L`addio a Gianmaria Testa il poeta degli ultimi

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L`addio a Gianmaria Testa il poeta degli ultimi
LETTERE AL DIRETTORE
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Via Coronata
una pista da corsa
Gentile direttore,
mi permetto di approfittare del suo tempo e
della testata che dirige per denunciare un fenomeno che purtroppo non viene considerato
approfonditamente da chi di dovere. Il problema
riguarda via Coronata, strada nella quale io sono
residente da qualche anno. Non sono fossanese di
origine ma in questi anni ho cercato attraverso
amici e conoscenti di conoscere al meglio il posto
in cui vivo e mi pare di aver capito che la via in
questione sia sempre stata un po’ dimenticata
dalle Amministrazioni che si sono succedute.
È ormai più che assodato che in questa strada
le macchine sfrecciano a velocità folli a tutte le
ore del giorno e della sera, come se ci si trovasse
su una pista da corsa. Il fenomeno riguarda in
primis le macchine che accompagnano i bimbi
all’asilo, situato in fondo alla strada, ma ho potuto
appurare, purtroppo, che anche qualche residente
è un po’ vittima della “sindrome da acceleratore”,
nelle restanti ore della giornata. Come se non
bastasse, ad eccezione dell’inizio della strada,
per intenderci poco prima dell’incrocio, in tutto
il tratto non esistono strisce pedonali, pertanto,
in teoria non potrebbe esserci possibilità di attraversamento. Io reputo che questa mia denuncia
ALBA. “Gianmaria Testa
se n’è andato questa mattina
senza fare rumore. Restano le
sue canzoni, le sue parole. Resta il suo essere stato uomo
dritto, padre, figlio, marito,
fratello, amico”. Con queste
parole, nei giorni scorsi, il
triste annuncio della scomparsa del cantautore cuneese.
Un lutto che ha colpito il mondo della musica, non soltanto
locale. Gianmaria, stimato e
amatissimo, è morto per le
conseguenze di un tumore di
cui lui stesso aveva parlato
pubblicamente l’anno scorso.
Aveva 57 anni ed era nato a
Cavallermaggiore in provincia di Cuneo, musicista autodidatta cresciuto in una famiglia di agricoltori,
ferroviere prima e poi capostazione a Cuneo. Ha vinto
due volte il festival di Recanati, e ha pubblicato il suo
primo disco, Mongolfières, in
Francia nel 1995. Sempre
oltralpe nel 1996 il secondo
album, Extra-Muros, un successo che lo ha portato a suo-
meriti la giusta attenzione e ne spiego i motivi,
credo validi. È una strada in cui ci sono tantissimi
bambini che giocano, specialmente adesso che le
giornate sono più lunghe, o che semplicemente
percorrono il tratto per andare a scuola al mattino o andare mano nella mano con i genitori.
Cosa succederebbe se un pallone andasse a finire in mezzo alla strada e uno di quei bimbi
attraversasse distrattamente per recuperarlo,
proprio mentre passa uno di questi campioni?
Oltre ai bambini ci sono persone anziane e non
che percorrono puntualmente il tratto o portano a
spasso i propri cani. Ho provato a scrivere direttamente al Comune, alla fine dell’estate scorsa,
chiedendo di prendere in considerazione l’ipotesi
di posizionare due o tre dossi artificiali, al fine
di inibire questa consuetudine. Ho ricevuto una
risposta cordialissima e disponibile, nulla da
eccepire, ma rimandava a decisioni da prendere
successivamente ad accertamenti della Polizia
locale. Dunque, mesi dopo ho scritto direttamente
alla Polizia locale, ma non ho ricevuto risposta.
Ho infine utilizzato il servizio Comuni-Chiamo,
dal quale ho ricevuto la stessa risposta che mi
aveva dato l’ufficio del Comune in estate, questa
volta rimandava al coinvolgimento dei residenti
oltre che della Polizia locale. Dunque, sicuro di
esprimere un sentimento comune a tanti altri
residenti, provo a cercare spazio tra le pagine
del nostro giornale per invitare chiunque senta
di farlo a farsi sentire e cercare insieme un rimedio. Servirà una raccolta firme? La faremo.
Possibile che non si trovi il tempo per fare questi
accertamenti? Non parliamo della 5th Avenue
di New York. Quanto costa posizionare tre dossi?
Costa più della sicurezza dei cittadini? O è meno
importante di altri provvedimenti? Come succede
spesso in Italia vogliamo aspettare che succeda
qualcosa di grave per accorgerci che forse era
importante?
Ringrazio innanzitutto il direttore per l’attenzione che vorrà dedicarmi e ringrazio tutti coloro
che daranno un contributo per risolvere questo
problema.
Cordialmente.
Andrea Pino
A proposito di via Roma
e di isole pedonali
Caro direttore,
se me lo consenti, vorrei esprimermi su via Roma
isola pedonale. La proposta fatta dalla consigliera
Mantini tra le varie proposte a mio parere sembra
la più fattibile, anche se si potrebbero smussare
alcuni “spigoli”. La già esistente isola pedonale,
secondo l’avv. Mantini e indicata come viale Mel-
Pedonalizzazione:
il Comune si sta
confrontando con i cittadini
Egregio direttore,
le chiedo un po’ di spazio per rispondere alla
signora Gazzera in merito alla pedonalizzazione
di parte del centro storico.
Sono ormai alcuni mesi che l’Amministrazione
incontra, ascolta e ragiona di viabilità con i cittadini. Ci sono stati 12 incontri pubblici (8, 9,15,
18, 22, 23, 25 e 29 febbraio, 3,7, 17 e 23 marzo), di
cui 11 con i rappresentanti dei borghi, delle scuole
e delle associazioni di categoria, ed uno aperto a
tutti i borgatini del quartiere di Sant’Antonio.
Il piano viabilità e delle soste è consultabile sul
sito del Comune; è stato messo a disposizione dei
cittadini l’indirizzo di posta elettronica dedicato
([email protected]) per formulare
proposte ed interagire con l’Amministrazione
comunale.
Dell’argomento si è parlato sul giornale dell’Amministrazione Fossano2020, sui quotidiani e sui
settimanali fossanesi, senza voler contare i social
network. Pensiamo onestamente di aver condiviso
il nostro progetto di modifica della viabilità e del
piano soste della Città di Fossano in maniera
trasparente. Quello in fase di studio è un progetto complessivo, che riguarda tutta la città, non
solo via Roma e le zone limitrofe; è tecnicamente
sostenibile ed è passibile di variazioni.
Indubbiamente il cambiamento non sarà indolore ma, sotto molti aspetti, auspicabile. Siamo
consapevoli che non tutti condivideranno le scelte
fatte, ma spetta all’Amministrazione avanzare
proposte, raccogliere critiche, suggerimenti, soluzioni alternative e prendere quella che ritiene la
soluzione migliore per il futuro della Città sentite
le opinioni dei cittadini.
Cordialità.
Assessore alla viabilità
Michele Mignacca
Disagi per la chiusura
dell’ambulatorio
geriatrico
Egregio direttore,
la presente per chiedere un po’ di spazio sul suo
Il cantautore, originario di Cavallermaggiore, aveva 57 anni
L’addio a Gianmaria Testa
il poeta degli ultimi
nare all’Olympia, il più famoso teatro di Parigi. Il valzer
di un giorno, il primo disco
pubblicato in Italia, è del 2000
cui segue nel 2006 il concept
album dedicato ai migranti
“di ieri e di oggi”, Da questa
parte del mare. L’ultimo disco
è Men at work, registrato dal
■
pianto e salutato in tantissimi.
“Uomini e donne del 1°Reggimento si uniscono al dolore della
famiglia” è il commento, composto, che arriva dalla caserma Perotti. Uno dei suoi componenti,
l’assessore Michele Mignacca:
“Colleghi e amici, tutti siamo
rimasti atterriti. L’ho sentito pochi giorni fa, abbiamo parlato di
calcio, ci siamo scherzosamente
presi in giro, lui del Napoli, io
Romanista. Non sembrava che
dovesse andare così. Gennaro
era solare, disponibile, sapeva
coinvolgere, rappresentava il
lato più bello e gioioso della
napoletanità. Sul gruppo Facebook di quelli che lavorano o
sono comunque passati dalla
Perotti sono stati pubblicati una
valanga di commenti e ricordi”. Da grande appassionato
della squadra di calcio del Napoli, Gennaro Giordano aveva
fondato il club “Borbonica” cui
aderiscono centinaia di tifosi di
Fossano e Borgo San Dalmazzo.
b.m.
Raccolta rifiuti:
lo scherzo di Pasquetta
Oggi 28 marzo 2016, lunedì ma anche Pasquetta. Tutti in vacanza? No, l’azienda per la raccolta
differenziata, tramite un volantino fatto trovare
nella buca qualche giorno fa, mi ha comunicato
che, malgrado il giorno festivo, ritirerà ugualmente indifferenziato e plastica. Alle sette del
mattino - non mi dicano che sono passati prima
perché di solito passano alle 10 ed anche oltre sfidando le gazze ladre che vengono ad aprire i
sacchetti spargendo il contenuto, mi premuro di
mettere il sacchetto giallo e quello grigio davanti
al cancello di casa. Alle 14 non è ancora passato
nessuno per cui ritiro il tutto e come me i vicini di
casa. È la seconda volta di seguito che l’azienda
fa questo “scherzo”. E dire che siamo a Pasqua
e non a Carnevale! Perché dire che ritireranno i
rifiuti se poi non lo fanno? Non sarebbe stato più
onesto nei confronti dei cittadini dire che, dato il
giorno festivo, il servizio veniva sospeso. La tassa
sui rifiuti dobbiamo pagarla puntualmente… il
servizio invece a puntualità…
Lettera firmata
bambini. Il 19 aprile uscirà
per Giulio Einaudi Editore
Da questa parte del mare, un
libro fra autobiografia e biografie di altri, una storia nata
dalle storie di coloro che avevano ispirato il disco omonimo
del 2006. Nello stesso giorno
Egea Music pubblicherà il
vinile di quel lavoro struggente e bellissimo. Il 5 maggio al
Teatro Colosseo di Torino - e
poi in giro per l’Italia - Paolo
Rossi porterà in scena RossinTesta, uno spettacolo di
teatro canzone con le musiche
che Gianmaria ha scritto per
lui, negli anni e per questo
progetto.
Lutti e Ricordi
Giuseppe Audetto
Lutto alla “Perotti” per la morte del
giovane alpino Gennaro Giordano
giornale per esporre un problema che sta a cuore
a molte famiglie fossanesi.
Sono la moglie di un paziente in cura dal geriatra per declino cognitivo. La dottoressa geriatra,
che attualmente sta seguendo mio marito, sta
usufruendo del congedo per maternità (come
è giusto che sia), ma i “signori” della Sanità
hanno pensato bene di chiudere l’ambulatorio
geriatrico per tutto il periodo e così Fossano non
usufruirà più di questo servizio per un tempo
non ben definito.
Questa decisione creerà enormi difficoltà e disagi
alle molte famiglie, già oberate da tanti altri problemi del vivere quotidiano, che si prendono cura
dei propri cari afflitti da questo tipo di malattie.
Ci è stato riferito che si potrà usufruire degli ambulatori di Savigliano e di Saluzzo, senza pensare
che le persone che soffrono di queste gravi patologie
sono persone anziane che magari non hanno più
la patente, non posseggono un’auto o non hanno
la possibilità che altri familiari li accompagnino
presso quei presidi.
Confidiamo quindi che qualcuno, con un po’ di
buon senso, non sospenda questo importantissimo
servizio per i nostri cari, e provveda a sostituire
per il periodo della maternità la brava dottoressa
(come da prassi in ogni ambiente di lavoro).
In attesa di riscontro, colgo l’occasione per porgere distinti saluti.
Una moglie
(a nome di molte famiglie fossanesi)
vivo durante alcuni suoi concerti. La carriera di Gianmaria, insieme agli oltre tremila
concerti in Italia, in Europa
e nel mondo, è densa di incontri importanti e collaborazioni sincere e bellissime che lo
hanno portato spesso in teatro,
a mescolare le sue parole a
quelle di altri musicisti, scrittori, artisti. Erri De Luca,
Paolo Rossi, Gabriele Mirabassi, Giuseppe Battiston,
Michele Serra alcuni fra i
tanti amici che hanno incrociato il loro percorso con quello di Gianmaria. Ha pubblicato con Gallucci tre libri di
racconti e fiabe per grandi e
■ Lutti e Ricordi
Era caporal maggiore, papà di una bimba di 4 anni
FOSSANO. “Ma che? Si muore così? Ma che modi sono?”. C’è
tanto affetto e tanta napoletanità in questa frase, scritta da
un amico, sul profilo Facebook
di Gennaro Giordano, caporale
maggiore scelto del 1° Reggimento artiglieria da Montagna
della caserma «Perotti». Gennaro, 31 anni, è morto sabato
2 aprile all’ospedale di Pavia.
Si stava curando da un tumore scoperto solo sei mesi fa, ad
ottobre. Era nato a Mercato
San Severino, in provincia di
Salerno, e viveva a Borgo San
Dalmazzo con la moglie Enrica
Cavallo e la figlia Matilde di 4
anni. Lascia anche la mamma
Carmela e le sorelle Emanuela
e Rossella. Lunedì nella chiesa
parrocchiale di Gesù lavoratore
a Borgo San Dalmazzo lo hanno
lano, è solo sulla carta, in certi momenti sembra
una pista ciclabile e non una pedonale.
Grazie dello spazio.
m.s.
6 aprile 2016
SANT’ALBANO. Giuseppe Audetto
aveva quasi raggiunto le novantasette
primavere. Ci ha lasciati nello stesso giorno in cui la nipote Anna veniva premiata
con uno dei tradizionali riconoscimenti
che vengono annualmente conferiti agli
alunni meritevoli della scuola media.
Quasi, l’aquila, prima di chiudere le sue ali
avesse voluto attendere che il pulcino le dispiegasse nel suo primo volo vincente. A Giuseppe
Audetto avevano rubato la gioventù mandandolo
in Russia a combattere una guerra tremenda
quanto inutile. Nei suoi racconti il riferimento
sempre accorato al popolo ucraino, pacifico e
povero, sottoposto alla barbarie staliniana e poi
occupato da quei soldati il cui scopo non era la
conquista ma tornare presto a casa. Ragazzo
intelligente e volitivo, era stato profondamente
turbato da quella sua condizione di invasore
come se lo pervadesse un senso di colpa per
essere tale come soldato. Dopo l’otto settembre
1943, fu catturato dai nazisti e destinato al
duro lavoro del prigioniero di guerra a Tolone in
Francia. Anche in tale circostanza la coscienza
di Gepe coglie la solidarietà umana dei francesi
che in ogni modo cercavano di alleviare le sue
sofferenze. La guerra lo aveva dotato di un
carattere forte, temprato dalle ingiustizie viste
e patite durante il servizio militare.
Rientrato a casa, aveva dovuto ricostruire
la sua vita in condizioni ambientali difficilissime dove maturò un tipo di cultura portato a
difendere strenuamente i valori della famiglia,
del lavoro, della dignità umana. La famiglia, la
sua famiglia, quella dei figli prematuramente
scomparsi, della moglie Rina, di Mario, di Sergio,
della nuora e delle nipoti che doveva restare
sempre unita, ferma nella tradizioni e nei comportamenti. Il lavoro del giovane contadino e
poi di uomo e padre concepito quasi come
una missione, dove ogni goccia di sudore
doveva trovare una giustificazione nel
futuro dei figli. La dignità, mai altera o
saccente, che aveva acquisito come lettore
accanito gli consentiva una capacità di
giudizio sempre corretta e documentata. Orgoglioso delle sue origini e del suo
paese, aveva raccolto e conservato taluni
reperti archeologici che altrimenti sarebbero
andati dispersi. Tradito, in giovane età, da una
società che aveva infranto i suoi sogni di pace
e giustizia sociale, Gepe Audetto aveva eretto
quasi una barriera fra lui ed il mondo moderno,
in difesa della sua famiglia e di tutto quanto
lo circondava. Nel suo riandare al passato ribadiva il dovere di conservare inalterato nel
tempo il patrimonio morale e materiale che
aveva accumulato. Una nobile, forse irripetibile,
figura di un figlio del secolo scorso che lascia in
eredità a noi tutti l’esempio di come una vita
possa essere interpretata e vissuta nel segno
del dovere.
Il dovere che si fa legge nel momento in cui
perdi la moglie e i figli eppure resisti in modo
mirabile cercando di operare per il bene di chi
è rimasto con te. Il dovere che ti porta ad essere
cittadino leale e disponibile anche quando il
mondo ti ha tradito.
Il dovere che ti impone di ricordare, sempre, i
fratelli che hai combattuto o quelli che ti hanno
oppresso con un giudizio leale e generoso.
Questo era, per Sant’Albano, il nostro Giuseppe Audetto.
Un uomo giusto, sincero e forte.
Un uomo d’altri tempi che ci è stato prodigo
di consigli e che, ne siamo certi, dal cielo dei
giusti continuerà a pregare e vegliare sui suoi
cari e su tutti i suoi amici santalbanesi in nome
del suo grande amore che portava sia per gli
uni che per gli altri.
Giobbe