DINAMICA NELLE ACQUE SOTTERRANEE: ADVECTION SU
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DINAMICA NELLE ACQUE SOTTERRANEE: ADVECTION SU
DINAMICA NELLE ACQUE SOTTERRANEE: ADVECTION SU SCALA LOCALE E DISPERSIONE IDRODINAMICA Acque sotterranee: la tipica stratificazione - Zona insatura (o “zona vadosa”, vadose zone) - Zona satura di acqua - Falde acquifere (o “acquifero”, aquifer) - Rocce e materiali impenetrabili all’acqua (aquitard) Definizioni Con riferimento ad un volume di campione di terreno: pori/canali occupabili ad acqua/aria volume libero n := volume totale porosità del materiale volume di acqua θ w := volume totale frazione (volumetrica) di acqua volume di aria θ a := volume totale frazione (volumetrica) di aria θw + θa = n θw = n nella zona satura Anche per la dinamica degli inquinanti trasportati dall’acqua nella matrice del terreno si adotta (come visto per la dinamica nell’aria e nelle acque superficiali) una equazione advection-dispersione: - advection data dal flusso medio locale u (r, t ) dell’acqua nel punto r al tempo t. - la dispersione idrodinamica viene modellizzata come un processo di tipo diffusivo con tre coefficienti efficaci (usiamo qui il pedice “h” per hydrodynamic) che possono dipendere dal punto e variare nel tempo: Dh, x (r, t ) , Dh , y (r, t ) , Dh, z (r, t ) . Dh, x (r, t ) Dh (r, t ) = Dh, y (r, t ) Dh, z (r, t ) La dispersione (rispetto al flusso medio) è principalmente di tipo meccanico, ed è dovuta alla tortuosità del percorso del liquido nella matrice del terreno (pori e canali di dimensioni diverse, ostacoli granulari di varie forme e dimensioni). A questo si aggiunge la diffusione molecolare (vera e propria) nel liquido. Complessivamente, l’evoluzione temporale della concentrazione di inquinante in un punto r è descritta da ∂c(r, t ) = −∇ ⋅ [u (r , t )c(r , t ) ] + ∇ ⋅ Dh (r, t )∇c (r , t ) ∂t Eventuali fenomeni reattivi e/o di sink-source devono essere addizionati (per il momento li escludiamo). Attenzione: la concentrazione c(r, t ) è espressa in termini di quantità di inquinante (es. massa) per unità di volume di terreno (cioè di spazio nel quale la dinamica ha luogo). Il primo passo è esplicitare il termine di advection, cioè determinare l’evoluzione di u (r, t ) . La zona satura (senza aria) e la zona insatura (con una frazione d’aria) hanno una diversa resistenza al trasporto di acqua per advection. Procediamo trattando separatamente l’advection nella zona satura e nella zona insatura. Advection nella zona satura (100% acqua, 0% aria) Il moto di un elemento di acqua è determinato dalle seguenti forze: • forza-peso dell’elemento stesso (gradiente del campo di energia potenziale gravitazionale); • carichi esterni/azioni esterne che producono modulazione della pressione nei vari punti della superficie che racchiude l’elemento in esame (gradiente del campo di pressione); ne risulta una forza netta agente sull’elemento di acqua. Vari contributi alla pressione in ogni punto: - peso della colonna di materiale sovrastante; - depressioni per capillarità nei canali della matrice (nella zona insatura); - azioni esterne quali pompaggio (estrazione) o immissione di acqua in vari punti: fissano la pressione in tali punti. [Data la bassa velocità di scorrimento dell’acqua nel sottosuolo, vengono trascurate le forze di attrito che si oppongono al moto.] I campi di energia potenziale e di pressione vengono “tradotti” in termini di corrispondenti quote (carichi): • carico di quota (elevation head) associato al campo gravitazionale: z E’ direttamente la quota rispetto ad un arbitrario livello di riferimento (es. il livello del mare). • carico di pressione (pressure head): ψ (r, t ) [Nella zona insatura è detto anche potenziale di matrice (matric potential)]. E’ una “quota efficace” che equivale alla pressione locale. Tale quota dipende da tutte le coordinate del punto (non solo da z) e può variare nel tempo dato che la pressione locale può cambiare. z aumenta ψ aumenta In condizioni stazionarie, cioè se ψ (r, t ) ≡ ψ (r ) non varia nel tempo, per misurare ψ (r ) si può inserire un tubo (aperto sopra) perpendicolarmente al terreno fino al punto r; l’estremità inserita deve avere una membrana permeabile solo all’acqua; l’acqua salirà nel tubo fino ad una altezza pari a ψ (r ) . La somma dei due contributi dà il carico idraulico (hydraulic head): h(r, t ) := z + ψ (r, t ) Posso determinare la velocità media del fluido u (r, t ) (che serve per il contributo di advection) dalla conoscenza del carico idraulico h(r, t ) ? L’esperimento di Darcy Consideriamo una linea di flusso media passante per un dato punto del materiale saturo di acqua. Prendiamo una sezione ortogonale ad essa, di area A⊥ , e misuriamo la portata volumetrica Q di acqua che passa attraverso tale superficie. Velocità di Darcy: portata volumetrica dell'acqua Q q := = A⊥ sezione trasversale al flusso Consideriamo uno spostamento (piccolo) ∆L nella direzione del flusso medio e valutiamo la variazione di carico idrodinamico tra il punto finale (2) e il punto di partenza (1) : ∆h = h2 − h1 . Il rapporto ∆h / ∆L (un numero puro) è detto gradiente idraulico. Nella direzione spontanea del moto h diminuisce, quindi ∆h / ∆L < 0 . Se il regime di moto è laminare (bassi numeri di Reynolds, indicativamente Re < 10), si verifica sperimentalmente che la velocità di Darcy, q, è direttamente proporzionale al gradiente idraulico (preso in valore assoluto). E’ la legge di Darcy (1856): ∆h q=K ∆L con il fattore di proporzionalità K = conducibilità idraulica (Hydraulic conductivity) La dimensione fisica di K è L T-1 (tipicamente è espressa in cm/s o in m/giorno). K esprime la permeabilità del mezzo sotto un dato gradiente idraulico che funge da forza-guida. L’effettiva (vera) velocità media dell’acqua, u , è maggiore di q e si calcola tenendo conto della porosità n del mezzo: n := volume libero volume totale (porosità del mezzo) Dato che l’acqua passa solo attraverso i pori, l’effettiva sezione trasversale è A⊥ ridotta per il fattore n. Quindi si ha portata volumetrica dell'acqua Q q u= = = sezione trasversale effettiva n A⊥ n K ∆h u= n ∆L Osserviamo che la legge di Darcy è una relazione del tipo flusso-forza in cui la forza è il gradiente idraulico [Ricordare, per analogia, la relazione flusso-forza termodinamica vista nel contesto della diffusione molecolare…]. La conducibilità idraulica quantifica la resistenza del sistema complessivo (matrice + fluido) a “rispondere” dinamicamente a tale forza. K dipende da: - proprietà del mezzo poroso (dimensione e impaccamento delle particelle); - proprietà del liquido che fluisce (elevata densità ρl incrementa il trascinamento per gravità, bassa viscosità di shear η riduce l’attrito e facilita lo scorrimento). ρl g K =k η k = permeabilità intrinseca del mezzo Dimensione fisica L2 (tipicamente in cm2) La permeabilità intrinseca esprime la capacità di un dato mezzo poroso di lasciarsi attraversare da un qualsiasi fluido. Empiricamente: k = C d2 con C un “fattore di forma” (numero puro) dipendente dalla forma delle particelle del mezzo e dall’impaccamento, e d il diametro medio delle particelle. In generale: particelle di forma regolare, piccole dimensioni, alto impaccamento (es. argille) particelle di forma irregolare, grandi dimensioni, scarso impaccamento, (es. ghiaia) bassa k elevata k In termini di velocità lineare, tipici valori sono 1 m/anno (si arriva a 10 m/anno per terreni sabbiosi). La dinamica è molto più lenta rispetto a quella in acque superficiali e in aria! In termini matematici, per piccoli ∆L il rapporto incrementale ∆h / ∆L è una derivata parziale direzionale della funzione h fatta nella direzione del flusso medio. Tenendo conto che h può anche dipendere dal tempo, la relazione generale è quindi K u (r, t ) = − ∇h(r, t ) n (*) ∂ / ∂x ∇ = ∂ / ∂y ∂ / ∂z operatore gradiente Introducendo il versore uˆ (r , t ) che specifica direzione/verso del flusso medio istantaneo, si verifica infatti che u (r, t ) = uˆ (r, t ) ⋅ u(r, t ) = − K K ∂h K ∂h uˆ (r, t ) ⋅ ∇h(r, t ) ≡ − = n n ∂L n ∂L Dalla conoscenza del campo h(r, t ) (valore in ogni punto al dato istante), con la (*) posso determinare il campo di velocità attuale dell’acqua in ogni punto della regione di controllo! La relazione u (r , t ) = − stabilisce che: K ∇h(r, t ) n 1) il flusso istantaneo dell’acqua è diretto da punti ad elevato h a punti a più basso h; 2) il flusso è localmente perpendicolare alle superfici che congiungono punti ad uguale valore di carico idraulico h (“superfici equipotenziali”). (es. depressione creata da pompaggio in un punto: “richiama” l’acqua circostante) Problema: in generale le condizioni non sono stazionarie! E’ necessario conoscere se/come h(r, t ) varia nel tempo: un cambio di carico idraulico può modificare in modo rilevante lo scorrimento dell’acqua sotterranea. E’ la situazione comune, ad esempio se si studia la dinamica delle acque sotterranee in seguito a pioggia intensa, o nel caso in cui si pompi acqua dal sottosuolo. Occorre costruire un’equazione che descriva l’evoluzione di h(r, t ) Consideriamo una celletta di volume ∆V e valutiamo il tasso di variazione di volume d’acqua, ∆Vacqua / ∆t , all’interno di essa: Consideriamo i flussi di acqua entranti/uscenti attraverso le facce della celletta tenendo conto della porosità n del materiale: ∆Vacqua ∆t = [u x ( x − ∆x / 2, y, z , t ) − u x ( x + ∆x / 2, y, z , t ) ] n ∆y∆z + u y ( x, y − ∆y / 2, z , t ) − u y ( x, y + ∆y / 2, z , t ) n ∆x∆z + [u z ( x, y, z − ∆z / 2, t ) − u z ( x, y, z + ∆z / 2, t ) ] n ∆x∆y aree delle superfici effettivamente offerte al flusso di acqua u ( x − ∆x / 2, y, z, t ) − u x ( x + ∆x / 2, y, z, t ) =n x ∆x∆y∆z ∆x u y ( x, y − ∆y / 2, z , t ) − u y ( x, y + ∆y / 2, z, t ) +n ∆y∆x∆z y ∆ u ( x, y, z − ∆z / 2, t ) − u z ( x, y, z + ∆z / 2, t ) +n z ∆z ∆x∆y ∆z rapporti incrementali ∂u x (r, t ) ∂u y (r, t ) ∂u z (r, t ) + + ∆V = −∆V × n ∇ ⋅ u (r, t ) ≃ −n ∂y ∂z ∂x con ∇ ⋅ l’operatore divergenza. Sostituendo al posto di u (r , t ) la relazione u (r, t ) = − ∆Vacqua ∆t K ∇h(r, t ) si ha: n K = ∆V × × n ∇ ⋅ ∇h(r, t ) = ∆V × K ∇ 2 h(r , t ) n ∂2 ∂2 ∂2 ∇ ≡ ∇ ⋅∇ = 2 + 2 + 2 ∂x ∂y ∂z 2 ∆Vacqua ∆V ∆t operatore Laplaciano = K ∇ 2 h(r, t ) (§) Per i terreni acquiferi nella regione satura si definisce il coefficiente di specific storage (immagazzinamento specifico) del materiale poroso: S s := ∆Vacqua ∆V ∆h (specific storage del mezzo) Dato il materiale, Ss rappresenta la variazione del volume di acqua immagazzinata al suo interno per unità di volume di materiale, quando si applica un dislivello unitario di carico idraulico. E’ misurabile. Si ricava che ∆Vacqua ∆h ∂h(r , t ) = Ss ≃ Ss ∆V ∆t ∆t ∂t (§§) dal rapporto incrementale alla derivata Uguagliando (§) e (§§) otteniamo l’equazione di evoluzione temporale cercata: ∂h(r, t ) K 2 = ∇ h(r, t ) ∂t Ss Il sistema di equazioni completo per h(r , t ) e u (r , t ) è il seguente: ∂h(r, t ) K 2 ∂t = S ∇ h(r, t ) s K u (r, t ) = − ∇h(r, t ) n equazione autonoma per h(r, t ) La soluzione formale della prima equazione è semplice! [Basta notare che ha la stessa forma della equazione di diffusione in un mezzo omogeneo/isotropo, e ricordare il metodo di espansione in componenti di Fourier…]. La difficoltà maggiore consiste nell’includere le condizioni al contorno specifiche del caso che si sta trattando: - specificare eventuali barriere confinanti e/o interfacce che consentono scambio di acqua con altri comparti; le condizioni di questo tipo possono essere anche molto complesse, ad esempio se sono presenti piante che assorbono acqua dal suolo e la disperdono nell’aria (sono termini di sink); - specificare le condizioni iniziali: il profilo h(r ,0) ; - specificare l’eventuale controllo del carico idraulico, in determinati punti, da parte di azioni esterne. Ad esempio, azioni di pompaggio di acqua da punti specifici impongono una pressione locale specifica per garantire la portata di pompaggio stabilita; ciò impone che h(r, t ) abbia un valore stabilito in certi punti e sia controllato nel tempo. Esempio di soluzione per un caso di interesse: pompaggio di acqua da un aquifer ideale confinato verticalmente, di spessore b, ma di estensione orizzontale infinita. stato iniziale: carico idraulico costante in ogni punto pozzo di monitoraggio a distanza r b Il pozzo: aspira a portata costante in modo uniforme lungo tutta l’estensione dello strato confinato sezioni delle superfici isopotenziali (stesso carico idraulico): sono superfici cilindriche concentriche: il flusso medio di acqua è in orizzontale, radiale ed entrante nel pozzo… La soluzione analitica del problema è dovuta a C. V. Theis [Trans. Amer. Geophys. Union 16, 519 (1935)]: h( r , t ) = h0 − Qpompaggio 4π K b × W ( r 2 S s / 4t ) Qpompaggio la portata volumetrica dell’acqua pompata, h0 il carico di pressione molto lontano dal punto di pompaggio (è anche il valore in ogni punto), e W ( x) la “funzione pozzo” (è la “funzione esponenziale integrale”): e− x ' W ( x) = ∫ dx ' x' x ∞ per x > 0 Per tempi t abbastanza lunghi dall’inizio del pompaggio e distanze piccole dal punto di pompaggio, una forma approssimata è Qpompaggio h( r , t ) = h0 + × 0.5772 + ln( r 2 S s / 4t ) per r 2 S s / 4t < 0.1 4π K b Vista dall’alto delle superfici equipotenziale (stesso carico idraulico): h decrescente Andando verso il centro la velocità dell’acqua aumenta in quanto il gradiente idraulico cresce… vettori u a distanza fissa dal centro (e ad un dato istante) h “Cono di drawdown” (ad un dato istante) Spesso è importante riuscire a determinare in modo rapido (ma approssimativo) la velocità di scorrimento dell’acqua, in un dato punto, da poche misure dirette e senza fare calcoli complessi! In condizioni stazionarie (carico idraulico h(r ) e velocità locale u (r ) che non variano nel tempo), per determinate la proiezione di u (r ) sul piano orizzontale (xy) è sufficiente misurare il carico idraulico in 3 punti nelle vicinanze del punto di interesse: è il “metodo dei tre punti”. 1) Misuro h1 , h2 , h3 in tre punti 1, 2 e 3 attorno al punto di interesse e posti alla stessa quota (tutti giacenti sullo stesso piano orizzontale); i punti siano etichettati in modo che h1 > h2 > h3 ; 2) Rappresento graficamente i tre punti (con le coordinate in scala effettiva); 3) Traccio la congiungente 1-3; assumo che il carico idraulico decresca linearmente andando da 1 a 3 e colloco un punto “A” su tale congiungente in corrispondenza del valore di h pari a h2; 4) Traccio la congiungente 2-A e la prolungo; considerando che h2 = h A , assumo che su tale retta tutti i punti abbiano lo stesso carico idraulico: è una approssimazione locale della intersezione della “superficie isopotenziale” (che contiene il punto 2) con il piano xy; la proiezione di u sul piano xy è quindi perpendicolare a tale retta e punta verso 3 (regione a basso carico idraulico); 5) Da 3 faccio partire la retta ortogonale alla congiungente 2-A; l’intersezione tra le due rette dà il punto B; 6) Valuto la proiezione di u sul piano xy dal gradiente idraulico tra il punto B (con hB = h2 noto) e il punto 3. Devo conoscere la conducibilità idraulica e la porosità: uorizz. nella regione tra 1, 2, 3 ≃ K h3 − h2 K h2 − h3 × = × n lB ,3 n lB ,3 Per determinare la componente verticale della velocità media basta misurare il gradiente idraulico in tale direzione, cioè valutare il carico idraulico alla quota z e ad una quota z + ∆z : 1) lo scorrimento è nel verso della diminuzione di carico idraulico; 2) il modulo della componente verticale della velocità è pari a K h( z + ∆z ) − h( z ) × n ∆z Esempio. Per determinare la velocità media orizzontale dell’acqua in un punto di della regione satura in condizioni stazionarie, si è misurato il carico idraulico in tre punti vicinali: l1,3 = 2 40 m = l 1,2 0 11 h1 = 36.5 m h2 = 35.0 m h3 = 34.0 m m Noto che K = 10−6 m/s e che la porosità del terreno è n = 0.32 , determinare direzione/verso/modulo della velocità media (sul piano orizzontale). Colloco il punto A sull’asse 1-3 tale che hA = h2 (assumo decrescita lineare l1, A del carico idraulico andando da 1 verso 3): h3 − h1 l1, A l1,3 h −h 35 − 36.5 = l1,3 A 1 = 240 m × = 144 m 34 − 36.5 h3 − h1 hA = h1 + ⇒ l1, A Traccio (graficamente) la retta che passa per 2 e per A; traccio la retta che passa per 3 e perpendicolare alla precedente; individuo B e misuro direttamente la lunghezza lB,3 . Poniamo che dal questa costruzione risulti 85 m. uorizz. K h3 − h2 10−6 m/s 35 − 34 −8 ≃ × = × = 3.7 × 10 m/s = 3 mm/giorno 0.32 n lB ,3 85 Quindi: nei punti tra 1, 2, 3 l’acqua scorre nella direzione/verso B→3, con velocità (in orizzontale) di 3 mm/giorno. Con questa semplice tecnica posso stabilire in che direzione e con che velocità si sta propagando un inquinante per advection! Advection nella zona insatura (mix aria/acqua) La dinamica di advection nella zona insatura è analoga a quella vista per la zona satura. La differenza consiste nel fatto che sia la conduttività idraulica che il carico idraulico dipendono dal grado di idratazione della matrice, che è espresso dalla frazione volumetrica di acqua: volume di acqua θ w := volume di terreno Ulteriore complicazione: in ogni punto, θ w può cambiare nel tempo! La frazione di acqua nella zona insatura varia tra un valore minimo θ r detto “contenuto di acqua irriducibile” e il valore massimo (sul water table) che è pari alla porosità della matrice: θ w = n . θ r (ad una data temperatura) corrisponde al contenuto minimo di acqua che non può essere estratto dalla matrice neppure creando elevatissime depressioni (costituisce il limite all’essiccamento del terreno). Tipici profili sono i seguenti. Notare che le curve in “andata” (wetting) e in “ritorno” (drying) non coincidono: fenomeno di isteresi. ψ (θ w ) Il carico di pressione è negativo nella zona insatura (si annulla alla saturazione) K (θ w ) La conducibilità idraulica aumenta all’aumentare della frazione di acqua. Più la matrice è impregnata di acqua, più risulta permeabile all’acqua stessa. Si spiega con il fatto che i pori sono connessi da canali che contengono già dell’acqua; ciò facilita lo scorrimento come processo collettivo… Come già visto per la zona satura, valutiamo la variazione del volume di acqua (∆Vacqua) in una celletta di volume ∆V, nel tempo ∆t. Ripetendo lo sviluppo si arriva a ∆Vacqua = −∆V × ∇ ⋅ [θ w (r, t ) u (r , t )] ∆t Notiamo che (∆Vacqua / ∆V ) ∆t Segue quindi ≡ ∂θ w (r , t ) ∂t ∂θ w (r, t ) = ∇ ⋅ K [θ w (r, t )] ∇h(r, t ) ∂t L’assunzione comunemente fatta per la zona insatura è di uniformità sul piano xy; si considera solo la componente z: ∂θ w ( z , t ) ∂ ∂h( z , t ) = K [θ w ( z , t )] ∂t ∂z ∂z ∂ { z + ψ ( z , t )} ∂ = K [θ w ( z , t )] ∂z ∂z ∂ ∂ψ ( z , t ) = K [θ w ( z , t )] 1 + ∂z ∂z Dal fatto che si ha corrispondenza biunivoca tra carico di pressione e frazione d’acqua (per il wetting), cioè esiste una funzione ψ (θ w ) , si può esprimere ψ ( z , t ) = ψ [θ w ( z , t )] Si arriva ad una equazione di evoluzione autonoma per θ w ( z , t ) : dψ ∂θ w ( z , t ) ∂ ∂θ w ( z , t ) = K [θ w ( z , t )] 1 + × ∂t ∂z ∂z dθ w θ w ( z ,t ) E’ una forma particolare della equazione di Richards per la zona insatura Per risolverla rispetto a occorre utilizzare i profili empirici di wetting del tipo mostrato sopra: ψ (θ w ) K (θ w ) Occorre conoscere le condizioni iniziali, cioè il grado di idratazione in ogni punto della zona insatura al tempo-zero: θ w (r,0) Ottenuta la soluzione θ w (r, t ) si procede in sequenza: θ w (r, t ) h(r, t ) = h(θ w ) θ ( r ,t ) w K (r, t ) = K (θ w ) θ (r ,t ) w K (r, t ) u (r, t ) = − ∇h(r, t ) θ w (r, t ) nella zona insatura entra la frazione di acqua al posto della porosità n ho costruito il termine di advection! Contributo di dispersione idrodinamica nelle zone satura/insatura Ricordiamo che il contributo di dispersione dell’inquinante è modellizzato come un processo di “diffusione”: ∂c(r, t ) = ∇ ⋅ Dh (r, t )∇c(r, t ) ∂t dispersione con Dh, x (r, t ) Dh (r, t ) = Dh, y (r, t ) Dh, z (r, t ) I tre coefficienti di dispersione comprendono due contributi: - la dispersione meccanica dovuta alle inomogeneità dei granuli della matrice (contributo proporzionale alla velocità media dell’acqua); - diffusione molecolare nell’acqua all’interno dei pori (unico coeff. di diffusione Dm ) Tipici valori del coefficienti di dispersione in acque sotterranee variano tra 10-2 e 10 cm2/s. Empiricamente si osserva che Dh, x (r, t ) = α x u (r, t ) + Dm Dh, y (r, t ) = α y u (r, t ) + Dm Dh, z (r, t ) = α z u (r, t ) + Dm con i fattori α x , α y , α z detti dispersività del mezzo nelle tre direzioni (dimensione fisica L). Le tre dispersività si possono misurare monitorando la dispersione di “puffs” di traccianti [rivedere il discorso fatto a proposito della misura dei coefficienti di dispersione turbolenta…]. Come già visto per la dispersione turbolenta, anche per quella nel terreno si riscontra una forte dipendenza dalla scala spaziale di monitoraggio, cioè dalla distanza tra il punto di rilascio e i punti di campionamento ( Lscala ). Misurando la dispersività longitudinale α L (nella direzione del flusso medio), si nota empiricamente che: - per scale piccole (es. test di laboratorio con colonne impaccate col terreno in esame) si trova che α L è dell’ordine del diametro medio dei granuli; - aumentando la scala spaziale si ha un aumento molto marcato di α L : Si osserva una dipendenza circa lineare. Senza disporre di informazioni specifiche, una stima ragionevole è α L = 0.1 × Lscala . Torniamo all’equazione advection-dispersione… ∂c(r, t ) = −∇ ⋅ [u (r , t )c(r, t ) ] + ∇ ⋅ Dh (r , t )∇c(r , t ) ∂t Abbiamo discusso come ottenere la velocità media dell’acqua, u(r, t ) , nelle zone satura/insatura, e come quantificare i coefficienti di dispersione. Estensioni da introdurre (se rilevanti, da valutare caso per caso): 1) In presenza di immissione/sottrazione diretta (source/sink) di inquinante dal comparto-terreno occorre aggiungere uno specifico termine S (r, t ) al 2° membro: nella celletta centrata nel punto r della regione di controllo, S (r, t )∆V dà il tasso di variazione di quantità di inquinante (in positivo/negativo). Ricordiamo che per “source” si intende l’atto di inquinamento del comparto. - Se il rilascio di inquinante è istantaneo al tempo-zero, basta solo definire la condizione iniziale c(r,0) che viene creata (non c’è un termine S (r, t ) da aggiungere…). - Se invece il rilascio si protrae nel tempo (ad esempio se l’inquinante fuoriesce da una tubatura rotta…) allora occorre inserire il corrispondente termine S (r, t ) . immissione da t = 0 profilo a t = 0 c(r,0) no S (r, t ) occorre S (r, t ) 2) In presenza di reazioni chimiche occorre aggiungere l’appropriato termine R[c (r , t )] . 3) Trattare l’eventuale ripartizione dell’inquinante tra acqua e materiale della matrice solida (per assorbimento/adsorbimento). 4) Se l’inquinante è volatile, nella regione insatura occorre trattare anche la ripartizione dell’inquinante tra acqua ed aria. Nel seguito sviluppiamo tali punti. (Alcune) ulteriori complicazioni: a) Anche l’aria, nella regione insatura, ha una propria dinamica e può trasporare l’inquinante anche all’esterno del comparto-terreno. b) Le cinetiche di scambio di inquinante acqua-solido e acqua-aria possono essere lente! Ciò complica l’analisi… c) Nel comparto-terreno, oltre all’acqua, possono essere presenti anche altri liquidi non solubili in essa, ma nei quali l’inquinante è solubile. Anche tali liquidi sono soggetti ad una propria dinamica! Effetto “ritardante” della ripartizione dell’inquinante tra acqua e matrice solida sulla dinamica (regione satura) Definiamo il seguente coefficiente di ripartizione della specie soil-water in condizioni di equilibrio (niente dinamica) a temperatura fissata: K s,w = Cs ,eq cw,eq con cw la concentrazione volumetrica (massa/volume di acqua) di inquinante nella fase acquosa e Cs la concentrazione in massa di inquinante/massa di solido (qui riferite a condizioni di equilibrio). Assumiamo che i processi cinetici di scambio di inquinante tra fase acquosa e fase solida siano estremamente rapidi rispetto alla dinamica di spostamento dell’inquinante nello spazio. In questo limite assumiamo che ci sia equilibrio di ripartizione ad ogni istante e in ogni punto della regione. Quindi Cs (r, t ) ≡ K s,w cw (r, t ) Cs (r, t ) = K s , wcw (r, t ) Consideriamo una celletta di materiale, di volume ∆V . Poniamo: M tot la massa totale di inquinante presente nella celletta (parte in acqua e parte nel solido) al tempo t ; M s la massa di solido presente nella celletta; ρs “bulk density” del terreno = massa di solido / volume totale (acqua inclusa). Bilancio di massa rispetto all’inquinante: M tot in ∆V al tempo t = Cs M s + cw (r, t ) n ∆V = K s , wcw (r , t ) M s + cw (r, t ) n ∆V = K s , wcw (r , t ) ρ s ∆V + cw (r, t ) n ∆V M tot in ∆V al tempo t = ∆V ( K s , w ρ s + n ) cw (r, t ) Passiamo al tasso di variazione di massa in ∆V: ∆M tot in ∆V ∆t volume di acqua nella celletta cw (r, t ) = c(r, t ) / n ∂cw (r, t ) ∆V ( K s , w ρ s + n ) ∂c(r, t ) ≃ ∆V ( K s , w ρ s + n ) = ∂t n ∂t D’altro canto, la massa di inquinante dentro la celletta può variare solo per advection e dispersione (per ora ignoriamo reazioni e source/sink). ∆M tot in ∆V ∆t = −∆V × ∇ ⋅ [u(r, t )c(r, t ) ] +∆V × ∇ ⋅ Dh (r, t )∇c(r, t ) Uguagliando le due espressioni si ottiene ( K s,w ρs + n ) ∂c(r, t ) ∆V × ∂t n = −∆V × ∇ ⋅ [u (r, t )c(r, t ) ] +∆V × ∇ ⋅ Dh (r, t )∇c(r, t ) R Dividendo membro a membro per ∆V otteniamo l’equazione finale: R ∂c(r, t ) × = −∇ ⋅ [ u (r, t )c(r, t ) ] + ∇ ⋅ Dh (r, t )∇c(r, t ) ∂t = 1+ K s,w ρs n “fattore di ritardo” (retardation factor) R Osserviamo che > 1 ed è un numero puro tanto più elevato - quanto più la densità del terreno è alta; - quanto più l’inquinante si distribuisce nel solido. Dividiamo membro a membro per R: R con ∂c(r, t ) = −∇ ⋅ [u '(r, t )c(r, t ) ] + ∇ ⋅ D 'h (r, t )∇c(r, t ) ∂t D 'h, x (r, t ) ≃ α x u '(r, t ) u (r , t ) u '(r, t ) = D 'h, y (r, t ) ≃ α y u '(r, t ) D 'h, z (r, t ) ≃ α z u '(r, t ) (i contributi Dm di diffusione molecolare sono stati trascurati) R E’ l’usuale eq. di advection-dispersione, ma è come se l’acqua avesse la velocità fittizia u '(r , t ) con modulo inferiore a quella vera ( u '(r , t ) < u (r , t ) in quanto > 1). Per questo motivo si usa il termine “ritardo”: di fatto, lo scambio di inquinante tra acqua e solido rallenta la sua dinamica di spostamento nello spazio senza però modificare il tipo di evoluzione [è una sorta di “effetto moviola”…]. Più R è elevato, più l’inquinante si sposta /disperde lentamente. Dato il tipo di terreno (densità e porosità fissate), R cresce al crescere della costante di ripartizione Ks,w per la specie chimica in esame. Inquinanti diversi si spostano /disperdono nel terreno con velocità diverse [osservare l’analogia con la cromatografia in colonna solido /liquido!] Effetto “ritardante” della ripartizione dell’inquinante tra acqua, matrice solida, e aria (regione insatura) La trattazione è identica a quella vista per la regione satura. Occorre introdurre anche la costante di ripartizione aria-acqua: ca ,eq K a,w = cw,eq con cw,eq la concentrazione volumetrica (massa/volume di acqua) di inquinante nella fase acquosa e ca ,eq la concentrazione volumetrica (massa/volume di aria) di inquinante nell’aria. Assumiamo: 1) che gli scambi di inquinante tra acqua-aria e acqua-solido siano molto rapidi, tali in ogni istante si abbia equilibrio di ripartizione; 2) che nella regione insatura θ w sia la stessa in ogni punto e non vari nel tempo. Dai bilanci di materia (farlo come utile esercizio!) si ottiene ancora una equazione advection-dispersione modificata : R × ∂c (r, t ) = −∇ ⋅ [ u(r, t )c(r, t ) ] + ∇ ⋅ Dh (r, t )∇c(r, t ) ∂t in cui ora il fattore di ritardo è dato da: R =1+ K s , w ρ s + K a , wθ a θw con θ a = n − θ w la frazione di aria nella regione insatura. [Per i passaggi tenere presente che nella regione insatura vale cw (r, t ) = c(r, t ) / θ w ]. Effetto di reazioni di decomposizione del 1° ordine in acqua, aria, solido Ammettiamo la possibilità che l’inquinante si decomponga in acqua, in aria e sul solido secondo le seguenti reazioni costanti kw cinetiche (reazione in acqua) Inquinante → prodotti ka (reazione in aria) Inquinante → prodotti ks (reazione nel solido) Inquinante → prodotti con leggi cinetiche del 1° ordine così scritte (attenzione diverse alle dimensioni fisiche delle costanti cinetiche!): ∂cw (r, t ) = −kwcw (r, t ) ∂t reaz. ∂ca (r, t ) = −ka ca (r, t ) ∂t reaz. ∂Cs (r, t ) = −ks Cs (r, t ) ∂t reaz. in acqua in aria nel solido Dai bilanci di materia (farlo come utile esercizio!) si ottiene ora una equazione advection-dispersione-reazione: R × ∂c(r, t ) = −∇ ⋅ [ u (r, t )c(r, t ) ] + ∇ ⋅ Dh (r, t )∇c(r, t ) + R[c(r, t )] ∂t con il fattore di ritardo (già visto) R = 1+ K s , w ρ s + K a , wθ a θw e il contributo di reazione R[c(r, t )] = − keff c(r, t ) con keff la “costante cinetica efficace" keff = k w + ks K s , w ρ s + ka K a , wθ a θw Esercizio. 1000 gr di un liquido organico fuoriescono da un pozzo che pesca nella zona satura del sottosuolo. Noto che: - K = 0.1 m/giorno (conducibilità idraulica), - n = 0.33 (porosità), - il gradiente idraulico vale in modulo 1.1 nella direzione verticale e 0.1 nella direzione orizzontale del flusso, - α x = α y = α z = 1 m (coefficienti di dispersività), - Dm = 1.02 × 10−5 cm 2 /s (coeff. di diffusione molecolare nell’acqua) Determinare: 1) a quali coordinate si ha il picco della concentrazione volumetrica di inquinante dopo 30 giorni dalla fuoriuscita (prendere come coordinare 0,0,0 quelle del punto di rilascio); 2) quanto vale la concentrazione a tali coordinate se l’inquinante si ripartisce tra acqua e matrice solida, noto che la densità “di bulk” del terreno è pari a ρ s = 2 gr/cm3 e il coefficiente di ripartizione vale K s , w = 0.5 litri acqua per kg di terreno. Scegliamo il sistema di assi: Caso 1) Valutiamo le componenti della velocità media: ux = 0 K uy = n K uz = n dh 0.1 m/giorno = × 0.1 = 0.030 m/giorno = 3.5 × 10-5 cm/s dy 0.33 dh 0.1 m/giorno = × 1.1 = 0.333 m/giorno = 3.9 × 10-4 cm/s dz 0.33 Ricordiamo le relazioni per i coefficienti di dispersione idrodinamica: Dh, x = α y u + Dm Dh, y = α y u + Dm Dh, z = α z u + Dm ( u = ux + u y + uz 2 2 ) 2 1/ 2 = 3.92 × 10−4 cm/s Dato che le tre dispersività sono uguali si ottiene che Dh , x = Dh, y = Dh, z = 3.92 × 10−2 cm 2 /s = 3.92 × 10−6 m 2 /s Il profilo di concentrazione di inquinante è una Gaussiana (in tre dimensioni) con allargamenti omogenei nelle tre direzioni Cartesiane, e il cui centro si sposta con la velocità media dell’acqua: c ( x, y , z , t ) = ( 4π t ) m0 3/ 2 Dh, x Dh, y Dh , z 2 2 ( y − u t )2 z − u t ( 1 x y z ) exp − + + 4 t D D D h, y h, z h, x Valutiamo gli spostamenti del picco di concentrazione dopo 30 giorni = 2.6 ×106 s Lo spazio percorso è nullo nella direzione x, mentre nella direzione orizzontale del flusso e in quella verticale si ha: u y t = 3.5 × 10-5 cm/s × 2.6 × 106 s = 91 cm (0.91 metri) u z t = 3.9 × 10−4 cm/s × 2.6 × 106 s = 1014 cm (10.1 metri) La concentrazione massima (picco) vale c(0, y = 0.91 m, z = 10.1 m t = 30 giorni) = 1000 gr = 3/ 2 6 −6 3 4π × 2.6 × 10 s 3.92 × 10 1000 gr −4 3 = = 6.9 × 10 gr/dm di terreno 3 1450 m ( ) ( ) (attenzione: per ottenere la concentrazione di inquinante nell’acqua presente nel terreno devo dividere il valore ottenuto per la porosità n). Caso 2) R =1+ ρs K s,w n 2 × 103 kg/m3 × 0.5 × 10−3 m3 / kg = 1+ = 4.0 0.33 La soluzione della equazione advection-diffusione è la stessa di prima, salvo il fatto che occorre usare velocità e coeff. di dispersione “corretti” per il fattore di ritardo: c ( x, y , z , t ) = ( 4π t ) 3/ 2 Dh' , x Dh' , y Dh' , z ( ) + (z − u t) 2 ' z Dh' , z 2 RR R , Dh' , y = Dh , y / R , Dh' , x = Dh, x / = 3.5 × 10-5 cm/s /4.0 = 8.8 × 10-6 cm/s = 3.9 × 10-4 cm/s /4.0 = 9.8 × 10-5 cm/s R ux ' = 0 uy ' = uy / uz ' = uz / m0 y − u y' t 1 x2 + exp − ' ' t 4 D D h , x h ,y Dh' , z = Dh, z / Dh' , x =Dh' , y = Dh' , z = 3.92 × 10−6 / 4.0 m 2 /s = 9.80 × 10−7 m 2 /s Le nuove coordinate del picco di concentrazione sono: u y ' t = 8.8 × 10-6 cm/s × 2.6 × 106 s = 22.9 cm (0.23 metri) u z ' t = 9.8 × 10-5 cm/s × 2.6 × 106 s = 255 cm (2.6 metri) Se valuto la concentrazione in corrispondenza della posizione del picco del caso precedente ottengo c(0, y = 0.91 m, z = 10.1 m t = 30 giorni) = 1000 gr = × 3 / 2 3 4π × 2.6 × 106 s 9.80 × 10−7 ( ) ( ) 2 2 − − 0.91 0.23 10.1 2.6 ( ) ( ) 1 × exp − + 6 −7 −7 × × × × 4 2.6 10 9.80 10 9.80 10 1000 gr −5.56 −5 3 = e ≃ 2.1 × 10 gr/dm di terreno 3 181 m La concentrazione, nello stesso punto, è molto più bassa! L’inquinante ha “corso” meno a parità di tempo di attesa….