T reno del Barocco - Ferrovie dello Stato Italiane
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T reno del Barocco - Ferrovie dello Stato Italiane
La linea si sviluppa per 264 km tra Siracusa e Canicattì con pendenze fino al 25 per mille e velocità massima di 90 km/h in alcuni tratti, con raggio di curvatura di 300 m. La linea conta 21 stazioni e 2 fermate abilitate al servizio viaggiatori e 7 posti di movimento. Vi circolano le automotrici diesel ALn 501/502 Minuetto, ALn 668 serie 1000, 3000, 3100 e 1600 (queste ultime solo in convogli storici) per i servizi passeggeri e le locomotive D443/445 (tranne nel tratto tra Campobello Ravanusa e Licata), D343/345 per i servizi merci. Il materiale rotabile ordinario (locomotive diesel e carrozze) viene solo utilizzato per l’effettuazione di treni d’epoca e turistici. in collaborazione con Treno del Barocco 2ante esterno bis.indd 1 Treno del Barocco Caratteristiche e mezzi di trazione La linea Siracusa - Ragusa - Gela - Canicattì Treno del Val di Noto in composizione con locomotive diesel D443 e carrozze “centoporte” Siracusa Noto Scicli Ragusa Modica Siracusa 28/09/2010 16.53.14 La linea Siracusa - Ragusa - Gela - Canicattì La storia e il tracciato I primi progetti di questa linea riguardarono, poco dopo l’Unità d’Italia, il tratto Canicattì - Licata, considerato come tratto terminale della linea proveniente da Catania via Caltanissetta. Questa priorità si deve alla presenza di numerose attività estrattive di zolfo ed altri minerali nelle zone attraversate, come le miniere di Villarosa e della zona vicino alla stazione di Imera, che necessitavano di un porto per l’imbarco: il più vicino era appunto quello di Licata. L’inaugurazione di questo primo tratto avvenne il 23 maggio 1880 tra Canicattì e Favarotta ed il 24 febbraio 1881 tra Favarotta e Licata. Più travagliata fu invece la realizzazione del lungo tratto tra Licata e Siracusa; passarono vari anni, tra comitati promotori e dispute sul percorso (in particolare nella zona di Modica e Ragusa, che presentava le asperità maggiori) finché iniziarono i lavori ed il 5 aprile 1886 si potè inaugurare il primo tratto tra Siracusa e Noto. Successivamente furono attivate le altre tratte ed il 18 giugno 1893 con l’inaugurazione del tratto Comiso - Modica la linea venne completata. Il percorso è rimasto invariato da allora: da segnalare solo cambiamenti di nome di alcune stazioni: Spaccaforno è divenuta Ispica, Ragusa Inferiore è divenuta Ragusa Ibla e Ragusa Superiore semplicemente Ragusa, Biscari fu rinominata Acate ed infine Terranova di Sicilia tornò all’antico nome di Gela. Poco dopo la partenza da Siracusa, si percorre la piana del fiume Anapo, varcandolo poco prima del Ciane, attraversando quindi una vasta pianura coltivata, delimitata a destra dal ciglione dei monti Iblei. Si abbandona la costa ed il terreno si fa ondulato, iniziando una lenta salita: subito prima di giungere a Noto si può osservare a sinistra il binario abbandonato della dismessa ferrovia per Pachino, cessata il 31 dicembre 1985. Iniziano qui le caratteristiche colture di carrubo. Dopo avere raggiunto nuovamente il mare a Pozzallo si continua per qualche chilometro, prima di attaccare la lunga salita che attraverso la valle del torrente Modica, passando sotto un altissimo viadotto stradale, porta all’omonima città sede fino a qualche tempo fa di un importante Deposito Locomotive. Subito dopo la partenza da Modica, si percorre una galleria, allo sbocco della quale ci si trova nella valle del fiume Irminio. Il treno affronta qui una fortissima salita. Notevole è il panorama della vallata che si gode a sinistra, prima di attraversare lo stesso fiume con un ponte in ferro. Dopo la stazione di Ragusa Ibla, la rampa elicodiale parzialmente in galleria, di raggio pari a 300 metri e pendenza costante del 25 per mille fu realizzata per superare il dislivello di circa 170 metri tra la stazione di Ragusa Ibla e il pianoro su cui sorge la stazione principale di Ragusa. E’ un’opera unica nel suo genere in tutta la rete ferroviaria italiana ed ispirata alle analoghe realizzazioni sulla linea svizzera del Gottardo. Ad impreziosirne il valore tecnico, gli splendidi scorci di cui il passeggero può godere, vera e propria vetrina espositiva del patrimonio architettonico della città. L’elicoidale inoltre risale una collina di grande rilevanza per l’archeologia iblea, luogo del rinvenimento di Treno del Barocco 2ante interno.indd 1 numerosi ed importanti complessi tombali, i cui scavi furono avviati dall’archeologo Paolo Orsi a seguito di ritrovamenti fortuiti occorsi proprio durante i lavori per la costruzione della ferrovia. Dalla stazione di Ragusa partiva una linea a scartamento ridotto che, gestita dalla SAFS, garantiva il collegamento con Vizzini Campagna e, attraverso la necropoli di Pantalica, con Siracusa. Tale linea fu dismessa il 30 giugno 1956. La linea per Canicattì continua su di un altopiano caratterizzato dai numerosissimi muretti a secco che dividono le proprietà; dopo essere passati per il Deposito Locomotive di Modica ai tempi del vapore Comiso si raggiunge la stazione di Vittoria. Si riguadagna la vista del mare poco prima di Gela, ma si rimane impressionati dagli impianti del Petrolchimico, che poco dopo si costeggiano, nel tratto dove da destra confluisce la linea proveniente da Catania via Caltagirone. La nuova stazione di Gela fu ricostruita a distanza di alcuni chilometri dalla precedente nel 1977. Dopo Gela ci si allontana verso l’interno tra aride colline, ma da Falconara i tratti in prossimità della costa del Mar d’Africa sono molto frequenti, fino a Licata. Oltrepassata una breve pianura comincia una tortuosa e forte salita, tra alcune gallerie in un paesaggio di brulle ondulazioni, che fino a qualche decennio fa ospitavano molte zolfare. Dalla stazione di Campobello - Ravanusa si attraversa un altopiano, che con un tracciato meno difficile porta fino a Canicattì. I mezzi in servizio nei primi decenni erano appena sufficienti, a causa della scarsa potenza, a vincere le forti pendenze della linea: accadeva che i treni in partenza da Modica verso Ragusa erano costretti ad indietreggiare di qualche centinaio di metri per ripassare da Modica in “velocità” ed oltrepassare la galleria in salita che iniziava all’uscita di questa stazione.Tale situazione si risolse negli anni ’20, quando le locomotive Gr. 740 apportarono un notevole miglioramento nell’esercizio. Da ricordare l’istituzione di una carrozza in servizio diretto Vittoria - Siracusa - Roma a partire dal automotrici ALn668.1600 a Ragusa Ibla nel maggio 1997 1924: questo servizio (accorciato dal 1979 alla tratta Ragusa - Roma) è stato modificato per alcuni anni, con una carrozza (in alta stagione anche a cuccette) che percorreva l’itinerario Ragusa - Vittoria - Gela - Caltagirone - Catania ed oggi totalmente soppresso. La trazione diesel arrivò su questa linea, come sulle altre linee siciliane a scartamento ordinario, nella seconda metà degli anni Trenta, con le littorine Fiat ALn 56. Quando nel luglio 1943 gli alleati sbarcarono proprio nelle zone servite da questa ferrovia i loro comandanti si servirono anche delle littorine abbandonate dagli italiani in ritirata per collegare le zone di operazione. La fine del vapore fu qui ritardata di qualche anno rispetto alle altre linee siciliane: infatti l’ultima locomotiva efficiente in Sicilia, la 740.244 proveniva dal deposito di Modica, dove ha prestato servizio regolare fino ad oltre la metà degli anni ’70. Una notevole influenza sul traffico merci ha esercitato l’insediamento del Petrolchimico di Gela: tuttavia dal 1979, con l’apertura della linea Caltagirone - Gela i lunghi convogli al traino di doppie trazioni di locomotive diesel D443 percorrono quest’ultima, che consente di abbreviare il tragitto. 28/09/2010 14.15.34