Amici - Natale 2012

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Amici - Natale 2012
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• N. 18 • NATALE 2012 •
Con l’Avvento inizia il nuovo anno liturgico. E l’inizio fonda in noi l’attesa.
Il Natale è la venuta del Signore, il compimento della profezia; l’attesa
viene dunque colmata. Poi c’è il Capodanno. Insomma, siamo in un periodo dove è inevitabile porsi domande sul tempo, sul suo passare e sul
suo confluire e in qualche modo finire. Proprio la liturgia, lungo
l’anno, ci fa vedere che il tempo non finisce, ma rientra nell’eternità. E la liturgia con i suoi sacramenti fa vedere
come con l’ingresso del tempo nell’eternità si trasfigurano tutte le cose di cui il tempo è stato riempito,
nutrito. Un giorno anche il tempo di ognuno
di noi confluirà in modo definitivo al Signore. Ogni passaggio durante l’anno liturgico ci richiama a fare una sosta e a
vedere con che cosa nutriamo il nostro
tempo, come trascorre e cosa lascia
nelle nostre mani. L’anziano Simeone alla fine della vita non ha
le mani vuote, ma si trova a
stringere il proprio Signore e
Salvatore. Il Vangelo ci ricorda
con poche parole che Simeone
è giunto a questo dono immenso e totale attraverso i
passi piccoli e fedeli di ogni
giorno della sua lunga vita.
È ciò che auguro a voi, cari
amici e benefattori del Centro Aletti, per questo santo
Natale e per il nuovo anno.
L’équipe del Centro Aletti,
nella comunione della preghiera con e per voi vi augura che ogni sera della
vostra vita, ma soprattutto
nella notte di Natale, possiate scoprire con stupore e
constatare con gratitudine
come matura in voi la Parola di Dio, come cresce il
piccolo Gesù nelle
vostre mani.
Sulle orme di Cirillo e
Metodio a Roma
Fin dai tempi di Carlo V, i pellegrini dalla
Cechia e dalla Moravia hanno una loro casa a
Roma. Oggi il Centro Velehrad gode di una
straordinaria posizione sulle pendici del Gianicolo, dalla parte che direttamente porta a San
Pietro. Dato che quest’anno ricorrono i 1150
anni dall’inizio dell’opera di evangelizzazione
dei santi Cirillo e Metodio e che Roma è una
città che ha tante loro memorie, abbiamo pensato di chiedere al Centro Velehrad, che offre
una proposta di guida proprio per questi luoghi
cirillo-metodiani romani, una riflessione su
questa iniziativa, che può aumentare la nostra
capacità di “respirare con i due polmoni”.
L’anno cirillo-metodiano, che ricorda
i 1150 anni dall’inizio della missione
evangelizzatrice dei due fratelli di Tessalonica nella Grande Moravia nell’863, per
una felice coincidenza si celebra durante
lo speciale Anno della fede indetto da Benedetto XVI e come “inaugurato” dal Sinodo dei Vescovi sulla nuova evangelizzazione. L’intreccio è già di per sé eloquente.
Se poi aggiungiamo che l’Anno della fede
ha l’esplicito intento di ricordare i 50 anni
dal Concilio Vaticano II, le coincidenze si
fanno invito alla riflessione. Tutti sappiamo che la “preoccupazione” del concilio
(del quale uno dei principali intenti fu
promuovere l’unità di tutti i cristiani, altra
interessante “coincidenza”!) era non
tanto il contenuto della fede, quanto il
modo di annunciarla nelle mutate situazioni storiche, in quale “lingua” (e non è
questione solo del latino!) “parlare” all’uomo contemporaneo. Interessante in
questo senso rileggere l’appello che il
principe della Grande Moravia Rastislav
rivolse all’imperatore Michele III e alla
Chiesa di Costantinopoli, che risposero
inviando i santi fratelli Cirillo e Metodio:
“Il nostro popolo, da quando ha respinto
2
il paganesimo, osserva la legge cristiana; però non abbiamo un maestro che sia in grado
di spiegarci la vera fede nella nostra lingua...”. La vera fede nella nostra lingua! E i due
fratelli inizieranno la loro opera missionaria partendo sì dalla lingua slava, per la quale
inventeranno un apposito alfabeto, detto poi appunto cirillico, ma “desiderarono diventare simili sotto ogni aspetto a coloro ai quali recavano il Vangelo; vollero diventare
parte di quei popoli e condividerne in tutto la sorte. Per tradurre le verità evangeliche
in una lingua nuova, essi dovettero preoccuparsi di conoscere bene il mondo interiore
di coloro ai quali avevano intenzione di annunciare la Parola di Dio con immagini e
concetti che suonassero loro familiari… Si trattava di un nuovo metodo di catechesi.
Per difenderne la legittimità e dimostrarne la bontà, san Metodio non esitò, prima insieme col fratello e poi da solo, ad accogliere docilmente gli inviti a Roma” (Giovanni
Paolo II, Slavorum apostoli, 9.11).
“Siamo venuti per essere uniti…”, così si presentarono a Papa Adriano II nell’869.
“Il Papa aveva compreso la grande importanza della loro eccezionale missione. Dalla
metà del primo millennio, infatti, gli slavi si erano installati numerosissimi in quei territori posti tra le due parti dell’Impero romano, l’orientale e l’occidentale, che erano
già in tensione tra di loro. Il Papa intuì che i popoli slavi avrebbero potuto giocare il
ruolo di ponte, contribuendo così a conservare l’unione tra i cristiani dell’una e dell’altra parte dell’Impero. Egli quindi non esitò ad approvare la missione dei due Fratelli
nella Grande Moravia, accogliendo e approvando l’uso della lingua slava nella liturgia.
I libri slavi furono deposti sull’altare di Santa Maria ad Praesepe (Santa Maria Maggiore) e la liturgia in lingua slava fu celebrata nelle Basiliche di San Pietro, Sant’Andrea,
San Paolo” (Benedetto XVI, Udienza Generale del 17 giugno 2009).
La tradizione vuole che la casa del senatore Pudente, sulla cui area sorge adesso la
Basilica di Santa Pudenziana e la vicina Santa Prassede fosse la casa che ospitò Pietro e
Paolo e che proprio in questo stesso luogo, dove poi era sorto un monastero di rito
greco, abitassero negli anni della loro venuta a Roma (ca. 867-869) i santi Cirillo e Metodio. In particolare, fu probabilmente in questo monastero presso Santa Prassede che
Cirillo fece la sua professione monastica poco prima della morte, avvenuta il 14 febbraio
869. Cirillo fu sepolto nella Basilica di San Clemente, presso quelle reliquie del Papa
martire che egli stesso insieme con il fratello aveva ritrovato e portato in dono a Roma.
Come Centro Religioso Boemo“Velehrad” cerchiamo di proporre un pellegrinaggio
a Roma su questi luoghi, sulle orme dei fratelli Cirillo e Metodio con il loro stesso
atteggiamento interiore: venire a Roma per essere uniti, venire a Roma per chiedere la
grazia della conferma della fede, fede unica dell’unica Chiesa, venire a Roma per sperimentare l’anelito all’unità…
Velehrad... Luogo simbolo della eredità cirillo-metodiana, luogo dei famosi Congressi
unionistici che già all’inizio del secolo scorso furono qui vissuti e, a proposito di coincidenze, c’è un’interessante lettera datata 1927, del futuro Papa Giovanni XXIII, allora
Visitatore apostolico in Bulgaria, indirizzata proprio ai congressisti radunati a Velehrad!
Non sarà sfuggita agli Amici del Centro Aletti la “coincidenza” Velehrad – padre
Špidlík! Proprio il desiderio di partecipare all’eredità spirituale di padre Špidlík, che
dell’Associazione Centro Velehrad faceva parte, ci spinge a cercare le vie, le forme, le
iniziative, perché il Centro Velehrad diventi luogo di incontro e di scambio per la conoscenza reciproca di queste “due correnti di tradizioni cristiane che hanno dato vita
all’Europa” come si è espresso Giovanni Paolo II, proclamando Cirillo e Metodio
compatroni d’Europa.
I primi cristiani hanno spesso
visto nell’albero maestro della nave il simbolo della croce,
che è la rivelazione dell’amore realizzato da Cristo, amore che dona la vita. Sulla
“croce” si stende la vela della
fede, per raccogliere il vento
dello Spirito Santo che, con la sua forza, fa
muovere la nave. La barca “Velehrad” rimanda alla Chiesa, dove le persone quotidianamente possono sperimentare accoglienza,
comunione, testimonianza di vita. Il centro è
INFO: CENTRO VELEHRAD
Cristo, che dà senso a tutto ciò che ogni giorno
Via delle Fornaci, 200, 00165 Roma
la vita ci porta, anche a ciò che non comprentel. 06 636256
diamo. E lo Spirito Santo, che è la vita e dà
[email protected]
la vita, ci ispira nel nostro navigare nel mare
www.velehrad.net
della vita.
No v i
tà
No v i
tà
M. TENACE
Cristiani si diventa
Gli stessi Padri che
hanno aiutato ad elaborare il dogma nei
concili hanno anche
descritto in termini
molto concreti la vita cristiana che vi
corrispondeva. Ecco allora le letture
patristiche che accompagnano il percorso del libro: la Vita di Antonio di
Atanasio, il trattato Sullo Spirito Santo
di Basilio, le Omelie sulle beatitudini di
Gregorio di Nissa, gli scritti sulle virtù
e i vizi di Cassiano... nella ricerca di
una corrispondenza tra dogma e vita
cristiana.
In u
sci t
a
Il rosso della piazza
d’oro
Intervista con p. Rupnik
Perché l’arte si è spostata
dal santuario nella galleria e qual è la via della
sua riconciliazione con la fede? Come
creare per la Chiesa a partire dalla
Chiesa e come attingere dalla visione
escatologica per una vera creatività
cristiana? Quale rapporto hanno l’artista e il credente con la materia del
mondo e come accogliere la rivelazione del Volto del Signore?
Queste e altre questioni si aprono in
questa intervista, dove la riflessione
teologica si intreccia con il racconto
in prima persona.
Quanti metri da fare?
Domani (20 nov.) si parte per la Romania. Dall’ultimo bollettino, considerando che in mezzo c’erano pure le
vacanze, potremmo riempire lo spazio già
solo con l’elenco dei cantieri fatti, che da
maggio a oggi sono ben 9. Sui metri quadrati non possiamo mai essere troppo precisi, perché siamo ogni volta in balia del
nostro grande pedagogo che, secondo una
valutazione psicologica fatta a colpo d’occhio sullo stato dell’atelier, ci fa credere
che i metri da fare siano di più o di meno,
sulla base di quello che sarà bene per noi!
L’angolo di
A. SCHMEMANN
Per la vita del
mondo
No
v i tà
Schmemann afferma
con decisione che
pensare a Dio in terA. SCHMEMANN
mini di religione, cioè
Credo...
opponendolo alla vita, provoca una riUn’introduzione al conduzione della fede cristiana. In questo
tenuto della fede crimodo i cristiani rendono opaco il monstiana chiaro, semplice,
do, invece di trasformarlo in “vita in
profondo, che può esseDio”.
re letto con profitto spiL’autore ci offre una visione dei sacrarituale
a
qualunque
livello si trovi il
menti radicata nella tradizione e allo
stesso tempo profondamente nuova e at- lettore con uguale gusto e intensità:
dal principiante, come da chi è avanti
traente per l’uomo di oggi.
nel cammino di fede. Un maestro che
richiama come nella fede si possa comunicare il contenuto solo come vita
In u
e come tentativo di spiegare l’espesci t
Gianmarco Busca
rienza, e quindi come l’educazione
a
religiosa non sia nient’altro che il diG. BUSCA schiudere ciò che accade alla persona
Profumo di quando nasce di nuovo attraverso l’acprimavera qua e lo Spirito ed è resa membro della Chiesa.
Tutte le chiese cristiaProfumo di primavera
ne celebrano al cuore
della loro fede il mistero del Signore Gesù
Confezione da
morto, sepolto e risorto. Senza Pasqua
6 cartoline di Natale
non c’è vita nuova nello Spirito e senza
con busta
vita nuova non c’è vita di Chiesa. Le li7€
turgie delle chiese apostoliche d’Oriente
Per ordinativi
rappresentano un immenso forziere della
maggiori
tradizione della chiesa indivisa a cui tutti
di 10 confezioni
i credenti in Cristo possono attingere ri5€
tuali, preghiere, testi meditativi e inni di
rara poesia per contemplare le insondabili ricchezze contenute nel mistero
Lipa Edizioni via Paolina 25, 00184 Roma,
riassunto nella parola “pasqua”.
tel. 06/4747770 - Fax : 06/485876,
La settimana santa con i cristiani d’oriente
Lipa
[email protected]
Difficile raccontarli tutti, ma difficile
pure non raccontarli, perché quest’anno
più che mai ciascuno di loro è stato così
particolare che sembrerebbe quasi un’offesa non menzionarne esplicitamente
qualcuno.
1. Alla fine di aprile abbiamo fatto il
mosaico nell’infermeria dei padri gesuiti
a Roma. In quella Presentazione al tempio e nell’attesa di Simeone che alla fine
della vita può finalmente ricevere il Salvatore tra le mani c’è ogni attesa, anche
la lunga attesa di questo mosaico che in
un bellissimo biglietto i padri della comunità hanno reso eloquente e tanto
simpatica.
2. A metà maggio si parte per un tour
di tre mosaici, in Francia, Spagna e Portogallo, così si risparmia tempo e benzina. Le forze un po’ di meno, ma queste
costano meno. La prima tappa è stata
Tarbes, vicino a Lourdes, dalla congregazione delle Figlie di Nostra Signora
dei Dolori. Questa è stata una commedia a tutti gli effetti. Non si possono
spiegare le telefonate fatte per riuscire a
far consegnare le pallets con il materiale.
Ad ogni telefonata sembrava che non ci
fossimo parlati due ore prima, sempre le
stesse persone ma alternate così che
ognuno aveva informazioni continuamente diverse. E la domanda era: uno di
3
noi è fuso, ma chi??? In compenso il
mosaico con il primo esperimento di
torre eucaristica è riuscito così bene che
ci siamo meritatati una bellissima scatola
di cioccolatini francesi.
3. Da Tarbes a Idanha, vicino a Lisbona, nella cappella della casa di salute
mentale delle suore ospedaliere. Per
queste suore abbiamo fatto ormai così
tanti mosaici, in diversi loro ospedali che
non è strano che da loro ci sentiamo
sempre come a casa nostra.
4. Il nostro giro si è concluso a Gijon,
dove abbiamo realizzato la Cappella del
Santissimo. L’accoglienza ricevuta dal
parroco don Javier, con l’équipe delle
suore che collabora con lui, da Chema
l’architetto che in questi anni di attesa e
preparazione è sempre stato di una solerzia e puntualità impressionanti, uniti
al fatto che la chiesa si trova proprio a
picco sull’Oceano Atlantico ha reso più
facile sopportare il terzo cantiere. Abbiamo scoperto la bellezza delle Asturie
sotto tutti gli aspetti – naturale, umano e
culturale. Qualcuno di noi dice meglio
la natura che la cultura, ma questa volta
una non escludeva l’altra!
5. Al rientro, giusto il tempo di un respiro e nel giro di dieci giorni siamo ripartiti per Chiampo, vicino a Vicenza,
dove questa volta eravamo certi che ci
aspettavano almeno 400 mq per il santuario del beato Claudio Granzotto, frate minore e scultore. Dalla foto si vede
bene come ci siamo ambientati in
mezzo ai frati, difficile già distinguerci…
Difficile per noi anche distinguere loro,
perché per lo più li vedevamo dall’alto
14-06-2012
mentre andavano avanti e indietro, chi
con in mano il rosario chi con la macchina fotografica… La cura avuta per
noi da fra Bruno, il padre guardiano,
l’ingegner Ferruccio, Barbara la “nostra”
cuoca, la conosce solo il Signore che ha
benedetto questo lavoro con la grazia di
far fuori un sacco di metri al giorno, così che nel tempo a disposizione siamo
arrivati ben più lontano di come si pensava. Siamo riusciti anche a non vestire
san Francesco come un cappuccino, che
era la più grande preoccupazione che
serpeggiava tra i frati!
6. Dai cappuccini invece ci siamo riservati l’impresa di agosto, mese perfetto
per riprendere a pieno ritmo dopo le vacanze di luglio. Ma per noi i cappuccini
sono sempre i cappuccini, e al Collegio
S. Lorenzo da Brindisi a Roma cominciava da lì a poco il loro Capitolo. Mica
lo potevano fare senza il mosaico dell’abside no? È stato bello concludere
mentre già arrivavano i frati da tutto il
mondo per il capitolo e incontrare facce
già conosciute!
7. Con un’altra corsa contro il tempo,
a settembre siamo partiti per l’Austria in
una casa di esercizi vicino a Klangenfurt
il cui responsabile ha cominciato a chiedere il mosaico quando la posta elettronica ancora non esisteva e perciò ci ha
letteralmente subissato di fax che oggi
davvero mi pento di non aver conservato
perché ne avremmo fatto un bel volume! Qui abbiamo scoperto che l’ospitalità slovena in Austria – si tratta di una
casa della minoranza slovena in Carinzia
– non perde le sue caratteristiche e men-
tre scrivo sento ancora il sapore dello yogurt e del miele che continuamente abbiamo così spudoratamente elogiato che
non potevano non farcene un bel regalo
alla partenza!
8. Da Tainach a Maribor, per un bel
mosaico all’aperto in una stagione che
non è esattamente la migliore per la zona. Ma, diciamo la verità, il tempismo
quest’anno non è stato il nostro forte,
perché anche andare in Romania alla
fine di novembre non è una gran geniata… Grazie a Dio, in Slovenia ci è andata più che bene a parte una tempesta
di vento e pioggia che ha convinto perfino il nostro pedagogo a farci scendere
di corsa dall’impalcatura! E il parroco,
pure lui esaudito dopo anni di attesa,
non ci ha mai fatto mancare i rimedi anti freddo e acqua…
9. Dulcis in fundo, un bellissimo mosaico dalle Suore Preziosine nella loro
casa per ferie... pubblicità sotterranea per
invitarvi a fermarvi lì quando venite a
Roma! È durato troppo poco per quanto era bello starci, ma immaginate che
abbiamo trovato una superficie almeno
doppia di quello che da sempre si diceva
parlando del piccolissimo mosaico che ci
aspettava lì… Forse era meglio farla subito quando ce l’avevano chiesta, dato
che nell’attesa si è arrivati a decidere di
coprirla tutta. Piccolissimo è rimasto solo
il tempo a disposizione…
E con questo mi fermo, il contenuto
di tutti questi mosaici prima o poi lo
trovate sul sito, ma lì mancano questi
piccoli dettagli... Cari amici, Buon Natale a tutti!
28-06-2012
FONDAZIONE AGAPE • VIA PAOLINA 25 • 00184 R OMA • T EL . 06/4824588 • FAX 06/485876 • [email protected] • www.centroaletti.com
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