Bodiniana - Adda Editore

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Bodiniana - Adda Editore
BODINIANA
Collana diretta da A. Lucio Giannone
Besa, Nardò (Le).
Prosegue con profitto e si rafforza un indirizzo di studi, tra critica letteraria e storiografica, volto alla
riscoperta e alla valorizzazione di momenti e figure centrali della cultura locale, protagonisti di primo piano nei
diversi campi artistici, ingiustamente dimenticati o trascurati dall’intellettualità italiana. Testimone di questo
percorso critico-ricostruttivo, Antonio Lucio Giannone, ordinario di Letteratura italiana contemporanea presso
l’Università di Lecce, è il curatore per l’editore Besa di Nardò di un volume che raccoglie, per la prima volta in
veste unitaria, alcune prose disperse di Vittorio Bodini (Bari 1914 - Roma 1970). Con questo libro si inaugura una
collana interamente dedicata all’intellettuale pugliese, la ‘Bodiniana’, che nelle intenzioni dell’editore e del
curatore dovrebbe produrre con regolarità inediti o testi che nella ricezione delle opere del poeta rimangono a
tutt’oggi marginali e poco noti.
Con Barocco del Sud Giannone ha voluto recuperare e riordinare una serie di scritti, composti per lo più tra il
1950 e il 1952, pubblicati su periodici locali come «Cronache salentine», «Meridione» e «Voce del Sud», ma anche
sulle pagine di celebri riviste del tempo a diffusione nazionale come l’«Omnibus» di Longanesi e «Il Mondo» di
Pannunzio. Si tratta di prose varie, tra reportages giornalistici, micro-inchieste antropologiche e brani narrativi,
d’invenzione, che rischiavano di rimanere misconosciuti sia dal pubblico che dalla critica. Inoltre, come sottolinea
Giannone nell’introduzione al volume (pp. 7-19), questa pubblicazione è un’occasione preziosa per apprezzare e
riflettere nello specifico sulle qualità meno ‘vulgate’ del Bodini-narratore. Il volume si divide in due parti: la prima
raccoglie racconti brevi dai quali emerge la vena creativa dello scrittore, caratterizzata da un’ironia mai
scomposta, ma umana o dolente, con increspature tra il grottesco e il comico-caricaturale nei dialoghi o nel
monologo interiore (Il gobbo Rosario, La morte fatta in casa, Il cugino delle maledizioni, Il giro delle mura, I semi di
barbabietole). La seconda parte comprende scritti di vario genere, dal reportage alla prosa rievocativa, dall’inchiesta di
taglio più spiccatamente cronachistico a sondaggi antropologici, dal brano memorialistico alla corrispondenza
giornalistica. Ma, a ben vedere, tutte le prose di Barocco del Sud, tra documento e frutto di invenzione, resoconto
neutro e fantasia immaginativa ‘barocca’, sono rivolte allo scandaglio della cultura, dell’identità antropologica del
Salento, e alla difficoltosa definizione del rapporto tra il Bodini-uomo, prima che intellettuale, e la sua terra
d’adozione. È questo il primo punto sul quale conviene interpellare A. Lucio Giannone.
Moliterni: È noto il rapporto tutt’altro che lineare che Bodini ha intrattenuto, nel corso della sua esistenza e
della sua attività intellettuale, con il Salento. Ci potrebbe descrivere le fasi e i risvolti più significativi di questo
aspetto della sua biografia, anche alla luce delle prose di Barocco del Sud?
Giannone: Il rapporto di Bodini con il Salento non è stato mai facile, idilliaco, ma è stato caratterizzato, fin
dagli anni giovanili, da un sentimento ambivalente di odio-amore. Fino a un certo periodo anzi lo scrittore
manifestò apertamente insofferenza e incomprensione per la sua terra e per la sua città, da cui preferì vivere
lontano. Si può dire che il Sud venne da lui ‘riscoperto’ soltanto dopo la permanenza in Spagna, dove si trattenne
dal novembre del 1946 all’aprile del ’49. Infatti al suo ritorno egli mise la propria terra al centro dei suoi interessi
e della sua immaginazione, come testimoniano le poesie della Luna dei Borboni e i racconti e le prose raccolti in
questo volume. Non a caso Bodini deve essere considerato, a mio avviso, il massimo interprete della civiltà
salentina, che ebbe il merito di inserire in una ‘geografia’ letteraria nazionale.
Moliterni: Ha accennato alla ‘scoperta’ bodiniana della Spagna. Prima di questo volume sappiamo che lei ha
curato la raccolta di Bodini, Corriere spagnolo (Manni, Lecce 1987), nella quale l’immersione nella cultura e nel
folclore iberico è tratto costante, comune a certe prose raccolte in Barocco del Sud. Si può ipotizzare una circolarità
tra i due momenti?
Giannone: Certamente. La scoperta della Spagna per Bodini ha avuto un’importanza fondamentale, perché,
come ho già detto, gli ha permesso di ‘riappropriarsi’ della sua terra. Nei suoi reportages Bodini cercò di penetrare
nella realtà profonda di quella nazione alla scoperta della sua dimensione invisibile e sconosciuta, partendo
proprio dalle manifestazioni più folcloristiche come il flamenco, la corrida, i combattimenti dei galli, eccetera. In
tal modo egli si accorse delle profonde affinità che legavano il popolo spagnolo a quello salentino e ‘trovò’ in
quel paese il ‘suo’ Sud, come egli stesso scrisse in una poesia intitolata Omaggio a Góngora. Da quel momento, non
a caso, ha inizio anche la sua stagione poetica più alta e feconda.
Moliterni: Siamo giunti al Sud ‘riletto’ in queste prose di recente pubblicazione. Ci descrive in sintesi
l’immagine che ne traspare?
Giannone: Il Sud, in questo libro, ha diverse valenze, che poi si fondono e confluiscono tutte nella poesia
bodiniana, conferendole quello spessore che le è unanimemente riconosciuto. Intanto il Sud è metafora
esistenziale, come si nota soprattutto in Barocco del Sud, il brano che dà il titolo alla raccolta, e in Pitagora è uno delle
nostre parti. Nella prima prosa il Salento è interpretato attraverso la chiave di lettura del barocco, visto come
condizione dello spirito in cui si riflette un disperato senso del vuoto. Ma il Sud, per Bodini, è anche dato reale,
concreto, come dimostrano i reportages sull’occupazione delle terre dell’Arneo, dove emerge il suo generoso
impegno etico-civile. Poi, ancora, è ricerca dell’identità antropologica del Salento, attraverso l’osservazione della
mentalità e dei costumi. E infine è anche dato memoriale, pretesto per la rievocazione gustosa e divertita di
ambienti e personaggi.
Moliterni: Vorrei perlomeno sfiorare con lei un punto delicato, quello delle vicende della fortuna editoriale e
della ricezione critica di Bodini all’interno della cultura italiana.
Giannone: Bodini è considerato ancora oggi, in campo nazionale, soprattutto un grande ispanista e un
eccellente traduttore. Le sue traduzioni del teatro di Lorca, del Don Chisciotte di Cervantes e dei poeti surrealisti
spagnoli sono ritenute esemplari e ristampate in continuazione dall’editore Einaudi. Questo aspetto ha messo
forse un po’ in ombra la sua produzione poetica che pure, come è noto, venne pubblicata nel 1982 in una collana
popolarissima, gli Oscar Mondadori, in un volume a cura di Oreste Macrì, da tempo esaurito ma poi ristampato
dalle Edizioni Besa. Ma quasi del tutto sconosciuta è la sua produzione narrativa e critica, dispersa ancora, in
massima parte, su giornali e riviste. Questa particolare situazione editoriale ha influito sicuramente sulla scarsa
fortuna di Bodini, il cui nome è quasi sempre assente nelle storie letterarie, nelle antologie, nei manuali scolastici,
con la conseguenza che lo scrittore purtroppo è poco noto anche da noi, nelle scuole e tra i lettori comuni.
Moliterni: Colpisce, di quest’ultima pubblicazione, la vastità degli interessi oltre che la varietà dei registri
adoperati da Bodini per le sue prose. È l’occasione, ci pare, per iniziare a delineare un nuovo profilo della sua
opera e della sua attività intellettuale.
Giannone: In effetti Bodini si può considerare uno scrittore completo, l’unico, forse, che possa vantare la
Puglia: non solo poeta, tra i maggiori, a mio avviso, del Novecento, ma anche narratore, prosatore, critico,
letterario e d’arte, organizzatore culturale. E in fondo la finalità principale di questa collana interamente dedicata
a lui è proprio quella di mostrare l’ampiezza dei suoi interessi, che si collocano sempre in un quadro di riferimenti
nazionali ed europei. Sono sicuro che via via che usciranno i vari volumi, si avrà un’altra immagine di Bodini, più
rispondente al vero. A questo proposito, devo aggiungere che uno strumento indispensabile per lo studio dello
scrittore è costituito dal suo Archivio, che è conservato presso la Biblioteca Interfacoltà dell’Università di Lecce.
Moliterni: Quali sono, per concludere, le prossime uscite previste nella collana ‘Bodiniana’?
Giannone: Il secondo titolo è un volume che raccoglierà le prose di critica e di poetica. Bodini, infatti, ha
svolto un’attività critica di notevole livello occupandosi, fra l’altro, di Joyce, Poe e Kafka, Montale, Gozzano,
Ungaretti, Caproni, Quasimodo, e riflettendo sulla funzione della letteratura nella società. In seguito è prevista la
pubblicazione di un romanzo giovanile, Il fiore dell’amicizia, rimasto inedito fino a non molto tempo fa e
pubblicato finora soltanto in rivista, a cura di Donato Valli. Si tratta di un romanzo ambientato a Lecce negli anni
Trenta, che riporta le atmosfere ed il clima di quegli anni. Un altro titolo della collana che rappresenta, per così
dire, una ‘chicca’, è un soggetto cinematografico, composto insieme a Gustavo D’Arpe e rimasto inedito, che
affronta il tema del tarantolismo. E poi ci sono ancora gli scritti d’arte dedicati ai maggiori artisti pugliesi, da
Geremia Re a Roberto De Robertis, da Aldo Calò ai suoi cugini Carlo e Francesco Barbieri, da Lino Suppressa a
Raffaele Spizzico, entrambi recentemente scomparsi. E ancora le prose memorialistiche, gli interventi polemici e
altri racconti, inediti e non. Una sezione della collana sarà dedicata ai carteggi. Bodini, infatti, fu in rapporto
epistolare con i maggiori scrittori italiani come Montale, Ungaretti, Quasimodo, Caproni, Luzi, Erba, Giudici e
tanti altri, con critici autorevoli come Bo, Macrì, Anceschi, Falqui e con editori prestigiosi come Einaudi,
Bompiani e Mondadori. Un’altra sezione ancora, nelle nostre intenzioni, dovrebbe raccogliere edizioni
commentate delle poesie di Bodini, le quali sarebbero di grande utilità trattandosi di testi a volte piuttosto ardui e
comunque sempre bisognosi di rinvii e di chiarimenti.
Fabio Moliterni