Viaggio Studio in Canada 2010: l`ospedale Santa Cabrini di Montreal
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Viaggio Studio in Canada 2010: l`ospedale Santa Cabrini di Montreal
Viaggio Studio in Canada 2010: l’ospedale Santa Cabrini di Montreal di Miriam Magri, Paola Gobbi, Mattia Boarin, Eva Wysocka, Bozena Gniecka, Luisa Bonetti La visita presso l’ospedale Santa Cabrini di Montréal, effettuata dopo due giorni dall’arrivo in Canada del gruppo di studio degli infermieri del Collegio Ipasvi di Milano Lodi, è iniziata con la calorosa accoglienza della direttrice generale Irène Giannetti e della responsabile del servizio infermieristico ospedaliero. Durante l’incontro abbiamo avuto modo di scoprire la storia e le origini del polo ospedaliero e la sua organizzazione, soprattutto dal punto di vista infermieristico, la parte che per ovvie ragioni più ci interessava. L’ospedale Santa Cabrini, situato nel nord-est dell’isola di Montréal, è stato fondato dalla congregazione delle Suore Missionarie del Sacro Cuore nel 1960 per accogliere e assistere i numerosi emigranti italiani, stabilitisi nella regione in quel periodo. La sua mission, tuttora, è quella di favorire programmi specifici relativi agli aspetti sanitari e culturali della comunità di origine italiana. Il centro polispecialistico, che nel 1971 è stato pienamente integrato nel sistema sanitario pubblico del Quebec, è riconosciuto ufficialmente come unico ospedale in Canada bilingue (francese e italiano). Alcune cifre significative del Santa Cabrini: 369 posti letto, 1.590 dipendenti, 40.000 accessi l’anno al pronto soccorso, più di 8.000 interventi chirurgici all’anno, budget annuale di 100 milioni di dollari. L’ospedale costituisce un importante polo di riferimento della Facoltà di Medicina dell’Università di Montreal per la formazione di diversi professionisti sanitari (medici, infermieri, fisioterapisti). Punti di eccellenza dell’ospedale, che, insieme ad un altro centro, ha un bacino d’utenza di circa 500.000 persone, sono rappresentati da un avanzato e moder- 22 . N.2/2011 - IO INFERMIERE no pronto soccorso con trauma center di II livello, inaugurato da pochi anni, e da un centro per la lotta contro il cancro. Pur essendo un ospedale pubblico locale ha l’autorizzazione ad utilizzare anche l’italiano quale lingua di lavoro ufficiale e di rapporto con i pazienti. È inoltre il destinatario principale delle donazioni raccolte nell’ambito della collettività italiana per iniziative nel settore sanitario. È del resto forte, da parte della collettività, la richiesta di sostegno alle attività del centro geriatrico Dante, insufficiente rispetto alla domanda di cure per anziani non autosufficienti. L’ospedale sta sviluppando importanti progetti ed alleanze con il nostro Paese, che hanno come obiettivo l’integrazione e la promozione degli ospedali e centri sanitari italiani nel mondo. L’ospedale è vicino alla sua comunità ed è aperto a tutte le culture. La visita è poi continuata con il Centro Cure Assistenziali Dante, aperto nel 1981, che dispone di 103 posti letto per degenze prolungate. Il centro è sorto per venire incontro alle necessità delle perso- ne anziane di origine italiana e ricreare per loro un ambiente di vita che offre quello che è stato chiamato il “conforto culturale”. Il Centro accorda una grande importanza al comitato dei residenti che assicura l’implicazione degli ospiti nelle decisioni che riguardano le loro condizioni di vita ed i servizi che ricevono. Favorisce il mantenimento del dialogo continuo con essi. Questo comitato si riunisce su base regolare e, più specificamente, ha come funzioni: • consigliare la Direzione in merito al miglioramento delle condizioni di vita dei residenti e dei servizi offerti; • informare i residenti sui loro diritti e doveri e, se necessario, rappresentare o assistere il residente che ne fa domanda in qualunque pratica; • rappresentare, presso il Centro o tutt’altra autorità competente, i diritti e gli interessi collettivi dei residenti. Un rappresentante del comitato dei residenti fa parte anche del comitato degli utenti dell’ospedale e siede nel consiglio di amministrazione. Un’altra peculiarità del centro Dante è data dall’équipe interdisciplinare, formata dai medici ed infermieri, assistenti sociali, fisioterapisti, farmacista, educatori, animatori e volontari. Altre competenze professionali si possono aggiungere al bisogno. Qualche settimana dopo l’ammissione, l’équipe si riunisce per elaborare un piano d’intervento che soddisfi i bisogni del nuovo residente e gli assicuri la migliore qualità di vita possibile. Un membro della famiglia del residente (suo rappresentante) viene invitato ad essere presente in quanto si auspica fortemente la partecipazione della famiglia del paziente ospitato. Ogni anno ed ogni qualvolta si ritiene necessario il piano viene rivisto in funzione dell’evoluzione dello stato di salute del residente. Il centro Dante ha annesso un centro diurno. Per la frequenza la persona anziana deve essere segnalata dal servizio di cure domiciliari. I criteri di ammissibilità sono: • vivere a domicilio; • presentare una perdita di autonomia che perturba il mantenimento a domicilio; • potersi muovere da soli o con l’aiuto di una persona; • non aver bisogno di costante sorveglianza medica. Dopo la valutazione dell’équipe interdisciplinare, la domanda di ammissione può essere rifiutata dalla persona anziana. Nelle conclusioni non possono mancare riferimenti alla storia di santa Francesca Cabrini fondatrice dell’ospedale. Ogni anno si celebra il giorno dell’Immigrazione italiana; le manifestazioni sono in omaggio ad una ricorrenza cara a tutta la collettività italiana canadese; non dimentichiamo che la Cabrini, essendo stata canonizzata il 7 luglio 1946, a ridosso alla proclamazione della Repubblica in Italia, è anche la prima santa della Repubblica Italiana. Il 5 giugno 2010 Madre Cabrini è stata grande protagonista a Montreal, durante i festeggiamenti per i 50 anni dell’ospedale dedicato a lei, la cui grande statua troneggia davanti all’ingresso. Pensiamo con questa testimonianza che la comunità italiana ha veramente dimostrato di non essere un ghetto, ma una realtà sociale aperta, integrata ma anche integrante. Potenza degli italiani all’estero e potenza della loro devozione a Madre Cabrini. Altro esempio per noi. IO INFERMIERE - N.2/2011 . 23