ARISTOTELE

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ARISTOTELE
ARISTOTELE
SOSTANZA
Divisa in :
 MATERIA
Aristotele definisce la materia qualcosa di non definito. Aristotele nel libro VII Metafisica definisce così la
materia: “Chiamo materia ciò che non è qualcosa di determinato, né una quantità, né un’altra delle
determinazioni dell’essere”
 FORMA
È l’essenza di una cosa. L’essenza è ciò che era l’essere (l’essenza indica ciò che caratterizza meglio
l’essere). È la definizione più importante.
Per sé  indica ciò che è una cosa in sé per sé come spiega Aristotele nel libro V METAFISICA
 SINOLO Sintesi tra forma e materia (ovvero corpo e anima). Tutti gli esseri viventi, sia animali che
vegetali, sono una sintesi. Hanno un’anima:
L’anima è suddivisa in:
VEGETATIVA Tutti gli esseri viventi la possiedono
SENSITIVA Appartiene ad animali e uomini
INTELLETTIVA Appartiene solo agli uomini
SILLOGISMI DI ARISTOTELE
Il Sillogismo di Aristotele è completo, non ha bisogno di niente. È una deduzione caratterizzata dalla
necessità della conclusione.
Divide i sillogismi in tre figure.
SILLOGISMO DI PRIMA FIGURA è deduttivo
Se tutti gli uomini sono mortali (PREMESSA MAGGIORE)
Se Socrate è un uomo (PREMESSA MINORE)
ALLORA Socrate è mortale (CONCLUSIONE)
Il termine medio è soggetto nella maggiore e predicato nella minore.
SILLOGISMO DI SECONDA FIGURA
Se tutti gli uomini sono mortali
Se Socrate è mortale
ALLORA Socrate è un uomo
Il termine medio è predicato nella maggiore e minore.
Appunti a cura di Francesco Paolo - 4E 2009/2010
SILLOGISMO DI TERZA FIGURA è induttivo
Se tutti gli uomini sono pazzi
Se tutti gli uomini sono insegnanti
Allora tutti gli insegnati sono pazzi
Il termine medio è soggetto nella maggiore e nella minore.
Nel Medioevo è stata introdotta un’altra figura di sillogismo: è l’opposto del sillogismo di 1^ figura che non
è di Aristotele. Si tratta del sillogismo di 4^ figura.
Deduttivo: parte dall’universale per arrivare al particolare
Induttivo: parte dal particolare per arrivare all’universale
QUADRATO LOGICO DI ARISTOTELE  Coniato da logici medievali
A (Proposizione universale affermativa)
Sub-alterne
Contrarie
E (proposizione universale negativa)
Contraddittorie
I (Prop. particolare affermativa)
Sub-contrarie
O (Proposizione particolare negativa)
TRE PRINCIPI LOGICI DI ARISTOTELE
Questi principi stanno nel IV libro Metafisica.
1°PRINCIPIO DI IDENTITÀ
A=A
2°PRINCIPIO DI NON CONTRADDIZIONE
Una cosa nello stesso tempo non può partecipare o non partecipare ad una cosa nella sua essenza.
3° PRINCIPIO DEL TERZO ESCLUSO
Un oggetto o è A o è B. Non c’è una terza possibilità.
COME ARISTOTELE CONCEPISCE DIO  Principali attributi di Dio  Dio è eterno, non pensa agli uomini ma
solo a sé stesso, non soggetto al divenire, non invecchia.
Aristotele dimostra l’esistenza del moto immobile.
Mediante il concetto di movimento, Dio che muove tutte le cose.
Appunti a cura di Francesco Paolo - 4E 2009/2010
ORDINI DI SOSTANZE DI ARISTOTELE
 SOSTANZE CORRUTTIBILI
Le sostanze al di sotto del cielo e della luna, soggette al divenire.
 SOSTANZE INCORRUTTIBILI
Le sostanze al di sopra della luna.
Tutti i pianeti non sono soggetti al cambiamento, ma visibili.
 SOSTANZE INVISIBILI
Incorruttibili e invisibili come Dio.
Dio è visibile solo con l’intelletto e non con l’occhio umano.
METAFISICA (termine coniato successivamente, Aristotele la chiamava FILOSOFIA PRIMA)
Aristotele dà 4 definizioni di Metafisica:
1) La Metafisica è la scienza che studia l’essere in quanto essere.
2) La Metafisica è la scienza che studia le cause e i principi primi.
3) La Metafisica è la scienza che studia la sostanza
4) La Metafisica è una scienza che studia Dio, quindi il moto immobile.
TEOLOGIA
Aristotele nel libro XII dimostra l’esistenza del motore immobile. Secondo lui ogni cosa è mossa da
qualcosa. Non si può andare avanti all’infinito pertanto c’è il motore immobile che dà inizio.
IL MOTORE IMMOBILE:
 Non è soggetto al divenire
 Non è visibile dall’occhio umano, ma dall’intelletto
 È atto puro
 Pensa solo a sé stesso, altrimenti sarebbe imperfetto. (pensiero di pensiero)
Il motore immobile non ha un rapporto diretto, ma di bontà con il mondo. Secondo Aristotele il motore
immobile sta sempre fermo e gli altri astri hanno altri motori ma ciò non vuol dire che lui sia politeista.
L’archè è il principio di movimento.
Quattro cause:
Materiali – Sostanziali – Efficienti - Finali
CLASSIFICAZIONE DELLE SCIENZE



TEORETICHE (filosofia, matematica….)
PRATICHE (politica, morale, etica...)
POIETICHE (arte,poesia…)
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ETICA
Aristotele ha scritto tre opere sull’etica: Etica Nicomachea, Etica Eudemia, Grande Etica.
Il fine di ogni uomo nella società è quello di raggiungere il benessere, la felicità.
Agire secondo il giusto mezzo, secondo ragione.
VIRTÙ PRINCIPALI SECONDO ARISTOTELE
 ETICHE Non sono insegnabili, giustizia. Nel V libro della Dialettica affronta il tema di giustizia (tutto
deve essere regolato da delle leggi).
La giustizia deve essere:
Distributiva deve essere distribuita in maniera equa e proporzionale tra gli uomini.
Commutativa valida nel commercio
Correttiva Il giudice deve correggere eventuali errori commessi nella giustizia commutativa.
 DIANOETICHE (sono dell’intelletto, fanno parte la sapienza e la saggezza)
Saggezza dice all’uomo ciò che è giusto e no.
Sapienza è la superiore: mediante essa possiamo contemplare Dio  Scienza teoretica.
Aristotele ha dedicato tre libri all’amicizia.
ARTE PER ARISTOTELE
È mimesi, si è portati ad imitare qualcosa.
L’arte serve all’uomo per purificare sé stesso. (Catarsi)
Aristotele analizza la tragedia e dice che deve avere una certa continuità ma non detta regole.
PLATONE (vedere il Timeo, il Demiurgo)
COSMOLOGIA PLATONICA
Secondo Platone il mondo è stato creato da Demiurgo. Demiurgo sta tra la materia informe e le idee.
Nell’intero universo c’è l’anima che dà vita a tutto. Demiurgo è un dio che ha creato gli dei e ha ordinato
loro di generare gli uomini poiché devono essere mortali. Nel mondo c’è il Demiurgo che ha ordinato tute le
cose. Il mondo è ordinato secondo la matematica “fantascientifica”.
Gli astri sono cose divine. I Pitagorici avevano una filosofia matematica.
DEMIURGO  Viene dal greco e significa lavoratore, artigiano, artefice.
TUTTO L’UNIVERSO È COLLEGATO A QUEST’ANIMA DEL MONDO.
IDEA Le idee stanno nell’iperuranio. Le idee per Platone stanno in alto e si classificano in :
-idea del sommo bene o bene assoluto; (Non hanno nessun postulato)
-idee valori;
-idee matematiche.(Partono da assiomi e postulati)
OPINIONE (doxa) si divide in Immaginazione(ekasía) e Credenza(pístis)
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Tutto l’universo è collegato a quest’anima del mondo.
Mito della caverna
LA SCIENZA (epistème) si divide in Conoscenze filosofiche(diànoia) e Conoscenze matematiche(nóesis).
GIUSTIZIA  Dai Dialoghi del Gorgia, Repubblica (formata da coraggio,saggezza e temperanza)
LIBRO I = Problema giustizia (dialogo tra Socrate e Tresimaco)
LIBRO II = è necessario rifondare lo Stato
LIBRO III = problema formazione dell’uomo: l’arte.
GERARCHIA SECONDO PLATONE
 Filosofi
 Guerrieri, guardiani dello Stato
 Popolo
Sia i filosofi che i guerrieri non dovevano possedere proprietà terrene,private, famiglia ma tutto in comune,
c’è quindi la comunanza delle donne. (COMUNISMO PLATONICO)
Invece tutto il popolo (produttori) i matrimoni devono essere regolati dallo Stato. Secondo Platone solo le
persone sane possono procreare. Il filosofo deve governare lo Stato perché conosce la verità.
AMORE PLATONICO  Come elevamento verso Dio.
FORME DI STATO CORROTTE PER PLATONE  Democrazia, Oligarchia, Tirannide (condanna il tiranno a
causa dei 30 tiranni che uccisero Socrate e dice che il tiranno è il più infelice)
SCUOLA DI ATENE di Raffaello (Ci sono Platone e Aristotele)
SAN TOMMASO
Viene indicato come il massimo filosofo della sostanza. Parte da Aristotele.
San Tommaso ha scritto L’ente e l’essenza,La verità e commentari sugli scritti di Aristotele: la Metafisica,
l’Etica nicomachea, L’anima, Liber de causis.
Infine l’opera più importante è la Somma teologica.
C’è una sintesi tra il pensiero cristiano e quello aristotelico.
Aristotele dopo esser stato dimenticato viene ripreso dai filosofi arabi e la Chiesa accettò il suo pensiero.
San Tommaso viene definito il più grande filosofo scolastico. Il pensiero di San Tommaso rappresenta una
grande sintesi del pensiero medievale.
RAPPRESENTA LA COSA COSÌ COM’È.
Per Aristotele il logos era un:
DISCORSO SIGNIFICANTE bisognava significare qualcosa  LIBRO IV METAFISICA
I PRINCIPALI SIGNIFICATI DELL’ESSERE SECONDO ARISTOTELE:
Per Aristotele l’essere doveva essere designato dalle categorie, dall’intelletto passivo e attivo.
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Le categorie sono le leggi del pensiero. Sono strumenti logici che permettono all’uomo di designare meglio
l’essere. Ci sono 10 categorie per Aristotele.
ESSERE REALE  Essere secondo la categoria. L’essenza implica la cosa così come essa è. Questo è il punto
di partenza per San Tommaso. Implica l’essenza ed è un predicato che riconosce l’esistenza effettiva di ciò
di cui si parla.
ESSERE LOGICO Non implica l’esistenza di ciò di cui si predica: indica il senso di possibilità. Qualcosa nel
pensiero, qualcosa che può esserci o non esserci. Ciò che penso non esiste nella realtà.
Aristotele nel libro IX Metafisica spiega cos’è l’atto e la potenza.
L’atto è l’esistenza della cosa, indica qualcosa di compiuto. La cosa che esiste è anche in potenza. Non
possiamo separare atto e potenza.
La potenza è la capacità di fare qualcosa. Tutti gli esseri sono in atto e in potenza: hanno le capacità di
crescere.
ESSERE COME VERO E COME FALSO
L’ESSENZA è l’Actus Essendi
SAN TOMMASO CONDIVIDEVA L’OTTMISMO ONTOLOGICO DI MOLTA FILOSOFIA CRISTIANA, RITENENDO
BUONO TUTTO QUANTO ESISTE.
ESSERE COME LOGICO= inteso come copula che unisce il predicato al soggetto
La metafisica di San Tommaso è una metafisica dell’essere. In vari scritti insiste sul concetto di essere,
massima categoria che comprende tutto quanto c’è. L’essere possiede alcune caratteristiche che lo
definiscono in modo generale, chiamate TRASCENDENTI O TRASCENDENTALI: l’unità, la bontà, la verità.
San Tommaso adopera una parola : TRASCENDENTALE. In Kant ha 13/14 significati. Indica ciò che sta al di là
del nostro mondo, ciò che oltrepassa il nostro mondo.
ESSERE secondo San Tommaso:
 VERO
L’essere è vero nel senso che ogni essere è intellegibile e razionale in quanto esprime il disegno del Creatore.
 UNITÀ
L’essere si presenta come qualcosa di unitario. Davanti a Dio siamo unità. L’essere è uno poiché non è diviso.
 BONTÀ
Da bonum. L’essere è buono poiché frutto del progetto e della volontà divina, per cui la molteplicità delle
cose esprime la grandezza e la bontà di Dio che crea tutto.
RAPPORTO TRA FILOSOFIA E FEDE
Mediante la fede possiamo capire Dio. La filosofia è un aiuto alla fede e deve sottostare alla fede. La fede è
superiore alla ragione umana.
Aristotele distingue tra INTELLETTO PASSIVO E ATTIVO.
L’intelletto passivo rappresenta l’impotenza legata alla sensibilità.
La potenza indica la capacità di fare qualcosa (legato al mondo sensibile)
L’intelletto attivo possiamo conoscere la realtà (agente, entità superiore)
L’intelletto fa parte dell’anima.
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Mediante la teologia possiamo dimostrare l’esistenza di Dio, mentre con la filosofia no.
FILOSOFIA AUTONOMA
La ragione non può confutare la realtà rivelante. La ragione sbaglia se ha dottrine contrarie alla fede.
PARTECIPARE (meteco) è un termine platonico (Platone ne parla nel Parmenide), ha tanti significati, non
in senso materiale ma partecipare in senso spirituale. Si tratta di un concetto di creazione nel senso che le
cose partecipano in Dio in quanto sono state create da Lui.
Può essere capito attraverso l’intelletto.
Tutte le cose partecipano dell’essere della verità (Dio), ma non sono Dio.
Dio ha creato tutte le cose quindi l’essere è buono. Dio è l’ente vero.
L’essere è come uno, in quanto indiviso.
PER ARISTOTELE la proposizione è formata da Soggetto e Verbo. Ogni affermazione al suo posto senza
implicare.
Aristotele nel libro V Metafisica distingue due forme di accidenti: non sempre è preciso, alcune volte è
ambiguo nel definirli.
L’accidente significa ciò che appartiene ad una cosa e che può essere affermato con verità della cosa. Indica
le proprietà esteriori e gli attributi della cosa. Non è l’essenza di qualcosa.
Es. Giuseppe è un falegname
MATERIA SIGNATA La materia particolare e determinata, dotata di dimensioni e propria di ogni singolo
individuo.
Dio è l’ente vero
San Tommaso dimostra l’esistenza di Dio per giustificare la propria fede partendo dal mondo reale.
Indica 5 strade:
1. Mutamento. Libro XII Metafisica  Parte dal movimento come Aristotele: in natura tutto si muove,
pertanto c’è un principio primo che dà movimento a tutto. Il principio primo è Dio.
2. Causa efficiente. Nel mondo ci sono cause efficienti e quella superiore è Dio, dunque Dio esiste.
3. Possibile e necessario. Le cose contingenti (può essere o non può essere): nel mondo ci sono cose
necessarie, ovvero Dio, quindi Dio esiste.
4. Perfezione. Ci sono vari gradi di perfezione nel mondo. Dio è il massimo grado di perfezione quindi
esiste.
5. Ordine delle cose. Dio ha ordinato tutto e quindi è causa ordinatrice. Entelechía: forma.
San Tommaso affronta il problema della conoscenza: si è ispirato dal De Anima di Aristotele e da alcuni
filosofi arabi. L’anima è parte integrante del corpo. Secondo San Tommaso la sensibilità implica un rapporto
del corpo con il mondo esterno. Nella sensibilità troviamo una conoscenza ricca.
La conoscenza per San Tommaso si fonda su tre principi fondamentali:
1° Principio della conoscenza
L’oggetto conosciuto è presente nel soggetto che conosce secondo il modo di conoscere del
soggetto stesso. COGNITUM EST COGNOSCENTE PER MODUS COGNOSCENTIS
2° Principio dell’empirismo
Non c’è nulla nell’intelletto che non sia stato prima nel senso. NIHIL EST IN INTELLECTU QUOD PRIUS
NON FUERIT IN SENSU
3° Principio
La conoscenza è adeguazione fra la cosa e l’intelletto. ADAEQUATIO REI ET INTELLECTUS
L’intelletto si deve adeguare alle sensibilità. La conoscenza sensibile è importantissima per San
Tommaso come anche per Aristotele.
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Si parla di senso proprio quando una cosa si può percepire solo con un senso.
Si parla di senso comune quando una cosa si può percepire con più sensi.
La verità sta nel soggetto che conosce ( 1°principio ). L’essenza è una cosa conosciuta.
PARALOGISMI: sono dei ragionamenti “fasulli”, non validi.
PENSIERO POLITICO
Parte da due premesse: il pensiero cristiano e il fatto che nel mondo medievale non c’era ancora una vera
e propria scienza politica. C’erano 3 leggi. Al di sopra c’è Dio.
-La legge eterna: ciò che Dio ha stabilito sul mondo.
-Dalla legge eterna c’è la legge umana che distingue due diritti: il diritto delle genti e il diritto civile (legge
naturale). Proibisce l’omicidio.
Il principe si comporta come un tiranno, il popolo può ribellarsi perché va contro la Chiesa. Troviamo il
riflesso del pensiero classico, come Platone vede un tiranno come un male così anche S.Tommaso. Dal
punto di vista cristiano il tiranno è condannato.
RINASCIMENTO E UMANESIMO ITALIANO
Inizio nella seconda metà del ‘300. Petrarca è un riflesso. Storicamente ci sono alcuni fatti che hanno fatto
la rinascita. Bisanzio-Venezia è un ponte per permettere di accedere a noi italiani al mondo classico/greco.
Un altro elemento è che alcuni umanisti scoprono alcune opere perdute. Lucrezio (De rerum natura).
L’uomo è al centro della Terra, non è più Dio al centro.
Questo concetto c’era già in Platone o Aristotele, questo concetto di responsabilità.
In Italia c’è una rinascita culturale della scuola siciliana di Federico II dove c’erano filosofi, letterati ecc.
Nell’affresco di Raffaello ci sono Platone con il Timeo, un dialogo dove espone la teoria cosmologica e poi
c’è Aristotele che ha sotto il braccio l’Etica Nicomachea, dove si pensa ad una nuova educazione dell’uomo;
l’uomo del Rinascimento deve possedere una cultura universale. Machiavelli,Castiglione hanno educato
l’uomo in questo periodo. Nel Rinascimento c’è divisione perché alcuni come Kristella, tedesco, che
affermavano che nel Rinascimento c’è solo un movimento letterale. Invece Ganin afferma che l’Umaneismo
è anche un movimento filosofico perché per esempio in Machiavelli c’è sempre una riflessione filosofica
come anche in Ariosto.
Troviamo nell’Umanesimo italiano il Platonismo e l’Aristotelismo. Nel Platonismo c’è Ficinio (filosofo
neoplatonico) che ha tradotto dal greco al latino Platone che pone il divino nel mondo. Dio è sempre
presente. Nel 2° libro Repubblica Platone diceva che l’uomo giusto sarà crocifisso. Negli Aristotelici si studia
il De Anima, teoria delle conoscenze. Si ispirano ad Aristotele per le conoscenze. La vecchia astronomia
Aristotelica sta crollando. Si scontrano con Copernico. Hanno condizionato la vita dell’Italia fino al ‘600.
L’Umanesimo è anche un movimento scientifico. Infatti alcuni scienziati rubavano i cadaveri per studiarli. Si
rafforza l’idea che la Matematica è fondamentale per capire il mondo esterno. Platone nel Menone fa
dimostrare al Menone il teorema di Pitagora. Niccolò Cusano sarà anche un matematico. All’interno della
Chiesa c’era una linea di contraddizione, c’erano contrasti tra cardinali e la Chiesa ufficiale si oppone
all’Umanesimo. Il Rinascimento italiano trova continuo rinnovamento nella pittura, architettura e scultura.
NICCOLÒ CUSANO
Nato a in Germania a Cues nel 1401 e morto in Italia nel 1464. Trovò i classici a Costantinopoli e li fece
tradurre. Secondo Cassirer, Cusano è il fondatore del pensiero moderno. Il “De docta ignorantia” perché
l’uomo conosce poco rispetto a ciò che deve conoscere. Si isipira ad Aristotele. Cusano dice che Dio è
infinito infatti secondo Cusano, tutti gli opposti coincidono in Dio ed Egli essendo infinito è al di là del
principio di identità e di non contraddizione di Aristotele. Cusano, come Platone, stabilisce il rapporto tra
Dio e l’uomo:
1) Complicazione (dal latino cumplicare); Dio ha creato tutto, ha costretto le cose ad esser ciò che
voleva.
2) Esplicazione: l’Universo è l’immagine di Dio, Dio si esplica nel mondo.
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3) Contrazione: Dio si è contratto, è la prima unità. Anche in Cusano Dio è nel mondo secondo questi
tre rapporti.
POSIZIONE DELL’UOMO ALL’INTERNO DELLA FILOSOFIA
“L’uomo è un Dio per l’uomo”, deve rispettare l’atto, deve rispettare gli altri uomini. Nelle congetture
affronta il tema della conoscenza,dove dice che non possiamo riconoscere il mondo solamente con la
matematica. Ci deve essere un’alleanza tra intelletto e sensibilità.
La mente umana fa tutto. Troviamo un aspetto aristotelico e uno platonico.
Per Cusano le idee stanno nel nostro intelletto. Come per Aristotele l’intelletto passivo è legato alla
sensibilità così anche per Cusano, ci deve essere un’alleanza fra intelletto e sensibilità. Troviamo anche
Platone: come per Platone le idee stanno fuori nell’iperuranio, per Cusano le idee stanno dentro di noi,
nell’intelletto.
L’uomo è il fondatore del sapere, pone il soggetto al centro della conoscenza ( non perfetta ma limitata)
perché la conoscenza dell’uomo è incompleta.
Implexus= alleanza fra intelletto e sensibilità.
Dio è “Vis entificativa”, può conoscere tutto.
L’uomo è “Vis assimilativa”,si avvicina al sapere.
Le idee di Cusano anticipano il pensiero moderno.
PROBLEMA RELIGIOSO – LA RELIGIONE IN CUSANO
In Europa la Res publica era debole e c’erano varie sette. Non c’era libertà religiosa. Cusano è per la libertà
di culto.
C’erano i conciliaristi , che dicevano che il Concilio è superiore al Papa. (Cusano è a favore di questo)
Gli anti-conciliaristi , invece, dicevano che il Papa è superiore al Concilio.
Cusano voleva attuare una riforma della Chiesa. (vedi pag. 16, pag. 576)
RIVOLUZIONE ASTRONOMICA E SCIENTIFICA
Per convenzione si fa iniziare nel 1543 perché è stato pubblicato il capolavoro di Copernico “De
revolutionibus orbium coelestium” (Le rivoluzioni dei corpi celesti). In Europa si afferma la fisica moderna
che è diversa dalla classica e Aristotele. Per Aristotele il mondo sopra la Luna era incorruttibile, mentre
quello che stava sotto era corruttibile. Adesso non è più così. La fisica moderna è basata sulla matematica.
Si accosta la Matematica alla Fisica. Da qui viene fuori una nuova concezione del mondo.
L’universo è delimitato da precise leggi fisico-matematiche ma non da Dio. I principali esponenti della
Rivoluzione Scientifica furono Newton, Keplero, Copernico, Galilei. Nel rinnovamento culturale c’era anche
la magia. I maghi hanno dato un contributo alla scienza. Troviamo anche la fantasia, la fantascienza, che
hanno contribuito alla scienza.
Non sempre quindi la scienza segue una via lineare. I nuovi esponenti cercano un metodo per scoprire la
verità. Nella ricerca del metodo c’è la Matematica che è vicina alla realtà. Tutto ciò che è in natura è
matematico.
Il primo esponente è Niccolò Copernico, nato nel 1473 a Toruo (Polonia) e morto nel 1543. Studiò a
Cracovia. Non sappiamo cosa studiò precisamente. É stato a Padova e studiò diritto canonico, poi a Roma e
a Bologna. Rimase 10 anni in Italia. Tornato a Cracovia insegnava e in silenzio cominciò a scrivere il suo
capolavoro. Secondo Osiander la sua è un’ ipotesi matematica. Alessandro Koyrè definì, secondo la
presentazione di Osiander, un capolavoro di epistemologia. Giordano Bruno definì Osiander un “asino
ignorante”.
Secondo Keplero è vera la teoria di Copernico. Copernico si ispira ai Pitagorici.
Ha scritto il “Commentariolus”. Secondo alcuni Copernico è un aristotelico. La teoria di Tolomeo era più
complicata, quella di Copernico è più facile. Nel libro 1 del “De revolutionibus..” troviamo 7 assiomi.
 La terra è al centro di gravità non al centro dell’universo
 Il sole sta al centro
 Le orbite sono circolari. Intorno ci sono le stelle fisse.
Nel primo libro c’è la Matematica. Si può stabilire un rapporto tra Copernico e il Rinascimento italiano.
Entrambi hanno rinnovato, infatti Copernico ha rivoluzionato la scienza. C’è un’alleanza fra scienza teorica e
tecnica.
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“ Una teoria viene approvata perché spiega ciò che la precedente non riusciva a spiegare”.
Un altro esponente della Rivoluzione Scientifica è il tedesco Giovanni Keplero nato nel 1571 e morto nel
1630, studiò con Maestlin. Ci sono degli avvenimenti che hanno condizionato la sua vita: guerra dei 30 anni,
la religione.
In Europa c’era la caccia alle streghe, anche sua madre la fece assolvere, ma ne uscì distrutto.
Poi ha aderito al sistema copernicano ed ebbe degli scambi epistolari con G.Galilei.
Il primo scritto è un’opera giovanile ”Mysterium Cosmographicum”; in quest’opera dice perché era
d’accordo con Copernico perché la sua teoria svelava i fenomeni celesti e secondo lui è vera; in Keplero
troviamo un neoplatonismo, vede nel mondo la presenza di Dio nell’universo.
Sole = Dio
Stelle fisse =Gesù
Spazio intermedio = Spirito Santo
Quest’opera è stata letta da Tycho Brahe che era il suo maestro danese. Quando ha letto l’opera capì le sue
grandi capacità e il suo studio sui movimenti di Marte. Infatti lui dice che le ragioni che lo hanno spinto a
scrivere dei movimenti di Marte. Dio lo ha ispirato (Neoplatonismo), “Astronomia nova” è un’altra opera di
Keplero; per lui i pianeti descrivono orbite ellittiche. Nell’Astronomia nova troviamo le prime due leggi. Per
Marte ha ipotizzato che i movimenti sono particolari.
La terza legge la ricaviamo da “Harmonice Mundi”. Secondo Keplero dal Sole proviene una forza che muove
tutti i pianeti, e questa forza è affine con la Luce. Ha anticipato a Newton la legge della gravitazione
universale.
Es. Ogni uomo è mortale. Nella scienza tutto cambia, non c’è la verità assoluta.
In Europa c’erano le guerre di religione, perché temevano la Chiesa e facevano ricerche di nascosto. Questa
situazione c’era già con Caterina de Medici, persona furba ed intrigante,che era ipocrita.
1564-1642 GALILEO GALILEI
Nel 1643 poi nacque Newton. L’Italia era sotto l’influenza politica della Spagna eccetto la Rep. di Venezia
che era indipendente, infatti in Spagna dopo Carlo V abbiamo Filippo II fino al 1548 che aveva paura di
andare all’inferno. Non c’era la libertà perché erano contro la Chiesa e avevano la scomunica. Dal punto di
vista filosofico e scientifico c’è un grande progresso. Infatti tra le scienze troviamo Galilei, Torricelli ecc.
Galilei ha subito le conseguenze di tutta questa situazione politico-religiosa. In Italia il Sant’ Uffizio praticava
la caccia alle streghe e agli eretici e Galilei ha subito anche questo. Spesso l’Inquisizione ricorreva alle
torture per costringere l’accusato a confessarsi e li immergevano nella pece bollente ed era difficile che si
salvassero per essere assolti dalla pena.
In Italia c’era un asse fra l’italia e la Spagna. Anche se lo Stato pontificio che non era sotto la Spagna, era
soggetto. La caccia agli eretici era voluta dal concilio di Trento.
Galileo nasce a Pisa da Vincenzio e Giulia. Lui voleva che Galileo si dovesse iscrivere a Medicina ma lui non
voleva. Di nascosto seguiva le lezioni di matematica di Ostilio Ricci. Nel 1591 a Padova era vacante la
cattedra di Matematica e Fisica e fu nominato insegnante, era famoso anche nella Rep.Veneta. Qui c’era
più libertà, non c’era l’Inquisizione. A Padova, culturalmente c’erano i Gesuiti, compagnia fondata da
Sant’Ignazio di Loyola, che era severa. E qui hanno inventato i temi di italiano. E poi c’era lo “Studio di
Padova” e qui facevano convivenza. La Compagnia di Gesù era appoggiata dai Nobili. Alcuni però
cominciano a mettere in dubbio l’insegnamento dei Gesuiti perché erano antiquati, mentre allo Studio di
Padova erano innovativi. Però anche nei Gesuiti c’erano degli innovatori.
Nel 1591 quindi c’era questa competizione fino a quando lo Studio di Padova chiamò Galilei.
Spesso Galileo si recava a Venezia e conobbe alcuni fra i quali Sagredo, che Galileo renderà protagonista del
suo “Dialogo sopra i massimi sistemi”. C’era un circolo dove si riunivano gli intellettuali. Conobbe anche
Paolo Sarpi, l’uomo più importante della Rep. di Venezia, era un filosofo,teologo e astronomo. Forse
l’amicizia è nata nel 1600. Nel 1616 c’era un’amicizia dato che è stata trovata una lettera. Sarpi secondo il
concilio di Trento non ha attuato una vera e propria Riforma della Chiesa. Sarpi difendeva Venezia.
Galilei a Padova insegnava l’astronomia aristotelica e platonica e matematica. Aveva lezioni private e qui
andava gente da tutta l’Europa. Lui insegnava la SUA astronomia. Marcantonio Mazzoleni era un fabbro che
preparava gli strumenti a Galilei. I 17 anni di Padova sono i più felici perché fa importanti scoperte. Ha
perfezionato il cannocchiale per tentativi, che era più usato. Per tentativi perché non era un grande esperto
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di ottica. Keplero era esperto ma non ha perfezionato il cannocchiale perché era impegnato a scoprire
Marte ecc.
Galileo scoprì la vera superficie lunare, però non era facile affermare perché c’era la Controriforma.
Secondo Galilei il cannocchiale aiuta l’occhio umano a vedere meglio le cose. A Padova ha scoperto i pianeti
Medicei, i satelliti di Giove, in onore della famiglia dei Medici. I Gesuiti diffidavano nel cannocchiale perché
l’occhio umano è creato da Dio e quindi è perfetto.
Il perfezionamento del cannocchiale crea un nuovo modo di vedere le cose, e osservare i fatti empirici. Per
Galileo l’unica scienza che aiuta l’uomo è la Matematica. È un potente strumento per comprendere i
fenomeni naturali. In natura troviamo triangoli ecc. e quindi per capire questo serve la Matematica.
Quando scoprì la superficie lunare inviò delle lettere. E Keplero rispose “Hai vinto o Galileo”.
Le ragioni delle polemiche della Chiesa contro i Medicei erano:
 La chiesa si basava sullo Spirito Santo mentre Galilei si basava sui fatti empirici (CAUSA CULTURALE)
Però Galileo affronta il problema tra scienza e fede.
Nella lettera copernicana a Benedetto Castelli, secondo Galileo la Bibbia non è un trattato scientifico, ma
aiuta l’uomo ad andare in paradiso.
Il linguaggio della Bibbia è un linguaggio non scientifico ma allegorico, mentre la natura è scientifica e
quindi la scienza aiuta a capire la natura.
Il linguaggio serve a Galileo per comprendere la cultura del tempo. Tutto ciò implica il problema del
metodo.
Dobbiamo osservare…(SISTEMA SPERIMENTALE)
Quindi occorre un esperimento e la dimostrazione. Galileo usa il metodo deduttivo e induttivo, che è più
usato da lui.
EMPIRICA = sensate esperienze
SENSATE ESPERIENZE
NECESSARIE DIMOSTRAZIONI
Galilei si serve anche del metodo deduttivo (dall’universale al particolare).
Spesso nei suoi scritti troviamo il deduttivo.
La scienza di Galileo presuppone alcuni concetti filosofici: viene rifiutato il concetto di essenza (per Platone
le idee erano l’essenza della cosa). Al posto dell’essenza c’è la relazione tra i fenomeni.” Phainomenon”=
vedere, sembrare, apparire. Noi possiamo vedere ciò che accade.
Secondo Galileo non c’era la gerarchia dove l’uomo è maggiore, sono tutti uguali. Come la natura viene
studiata anche l’uomo con sostanze viene studiato, esplorando il corpo umano.
Galileo si serviva di esperimenti ma non sempre aveva gli strumenti adatti e ricorreva a esperimenti
mentali, tramite un ragionamento decideva come finivano gli esperimenti. Ragionamenti logici scientifici.
Galileo pubblica il “Sidereus Nuncius”= annuncio sugli astri, dove esponeva i risultati delle sue scoperte.
Gli aspetti di quest’opera: Müller contesta la credibilità di Galileo e dice che il cannocchiale era stato solo
perfezionato non creato da lui e che le sue scoperte potevano essere scoperte entro un po’ di tempo.
Il massimo epistemologo Geymonat del XX secolo, morto nel novembre 1991, dice che anche la più geniale
scoperta scientifica viene dal passato: Copernico deve qualcosa ai pitagorici, Keplero a Copernico. Nessuna
scoperta parte dal nulla, all’improvviso.
Altri esperti della ricerca di Galileo Galilei: era un tipo che si interessava anche di letteratura, conosceva
bene l’Ariosto. Scrisse un’operetta,Il Saggiatore (che si trovava nelle banche dei Paesi Bassi c’era uno che
aveva una bilancia di precisione che verificava tramite il peso specifico se una moneta era di bronzo,
argento o oro). L’occasione per scrivere questo poema nacque dalle comete: secondo Aristotele le comete
erano delle meteore dalle sfere di fuoco. Per Galileo erano delle rifrazioni dovute alla luce. Galileo critica
tutte le tesi di Sarsi. Non era un’opera scientifica ma una polemica contro la falsa dialettica dei Gesuiti. “Il
Saggiatore è una affascinante opera di propaganda culturale, di rottura dei vecchi metodi di aperta
denuncia dello spirito di compromesso che si nascondeva sotto la falsa modernità dei Gesuiti” (Ludovico
Appunti a cura di Francesco Paolo - 4E 2009/2010
Geymonat). Le scoperte di Galileo hanno suscitato le ire dei domenicani che lo hanno denunciato. A
denunciarlo sono stati Niccolò Larini e Tommaso Caccini, due frati.
Il Sant’Ufficio il 19 Febbraio 1616 condannava due enunciati di Galileo:
1) Che il Sole sia al centro del mondo e per conseguenza immobile di moto locale;
2) Che la Terra non è al centro del mondo né immobile, ma si muove tutta attorno a se stessa, anche
con moto diurno.
Il 24 Febbraio è stato condannato ed è stato intimato di stare zitto. Galileo però era testardo, ed ha
continuato ad andare avanti e a scrivere il suo capolavoro “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
Copernicano e Tolemaico”. Sia qui che nel Saggiatore vediamo che Galileo è l’inventore della prosa
scientifica. In queste due opere la lingua è scientifica. Personaggi: Salviati, nobile, Sagredo(discepolo) e
l’inventato Simplicio. Salviati e Sagredo rappresentano i pensieri Copernicani. Il dialogo sopra i due massimi
sistemi è diviso in 4 giornate e ha causato guai a Galileo perché è stato denunciato al S.Uffizio. Fu
convocato a Roma e processato forse anche torturato ed è stato costretto a rinnegare, abiurare la sua tesi
scientifica (1633). È un dialogo e alcuni hanno visto un platonismo, perché è un dialogo; alcuni hanno visto
il platonismo anche per la Matematica, però in Platone era un po’ fantascientifica, mentre la sua era
dimostrata.
Con la pubblicazione del dialogo si caccia in guai, viene perseguitato. Il Papa Urbano VIII si dice che ha
cambiato il titolo. Secondo Galilei = scienza – fede.
Si basa sulla natura. La Bibbia è a carattere morale per migliorare l’anima. La scienza deve essere autonoma
e non deve dipendere dalla fede.
Gli argomenti principali della 1^ giornata: critica il concetto di perfezione voluta dagli aristotelici. Esiste una
perfezione relativa.
Distingue due tipi di intendimento intensivo ed estensivo.
 Intendimento intensivo: L’uomo è uguale a Dio, conosce le cose come Dio.
 Intendimento estensivo: L’uomo è inferiore a Dio, Dio conosce e ha creato tutto, l’uomo no.
L’opera si conclude con l’esaltazione del linguaggio umano.
2^giornata: Si apre con critica del concetto di autorità: ipse dixit è contro per gli Aristotelici del tempo, non
per Aristotele poiché si basavano solo su Aristotele, non su se stessi, mentre Aristotele ragionava da solo
sui fatti reali.
Sia nella 2^ che nella 3^ giornata critica i contrari alla teoria copernicana.
4^ giornata: affronta il problema delle maree, che secondo lui sono dovute ai movimenti della Terra, ma è
sbagliato.
Poi fu processato e convocato. Non si sa se è stato torturato. Il processo è stato una forza. Alcuni cardinali
avevano dato l’imprimatur, ma è stato lo stesso processato. L’abiura di Galilei è stata criticata ma lui non
poteva fare altrimenti, perché c’era la Controriforma. Però poi ritornò alla scienza pura.
Per ritorno alle scienze pure si intende che lui comincia a rivedere la matematica. Lui non era un
matematico puro ma Cavalieri, un suo discepolo che gli mandava lettere sulla scoperta, voleva un appoggio
ma Galileo non glielo diede, poiché Galileo ama la matematica applicata alla fisica, non la matematica
pura. Galileo ha nutrito la fiducia nella logica delle matematiche però l’uomo non può spiegare tutti i
fenomeni della natura, non ha gli strumenti necessari, ma ciò non vuol dire che non possono essere
spiegati, non abbiamo tutte le capacità. Galileo scomparse nel 1642, all’inizio dell’anno.
Tutte le opere di Galileo furono messe nell’indice dei libri proibiti del Concilio di Trento, ma furono sempre
lette. I filosofi del ‘700 lo elogiano come uomo di intelligenze senza sospetto.
La Chiesa lo ha condannato. Ci sono varie tesi:
a. Secondo Geymonat Galileo è stato condannato perché diffondeva le umane scienze.
b. Galileo è stato condannato perché eretico
c. Galileo è stato condannato perché la Chiesa temeva una divisione nel mondo cattolico, come
Lutero;
Quella di Geymonat è la più accettabile.
L’ultima opera di Galileo è il grande dialogo “Discorsi e dimostrazioni matematiche” . Anche quest’opera è
divisa in 4 giornate con gli stessi personaggi del Dialogo sopra i due massimi, quando morì furono aggiunte
la 5^ e la 6^ giornata, ma sono incomplete.
Appunti a cura di Francesco Paolo - 4E 2009/2010
Galileo affronta i problemi di meccanica. Nella 1^giornata rivaluta l’atomismo di Democrito. Nella
2^giornata le resistenze dei materiali. Nella 3^ il moto uniformemente accelerato e nella 4^ il moto del
proiettile. Quest’opera dimostra l’interesse per la matematica. Come Archimede si preoccupava, Galileo
voleva risolvere i problemi del movimento, della meccanica, della fisica.
Galilei visse in esilio e morì all’inizio del 1642 e Netwon nacque il 25 Dicembre. L’anno legale iniziava prima.
Secondo il calendario inglese è nato il 25, secondo il calendario Gregoriano il 4 gennaio 1643.
Nel 1642 c’è la Rivoluzione inglese con Cromwell, poi Carlo II Stuart e Giacomo II Stuart.
La corrente più importante è l’empirismo, dottrina secondo la quale tutta la conoscenza deriva
dall’esperienza, sia nella filosofia che nella matematica e fisica. Carlo II ha attuato una conciliazione tra i
seguaci di Cromwell e i monarchi. Però le cose cambiano con Giacomo che voleva imporre all’università di
Cambridge la religione cattolica.
1642 – 1727 ISAAC NEWTON
Netwon era gracile ma è morto nel 1727. È rimasto orfano del padre. Subito manifestava il suo carattere
tenace ed era competitivo, non studiava sempre. La madre voleva che lui facesse il contadino ma lui
pensava a tutt’altro e non era bravo a fare il contadino. Così a 18 anni andò come studente povero a
Cambridge e doveva fare i servizi per il collegio e per gli insegnanti. Studiò il latino che per lui era
importante per studiare le opere antiche. Per la Matematica studiò da autodidatta, studiò Cartesio.
Divenne così geniale che le sue opere non tutti le comprendono. “Principia Matematica” è la sua opera più
importante. È la sintesi di tutta la rivoluzione scientifica.
Netwon anche se insegnava scrisse un libro in 3 edizioni, la prima nel 1687, la seconda nel 1710 e la terza
nel 1726 (l’anno prima della sua morte). Il 1° e 2° libro parlano dei moti dei corpi, il 3° libro del sistema del
mondo.
Nel primo libro Netwon dà anche una definizione di tempo e spazio assoluto.
Il tempo assoluto, matematica, in sé è per sua natura senza relazione a qualcosa di esterno.
Il tempo relativo, apparente e volgare, è una misura del sensibile ,e fanno parte di questo l’ora, il giorno e
l’anno.
Lo spazio assoluto per sua natura senza relazione con l’esterno, rimane uguale e immobile.
Lo spazio relativo è una misura o dimensione mobile dello spazio assoluto, che i nostri sensi definiscono in
relazione alla sua posizione rispetto ai corpi.
Il libro 3° è importante perché ci sono le quattro regole per pensare. (pag.353 )
1) In natura non v’è niente di superfluo
2) Le cause hanno i propri effetti
3) Le qualità dei corpi devono essere riconosciute solo mediante esperimenti
4) Le induzioni devono essere vere finché non sorgono evidenze contrarie.
Nel 3° libro, spiega anche la forza di gravità. L’opera si conclude con uno “scoglio generale”. Troviamo sia
Newton fisico che religioso.
Il metodo matematico dei Principia. Nel suo capolavoro c’è molta matematica, ma è uno strumento per
studiare la fisica. Alberto Pala infatti dice che Newton non spiega i fenomeni solo con la matematica, ma la
applica alla fisica. La fisica è più importante.
Il suo capolavoro non è stato capito subito, è difficile.
Nel 1690 – 1700 l’ipotesi era una visione globale o matematica. Lui non fa ipotesi perché devono per forza
essere dimostrate.
( La fotocopia rappresenta un po’ il testamento spirituale di Newton, poiché l’anno dopo è morto )
1596 – 1650 CARTESIO - 1° pensiero moderno
Ha cercato di creare un metodo per pensare, per rendere sicura la ricerca scientifica. Anche se in Europa
non c’era libertà di pensiero, le opere di Galilei circolavano soprattutto nei Paesi Bassi.
Cartesio ha dato un impulso alla conoscenza e dopo di lui alcuni si isipirarono a lui.
Appunti a cura di Francesco Paolo - 4E 2009/2010
Cartesio o “Des Cartes”. Segue un punto di rottura. Ha studiato a “La Flèche”, uno dei migliori collegi di
Parigi; studiò la metafisica del gesuita Francisco Suarez. Però secondo lui la metafisica e la matematica di
quel tempo non erano sufficienti per capire la realtà. Elabora un suo pensiero, dubita anche dei suoi sensi,
perché pensa che ciò che ha appreso può ingannarlo, dubita. Questo dubbio non è totale, perché si ferma
alla matematica, perché la matematica è certa.
L’opera “Discorso sul metodo” è la più famosa. Ha scritto anche “Meditazioni metafisiche”, “Regulae ad
directionem ingenii” (Regole per la guida dell’intelligenza). “Principi di filosofia”, “La geometria” , “La
biologia”. C’è anche la lettera alla Principessa Elisabetta e a Cristina di Svezia.
Poi troviamo “Le passioni dell’anima” (vedi pag.75) .
Egli viaggia perché c’è la guerra dei 30 anni. Il 10/11/1619 ha un illuminazione e scopre la verità. Muore a
Stoccolma nel 1650.
Nell’opera “Discorso sul metodo” dice che è necessario un metodo: fissare regole semplici e chiare per non
scambiare vero e falso. Per metodo lui intendeva delle regole secondo cui l’uomo arrivava alla verità. Con
l’intuito possiamo capire le cose più semplici. La deduzione ci fa ricavare altre cose.
Le 4 regole del metodo :
1) Chiarezza e distinzione (accetta solo le cose chiare e semplici)
2) Analisi (dividere in piccole parti semplici per capire facilmente)
3) Sintesi (mettere pian piano insieme le cose che ha appreso)
4) Enumerazione (vado ad imparare tutto e a rivedere gli errori)
Cartesio dubita di tutto, non accetta la filosofia che ha appreso in collegio non essendo a conoscenza dei
progressi fatti da essa. Lui non ritiene la Matematica del suo tempo adeguata, non sufficiente, ma è vera; le
sue dimostrazioni sono vere.
Cartesio nelle “Meditazioni metafisiche”  Dubbio:
 Iperbolico: dubbio universale
 Metodico: attraverso il dubbio trova un metodo, cioè con il dubbio si regola l’intelletto
“Mi sono rivolto agli uomini intellettuali per trovare la verità”.
Però il suo dubbio ha anche un valore morale. Se lui dubita vuol dire che è qualcosa, che esiste. Nessuno
può dubitare di queste verità (Cogito ergo sum – Penso dunque sono). Posso dubitare di tutto tranne del
fatto che sto dubitando e se ho la certezza che dubito allora sono.
Col termine idea intende un atto del pensiero.
Cartesio sente di avere delle idee:
 Innate: quelle presenti in noi quando nasciamo. Ha valore di essenza.
 Avventizie: quelle provenienti dal mondo esterno. Le idee sono rappresentazioni del mondo
esterno
 Fattizie (factizie) : idee elaborate da noi.
Lui fissa le regole per pensare, e nessuno può mettere in dubbio che l’uomo sia qualcosa.
“Io sono una cosa che pensa, ma cos’è la cosa che pensa? “ e nessuno può dubitare.
Ci può essere un genio maligno che inganna. Ricorre a Dio per la conoscenza. Ha un’idea innata di Dio,
quindi è stato un essere potente e perfettissimo.
Il metodo rappresenta l’unico strumento per conoscere.
Gli oggetti esterni sono rappresentazioni per l’uomo.
DIMOSTRAZIONE ESISTENZA DI DIO
Cartesio formula tre possibili diverse dimostrazioni a priori dell’esistenza di Dio:
1) La presenza in me dell’idea di Dio dimostra l’esistenza di Dio.
2) Cartesio dice di essere finito e imperfetto, quindi non è stato creato da sé, ma da un essere che ha
tutte le perfezioni di cui io non ho la semplice idea, cioè Dio.
3) Argomento ontologico: possediamo l’essenza di Dio, e quindi esiste.
Essenza ed esistenza stanno insieme come non c’è valle senza montagna, quindi Dio esiste.
Dio = verità metafisica fondamentale. Cartesio ammette il cogito, prima verità fondamentale.
Appunti a cura di Francesco Paolo - 4E 2009/2010
PROBLEMA DELL’ERRORE
Il dio in Cartesio è un Dio filosofico, metafisico. Il ruolo di Dio per Cartesio è quello di garante di verità.
Che bisogno c’era di ammettere Dio? Dio è verità. Dio vuole che noi conosciamo in un certo modo.
Quindi Dio è giusto.
Dio non può ingannare. Cartesio accetta cose chiare ed evidenti. L’evidenza è uguale a Dio?
Cartesio, inoltre, dice che l’intelletto è sufficiente a sé stesso. Non serve Dio quindi.
Abbiamo delle incongruenze anche sul concetto delle idee, nel pensiero di Cartesio.
Lo fa per non essere considerato ateo. Lo ammette per risolvere il problema della conoscenza.
Nella 4°Meditazione che porta il titolo “Del vero e del falso”, Cartesio affronta il problema dell’errore. Il
nostro intelletto è limitato ma la volontà no.
INTELLETTO É limitato rispetto a Dio
VOLONTÁ L’attività è illimitata. L’uomo desidera sempre conoscere. L’uomo può conoscere sempre più
cose in maniera confusionaria. Se noi siamo garantiti da Dio perché possiamo sbagliare? Noi abbiamo il
libero arbitrio, l’uomo può fare un uso sbagliato dell’intelletto. Cartesio dice: quando io penso a Dio, non
scopro in me il tentativo di sbagliare. L’errore è solo un difetto, perché il nostro intelletto non è perfetto.
L’intelletto umano è limitato perciò l’uomo sbaglia. Cartesio attribuisce l’errore alla volontà, dovuto
all’uomo non a Dio. Abbiamo una conoscenza non chiara, non precisa delle cose. La facoltà di distinguere il
vero dal falso non è infinita.
PROBLEMA DELLA CONOSCENZA – Rapporto uomo - mondo esterno
L’uomo cerca di rapportarsi al mondo esterno tramite il mondo sensibile e l’intelletto.
Cartesio attribuisce al corpo umano alcune funzioni e capacità, mediante la sensibilità. Nei rapporti
interviene l’intelletto, che da solo non è sufficiente, ma bisogna avere altre facoltà.
Degli oggetti esterni percepiamo solo il fenomeno. Non siamo in grado di cogliere l’interno dell’oggetto. La
conoscenza è vera. Cartesio dà un certo peso alla sensibilità (verità sensibile garantita da Dio).
Ma perché, allora, l’uomo sbaglia?
Nella 12^ Regula ad directionem ingenii , Cartesio dà una certa importanza al mondo sensibile. La nostra
anima ha la facoltà di percepire. L’intelletto elabora tutto ciò che ci proviene dalla sensibilità. Facoltà come
la memoria, la fantasia aiutano l’intelletto.
Il corpo è un’estensione perché occupa uno spazio. Non conosciamo la natura intrinseca degli oggetti.
Nella 5^ e 6^ meditazione (Meditazione metafisica, Cartesio dice che i sensi ci possono ingannare; però
l’intelletto deve controllare.
Per Cartesio i problemi della scienza e della conoscenza sono strettamente collegati.
Dopo l’opera “Meditazioni metafisiche”, Cartesio ha voluto ascoltare il parere di altri filosofi.
Il problema di Dio è quello più presente, più trattato. Abbiamo 7 obiezioni e 7 risposte. Certe volte risponde
chiaramente, ma altre volte no.
Regole della morale provvisoria
Cartesio nel “Discorso sul metodo” fissa tre regole della morale provvisoria; provvisoria perché non è
ancora sicuro di esistere, così dopo poteva anche cambiare.
1. Obbedire alle leggi e ai costumi del mio paese
2. Bisogna essere fermi e risoluti nelle azioni, una volta che sono state decise e ritenute valide
3. Vincere sempre me stesso, piuttosto che la fortuna
Troviamo anche delle lettere alla principessa Elisabetta di Boemia (lettera del 4/08/1645) dove affronta il
problema morale. In un’altra lettera giudica il principe di Machiavelli, di cui Cartesio condivide alcuni
concetti morali come il fatto che il principe deve badare alla ragione di stato, ma non condivide il principio
riguardo il principe.
Affronta il problema di Dio (perché la principessa era interessata). Rivaluta l’intelletto umano, che deve
essere aiutato dalla memoria ecc.
Nelle “Passioni dell’anima”, opera a carattere morale e antropologico, Cartesio parla delle passioni
dell’uomo, cioè com’è fatto l’uomo. Comincia a delineare i rapporti tra l’anima e il corpo.
Cartesio nell’art.24 delle Passioni parla di passioni come percezioni che appartengono al corpo e all’anima.
Secondo Cartesio l’uomo è composto dall’anima e dal corpo.
Appunti a cura di Francesco Paolo - 4E 2009/2010
La sede dell’anima sarebbe la ghiandola pineale (o epifisi) che si trova nel cervello. L’anima si diffonde nel
corpo.
Anche il corpo ha delle funzioni. Il corpo è in grado di percepire.
Quest’opera si conclude con l’art.211 dicendo che noi dobbiamo imparare a vivere con le passioni e non
possiamo eliminarle (esse fanno parte dell’uomo). Non dobbiamo lasciarsi condizionare e influenzare dalle
passioni.
Ratio essendi Dio è sempre presente in noi anche in campo morale e metafisico.
Molto importante è la lettera ad Elisabetta del 4/08/1645.
Si raggiunge la felicità mediante 3 regole:
1. REGOLA: L’uomo deve conoscere sé stesso per meglio regolarsi nella vita
2. REGOLA: L’uomo non deve farsi condizionare dalle passioni, ma dalla ragione
3. REGOLA: L’uomo non deve desiderare le cose che non gli appartengono, ma il bene interiore.
Un’opera a carattere scientifico è “Principi di Filosofia”, dove Cartesio dimostra l’esistenza di Dio.
Cartesio ha perfezionato gli assi cartesiani (geometria analitica)
ESSENZA  importanza matematica, non ha preteso una verità assoluta.
Cartesio è una cosa che pensa e viene definito come Res cogitans : non posso dubitare delle mie azioni
interne.
Cartesio è anche una cosa estesa: Res extensa.
Perché conosciamo in un certo modo: verità oggettiva, quella più importante è la sostanza. L’estensione è
l’essenza della sostanza.
Teoria dei vortici
Non c’è il vuoto assoluto, non ci sono vortici che hanno creato l’universo. L’universo è una grande macchina
perfetta (meccanismo cartesiano)
Per il principio di inerzia c’è l’esistenza del vuoto. C’è un movimento non caotico di piccole particelle.
All’interno di queste particelle ci sono i vortici dai quali sono nati i pianeti.
1632 – 1677 BARUCH SPINOZA - Filosofo Cartesiano
Un filosofo cartesiano è Spinoza, nato nel 1632 nei Paesi Bassi da una famiglia ebraica di origine
portoghese. Spinoza è un canterino. Prende come modello la filosofia di Cartesio.
Il modello di pensiero matematico è rigoroso.
Ha scritto tanto. I suoi scritti più importanti sono:
-Etica dimostrata con ordine geometrico.
-Trattato teologico politico.
-Trattato sull’emendazione dell’intelletto.
ETICA
Nell’Etica si racchiude sia la metafisica sia la morale. Divisa in 5 parti:
1^PARTE: De Deo
Parla di Dio e dà alcune definizioni.
Definizione di sostanza: Intendo per sostanza ciò che in sè per sé ci concepisce. La sostanza non ha bisogno
di atto. La sostanza è ciò che esiste in sé per sé.
Aristotele nel V Libro Metafisica definisce in sè per sé l’essenza di qualcosa, qualcosa di compiuto.
Definizione di causa: Intendo per causa ciò la cui essenza implica l’esistenza, ossia ciò la cui natura non può
essere concepita se non come esistente.
Appunti a cura di Francesco Paolo - 4E 2009/2010
Definizione di attributo: Intendo per attributo ciò che l’intelletto percepisce della sostanza come costituente
la sua essenza. Gli attributi sono ciò che l’intelletto percepisce. Gli attributi di Dio sono infiniti, ma l’uomo
ne conosce solo due che stanno insieme: pensiero e estensione
Definizione di modo: Intendo per modo le affezioni della sostanza, ossia ciò che è in altro per mezzo del
quale anche è concepito. Abbiamo i modi finiti e i modi infiniti.
Definizione di Dio: Per Dio intendo l’ente assolutamente infinito, cioè la sostanza che consta di infiniti
attributi, che esprimono un essere eterno e infinito.
La sostanza è un insieme che comprende Dio e Natura (Deus sive Natura).
Dio è immanente, non è trascendente (panteismo). Ogni sostanza è assolutamente infinita.
(vedi pag.390)
L’ERRORE DI SPINOZA
Dio è presente in tutte le cose, come si rapportano le cose con Dio? Dio si divide in tante particelle?
La natura è finita, Dio è infinito, come si rapporta l’infinito con il finito?
L’uomo conosce le cose in maniera confusa. Spinoza prende dal Parmenide di Platone.
NATURA NATURANTEVista come causa. Dobbiamo intendere ciò che è in sé e di per sé è concepito, cioè
quegli attributi della sostanza che esprimono un’essenza eterna e indefinita. È il nostro mondo. Dio è
considerato causa libera.
NATURA NATURATAVista come effetto. Dobbiamo intendere tutto ciò che segue dalla necessità della
natura di Dio o di ciascuno degli attributi di Dio. La natura naturata dipende da Dio.
Dio è natura naturante  Non è legato ai fenomeni della natura. La sua essenza implica l’esistenza.
L’Etica è divisa in cinque parti:
1. De Deo (Di Dio)
2. De natura et origine mentis (Della natura e dell’origine della mente)
3. De origine et natura affectum (Dell’origine e della natura degli affetti)
4. De servitute humana seu de affectum viribus (Della schiavitù umana, ossia delle forza degli affetti)
5. De potentia intellectus seu de libertate humana (Della potenza dell’intelletto, ossia della libertà
umana)
De Deo: Dio non viene visto come natura finale, tutto è necessario, non c’è né creazionismo né finalismo.
Gli automi sono tutto ciò che avviene in natura ed è necessario.
Il Dio di Spinoza è una cosa pensante. È anche estensione. In Spinoza non c’è più il dualismo che c’era in
Cartesio.
De natura et origine mentis: La mente umana è una parte di Dio. Tutto ciò che la mente umana conosce e
si riferisce a Dio è vero. Dio possiede infiniti attributi.
La mente umana percepisce piccoli oggetti, percepisce anche Dio.
1^ Proposizione 2^parte ETICA : Il pensiero è un attributo di Dio.
PERCHÉ SPINOZA È UN CARTESIANO:
- Il Dio di Spinoza è garante di verità
- Tutte le idee stanno in Dio
- Come Cartesio fissa un metodo di ricerca, anche Spinoza fa così.
- L’uomo può conoscere la realtà
RAPPORTO MENTE UMANA – CORPO
Corpo: intendo per corpo un modo che esprime l’essenza di Dio in maniera certa e determinante.
Idea: intendo per idea un concetto della mente, che la mente forma in quanto è una cosa che pensa.
Appunti a cura di Francesco Paolo - 4E 2009/2010
1^Proposizione 2^parte ETICA: L’oggetto costituente la mente umana è il corpo. L’uomo è costituito da
mente e da corpo per cui viene superato il dualismo cartesiano.
La mente umana è una parte dell’intelletto infinito di Dio. La prima cosa che la mente umana conosce è Dio.
7^Proposizione 2^parte ETICA: L’ordine delle idee coincide con l’ordine delle cose.
8^Proposizione 2^parte ETICA: Ordo et connexio rerum idem est ac ordo et connexio idearum
In Spinoza non c’è il dualismo cartesiano. C’è il monismo. Per Cartesio il pensiero e l’estensione sono due
sostanze diverse, per Spinoza sono attributi della stessa sostanza divina, ossia la stessa sostanza colta sotto
due punti di vista diversi. In Spinoza non c’è l’ordine delle cose e l’ordine delle idee.
C’è un parallelismo tra l’ordine delle cose e l’ordine delle idee.
11^Proposizione 2^parte ETICA:
La mente umana costituisce la prima vera essenza dell’uomo.
14^Proposizione 2^parte ETICA: La mente umana (ha notevoli capacità) è atta a percepire moltissime cose,
che possono essere vere o false. La mente umana percepisce tutto ciò che sente il corpo.
RAPPORTO UOMO – DIO: L’uomo è parte di Dio. È un modo di essere dell’infinito.
In Spinoza mente e corpo stanno insieme
3 GENERI DELLA CONOSCENZA:
1°Genere di conoscenza empirica: cioè dei sensi.
2° Genere di conoscenza dimostrativa della ragione: cioè distinguere il vero dal falso.
3° Genere di conoscenza intuitiva: si basa sull’intelletto. Possiamo contemplare l’amore intellettuale di Dio.
La nostra conoscenza è fine a sé stessa. Kant negherà all’uomo questa facoltà.
I primi due generi sono uniti, mentre il terzo genere è indipendente.
Abbiamo le idee adeguate e quelle inadeguate.
Idee adeguate: idee delle proprietà delle cose. Sono idee dalle quali trae origine la ragione, una forma di
conoscenza chiara e distinta.
Idee inadeguate: idee dalle quali trae origine l’opinione, forma di conoscenza confusa.
LIBERTÀ IN SPINOZA: Affrontato nell’ultima parte dell’Etica.
Spinoza nega i miracoli perché sono soltanto fatti naturali (Trattato teologico-politico). Non c’è niente di
divino. La conoscenza naturale è superiore a quella profetica che è inferiore per quanto riguarda la
conoscenza del mondo.
Quando l’uomo riesce a liberarsi delle sue passioni (odio,orgoglio), l’uomo acquista la libertà (dal punto di
vista etico-morale). L’uomo è legato ai fenomeni della natura (punto di vista morale).
SOMIGLIANZE E DIFFERENZE TRA GLI ESPONENTI DELLA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA E SPINOZA
Anche Spinoza è influenzato dalla rivoluzione scientifica.
Ragione: In Spinoza è importante la ragione così come lo era per gli scienziati. Però Spinoza non si serve
tanto della matematica.
Natura: Concezione matematica della natura (così come per gli esponenti della rivoluzione scientifica)
Necessità: Ciò che avviene in natura deve per forza avvenire, cioè è naturale.
Causa: Tutte le cause erano legate meccanicamente fra di loro, così anche in Spinoza le cause hanno i
propri effetti.
Dio: Ci sono somiglianze e differenze tra Spinoza e gli scienziati. Per gli scienziati Dio era trascendente,
mentre per Spinoza Dio è causa libera.
Uomo: Per gli scienziati l’uomo viene inteso come corpo, come una macchina perfetta, mentre per Spinoza
l’uomo viene inteso come mente e corpo.
Appunti a cura di Francesco Paolo - 4E 2009/2010
3^parte ETICA: Tratta delle passioni umane. Le passioni originarie, da cui derivano tutte le altre, sono la
letizia e la tristezza. Derivano la cupidità e l’affettivo.
La scienza di Spinoza è una scienza della natura.
5^parte ETICA: La mente deve essere piena dell’amore di Dio.
TRATTATO SULL’EMENDAZIONE DELL’INTELLETTO
In che modo l’uomo può purificare sé stesso per arrivare a Dio. Spinoza è religioso.
Questo trattato ha un valore essenzialmente morale.
Composto da 20 capitoli, fino al 15 Spinoza interpreta la Bibbia; dal 16 in poi parla di politica.
4 GENERI DI CONOSCENZA:
1°genere: Perceptio ex auditu (conoscenza per sentito dire)
2°genere: Experientia vaga (conoscenza che si basa sulla nostra esperienza)
3°genere: Ragione dimostrativa (per la quale risaliamo dagli effetti alla causa)
4°genere: Intuizione (conoscenza degli effetti attraverso le cause)
Noi possiamo vedere gli errori dei primi due generi attraverso il 3°genere della ragione dimostrativa.
ERMENEUTICA: interpretare, comprendere una poesia, un testo.
In Europa c’erano i fanatismi religiosi. Non c’era libertà in campo religioso, anche se c’era l’ignoranza. Nella
prefazione del Trattato teologico critica i vari fanatismi religiosi e fa un riassunto dell’opera. L’uomo deve
operare mediante un criterio scientifico.
Tutto ciò che sta scritto nella Bibbia è confacente all’ordine naturale delle cose (non c’è niente di
trascendente).
METODO DI SPINOZA – Metodo Ermeneutico – Cap. VII Trattato Teologico-Politico
C’è una convergenza tra il metodo delle scienze e quello di Spinoza. Spinoza spiega con quale metodo
interpreta la Bibbia.
1°criterio: Questa regola deve contenere la natura, le proprietà della lingua.
Bisogna capire bene il termine usato da un autore della Bibbia. Dobbiamo cercare di capire la mentalità
degli autori.
2°criterio: Si devono raccogliere gli enunciati più importanti e riassumerli.
3°criterio: Perché e in quale ambiente sono nati i libri profetici?
(vedi pag. 582)
PRINCIPALI ARGOMENTI DEL TRATTATO TEOLOGICO POLITICO:
Spinoza dà più importanza alla ragione umana che alla conoscenza. Spinoza esalta il lume naturale.
Profezia: è una conoscenza certa, è una rivelazione di Dio.
Profeta: colui che rivela la verità divina
La conoscenza profetica non è superiore a quella naturale. Spinoza di conseguenza sente l’influsso del
pensiero moderno e della rivoluzione scientifica. Spinoza combatte i fanatismi religiosi.
Per questo motivo Spinoza dà importanza al lume naturale anziché alla conoscenza profetica.
Capitolo 2 del Trattato Teologico - Politico
Spinoza analizza le storie dei profeti. Spinoza si pone dei dubbi, è un po’ scettico.
Riguardo a Mosè si domanda se siamo sicuro che Mosè abbia avuto le tavole.
Riguardo Giosuè Spinoza è un po’ critico, lo definisce un ignorante.
Capitolo 6 del Trattato Teologico-Politico
Appunti a cura di Francesco Paolo - 4E 2009/2010
I miracoli non esistono. Tutto ciò che avviene in natura avviene secondo l’ordine naturale delle cose, deve
per forza avvenire, così anche niente avviene contro natura, tutto è necessario che avvenga.
Tutto segue l’ordine fisso, immutabile. Non c’è niente di trascendente.
Con i miracoli non possiamo conoscere né l’essenza né l’esistenza di Dio.
PROBLEMA DELLO STATO - Ultimi capitoli del Trattato Teologico-Politico
Spesso il sovrano poteva imporre ai suoi sudditi il suo credo religioso.
Qui Spinoza affronta il problema dello Stato.
Rivendica due cose: la libertà di pensiero e la libertà religiosa. Lo stato nasce da un patto tra gli uomini.
Lo stato di natura: Spinoza parte dall' ipotesi di uno stato di natura dove il diritto di ciascuno è eguale alla
forza di cui dispone per affermare il proprio essere: perciò il più forte predomina sul più debole. Segue le
regole della natura di ciascun individuo, la vita naturale (come vive l’uomo, come si comporta l’uomo).
Non c’è una legge fissa.
Chi è più potente prevale perché non c’è una giustizia. Prende dal Repubblica di Platone (legge del più
forte).
Lo stato di natura è quindi una condizione di insicurezza e pericolo.
La ragione, che indica agli uomini il loro vero bene, li induce a istituire un patto sociale, gli uomini cedono
così i loro diritti quando entrano a far parte dello stato e si sottomettono ad un’autorità.
Distingue 3 forme di governo, prendendo dal passato:
governo monarchico, aristocratico, democratico.
Spinoza preferisce la democrazia, perché esprime meglio la natura dello stato come potere collettivo.
Nello Stato ci deve essere libertà di pensiero, coscienza e culto religioso, senza alcuna forma di tirannia.
Spinoza ammette la tolleranza religiosa.
Un magistrato può imporre un certo pensiero religioso.
Spinoza morì a 39 anni per una grave malattia.
Spinoza è figlio del razionalismo e della Rivoluzione scientifica poiché nel trattato esalta il lume naturale.
C’è anche una piccola analogia tra il trattato suo e il trattato scientifico perché c’è un metodo di ricerca e
vengono fissati alcuni criteri.
1623 – 1662 BLAISE PASCAL
Filosofo del ‘600, periodo dei maggiori filosofi. Abbiamo due anime: religiosa e scientifica.
Pascal ha un interesse notevole per la matematica e per le scienze. A 16 anni ha scritto un trattato “Sulle
sezioni coniche” (trattato perduto).
Il padre era un commerciante e Pascal inventò una macchina calcolatrice, la Pascalina, per aiutarlo nei
traffici.
Nel 1646 ci fu la conversione di Pascal, poiché il padre era rimasto ferito in una caduta e venne curato da
due gentiluomini della setta di Giansenio, e Pascal stesso aveva una malattia grave.
Appunti a cura di Francesco Paolo - 4E 2009/2010
In Francia c’erano due correnti religiose:
GIANSENISMO  da Giansenio. Soltanto pochi uomini sono destinati a salvarsi.
GESUITI di Molina. Vivevano all’interno della Chiesa. L’uomo può accedere alla salvezza mediante la
grazia di Dio e attraverso il lbero arbitrio.
Pascal è soltanto Pascal e non si ispira a nessuno. Esiste un certo rigore religioso.
Per Pascal la scienza del passato non va rifiutata.
La ragione umana non ha poteri illimitati e infiniti, ma dobbiamo accettare qualcosa.
Come Aristotele fissò degli assiomi, così anche Pascal parte da alcuni assiomi: non possiamo andare
all’infinito, non dobbiamo rifiutare il sapere del passato.
La ragione di Pascal non ha un potere assoluto, è una ragione limitata, non è una ragione assoluta.
La religione è più importante della scienza. Per risolvere il problema dell’esistenza dobbiamo ricorrere non
alla ragione scientifica, ma alla fede.
Per Spinoza e Cartesio e i filosofi razionalisti era più importante la ragione della fede, mentre per Pascal la
fede è più importante della ragione. Dio è lo strumento della ragione scientifica. I filosofi razionalisti
avevano una visione ottimistica della vita perché per loro la ragione aveva un valore assoluto; mentre
Pascal aveva una visione pessimistica.
Un capolavoro di Pascal sono I pensieri. Pascal viene considerato il fondatore della lingua francese.
TEORIA DEL DIVERTISSEMENT
L’uomo per essere felice dimentica Dio e quindi pensa ad altro, la distrazione lo allontana da Dio.
L’uomo dimentica i problemi esistenziali per dedicarsi altrove.
Il divertimento è la nostra più grande miseria poiché ci distoglie dal pensiero.
Stordimento di sé stesso: l’uomo è preso da tanti problemi di ordine esistenziale. L’uomo è consapevole di
avere certi dolori.
Soltanto mediante la fede l’uomo può superare i problemi. L’uomo per essere felice non deve pensare ai
suoi guai.
Il Dio di Pascal non è un dio metafisico, come quello dei filosofi, ma è il Dio di Abramo, Isacco.
RAPPORTO TRA SCIENZA E FEDE
Pascal distingue spirito di geometria e spirito di finezza.
Spirito di geometria: è uno spirito scientifico, ma a volte alcuni assiomi non sono accettabili. Chi conosce
bene i principi della geometria non può rifiutarli.
Spirito di finezza: certi principi morali ed etici sono alla portata di ognuno. I principi della morale sono tanti,
ma può capitare che qualcuno possa sfuggire per cui è difficile seguirli uno ad uno.
Tutti i geometri sarebbero fini se avessero una vita buona, ma non vogliono capire alcuni principi in senso
morale.
Pascal predilige di più lo spirito di finezza, perché possiamo capire il significato esistenziale dell’uomo.
Pur essendo un grande scienziato, Pascal si è posto il problema dell’esistenza dell’uomo.
SPIRITO DELL’UOMO
Pascal parte da convinzioni religiose. Pascal critica Cartesio dicendo che le scienze naturali non ci possono
aiutare. L’uomo deve usare il cuore e non la ragione per risolvere i propri problemi. La scienza non può
spiegare tutti i problemi etici e morali dell’uomo. L’uomo di dispera perché si allontana da Dio. (vedi
pag.95)
3 Specie di persone
 L’uomo che ha trovato Dio
 L’uomo che cerca Dio
 L’uomo che non cerca Dio
Nella ricerca dell’uomo c’è anche la ricerca di Dio. A Pascal non interessa tanto l’aspetto esteriore, ma
l’aspetto interiore dell’uomo.
Appunti a cura di Francesco Paolo - 4E 2009/2010
L’uomo per cercare un senso della sua esistenza deve cercare Dio. Se fossimo atei non potremmo aspirare
alla vita eterna e perderemmo Dio, ma guadagneremmo qualcosa di terreno.
Pensiero moderno: Dio viene dimostrato mediante la ragione.
Pascal: Dio è vita, non può essere dimostrato.
Il bisogno di Dio e l’impossibilità di ricorrere a prove filosofiche della sua esistenza pone la necessità di
“scommettere”.
Scommettendo su Dio:
 Se Dio esiste si guadagna la beatitudine eterna, ossia l’infinito
 Se Dio non esiste si perde il bene finito, ossia il bene materiale
Scommettendo contro Dio:
 Se Dio esiste si perde la beatitudine eterna ossia l’infinito
 Se Dio non esiste si guadagna il bene finito, ossia il bene materiale
Per Pascal la giustizia degli uomini non serve a niente.
1646 – 1716 GOTTFRIED LEIBNIZ (o Leibnitz )
Ci sono due grandi correnti filosofiche in questo periodo: l’empirismo e il razionalismo.
EMPIRISMO: Si basa essenzialmente sull’esperienza, fonte principale di conoscenza. C’è la negazione dei
principi innati. Un filosofo dell’empirismo è John Locke. L'empirismo moderno sostiene che tutta la
conoscenza viene acquisita dalla nostra coscienza tramite sensazioni interne o esterne.
RAZIONALISMO: Si diffuse nei Paesi europei. Di stampo prettamente cartesiano negava ogni validità alla
filosofia aristotelica. Gli altri non conoscevano l’autentico pensiero di Aristotele .
Volevano conciliare il pensiero moderno con quello aristotelico.
Gli esponenti di questa corrente, tra cui Cartesio e Spinoza, credevano che fosse possibile con la sola
ragione avere delle conoscenze, indipendentemente dall'esperienza.
Leibniz nacque nel 1646 a Lipsia, in Germania. Per lui non c’era differenza tra il pensiero moderno e quello
aristotelico. Inventò la prima calcolatrice in grado di moltiplicare e dividere.
Ha scritto dei brevi saggi. Si ispira ad Aristotele. Viene considerato il fondatore della logica matematica.
Gli scritti di Leibniz, considerato il fondatore della logica matematica, comprendono la matematica, la
filosofia, la teologia, diritto, diplomazia, politica, storia, filologia e fisica.
Tra gli scritti filosofici principali di Leibniz vi sono: Saggi di teodicea, Monadologia e i Nuovi saggi
sull'intelletto umano. Leibniz ha scritto anche saggi di logica.
La logica è una scienza rigorosa, una scienza del pensare e va applicata alla matematica.
PERCHÉ TROVIAMO LA LOGICA?
Leibniz voleva creare in Europa una lingua comune, universale, che dovesse esser capita da tutti e
accessibile a tutti.
La lingua latina stava tramontando. Già qualcuno aveva pensato di fondare una lingua comune ma con
scarsi risultati.
Il linguaggio unversale per Leibniz è la matematica (in seguito è fallita).
ARS COMBINATORIA
Ogni sensazione è un composto di più elementi. Ogni concetto, nozione è una combinazione di elementi.
Possiamo operare per combinazione.
Appunti a cura di Francesco Paolo - 4E 2009/2010
In che modo possiamo applicare la matematica alla lingua
Tutti gli uomini sono mortali, intelligenti ecc.
U=m*i come 6=3*2
Leibniz analizza il quadrato logico di Aristotele.
Proposizione universale affermativa:
Se la proposizione universale affermativa è vera, allora è necessario che il numero del soggetto possa
dividersi esattamente per il numero del predicato, senza resto.
Proposizione particolare affermativa:
Se la proposizione particolare affermativa è vera, allora è necessario che il numero del predicato possa
dividersi esattamente per il numero del soggetto, oppure il numero del soggetto per il numero del
predicato.
Proposizione universale negativa:
Se la proposizione universale negativa è vera, allora è necessario che il numero del soggetto non possa
dividersi esattamente per il numero del predicato, né il numero del predicato per il numero del soggetto.
Proposizione particolare negativa:
Se la proposizione particolare negativa è vera, allora è necessario che il numero del predicato non possa
dividersi esattamente per il numero del soggetto.
La matematica ha i sillogismi, per cui possiamo applicare il quadrato logico di Aristotele alla matematica.
Possiamo rappresentare matematicamente qualsiasi proposizione.
Ogni A è B
Ogni B è C
Ogni A è C
Quindi A comprende tutto
Ogni A non è B
Qualche A è B
COME POSSIAMO CONOSCERE DAL PUNTO DI VISTA LOGICO
Leibniz distingue due tipi di giudizi: analitico e sintetico
Giudizio analitico: Il soggetto comprende anche ciò che sta nel predicato quando nel predicato c’è
qualcosa di nuovo.
Giudizio sintetico: L’uomo non implica il termine base. Il predicato non è implicito nel soggetto ma si
aggiunge(sintesi)ad esso in virtù dell'esperienza.
Possiamo meglio capire la realtà che ci circonda.
Identici= sono coincidenti quei termini dei quali uno può essere sostituito dall’altro.
∞
Simbolo di identico per Leibniz. Oggi rappresenta l’infinito.
Subalterni= sono coincidenti quei termini dei quali l’uno sta nell’altro.
METAFISICA
Giustizia sulle monadi e il problema di Dio
Nel pensiero moderno Dio è stato usato come un problema filosofico. Per Leibniz Dio è trascendente ed
opera allo stesso modo. L’uomo possiede le libertà. Tutto il mondo è un aggregato di monadi .
Le monadi sono qualcosa di spirituale, un centro di forza e una parte invisibile. C’è una piccola differenza
tra le monadi (Principio degli indiscernibili). Le monadi sono autosufficienti e rappresentano l’unità
Appunti a cura di Francesco Paolo - 4E 2009/2010
semplice, priva di parti e capace di azione. Non le possiamo dimostrare, sono un piccolo mondo a sé,
rappresentano un “confine” tra la scienza e la metafisica.
Ogni monade è un piccolo universo a sé, possiede tutte le caratteristiche dell’universo.
L’atomo di Democrito era qualcosa di materiale.
Nell’uomo troviamo due verità: quelle di fatto e quelle di ragione.
Verità di fatto: sono verità del mondo reale, degli oggetti esterni.
Verità di ragione: sono verità innate che riguardano la scienza. Sono verità della scienza.
Principio di ragione sufficiente: spieghiamo perché avvengono certe cose in un determinato modo e non
in un altro modo.
CONTRASTO TRA LEIBNIZ E L’EMPIRISMO INGLESE
L’empirismo inglese sosteneva che la sostanza era un’incognita, poiché la ragione ha dei limiti.
Mentre Leibniz era a favore dei principi innati: innatismo, cioè noi possiamo conoscere la sostanza.
RAPPORTO UOMO - MONDO ESTERNO
L’uomo ha una difficoltà di percezione.
Principio di auto percezione, autocoscienza: Siamo auto consapevoli di ciò che percepiamo.
Cosa percepiamo? Percepiamo le cose esterne, le verità di fatto.
Leibniz affronta il problema della conoscenza nei nuovi saggi sull’intelletto umano.
L’uomo mediante la percezione è in grado di percepire gli oggetti esterni.
La mente umana non ha limiti.
IL DIO DI LEIBNIZ
Il Dio di Spinoza è immanente, quello di Leibniz è trascendente, è un dio filosofico, metafisico
Viene superato il dualismo cartesiano come in Spinoza, res cogitans e res extensa sono in una monade.
Dio secondo Leibniz opera in natura sempre in senso positivo, in maniera precisa.
Regola un po’ tutte le cose.
ARMONIA PRESTABILITA
Dio è diventato come un piccolo giocattolo. Le idee di Dio sono qualcosa di religioso. Per questo le monadi
stanno insieme tra loro. Dio è l’unica realtà possibile, tutte le altre cose sono contingenti. In questo modo
Leibniz dimostra l’esistenza di Dio, secondo l’armonia prestabilita.
RAPPORTO DIO – MONDO
L’amore di Dio. Il mondo
LE MONADI
Monadologia – Le monadi sono la parte più piccola, è un concetto di metafisica. Sono un centro di forza.
Ogni monade contiene tutte le caratteristiche. Una monade non può influenzare un’altra monade.
In Leibniz abbiamo le verità di ragione e le verità di fatto.
Le verità di ragione sono necessarie e il loro opposto è impossibile. Sono necessarie perché fondate sul
principio di identità e non contraddizione e non possono derivare dall’esperienza.
Le verità di fatto si riferiscono al contingente e il loro opposto è possibile. Si fondano sul principio di
autosufficienza.
Sostanza: Per Leibniz noi possiamo conoscere la sostanza, mentre per gli empiristi non la possiamo
conoscere. Mediante l’intelletto possiamo capire la sostanza.
La materia prima è la forza d’inerzia, dei fenomeni naturali.
La materia seconda sono i corpi, gli aggregati di monadi.
Appunti a cura di Francesco Paolo - 4E 2009/2010
SCRITTI DI METAFISICA
Per Leibniz Dio aveva davanti a sé infinite possibilità. Il nostro mondo è migliore del mondo impossibile.
L’amore di Dio richiede una soddisfazione completa a ciò che fa, l’uomo deve obbedire a Dio e non deve
staccarsi da lui. Dio in quanto essere perfetto di conseguenza nel mondo ci sono le perfezioni.
L’uomo deve accettare l’amore di Dio.
I miracoli sono conformi all’ordine naturale (razionalismo moderno).
PROBLEMA DELLA CONOSCENZA
Nuovi saggi sull’intelletto umano che rispecchia il Saggio sull’intelletto umano di John Locke.
Leibniz analizza la teoria della conoscenza di Locke.
L’uomo è una sostanza singola, individuale, ogni sostanza singola individuale rappresenta Dio e manifesta il
suo amore. L’esperienza è la fonte principale di conoscenza.
Si rifà a Platone. Leibniz accetta le verità adeguate, mentre Locke nega le idee e i principi innati.
Percepire – Le monadi percepiscono la realtà del mondo esterno. Mediante i sensi noi percepiamo gli
oggetti esterni. Questa conoscenza non ha un limite.
Le monadi hanno in comune la percezione e l’appetizione o tendenza. Non ci sono principi innati a priori.
Noi applichiamo la logica, la matematica ecc.
In Leibniz troviamo l’innatismo.
Dio avendo creato tutte le cose, queste cose sono in spazio e in tempo.
Lo spazio è una specie di vaso che contiene gli oggetti. Lo spazio ci appare come esteso.
Lo spazio infinito è l’immensità, lo spazio finito è l’opposto, misurabile.
Lo spazio è ciò che in sé contiene gli oggetti. L’uomo è in grado di concepire gli oggetti dello spazio
mediante l’intelletto. Lo spazio è anche mente di ragione.
Il tempo indica tutti gli avvenimenti e può essere definito come lo spazio come un ente di ragione.
PROBLEMA DI DIO
L’uomo era sicuro dell’esistenza di Dio. Leibniz si sforza di dimostrare l’esistenza di Dio.
Argomenti a posteriori. L’esistenza è l’unico argomento sul quale siamo sicuri di esistere.
OTTIMISMO DI LEIBNIZ
Il nostro mondo è un mondo buono. Non tutti i contemporanei hanno condiviso questo.
3 TIPI DI MALI:
Male metafisico: mancanza di Dio, mancanza di perfezione. Il mondo non è perfetto come Dio.
Male fisico: dolori dell’uomo.
Male morale: dipende dalla volontà dell’uomo.
Saggi di Teodicea (pag. 130)
Leibniz spiega come Cartesio definiva l’errore. Non è dio la causa del male ma è l’uomo.
Leibniz affronta il problema dell’anima, il rapporto tra la fede e la ragione. Ritiene che la libertà sia
fondamentale, l’uomo ha la libertà e commette il male per questo.
Dio è l’unica vera possibilità.
1632 – 1704 JOHN LOCKE
John Locke è un filosofo britannico. Filosofo leibnizista, ed affermava che la conoscenza non si basa solo
sull’esperienza ma anche sulla ragione, per questo è anche un empirista.
Aspetto politico – religioso
Ha avuto un’influenza negativa dagli avvenimenti rivoluzionari dei suoi tempi.
Appunti a cura di Francesco Paolo - 4E 2009/2010
Ha scritto un Primo trattato sul governo e un Secondo trattato sul governo.
Ed ha composto scritti a carattere religioso.
Ha scritto i Saggi sull’Intelletto umano, dove affronta il problema della conoscenza. Qui John Locke vuole
analizzare come in realtà vuole conoscere l’uomo. L’uomo per conoscere non ha bisogno di regole.
Quest’opera si presenta come un analisi dei limiti, delle condizioni e delle possibilità effettive della
conoscenza umana.
Metodo: cosa voglio trattare, come l’uomo conosce, come l’uomo si rapporta con il mondo esterno.
Serve per descrivere e analizzare come si comporta l’uomo nel campo delle scienze e nel campo morale.
Il termine idea serve per meglio rappresentare qualunque cosa che è oggetto dell’intelletto. L’idea è usata
come immagine, un atto del nostro pensiero.
Chi non ha mai sentito i teoremi non ha un’idea innata di Dio. Dal punto di vista culturale non c’è nessuna
autorità.
I Libro del Saggio sull’intelletto umano: John Locke critica l’innatismo dei neoplatonici e quello di Cartesio.
Non ci sono i principi innati. Noi siamo strettamente legati al mondo reale. Definisce la mente di un
neonato come tabula rasa e che tutte le idee si sviluppano dall’esperienza.
Per Locke percepire, pensare, ragionare vuol dire riflettere.
L’uomo si rapporta mediante la sensibilità al mondo esterno. A volte l’uomo pensa in maniera incosciente.
II Libro del Saggio sull’intelletto umano: John Locke descrive la teoria delle idee, divise in idee semplici e
idee complesse.
Le idee semplici sono le prime forme di conoscenza dell’uomo.
Facoltà con le quali siamo in grado di percepire (avvertire, la prima facoltà del corpo umano, ciò che ci
proviene dal mondo esterno).
A volte dimentichiamo ciò che abbiamo appreso.
John Locke si richiama ad Aristotele. Per Locke la fonte di conoscenza è l’esperienza.
La sensazione è il primo passo che permette di afferrare l’oggetto.
IDEE SEMPLICI:
 di sensazione: da un solo senso o da più sensi; provengono dall’esperienza.
 di riflessione: idee di percezione, volontà, ecc.
 di sensazione e riflessione: idee di potenza, esistenza.
IDEE COMPLESSE:
 MODI (affezioni della sostanza) :
Semplici (solo un’idea): degli oggetti di sensazione
Misti (più idee): azioni morali

SOSTANZA :sostanze corporee, spirituali e Dio.

RELAZIONI:
Corporee
Spirituali
Dio
L’idea è ciò che meglio rappresenta l’intelletto. Non indica l’essenza di qualcosa, ma l’immagine.
È un atto del pensiero, una rappresentazione mentale di qualcosa.
Appunti a cura di Francesco Paolo - 4E 2009/2010
A volte le idee di sensazione vengono modificate. Mediante l’abitudine riusciamo a fare qualcosa
L’abitudine è il principale funzionamento dell’uomo.
Percezione: primo atto, prima facoltà esercitata dallo spirito umano. (9° Saggio sull’ Intelletto)
Mediante la percezione avvertiamo gli oggetti del mondo esterno.
Riprensione: facoltà dello spirito.
Ingegno: consiste nel raccogliere le idee e metterle insieme, con varietà.
Intenzione: seconda facoltà, mediante la quale l’uomo è in grado di conservare le idee semplici.
Mediante la memoria siamo in grado di conservare ciò che abbiamo visto e appreso (come un piccolo
magazzino).
Noi possiamo distinguere e separare le idee tra di loro.
Giudizio: consiste nel separare accuratamente le idee in cui si può trovare la primissima differenza. Siamo
in grado di distinguere le idee chiare e precise.
Confrontare: un'altra operazione dello spirito umano. Rispetta in confronto all’estensione grado e tempo,
per percepire una cosa prima o dopo, quando una cosa è più grande o più piccola.
I modi delle idee complesse sono diversi da quello di Spinoza. Le idee composte non sono sostanza ma
appartengono ad essa.
I modi semplici sono semplici variazioni.
I modi composti misti sono la bellezza, la figura.
Lo spazio è considerato puramente nella lunghezza della distanza tra due o più oggetti. La capienza che può
contenere un certo oggetto. Ci ricorda un po’ la definizione di spazio di Aristotele.
L’immensità: addizionando possiamo cambiare le idee dello spazio, cioè è la somma in potenza, non in atto,
di tutto ciò che si vuole.
L’impotenza: posso sommare tutto ciò che voglio.
Il tempo: anche Locke è un leibnizista, ci ricorda un po’ Aristotele. Dobbiamo considerare la durata.
Locke è essenzialmente un empirista, un empiro.
Nell’eternità non c’è il concetto di durata.
III Libro del Saggio sull’intelletto umano: Locke analizza il linguaggio e ci ricorda un po’ Democrito nel
linguaggio. Le sostanze materiali sono corpi.
Affronta il problema del linguaggio. Il linguaggio è essenzialmente un fatto naturale, empirico. L’uomo
stabilisce il significato dei termini. Lui ha chiamato le cose con un criterio.
Sostanze corporee: qualità primarie (oggettive) e secondarie (soggettive).
IV Libro del Saggio sull’intelletto umano: Locke affronta il problema della conoscenza.
Egli afferma che non possiamo conoscere interamente la sostanza perché non c’è essenza. La sostanza è
un’incognita. La ragione ha un limite in Locke.
Locke dice che se esiste il mondo esiste Dio. L’altra sostanza è Dio (affermazione paradossale poiché la
conoscenza di Dio è quella più certa, è l’unica conoscenza certa).
Il Dio di Locke è trascendente ed è strumento di fede.
Relazioni: rapporti tra più oggetti e relazioni fra persone. Nel mondo empirico cerchiamo di trovare prima
la causa e poi l’effetto. Troviamo l’identico e il diverso.
Principium Individuationis: Noi specifichiamo meglio qualcosa. Locke parla di rapporti, volontari, all’interno
della natura. Rapporti di livello morale, religioso.
La nostra conoscenza si basa sull’accordo o sul disaccordo.
Identità o diversità: si ispira al principio di Aristotele.
Appunti a cura di Francesco Paolo - 4E 2009/2010
Relazione: rapporti tra oggetti.
Coesistenza o connessione necessaria: bisogno di rapporto.
Esistenza reale: le idee non sono innate.
John Locke nel capitolo 15 afferma che le idee corrispondono agli oggetti, però la nostra conoscenza è
limitata. Si tratta di una conoscenza probabile, non certa, ma non ha valore assoluto.
3 GRADI DI CONOSCENZA
Conoscenza intuitiva: conoscenza immediata, una conoscenza sensibile. L’evidenza cartesiana è
un’evidenza della ragione.
Conoscenza dimostrativa: mediante la ragione, una conoscenza precisa.
Conoscenza sensibile: conoscenza utilizzata nel campo della natura.
Ragione: Locke definisce la ragione con differenti significati. La ragione appartiene soltanto agli uomini.
Non ha valore assoluto, non è astratta.
Ragionare: consiste nella percezione? Abbiamo una conoscenza certa delle idee, che bisogno c’è della
ragione? La ragione serve per estendere la nostra conoscenza, per dire se siamo d’accordo o meno su
determinate questioni.
L’uomo dal punto di vista naturale è dotato di alcune facoltà.
GRADI DELLA RAGIONE
1. Scoperta e ritrovamento della verità.
2. Disposizione a regolarle e a situarle in un ordine chiaro per renderle facilmente percepibili.
3. La percezione della loro connessione.
4. Dedurre da essa una conclusione esatta.
Locke critica i seguaci di Aristotele, perché anche senza la logica di Aristotele l’uomo può pensare.
Estensione della conoscenza umana
1. Non possiamo avere una conoscenza che va oltre le nostre idee, cioè non abbiamo una conoscenza
assoluta ma è limitata.
2. Non possiamo avere una conoscenza che va al di là della percezione.
3. Non possiamo avere una conoscenza che vada al di là della conoscenza razionale, quindi è ristretta
alle nostre idee.
Della realtà della conoscenza
Le nostre idee sono conformi alle cose.
Tutto ciò che percepiamo appartiene al mondo reale.
LA NASCITA DELLO STATO
Lo stato è un patto sociale tra gli uomini. Alcuni dicevano che questo patto era assoluto, altri dicevano che
doveva essere un patto democratico.
PENSIERO MODERNO
La ragione nell’età moderna ha i seguenti significati: ragione assoluta, ragione limitata scientifica, la ragione
ha più gradi.
L’esperienza nel pensiero moderno deriva dalle sensate esperienze a cui seguono le necessarie
dimostrazioni (infatti Galilei applicò la matematica per studiare la natura)
Il metodo viene inteso in senso matematico e filosofico.
Il dio è immanente nel pensiero moderno.
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CONTESTO STORICO DI LOCKE
L’età di John Locke è l’età di Carlo II di Stuart
Locke era preoccupato per gli avvenimenti inglesi. Carlo II di Stuart, per Locke, è l’uomo della provvidenza.
John Locke era spaventato dalle guerre civili.
In Inghilterra c’erano due correnti politiche: una formata dal partito dei conservatori (Tory) e l’altra
formata dal partito dei progressisti (Whig). Inoltre c’erano i livellatori, cioè coloro che volevano la sovranità
popolare.
Nel 1659 in Inghilterra c’era una mentalità pragmatica.
Nella seconda metà del 14° secolo in Inghilterra nacquero i campi chiusi, ossia le proprietà private.
Il potere del magistrato
Legame tra politica e coscienza religiosa. Il magistrato ha il diritto di imporre un credo religioso ai sudditi,
per evitare guerre civili. Il magistrato non deve esercitare il potere assoluto, ma ci deve essere una certa
libertà. Il magistrato rappresenta il potere politico dello stato. Locke non vuole l’assolutismo politico.
Lo stato
Lo stato è un processo naturale storico o ha come origine i patti sociali ?
Lo stato è un patto sociale. Lo stato è solo un processo naturale? O gli uomini hanno creato un patto
sociale? Nello stato deve prevalere il diritto naturale o quello romano?
Nello stato di natura manca un potere che appoggi una sentenza giusta, non c’è giustizia. Nello stato civile
c’è la legge che stabilisce la giustizia e la libertà.
Nello stato deve esserci il diritto di natura. Il tipo di patto: alcuni volevano che il patto fosse fonte di un
potere forte. Si tratta di una concezione estremistica del concetto di patto. Lo stato è un’associazione di
individui. Il contratto che dà origine allo stato è stato inteso in senso assolutistico, popolare e democratico.
In Inghilterra c’erano anche i livellatori, che erano democratici e affermavano che l’autorità, la sovranità
spettasse al popolo e non al re. Allora John Locke è a favore di questo tipo di stato.
Due tipi di stato:
Stato di guerra: è uno stato di ostilità e distruzione
Stato di libertà
Locke ha scritto Due Trattati sul governo, Saggio sulla tolleranza (dove critica il pensiero politico
assolutistico) , Due scritti sul magistrato (uno inglese ed uno latino).
PROBLEMA RELIGIOSO
In Inghilterra c’erano i calvinisti, luterani, anglicani e protestanti.
Troviamo il problema religioso dal punto di vista sociale non teologico.
Viene affrontato negli Scritti sulla tolleranza. Dio ha dato ad Adamo il potere sugli animali.
Spesso cita alcuni episodi della storia romana.
Nei Paesi Bassi c’era una certa tolleranza religiosa. Locke non ammette gli atei nello stato.
Tolleranza: nel senso di libertà nel campo religioso.
Primo Trattato sul governo
Locke critica la teoria di stato assoluto e critica Il Patriarca di Filmer.
Il Patriarca di Filmer è diviso in tre libri. In quest’opera Filmer parte dalle Sacre Scritture. Filmer partendo
da alcuni eventi storici afferma che c’è bisogno di un potere assoluto. Negli stati democratici ci sono
sempre guerre civili, quindi c’è bisogno di un potere forte per evitare le guerre civili.
Locke dice che la proprietà si acquista e si conserva con il lavoro umano.
Lo stato deve basarsi sulla legge, che non limita la libertà dell’uomo ma ne garantisce la libertà.
Secondo trattato sul governo
Locke divide il potere in tre parti:
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

Potere legislativo: è superiore agli altri due poteri.
Potere esecutivo: deve rispettare le leggi del potere legislativo. Ha il dovere di far rispettare le
leggi, quando all’interno dell’esecutivo prevalgono gli interessi personali sfociando, quindi, nella
tirannide (Platone nell’VIII Libro Repubblica condanna la tirannide).
 Potere federativo: si occupa di politica estera e può dichiarare guerra.
Questi tre poteri sono sottoposti alla società politica.
Ogni individuo deve rispettare le leggi, il Parlamento non deve emanare leggi in maniera contemporanea.
Quando all’interno del potere esecutivo prevale una persona, allora c’è la tirannide (peggior forma di
governo).
Nel 1600 si lotta contro l’assolutismo, per avere uno stato più democratico bisogna aspettare il 1700.
Nel sistema politico di quel tempo il sovrano si occupava di politica estera. All’interno del sistema politico di
Locke troviamo la schiavitù (punto negativo).
Non esiste un giudice imparziale, c’è la legge che garantisce la libertà.
Cristianesimo ragionevole
1. Critica alla superstizione e ai fanatismi religiosi
2. Critica al razionalismo cartesiano
3. Interpretazione critica delle Scritture
4. La ragionevolezza del cristianesimo
Dimostrazione di Dio:
- argomento a posteriori
- dubbio che però non è quello di Cartesio
PROBLEMA DEL CRISTIANESIMO
In Inghilterra c’era il problema della fede.
Come concepire la fede in relazione alla libertà nel campo religioso? Come conciliare la religione cristiana e
la tradizione di un popolo?
Il cristianesimo non deve permettere le tradizioni culturali di un popolo.
La religione deve essere purificata secondo il lume naturale.
Locke concepiva la sostanza come estensione, in Cartesio il concetto di sostanza era un concetto a priori,
una concezione della sostanza basata sulla metafisica.
Il rapporto che esiste tra l’uomo e il mondo esterno è un rapporto basato sulla sensibilità.
John Locke critica un po’ l’innatismo cartesiano. L’idea di Dio non è innata per Locke.
Locke è stato in Francia ed ha avuto rapporti con la cultura francese.
Egli non è soltanto un pensatore empirista ma è anche un pensatore razionale.
INTERPRETAZIONE DELLA BIBBIA (delle Sacre Scritture)
Soltanto la Chiesa aveva il diritto di interpretare le Sacre Scritture. La Bibbia veniva interpretata nel 1600 da
un punto di vista scientifico. Locke ha messo in dubbio certe interpretazioni della Bibbia. Hanno negato
alcuni fenomeni trascendenti. Egli dice che non possiamo accettare tutto dalla Bibbia, poiché non può
essere accettato neanche dalla ragione. Noi dobbiamo obbedire al lume naturale.
In Europa stanno nascendo nuove correnti filosofiche.
Libertinismo: si cercava di interpretare la Bibbia mediante il lume naturale e si cercava di dare una
spiegazione scientifica del fenomeno religioso.
Sul problema religioso Locke si confronta con i libertini e con gli empiristi.
Locke vuole una religione cristiana più vicina alla ragione umana. L’uomo deve scegliere se essere ateo o
meno. La religione positiva è una religione fatta di dogmi.
Alcuni hanno interpretato la religione dal punto di vista politico, Locke non è d’accordo poiché la religione
non ha un fine politico.
La politica non può imporre un certo credo religioso. Per Locke la politica non deve essere condizionata
dalla fede.
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RAPPORTO TRA RAGIONE E FEDE (ragione cartesiana)
Locke distingue idee perfette e imperfette
Dal punto di vista logico la conoscenza di Dio non può mai essere perfetta, perciò la ragione umana non
avrà mai una conoscenza perfetta.
POTERI DELLA RAGIONE
Per Cartesio potevamo capire l’infinito. Per Locke la ragione umana non è in grado di capire l’infinito. Egli
nega il momento dell’Eucarestia e nega il miracolo.
La religione primitiva è una religione naturale, poiché stanno nascendo nuove scienze.
Locke condivide in parte la tesi libertina e dà una certa importanza alla fede. Egli lotta contro il fanatismo
religioso e contro la superstizione.
Ateismo: è un termine che ha molti significati. Avere una concezione diversa di Dio. Un altro significato è
quello di essere una religione vicina al popolo, ai sentimenti umani.
Negli scritti risalenti al 1636, Locke enuncia il suo concetto di conoscenza. Una proposizione deve avere la
testimonianza di più persone.
Locke accetta alcuni miracoli, però non accetta tutto.
1711 – 1776 DAVID HUME – Filosofo empirista
David Hume nacque nel 1711 ad Edimburgo. Fu uno degli esponenti dell’empirismo britannico insieme a
Locke e Berkeley. Per essi la fonte principale di conoscenza è l’esperienza. Fu insieme a Adam Smith e
Thomas Reid, una delle figure più importanti dell'illuminismo scozzese.
Le sue opere più importanti sono: Trattato sulla natura umana; Dialoghi sulla religione e Saggi politici e
morali.
TRATTATO SULLA NATURA UMANA
Come Locke, così Hume vuole descrivere come l’uomo si comporta nel campo della conoscenza. Vuole
analizzare con spirito scientifico l’uomo. Come Locke, Hume parte dall’esperienza, cioè parte dal mondo
empirico.
Percezioni della mente umana:
Impressioni: Sono qualcosa di profondo. Una cosa è sentire il mal di testa, un’altra cosa è avere il mal di
testa. Si tratta di qualcosa che sentiamo noi stessi. Le impressioni sono legate insieme.
Idee: Si tratta di immaginazioni un po’ sbiadite. Sono oggetto di sensazione.
Idee semplici e complesse
Impressioni di sensazione e di riflessione
Quale rapporto ci deve essere tra le impressioni e le idee? Le impressioni vengono prima delle idee, Hume
non offre una dimostrazione di questo rapporto. Le idee corrispondono ad oggetti esistenti.
Hume definisce il Principio di associazione di idee. Si tratta di una connessione di idee. Già Platone aveva
affermato questo principio.
SETTE RELAZIONI TRA LE IDEE
1. Relazione di rassomiglianza: Con l’immaginazione diciamo se due idee sono uguali o no.
2. Relazione di identità: Richiama il principio di Aristotele.
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3. Relazione di spazio e tempo: Se qualcosa è avvenuta prima o dopo.
4. Relazione di quantità o numero: Indichiamo il numero, la quantità di oggetti.
7. Relazione di causa ed effetto: Stretta relazione tra causa ed effetto. Non è detto che ad una causa
A ci deve essere un effetto A.
FACOLTÀ DELLO SPIRITO UMANO
Immaginazione: Possiede più fantasia, è più libera ed è in grado di mettere più idee insieme. La forza
gentile è un’attività dell’immaginazione.
Memoria: Agire in un certo modo, è stabile.
Intelletto: Possiede certe facoltà, cioè è una facoltà che comprende un po’ tutto.
Idee astratte: Non esistono le idee astratte. Se tralasciamo l’esperienza non possiamo avere nessuna idea
astratta. Hume fa una dimostrazione della non esistenza di idee generali o astratte.
Idea di spazio e tempo: Ai tempi di Hume per i matematici spazio e tempo si potevano dividere all’infinito,
ma Hume nega questo.
Conoscenza probabile: Non abbiamo una conoscenza assoluta.
Conoscenza astratta: Una proposizione astratta non implica contraddizione.
Hume definisce la sostanza come estensione
Hume nei confronti della matematica, scienza, spazio e tempo ha sempre mostrato un certo interesse.
I matematici per dimostrare i tanti teoremi dissero che la mente umana è in grado di capire tutto, ma non
ha la capacità di concepire l’infinito. Le nostre impressioni non sono infinite.
La nostra mente umana non è in grado di capire le particelle finite.
Hume è contro la divisione all’infinito di spazio e tempo.
Se dividiamo una cosa all’infinito, dovremo essere in grado di percepire una piccolissima parte.
LIBRO I Trattato sulla natura umana – PROBLEMA CONOSCENZA
David Hume affronta il problema della conoscenza nella prima parte di questo libro.
Le cose possono sempre cambiare. Noi conosciamo in base a queste relazioni.
Se ci basiamo sulla nostra conoscenza probabile, che valore ha la conoscenza matematica?
L’algebra è la sola scienza dove possiamo muoverci con esattezza nei ragionamenti.
L’intelligenza ci fa conoscere.
RICERCA SULL’INTELLETTO UMANO
Hume distingue due tipi di verità
Relazioni di idee: Riguardano le scienze geometriche, algebriche e aritmetiche.
Questioni di fatto: Riguarda gli oggetti empirici. Sono proposizioni che derivano dall’esperienza.
Hume critica il concetto di ragione nella storia e nella filosofia.
Hume non dà grande importanza alla ragione umana. Se c’è l’abitudine c’è anche l’intelligenza.
Sia l’abitudine che l’intelligenza stanno insieme.
Abitudine: Facoltà dello spirito umano che permette di orientarsi. Ma da sola non basta, ci vuole anche
l’intelligenza. L’abitudine a volte cambia.
Non esiste un rapporto meccanico tra causa ed effetto. Le cose possono anche cambiare. Non sempre
possiamo prevedere l’effetto di una causa.
Ci sono delle cose che l’uomo non può conoscere. La nostra conoscenza non può conoscere il trascendente.
La sostanza non si divide all’infinito. Hume critica il concetto di causa.
In Hume la ragione non è assoluta come in Cartesio, Spinoza, Leibniz.
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Hume non può dimostrare l’esistenza di Dio.
Credenza: Hume analizza questo problema, quale sia l’origine della credenza, perché crediamo in certe
cose. La causa della credenza è che noi abbiamo idee e impressioni.
Hume divide le verità di ragione (non può implicare una contraddizione) e verità di fatto (la credenza può
implicare una contraddizione).
L’origine della credenza: Vorrei porre nella scienza della natura umana questa massima generale: “Quando
un’impressione ci si presenta, non soltanto trasporta la mente, ha anche quelle idee che sono in relazione,
ma comunica anche una parte della sua forza e vivacità”.
La credenza si basa sulla rassomiglianza.
Esistenza mondo esterno: Viene affrontato nel Trattato sulla natura umana.
I sensi sono capaci di far nascere in noi la nozione di esistenza continuata. I sensi non ci danno la certezza
dell’esistenza degli oggetti. Le immagini possono essere anche non vere.
La ragione umana non ci permette di avere la certezza.
Hume distingue tra la posizione del pensiero classico e del pensiero moderno.
I filosofi antichi hanno creduto di risolvere la questione del mondo esterno con le “finzioni” delle forme
sostanziali, degli accidenti, delle qualità occulte.
Le qualità occulte sono qualità non spiegabili dal punto di vista scientifico.
L’accidente viene trattato da Aristotele nel Libro V Metafisica. Egli distingueva due tipi di accidenti.
L’accidente indica le proprietà esteriori della sostanza.
Le forme sostanziali non sono frutto della ragione. Hume è influenzato dal pensiero illuminista francese.
Secondo Hume il pensiero classico non ha risolto il problema del mondo esterno.
La posizione della filosofia moderna secondo Hume: Tutto ciò che si presenta alla mente, non è altro che
percezione, e questa è interrotta e dipendente dallo spirito. I colori, suoni, sapori, non sono altro che
impressioni dello spirito, derivanti dall’operazione di oggetti esterni e senza nessuna somiglianza degli
oggetti. (Trattato sulla natura umana)
Secondo il pensiero moderno siamo noi che diciamo se un oggetto è caldo o freddo, se un suono è bello o
brutto.
Il pensiero moderno ha sempre esaltato la ragione del pensiero illuminista.
Hume non ha esaltato la ragione umana.
L’immaginazione del mondo esterno ci dà un primo accesso verso il mondo esterno. Mediante l’abitudine
siamo sicuri che il mondo esterno esiste.
Hume critica il concetto di sostanza poiché noi non possiamo cogliere il vero concetto della sostanza.
Immaterialità dell’anima: l’anima è immateriale poiché non è divisibile quindi è una cosa intellegibile.
Mediante l’immaginazione siamo abituati ad attribuire un colore, un sapore ecc.
Conviene tuttavia esaminare un argomento di cui i filosofi scolastici sono soliti servirsi per spiegare
l’immortalità dell’anima. Essi dicono, dunque, che l’anima se fosse materiale dovrebbe esistere.
Nel primo caso, essendo l’anima indivisibile, anche quella parte di materia diventerebbe indivisibile e,
quindi, cesserebbe di essere materia.
Nel secondo caso, l’anima dovrebbe diventare divisibile come la materia, il che contrasta con la sua
semplicità. Quindi l’anima non ha nulla a che vedere con la materia, quindi è immateriale.
Discutere di questi argomenti significa spiegare la localizzazione che noi operiamo di certi oggetti.
Si sa che solo il tatto e la vista ci danno la nozione di spazio.
In conclusione, la questione della sostanza dell’anima è assolutamente intellegibile.
Non possiamo dimostrare l’immortalità.
Noi non possiamo dimostrare queste tre cose:
- Identità personale
- Immortalità dell’anima
- Esistenza di Dio.
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IDENTITÀ PERSONALE
L’esistenza dell’io era la verità fondamentale nel pensiero moderno. Era una cosa dimostrata, nessuno
poteva mettere in dubbio l’esistenza di Dio. Hume basandosi sul concetto dell’esperienza non può
dimostrare l’io; l’io non è un oggetto delle nostre percezioni. L’io è un fascio di sensazioni.
Noi sentiamo dentro l’io, però questo non è un oggetto.
L’io è qualcosa di impercettibile, non abbiamo una percezione precisa.
Questo concetto di identico lo applichiamo spesso agli oggetti. Io per dire che due sostanze sono uguali
devo conoscere la sostanza.
A volte per abitudine diciamo che due cose si somigliano, la conoscenza è soltanto un fascio di impressioni.
Hume affronta l’immaterialità e l’immortalità dell’anima nel Trattato sulla natura umana.
Per Hume c’è qualcosa che non possiamo comprendere.
Nei Saggi morali il pensiero dimostrava l’esistenza dell’anima.
Argomenti metafisici: l’anima è una sostanza semplice ed è immortale secondo il pensiero scolastico.
Per Hume Dio non può giudicare gli uomini con lo stesso nostro modo di pensare. Non possiamo provare
che l’anima sia immortale. L’anima forse esiste, ma non la possiamo dimostrare.
PROBLEMA MORALE
La morale è la seconda scienza della natura umana. A partire dal 2° libro del Trattato sulla natura umana,
Hume non vuole dare all’uomo dei precetti morali.
Hume distingue due tipi di passioni: dirette e indirette.
La passione è qualcosa di originale, sono passioni che l’uomo non è in grado di controllare.
Passioni dirette: Sono quelle che nascono immediatamente dal vero o dal male.
Passioni indirette: Si svolgono dal bene in rapporto all’intervento di alcuni principi (di altri fattori di
elementi).
L’orgoglio, l’umiltà, l’odio e l’amore sono passioni originarie. Ad esse derivano tutte le altre.
L’orgoglio appartiene a passioni superiori ad altre, è una passione sicura di sé.
L’umiltà è una scarsa conoscenza di sé.
Le passioni sono qualcosa di forte che la ragione umana non è in grado di controllare. Neanche la volontà
riesce a controllare queste passioni.
La simpatia unisce gli uomini: è una forza, un sentimento che unisce, è una morale.
PROBLEMA POLITICO
Questo problema è legato a quello morale. Hume analizza il problema dello stato:
1. Origine della giustizia
2. Origine del governo
3. Pensiero politico di Hume e la società inglese
Origine della giustizia
Hume analizza il tipo di giustizia presente nella società di quel tempo, non formula un nuovo tipo di
giustizia. Metodo di ricerca che ricorda il I Libro dell’Etica Nicomachea di Aristotele.
Quando gli uomini sono messi insieme nasce lo stato. Gli uomini essendo deboli dal punto di vista fisico e
biologico si sono messi insieme.
Elementi della giustizia:
- obbligo di rispettare gli altri;
- obbligo di avere una buona reputazione;
- obbligo di non fare del male agli altri.
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Origine del governo
Hume è contro questa teoria del patto. È uno stato per convenzione.
5 regole per stabilire chi deve comandare lo stato:
1.
2.
3.
4.
5.
Il lungo possesso
Il possesso presente
La conquista
La successione
Le leggi positive
Il lungo possesso
Non c’è dubbio che se risaliamo alle prime origini delle nazioni, troveremo che non c’è quasi una stirpe o
forma di repubblica, che non si sia formata sull’occupazione o sulla ribellione.
Il possesso presente
Il diritto all’autorità non è altro che il possesso costante dell’autorità, ottenuto dalle leggi, dalla società e
dagli interessi dell’umanità.
Il diritto di conquista
Può essere considerato come una 3^ forma del diritto del sovrano. Questo diritto somiglia al possesso
presente, ma è alquanto superiore, in quanto è assegnato dalle nozioni di gloria, onore che attribuiamo ai
conquistatori.
La successione
Quando nessuno dei primi 3 criteri viene attribuito, interviene la successione, secondo i principi
dell’interesse e alcuni principi dell’immaginazione.
Le leggi positive
Si ha quando la legge stabilisce una certa forma di governo e una dinastia di principi.
Gli interessi sono la causa principale della nascita della società civile (egoismo).
Lo stato non è un contratto, ma una convenzione.
L’ESISTENZA DI DIO IN HUME
Hume critica i seguenti argomenti:
- cosmologia a priori: tutto ciò che esiste deve avere una causa o una ragione della sua esistenza
essendo assolutamente impossibile per una cosa qualunque produrre sé stessa;
- finalistico o a posteriori: tutto ciò che sta in natura ha un fine.
Il mondo ha come causa Dio, quindi Dio esiste.
Tutto ciò che concepiamo come esistente, possiamo anche percepirlo come non esistente.
Partendo da una questione di fatto non possiamo dimostrare l’esistenza di Dio.
Se l’uomo conoscesse le meraviglie del mondo, potrebbe capire meglio l’esistenza di Dio.
Argomento fisico-teleologico
L’esistenza di Dio prescinde dall’esperienza. Hume esclude qualsiasi trascendenza.
Deismo: In Europa ha assunto vari significati. I deisti concepiscono un Dio senza miracoli, un Dio più vicino
alla ragione umana. Hume lotta contro i fanatismi religiosi.
Teismo: l'esistenza di uno o più dei e di realtà trascendenti l'uomo. Dio, per i teisti, interviene nel mondo
attraverso i miracoli. Si tratta di una credenza in un Dio supremo e provvidenziale.
Società civile: proprietà privata e la legge
L’estetica (3^ scienza della natura umana). Si tratta di una conoscenza sensibile.
Nel Trattato sulla natura umana Hume dice che siamo in grado di distinguere il bello dal brutto. Noi per
abitudine siamo in grado di dire se una cosa ci piace o meno.
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Per giudicare un’arte bisogna avere la squisitezza. Lo storico dice come sono andate le cose, il poeta dice
come potrebbero andare le cose. Ognuno di noi ha la possibilità di giudicare e non si discute il giudizio di
ciascuno. Questo concetto verrà ripreso da Kant.
Siamo noi che diciamo che le cose sono belle. Non ci sono regole a priori per giudicare se una poesia è bella
oppure no.
David Hume non accetta i miracoli. Aristotele ha semplicemente descritto le regole di unità e tempo.
ILLUMINISMO EUROPEO
L’illuminismo è una corrente culturale che si sviluppa all’inizio del ‘600. Gli illuministi volevano avere una
visione chiara e precisa del mondo.
Kant ha detto che è difficile trovare una definizione univoca di illuminismo. Presenta un problema
storiografico. Può essere una cosa per l’italiano, un’altra cosa per il francese ecc.
D’Alembert parla di una rivoluzione culturale poiché l’illuminismo nel XVIII secolo ha cambiato
radicalmente la realtà.
L’illuminismo è il secolo della filosofia. Cerca di approfondire alcuni temi, ma la ragione non è qualcosa di
assoluto. L’uomo non ha un sistema metafisico. Per l’uomo del ‘700 la ragione è un continuo cercare, non
dobbiamo arrestarci, non possiamo approfondire tutto, l’uomo è limitato; a causa di questi limiti l’uomo
sbaglia, ma non è un fallimento. Questa ragione del ‘700 si configura come una perenne ricerca poiché non
ha un sistema metafisico. Questa ragione è limitata e non può innalzarsi a Dio. L’uomo viene visto come
qualcosa dal quale imparare.
Questa mentalità illuministica si ispira a grandi autori come Cartesio e Newton. La rivoluzione scientifica ha
dato un’interpretazione scientifica della natura. Newton ha dato una visione chiara e precisa. Così gli
illuministi del’700 vogliono avere una visione chiara, vogliono interpretare tutto secondo la ragione.
Questo razionalismo non c’è solo nella rivoluzione scientifica, ma si trova anche nell’illuminismo italiano.
A questo proposito nascono nuove scienze sociali: la biologia, la botanica, la chimica, la geologia, la fisica.
Riguardo la conoscenza della natura ci sono varie tendenze: c’è una specie di scontro tra sapere filosofico e
sapere matematico. Il sapere filosofico vuole liberarsi della tirannide della matematica.
La matematica viene ritenuta uno strumento importante per conoscere la natura. I filosofi accetteranno la
matematica.
Ci sono alcune cose che non possono essere spiegate mediante il lume naturale. La natura viene vista come
una macchina perfetta.
La mente umana viene analizzata con metodo analitico. La religione, la politica, la storia vengono studiati
con metodo analitico.
Gli illuministi hanno trovato un nuovo metodo per indagare la religione. L’uomo sbaglia perché è limitato.
L’errore per Cartesio dipendeva dalla nostra volontà.
I modelli scientifici erano Cartesio e Newton poiché hanno dato una spiegazione scientifica alla natura
senza metodi occulti e Newton ha dato una riflessione chiara del mondo.
Questo razionalismo si allaccia anche all’umanesimo italiano.
La volontà ha il compito di controllare il nostro sapere. Il fanatismo, le superstizioni e l’idolatria sono i veri
nemici della religione e di Dio. La tolleranza indica soltanto una certa libertà di coscienza religiosa e di
rispetto per le altre religioni. Gli illuministi rifiutano qualsiasi fanatismo religioso. Non negano l’esistenza di
Dio, ma accettano il peccato originale però rifiutano una religione fatta di dogmi. Essi non sono contro le
religioni, hanno escogitato un modo per spiegare la religione.
Conoscenza della natura: La natura viene vista come una macchina perfetta. Il metodo cartesiano permette
di avere un rapporto diretto con la natura; l’uomo mediante il lume naturale può conoscere la natura.
Pensiero politico e il diritto di concezione dello stato: Nel corso dei secoli con la scolastica ci fu un
connubio tra pensiero politico e la religione. Dopo si ha la separazione tra la religione e il diritto (tra Chiesa
e Stato). Il pensiero giuridico e politico (i vari intellettuali) nel ‘700 hanno dovuto lottare contro
l’assolutismo politico. In Spagna il sovrano aveva più potere.
La legge deve essere superiore a qualsiasi altra cosa. La sovranità non è più del re, ma appartiene alle
nazioni. Il diritto si ispira alla matematica.
La giustizia era vista come la base principale ed essenziale di ogni uomo. Il diritto deve essere matematico,
come la matematica ha un linguaggio rigoroso e chiaro, così lo deve essere il diritto. La matematica viene
applicata al diritto.
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Origine dei diritti umani: è lontana, dal punto di vista culturale possiamo farla risalire al ‘500; dal punto di
vista pratico...
Fronda parlamentare: gli intellettuali scoprono che ci sono altre civiltà che funzionano meglio, quindi
l’Europa non è più al centro del mondo.
I diritti fondamentali dell’uomo sono la vita, la libertà, la proprietà privata. L’uomo non deve rinunciare,
ma deve accettare questi concetti basilari.
Concezione dello stato: troviamo la corrente liberale e democratica e la corrente repubblicana.
I sovrani ammirati in Europa erano Caterina II di Russia e Federico II di Prussia.
Si tratta di una concezione dello stato influenzata da John Locke.
C’è anche il cosmopolitismo: mondo-unità. Il mondo è l’unica patria dove l’uomo ha gli stessi diritti. La
mentalità di un popolo a volte incide nella formazione dello stato.
Si affronta il problema della civiltà, c’è un confronto tra la civiltà europea e le altre civiltà, infine c’è la
nascita delle scenze come l’etimologia e l’antropologia.
Dio nel pensiero illuministico non ha alcun valore religioso.
Le principali correnti religiose sono il deismo, il teismo e l’ateismo. Un filosofo antireligioso fu D’Holbach.
Il metodo delle scienze umane
Antropologia: troviamo varie forme di antropologia, studia la storia naturale. A volte l’antropologia
contiene elementi dell’etnologia e viceversa.
Etnologia: studia i costumi, è difficile trovare una differenza radicale tra etnologia e antropologia.
Economia politica: significa letteralmente “amministrazione della casa”. Studia le strutture produttive della
società. Si pone 3 domande: Come produrre? Quanto produrre? Perché produrre?
Adam Smith fece la prima formulazione di questa scienza nell’opera “Indagine sulla natura e le cause della
ricchezza delle nazioni”.
Sociologia: studia i rapporti sociali tra le società. Secondo Hume c’è una mano divina, invisibile che regola
un po’ i rapporti sociali. Un sociologo importante fu Comte.
Adam Smith ha analizzato la “Divisione del lavoro”. Secondo lui la divisione del lavoro rende più produttivo
l’operaio. Egli è per la libertà in campo economico.
In Francia con Turgot, Colbert abbiamo il mercantilismo (lo stato controllava un po’ tutta l’economia.
1689 – 1755 MONTESQUIEU
Ha scritto tantissimo. Le sue opere più importanti sono le Lettere persiane e Lo spirito delle leggi.
Nelle Lettere persiane lui immagina che un giovane persiano gira per l’Europa e manda delle lettere agli
amici. Critica la cultura francese del ‘700 poiché è una società corrotta. Nella lettera 83 dice che la giustizia
è troppo complicata.
Nell’opera Lo spirito delle leggi troviamo due aspetti: uno politico ed un aspetto filosofico del diritto. Egli
non affronta soltanto problemi di ordine politico, ma anche di ordine sociale.
In Francia l’assolutismo politico non ha mai rispettato le leggi perché il sovrano si riteneva superiore a tutti.
Si riprende il concetto di giustizia. La giustizia deve essere la base dello stato. Implica che la legge sia
superiore a tutti. Come c’erano le leggi della natura di Keplero e di altri scienziati, così anche nello stato ci
devono essere leggi che regolano i rapporti tra gli uomini.
Montesquieu distingue 3 tipi di governo o stato:
Stato repubblicano: Formato dalla democrazia e dall’aristocrazia. Nello stato democratico le leggi
provengono dal popolo, il quale è sovrano però questa sovranità deve basarsi sulla virtù. I nobili devono
rispettare certe regole monarchiche. Questo rapporto di conflittualità mette a rischio l’esistenza dello
stato.
Stato monarchico: Montesquieu predilige questa forma di governo a patto che il sovrano governi con
saggezza. Il sovrano deve essere illuminato. Se il sovrano non riesce a controllare i nobili, allora c’è il caos.
Importante è la giustizia. È meglio avere una giustizia lenta che frettolosa.
Stato dispotico: È uno stato tiranno. La tirannide è la forma più odiosa di governo. Troviamo la tirannide
quando il re fa quello che vuole e si attornia di uomini di sua fiducia.
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Bisogna mettere in evidenza due cose riguardo Montesquieu: quando parla dell’aristocrazia, questa
distinzione del governo aristocratico ci ricorda Platone; c’è anche l’influenza di John Locke poiché la legge
deve garantire i principali diritti civili.
Montesquieu attua una divisione dei poteri, condizione necessaria per essere liberi.
Potere legislativo: non deve essere arbitrario.
Potere esecutivo: deve far eseguire le leggi
Potere giudiziario: non deve essere esercitato da una sola persona, ma da più persone.
ILLUMINISMO INGLESE
Problema della storia di Gibbon (uno dei maggiori storici francesi)
Problema religioso
Problema politico
ILLUMINISMO TEDESCO
Problema religioso
Pietismo
Problema politico
La ragione come critica
In Germania dopo la caduta di Napoleone non c’era una forte opposizione religiosa, c’era il deismo.
Ci fu l’idea di unificare il paese (nel ‘700-‘800)
ILLUMINISMO ITALIANO
Milano (Il caffè, i Fratelli Verri, Cesare Beccaria)
Napoli (Genovesi, Galliani, Filangieri)
Viene inaugurata la prima cattedra di economia politica. In Italia nasce l’idea di unificare il paese come in
Germania.
1712 – 1778 ROUSSEAU
Le sue opere più importanti sono il Contratto sociale, l’Emilio e la Nuova Eloisa.
È contro l’illuminismo. Secondo gli illuministi la storia è un continuo progresso. Rousseau è invece
pessimista ed è contro l’idea del progresso. Nel ’600 non c’era libertà religiosa. Calvino concepiva Dio come
qualcuno che stabilisce le priorità e i lavori della gente. Secondo Calvino ci doveva essere il risparmio ed
aveva una concezione pessimistica dell’uomo. La morale calvinista era piuttosto rigorosa.
Rousseau ebbe un’influenza da questo pensiero sviluppatosi a Ginevra. Gli intellettuali del ‘700 avevano
fiducia nella ragione, ma Rousseau era contro.
L’accademia di Digione aveva bandito un concorso nel 1750: il rinascimento delle scienze e delle arti ha
contribuito a migliorare i costumi. Secondo Rousseau la scienza è sì importante, ma non ha contribuito al
miglioramento dell’uomo, poiché c’è sempre la corruzione. Parla anche dello stato di natura.
L’uomo nello stato di natura è felice. A causa della proprietà privata, è entrata una certa diversità sociale.
Però l’uomo nello stato di natura era un ingenuo così come lo era per Calvino.
Rousseau si scontra un po’ con i calvinisti poiché essi accettavano la proprietà privata, poiché il lavoro
redime l’uomo e per Rousseau la proprietà privata è sinonimo di corruzione.
In merito al concetto di stato di natura, la terra offriva cibo a tutti, ma l’uomo era debole e non è più puro.
Secondo lui qui esisteva la pace, ma col passare del tempo l’uomo si è corrotto e si sono formate differenze
sociali. Ci sono anche correnti filosofiche che esaltano l’uomo selvaggio.
La diseguaglianza dell’uomo è data dalla proprietà privata. In ciò pero Rousseau è contro il calvinismo, il
quale approvava la ricchezza che deriva dal lavoro e quindi la proprietà privata. In merito al concetto di
stato di natura, lui dice che la terra dava frutti a tutti e impossessandosi della natura ha corrotto anch’essa.
I cattivi costumi hanno creato la diseguaglianza. Rousseau critica i fanatismi del tempo.
Tuttavia è come un po’ figlio dell’illuminismo, poiché è contro la mentalità del tempo, come anche per gli
illuministi.
Appunti a cura di Francesco Paolo - 4E 2009/2010
Le differenze con l’illuminismo: lo stato di natura aveva più valore storico, per Rousseau aveva un valore
filosofico.
Uguaglianza tra gli uomini: le leggi non erano tali da permettere l’uguaglianza tra gli uomini.
Rousseau critica i costumi del nostro tempo. Come gli intellettuali francesi, Rousseau si pone in netto
contrasto con la società del ‘700.
IL CONTRATTO SOCIALE (1762)
Rousseau affronta il problema della conciliazione tra due valori che non possono essere sacrificati: la libertà
e la società. Il contratto sociale, perciò, offre la soluzione a questo problema.
Ci voleva uno stato democratico nel ‘700 poiché si lottava contro l’assolutismo politico.
Secondo alcuni la sovranità doveva appartenere soltanto al sovrano, secondo altri al popolo.
Nel ‘700 prevale la corrente del diritto di natura: secondo gli intellettuali del ‘700, basandosi sulla mentalità
scientifica, come le scienze della natura erano le più importanti, così adesso il diritto di natura deve
prevalere. La natura è pura, tutto ciò che fa l’uomo è corruttibile.
All’interno della società troviamo il diritto del più forte. Questo concetto di giustizia del più forte ha
predominato la cultura europea. Nello stato non possiamo ammettere la giustizia del più forte.
I principi del diritto naturale e della morale
I valori fondamentali, bene e male, giustizia e bontà, sono naturali perché sono buoni.
La morale non è costituita da concetti o principi fondati della ragione, ma da autentiche affezioni. Partendo
da queste basi, nel libro I del Contratto Sociale, Rousseau parla della società.
La famiglia
La famiglia è sempre stata importante sia nel mondo cattolico che in quello protestante. La famiglia è un
fatto di natura, non dipende da Dio, ma dall’uomo, non dipende da un essere trascendente.
Aristotele è stato uno dei primi a rivalutare la famiglia.
Problema della schiavitù
Sul piano teoretico si parlava di uguaglianza di uomini, ma sul piano pratico c’era il commercio di schiavi.
La schiavitù non è un diritto, non può essere ammessa nello stato.
Pensiero politico
Il pensiero politico di Rousseau ha subito un’influenza dell’ambiente di Ginevra e della mentalità culturale
degli illuministi francesi e dell’Europa. A Ginevra Calvino aveva influenzato il suo pensiero politico, poiché
formò un gruppo di cosiddetti “santi perfetti”. I pensieri della rivoluzione francese si basavano
sull’uguaglianza e la libertà.
Rousseau parte dal concetto di stato di natura. La prima forma di società civile è la famiglia perché la più
antica ed è un elemento fondamentale per la formazione culturale dei figli.
La libertà è un diritto di natura. La libertà è un bene inalienabile, un bene sacro.
Rousseau è contro la schiavitù. Il patto non implica che l’uomo sia schiavo di un re. Ciò indica il fatto che un
cittadino è suddita, ma non schiavo.
Ciascuno di noi mette in comune la sua persona, la volontà generale. Ogni individuo si mette a servizio della
volontà generale. In Rousseau non troviamo rappresentanti, ma tutto il popolo. Il concetto di sovranità non
appartiene interamente al re, bensì al popolo. La democrazia risiede nel popolo.
Per Rousseau ci sono 2 tipi di volontà:
Volontà di tutti: Il sovrano cerca di fare gli interessi di una classe, di alcuni (es. dei lavoratori)
Volontà generale: Implica l’intero popolo. È indivisibile.
Tutto deve essere regolato da delle leggi.
La legge regola i rapporti tra gli individui, deve essere superiore a tutti.
Per Rousseau ci sono 2 forme di governo:
Aristocrazia: Rousseau predilige questa forma di governo, perché viene influenzato dal governo di Ginevra.
Pochi comandano nell’aristocrazia.
Democrazia: Tutto è permesso nella democrazia.
Appunti a cura di Francesco Paolo - 4E 2009/2010
Somiglianze tra Calvino e Rousseau
Calvino odiava il disordine, così anche Rousseau.
Il governante deve rispettare la legge per Rousseau.
Il numero degli uomini deve essere esiguo, perché se aumenta la popolazione è difficile controllarla.
L’EMILIO (1762)
L’Emilio è un’opera vasta, divisa in 5 libri. Rousseau critica il modo in cui le donne del tempo avevano i figli.
Il bambino deve crescere liberamente. Secondo Rousseau, per l’educazione, il bambino nei primi anni di
vita deve essere lasciato in piena libertà. Nell’Emilio c’è una filosofia critica del tempo.
Anche la religione secondo Rousseau deve essere piena di dogmi. Ci deve essere un rapporto immediato
con Dio. Alcuni concetti basilari che non hanno bisogno di dimostrazioni sono:
L’immortalità dell’anima, l’esistenza di Dio e la libertà dell’uomo.
Rousseau si avvicina un po’ ai romanticisti. È un po’ contro la concezione razionalistica del mondo.
1724 - 1804 IMMANUEL KANT
Si tratta del più grande filosofo dell’età moderna. Troviamo riassunte tutte le problematiche dell’età
moderna del pensiero classico.
3 FASI KANTIANE:
1. Precritico
2. Critico
3. Vecchiaia
CRITICA DELLA RAGION PURA
Prima edizione (1781) – Seconda Edizione (1787)
Quest’opera è divisa in due parti: dottrina trascendentale del metodo e dottrina trascendentale degli
elementi.
Il problema centrale di Kant è : “ È possibile avere una metafisica come scienza? “
In questa introduzione troviamo alcuni concetti dei filosofi precedenti.
“Non c’è dubbio che ogni nostra conoscenza inizi con l’esperienza”
Secondo Kant nell’empirismo non esiste una conoscenza universale. Una conoscenza a priori è una
conoscenza che non dipende dall’esperienza.
L’esistenza di Dio, l’immortalità dell’anima e la libertà non possono essere dimostrate attraverso un
ragionamento razionale.
I giudizi sono 12 e sono raggruppati in 4 gruppi: quantità, qualità, modalità e relazioni.
Le categorie sono le leggi dell’intelletto, sono 12 e raggruppate in 4 gruppi.
Apercezione: autocoscienza
- Empirica
- Originaria
Un giudizio per Kant è una rappresentazione di una rappresentazione.
Kant distingue
Giudizio analitico: Quando il soggetto contiene tutto ciò che sta nel predicato. Sono giudizi a priori.
Es. “Gli alunni sono alunni” ; “Maria è una donna”
Giudizio sintetico: Aggiungiamo qualcosa di nuovo. Sono giudizi a posteriori perché legati un po’
all’esperienza.
Es.”Gli alunni sono matti” – Tutti i giudizi della matematica sono sintetici es. 9x12=108 , 8+6=14
La metafisica è sempre stata oggetto di opinioni diverse, quindi si presta continuamente ai cambiamenti,
non è vista come una scienza rigorosa.
Nell’introduzione Kant dà la definizione di trascendentale:
“Chiamo trascendentale ogni conoscenza che si occupi non di oggetti, ma del nostro modo di conoscenza di
essi, in quanto questa deve essere possibile a priori. Un sistema di questi oggetti si chiamerebbe filosofia
trascendentale”
Appunti a cura di Francesco Paolo - 4E 2009/2010
Definizione kantiana di filosofia trascendentale: “È l’idea di una scienza di cui la critica della ragion pura
deve architettonicamente, cioè per principi abbozzare il disegno intero, e sicurezza di tutte le parti che
compongono l’edificio. Essa è il sistema di tutta la ragion pura”.
Critica: Sottopone tutto al tribunale della ragione. Affronta il problema della scienza, critica tutta la filosofia
precedente, problemi morali. Riprende alcuni temi che riprende nella “Critica del giudizio”.
L’estetica trascendentale: Non è intesa come lo avevano intesa gli illuministi, non indica l’arte ma la
conoscenza sensibile.
“Chiamo estetica trascendentale una scienza di tutti i principi a priori della sensibilità”
Intuizioni empiriche: Partono dalla sensibilità. Vediamo soltanto il fenomeno. Vediamo nell’oggetto ciò che
appare.
Intuizioni pure: Non dipendono dall’esperienza.
DOTTRINA TRASCENDENTALE DEL METODO
Materia: Per Kant la materia: “Nel fenomeno io chiamo materia ciò che corrisponde alle sensazioni”. Per
Aristotele la materia era la forma dell’essenza.
Forma: “Ciò per cui il molteplice del fenomeno può essere ordinato in determinati rapporti”. Ha un concetto
diverso dalla tradizione, ha un concetto trascendentale.
Lo spazio e il tempo in Kant hanno una funzione particolare, lo spazio è un senso esterno, il tempo è un
senso interno. Nella “Critica della ragion pura”, Kant affronta il problema dello spazio e del tempo.
Spazio: È una pura rappresentazione di un oggetto. Non è un concetto empirico. Si tratta di una
rappresentazione necessaria a priori, la quale sta a fondamento di tutte le nostre intuizioni. Ciò significa che
l’uomo nel 18° secolo ha compreso il concetto di spazio. Lo spazio non è un concetto discorsivo, ma è a
priori. È come Leibniz che lo riteneva come ente di ragione. Lo spazio permette la concezione dei fenomeni.
Tempo: È un senso interno. Il tempo per Kant non è un concetto empirico, ma un concetto puro a priori, ma
è una rappresentazione necessaria che sta alla base di tutte le nostre intuizioni. Il tempo si rapporta anche
all’esterno.
Lo spazio e il tempo appartengono al Soggetto.
L’esposizione deve essere metafisica, contiene un concetto a priori. È la chiara rappresentazione di un
concetto.
Esposizione trascendentale dello spazio: È possibile partire da un concetto e ricavare altre cose. Ciò è
possibile come in geometria. La geometria è quella che meglio descrive il concetto di spazio. Lo spazio è la
forma di tutti i fenomeni dei sensi esterni.
Prefazione seconda Edizione del 1787
Rivoluzione copernicana per Kant: dobbiamo porre il soggetto al centro e gli oggetti devono adeguarsi al
Soggetto e vediamo se così riusciamo ad avere una metafisica come scienza.
“Come Copernico partì da un’ipotesi diversa, vediamo se nello stesso modo possiamo avere la metafisica
come scienza sicura”. L’uomo ha cercato gli oggetti. Se cambiamo l’ipotesi, diciamo che il Soggetto è al
centro degli oggetti. Finora si è detto che l’uomo deve adeguarsi agli oggetti. Se l’uomo cerca gli oggetti
non può mai ottenere un concetto puro.
È l’uomo il Soggetto pensante che formula le leggi. Tutti i tentativi di affrontare un sapere metafisico sicuro
sono falliti.
Logica trascendentale: si riferisce solo a conoscenze pure e a priori dell’intelletto.
 Analitica trascendentale
- Analitica dei concetti
- Analitica dei principi
 Dialettica trascendentale
L’altra facoltà di cui l’uomo si serve per conoscere è l’intelletto e la scienza che studia l’intelletto è la logica.
Nella sensazione l’oggetto ci è dato immediato, nell’intelletto lo si pensa e comprende. Nella logica
generale abbiamo molti concetti, tra cui anche quelli empirici.
La nostra sostanza scaturisce da due fonti principali dello spirito.
Appunti a cura di Francesco Paolo - 4E 2009/2010
Analitica trascendentale: cerca di studiare il mondo in cui l’intelletto concepisce.
Analitica dei concetti: non l’analisi dei concetti, ma la scomposizione di tutte le leggi dell’intelletto,
mediante le quali pensiamo e conosciamo. Si occupa delle leggi mediante le quali l’intelletto conosce.
Le prime leggi dell’intelletto sono i giudizi
Soggetto: l’uomo Oggetto: la materia intorno
Le categorie per Aristotele erano dei linguaggi mediante i quali si specificava meglio l’essere.
I giudizi per Aristotele erano 4 (i fondamentali) e avevano un valore logico fondamentale (quadrato logico)
Intelletto e logica : In questa parte della “Critica della ragion pura”, Kant realizza ciò che è avvenuto nella
Rivoluzione Copernicana.
Le categorie: Sono concetti di un concetto in generale, onde l’intuizione di esse è considerata determinata
rispetto ad una delle funzioni logiche del giudicare. Sono principi innati.
Qualità – Quantità – Relazioni – Modalità : Si trovano nell’intelletto.
Le qualità e le quantità sono matematiche, le relazioni e le modalità sono dinamiche.
Mediante le categorie il nostro intelletto può stabilire meglio la verità dell’essere.
Distinzione delle categorie in matematiche e dinamiche.
Le categorie di Aristotele stavano nella natura, mentre quelle di Kant stanno nel Soggetto.
“Critica della ragion pura” può esser considerata una giustificazione della scienza del 18° secolo.
Non c’è un rapporto diretto tra le leggi dell’intelletto e la natura. Kant con il termine deduzione vuole
giustificare le categorie.
Kant distingue due tipi di percezione: pura e originaria.
Qualsiasi cosa sia in grado di fare c’è la conoscenza che mi accompagna.
Kant fa una distinzione tra pensare e conoscere.
Pensare: conoscere la globalità
Conoscere: pensare attraverso le categorie
Kant pone l’immaginazione tra le categorie e i fenomeni del mondo esterno. Possiamo legare meglio le
categorie e gli oggetti della sensibilità. In Kant l’immaginazione opera continuamente.
Io penso a appercezione trascendentale: unità superiore
- Intelletto: categoria
- Esperienza: sensibilità
- Deduzione: giustificazione
- Deduzione trascendentale: spiega il motivo in cui si possono applicare le categorie agli oggetti.
Vuole giustificare le categorie.
La nostra conoscenza pertanto è limitata.
Noumeno (oggetto dell’intelletto)
- Senso positivo: non possiamo dimostrare l’esistenza di Dio (mondo spirituale, trascendentale)
- Senso negativo: riguarda il mondo empirico e reale
Sintesi: l’atto di unire diverse rappresentazioni per meglio conoscere un oggetto. Secondo Kant le categorie
sono sintesi.
Concetti logici: Sono conoscenze che tu acquisisci pian piano. Gli altri filosofi che in un certo senso
anticipano Kant sono: Aristotele,Platone, Pitagora e San Tommaso.
Deduzione trascendentale: Kant vuole spiegare il modo in cui i concetti a priori si possono riferire ad
oggetti della sensibilità.
Unità suprema della conoscenza: IO PENSO (Soggetto pensante)
Applicazione delle categorie agli oggetti dei sensi: noi possiamo conoscere soltanto se pensiamo
attraverso le categorie.
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Le categorie non hanno altro uso che essere applicate agli oggetti della sensibilità. Per Kant la categoria è
una sintesi.
La sintesi delle intuizioni sensibili è una sintesi figurata. Le intuizioni empiriche sono sintesi figurate.
La sintesi dell’intelletto è una sintesi intellettuale (unificazione intellettuale).
Sono entrambe trascendentali, chiamate anche sintesi trascendentali dell’immaginazione.
L’immaginazione è una specie di ponticino che sta tra le categorie e la sensibilità.
“È la facoltà di rappresentare l’oggetto anche senza la sua intuizione”
L’immaginazione appartiene alla sensibilità. L’immaginazione è una facoltà di determinare a priori la
sensibilità.
Immaginazione produttiva: poiché spontanea, è spontaneità poiché si riferisce a cose sensibili.
Immaginazione riproduttiva: la sintesi viene sottoposta alle leggi empiriche.
Noi conosciamo noi stessi poiché siamo autocoscienti di ciò che facciamo.
Unità trascendentale della percezione: quella che unisce tutto il molteplice dato da un’intuizione con il
concetto dell’oggetto.
Oggettiva : l’oggetto
Soggettiva: la coscienza
Conoscere: pensare tramite le categorie
Kant nel paragrafo 24 della Critica della ragion pura (“Applicazione delle categorie agli oggetti dei sensi”),
pone l’immaginazione come ponticino, che fornisce oggetto all’intelletto.
Applicazione delle categorie agli oggetti: Nell’Analitica dei Principi Kant analizza delle proposizioni
fondamentali.
Analitica: come le leggi si applicano all’intelletto.
Analitica dei principi (2^parte analitica della logica trascendentale): è un canone del giudizio. Kant spiega
come è possibile applicare le categorie agli oggetti della sensibilità (dottrina del giudizio).
Giudizio trascendentale: “I giudizi hanno la facoltà di sussumere sotto regole”, cioè distinguere se qualcosa
stia o non stia sotto una regola.
La dottrina trascendentale del giudizio: Formata da 2 capitoli
- Schematismo dei concetti puri dell’intelletto
- Proprietà dell’intelletto puro
Schema: “Io chiamo schema di un concetto la rappresentazione di un procedimento generale, onde
l’immaginazione porge ad esso la sua immagine”. Sono delle categorie calate nel tempo.
In ogni sussunzione di un oggetto sotto una categoria deve essere uniforme alla categoria.
Tutte le cose hanno uno schema. Lo schema della sostanza è la sua permanenza nel tempo.
Schema trascendentale: tale rappresentazione intermediaria deve essere da un lato intellettuale e
dall’altro sensibile.
Schema della causa: il reale, una volta posto, segue sempre un’altra causa.
Schema della realtà: l’esistenza in un tempo determinato.
Schema della necessità: l’esistenza dell’oggetto in ogni tempo.
Mortalità dell’anima – Dio – Nostra libertà : sono argomenti che non possiamo dimostrare (3 postulati
della ragion pratica).
La nostra conoscenza è fenomenica, cioè conosciamo solo ciò che ci appare.
Deduzione: preso dal mondo giuridico, vuol dire “giustificare”.
L’Io penso ha 3 gradi:
- Io penso
- Intelletto
- Sensibilità
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