La figura dell`economo generale - Economi Generali e Provinciali
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La figura dell`economo generale - Economi Generali e Provinciali
LA FIGURA DELL’ECONOMO GENERALE NELL’ISTITUTO RELIGIOSO: RUOLO E RESPONSABILITÀ Relatore: P. Edmund Nantes, OP - La missione e l’economia. Il fatto d’avere una dichiarazione della missione “mission statement” aiuta le imprese (queste hanno capito la sua importanza) a concentrare tutte le loro risorse, umane e materiali, su un singolo obiettivo predominante. La missione delinea ciò che è necessario, e ciò che non lo è, plasma la loro struttura d’amministrazione, il loro modo di fare le cose, il loro atteggiamento nei confronti delle finanze, la loro cultura aziendale in generale. - L’Istituto religioso e la missione. L’Istituto religioso è nato dal senso di missione. Questa missione è quella stessa missione affidata da Cristo alla sua Chiesa, ma che si è definita chiaramente con il carisma d’ogni Istituto e con il modo in cui questo risponde ai bisogni particolari del momento e del luogo. Lo Spirito ha innalzato gli uomini e le donne, i nostri fondatori, così che essi compissero questa missione. Se vogliamo compiere questa missione, dovremmo farlo nel modo in cui Cristo stesso l’ha compiuta, e nel modo in cui Egli desidera che noi la compiamo. - Gesù ed il denaro. Gesù sembra rilanciare l’importanza del denaro in missione. “E durante il viaggio… non prendete né oro, né argento, né moneta, nelle vostre cinture: né bisaccia da viaggio; né due tuniche, né calzari, né bastoni” (Mt. 10, 7-10). Ma com’è allora che Gesù aveva uno che “teneva i cordoni della borsa”, proprio nella persona di Giuda Iscariote? (…) In ogni modo, con poco denaro, o addirittura senza nemmeno un soldo – e malgrado Giuda Iscariota - la missione fu compiuta! È forse questo, uno dei motivi per i quali il ruolo d’economo generale è spesso sottovalutato nella vita consacrata. - La Provvidenza e l’economo generale. Quando Gesù ha dato gli ordini speciali ai suoi discepoli in Matteo 10,9, ha detto loro non soltanto quello che non dovevano portare, ma anche quello che dovevano fare: lavorare! “L’operaio ha diritto al suo nutrimento”. La piena fiducia nella provvidenza divina si accompagna a molto lavoro aziendale e personale. Oltre al nostro lavoro aziendale e personale, uno dei modi di collaborare con la provvidenza è di scegliere bene la persona che ricoprirà la carica dell’economo generale. Egli è uno strumento speciale della Provvidenza di Dio per l’Istituto religioso. Alla richiesta di suggerimenti per questa relazione, il gestore di fondi dello IOR ha risposto: “Dica loro che non è tanto la scelta della banca, dei titoli, neppure del gestore di fondi che è la questione cruciale per le congregazioni, ma la scelta dell’economo generale”. (…) Senza le informazione necessarie, la formazione e la capacità, nonché il sostegno del personale necessario, il religioso scelto per diventare economo generale potrebbe rovinare la sua vita religiosa stessa, oppure il suo Istituto religioso, o potrebbe finire per guastare l’uno e l’altra!. - Fattori variabili nel determinare il ruolo dell’economo generale: Sono molti i fattori che determinano i ruoli degli economi generali. Per esempio: (1) il tipo de governo, (2) il periodo de sviluppo, (3) la presenza geografica [dell’Istituto]: è locale? nazionale? globale?,(4) il contesto economico: dove è presente in maniera predominante?, (5) quanti membri ci sono? l’età?, (6) la qualità e la quantità dei beni dell’istituto religioso, (7) il carisma o la presenza istituzionale: l’opera principale? Per non dilungarsi troppo, il relatore sviluppa soltanto i primi due punti, per illustrare eventuali determinanti del ruolo d’economo generale. 1. Tipo de governo. Gli Istituti religiosi si collocano fra due poli estremi: da una parte, c’è un governo molto centralizzato, in cui tutte le grandi decisione e nomine derivano dalla curia generale; dall’altra parte, c’è la struttura molto decentrata, in cui tutte le grandi decisione e nomine sono fatte a livello locale, o almeno a livello provinciale. Da questi due poli, abbiamo le finanze centralizzate e decentrate. 2. Periodo de sviluppo. Come qualsiasi organizzazione, un Istituto religioso attraversa vari periodi di sviluppo, cioè: a) origine, crescita e sviluppo, b) stabilità, c) declino o decadenza, d) morte. All’inizio, c’è un gran senso di missione e, in genere, scarsità di fondi. Seguire, in modo radicale, l’ideale evangelico ispira il fondatore a lanciare la missione nonostante o con le poche probabilità di successo. Poi si attraversa un periodo di stabilità, quando la missione e l’economia diventano una coppia più o meno perfetta. In questo periodo, l’Istituto religioso raggiunge un livello di maturità che si rivela nella saggezza delle sue leggi, della sua giurisprudenza e delle sue tradizioni. Quando le risorse economiche superano di molto il senso della missione e delle sue necessità, la decadenza sarà dietro l’angolo, se l’Istituto non sarà pronto a cogliere l’occasione d’essere generoso e di rinnovare il suo senso di missione. Senza un rinnovo o un processo radicale di riforma, un Istituto può dover affrontare la propria morte. - La responsabilità dell’economo generale Sono enumerate nei nostri rispettivi statuti o nelle nostre rispettive direttive. - La nuova figura dell’economo generale: Non è facile parlare della nuova figura dell’economo generale, perché quello che sembra nuovo ad alcuni, è già vecchio per altri; quello che qualche Istituto ha già messo in pratica è, per altri, ancora un sogno da realizzare. In ogni casso, le esigenze che la nuova situazione economica riversa sugli economi non sono poche e la sfida e le aspettative sono enormi. 1. L’economo generale come membro della squadra. La nuova figura dell’economo generale fa pensare, non ad una persona singola, ma ad un ufficio, una squadra, composta da esperti religiosi e laici, che si coordina regolarmente con il consiglio generale e, di tanto in tanto, interagisce con i corrispondenti e i collaboratori professionisti esterni all’ambiente dell’Istituto religioso. (…) I suggerimenti del suo consiglio economico, l’interazione con i tesorieri delle province e delle regioni, i consigli di consulenti laici sono indispensabili nella vita dell’economo generale, affinché egli amministri le finanze dell’Istituto nel modo migliore possibile, e per i fini ai quali i fondi sono destinati. 2. L’economo generale economista alternativo. L’economo generale non solo deve fare in modo che la missione dell’Istituto religioso prosegua senza ostacoli, ma guarda anche che i mezzi per sostenere la missione non contravvengono al magistero sociale cattolico, o ad altre norme etiche. (…) Le questioni della responsabilità sociale, della solidarietà con i poveri, della prospettiva evangelica dell’amministrazione, (…), devono trovare un’espressione concreta nell’investimento socialmente conscio e guidato dalla fede, nell’acquisto di prodotti dalle organizzazioni di commercio equo e solidale, negli stipendi giusti per i nostri impiegati, … eccetera. 3. L’economo generale come studente permanente. Se vuole perdurare, l’Istituto religioso deve essere un’organizzazione che apprende. Non si può saper tutto, sempre, e tutto insieme. C’è sempre qualcosa da imparare, e qualcosa da migliorare. (…) Questi (l’Istituto / l’economo) deve aggiornarsi regolarmente sulle nuove leggi che governano il patrimonio, le assicurazioni, la sanità, le pensioni, gli Istituti religiosi e di istruzione, gli impiegati, il fisco, ecc. La giustizia sociale continua a sollevare questione importanti che toccano l’amministrazione dei beni dell’Istituto. La partecipazione ad incontri come questo è molto utile per renderci coscienti di tali questioni. 4. L’econome generale come realista evangelico. Non c’è niente di più concreto o reale quanto il denaro. La vita consacrata trova sua espressione concreta nel modo in cui gestiamo le nostre finanze. (…) Al livello dell’Istituto, l’economo generale, insieme al consiglio generale, può indicare modi innovativi di mettere in pratica il voto della povertà. Per esempio: utilizzare le risorse istituzionali per influenzare la politica pubblica; esprimere solidarietà verso organismi popolari che promuovono le norme di commercio equo e solidale e lo sviluppo sostenibile; il rispetto de la creazione di Dio; partecipare alla trasformazione del mondo avvalendosi di gruppi di pressione; partecipare al mondo del lavoro; interessarsi alle condizioni dei manovali, ecc. - Smitizzare il ruolo dell’economo generale. Contrariamente alle credenze popolari, l’economo generale non è il membro più potente dell’Istituto religioso. Il denaro nelle mani dell’economo non è di sua proprietà. Egli ne è soltanto l’amministratore, il guardiano. L’economo generale non può fare miracoli. Non può tirare fuori milioni da un cestino quasi vuoto. (Contribuzione di tutti alla cassa comune). L’economo è anche soggetto alla fatica, alla debolezza, alla noia e alla solitudine. Se per noi è importante l’uovo d’oro, dovrebbe essere ancora più importante la gallina che lo cova. Appariranno sempre nuove situazioni, nuove realtà economiche, ma, in fin dei conti, vi è necessità di persone che pianifichino e proseguano lungo una linea d’azione. L’economo generale ha un ruolo importante in questo campo, ma egli è soltanto una voce nel coro. Spero fortemente che ci potenzianno a vicenda, così che, insieme a tutti i Superiori generali e i tesorieri generali, e a tutte le nostre risorse umane e materiali, potremmo fare la differenza. Nel frattempo… il mondo va avanti…