Insulti razzisti: "Vattene a lavorare, terrona, a zappare la

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Insulti razzisti: "Vattene a lavorare, terrona, a zappare la
Insulti razzisti: "Vattene a lavorare, terrona, a zappare la terra!"
Valerio Rizzo
MANIAGO (PN) – Non sembra vero, ma l’episodio accaduto in Friuli durante il weekend ci fa tornare
indietro di qualche secolo.
A Maniago, in provincia di Pordenone, una docente precaria palermitana, Maria Carmela Salvo, sta
facendo da cinque giorni lo sciopero della fame contro i tagli della Gelmini.
Seduta all’interno della sua auto, nella centralissima piazza Italia, ormai con il fisico debilitato,
sopportando il freddo e soprattutto la fame, la donna non si aspettava di ricevere, anziché comprensione,
insulti razzisti del tipo: “vattene a lavorare, terrona, a zappare la terra”!
Forse sarebbe stata meglio una “manganellata” di un celerino e non un’offesa così brutale e gratuita.
Tutto è successo venerdì sera, quando all’auto della donna si sono avvicinati alcuni abitanti di Maniago e,
dopo aver bussato ai vetri appannati della Toyota, hanno rivolto le pesanti accuse razziste.
Maria Carmela, con tutta la sua dignità, non si è smossa ed ha semplicemente risposto: “se avessi la terra
lo farei . Sono emigrata da Palermo per trovare lavoro”.
Immediata è arrivata la solidarietà dei colleghi, da Palermo fino al Friuli, e anche dei sindacalisti della
Gilda di Treviso che, appresa la notizia, si sono immediatamente precipitati in piazza Italia per offrire il
loro appoggio.
Intanto Maria Carmela, 55 anni, con alle spalle più di 25 come precaria, continua la sua protesta e le sue
condizioni di salute sono sempre più instabili, tanto che ieri è intervenuta un’ambulanza che ha portato la
donna all’ospedale Spilinbergo per monitorare i suoi parametri vitali.
Ma lei non si è per nulla allarmata e ha affermato: “«Non mollerò fino a quando il fisico regge! Non mi
muoverò, finché il ministro dell’Istruzione non mi convocherà a Roma».
Dunque non basta la territorialità dei confini per fare l’Italia, mancano ancora, dopo 150 anni, gli italiani!
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