CGS S.p.A Compagnia Generale per lo Spazio Aerospace e
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CGS S.p.A Compagnia Generale per lo Spazio Aerospace e
INFORMAZIONE PROMOZIONALE Speciale AEROSPAZIO - Aziende Eccellenti Le opportunità di crescita del Distretto Tecnologico Aerospaziale della Puglia I progetti di ricerca e formazione I l DTA (Distretto Tecnologico Aerospasito e di sistemi intelligenti motoristici, ziale) scarl è una società consortile aeronautici. Negli ultimi anni lo sviprivata senza fini di lucro, cui aderiluppo dei programmi industriali delle imprese socie del distretto ha favorito scono le principali imprese del settore aerospaziale italiane, le università il raddoppio della forza occupazionale e i centri di ricerca pubblici e privati operante in Puglia, la sua maggiore presenti in Puglia. La società opera nel qualificazione, la significativa crescita contesto nazionale ed internazionadelle esportazioni, un aumento del fatturato complessivo ed una crescita del le per accrescere la competitività del sistema produttivo regionale pugliese tasso di innovazione delle pmi pugliesostenendo la crescita e la nascita di si. Una spinta particolare è stata data Il dott. Acierno, presidente del DTA iniziative industriali, sviluppando attivinegli ultimi anni dalle imprese spaziali tà di ricerca e sviluppo (R&S) di tecnodel distretto operanti nell’osservazione logie chiave abilitanti, operando per la qualificazione del ca- della terra, nel trattamento dati e nelle esplorazioni spaziali. pitale umano finalizzata all’occupazione stabile. Attualmente Un nuovo polo di competenze in forte crescita e con una la società è impegnata nell’attuazione di numerosi progetti forte apertura ai mercati internazionali. Attualmente il DTA di ricerca e formazione nell’ambito: della produzione di strut- è impegnato nell’attuazione di numerosi progetti di ricerca ture in materiale composito, in materiale metallico e cerami- e formazione regionali, nazionali e comunitari. In parallelo co per impieghi motoristici e aeronautici; dello sviluppo di sono stati avviati numerosi corsi di formazione specialistica sensori e sistemi meccanici, di smart structures in compo- rivolti a giovani laureati con borsa di studio biennale. Aerospace e Università degli Studi di Bari Un trasferimento tecnologico di eccellenza nel contesto aerospaziale Pugliese L’ Università degli Studi di Bari Aldo Moro, sin dal Luglio 2009, è socio del Distretto Tecnologico Aerospaziale Pugliese. Nel Luglio 2013 il Dipartimento di Chimica, il Dipartimento Interateneo di Fisica dell’Università e del Politecnico di Bari M.Merlin ed il Dipartimento di Studi Aziendali e Giusprivatistici (DISAG) hanno aderito al progetto di ricerca PON003_PE_0067_6 Apulia Space finalizzato alla crescita delle capacità scientifiche, tecnologiche ed industriali nel settore spaziale della regione Puglia, con particolare riguardo all’osservazione della terra, propulsione e sensoristica. I tre Dipartimenti partecipano anche al progetto di formazione di esperti nell’uso di tecnologie abilitanti nel settore spazio, che si svolge presso il Dipartimento di Fisica. Il Dipartimento di Chimica è coinvolto in Palazzo Ateneo - Università degli Studi di Bari “A. Moro” ricerche di alto livello che includono la scienza dei nanomateriali, la sintesi di materiali organici, la chimica teorica e la plasmochimica. Esso coordina l’attività incentrata sullo studio di fenomeni e processi in plasmi nello spazio ed è coinvolto nella tematica della propulsione elettrica. Il Dipartimento di Fisica guida l’attività di sviluppo di sensori innovativi per l’esplorazione dell’Universo. Esso, infatti, vanta una pluridecennale esperienza in attivi- tà di ricerca su raggi cosmici e sorgenti gamma di origine astrofisica maturata in collaborazione con la Sezione di Bari dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, il quale ha fornito supporto scientifico, logistico e finanziario. Il know how acquisito tramite rivelatori installati su numerosi satelliti consente adesso di sperimentare nuove soluzioni con impiego di sensori con elettronica avanzata per misure di precisione di radiazione proveniente dalla galassia o dai confini del cosmo. Infine il DISAG, composto da economisti, studiosi di economia aziendale e di diritto commerciale e privato, svolge, nell’ambito dell’obiettivo realizzativo delle tecnologie abilitanti del segmento utente di Apulia Space, l’attività di trade off analysis tra obblighi normativi ed offerta scientifica tecnologica. CGS S.p.A Compagnia Generale per lo Spazio CETMA a servizio dell’industria aeronautica Uno sguardo al mercato aerospaziale internazionale Ricerca applicata, sviluppo sperimentale ed innovazione C I GS S.p.A. Compagnia Generale per lo Spazio è una delle maggiori società in Italia per lo sviluppo di sistemi spaziali e opera sul mercato aerospaziale da oltre 30 anni. L’azienda, con sede a Milano e vari centri di eccellenza in Italia, conta circa 180 dipendenti laureati al 90%. CGS è parte del gruppo europeo OHB SE e progetta e produce satelliti scientifici e di osservazione della terra ed i relativi strumenti e sensori. CGS ha maturato le sue competenze nell’ambito di attività svolte per clienti istituzionali quali l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) alla quale ha recentemente consegnato i sensori inerziali per la complessa missione LISA Pathfinder, i sensori ottici per l’individuazione di asteroidi e detriti spaziali e per la quale sta sviluppando il radiometro a microonde che verrà accomodato sedi dislocate in Lombardia, Toscana, Campania e Lazio, che le consente di valorizzare le risorse e le competenze Integrazione locali. “Il nostro obbiettivo industriale è ora del sensore quello di capitalizzare le competenze inerziale di maturate nell’ambito istituzionale afLISA Pathfinder fiancando a queste ultime anche attività commerciali sui mercati internazionali quali quello statunitense che sta vivendo un periodo di grande dinamismo con ingenti capitali disponibili a fronte di idee sulla futura generazione di satelliti metereo- innovative”, dichiara Roberto Aceti, Ammilogici MetOpSG, e l’Agenzia Spaziale Ita- nistratore Delegato di CGS. “CGS al conliana (ASI) per la quale sta realizzando il tempo continua il rafforzamento delle prosatellite iperspettrale PRISMA ed il telesco- prie competenze tecnologiche nel settore pio METIS che costituisce il contributo italia- dell’osservazione della terra per programno alla missione Orbiter. mi scientifici e per quelli applicativi relativi L’azienda si avvale di una presenza distri- alla sicurezza nazionale ed alla realizzabuita sul territorio nazionale, attraverso le zione di missioni satellitari”. Cifs, Un consorzio per progetti spaziali I l CETMA è sempre più protagonista nell’innovazione per l’industria aeronautica. Perfettamente radicato nel contesto pugliese, caratterizzato dalla forte presenza di aziende appartenenti alla filiera aeronautica, il CETMA ha tra i suoi punti di forza l’integrazione di competenze, che permette di dare un supporto efficace alle aziende del settore, specie per ciò che riguarda materiali compositi e tecnologie ICT. Solo un approccio verticale, in cui si ha profonda conoscenza di tutte le fasi dello sviluppo del componente in composito, permette la massimizzazione delle potenzialità di tali materiali, garantendo la minimizzazione delle risorse necessarie. Il CETMA è sempre stato sulla frontiera dell’innovazione per quel che riguarda materiali, processi, progettazione, testing, prototipazione, monitoraggio di prodotto/processo (SHM). In tutti i segmenti citati si lavora con il supporto degli strumenti CAE, che permettono da un lato una comprensione più allargata di materiali e fenomeni, dall’altro di ottimizzare le risorse necessarie per la sperimentazione in laboratorio. Inoltre la pluriennale esperienza nello sviluppo di piattaforme VIS (Visual Information Systems) proprietarie, consente di integrare tecnologie di progettazione immersive, come Centri di Realtà Virtuale, con soluzioni Augmented Reality e simulazioni FEM. In questo settore la piattaforma DUNE© rappresenta una soluzione integrata in contesti quali la progettazione, training e formazione, controllo qualità, manutenzione, monitoraggio dell’avanzamento della produzione. Si sottolinea infine il ruolo del CETMA nel settore delle fibre di carbonio da riciclo. L’azienda Karborek RCF, con il suo impianto di pirolisi per il recupero della fibra di carbonio, darà nuovo impulso alla chiusura della filiera. Il CETMA sta dando un forte contributo al dialogo tra gli attori coinvolti, che include produttori di semilavorati (granuli termoplastici, BMC, SMC, prepreg), di attrezzature, di componenti ed end-user. Le tecnologie ENEA per lo sviluppo del sistema aerospaziale pugliese duta tecnologica, a condiziol Consorzio Interuniversitario per la Fisica Spaziale, ne che le istituzioni dedicate alla ricerca possano disporre fondato nel 1989 e attualdi laboratori e attrezzature mente costituito dalle Unispecializzati, moderni ed efversità di L’Aquila, Milano, ficienti, come del resto avvieRoma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Torino, Triene nei Paesi maggiormente industrializzati. Negli ultimi ste e dall’Istituto Nazionale anni il CIFS ha esteso le attividi Astrofisica, ha contributà nei campi dell’energetica e ito nei 25 anni trascorsi in dell’ambiente in relazione ai modo determinante ai principali progetti spaziali cui programmi spaziali e allo svil’Italia ha partecipato attraluppo di progetti per la fusione nucleare. Il CIFS ha contriverso l’Agenzia Spaziale Il cielo gamma osservato dale missioni AGILE e FERMI buito al processo progettuale Italiana e l’Agenzia Spatecnologico attraverso ai laziale Europea. In particolaboratori delle sue unità mesre sta attualmente gestendo l’analisi dati della missione AGILE e ha sviluppato programmi di si a disposizione dell’intera comunità, consentendo ai ricercatori ricerca per la missione FERMI, dedicate allo studio del cosmo in afferenti una paritaria collaborazione con il settore industriale. Il raggi gamma. In totale i ricercatori attivi in campo spaziale in CIFS, fin dalla sua istituzione, ha rivolto attenzione alla formazioambito CIFS sono oltre 30, con un totale di pubblicazioni perti- ne di giovani ricercatori nelle discipline spaziali, privilegiando la nenti negli ultimi 3 anni superiore a 500; inoltre il personale tec- formazione nei settori sperimentali, tecnologici e di analisi dei dati nico impegnato in laboratori tecnologici e centri di elaborazione per lo sviluppo delle missioni e dei progetti spaziali. Ha fondato dati raggiunge le 35 unità. È importante ricordare che la ricerca l’International School of Space Science che offre corsi annuali sulle spaziale è sempre stata accompagnata da una consistente rica- scienze spaziali presso l’Unità di Ricerca dell’Aquila. a messa a punto di materiali innovativi e la diagnostica di supporto sono le attività attraverso le quali ENEA si propone come centro qualificato per la fornitura di servizi avanzati nel settore aeronautico, rafforzando il contributo allo sviluppo del sistema aerospaziale pugliese, coerentemente con le linee strategiche del DTA. In particolare, con il progetto PON-TEMA (Tecnologie per il progetto, la produzione e la manutenzione di strutture e componenti in materiale metallico e ceramico per impieghi motoristici e aereonautici) sono state realizzate combi- Esperienza ultraventennale e un futuro internazionale SAM e la Campania in uno dei progetti scientifici più ambiziosi GSE Industria Aeronautica entra nei mercati internazionali con i più importanti players aeronautici mondiali G SE Industria Aeronautiva è un’azienda attiva all’interno del Cluster aerospaziale pugliese, cura l’ingegneria di fabbricazione, costruisce e monta parti strutturali di aerei ed elicotteri sin dal 1996, con sede operativa a Brindisi e con attività industriali fra Brindisi e Grottaglie. GSE Industria Aeronautica, socio del Distretto Tecnologico Aerospaziale pugliese, oggi è entrata a pieno titolo in campo internazionale, acquisendo importanti commes- Sede se con i maggiori produttori internazionali di aerei operanti dagli Emirati Arabi Uniti fino agli States. Negli ultimi tre anni ha notevolmente incrementato il volume di affari e creato occupazione, raggiungendo oggi un numero di circa 400 risorse impegnate fra le attività di Brindisi e di Grottaglie. La Presidente della società GSE, la valente imprenditrice romana dott.ssa Francesca Armellini, per il raggiungimento di questi importanti obiettivi di crescita, ha messo in campo come General Manager il Dott. Franco Natalizia, top manager del settore aeronautico internazionale, che vanta un passato di esperienze nelle maggiori aziende del gruppo Finmeccanica e l’Amministratore Delegato Dr. Alessandro Capone, con esperienza consolidata in campo finanziario in primarie aziende. GSE è anche attiva e partecipa ai più importanti programmi di Ricerca e Sviluppo promossi dal Distretto Tecnologico Aerospaziale e, in questo ambito, sta fornendo supporto di manufacturing e di ingegneria nei programmi di ricerca DITECO e MASTCO per il settore dei materiali compositi. È coinvolta anche in importanti programmi di ricerca nazionali con il Ministero dell’Università e la Ricerca , con capofila Alenia Aermacchi, quali SAIA e FUPICO per lo sviluppo del nuovo veivolo regionale TURBOPROP, partecipando alla progettazione delle superfici mobili dell’aereo, quali timone di coda e ali. Diagnostica e messa a punto di processi tecnologici innovativi per l’industria aeronautica L nazioni di materiali e rivestimenti che consentono una forte riduzione di attrito, tribo-ossidazione, fretting ed un migliore controllo dell’usura. ‘’Tramite tecniche fisiche ad alta potenza si crea uno strato superficiale molto denso, duro e ben ancorato, poco poroso e dalla rugosità superficiale limitata. Ad esempio, si può applicare un tipo di deposito a base di nitruri di metalli di transizione per utensili da taglio per lavorazioni meccaniche ad alta velocità per aumentarne il tempo di vita’’ sottolinea la coordinatrice del progetto per ENEA, Antonella Rizzo. In parallelo, con il progetto PON-DITECO (Difetti, danneggiamenti e tecniche di riparazione nei processi produttivi di grandi strutture in composito), l’obiettivo è di realizzare un centro di competenze per attività di ispezione e testing di componenti strutturali in composito, attarverso tecniche di indagine non distruttive basate sulla tecnologia phased array. Come spiega il Coordinatore del progetto Roberto Terzi ‘’l’attenzione è rivolta ai danni ed ai difetti che possono originarsi durante il normale processo produttivo o la vita operativa del velivolo. ENEA operando con metodi di prova definiti dalla normativa vigente nel settore aeronautico contribuirà all’individuazione dell’intervento di repair più idoneo per il recupero delle caratteristiche prestazionali del componente in composito’’. La società napoletana partecipa al progetto SKA: il più grande radiotelescopio mai concepito L’ origine e l’evoluzione dell’Universo e la materia oscura sono alcuni dei fenomeni che lo Square Kilometre Array (SKA), il più grande e sensibile radiotelescopio mai concepito, sonderà con il suo potentissimo sguardo. SKA è un progetto scientifico - industriale globale, che dopo anni di studi, si avvicina alla prototipazione e realizzazione. È uno dei programmi internazionali più ambiziosi e l’Italia partecipa anche grazie allo sforzo tecnico e finanziario di una realtà industriale della Campania, la SAM - Società Aerospaziale Mediterranea, con il contributo determinante di Technapoli, sostenuto dalla Camera di Commercio di Napoli e attraverso il progetto SIHM. Il progetto SKA è guidato dalla SKA Organization, costituita da soggetti di 10 paesi. L’Italia è rappresentata dall’INAF. SAM ha partecipato con successo ad una selezione internazionale e da anni si occupa delle attività progettuali, valorizzando le competenze delle aziende consorziate, in vista delle successive realizzazioni industriali. Partecipa al Dish Consortium per la progettazione e sviluppo di antenne ad alte e medie frequenze, del diametro di 18 metri. La società campana ha inoltre un importante ruolo nella Sezione Strutture, ove è responsabile del design e prototipazione di alcuni componenti elettromeccanici a tecnologia complessa. SKA sarà costituita da 3.000 di queste antenne, distribuite tra le regioni desertiche dell’Africa meridionale e dell’Australia. La fase operativa partirà in Sud Africa, con l’installazione delle prime 130 antenne a partire dalla fine del 2016. Progetti del genere, naturalmente, vedono protagonisti i Governi delle Nazioni coinvolte, vista la portata degli investimenti e delle ricadute industriali. Purtroppo anche in questo caso l’Italia, sia a livello nazionale che regionale, non riesce proporsi come “sistema” e pertanto l’industria italiana soffre un isolamento istituzionale, cui cerca di porre rimedio con investimenti diretti e con la propria capacità tecnologica, riconosciuta a livello internazionale. INFORMAZIONE PROMOZIONALE Speciale AEROSPAZIO - Aziende Eccellenti L’Università di Padova sbarca su Marte Ricerca e formazione di eccellenza nell’aerospazio al Politecnico di Torino Il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale: una realtà di eccellenza italiana I l Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale (DIMEAS) del Politecnico di Torino promuove, coordina e gestisce la ricerca fondamentale e applicata, la formazione, il trasferimento tecnologico e i servizi al territorio, soprattutto nelle aree della meccanica, dell’aerospazio e della bioingegneria. Le attività di ricerca, supportate anche dai laboratori sperimentali, spaziano dall’esplorazione dello spazio, all’ingegneria dei sistemi, ai nuovi materiali, alle micro e nanotecnologie, ai veicoli e velivoli a basso impatto ambientale. I filoni di competenza del DIMEAS si collocano nelle aree della progettazione funzionale e strutturale dei sistemi e dispositivi meccanici, dei sistemi aerospaziali, delle costruzioni aeronautiche, della fluidodinamica, della propulsione e meccanica del volo. Sono oggetto di studio anche l’affidabilità e la sicurezza, l’ottimizzazione strutturale, la diagnostica e prognostica dei sistemi, i materiali innovativi, la bioingegneria. Il DIMEAS organizza e gestisce l’attività di formazione universitaria in campo aerospaziale con un percorso di Laurea, uno di Laurea magistrale, un corso di Dottorato in Ingegneria aerospaziale, un Master di II livello. Fa parte di PEGASUS (rete delle università europee di eccellenza nella formazione aerospaziale) e mantiene rapporti di collaborazione e L’ateneo partecipa da oltre vent’anni a missioni spaziali distinguendosi per affidabilità e innovazione DIMEAS (www.dimeas.polito.it/): Attività sperimentali in galleria del vento. scambio studenti con le migliori università (Europa, USA, CINA, etc) e centri di ricerca aerospaziali (CIRA, ASI, ESA, NASA). Partecipa al programma di mobilità studentesca ERASMUS. Il budget annuo ammonta a 10 M€, per il 90% derivante dalla collaborazione con gli enti istituzionali, quali, la regione Piemonte (Distretto Aerospaziale Piemonte), il MIUR (Cluster Aerospazio), l’Unione Europea (VII FP, Horizon2020, CleanSky), e dall’attività di ricerca conto terzi e ciò dimostra la grande propensione della struttura a collaborare col mondo delle imprese, tra cui, AleniaAermacchi, Avio Aero, Thales Alenia Space, AgustaWestland, per citare le maggiori. Eccellenza Aeronautica all’Università “Kore” di Enna Simulatori di volo per la sicurezza del trasporto aereo L’ Università Kore di Enna ha recentemente inaugurato il nuovo centro per la didattica e la ricerca in ambito aeronautico denominato M.A.R.T.A. - Mediterranean Aeronautics Research & Training Academy. Il Centro si configura come una eccellenza nazionale per ciò che concerne gli studi sullo Human Factor grazie ad un simulatore di volo Full Motion del velivolo CESSNA C-560 XLS e ad un simulatore dell’elicottero EC-135. I due simulatori, acquisiti dall’Università Kore di Enna nell’ambito del progetto RE.S.E.T. finanziato dall’Assessorato Regionale Attività Produttive della regione Sicilia sul PO-FESR 2007/2013 - L.I. 4.1.2.A, consentiranno lo studio del comportamento dei piloti in condizioni di stress e supporteranno le attività di laboratorio del Corso di Laurea in Ingegneria Aerospaziale offerto dalla Kore. Quest’ultimo, oltre ad essere l’unico Corso di laurea triennale a sud di Napoli sarà il primo e l’unico Corso di Europa a poter disporre di simulatori di volo per attività di training e di ricerca sullo Human Factor. Il Corso offerto dalla Kore è inoltre accreditato dall’ENAC per il riconoscimento ai propri studenti dei moduli di conoscenza teorica utili per il conseguimento della Licenza di Manutenzione Aeronautica-LMA. Abbiamo realizzato un campus nel campus - afferma il Pro-Rettore dell’Università, prof. Giovanni Tesoriere - il centro sorge, infatti, all’interno del nuovo polo didattico e scientifico della Facoltà di Ingegneria e Architettura che ha da poco inaugurato l’imponente laboratorio L.E.D.A., specializzato nello studio degli effetti dinamici su strutture a larga scala o causati da carichi sismici. Lo stesso Tesoriere sottolinea come la disponibilità, davvero straordinaria per un Ateneo, dei simulatori di volo sarà funzionale non solo alle attività di ricerca, ma anche alle collaborazioni scientifiche con industrie aeronautiche, compagnie aeree, autorità di controllo, e con tutti i soggetti impegnati nello sviluppo di procedure sicure per la gestione del trasporto aereo. Dicam, Dipartimento di ingegneria civile, ambientale, aerospaziale e dei materiali L’Ateneo punta sulla ricerca, attività formative innovative e collaborazioni internazionali, con particolare attenzione al settore dell’aerospazio C ostituito nel marzo 2012, dopo la confluenza in un’unica struttura dipartimentale di docenti e ricercatori, operanti in alcuni dei precedenti Dipartimenti universitari della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Palermo, il DICAM (Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, Aerospaziale e dei Materiali) nasce e si sviluppa sull’idea di una forte integrazione multidisciplinare tra le competenze in esso presenti. Queste sono in atto determinate dall’afferenza al DICAM di circa 80 docenti e ricercatori e oltre 40 tra assegnisti e dottorandi. Nella mission del Dipartimento un ruolo fondamentale è rappresentato dalle attività didattiche e di ricerca nel settore dell’Aerospazio. Nell’ambito dell’offerta formativa dell’Università degli Studi di Palermo, tali attività si declinano nel Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica con curriculum Aeronautico e nel Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Aerospaziale, ininterrottamente attivo fin dal 1960 ed unico (localizzato) nella Regione Sicilia. Gli interessi scientifici del DICAM che presentano ricaduta diretta nel settore Aerospaziale riguardano ricerche nei settori delle costruzioni aeronautiche e spaziali, della fluidodinamica e della propulsione, della caratterizzazione e protezione dei materiali sia metallici che compositi. Particolarmente attivo nel Dipartimento è il gruppo di ricerca di Costruzioni e Strutture Aerospaziali - coordinato dal prof. Alberto Milazzo - le cui ricerche si svolgono nell’ambito della formulazione e dello sviluppo di metodi e modelli per l’analisi e la progettazione di strutture aerospaziali. Le attività svolte rientrano nell’ambito degli studi volti ad incrementare l’efficienza e la sicurezza degli aeromobili attraverso la realizzazione di strutture più leggere e performanti, tipicamente realizzate in materiale composito, e l’utilizzo di sistemi strutturali multifunzionali. Ampio il contributo fornito dai ricercatori del gruppo nel settore delle smart structures, cioè di sistemi ottenuti dall’integrazione di Vista del campus in cui ha sede il DICAM elementi strutturali e di elementi di controllo con i quali è possibile realizzare l’adattamento della struttura alle condizioni operative o monitorare la stessa in tempo reale al fine di verificarne l’integrità, e quindi la sicurezza, attraverso il cosiddetto Structural Health Monitoring. Diverse le tipologie di materiali multifunzionali (piezoelettrici, magneto-elettro-elastici e magnetostrittivi) utilizzati per la realizzazione di componenti strutturali sensorizzati sui quali vengono condotte ricerche presso il DICAM al fine di predisporre strumenti avanzati di simulazione e progettazione. Sempre con riferimento alle capacità di resistenza delle strutture e considerata l’importanza della previsione dei fenomeni di generazione e propagazione del danneggiamento nei materiali, il gruppo ha proposto e sta sviluppando modelli multiscala avanzati per la valutazione delle proprietà meccaniche di materiali danneggiati, per l’evoluzione del danneggiamento e per la simulazione di materiali bio-ispirati di nuova generazione. Infine, tra le attività più recenti quelle, oggetto di ulteriori sviluppi in corso, che hanno portato alla realizzazione di un software dedicato all’analisi post-critica di pannelli irrigiditi multistrato in materiale composito (vedi foto), con capacità di modellare la presenza di danneggiamenti e quindi di valutare la resistenza residua della struttura. Qualità e dinamicità di questa realtà universitaria si riconoscono Software sviluppato presso infine dalle numerose collaborazioni del gruppo con prestigiose il DICAM: simulazioni del istituzioni di ricerca internazionacomportamento strutturale li, tra le quali il Department of Aedi pannelli multistrato in ronautics dell’Imperial College di materiale composito e Londra e la McCormick School of modelli multiscala Engineering della Northwestern University di Chicago, nonché dalle cooperazioni su specifici progetti con industrie e società del settore aerospaziale. È l’affidabilità il requisito principale del Cisas “G. Colombo” dell’Università di Padova, che da oltre due decenni partecipa a gare internazionali per programmi di esplorazione del sistema solare: missione Nasa/Esa “Cassini Huygens”, missioni Esa MarsExpress e VenusExpress, Rosetta, BepiColombo, Solar Orbiter, Juice ed Exomars. Marte suscita sempre un enorme fascino: dopo anni di missioni di vario genere, tra il 2030 e il 2040 toccherà agli astronauti calcare il pianeta. Assumono quindi la massima rilevanza le due fasi di ExoMars, programma congiunto Esa-Roscomos: ExoMars 2016 con orbiter e modulo di atterraggio “Schiaparelli” per dimostrazione tecnologica e attività scientifiche; ExoMars 2018 con orbiter più rover per la ricerca di tracce di vita e la validazione tecnologica dei sistemi di navigazione, di mobilità superficiale e di accesso al sottosuolo. Per la prima volta un lander tutto europeo e italiano atterrerà su Marte a ottobre 2016 e analizzerà l’ambiente nella stagione delle tempeste di sabbia. Il team del professor Stefano Debei, insieme a quello di Francesca Esposito di Inaf-Oac di Napoli, si è aggiudicato cinque anni fa la gara Esa per la realizzazione della strumentazione Dreams. L’esperimento, finalizzato a caratterizzare i parametri atmosferici al suolo (pressione, umidità relativa, temperatura, velocità del vento, opacità dell’atmosfera e sue proprietà elettriche, in un ambiente va- riabile da -110 a 20 gradi), è controllato autonomamente da elettronica sofisticata che pilota tutte le misurazioni, prima di inviarle a terra. Dreams è il frutto di una sinergia tra mondo accademico, della ricerca e Pmi, che ha reso possibile il completamento del progetto spaziale in tempi assai contenuti: kickoff a luglio 2011 e consegna del modello da volo ad aprile 2015. Una sfida tecnologica in cui il contributo fondamentale dell’Asi dà all’Italia un ruolo da protagonista. L’Università di Padova eccelle a livello mondiale anche nell’innovazione, attraverso il gruppo di ricerca sulla Propulsione Aerospaziale del professor Daniele Pavarin, che sviluppa da quasi dieci anni due tecnologie, una nel settore della propulsione orbitale e l’altra sulla propulsione ibrida. La prima verte sui motori elettromagnetici Helicon, che, grazie alla loro struttura, consentono sia una drastica riduzione dei costi di sviluppo, sia presta- zioni propulsive di alto livello anche su piccoli satelliti. Questa tecnologia, in collaborazione con Thales Alenia Space, apre orizzonti nuovi: i piccoli satelliti, oggi incapaci di muoversi nello spazio, potranno riconfigurare l’orbita sulla base delle esigenze della missione. La seconda tecnologia riguarda il settore dell’accesso allo spazio, nel quale l’Università di Padova risulta tra le poche al mondo dotate di laboratori in grado di sviluppare motori con spinta di alcune tonnellate. Insieme a un team europeo di 13 partner da 7 Paesi, guidato da Airbus-Ds, il gruppo è ora impegnato nel progetto H2020 Hyprogeo, che si pone l’obiettivo di motori ibridi innovativi per la collocazione di satelliti in orbita. Le sinergie sono importanti non solo in Europa, ma anche con aziende del territorio, perché la ricerca aerospaziale ha ricadute in campi diversi. Uno degli esempi più recenti della propensione all’interazione del personale aerospaziale di Padova, in particolare del professor Ugo Galvanetto, consiste nel progetto europeo Motorist che coinvolge - fra gli altri - l’Università di Firenze e l’azienda veneta Dainese. Due studenti di dottorato dell’ateneo patavino svilupperanno attrezzature di protezione personale per motociclisti. Oltre alle usuali competenze di tipo meccanico-strutturale, la ricerca comporta una componente di biomeccanica e prende avvio dalle conoscenze maturate (presso altri membri del network) sulla ricostruzione degli incidenti. I due dottorandi lavoreranno a modelli numerici in cui gli elementi protettivi saranno accoppiati con la parte relativa del corpo umano, contribuendo così a nuovi prodotti e metodologie di test da introdurre nelle normative standard internazionali. Modello da volo di DREAMS Sensori ambientali di DREAMS durante i test di Vibrazione Ingegneria Aerospaziale, polo internazionale Una crescita continua nella formazione e nella ricerca scientifica all’Università di Roma La Sapienza L’ area di Ingegneria aerospaziale dell’Università di Roma La Sapienza è un’eccellenza internazionale nella ricerca scientifica e nella formazione. La certificazione arriva dall’autorevole agenzia di rating Thomson Reuters, che ha classificato l’ateneo romano al terzo posto mondiale tra gli enti accademici. Si tratta di un risultato straordinario per tutto il Dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale, che si distingue da anni nelle lauree di primo e secondo livello, nei master professionali, nei corsi di dottorato di ricerca e anche in una dimensione di innovazione, dal deposito brevetti alle spin off companies. “Per la Thomson Reuters siamo la terza più influente istituzione accademica del mondo nell’ambito dell’aerospazio conferma il professor Paolo Gaudenzi, coordinatore del dottorato in Ingegneria Aeronautica e Spaziale alla Sapienza - e siamo l’unica università europea nei primi dieci posti. Teniamo molto a questo riconoscimento, basato sulla frequenza delle citazioni degli articoli scientifici provenienti dalla nostra comunità accademica”. Tra le attività di ricerca scientifica, le principali aree di interesse del Dipartimento nel settore aerospaziale riguardano la fluidodinamica e l’aerodinamica, la meccanica del volo aeronautico e spaziale, le costruzioni e strutture aerospaziali, la propulsione aerospaziale, gli impianti e i sistemi aerospaziali e anche le missioni scientifiche di esplorazione spaziale. “Mi piace sottolineare - continua Gaudenzi - la forte capacità teorico-modellistica dei docenti, ma pure lo sviluppo delle discipline di natura sistemistica e dei laboratori come la galleria del vento o quello di costruzioni di strutture in materiale composito. Inoltre, le telecomunicazioni spaziali, l’osservazione ottica e radar della Terra e, sul lato aeronautico, il controllo del traffico aereo”. L’offerta formativa della Sapienza nel settore aerospaziale si articola in un corso di studio triennale in Ingegneria aerospaziale e in due corsi magistrali in Ingegneria aeronautica e Ingegneria spaziale e astronautica, poi in tre master in Gestione Studenti di Ingegneria aerospaziale in una della aule della Facoltà di Ingegneria civile e industriale (foto dell’Archivio fotografico dell’Ufficio stampa e comunicazione della Sapienza) Gli studenti di Ingegneria aerospaziale con Charles Bolden, Amministratore Generale della NASA dell’aviazione civile, Satelliti e piattaforme orbitanti, Sistemi di trasporto spaziale e nel dottorato di ricerca in Ingegneria aeronautica e spaziale. “Seguiamo il percorso italiano di laurea 3+2 - dice il professor Guido De Matteis, presidente del consiglio d’area didattica di Ingegneria Aerospaziale - e abbiamo un numero programmato alla triennale con un limite di 250 iscritti al primo anno e circa 150 nelle due lauree magistrali. Complessivamente abbiamo più di 1.300 iscritti nei tre corsi”. “Siamo molto attenti all’ampiezza dell’offerta formativa - precisa De Matteis - e alla qualità di docenti e studenti. Nel settore aerospaziale l’Università La Sapienza ha una lunga tradizione dal 1926, quando fu creata una scuola di specializzazione che si chiamava Scuola di Ingegneria Aeronautica, seguita nel 1980 dall’apertura del corso di laurea quinquennale in Ingegneria aeronautica, fino ai nostri giorni”. “I master si svolgono in stretta collaborazione con le aziende spaziali e aeronautiche - sottolinea il professor Fausto Gamma, direttore del master in Gestione dell’aviazione civile - e con le agenzie pubbliche che sovrintendono ai diversi settori. Forniscono una formazione professionalizzante, attraverso stage all’interno delle aziende e temi che vanno al di là delle scienze ingegneristiche offerte nel quadro delle lauree”. L’apertura alle collaborazioni è un altro valore aggiunto della Sapienza. “Abbiamo un doppio titolo con l’Università Isae-Supaero di Tolosa, la più prestigiosa scuola aerospaziale francese - spiegano De Matteis e Gaudenzi - e facciamo parte del consorzio europeo Pegasus con i maggiori atenei francesi, inglesi, tedeschi, spagnoli che si occupano di aerospazio. Tutto ciò rientra nell’attenzione che poniamo all’internazionalizzazione: molti corsi nelle lauree magistrali sono in lingua inglese e ci accingiamo a vararne uno interamente in inglese”. Ottimi, quindi, gli sbocchi professionali in un mercato del lavoro che diventa sempre più internazionale, perché le grandi industrie aerospaziali sono globali.