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Per decenni è stato socio del Panathlon,
e il suo Club, quello di Venezia, il
numero 1, non poteva non dedicargli una
serata: “Arbitrare e giudicare nello sport,
ieri e oggi”. Questo il tema scelto per la
conviviale, ospitata a Palazzo Cornoldi,
in memoria di Gino “Nini” Burcovich.
In primis, con il contributo di foto e
articoli di quotidiani, è stata ripercorsa
la carriera agonistica, arbitrale e
dirigenziale. Nato a Venezia il 5
dicembre 1929, sposato con tre figli
maschi, ha cominciato a giocare a basket
con la Laetitia (serie B), quindi nella
stagione ’48-’49 il passaggio alla Reyer in
serie A. Nel 1958 decide di diventare
arbitro: esordio in serie A nel 1964 a
Bologna. Quattro anni dopo è già arbitro
internazionale. Dirigerà i più importanti
tornei a livello internazionale e verrà
designato per le Olimpiadi di Montreal
’76. Per raggiunti limiti d’età dovrà
appendere il fischietto al fatidico chiodo
ma darà vita a quella “scuola veneziana
degli arbitri” invidiata in tutta Italia.
Contribuisce al salto del Basket Lido,
all’epoca presieduta da Ugo Bergamo,
dalla serie C alla B. Sarà poi
Commissario Fiba e Fip, per diventare
successivamente Presidente di Zona
della Fip e poi Presidente Regionale;
prima del salto in Consiglio Federale a
fianco di Gianni Petrucci. Assumerà
l’incarico di responsabile delle squadre
nazionali maschili e femminili. Infine
tornerà nella sua Venezia per gestire,
come Direttore Tecnico, il periodo più
triste della storia della Reyer, l’anno del
fallimento. Stella di bronzo, argento e
oro del Coni, riceverà numerosi ricono-
scimenti come il Premio “Mario Viali”
del Panathlon Club Venezia (1996) e
diventerà Cavaliere della Repubblica. “E’
stato un padre esemplare – ha ricordato
Andrea, uno dei tre figli, presente alla
serata – nonostante i tanti impegni non
ha mai trascurato la sua famiglia ed è
sempre stato vicino a noi trasmettendoci
i grandi valori dello sport e della
convivenza civile. Non era tipo da emozionarsi facilmente, ma ricordo ancora la
sera in cui gli fu consegnato il Premio
Viali: era davvero commosso perché
amava questo Club ed era orgoglioso di
farne parte”.
Naturale che a tracciare un profilo su
Gino Burcovich fosse poi Stefano
Cazzaro, consigliere del Panathlon Club
Venezia, ma nelle vesti di ex arbitro
internazionale e oggi Delegato Uleb e
Cia, che ha avuto come maestro proprio
“Nini”. “E’ stato un padre spirituale – ha
ammesso Cazzaro – per me come per
tutti gli arbitri della mia generazione
nati in quella scuola veneziana punto di
riferimento a livello nazionale”.
Cazzaro ha poi affrontato il tema di
come sia cambiato il modo di arbitrare
dagli anni di Burcovich ad oggi: “E’ un
abisso. Una volta il gioco era lento, più
tecnico. Adesso c’è tanta fisicità. Forse
fin troppa. Da noi gli stessi allenatori
incitano al fallo, nell’Nba basta
solamente toccare con una mano
l’avversario e scatta il fallo. Forse è il
caso di arrivare a questo anche in Italia e
in Europa”.
Sui progressi tecnologici ha detto:
“Anche in questo caso sono stati fatti
grandi passi avanti. Una volta il
cronometraggio era manuale e c’erano
partite che duravano ore e altre molto
meno. Adesso il tempo si ferma e riparte
con il fischio dell’arbitro. Arbitri in
campo che sono passati da due a tre, c’è
l’istant replay, è stato ridotto il tempo a
disposizione in area avversaria; insomma
tanti elementi per rendere il gioco più
spettacolare ma anche per limitare le
interpretazioni arbitrali e cercare di
uniformare i parametri di arbitraggio”.
Continua a pag. 2
In questo numero:
2 - “Arbitrare e giudicare nello sport” – Due nuovi Soci: Massimo Carlon e Renato Bortot
3 – Otto società sottoscrivono la Dichiarazione dei diritti dei giovani nello sport
4 – “150 di sport nell’Italia Unita”, interessante serata nel giorno delle celebrazioni
Segue da pag. 1
Stessa situazione in tanti altri sport.
Massimiliana Martini, consigliere del
Club, è stata una delle prime donne a
diventare giudice nazionale di atletica.
“E’ cambiato tutto. Al di là delle
iscrizioni, della trascrizione dei tempi o
delle misure di gara, degli ordini di
arrivo, che facevano affidamento sulla
capacità umana,
oggi è tutto
informatizzato e digitalizzato”.
In parte è avvenuto anche nel mondo
dello sci, ma non per tutti ha raccontato
Giovanna Rizzo, socia del Club e giudice
internazionale. “Mondiali e Coppa del
Mondo sono una cosa a se. Ma per le
gare Fis o quelle nazionali tutto ancora è
affidato alle capacità del giudice.
L’evoluzione dei materiali e il
trattamento della neve con sostanze
particolari ha però reso le piste sempre
più veloci e dunque quello che ci
preoccupa maggiormente in ogni gara è
la sicurezza. Da qui la volontà di
intervenire sulla tracciatura: sempre più
in diagonale per limitare, appunto, la
velocità. Resta però il fatto che come
comincia una gara ti si chiude lo stomaco
e finchè non è sceso l’ultimo atleta non si
riapre”.
Meno tecnologia e più fattore umano è
rimasto invece l’arbitraggio nel mondo
della vela, come ha ricordato Roberta
Righetti, socia del Club e giudice
internazionale. “Ci sono i gps, ma noi
siamo rimasti al filo di lana per
determinare il vento. Anche per
giudicare gli eventuali falli, partenze
false o danneggiamenti alla boa, nulla è
cambiato e resta la valutazione visiva.
L’unico progresso è certamente la
gestione iscrizioni e classifiche della gara
che anche in questo caso è ormai tutto
informatizzato.
Fin qui l’arbitraggio, ma negli sport dove
c’è il giudizio soggettivo, come nella
ginnastica artistica, nei tuffi e nel
pattinaggio artistico? “Cerchiamo di
qualificare al massimo i nostri giudici –
ha detto Francesco Trevisan, presidente
del Comitato Tecnico Arbitrale Veneto
della Federpattinaggio – per far sì che il
giudizio espresso in voto sia il più
verosimile
possibile
all’esercizio
presentato dall’atleta. Per questo
abbiamo creato dei parametri di
valutazione per ogni singola difficoltà
tecnica; che sia un salto o una trottola”.
Alla domanda se sia meglio che un
giudice abbia anche pattinato in
precedenza, Trevisan ha risposto:
“Certamente aiuta, non c’è dubbio, ma
non deve essere una pregiudiziale. Noi
cerchiamo di favorire quelli che hanno
avuto un’esperienza pratica sui pattini,
Per Francesco Trevisan gagliardetto e
medaglia in vetro del Club a ricordo
della serata al Panathlon
Nel corso della serata è stato presentato
un nuovo Socio: si tratta di Massimo
Carlon, 51 anni, ex giocatore di basket e
attuale Presidente dell’Hockey Club
Venezia.
Ha iniziato a giocare a basket a 14 anni
con la Pallacanestro Lido, disputando
tutti i Campionati giovanili. Tre anni
dopo la soddisfazione di esordire in
Prima Squadra all'età di 17 anni nel
Campionato di serie C (allora
esistevano solo A-B-C-D). Era il
campionato 1977-78 sotto la guida del
famosissimo "Nane Vianello". Viene
confermato titolare anche l'anno
seguente al termine del quale con al
Diadora Lido sfiora la promozione in
serie B. Dirigente della società era Gino
Burcovich.
A seguire, subentrati gli impegni
lavorativi, ha proseguito la carriera
sportiva militando nei campionati di
serie D e Promozione sempre con
società lagunari quali Carrera Venezia,
Die'n'ai e Fiamma Bassani.
Terminata l’attività agonistica al Lido in
Promozione, assieme ad un gruppo di
amici giocatori ha costituito nel 1990 la
Virtus Venezia, nome ancora in essere
nell'ambito cestistico veneziano. Dopo la
fusione di quest'ultima nel 1993 con il
Basket Lido, è passato all’attività di
Dirigente sportivo per 5 anni della nuova
Pallacanestro Lido, con la soddisfazione
di centrare anche una promozione nella
serie C2.
Ha poi lasciato la pallacanestro per
dedicarsi alle figlie, Beatrice e Valentina,
ma vi sono molti casi di giudici
internazionali con una tale passione da
sopperire il fatto che non siano mai stati
atleti”. Ultimo tema le pressioni esterne.
“Ci sono, ma tutto sta comportarsi
correttamente. E’ per questo che i
giudici non devono avere rapporti con le
società, i tecnici o gli atleti. E poi il
Presidente di Giuria è in grado di capire
se uno dei componenti di giuria sta
alzando troppo la valutazione e quindi
viene richiamato ad uniformarsi nel
giudizio con gli altri giudici. Dal
ghiaccio
abbiamo
recentemente
assistito a vicende incredibili. Anche
loro stanno correndo ai ripari per far sì
che il voto all’atleta sia sempre più
espressione di una sommatoria di
valutazioni che rientrano in schemi
precisi e non un giudizio personale. Ma
non è facile”.
che praticavano il pattinaggio artistico
presso l'Hockey Club Venezia.
Immediato il suo coinvolgimento. Nel
2002 era già nel Direttivo, due anni dopo
ha assunto onori e oneri della Presidenza
nel momento più delicato della gloriosa
società neroverde. Impianto chiuso,
moria di atleti sia nel settore corsa che
nell’artistico, difficoltà nel trovare spazi
alternativi e soprattutto Dirigenti
volontari e tecnici. Con grande umiltà ed
entusiasmo ha messo assieme un nuovo
Direttivo fatto di ex atleti-dirigenti (per
dare una continuità storica) e genitori
(carichi loro stessi di entusiasmo e voglia
di fare). Oggi la società conta una
quarantina di atlete, un serio programma
di rilancio, nel 2005 ha organizzato i
Campionati Italiani di Corsa categorie
allievi e ragazzi e da quattro anni
propone il Gran Galà Internazionale dei
Campioni di artistico. Dal 2010 la società
ha anche assunto la gestione del
pattinodromo comunale delle Quattro
Fontane.
Diadora Lido,
Voga Tre Archi,
Canottieri
Querini, Tc
Venezia, Tc
Canottieri
Murano, Virtus
Pallacanestro
Lido, Canottieri
Bucintoro e Us
Alvisiana hanno
sottoscritto la
Dichiarazione
dell’etica nello
sport giovanile
Nella foto i componenti dell’Osservatorio Pratica Sportiva con il Presidente Ragazzi e i
Presidenti delle prime cinque società firmatarie. Sotto il nostro William Pinarello in
rappresentanza della Reale Canottieri Bucintoro.
Dal 2010 il Panathlon Club Venezia ha
attivato l’Osservatorio della Pratica
Sportiva. La Commissione, composta dal
Presidente Piero Ragazzi, dai consiglieri
Claudio Bonamano e Stefano Cazzaro,
nonché dai Soci Gianfranco Cristante,
Umberto Sichero e Alessandro Visentin,
ha il compito di verificare l’attività delle
società
sportive
veneziane,
principalmente in ambito giovanile, e di
proporre loro di sottoscrivere la
Dichiarazione di Gand del Panathlon
International e tutte le Carte che
riguardano i diritti dei giovani nello sport.
Le prime otto società a sottoscrivere
questo impegno sono state Canottieri
Diadora Lido, la Canottieri Querini
Venezia, il Tennis Club Venezia, la
Società Voga Tre Archi di Venezia, il
Tennis
Club
Canottieri
Murano,
l’Alvisiana
Venezia,
la
Virtus
Pallacanestro Lido e la Canottieri
Bucintoro. Lo scopo è quello di fare rete
tra le società lagunari affinché insieme
possano affermare tutti quei valori di una
pratica
corretta
dello
sport.
Dall’approccio, alla formazione, fino
all’agonismo.
Ad ogni società è stato consegnato un
attestato che riconosce che la stessa ha
sottoscritto tale impegno e in basso sono
riportare le due Carte principali: la Carta
del Fair Play e la Dichiarazione del
Panathlon sull’etica nello sport giovanile.
L’attestato, che verrà esposto nelle
segreterie delle sedi sociali, permetterà ai
genitori di verificare che quella
Associazione si impegna a far rispettare i
diritti dei giovani praticanti.
E’ stato poi congiuntamente sottoscritto un documento di intenti tra
Panathlon Club Venezia e le singole
Società.
Via via si formerà un elenco che sarà
visibile
nel
sito
del
Club
(www.panathlonvenezia.com)
e
pubblicato sulla newsletter del Club
“Disnar Sport”.
“Vogliamo che i genitori, nel momento
in cui affidano i loro figli ad una
Associazione sportiva, abbiano ben
chiaro quali sono i requisiti della stessa
– ha detto il Presidente Piero Ragazzi –
e che in essa vengono rispettate le
regole del fair play e di una sana
convivenza civile”.
Ancora un Socio entra a far parte del
Club: è Renato Bortot. Ha iniziato
l'attività sportiva giocando a calcio nella
categoria “Esordienti” della Muranese
nel 1971. Dopo una parentesi nella
pallacanestro nelle categorie “Allievi” e
“Cadetti” del S. Giobbe Basket, con
ottimi risultati, nel 1971 ritorna al calcio
agonistico con il Real S. Marco. Qui
dopo aver militato nelle giovanili ed aver
conquistato il titolo di capocannoniere
con la under 23 nel 1980, approda alla
Prima Squadra disputando il campionato
di 2a categoria, fino al 1983.
Contemporaneamente ha praticato
tennis e voga alla veneta, partecipando
alle eliminatorie per la Regata Storica nei
“giovani”. E’ appassionato di sci che
pratica nel tempo libero.
Come Dirigente ha ricoperto la carica di
Vicepresidente del Gruppo Sportivo del
Casinò di Venezia (dal 1988 al 2008), di
Consigliere del Dlf Scherma Venezia (dal
1998 al 2001) e dell' U.S. Alvisiana –
Sezione Calcio (dal 2004 al 2006).
Attualmente è Consigliere del Venezia
1984 che milita nel Campionato
Nazionale di Serie A di calcio femminile.
Presentato ufficialmente il logo per
l’anniversario dei 60 anni dalla fondazione
del Panathlon Club Venezia. Il logo, realizzato da Luca Ginetto, è semplice ed efficace:
è un “6” personalizzato e caratterizzato per
richiamare il ferro da gondola e dunque Venezia, mentre lo
zero è stato sostituito dallo stemma ufficiale sopra al quale
sono state riportate le due date. Sotto semplicemente
“Panathlon Club Venezia”.
In occasione dell’avvio delle celebrazioni dei 100 anni della
Compagnia della Vela di Venezia si è tenuta una cerimonia
presso l’Hotel Bauer dove proprio il 21 marzo 1911 si tenne la
prima riunione dei Soci fondatori. Il nostro Consigliere
Corrado Scrascia, autore del libro celebrativo, ha tenuto una
breve relazione. Poi il nostro Presidente Piero Ragazzi ha
consegnato al Presidente della Compagnia, il Sindaco
Giorgio Orsoni, una targa in vetro augurando “…buon vento
per altri cento anni”
Grande riconoscimento per il nostro “Presidente dei Presidenti” Sergio Prando. In occasione della cerimonia “Coni
Veneto in Festa”, tenutasi il 9 aprile all’Autodromo di Adria
(Ro) ha ricevuto il prestigioso “Memorial Gianluigi Lavorato” voluto dal Coni in memoria dell’ex Presidente del Coni
regionale. A Prando è stata riconosciuta l’intensa attività
svolta per anni in qualità di Presidente del Coni di Venezia.
Si coglie l’occasione per ricordare che per quanto disposto
dallo Statuto, la quota deve essere versata entro il 31 marzo.
La quota ordinaria è di 450 euro, quella ridotta 225. Per chi
volesse pagare tramite banca, il bonifico deve essere
effettuato su c/c intestato Panathlon Club Venezia c/o Ag. 1 –
Ca.Ri.Ve. – IBAN IT 27 U 06345 02001 07400014260A
Fatalità ha voluto che il “disnar
sport”, vale a dire la conviviale
del Panathlon Club Venezia del
mese di marzo, coincidesse
proprio con la giornata di festa
per le celebrazioni ufficiali dei
150 anni dell’Unità d’Italia.
Doveroso dunque per il Club
degli sportivi affrontare alcuni
aspetti di questo secolo e mezzo
di vita della nostra nazione: Lo
sport ha in qualche modo
contribuito all’Unità d’Italia?
Cosa voleva dire praticare sport
nel periodo del Risorgimento e
quali erano le discipline in voga?
Lo sport era per tutti? E a
Venezia quale era la situazione
in ambito sportivo nel 1861 e
negli anni a venire? A questi
interrogativi hanno cercato di
dare alcune risposte il Prof.
Alberto Brambilla, docente
Universitario e autore di diverse
pubblicazioni su personaggi
sportivi nonché socio del
Panathlon Club Milano Malpensa e Maurizio Monego, Presidente della Commissione
Scientifico Culturale del Panathlon International e socio del
Club di Venezia.
Ne sono uscite due relazioni
molto interessanti. Brambilla si è
soffermato sulla ricca letteratura
esistente ricordando testi quali
“Sport-educazione fisica nella
scuola” di De Sanctis, datato
1878, e “Amore e ginnastica” di E.
De Amicis del 1892. Ad essere
praticate in Italia erano principalmente ginnastica (la Federazione nascerà proprio a Venezia,
scherma (che avrà una delle
palestre più prestigiose a Venezia
con la famiglia Ragno) e tiro a
segno (anche in questo caso con
il campo del Lido, uno dei primi
d’Italia).
Una data significativa per tutti
gli sport fu il 1896 con le prime
Olimpiadi moderne ad Atene. Ma
in quell’occasione l’Italia non
aveva nessun rappresentante. Di
lì in poi furono le varie discipline
dell’atletica leggera ad imperversare. Ci sarà poi l’influenza delle
discipline di squadra anglosassoni come il football, il nostro
calcio, e la pallacanestro. La
tecnologia porterà poi a nuove
discipline, legate soprattutto ai
motori. Automobilismo, motociclismo, ma in modo particolare a
Il Prof. Alberto Brambilla
durante il suo intervento
svilupparsi in modo esponenziale fu il ciclismo. Il 1909 vede
infatti la nascita del Giro d’Italia.
Un vero e proprio impulso alla
pratica sportiva in Italia si ebbe
nel periodo dell’Italia fascista.
Attività fisica e sport fondamentali per lo sviluppo dell’uomo nuovo italiano e guerriero.
Grande attenzione del regime
era per la scuola e il tempo libero
degli italiani. Numerose infatti le
organizzazioni dall’infanzia fino
al dopolavoro.
Dopo l’intervento di Brambilla è
stata la volta di Monego il quale
ha focalizzato la storia dal
Risorgimento ad oggi dello sport
veneziano nello specifico. Le
reali società canottieri e veliche
(Bucintoro, Querini, Compagnia
della Vela, ecc…), il movimento
della ginnastica vera anima della
Società Sportiva Costantino
Reyer poi allargatasi alla pallacanestro, il prestigio della scherma con, appunto, la scuola del
Circolo della Spada della
famiglia Ragno. La grande
passione per gli sport della
montagna, sci alpino e nordico
tra tutti, ma anche l’arrampicata,
testimoniata dalla lunga storia
del Cai Veneziano. Insomma una
serata molto interessante. Un
tributo ai 150 Anni dell’Unità
d’Italia, per sessanta dei quali un
ruolo importante è stato rivestito proprio dai Panathlon Club
sempre più diffusi sul territorio
italiano e mondiale.