovi: i piccoli
satelliti, oggi incapaci di muoversi nello spazio, potranno riconfigurare l’orbita sulla base
delle esigenze della missione.
La seconda tecnologia riguarda il settore dell’accesso allo
spazio, nel quale l’Università
di Padova risulta tra le poche
al mondo dotate di laboratori
in grado di sviluppare motori
con spinta di alcune tonnellate. Insieme a un team europeo
di 13 partner da 7 Paesi, guidato da Airbus-Ds, il gruppo
è ora impegnato nel progetto
H2020 Hyprogeo, che si pone
l’obiettivo di motori ibridi innovativi per la collocazione di satelliti in orbita.
Le sinergie sono importanti non
solo in Europa, ma anche con
aziende del territorio, perché
la ricerca aerospaziale ha ricadute in campi diversi. Uno
degli esempi più recenti della
propensione all’interazione del
personale aerospaziale di Padova, in particolare del professor Ugo Galvanetto, consiste
nel progetto europeo Motorist
che coinvolge - fra gli altri - l’Università di Firenze e l’azienda
veneta Dainese. Due studenti
di dottorato dell’ateneo patavino svilupperanno attrezzature di protezione personale per
motociclisti.
Oltre alle usuali competenze
di tipo meccanico-strutturale, la
ricerca comporta una componente di biomeccanica e prende avvio dalle conoscenze maturate (presso altri membri del
network) sulla ricostruzione degli incidenti. I due dottorandi
lavoreranno a modelli numerici
in cui gli elementi protettivi saranno accoppiati con la parte
relativa del corpo umano, contribuendo così a nuovi prodotti
e metodologie di test da introdurre nelle normative standard
internazionali.
Modello da volo di
DREAMS
Sensori ambientali di DREAMS durante
i test di Vibrazione
Ingegneria Aerospaziale, polo internazionale
Una crescita continua nella formazione e nella ricerca scientifica
all’Università di Roma La Sapienza
L’
area di Ingegneria aerospaziale dell’Università di Roma
La Sapienza è un’eccellenza internazionale nella ricerca
scientifica e nella formazione. La certificazione arriva dall’autorevole agenzia di rating Thomson Reuters, che ha classificato
l’ateneo romano al terzo posto mondiale tra gli enti accademici.
Si tratta di un risultato straordinario per tutto il Dipartimento di
Ingegneria meccanica e aerospaziale, che si distingue da anni
nelle lauree di primo e secondo livello, nei master professionali, nei corsi di dottorato di ricerca e anche in una dimensione
di innovazione, dal deposito brevetti alle spin off companies.
“Per la Thomson Reuters siamo la terza più influente istituzione accademica del mondo nell’ambito dell’aerospazio conferma il professor Paolo Gaudenzi, coordinatore del dottorato in Ingegneria Aeronautica e Spaziale alla Sapienza
- e siamo l’unica università europea nei primi dieci posti. Teniamo molto a questo riconoscimento, basato sulla frequenza
delle citazioni degli articoli scientifici provenienti dalla nostra
comunità accademica”.
Tra le attività di ricerca scientifica, le principali aree di interesse
del Dipartimento nel settore aerospaziale riguardano la fluidodinamica e l’aerodinamica, la meccanica del volo aeronautico
e spaziale, le costruzioni e strutture aerospaziali, la propulsione aerospaziale, gli impianti e i sistemi aerospaziali e anche le
missioni scientifiche di esplorazione spaziale.
“Mi piace sottolineare - continua Gaudenzi - la forte capacità teorico-modellistica dei docenti, ma pure lo sviluppo delle discipline
di natura sistemistica e dei laboratori come la galleria del vento o
quello di costruzioni di strutture in materiale composito. Inoltre, le
telecomunicazioni spaziali, l’osservazione ottica e radar della Terra e, sul lato aeronautico, il controllo del traffico aereo”.
L’offerta formativa della Sapienza nel settore aerospaziale si
articola in un corso di studio triennale in Ingegneria aerospaziale e in due corsi magistrali in Ingegneria aeronautica e Ingegneria spaziale e astronautica, poi in tre master in Gestione
Studenti di Ingegneria aerospaziale in una della aule della Facoltà di
Ingegneria civile e industriale (foto dell’Archivio fotografico dell’Ufficio stampa e
comunicazione della Sapienza)
Gli studenti di Ingegneria aerospaziale con Charles Bolden, Amministratore
Generale della NASA
dell’aviazione civile, Satelliti e piattaforme orbitanti, Sistemi di
trasporto spaziale e nel dottorato di ricerca in Ingegneria aeronautica e spaziale.
“Seguiamo il percorso italiano di laurea 3+2 - dice il professor
Guido De Matteis, presidente del consiglio d’area didattica di
Ingegneria Aerospaziale - e abbiamo un numero programmato
alla triennale con un limite di 250 iscritti al primo anno e circa
150 nelle due lauree magistrali. Complessivamente abbiamo
più di 1.300 iscritti nei tre corsi”.
“Siamo molto attenti all’ampiezza dell’offerta formativa - precisa De Matteis - e alla qualità di docenti e studenti. Nel settore
aerospaziale l’Università La Sapienza ha una lunga tradizione
dal 1926, quando fu creata una scuola di specializzazione
che si chiamava Scuola di Ingegneria Aeronautica, seguita nel
1980 dall’apertura del corso di laurea quinquennale in Ingegneria aeronautica, fino ai nostri giorni”.
“I master si svolgono in stretta collaborazione con le aziende
spaziali e aeronautiche - sottolinea il professor Fausto Gamma, direttore del master in Gestione dell’aviazione civile - e
con le agenzie pubbliche che sovrintendono ai diversi settori. Forniscono una formazione professionalizzante, attraverso
stage all’interno delle aziende e temi che vanno al di là delle
scienze ingegneristiche offerte nel quadro delle lauree”.
L’apertura alle collaborazioni è un altro valore aggiunto della
Sapienza. “Abbiamo un doppio titolo con l’Università Isae-Supaero di Tolosa, la più prestigiosa scuola aerospaziale francese - spiegano De Matteis e Gaudenzi - e facciamo parte del
consorzio europeo Pegasus con i maggiori atenei francesi, inglesi, tedeschi, spagnoli che si occupano di aerospazio. Tutto
ciò rientra nell’attenzione che poniamo all’internazionalizzazione: molti corsi nelle lauree magistrali sono in lingua inglese
e ci accingiamo a vararne uno interamente in inglese”.
Ottimi, quindi, gli sbocchi professionali in un mercato del lavoro che diventa sempre più internazionale, perché le grandi
industrie aerospaziali sono globali.