UNA FILMOGRAFIA Pubblichiamo qui di seguito una sommaria

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UNA FILMOGRAFIA Pubblichiamo qui di seguito una sommaria
In occasione del Convegno
La Mente Lontana.
dall’antropologia all’etnopsichiatria
Novara 14-15 febbraio 2013
Salone Teatro Borsa – Via ravizza
UNA FILMOGRAFIA
Pubblichiamo qui di seguito una sommaria filmografia in materia interculturale.
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A Casablanca gli angeli non volano. 2004. Di Mohamed Asli. Said è costretto a lasciare il villaggio sperduto
tra le montagne, dove abita la propria famiglia, per andare a cercare fortuna nella capitale. La moglie Aicha
è incinta e cerca in ogni modo di dissuadere il marito dall'andare a Casablanca, luogo che considera malvagio
e pericoloso. L'uomo non si lascia convincere e trova un lavoro in un ristorante. Con lui, anche Othman e
Ismail tentano la fortuna in città; il primo non pensa che a risparmiare per procurare del cibo per il proprio
cavallo, affidato alle cure materne, il secondo, invece, si lascerà facilmente attrarre dal lusso e dallo stile di
vita della metropoli, soprattutto da un bel paio di scarpe costose. Aicha continua ad inviare disperate lettere
in cui esorta Said a tornare, sta per nascere il bambino e spera che lui le sia accanto. Ma così non avviene, e i
tre si troveranno ben presto travolti e risucchiati da quell'enorme trappola che è Casablanca, da cui non è
facile uscire...
Arrivederci. 2008. Di Valeriu Jereghi. Un film-verità che racconta il dramma di due bambini lasciati da soli in
Moldavia dai genitori emigrati in Italia per cercare fortuna. Premiato con il Grand Prix 2008 al Forum
Euroasiatic Moscova il film è stato richiesto e visionato dal Parlamento Europeo che ne ha apprezzato il suo
alto contenuto sociale, tuttavia non è benvisto in taluni ambienti moldavi perché il duro realismo del film
rappresenta anche una denuncia del grave degrado della società rurale moldava. Autoprodotto dal regista il
film resta escluso dai grandi circuiti della distribuzione, la sua visione è possibile grazie all’iniziativa di
privati e di associazioni che ne organizzano la proiezione Un film-verità che racconta il dramma di due
bambini lasciati da soli in Moldavia dai genitori emigrati in Italia per cercare fortuna. Racconta il regista
Jereghi che trattasi purtroppo di una realtà del suo paese e di molti altri paesi dell'Europa dell'Est.
Aspettando la felicità. Di A. Sissako. Anno Produzione: 2002. Data di uscita del Film : 15 Gennaio 2003.
Lungo Metraggio prodotto da: Mauritania e Francia.
Baton Rouge – 1985. Di Rachid Bouchareb. Storia di Giovani francesi che vanno in America, con l’obbiettivo
di migliorare la loro condizione, ma purtroppo trovano gli stessi problemi del paese d’origine con in più la
loro situazione d’immigranti.
Cheb – 1991. Di Rachid Bouchareb. Un giovane “Beur”, (immigrato nato in Francia), di 19 anni, con
cittadinanza Algerina, é espulso verso l’Algeria. Un paese d’origine dei genitori dove non ha mai vissuto, che
non conosce e dove é chiamato a fare il Servizio militare. Cercherà di fuggire con l’aiuto di una giovane
ragazza.
Cose di questo mondo. 2002. Di Michael Winterbottom. L´odissea di due ragazzi profughi dall´Afghanistan
post talebani che cercano di raggiungere Londra. Uno dei due ce la farà ma a prezzo di un calvario inumano.
Winterbottom non è nuovo all´intervento diretto sulla realtà (basti pensare a Welcome to Sarajevo) . Questa
volta però costruisce una narrazione volutamente ´sporca´con camera a mano e sgranature per sottolineare
anche linguisticamente un viaggio che non ha più bisogno della cronaca televisiva anche perché non sembra
interessare più a nessuno. L´Afghanistan è stato ´liberato´ e questo gli basti. Il mondo ha da pensare ad altri
fronti. Così l´infanzia viene negata e non c´è posto per lei nel nostro mondo che ha continuamente bisogno
di nuovi soggetti per cui ´commuoversi´. Winterbottom li espone invece nuovamente dinanzi alla nostra falsa
coscienza chiedendoci di non voltare il capo fingendo di non sapere.
Cousines (cugine). 2003. Francia - Algeria. Storia di un incontro fra un giovane Franco-Algerino con i cugini e
gli amici ad Algeri. Racconto di una relazione sentimentale che non poteva avere lieto fine perché Nedjma é
fidanzata col Cugino Algerino. Un confronto tra due società di una medesima generazione, tra tabù e
tradizioni.
East is East. 1999. Di Damien O’Donnell. Nel 1971 George Khan, pakistano orgoglioso e tradizionalista, è
emigrato a Salford, nei sobborghi di Manchester, dove possiede un negozio di fish & chips e ha sposato Ella,
inglese del Lancashire. I loro sette figli (sei maschi e una femmina) sembrano poco inclini a seguire le
direttive paterne per quanto riguarda la religione islamica. Sentendosi osteggiato, George reagisce in modo
brutale e impositivo. Il matrimonio combinato di Nazir, il più grande, fallisce per il rifiuto del ragazzo, che in
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realtà è omosessuale e se ne va per diventare stilista di moda. Tocca allora al più piccolo che, con grave
ritardo e qualche forzatura, viene sottoposto alla circoncisione. Quindi, tra una lite e una riappacificazione
con la moglie, George cerca di rifarsi dello smacco precedente e individua due possibili mogli per Abdul e
Tarik. Le famiglie si incontrano, i ragazzi cercano qualche scappatoia, stanno per rassegnarsi quando l'arrivo
di Saleem, il figlio hippie che fa oggetti d'arte di tipo provocatorio, fa precipitare la situazione. Anche questi
possibili matrimoni vanno all'aria. George si scontra una volta di più furiosamente con Ella. Poi, al negozio,
comincia a meditare sui propri comportamenti. Forse la pace tra moglie e marito sarà questa volta più
consapevole.
Exils - Francia - 2004 .di Tony Gatlif. Lungo Metraggio - produzione: Francia.
Il film è stato premiato come migliore regia al Festival di Cannes, nel 2004 (con Quentin Tarantino,
presidente della giuria di Cannes).
Tony Gatlif è nato in Algeria da padre Kabyle, Berberi del Nord Algeria e da madre Zingara. Dopèo una
infanzia ad Algeri arriva in Francia, nel 1960 durante la guerra per l’indipendenza. Fara un percorso di vita
molto difficile e eclatante, che andrà dal carcere minorile all’incontro con il famoso attore teatrale Michel
Simon nel 1965, conseguendo corsi d’arte drammatica. Fa l’attore al teatro e realista il suo primo film nel
1975, La “Tète en ruine” (testa in rovina).Dal 1981, inizia a trattare il tema, che approfondirà da una regia
all’altra: I Rom nel mondo, diventando il punto di riferimento di una “comunità in movimento” e di un
“universo sonoro e musicale” di grande ricchezza e di grande diversità. Tuttavia, si considera estraneo ad un
attaccamento esclusivo ad una comunità, Gatlif si definisce un “Mediterraneo” e, dall’altra sponda del mare,
compone le dolci melodie del sud.
Gadjo Dilo – Lo straniero pazzo. 1997. Di Tony Gatlif. Stephane è un giovane parigino che arriva in Romania
alla ricerca della cantante rom Nora Luca, di cui il padre gli ha lasciato una vecchia registrazione audio su
nastro che spesso ascoltava prima di morire. Gli zingari della comunità lo chiamano "Gadjo" (cioè non-rom,
straniero) a cui poi accosteranno l'aggettivo "Dilo", pazzo, per la sua strana fascinazione e ricerca maniacale
della Musica. Ricerca che, man mano che procede, muterà non solo gli obiettivi della medesima, ma anche la
stessa persona di Stephane ed il suo modo d'intendere la vita.
Il Canto delle Spose. 2008. di Karin ALBOU. Lungo Metraggio prodotto da: Tunisia e Francia. Tunisi, 1942.
Nour e Miriem sono due amiche cresciute assieme. Dividono la stessa casa in un quartiere modesto dove ebrei
e Mussulmani vivono in armonia.
Ognuna delle protagoniste desidera segretamente la vie dell’altra; Mentre Nour rimpiange de non poter
andare a scuola come la sua amica, Miriem sogna di una storia d’amore e invidia il fidanzamento di Nour con
il cugino Khaled, disoccupato. Il fidanzamento si prolunga, su ordine del padre di Nour con la prospettiva di
un’unione che si allontana.
Miriem è ebrea ed è rivoltata dalla sua condizione di povertà e dalla decisione della madre, disoccupata, che
la vuole sposare con un “vecchio” medico che lei rifiuta.
Il grido del cuore. 1993. Di Idrissa Ouédraogo. In un villaggio del Mali arriva una lettera: Ibrahim Sow,
emigrato da molti anni, annuncia di essere finalmente in grado di accogliere e mantenere la famiglia presso
di sè in Francia. La notizia rende folle di gioia la moglie Saffi, ma allo stesso tempo, sconvolge l'esistenza del
figlio, il piccolo Moctar che da un giorno all'altro dovrà abbandonare il villaggio, gli amici e soprattutto il
nonno gravemente malato. Arrivato in Francia, Moctar comincia a essere perseguitato dalla visione di una
iena che gli dà la caccia. Nessuno prende sul serio i racconti inverosimili del ragazzino, anzi tutti lo deridono
o peggio ancora si preoccupano per il suo equilibrio mentale. Solamente Paulo, un uomo di cinquant'anni
incontrato per caso, capisce veramente la situazione di Moctar e lo aiuta a tenere sotto controllo le sue
paure e ad affrontare la iena.
Il mondo addosso. 2006. Di Costanza Quatriglio. Arrivano da lontano, hanno abbandonato famiglia, affetti,
lavoro, per fuggire dalla guerra e dalla povertà. Sono giunti in Italia per dimenticare il passato e provare a
costruirsi un futuro che allontani le incertezze e conceda la speranza di una vita dignitosa. Portano con sé il
ricordo delle loro case, dei territori devastati dalle continue lotte, della miseria che da sempre accompagna i
loro destini.
Il bel documentario di Costanza Quatriglio racconta le storie di Cosmin, Inga, Mohammad Jan e Josif – tutti
minorenni – arrivati in Italia con la sola forza della disperazione e costretti a sbarcare il lunario con lavori
poco edificanti, integrandosi nel nostro paese con una durissima lotta quotidiana tra il desiderio di
un'istruzione - che permetta loro di migliorare le proprie condizioni socioculturali - e le telefonate alla
ricerca di una qualsiasi occupazione.
Abbrutiti da una vita che non concede tregua – ma ugualmente sorridenti e, forse, felici – i quattro immigrati
intervistati e seguiti passo passo dallo sguardo discreto della telecamera, rappresentano l'altro volto della
dignità umana. Il racconto delle origini, i luoghi di provenienza – Afghanistan, Moldavia, Romania – le facce
appese e lunghe, l'accoglienza di un paese come l'Italia sempre in bilico fra razzismo e integrazione. La
regista siciliana prosegue un percorso personale sul mondo dei ragazzi abbandonati, del duro passaggio
dall'adolescenza all'età adulta, riprendendo la realtà con un documentario semplice e immediato che invita il
pubblico a riflettere e a non permettere all'indifferenza di chiuderci gli occhi. Né davanti allo schermo, né
altrove.
Il tempo dei gitani. 1988. Di Emir Kusturica. Girato a Belgrado e a Milano, Il tempo dei Gitani racconta la
storia di un giovane Gitano, Perhan. Il ragazzo si trova nelle mani di un branco di malviventi che trafficano
con gli esseri umani nella Jugoslavia precedente alla dissoluzione della repubblica titoista. I protagonisti
finiranno nell'ambiente della microcriminalità milanese.
Indigènes - Francia 2006 Regia : Rachid Bouchareb. Lungometraggio prodotto da: Francia, Algeria, Marocco e
Belgio. Rachid Bouchareb - Regista Francese di Origine Algerina, diplomato presso il Centro sperimentale
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della Cinematografia, ha lavorato per più di 7 anni nella realizzazione di telefilm e corti metraggi e nel 1983
uno dei suoi documentari fu selezionato a Cannes.
“Indigènes” é stato premiato per l’interpretazione, ai 5 principali attori, a Cannes nel 2007.
Indovina chi viene a cena. Di Stanley Kramer. Anni sessanta: Joanna "Joey" Drayton, una ragazza bianca
americana, cresciuta in un'agiata famiglia liberal di San Francisco, si innamora del Dr. Prentice, uno stimato
medico afroamericano conosciuto dieci giorni prima alle Hawaii.I due hanno deciso di sposarsi e si recano a
San Francisco, dove Joey intende presentare il fidanzato ai propri genitori prima che questi riparta la sera
stessa per New York, e poi per Ginevra, dove lo attende un impegno di lavoro e dove hanno previsto di
convolare a nozze.Joey vorrebbe seguire subito Prentice, ma lui esige prima l'incondizionata approvazione
dei genitori di lei alla loro unione. La madre, commossa dalla sincerità dell'unione, aderisce all'entusiasmo
della figlia, ma il padre, troppo preoccupato per le difficoltà cui la coppia andrebbe incontro, non è propenso
a dare il proprio benestare. A questo punto la situazione diventa ancora più intricata: i genitori di John hanno
deciso di venire a cena da Joey per conoscere lei e la sua famiglia. Non sanno, però, che la ragazza è
bianca...
Jalla! Jalla! 2000. Di Josef Fares. Lisa vuole conoscere la famiglia di Roro, un libanese migrato diverso tempo
prima in Svezia, ma il ragazzo teme che la scelta di stare con una ragazza svedese possa creare alcuni
problemi con il resto dei familiari, molto tradizionalisti. Quando finalmente si decide a portare la ragazza a
casa, scopre che nel frattempo suo padre ha organizzato un incontro con la famiglia di Yasmin, anche lei
libanese. La ragazza spiega a Roro che se non farà credere alla famiglia che si sposerà entro l'estate, verrà
rispedita in Libano contro la sua volontà. Così chiede a Roro di mentire e confermare l'intenzione di
sposarla.Nel frattempo l'amico e collega di Roro Måns ha problemi sessuali con la sua partner e per questo
sperimenta tutte le possibili pratiche per tornare ad avere una vita di coppia normale. Ma quando la crisi
costringe la sua donna a lasciarlo scopre di essere innamorato di Yasmin e a questo punto le cose per i due
amici si complicano...
La sposa turca. 2003. Di Fatih Akin. Dopo un tentativo di suicidio Cahit incontra Sibel. Sono entrambi di
origine turca ma vivono da molti anni in Germania. Sibel vuole uscire dalla sua famiglia in cui gli uomini
comandano e propone a Cahit di sposarla. Lei avrà così una copertura per vivere una vita libera anche sul
piano sessuale. Ma il ruvido Cahit pian piano se ne innamora. Un bel film tedesco che descrive gli immigrati
senza retorica cercando di trovare la verità nela confusione dei sentimenti che sembra essere diffusa tra tutti
gli strati della popolazione ma che trova ulteriori ostacoli quando le tradizioni impongono le loro regole
assurde e prevaricatrici.
Lamerica. Di Gianni Amelio. Fiore e Gino, due faccendieri italiani, arrivano in Albania a bordo del fuoristrada
di Gino e vagano per i ministeri, con il supporto di corrotti funzionari locali, per mettere a punto l'ennesima
truffa ai danni del loro governo e di quello albanese, rilevado e la finta ristrutturazione di una fatiscente
fabbrica di scarpe. Serve anche un incapace presidente, il solito vecchio rimbecillito ma ancora in grado di
firmare i documenti dopo un vagabondaggio in un ex carcere, trovano Spiro Tozaj, che non parla ed, alla
prima occasione, fugge con il treno. Gino lo insegue col fuoristrada, e lo raggiunge in un ospedale dove lo
hanno ricoverato dopo che dei monelli gli hanno rubato le scarpe e tentano di soffocarlo in un bunker col
fuoco. A poco a poco, mentre l'agghiacciante realtà di miseria e disperazione del paese emerge in tutta la
sua evidenza, Gino scopre non solo che Spiro è in realtà un ex miliziano fascista, Michele Talarico, un
disertore che dopo 50 anni di galera ha perso il senno e crede di vivere nell'Italia del '48, ma anche che la
gente miserabile e il povero, ignorante ma generoso vecchio, affrontano una realtà che il suo continuo
quanto inutile ricorso ai soldi non può certo modificare. Dopo una lunga odissea in camion per tornare a
Tirana, Gino telefona a Fiore, che si è dileguato. Poi la polizia lo arresta al rientro in albergo: il funzionario
albanese è stato arrestato, e Gino potrà allontanarsi solo firmando una confessione che permetta al
funzionario di polizia di incriminarlo. Successivamente Gino tenta di rientrare in Italia con una nave di
profughi, e vi ritrova Spiro convinto di andare in America.
Latcho Drom. 1993. Di Tony Gatlif. Film documentario. Tra musiche e danze, il film racconta il lungo
percorso che, dall'anno 1000 (circa) alla fine del 1900, il popolo zingaro ha intrapreso dal nord dell'India fino
alla Spagna.
Le donne vere hanno le curve. 2002. Di Patricia Cardoso. Il plot ruota intorno ad Ana Garcia,
un'adolescente messicana che vive nella zona ad est di Los Angeles. Mentre la ragazza frequenta la Beverly
Hills High School, dove si distingue come un'ottima studentessa, lavora in condizioni di degrado e
sfruttamento presso l'industria di vestiario di sua sorella affiancata da sua madre, Carmen (Ontiveros), che
considera tale impiego la massima vocazione per la sua figlia minore. Al contrario Ana, incoraggiata dal suo
insegnante, il Signor Guzman (George Lopez), desidera poter frequentare la prestigiosa Columbia
University.Prima di portare a termine il suo obiettivo, Ana deve tentare di equilibrare la visione tradizionale
femminile di sua madre con la sua e, al contempo, accettare la propria immagine corporea e sperimentare
una nuova storia d'amore.
Little Senegal – 2001. Giovane Senegalese alla ricerca dei suoi avi, che furono deportati come schiavi in
America, due secoli fa. A harem, egli ritrova gente della sua famiglia e realizza le contradizioni e i conflitti
tra gli Afro-americani e i Neri d’Africa.
London River – 2009. Storia di Osman, mussulmano, e di Madame Sommers, cristiana. Il primo vive in Francia
e la seconda in Gran Bretagna. Vita ordinaria fino all’annuncio della comparsa dei figli in seguito ad un
attentato terroristico. Al di là delle religioni, la speranza di ritrovare la famiglia coi figli.
Mascarades – Algeria 2008. di Lyes Salem.
Mio figlio il fanatico. 1997. Di Udayan Prasad. A Bradford, nell'Inghilterra del nord, Parvez, tassista di origine
pakistana, ama sentirsi molto 'inglese'. Il suo amico Fizzy, anche lui immigrato, ha fatto molti soldi con un
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ristorante. Parvez guadagna poco, ma le cose sembrano cambiare il giorno in cui sul taxi sale Schitz, uomo
d'affari tedesco, che si fa accompagnare in giro per la città. Parvez, che è sposato con Minoo, frequenta una
prostituta di nome Bettina, che dopo un po' presenta a Shitz, con cui ora si vede abitualmente. Farid, figlio
adolescente di Parvez e Minoo, comincia ad avere comportamenti strani, lascia la sua ragazza inglese, deciso
a condurre una vita ascetica. Parvez pensa che si tratti di droga ma ben presto capisce che il figlio ha preso
la strada della religiosità fanatica. Farid convince il padre ad ospitare Maulvi, un religioso del Pakistan, che a
poco a poco finisce per spadroneggiare dentro casa. Anche Schitz si approfitta di Parvez e gli fa organizzare
un festino con Bettina e altre ragazze per alcuni uomini d'affari. Quando Farid, Maulvi e altri cominciano una
campagna moralizzatrice per ripulire le strade, per Parvez la confusione diventa totale. Litiga prima col figlio
che se ne va di casa, poi con la moglie che decide di tornare in India. Rimane così solo, senza sentirsi più né
inglese né pakistano.
Miracolo a Le Havre. 2011. Di Aki Kaurismaki. Marcel Marx, un ex scrittore rinomato e bohemien,
volontariamente si trasferisce in esilio nella città portuale di Le Havre, dove la sua professione onorevole, ma
non redditizia, di lustrascarpe, gli dona la sensazione di essere più vicino alla gente. Mantiene viva la sua
ambizione letteraria e conduce una vita soddisfacente nel triangolo formato dal pub dell'angolo, il suo lavoro
e sua moglie Arletty, quando il destino mette improvvisamente nella sua vita un bambino immigrato
proveniente dall'Africa nera.
Mississippi Masala. 1990. Di Mira Nair. Il film tratta la tematica antirazzista dell'amore tra un afroamericano
ed una indiana nata nell'Uganda del dittatore Amin.
Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano. 2003. Di François Dupeyton. Parigi, anni '60. Momo ha undici anni e
vive solo con un padre depresso e taciturno. Il ragazzino stringe amicizia con Ibrahim, il proprietario arabo
della drogheria del quartiere ebraico. Insieme intraprendono un viaggio verso Oriente, lungo un percorso
disseminato dei "fiori del Corano", le frasi che l'anziano sufita pronuncia nelle conversazioni con il suo piccolo
amico. Poteva trattarsi di un film d'occasione (la Mostra del cinema di Venezia 2003 assegna ad Omar Sharif il
Leone d'oro alla Carriera) ma non è così. Il vecchio principe del deserto (Lawrence d'Arabia ricordate?) e il
dottor Zivago che ha fatto piangere migliaia di persone Nanni Moretti compreso, ha ancora la zampata del
leone (scusate il gioco di parole in riferimento al premio) nello sguardo e nella recitazione affettuosamente
sottotono. Il percorso di crescita che il vecchio Ibrahim fa compiere al giovane Momo tocca tutte le corde, da
quella mistica a quella sentimentale passando per la commedia. Sempre però con una sensibilità che deriva
certo dalla regia e dal giovanissimo coprotagonista ma anche e soprattutto dalla presenza di uno dei grandi
attori che il cinema ancora ha (anche se li usa troppo poco).
Monson Wedding – Matrimonio indiano. 2000. Di Mira Nair. Il tema trattato è il matrimonio combinato tra
due importanti famiglie borghesi indiane: una rimasta in India (quella della sposa) e l'altra emigrata negli USA
in Texas. Nello svilupparsi del film si intrecciano storie diverse tra i vari protagonisti, si trattano temi
d'effetto quali: l'abuso da parte di uno zio della cugina della sposa nell'infanzia e la sua nuova ricaduta con
un'altra parente degli sposi, il passato di passione della sposa che riaffiora durante i preparativi del
matrimonio, la confessione da parte della sposa della propria passione allo sposo e relative ripercussioni,
l'amore semplice ed intenso tra la serva e l'organizzatore del matrimonio, l'amore adolescenziale tra due
parenti dei futuri sposi, i problemi della famiglia della sposa in relazione alla preparazione maniacale del
matrimonio (problemi finanziari e familiari). Da segnalare la frase detta dallo sposo dopo la confessione di lei
ed i conseguenti momenti di tensione: Il matrimonio è un rischio: una persona scelta dai genitori, una
trovata in discoteca, che differenza fa?. Quello che rimane è un lieto fine, come solito nei film indiani, in cui
il bene trionfa e tutto si risolve.
My Beautiful Laundrette. 1985. Di Stephen Frears. Rampollo di una ricca famiglia pachistana a Londra mette
su una lavanderia e si prende come socio un coetaneo, inglese e povero, che è anche il suo amante. Il
rapporto padrone-servo complica le cose. Una bella e competente sceneggiatura dell'anglo-pachistano Hanif
Kureishi, l'intelligenza registica di Frears, attori giusti, un rapporto d'amore trasgressivo spiegano il grande
successo internazionale di questo piccolo film girato in 16 mm per la TV. "La carta vincente del film è senza
dubbio la sua apparente semplicità, sotto la quale però lavorano un cinismo e una freddezza pungenti,
rintracciabili soprattutto attraverso i film successivi di Frears" (E. Martini).
Pelle alla conquista del mondo. 1988. Di Bille August. Alla fine del secolo scorso, contadino svedese, povero
e analfabeta, emigra col figlioletto. Sbarcati in Danimarca, trovano lavoro nella fattoria dei coniugi
Kongstrup dove il piccolo Pelle segue la dura scuola della vita. Premiato con la Palma d'oro a Cannes e 2 volte
come il miglior film danese e svedese, l'opera n. 5 di August, ex operatore, ha il passo lento ma sicuro di un
fondista e un fascino figurativo che attinge con sapienza alla bellezza del paesaggio costiero danese. Nel
film, tratto dalla 1ª parte ("L'infanzia") del romanzo di Martin Andersen-Nexø, campeggia M. von Sydow.
Picnic alla spiaggia. 1993. Di Guringer Chadha. Birmingham d'estate il Saheli Asian Women Center organizza
una gita in minibus a Blackpool, metropoli balneare inglese, alla quale partecipano nove donne asiatiche (più
un bambino) di diversa età, cultura ed estrazione sociale. Per tutte, soprattutto per due di loro, sarà una
giornata particolare. 1° film britannico scritto (da Meera Syal) e diretto da autrici asiatiche. Ritmo di
commedia con forti fratture drammatiche. Molti, forse troppi, temi. Quasi tutte le difficoltà sono state
superate con brio ammirevole da G. Chadha, esordiente con esperienze di giornalismo e documentario.
Sequenze oniriche di ironia deliziosa e funzionale colonna sonora dove, in stile benghra, i ritmi del pop
britannico si mescolano a quelli afroamericani e alle melodie tradizionali del Punjab. Troppo tradizionale e
troppo femminista per piacere ai critici (maschi) che l'hanno buttata sulla carineria, sottovalutando la lucida
durezza del discorso sociale.
Poussiere de vie – 1995. Storia di un ragazzo vietnamita, figlio di un ufficiale Afro-americano e di una
vietnamita, in un campo di rieducazione. Assieme a due amici, tenterà di evadere.
34. Quando sei nato non puoi più nasconderti. 2005. Di Marco Tullio Giordana. Sandro è il giovane figlio di un
industriale bresciano. La sua esperienza quotidiana lo mette a contatto con persone provenienti da diversi
paesi extracomunitari ma la sorte che lo attende gliene farà sperimentare direttamente le profonde
sofferenze. Infatti, nel corso di una vacanza in barca a vela verrà sbalzato fuoribordo, creduto morto dai
genitori ma salvato e issato a bordo di una 'carretta del mare' che trasporta clandestini. Qui diventerà amico
di due giovani romeni, Radu e Alina. Una volta sbarcati e alloggiati in un centro di raccolta i tre
conserveranno il loro legame al punto che Sandro chiederà ai genitori di adottarli. I due però tradiranno la
fiducia loro accordata anche se Sandro non smetterà di sostenerli.
35. Ragazzi del Ghana. 2000. Di Alessandro Angelini. Osuman e Mohammed sono due adolescenti ghanesi
appassionati di calcio. Giocano in una squadra di Acera, l'Intermillas, e sognano un futuro da campioni.
Stanno per trasferirsi in Italia per un periodo di prova con la Sampdoria. I due vivono gli ultimi giorni in
Ghana con uno stato d'animo sospeso tra la paura di lasciare le famiglie e trovarsi da soli in un continente che
non conoscono, diverso per cultura, clima, religione, e la felicità per l'occasione che potrebbe cambiare la
loro vita. Ad accompagnarli verso Genova c'è il manager Carlo Guelfo, osservatore di diverse società di calcio
e talent scout sui generis dall'innato senso paterno.
36. Saimir. 2004. di Francesco Munzi.
37. Samia. 2000. Di Philippe Faucon.
38. Sognando Beckham. 2002. Di Gurinder Chadha. I genitori vorrebbero che la figlia Jess fosse la classica
ragazza indiana: dolce, remissiva e ansiosa di sposarsi con un bravo giovane come la sorella Pinky. Il
problema è che Jess, che ha fatto della star del Manchester United Beckham il suo eroe, vorrebbe soprattutto
giocare a calcio. Finché la cosa rimane confinata nell'ambito del parco pubblico non ci sono soverchi
problemi. Ma quando Jules, giocatrice in una squadra regolare, la vede giocare e la convince ad unirsi al
proprio team le cose cambiano. Non solo in famiglia, visto che entrambe sono attratte dal proprio allenatore
Joe. E la finale di campionato, cui dovrebbe partecipare anche un importante osservatore americano,
coincide proprio con le nozze di Pinky...
39. Sono nato da una cicogna. 1999. Di Tony Gatlif. Copia proveniente da Pyramide Distribution Il film più
anticapitalista e strutturalmente libero di Tony Gatlif, Je suis né d'une cicogne ha per protagonisti due
disoccupati, Otto e Louna, le cui esistenze disperate finiscono per incrociarsi con quella di Ali, un immigrato
algerino che vive a Parigi.
40. Spanglish – Quando in famiglia sono troppi a parlare. 2004. Di James L. Brooks. John Clasky è un cuoco di
rinomata fama che nonostante i vari riconoscimenti, non aspira ad avere nient'altro che il suo semplice
ristorante. Sua moglie Deborah, donna sportiva e molto competitiva, si è da poco licenziata per star dietro ai
loro due figli adolescenti: Bernice e George. Con loro vive la madre di lei, ex cantante di musica leggera che
passa le sue giornate nei ricordi dei tempi passati. Essendo una famiglia borghese e benestante, decidono di
assumere una governante come aiuto in casa e si presenta al colloquio Flor, ragazza appena giunta dal
Messico con la figlia Cristina, anch'essa adolescente. Flor non parla una parola di inglese e, di conseguenza,
per farsi capire darà luogo a varie ed inaspettate situazioni esilaranti. La signora Clasky, nel cercare una casa
per le vacanze, si concede una scappatella con il mediatore immobiliare. Intanto, arriva l'estate e i Clasky
raggiungono il luogo di villeggiatura insieme a Flor costretta a seguirli, pena il licenziamento. La ragazza, che
riceve un ottimo stipendio, decide di trascorrere l'estate nella loro casa ma con lei porta la figlia. Cristina è
una ragazzina molto carina e Deborah comincia a coccolarla e a riempirla di regali, dato che incarna la figlia
perfetta che avrebbe voluto che fosse Bernice che invece è in sovrappeso. Flor comincia a sentirsi infastidita
da questo comportamento, sentendosi minata come madre e come autorità nei confronti di Cristina, da parte
di Deborah che le fa ottenere addirittura una borsa di studio per frequentare la stessa scuola dei suoi figli.
Flor, dopo aver usato sua figlia come interprete, capisce che il distacco linguistico è troppo e comincia a
studiare l'inglese, in modo da non avere più problemi di comunicazione. John, dopo alcuni scontri verbali con
lei, rimane colpito dal carattere onesto e dalla notevole bellezza di Flor. Convinta dalla madre, Deborah
decide di confessare il suo tradimento al marito, per recuperare il loro rapporto ormai deteriorato, convinta
che nell'onestà potrà trovare il perdono ma dopo questa rivelazione, lui si avvicina ancora di più a Flor.
Consapevole di aver portato scompiglio nella famiglia, Flor decide di licenziarsi e di lasciare la famiglia a se
stessa, confessando a John il suo amore per lui, prima di andarsene definitivamente.
41. Swing. 2001. Di Tony Gatlif. Max è figlio unico, ha dodici anni ed è appassionato di jazz: quando un'estate
viene spedito dalla nonna a Strasburgo rimane affascinato dalla musica che sente suonare nel vicino campo
nomadi, e decide di prendere delle lezioni di chitarra. Così incontra Swing, una ragazzina gitana sua
coetanea che gli farà scoprire qualcosa di ancor più forte dell'amore per la musica. Il film scorre
gradevolmente su due piani narrativi diversi ma intrecciati: da una parte il racconto dell'educazione
sentimentale dei due adolescenti, dall'altra un doveroso e sentito omaggio alla cultura musicale del ceppo
zingaro più antico dell'Europa orientale, i Manouche, che inventarono un nuovo modo di fare musica,
chiamata poi "gipsy jazz", contaminando la tradizione afroamericana con un'impronta fortemente
occidentale. Il regista, Tony Gatlif, è nato ad Algeri ma è gitano.
42. Terza generazione. 2000. Di Kate Woods. Sydney, nell'ultimo decennio del XX secolo. Josie Alibrandi è una
adolescente australiana diciassettenne di origini italiane. Josie vive con la madre Christina e la nonna Katia.
La madre di Josie, Christina, è nubile: rimasta incinta di Josie all'età di 17 anni, ha cresciuto la bambina
contro il volere del proprio padre e senza l'aiuto del genitore di Josie il quale peraltro è andato via da Sydney
e ignora di essere diventato padre. Josie si sente australiana e mostra insofferenza per le tradizioni italiane
osservate dai parenti, in particolare dalla nonna Katia.Josie frequenta l'ultimo anno della scuola superiore in
un esclusivo istituto cattolico di Sydney a cui la ragazza ha accesso grazie a una borsa di studio. Le divisioni
sociali fra gli studenti sono molto forti: Josie frequenta soprattutto due amiche anch'esse di origini italiane,
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mentre sopporta a fatica l'atteggiamento razzista di Carly Bishop, una sua compagna di scuola snob e
appartenente a una famiglia facoltosa. Josie deve affrontare e superare gravi problemi con i suoi coetanei
(per esempio, il suicidio di un amico) e con i suoi familiari. Conosce il proprio padre, col quale instaura un
ottimo rapporto, e accetta infine serenamente anche le vicende e le tradizioni italiane dei propri familiari.
Transylvania. 2006.Z ingarina non è una vera gitana quanto piuttosto una ribelle. Arriva in Transilvania alla
ricerca di un musicista che l'ha amata e messa incinta. Lo trova per scoprire di essere stata definitivamente
abbandonata ma si innamora dei luoghi e di Tchangalo, un tenebroso mercante. Gatlif torna in Romania
(ricordate Gadjo Dilo?), una terra che lo attrae per la vena di mistero e di follia che la percorre. Ancora una
volta è la musica a fare da motore del suo cinema. Una musica concitata e dolorosa, pronta a fuggire per
farsi inseguire come un po' tutti i personaggi del suo cinema errante, alla ricerca di una stabilità da perdere il
più presto possibile una volta trovata. Il rischio della ripetività è presente ma ciò che ogni volta lascia
sorpresi è la composizione di uno sguardo che si rinnova a ogni prova. In questo caso grazie anche all'ottima
prestazione di Asia Argento grezza e sensibile al contempo e di Birol Unel la cui fisicità ricca di sfumature
avevamo già imparato ad apprezzare ne La sposa turca.
Un bacio appassionato. 2004. Di Ken Loach. Il film è incentrato su una storia d'amore in cui i protagonisti
provengono da contesti culturali completamente diversi. Cassim è un pakistano nato e cresciuto a Glasgow
che lavora come dj e vorrebbe un locale tutto suo ma nello stesso tempo rispetta i limiti culturali che gli
sono imposti dalla sua famiglia. Accetta di sposare una sua cugina senza averla mai conosciuta. Ma le cose si
complicano quando casualmente conosce Roisin, un'irlandese che insegna musica nella scuola cattolica di
Glasgow frequentata da sua sorella Tahara. La storia d'amore che nasce tra Cassim e Roisin sarà difficile.
Cassim deve scontrarsi con la sua famiglia che ha sempre rispettato. Roisin dovrà affrontare le norme morali
della scuola cattolica in cui insegna.
Un tocco di zenzero. 2003. Di Tassos Boulmetis. Fanis, professore di astronomia ad Atene, deve rimandare le
sue vacanze per l'arrivo improvviso di suo nonno che non vede da anni. Organizza un pranzo per lui e per i
suoi amici, ma nonno Vassilis non arriva. È l'occasione per Fanis di fare un viaggio indietro nella memoria, al
tempo in cui, bambino, passava la gran parte del tempo a giocare con l'amata Saime nel negozio di spezie del
nonno a Costantinopoli, e poi al giorno della deportazione in Grecia e a come la sua vita ne sia stata segnata
per sempre. Conosciamo così una famiglia in cui la cucina ha un ruolo fondamentale e le cui vicende sono sì
centrali, ma sono anche il mezzo per raccontare una storia più ampia, quella del sanguinoso rapporto tra
Turchia e Grecia nel secondo dopoguerra.
Inizia in maniera suggestiva questo film, turco-ellenico come la famiglia che ne è protagonista, per poi
incanalarsi in binari più consueti. Il passaggio dal presente narrativo al ricordo di Fanis avviene con un lungo
piano sequenza, misto di animazione 3D e riprese dal vero, di squisita fattura e assai originale. Purtroppo,
l'estro registico di Boulmetis non è bissato in sede di scrittura, e infatti gli sviluppi della storia sono poco
convincenti e alcune scene risultano poco funzionali e fuori contesto, sebbene il film resti gradevole e
aggraziato fino alla fine. Giudizio sicuramente positivo, purché si faccia finta di non vedere la enorme
similitudine con Nuovo Cinema Paradiso, sicuramente non casuale. Un consiglio: da vedersi assolutamente a
pancia piena, perché fa venire l'acquolina.
Vengo – Demone flamenco. 2000. Di Tony Gatlif. L'andaluso Caco affonda il dolore per la morte della figlia
nelle feste musicali col nipote Diego il cui handicap fisico non gli impedisce di divertirsi con le donne e il
flamenco. Hanno un debito di sangue con i Caravaca che dev'essere saldato. Dopo Latcho Drom (1993, inedito
in Italia) e Gadjo Dilo (1997), il gitano algerino Gatlif completa un trittico sul popolo gitano. La musica non è
soltanto lo sfondo scenografico-folcloristico, ma il nerbo drammatico della storia, l'atmosfera, il sapore
unico, il mistico afflato. Gli eccessi, la dismisura, la retorica di questo film del Sud sono quelle del flamenco.
Vesna va veloce. 1996. Di Carlo Mazzacurati. Vesna arriva in autobus a Trieste da un villaggio della
Repubblica Ceca e non riparte. Per mantenersi si prostituisce finché a Rimini conosce un caposquadra
muratore che, dopo essere stato suo cliente, le si avvicina come persona, amico, amante. Ma lei gli sfugge. Si
può vendere il corpo, salvando l'anima? Mazzacurati prova a dirlo con attenzione, pudore, rispetto, senza la
pretesa di penetrare nel mistero di un essere umano e di spiegarlo allo spettatore.
Welcome. 2009. Di Philippe Lioret. Il film è ambientato a Calais in Francia e vede come protagonisti Simon
Calmat (Vincent Lindon), un ex campione olimpionico di nuoto, e Bilal Kayani (Firat Ayverdi), immigrato
curdo-iracheno.Bilal giunge a Calais dopo un viaggio attraverso l'Europa durato oltre tre mesi con lo scopo di
ricongiungersi alla fidanzata Mina (Derya Ayverdi), che vive a Londra con la sua famiglia. Non potendosi
affidare ai trafficanti di clandesini, Bilal viene aiutato da Simon ad allenarsi per attraversare la Manica a
nuoto. A complicare le cose interviene il rigido controllo del padre di Mina sulla famiglia: quest'ultima,
infatti, viene promessa in sposa ad un ricco cugino, Hassam, in cambio di una promessa di lavoro.Ad opporsi
ai protagonisti, inoltre, la polizia di frontiera intenzionata a stroncare il traffico di clandestini e ad
ostacolare in ogni modo le organizzazioni umanitarie di volontariato, di cui fa parte anche l'ex-moglie di
Simon, Marion (Audrey Dana).
Wich Way Home. 2009. Di Rebecca Cammisa. Documentario che segue il percorso di alcuni bambini nel loro
viaggio attraverso il Messico, per raggiungere il confine con la California ed emigrare negli States.