Il culto a Maria
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Il culto a Maria
1. Introduzione La Chiesa Cattolica Romana si presenta ancora oggi, con i suoi dogmi, come una deformazione dell’originaria fede cristiana. Certo bisogna riconoscere che l’atteggiamento in parte è mutato, si è fatto più aperto, più attento alla Bibbia, più pronto al dialogo. Non si può fare a meno di rilevare, però, con gattopardesco realismo che “è stato cambiato tutto perché non cambi nulla”. Si ha coscienza che un’affermazione di questo tipo non è in armonia con lo sforzo ecumenico dei nostri tempi. Tuttavia, se il Cattolicesimo non riesaminerà completamente le proprie posizioni, non solo verso le altre chiese ma soprattutto verso l’Evangelo, abbandonando tutto quel che è manifestamente non biblico, non sarà mai possibile alcun dialogo serio e costruttivo. 2. «Mariologia» o «Mariolatrìa» Tra le dottrine cattoliche, quella che più di tutte non solo è senza alcun’evidenza biblica, ma addirittura contraria alla Parola di Dio, è il culto a Maria o «mariologia». Ogni vero credente nutre per la Maria dei Vangeli sentimenti e parole di rispetto, tuttavia non può che dissentire dalla dottrina e dalle pratiche religiose che si sono sviluppate attorno alla sua figura in ambito cattolico, dov’è considerata parte essenziale della fede cristiana. Il cattolico devoto chiama Maria innanzi tutto con l’appellativo di «Madonna», un termine che deriva dalla fusione delle parole latine «mea domina» (mia signora), di cui non c’è traccia nelle Sacre Scritture. I modi in cui s’invoca Maria, però, sono tanti e tutti manifestamente non biblici: Regina dei cieli, madre di misericordia, luce dell'anima, speranza nostra, avvocata, ecc. Ciò che la Chiesa cattolica dice di Maria, la Sacra Scrittura l’attribuisce invece a Cristo: «re dei re» (Ap. 19:16), «misericordioso» (Giuda 1:21), «luce» (Gv. 3:19), «nostra speranza» (1 Tim. 1:1), «avvocato» (1 Gv. 2:1). L’attività di Maria, se davvero ci fosse, sarebbe per lo meno superflua. La Chiesa Cattolica, pur riconoscendo che l’adorazione («latrìa») va solo a Dio, per giustificare il culto tributato a Maria, così come ai santi, afferma che esiste anche un culto di venerazione («dulìa»). Secondo questa sottilissima distinzione, quindi, è possibile pregare e invocare i santi senza per questo adorarli. Tra tutti i santi, alla Madonna non si deve una semplice «dulìa» ma una «iperdulìa», in altre parole una venerazione speciale, eccezionale, di là del comune. Il nuovo catechismo della Chiesa Cattolica precisa: «La Santa Vergine “viene dalla Chiesa giustamente onorata con un culto speciale. In verità dai tempi più antichi la beata Vergine è venerata col titolo di “Madre di Dio”, sotto il cui presidio i fedeli, pregandola, si rifugiano in tutti i loro pericoli e le loro necessità… Questo culto… sebbene del tutto singolare, differisce dal culto di adorazione…”». Questa distinzione del culto in gradi è arbitraria: non solo la Bibbia non ne fa parola, ma è anche illogica. Quando ci s’inginocchia davanti a qualcuno per pregarlo, invocarlo e poi portarlo in processione innalzandogli degli altari e affidandogli la propria salvezza, non si è più di fronte ad una semplice «venerazione» ma ad una vera e propria «adorazione». Il culto tributato a Maria in seno alla Chiesa Cattolica non può essere definito semplicemente «mariologia», ossia qualcosa che ha come oggetto la figura di Maria, ma «mariolatrìa», in quanto è un vero e proprio culto divino. 3. Maria «fulgido esempio di fede»? In seno alla Chiesa Cattolica, Maria è vista come il membro perfetto ed eccelso della Chiesa. Il Concilio Vaticano II, l’ultimo concilio cattolico in ordine di tempo, ha affermato: «Mentre la Chiesa ha già raggiunto nella beatissima Maria la perfezione, con la quale è senza macchia ne ruga, i fedeli si sforzano di crescere nella santità debellando i peccati, e per questo alzano gli occhi a Maria». In altre parole, se Paolo raccomandava ai cristiani del suo tempo di essere suoi imitatori, come lui lo era di Cristo, il cattolico è invitato a guardare Maria per imitarne le virtù e seguirne l’esempio. Anche se così fosse, e non è, occorrerebbe sapere alla luce della Parola di Dio, e non certo secondo il quadro che ne ha tracciato la Chiesa Cattolica, quali sono queste virtù e doti particolari da imitare. I Vangeli canonici parlano raramente di Maria, a differenza dei cosiddetti «vangeli apocrifi», che abbondano invece di leggende sul suo conto. Ella scompare quasi immediatamente per lasciare il posto alla grandezza della figura di Cristo, il vero Salvatore. Il silenzio biblico su Maria sarebbe davvero inconcepibile se ella avesse davvero avuto, nel piano della salvezza, il valore e l’importanza che il Cattolicesimo le attribuisce. La Parola di Dio si limita a presentare, con semplicità e naturalezza, una Maria in posizione umile e subordinata che, sebbene sia stata un grande esempio di fede accettando il messaggio dell'angelo senza guardare alle conseguenze che potevano derivarle (Luca 1:38), per il resto è simile a tutti gli altri uomini. Non sempre, infatti, ella comprese pienamente la missione di Gesù: non riuscì a capire il senso della risposta datale da Gesù dodicenne (Lc. 2:48-50); alle nozze di Cana quasi interferì con la Sua missione (Gv. 2:1-4); rimase distante dal ministerio pubblico del Signore e furono altre le donne che lo servirono con dedizione (Lc. 8:1-3); avrebbe voluto addirittura strappare il figlio da una vita missionaria tanto burrascosa (Mc. 3:21,31-35; Mt. 12:46-50). Naturalmente, con questo non si vuol affermare che la Maria dei Vangeli era incredula, o che non ha diritto ad essere chiamata «beata» (cfr. Lc. 1:48), si sostiene semplicemente che ella credeva in Gesù come tutti gli altri e aveva bisogno della grazia di Dio per capire fino in fondo la Sua missione. 4. Maria «madre di Dio»? Maria è addirittura chiamata «Madre di Dio» dai cattolici. Si tratta di una conseguenza logica, dicono: Maria è madre di Dio perché Gesù è vero Dio. Il titolo, però, non si trova neppure una volta nella Bibbia e ciò perché Maria fu madre della natura umana di Gesù, non certo di quella divina. Un vescovo che partecipava al Concilio Vaticano II ed era contrario all’attribuzione a Maria di un tale titolo, asserì che se si chiama Maria «madre di Dio», si deve chiamare la madre di Maria «nonna di Dio», e così via. L’origine di questo titolo risale al IV-V secolo, epoca in cui si svolse un acceso dibattito sulle due nature di Cristo, l’umana e la divina. Le varie fazioni davano prevalenza ora all’una, ora all’altra natura, quando non le confondevano addirittura. La disputa fu risolta ufficialmente al Concilio di Efeso, nel 431 d.C., dove per porre l’accento sulla divinità di Gesù, messa pericolosamente in discussione, fu adottata l’infelice espressione «Madre di Dio», riferita a Maria. Naturalmente, non era possibile affermare che Maria è «Madre di Dio» senza incorrere in preoccupanti malintesi, come puntualmente accadde. Col passare del tempo, non certo involontariamente, il titolo di «Madre di Dio» finì per esaltare la figura di Maria, che entrò così in un rapporto del tutto «privilegiato» con la Trinità. 5. Maria «perpetuamente vergine»? La Chiesa Cattolica insegna che Maria fu perpetuamente vergine: prima, durante e dopo il parto. Sebbene sia logico credere alla sua verginità prima della nascita di Gesù (cfr. Is. 7:14), non è possibile, n’è tantomeno necessario, credere alla sua verginità anche durante e dopo il parto. Il Nuovo Testamento mostra chiaramente che Maria e Giuseppe vissero una normale vita di coppia (cfr. Mt. 1:18,25; Lc. 2:7) ed ebbero dei figli, considerati fratelli e sorelle di Gesù (Mc. 3:31; 6:3; Atti 1:14; 1 Cor. 9:5). La Chiesa Cattolica ha cercato di far credere che nel Nuovo Testamento il termine «fratello» sia da intendere «fratellastro» o «cugino». Si tratta di un tentativo destinato a fallire miseramente, dal momento che nel Nuovo Testamento compare anche il termine «cugino», che è completamente diverso. Francamente, è difficile vedere quale importanza dottrinale ha una tale questione. È certo che se non fosse esistito un dogma cattolico a riguardo, nessuno si sarebbe preoccupato di dimostrare la verginità perpetua di Maria. 6. Maria «concepita immacolata»? Con la bolla «Ineffabilis Deus», l'8 dicembre 1854 papa Pio IX (1846-1878) dichiarò che «la beatissima Vergine Maria, nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio... venne preservata immune da ogni macchia della colpa originale». Maria sarebbe nata perciò senza peccato, a differenza di tutti gli altri uomini, che - secondo la Chiesa Cattolica - nascono macchiati dal peccato originale. Innanzi tutto è bene precisare che la Bibbia non parla di «peccato originale» ma di una «natura decaduta» che il genere umano ha ereditato dal progenitore Adamo e, quindi, di una conseguente «tendenza a peccare»: «Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato…» (Rom. 5:12). Questo dovrebbe bastare per bollare il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria non solo come senza fondamento biblico, ma come del tutto contrario alle Sacre Scritture. Solo Gesù è senza peccato e senza macchia: «Infatti a noi era necessario un sommo sacerdote come quello, santo, innocente, immacolato, separato dai peccatori ed elevato al di sopra dei cieli» (Ebr. 7:26). Alla definizione del dogma dell’Immacolata Concezione si è giunti al termine di controversie durate secoli. In passato contro quest’idea si schierarono persino le menti più dotte della Chiesa Cattolica: Bernardo di Chiaravalle, Bonaventura, Tommaso d'Aquino. Neppure il Concilio di Trento, nel XVI sec., osò pronunziarsi a riguardo per paura di essere immediatamente screditato dai Riformatori. Per promulgare ufficialmente questo dogma la Chiesa Cattolica ha dovuto attendere il 1854 e un papa, Pio IX, molto devoto a Maria. 7. Maria «assunta»? Dai cattolici, Maria è detta anche «l’Assunta», in quanto è stato loro insegnato che «dopo aver compiuto il corso della sua vita terrestre, è stata elevata corpo e anima alla gloria celeste». In altre parole, come Cristo è asceso al cielo con il corpo, allo stesso modo vi è stata assunta la madre, il cui corpo non ha quindi conosciuto la corruzione della tomba. Si tratta di una leggenda che aveva cominciato a farsi strada già nel VI sec., il dogma però è stato proclamato soltanto nel 1950 da papa Pio XII. Se si fosse trattato di un fatto storico, perché la Chiesa Cattolica avrebbe atteso tanti secoli per dichiararlo dogma? L’assunzione di Maria in cielo con il corpo è un altro dogma mariano che non trova alcun riscontro nel Nuovo Testamento, anzi lo contraddice apertamente, come dimostra l’affermazione dell'apostolo Giovanni: «Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figlio dell'uomo che è nel cielo» (Gv. 3:13). Alcuni teologi cattolici sostengono addirittura che Maria è stata assunta in cielo poco prima della morte, perché a motivo del suo immacolato concepimento non è possibile credere che abbia subito la morte fisica. Ancora oggi la Chiesa Cattolica non si è pronunciata ufficialmente su un importante particolare che potrebbe aprire le porte alla promulgazione del cosiddetto dogma della «corredenzione». 8. Maria «corredentrice»? Vi sono teologi cattolici che si sforzano di dimostrare come la Chiesa Cattolica non ponga la Madonna come mediatrice accanto a Cristo. Il dogma dell’assunzione corporale di Maria, invece, lascia intendere che la strada per la proclamazione dell’atteso dogma della «corredenzione» sia già stata spianata. Il termine «corredenzione» non è stato mai ufficialmente attribuito a Maria, di fatto, però, è considerata tale, altrimenti come potrebbero molti cattolici chiamarla, tra l’altro, «avvocata, ausiliatrice, aiutante e mediatrice» di tutta l'umanità. Un verso che, secondo la Chiesa Cattolica, avvalorerebbe la tesi di Maria «corredentrice» è Genesi 3:15, dove Dio dice al serpente: “Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno”. Da parte cattolica, il verso viene inteso come se è la donna a schiacciare il capo al serpente, non la sua progenie. Maria sarebbe divenuta con la sua ubbidienza la «nuova Eva» e avrebbe riparato alle colpe della madre terrena di tutti i viventi, collaborando in un certo senso con Cristo alla salvezza dell’umanità. L’originale ebraico, invece, mostra che il vincitore è di genere maschile ed è lecito credere, assieme a molti autorevoli interpreti, che esso si riferisca al Signore Gesù Cristo: è Lui che ha sconfitto il diavolo, non la Madonna. Il Vangelo dichiara in modo perentorio che c’è un solo Mediatore fra Dio e gli uomini, Gesù Cristo: “Infatti c'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo” (1 Tim. 2:5); “In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati” (Atti 4:12). 9. Maria «Madre della Chiesa»? Il dogma più recente su Maria è stato promulgato da Paolo VI il 13 Maggio 1967. Tra l'entusiasmo generale, al termine della 3^ sessione del Concilio Vaticano II egli acclamò la Madonna con il titolo di «Madre della Chiesa» e promulgò la cosiddetta «esortazione apostolica Signum Magnum» sul «culto da tributarsi alla Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa e modello di tutte le virtù». Per la Chiesa Cattolica, quindi, Maria non è solo la «Madre di Dio», è anche la «Madre della Chiesa». Per un certo tempo i teologi cattolici, allo scopo di favorire il colloquio con i protestanti, hanno evitato di attribuirle questo titolo, nonostante già chiamassero Maria con appellativi come: «Madre nostra», «Madre degli uomini», «Madre dei viventi». Da lungo tempo si affermava in ambito cattolico che essendo Maria la madre di Gesù, il capo della Chiesa, evidentemente doveva essere considerata anche la madre del Suo corpo, la Chiesa. Non è possibile accettare questo modo di ragionare, ma pur volendolo fare, si deve rilevare che esso poggia su una premessa errata. È vero, infatti, che i credenti sono il corpo di Cristo, ma del Cristo glorificato e non di quello terreno, e Maria non è la madre del corpo glorificato di Cristo. Ella non ha collaborato in alcuna maniera alla resurrezione del Salvatore e non ha perciò alcuna funzione materna da esercitare sulla Chiesa. 10. Maria «fa miracoli»? Ci sono innumerevoli immagini e statue di Madonne che aprono e chiudono gli occhi, piangono e così via, cosa bisogna pensare di tutto ciò? Innanzi tutto è bene ricordare che molti di questi «fenomeni» hanno avuto origine nel Medio Evo e sono stati accettati dalla Chiesa Cattolica per convenienza spirituale e, soprattutto, materiale. Molti di questi «miracoli» rientrano nel campo dei fenomeni psichici e della suggestione, collettiva o individuale. Certi «miracoli», tuttavia, vanno studiati con maggiore attenzione perché sono «reali», anche se questo non significa che siano «divini». La Parola di Dio, infatti, dichiara che negli ultimi tempi la venuta dell’Anticristo «avrà luogo, per l'azione efficace di Satana, con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi» (2 Tess. 2:9). Gesù stesso predice che negli ultimi tempi «sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti» (Mt. 24:24). «Non c'è da meravigliarsene –precisa Paolo - perché anche Satana si traveste da angelo di luce» (2 Cor. 11:14). Che non tutte le opere potenti siano da Dio è dimostrato anche dalla storia biblica di Simone Mago, il quale era chiamato dai suoi contemporanei «la potenza di Dio» (cfr. Atti 8:9-11). L'animo umano è fondamentalmente incredulo ed è sempre alla ricerca di prodigi, mentre il Signore vuole che «camminiamo per fede e non per visione» (2 Cor. 5:7). In un’occasione Gesù rimproverò i discepoli dicendo: «Se non vedete segni e miracoli, voi non crederete» (Gv. 4:48). In un’altra circostanza furono alcuni Giudei a chiedergli di operare un segno e Lui si rifiutò (cfr. Mt. 12:38-39). Poco prima di ascendere al cielo poi, aggiunse: «Beati quelli che non hanno veduto ed hanno creduto» (Gv. 20:29). Il Signore, infatti, non vuole che i Suoi fondino la propria fede su prove puramente esteriori. Per questo anche Paolo affermava: «I Giudei infatti chiedono miracoli e i Greci cercano sapienza, ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per gli stranieri pazzia» (1 Cor. 1:22-23). Non per questo si vuole affermare che i miracoli non esistono, né che Dio non sia sovranamente libero di agire. Si vuole soltanto respingere tutta una serie di prodigi, apparizioni, voci e altri segni che non fanno altro che confondere la mente della gente, come dimostra questo breve esame della nascita di alcuni importanti centri di culto mariano. 1) La Madonna di Loreto: la tradizione cattolica vuole che nel 1291 degli angeli portassero in volo la casa della Madonna dalla Palestina a Tersatto (Rijeka, Jugoslavia), ma essendo la località infestata dai briganti, furono costretti a trasferirla nel territorio di Recanati. Purtroppo, neppure questa volta gli angeli avevano previsto il brigantaggio e, sempre in volo, trasferirono la casa a Loreto, vicino ad Ancona. Oggi la presunta casa di Maria sarebbe racchiusa in una grandiosa basilica divenuta meta d’innumerevoli pellegrinaggi grazie alle speciali indulgenze concesse dai papi a chi la visita. 2) La Madonna di Lourdes: in questo paese della regione dei Pirenei, l’11 febbraio 1858 una povera ragazza francese di 14 anni, di nome Bernadette, mentre raccoglieva della legna vide, all'ingresso di una grotta, una bellissima figura femminile dell’età di circa vent'anni. La donna, vestita di bianco e con in mano una corona di Rosario, era in atteggiamento di preghiera. Senza parlare la figura femminile si fece il segno della croce, imitata subito dalla fanciulla, e dopo un quarto d'ora sparì. Con Bernadette c’erano anche due compagne, ma loro non videro nulla. Le apparizioni si ripeterono nei giorni successivi, ma sempre soltanto a Bernadette, nonostante la ragazza fosse accompagnata da un numero crescente di persone, che ad ogni modo non videro altro che la fanciulla in estasi. Bernadette entrò più volte nella grotta dove la misteriosa figura le appariva e le parlava confidandole segreti ed impartendo ordini per gli ecclesiastici della regione. La notizia si diffuse rapidamente e cominciò così un piccolo pellegrinaggio, assieme alle prime voci di miracolo. Il 25 marzo, giorno della festa cattolica dell'Annunciazione, la misteriosa figura che appariva a Bernadette e alla quale la giovane aveva rivolto insistenti preghiere per sapere chi fosse, dichiarò: «Io sono l'Immacolata Concezione». Si ritenne che l’apparizione fosse una conferma celeste del dogma dell’Immacolata Concezione, proclamato solo quattro anni prima e del quale chissà quanto si era parlato anche in quella lontana regione dei Pirenei! Un medico che aveva visitato Bernadette perché affetta da asma isterica rivelò quali fossero le condizioni psichiche della povera ragazza, analfabeta, malaticcia e con un padre alcoolizzato. Di lei disse: «Si era innanzi tutto colpiti dalla costituzione fisica della fanciulla, gracile e rachitica... vi erano i sintomi di costituzione apoplettica con indebolimento delle facoltà intellettuali». Non c’è motivo di dubitare della buona fede della ragazza, che descriveva solo il frutto della propria immaginazione, ma ciò non toglie che qualcuno è riuscito a trarre vantaggio da questi fatti. Bernadette diventò suora e morì una ventina d'anni dopo, nel 1879. Intanto, nel 1862 il vescovo di Tarbes aveva dichiarato che le visioni e i fatti di Lourdes erano «veri» e in quella grotta, dove si trovava una sorgente la cui acqua divenne subito miracolosa, fu permesso il culto alla Madonna. Lourdes si trasformò così in mèta di pellegrinaggi nazionali ed internazionali e acquistò la fama di rinomato centro di guarigioni. Presto sorse anche un gran tempio dedicato all’Immacolata e Pio XI si affrettò ad elevarlo al rango di Basilica. Tutto questo, però, non impedì al parroco del luogo, che conosceva bene i suoi parrocchiani, di rifiutare a lungo di credere alle visioni. 3) La Madonna di Fatima: questo culto mariano è nato solo nel nostro secolo. A Fatima, un villaggio portoghese nei pressi di Lisbona, tre fanciulli dissero di aver visto ripetutamente la Madonna fra il 13 maggio e il 13 ottobre del 1917. I tre fanciulli, Giacinta di 7 anni, Francesco di 9 e Lucia di 10, riferirono che dal palmo della mano della figura femminile apparsa loro avevano visto uscire un fascio di luce che sembrò penetrare la terra. Ai piedi di quella figura apparve come un gran mare di fuoco ed in esso immersi demoni ed anime in forma umana, trascinati in alto dalle fiamme, fra grida di disperazione che facevano inorridire. Prima di sparire, la donna ordinò ai bambini di recitare tutti i giorni il Rosario in suo onore per ottenere, mediante la sua intercessione, la fine della guerra. L’ultimo giorno delle apparizioni, il 13 ottobre 1917, una folla di settantamila spettatori disse di aver visto girare vertiginosamente il sole su se stesso per ben 12 minuti e proiettare in tutto il paese fasci luminosi di ogni colore dell'iride. In seguito a questi eventi, Fatima divenne un centro d’incessanti pellegrinaggi e di continue guarigioni miracolose. Nel 1930 la Chiesa Cattolica dichiarò quelle apparizioni come degne di fede ed approvò ufficialmente il culto della Madonna di Fatima. Anzi, lo stesso papa Pio XII, in una lettera apostolica indirizzata ai vescovi del Portogallo il 13 giugno 1940, scriveva: «…i fedeli, recitando il Rosario tanto raccomandato da Nostra Signora di Fatima, non cessino dall'invocare la Santa Vergine... Dio benedirà il cavalleresco popolo portoghese, sotto gli auspici di Nostra Signora del Rosario di Fatima…». Il 31 ottobre 1942, sempre papa Pio XII, nell'associarsi alle feste del 25° anniversario delle apparizioni di Fatima, inviò un radiomessaggio alla nazione portoghese consacrando il mondo, e particolarmente la Russia, al cuore immacolato di Maria! Si potrebbero narrare molte altre storie di apparizioni di Madonne e di miracoli avvenuti nei suoi santuari. Soltanto a Roma le sono state dedicate più di 60 chiese e ognuna una storia da raccontare. Si prenda, ad esempio, la basilica di Santa Maria Maggiore, detta anche «della Neve». La leggenda narra che ai tempi del vescovo Liberio (IV sec.) un patrizio romano che aveva manifestato il desiderio di consacrare i suoi beni alla Vergine, vide cadere la neve sull'Esquilino la notte del 5 agosto quale segno dell’approvazione celeste. La Chiesa Cattolica, pur cercando di evitare le esagerazioni, approva ufficialmente queste devozioni mariane che sono solo superstiziose infatuazioni popolari. Essa lascia che il culto mariano continui, limitandosi a precisare che esso «deve condurre al Signore perché Lui è l’unico Redentore dell'umanità». 11. L’«Ave Maria» Dopo i primi secoli, un cristianesimo ormai corrotto iniziò a salutare Maria con le parole che le aveva rivolto l'angelo, a Nazaret, e quelle della sua parente Elisabetta: “Ti saluto, o favorita dalla grazia; il Signore è con te” (Lc. 1:28 - il testo greco dice: “Salve, o tu, a cui è stata fatta grazia”; cfr. Lc. 1:30); “Benedetta sei tu fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno!“ (Lc. 1:42). I due saluti finirono per costituire la prima parte della preghiera conosciuta come «Ave Maria», dove però la madre di Gesù non è chiamata secondo le esatte parole dell’angelo, «favorita della grazia», bensì «piena di grazia». Quest’affermazione avrebbe portato poi ad infinite deduzioni riguardanti la santità di Maria e la sua presunta capacità di dispensare grazie. Nel secolo XI il culto a Maria subì una svolta rilevante, in quanto si iniziò ad invocarla perché intercedesse a favore degli uomini. Sorse così la seconda parte dell’«Ave Maria»: «Prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen». Da allora Maria sarà invocata nella certezza che per le sue virtù ha acquisito dei meriti grazie ai quali Dio l’ascolta. Tutto ciò è assolutamente contrario a quanto dichiarato da Gesù stesso, vale a dire che il Padre ascolta le preghiere solo grazie all’intercessione del Figlio (cfr. Gv. 14:13; 16:23; 1 Tim. 2:5). Nelle preghiere moderne rivolte alla Madonna si è compiuto l'ultimo passo in avanti: viene chiesto spesso a Maria di donare qualcosa lei stessa, senza parlare affatto di una sua intercessione. Paolo VI, nel dicembre 1967, si rivolgeva così a Maria: «Maria ci conservi nella fede e nella pace!». Tutto ciò è assolutamente contrario alle Scritture, è un esaltare Maria nella sfera del divino, è attribuire il culto ad una creatura. Maria, pur essendo stata la madre terrena di Gesù, è sempre una creatura e come tale non dev’essere elevata al di sopra degli uomini per essere posta appena al di sotto di Dio. La Bibbia vieta espressamente ogni culto alle creature, anche se sono degli angeli (Ap. 19,10; 22,8-9). Gesù stesso ha riaffermato: «…sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi il culto"» (Mt. 4:10). I Vangeli raccontano che in presenza di Gesù, una donna tra la folla alzò la voce e disse: “Beato il grembo che ti portò e le mammelle che tu poppasti!”. Lui, però, non volendo che s’attribuisse alcuna gloria alla madre terrena, rispose: «Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica!» (Lc. 11:27-28). 12. Le radici pagane del culto mariano Nel corso dei secoli, il culto a Maria è passato attraverso vari stadi. Alla chiesa dell’era apostolica esso era sconosciuto e continuò ad esserlo per i primi quattro secoli, durante i quali non si rivolge a Maria nessuna preghiera o genere di culto. La prima denuncia di un tentativo di culto a Maria giunge alla fine del IV secolo da Epifanio, che definì eretica una piccola setta di donne viventi in Arabia, che pretendevano d’essere sacerdotesse di Maria. Furono chiamate “Colliridiane”, dal nome delle focacce di fior di farina d'orzo (collyridia) che sacrificavano alla Vergine con riti non dissimili da quelli del culto che si rendeva alla dea Cibele, detta “la Gran Madre”. Contro le “Colliridiane” insorsero sdegnati molti cristiani autorevoli, i quali reputavano scandaloso un culto con sacrifici reso a Maria, quasi fosse una divinità. È interessante notare che alla fine del VII sec. a.C. il profeta Geremia denuncia l'idolatria d'una parte della popolazione di Giuda parlando di donne che «impastano la farina per fare delle focacce alla regina del cielo e per fare libazioni ad altri dei» (Ger. 7:18). Geremia si riferiva al culto che i Cananei rendevano ad Astarte, “regina del cielo” e dea della fecondità della terra, e a quello che i Babilonesi rendevano alla dea Ishtar, identificata con il pianeta Venere. Alcuni hanno visto nel culto che la setta femminile arabica offriva a Maria, un prepotente ritorno di questo culto idolatra dopo diversi secoli. Con il passare del tempo, il culto di Maria piuttosto che regredire si sviluppò maggiormente. Questo avvenne soprattutto quando, a partire dalla fine del V sec., il concilio di Efeso (431 d.C.) per difendere la divinità di Gesù attribuì a Maria il titolo di «Madre di Dio». L'interpretazione che il popolo diede di questo titolo fu «letterale» e innescò un processo di «divinizzazione» della sua figura. Così, quando il Cristianesimo divenne religione dell’Impero Romano e nelle chiese cristiane si riversarono masse di pagani non convertiti, non ci volle molto per assimilare la figura di Maria alle divinità femminili del paganesimo. Maria avrebbe preso il posto di Giunone Lucina, come protettrice delle partorienti, della «Grande Madre» Cibele, e altre divinità ancora. In particolare, nella figura di Maria riviveva il culto ad Iside, per due secoli la «madre» del mondo antico. Iside, regina del cielo «che tutto vede e tutto può, stella del mare, diadema della vita, donatrice di legge e redentrice», era la donna divinizzata rappresentata da una giovane inghirlandata, col figlioletto Horus tra le braccia. Più avanti, non poche statue di Iside furono trasformate in immagini della Madonna. Quando i primi missionari cristiani giunsero fra i Druidi del Nord Europa, trovarono che si onorava la statua di legno di una donna rappresentante la fecondità. Pensarono bene allora di dimostrare che questa divinità era in realtà Maria, da loro adorata senza saperlo. In una chiesa ormai corrotta, in Maria riviveva l'esaltazione pagana del principio femminile creatore e datore della vita che già nell'antichissima religione indiana, risalente a tremila anni prima di Cristo, era il simbolo centrale del paganesimo. I nomi erano cambiati, ma l’antico culto tanto caro ai pagani sopravviveva. Nei primi cinque secoli dopo Cristo, anche la cosiddetta «arte cristiana» ignorò Maria. Cominciò ad esaltarla, non a caso, solo dopo la metà del VI sec. Dal VI sec. in poi, si ebbe un continuo sviluppo nelle manifestazioni del culto mariano. In Oriente si distinse per il suo gran fervore nel culto a Maria, Giovanni Damasceno, che le assegnava nel cielo il posto più eccelso dopo la Trinità. In Occidente la devozione mariana ricevette grande impulso con Bernardo di Chiaravalle e, in seguito, con Tommaso d'Aquino. Più di tutti, però, ad esaltare la figura di Maria fu il frate francescano Bonaventura, che spinse il proprio zelo fanatico fino a comporre un Salterio in cui il nome di Maria sostituiva quello di Dio. Alla fine del Medio Evo si assistette ad un imperversare frenetico della glorificazione di Maria e chi sperava in un'azione moderatrice, se non addirittura di vigorosa reazione e riforma, da parte del Concilio di Trento, rimase deluso. I Papi e i cosiddetti «dottori della Chiesa» non solo non fecero nulla per arginare le esagerazioni della devozione popolare a Maria, ma addirittura l’incoraggiarono. Ignazio di Loyola e tutto l'ordine dei Gesuiti, ad esempio, furono sempre fervidissimi patrocinatori del suo culto. La Chiesa Cattolica, dall'epoca della Controriforma ad oggi, non ha fatto che accrescere incredibilmente la glorificazione di Maria, accentuando una decadenza e una deviazione di cui non è possibile prevedere gli sviluppi e le conseguenze nel futuro prossimo. Come non vedere in tutto ciò la rivincita del paganesimo e l'entrata nel cristianesimo di una «dea» che probabilmente a molti mancava? 13. Conclusione Chi conosce l'autentico ruolo svolto da Maria nel Nuovo Testamento, non può che sbalordire per la posizione che la Chiesa Cattolica le ha riservato attraverso un’elaborata serie di dogmi mariani che mancano di qualsiasi fondamento biblico. Il prof. Vittorio Subilia faceva giustamente osservare: «I protestanti spesso considerano la mariologia come una appendice strana e poco interessante della fede cattolica, una specie di superstizione popolare tollerata ufficialmente o tacitamente dalle illuminate sfere dirigenti e legata in particolare alle regioni meridionali, comunque un elemento marginale e non essenziale su cui non è il caso di fermarsi troppo e che sarà spazzato via man mano che l'influenza dei progressisti si verrà affermando. Questo atteggiamento è indicativo di una incomprensione fondamentale del cattolicesimo... Bisogna rendersi conto che la mariologia è connessa con l'essenza del cattolicesimo, è l'espressione del cattolicesimo». L’unica concessione che il Cattolicesimo ha fatto su Maria è stato cercare di attenuare le esagerazioni sul suo culto, che continua a costituire un'alienazione della vera fede cristiana. Mentre l'evangelico, che «sa in chi ha creduto» (cfr. 2 Tim. 1:12), dichiara beata la madre di Gesù, ma sa che «non c'è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad essere salvati» (Atti 4:12).