Discussione 1

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Discussione 1
DISCUSSIONE
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Domanda: Stephenson
Ringrazio i Prof.ri Aicardi e Lanzi per le due eccellenti relazioni. Ho un dubbio però: questi articoli
sono bellissimi ma ho una domanda su che cosa si intende per criterio di inclusione e che cosa si intende per
osservazione? La domanda è: la linfocitosi nel liquido cerebrospinale dovrebbe continuare ad essere
considerata un criterio? Io penso di no, perché è chiaro che si può avere lo stesso disturbo clinico e genetico
senza la presenza di queste cellule; l’interferone alfa sembra invece essere uno dei criteri di maggior
importanza. La cosa mi preoccupa perché, come diceva il professor Aicardi, ci sono casi lievi e
probabilmente se ne scopriranno sempre più. Io penso che forse neanche i disturbi progressivi dovrebbero
essere considerati un criterio d’inclusione, perché potrebbero essere così lievi da non permettere di rilevare la
progressione, e penso che questo sia importante per i genitori. In genere si scoprono prima i casi gravi, poi si
diagnosticano quelli lievi proprio perché prima ci sono stati quelli gravi. Se si comincia invece con quelli
lievi, si avranno grosse difficoltà.
Ho un’altra breve domanda: la calcificazione della sostanza bianca può essere diffusa anziché
puntiforme?
Aicardi
Non ho mai visto casi di calcificazioni diffuse della sostanza bianca; in alcuni casi ci sono molti
punti di calcificazione, ma mai una forma diffusa di calcificazione.
Sono d’accordo che è difficile definire i criteri. In questa fase, non ho usato la parola ‘criterio’,
perché penso che sia ancora prematuro. Certamente, la linfocitosi è molto importante, ma vi sono casi in cui
la linfocitosi non è presente perché non c’è mai stata o perché è scomparsa. Certo, se si presenta un secondo
caso, un fratello, si può diagnosticare la stessa condizione anche in assenza di linfocitosi.
Domanda: da Amsterdam
Desidero complimentarmi con il Prof. Aicardi e con il Prof. Lanzi per avere illustrato così bene
questa patologia, per lo meno a me che ne sapevo poco. Volevo sapere se si deve fare una distinzione tra
esordio precoce ed esordio tardivo. Il momento dell’esordio influisce sul numero di linfociti presenti nel
liquido cerebrospinale o sui livelli di interferone alfa? Esiste una relazione tra il momento di esordio e il
decorso?
Aicardi
Non sono certo di poterle rispondere, perché noi abbiamo esaminato il liquido cerebrospinale nel
momento in cui abbiamo cominciato a seguire i vari pazienti, qualunque esso fosse, per cui non abbiamo a
disposizione un confronto adeguato dei valori del liquido cerebrospinale riferiti alla stessa fase della malattia.
Non me la sento quindi di dare una risposta definitiva alla sua domanda. Chiaramente c’è un decremento dei
linfociti nel tempo, ma non saprei dirle se questo avviene più nei casi ad esordio precoce o in quelli ad
esordio tardivo. Certo c’è una differenza clinica tra i casi ad esordio precoce, con gravi problemi vitali, e
quelli ad esordio tardivo che si presentano più come una encefalopatia progressiva.
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Domanda:
Non c’è relazione tra la gravità della calcificazione e la gravità del quadro clinico e questo non ci
sorprende perché, molte volte, le calcificazioni dei gangli della base sono una manifestazione clinica. Però
chiedo: c’è relazione con le lesioni della sostanza bianca?
Aicardi
Direi di no, ma con qualche riserva, perché non posso essere assolutamente certo. Vi sono soggetti in
cui le calcificazioni sono molto limitate o addirittura assenti. In uno dei casi che vi ho mostrato, eravamo in
presenza di una forma precoce e grave. Quindi non esiste una relazione di uno a uno tra l’estensione delle
calcificazioni e la gravità della condizione.
Domanda:
Ho una domanda generale: ci può dire qualche cosa su altre malattie in cui i livelli di interferone
sono elevati? Che cosa succede nei pazienti affetti da lupus, nei pazienti con infezioni TORCH o in altre
patologie neurologiche che non conosco? Come sono i livelli di interferone in questi casi?
Aicardi
Penso che il professor Lebon possa rispondere meglio di me a questa domanda, perché ha una lunga
esperienza sui livelli dell’interferone in numerose patologie del liquido cerebrospinale, sia progressive che
non.
Crow
Diffiderei dal differenziare i casi di Sindrome di Aicardi-Goutières in base all’età e al momento
d’esordio per due motivi principali. In particolare, vorrei dire qualche cosa sulla possibile differenziazione
dei casi di Aicardi-Goutières in base alla gravità del quadro.
Esistono molti disturbi genetici in cui si rileva, anche all’interno della stessa famiglia, una marcata
gravità e una diversa espressione della malattia, nella stessa famiglia, tra fratelli e sorelle o tra genitori e figli.
In secondo luogo, Muriel McIntagut e la dottoressa Mary King di Dublino hanno descritto una famiglia in
cui c’è un figlio affetto da una forma molto lieve, tanto da poter frequentare le scuole normali – il professor
Stephenson ne parlerà più tardi - e un altro fratello colpito da una forma molto grave.
Questa è una situazione di cui tenere conto ma, almeno dal punto di vista genetico, penso sia
improbabile che una differenziazione tra presentazione ed età d’esordio possa esserci d’aiuto.
Aicardi
Sono d’accordo con lei; si tratta solo di una differenza a livello di quadro clinico, che non ha alcun
valore nosologico. È sicuramente così; non abbiamo mai sostenuto niente di diverso.
Domanda: Donna Miller, USA
Da genitore, vorrei capire meglio che cosa sono i gangli della base, che cosa fanno, perché le
calcificazioni scelgono di formarsi proprio lì.
Aicardi
È molto difficile rispondere a questa domanda; potremmo forse provarci alla fine della giornata,
perché altri relatori parleranno dell’aspetto patofisiologico del problema e forse potranno rispondere in parte
– ma solo in parte – alle sue domande.
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Domanda:
Una domanda sui quadri clinici: so che esiste una letteratura parallela che presenta casi familiari di
microcefalia e di calcificazioni endocraniche ed endocerebrali. Ricordo, per esempio, un articolo di Brett e
collaboratori a questo riguardo. Pensa che si tratti della stessa patologia?
Aicardi
Sarei incline a pensare che almeno alcuni di questi casi siano probabilmente la stessa condizione, ma
naturalmente non abbiamo dati sufficienti per poterlo confermare. Penso che, probabilmente, vi sia uno
stretto legame con i casi di MICS (microcefalia infantile con calcificazioni endocraniche), e so di almeno un
caso in cui si è misurato un livello elevato di interferone, come avviene nell’encefalite degli Indiani Cree.
Domanda:
Le calcificazioni sono sempre bilaterali e simmetriche come ho visto nelle immagini?
Aicardi
Bilaterali sì, ma non necessariamente simmetriche.
Domanda: Lebon
Riguardo ai nuovi casi: sono disponibili dati sulla gravidanza? Avete a disposizione le ecografie
dell’ultimo trimestre di gestazione? La risonanza magnetica potrebbe aiutare ad individuare questi casi?
Fazzi
Non abbiamo tutte queste informazioni a disposizione, ma tra i nostri pazienti italiani c’è stato un
caso di diagnosi di difficoltà di crescita intrafetale; alla nascita, il bambino era microcefalo. Nell’ultimo
trimestre di gravidanza questa situazione era stata rilevata all’ecografia. È l’unico caso di questo tipo.
Domanda: Barth
Esaminando l’andamento delle calcificazioni nella Sindrome di Aicardi-Goutières, mi ha sempre
colpito il fatto che esse si estendono anche bilateralmente nel talamo e non conosco altre malattie
degenerative in cui le calcificazioni abbiano lo stesso andamento. È d’accordo con questa osservazione?
Aicardi
Attualmente, con la diagnostica per immagini molto spesso si rileva un interessamento del talamo.
Non in tutti i casi però; è meno comune che nel putamen, ma spesso è presente. Sono d’accordo sul fatto che
si tratti di un segno relativamente poco caratteristico, perché la presenza di calcificazioni nel talamo non è
molto frequente. Vi sono anche alcuni casi di bambini nati dopo una grave ipossia prenatale o perinatale che
potrebbe avere provocato qualche difficoltà, ma in quei casi non sono presenti calcificazioni nei nuclei
basali. Penso che sia un punto di cui tenere conto e, probabilmente, si tratta di un’importante indicazione
diagnostica.
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Domanda: famiglie tedesche
Desideriamo sapere a che punto sono giunte le collaborazioni tra i vari istituti di cui si è parlato
l’anno scorso. Come funziona lo scambio di informazioni tra i vari ricercatori che stanno lavorando su questa
sindrome?
Fazzi
Direi che questo meeting è un po’ il segno di questa collaborazione. Sicuramente in quest’anno c’è
stato uno scambio di informazione e, per i casi giunti alla nostra osservazione, abbiamo iniziato a inviare in
modo sistematico tutti i campioni di liquor e di siero al prof. Lebon e i casi per la genetica al dott. Crow.
Sicuramente anche la grande collaborazione di tutti i colleghi che, da varie parti del mondo, hanno inviato le
loro osservazioni è un segno di una collaborazione già in atto e che dovrebbe migliorare partendo da questa
giornata.
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