L`addio a Gianmaria Testa il poeta degli ultimi
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L`addio a Gianmaria Testa il poeta degli ultimi
LETTERE AL DIRETTORE 46 Via Coronata una pista da corsa Gentile direttore, mi permetto di approfittare del suo tempo e della testata che dirige per denunciare un fenomeno che purtroppo non viene considerato approfonditamente da chi di dovere. Il problema riguarda via Coronata, strada nella quale io sono residente da qualche anno. Non sono fossanese di origine ma in questi anni ho cercato attraverso amici e conoscenti di conoscere al meglio il posto in cui vivo e mi pare di aver capito che la via in questione sia sempre stata un po’ dimenticata dalle Amministrazioni che si sono succedute. È ormai più che assodato che in questa strada le macchine sfrecciano a velocità folli a tutte le ore del giorno e della sera, come se ci si trovasse su una pista da corsa. Il fenomeno riguarda in primis le macchine che accompagnano i bimbi all’asilo, situato in fondo alla strada, ma ho potuto appurare, purtroppo, che anche qualche residente è un po’ vittima della “sindrome da acceleratore”, nelle restanti ore della giornata. Come se non bastasse, ad eccezione dell’inizio della strada, per intenderci poco prima dell’incrocio, in tutto il tratto non esistono strisce pedonali, pertanto, in teoria non potrebbe esserci possibilità di attraversamento. Io reputo che questa mia denuncia ALBA. “Gianmaria Testa se n’è andato questa mattina senza fare rumore. Restano le sue canzoni, le sue parole. Resta il suo essere stato uomo dritto, padre, figlio, marito, fratello, amico”. Con queste parole, nei giorni scorsi, il triste annuncio della scomparsa del cantautore cuneese. Un lutto che ha colpito il mondo della musica, non soltanto locale. Gianmaria, stimato e amatissimo, è morto per le conseguenze di un tumore di cui lui stesso aveva parlato pubblicamente l’anno scorso. Aveva 57 anni ed era nato a Cavallermaggiore in provincia di Cuneo, musicista autodidatta cresciuto in una famiglia di agricoltori, ferroviere prima e poi capostazione a Cuneo. Ha vinto due volte il festival di Recanati, e ha pubblicato il suo primo disco, Mongolfières, in Francia nel 1995. Sempre oltralpe nel 1996 il secondo album, Extra-Muros, un successo che lo ha portato a suo- meriti la giusta attenzione e ne spiego i motivi, credo validi. È una strada in cui ci sono tantissimi bambini che giocano, specialmente adesso che le giornate sono più lunghe, o che semplicemente percorrono il tratto per andare a scuola al mattino o andare mano nella mano con i genitori. Cosa succederebbe se un pallone andasse a finire in mezzo alla strada e uno di quei bimbi attraversasse distrattamente per recuperarlo, proprio mentre passa uno di questi campioni? Oltre ai bambini ci sono persone anziane e non che percorrono puntualmente il tratto o portano a spasso i propri cani. Ho provato a scrivere direttamente al Comune, alla fine dell’estate scorsa, chiedendo di prendere in considerazione l’ipotesi di posizionare due o tre dossi artificiali, al fine di inibire questa consuetudine. Ho ricevuto una risposta cordialissima e disponibile, nulla da eccepire, ma rimandava a decisioni da prendere successivamente ad accertamenti della Polizia locale. Dunque, mesi dopo ho scritto direttamente alla Polizia locale, ma non ho ricevuto risposta. Ho infine utilizzato il servizio Comuni-Chiamo, dal quale ho ricevuto la stessa risposta che mi aveva dato l’ufficio del Comune in estate, questa volta rimandava al coinvolgimento dei residenti oltre che della Polizia locale. Dunque, sicuro di esprimere un sentimento comune a tanti altri residenti, provo a cercare spazio tra le pagine del nostro giornale per invitare chiunque senta di farlo a farsi sentire e cercare insieme un rimedio. Servirà una raccolta firme? La faremo. Possibile che non si trovi il tempo per fare questi accertamenti? Non parliamo della 5th Avenue di New York. Quanto costa posizionare tre dossi? Costa più della sicurezza dei cittadini? O è meno importante di altri provvedimenti? Come succede spesso in Italia vogliamo aspettare che succeda qualcosa di grave per accorgerci che forse era importante? Ringrazio innanzitutto il direttore per l’attenzione che vorrà dedicarmi e ringrazio tutti coloro che daranno un contributo per risolvere questo problema. Cordialmente. Andrea Pino A proposito di via Roma e di isole pedonali Caro direttore, se me lo consenti, vorrei esprimermi su via Roma isola pedonale. La proposta fatta dalla consigliera Mantini tra le varie proposte a mio parere sembra la più fattibile, anche se si potrebbero smussare alcuni “spigoli”. La già esistente isola pedonale, secondo l’avv. Mantini e indicata come viale Mel- Pedonalizzazione: il Comune si sta confrontando con i cittadini Egregio direttore, le chiedo un po’ di spazio per rispondere alla signora Gazzera in merito alla pedonalizzazione di parte del centro storico. Sono ormai alcuni mesi che l’Amministrazione incontra, ascolta e ragiona di viabilità con i cittadini. Ci sono stati 12 incontri pubblici (8, 9,15, 18, 22, 23, 25 e 29 febbraio, 3,7, 17 e 23 marzo), di cui 11 con i rappresentanti dei borghi, delle scuole e delle associazioni di categoria, ed uno aperto a tutti i borgatini del quartiere di Sant’Antonio. Il piano viabilità e delle soste è consultabile sul sito del Comune; è stato messo a disposizione dei cittadini l’indirizzo di posta elettronica dedicato ([email protected]) per formulare proposte ed interagire con l’Amministrazione comunale. Dell’argomento si è parlato sul giornale dell’Amministrazione Fossano2020, sui quotidiani e sui settimanali fossanesi, senza voler contare i social network. Pensiamo onestamente di aver condiviso il nostro progetto di modifica della viabilità e del piano soste della Città di Fossano in maniera trasparente. Quello in fase di studio è un progetto complessivo, che riguarda tutta la città, non solo via Roma e le zone limitrofe; è tecnicamente sostenibile ed è passibile di variazioni. Indubbiamente il cambiamento non sarà indolore ma, sotto molti aspetti, auspicabile. Siamo consapevoli che non tutti condivideranno le scelte fatte, ma spetta all’Amministrazione avanzare proposte, raccogliere critiche, suggerimenti, soluzioni alternative e prendere quella che ritiene la soluzione migliore per il futuro della Città sentite le opinioni dei cittadini. Cordialità. Assessore alla viabilità Michele Mignacca Disagi per la chiusura dell’ambulatorio geriatrico Egregio direttore, la presente per chiedere un po’ di spazio sul suo Il cantautore, originario di Cavallermaggiore, aveva 57 anni L’addio a Gianmaria Testa il poeta degli ultimi nare all’Olympia, il più famoso teatro di Parigi. Il valzer di un giorno, il primo disco pubblicato in Italia, è del 2000 cui segue nel 2006 il concept album dedicato ai migranti “di ieri e di oggi”, Da questa parte del mare. L’ultimo disco è Men at work, registrato dal ■ pianto e salutato in tantissimi. “Uomini e donne del 1°Reggimento si uniscono al dolore della famiglia” è il commento, composto, che arriva dalla caserma Perotti. Uno dei suoi componenti, l’assessore Michele Mignacca: “Colleghi e amici, tutti siamo rimasti atterriti. L’ho sentito pochi giorni fa, abbiamo parlato di calcio, ci siamo scherzosamente presi in giro, lui del Napoli, io Romanista. Non sembrava che dovesse andare così. Gennaro era solare, disponibile, sapeva coinvolgere, rappresentava il lato più bello e gioioso della napoletanità. Sul gruppo Facebook di quelli che lavorano o sono comunque passati dalla Perotti sono stati pubblicati una valanga di commenti e ricordi”. Da grande appassionato della squadra di calcio del Napoli, Gennaro Giordano aveva fondato il club “Borbonica” cui aderiscono centinaia di tifosi di Fossano e Borgo San Dalmazzo. b.m. Raccolta rifiuti: lo scherzo di Pasquetta Oggi 28 marzo 2016, lunedì ma anche Pasquetta. Tutti in vacanza? No, l’azienda per la raccolta differenziata, tramite un volantino fatto trovare nella buca qualche giorno fa, mi ha comunicato che, malgrado il giorno festivo, ritirerà ugualmente indifferenziato e plastica. Alle sette del mattino - non mi dicano che sono passati prima perché di solito passano alle 10 ed anche oltre sfidando le gazze ladre che vengono ad aprire i sacchetti spargendo il contenuto, mi premuro di mettere il sacchetto giallo e quello grigio davanti al cancello di casa. Alle 14 non è ancora passato nessuno per cui ritiro il tutto e come me i vicini di casa. È la seconda volta di seguito che l’azienda fa questo “scherzo”. E dire che siamo a Pasqua e non a Carnevale! Perché dire che ritireranno i rifiuti se poi non lo fanno? Non sarebbe stato più onesto nei confronti dei cittadini dire che, dato il giorno festivo, il servizio veniva sospeso. La tassa sui rifiuti dobbiamo pagarla puntualmente… il servizio invece a puntualità… Lettera firmata bambini. Il 19 aprile uscirà per Giulio Einaudi Editore Da questa parte del mare, un libro fra autobiografia e biografie di altri, una storia nata dalle storie di coloro che avevano ispirato il disco omonimo del 2006. Nello stesso giorno Egea Music pubblicherà il vinile di quel lavoro struggente e bellissimo. Il 5 maggio al Teatro Colosseo di Torino - e poi in giro per l’Italia - Paolo Rossi porterà in scena RossinTesta, uno spettacolo di teatro canzone con le musiche che Gianmaria ha scritto per lui, negli anni e per questo progetto. Lutti e Ricordi Giuseppe Audetto Lutto alla “Perotti” per la morte del giovane alpino Gennaro Giordano giornale per esporre un problema che sta a cuore a molte famiglie fossanesi. Sono la moglie di un paziente in cura dal geriatra per declino cognitivo. La dottoressa geriatra, che attualmente sta seguendo mio marito, sta usufruendo del congedo per maternità (come è giusto che sia), ma i “signori” della Sanità hanno pensato bene di chiudere l’ambulatorio geriatrico per tutto il periodo e così Fossano non usufruirà più di questo servizio per un tempo non ben definito. Questa decisione creerà enormi difficoltà e disagi alle molte famiglie, già oberate da tanti altri problemi del vivere quotidiano, che si prendono cura dei propri cari afflitti da questo tipo di malattie. Ci è stato riferito che si potrà usufruire degli ambulatori di Savigliano e di Saluzzo, senza pensare che le persone che soffrono di queste gravi patologie sono persone anziane che magari non hanno più la patente, non posseggono un’auto o non hanno la possibilità che altri familiari li accompagnino presso quei presidi. Confidiamo quindi che qualcuno, con un po’ di buon senso, non sospenda questo importantissimo servizio per i nostri cari, e provveda a sostituire per il periodo della maternità la brava dottoressa (come da prassi in ogni ambiente di lavoro). In attesa di riscontro, colgo l’occasione per porgere distinti saluti. Una moglie (a nome di molte famiglie fossanesi) vivo durante alcuni suoi concerti. La carriera di Gianmaria, insieme agli oltre tremila concerti in Italia, in Europa e nel mondo, è densa di incontri importanti e collaborazioni sincere e bellissime che lo hanno portato spesso in teatro, a mescolare le sue parole a quelle di altri musicisti, scrittori, artisti. Erri De Luca, Paolo Rossi, Gabriele Mirabassi, Giuseppe Battiston, Michele Serra alcuni fra i tanti amici che hanno incrociato il loro percorso con quello di Gianmaria. Ha pubblicato con Gallucci tre libri di racconti e fiabe per grandi e ■ Lutti e Ricordi Era caporal maggiore, papà di una bimba di 4 anni FOSSANO. “Ma che? Si muore così? Ma che modi sono?”. C’è tanto affetto e tanta napoletanità in questa frase, scritta da un amico, sul profilo Facebook di Gennaro Giordano, caporale maggiore scelto del 1° Reggimento artiglieria da Montagna della caserma «Perotti». Gennaro, 31 anni, è morto sabato 2 aprile all’ospedale di Pavia. Si stava curando da un tumore scoperto solo sei mesi fa, ad ottobre. Era nato a Mercato San Severino, in provincia di Salerno, e viveva a Borgo San Dalmazzo con la moglie Enrica Cavallo e la figlia Matilde di 4 anni. Lascia anche la mamma Carmela e le sorelle Emanuela e Rossella. Lunedì nella chiesa parrocchiale di Gesù lavoratore a Borgo San Dalmazzo lo hanno lano, è solo sulla carta, in certi momenti sembra una pista ciclabile e non una pedonale. Grazie dello spazio. m.s. 6 aprile 2016 SANT’ALBANO. Giuseppe Audetto aveva quasi raggiunto le novantasette primavere. Ci ha lasciati nello stesso giorno in cui la nipote Anna veniva premiata con uno dei tradizionali riconoscimenti che vengono annualmente conferiti agli alunni meritevoli della scuola media. Quasi, l’aquila, prima di chiudere le sue ali avesse voluto attendere che il pulcino le dispiegasse nel suo primo volo vincente. A Giuseppe Audetto avevano rubato la gioventù mandandolo in Russia a combattere una guerra tremenda quanto inutile. Nei suoi racconti il riferimento sempre accorato al popolo ucraino, pacifico e povero, sottoposto alla barbarie staliniana e poi occupato da quei soldati il cui scopo non era la conquista ma tornare presto a casa. Ragazzo intelligente e volitivo, era stato profondamente turbato da quella sua condizione di invasore come se lo pervadesse un senso di colpa per essere tale come soldato. Dopo l’otto settembre 1943, fu catturato dai nazisti e destinato al duro lavoro del prigioniero di guerra a Tolone in Francia. Anche in tale circostanza la coscienza di Gepe coglie la solidarietà umana dei francesi che in ogni modo cercavano di alleviare le sue sofferenze. La guerra lo aveva dotato di un carattere forte, temprato dalle ingiustizie viste e patite durante il servizio militare. Rientrato a casa, aveva dovuto ricostruire la sua vita in condizioni ambientali difficilissime dove maturò un tipo di cultura portato a difendere strenuamente i valori della famiglia, del lavoro, della dignità umana. La famiglia, la sua famiglia, quella dei figli prematuramente scomparsi, della moglie Rina, di Mario, di Sergio, della nuora e delle nipoti che doveva restare sempre unita, ferma nella tradizioni e nei comportamenti. Il lavoro del giovane contadino e poi di uomo e padre concepito quasi come una missione, dove ogni goccia di sudore doveva trovare una giustificazione nel futuro dei figli. La dignità, mai altera o saccente, che aveva acquisito come lettore accanito gli consentiva una capacità di giudizio sempre corretta e documentata. Orgoglioso delle sue origini e del suo paese, aveva raccolto e conservato taluni reperti archeologici che altrimenti sarebbero andati dispersi. Tradito, in giovane età, da una società che aveva infranto i suoi sogni di pace e giustizia sociale, Gepe Audetto aveva eretto quasi una barriera fra lui ed il mondo moderno, in difesa della sua famiglia e di tutto quanto lo circondava. Nel suo riandare al passato ribadiva il dovere di conservare inalterato nel tempo il patrimonio morale e materiale che aveva accumulato. Una nobile, forse irripetibile, figura di un figlio del secolo scorso che lascia in eredità a noi tutti l’esempio di come una vita possa essere interpretata e vissuta nel segno del dovere. Il dovere che si fa legge nel momento in cui perdi la moglie e i figli eppure resisti in modo mirabile cercando di operare per il bene di chi è rimasto con te. Il dovere che ti porta ad essere cittadino leale e disponibile anche quando il mondo ti ha tradito. Il dovere che ti impone di ricordare, sempre, i fratelli che hai combattuto o quelli che ti hanno oppresso con un giudizio leale e generoso. Questo era, per Sant’Albano, il nostro Giuseppe Audetto. Un uomo giusto, sincero e forte. Un uomo d’altri tempi che ci è stato prodigo di consigli e che, ne siamo certi, dal cielo dei giusti continuerà a pregare e vegliare sui suoi cari e su tutti i suoi amici santalbanesi in nome del suo grande amore che portava sia per gli uni che per gli altri. Giobbe