indagine sui circhi in italia pdf

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indagine sui circhi in italia pdf
INDAGINE SUI CIRCHI IN ITALIA
3-4-5 dicembre 2010:
mobilitazione della LAV per un circo senza animali
© copyright LAV 2010
2mila animali detenuti nei circhi in Italia
In Italia sono attivi circa 100 circhi con animali, comprese le mostre faunistiche itineranti e i circhi
acquatici. Complessivamente, la LAV stima in circa 2 mila gli animali che purtroppo patiscono
ancora la prigionia in queste strutture. Il problema maggiore è stato censire volatili, serpenti e,
soprattutto, pesci, perché questi animali, insieme ai rettili, sono aumentati in modo esponenziale
negli ultimi anni, con la nascita dei circhi definiti “acquatici” che, in taluni casi, sono solo delle
mostre itineranti senza che vi siano spettacoli con esibizioni umane. Inoltre, tra spettacoli scritturati
all‟estero, scambi di animali tra circhi e continui spostamenti sul territorio, risalire ad una cifra più
precisa risulta difficile. Nel dettaglio, la LAV ha censito:
più di 400 equidi: per la maggioranza cavalli, ma anche pony e asini e circa 50 zebre
circa 80 bovidi vari tra cui una decina di bisonti
140 tra cammelli e dromedari
9 giraffe
circa 60 lama
6 rinoceronti
più di 20 ippopotami
più di 50 elefanti
meno di 10 orsi
6/8 scimmie
circa 160 tigri comprese bianche e rosa
circa 60 tra leoni e altri felini
40 tra struzzi, emù, etc.
circa 350 volatili di cui la maggioranza pappagalli, ma anche rapaci, notturni, avvoltoi
dai 70 agli 80 mammiferi di vario genere che comprendono anche animali tipicamente da
fattoria
più di 100 cani
una ventina di mammiferi marini (otarie, etc.)
circa 60 pinguini
circa 400 rettili, tra cui 250 serpenti – prevalentemente pitoni, boa e anaconde – e 50 tra
coccodrilli e alligatori
più di 200 i pesci stimati, in gran numero piranha.
Circhi equestri e attività di spettacolo viaggiante
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Nato alla fine del „700 come circo equestre, nei primi dell‟‟800 il circo si trasforma in mostra
itinerante con al seguito animali esotici, prevalentemente grandi felini.
Negli ultimi decenni si sono consolidati due tipi di circo: quello tradizionale che vede gli acrobati e
animali con i loro domatori esibirsi in esercizi di abilità e il “Circo Contemporaneo” che presenta
esclusivamente numeri senza la presenza di animali. Il successo crescente del “Circo
Contemporaneo” è l‟ulteriore conferma che i tempi sono maturi per favorire la conversione dei
circhi tradizionali in spettacoli senza animali, valorizzando i talenti umani.
Perché la LAV vuole liberare 2mila animali dai circhi
La detenzione degli animali nei circhi è inaccettabile dal punto di vista del benessere animale,
sotto il profilo etico, della legalità e considerando il modello educativo proposto da questo tipo di
spettacolo.
 Benessere animale
I circhi tradizionali sottopongono gli animali a una vita fatta di prigionia nelle gabbie, doma,
addestramenti ed esibizioni, compromettendo le naturali relazioni sociali con altri animali.
Sottoposti a una vita itinerante, in condizioni climatiche anche non favorevoli: tutto questo può
avere effetti deleteri sul loro benessere psico-fisico.
Alcuni studi scientifici (il più recente è stato pubblicato da una equipe di studiosi della facoltà di
Scienze Biologiche dell‟Università di Bristol), in base a prove cliniche, hanno accertato che sono
fonte di malessere per gli animali:
- i viaggi chiusi nei carri bestiame, con le correlate e spesso sbrigative operazioni di carico e
scarico;
- i lunghi tempi d‟inattività in spazi angusti sono fonte di malessere psichico, ma anche fisico visto
che porta all‟obesità;
- le escursioni termiche;
- la presenza imposta dell‟uomo è fonte di malessere per gli animali selvatici ed esotici;
- la mancanza di vie di fuga o luoghi ove nascondersi.
Un ippopotamo sulla neve
La presenza imposta dell‟uomo è fonte di malessere per gli animali selvatici ed esotici
Questo studio ha evidenziato nelle sue conclusioni che: “[…]gli animali non domestici per essere
adatti alla vita circense dovrebbero avere le seguenti caratteristiche: necessità di pochi spazi,
strutture sociali semplici, basse funzioni cognitive, necessità ecologiche non specialistiche e
possibilità di essere trasportati senza effetti negativi per il benessere. Nessuna delle specie animali
comunemente esibite nei circhi, come ad esempio elefanti e grandi felini, attualmente è
riconoscibile in questi criteri. Ne concludiamo dunque che le specie di animali non domestici
comunemente detenute nei circhi sembrano essere I meno idonei alla vita circense.”
Questi problemi riguardano gli animali “esotici” ovvero di specie non domestiche (elefanti, tigri,
leoni, puma, orsi), ma anche i cavalli, i cani, i bovidi detenuti nei circhi possono soffrire per le
stesse limitazioni.
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 Etica
Anche dal punto di vista etico, la LAV ritiene inammissibile privare gli animali della loro libertà e
delle naturali relazioni sociali, costringerli a vivere in un ambiente non idoneo, a lavorare e a
compiere acrobazie, ad eseguire a comando comportamenti umilianti e innaturali.
Lo spettacolo può avvalersi delle tante abilità umane per offrire al pubblico svago e divertimento.
Non può definirsi arte e spettacolo l‟assoggettamento di esseri viventi alla volontà umana e la loro
prigionia a vita. L‟arte e lo spettacolo circense non devono perdere l‟occasione di riscattarsi dal
limite etico connesso all‟uso di animali, convertendosi in spettacolo esclusivamente umano.
 Legalità
La LAV ha segnalato e denunciato numerose violazioni di legge da parte di alcune imprese
circensi: dal non rispetto dei criteri di detenzione degli animali definiti dalla legge “pericolosi
per la salute e l’incolumità del pubblico” (art. 6 Legge 150/92 e Decreto 19 aprile 1996), al
maltrattamento di animali, alle affissioni abusive di manifesti pubblicitari con imbrattamento
di muri. Eppure la grande maggioranza dei circhi, compresi quelli condannati o comunque
sottoposti ad indagini della magistratura proprio per le pessime condizioni di detenzione
degli animali, anche “pericolosi”, svolgono, senza la necessaria osservanza dei parametri
ministeriali, i loro spettacoli. Non solo: i controlli che vengono eseguiti non li vincolano al
rispetto delle norme, e troppo spesso si verifica che gli animali sequestrati vengano affidati
agli stessi circhi, che continuano a mantenerli nelle identiche condizioni. Dalle denuncie
della LAV sono scaturite le prime azioni penali contro circhi accusati di maltrattamento di
animali.
Al momento sono 5 i procedimenti penali conclusi con il riscontro del maltrattamento,
in circhi italiani (tra cui insegne circensi al momento del riscontro del reato): Folloni, a
causa delle condizioni di detenzione di un elefantino africano (Tribunale di Milano), Città di
Roma (Tribunale di Palermo, 2005); Luana Orfei, relativamente alle condizioni di
detenzione di tutti gli animali (deteneva in pochi metri quadrati di gabbie e in spazi ristretti
incompatibili con la loro natura, 13 tigri (tra cui 3 cuccioli), 1 ippopotamo, 12 cavalli, 7 oche,
1 pony, 1 asino, 1 lama, 13 struzzi, 3 orsi e 2 bisonti); Nando Orfei, a causa delle
condizioni di detenzione di tre elefanti (bloccati con corte catene); Ringland, per aver
immobilizzato un elefante legando le zampe, impedendogli così di sdraiarsi e muoversi.
Altre condanne, non definitive, riguardano tre circhi: il Circo Barcellona, per
detenzione illecita di tre tigri sprovviste dell‟obbligatoria certificazione Cites e per averle
illecitamente esposte a scopo di lucro (i fatti risalgono al 2007, la condanna è del 2010).
Nel 2010 il Tribunale di Como ha emesso un decreto penale di condanna nei confronti
dell‟Amministratore del Circo Miranda Orfei, per aver detenuto in condizioni incompatibili
con la loro natura animali esotici e non, sottoponendoli inoltre a lavori insopportabili per le
loro caratteristiche etologiche, e nell‟attendamento in provincia di Ferrara (maggio 2010), il
Servizio Veterinario rilevava notevoli lacune nella detenzione degli animali e come non
fosse possibile garantire il benessere di alcuni animali. Nel 2008 Lidia Togni e Mario
Satinato sono stati condannati dal Tribunale di Palermo (sentenza n.764/08) per
detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi
sofferenze. In particolare è stato riconosciuto che gli elefanti erano detenuti in condizioni di
immobilizzazione mentre camelidi e zebre erano ricoverati in strutture ridotte e non
conformi alle esigenze tipiche, in contrasto con le raccomandazioni CITES.
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Numerosi gli incidenti causati da animali definiti per legge “pericolosi per la salute e
l‟incolumità del pubblico” e incredibilmente autorizzati ad essere detenuti dai circhi. Tra
questi il Circo di Moira Orfei, che dal 2000 ad oggi ha accumulato una lunga serie di
incidenti: un elefante scappato a Torino, 4 persone ferite da grandi felini, un domatore di 70
anni ucciso dalle tigri nel 2000, e un altro di 24 ucciso nel 2006, quando anche il figlio della
circense, Stefano Nones fu aggredito dalle “sue” tigri e rischiò una gamba. Nones, inoltre, è
stato nuovamente aggredito da una tigre nel dicembre 2009.
E ancora, Circo Armando Orfei (aprile 2010): un elefante scappa ed entra nel giardino di
un‟abitazione a Bassano del Grappa (Vicenza); Roney Rolley: tre tigri scappate a Bari nel
dicembre 2003. Circo Royal: un ippopotamo scappato a Matera nel dicembre 2004.
Togni: canguro scappato a Milano nel settembre 2002. Togni: tre antilopi di cui una morta
durante la cattura, fuggite a Rio Saliceto (luglio 2004). Circo Niemen: fuga di un
ippopotamo,Thiene (dicembre 2003). Circo Serio: fuga di un ippopotamo (Matera, luglio
2003). Circo Lina Orfei: fuga di 2 zebù (Osimo, luglio 2002). Circo Magyar: tre tigri
scappate (Oristano, novembre 2002).
Nel gennaio del 2007 furono sequestrate due tigri e due elefanti al Circo Coliseum
Roma, per l‟assenza della prescritta documentazione relativa agli animali. Le tigri furono in
seguito confiscate con sentenza del Tribunale di Lucca (21/12/2009) ed attualmente si
trovano presso il Centro CRASE del WWF di Semproniano (Grosseto) in attesa di una
definitiva destinazione, mentre gli elefanti, a quanto risulta, sarebbero stati rapidament e
portati all‟estero dal proprietario e di questi se ne sono perse le tracce.
Nel 2010 è stato accertato da volontari LAV che il Circo Martin ha proposto un‟esibizione
vietata in Italia, ovvero un cavallo costretto a portare in groppa una tigre e a trainar e un
orso.
Un addestratore di elefanti del circo italiano Alex Hamar-circo Massimo, in tournée in
Grecia, è stato ripreso mentre colpiva ripetutamente un elefante con un bastone uncinato e
il video ha fatto il giro del mondo attraverso youtube.
Negli anni, la LAV ha più volte chiesto al Ministero dell‟Ambiente, a cui fa capo la Commissione
Scientifica CITES, al Ministero della Salute e al Ministero dei Beni Culturali, che nei confronti dei
circhi siano svolti maggiori e più scrupolosi controlli.
Si ricorda, infatti, che l’Autorità Scientifica CITES ha deliberato, già nel 2000, dei “Criteri per il
mantenimento degli animali nei circhi e nelle mostre viaggianti”, poi reiterati nelle “Linee guida”
emanate nel 2006, secondo cui per gli animali al seguito dei circhi devono essere rispettate
dettagliate prescrizioni atte a garantire loro il maggior grado di benessere psico-fisico. Gli animali
“non possono essere esibiti al di fuori della struttura (circo o mostra viaggiante) per la quale è stata
rilasciata l’autorizzazione di attendamento”. Inoltre, va considerato che “la visita agli animali al
seguito dello spettacolo può rappresentare, se non gestita correttamente, un momento di stress
per gli animali e un potenziale pericolo per l’incolumità dei visitatori. Pertanto, quando concessa, è
necessario che gli animali siano mantenuti in strutture che permettano agli stessi di potersi
sottrarre alla vista del pubblico, almeno nelle strutture interne”.
Ad esempio, l’elefante, ovvero uno degli animali più utilizzati dai circhi, è inserito nell‟elenco degli
animali cosiddetti “pericolosi” per la salute e l‟incolumità del pubblico, contemplati nell‟elenco di cui
al decreto del Ministro dell‟Ambiente del 19 aprile 1996; mentre i dromedari, pur non elencati nel
decreto, per le succitate “Linee guida” CITES “devono essere tenuti a debita distanza dal pubblico
in quanto possono mordere”. Eppure non è raro che i circhi organizzino “parate” di animali per le
vie cittadine, al fine di promuovere lo spettacolo. Dunque, allo stress di una vita innaturale fatta di
addestramenti, esibizioni, prigionia in piccole gabbie, lunghi viaggi da una città ad un‟altra, visite
allo zoo del circo, per questi animali si aggiunge il disagio di essere sballottati nel traffico cittadino
per incuriosire il pubblico.
 Modello educativo
Dal punto di vista educativo, il circo trasmette un messaggio errato e negativo alle giovani
generazioni: il potere di sottomissione dell‟uomo su altri esseri viventi.
Più di 600 psicologi, tra i quali nomi esimi della cultura, hanno sottoscritto un documento dove
denunciano la preoccupazione per le conseguenze sul piano pedagogico, formativo e psicologico
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della frequentazione da parte dei bambini di zoo, circhi e sagre in cui sono impiegati animali. Nel
documento si sottolineano la valenza antipedagogica e una sorta di educazione all'insensibilità
insita in spettacoli che vedono impiegati gli animali in situazioni irrispettose dei loro bisogni e delle
loro caratteristiche di specie.
Non è la prima volta che degli psicologi esprimono tali considerazioni. In una relazione presentata
al Senato nel 1998, a sostegno della nostra Proposta di legge contro l'uso degli animali nei circhi,
la dr. Camilla Pagani sosteneva che lo spettacolo degli animali nei circhi è molto diseducativo per i
bambini. I bambini oggi sanno che gli animali selvatici vivono molto meglio nel loro habitat naturale
e che comunque tutti gli animali, sia selvatici che domestici, non vivono bene in gabbie, costretti ad
apprendere comportamenti molto complessi, inutili, grotteschi e per loro innaturali, che umiliano la
loro dignità e la loro intelligenza.
Forti di queste preoccupanti considerazioni, qualche anno fa la LAV chiese al Ministro
dell‟Istruzione di vietare alle istituzioni scolastiche la possibilità di promuovere la partecipazione
degli alunni a spettacoli circensi con animali, ma ci fu risposto che “compete alle istituzioni
scolastiche determinare le attività extracurriculari da adottare in favore degli allievi”. Sta di fatto che
i circhi continuano ad avere promozioni all‟interno dei plessi scolastici, più volte trasformati in vere
e proprie prevendite di biglietti di uno spettacolo che propone, nell‟era della
multimedialità,“esibizioni” di animali da serraglio ottocentesco.
Nell'attuale momento storico caratterizzato da un sempre più diffuso disagio giovanile e da
un'escalation di violenza, tutti questi elementi dovrebbero essere presi seriamente in
considerazione. Nulla è più educativo dello spettacolo della libertà e del rispetto per gli altri.
Finanziamenti pubblici
L‟antiquata legge (n.337) sul circo, risalente al 1968, riconosce alle imprese circensi una “funzione
sociale” e questo status garantisce loro contributi consistenti. Il Ministero per i beni e le attività
culturali ogni anno elargisce agli spettacoli circensi cifre elevatissime. Le sovvenzioni
appartengono principalmente al capitolo di spesa del Fondo Unico dello Spettacolo (FUS) strumento finanziario per sostenere le attività del cinema e degli spettacoli dal vivo.
Il FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo), relativo ai circhi e alle attività di spettacolo viaggiante,
gestito dalla Direzione Generale dello Spettacolo dal Vivo del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, è stato così ripartito negli ultimi anni:
2006: 5.691.814,97 euro
2007: 6.692.770,97 di euro
2008: 6.793.976,00 di euro
2009: 5.755.010,97 di euro
Per l‟anno 2010 lo stanziamento stabilito per i circhi è di 6.252.883,32 di euro.
Alle notevoli cifre di denaro devolute in favore di questo genere d‟intrattenimento non corrisponde
un'azione di controllo efficace rispetto ai casi di maltrattamento e/o di acquisizione e impiego di
animali appartenenti a specie protette ed esotiche, poiché la legge proibirebbe, in tali casi,
l’erogazione di qualsiasi sostegno economico, ma ciò di fatto non avviene. Se appaiono
condivisibili i contributi stanziati a supporto delle scuole di circo contemporaneo, risulta
incomprensibile il fiume di denaro pubblico nei confronti di talune strutture circensi, come ad
esempio il colosso Togni che nel 2009 ha usufruito di contributi pari a 700.000,00 euro suddivisi tra
varie società con sedi legali diverse. Segue la famiglia Casartelli del circo Medrano, con poco
meno di 350.000,00 euro, e la società Pista 2000 di Moira Ofei con 300.000,00 euro. In
contrapposizione, il riparto del FUS complessivamente destinato alle iniziative promozionali,
assistenziali ed educative si è attestato al di sotto dì 1.000.000,00 di euro.
Il Decreto stabilisce che il contributo viene a decadere in caso (Art. 7, Comma 2) di
condanna definitiva a seguito di delitti di cui al Titolo IX bis del libro II del Codice penale
(dei delitti contro il sentimento per gli animali) o di ogni altra violazione di disposizioni
normative statali e dell’Unione Europea in materia di protezione degli animali. Tra i vari circhi
che hanno avuto accesso al contributo ve ne sono alcuni, oltre a quelli con condanne per
maltrattamento animale, segnalati per gravi irregolarità:
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Circo Lidia Togni: nel febbraio 2008 condannato ex art.727 Codice penale
(maltrattamento di animali). In seguito, l‟IMPRESA CIRCENSE ARTE VARIA LIDIA TOGNI
SRL” ha ricevuto nel 2008: 85.000,00 €, nel 2009: 121.673,00 €
Circo Città di Roma: decreto penale di condanna ex art. 727 C.p. (maltrattamento di
animali) presso il Tribunale di Palermo, Gip dott. Giuseppe Rizzo, con sentenza n. 473/05.
Ha ricevuto i seguenti contributi pubblici: nel 2008 65.500,00 €, nel 2009: 35.000,00 €
Circo Nazionale Italia Hamar di Coda Prim: nel maggio del 2009 un operaio del circo (a
detta dei circensi, lo stesso titolare Coda Prim da altre fonti) viene ripreso, durane la
tournée in Grecia, mentre colpisce ed arpiona ripetutamente il capo di un‟elefantessa,
Andra, con una spranga uncinata di metallo. Attualmente è ancora in corso il procedimento
penale intentato dalle associazioni animaliste greche. Mentre le autorità governative greche
hanno dichiarato questo comportamento ai limiti della barbarie e non in armonia con la loro
cultura, lo Stato Italiano ha finanziato proprio le tournée all'estero del Circo che nel 2008 ha
beneficiato di 20.000,00 € e nel 2009 di 25.000,00 €.
Circo Martini Orfei: nel gennaio 2010, con una video-denuncia della LAV e di Striscia la
Notizia (Canale 5) vengono smascherati elefanti perennemente tenuti a catena, a Bari.
Questo Circo ha beneficiato dei seguenti contributi: nel 2008, 30.000,00 €; nel 2009:
5.000,00 €.
Circo Martin Show: nel 2010 alcuni volontari della LAV hanno accertato che il circo ha
proposto un‟esibizione vietata in Italia, ovvero un cavallo con in sella un a tigre, che
trascina un carretto con un orso. Nel 2008 questo circo ha ricevuto 10.000,00 €, nel 2009:
33.087,00 €.
Circo di Barcellona: nel gennaio 2010 il titolare viene condannato per detenzione di tigri
prive delle prescritte certificazioni CITES e per utilizzo degli animali posti sotto sequestro.
Ebbene, nel 2008 ha beneficiato di 20.000,00 €, nel 2009 di altri 20.000,00 €.
Circo Miranda Orfei: in attesa di decreto penale di condanna per maltrattamento e
detenzione incompatibile. Nel 2008 ha beneficiato di 35.000,00 €, nel 2009 di 30.000,00 €.
Il circo senza animali
Sono almeno 16 i Paesi che stanno vietando – del tutto o parzialmente – l’esibizione di circhi
con animali. In Italia, invece, lo Stato continua a finanziare circhi che, nella maggioranza dei casi,
basano la gran parte dei numeri sull‟utilizzo di animali. Eppure in questi anni il Circo
contemporaneo (senza uso di animali) si è andato affermando con grande successo di pubblico,
come il Cirque du Soleil, famoso in tutto il mondo per il suo spettacolo basato esclusivamente su
artisti umani. Giocolieri, clown ed equilibristi, ma anche cantanti e ballerini, danno vita ad
indimenticabili show pieni di attrattiva. Molti circhi a livello internazionale si sono già riconvertiti a
uno spettacolo senza uso di animali ed altri ancora lo stanno facendo.
Costa Rica: nel 2002 il Presidente firma una legge che bandisce qualsiasi numero con anim ali
selvatici. Nel 2005 il Governo approva una legge che proibisce di detenere i delfini e le balene in
cattività. La legge vieta anche di nuotare con questi mammiferi marini sia in cattività che in natura.
Belgio, 2004: la legge in vigore vieta l‟uso di lama, cammelli, dromedari, canguri, rinoceronti,
giraffe, ippopotami, scimmie, rettili e squali al circo, mentre consente l‟attività ai circhi che
adoperino cani, colombe, elefanti, tigri, leoni e cavalli. Inoltre pone un tetto massimo di 24 viaggi
per stagione e fissa delle dimensioni molto precise per le gabbie e gli alloggiamenti degli animali.
Austria: nel 2005 il Federal Act on the Protection of Animals sancisce il divieto totale dell‟utilizzo di
animali esotici e selvatici in circhi o spettacoli viaggianti.
Bolivia, 2009: ha istituito quello che è stato definito il primo bando mondiale di tutti gli animali nei
circhi in quanto include anche gli animali domestici. La legge afferma che l‟uso degli animali nei
circhi “costituisce un atto di crudeltà” e ha concesso un anno di tempo ai circensi per adeguarsi.
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Portogallo: con decreto 1226 dell‟ottobre 2009 il Governo proibisce la detenzione di animali
contenuti in un elenco in appendice che, di fatto, include tutti i selvatici. Dalla proibizione non sono
fatti salvi i circhi.
Inghilterra: il 1 aprile 2010 il Governo annuncia che vieterà l'uso di animali selvatici nei circhi dopo
che la popolazione si è schierata apertamente in favore del divieto. L‟Associazione Britannica dei
Veterinari si è detta “entusiasta” della prospettiva del bando.
Brasile: il 20 aprile 2010 la Commissione parlamentare dell'istruzione e della cultura del
Congresso brasiliano ha approvato un testo di legge che vieta l'uso di animali selvatici e domestici
alle attività del circo ora all‟esame per la definitiva approvazione da parte del Congresso.
Croazia: proibito tenere animali selvatici nei circhi e utilizzarli in spettacoli circensi ed altri tipi di
spettacoli.
Finlandia: divieto nazionale di utilizzo dei selvatici, con poche eccezioni.
Slovacchia: divieto di animali compresi in CITES.
Svezia: divieto per la maggioranza dei selvatici.
Danimarca: divieto, con poche eccezioni, di utilizzo dei selvatici.
Estonia: divieto assoluto di utilizzo dei selvatici.
Polonia: poche deroghe al divieto di utilizzo dei selvatici.
Repubblica Ceca: divieto all‟utilizzo di animali nei circhi con qualche eccezione.
Malta: divieto di utilizzo delle specie comprese in CITES.
India: divieto parziale in merito all‟utilizzo di specie selvatiche.
Singapore: divieto parziale in merito all‟utilizzo di specie selvatiche.
Divieti locali per Grecia, Spagna, Stati Uniti, Canada, Argentina, Colombia, Australia, Nuova
Zelanda e Israele
Malessere animale
 Spazio e movimento
Le modalità di cattività degli animali nei circhi - nonostante le norme CITES prevedano “standard
minimi di benessere” - sono inadatte ai loro bisogni etologici. Un circo di medie dimensioni può
arrivare a occupare un‟area compresa tra i 3000 e i 5000 metri quadrati (roulotte, tendone e
camion compresi) e ospitare fino a 120-150 animali. In una superficie tanto esigua, è inevitabile
che un grande felino viva in un contenitore metallico di tre metri quadrati, che l’elefante sia
ancorato a due cortissime catene invece di avere la possibilità di muoversi nei quindici metri
quadrati previsti dai parametri CITES per il corretto mantenimento di molti degli animali.
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Le tigri, ad esempio, in natura sono felini solitari che comunicano con tracce odorose, lasciate in
punti opportuni del loro territorio che può raggiungere le centinaia di chilometri quadrati. Mangiano
quando sono affamate e sono in grado di stare giorni senza alimentarsi. Nelle strutture circensi
sono invece costrette in pochissimi metri quadrati di superficie, a volte in gruppi di 10-15 e
vengono nutrite sempre allo stesso orario.
Allo stato brado gli elefanti trascorrono dal 40 al 75% del loro tempo mangiando. L‟elefante
asiatico può consumare tra il 33,6 e il 44,4 kg di erba (1,5-1,9% del loro peso corporeo) in 12 ore
(Sukumar 1992). L‟elefante africano può percorrere dai 30 ai 50 km in un singolo giorno ( Leuthold
1977) e trascorre il 57% del giorno muovendosi e nutrendosi nel delta dell‟Okavango ( Evans 2006).
Al contrario negli zoo l‟attività fisica è limitata e il pascolo non è disponibile nel 90% (18 volte su
20) degli zoo europei che hanno elefanti asiatici. In cattività, gli elefanti sono spostati tra le varie
strutture, distruggendo i legami sociali tra i membri dei gruppi e ostacolando l‟acquisizione dell e
conoscenze relative ai comportamenti materni. Questo trattamento delle femmine si pensa porti
alla morte dei cuccioli, e si pensa anche che sia la causa dell‟alta percentuale di feti nati morti e di
mortalità infantile, dovuta ad infanticidio, negli zoo e circhi europei, se comparati con gli animali
allo stato selvatico.
 Stereotipie e malattie atipiche
La prigionia genera negli animali movimenti stereotipati e ripetitivi, sintomo di grave stress. Le
stereotipie sono comportamenti ripetuti senza alcuno scopo apparente, che si sviluppano quando a
un animale in cattività viene impedito di svolgere un comportamento di cui sente l‟esigenza. Le
stereotipie tendono ad avere una frequenza maggiore man mano che aumentano le restrizioni nel
movimento e di conseguenza negli ambienti più spogli.
Lo stress correlato alla cattività e le pratiche alimentari scorrette portano anche allo sviluppo di
alcune malattie raramente riscontrate in natura (Banks et al 1999):
sviluppo di problemi ad articolazioni, danni ai legamenti delle zampe e problemi di ernia
negli elefanti, tutti causati sia dall‟obesità che li colpisce in seguito allo scarso movimento
sia a causa della continua assunzione di posizioni scorrette durante le esibizioni (Lindau
1970; Kuntze 1989; Kurt & Hartl 1995; West 2001).
Sviluppo di problemi alla pelle, per gli elefanti, dovuto alla mancanza di bagni di fango
(Reitschel 2002).
Sviluppo di deficienza di proteine nei primati (Wiesner 1986).
Sviluppo di rogna nei cammelli (Wiesner 1986).
 Interazione sociale
Nei circhi e generalmente nella cattività, spesso non si può evitare che animali sociali vengano
invece detenuti singolarmente o in gruppi più piccoli della media allo stato naturale, oppure in
raggruppamenti che in natura non esistono. Questo sconvolge qualsiasi legame sociale di gruppo
esistente che animali altamente sociali, come ad esempio gli elefanti, possono aver sviluppato nel
loro precedente ambiente di detenzione in cattività ed ha potenzialmente conseguenze serie per il
benessere degli animali e per la futura riproduzione.
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 Esibizione
Esibirsi di fronte a spettatori può causare grande stress agli animali non-domestici. I forti rumori
sono un fattore di stress ben riconosciuto per gli animali in cattività; lo stress acustico all‟interno e
oltre i valori acustici umani, possono causare alterazioni critiche nei parametri psicologici. Le tigri
possono sviluppare gastroenteriti come conseguenza di rumori forti e persistenti. I forti rumori e la
presenza di folla umana può causare il rannicchiarsi gli uni contro gli altri, comportamento avverso,
vigilanza e fughe, in animali come primati, orsi e ungulati selvatici in cattività.
 Viaggio
Il movimento forzato, la convivenza con gli umani, il rumore, il movimento delle carrozze e la
reclusione costituiscono fonte di stress per gli animali in cattività; il carico e lo scarico, la presenza
di acqua e cibo, l‟opportunità di riposare e la temperatura sono fattori chiave del benessere da
considerare durante il trasporto.
L’addestramento
A partire dalla metà del „900 s‟inizia a parlare di “addestramento in dolcezza”, un metodo che
dovrebbe basarsi su un rapporto di fiducia tra uomo e animali, di rinforzo positivo al comando e
non sulla violenza. La realtà dell‟addestramento nei circhi è ben diversa.
Nell‟ultimo ventennio, periodo che vede una crescita esponenziale della maturata sensibilità nei
confronti del mondo animale, in particolare le grandi famiglie circensi italiane si sono date un gran
da fare per convincere l‟opinione pubblica che i propri animali, rigorosamente nati in cattività e non
prelevati in natura, sono acquistati per curarne direttamente l‟addestramento, in dolcezza. Il loro
rapporto con gli animali sarebbe basato su amore e rispetto: un rapporto costante uomo-animale
che porterebbe a gravi conseguenze qualora venisse interrotto.
Ma proprio alcuni dei promotori di questo tipo di addestramento, ripresi “fuori onda” a compiere
violenze inaudite verso gli animali, sono stati condannati per maltrattamento.
A seconda della fisiologia della specie, i metodi di preparazione degli animali si basano in genere:
sulla paura del dolore fisico
sulla privazione del cibo
L‟addestramento degli animali utilizzati negli spettacoli circensi si può dividere in due fasi distinte:
la prima mira a “spezzare” l‟animale e a imprintare in lui la paura relativamente ad alcuni
oggetti specifici (frusta, bullhook, ecc.) e a fargli capire come sia impossibile liberarsi,
ribellarsi o fuggire. L'addestramento avviene una volta sola e serve, principalmente, non
tanto a far compiere determinati esercizi all‟animale, bensì a fargli capire chi comanda e
quali saranno le conseguenze in caso di disobbedienza. Alcuni comportamenti sono
quasi impossibili da mettere in atto per alcune specie, che li assumeranno solo perché
spinte dalla paura. Botte e continue intimidazioni caratterizzano per esempio
l‟ammaestramento degli elefanti, indotti ad agire da pungoli elettrici e uncini. I grandi
felini vengono invece abituati a temere la frusta e i bastoni, il solo schiocco dello scudiscio
o la vista del bastone fa ricordare loro cosa rischiano se non effettuano l‟esercizio nei modi
e nei tempi imposti.
Foto Sam Haddock/Peta
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Foto Sam Haddock/Peta
La seconda fase più che addestramento può definirsi un allenamento e prevede la
ripetizione quotidiana di esercizi che possono anche subire delle variazioni, così come
avviene per gli altri artisti del circo.
Da dove provengono gli animali-acrobati?
La presenza di animali nei circhi è conseguenza di:
acquisto da strutture specializzate nella riproduzione e/o primo addestramento;
nascite nel circo;
cessione da zoo (pratica illegale, ma ammessa dai circensi stessi);
prelievo in natura.
E' incredibile che si continui a credere che gli animali siano nati tutti nei circhi o comunque in
cattività, dato che le rare nascite vengono pubblicizzate con enfasi e non sono certo tali da
soddisfare le continue acquisizioni di animali. Vi sono più giraffe e zebre nei circhi di quante ne
siano nate in tutti i circhi, zoo e parchi faunistici messi assieme!
Il movimento interno degli animali non si limita alla cessione temporanea di numeri ma anche alla
cessione definitiva, da parte di circhi “ricchi” a circhi con meno disponibilità finanziarie, di animali
ormai vecchi. Vi sono anche stati casi di cessione a privati.
Vi sono circhi che intraprendono lunghe tournée verso Paesi in cui ottenere animali esotici e false
certificazioni Cites non è poi così difficile.
E‟ poco credibile l‟affermazione che i domatori/proprietari svolgono personalmente la doma iniziale
dei propri animali. Lo scorso anno il famoso circo di Nando Orfei ha acquisito 4 nuove tigri arrivate
dalla Spagna, già “preparate” da Mary Chipperfield che ne curò direttamente la consegna al
domatore Emidio Bellocci (fonte: Ufficio Stampa Circo Bellucci 18.7.2009). Mary Chipperfield, che
in Spagna gestisce un blindatissimo centro di addestramento per animali da circo, è stata costretta
a fuggire dall'Inghilterra dove è stata processata per gravi maltrattamenti a danno degli animali,
tanto che fu diffidata dal detenerne. La crudeltà dei suoi metodi è stata documentata in maniera
incontrovertibile.
I leoni di Martin Lacey junior, che ha vinto il Clown d'oro a Montecarlo, e proprietario di due leoni
bianchi, provengono dagli allevamenti dei Chipperfields.
Le tigri di Stefano Nones Orfei del circo di Moira Orfei provengono dai Chipperfields e cosi i suoi
due leoni bianchi, Ginevra e Artu. Dal Krone al Knie, Orfei, Bellucci e Togni, Pinder e Lacey, chi
può permetterselo rinnova il numero coi felini (prevalentemente tigri) e chi ha denaro va dai
Chipperfields, rivendendo i "vecchi" felini ai circhi minori che li useranno ancora per qualche anno
nell'attesa di un altro gruppo dismesso.
Animali sconosciuti arrivano già imprintati e vengono “affittati” o “prestati” con estrema
facilità: lo scorso Natale il Circo Americano a Roma presentava 3 tigri, mentre il resto del gruppo
era stato noleggiato all'Herman Renz in Olanda e gli elefanti frazionati tra il Medrano Francese e
l'Arlette Gruss. Lo stesso fa il circo di Praga dei fratelli Cristiani: le tigri vengono noleggiate col
domatore Redi Cristiani e nel circo tengono l'essenziale. Animali che vanno e vengono come
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pacchi in giro per l'Europa, molto spesso finendo nelle mani di altri addestratori proprio come nel
caso degli stessi Artù e Ginevra, i due leoni bianchi acquistati nel 2007, che alla fine del 2008
erano già stati prestati al circo Mundial in Spagna e che sono rientrati al Moira Orfei all‟inizio del
2010.
Le proposte della LAV
Da molti anni la LAV si batte per l‟emanazione di una legge nazionale che preveda la riconversione
dei circhi in spettacoli senza animali. Il tema continua purtroppo a trascinarsi di legislatura in
legislatura, divenendo ormai prioritario.
In particolare, la LAV chiede:
 l divieto, alle imprese circensi e alle mostre e/o esposizioni faunistiche, di ogni ulteriore
acquisizione di animali come quella derivante da scambi, cessioni gratuite, affitti, acquisti,
riproduzione;
 la graduale ricollocazione, entro due anni, degli animali detenuti nei circhi e nelle mostre
e/o esposizioni faunistiche, presso strutture in grado di garantirne il benessere e il
sostegno pubblico, e il sostegno pubblico a tale attività;
 la creazione e il sostegno di centri di accoglienza che possano ospitare animali man mano
non più utilizzati.
A livello locale, grazie all‟azione di sensibilizzazione e di denuncia svolta dalla LAV, sono sempre
più numerose le amministrazioni comunali che emanano ordinanze o approvano regolamenti
restrittivi per l‟attendamento dei circhi sul territorio di loro competenza.
Cosa puoi fare tu
 Ai mezzi d‟informazione la LAV chiede di assolvere la funzione d‟informare in modo
esaustivo il pubblico circa le drammatiche condizioni di prigionia e di lavoro degli animali
nei circhi, e di non ospitare questo genere di spettacolo nei palinsesti.
 Alle famiglie e a tutti i cittadini la LAV chiede di preferire sempre spettacoli senza uso di
animali e, alle scuole, di non portare gli studenti ad assistere a spettacoli di circhi con
animali perché sarebbe un‟esperienza davvero diseducativa.
 Non accettare di assistere passivamente a questo genere di spettacolo, ma rifletti su quelle
che sono le reali condizioni di vita imposte agli animali e chiedi con noi un circo che non sia
basato sulla sottomissione e sulla prigionia degli animali.
 Puoi sostenere questa campagna firmando la petizione della LAV rivolta ai Ministri dei Beni
e delle Attività Culturali, dell‟Ambiente e della Salute, e ai Presidenti di Camera e Senato, e
divulgando i materiali informativi della LAV su questo tema (www.lav.it)
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