UNA FILMOGRAFIA Pubblichiamo qui di seguito una sommaria
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UNA FILMOGRAFIA Pubblichiamo qui di seguito una sommaria
In occasione del Convegno La Mente Lontana. dall’antropologia all’etnopsichiatria Novara 14-15 febbraio 2013 Salone Teatro Borsa – Via ravizza UNA FILMOGRAFIA Pubblichiamo qui di seguito una sommaria filmografia in materia interculturale. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. A Casablanca gli angeli non volano. 2004. Di Mohamed Asli. Said è costretto a lasciare il villaggio sperduto tra le montagne, dove abita la propria famiglia, per andare a cercare fortuna nella capitale. La moglie Aicha è incinta e cerca in ogni modo di dissuadere il marito dall'andare a Casablanca, luogo che considera malvagio e pericoloso. L'uomo non si lascia convincere e trova un lavoro in un ristorante. Con lui, anche Othman e Ismail tentano la fortuna in città; il primo non pensa che a risparmiare per procurare del cibo per il proprio cavallo, affidato alle cure materne, il secondo, invece, si lascerà facilmente attrarre dal lusso e dallo stile di vita della metropoli, soprattutto da un bel paio di scarpe costose. Aicha continua ad inviare disperate lettere in cui esorta Said a tornare, sta per nascere il bambino e spera che lui le sia accanto. Ma così non avviene, e i tre si troveranno ben presto travolti e risucchiati da quell'enorme trappola che è Casablanca, da cui non è facile uscire... Arrivederci. 2008. Di Valeriu Jereghi. Un film-verità che racconta il dramma di due bambini lasciati da soli in Moldavia dai genitori emigrati in Italia per cercare fortuna. Premiato con il Grand Prix 2008 al Forum Euroasiatic Moscova il film è stato richiesto e visionato dal Parlamento Europeo che ne ha apprezzato il suo alto contenuto sociale, tuttavia non è benvisto in taluni ambienti moldavi perché il duro realismo del film rappresenta anche una denuncia del grave degrado della società rurale moldava. Autoprodotto dal regista il film resta escluso dai grandi circuiti della distribuzione, la sua visione è possibile grazie all’iniziativa di privati e di associazioni che ne organizzano la proiezione Un film-verità che racconta il dramma di due bambini lasciati da soli in Moldavia dai genitori emigrati in Italia per cercare fortuna. Racconta il regista Jereghi che trattasi purtroppo di una realtà del suo paese e di molti altri paesi dell'Europa dell'Est. Aspettando la felicità. Di A. Sissako. Anno Produzione: 2002. Data di uscita del Film : 15 Gennaio 2003. Lungo Metraggio prodotto da: Mauritania e Francia. Baton Rouge – 1985. Di Rachid Bouchareb. Storia di Giovani francesi che vanno in America, con l’obbiettivo di migliorare la loro condizione, ma purtroppo trovano gli stessi problemi del paese d’origine con in più la loro situazione d’immigranti. Cheb – 1991. Di Rachid Bouchareb. Un giovane “Beur”, (immigrato nato in Francia), di 19 anni, con cittadinanza Algerina, é espulso verso l’Algeria. Un paese d’origine dei genitori dove non ha mai vissuto, che non conosce e dove é chiamato a fare il Servizio militare. Cercherà di fuggire con l’aiuto di una giovane ragazza. Cose di questo mondo. 2002. Di Michael Winterbottom. L´odissea di due ragazzi profughi dall´Afghanistan post talebani che cercano di raggiungere Londra. Uno dei due ce la farà ma a prezzo di un calvario inumano. Winterbottom non è nuovo all´intervento diretto sulla realtà (basti pensare a Welcome to Sarajevo) . Questa volta però costruisce una narrazione volutamente ´sporca´con camera a mano e sgranature per sottolineare anche linguisticamente un viaggio che non ha più bisogno della cronaca televisiva anche perché non sembra interessare più a nessuno. L´Afghanistan è stato ´liberato´ e questo gli basti. Il mondo ha da pensare ad altri fronti. Così l´infanzia viene negata e non c´è posto per lei nel nostro mondo che ha continuamente bisogno di nuovi soggetti per cui ´commuoversi´. Winterbottom li espone invece nuovamente dinanzi alla nostra falsa coscienza chiedendoci di non voltare il capo fingendo di non sapere. Cousines (cugine). 2003. Francia - Algeria. Storia di un incontro fra un giovane Franco-Algerino con i cugini e gli amici ad Algeri. Racconto di una relazione sentimentale che non poteva avere lieto fine perché Nedjma é fidanzata col Cugino Algerino. Un confronto tra due società di una medesima generazione, tra tabù e tradizioni. East is East. 1999. Di Damien O’Donnell. Nel 1971 George Khan, pakistano orgoglioso e tradizionalista, è emigrato a Salford, nei sobborghi di Manchester, dove possiede un negozio di fish & chips e ha sposato Ella, inglese del Lancashire. I loro sette figli (sei maschi e una femmina) sembrano poco inclini a seguire le direttive paterne per quanto riguarda la religione islamica. Sentendosi osteggiato, George reagisce in modo brutale e impositivo. Il matrimonio combinato di Nazir, il più grande, fallisce per il rifiuto del ragazzo, che in 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. realtà è omosessuale e se ne va per diventare stilista di moda. Tocca allora al più piccolo che, con grave ritardo e qualche forzatura, viene sottoposto alla circoncisione. Quindi, tra una lite e una riappacificazione con la moglie, George cerca di rifarsi dello smacco precedente e individua due possibili mogli per Abdul e Tarik. Le famiglie si incontrano, i ragazzi cercano qualche scappatoia, stanno per rassegnarsi quando l'arrivo di Saleem, il figlio hippie che fa oggetti d'arte di tipo provocatorio, fa precipitare la situazione. Anche questi possibili matrimoni vanno all'aria. George si scontra una volta di più furiosamente con Ella. Poi, al negozio, comincia a meditare sui propri comportamenti. Forse la pace tra moglie e marito sarà questa volta più consapevole. Exils - Francia - 2004 .di Tony Gatlif. Lungo Metraggio - produzione: Francia. Il film è stato premiato come migliore regia al Festival di Cannes, nel 2004 (con Quentin Tarantino, presidente della giuria di Cannes). Tony Gatlif è nato in Algeria da padre Kabyle, Berberi del Nord Algeria e da madre Zingara. Dopèo una infanzia ad Algeri arriva in Francia, nel 1960 durante la guerra per l’indipendenza. Fara un percorso di vita molto difficile e eclatante, che andrà dal carcere minorile all’incontro con il famoso attore teatrale Michel Simon nel 1965, conseguendo corsi d’arte drammatica. Fa l’attore al teatro e realista il suo primo film nel 1975, La “Tète en ruine” (testa in rovina).Dal 1981, inizia a trattare il tema, che approfondirà da una regia all’altra: I Rom nel mondo, diventando il punto di riferimento di una “comunità in movimento” e di un “universo sonoro e musicale” di grande ricchezza e di grande diversità. Tuttavia, si considera estraneo ad un attaccamento esclusivo ad una comunità, Gatlif si definisce un “Mediterraneo” e, dall’altra sponda del mare, compone le dolci melodie del sud. Gadjo Dilo – Lo straniero pazzo. 1997. Di Tony Gatlif. Stephane è un giovane parigino che arriva in Romania alla ricerca della cantante rom Nora Luca, di cui il padre gli ha lasciato una vecchia registrazione audio su nastro che spesso ascoltava prima di morire. Gli zingari della comunità lo chiamano "Gadjo" (cioè non-rom, straniero) a cui poi accosteranno l'aggettivo "Dilo", pazzo, per la sua strana fascinazione e ricerca maniacale della Musica. Ricerca che, man mano che procede, muterà non solo gli obiettivi della medesima, ma anche la stessa persona di Stephane ed il suo modo d'intendere la vita. Il Canto delle Spose. 2008. di Karin ALBOU. Lungo Metraggio prodotto da: Tunisia e Francia. Tunisi, 1942. Nour e Miriem sono due amiche cresciute assieme. Dividono la stessa casa in un quartiere modesto dove ebrei e Mussulmani vivono in armonia. Ognuna delle protagoniste desidera segretamente la vie dell’altra; Mentre Nour rimpiange de non poter andare a scuola come la sua amica, Miriem sogna di una storia d’amore e invidia il fidanzamento di Nour con il cugino Khaled, disoccupato. Il fidanzamento si prolunga, su ordine del padre di Nour con la prospettiva di un’unione che si allontana. Miriem è ebrea ed è rivoltata dalla sua condizione di povertà e dalla decisione della madre, disoccupata, che la vuole sposare con un “vecchio” medico che lei rifiuta. Il grido del cuore. 1993. Di Idrissa Ouédraogo. In un villaggio del Mali arriva una lettera: Ibrahim Sow, emigrato da molti anni, annuncia di essere finalmente in grado di accogliere e mantenere la famiglia presso di sè in Francia. La notizia rende folle di gioia la moglie Saffi, ma allo stesso tempo, sconvolge l'esistenza del figlio, il piccolo Moctar che da un giorno all'altro dovrà abbandonare il villaggio, gli amici e soprattutto il nonno gravemente malato. Arrivato in Francia, Moctar comincia a essere perseguitato dalla visione di una iena che gli dà la caccia. Nessuno prende sul serio i racconti inverosimili del ragazzino, anzi tutti lo deridono o peggio ancora si preoccupano per il suo equilibrio mentale. Solamente Paulo, un uomo di cinquant'anni incontrato per caso, capisce veramente la situazione di Moctar e lo aiuta a tenere sotto controllo le sue paure e ad affrontare la iena. Il mondo addosso. 2006. Di Costanza Quatriglio. Arrivano da lontano, hanno abbandonato famiglia, affetti, lavoro, per fuggire dalla guerra e dalla povertà. Sono giunti in Italia per dimenticare il passato e provare a costruirsi un futuro che allontani le incertezze e conceda la speranza di una vita dignitosa. Portano con sé il ricordo delle loro case, dei territori devastati dalle continue lotte, della miseria che da sempre accompagna i loro destini. Il bel documentario di Costanza Quatriglio racconta le storie di Cosmin, Inga, Mohammad Jan e Josif – tutti minorenni – arrivati in Italia con la sola forza della disperazione e costretti a sbarcare il lunario con lavori poco edificanti, integrandosi nel nostro paese con una durissima lotta quotidiana tra il desiderio di un'istruzione - che permetta loro di migliorare le proprie condizioni socioculturali - e le telefonate alla ricerca di una qualsiasi occupazione. Abbrutiti da una vita che non concede tregua – ma ugualmente sorridenti e, forse, felici – i quattro immigrati intervistati e seguiti passo passo dallo sguardo discreto della telecamera, rappresentano l'altro volto della dignità umana. Il racconto delle origini, i luoghi di provenienza – Afghanistan, Moldavia, Romania – le facce appese e lunghe, l'accoglienza di un paese come l'Italia sempre in bilico fra razzismo e integrazione. La regista siciliana prosegue un percorso personale sul mondo dei ragazzi abbandonati, del duro passaggio dall'adolescenza all'età adulta, riprendendo la realtà con un documentario semplice e immediato che invita il pubblico a riflettere e a non permettere all'indifferenza di chiuderci gli occhi. Né davanti allo schermo, né altrove. Il tempo dei gitani. 1988. Di Emir Kusturica. Girato a Belgrado e a Milano, Il tempo dei Gitani racconta la storia di un giovane Gitano, Perhan. Il ragazzo si trova nelle mani di un branco di malviventi che trafficano con gli esseri umani nella Jugoslavia precedente alla dissoluzione della repubblica titoista. I protagonisti finiranno nell'ambiente della microcriminalità milanese. Indigènes - Francia 2006 Regia : Rachid Bouchareb. Lungometraggio prodotto da: Francia, Algeria, Marocco e Belgio. Rachid Bouchareb - Regista Francese di Origine Algerina, diplomato presso il Centro sperimentale 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. della Cinematografia, ha lavorato per più di 7 anni nella realizzazione di telefilm e corti metraggi e nel 1983 uno dei suoi documentari fu selezionato a Cannes. “Indigènes” é stato premiato per l’interpretazione, ai 5 principali attori, a Cannes nel 2007. Indovina chi viene a cena. Di Stanley Kramer. Anni sessanta: Joanna "Joey" Drayton, una ragazza bianca americana, cresciuta in un'agiata famiglia liberal di San Francisco, si innamora del Dr. Prentice, uno stimato medico afroamericano conosciuto dieci giorni prima alle Hawaii.I due hanno deciso di sposarsi e si recano a San Francisco, dove Joey intende presentare il fidanzato ai propri genitori prima che questi riparta la sera stessa per New York, e poi per Ginevra, dove lo attende un impegno di lavoro e dove hanno previsto di convolare a nozze.Joey vorrebbe seguire subito Prentice, ma lui esige prima l'incondizionata approvazione dei genitori di lei alla loro unione. La madre, commossa dalla sincerità dell'unione, aderisce all'entusiasmo della figlia, ma il padre, troppo preoccupato per le difficoltà cui la coppia andrebbe incontro, non è propenso a dare il proprio benestare. A questo punto la situazione diventa ancora più intricata: i genitori di John hanno deciso di venire a cena da Joey per conoscere lei e la sua famiglia. Non sanno, però, che la ragazza è bianca... Jalla! Jalla! 2000. Di Josef Fares. Lisa vuole conoscere la famiglia di Roro, un libanese migrato diverso tempo prima in Svezia, ma il ragazzo teme che la scelta di stare con una ragazza svedese possa creare alcuni problemi con il resto dei familiari, molto tradizionalisti. Quando finalmente si decide a portare la ragazza a casa, scopre che nel frattempo suo padre ha organizzato un incontro con la famiglia di Yasmin, anche lei libanese. La ragazza spiega a Roro che se non farà credere alla famiglia che si sposerà entro l'estate, verrà rispedita in Libano contro la sua volontà. Così chiede a Roro di mentire e confermare l'intenzione di sposarla.Nel frattempo l'amico e collega di Roro Måns ha problemi sessuali con la sua partner e per questo sperimenta tutte le possibili pratiche per tornare ad avere una vita di coppia normale. Ma quando la crisi costringe la sua donna a lasciarlo scopre di essere innamorato di Yasmin e a questo punto le cose per i due amici si complicano... La sposa turca. 2003. Di Fatih Akin. Dopo un tentativo di suicidio Cahit incontra Sibel. Sono entrambi di origine turca ma vivono da molti anni in Germania. Sibel vuole uscire dalla sua famiglia in cui gli uomini comandano e propone a Cahit di sposarla. Lei avrà così una copertura per vivere una vita libera anche sul piano sessuale. Ma il ruvido Cahit pian piano se ne innamora. Un bel film tedesco che descrive gli immigrati senza retorica cercando di trovare la verità nela confusione dei sentimenti che sembra essere diffusa tra tutti gli strati della popolazione ma che trova ulteriori ostacoli quando le tradizioni impongono le loro regole assurde e prevaricatrici. Lamerica. Di Gianni Amelio. Fiore e Gino, due faccendieri italiani, arrivano in Albania a bordo del fuoristrada di Gino e vagano per i ministeri, con il supporto di corrotti funzionari locali, per mettere a punto l'ennesima truffa ai danni del loro governo e di quello albanese, rilevado e la finta ristrutturazione di una fatiscente fabbrica di scarpe. Serve anche un incapace presidente, il solito vecchio rimbecillito ma ancora in grado di firmare i documenti dopo un vagabondaggio in un ex carcere, trovano Spiro Tozaj, che non parla ed, alla prima occasione, fugge con il treno. Gino lo insegue col fuoristrada, e lo raggiunge in un ospedale dove lo hanno ricoverato dopo che dei monelli gli hanno rubato le scarpe e tentano di soffocarlo in un bunker col fuoco. A poco a poco, mentre l'agghiacciante realtà di miseria e disperazione del paese emerge in tutta la sua evidenza, Gino scopre non solo che Spiro è in realtà un ex miliziano fascista, Michele Talarico, un disertore che dopo 50 anni di galera ha perso il senno e crede di vivere nell'Italia del '48, ma anche che la gente miserabile e il povero, ignorante ma generoso vecchio, affrontano una realtà che il suo continuo quanto inutile ricorso ai soldi non può certo modificare. Dopo una lunga odissea in camion per tornare a Tirana, Gino telefona a Fiore, che si è dileguato. Poi la polizia lo arresta al rientro in albergo: il funzionario albanese è stato arrestato, e Gino potrà allontanarsi solo firmando una confessione che permetta al funzionario di polizia di incriminarlo. Successivamente Gino tenta di rientrare in Italia con una nave di profughi, e vi ritrova Spiro convinto di andare in America. Latcho Drom. 1993. Di Tony Gatlif. Film documentario. Tra musiche e danze, il film racconta il lungo percorso che, dall'anno 1000 (circa) alla fine del 1900, il popolo zingaro ha intrapreso dal nord dell'India fino alla Spagna. Le donne vere hanno le curve. 2002. Di Patricia Cardoso. Il plot ruota intorno ad Ana Garcia, un'adolescente messicana che vive nella zona ad est di Los Angeles. Mentre la ragazza frequenta la Beverly Hills High School, dove si distingue come un'ottima studentessa, lavora in condizioni di degrado e sfruttamento presso l'industria di vestiario di sua sorella affiancata da sua madre, Carmen (Ontiveros), che considera tale impiego la massima vocazione per la sua figlia minore. Al contrario Ana, incoraggiata dal suo insegnante, il Signor Guzman (George Lopez), desidera poter frequentare la prestigiosa Columbia University.Prima di portare a termine il suo obiettivo, Ana deve tentare di equilibrare la visione tradizionale femminile di sua madre con la sua e, al contempo, accettare la propria immagine corporea e sperimentare una nuova storia d'amore. Little Senegal – 2001. Giovane Senegalese alla ricerca dei suoi avi, che furono deportati come schiavi in America, due secoli fa. A harem, egli ritrova gente della sua famiglia e realizza le contradizioni e i conflitti tra gli Afro-americani e i Neri d’Africa. London River – 2009. Storia di Osman, mussulmano, e di Madame Sommers, cristiana. Il primo vive in Francia e la seconda in Gran Bretagna. Vita ordinaria fino all’annuncio della comparsa dei figli in seguito ad un attentato terroristico. Al di là delle religioni, la speranza di ritrovare la famiglia coi figli. Mascarades – Algeria 2008. di Lyes Salem. Mio figlio il fanatico. 1997. Di Udayan Prasad. A Bradford, nell'Inghilterra del nord, Parvez, tassista di origine pakistana, ama sentirsi molto 'inglese'. Il suo amico Fizzy, anche lui immigrato, ha fatto molti soldi con un 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. ristorante. Parvez guadagna poco, ma le cose sembrano cambiare il giorno in cui sul taxi sale Schitz, uomo d'affari tedesco, che si fa accompagnare in giro per la città. Parvez, che è sposato con Minoo, frequenta una prostituta di nome Bettina, che dopo un po' presenta a Shitz, con cui ora si vede abitualmente. Farid, figlio adolescente di Parvez e Minoo, comincia ad avere comportamenti strani, lascia la sua ragazza inglese, deciso a condurre una vita ascetica. Parvez pensa che si tratti di droga ma ben presto capisce che il figlio ha preso la strada della religiosità fanatica. Farid convince il padre ad ospitare Maulvi, un religioso del Pakistan, che a poco a poco finisce per spadroneggiare dentro casa. Anche Schitz si approfitta di Parvez e gli fa organizzare un festino con Bettina e altre ragazze per alcuni uomini d'affari. Quando Farid, Maulvi e altri cominciano una campagna moralizzatrice per ripulire le strade, per Parvez la confusione diventa totale. Litiga prima col figlio che se ne va di casa, poi con la moglie che decide di tornare in India. Rimane così solo, senza sentirsi più né inglese né pakistano. Miracolo a Le Havre. 2011. Di Aki Kaurismaki. Marcel Marx, un ex scrittore rinomato e bohemien, volontariamente si trasferisce in esilio nella città portuale di Le Havre, dove la sua professione onorevole, ma non redditizia, di lustrascarpe, gli dona la sensazione di essere più vicino alla gente. Mantiene viva la sua ambizione letteraria e conduce una vita soddisfacente nel triangolo formato dal pub dell'angolo, il suo lavoro e sua moglie Arletty, quando il destino mette improvvisamente nella sua vita un bambino immigrato proveniente dall'Africa nera. Mississippi Masala. 1990. Di Mira Nair. Il film tratta la tematica antirazzista dell'amore tra un afroamericano ed una indiana nata nell'Uganda del dittatore Amin. Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano. 2003. Di François Dupeyton. Parigi, anni '60. Momo ha undici anni e vive solo con un padre depresso e taciturno. Il ragazzino stringe amicizia con Ibrahim, il proprietario arabo della drogheria del quartiere ebraico. Insieme intraprendono un viaggio verso Oriente, lungo un percorso disseminato dei "fiori del Corano", le frasi che l'anziano sufita pronuncia nelle conversazioni con il suo piccolo amico. Poteva trattarsi di un film d'occasione (la Mostra del cinema di Venezia 2003 assegna ad Omar Sharif il Leone d'oro alla Carriera) ma non è così. Il vecchio principe del deserto (Lawrence d'Arabia ricordate?) e il dottor Zivago che ha fatto piangere migliaia di persone Nanni Moretti compreso, ha ancora la zampata del leone (scusate il gioco di parole in riferimento al premio) nello sguardo e nella recitazione affettuosamente sottotono. Il percorso di crescita che il vecchio Ibrahim fa compiere al giovane Momo tocca tutte le corde, da quella mistica a quella sentimentale passando per la commedia. Sempre però con una sensibilità che deriva certo dalla regia e dal giovanissimo coprotagonista ma anche e soprattutto dalla presenza di uno dei grandi attori che il cinema ancora ha (anche se li usa troppo poco). Monson Wedding – Matrimonio indiano. 2000. Di Mira Nair. Il tema trattato è il matrimonio combinato tra due importanti famiglie borghesi indiane: una rimasta in India (quella della sposa) e l'altra emigrata negli USA in Texas. Nello svilupparsi del film si intrecciano storie diverse tra i vari protagonisti, si trattano temi d'effetto quali: l'abuso da parte di uno zio della cugina della sposa nell'infanzia e la sua nuova ricaduta con un'altra parente degli sposi, il passato di passione della sposa che riaffiora durante i preparativi del matrimonio, la confessione da parte della sposa della propria passione allo sposo e relative ripercussioni, l'amore semplice ed intenso tra la serva e l'organizzatore del matrimonio, l'amore adolescenziale tra due parenti dei futuri sposi, i problemi della famiglia della sposa in relazione alla preparazione maniacale del matrimonio (problemi finanziari e familiari). Da segnalare la frase detta dallo sposo dopo la confessione di lei ed i conseguenti momenti di tensione: Il matrimonio è un rischio: una persona scelta dai genitori, una trovata in discoteca, che differenza fa?. Quello che rimane è un lieto fine, come solito nei film indiani, in cui il bene trionfa e tutto si risolve. My Beautiful Laundrette. 1985. Di Stephen Frears. Rampollo di una ricca famiglia pachistana a Londra mette su una lavanderia e si prende come socio un coetaneo, inglese e povero, che è anche il suo amante. Il rapporto padrone-servo complica le cose. Una bella e competente sceneggiatura dell'anglo-pachistano Hanif Kureishi, l'intelligenza registica di Frears, attori giusti, un rapporto d'amore trasgressivo spiegano il grande successo internazionale di questo piccolo film girato in 16 mm per la TV. "La carta vincente del film è senza dubbio la sua apparente semplicità, sotto la quale però lavorano un cinismo e una freddezza pungenti, rintracciabili soprattutto attraverso i film successivi di Frears" (E. Martini). Pelle alla conquista del mondo. 1988. Di Bille August. Alla fine del secolo scorso, contadino svedese, povero e analfabeta, emigra col figlioletto. Sbarcati in Danimarca, trovano lavoro nella fattoria dei coniugi Kongstrup dove il piccolo Pelle segue la dura scuola della vita. Premiato con la Palma d'oro a Cannes e 2 volte come il miglior film danese e svedese, l'opera n. 5 di August, ex operatore, ha il passo lento ma sicuro di un fondista e un fascino figurativo che attinge con sapienza alla bellezza del paesaggio costiero danese. Nel film, tratto dalla 1ª parte ("L'infanzia") del romanzo di Martin Andersen-Nexø, campeggia M. von Sydow. Picnic alla spiaggia. 1993. Di Guringer Chadha. Birmingham d'estate il Saheli Asian Women Center organizza una gita in minibus a Blackpool, metropoli balneare inglese, alla quale partecipano nove donne asiatiche (più un bambino) di diversa età, cultura ed estrazione sociale. Per tutte, soprattutto per due di loro, sarà una giornata particolare. 1° film britannico scritto (da Meera Syal) e diretto da autrici asiatiche. Ritmo di commedia con forti fratture drammatiche. Molti, forse troppi, temi. Quasi tutte le difficoltà sono state superate con brio ammirevole da G. Chadha, esordiente con esperienze di giornalismo e documentario. Sequenze oniriche di ironia deliziosa e funzionale colonna sonora dove, in stile benghra, i ritmi del pop britannico si mescolano a quelli afroamericani e alle melodie tradizionali del Punjab. Troppo tradizionale e troppo femminista per piacere ai critici (maschi) che l'hanno buttata sulla carineria, sottovalutando la lucida durezza del discorso sociale. Poussiere de vie – 1995. Storia di un ragazzo vietnamita, figlio di un ufficiale Afro-americano e di una vietnamita, in un campo di rieducazione. Assieme a due amici, tenterà di evadere. 34. Quando sei nato non puoi più nasconderti. 2005. Di Marco Tullio Giordana. Sandro è il giovane figlio di un industriale bresciano. La sua esperienza quotidiana lo mette a contatto con persone provenienti da diversi paesi extracomunitari ma la sorte che lo attende gliene farà sperimentare direttamente le profonde sofferenze. Infatti, nel corso di una vacanza in barca a vela verrà sbalzato fuoribordo, creduto morto dai genitori ma salvato e issato a bordo di una 'carretta del mare' che trasporta clandestini. Qui diventerà amico di due giovani romeni, Radu e Alina. Una volta sbarcati e alloggiati in un centro di raccolta i tre conserveranno il loro legame al punto che Sandro chiederà ai genitori di adottarli. I due però tradiranno la fiducia loro accordata anche se Sandro non smetterà di sostenerli. 35. Ragazzi del Ghana. 2000. Di Alessandro Angelini. Osuman e Mohammed sono due adolescenti ghanesi appassionati di calcio. Giocano in una squadra di Acera, l'Intermillas, e sognano un futuro da campioni. Stanno per trasferirsi in Italia per un periodo di prova con la Sampdoria. I due vivono gli ultimi giorni in Ghana con uno stato d'animo sospeso tra la paura di lasciare le famiglie e trovarsi da soli in un continente che non conoscono, diverso per cultura, clima, religione, e la felicità per l'occasione che potrebbe cambiare la loro vita. Ad accompagnarli verso Genova c'è il manager Carlo Guelfo, osservatore di diverse società di calcio e talent scout sui generis dall'innato senso paterno. 36. Saimir. 2004. di Francesco Munzi. 37. Samia. 2000. Di Philippe Faucon. 38. Sognando Beckham. 2002. Di Gurinder Chadha. I genitori vorrebbero che la figlia Jess fosse la classica ragazza indiana: dolce, remissiva e ansiosa di sposarsi con un bravo giovane come la sorella Pinky. Il problema è che Jess, che ha fatto della star del Manchester United Beckham il suo eroe, vorrebbe soprattutto giocare a calcio. Finché la cosa rimane confinata nell'ambito del parco pubblico non ci sono soverchi problemi. Ma quando Jules, giocatrice in una squadra regolare, la vede giocare e la convince ad unirsi al proprio team le cose cambiano. Non solo in famiglia, visto che entrambe sono attratte dal proprio allenatore Joe. E la finale di campionato, cui dovrebbe partecipare anche un importante osservatore americano, coincide proprio con le nozze di Pinky... 39. Sono nato da una cicogna. 1999. Di Tony Gatlif. Copia proveniente da Pyramide Distribution Il film più anticapitalista e strutturalmente libero di Tony Gatlif, Je suis né d'une cicogne ha per protagonisti due disoccupati, Otto e Louna, le cui esistenze disperate finiscono per incrociarsi con quella di Ali, un immigrato algerino che vive a Parigi. 40. Spanglish – Quando in famiglia sono troppi a parlare. 2004. Di James L. Brooks. John Clasky è un cuoco di rinomata fama che nonostante i vari riconoscimenti, non aspira ad avere nient'altro che il suo semplice ristorante. Sua moglie Deborah, donna sportiva e molto competitiva, si è da poco licenziata per star dietro ai loro due figli adolescenti: Bernice e George. Con loro vive la madre di lei, ex cantante di musica leggera che passa le sue giornate nei ricordi dei tempi passati. Essendo una famiglia borghese e benestante, decidono di assumere una governante come aiuto in casa e si presenta al colloquio Flor, ragazza appena giunta dal Messico con la figlia Cristina, anch'essa adolescente. Flor non parla una parola di inglese e, di conseguenza, per farsi capire darà luogo a varie ed inaspettate situazioni esilaranti. La signora Clasky, nel cercare una casa per le vacanze, si concede una scappatella con il mediatore immobiliare. Intanto, arriva l'estate e i Clasky raggiungono il luogo di villeggiatura insieme a Flor costretta a seguirli, pena il licenziamento. La ragazza, che riceve un ottimo stipendio, decide di trascorrere l'estate nella loro casa ma con lei porta la figlia. Cristina è una ragazzina molto carina e Deborah comincia a coccolarla e a riempirla di regali, dato che incarna la figlia perfetta che avrebbe voluto che fosse Bernice che invece è in sovrappeso. Flor comincia a sentirsi infastidita da questo comportamento, sentendosi minata come madre e come autorità nei confronti di Cristina, da parte di Deborah che le fa ottenere addirittura una borsa di studio per frequentare la stessa scuola dei suoi figli. Flor, dopo aver usato sua figlia come interprete, capisce che il distacco linguistico è troppo e comincia a studiare l'inglese, in modo da non avere più problemi di comunicazione. John, dopo alcuni scontri verbali con lei, rimane colpito dal carattere onesto e dalla notevole bellezza di Flor. Convinta dalla madre, Deborah decide di confessare il suo tradimento al marito, per recuperare il loro rapporto ormai deteriorato, convinta che nell'onestà potrà trovare il perdono ma dopo questa rivelazione, lui si avvicina ancora di più a Flor. Consapevole di aver portato scompiglio nella famiglia, Flor decide di licenziarsi e di lasciare la famiglia a se stessa, confessando a John il suo amore per lui, prima di andarsene definitivamente. 41. Swing. 2001. Di Tony Gatlif. Max è figlio unico, ha dodici anni ed è appassionato di jazz: quando un'estate viene spedito dalla nonna a Strasburgo rimane affascinato dalla musica che sente suonare nel vicino campo nomadi, e decide di prendere delle lezioni di chitarra. Così incontra Swing, una ragazzina gitana sua coetanea che gli farà scoprire qualcosa di ancor più forte dell'amore per la musica. Il film scorre gradevolmente su due piani narrativi diversi ma intrecciati: da una parte il racconto dell'educazione sentimentale dei due adolescenti, dall'altra un doveroso e sentito omaggio alla cultura musicale del ceppo zingaro più antico dell'Europa orientale, i Manouche, che inventarono un nuovo modo di fare musica, chiamata poi "gipsy jazz", contaminando la tradizione afroamericana con un'impronta fortemente occidentale. Il regista, Tony Gatlif, è nato ad Algeri ma è gitano. 42. Terza generazione. 2000. Di Kate Woods. Sydney, nell'ultimo decennio del XX secolo. Josie Alibrandi è una adolescente australiana diciassettenne di origini italiane. Josie vive con la madre Christina e la nonna Katia. La madre di Josie, Christina, è nubile: rimasta incinta di Josie all'età di 17 anni, ha cresciuto la bambina contro il volere del proprio padre e senza l'aiuto del genitore di Josie il quale peraltro è andato via da Sydney e ignora di essere diventato padre. Josie si sente australiana e mostra insofferenza per le tradizioni italiane osservate dai parenti, in particolare dalla nonna Katia.Josie frequenta l'ultimo anno della scuola superiore in un esclusivo istituto cattolico di Sydney a cui la ragazza ha accesso grazie a una borsa di studio. Le divisioni sociali fra gli studenti sono molto forti: Josie frequenta soprattutto due amiche anch'esse di origini italiane, 43. 44. 45. 46. 47. 48. 49. mentre sopporta a fatica l'atteggiamento razzista di Carly Bishop, una sua compagna di scuola snob e appartenente a una famiglia facoltosa. Josie deve affrontare e superare gravi problemi con i suoi coetanei (per esempio, il suicidio di un amico) e con i suoi familiari. Conosce il proprio padre, col quale instaura un ottimo rapporto, e accetta infine serenamente anche le vicende e le tradizioni italiane dei propri familiari. Transylvania. 2006.Z ingarina non è una vera gitana quanto piuttosto una ribelle. Arriva in Transilvania alla ricerca di un musicista che l'ha amata e messa incinta. Lo trova per scoprire di essere stata definitivamente abbandonata ma si innamora dei luoghi e di Tchangalo, un tenebroso mercante. Gatlif torna in Romania (ricordate Gadjo Dilo?), una terra che lo attrae per la vena di mistero e di follia che la percorre. Ancora una volta è la musica a fare da motore del suo cinema. Una musica concitata e dolorosa, pronta a fuggire per farsi inseguire come un po' tutti i personaggi del suo cinema errante, alla ricerca di una stabilità da perdere il più presto possibile una volta trovata. Il rischio della ripetività è presente ma ciò che ogni volta lascia sorpresi è la composizione di uno sguardo che si rinnova a ogni prova. In questo caso grazie anche all'ottima prestazione di Asia Argento grezza e sensibile al contempo e di Birol Unel la cui fisicità ricca di sfumature avevamo già imparato ad apprezzare ne La sposa turca. Un bacio appassionato. 2004. Di Ken Loach. Il film è incentrato su una storia d'amore in cui i protagonisti provengono da contesti culturali completamente diversi. Cassim è un pakistano nato e cresciuto a Glasgow che lavora come dj e vorrebbe un locale tutto suo ma nello stesso tempo rispetta i limiti culturali che gli sono imposti dalla sua famiglia. Accetta di sposare una sua cugina senza averla mai conosciuta. Ma le cose si complicano quando casualmente conosce Roisin, un'irlandese che insegna musica nella scuola cattolica di Glasgow frequentata da sua sorella Tahara. La storia d'amore che nasce tra Cassim e Roisin sarà difficile. Cassim deve scontrarsi con la sua famiglia che ha sempre rispettato. Roisin dovrà affrontare le norme morali della scuola cattolica in cui insegna. Un tocco di zenzero. 2003. Di Tassos Boulmetis. Fanis, professore di astronomia ad Atene, deve rimandare le sue vacanze per l'arrivo improvviso di suo nonno che non vede da anni. Organizza un pranzo per lui e per i suoi amici, ma nonno Vassilis non arriva. È l'occasione per Fanis di fare un viaggio indietro nella memoria, al tempo in cui, bambino, passava la gran parte del tempo a giocare con l'amata Saime nel negozio di spezie del nonno a Costantinopoli, e poi al giorno della deportazione in Grecia e a come la sua vita ne sia stata segnata per sempre. Conosciamo così una famiglia in cui la cucina ha un ruolo fondamentale e le cui vicende sono sì centrali, ma sono anche il mezzo per raccontare una storia più ampia, quella del sanguinoso rapporto tra Turchia e Grecia nel secondo dopoguerra. Inizia in maniera suggestiva questo film, turco-ellenico come la famiglia che ne è protagonista, per poi incanalarsi in binari più consueti. Il passaggio dal presente narrativo al ricordo di Fanis avviene con un lungo piano sequenza, misto di animazione 3D e riprese dal vero, di squisita fattura e assai originale. Purtroppo, l'estro registico di Boulmetis non è bissato in sede di scrittura, e infatti gli sviluppi della storia sono poco convincenti e alcune scene risultano poco funzionali e fuori contesto, sebbene il film resti gradevole e aggraziato fino alla fine. Giudizio sicuramente positivo, purché si faccia finta di non vedere la enorme similitudine con Nuovo Cinema Paradiso, sicuramente non casuale. Un consiglio: da vedersi assolutamente a pancia piena, perché fa venire l'acquolina. Vengo – Demone flamenco. 2000. Di Tony Gatlif. L'andaluso Caco affonda il dolore per la morte della figlia nelle feste musicali col nipote Diego il cui handicap fisico non gli impedisce di divertirsi con le donne e il flamenco. Hanno un debito di sangue con i Caravaca che dev'essere saldato. Dopo Latcho Drom (1993, inedito in Italia) e Gadjo Dilo (1997), il gitano algerino Gatlif completa un trittico sul popolo gitano. La musica non è soltanto lo sfondo scenografico-folcloristico, ma il nerbo drammatico della storia, l'atmosfera, il sapore unico, il mistico afflato. Gli eccessi, la dismisura, la retorica di questo film del Sud sono quelle del flamenco. Vesna va veloce. 1996. Di Carlo Mazzacurati. Vesna arriva in autobus a Trieste da un villaggio della Repubblica Ceca e non riparte. Per mantenersi si prostituisce finché a Rimini conosce un caposquadra muratore che, dopo essere stato suo cliente, le si avvicina come persona, amico, amante. Ma lei gli sfugge. Si può vendere il corpo, salvando l'anima? Mazzacurati prova a dirlo con attenzione, pudore, rispetto, senza la pretesa di penetrare nel mistero di un essere umano e di spiegarlo allo spettatore. Welcome. 2009. Di Philippe Lioret. Il film è ambientato a Calais in Francia e vede come protagonisti Simon Calmat (Vincent Lindon), un ex campione olimpionico di nuoto, e Bilal Kayani (Firat Ayverdi), immigrato curdo-iracheno.Bilal giunge a Calais dopo un viaggio attraverso l'Europa durato oltre tre mesi con lo scopo di ricongiungersi alla fidanzata Mina (Derya Ayverdi), che vive a Londra con la sua famiglia. Non potendosi affidare ai trafficanti di clandesini, Bilal viene aiutato da Simon ad allenarsi per attraversare la Manica a nuoto. A complicare le cose interviene il rigido controllo del padre di Mina sulla famiglia: quest'ultima, infatti, viene promessa in sposa ad un ricco cugino, Hassam, in cambio di una promessa di lavoro.Ad opporsi ai protagonisti, inoltre, la polizia di frontiera intenzionata a stroncare il traffico di clandestini e ad ostacolare in ogni modo le organizzazioni umanitarie di volontariato, di cui fa parte anche l'ex-moglie di Simon, Marion (Audrey Dana). Wich Way Home. 2009. Di Rebecca Cammisa. Documentario che segue il percorso di alcuni bambini nel loro viaggio attraverso il Messico, per raggiungere il confine con la California ed emigrare negli States.