Piano valorizzazione Alto Belice Corleonese

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Piano valorizzazione Alto Belice Corleonese
PROGRAMMA QUADRO DI SVILUPPO ITALIA
EX DELIBERA CIPE N. 62/02 E N. 130/02
Programma Operativo “Advisoring agli Studi di fattibilità”
Analisi di fattibilità
Programma di valorizzazione culturale in chiave
turistica
dei
Comuni
del
Patto
Territoriale
dell’Alto Belice Corleonese
Regione Sicilia
Ottobre 2006
1
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Hanno collaborato alla realizzazione delle analisi di fattibilità:
Prof. Emilio Becheri, Prof.
Maurizio Di Palma, Arch. Walter Barberis,
Dott.sa Francesca Traclò.
2
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
1. PREMESSA .............................................................................. 5
2. LE CARATTERISTICHE SOCIO ECONOMICHE DEL TERRITORIO
DELL’ALTO BELICE CORLEONESE ...................................... 8
2.1 GENERALITÀ .......................................................................... 8
2.2. SINTESI DEGLI ASPETTI DEMOGRAFICI E SOCIOECONOMICI DELL’AREA ....... 9
3. ANALISI DELLE ESPERIENZE RECENTI DI PROGRAMMAZIONE12
3.1 GENERALITÀ......................................................................... 12
3.2 DALLA RIFORMA ELETTORALE AI PROGRAMMI INTEGRATI TERRITORIALI ..... 12
3.3 NASCITA DEL PIT “ALTO BELICE CORLEONESE” ............................... 15
3.4 PROGRAMMA DI INIZIATIVA COMUNITARIA LEADER+ “TERRE NORMANNE”15
3.5 PROGRAMMA DI INIZIATIVA COMUNITARIA LEADER+ “TERRE DEL SOSIO” 16
3.6 PROGETTO IDÉNTITÉ MÉDITERRANÉENNE ....................................... 17
3.7 IL PROGETTO MUSEO DIFFUSO DI ARTI FIGURATIVE DELL’ALTO BELICE
CORLEONESE “ MIRABILE ARTIFICIO” ................................................ 18
3.8 PROGETTO PILOTA ECOTURISMO MEDITERRANEO .............................. 18
3.9 ALTRI DOCUMENTI NORMATIVI INERENTI ........................................ 19
3.10 CONSIDERAZIONI DI SINTESI SULLA PROGRAMMAZIONE..................... 19
4. L’APPROCCIO METODOLOGICO PER IL CENSIMENTO DEL
SISTEMA CULTURALE. ..................................................... 22
5. LE RISORSE CULTURALI: UNO SGUARDO AL SISTEMA .......... 23
5.1 GLI EDIFICI DI CULTO: IL PATRIMONIO DOMINANTE ............................ 27
5.2 LE DIMORE STORICHE: UN’OPPORTUNITÀ PER IL SISTEMA ..................... 32
5.3 LE AREE ARCHEOLOGICHE: UN PATRIMONIO DIMENTICATO .................... 34
5.4 I MUSEI: UNA RISORSA DA INTEGRARE E RIORGANIZZARE ..................... 43
5.5 I MONUMENTI ARCHITETTONICI: SIMBOLI DELL’IDENTITÀ LOCALE ............ 45
5.6 GLI EVENTI CULTURALI: UNA RISORSA DA POTENZIARE ........................ 46
5.7 GLI ITINERARI CULTURALI: LE FUTURE ARTERIE DEL SISTEMA CULTURALE ... 50
5.8 I COMPLESSI PER ATTIVITÀ DI SPETTACOLO: CONTENITORI DA ARRICCHIRE . 53
5.9 I CENTRI DI STUDI E RICERCA: UNA RISORSA DA METTERE IN RETE .......... 54
5.10 LA PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE DEI PRODOTTI ENOGASTRONOMICI: UNA
RISORSA STRATEGICA PER LA CREAZIONE DI UN PRODOTTO TURISTICO-CULTURALE
............................................................................................ 56
5.11 LA PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE DEI PRODOTTI ARTIGIANALI ............. 58
5.12 LETTURA DELLA DISTRIBUZIONE DELLE RISORSE PER COMUNE .............. 58
6. IL COMPARTO RICETTIVO ..................................................... 61
7. DOMANDA TURISTICO-CULTURALE ...................................... 64
7.1 I PRINCIPALI TREND ............................................................... 64
7.2 ANALISI DELLA DOMANDA TURISTICA DELL’ALTO BELICE CORLEONESE .... 67
8. ANALISI SWOT ..................................................................... 74
9. LINEE GUIDA ........................................................................ 80
10. BENCHMARKING ................................................................. 83
10.1 OBIETTIVI E METODOLOGIA DEL BENCHMARKING.............................. 83
10.2 STRUTTURA DEI CASI ............................................................ 85
10.3 IL CASO BORGOGNA ............................................................. 85
3
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
10.3.1
Il territorio ............................................................ 85
10.3.2
Il paesaggio........................................................... 86
10.3.4
L’offerta culturale: gli elementi distintivi .................... 86
10.3.5
Organizzazione dell’offerta....................................... 88
10.3.6
I target di riferimento ............................................. 88
10.3.7
Marchi di qualità..................................................... 88
10.3.8
Elementi distintivi della comunicazione ...................... 89
10.4 IL CASO LANGHE, MONFERRATO E ROERO .................................... 89
10.4.1
Il territorio ............................................................ 89
10.4.2
Il paesaggio........................................................... 90
10.4.3
L’offerta culturale: gli elementi distintivi .................... 90
10.4.4
Organizzazione dell’offerta....................................... 92
10.4.5
Marchi di qualità..................................................... 92
10.4.6
Elementi distintivi della comunicazione ...................... 92
10.5 IL CASO SKANSEN (STOCCOLMA) .............................................. 93
10.5.1
Il territorio ............................................................ 93
10.5.2
Il paesaggio........................................................... 94
10.5.3
L’offerta culturale: gli elementi distintivi .................... 95
10.5.4
Organizzazione dell’offerta....................................... 96
10.5.5
Elementi distintivi della comunicazione ...................... 96
11. STRATEGIA E PROGETTI ..................................................... 98
11.1 OBIETTIVI A LUNGO TERMINE .................................................... 99
11.2 DEFINIZIONE DELLA STRATEGIA ................................................. 99
11.3 OBIETTIVI D’INTERVENTO (O A BREVE TERMINE).............................101
11.3.1
Obiettivo 1: Aumento dell’offerta culturale ................102
11.3.2
Obiettivo 2: Messa in rete delle componenti dell’offerta
culturale ............................................................................105
11.3.3
Obiettivo 3: Miglioramento e controllo della qualità ....111
ALLEGATI
ALLEGATO N°1: STRATEGIA DI VALORIZZAZIONE - LINEE DI AZIONE ED INTERVENTI
ALLEGATO N°2: SCHEDE DI RILEVAZIONE
4
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
1. Premessa
Sviluppo Italia, nell’ambito del Programma Operativo (P.O.) “ Advisoring
e supporto tecnico per lo sviluppo progettuale degli studi di fattibilità”
(delibere Cipe n° 62/02 e n° 130/02), su indicazione del DPS, ha
realizzato attività di supporto relative al programma regionale di
Advisoring della Regione Sicilia al fine di promuovere ed accelerare il
processo di sviluppo progettuale degli interventi previsti nello studio di
fattibilità “Programma di azioni ed interventi nel turismo attraverso la
tutela dei B.B.CC.- Alto Belice Corleonese”. (Cod. CIPE 797).
L’azione di diagnosi, realizzata da Sviluppo Italia è risultata utile a
definire le azioni di integrazione e rafforzamento degli esiti prodotti dallo
studio.
Gli esiti di tale attività hanno verificato l’attuale stato di progettazione di
numerosi degli interventi previsti dallo studio di fattibilità. In particolare,
molti dei progetti sono inseriti nel Piano Integrato Territoriale Alto Belice
Corleonese n° 19, nel P.R.U.S.S.T. Alto Belice Corleonese “
Infrastrutture e servizi per accompagnare lo sviluppo” e sono state
avviate iniziative PIC Leader “Terre del Sosio” e “ Terre Normanne” a
sostegno del turismo rurale.
A conclusione dell’attività di diagnosi, l’esigenza manifestata
dall’Amministrazione del Patto Alto Belice Corleonese e condivisa con
l’Amministrazione Regionale è stata, pertanto, quella di sistematizzare e
razionalizzare le iniziative in atto nell’ambito di un sistema locale di
offerta turistica.
All’interno di tale quadro strategico di sviluppo turistico dell’area ed a
seguito degli incontri con l’Amministrazione del Patto Alto Belice
Corleonese, quest’ultima ha chiesto a Sviluppo Italia di sviluppare una
azione di supporto alla definizione di un programma di valorizzazione
dell’offerta culturale a fini turistici dei Comuni del Patto Territoriale
dell’Alto Belice Corleonese.
Tale programma, condiviso con l’Amministrazione del Patto Alto Belice
Corleonese ha perseguito i seguenti obiettivi:
•
•
•
messa in rete del patrimonio culturale in una logica di fruizione
turistica;
creazione di una rete di percorsi culturali;
creazione di un sistema di gestione dell’offerta culturale dell’area
di riferimento.
5
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
L’azione di supporto avviata da Sviluppo Italia si innesta nel processo di
programmazione ed esperienze maturate nel territorio. Tanto le analisi
svolte che i risultati conseguiti hanno riguardato nello specifico:
a. l’esame delle caratteristiche strutturali e socio economiche del
territorio del Corleonese;
b. una rivisitazione delle più recenti esperienze di programmazione
maturate sul territorio al fine di verificare se sussistono strategie ed
obiettivi comuni (una linea comune di obiettivi da perseguire);
c. la classificazione delle tipologie di beni culturali ed ambientali da
analizzare ai fini della individuazione di specificità e valenze sulle
quali puntare ed intervenire per incrementare la domanda turistica
nel territorio;
d. l’analisi delle potenzialità e delle debolezze del sistema dei beni
culturali da assumere a base del processo di crescita dell’area
attraverso la valorizzazione delle risorse del territorio;
e. l’analisi del mercato turistico dell’area, sviluppata attraverso la
rilevazione delle strutture ricettive presenti sul territorio e gli attuali
flussi di domanda;
f. uno studio di benchmarking, indirizzato ad individuare e analizzare
casi di eccellenza, di esperienze all’avanguardia sia a livello nazionale
che internazionale, nel settore turistico-culturale. Casi che sono stati
scelti in base alle caratteristiche territoriali, alla varietà dell’offerta
turistica e al livello di maturità del prodotto turistico offerto;
Quanto sviluppato ha portato alle seguenti conclusioni:
•
•
•
•
•
il sistema socio economico dell’Alto Belice Corleonese presenta livelli
di sviluppo modesti e livelli di occupazione bassi e concentrati
prevalentemente sul settore primario e terziario tradizionale. Non
appaiono presenze significative di attività industriali sia in termini di
occupazione sia in termini di efficienza e di valore aggiunto creato;
le esperienze di programmazione, hanno individuato le più
significative potenzialità nel rafforzamento della competitività
territoriale
attraverso
il
potenziamento
della
dotazione
infrastrutturale, nel potenziamento del settore agroalimentare ed
enologico, e nella valorizzazione delle potenzialità turistiche di natura
diversa (turismo rurale, agriturismo, turismo culturale ed
enogastronomico, etc.);
l’attuale dotazione di strutture ricettive è ancora debole tanto in
termini di volumi quanto in termini di qualità dei servizi offerti;
la domanda turistica attratta dall’area è insufficiente a garantire un
adeguato sfruttamento della potenzialità ricettiva;
le potenzialità turistiche in termini di presenze di beni culturali
appaiono ampie in termini numerici (sono stati rilevati oltre 575 beni
culturali); tuttavia tali presenze non hanno le caratteristiche
dell’unicità e ciascuna da sola non sarebbe in grado di far accrescere
la attrattività e la domanda turistica del territorio;
6
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
•
•
•
•
la possibilità di valorizzare tali presenze è collegata ad iniziative che
assumono una pluralità di beni culturali da collegare/integrare
funzionalmente per creare una offerta in grado di attrarre turisti;
il patrimonio culturale presente nell’area deve essere valorizzato
attraverso l’erogazione di servizi culturali che siano appetibili per il
potenziale turista;
la valorizzazione in chiave turistica di tale patrimonio non può
prescindere
dallo
sviluppo
del
comparto
enogastronomico.
L’integrazione è indispensabile per rendere l’area turisticamente
appetibile;
le azioni di comunicazione, forti e mirate verso potenziali target di
riferimento, risultano necessarie per dare visibilità all’offerta dell’area.
Le suddette criticità, riscontrate quale esito delle attività a-f
hanno ri-orientato gli obiettivi del programma e ri-definito le
attività conclusive di valutazione della fattibilità del programma
stesso:
g. la prefigurazione di un programma di sviluppo per la
valorizzazione delle potenzialità culturali ed ambientali ai fini
del rafforzamento del turismo nell’area;
h. l’individuazione di una strategia di massima caratterizzata da
progetti pilota volti a dare concreta attuazione alla strategia di
valorizzazione culturale;
i. l’indicazione di massima dei costi necessari per la
realizzazione della strategia di valorizzazione del patrimonio
culturale.
I progetti pilota e l’indicazione di massima dei costi sono
contenuti nello specifico allegato 2 “Strategia di valorizzazione
del patrimonio culturale in chiave turistica” - Linee di azione ed
interventi
Lo studio, finalizzato ad esaminare il sistema di offerta culturale
dell’area e raccogliere tutte le informazioni necessarie alla ricostruzione
degli elementi di contesto che lo possono influenzare ha preso in esame:
•
•
•
•
gli strumenti di programmazione adottati e i principali risultati
conseguiti;
il contesto socio economico di riferimento nei tratti più importanti;
il sistema locale di offerta turistica;
infine, il patrimonio culturale.
Mentre per i primi tre aspetti vi è stata una analisi documentale
di natura desk, per il sistema culturale essendo esso stesso
oggetto dello studio è stata svolta tanto un’analisi desk quanto
una rilevazione di campo.
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Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
2. Le caratteristiche socio economiche del territorio dell’Alto
Belice Corleonese
2.1 Generalità
Il territorio del comprensorio dell’Alto Belice Corleonese confina con
l’area metropolitana di Palermo, con il bacino del Fiume Belice, con la
S.S. Palermo-Agrigento e con la Provincia di Agrigento. L’ambito
territoriale è prevalentemente collinare e montano, con cime che
superano i 1500 metri, ad eccezione della piccola zona pianeggiante ai
confini di Palermo.
Il
comprensorio
dell’Alto
Belice
Corleonese,
si
configura
istituzionalmente nel 1996 con la nascita del Patto Territoriale per
l’occupazione “Alto Belice Corleonese” per iniziativa dei Comuni di
Altofonte, Belmonte Mezzano, Bisacquino, Bolognetta, Campofiorito,
Cefalà Diana, Chiusa Sclafani, Corleone, Giuliana, Godrano, Marineo,
Monreale, Piana degli albanesi, Prizzi, Roccamena, San Cipirello, San
Giuseppe Jato, Santa Cristina Gela, Villafrati. Ai quali in fase successiva
e per specifiche iniziative comprensoriali (Prusst, Pit) si sono associati i
Comuni di Mezzojuso, Contessa Entellina, Palazzo Adriano.
I Comuni che fanno parte del comprensorio “Alto Belice Corleonese”
occupano una superficie totale di 1.740 kmq, che rappresenta il 35%
Comuni del comprensorio Popolazione
Alto Belice Corleonese
(ab. al '99)
Popolazione
(ab. al '05)
Popolazione
(Var. %)
Superficie
(kmq)
Densità
Demog.
(ab./kmq)
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
9.193
10.322
5.205
3.472
1.401
3.716
992
3.302
1.985
11.393
2.305
1.147
6.956
3.058
31.964
2.530
6.227
5.711
1.793
5.016
8.349
865
3.365
130.267
1.235.923
-1,77%
0,45%
1,10%
n/d
-3,00%
-10,09%
1,51%
-3,73%
0,25%
1,68%
-3,43%
-0,87%
3,06%
-1,11%
7,73%
-3,16%
-1,25%
-3,64%
-6,02%
-0,22%
-7,43%
-0,35%
-1,78%
3,44%
-0,17%
35,27
30,00
65,00
28,00
21,35
39,00
9,02
58,00
137,00
230,00
25,00
39,00
34,00
50,00
529,20
100,00
65,00
96,00
34,00
21,00
30,00
39,00
25,00
1.739,84
4.992,00
261
344
80
124
66
95
110
57
14
50
92
29
205
61
60
25
96
59
53
239
278
22
135
75
248
Altofonte
Belmonte Mazzagno
Bisacquino
Bolognetta
Campofiorito
Camporeale
Cefalà Diana
Chiusa Sclafani
Contessa Entellina
Corleone
Giuliana
Godrano
Marineo
Mezzojuso
Monreale
Palazzo Adriano
Piana degli Albanesi
Prizzi
Roccamena
San Cipirrello
San Giuseppe Jato
Santa Cristina Gela
Villafrati
Tot. Comprensorio
Palermo (Provincia)
9.356
10.276
5.148
n/d
1.443
4.091
977
3.425
1.980
11.202
2.384
1.157
6.743
3.092
29.493
2.610
6.305
5.919
1.901
5.027
8.969
868
3.425
125.791
1.238.061
Altitudine
(m. s.l.m.)
359,00
356,00
663,00
300,00
620,00
450,00
540,00
614,00
571,00
542,00
710,00
730,00
575,00
550,00
320,00
680,00
720,00
1.045,00
450,00
394,00
463,00
674,00
475,00
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Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
della superficie totale della Provincia di Palermo, e il 7% di quella
Siciliana.
Il carattere demografico prevalente è quello delle medie e piccole realtà
urbane con una bassa densità abitativa, che in media non superano i 75
abitanti per kmq. Salvo eccezione di 5 comuni che presentano valori
simili o superiori la media provinciale di 248 abitanti per kmq.
Le rilevazioni demografiche nel periodo 1999-2005 rivelano un aumento
complessivo del 3,44%, sebbene la prevalenza dei comuni mostri una
dinamica in diminuzione, l’aumento della popolazione si registra
solamente nei comuni di maggiori dimensioni, confermando il processo
di concentrazione urbana che si verifica a livello nazionale e
internazionale già da qualche decennio.
Il sistema delle infrastrutture presenta forti carenze. Relativamente ai
trasporti, si precisa che non esiste la ferrovia e che la rete viaria è poco
sviluppata (circa 500 Km, di cui soltanto 100 Km di strade statali).
Mancano inoltre le autostrade e gli assi di penetrazione est-ovest.
2.2. Sintesi degli aspetti demografici e socioeconomici dell’area
La situazione demografica, alla luce dei risultati del censimento 2001,
dell’area si presenta con le seguenti caratteristiche: un tasso di
vecchiaia elevato, così come avviene, solitamente, nelle realtà agricole
ed a basso tasso di scolarizzazione; un’intensa espansione demografica
nei comuni localizzati nell’area gravitazionale di Palermo; una drastica
contrazione della popolazione negli altri.
La qualità della vita della popolazione locale risulta di basso profilo
soprattutto con riferimento all’eccessivo e caotico inurbamento nei
comuni vicini a Palermo, all’isolamento di alcuni comuni interni rispetto
alle vie di comunicazione, alla limitata diffusione o fruibilità di alcuni
servizi sociali (asili nido, centro assistenza disabili, presenza di un solo
centro ospedaliero), alla carenza e discontinuità nell’erogazione
dell’acqua.
9
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
CO MUNI
Provincia di Palermo
Altofonte
Belmonte M ezzagno
Bisacquino
Bolognetta
Campofiorito
Cefal à Diana
Chiusa Sclafani
Contessa Entellina
Corleone
Giuliana
Godrano
M arineo
M ezzojuso
M onreale
Palazzo Adriano
Piana degli Albanesi
Prizzi
Roccamena
San Cipirello
San Giuseppe Jato
Santa Cristina Gela
Villafrati
Totale
Agricoltura
6%
10%
12%
5%
18%
5%
12%
26%
17%
11%
15%
10%
13%
5%
16%
8%
16%
28%
22%
15%
11%
3%
10%
Attivit à economica
Industria
Altre attivit à
21%
35%
18%
28%
18%
27%
19%
16%
13%
18%
19%
30%
22%
20%
13%
21%
20%
20%
24%
27%
32%
25%
22%
74%
55%
71%
67%
64%
68%
69%
57%
69%
71%
67%
60%
65%
75%
70%
72%
64%
52%
54%
58%
58%
72%
68%
Totale
100%
100%
100%
100%
100%
100%
100%
100%
100%
100%
100%
100%
100%
100%
100%
100%
100%
100%
100%
100%
100%
100%
100%
Fon te: Is tat, c ensimento della popo lazio ne 20 01
L’occupazione nell’area del Patto, fortemente sbilanciata verso il settore
terziario e verso la pubblica amministrazione, riflette una connotazione
caratteristica del tessuto socio economico del meridione; analizzando
puntualmente la ripartizione degli occupati per settori nei diversi comuni
si evidenzia come in alcuni casi nel settore primario l’occupazione è
molto elevata. In termini generali, la distribuzione dell’occupazione così
si articola: il 10% della popolazione attiva risulta occupata nel settore
agricolo, il 68% nel terziario e il 22% nel settore industriale; di cui larga
parte è impegnata nel settore dell’edilizia.
Il tasso di disoccupazione dell’area (30,49%) è di un punto percentuale
superiore a quello della provincia (29,55%), la disoccupazione giovanile
si assesta su un valore di poco inferiore al 70%. Il tasso di occupazione
è di circa 4 punti percentuali inferiore a quello provinciale, mentre sale a
cinque punti percentuali la distanza fra il tasso di attività del
comprensorio e quello della provincia.
La situazione mette in risalto un sistema economico statico e in alcuni
settori addirittura in regresso, che esprime pertanto una domanda di
lavoro largamente inferiore all’offerta. Tutto ciò provoca perversi
meccanismi di aspettative sul mercato del lavoro, che non incoraggiano
lo spirito di imprenditorialità.
10
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
COMUNI
Alto fo nte
Belmonte Mezzagno
Bisacqu in o
Bolognetta
Campofiorito
Cefalà Diana
Chiusa Sclafani
Contessa Entellina
Corleon e
Giu liana
Godrano
Marineo
Mezzojuso
Mo nreale
Palazzo Adriano
Piana degli Albanesi
Prizzi
Roccamena
San Cipirello
San Giuseppe Jato
Santa Cristina Gela
Villafrati
Val ore medio area
Tota le Provi ncia di
Palermo
Tasso di
Tasso di
disoccupazione disoccupazione
%
giovanile %
Tasso di
occupazione
%
Tasso di
attività
%
28,89
37,16
35,56
25,69
29,77
31,92
28,43
33,22
27,25
49,56
20,06
26,77
23,05
32,48
26,36
27,02
22,96
38,27
32,34
33,01
31,99
28,95
30,49
69,53
72,3
74,41
53,49
68,97
80
69,81
67,11
65,93
89,84
51,61
58,68
65,25
70,69
68,75
66,67
65,94
73,79
70,18
68,63
69,57
69,81
68,68
30,4
24,62
25, 65
25,31
25,17
28,69
23,78
23,42
28,83
26,09
26,76
27,81
27,58
29,09
26,86
29,06
23,11
24,54
27,18
23,43
30,21
27,48
26 ,5 9
42,75
39,18
39,81
34,07
35,83
42,14
33,23
35,07
39,64
51,73
33,48
37,97
35,84
43,09
36,48
39,82
30
39,75
40,18
34,98
44,41
38,68
38 ,55
29,55
69,35
30 ,4 5
43 ,22
Fon te: Istat, cens imen to della popo lazione 2001
Attualmente il sistema imprenditoriale locale si articola in un insieme di
microimprese, concentrate prevalentemente nel commercio e nel settore
manifatturiero.
Nel settore agricolo, i comparti più rappresentativi nel territorio sono: il
vitivinicolo, il cerealicolo, l’olivicolo, l’ortofrutticolo e lo zootecnico.
Le imprese del comparto agricolo soffrono di problemi di
frammentazione fondiaria, arretratezza tecnologica, invecchiamento
degli addetti. Sono state avviate produzioni biologiche ma ancora
all’interno del settore hanno un peso assai limitato.
Il comparto manifatturiero è costituito, prevalentemente, da imprese
che operano nei settori agroalimentare, estrattivo e della lavorazione dei
materiali lapidei, metalmeccanico e della lavorazione del legno.
11
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Anche nell’ambito dell’industria si manifestano fenomeni di arretratezza
tecnologica e scarsa propensione al mercato.
Fra le criticità principali del tessuto economico si rilevano: la dimensione
modesta delle imprese, le produzioni agricole tradizionali fortemente
dipendenti da sussidi pubblici, la forte frammentazione del tessuto
sociale ed imprenditoriale, l’alto tasso di disoccupazione.
3. Analisi delle esperienze recenti di programmazione
3.1 Generalità
A questa situazione di ritardo socioeconomico ha corrisposto, nel corso
degli ultimi anni, una intensa attività di programmazione finalizzata a
creare condizioni di crescita più favorevoli. Si fa riferimento, in
particolare, alle politiche comunitarie, nazionali, regionali e locali in via
di definizione, in corso o già concluse. L’esame, sviluppato in tale
contesto, ha riguardato nello specifico le seguenti esperienze:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Patto europeo per l’occupazione (1999);
Piano di azione locale (1997);
Patto nell’ambito del POM (1998);
Patto PRUSST (1999);
Patto per l’agricoltura (2000);
La creazione della società Belice Ambiente SpA;
Infrastrutture e servizi per accompagnare lo sviluppo (2001);
Sportello unico per le attività produttive (2002);
PIT “Alto Belice Corleonese”;
PIC LEADER + Terre Normanne;
PIC LEADER + Terre del Sosio;
Progetto Identité Mediterraneénne;
Museo diffuso di Arti Figurative;
Progetto pilota Ecoturismo Mediterrane.
3.2 Dalla riforma elettorale ai Programmi Integrati Territoriali
Il Patto europeo per l’Occupazione Alto Belice Corleonese nasce nel
1995, in parte grazie agli effetti della riforma elettorale che concedono
un nuovo protagonismo ai sindaci eletti direttamente dal popolo, in
parte grazie al fermento delle politiche bottom-up.
La delibera CIPE del maggio del 1995, introduce per la prima volta il
Patto Territoriale in un documento ufficiale di programmazione. Quando
il partenariato locale è pronto ad accedere ai finanziamenti del CIPE, il
Patto Alto Belice Corleonese viene candidato a convertirsi in Patto
Territoriale per l’Occupazione (PTO) finanziato dalla Comunità Europea.
Il Patto Territoriale ha promosso la filiera agroalimentare, il recupero
delle risorse culturali, la promozione dell’artigianato e la valorizzazione
delle risorse naturali.
12
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Nel 1997, con l’ausilio di un programma d’assistenza comunitaria è stato
prodotto il Piano d’Azione Locale (PAL) 1 , Piano volto allo sviluppo
integrato del territorio. Sulla base del PAL è stato prodotto il
Sottoprogramma 2 “Alto Belice Corleonese” del Piano Operativo
Multiregionale (POM). 2
Con il POM, “Sviluppo Locale, Patti Territoriali per l’Occupazione”, alla
fine del 1998, è stato finanziato il Patto, con una dotazione di 100
miliardi di lire. Lo stesso è stato approvato il 28/12/98, le iniziative sono
state avviate nel gennaio 1999 e si sono concluse il 31/12/2001. Per la
sua attuazione, nello stesso anno, si è costituita la società Alto Belice
Corleonese s.p.a., con un capitale sociale di 200 milioni di lire,
integralmente sottoscritto dai venti Comuni che compongono il Patto.
Il Patto Territoriale nel corso del 1999 promuove il Programma di
riqualificazione Urbana e di Sviluppo Sostenibile Territoriale (PRUSST)
“Alto Belice Corleonese”, il qual è stato finanziato con circa 2,9 miliardi
di lire per la progettazione delle opere pubbliche previste, mentre il
complesso degli investimenti pubblici e privati è stimato in 420 miliardi
di lire. A questo programma aderiscono oltre ai 20 Comuni del Patto il
SIL Alto Belice Corleonese s.p.a., i Comuni di Mezzojuso e Contessa
Entellina, il Consorzio di Bonifica 2 Palermo, l’Assessorato ai Beni
Culturali e Ambientali della Regione Sicilia e la Provincia Regionale di
Palermo.
Nel 2000 il Patto partecipa all’ideazione del Patto per l’Agricoltura e la
Pesca “Alto Belice Corleonese, Valle del Torto e dei Feudi e la Fascia
Costiera”, al quale partecipano i 20 Comuni del Patto Alto Belice
Corleonese e altri 20 Comuni della Provincia di Palermo. Gli investimenti
complessivi ammontano a circa 27.5 milioni di euro.
Nel 2001 i Comuni del Patto sottoscrivono un Protocollo d’intesa per la
costituzione della società “Belice Ambiente s.p.a.”. Società pubblicoprivata per la gestione dei rifiuti solidi urbani e altri servizi nel campo
ambientale, con un capitale sociale di 110 mila euro. Nello stesso anno,
il SIL Alto Belice Corleonese s.p.a. realizza il “Piano energetico
ambientale del territorio del Patto”, che dettaglia lo stato dell’ambiente e
esamina le condizioni necessarie per avviare proposte compatibili con
l’ambiente.
Nell’ottobre del 1998, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con
il DM n.1169 dà vita ai “Programmi di riqualificazione urbana e sviluppo
1
Per un approfondimento sulla distribuzione degli investimenti: “Studio di fattibilità ex
Delibera CIPE 70/98 e 106/99 e D.A. Regione Sicilia 738/99, Programma di azioni ed
interventi sul turismo attraverso la tutela dei beni culturali e ambientali”, Relazione
generale, Quadro istituzionale e programmatico, cap. 2.3, pp. 29/33.
2
Fonte: www.pattoaltobelice.com
13
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
sostenibile del territorio” (PRUSST) 3 . Il finanziamento non riguarda la
realizzazione d’opere, ma esclusivamente la redazione del Programma,
gli studi di fattibilità dove necessari, la progettazione delle opere
previste nel Programma. Il Patto territoriale per l’occupazione Alto Belice
Corleonese aderisce e propone il programma denominato “Infrastrutture
e servizi per accompagnare lo sviluppo”, il quale è stato finanziato per
1.5 milioni di euro con il D. M. 28.03.2001 n.111/ Segr.
Il programma si basa sulle intese attuate tra diversi attori locali. Le
principali intese sono:
•
•
•
•
con l’Assessorato BB.CC.AA, con cui il Patto raggiunge un’intesa per
la realizzazione di interventi di fruizione di beni archeologici e
ambientali,
di recupero di manufatti di pregio storico,
d’approfondimento disciplinare relativo alla storia locale, per un
importo complessivo pari a circa 11 milioni di euro;
con l’Ispettorato Dipartimentale delle Foreste dell’Assessorato
Regionale Agricoltura e Foreste, con cui il Patto ha proposto la
valorizzazione dell’area di Ficuzza attraverso il recupero dell’ex
Palazzo Reale Borbonico, la realizzazione di aree attrezzate, sentieri e
strutture sportive;
con la Provincia di Palermo, i due soggetti hanno stabilito un
protocollo d’intesa per l’ammodernamento della rete viaria interna
all’area del Patto, con un importo complessivo pari a circa 23 milioni
di euro;
con l’accordo di varie Amministrazioni locali sono state concepite
alcune proposte per la realizzazione di nuove attrezzature e aree per
insediamenti produttivi specializzati; i Comuni del Patto hanno
elaborato un’azione comune di programmazione per l’individuazione
degli interventi d’infrastrutture per lo sport e il tempo libero.
Per quanto riguarda la fase esecutiva del PRUSST si sono riscontrati i
seguenti elementi di criticità:
•
•
•
il vincolo rappresentato dalla necessità che nell’ambito del
finanziamento dei progetti fosse compresa una partecipazione dei
soggetti privati per una quota pari ad almeno un terzo dell’importo
complessivo degli interventi;
si è riscontrata, infatti, una difficoltà nell’intercettare risorse private al
fine di avviare la realizzazione degli interventi attraverso lo strumento
della finanza di progetto;
le caratteristiche innovative dello strumento hanno comportato
difficoltà interpretative sulla procedura.
3
In questo paragrafo si riprendono, con aggiunte e sistemazioni, descrizioni contenute nel
documento di sintesi “PRUSST Alto Belice Corleonese, Infrastrutture e servizi per
accompagnare lo sviluppo” elaborato da Alto Belice Corleonese s.p.a.
14
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Nel 2002, i 20 Comuni del Patto più quelli di Contessa Entellina e
Mezzojuso sottoscrivono la Convenzione per la realizzazione in forma
associata dello Sportello unico per le attività produttive.
Il Patto Territoriale per l’Occupazione entra in maniera indiretta a fare
parte dei Progetti Integrati Territoriali, permettendo in questo modo alla
Regione di avere uno spazio decisionale all’interno del rapporto diretto
tra enti locali (territorio) e istituzioni sovraregionali (Governo centrale,
Ministero del Tesoro e Commissione Europea).
3.3 Nascita del PIT “Alto Belice Corleonese”
A gennaio del 2002 è stato approvato il PIT “Alto Belice Corleonese. Tra
natura e prodotti tipici, un grande parco per il turismo e il tempo libero”
con la sottoscrizione dei 20 Comuni che aderiscono al Patto, dai comuni
di Contessa Entellina, Mezzojuso, Palazzo Adriano e dalla Provincia
Regionale di Palermo per quanto riguarda ai soggetti pubblici; e altri 28
soggetti privati coprendo gran parte della platea istituzionale e non. Il
rappresentate dei soggetti promotori è il Comune di Piana degli
Albanesi, mentre il legale rappresentante è il Presidente del Patto (ex
sindaco del Comune). Il PIT è promosso, progettato e sostenuto
tecnicamente dalla Società di gestione del Patto.
L’idea forza del PIT riguarda la realizzazione di un sistema di offerta
integrata di prodotti tipici, di servizi e di ospitalità turistica, soprattutto
nel segmento del cosiddetto turismo verde. Si stima l’investimento
iniziale di circa 100 milioni di euro, il 75% dei quali destinati a interventi
pubblici, e l’impatto sull’occupazione si stima in 1.000 nuovi posti di
lavoro. Dagli investimenti pubblici il più significativo in termini di spesa è
quello relativo alla riconversione a uso ciclabile delle linee ferroviarie
dismesse a scartamento ridotto, opera che ammonta a 6,3 milioni di
euro.
3.4
Programma di Iniziativa Comunitaria LEADER+ “Terre
Normanne”
La Monreale srl è la forma istituzionale giuridica, amministrativa, politica
e di attuazione e di gestione del PIC Leader + denominato "Terre
Normanne". La Società intende perseguire lo sviluppo rurale del
territorio attraverso azioni di partenariato con tutti gli attori locali, cui
viene garantito un corretto funzionamento, per valorizzare il patrimonio
naturale e culturale, potenziare l'ambiente economico del territorio al
fine di contribuire a creare posti di lavoro e per un miglioramento
complessivo della capacità organizzativa degli imprenditori locali.
Il Gruppo di Azione Locale (GAL) è costituito da 15 soggetti pubblici con
una quota pari a 19.520 euro e 21 soggetti privati con una quota pari a
20.480 euro. Tra i soggetti pubblici si trovano la Provincia Regionale di
Palermo, l’ITES (Consorzio Regionale per l’innovazione Tecnologica in
15
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Serricoltura), i Comuni di Monreale, Godrano (soci costitutori), Santa
Cristina Gela, Altofonte, Piana degli Albanesi, Belmonte Mezzagno, San
Giuseppe Jato, Camporeale, Giardinello, San Cipirello, Alto Belice
Corleonese Spa, Consorzio Sviluppo e Legalità, CRES (Centro per la
Ricerca elettronica Siciliana).
In concreto si dovrebbero porre le basi per consolidare e qualificare le
imprese accrescendo le qualità imprenditoriali, favorendo la formazione
continua, organizzando quelle reti orientate a:
•
•
•
•
•
•
•
collegare e rinsaldare le parti di filiera nei singoli tratti di
discontinuità;
ottimizzare l’uso delle risorse favorendo la nascita di servizi alle
imprese ed alla popolazione;
favorire la maggiore caratterizzazione dei prodotti e dei servizi offerti
con elementi riconoscibili e legati alle peculiarità del territorio;
sviluppare tutte le attività riguardanti l'agriturismo ed il turismo
rurale;
progettare, realizzare e gestire percorsi enogastronomici, quali
"Strade del Vino del Formaggio, dell'Olio ecc.;
coordinare la valorizzazione, la tipicizzazione e la commercializzazione
di prodotti agricoli anche mediante il riconoscimento delle DOC, DOP,
IGP e STG;
attivare
servizi
di
marketing
e
pubblicità,
informazione,
comunicazione, informatica, banche dati, nuove tecnologie ed
innovazione tecnologica, energie alternative non inquinanti ed
ecocompatibili, impatto ambientale, creazione di materiali didattici e
bibliografici per convegni e seminari.
L’integrazione delle diverse funzioni nel territorio, può sintetizzarsi nel
nuovo slogan del GAL e cioè “Ambiente, saperi e sapori”.
3.5 Programma di Iniziativa Comunitaria LEADER+ “Terre del
Sosio”
Il consorzio LEADER Terre del Sosio è stato costituito nel 1991 dal
Comitato
regionale
siciliano
della
Confederazione
Nazionale
dell'Artigianato (CNA), dal Centro Ricerche Economiche e Sociali nel
Meridione (CRESM) e dalla Confederazione Italiana di Coltivatori (CIC).
Il GAL “Terre del Sosio” comprende i comuni di: Bisacquino,
Campofiorito, Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Corleone, Giuliana,
Palazzo Adriano, Prizzi e Roccamena. I sindaci delle zona, i
rappresentanti della Provincia e della Giunta regionale nonché i comitati
di cittadini e i tre comitati settoriali formano l'Assemblea consultiva del
programma LEADER.
16
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Il Programma di azioni locali (PAL) ha come obiettivo:
•
•
•
•
•
•
l’assistenza tecnica allo sviluppo rurale attraverso: l’animazione
socioeconomica (fondo FSR e FEOGA), gli Sportelli Europa “La
bottega dell’artigiano” e “Fattoria del Sosio”;
la formazione professionale;
il sostegno e l’animazione del turismo rurale: con la promozione degli
agriturismi, campeggi e del Paese Albergo, recupero e ridestinazione
d’uso di luoghi storici culturali, elaborazione e diffusione di materiale
informativo, carte tematiche 4 e drammatizzazione degli itinerari;
incentivi alle piccole imprese, artigianato e servizi locali;
valorizzazione in loco e commercializzazione di prodotti agricoli e
silvicoli: laboratori di gestione aziendale d’imprese agricole e
artigiane: è in corso il progetto Agrobiotour per la promozione delle
produzioni biologiche;
tutela dell’ ambiente e miglioramento delle condizioni di vita.
3.6 Progetto Idéntité Méditerranéenne
Ad aprile del 2004 è stato approvato dal Comitato di Sorveglianza del
programma Interreg IIIB, il progetto transnazionale “Identité
Mediterranéenne”. Il progetto ideato e sviluppato dall’Osservatorio
Turistico dell’Assessorato al Turismo della Regione Sicilia, coinvolge
anche la Sardegna, la Corsica, le Isole Cicladi, la Spagna e la Tunisia,
nella volontà di promuovere e sviluppare un turismo di tipo sostenibile.
Il Progetto propone un nuovo modello di programmazione comunitaria,
per superare la fase teorica di “promozione turistica” con la creazione di
prodotti turistici di nicchia. La Regione ha definito un metodo di lavoro
comune che permette di riprendere dalle diverse aree coinvolte le
specifiche caratteristiche che la distinguono. Lo strumento operativo è il
manuale “Marketing Resarch and planning in tourism. A manual for the
partners”. Il progetto prevede l’individuazione di aree territoriali pilota,
su cui andrà sperimentato il modello metodologico, che per la Regione
Sicilia corrispondono al comprensorio delle Madonie e dell’Alto Belice
Corleonese.
Le fasi del progetto (con scadenza a giugno del 2006):
•
•
una fase preparatoria di definizione dei contenuti di una comune
metodologia di ricerca e di programmazione turistica territoriale, che
si materializzerà in un manuale operativo;
una fase di ricerca ed analisi, finalizzata alla valutazione delle
potenzialità turistiche locali, che si concretizza nella raccolta di
4
Le carte guidano alla visita di luoghi pregevoli dal punto di vista naturalistico o di siti
rurali storici di diversa tipologia: Monasteri e Santuari; Avvistamenti e Castelli; Masserie,
Mulini e Opifici; gli Insediamenti Sicano-Elimi; I Paesaggi, Riserve, Flora e Fauna.
17
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
•
•
materiale documentario e statistico, e indagini su domanda ed
offerta;
una fase di valutazione delle reali potenzialità di mercato, su specifici
prodotti turistici, e definizione della mission territoriale (vision) e
l’identificazione di precise misure d’intervento attraverso un forte
coinvolgimento degli attori locali (enti locali ed imprese);
una fase di attuazione delle strategie generali ed operative, azioni di
assistenza tecnica alle imprese ed agli enti locali, seminari, tavoli di
lavoro e la predisposizione di disciplinari di qualità, azioni promocommerciali mirate.
Con questo progetto ci si aspetta di riuscire a specializzare il sistema di
offerta turistica locale, individuando, realizzando e lanciando nuovi
prodotti turistici “di nicchia” in grado di attrarre, e fidelizzare, nuove
tipologie di turisti.
3.7 Il progetto Museo Diffuso di Arti Figurative dell’Alto Belice
Corleonese “ Mirabile Artificio”
Il Patto ha aderito al bando “Progetto Sud” della Fondazione Cariplo, su
sollecitazione dell’Arcidiocesi di Monreale, per dar vita ad un’esposizione
permanente dei dipinti dell’Arcidiocesi, attraverso la creazione di itinerari
tematici.
Il Progetto, che ha un costo di 1.370.000 euro, prevede la
collaborazione tra le Arcidiocesi di Palermo e di Monreale, l’Abbazia di
San Martino delle Scale, il Patto (cofinanziatore con 70.000 euro) .
L’Alto Belice Corleonese sta realizzando gli interventi di valorizzazione
nelle chiese, la creazione del Circuito, l’allestimento della mostra di
presentazione del Museo, le attività di amministrazione e promozione.
Ciascuno degli altri enti curerà la realizzazione dei restauri e degli
allestimenti museali relativi ai propri beni .
3.8 Progetto pilota Ecoturismo Mediterraneo
Il progetto nasce nell’ambito del PIR - Progetto Integrato Regionale "Reti per lo sviluppo locale". Al progetto partecipano i comuni dell'Alto
Belice Corleonese insieme a quelli delle Madonie, della Valle del Torto e
dei Feudi e delle Isole minori, e numerose agenzie di sviluppo locale tra
le quali il nostro Patto territoriale.
Il progetto pilota intende creare un’offerta di ecoturismo offrendo alle
aree coinvolte l’opportunità di valorizzare buona parte del loro
patrimonio naturale. A tal fine il progetto prevede diverse iniziative:
•
•
•
•
•
•
centri di informazione al turista presso alcune riserve;
accessibilità alle riserve;
parco geo-minerario di Colle Madore;
segnaletica per gli itinerari ecoturistici;
ricerca sulla domanda ecoturistici;
seminari formativi per gli operatori;
18
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
•
•
•
•
•
•
diffusione dell’innovazione in favore dell’ecoturismo;
scambi formativi per gli operatori;
internazionalizzazione del patrimonio ambientale;
creazione di pacchetti ed itinerari ecoturistici;
promozione dell’offerta ecoturistica;
organizzazione dell’offerta ecoturistici nella RES.
3.9 Altri documenti normativi inerenti
L.R. 15 settembre 2005, n.10 “Norme per lo sviluppo turistico della
Sicilia e norme finanziarie urgenti”
La Regione Siciliana, attribuisce un ruolo primario e centrale al turismo
per lo sviluppo sostenibile economico ed occupazionale del territorio e
per la crescita sociale e culturale della collettività. Riconosce, inoltre il
ruolo centrale degli enti locali territoriali nella valorizzazione del
territorio. A questo fine la Regione favorisce:
• la creazione di circuiti di informazione, di assistenza e di tutela dei
soggetti che accedono ai servizi turistici, con particolare riferimento ai
soggetti diversamente abili;
• il potenziamento e la regolamentazione delle imprese turistiche,
agrituristiche, esercenti attività di bed and breakfast e delle agenzie
immobiliari turistiche;
• gli interventi infrastrutturali con particolare riferimento allo sviluppo
del turismo;
• la valorizzazione delle risorse ambientali e culturali;
• l'attuazione di politiche di concertazione e di programmazione
negoziata tra i soggetti pubblici e privati interessati alla formazione e
alla commercializzazione dell'offerta turistica siciliana;
• la promozione dell'immagine della Sicilia.
Si istituisce il Consiglio regionale del turismo, presso l’Assessorato
regionale del turismo e si sopprimono le aziende autonome provinciali
per l’incremento turistico (AAPIT). Presso ogni provincia regionale è
istituita, con funzioni consultive, la Conferenza provinciale del turismo.
Si definiscono i distretti turistici e si stabiliscono i criteri e le modalità
per il riconoscimento degli stessi. Definisce e riconosce ai fini della
valorizzazione del territorio attraverso il turismo: le attività delle
associazioni pro-loco,
i centri commerciali naturali, le Imprese e
professioni turistiche, le agenzie immobiliari turistiche e il turismo
relazionale.
3.10 Considerazioni di sintesi sulla programmazione
L’insieme dei piani/programmi esaminati ha evidenziato una pluralità di
linee di azione finalizzate a creare condizioni favorevoli alla crescita; la
strategia sviluppata tuttavia potrebbe essere caratterizzata da una
visione maggiormente unitaria anche se prevalentemente il comparto sul
quale incentrare la crescita è collegato al sistema turistico.
In sintesi è da evidenziare che:
19
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
•
•
•
•
•
buona parte delle risorse destinate ad interventi infrastrutturali è
stata indirizzata a coprire le carenze dell’infrastruttura urbana
primaria, come ad esempio il rifacimento di strade o il potenziamento
dell’illuminazione pubblica. Un’analisi più puntuale degli interventi
finanziati sulle strutture urbane mette in evidenza come molti di
questi sono interventi non direttamente finalizzati al sistema turistico,
quanto volti a recuperare un gap infrastrutturale di questi comuni
come ad esempio i progetti di adeguamento e ampliamento delle reti
fognarie e degli impianti di depurazione;
sono state destinate risorse alla promozione turistica; si tratta,
adesso, di identificare un prodotto chiaro da comunicare. La spesa in
promozione è tanto più efficace quanto meglio sono esplicitati
l’oggetto ed i destinatari. La mancanza di un prodotto turistico non
identificato e collocato ha reso debole e inefficace l’investimento. Ad
esempio, all’interno del Programma aggiuntivo al PIT la misura 1
azione 1.2 “via del vino ed itinerari turistici” prevede azioni
promozionali di un prodotto enoturistico che deve essere però, prima
costruito; gli itinerari enogastronomici oggi non esistono se non come
poche aziende enologiche e/o pochissimi ristoranti di qualità;
sono stati recuperati molti beni culturali; sembra opportuno valutarne
la capacità di attrazione e le modalità di fruizione degli stessi;
un basso grado di integrazione fra le azioni realizzate secondo una
strategia di valorizzazione a fini turistici non ha, forse, prodotto il
massimo dei risultati potenziali in termini di crescita dei flussi turistici
dell’area. Ad esempio è stata creata una segnaletica puntuale del
sentiero nel bosco, sembra opportuno installare un segnale che dal
paese aiuta il turista ad accedere al sentiero; non c’è possibilità, nella
maggior parte dei comuni, di trovare informazioni sui sentieri e su
possibili attività turistiche presso un punto informativo turistico
all’interno del comprensorio;
è urgente avviare interventi sul recupero, conservazione e
rivalorizzazione del patrimonio culturale immateriale, ad oggi
scarsamente promossi; poco è stato finanziato a favore del recupero
delle tradizioni e dei saperi.
20
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Tabella di sintesi delle esperienze di programmazione
Strumento di
interventi
anno
obiettivi
attuazione
realizzati
1999
PRUSST
progettazione
opere pubbliche
Spesa
€1.490.913
2000
Patto per
l'agricoltura e la
pesca
progetti
infrastrutturali e
imprenditoriali
contributo progetti
imprenditoriali a 87
imprese per €
12.460.000
contributo progetti
infrastrutturali per
15.040.000
2001
Belice Ambiente
Spa.
gestione rifiuti
solidi urbani e
servizi nel
campo
ambientale
piano energetico
ambientale
€110.000
PIT Alto Belice
Corleonese
creazione di un
sistema di
offerta integrato
di prodotti tipici,
di servizi e di
ospitalità
turistica
(turismo verde)
opere di
infrastrutture
urbana per €
7.348.000 opere
d'intervento diretto
sul patrimonio €
3.610.000
€10.958.000
Programma
aggiuntivo
valorizzazione
territoriale
indagini e studio
sullo sviluppo
locale; strutture
di servizio
comprensoriale;
azione in favore
della legalità
lavori di
infrastruttura
urbana primaria
€7.873.757
2005
Mirabili Articifio
restauro e
valorizzazione
patrimonio
culturale
interventi di
restauro
€1.370.000
2006
Progetto
integrato
regionale:
Progetto pilota
"ecoturismo
mediterraneo"
integrare
esperienze di
progettazione
in corso di
realizzazione
€2.060.000
2002
2002
Spesa complessiva fino a 2006
€27.500.000
€51.362.670
Fonte: elaborazione Sviluppo Italia
21
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
4. L’approccio metodologico per il censimento del sistema di
offerta culturale.
L’analisi field, svolta per l’esame del sistema di offerta culturale
dell’area, ha approfondito alcune variabili di natura più strettamente
turistica la cui determinazione è apparsa necessaria ai fini dello studio. Il
quadro teorico di riferimento per l’analisi della situazione che
caratterizza l’area, considera il patrimonio culturale come un sistema
composto dalle seguenti categorie di beni:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
edifici di culto;
monumenti ed opere architettoniche;
dimore storiche;
siti archeologici;
musei;
eventi e spettacoli dal vivo;
centri di ricerca ed attività culturali varie;
siti deputati ad accogliere spettacoli dal vivo;
produzione e sistemi di distribuzione dei prodotti enogastronomici;
produzione e sistemi di distribuzione dei prodotti artigianali.
Il sistema si compone di elementi materiali e immateriali che vanno a
costituire il patrimonio culturale dell’area. Ai fini del programma appare
altresì determinante rilevare alcune componenti del sistema turistico
quali:
•
•
•
•
•
la domanda turistica;
il sistema ricettivo alberghiero ed extralberghiero;
il sistema dei servizi di supporto al turista;
le componenti urbane di supporto a un sistema produttivo su una
base turistica;
gli itinerari e i percorsi.
L’approccio metodologico che ha ispirato le attività ha articolato il
processo di analisi in due fasi:
a. analisi desk dei dati territoriali riferiti alle categorie sopra descritte;
b. analisi field attraverso visite al posto e interviste ad operatori del
settore.
L’analisi desk è stata svolta sulla base di schede di rilevazione, in
allegato 1, progettate per raccogliere informazioni sulla fruibilità e
tipicità del patrimonio locale. A tal fine, sono state individuate, per
ciascuna categoria oggetto dell’indagine, un set di variabili, quali:
•
•
anagrafica dell’oggetto, che contiene dati sul nome, la dimensione, la
localizzazione e la gestione;
accessibilità fisica e informativa legata alla localizzazione, alla
presenza di barriere architettoniche, alla segnaletica, alla
comunicazione telematica, multimediale, cartacea, ecc;
22
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
•
•
fruibilità, espressa in termini di servizi di accoglienza, di ristoro, di
visite guidate, ecc.;
tipicità, espressa in termini di valore storico-artistico dell’elemento
culturale esaminato.
Sono state rilevate le informazioni sul territorio, attraverso apposite
schede e, quindi elaborate. È stata svolta innanzitutto un’analisi
semplice delle distribuzioni dei valori complessivi a livello di sistema, poi
ciascuna categoria è stata indagata sulla base delle distribuzioni semplici
delle variabili e, poi, di indicatori lineari di fruibilità e tipicità.
Accanto all’analisi dei dati provenienti dalle schede si è proceduto ad
una raccolta d’informazioni derivanti dai siti internet riferiti all’area e ai
progetti realizzati e/o in corso di realizzazione. Sono stati, altresì,
esaminati documenti programmatici e consuntivi dei programmi svolti,
per verificare lo status quo dell’area e il processo in divenire.
L’analisi del patrimonio si è completata con un’analisi field volta a
verificare i risultati dell’analisi desk, a rilevare le progettualità in corso e
il sistema di relazioni che intercorre fra i diversi soggetti.
Le risorse culturali: uno sguardo al sistema
La Sicilia offre un vasto patrimonio artistico culturale, che va oltre i siti
rinominati a livello nazionale e internazionale, quali la Valle dei Templi in
Agrigento o il Teatro Greco di Taormina, e dispone ancora oggi di una
ricchezza di beni vergini di grande potenziale turistico culturale.
La tendenza delle scelte dei visitatori italiani e stranieri, già da qualche
anno, si sposta sulle località considerate di minore interesse, cioè quelle
che i turisti fino a poco tempo fa nemmeno conoscevano. Oggi, la Sicilia
dispone di un enorme patrimonio “ancora da scoprire” che rappresenta
un vero e proprio capitale capace di attivare processi di sviluppo
turistico.
Nella composizione dell’offerta culturale siciliana troviamo che il 38% dei
beni sono archeologici, valore che la posiziona al 2° posto nella classifica
nazionale, solo dopo il Lazio. Il 25% del patrimonio culturale regionale è
formato da chiese, santuari, monasteri e abbazie, confermando
un’interessante offerta anche per il bacino di turismo religioso, il 22%
dei beni sono d’interesse storico artistico composto da musei, gallerie,
pinacoteche, castelli e dimore storiche. I beni ambientali e i musei di
storia naturale rappresentano il 9%, e per ultimo i musei folcloristici e
delle tradizioni popolari salgono al 6%.
23
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Distribuzione delle risorse Culturali
Siciliane
6%
22%
38%
9%
25%
Beni Archeologici
Edifici Religiosi Storico-Artistici
Beni Ambientale e Musei di Storia Naturale
Beni Storico-Artisitici
Musei Folclorisitici e delle Tradizioni Popolari
Fonte: I Rapporto sul turismo in Sicilia - 2001
Nella distribuzione sul territorio di questo patrimonio, la città di Palermo
e la sua provincia ha la percentuale maggiore con il 26% di tutte le
risorse culturali regionali, seguita da Catania e Trapani con il 13%,
Messina con il 12%, Siracusa con l’11%, Agrigento con l’8%, Ragusa
Distribuzione delle risorse Culturali Siciliane per Provincia
13%
8%
11%
13%
7%
5%
12%
26%
Agrigento
Enna
Ragusa
5%
Caltanissetta
Messina
Siracusa
Catania
Palermo
Trapani
Fonte: I Rapporto sul turismo in Sicilia - 2001
con il 7% e per ultimo le città di Enna e Caltanissetta con il 5%.
Sebbene la distribuzione delle risorse nel territorio favorisce per
concentrazione la città di Palermo e la sua provincia i dati relativi agli
arrivi e alle presenze dimostrano che non è sufficiente avere il
patrimonio per attirare flussi di utenza turistica. In questo senso le
presenze si concentrano nei luoghi con siti di fama internazionale (si
pensi ad esempio al Teatro Greco di Siracusa con le famose
rappresentazioni delle Tragedie Greche).
24
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Per quanto riguarda la varietà dell’offerta culturale nella provincia di
Palermo, troviamo un’alta concentrazione di chiese, che rappresentano il
34% dell’intero patrimonio culturale della provincia; seguono, in grado
d’importanza con il 28%, le dimore storiche. In queste due voci si
concentra il 62% di tutta l’offerta culturale provinciale, e la differenza
con gli altri beni è ben marcata. I musei rappresentano il 13%, però con
una gran concentrazione nella città di Palermo, che è pari al 90%, con il
7% incontriamo le zone archeologiche molte delle quali in uno stato di
conservazione non adeguato. I musei etnoantropologici rappresentano il
6%, seguono i castelli con il 5%, con il 3% i teatri storici e i musei
archeologici, e per ultimo con l’1% le gallerie.
Seguendo la logica utilizzata nel trattare i dati riferiti ai beni
culturali presenti nella provincia di Palermo, sono stati censiti,
analizzati e approfonditi ad oggi, le caratteristiche principali, lo
stato di conservazione, il livello di accessibilità e di fruibilità e il
livello di tipicità di ogni bene presente nel “Comprensorio dell’
Alto Belice Corleonese” (da ora in poi “Comprensorio”). Per
stabilire il livello di tipicità sono stati identificati una serie di
parametri che messi insieme consentono di assegnare a ogni
bene un punteggio che determina il suo grado di tipicità e
unicità.
Nel Comprensorio sono state censite 575 risorse culturali. Questo
variegato patrimonio è composto sia da beni accessibili ai turisti, con un
buon livello di comunicazione e di promozione, sia da beni con
potenzialità turistico-culturali che oggi non vengono utilizzati a tale fine,
sia da beni che non possono essere destinati ad una fruizione turisticoculturale. Nell’analizzare e approfondire la conoscenza di questo
patrimonio si è cercato di individuare i caratteri più salienti – dal punto
di vista della tipicità, della fruibilità e dei contenuti storicoculturali – e anche le potenzialità non immediatamente visibili dei beni
storico-culturali presenti nell’area.
Il paniere delle opere materiali e immateriali rilevate nel territorio è
stato organizzato in 5 gruppi con riferimento alla loro tipologia. Il primo
di questi gruppi è quello relativo agli “Edifici di Culto”, nel quale si tiene
conto di tutti quei beni che hanno una valenza religiosa. In questo
gruppo si trovano le chiese, le cappelle, i conventi, i collegi, i monasteri,
ecc. Il secondo gruppo racchiude tutte le “Dimore Storiche”, considerati
come tali i palazzi, le ville, i castelli, le case signorile e altre.
25
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Beni Culturali nella Provincia di Palermo
3%
13%
6% 3%
7%
5%
34%
1%
28%
Castelli
Chiese
Dimore storiche
Gallerie
Musei
Musei archeologici
Musei etnoantropologici
Teatri storici
Zone archeologiche
Fonte: I Rapporto sul turismo in Sicilia - 2001
Le “Aree Archeologiche” sono il terzo gruppo e in questo vengono
considerati sia i beni che le aree di valore archeologico, e sono stati
inseriti i beni/aree quali le grotte, i ruderi, i monti, le rocche, gli
insediamenti ed altri. All’interno del quarto gruppo, quello dedicato ai
“Musei” si trovano le case-museo, i musei archeologici, i musei civici, i
musei etno-antropologici, i musei tematici ed altri. Per ultimo, i
“Monumenti Architettonici” hanno al loro interno i mulini, le torri, le fonti
e fontane, i bagli ed altri.
Nella distribuzione percentuale del patrimonio del Comprensorio fra i
diversi gruppi, in termini quantitativi, gli edifici di culto sono al primo
posto con 225 beni che rappresentano il 45% del totale; seguono le
Dimore Storiche con 178 beni, cioè il 35% del totale. I tre restanti
gruppi si distanziano molto dai primi. Le Aree Archeologiche con 52 beni
rappresentano il 10% del totale del patrimonio, mentre i Monumenti
Architettonici sono 32, valore equivalente al 6%, e in ultima posizione i
Musei che con le sue 16 unità museali hanno una presenza sul territorio
pari al 3% del totale del patrimonio.
Questa prima approssimazione mostra alcune differenze con la
distribuzione a livello provinciale. Le prime due categorie (Edifici di Culto
e Dimore Storiche) conservano una proporzione con i dati provinciali, i
musei invece sono molto meno presenti e questo conferma, come
abbiamo sostenuto prima, l’importante concentrazione di musei nel
capoluogo della provincia.
26
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Tipo di bene
Provincia
Comprensorio
n
%
%
Edifici di Culto
225
45%
34%
Dimore Storiche
178
35%
33%
Aree Archeologiche
52
10%
7%
Musei
16
3%
23%
Monumenti Architettonici
32
6%
3%
totale
575
100%
100%
Tab.1 Distribuzione del patrimonio culturale (provincia-comprensorio)
Nella tabella 1 i valori provinciali rapportati per le categorie Dimore
Storiche e Musei sono diversi da quelli presentati nel grafico Beni
culturali della provincia di Palermo, perché al fine di confrontarli con la
classificazione definita per il Comprensorio sono state aggiunte quelle
voci che nel primo caso erano scorporate.
Distribuzione del patrimonio culturale
50%
(confronto provincia-comprensorio)
45%
45%
40%
35%
34%
35%
33%
30%
23%
25%
20%
15%
10%
7%
10%
6%
3%
5%
3%
0%
Edifici di Culto
Dimore Storiche
Aree
Archeologiche
Comprensorio
Musei
Monumenti
Architettonici
Provincia
Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia
5.1 Gli edifici di culto: il patrimonio dominante
La prima delle categorie analizzata è quella degli edifici di culto. Come
dimostrano i dati già riportati, man mano che ci avviciniamo all’area
d’interesse i valori rispetto agli edifici di culto, e in particolare alle
chiese, aumentano. A livello regionale gli edifici religiosi storico-artistici
rappresentano il 25% del totale delle risorse culturali, posizionandosi al
secondo posto, solo dopo i beni archeologici. A livello provinciale, gli
edifici di Culto, in particolare le chiese, salgono al 34% dell’intero
patrimonio provinciale e rappresentano la prima risorsa culturale per
ordine d’importanza in termini di numerosità.
Con riferimento all’area del Comprensorio la percentuale degli edifici di
culto sale al 45% dell’intero patrimonio, rappresentando l’elemento più
significativo per quanto riguarda l’aspetto quantitativo. Tale categoria è
27
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
composta da chiese, cappelle, conventi ed ex-conventi,
monasteri e altri, distribuiti nella seguente maniera:
collegi,
Va, comunque, osservato che all’interno della categoria “edifici di culto”,
il Duomo di Monreale, di importanza internazionale e di altissima tipicità
e unicità, non essendo una chiesa, ma un Duomo è stato inserito nella
categoria “altro”.
Chiesa
Cappella
Convento/ex
Collegio
Monastero
altro
76%
5%
7%
3%
2%
7%
Tab.3 Edicidi di culto: Distribuzione per tipologia (sintesi percentuale)
Analizzando questa categoria in maniera qualitativa attraverso
l’osservazione dello stato di conservazione, la fruibilità, l’accessibilità, la
localizzazione, la presenza di barriere architettoniche e il livello di tipicità
di tutti gli edifici compresi in questa area, emergono dati interessanti,
che però modificano l’impressione che si ha studiando soltanto il
fenomeno quantitativamente. Cioè il gran numero di edifici di culto
presenti nel Comprensorio non rappresenta un elemento di attrazione
per i turisti, tranne alcune eccezioni (come è il caso del Duomo di
Monreale o del Monastero di San Martino delle Scale).
28
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Comune
Altofonte
Belmonte M.
Chiesa
Cappella
3
3
15
Bolognetta
3
Campofiorito
2
Camporeale
1
Diana
Chiusa S.
Contessa E.
Collegio
1
1
1
1
Monastero
2
1
13
1
1
1
1
3
5
Corleone
34
2
4
1
Giuliana
8
1
2
1
Godrano
1
Marineo
11
Mezzojuso
10
Monreale
22
Palazzo A.
5
Piana degli A.
7
1
1
13
1
1
Prizzi
altro
2
Bisacquino
Cefal
Convento/ex
1
1
1
4
2
5
1
1
4
1
Roccamena
1
San Cipriello
4
1
San G. Jato
4
2
Villafrati
4
Totale
169
1
12
17
6
4
17
Tab.2 Edifici di culto: analisi e distribuzione tipologica
Il Duomo di Monreale ad oggi rappresenta insieme al Chiostro il bene
culturale maggiormente visitato dell’area, il chiostro conta più di 320
mila visitatori di cui più del 60% paganti. Il suo valore storico artistico
attira turisti da tutto il mondo, che soggiornano a Palermo e si recano a
Monreale per la visita al Duomo.
Molti di questi edifici di culto sono chiese che vengono utilizzate per le
celebrazioni religiose quotidiane, il loro fine ultimo non è turistico né
culturale, bensì religioso, e le iniziative che possono attrarre turisti e
cittadini dei paesi vicini sono molto limitate.
Lo stato di conservazione di questi edifici non è allarmante, sebbene
solo il 17% ha un ottimo stato di conservazione, il 65% sono
discretamente conservati e il 18% restante è mal conservato.
29
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Di tutti gli edifici di culto presi in esame, il 60% sono facilmente
visitabili, il restante 40% presenta diversi gradi di difficoltà alla visita o
non sono visitabili. Questi valori, corrispondenti al grado di fruibilità
sono coerenti con altri parametri che aiutano a misurare il reale grado di
accessibilità fisica, come la presenza di barriere architettoniche che
risulta positiva nel 40% degli edifici, e il 60% restante non ha barriere
architettoniche di nessun tipo; la maggior parte di questi beni si
localizza nel centri storici (96%), 4 di questi (1,5%) si trovano in zona
collinare e, dato molto interessante, 7 edifici sono in zone panoramiche
(2,5%).
Una concentrazione cosi alta di edifici di culto nei centri storici offre la
possibilità di promuovere e stimolare manifestazioni religiose (e anche
turistico-religiose) che coinvolgano più edifici anche localizzati in diversi
comuni in modo da creare eventi e manifestazioni di sistema capaci di
attrarre turisti internazionali, nazionali e locali.
Ad oggi, le chiese, fatta eccezione per il Duomo di Monreale e per
il Monastero di San Martino delle Scale, non sono un bene
facilmente fruibile in chiave culturale, a meno di un interesse
specifico del visitatore. La maggior parte segue gli orari delle
funzioni, non hanno percorsi espositivi segnalati ed è difficile
seguire un itinerario con visita guidata.
Il progetto Mirabile Artificio, in particolare, senza dubbio interviene su
questi punti di debolezza; avvia un processo di miglioramento della
fruizione costruendo dei percorsi di fruizione nell’accezione più
tradizionale del termine. Il turista sempre di meno è disposto a visitare
luoghi in cui viene lasciato da solo di fronte all’opera, ma sceglie luoghi
e servizi che contribuiscono a stimolarlo e ad accrescere la sua
conoscenza. I percorsi delineati all’interno del progetto Mirabile Artificio
non sono, da soli, capaci di attrarre turisti, se non integrati in un
sistema in cui il turista è accompagnato nella visita e alla possibilità di
fare un’esperienza complessiva sul territorio.
Distribuzione Edifici di Culto per tipologia
(area di riferimento: comprensorio)
76%
7%
2% 3%
7%
5%
Chiesa
Cappella
Convento/ex
Collegio
Monastero
altro
Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia
30
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Sono da evidenziare i luoghi di culto localizzati in zone panoramiche: le
4 chiese (Chiesa di S.Maria della Dajna o Santuario della Dajna, la
Chiesa del SS.Crocifisso, la Chiesa della Madonna delle Croci sul pendio
del Monte Caputo e la Chiesa S. Maria dell'Odigitria rurale), i due
santuari (Santuario Maria SS. Del Balzo e Santuario S.S. Cosma e
Damiano) e il Monastero di San Martino delle Scale. Sono beni
interessanti perché ben integrati con le risorse ambientali, e quindi
possono essere offerti all’interno di percorsi naturalistici. Valgono anche
in questo caso le considerazioni sopra svolte.
Per quanto riguarda il periodo di apertura, il 62% degli edifici di culto
sono aperti tutto l’anno, e il 38% restante apre solo su richiesta. È da
osservare che gli edifici di culto che aprono su richiesta in gran parte si
trovano all’interno di altre strutture.
La tipicità degli edifici di culto è, a differenza di altre categorie,
molto variegata, conta un 20% di beni con una tipicità molto
bassa, segue un 31% con una tipicità bassa, il 22% con tipicità
media, un 25% con tipicità alta e solo il 2% con tipicità molto
alta.
Un elemento di interesse è rappresentato dagli edifici di culto Greco
Bizantino che si localizzano nei comuni di Contessa Entellina, Mezzojuso,
Palazzo Adriano, Piana degli Albanesi e Santa Cristina Gela.
In questi paesi si celebrano riti e feste abrëresche che coinvolgono
l’intera cittadinanza e possono essere di interesse turistico. I comuni
possono rappresentare due raggruppamenti per la loro localizzazione
geografica:
- Contessa Entellina, Mezzojuso e Palazzo Adriano;
- Piana degli Albanesi e Santa Cristina Gela.
Le attività di promozione e diffusione degli edifici di culto, sono
concentrate in quegli edifici che attualmente sono visitati dai turisti, e
rappresentano tra il 16 e 18% del totale degli edifici. La loro tipologia è
molto diversa, cosi come i comuni dove si localizzano e il bacino di
riferimento.
Poco si fa anche in termini di comunicazione per rendere tali beni fruibili
ai turisti:
- la segnaletica sul posto spesso è poco chiara o del tutto assente;
- i servizi informativi al turista sono presenti solo in alcuni paesi e non
danno informazioni su tutto il Comprensorio;
- il materiale informativo sui luoghi di culto è pressoché inesistente;
- non esiste un calendario unico delle principali manifestazioni
religiose;
- non esistono dei punti qualificati dove è possibile acquistare delle
guide di qualità sui monumenti di culto ma, ad esempio, con
riferimento al Duomo di Monreale le guide offerte al turista sono
quelle più commerciali vendute nelle bancarelle davanti al duomo.
31
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Quindi tanto un turista da casa, quanto un turista sul territorio devono
con spirito investigativo andare alla ricerca delle cose più belle da
vedere.
Gli edifici più noti, oltre al Duomo di Monreale, sono quelli che ospitano
manifestazioni religiose di una certa rilevanza, come la Pasqua
abrëresche, la festa di San Giuseppe che in alcuni comuni potrebbe
assumere anche una valenza turistica (San Cipiriello, Prizzi, Bisacquino,
Palazzo Adriano, Mozzojuso, Marineo, Giuliana, Corleone, Cefalà Diana,
Campo Fiorito, Altofonte), l’Abbazia Benedettina di San Martino delle
Scale a Monreale, complesso abbaziale Benedettino collocato a 550 m.
di altezza da cui si domina Monreale. Oggi l'immenso complesso
architettonico, che si sviluppa attorno alla chiesa, si presenta costituito
dai corpi del monastero, da sei chiostri, da logge ed edifici minori che,
pur esprimendo caratteristiche formali diverse, ben si armonizzano tra
loro. È ricco all’interno di opere d’arte e di affreschi.
5.2 Le dimore storiche: un’opportunità per il sistema
Il 35% del patrimonio culturale totale del Comprensorio è composto da
dimore storiche, la seconda risorsa in termini quantitativi più importante
per il turismo culturale. Sono stati rilevati 178 beni all’ interno di questa
categoria, i quali sono distribuiti secondo la seguente proporzione: il
75% è rappresentato da palazzi, il 19% da case signorili, il 3% da
castelli, il 2% da Ville e l’1% da altre dimore.
Palazzo
Villa
Castello
Casa Signorile
Altro
75%
2%
3%
19%
1%
Tab.4 Distribuzione delle dimore storiche per tipologia
Tutti questi beni si caratterizzano per avere una bassa fruibilità da un
punto turistico ed anche un livello di tipicità storico-artistica assai
contenuto.
Tali dimore sono diffuse sul territorio ma spesso si trovano
all’interno di maglie urbane che ne rendono difficile la
valorizzazione in chiave turistica. Va, inoltre, sottolineato che la
maggior parte sono di proprietà privata e adibite ad uso privato.
Fra tutti i beni sicuramente quello che può essere più utilizzato per fini
turistici è la Casina di Caccia di Ficuzza tra Monreale e Corleone,
all’interno di un borgo che è, in parte, già interessato da un processo di
recupero per la creazione di soluzioni ricettive.
La Casina di Caccia potrebbe essere utilizzata sia da scenario per la
realizzazione di spettacoli dal vivo, e/o per la messa in opera di un
progetto di valorizzazione multimediale, dove il bene architettonico con i
fabbricati che l’affiancano diventano un schermo privilegiato su cui
proiettare uno spettacolo multimediale.
32
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Altre dimore storiche da valorizzare sono il Castello di Cefalà Diana e il
Castellaccio di Monreale, che è scaturito dai resti di una antica chiesa,
metà fortezza, metà convento, abitata, nel XII secolo, da una comunità
di benedettini. Oggi luogo d'accoglienza per gli escursionisti, gestito dal
Club Alpino Siciliano (CAS).
Distribuzione delle Dimore Storiche per tipologia
(area di riferimento: comprensorio)
2% 3%
19%
1%
75%
Palazzo
Villa
Castello
Casa Signorile
Altro
Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia
Si aggiungono il Castello di Marineo, il centro storico di Giuliana e
Castello di Federico II, il centro storico di Palazzo Adriano.
Altri palazzi potrebbero diventare importanti “contenitori” e al tempo
stesso “contenuto”; contenitori di diverse attività che possono arricchire
l’offerta turistica culturale aumentando il proprio valore storico. Tali
edifici possono ospitare attività culturali, come corsi, ristorazione o
ricettività per i locali e per i turisti. La ricettività e la ristorazione sono
alcune delle attività che potrebbero diventare un motore di
rivitalizzazione di queste dimore, però ci sono altre attività meno diffuse
che in un contesto storico acquisiscono un carattere distintivo,
producono un valore aggiunto che di solito influenza la scelta della
destinazione da parte dei turisti; è il caso delle rappresentazioni teatrali,
i percorsi animati (visite guidate da attori), il teatro room to room, gli
spettacoli per bambini.
Sono da preferirsi quei beni che sono collocati in centri la cui struttura
urbana si presta di più ad una fruizione turistica. La maggior parte dei
comuni presenta infatti un tessuto urbano molto caotico, con poche isole
pedonali, con pochi parcheggi, e nelle zone più storiche, più tranquille e,
quindi, più turistiche sono spesso mancanti i servizi. Spesso non ci sono
bar, o negozi dove acquistare prodotti del posto e quando si trovano, più
che l’offerta del luogo vendono prodotti nazionali per il cliente locale,
senza nessuna caratterizzazione.
Analizzando le diverse variabili che riguardano le dimore storiche, il
primo elemento significativo nasce dal confronto tra la disponibilità (la
presenza sul territorio di questi beni) e la loro accessibilità (la reale
possibilità di accedere o di fruire del bene). Solo il 2% delle dimore sono
33
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
aperte al pubblico, il 98% restante sono utilizzate principalmente per
uso residenziale. Delle 178 dimore rilevate solo 11 sono di proprietà
pubblica e 167 di proprietà privata.
Sullo stato di conservazione l’indagine rivela che il 92% delle dimore
versa in un discreto stato di conservazione, il 5% richiede un forte
intervento di ristrutturazione dovuto al cattivo stato in cui si trovano e
solo il 3% sono in un ottimo stato. Non è stato possibile approfondire
l’indagine su questo tema in quanto molte di esse sono abitazioni
Accessibilit e eproprietà
propriet
Accessibilità
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
94%
78%
6%
2%
visitabile
non visitabile
visitabile
non visitabile
Pubbliche
Pubbliche
Private
Private
Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia
private. Quindi, per questa categoria non è stato possibile riportare gli
elementi di particolare interesse storico-culturale presenti all’interno di
queste dimore.
Per quanto riguarda la localizzazione sul territorio solo la Casina di
Caccia nella Ficuzza, il Castello di Cefalà Diana e l’Abbazia di San
Martino delle Scale si trovano in zona collinare e panoramica, le altre
177 nei diversi centri storici.
Le caratteristiche di tipicità di queste dimore non sono di
particolare pregio nel 94% dei casi e solo alcune eccezioni
presentano un valore di tipicità alto o molto alto. Questo dato
rafforza l’idea di considerarli come potenziali contenitori, all’interno dei
quali si trovano attività che ne accrescono il valore, sia storico-culturale
che funzionale.
5.3 Le aree archeologiche: un patrimonio dimenticato
La situazione delle aree archeologiche nella Regione si presenta varia e
con un vasta offerta distribuita nell’intero territorio siciliano. L’intera
Regione conta un patrimonio di 2.355 siti d’interesse archeologico.
L’immagine della Sicilia è fortemente legata alla sua offerta
archeologica, in prevalenza, greco-romana.
La distribuzione è molto omogenea, Siracusa con il 18%, è la Provincia
con il maggior numero di siti archeologici. Con il 14% segue Catania,
34
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
con il 13% Agrigento e Ragusa, con l’11% Enna e Palermo, con il 10%
Messina, con il 6% Trapani e con il 3% Caltanissetta.
Provincia
Agrigento
Caltanissetta
Catania
Enna
Messina
Palermo
Ragusa
Siracusa
Trapani
Totale
Siti
298
73
328
270
238
270
307
432
139
2.355
%
13%
3%
14%
11%
10%
11%
13%
18%
6%
100%
Tab.5 Siti archeologici per provincia (fonte: ArcheoSicily)
Va comunque osservato che l’importanza di alcuni siti, molti dei quali di
rilevanza internazionale, fa si che l’attrattività dell’area sia molto elevata
indipendentemente dalla quantità di reperti e siti archeologici. Si pensi
ad esempio alla Provincia di Trapani, che con il 6% rappresenta la
seconda Provincia con meno siti archeologici, però è qui presente uno
dei parchi archeologici più grande d’Europa, il parco di Selinunte, e la
zona archeologica di Segesta di fama internazionale. E’ pertanto
fondamentale che all’analisi quantitativa venga associata quella
qualitativa.
Una delle caratteristiche più salienti dei beni e delle aree archeologiche
del Comprensorio riguarda l’arco temporale di riferimento dei beni, che
va dalla preistoria fino all’età classica e oltre. Tra i reperti che
appartengono al periodo preistorico è opportuno citare la Grotta di
Monreale e la Grotta di Laghetto, entrambe a Monreale; conservano
un’importante fauna vertebrata e invertebrata, un altro esempio lo
troviamo a Belmonte Mezzano nelle Grotte dei Giganti con importanti
resti fossili di elefante e ippopotamo. Del periodo preellenico troviamo,
tra gli altri, il sito di Entella fondato dagli Elimi.
La testimonianza della cultura greca si evidenzia nella città di Hyppana,
nel territorio di Prizzi, o sul Monte Rossella nella Piana degli Albanesi.
Sono presenti singolari centri ellenizzati, come quello a Marineo
(Montagnola) o a Bisacquino (Monte Triona). Resti dell’epoca grecoromana sono presenti a Bisacquino (Monte Bruca), appartenente al
periodo medievale troviamo insediamenti e necropoli quali C.da di S.
Agata nel Comune di Piana degli Albanesi e le Case Biferera nel Comune
di Monreale. Inoltre, sono presenti l’insediamento bizantino di Filaga nel
Comune di Prizzi, e un castello arabo-normanno a Roccamena.
L’elenco dei beni archeologici presenti nel Comprensorio vengono
riportati nelle seguenti tabelle organizzati e commentati per periodi
storici.
35
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Il periodo preistorico, raggruppa un interessante numero di grotte e altri
siti preistorici, alcuni dei quali localizzati proprio nel centro abitato, come
nel caso della Grotta di Monreale.
Questi siti sono poco accessibili da un punto di vista informativo e non
sono quasi per niente promossi. Non sono presenti nelle guide
pubblicate dagli enti regionali, provinciali né comunali, non offrono
servizi aggiuntivi. Il livello di tipicità è relativamente basso se misurato
per singolo elemento, e invece aumenta la tipicità se viene considerato
come un “percorso preistorico”.
Nome del bene/area
Riparo della Moarda
Grotta dei Giganti
C.da Drago
Monte Cardellia
Grotta di Monreale
Grotta del laghetto
Zubbione della Pizzuta
Grotte del Mirabello
Grotta Porcospino
Periodo preistorico
Descrizione
Riparo sotto roccia inizio dell'età di bronzo
Cava di strumenti preistorici e ricco di fossili
Incisioni lineari del paleolitico
Insediamento preistorico e protostorico
Cavità carsica ubicata sotto il centro abitato
Cavità ricca di fauna invertebrata
Inghiottitoio di origine carsica ricco di cascate
Cava con tracce di pitture di età preistorica
Cava d'interesse preistorico
Comune
Altofonte
Belmonte M.
Corleone
Corleone
Monreale
Monreale
P. degli Albanesi
San G. Jato
Villafrati
Tab. 6 Siti archeologici del periodo preistorico (Fonte: elaborazione Sviluppo Italia)
La testimonianza più evidente di questo periodo la troviamo nel Comune
di Contessa Entellina, dove è possibile visitare la Rocca d’Entella, la
Grotta Entellina e i resti di città fondata dagli Elimi. Tutto questo
patrimonio dà vita al parco archeologico segnalato nelle guide turistiche
della Provincia e in diversi siti internet di promozione turistica. Gestito
dal Club Alpino Italiano 5 è da mettere in risalto l’interessante modalità
con cui questo parco viene sfruttato, da un lato per il suo valore
archeologico e paesaggistico, dall’altro per le caratteristiche del luogo e
la pratica di attività turistico-sportive. A causa delle particolari
caratteristiche,
la
Grotta
non
può
essere
visitata
senza
l’accompagnamento di una guida turistica esperta, guida che il gestore
del parco propone anche con l’integrazione di altri servizi quali la
prenotazione del pranzo in una azienda agricola tipica dell’area.
Va, però, sottolineato che il turista da casa non può trovare né
sulla rete e né sulla carta l’informazione sulle modalità di visita
della grotta, ne quanto meno su come fare per prenotare
un’eventuale visita, a meno di non essere un appassionato
esperto che conosce tutte le attività promosse dal Club Alpino
Italiano. Ad esempio sul sito dell’AAPIT 6 (azienda di promozione
turistica della Provincia di Palermo) esiste una pagina dove si
T
5
6
http://www.palermoweb.com/caipalermo/
http://www.aapit.pa.it/datad/parchi/report.asp?provincia=1&Comune=&ID_Comune=0&t
ipo=5&keyword=
36
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
trova sotto Grotta Entella un numero di telefono e fax, senza
nessun altra informazione.
Per i Sentieri dello Jato la guida turistica dell’AAPIT indica la Cooperativa
Green Ecogest, quale soggetto che organizza visite guidate e propone
diversi itinerari a seconda della difficoltà che si vuole affrontare, fornisce
informazione e promozione sul posto.
Il parco archeologico dello Jato, di recente oggetto di interventi
infrastrutturali per il miglioramento dell’accessibilità, presenta oggi limiti
importanti alla fruizione; il turista infatti che con determinazione
raggiunge il sito in assenza di una segnaletica chiara, deve poi
affrontare una salita di circa 2 km a piedi in quanto non è previsto un
servizio di navetta per raggiungere il parco.
Il Comune di San Cipirello organizza una manifestazione che promuove
l’archeologia (inerente al Monte Jato e ai suoi reperti) insieme con la
Periodi Ellenistico e greco-ellenistico
Nome del bene/area
Descrizione
Monte Triona
Rocca d'Entella
Centro indigeno ellenizzato
Centro indigeno, successivamente ellenizzato
Entella
Montagna Vecchia
Città fondata dagli Elimi
Contessa E.
Centro abitato del VII-VI sec. a.C.indigeno ellenizzato
Corleone
Rocca Argenteria
Cava colonne del 600; frammenti greco-ellenistici
Corleone
La Montagnola
Rocca Argenteria
Centro indigeno ellenizzato (VI sec. a.C. XIV d.C.)
Cava Colonne del 600 frammenti greco-ellenistici
Marineo
Monte Maranfusa
Centro indigeno ellenizzato
Roccamena
Centro indigeno ellenizzato
San G. Jato
Monte Jato
Comune
Bisacquino
Contessa E.
Monreale
Tab.7 Siti archeologici del periodo elenistico e greco-elenistico (Fonte: elaborazione Sviluppo Italia)
Periodo Greco
Nome del bene/area
Descrizione
Comune
Cozzo Paparina
Montebruca
Abitato greco
Insediamento greco
Calatamauro
Insediamento greco e medievale
Altomonte
Bisacquino
Contessa E.
Monte Poira
Abitato greco
Corleone
Cozzo Bisagna
Insediamento greco
Corleone
Cozzo Spolentino
Pizzo di Casa
Abitato e necropoli di età greca
Abitato e necropoli di età greca e medievale
Corleone
Monte Rossella
Abitato greco
P. degli Albanesi
Montagna dei Cavalli
Città greca e necropoli del IV-III sec. a.C. (Hyppana)
Prizzi
Pizzo Chiarastella
Insediamento greco indigeno e medievale
Villafrati
Mezzojuso
Tab.8 Siti archeologici del periodo greco (Fonte: elaborazione Sviluppo Italia)
enogastronomia. A Bisacquino, l’ufficio informazione turistica del
Comune e la Proloco organizzano visite guidate gratuite al Monte Triona
e al Santuario della Madonna del Balzo situato su di una parete rocciosa
del monte.
37
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Anche in questi casi valgono le considerazioni di cui sopra, tanto per il
turista o per l’operatore che, venuto casualmente a conoscenza del
bene, intende prenotare un’escursione.
Tali esempi, evidenziano un elemento innovativo nell’area del
Comprensorio, ovvero, l’effettiva integrazione di diversi servizi aggiuntivi
che arricchiscono l’offerta del singolo prodotto turistico (in questo caso
anche culturale), che è sempre più presente nelle aspettative dei
visitatori e, pertanto, un elemento che deve essere presente sempre che
sia possibile.
Il patrimonio più importante di questo periodo si trova nel Comune di
Prizzi, in questo casi il complesso archeologico è sicuramente tra i più
importanti del Comprensorio. Sulla Montagna dei Cavalli c’è
l’insediamento di Hyppana, città greca e necropoli del IV-III sec. a.C. e il
Museo Archeologico di Prizzi. L’organizzazione delle visite ed escursioni è
distribuita tra l’ufficio turistico del comune, una cooperativa e una
agenzia privata.
L’altra zona archeologica di questo periodo che viene utilizzata ai fini
turistici è l’abitato greco di Cozzo Paparina nel Comune di Altofonte, il
quale insieme alla Proloco locale organizzano le visite guidate e la
diffusione turistica. Cozzo Paparina si trova negli itinerari turistici
promossi dalla Provincia di Palermo e dall’AAPIT Palermo.
Il resto del patrimonio appartenente a questo periodo non risulta
particolarmente utilizzato a scopi turistici, non ha nessun tipo di
promozione e su di esso non si trova facilmente informazione.
Sebbene il patrimonio appartenente ai periodi greco-romano e romano
sia uno dei più numerosi, tra quelli presenti nel Comprensorio, la sua
notorietà è molto limitata e il loro utilizzo per la fruizione turistica quasi
inesistente.
Rispetto alla distribuzione sul territorio del patrimonio di tale epoca, si
trovano insediamenti e necropoli greche e romane in 8 dei Comuni che
formano il Comprensorio. Di questo patrimonio non vi è traccia nel
materiale di promozione turistica sia della Provincia, dell’AAPIT che di
altri enti e associazioni che diffondono il patrimonio di quest’area. Il loro
stato di conservazione appare mediocre, l’accessibilità molto limitata e i
servizi aggiuntivi inesistenti. Di questo patrimonio possiamo dire che ad
oggi, è tutto da scoprire.
38
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Periodo Greco-romano e romano
Nome del bene/area
Descrizione
Acquedotto Romano
Resti acquedotto romano
Comune
Corleone
C.da S.Elena
Insediamento greco e romano
Corleone
C.da Fiduccia
Insediamento e necropoli d'età romana
Marineo
Kaggiogrande
Insediamento greco e romano
Monreale
Masseria Castellaccio
Insediamento romano
Monreale
Kuri i Capacit
Località Meganoce
Insediamento romano
Insediamento romano
P. degli Albanesi
P. degli Albanesi
C. da Malfarina
Insediamento rurale di età romana imperiale
Prizzi
Troiana
Fattoria romana
Prizzi
Malfarina
Fattoria romana
Prizzi
C.da Sticco
C.da Dammusi
Necropoli tardo-romana e bizantina
Tombe romane scavate nella roccia
Roccamena
San G. Jato
C.da Quadaredda
Necropoli d'età romana
Santa C. Gela
Cozzo del Morto
Necropoli d'età romana
Santa C. Gela
Tab.9 Siti archeologici del periodo greco-romano e romano (Fonte: elaborazione Sviluppo Italia)
Il periodo medievale vanta pochi esemplari due dei quali di rilevante
importanza. Questi sono: la zona archeologica necropoli di Santa Agata,
nel Comune di Piana degli Albanesi, chiusa al pubblico ma presente nelle
guide turistiche e negli itinerari promossi dalla Provincia e dall’AAPIT di
Palermo, e i resti del Mastio, un castello medievale, che insieme ad altri
reperti del periodo greco danno vita nel Comune di Prizzi ad un vero
parco archeologico di un certo valore storico-culturale.
Periodo Medievale
Nome del bene/area
Descrizione
Comune
Case Bifarera
Insediamento e necropilo d'età medievale
Monreale
C.da Casale
Insediamento e necropilo d'età medievale
Monreale
Piano Casale
Fortezza medievale
Monreale
C.da di S.Agata
Mastio del Castello
Abitato e necropoli d'età romana e medievale
Resti di castello medievale
P. degli Albanesi
Prizzi
Tab.10 Siti archeologici del periodo medievale (Fonte: elaborazione Sviluppo Italia)
Periodi Classici ed altri
Nome del bene/area
Descrizione
Comune
Loc. Cozzo di Castro
Necropoli tardo - antica.
Casina del Principe
Rudere della casina del principe
Castellaccio al monte
Ruderi del Castello
Altofonte
Belmonte M.
Campofiorito
Terme Arabe
Ruderi Castello Entella
Zona d'interesse archeologico
Ruderi del castello del 1200
Cefalà Diana
Contessa E.
Castello superiore
Resti castello
Corleone
Castello inferiore
Resti castello
Mura merlate
Tracce di camminamento con mura merlate
Corleone
Marineo
Pizzo Nicolosi
Filaga
Abitato di età classica. Centro indigeno
Insediamento bizantino
Monreale
Prizzi
Castello arabo-normanno
Fortezza
Roccamena
Ponte di Calatrasi
Costruito arabo del 1160
Roccamena
Cozzo della Madonna
Pizzo Parrino
Zona d'interesse archeologico
Centro indigeno
Santa C. Gela
Santa C. Gela
Tab.11 Siti archeologici dei periodi classici ee altri (Fonte: elaborazione Sviluppo Italia)
39
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
L’ultimo di questi gruppi presenta reperti classici insieme ad altri di varia
natura, che hanno valore e pregio artistico non inferiore a quelli di altri
gruppi di un periodo più definito. Sono presenti tra questi ruderi,
insediamenti, necropoli e zone d’interesse archeologico, tra cui il
Castello (recentemente restaurato) e le Terme arabe di Cefalà Diana.
Queste ultime sono ubicate all’interno della Riserva naturale orientata
Bagni di Cefalà Diana e Pizzo Chiarastella. Un altro esempio di buona
conservazione è il Ponte di Calatasi, costruito dagli Arabi nel 1160, si
trova in un contesto ambientale particolarmente incontaminato. Il
rudere del Castello Entella è presente in questo gruppo, che seppure di
poco successivo al 1200 dopo Cristo, si mostra integrato al resto del
patrimonio archeologico localizzato all’ interno del Comune.
Il patrimonio descritto si trova per l’80% in pessime condizioni
di conservazione, molti siti non hanno manutenzione da molto tempo
o ne hanno in modo insufficiente per assicurare uno stato discreto di
conservazione. Solo il 10% del patrimonio versa in uno stato di
conservazione medio e il 2% si trova in ottime condizioni.
Questa stato di degrado si riflette in tutte le variabili analizzate, come ad
esempio gli indicatori di fruibilità mostrano che un ben 92% dell’ intero
patrimonio archeologico non è visitabile, e solo l’8% restante si può
visitare.
Analizzando i valori sull’accessibilità, risultano ancora più chiare le
differenze prima menzionate, i luoghi di facile accesso sono solo il 4%,
mentre quelli inaccessibili dal punto di vista architettonico superano il
96%.
L’accessibilità cosi ridotta non è solo il risultato di mancati lavori di
conservazione, ma è anche dovuta alla localizzazione di questi beni, che
nel 94% dei casi si trovano in zone collinari e di difficile accesso. In
alcuni siti non è possibile accedere senza attrezzatura specializzata, è
possibile l’accesso attraverso sentieri di indiscutibile bellezza che però
richiedono un certo impegno fisico.
Ciò non di meno, l’aspetto più interessante in una logica di
valorizzazione turistica è proprio la localizzazione all’interno di
un paesaggio incontaminato di tali siti archeologici, lo conferma
il dato sulla Grotta Entellina, uno dei siti di più difficile accesso,
che registra allo stesso tempo un alto flusso turistico. Anche
perché le difficoltà di accesso ne limitano inevitabilmente
l’affluenza e la visitabilità; vale la pena allora creare attorno al
sito un’offerta integrata che prevede attività all’aria aperta più
visita culturale.
Ad esempio siti come il ponte di Calatasi o di Abu-al-quasim-at-tarsi,
immersi in un bellissimo contesto ambientale non sono per nulla
accessibili se non attraverso un trekking con guida o passeggiata a
40
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
cavallo, non esiste una segnaletica turistica né quanto meno servizi di
visita guidata ben comunicati.
Molti di questi beni sono composti da reperti di diversi periodi che
convivono in un determinato territorio. In questo modo troviamo
insieme i resti di un abitato ellenico con parti di un castello o una torre
del periodo romano, ovviamente in un stato di conservazione diverso.
Questa sovrapposizione di periodi può essere utilizzata per mostrare ai
visitatori non solo un tema archeologico isolato, che non sempre
interessa a chi non è appassionato del tema, ma una processo di
trasformazione vissuto in un determinato territorio. In questo modo è
molto più facile creare un’offerta che possa attrarre sia gli adulti non
appassionati alla archeologia, che i bambini e i giovani.
La promozione e diffusione turistica di queste aree coinvolge non più
dell’8% del totale e sono i Bagni Arabi, unico esempio di complesso
termale del X sec. in Sicilia, i ruderi del Castello di Diana, la Rocca
d'Entella, un centro indigeno ellenizzato, La Montagnola, la Montagna
dei Cavalli, città greca e necropoli del IV-III sec. a.C., il Monte Jato:
centro indigeno ellenizzato e Pizzo Chiarastella: insediamento greco
indigeno, poi occupato in età medievale.
Per quanto riguarda i servizi aggiuntivi sono praticamente assenti e i
pochi casi che ne offrono sono guide turistiche in italiano e altre lingue,
servizio di ristorazione in strutture agricole locali e servizi di trasferta in
navetta.
La tipicità di questo patrimonio, sebbene grande e variegato, si compone
principalmente di piccoli reperti e aree di tipicità molto bassa (83%), di
tipicità medio-alta il 10% e solo il 5% ha una tipicità molto alta. In
questo caso, come in altre categorie, l’integrazione di più beni, aree e
servizi sembra l’opzione più conveniente per aumentare il valore
complessivo dell’offerta, usando quei beni, la cui tipicità è maggiore per
valorizzare, promuovere e offrire i siti con minore valore tipico, le aree
meno visitate e con servizi meno adeguati.
I siti non avendo elementi specifici di tipicità, ancor di più se messi a
confronto con la ricca e assai unica offerta archeologica siciliana,
possono puntare su una loro fruibilità all’interno di un modello integrato
con le altre risorse.
Si ricordano in sintesi gli elementi di debolezza comuni alla
maggior parte dei siti archeologici dell’area:
- hanno una tipicità bassa;
- la maggior parte sono mal conservati;
- sono poco accessibili fisicamente, sia per una localizzazione
difficile quanto per una segnaletica spesso inesistente o mal
posta;
41
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
-
sono poco accessibili da un punto di vista informativo, perché
poco promossi nelle guide, nei siti di promozione turistica e in
loco;
poco fruibili perché è assai ridotta l’offerta di servizi turistici
di accompagnamento e, se esistente, risulta difficilmente
rintracciabile tanto per l’operatore (TO e/o ADV) quanto per il
turista
a
casa
e
sul
territorio.
42
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
5.4 I musei: una risorsa da integrare e riorganizzare
Sono stati rilevati 16 musei funzionanti e 7 in fase di realizzazione. Tra i
musei funzionanti ci sono diverse tipologie quali: musei archeologici,
casa museo, musei tematici e musei civici. La distribuzione per tipologia
è piuttosto omogenea con valori percentuali che vanno dal 7 al 21%,
evidenziando l’assenza di una tipologia di museo o di tema dominante.
La maggior parte dei musei sono archeologici (22%) e tematici (22%),
Distribuzione dei musei per tipologia
(area di riferimento: comprensorio)
7%
19%
22%
22%
11%
19%
casa museo
M. etnoantrop
M. archeo
M. tematico
M. Civico
altri
Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia
seguono con il 19% i musei etno-antropologici, con l’11% i musei civici,
e con il 7% le case museo.
L’offerta museale non presenta degli elementi caratterizzanti, fatta
eccezione per il museo del Tesoro del Duomo, che proprio perché
collegato al Duomo di Monreale è capace di attirare flussi turistici. Di
per sé ciascun museo considerato singolarmente non è in grado
di attrarre flussi turistici, ancora di più, perché proprio per la
loro
struttura,
offrono
pochi
servizi.
Manca,
infatti
completamente, la possibilità di prenotare ed acquistare una
visita guidata in lingua, in nessun museo è disponibile un
servizio informazioni, non sono collegati alla rete di trasporto
locale e nessun museo possiede un punto di ristorazione.
I musei non posseggono collezioni capaci di attrarre visitatori e
non svolgono alcuna azione finalizzata a comunicare la loro
offerta a potenziali turisti. Ad esempio, il Museo archeologico di
Marineo seppur collocato all’interno di un Castello, sfrutta poco la sua
posizione e le caratteristiche del contenitore.
La Palazzina Reale di Ficuzza ha senza dubbio una struttura ben
conservata e di valore artistico, ma l’uso che viene oggi fatto
delle stanze come museo non la valorizza nel modo più efficace,
nonostante la stessa sia oggetto di visita da parte dei turisti. Nel
43
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
1803 re Ferdinando IV di Borbone fece costruire la Real Casina di
Caccia, nei pressi del Bosco oggi parco naturale, che si estende per circa
9.000 ettari ed include 8 siti d'importanza comunitaria e 4 zone di
protezione speciale per uccelli selvatici. Accanto alla Reggia oggi si trova
il Centro Regionale per il Recupero della Fauna Selvatica e nei suoi
dintorni si trova l’Antica Stazione della Ficuzza, oggi agriturismo e
ristorante. Da qui partono le escursioni per il Bosco.
Con riferimento allo stato di conservazione dei musei dell’area, 6 hanno
un ottimo stato di conservazione, mentre 9 sono discretamente
conservati e solo 1 è in pessime condizioni e non visitabile.
L’offerta tematica di questi musei si distribuisce in archeologici,
contadini ed etno-antropologici. Tale varietà tematica può essere
sfruttata per la realizzazione di itinerari culturali, se si collega alle
tradizioni culturali del territorio, si modificano le esposizioni e si creano
dei percorsi finalizzati alla conoscenza della cultura e delle tradizioni del
territorio che comprendono non solo musei, ma, altresì, monumenti, siti
archeologici, e produzioni artigianali ed enogastronomiche.
Tutti questi musei per essere turisticamente attrattivi dovrebbero
ripensare ai loro modelli di fruizione creando per il visitatore dei percorsi
più coinvolgenti, ovvero dovrebbero offrire al turista la possibilità di fare
un’esperienza di apprendimento anche attraverso attività di laboratorio,
come ad esempio lavorazione della ceramica o rispetto a quelli etnoantropologici ricostruzione dal vivo di una dimensione contadina.
Analizzando la loro capacità in termini di attrazione, relativamente alla
“tipicità”, la metà dei musei considerati ha una tipicità medio-bassa
ovvero contiene oggetti non esclusivi ma che presentano alcuni elementi
di interesse storico-artistico, poco più del 30% non ha elementi di
particolare richiamo, mentre il 12% detiene una certa capacità di
attrazione.
Tutti questi musei si concentrano con riferimento alla tipicità nei
valori centrali della distribuzione, senza che vi sia nessuna
eccellenza, che possa fungere da driver dei flussi turistici, e,
dunque, per un potenziamento e valorizzazione dell’offerta si può
pensare solo ad una loro integrazione che sia in grado di accrescere il
loro valore complessivo.
Molte sono, in tal senso, le esperienze di integrazione di piccoli circuiti
museali, che vanno a costituire delle reti, sia a livello nazionale che
internazionale, in una logica customer oriented. Tali sistemi creano dal
lato della gestione, delle economie di scala in termini di costi
amministrativi, di manutenzione, di tecnologie e promozione, delle
economie di scopo e di apprendimento per quanto riguarda la
valorizzazione dell’offerta culturale. La creazione di una rete permette ai
gestori dei musei di mettere insieme le risorse per svolgere in comune
delle azioni di promozione o per riorganizzare le esposizioni.
44
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Quasi la totalità (90%) di questi musei si localizza nei centri
storici dove si concentra gran parte dell’offerta culturale, con un
problema di accessibilità legato ad una maglia urbana caotica e
priva di parcheggi, nella maggior parte dei casi. In termini di
barriere architettoniche solo due su sedici hanno problemi di
accessibilità.
Rispetto ad orari e giorni di apertura gran parte dei musei sono allineati
agli orari tradizionali (9-19), c’è ne sono alcuni aperti solo la mattina ed
altri (un ristretta minoranza su richiesta 4 su 16). Il 25% dei musei è a
pagamento, con un biglietto che oscilla fra 1,00 e 2,60 euro.
L’accessibilità informativa è, senza dubbio, limitata e in gran parte
affidata a guide locali, a siti internet comunali e alle proloco.
Certamente l’elemento della comunicazione è uno dei punti di
debolezza dell’offerta, che oggi si caratterizza per una forte
autoreferenzialità. Non esistono servizi informativi nei musei, né
delle brochure, né siti internet dedicati. Ma gli stessi sono
comunicati in maniera estemporanea e casuale.
In termini di servizi aggiuntivi, la maggior parte delle strutture
posseggono i servizi di base (circa 70%), i servizi sanitari, mentre
mancano totalmente servizi di visite guidate in italiano e in lingua,
servizi di ristorazione e di book shop con gadget e/o prodotti artigianali.
La dimensione media di questi musei è di 100 mq, fatta eccezione per il
museo di arte contemporanea di Monreale che avrà a disposizione
20.000 mq e quello di civico di Bisacquino che avrà a disposizione 1.500
mq. Il museo di arte contemporanea di Monreale avrà a disposizione
importanti spazi per svolgere attività varie.
5.5 I monumenti architettonici: simboli dell’identità locale
La categoria Monumenti Architettonici raggruppa un’insieme di opere di
valore storico-architettonico, tra cui mulini antichi di diverse epoche,
fontane, porte di città, un obelisco, stazioni ferroviarie, un’edicola sacra,
un ospedale civico attualmente in fase di restauro, un torrione fortificato
e un chiostro. Per le caratteristiche dissimili dei beni classificati
all’interno di questa categoria non risulta facile stabilire parametri di
valutazione coerenti con quelli utilizzati per analizzare tutte le altre
categorie.
E’ importante, inoltre, sottolineare che esistono solo tre monumenti con
un livello di tipicità sopra la media che sono, la Casina di caccia 1803,
collocata in posizione panoramica e segnalata nelle guide, la Fontana
1650 via A. Reres, e l’Edicola Sacra sec.XVIII. Tutti gli altri beni (85%)
presentano una tipicità bassa, e quindi non rappresentano un elemento
45
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
di attrazione turistica, ma bensì un fattore caratteristico del territorio
(vedi i diversi Mulini).
Il 72% di questi monumenti è accessibile. Circa il 60% si trova
all’interno dei centri abitati, mentre il 34% è posizionato in zone collinari
distribuito fra le campagne ed il 6% è localizzato in una zona
panoramica. Alcuni di questi beni hanno dei restauri in corso.
In termini di comunicazione l’85% non è presente in nessun materiale
informativo, solo il 12% è segnalato in brochure turistiche dell’area.
5.6 Gli eventi culturali: una risorsa da potenziare
Oggi più che mai, gli eventi culturali hanno una rilevanza strategica, sia
per quanto riguarda la promozione della cultura a livello locale sia in
quanto importanti elementi di attrazione turistico-culturale. Sono molti
gli esempi dei luoghi che hanno fatto dei loro eventi un vero patrimonio
culturale – anche se immateriale – rendendolo appetibile non solo ai
residenti ma anche ai visitatori.
In questa categoria sono compresi: le Feste patronali, che sono ancora
presenti in tutti i piccoli comuni, e sempre di meno nelle grandi città; le
rievocazioni storiche, molte delle quali hanno perso già gran parte del
loro significato, si rileva infatti che molte di loro registrano una ridotta
partecipazione. Quello che resta è il clima di festa che ha sempre grande
ripercussione nei piccoli comuni dove le attività di svago sono molto
ridotte.
Le feste tradizionali sono spesso spinte dall’inerzia naturale delle feste
che un tempo hanno avuto (e hanno) un importante peso nella cultura
cristiano-occidentale, che oggi si manifestano sempre più mirate alla
commercializzazione di qualsiasi tipo di merce. Le sagre e le fiere hanno
un enorme valore per le culture locali, sono una forte espressione della
tipicità del posto dove si realizza, mettendo in risalto gli aspetti più
specifici delle proprie produzioni artigianali, agricole, culinarie, ecc. I
festival, le rassegne e le mostre sono un altro esempio di manifestazione
della cultura, in questi casi spesso si ha un carattere territoriale più
allargato, mirando allo scambio tra diverse comunità o culture, i festival
della musica, della letteratura, del cinema hanno, sempre di più, un
valore in quanto diffusori e promotori di diverse aree tematico-culturale
e non sono tanto legati al territorio dove si manifesta. Gli eventi sportivi,
salvo alcune eccezioni, hanno un valore culturale in quanto momento di
incontro e di scambio.
Come risultato della nostra analisi, il patrimonio degli eventi culturali nel
Comprensorio è composto dalle categorie sopra menzionate con una
distribuzione percentuale molto accentuata sulle feste tradizionali con il
46
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
60% del totale degli eventi culturali, seguito dalle sagre e fiere con il
17%, le feste patronali con l’11%, i festival/rassegne e mostre con il
9%, gli eventi sportivi con il 3% e con l’1% le rievocazioni storiche.
Evento
Festa patronale
Rievocazione storica
Festa tradizionale
Sagra/fiera
Festival/rassegna/mostra
Evento sportivo
Totale
n n°
14
1
79
22
12
4
132
%
11%
1%
60%
17%
9%
3%
100%
Tab.12 Classificazione per tipologia di evento
Valutando l’offerta culturale sulla base del numero delle manifestazioni
presenti nell’area la situazione sembra molto positiva. Ciò nonostante
con un ulteriore approfondimento dell’analisi sono venuti fuori molti
elementi che spiegano le dinamiche di funzionamento di questi eventi.
Questi elementi hanno permesso di evidenziare il perché una vasta
offerta di eventi culturali, come quella del Comprensorio, possa essere
cosi poco considerata dai turisti/visitatori e quali aspetti rappresentano
la debolezza di questo sistema.
Le manifestazioni sono progettate e organizzate per i residenti
che sono il pubblico di riferimento, si osserva poi che alcuni di questi
eventi come la Pasqua Abrëresche e l'Abballu di li Diavoli di Prizzi 7
riscuotono un certo successo anche turistico per la loro tipicità e perché
promossi da più soggetti.
Un primo fattore analizzato è stato il periodo in cui questi eventi si
svolgono. Questo ha permesso di tracciare una mappa della
concentrazione degli eventi nei diversi mesi dell’anno. Questa
distribuzione nell’arco temporale di un anno permette di identificare i
periodi nei quali le manifestazioni sono inesistenti e quelli dove si
accavallano.
Si evidenzia come si traduce questa predominanza di feste tradizionali
nei diversi mesi. Ad esempio nel mese di settembre le
manifestazioni sono le più numerose dell’anno, con 25 eventi (una
media di 6 eventi per Comune). La spiegazione a questa concentrazione
la troviamo nella tipologia dell’evento, delle 25 manifestazioni del mese
di settembre 11 sono feste tradizionali, tra cui troviamo principalmente
la festa di San Giuseppe (diverse date) e del SS Crocifisso (18 sett.).
7
Sono esempi di siti che promuovono l’evento di Prizzi:
http://www.giraitalia.it/eventi_religiosi/1749_l_abballu_di_li_diavuli.html
http://www.amando.it/pasqua/tradizioni-4.htm
http://www.ateneonline-aol.it/060413laco3.php
http://www.sicily-news.com/news.cfm?id=1706
http://www.guidasicilia.it/ita/main/news/speciali.jsp?IDNews=10933
47
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Nei mesi di marzo e agosto ci sono 16 eventi rispettivamente, a
marzo come a settembre si festeggia principalmente San
Giuseppe, invece ad agosto le manifestazioni sono meno
uniformi, coprendo tutto lo spettro delle tipologie di eventi.
A gennaio i 14 eventi sono in gran parte concentrati nei primi giorni
dell’anno, in corrispondenza con le feste di fine anno e dell’Epifania. Nel
mese di luglio troviamo 10 eventi, molti dei quali evocativi dell’inizio
della stagione estiva; negli altri mesi, sempre in minor numero fino ad
arrivare al mese di aprile nel quale non ci sono manifestazioni culturali.
Un altro elemento dell’analisi qualitativa è il bacino di riferimento di
questi eventi. L’analisi quantitativa fornisce un quadro di basso profilo.
Bacino di riferimento
Internazionale
Nazionale
Regionale
Provinciale
Comunale
Totale
n n°
1
2
1
3
125
132
%
1%
2%
1%
2%
95%
100%
Tab.13 Bacino di riferimento degli eventi
Tranne alcune eccezioni, quasi la totalità delle manifestazioni del
Comprensorio sono d’interesse comunale e questo mostra la mancanza
di elementi culturali trasversali che consentano al territorio maggiore
unità per aumentare il valore dell’offerta. O per meglio dire, le feste
comunali sono importanti quanto quelle a maggior raggio d’interesse le
quali sono molto poco presenti. A livello di competizione territoriale
regionale (e dunque turistico-culturale), il bacino di riferimento ha un
importante peso dovuto alla forte concorrenza da parte delle altre
province.
Un altro indicatore utile per conoscere il valore di attrazione delle
Richiamo sulla popolazione e sui turisti
125
100
75
50
25
0
-25
-50
-75
-100
-125
-150
Molto alta
Alta
Popolazione
Media
Bassa
molto bassa
Turisti
Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia
48
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
manifestazioni è stato misurato sulla base di due indicatori. Il primo
misura il richiamo che le manifestazioni esercitano sulla popolazione
locale, e il secondo quello esercitato sui turisti/visitatori. Al fine di
rendere più chiara la lettura dei dati raccolti è stato elaborato il sopra
riportato grafico:
Abbiamo già parlato della natura degli eventi, ora si passa a trattare il
tema della durata di questi. La misurazione è stata organizzata in 5
categorie: quelle che durano 1 giorno, 2 giorni, 3 giorni, più di 3 e quelle
che non si sa perché variano di anno in anno ( vedi tabella seguente).
Le manifestazioni che hanno un bacino di riferimento nazionale o
internazionale durano mediamente tre giorni.
Durata degli eventi
80
70
60
50
40
30
20
10
0
1 giorno
2 giorni
Serie1
3 giorni
più di 3
variabile
Poli. (Serie1)
Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia
Un altro dato interessante emerso dall’analisi è la localizzazione dove si
realizzano queste manifestazioni. Salvo rare eccezioni, tutti questi eventi
hanno luogo nel centri storici dei diversi comuni. Questo è un elemento
che va nella direzione di valorizzazione dei centri storici, ma, altresì,
emerge la possibilità di pensare e realizzare eventi che siano in grado di
dar valore al resto del territorio, che è in gran parte di tipo collinare,
montuoso e caratterizzato da tante zone panoramiche. Manifestazioni di
questo tipo si caratterizzano per essere di solito molto legate alla cultura
dell’area e usano da sfondo scenari naturali molto panoramici.
49
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Localizzazione degli eventi
140
120
100
80
60
40
20
0
C. storico
Z. collinare
Rurale
Panoramico
Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia
Un'altra caratteristica dei luoghi “fuori borgo” o fuori dai centri abitati è
che l’originalità dell’offerta viene data da un contesto naturale e
paesaggistico che non può essere riprodotto, pertanto unico. Nel grafico
sopra riportato si vede come nelle zone collinari, rurali e panoramiche
sono quasi assenti gli eventi culturali.
Un ultimo elemento d’analisi è la modalità con cui queste feste vengono
diffuse e rese note. Oltre alle Proloco e agli uffici informazione dei
diversi Comuni, si trova una veloce descrizione nelle guide di
promozione turistica provinciale e dell’AAPIT di Palermo, e, in alcuni siti
di vendita e promozione dell’offerta turistica siciliana, o siti di natura
culturale nazionali.
In sintesi le principali criticità possono sintetizzarsi in diversi punti:
-
una concentrazione degli eventi in alcuni mesi dell’anno;
la dimensione comunale dell’evento come bacino di riferimento;
la durata e la natura non coerenti rispetto alle esigenze di un
potenziale turista;
le modalità di comunicazione;
l’assenza di un calendario unico.
5.7 Gli itinerari culturali: le future arterie del sistema culturale
Gli itinerari 8 disponibili e analizzati sono 19 itinerari culturali, di cui 13
attualmente operativi, 3 in fase di attuazione e 4 in fase di
progettazione. L’itinerario “Sentieri naturalistici dell'Alto Belice
Corleonese” attraversa 20 comuni che fanno parte del Patto, ed è il più
diffuso del Comprensorio. Degli undici itinerari che compongono la
proposta "Alla scoperta della provincia di Palermo", promossa dall’AAPIT
di Palermo, 4 si sviluppano in parte nel Comprensorio; questi sono:
l’itinerario 5 "Verso i monti Sicani", l’itinerario 6 "Tra le valli del Belice e
8
Gli itinerari sono quelli indicati dal Patto Territoriale Alto Belice e quelli raccolti sul
materiale informativo diffuso dall’AAPIT.
50
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
del Sosio", l’itinerario 7 "Il Bosco di Ficuzza e il Corleonese" e l’itinerario
11 "Monreale e la valle dello Jato". Di questi 4 itinerari solo l’itinerario 6
si sviluppa interamente nell’area del Comprensorio, mentre gli altri tre
includono visite ad altri comuni al di fuori dell’area di riferimento.
L’altra tipologia di itinerari presenti nell’area riguarda lo sfruttamento
delle riserve naturali. Serre, boschi, monti e rocce sono un elemento
naturale che in questi itinerari viene proposto al visitatore in forma di
percorso naturalistico, che attraversa aree panoramiche di alto valore
paesaggistico.
Restano per ultimo le proposte in fase di attuazione e di progettazione.
Il Museo diffuso dell'Alto Belice Corleonese "Mirabile artificio", è
composto da 3 itinerari di Arti Figurative che si sviluppano in tutta l’area
del Comprensorio. Ancora in fase di attuazione.
In fase di progettazione ci sono 3 proposte d’itinerari basate su temi
molto specifici; essi sono La strada del vino Monreale Doc, itinerario
della Cultura abrëresche, itinerario archeologico – paesaggistico.
Per quanto riguarda le caratteristiche degli itinerari analizzati, il tempo
di percorrenza è nel 72% del casi di un giorno, nel 22% di due giorni e
solo nel 6% più di tre giorni. L’area è vasta e senza dubbio richiede un
tempo minimo di 3 o 4 giorni per poter visitare una buona parte del
patrimonio.
Gli itinerari sono poco segnalati e comunque per un turista e/o
operatore turistico che, sia da casa che in loco, intende
prenotare delle escursioni via telefono o via internet non ci sono
agenzie facilmente rintracciabili. Anche sul territorio non sono
immediatamente accessibili servizi di visite guidate che
permettono al turista di visitare in maniera più coinvolgente
l’area.
Un itinerario diventa di per sé utile se è un modo facile per far visitare
un territorio ed aiuta un potenziale visitatore ad entrare nella cultura del
posto, mentre è poco efficace se diventa un insieme di informazioni
diffuse e non omogenee.
I contesti dove si svolgono gli itinerari sono i centri storici, le aree
d’interesse naturale e le zone rurali (28%) e in minor misura aree miste
tra centri storici e aree d’interesse naturalistico (17%).
La segnaletica è un elemento indispensabile per una corretta fruizione di
un itinerario turistico, per il turista è molto facile perdere l’orientamento
e trovarsi in situazione di disagio. In questa voce si debbono considerare
non solo la segnaletica legata all’itinerario ma anche le didascalie di
riferimento dei luoghi e oggetti visitati, che raramente si trovano al di
fuori dei musei o accanto agli oggetti esposti. La segnaletica
attualmente presente nel Comprensorio non è efficace.
51
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Sulla base dell’analisi field e desk svolta, solo il 34% degli itinerari
presenta una segnaletica, mentre il 66% restante non ha nessuno
strumento di segnalazione. Per quanto riguarda le didascalie sono
praticamente inesistenti o raramente ben ubicate e con
informazioni utili alla visita del turista.
Zona dove si svolge l'itinerario
6
5
4
3
2
1
0
Centro storico
Zona rurale
Area int. Naturalistico
area mista
Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia
D’altro canto il 78% degli itinerari si promuovono attraverso la presenza
nelle brochure o guide turistiche dell’AAPIT di Palermo, della Provincia di
Palermo o dell’Assessorato al turismo della Regione Sicilia. La
disponibilità di tale guide è esclusivamente presso i punti informativi
dell’AAPIT che sono dislocati presso l’aeroporto di Palermo, la stazione di
Palermo e la sede dell’AAPIT a Palermo. All’aeroporto di Palermo non
è sempre presente il materiale informativo sull’area né è
possibile rintracciarne una mappa stradale e tematica con la
segnalazione dei principali siti o aree naturali da visitare.
Il 61% degli itinerari prediligono quale canale di comunicazione quello
informatico, secondo la seguente distribuzione nei siti: il 22% è presente
nel sito dell’AAPIT di Palermo, il 6% in quello del Patto Alto Belice
Corleonese, il 28% in quello della Regione e il 5% restante in altri siti o
portali turistici.
Queste ultime tre variabili: la segnaletica sul posto, la promozione e la
diffusione di in materiale in formato cartaceo e la presenza su internet
consentono di individuare il grado di accessibilità informativa (e di
comunicazione) degli itinerari analizzati. Ciò che emerge è la
presenza di un’ informazione confusa e poco mirata sulla rete e
in loco, e spesso non coincidente con la realtà perché i siti
segnalati sono difficilmente accessibili o non aperti al pubblico.
Ma esiste un’ulteriore difficoltà rappresentata dalla quasi totale assenza
di informazioni nell’area. Il sistema informativo turistico territoriale
funziona attraverso le Proloco, la cui attività oggi è per lo più orientata
52
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
ai residenti. Ci sono pochi uffici turistici, la maggior parte non aperti tutti
i giorni e ciascun ufficio fornisce informazioni solo sul comune di
riferimento.
Quindi, laddove esistono in potenza itinerari e soluzioni per
fruire in modo partecipato del territorio manca completamente
la commercializzazione e la promozione degli stessi.
5.8 I complessi
arricchire
per
attività
di
spettacolo:
contenitori
da
I complessi che possono ospitare spettacoli dal vivo, attività ludico
culturali come la musica, il teatro, la danza e la lirica nel territorio del
Comprensorio sono 6 in totale, uno dei quali all’aperto e i 5 restanti al
chiuso. Il complesso all’aperto è l’anfiteatro in Piazza Pozzillo nel
comune di Villafrati. I complessi al chiuso sono 3 teatri, un auditorium e
un cinema. Questo patrimonio si trova distribuito nel seguente modo:
Distribuzione per comune
Auditorium Papa Giovanni Paolo II
Teatro Comunale
Teatro Dante sec. XIX
Cinema Vicari (1919-23)
Anfiteatro In Piazza Pozzillo
Teatro del Baglio Lanza-Filangeri
Comune
Belmonte Mezzagno
Bisacquino
Corleone
Piana degli Albanesi
Villafrati
Villafrati
Tab.14 Distribuzione di complessi per attività di spettacolo per comune
Sono disponibili 200 posti nel Teatro del Baglio, comune di Villafrati e
150 nel Teatro Comunale di Bisacquino. Di questi complessi solo il 50%
sono aperti al pubblico, mentre l’altra metà è chiusa. Sono aperti al
pubblico l’Auditorium Papa Giovanni Paolo II, il Teatro Comunale di
Bisacquino e il Teatro del Baglio Lanza Filangeri.
L’accessibilità per i disabili è sicuramente un fattore da migliorare non
solo per le strutture riservate alle attività di spettacolo, ma in tutto il
patrimonio visitabile. Solo 2 delle strutture in esame sono accessibili dal
punto di vista delle barriere architettoniche, e le altre 4 (tre delle quali
sono chiuse al pubblico) sono assolutamente inaccessibili.
Un altro elemento che aiuta a definire l’accessibilità complessiva è la
localizzazione. In questo caso tutte le strutture si trovano nei diversi
centri storici. La localizzazione al centro storico delle strutture è un
vantaggio dal punto di vista della facilità di accesso, salvo restando le
barriere architettoniche, è sempre più fruibile per i cittadini durante
tutto l’anno, e permette di sfruttare la struttura anche con attività
culturali diverse (come ad esempio corsi di teatro, pratiche di coro,
musica ecc.).
53
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
5.9 I centri di studi e ricerca: una risorsa da mettere in rete
Questa categoria è stata classificata in 4 elementi principali: gli archivi
comunali (13), le biblioteche comunali (18), gli archivi parrocchiali (1) e
le biblioteche ecclesiastiche (4), facendo un totale di 39 centri legati allo
studio e alla ricerca. Ci sono inoltre altre 3 strutture che non
appartengono a queste classifiche, e sono: La Bottega dei Sogni -centro
di sperimentazione teatrale, l’Istituto d'Arte per il Mosaico M.D'Aleo e
l’Accademia di belle arti e restauro ABADIR presso l' Abbazia dei
PP.Benedettini San Martino delle Scale. Il seguente grafico mostra la
distribuzione in percentuali dei centri di studio e ricerca:
Distibuzione dei centri per tipologia
8%
10%
33%
3%
46%
Archivio
comunale
Biblioteca comunale
Archivio
parrochiale
Biblioteca
ecclesiastica
Altri
Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia
L’accessibilità agli archivi, biblioteche e altri centri è molto elevata, sono
tutti accessibili ad eccezione della biblioteca comunale di Bisacquino, che
al momento è chiusa, e del centro di sperimentazione teatrale, che
attualmente non realizza attività.
54
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Il 41% dei casi presenta problemi di barriere architettoniche,
principalmente legate alla mancanza di rampe d’accesso, bagni per
disabili, e servizi generali per persone con mobilità ridotta. Il 58% dei
centri sono aperti tutto l’anno e il 42% restante funziona solo su
Variabili di accessibilità e di fruibilità
120%
100%
97%
95%
80%
59%
58%
60%
42%
41%
40%
20%
5%
3%
0%
Accesibilità
fisica/inacc.
Barrieresenza
barr.
Apo
lnriesta
Localiancro/
Z.rurale
Fo:lolpti
richiesta. Cioè, poco meno della metà è per la maggior parte del tempo
chiusa, e apre solo su richiesta. Inoltre è da osservare che non si
svolgono in tali centri attività di tipo culturale diverse dalla consultazione
dei volumi e dal prestito bibliotecario, ad eccezione del concorso
internazionale di poesia di Marineo, sicuramente molto importante che
però non riesce ad attivare le realtà più piccole e meno dinamiche.
Un altro elemento di risalto è la localizzazione, il 97% dei centri di studio
si trova situato nei diversi conglomerati comunali ed il 3% in zone rurali.
Ancora una volta i centri urbani possono essere utilizzati da contenitori
per lo svolgimento di attività culturali, a sfondo didattico o di
edutainment. Sempre di più la domanda culturale si rivolge verso forme
di attività che sono i grado di stimolare la curiosità e facilitare
l’apprendimento con metodi moderni. Sono vari gli esempi di piccole
località turistiche che hanno utilizzato lo strumento dei percorsi formativi
di arte, di cucina artigianato, lingua, ecc. come motore per l’attivazione
di una domanda turistica che sfrutta il viaggio come occasione di
sviluppo della sua creatività, ovvero utilizzando il suo tempo libero per
fare delle cose che nella vita normalmente hanno difficoltà a fare o per
approfondire conoscenze e pratiche di cui già sono in possesso.
Elementi come una biblioteca o un archivio non sembrano essere il
miglior prodotto per attirare i visitatori, però un istituto d’arte come
quello del mosaico, una accademia di belle arti o un centro di
sperimentazione teatrale possono contribuire molto a migliorare l’offerta
turistico culturale, realizzando piccoli eventi culturali o erogando percorsi
formativi espressione della tradizione culturale locale e, più in generale,
italiana. Inoltre le biblioteche e gli archivi sono spesso fonti
55
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
d’informazione locale di grande interesse. L’utilizzo delle nuove
tecnologie, oggi permette di fruire un patrimonio documentale in modo
tale da renderlo un’attrattiva turistico-culturale.
Fra i centri di documentazione può essere di interesse turistico
quello sulla Mafia che ha sede a Corleone, ad oggi in condizioni
di difficile fruizione, e privo di materiale storico sulla mafia,
detiene gli atti dei maxiprocessi contro la mafia.
La Bottega dei Sogni -centro di sperimentazione teatrale, l’Istituto d'Arte
per il Mosaico M.D'Aleo e l’Accademia di belle arti e restauro ABADIR
presso l' Abbazia dei PP.Benedettini San Martino delle Scale potrebbero
essere utilizzati come soggetti erogatori di servizi culturali al turista.
5.10 La produzione e distribuzione dei prodotti enogastronomici:
una risorsa strategica per la creazione di un prodotto turisticoculturale
I prodotti principali dell’area sono: prodotti caseari, vino ed olio. In
particolare si rileva la presenza di 42 aziende di produzione di cui il 31%
produttori di vino, il 19% di formaggi, il 17% di olio, seguono altre
produzioni minori di cui il 7% industria della conservazione e (7%) frutta
e sottobosco, rispettivamente con il 5% salumi, miele e prodotti della
panificazione e per ultimo con il 2% si trova la produzione di ortaggi.
Delle 42 aziende individuate solo il 36% svolge attività di distribuzione e
valorizzazione dei prodotti legati al turismo. Sono, in prevalenza,
aziende legate alla produzione vinicola, come è il caso dell’azienda
Rapitalà 9 , nel territorio di Camporeale, o l’azienda Calatrasi 10 a San
Cipirello.
I Comuni di Camporeale, Monreale, Roccamena, San Cipirello, San
Giuseppe Jato e Slafani Bagni sono segnalati dal sito città del vino 11 , che
ne promuove le produzioni vinicole. Il sito informa i turisti anche
sulle enoteche, le feste, i prodotti tipici e i piatti tipici del luogo;
nel caso in questione, fatta eccezione per l’elenco delle feste
locali, tutte le altre informazioni sono praticamente assenti, a
testimonianza di un prodotto turistico ancora da costruire.
Senza dubbio la qualità dell’offerta vinicola è elevata, ed ha anche una
qualche valorizzazione in chiave turistica, mentre per quanto riguarda gli
altri prodotti tipici del territorio emerge una debolezza strutturale
dovuta al fatto che i produttori e distributori si rivolgono
esclusivamente al pubblico locale. Sono pochissimi i negozi che
promuovono e vendono le produzioni locali.
9
www.rapitala.it/
10
11
www.calatrasi.it/
www.cittadelvino.it
56
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Le altre produzioni tipiche che dopo il vino (87% dei casi) più si
rivolgono al turista sono quelle dei formaggi (13%). Anche in questo
caso quasi l’intera offerta è indirizzata esclusivamente ai locali.
Vale la pena sottolineare che non c’è una politica di promozione
di un brand, e, quindi, dei prodotti locali sotto quel marchio,
anche nei bar e nei ristoranti sono pochi gli elementi di tipicità.
Un
elemento
di
debolezza
strutturale
dell’offerta
enogastronomica è che poco si è fatto per elevare
complessivamente
la
qualità
delle
produzioni
e,
contemporaneamente, dei servizi di ristorazione, affinché il
turista possa riscoprire le tradizioni locali anche attraverso il
cibo. La ristorazione ruota in prevalenza intorno a pochi piatti
tipici riservando un peso limitato alle produzioni locali, in
particolare a quelle biologiche.
Si osserva inoltre che in tutti i Comuni sono presenti pasticcerie
e forni che vedono normalmente i loro prodotti, ma che al
momento sono poco valorizzati in chiave turistica.
Oggi non esiste un’offerta turistica enogastronomica, ma solo
alcune esperienze di qualità. Slow Food che è una delle
associazioni più accreditate nella valorizzazione e promozione
dell’enogastronomia italiana segnala nel suo sito e nelle sue
guide:
- l’Antica Stazione della Ficuzza (Corleone) e il ristorante
Italiano (Belante Mezzano), quale punti di ristorazione di
qualità;
- fra i prodotti tipici di qualità della zona, la vastedda dell’Alto
Belice;
- fra le cantine, Calatrasi - Accademia del Sole (San Cipirello),
Fattorie
Azzolino
(Camporeale),
Tenute
Rapitalà
(Camporeale).
Nell’intenzione di rafforzare la tradizione enogastronomica appare
opportuno oggi lavorare molto sulla riscoperta delle tradizioni alimentari
del posto, sulla qualità dei prodotti enogastronomici e sulla loro
promozione.
La dimensione delle 15 aziende più orientate al turista è nel 20% dei
casi grande, nel 27% media e nel 53% piccola.
Le aziende più turistiche offrono un servizio di degustazione nel 93% dei
casi, l’87% offre al visitatore la possibilità di acquistare i suoi prodotti,
l’80% accoglie i turisti con percorsi guidati alla scoperta delle loro
produzioni, il 53% offre un servizio di ristorazione a base di produzioni
locali, ed, infine, il 40% sono strutture agrituristiche con servizio di
ricettività.
57
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
La localizzazione di queste aziende è per il 93% in zona rurale e il
restante 7% si colloca in prossimità dei centri urbani.
Tutte le aziende considerate hanno una facile accessibilità, in alcuni casi
(53%) non solo fisica ma anche informativa, si caratterizzano infatti per
avere siti internet ben fatti, per essere presenti nel 27% dei casi in
guide turistiche e tutte le aziende sono dotate di una loro brochure.
5.11 La produzione e distribuzione dei prodotti artigianali
Le produzioni artigianali locali sono varie ma non di particolare pregio
artistico. Più in dettaglio ci sono 3 artigiani del vetro, rispettivamente 2
della ceramica, dei mosaici e della produzione di icone, c’è poi 1
laboratorio di ferro battuto, 1 orafo e 1 liutaio.
La dimensione di queste imprese è piccola, e sono tutte collocate
all’interno dei centri storici, in prevalenza a Piana degli Albanesi (3),
Monreale (3), Corleone (2), Marineo (2), Bisacquino (1) e a Belmonte
(1).
Solo l’azienda dei liutai fa promozione e organizza delle dimostrazioni
per i turisti. Gli altri sono artigiani, il cui mercato di riferimento è locale.
5.12 Lettura della distribuzione delle risorse per comune
La lettura delle informazioni raccolte sul territorio organizzata per
comune, o per gruppi di comuni, permette di evidenziare non solo la
quantità e la qualità delle risorse governate da ciascuna
amministrazione locale, ma in questo modo è possibile identificare delle
aree che presentano una maggiore concentrazione di un certo tipo di
risorse. Contrariamente alla logica urbanistica della zonizzazione,
l’identificazione delle risorse già disponibili sul territorio e
l’organizzazione per gruppi di comuni, facilita la creazione di una offerta
turistico-culturale più ricca che risponde in maniera meno artificiale alle
caratteristiche della cultura locale.
Nella seguente tabella sono stati riportati i dati relativi al numero di beni
materiali e immateriali presenti in ciascun Comune e il corrispondente
valore di tipicità. Il valore di tipicità emerge dall’analisi sia quantitativa
che qualitativa delle caratteristiche proprie dei beni, che per ogni
tipologia sono presenti in ciascun comune.
La scala utilizzata per rappresentare la tipicità è la seguente: tipicità
bassa (1): in questo caso non ci sono elementi rilevanti dal punto di
vista della tipicità; tipicità medio bassa (2): sono presenti in prevalenza
beni di tipicità bassa con alcune attrattive di valore medio; tipicità media
58
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Distribuzione delle risorse culturali per comune
Comune
Edifici di culto
N°
Altofonte
Belmonte mezzagno
Bisacquino
Bolognetta
Campofiorito
Camporeale
Cefalà Diana
Chiusa Sclafani
Contessa Entellina
Corleone
Giuliana
Godrano
Marineo
Mezzojuso
Monreale
Palazzo Adriano
Piana degli Albanesi
Prizzi
Roccamena
San Cipirello
San G. Jato
Villafrati
Totali e medie
8
2
18
3
2
1
1
17
6
43
14
1
15
11
34
9
9
16
1
5
4
5
225
* musei in fase di progetazione
tipicità
3
3
4
3
3
3
1
4
4
4
4
3
4
4
5
4
4
3
3
3
2
3
3,364
Dimore
storiche
N°
5
1
0
7
0
1
2
19
9
40
12
0
12
7
11
25
14
4
1
0
3
5
178
tipicità
2
3
0
1
0
1
1
3
1
4
3
0
1
1
2
1
1
1
1
0
1
2
1,36
Aree
archeologiche
N°
2
3
2
0
2
0
2
0
4
9
0
0
2
1
10
0
1
5
4
0
3
2
52
tipicità
Musei
N°
tipicità
1
0
0
1
1
2
1
2
2
0
1
3
1
1
3
0
0
0
5
1
3
0
0
0
4
1
3
1
1
1
0
1
1
0
1
1
2
1
1
1
1
1
1 2+ 2
4
0
1
1
1
1
1
2
1
3
2
1
3
0
2
2
4
0
0
2
1
2
1,32 16+ 7 1,682
Monumenti
architettonici
N°
0
2
0
0
0
1
0
0
0
9
1
0
0
1
12
4
2
0
0
0
0
0
32
tipicità
0
1
0
0
0
1
0
0
0
2
1
0
0
3
2
1
1
0
0
0
0
0
0,55
Eventi culturali
N°
11
6
9
5
10
0
5
3
1
11
4
1
8
5
7
13
7
9
4
5
3
5
132
tipicità
1
3
1
1
3
0
1
1
1
1
1
1
3
1
3
1
1
1
1
1
1
1
1,32
Prod.
enogastronomici
Itinerari
culturali
N°
tipicità
2
2
3
2
2
3
3
4
5
6
2
3
5
4
5
3
4
4
4
4
4
2
0
2
2
2
2
2
2
2
2
3
2
2
2
2
2
4
3
3
2
2
2
2
2
2,23
N°
1
3
4
0
0
9
0
1
0
4
0
1
2
0
6
1
1
1
0
3
3
0
40
tipicità
Prod.
Artigianale
N°
1
1
1
0
0
1
0
1
0
1
0
1
1
0
1
1
1
1
0
1
1
0
0,64
0
1
1
0
0
0
0
0
0
2
0
0
2
0
3
0
3
0
0
0
0
0
12
tipicità
0
1
1
0
0
0
0
0
0
1
0
0
1
0
1
0
1
0
0
0
0
0
0,27
Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia
(3): quando prevalgono beni di tipicità media o quando sono presenti
esempi di beni di bassa qualità turistica insieme ad altri ad alta capacità
di attrazione. Questo valore è frequente negli edifici di culto per i comuni
che hanno il culto greco-bizantino, come Contessa Entellina; tipicità
medio alta (4): quando troviamo insieme ad una offerta di tipicità bassa
e media alcuni esempi di tipicità alta; tipicità alta (5): è la classificazione
meno frequente e risponde ad una offerta variegata con importanti
esempi di alta tipicità, come il caso del Duomo di Monreale.
In sintesi, abbiamo calcolato il valore totale di tipicità per comune.
Questo valore va letto alla luce di quanto detto prima, sia per quanto
riguarda la classificazione che per la scala utilizzata.
Calcolo
di di
tipicit
totale
delle
risorse
per per
comune
Calcolo
tipicità
totale
delle
risorse
Comune
5
4
3
2
1
Be
l
m
on Al
te tof
m on
ez te
Bi zag
sa no
c
Bo qui
l
Ca og no
m ne
p o tta
Ca fio
m ri
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r
C fal eal
Co hius D e
nt a S ian
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l
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rle
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od
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M ano
M arin
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j
P
Pi ala Mo uso
an zz nr
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e g d le
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A no
lb
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i
P
Ro r
c iz
Sa cam zi
n
Ci ena
S a pire
n llo
G
.
V Jato
ill
af
ra
ti
0
Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia
59
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Nel grafico sopra riportato si vede come il patrimonio culturale della
maggior parte dei Comuni ha un basso livello di tipicità e solo in alcuni
casi, Monreale, Contessa Entellina ed in misura minore Campofiorito
innalzano il livello senza arrivare al valore di tipicità media. Questa
lettura della tipicità mostra un risultato abbastanza complesso, perché
rappresenta il valore di attrazione (o di tipicità) del territorio come
sistema di offerta turistico culturale, dove i punti di forza e di debolezza
aumentano o diminuiscono il risultato finale.
Analizzando quantitativamente il patrimonio presente sul territorio,
troviamo che la omogeneità relativa alla tipicità dei beni, in termini
Distribuzione del patrimonio culturale per comune
Be
lm
on Al
te tof
m on
ez te
B i zag
sa n o
c
Bo qui
Ca log no
m ne
p tt
Ca ofio a
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Ch fal real
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Pa M oju
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Ro Pr i
i
z
Sa ccam zi
n
Ci ena
Sa pire
n llo
G
.
V Jato
ill
af
ra
ti
140
120
100
80
60
40
20
0
Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia
quantitativi non si riscontra più, invece c’è una distribuzione molto
eterogenea come dimostra il Comune di Corleone con 125 beni
d’interesse turistico-culturale e Godrano con solo 7 beni.
Un altro elemento che emerge in modo chiaro da questa analisi è che il
numero di abitanti per comuni non è correlato al patrimonio presente.
Confrontando la distribuzione del patrimonio per tipicità e per quantità e
raggruppando i beni culturali per comune emerge che un alto numero di
beni culturali non è sufficiente a creare un’offerta attraente, cosi come
non è sufficiente avere pochi beni di media o alta tipicità insieme ad un
contesto fatiscente. La realtà del Comprensorio dimostra che non ci sono
beni particolarmente tipici o turisticamente attraenti (salvo rari casi,
come il Duomo di Monreale in cui si è sviluppata una dinamica turistica
intorno al bene, senza per questo arricchire il resto del territorio) per
compensare i punti di debolezza del resto del sistema.
In questo modo si mette in risalto l’importanza di un sistema di offerta
turistico-culturale, per far si che l’arricchimento dell’offerta culturale
ricada su tutto il sistema e non su alcuni beni o aree isolate del resto
del territorio.
Guardando oltre, abbiamo identificato alcune aree (gruppi di comuni)
che sono particolarmente interessanti in alcuni aspetti. Nell’area ci sono
60
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
dei comuni che condividono delle forti tradizioni, come il rito grecobizantino, alcuni centri storici di qualità architettonica o luoghi di pregio
naturalistico e paesaggistico.
Il risultato di questa analisi si riassume nella mappa dei Sistemi di
offerta turistico-culturale esistenti sul territorio. In detta mappa sono
stati identificati 6 sistemi con alto potenziale turistico; alcuni dei quali
sono già attivi nel campo turistico.
6. Il comparto ricettivo
Dall’analisi quantitativa del sistema di offerta ricettiva del Comprensorio
Alto Belice Corleonese emergono i seguenti dati: l’intero sistema si
compone di 60 strutture, il 18% delle quali sono di tipo alberghiero (11
alberghi) e l’82% restante di tipo extralberghiero (49 strutture tra bed
and breakfast, agriturismi, case d’affitto, ecc). In totale sono disponibili,
ad oggi, 914 posti letto, dei quali 294 corrispondono alle strutture
alberghiere e 620 a strutture extralberghiere.
Comparto ricettivo alberghiero ed
extralberghiero
700
600
500
400
300
200
100
0
strutture
alberghiere
Stanze
extralberghiere
Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia
Per quanto riguarda la tipologia delle strutture troviamo: nel gruppo di
quelle alberghiere 1 motel e 10 alberghi, mentre, tra le strutture
extralberghiere, gli agriturismi sono i più diffusi con 25 strutture, i B&B
presenti sono 14, gli affitta camere si stimano 12 in 6, e per ultimo i rifugi
alpini e le case vacanze con due unità ciascuno.
Tra queste due tipologie esiste un’importante differenza, mentre le
strutture alberghiere, sono in generale, già da qualche anno presenti sul
territorio, le strutture extralberghiere, sono al contrario molto recenti, e
la modalità di gestione e di organizzazione mostrano ancora le difficoltà
di avviamento di una nuova attività. Le visite sul territorio hanno messo
in evidenza una qualità dei servizi ricettivi medio bassa.
12
Il valore è stimato perché sebbene quelli dichiarati a registrati dalla Regione sono solo 6
si stima che ci siano altri non riconosciuti ancora.
61
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Distribuzione dell'offerta extralberghiera
per tipologia d'alloggio
4%
4%
29%
51%
B&B
12%
Aff. Cam.
Agrit.
Rif. Alpino
Casa Vac.
Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia
Il caso degli agriturismi sottolinea alcuni dei punti deboli dell’intero
sistema ricettivo. Sebbene poco tempo fa è stato sancito il regolamento
per gli agriturismi, e nonostante gli investimenti realizzati dal Patto la
qualità e i servizi di queste strutture è molto limitata, in molti casi la
ristorazione è diventata nel tempo l’attività principale, e in altri casi,
addirittura, non offrono nemmeno ricettività.
Nella classificazione per categoria delle strutture alberghiere troviamo la
seguente distribuzione:
Classificazione per categoria
strutture alberghiere
1 stella
5
45%
2 stella
1
9%
3 stella
3
27%
4 stella
2
18%
5 stella
0
0%
totale
11
100%
Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia
Mentre nel caso delle strutture extralberghiere la distribuzione per
categoria è la seguente:
Classificazione per categoria strutture
extralberghiere
Senza stelle
8
16,3
1 stella
7
14,3
2 stelle
7
14,3
3 stelle
16
32,7
4 stelle
11
22,4
5 stelle
0
0,0
Totale
49
100
Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia
62
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Questa classificazione sopraelencata mostra i valori riconosciuti
dall’Aapit di Palermo, che però come detto prima, non sono
rappresentativi della vera qualità delle strutture. Infatti le strutture
extralberghiere di 3 e 4 stelle sono in prevalenza gli agriturismi, mentre
le case d’affitto o i B&B sono molto meno diffusi, non hanno
praticamente promozione e funzionano quasi nella totalità dei casi su
base stagionale.
Distribuzione per Comune strutture alberghiere
n
n°
Comune
Bolognetta
Corleone
Monreale
Palazzo Adriano
S. Cristina Gela
totale
%
2
1
6
1
1
11
18%
9%
55%
9%
9%
100%
stanze
23
20
85
9
7
144
Posti
letto
50
40
170
16
18
294
Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia
Nella distribuzione per comune si evidenzia la concentrazione di
strutture alberghiere e di posti letto a Monreale, mentre nelle strutture
extralberghiere, Monreale e Piana degli Albanesi risultano quelle con la
maggior quantità di strutture; relativamente ai posti letto si aggiunge ai
sudetti Comuni anche Godrano con 130 posti distribuiti in due strutture,
una delle quali è un rifugio alpino.
Distribuzione per comune strutture extralberghiere
Comune
Bisacquino
Bolognetta
Belmonte M.
Camporeale
Chiusa Sclafani
Contessa E.
Monreale
P. degli Albanesi
Corleone
Godrano
San Giuseppe J.
S. Cristina Gela
Totale
N
n°
%
1
4
2
2
1
1
18
9
2
2
3
4
49
2%
8%
4%
4%
2%
2%
37%
18%
4%
4%
6%
8%
100%
Stanze
5
8
2
4
2
4
76
42
13
20
10
19
205
Posti
letto
15
22
4
8
4
12
201
99
50
132
32
41
620
Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia
63
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
7. Domanda turistico-culturale
7.1 I principali trend
Nel complesso, secondo il WTO il 20% delle visite turistiche in Europa
rispondono a motivazioni culturali, e il 60% dei turisti sono interessati
nei loro viaggi alla scoperta culturale.
Comunque, cultura e heritage sono una componente di circa il 40% del
totale dei viaggi internazionali. Secondo ATLAS negli anni ’80 i turisti
internazionali in Europa di tipo culturale erano circa 35 milioni, cresciuti
a 50 negli anni ’90.
In Italia, circa un terzo degli arrivi turistici (80 milioni) sono relativi alle
città d’arte, quindi pari a 26 milioni. Si sottolinea però come nella
quantificazione dei turisti nelle città d’arte convivano visitatori spinti da
effettive motivazioni culturali con quelli guidati da motivazioni
puramente di lavoro, affari, studio o simili. Analogamente, in località
non definite come centri d’arte a livello statistico possono soggiornare
persone che svolgono visite culturali.
Entrando più in dettaglio nell’analisi dei profili e dei comportamenti dei
turisti, e traendo spunto da indagini italiane ed internazionali su questo
tema, dal punto di vista della domanda si tratta di definire e classificare
una tipologia di turisti che desidera unire all’esigenza prettamente
turistica del relax e intrattenimento anche l’opportunità di conoscere gli
aspetti della cultura e della storia relative alle località di soggiorno.
Di fatto, quando si parla di turista culturale non si intende
esclusivamente la persona che parte avendo come motivazione
principale la possibilità di conoscere aspetti culturali, bensì chiunque
parta con l’idea di trascorrere un periodo di relax in un luogo diverso dal
luogo di residenza e che coglie questo periodo di vacanza anche come
un’opportunità per approfondire aspetti della cultura locale.
Questa premessa serve non solo per spiegare la difficoltà di classificare
le varie tipologie di turisti culturali ma anche per indicare come sia
difficile definire quali sono gli elementi “culturali” di una meta turistica
che sono in grado di attrarre il turista.
Questo aspetto deve essere il punto di partenza anche quando si parla di
offerta, dal momento che gli operatori che creano “prodotti” a forte
valenza culturale o che fanno parte del processo, li devono considerare.
Di fatto, una volta accertato che le attrazioni culturali hanno
un’importanza nella scelta della destinazione bisogna riflettere sui
seguenti tre elementi:
•
se l’importanza delle attrazioni/manifestazioni culturali nella scelta
della destinazione è alta oppure bassa;
64
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
•
•
quale è il grado di interesse dimostrato dal visitatore verso
l’attrazione culturale in sé piuttosto che verso le diverse espressioni
di cultura espresse dal luogo;
quale è il tipo di esperienza cercata dal visitatore.
A seconda che l’esperienza culturale cercata sia superficiale (soft users)
oppure profonda (hard users) si possono distinguere le seguenti tre
tipologie di turisti:
Tipologia di turista culturale
Occasionale
Motivato
Appassionato/specialista
Descrizione
Il 60% dei turisti sono definiti collezionisti di
conoscenza. La
cultura
è
una componente
complementare della destinazione. Segmento misto.
Il 23% dei turisti sono culturalmente ispirati. Hanno
un’età compresa trà i 25 e i 45 anni, appartengono ad una
classe sociale medio-alta. Sono residenti in aree urbane.
Effettuano più vacanze all’anno con diverse finalità ma
sempre con una componente culturale.
Un 15% di turisti dimostra un genuino entusiasmo verso
tutto ciò che ha a che fare con l’arte e la cultura e
desidera, durante la sua vacanza, approfondire e
migliorare le sue conoscenze.
Tab.15 Tipologia di turisti a seconda della esperienza culturale cercata
Già vari studi hanno rivelato che anche i visitatori di musei e siti culturali
hanno come prima motivazione la curiosità e il desiderio di “diversion”
piuttosto che information ed education.
Il consumo culturale attuale è comunque
approfondito, senza preventive ricerche.
rapido,
spesso
non
Di seguito un profilo sintetico del turista culturale:
•
•
•
•
si deve tener conto del fatto che solo una piccola percentuale di
risorse ed eventi culturali sono frequentati da turisti internazionali,
ma forte è l’interesse manifestato verso la partecipazione a
performance culturali nei luoghi di interesse ;
di vitale importanza per i siti di interesse culturale è di fatto il turista
domestico, sempre da fonte atlas (2002) risulta che una quota
rilevante (più del 33%) dei turisti culturali provengono dalle aree
limitrofe e che solo meno di un terzo è costituito da turisti stranieri;
dalle interviste di atlas, risulta che meno di un terzo degli intervistati
presso le principali attrazioni vengano dall’estero, mentre il 36% sono
residenti nell’area o nelle zone limitrofe;
la maggioranza dei visitatori sono donne (55%) contro un 45% di
uomini;
si tratta di un segmento giovane: il gruppo più ampio ha tra i 20 e i
29 anni, quasi il 40% dei visitatori di siti culturali e partecipanti a
manifestazioni culturali ha meno di 30 anni; tuttavia bisogna
65
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
•
•
•
•
•
•
•
osservare che i visitatori “puri” sono in molte occasioni appartenenti
alle fasce sopra i 55 anni;
oltre il 50% possiede un titolo di studio elevato;
i turisti culturali tendono a svolgere incarichi manageriali e
professionali ed hanno stipendi di un terzo superiore alla media
europea;
viaggia tutto l’anno;
fa registrare i maggiori spostamenti durante le festività (pasqua,
natale);
effettua permanenze brevi in ogni destinazione (2-3 notti);
preferisce la sistemazione in hotel, specie di categoria medio-alta
oppure sceglie dimore rurali o dimore storiche di prestigio; nel caso
dei turisti italiani spesso la sistemazione preferita è la casa di amici e
parenti;
i mezzi di trasporto preferiti sono aereo e treno (i voli low cost e i
treni veloci supportano la crescita del segmento).
Se si assume quale definizione di turismo culturale la seguente: “i
movimenti di persone verso attrazioni culturali, fuori dal luogo di
residenza, con l’intenzione di ottenere nuove informazioni e conoscenze
per soddisfare le loro esigenze culturali” , i bisogni da soddisfare sono
molteplici. Si individuano sei motivazioni per il turismo culturale (Fonte:
Prentice, 1993b):
1.
2.
3.
4.
5.
6.
piacere;
apprendimento;
informazione;
intrattenimento;
relax;
esercitazione.
Per questo, le attrazioni considerate culturali sono:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
visite presso gallerie d’arte, atelier di artisti;
passeggiate nei borghi, nelle città;
partecipazione ad itinerari tematici;
itinerari fluviali, a cavallo, a piedi;
ristoranti tipici, enoteche;
industrie di produzione prodotti tipici;
botteghe di artigiani;
festival folkloristiche;
performance teatrali;
celebrazioni etniche;
eventi religiosi, pellegrinaggi;
culture e subculture nel loro complesso (tradizionali o primitive).
Si tratta quindi di una serie di motivazioni molto più vaste, con “oggetti”
e luoghi di visita più diffusi e più ampi.
66
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
7.2
Analisi della domanda turistica dell’Alto Belice Corleonese
L’analisi delle domanda nei Comuni dell’Alto Belice si presta a
considerazioni diverse a seconda che si faccia riferimento ai dati
ufficiali raccolti dall’ISTAT o che si prenda in considerazione
anche il movimento attivato nelle abitazioni per vacanze in
proprietà o in affitto (cosiddette seconde case), che
costituiscono la vera struttura portante del turismo locale.
Il movimento turistico secondo le statistiche ufficiali ISTAT
Nell’area dell’Alto Belice Corleonese nel 2005 si sono registrati
complessivamente circa 11.200 arrivi e 24.500 presenze con un
incremento rispettivamente del 3,3% e del 10,1% rispetto al 2004. Si
conferma il trend positivo degli ultimi anni dovuto anche all’apertura di
nuove strutture; in particolare sembra opportuno evidenziare che nel
2004 si era realizzato un aumento più significativo rispetto all’anno
precedente, pari al 45,7% in termini di arrivi, passando dai circa 7.500
del 2003 ai quasi 11mila nel 2004, e del 36,6% con riferimento alle
presenze, passando dalle 16.334 unità del 2003 alle 22.310 del 2004.
In questa zona si concentra l’1,2% degli arrivi e lo 0,8% delle presenze
della provincia di Palermo.
Il flusso dei turisti italiani con 9.102 arrivi nel 2005 rappresenta l’ 80,8%
del movimento complessivo, mentre la componente straniera, con 2.167
unità, il 19,2%.
Arrivi e presenze nell’area dell’Alto Belice Corleonese. Valori assoluti e variazioni
percentuali. Anni 2003-2005
Anni
2003
2004
2005
2004 / 03
2005 / 04
Italiani
Arrivi
Presenze
6.717
14.393
9.263
18.447
9.102
19.623
37,9
28,2
-1,7
6,4
Stranieri
Arrivi Presenze
774
1.941
1.651
3.863
2.167
4.946
113,3
99
31,3
28
Totali
Arrivi
Presenze
7.491
16.334
10.914
22.310
11.269
24.569
45,7
36,6
3,3
10,1
Fonte: elaborazione su dati Aapit Palermo
67
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Distribuzione per origine. Arrivi e Presenze anno 2005
Presenze
20,13%
Arrivi
19,23%
79,87%
80,77%
Stranieri
Italiani
Fonte: elaborazione su dati Aapit Palermo 2003-2005
Variazioni percentuali. Arrivi e presenze anni 2003-2005
A r r iv i
Presen ze
36,6
4 5 ,7
1 0 ,1
3 ,3
2004 / 03
2005 / 04
2004 / 03
2005 / 04
Fonte:elaborazioni su dati AAPIT Palermo
Nel 2005 hanno pernottato negli esercizi ricettivi dell’area dell’Alto Belice
oltre 19.600 italiani e quasi 5.000 stranieri.
La quota di presenze straniere sul totale di quelle rilevate è
abbastanza ridotta corrispondendo a circa il 20% a fronte del
37% circa rilevato per la Sicilia e del 41% per l’intera Italia.
Per quando riguarda la componente nazionale nel 2005 si registra una
diminuzione degli arrivi del -1,7% rispetto al 2004, compensata da un
incremento delle presenze di oltre 6 punti percentuali.
La permanenza media è molto bassa sia per gli stranieri che per
gli italiani, risultando di appena due giorni. Tale fatto è dovuto alla
presenza sia del turismo d’affari, che probabilmente rappresenta la
maggior quota, sia del turismo d’arte. Quest’ultimo con poche e limitate
cose che non possono trattenere il turista.
68
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Arrivi e presenze per origine nei Comuni dell’Alto Belice Corleonese. (2005)
Anno 2005
Bolognetta
Chiusa Sclafani/Contessa
Entellina/Palazzo Adriano
Corleone
Italiani
Stranieri
Totali
Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze p.m
3.315
9.625
223
659 3.538 10.284 2,9
408
822
267
468
675
1.290 1,9
1.002
1.923
419
1.177 1.421
3.100
1.347
2.815
96
170 1.443
2.985
Monreale/San Giuseppe Jato
2.430
3.202
640
1.421 3.070
4.623
Piana degli Albanesi/Santa Cristina Gela 600
1.236
522
1.051 1.122
2.287
Totale Alto Belice Corleonese
9.102
19.623 2.167
4.946 11.269 24.569
Provincia di Palermo
578.767 1.610.230364.2601.292.257 943.0272.902.487
Godrano-Misilmeri
2,2
2,1
1,5
2
2,2
3,1
Fonte: elaborazione su dati Aapit Palerm
Prendendo in considerazione i singoli Comuni dell’area dell’Alto Belice
Corleonese nel 2005 Bolognetta presenta il maggior numero di arrivi e di
presenze con rispettivamente 3.538 e 10.284 unità, segue Monreale
con 3.070 arrivi e 4.623 presenze; occorre precisare che questi ultimi
dati includono anche il movimento turistico di San Giuseppe Jato dove è
presente una sola struttura ricettiva. Il flusso turistico più esiguo si
registra nell’area che comprende i Comuni di Chiusa Sclafani, Contessa
Entellina e Palazzo Adriano con 675 arrivi e 1.290 presenze.
Nel 2005 Bolognetta ha registrato una diminuzione degli arrivi del -7,1%
rispetto al 2004 compensata da un incremento di oltre il 35% delle
presenze. Complessivamente nei Comuni di Chiusa Sclafani, Contessa
Entellina e Palazzo Adriano gli arrivi sono raddoppiati passando dalle 315
unità del 2004 alle 657 unità del 2005 e le presenze sono triplicate,
passando dai 428 pernottamenti del 2004 ai quasi 1.300 del 2005.
Nel Comune di Corleone nel 2005 si sono registrati mille arrivi e quasi
duemila presenze con rispettivamente un calo del -4,2% ed un leggero
incremento del +0,8% rispetto al 2004.
Nel Comune di Bolognetta si concentra il 31,4 % degli arrivi e
circa il 42% delle presenze complessive dell’area dell’Alto Belice,
mentre a Monreale rispettivamente il 27,2% e il 18,8%. L’area
che comprende i Comuni di Chiusa Sclafani, Contessa Entellina e Palazzo
Adriano raccoglie il 6% degli arrivi e il 5,3% delle presenze del
movimento totale della zona dell’Alto Belice.
L’incidenza del movimento ufficiale rilevato sul totale di quello dell’intera
provincia è molto limitato come appare dal grafico seguente. In
particolare emerge la debolezza della componente straniera che
rappresenta solo lo 0,4% degli arrivi e lo 0,3% delle presenze.
69
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Incidenza degli arrivi e delle presenze di italiani, di
stranieri e totali sul movimento turistico provinciale
1,3
1,4
1,2
1
0,9
1
0,7
0,8
0,6
0,4
0,3
0,4
0,2
0
italiani
stranieri
totali
italiani
arrivi
stranieri
totali
presenze
Fonte: elaborazione su dati Aapit Palermo 2003-2005
Arrivi e presenze per origine nei Comuni dell’Alto Belice Corleonese (2004)
Italiani
Arrivi Presenze
3.589
6.878
231
327
Totali
Arrivi Presenze
3.809
7.603
315
428
p.m
2
1,4
1.051
1.988
432
1.087
1.483
3.075
1.511
3.650
62
115
1.573
3.765
2.026
3.438
585
1.173
2.611
4.611
855
2.166
268
662
1.123
2.828
9.263
18.447
1.651
3.863
10.914
22.310
706.018 1.839.405 445.325 1.440.159 1.151.343 3.279.564
2,1
2,4
1,8
2,5
2
2,8
Anno 2004
Bolognetta
Chiusa Sclafani/Contessa
Entellina/Palazzo Adriano
Corleone
Godrano-Misilmeri
Monreale/San Giuseppe Jato
Piana degli Albanesi/Santa Cristina Gela
Totale Alto Belice Corleonese
Provincia di Palermo
Stranieri
Arrivi Presenze
220
725
84
101
Fonte: elaborazione su dati Aapit Palermo
Arrivi e presenze per origine nei Comuni dell’Alto Belice Corleonese. Variazioni
percentuali 2005/2004
Variazioni percentuali
Italiani
Stranieri
Totali
2005/2004
Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze
Bolognetta
-7,6
39,9
1,4
-9,1
-7,1
35,3
Chiusa Sclafani/Contessa
76,6
151,4
217,9
363,4
114,3
201,4
Entellina/Palazzo Adriano
Corleone
Godrano-Misilmeri
Monreale/San Giuseppe Jato
Piana degli Albanesi/Santa Cristina Gela
Totale Alto Belice Corleonese
Provincia di Palermo
-4,7
-10,9
19,9
-29,8
-1,7
-18
-3,3
-22,9
-6,9
-42,9
6,4
-12,5
-3
54,8
9,4
94,8
31,3
-18,2
8,3
47,8
21,1
58,8
28
-10,3
-4,2
-8,3
17,6
-0,1
3,3
-18,1
0,8
-20,7
0,3
-19,1
10,1
-11,5
Fonte: elaborazione su dati Aapit Palermo
70
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Arrivi e presenze per origine nei Comuni dell’Alto Belice Corleonese.
Anno 2005
Italiani
Stranieri
Arrivi Presenze Arrivi Presenze
36,4
49
10,3
13,3
4,5
4,2
12,3
9,5
Bolognetta
Chiusa Sclafani/Contessa
Entellina/Palazzo Adriano
Corleone
Godrano-Misilmeri
Monreale/San Giuseppe Jato
Piana degli Albanesi/Santa Cristina Gela
Totale Alto Belice Corleonese
11
14,8
26,7
6,6
100
9,8
14,3
16,3
6,3
100
19,3
4,4
29,5
24,1
100
23,8
3,4
28,7
21,2
100
Totali
Arrivi Presenze
31,4
41,9
6
5,3
12,6
12,8
27,2
10
100
12,6
12,1
18,8
9,3
100
Fonte: elaborazione su dati Aapit Palermo
Distribuzione arrivi a presenze per comuni
Totale Alto Belice Corleonese
Piana degli Albanesi/Santa Cristina Gela
Monreale/San Giuseppe Jato
Godrano-Misilmeri
Corleone
Chiusa Sclafani/Contessa Entellina/Palazzo
Adriano
Bolognetta
0
Arrivi
20
40
60
80
100
120
Presenze
Fonte: elaborazione su dati Aapit Palermo
71
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Il movimento turistico considerando
appartamenti per vacanza
le
abitazioni
e
gli
Se diversi Comuni non “possiedono” strutture ricettive ufficiali, tutti,
invece, dispongono di abitazioni utilizzate per vacanza, ed in una misura
considerevole.
Nell’area si valuta che al censimento 2001 vi siano state circa 49.000
disponibilità di letti nelle circa 9.900 abitazioni disponibili con la
conseguente stima di più di 2,5 milioni di presenze, che rappresenta un
dato pari a circa 100 volte quello che risulta per la ricettività ufficiale.
E’ da precisare, tuttavia, che in gran parte si tratta di abitazioni
godute dai proprietari con forme di turismo di ritorno o come
seconda casa. Tale quota di domanda, che probabilmente
caratterizza più del 90% del totale, anche se non è
commercializzata attraverso i normali canali di vendita del
prodotto turistico, ha comunque una grande rilevanza perché
determina apporto di reddito dall’esterno. Inoltre, la quota fruita in
senso propriamente turistico e come tale commercializzata resta
comunque elevata, pari a circa una decina di volte quella rilevata
ufficialmente.
Inoltre, con riferimento alle abitazioni utilizzate per vacanza, la quota di
presenze dell’Alto Belice sul totale provinciale pare assai elevata perché
corrisponde a circa il 18,5% per l’anno 2001 (anno del censimento ed
ultimo anno per il quale sono disponibili i dati relativi alle seconde case).
Si ricorda che la Sicilia è la regione che presenta il maggior
moltiplicatore turistico (8,7, contro una media nazionale di 3,1) nel
passare dalle statistiche ufficiali Istat a quelle stimate considerando
anche il fenomeno delle abitazioni per vacanza. Per la Provincia di
Palermo tale moltiplicatore è 8,1. Può darsi che in località ristrette e
poco evolute turisticamente tale variabile assuma valori particolarmente
elevati.
Probabilmente i dati relativi al fenomeno delle seconde case, desunti e
stimati dalla banca dati dell’ANCI, sono sovrastimati, ma danno
comunque un’idea di come il fenomeno delle abitazioni per vacanza sia
assolutamente determinante nel sistema del turismo locale.
Probabilmente costituisce anche una grande forza propulsiva per la
rarefatta economia locale, ma andrebbe valutato e circostanziato in
modo migliore.
È certo, comunque, che in prospettiva debbono essere attivate politiche
per il “riconoscimento” statistico ed economico di tale comparto e
proposte ipotesi per la sua commercializzazione in modo che, almeno in
72
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
parte, quello che oggi appare come sommerso possa acquisire una
dignità di mercato.
Si riportano di seguito le stime relative alle abitazioni utilizzate per
vacanza relative all’anno 2001 e 1996.
Letti e presenze nelle abitazioni per vacanza e presenze turistiche per Comune
Letti case vacanza
2001
Altofonte
Belmonte Mezzagno
Bisacquino
Bolognetta
Campofiorito
Camporeale
Cefalà Diana
Chiusa Sclafani
Contessa Entellina
Corleone
Giuliana
Godrano
Marineo
Mezzojuso
Monreale
Palazzo Adriano
Piana degli Albanesi
Prizzi
Roccamena
S. Cipirello
S. Cristina Gela
S. Giuseppe Jato
Villafrati
ALTO BELICE
PROVINCIA
Inc. Alto Belice
1.673
2.617
2.379
1.787
246
335
166
389
446
1.400
217
165
1.832
699
28.233
406
770
639
64
905
784
1.177
1.385
48.714
204.091
23,90%
Pres. Case
vacanza 2001
101.875
57.276
55.632
90.048
6.184
20.076
18.653
18.890
17.654
53.432
10.808
6.416
96.347
27.125
1.916.040
13.954
59.081
29.386
1.633
41.196
54.138
48.179
50.068
2.794.091
15.102.700
18,50%
Letti case vacanza
1996
2.257
2.058
1.469
1.686
157
348
241
526
414
1.308
257
135
1.708
618
22.879
382
1.010
784
58
769
906
1.013
1.363
42.346
196.342
21,60%
Pres. Case
vacanza 1996
136.610
85.464
65.626
102.052
7.295
23.682
13.891
22.238
20.825
61.267
12.750
8.513
113.655
31.998
1.493.210
15.617
43.241
34.665
2.205
48.596
54.856
56.112
59.063
2.513.431
14.029.161
17,90%
Fonte: elaborazione Sviluppo Italia
73
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
8. Analisi SWOT
L’analisi del patrimonio culturale, della domanda culturale e turisticoculturale consente di porre in evidenza quali sono gli elementi distintivi
del sistema da potenziare e valorizzare. Altresì, l’evidenziazione dei
punti di debolezza del sistema culturale serve a chiarire quali sono le
criticità da affrontare per far sì che tale sistema sia in grado di produrre
e distribuire cultura.
Oggi, il turismo ricerca “l’esperienza”, esperienza di turismo che non è
più solamente vacanziero e di relax ma è anche di scoperta e
arricchimento personale (e anche di status). Si afferma il turismo delle
tre L: landscape, leisure and learning, o delle tre E: excitement,
education, entertainment. La vacanza è un’occasione non di stacco
totale ma si sta trasformando in un modo di occupare il tempo libero,
coerentemente alle proprie abitudini e attitudini, un’occasione per fare
tutto quello che non si riesce a fare nella quotidianità. Si vanno
affermando in questo senso i viaggi legati alla scoperta di culture e
pratiche artigianali, gastronomiche, linguistiche, artistiche, ecc. Più alta
è “ l’attenzione al modo in cui il tempo libero viene occupato, all’impatto
dell’attività turistica sui territori visitati, al tipo di esperienza che viene
fatta all’interno di una destinazione”. Si cita da Martini (p. 184) “E’
come se si fosse creata una terza via al turismo leisure, che si pone in
posizione intermedia fra il turismo del divertimento di massa e il turismo
impegnato di nicchia, ossia la visita consapevole e documentata dei
luoghi, delle bellezze architettoniche, la scoperta degli itinerari minori e
l’immersione culturale”.
Vanno interpretati in questo senso i risultati raccolti da questa prima
analisi puntuale, ferma restando la necessità di tener conto della
domanda locale che è indispensabile ad alimentare e far sopravvivere
qualsiasi sistema culturale, ed, in particolare, un sistema di dimensioni
ridotte.
Con riferimento all’analisi della domanda locale si può rilevare che la
quota di turismo attivato secondo le statistiche ufficiali è veramente
molto ridotta, anche se rapportata al turismo provinciale. Diventa quasi
insignificante se rapportata a livello provinciale ed ancor più nazionale.
L’appeal dell’area per il turista straniero è assai minore rispetto alla
media di quanto accade per l’isola, è anche molto più ridotta rispetto
alla componente nazionale. Si evidenzia inoltre che, la permanenza
media è molto bassa, più bassa anche di quella che si riscontra per le
città d’arte; il flusso turistico appare molto volatile, ovvero ancora non
consolidato nel tempo.
E’ poi presente una forte componente escursionista in particolare, ma
non solo, dal bacino palermitano, anche con riferimento al Comune di
Bolognetta si osserva, infatti, che i flussi turistici provenienti da Palermo
e rivolti ad Agrigento spesso sostano in questo paese. La valutazione di
74
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
questa componente nei suoi aspetti qualitativi e dimensionali, insieme
alla stima del movimento attivato nelle abitazioni per vacanza,
rappresenta una delle precondizioni per la riuscita del progetto di
valorizzazione culturale.
L’analisi puntuale del sistema culturale ha rilevato una ricca presenza in
termini quantitativi di beni culturali, espressione della storia di questo
territorio, ma allo stesso tempo, come spesso accade in Italia, tale
patrimonio non si caratterizza per l’esistenza di elementi distintivi fatta
eccezione per il Duomo di Monreale, che senza dubbio rappresenta un
bene con alta tipicità.
Il 71% del patrimonio culturale sta in buono stato di conservazione, ma
tale dato va però bilanciato con il problema della sua fruibilità in chiave
turistica e della sua capacità di attrarre visitatori.
Il patrimonio collocato all’interno dei centri urbani oggi è in gran parte di
scarso interesse turistico date le condizioni dei centri storici, spesso
caotici, con poche aree pedonali, pochi parcheggi, e pochi servizi. Il
turista ricerca nella vacanza un’occasione di relax, specialmente quando
sceglie delle destinazioni non metropolitane, e non ama infilarsi in
situazioni di traffico o di caos.
Appaiono più interessanti per una valorizzazione in chiave
turistica i beni dislocati in aree collinari di interesse
paesaggistico. La possibilità di integrare la scoperta culturale
con attività all’aria aperta sembra una strada più coerente da
seguire per una valorizzazione dell’offerta turistica.
L’analisi delle caratteristiche del patrimonio mette in risalto la
dominanza di luoghi di culto, alcuni di elevato pregio artistico, altri
caratterizzati dalla presenza del rito greco-bizantino dovuto alla
presenza in 5 Comuni delle comunità albanesi. Nella maggior parte dei
casi le chiese hanno una ridotta capacità di attrazione turistica. Un
turista difficilmente è interessato a svolgere un itinerario alla
scoperta dei luoghi di culto se non vi sono degli elementi tali di
unicità culturale da giustificare la visita.
Se si guarda poi alle dimore storiche fatte salve due o tre eccezioni,
gran parte del patrimonio non ha oggi valenza turistica, ma è in
prevalenza adibito ad altri usi pubblici o privati.
Esclusi alcuni Comuni come Giuliana, Chiusa Sclafani, Palazzo
Adriano, Piana degli Albanesi, Monreale, Cefalà Diana, Godrano e
Corleone, gli altri non hanno dei centri storici attrattivi da un
punto di vista turistico. Oggi quasi tutti i Comuni presentano una
qualità dei servizi urbani e della struttura urbana poco adeguata
ad una fruizione turistica, quindi richiedono interventi che
vadano in questa direzione per assicurare al turista le condizioni
minime di qualità del posto.
75
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
La varietà dei soggetti proprietari e gestori del patrimonio culturale
rappresenta una difficoltà organizzativa e gestionale. Una parte del
patrimonio è di proprietà della Curia, parte della Regione, alcuni beni dei
Comuni e, infine, una parte è dei privati.
Un’altra debolezza che oggi si riscontra nell’area è legata
all’assenza di una cultura della gestione del bene culturale,
quindi, di soggetti vivaci che abbiano già intrapreso la strada
della produzione e distribuzione culturale.
Da un punto di vista della fruibilità del patrimonio l’analisi evidenzia
un’offerta assai ridotta di servizi al turista quali visite guidate, itinerari
tematici accompagnati, escursioni, corsi tematici, ecc.
Il turista che soggiorna nell’area in maniera del tutto autonoma deve
organizzare le sue visite e andare, con un buon spirito di esploratore,
alla ricerca dell’offerta culturale a lui gradita.
Le complessità crescono per il turista straniero che non può trovare una
visita tematica in lingua e neanche assistenza e informazioni nei punti
informativi turistici. La segnaletica è spesso carente o posizionata in
modo inadeguato; è difficile trovare del materiale informativo come una
mappa stradale o l’elenco dei siti da visitare.
Le manifestazioni e gli eventi sono progettati e organizzati quasi
esclusivamente per il pubblico locale, alcuni di questi eventi hanno
assunto nel tempo un potenziale di attrazione turistica per la loro
tipicità, ma sono ancora poco sfruttati in questa chiave. Ridotta o quasi
inesistente è l’integrazione fra organizzatori delle manifestazioni e
operatori turistici.
Non esiste un’offerta di manifestazioni a livello di comprensorio,
ma solo molteplici iniziative a livello comunale che spesso si
sovrappongono.
Di certo la presenza di alcune feste tipiche offre opportunità di richiamo
turistico se si procede ad una riorganizzazione delle stesse e alla
creazione di un filo conduttore che possa dare identità all’area.
I prodotti tipici sono pochi e poco valorizzati, la ristorazione
spesso non offre prodotti locali e non da valore all’offerta tipica
del territorio.
Ad eccezione del vino, il turista con grandi difficoltà può
degustare e acquistare le produzioni locali, sono pochi i negozi
dell’area che offrono i prodotti tipici.
Oggi non esistono percorsi enogastronomici ma poche esperienze di
qualità. Spesso si trovano promossi percorsi e servizi nella realtà
inesistenti.
Il verde e la sua qualità è, senza dubbio, un punto di forza, ma ancora
deboli sono i servizi per la loro fruizione, dalla segnaletica, a servizi di
76
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
edutainment a percorsi disponibili per lo svolgimento di attività all’aria
aperta.
La promozione avviene in maniera estemporanea e non in una
logica di sistema, pertanto vi sono alcuni siti che sono promossi
attraverso brochure, guida o internet, ed altri che non hanno
adottato nessuna forma di promozione on site e a distanza.
La comunicazione è debole non solo presso il turista “a casa” ma altresì
sul territorio. Nel primo caso l’impatto che ne consegue riguarda la
possibilità di valutare e scegliere la destinazione, non si può comprare
ciò che non si conosce; nel secondo caso si determina un disagio per il
turista nell’area e si perdono occasioni di consumo per mancanza di
conoscenza delle opportunità offerte.
Il turista da casa se inserisce in un motore di ricerca parole
chiave come Alto Belice Corleonese, Ficuzza, Monreale, ecc. si
trova di fronte ad una miriade di siti che male e poco
promuovono l’offerta turistica. Deve perdere molto tempo per
scoprire quali siti visitare e non riesce a risalire ad eventuali
possibili escursioni o altri servizi e attività turistico-culturali.
Il turista in loco può trovare, se fortunato, materiale informativo
dell’area presso l’ufficio dell’AAPIT dell’aeroporto o della stazione di
Palermo o di Palermo città ma non trova una mappa; nell’area ci sono
pochi uffici informativi e non sempre aperti, e comunque non capaci di
dare informazioni sull’intero Comprensorio.
La cultura ed il turismo culturale offrono oggi buone opportunità di
sviluppo socioeconomico perché sono cambiate le abitudini dei
consumatori che sempre di più vanno alla ricerca di occasioni di crescita
personale e dedicano sempre più tempo alla soddisfazione dei bisogni
culturali. Sono aumentate le opportunità di fare turismo, ed è anche
cresciuta l’educazione al viaggio, così ogni momento è buono per partire
alla scoperta di cose nuove.
In particolare è interessante sottolineare la crescita turistica della Sicilia
e la diffusione all’estero della sua immagine. Si è andata affermando in
questi anni grazie alla promozione turistica in tutte le sue forme (film,
fiction, spot, internet, ecc.) un’immagine della Sicilia ricca di valori
culturali, di luoghi e tradizioni da scoprire.
Allo stesso tempo va però segnalato un affinamento delle esigenze del
turista culturale che si è abituato e richiede un prodotto personalizzato.
Ciò implica per l’offerta professionalità, flessibilità e capacità di
anticipare le evoluzioni del mercato.
Per mettere a punto un prodotto turistico culturale è necessario
sviluppare:
• nuovi modelli di fruizione dell’offerta culturale;
• nuovi servizi culturali al turista;
77
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
•
•
•
•
servizi ricettivi con un buon rapporto qualità prezzo;
integrazione fra arte, natura, folklore e enogastronomia;
servizi ristorativi con un buon rapporto qualità prezzo;
facilità di prenotazione e acquisto dei servizi turistici.
Di seguito in sintesi vengono descritti i principali punti di forza e
debolezza dell’offerta culturale dell’area dell’Alto Belice Corleonese, e le
opportunità e minacce legate allo sviluppo di un sistema turisticoculturale.
Punti di forza
Punti di debolezza
A livello di sistema culturale
A livello di sistema culturale
[ Il patrimonio culturale è abbastanza [ Presenza di pochi beni con un’alta
[
[
[
variegato e distribuito nel territorio
L’area di riferimento è incontaminata e
trattiene elementi importanti della
tradizione culturale locale
Il 71% del patrimonio culturale sta in
un buon stato di conservazione
Circa il 70% del patrimonio culturale è
localizzato all’interno dei centri storici
[
[
[
[
[
[
[
capacità di attrazione, solo l’8%
dell’offerta culturale
Il 55% dei beni sono oggi non fruibili
al pubblico
La distribuzione dell’offerta culturale è
inefficace e inefficiente
Il 63% dei beni culturali presenta
problemi di barriere architettoniche
I servizi aggiuntivi alla fruizione
dell’offerta culturale sono inesistenti
La maggior parte del patrimonio
culturale non è comunicato, fatta
eccezione per i beni più importanti
tutto il resto del patrimonio non è
diffuso fuori e dentro l’area
L’utilizzo della rete internet a scopi di
promozione, prenotazione e vendita
dell’offerta culturale è inconsistente
L’offerta culturale non presenta
elementi di segmentazione sulle diverse
tipologie di pubblico, come ad esempio
un pubblico giovane e giovanissimo
78
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
A livello di categoria dell’offerta A livello di categoria dell’offerta
culturale
culturale
[ Le dimore storiche private sono ben [ Il 92% dei siti archeologici non è
[
[
[
[
[
[
[
[
presenti sul territorio, e potrebbero
essere adibite a fini culturali, ricettivi e
ristorativi
La presenza di centri storici, spesso non
di pregio, ma che comunque accolgono
l’85% del patrimonio culturale (escluso
quello archeologico)
Il patrimonio archeologico è ben
distribuito sul territorio ed è afferente a
diverse epoche storiche (dal preistorico
al periodo classico ed oltre)
Il territorio è caratterizzato dalla
presenza di riserve naturali all’interno
delle quali si collocano gran parte delle
aree archeologiche
L’area detiene un insieme di elementi
architettonici con caratteristiche simili
che possono essere utilizzati per
valorizzare l’identità dell’area
La presenza diffusa di piccoli musei
espressione della cultura del territorio
Le sagre sono l’evento tipico più
diffuso e, potenzialmente, esprimono un
occasione di valorizzazione della
produzione territoriale su tutto l’anno
Il territorio detiene alcune esperienze di
qualità enogastronomica
Il sistema bibliotecario e archivistico è
capillarmente presente in tutti i comuni
ed è tutto accessibile e altamente
fruibile
[
[
[
[
[
[
[
[
fruibile
La frubilità del sistema museale è
molto al di sotto degli standard
nazionali e internazionali
Più del 50% dei luoghi adibiti allo
spettacolo dal vivo è chiuso, la restante
parte è poco fruibile
È pressoché inesistente un’offerta di
corsi di spettacolo, artigianato, danza,
ecc.
Gli eventi culturali sono nel 95% a
richiamo locale e hanno una durata
media di un giorno
Gli eventi culturali non seguono una
programmazione turistico-culturale e
non coordinati fra i diversi comuni
Gli eventi culturali non sono
espressione della cultura del territorio
Le produzioni artigianali sono poco
valorizzate in chiave turistica.
La
distribuzione
dei
prodotti
enogastronomici è poco organizzata in
chiave turistica.
Punti di forza
A livello di sistema turistico e
relazionale
[ Sono in corso progetti di valorizzazione
Punti di debolezza
A livello di sistema turistico e
relazionale
[ Una cultura della valorizzazione del
dell’offerta turistico-culturale: itinerari
enogastronomici, la realizzazione di
musei, le piste ciclabili, il museo
diffuso
Buona capacità di concertazione tra i
diversi enti
Buone capacità di fund raising
patrimonio culturale, sia nel settore
privato che in quello pubblico di
recente diffusione
La qualità della ricettività dell’area non
è coerente con lo sviluppo di un
turismo culturale
[
[
[
79
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Opportunità
Minacce
[ La domanda culturale continua a [ Incremento della competitività altre
[
[
[
[
[
[
[
crescere in risposta a nuovi stili di vita
La domanda turistica-culturale negli
ultimi anni è quella che meglio ha
tenuto rispetto alla crisi internazionale
La domanda turistico-culturale si
suddivide oggi in una molteplicità di
segmenti
Moltiplicazione delle opportunità di
vacanza
Sono cambiati i comportamenti di
consumo turistico: si privilegiano più
vacanze brevi distribuite nell’anno
Sicilia oggi è la regione Italiana che
raccoglie i maggiori consensi dei turisti,
espressi nel desiderio di svolgere
almeno un viaggio in Sicilia
I flussi turistici in Sicilia negli ultimi
anni hanno registrato variazioni positive
Sono cresciuti i voli low cost presso i
principali aeroporti siciliani
[
[
destinazioni regionali, nazionali e
internazionali nel settore turistico e
culturale
Sviluppo di nuovi prodotti turisticoculturali sempre più competitivi
Crescente personalizzazione della
vacanza, che si traduce nell’attesa da
parte del turista di una vacanza sempre
più coerente rispetto alle sue esigenze
9. Linee guida
L’analisi dell’offerta di beni e attività culturale dell’area dell’Alto Belice
Corleonese, della domanda turistica, della ricettività e dei servizi al
turista hanno messo in evidenza l’inesistenza ad oggi di un sistema di
offerta integrata finalizzata a potenziare il turismo nel territorio. L’area,
infatti, non presenta tutti quegli elementi di sistema in senso turistico,
ma al contrario è un territorio a forte vocazione agricola in cui sono
presenti potenzialità naturali e culturali sfruttabili in chiave turistica.
Come evidenziato nell’analisi SWOT, per poter attivare un sistema di
offerta culturale, capace di attrarre turisti è necessario superare le
criticità del territorio che influenzano negativamente la creazione di
un’industria turistica.
Le criticità principali, già indicate nell’analisi SWOT, su cui è opportuno
intervenire al fine di favorire una valorizzazione culturale dell’area in
chiave turistica sono:
•
assenza di beni culturali e attività, oggi, in grado di attrarre flussi
turistici;
•
assenza di servizi di svago per il tempo libero da offrire ai turisti;
80
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
•
qualità media dei servizi ricettivi e di ristorazione;
•
assenza di integrazione fra le diverse componenti dell’offerta;
•
strutture urbane di molti centri poco adeguate ad una fruizione
turistica;
•
segnaletica inadeguata alle esigenze di un turista culturale.
Va, inoltre, precisato che in assenza di un documento ufficiale che
definisca il concept e la strategia turistica dell’area si è lavorato su
alcune ipotesi di “futuro turistico” che sono apparse al gruppo di lavoro
coerenti con le caratteristiche distintive della destinazione.
In particolare, si è ipotizzato un sistema turistico che fa leva sulle
risorse naturali quale principale fattore di attrattività e usa il sistema dei
beni e delle attività culturali e l’enogastronomia quali elementi di
complemento al sistema di offerta. Il target principale di riferimento è
rappresentato dal turismo più di prossimità che sceglie per più volte
nell’anno la destinazione per interrompere il ritmo della città, ma si
guarda anche nel futuro alla possibilità di attivare flussi nazionali e
internazionali interessati a fare un’esperienza in un ambiente per molti
aspetti ancora incontaminato.
L’industria turistica deve organizzarsi per offrire al turista la possibilità di
svolgere attività legate alla natura e alla cultura, deve offrirgli tante
buone ragioni, occasioni per trascorrere almeno un week end sul
territorio.
Quindi, anche il sistema culturale nel suo complesso deve pensare a
come sviluppare servizi e attività per i turisti, trovare soluzioni per far si
che il visitatore svolga un’esperienza sul territorio.
Il lavoro da svolgere deve concretizzarsi in un piano di interventi che
riguardano:
•
•
•
il prodotto turistico;
i tessuti urbani dei diversi centri;
l’offerta di servizi culturali, ambientali ed enogastromici.
Mentre per i primi due aspetti, si mette in evidenza come gli stessi siano
condizione necessaria per far sì che si possano attivare flussi tali da
garantire anche una domanda culturale essendo cultura e turismo due
facce della stessa medaglia, per l’ultimo punto si offrono risposte
puntuali con il piano di valorizzazione culturale ai fini turistici.
Con riferimento al prodotto turistico le criticità a cui dare risposta oggi
riguardano:
•
•
servizi informativi al turista sul territorio poco efficaci; infatti, pur
essendo presenti in molti comuni del territorio uffici delle proloco,
questi offrono informazioni in prevalenza sul Comune e non danno
servizi di prenotazione o informazioni puntuali su possibili attività da
svolgere;
l’assenza di un’identità territoriale condivisa dagli operatori, che si
traduce nella mancanza di una linea strategica comune e
81
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
•
•
•
nell’impossibilità di promuovere attualmente la destinazione in
maniera unitaria;
la qualità bassa dei servizi di ricettività; le strutture ricettive, seppur
per la maggior parte nuove e strutturalmente accoglienti, hanno uno
standard di servizio inferiore alle stelle dichiarate e alle aspettative
del turista nazionale e internazionale;
la qualità medio bassa della ristorazione; bar e ristoranti si rivolgono
ai residenti e, quasi sempre, non offrono un servizio di ristorazione
che poggia e valorizza i giacimenti enogastronomici locali, e anche nei
casi in cui di più ci si rivolge al turista il servizio è improvvisato e
l’offerta non cambia da ristorante in ristorante, ma il turista rischia di
vedersi offerti sempre gli stessi piatti;
una promozione turistica troppo debole che si traduce nell’assenza di
materiale informativo su supporto cartaceo e informatico esaustivo e
in diverse lingue, di un portale unico di promozione, ecc.
Va, inoltre, evidenziato che i Comuni che appartengono al territorio
hanno per la maggior parte un struttura urbana e una qualità del
tessuto urbano poco adeguati ad una fruizione turistica. L’assenza di
flussi turistici consistenti e, solo, la recente nascita di strutture ricettive
che hanno attivato una domanda turistica, giustifica la presenza di centri
urbani che non hanno caratteristiche tali per accogliere turisti. Si tratta
tanto dell’assenza di parcheggi, di una segnaletica efficace, di bagni
pubblici, di isole pedonali, di zone di shopping, ecc., quanto della
presenza di elementi di caos e di traffico che mal si sposano con un
turista che cerca il borgo per interrompere il ritmo della città e ritrovare
calma e relax.
Quindi il piano di valorizzazione culturale va ad inserirsi in un contesto
turisticamente tutto da costruire, e nell’indicare le principali azioni da
intraprendere per avviare un processo di crescita dell’offerta culturale in
chiave turistica deve tener conto dei punti di forza e debolezza emersi
nell’analisi SWOT.
Il sistema culturale è sostanzialmente privo di forti elementi di
tipicità, fatta eccezione per il Duomo di Monreale, quindi non
risulta immediatamente capace di attrarre turisti se non
sottoposto ad interventi che ne possano accrescere la sua
valenza culturale. Appare, quindi, da un lato importante lavorare
sull’integrazione delle diverse strutture in una logica di rete,
dall’altra trovare nuove formule di valorizzazione capaci di
accrescere la valenza culturale di questi beni.
I beni culturali dislocati all’interno dei Comuni del Comprensorio sono
spesso poco accessibili in chiave turistica perché inseriti in un contesto
urbano disordinato.
Sembra pertanto opportuno lavorare in prima battuta su quella
parte del patrimonio dislocato in paesaggi incontaminati e in
centri turisticamente più sfruttabili. Infatti, in questo modo si
può più facilmente integrare offerta “verde” e offerta culturale
costruendo su questo una specificità del territorio, e nello stesso
tempo usare quei contenitori culturali oggi accessibili per creare
82
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
all’interno attività culturali per il turista. La strategia non può
che essere graduale e deve procedere di pari passo con gli
interventi sul prodotto turistico e sulla qualità urbana.
L’offerta enogastronomica presenta elementi da valorizzare che
riguardano la presenza di un giacimento enologico di ottima qualità, di
produzioni agricole biologiche, di alcuni prodotti tipici di natura casearia,
di macelleria, di pastificio e dolciari. Tali produzioni, ad eccezione del
vino, esprimono inadeguatamente le tipicità del territorio e sono poco
commercializzati; infatti, sono difficilmente acquistabili sul territorio da
un turista, non hanno un packaging curato, sono poco promossi
all’interno dei ristoranti e difficilmente individuabili. Il turista
enogastronomico al contrario sceglie la destinazione anche per poter
assaporare nuovi piatti e riscoprire tradizioni e culture gastronomiche.
Gli piace poter gustare le produzioni locali e poterle acquistare per
condividere, una volta a casa, con gli amici l’esperienza fatta. È in tal
senso importante promuovere un progetto graduale sull’enogastronomia
che ne valorizzi l’intera filiera a partire dalla produzione per finire alla
distribuzione e promozione attraverso negozi, bar e ristoranti. Bisogna
tanto favorire interventi sulla qualità del prodotto, sul marchio e sul
confezionamento, quanto agire sulla sua promozione e distribuzione,
perché sia presente e sia utilizzato da ristoranti, bar e negozi gourmet.
10. Benchmarking
10.1 Obiettivi e metodologia del benchmarking
In generale, il benchmarking
individuare le best practices e
o in altri settori di business
modo da poter confrontare le
individuati.
è un processo di analisi finalizzato ad
le performance di eccellenza nello stesso
dell’organizzazione che lo promuove, in
proprie prestazioni rispetto agli standard
Ne consegue che l’efficacia dei risultati dell’attività di benchmarking è
legata all’individuazione di casi di eccellenza, di esperienze
all’avanguardia o comunque innovatrici in uno specifico campo o settore.
Nel caso in questione l’analisi di benchmarking è servita ad individuare
casi internazionali e nazionali di riferimento che possono offrire spunti di
riflessione per la definizione della strategia di valorizzazione culturale.
Gli elementi base che hanno guidato la scelta dei casi studio sono:
•
•
•
caratteristiche del territorio; ovvero sono stati scelti come modelli di
riferimento territori con caratteristiche simili a quello oggetto del
piano, con un offerta turistico – culturale basata su una molteplicità
di risorse (beni culturali, enogastronomia, artigianato, ecc.)
varietà dell’offerta turistica; sono stati scelti esempi di riferimento
con un’articolata gamma di prodotti turistici. Ciò per verificare i
percorsi seguiti nei diversi casi e gli elementi di successo registrati;
livello di maturità del prodotto turistico offerto; la diversa maturità
della destinazione turistica dei territori scelti serve a tracciare un
83
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
percorso di sviluppo tenendo conto dell’esperienze già svolte da
contesti simili.
I casi studio esaminati sono di seguito in breve descritti.
1. Regione Borgogna (Bourgogne) – Francia; è un sistema di offerta
turistica composto da più territori simili fra loro, ma dove ciascuna
area ha cercato di individuare un elemento di forza su cui costruire la
sua specificità. Il sistema è maturo da un punto di vista dell’offerta
turistica, è interessante indagare sull’uso dell’offerta culturale come
mezzo per incidere sulla motivazione del turista e promuovere nuovi
prodotti turistico-culturali. La domanda turistica di quest’area è in
prevalenza legata ad un turismo di breve e medio raggio e del week
end. Le informazioni raccolte su questo caso offrono delle indicazioni
sul percorso di valorizzazione turistica svolto da un territorio a forte
vocazione “rurale” che ha posto al centro del suo sviluppo le risorse
del territorio. Inoltre offre spunti di riflessione sulle nuove tendenze
del turismo enogastronomico.
2. Monferrato (area di Langhe, Monferrato e Roero) – Italia; quest’area
sta vivendo da qualche anno un processo di valorizzazione turistica
alla ricerca di uno spazio all’interno del sistema piemontese. Questo
territorio fa leva su delle risorse territoriali molto simili a quello
dell’Alto Belice, potendo contare su un settore enogastronomico
molto sviluppato e di elevata qualità. L’offerta turistica in costruzione
ruota intorno all’enologia, che è un settore tradizionale dell’area, e le
organizzazioni del luogo stanno lavorando sull’integrazione delle altre
risorse culturali. Anche in questo caso la domanda turistica
prevalente è di breve e medio raggio e l’area sta in prossimità di un
polo di attrazione importante come Torino. Il caso delle Langhe serve
a mettere in evidenza un esperienza nazionale che presenta molti
punti di contatto con il caso dell’Alto Belice.
3. Isola di Skansen – Svezia; il museo all’aperto di Skansen ricostruisce
esempi e tradizioni della vita svedese e rappresenta oggi una delle
attrazioni più visitate di Stoccolma. Il museo si rivolge in un’ottica di
edutainment al pubblico più giovane, con la possibilità di riscoprire
arti e mestieri ormai scomparsi e nello stesso tempo di fare un
viaggio all’interno del mondo dell’agricoltura per imparare cose che
la vita di città ha reso lontane. Nello stesso tempo è un’offerta che
va bene anche per un pubblico più adulto che può trovare forme di
architettura e modi di abitare e di vivere ormai scomparsi. Questo
caso è molto interessante perché mette in evidenza come è possibile
produrre dei servizi culturali proprio a partire dalle tradizioni locali.
84
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
10.2 Struttura dei casi
Le variabili di benchmarking sono state scelte per garantire
l’acquisizione di tutte quelle informazioni utili a trarre considerazioni
sulla strategia da adottare.
Le informazioni raccolte riguardano:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
la localizzazione;
le caratteristiche dimensionali, come il numero di abitanti e la
superficie;
il paesaggio;
l’accessibilità, ovvero la vicinanza agli aeroporti, stazioni di treno,
porti e altre vie di comunicazione;
l’elemento distintivo, ovvero quello che rende unica l’offerta turisticaculturale;
la descrizione dell’offerta turistico culturale;
il principale/i target di riferimento turistico/i;
il tipo d’attività produttiva (vinicola, agricola, marittima, ecc);
la presenza di marchi di qualità (doc, docg, world award, ecc);
il tipo d’organizzazione dell’offerta: centralizzata, frammentata,
coordinata da tour operator, consorzi turistici, ecc;.
gli elementi che mettono in evidenza il funzionamento dell’offerta
come rete (card, pacchetti, offerte integrate, servizi e cultura,
abbonamento a eventi, ecc);
gli elementi distintivi della comunicazione: qualità del siti, della
informazione presente, del materiale scaricabile, utilizzo di particolari
tecnologie/modelli innovativi, ecc.
10.3 Il caso Borgogna
Il caso della Borgogna rappresenta un
benchmark di eccellenza perchè è un
sistema turistico a cui tendere, ha
molti elementi di somiglianza con
l’area oggetto dello studio, ma si
differenzia per il livello di maturità del
prodotto turistico offerto. Infatti la
Borgogna è una destinazione turistica
sicuramente
matura
con
una
produzione
enogastronomica
conosciuta in tutto il mondo, ma le
caratteristiche del territorio e, quindi,
il sistema delle sue risorse presentano
diversi punti di contatto con l’area del Corleonese.
10.3.1
Il territorio
La regione di Bourgogne si trova al centro-nord della Francia, ed è
composta da quattro dipartimenti (Yonne, Côte-d’Or, Nièvre, Saône-etLoire), il capoluogo è Dijon nel dipartimento della Côte-d’Or. Ha una
superficie di 31.882 km2 e una popolazione di poco più di 1,6 milioni
85
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
d’abitanti, con una densità di 51 ab/km2. Il territorio della regione
confina con altre sei regioni, Île-de-France a nord-ovest, ChampagneArdenne a nord, Franca Contea a est, Rodano-Alpi a sud, Alvernia a sudovest e Centro a ovest, e non ha sbocco sul mare. A questa regione si
accede facilmente in aereo, in treno o in macchina.
Gli aeroporti più vicini sono, l’aeroporto Dijon-Bourgogne, a 6 km al sudest de Dijon, gli aeroporti Roissy-Charles de Gaulle e Orly a Parigi, il
Saint-Exupéry a Lyons e quelli di Geneva e Bale-Mulhouse che si
trovano ben collegati all’autostrada e al treno ad alta velocità (TGV).
La rete di trasporto su ferro francese si sviluppa in tutto il paese e
raggiunge molti paesi dell’UE. Alla Borgogna si può arrivare da Parigi in
1:40 ore, da Marseille/Montpellier in 3 ore, solo per citare due esempi.
Questa area è servita dall’Eurostar, dal Thays, dal TGV e dal servizio
ordinario.
Una caratteristica di questi servizi è la disponibilità d’informazione e
l’utilizzo di moderne tecniche di comunicazione che si traduce in un alto
livello di accessibilità informativa. Un esempio di questo è il servizio
d’informazione e d’acquisto on line. L’informazione integrata dei diversi
mezzi di trasporto e modalità per raggiungere le località della regione è
resa accessibile attraverso un sistema informatizzato che consente
all’utente di trovare su una mappa interattiva le diverse possibilità
d’accesso alle città e collegamento tra di loro.
In Borgogna si può arrivare per diverse strade, superstrade e
autostrade. È un’area molto ben collegata in tutte le direzioni, con Parigi
attraverso l’A6, A5, A77, verso il nord l’A28 Reims-lille, l’A31 che porta a
Nancy Mets e Luxemburgo, a ovest l’A36 verso Besancon, al sud l’A6 e
l’A39 verso Geneve, Mont-Blanc e Lyon. Questa rete stradale collega
inoltre, tutte le principali stazioni di treno e gli aeroporti dando come
risultato un territorio di facile accesso per qualsiasi mezzo di trasporto e
ben collegato all’interno. Oltre a questa rete principale le vie minori si
trovano in ottime condizioni e ben segnalate. Vale ricordare che la
Francia è uno dei paesi più sviluppati per quanto riguarda la segnaletica
stradale.
10.3.2
Il paesaggio
Il paesaggio è in prevalenza rurale con una percentuale molto limitata di
aree urbanizzate. L’intero territorio è ben noto per le produzioni vinicole.
Ognuno dei quattro dipartimenti, pur avendo le stesse caratteristiche
territoriali, si presenta con “un” elemento distintivo. Nièvre fa leva
sull’elemento acqua, Saône-et-Loire sulla gastronomia, Yonne sui
percorsi vinicoli e Côte-d’Or sull’elemento sentimentale. Inoltre il Parc
du Morvan, per la sua importanza nel territorio, viene presentato come
un elemento a sè.
10.3.4
L’offerta culturale: gli elementi distintivi
Non è facile decidere quale è l’elemento distintivo dell’area, visto che ne
ha più di uno. Quello più conosciuto, anche a livello internazionale, è
86
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
quello della produzione di vini. Offerta che oggi è fortemente integrata
alla gastronomia e da vita alle manifestazioni enogastronomiche, che si
sviluppano in tutto il territorio con visite alle cave e ai vigneti (le strade
del vino), degustazioni varie, cucina gourmet, fino a pacchetti
enoturistici.
L’altro elemento distintivo dell’offerta della Borgogna è la natura. Il
paesaggio e le attività all’aperto sono molto presenti nell’offerta turistica
culturale. Il parco di Morvan rappresenta la principale attività in
ambiente naturale, con un’offerta diversificata e ricca di elementi che
consentono al visitatore di soddisfare tutti i bisogni di un vacanza.
In sintesi i prodotti turistici offerti possono essere accorparti in due
gruppi: natura e enogastronomia; e patrimonio culturale.
L’offerta legata alla natura riguarda tutte quelle vacanze all’insegna della
scoperta dell’ambiente, più legate al tipo di paesaggio, di clima e di
vegetazione; quella connessa all’enogastronomia prevede soluzioni più
legate alla scoperta della buona tavola.
L’offerta turistica viene presentata da chi gestisce la promozione
turistica dell’area nel seguente modo:
enogastronomia:
•
•
•
•
itinerari (vie del vino);
visite guidate alle cave e ai vigneti;
degustazioni di vini/prodotti locali;
gastronomia locale;
natura:
•
•
•
•
•
visita a riserve naturali;
soggiorno in parchi e riserve naturali;
visite guidate a fiumi, foreste e canali;
attività sportive;
visite a siti culturali all’interno del parco Morvan.
Il secondo gruppo, non meno importante è quello che ruota intorno al
patrimonio culturale sia materiale che immateriale, e quindi beni
culturali, eventi e manifestazioni presenti sul territorio. L’offerta turistica
più in senso stretto culturale è presentata nel seguente modo:
patrimonio culturale:
•
•
•
•
musei, centri culturali;
siti industriali;
siti monumentali o storici;
itinerari culturali (Via dei castelli);
eventi/manifestazioni:
•
•
•
•
•
culturali (feste, musica, danza);
per bambini;
commerciali, professionali;
religiose;
tradizione e folklore.
87
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
10.3.5
Organizzazione dell’offerta
Una delle principali differenze tra la Borgogna e l’area del Patto, ai fini
della nostra analisi, risiede nel fatto che la Borgogna essendo una
Regione, ha un’organizzazione centralizzata rappresentata dal Consiglio
Regionale per il turismo, senza una forte partecipazione privata nel
processo di decisone delle politiche di promozione del territorio. Tutta
l’offerta di prodotti presente sul sito permette di collegarsi direttamente
con chi offre il servizio o vende i prodotti. Il sito in questo modo serve
ad indirizzare i visitatori direttamente verso gli operatori. I consorzi
turistici esistenti fanno riferimento principalmente a marchi di qualità.
10.3.6
I target di riferimento
Il mercato servito di quest’area è un turismo adulto e familiare, di livello
culturale medio e medio-alto. Le caratteristiche del prodotto turistico,
che ruota attorno alla valorizzazione degli elementi tipici territoriali, fa sì
che il pubblico di riferimento principale sia rappresentato da chi
apprezza tali elementi. Nel piano strategico della Borgogna per il 20052010 si ritrova comunque l’intenzione di rivolgersi ad un mercato
potenziale più ampio agendo tanto su una diversificazione dell’offerta
quanto su politiche di prezzo legate alla stagionalità.
10.3.7
Marchi di qualità
La Francia già da tempo lavora a livello nazionale su una politica di
qualità della destinazione turistica volta a differenziare la sua offerta
attraverso l’enfatizzazione degli elementi distintivi che rendono unica la
destinazione francese.
Si inserisce in questo contesto il caso della Borgogna che fa della qualità
un punto di eccellenza attraverso l’adozione e la promozione di marchi di
qualità tanto dei servizi turistici quanto dei prodotti enogastronomici.
Sono, infatti, presenti su questo territorio diversi marchi di qualità, dai
più tradizionali, come quelli della qualità del vino, fino a marchi di
qualità della destinazione turistica, come quello offerto dal centro di
Nièvre della “dichiarazione internazionale di vacanze di qualità”, e “Gite
de France de la Nièvre”. Il parco Morvan ha creato il marchio “parc
naturel régional” con il quale intende affermare i valori essenziali che
definiscono la sua identità di parco. L’area di Yonnes fa parte del
marchio turistico Gîtes de France. La ricettività conta anche marchi di
qualità come “Eurogites” della European federation for farm and villages
tourism, e come la Carta dell’ospitalità.
Nel caso dei produttori e commercianti si impegnano a offrire visite
guidate e degustazioni senza l’obbligo di acquistare il prodotto, e il
marchio “Panier du Bourgogne” viene concesso dall’amministrazione
regionale se compiuti tutti i requisiti relativi ai materiali utilizzati e ai
metodi per l’elaborazione. Per i ristoranti “Restauranteurs de France” o
“Cuisineries Gourmandes” sono tra i marchi più diffusi.
88
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Tra i marchi di qualità dei vini si trovano in quest’area vini “DOC” e
“DOP”, “Les vins du centre Loire”, “Les Vignerons de Pouilly-Sur-Loire”,
e hanno un interessante sistema di verifica della qualità del vino e del
processo al quale è stato sottoposto. Il sistema consiste nell’ inserire il
codice distintivo stampato nelle etichette delle bottiglie in un apposito
sito per avere tutta l’informazione relativa a quella bottiglia.
10.3.8
Elementi distintivi della comunicazione
La regione di Borgogna riassume la propria offerta con lo slogan “l’Art et
le Plaisir de Vivre” (l’Arte e i piaceri della vita), associando in questo
modo, elementi del patrimonio culturale con quelli della qualità della
vita. Qualità intesa come ambiente pulito, paesaggi belli, buona
gastronomia e soggiorni particolari.
Il sito della Borgogna si presenta in tre lingue (francese, inglese e
italiano), con una grafica semplice e ben curata offre la possibilità di
organizzare una visita, di avere informazioni su tutti i prodotti presenti
nel territorio, di scaricare molte delle brochure che descrivono il
territorio e l’intera offerta turistico-culturale.
È possibile tentare di trovare informazioni secondo diversi percorsi di
ricerca a seconda della tipologia di turista che si collega al sito. Il sito
nel sua struttura cerca di differenziare l’informazione su diversi target di
utenza.
Al turista è offerta la possibilità di ricercare informazioni attraverso un
motore di ricerca che gli permette di scegliere i suoi criteri di ricerca. In
questo caso l’informazione è organizzata sulla base della motivazione del
viaggio, come ad esempio: relax, tradizioni locali ed enogastronomia,
interesse al patrimonio culturale, eventi e feste, attività sportive e
all’aperto.
Dal sito è possibile scaricare molto materiale informativo, quali brochure
tematiche, guide turistiche, cartine geografiche e materiale di
programmazione turistica di alta qualità grafica e elevato valore
contenutistico.
10.4 Il caso Langhe, Monferrato e Roero
Il caso delle Langhe, Monferrato e Roero è stato scelto perché è un
territorio con un sistema di attrattiva molto simile all’area del
Corleonese e un’offerta turistico-culturale poco più matura di quella
dell’area di riferimento del piano di valorizzazione culturale. Infatti, tale
comprensorio, è solo da pochi anni che sta investendo, tanto a livello
pubblico che privato, sforzi e risorse per sviluppare accanto al comparto
enogastronomico quello turistico. I risultati sono stati abbastanza
favorevoli e contrassegnati da una crescita continua degli arrivi e delle
presenze turistiche.
10.4.1
Il territorio
Le Langhe, Monferrato e Roero si trovano nella zona centro-sud della
Regione Piemonte. Il territorio di Monferrato comprende la provincia di
89
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Asti e parte della provincia di Alessandria, mentre Roero e Langhe sono
parte della provincia di Cuneo. Il territorio di Monferrato raggruppa 60
comuni, il Roero 23 e le Langhe solo 16.
Le Langhe e il Roero costituiscono l'estrema porzione nord-orientale
della provincia cuneese. I comuni che ne fanno parte, sono compresi tra
la riva sinistra del Tanaro Albese, la provincia di Asti ad Est, e la
provincia di Torino a Nord.
Il Monferrato, e la sua capitale storica Casalese di Monferrrato è in
particolare concentrato nella provincia di Alessandria con alcune
diramazioni su Asti e Vercelli.
Questo territorio è raggiungibile con l’aereo attraverso gli aeroporti di
Cuneo (Levaldigi), di Torino (Caselle), di Milano (Malpensa e Linate) e di
Genova (Cristoforo Colombo).
Le principali vie d’accesso su gomma sono l'autostrada A4, l’A21, l’A6
per chi arriva da Milano o Torino e dall’A26 per chi proviene da Genova,
e il tempo medio è un'ora di strada da Torino, Milano e Genova.
Ci sono diverse compagnie di pulman che partono dalle principali città
della regione facilitando il trasporto sia tra i comuni che il collegamento
con gli aeroporti.
L’area è raggiungibile anche su ferro. Ci sono fermate in tutte le
principali città del territorio.
10.4.2
Il paesaggio
Il paesaggio è principalmente collinare e montano. Le aree urbanizzate
sono significativamente inferiori a quelle rurali. Il territorio si
caratterizza per una antica tradizione nella produzione dei vino, anche
se attualmente l’offerta è ben più ampia di quella centrata sulla
enologia. La gastronomia ha una rilevanza sempre maggiore in
particolare prodotti quali il tartufo bianco che necessita delle
caratteristiche di questo territorio per crescere. La bassa densità di
popolazione e la poca urbanizzazione fanno di questo territorio un’area
di alto valore paesaggistico e naturalistico. La conservazione delle
risorse naturali rappresenta una delle principali risorse sia per il turismo
che per l’immagine dell’area.
10.4.3
L’offerta culturale: gli elementi distintivi
L’offerta culturale poggia su prodotti molto simili a quelli presenti
nell’area del Comprensorio Corleonese. In primo luogo troviamo
l’enogastronomia articolata in percorsi tematici specifici, che
comprendono l’offerta enologica attraverso le degustazioni in enoteche
regionali e cantine, la produzione di vini con marchio D.O.C e D.O.C.G.,
e la ristorazione. Il consorzio per la tutela dell’Asti realizza molte
iniziative mirate alla valorizzazione delle risorse legate alla produzione e
distribuzione del vino, oltre che al rafforzamento dell’immagine dell’Asti.
Con questo obiettivo si programma e realizzano attività di tipo culturale
quali concorsi per la realizzazione di etichette alla bottiglie, organizzano
festival, sagre ed eventi intorno all’elemento “vino”. Offrono, inoltre un
90
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
servizio di rintracciabilità del processo di elaborazione e distribuzione di
ogni bottiglia prodotta in questa area.
L’offerta presenta anche elementi storico-culturali, musei e gallerie,
opere architettoniche, monumenti e personaggi. Anche qui si possono
seguire itinerari sull’architettura, sui castelli storici ed edifici di culto,
sentieri attraverso i comuni, i borghi e i centri storici, punti panoramici e
vie storiche.
I castelli vengono usati come attrazione di tipo turistico attraverso la
costruzione di itinerari, è possibile svolgere una visita guidata, e alcuni
sono visitabili solo all’esterno. Gran parte di questo patrimonio non offre
servizi ai turisti quali, ristorazione, alloggio, spazi espositivi, ma sono
valorizzati in una modalità molto tradizionale, ovvero solo attraverso la
visita.
Per le caratteristiche del territorio, è facile immaginare la presenza di
parchi e riserve naturali, che si integrano all’offerta culturale con visite
guidate, itinerari e sentieri all’interno dei parchi e visita ai punti
panoramici. Un elemento distintivo di questa offerta sono i parchi
letterari, i quali integrano sia l’aspetto paesaggistico che quello culturale
attraverso dei percorsi sul territorio in base a elementi tratti dai
personaggi che lo hanno descritto.
Più nello specifico l’offerta enogastronomia si compone dei seguenti
prodotti:
Formaggi e burro;
Cardo Gobbo di Nizza;
• Peperone quadrato;
• Nocciole
• Asparagi di Vinchio;
• Torrone piemontese.
Le manifestazioni con maggiore richiamo sulla popolazione e sui
visitatori sono in breve di seguito descritte.
•
•
Operazione città aperta. Giornata speciale dove si aprono le porte di
siti che abitualmente non sono visitabili, in una modalità simile a quella
della Notte Bianca di Roma.
Visite narrate d’attori. È una modalità più innovativa di visite guidate,
con la partecipazione di attori che non solo raccontano i luoghi, ma
anche rappresentano la storia e la cultura locale. Questo tipo di visite si
integrano con servizi quali, degustazione di vini e prodotti locali, che
vengono descritti e approfonditi durante il percorso di visita.
Cascina aperta. È una giornata organizzata per mostrare le
caratteristiche della cucina tradizionale locale. Si offre ai visitatori
interessati la possibilità di partecipare all’intero ciclo di preparazione di
alcuni piatti tipici locali, si parte dalla raccolta delle materie prime alla
elaborazione in cucina, e conclude con la degustazione in un pranzo o
cena all’aperto. Questo modo di promozione e valorizzazione della
cultura locale include sia i prodotti tipici della cucina piemontese che i
paesaggi e l’ambiente naturale.
91
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Vendemmia in langhe. È una interessante modalità di far conoscere le
tecniche di raccolta e produzione della materia prima per l’elaborazione
di vini locali e altri prodotti derivati dell’uva.
10.4.4
Organizzazione dell’offerta
L’organizzazione del territorio in termini culturali e turistici è molto
articolata. Nell’area sono presenti numerosi Consorzi, Proloco, Circoli,
Associazioni ed Enti (regionali e locali). L’obiettivo principale di questi
gruppi è la promozione e la valorizzazione delle risorse culturali e
turistiche. Tra quelli più riconosciuti troviamo:
Consorzio turistico Langhe, Monferrato Roero;
Associazione “Turismo in Langa”;
• Comunità collinare del Roero;
• Enoteca Regionale del Roero;
• Unione di comuni “Colline di Langa e del Barolo”;
• Ente Turismo Alba Bra Langa & Roero;
• Ideazione Srl (impresa per la valorizzazione del patrimonio culturale,
storico ed artistico).
L’offerta culturale è organizzata principalmente per comune, ovvero
ciascuna associazione dà vita ad un programma di eventi a livello
comunale, molto ridotta, in questo senso, è la programmazione a livello
di area.
•
•
10.4.5
Marchi di qualità
Lo sviluppo dei marchi di qualità si evidenzia maggiormente nella
produzione/distribuzione di vini, mentre nell’erogazione dei servizi
culturali, gastronomici e naturalistici non emergono marchi di particolare
rilevanza. C’è da mettere in evidenza che questa è un’area
turisticamente poco matura, ma solo da pochi anni c’è da parte dei
soggetti del territorio l’intenzione di sviluppare il turismo-culturale.
Pertanto questo territorio sconta un’acerbità dell’offerta che si traduce
ancora nell’assenza di un forte coordinamento tra i diversi operatori.
10.4.6
Elementi distintivi della comunicazione
L’assenza di un coordinamento forte a livello territoriale si traduce in
una proliferazione di strumenti di comunicazione: differenti guide e
brochure promosse da singoli soggetti promotori, un ventaglio di siti e
portali internet che presentano ciascuno solo una parte dell’intera
offerta. Questa frammentazione dell’offerta si amplifica man mano che ci
si avvicina all’informazione di dettaglio, che spesso diventa scarna ed è
rappresentata da semplici schede con dati di contatto del bene o
servizio.
I siti internet utilizzati in forma di vetrina sono molto diffusi, in
particolare con riferimento al patrimonio culturale, alle manifestazione e
agli eventi che riguardano le tradizioni locali e, anche, ai musei e alle
opere architettoniche; mentre, invece, nel settore della produzione e
distribuzione di prodotti enogastronomici la comunicazione è molto più
dettagliata. Quest’ultima offre, nel 90% dei casi, la possibilità di
92
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
approfondire i contenuti sui prodotti e sui servizi a esso legati. A modo
di esempio, mentre su una bottiglia di vino si possono rintracciare sulla
rete tutte le informazioni che riguardano la produzione, la distribuzione
e commercializzazione, per una chiesa o un museo, in generale, si
trovano al massimo una foto, una didascalia e i riferimenti di contatto.
I principali siti di quest’area vengono di seguito in breve descritti.
turismodoc.it – il sito del Consorzio turistico Langhe Monferrato Roero
si presenta in italiano, tedesco, inglese e francese. Fornisce
informazioni e proposte su escursioni, eventi e manifestazioni, cultura
in generale, sulla ricettività, dati territoriali, climatici, informazione
sui trasporti e un area riservata ai soci.
• turismoinlanga.blulab.net – Sito della associazione Turismo in Langa,
proposto in italiano e tedesco, intende promuovere il territorio con
notizie aggiornate e informazione sugli eventi, manifestazioni e
attività turistico culturale della zona, oltre a offrire pacchetti
organizzati a basso costo.
• langheroero.it – Sito del Ente turismo Alba Bra Langhe Roero, in
italiano, inglese e tedesco. La caratteristica che distingue questo sito
dagli altri non è contenutistica, ma di impostazione. Il sito si rivolge
in prevalenza ad un pubblico italiano più che straniero.
Altri siti con caratteristiche similari sono:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
roeroturismo.it
enotecadelpiemonte.com
holidaysol.it
langabarolo.it
langadellevalli.it
altalanga.com
erredasti.it
ideazionesrl.it
10.5 Il caso Skansen (Stoccolma)
Il caso di Skansen, un’isola tipica nei pressi di Stoccolma, è stato scelto
perché rappresenta una ricostruzione perfetta della cultura svedese,
attraverso la presenza di 150 fattorie tutte diverse fra loro, un museo
all’aperto che riproduce lo stile di vita degli svedesi più antichi, con la
possibilità di rivivere le tradizioni gastronomiche e artigianali. Skansen è
il più antico museo all’aperto del mondo.
10.5.1
Il territorio
Lo Skansen si trova nel quartiere di Djurgarden a Stoccolma.
L’aeroporto d’Arlanda si trova 40 km a nord di Stoccolma. Il treno
Arlanda Express collega Arlanda con il centro città in 20 minuti con corse
ogni 15 minuti. Gli autobus per Stoccolma partono dal Cityterminalen,
presso la stazione centrale, ogni 5 o 15 minuti e raggiungono l’aeroporto
in 35 minuti.
L’aeroporto di Bromma è il più vicino a Stoccolma, a soltanto 10 km
dalla stazione centrale. È possibile raggiungere comodamente
93
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
l’aeroporto con gli autobus, le cui corse sono sincronizzate con gli arrivi
e le partenze dei diversi aerei. Tempo di percorrenza circa 15 minuti.
L’aeroporto di Skavsta si trova 100 km a sud di Stoccolma, gli autobus
per Stoccolma sono in coincidenza con gli arrivi. Tempo di percorrenza
circa 1 ora e 20 minuti.
L’aeroporto di Västerås si trova circa 110 km a nord-ovest di Stoccolma.
Gli autobus per Stoccolma sono in coincidenza con gli arrivi. Tempo di
percorrenza circa 1 ora e 15 minuti. I taxi offrono spesso prezzi fissi da
e per Arlanda. www.arlandaexpress.com, www.flygbussarna.se.
La stazione centrale di Stoccolma è in pieno centro e permette
l’interscambio con metropolitana, autobus, treno regionale, autobus e
treno Arlanda Express.
Taxi Stockholm, Taxi 020 e Taxikurir sono le compagnie di taxi più
importanti di Stoccolma e, permettono al turista, per qualsiasi importo
di pagare in contanti oppure con carta di credito, offrendo così un
servizio importante.
Skansen si può raggiungere in autobus con le linee 44 e 47 oppure con il
battello navetta dallo Slussen che, d’estate, parte anche da Nybroplan.
In alcuni giorni festivi è attivo un collegamento via tram da
Normalmstorg.
Durante la primavera e l’estate il quartiere di Djurgarden è chiuso al
traffico privato nei fine settimana, dal venerdì alle 18 fino alla domenica
alle 16. Esiste una funivia tra una delle entrate – la porta di Hazelius
(Hazeliusporten) – e lo Skansen che si trova su un colle.
10.5.2
Il paesaggio
Djurgarden è una isola, dove ci
sono circa 150 case e fattorie,
dando vita al borgo che si
mostra con l’aspetto di una
tipica città svedese dalla fine del
Settecento
alla
metà
del
Novecento. La maggior parte
degli
edifici
proviene
dal
quartiere Södern a sud di
Stoccolma. Il paesaggio si
completa con un parco di
divertimenti e uno zoo. Anche se
non è un paesaggio originale, è molto interessante come esempio di
ricostruzione o simulazione di un determinato ambiente.
Un’isola molto vicina alla capitale della Svezia, che contiene tutti gli
elementi caratteristici della cultura del paese, sia delle tradizioni
culturali, gastronomiche, che naturalistiche evidenzia lo stretto legame
che c’è tra cultura, paesaggio e innovazione.
94
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
10.5.3
L’offerta culturale: gli elementi distintivi
Lo Skansen è allo stesso tempo un museo, un parco di divertimenti e
l’unico zoo di Stoccolma. Lo Skansen è, anche, il più antico museo
all’aria aperta del mondo. Fondato nel 1891 dall’etnologo Artur Hazelius,
divenne subito molto famoso. Lo Skansen ben rappresenta la Svezia con
più di 150 case e fattorie originali d’epoche diverse e provenienti da
tutto il paese; vi si trovano anche gli animali, sia domestici sia selvatici,
della fauna svedese. Si può anche passeggiare per il parco, mangiar
bene, ballare d’estate, ascoltare concerti, visitare il piccolo luna park e
l’acquario, vedere gli artigiani all’opera e acquistare i loro prodotti di
qualità nelle diverse botteghe e laboratori.
Come offerta culturale analizzeremo solo il museo all’aperto, il quale è
composto da un borgo in stile svedese, due fattorie, la residenza
signorile e il giardino di Skogaholm, la chiesa e la malga.
Le abitazioni del borgo, che in gran parte sono in stile svedese del
settecento, dell’ottocento e della metà del novecento si affiancano alla
spezieria, alla panetteria, alla vetreria, alla bottega del vasaio, del
falegname, dello stampatore, del lattoniere e alle tante altre piccole
botteghe artigianali.
I differenti ambienti di queste abitazioni mostrano i diversi stili di vita
degli svedesi appartenenti ad epoche e classi sociali diverse. I padroni di
casa, vestiti nei tradizionali abiti del periodo, mostrano agli ospiti le case
e ne raccontano la storia.
La fattoria Älvros è formata da diversi edifici ed è un esempio di fattoria
della Svezia settentrionale all’inizio dell’Ottocento. E’ aperta tutto l’anno
e al suo interno è possibile sedersi intorno al camino per ascoltare il
racconto dei padroni di casa su come ci si occupava della fattoria, su
come si filava la lana, su come si mangiava il formaggio secco, oppure
sapere il perché si dormiva seduti in letti molto corti e come i bimbi si
divertivano con giocattoli semplicissimi.
La fattoria Delsbo faceva parte di una grande e prospera azienda
agricola della regione della Dalecarlia. Le due abitazioni sono decorate
all’esterno con disegni ed elaborati intagli in legno, mentre l’interno
presenta interessanti affreschi fatti a mano. La fattoria è aperta solo
d’estate e durante il Natale, quando si apparecchia per i visitatori un
tipico cenone natalizio nell’abitazione più grande.
Un esempio interessante di stile gustaviano è la residenza di Skogaholm
dove alloggiava una famiglia aristocratica. L’abitazione è fiancheggiata
da due ali laterali, dove si trovano la cucina, le stanze per gli ospiti e la
biblioteca, e da un orto tipico per quel periodo che ancora è coltivato.
Oltre all’orto appartengono alla residenza un giardino alla francese e uno
all’inglese.
La Chiesa di Seglora, è la più richiesta di Stoccolma per celebrare i
matrimoni, costruita nel 1729 fu spostata qui nel 1916. Oltre agli
sposalizi, anche i battesimi e le cresime sono ricorrenti in questa
95
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
chiesetta di legno. Sulla balconata si ammira un organo originale del
periodo con decorazioni dipinte.
Durante l’estate il bestiame veniva spostato ai pascoli più alti dove
c’erano le malghe e dove le mungitrici abitavano fino ad ottobre quando
tornavano a valle. Nella malga si producevano formaggi, burro e burro
di siero. La malga dello Skansen ha un focolare per la produzione dei
latticini e alcune stalle con mucche e pecore appartenenti ad antiche
razze autoctone.
L’offerta si completa con un’ampia varietà di eventi e manifestazioni. Il
calendario delle manifestazioni copre tutto l’anno e in coincidenza con
queste feste si organizzano altre attività, come concerti, mostre, attività
per bambini, parate, gite turistiche o visite guidate.
Ogni edificio del borgo presenta un programma delle attività di tutto
l’anno. In queste attività sono contemplate visite (per adulti e bambini)
guidate o senza guida, soggiorno in alcune delle case con attività legate
alle tradizioni del quotidiano.
Ci sono molte attività rivolte ai bambini, ad esempio c’è un trenino che
fa un lento giro panoramico dello Skansen. Al Mini-Skansen c’è una pista
per automobiline e una giostra. Nella parte inferiore dello Skansen si
trova anche il piccolo parco di divertimenti Galejan, con, tra l’altro,
baracche del tiro a segno e giostre. Queste attrazioni sono aperte
soprattutto d’estate.
10.5.4
Organizzazione dell’offerta
Lo Skansen è una fondazione che riceve contributi dal Ministero della
Cultura e conta circa 170 dipendenti. L’attività dello Skansen è regolata
da uno statuto deciso dal governo. Il paragrafo dello statuto riguardante
gli scopi della fondazione recita:
“La Fondazione Skansen deve, con particolare riferimento al carattere
specifico di museo all’aria aperta dello Skansen, avere come fine quello
di condurre un’attività che, basandosi sulla sua situazione attuale, lo
sviluppi attraverso continui impulsi rendendo viva la cultura e la natura
svedese, come anche creando, intorno ai monumenti culturali in esso
esistenti, un ambiente idoneo a svariate attività per il tempo libero. Lo
Skansen agirà in stretta collaborazione culturale e scientifica con la
Fondazione del Museo Nordico. Lo Skansen dovrà prendersi cura e
mantenere gli edifici storico-culturali che possiede. L’attività dello
Skansen non deve avere fini di lucro”.
Perciò l’organizzazione, comunicazione e promozione è centralizzata nel
Stockholm Visitors Board, ente responsabile del turismo in Stoccolma.
10.5.5
Elementi distintivi della comunicazione
La promozione e diffusione di Skansen si integra all’interno del piano di
comunicazione di Stoccolma. Quest’ultima si caratterizza per essere
chiara, di alta qualità grafica e ricca di contenuto.
96
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
La chiarezza si evidenzia nella semplicità e velocità con cui sia trova
l’informazione necessaria, sia sul materiale cartaceo che sul sito
internet, in pochi click si può raggiungere l’informazione ricercata.
L’immagine grafica è unica e di elevata qualità tanto nel materiale
multimediale che nelle guide in formato cartaceo. La ricchezza dei
contenuti e l’aggiornamento dell’informazione mette in evidenza la
qualità della comunicazione del sistema turistico culturale. A modi
d’esempio, si possono menzionare alcune caratteristiche del sito
principale per i visitatori di Stoccolma.
Il sito è strutturato per i turisti leisure, per operatori turistici e per
operatori del turismo congressuale.
I visitatori leisure possono trovare:
informazioni su Stoccolma sui servizi della città e sui servizi turistici,
sulla Stockholm card, sui trasporti, sul clima; il sito è ricco di
immagini, e offre al visitatore la possibilità di scaricare brochure
promozionali, di ricercare e acquistare praticamente tutta la vacanza
on line;
• informazioni su tutte le attività, programmi culturali ed eventi di tutto
l’anno, con la possibilità di prenotare ed acquistare ove necessario i
biglietti. Sono disponibili programmi per bambini, programmi
ricreativo sportivi, e altri;
• alloggi di tutte le categorie, dall’albergo 5 stelle, al campeggio, il
bed&breakfast, il youth hotel o la casa svedese, con la possibilità di
prenotare o acquistare on line o telefonicamente;
• informazioni su tutte le attività culturali, religiose e delle tradizioni
locali.
Il sito accompagna il turista potenziale alla scoperta della città, affinché
lui stesso possa conoscere con testi e immagini cosa troverà
effettivamente nella città e possa programmare liberamente la sua
vacanza.
•
Per gli operatori turistici sono disponibili:
tutte le informazioni scaricabili in PDF, come il manuale degli Agenti,
tutte le guide degli operatori presenti nell’area, tutte le proposte di
visite educational, una banca d’immagini, e la possibilità di ordinare il
materiale promozionale in formato cartaceo;
• le statistiche regionali e locali sul turismo aggiornate al 2004,
l’informazione necessaria per vendere la Stockholm card o per
utilizzare i banner promozionali;
Per gli operatori turistici che organizzano turismo congressuale
l’informazione riguarda:
•
•
•
•
il calendario dei congressi, i meetings e i trade fairs in Stoccolma;
la rete delle Istituzioni e compagnie vicine al tema dei convegni e dei
meetings;
iniziative per l’organizzazione di meetings internazionali (provvedono
a tutto con il supporto gratuito), materiale per realizzare una
presentazione con la possibilità di accedere alla banca d’immagini per
disegnare il proprio materiale;
97
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
alberghi e strutture ricettive capaci di organizzare un meeting di
questo genere.
Un elemento che mette in evidenza il funzionamento dell’offerta come
rete è la Stockholm Card. Si può acquistare una card da 1, 2 o 3 giorni,
che viene timbrata la prima volta che si utilizza. La sua validità decorre
a partire dall’ora e dalla data del timbro. La card da diritto all’ingresso
gratuito a 75 musei e attrazioni, e all’utilizzo della metropolitana,
dell’autobus o del treno pendolare per viaggiare nell’ intera Regione di
Stoccolma. La card può essere acquistata presso gli uffici d’informazioni
turistiche, l’Hotellcentralen oppure sul sito.
•
11. Strategia e progetti
Il piano di valorizzazione dell’offerta culturale in chiave turistica si
inserisce all’interno del modello disegnato dalla teoria della crescita
endogena, in cui si riconosce alle istituzioni e agli attori locali un ruolo
determinante nell’indirizzare e influenzare i processi di sviluppo.
Il ruolo delle istituzioni è tanto più fondamentale quanto maggiore è la
loro capacità di promuovere condizioni favorevoli allo sviluppo, come
valorizzare il patrimonio culturale, diffondere e migliorare la qualità
dell’istruzione, agevolare l’apprendimento per esperienza, migliorare la
qualità delle relazioni tra categorie di agenti economici. L’efficienza delle
istituzioni locali tende, pertanto, a incidere sulla cosiddetta social
capability, indispensabile per attivare processi di convergenza
economica basati sull’utilizzo e l’adattamento di nuove tecnologie che
rendono il territorio competitivo.
In particolare con riferimento al settore culturale l’impatto che lo stesso
esercita nei processi di sviluppo socioeconomico è di difficile valutazione
perché si collega tanto alla crescita del capitale sociale, quanto
all’incremento del valore aggiunto legato al settore della cultura in senso
stretto, quanto alla crescita di settori ad esso collegati quali il turismo,
l’arredamento, le ceramiche, ecc.
La letteratura di riferimento ha messo in evidenza il ruolo strategico che
l’offerta culturale esercita oggi sulla competitività di un territorio
influenzandone innanzitutto la qualità di vita, la capacità innovativa del
settore imprenditoriale e la creatività.
Ma la creatività è il risultato di un processo che agisce sul capitale
umano e attraverso le forme dell’arte ne stimola le sue capacità
innovative, e principalmente fa sì che si affermino nuovi modelli di vita,
nuove esigenze e nuovi consumi. La creatività porta ad una
reintepretazione delle risorse, ad un uso più efficiente e più adeguato ai
nuovi stili di vita.
Cultura e creatività sono strettamente legate, e per meglio dire, tutte le
forme di creatività, non solo quella che riguarda i nuovi modelli
organizzativi ma anche quella che accompagna l’uomo dai tempi remoti,
quella contadina, utile al risparmio delle risorse scarse, e necessaria per
migliorare la qualità della vita, quella artigianale capace di risolvere i
98
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
diversi problemi quotidiani. Il saper fare legato alla tradizione culturale è
oggi diventato un importante elemento da valorizzare attraverso una
rilettura innovativa capace di accrescere il valore delle produzioni locali.
Il piano di valorizzazione presentato si inserisce all’interno di questo
contesto teorico e individua una strategia volta a rendere la cultura
elemento centrale della crescita del territorio.
Il piano mira al conseguimento di un obiettivo generale attraverso il
perseguimento di una strategia che si dispiega in obiettivi operativi e
azioni.
11.1 Obiettivi a lungo termine
L’obiettivo a lungo termine del piano di valorizzazione culturale consiste
nella:
“Organizzazione di un sistema culturale (offerta) duraturo a rete
nell’intera area”
Questa definizione richiede un approfondimento. Si parla di creazione di
un sistema, cioè di un insieme organico di principi e azioni atti a
raggiungere un esito, in questo caso lo sviluppo culturale. Sviluppo che
si deve tradurre nella pratica come crescita, progresso e miglioramento
del livello culturale, in primo luogo, favorendo come risultato una
crescita del capitale sociale e, poi, del valore aggiunto locale. Si parla
anche di duraturo, che vuol dire che crea un valore non effimero o
temporale bensì che ha una base solida e a misura della propria capacità
di gestione. Gestione che avviene in stretto collegamento con tutti gli
attori che partecipano a detto processo, e quindi, come una rete
nell’intera area.
11.2 Definizione della strategia
L’analisi territoriale ha messo in evidenza punti di forza da valorizzare e
punti di debolezza da trasformare. L’area ha vissuto negli ultimi anni,
alla luce degli interventi di programmazione negoziata realizzati,
importanti cambiamenti che oggi influenzano le scelte strategiche da
prendere. In particolare l’importante impegno svolto nel recupero del
patrimonio culturale, e le nuove strutture ricettive finanziate oggi creano
una base su cui lavorare per lo sviluppo di un turismo culturale. Alla luce
dell’analisi SWOT gli elementi principali su cui lavorare, attraverso il
piano di valorizzazione culturale, riguardano:
•
•
l’autenticità di un territorio che è abbastanza incontaminato ed in
grado ancora di esprimere valori tradizionali, oggi assai richiesti;
alcune risorse culturali, concentrate in alcuni comuni, e in buono
stato di conservazione;
99
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
•
•
•
una tradizione enogastronomica che oggi trova nell’enologia la
sintesi perfetta fra tradizione e innovazione, ma che deve essere
opportunamente innovata e rivalutata;
una ricettività di recente nascita con buoni standard di qualità
strutturale ma con una qualità funzionale inferiore alle attese del
turista culturale ;
un nome conosciuto in tutto il mondo e capace di suscitare curiosità
quale “Corleone”.
La strategia mira quindi alla creazione di un sistema di offerta culturale
che, pur traendo spunto dagli elementi del tradizione locale, crea nuovi
prodotti e servizi culturali maggiormente adeguati all’esigenze della
domanda culturale locale e del turista culturale, e che fa perno per la
sua differenziazione sull’uso di un nome noto in tutto il mondo.
Tutto ciò significa:
a) Valorizzare il patrimonio culturale, sfruttandone l’originalità e
l’autenticità;
Il territorio ha mantenuto nel tempo un patrimonio culturale, inteso nel
senso più ampio del termine di beni culturali, tradizioni,
enogastronomia, ecc.) per molti aspetti intatto; considerarlo l’asset
principale attorno a cui ruota la strategia è un passaggio obbligato.
Valorizzarlo significa:
•
•
•
creare una nuova offerta per la collettività;
dar vita ad un’offerta culturale “esperenziale” capace di attrarre
turisti, ovvero l’area deve offrire ai suoi visitatori servizi culturali;
promuovere meccanismi di trasmissione fra cultura e impresa per cui
la localizzazione in quell’area diventa un vantaggio competitivo, con
particolare riferimento al settore enogastronomico e artigianale.
b) Rivolgersi al pubblico locale, ai turisti di prossimità e a quelli
che vengono da lontano;
Puntare sulla ricchezza e la varietà dell’offerta significa rivolgersi a
diversi pubblici che con esigenze e comportamenti di consumo differenti
possono distribuire nel corso dell’anno la loro domanda. Ciò implica
flessibilità e sinergia fra gli operatori per garantire una gamma di
prodotti turistico-culturali che siano adeguati alle esigenze dei diversi
target di clientela. È opportuno lavorare sugli elementi più immateriali
dell’offerta, ovvero sulla ricchezza dei servizi offerti, per sostenere una
strategia di differenziazione. È opportuno dal punto di vista della
strategia turistica:
• fidelizzare il turista di prossimità puntando ad offrirgli delle attività
che possano impegnarlo nel week end e facendo si che la vacanza
nell’area diventi un abitudine contro lo stress e per il relax;
100
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
•
•
puntare ad un turismo regionale che trova nell’offerta turistica
dell’area un’occasione per conoscere e/o approfondire le tradizioni
culturali;
rivolgersi ad un turismo nazionale e internazionale che è interessato
alla scoperta di nuovi luoghi che ancora oggi mostrano segni di
autenticità e un rapporto qualità-prezzo assai competitivo.
c) Potenziare e promuovere l’immagine culturale e
dell’area;
turistica
L’area deve lavorare sulla creazione di un’immagine forte che sia in
grado di veicolare il territorio sotto un unico marchio, enfatizzando gli
elementi di omogeneità. Per promuovere l’offerta turistico-culturale di
un’area serve renderla riconoscibile e lavorare su quegli elementi
distintivi che possono facilitarne la sua comunicazione. L’immagine
rispecchia i valori del territorio, posiziona il prodotto turistico-culturale
ed orienta la scelta del turista.
11.3 Obiettivi d’intervento (o a breve termine)
La strategia descritta e l’obiettivo globale si realizzano attraverso il
raggiungimento di tre obiettivi specifici, che possono essere sintetizzati
in questo modo:
101
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Obiettivo 1: “aumento dell’offerta culturale”, attraverso la
produzione di nuove forme di cultura 13 e l’erogazione di nuovi servizi
culturali, l’uso delle nuove tecnologie contribuisce alla nascita di nuove
forme d’arte e/o alla creazione di nuovi modi di fruizione del sito
culturale. Promuovere la produzione culturale è il primo passo per
favorire il dinamismo e la vitalità del settore e per far si che l’offerta
culturale sia competitiva e capace di attrarre domanda;
Obiettivo 2: “messa in rete delle componenti dell’offerta
culturale” (creare un sistema), l’offerta culturale, ancor più quella di
dimensioni ridotte, riesce a creare valore per il suo utente finale quando
si integra orizzontalmente tanto nella gestione quanto nella fruizione,
questo si traduce in economie di gestione e in processi di erogazione del
servizio culturale più innovativi e più coerenti con le esigenze dell’utente
finale;
Obiettivo 3: “miglioramento e controllo della qualità”, la qualità
dell’offerta turistico-culturale, e il suo continuo progresso nel tempo è un
prerequisito per assicurare la competitività del territorio. I marchi d’area
sono uno strumento per veicolare l’immagine e, quindi, i valori del
territorio, per facilitarne la riconoscibilità ed il ricordo. Il marchio
assicura al turista culturale un’offerta con date caratteristiche e rende
più semplice la sua accessibilità informativa al territorio.
11.3.1
Obiettivo 1: Aumento dell’offerta culturale
La ricchezza e varietà del patrimonio culturale rappresenta una base
ideale per la promozione di progetti volti al potenziamento dell’offerta
culturale attraverso la valorizzazione dell’esistente 14 .
13
Quando si parla di nuove forme di cultura si fa riferimento ai risultati oggi prodotti
dall’integrazione delle diverse arti e/o dall’uso delle nuove tecnologie. Ad esempio la
valorizzazione di una facciata d’epoca attraverso la proiezione di immagini e l’impiego di
musiche, effetti sonori e di un corpo di ballo dal vivo.
14
Molti sono gli esempi da cui trarre spunto come ad esempio il Parco della Grancia
(http://www.parcostorico.it/, sono 450 attori, 35 danzatori, 12 cavalieri, più di 500
proiettori, musiche in multidiffusione, luci, schermo ad acqua con proiezioni
cinematografiche, grandi immagini e suggestivi effetti pirotecnici), che ha coniugato
tecnologia e tradizione per mettere a punto un’offerta culturale oggi capace di attrarre
turisti di prossimità e, anche, nazionali. Il Parco ha dato ad un cinespettacolo ambientato
nel grandioso scenario della foresta Grancia (Brindisi Montagna) a pochi chilometri da
Potenza, un avvenimento artistico multimediale unico nel suo genere in Italia che fonde
insieme le più moderne forme di rappresentazione (teatro, cinema, musical, danza), dando
vita ad un'ora e dieci di emozioni.
Il progetto richiama la storia del brigantaggio e racconta una parte delle tradizioni dei
territori circostanti attraverso una modalità più vicina al pubblico attuale. La forma
spettacolare si è dimostrata efficace ed è stata in grado di attirare, anche in una zona poco
turistica, un’importante pubblico.
102
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
In particolare le linee di azione individuate per il conseguimento
dell’obiettivo 1 sono di seguito descritte.
1. Recuperare e rendere fruibili beni fisici del patrimonio
culturale attraverso la produzione di nuovi servizi culturali, si
intende promuovere quei progetti che sono capaci di utilizzare gli spazi
per l’erogazione di servizi culturali quali corsi di varia natura
(artigianato, cucina tipica, lingua, letteratura, teatro); laboratori creativi
per bambini e ragazzi; ecc.
Oggi si assiste alla crescita del prodotto vacanze d’arte 15 , finalizzato ad
offrire, insieme al soggiorno in un posto incantevole, un corso sulle
tecniche artigiane, tarato sulle esigenze del cliente. È interessante,
inoltre, rilevare come gli atelier più innovativi si organizzino, al fine di
offrire soluzioni personalizzate anche ai turisti, sviluppando in questo
modo un’altra area di business e promuovendo in Italia e all’estero le
loro opere. Il fenomeno è ancora circoscritto, seppure in crescita, e ben
si inserisce nello spirito della tradizione italiana del gran tour, ovvero
l’Italia come luogo di apprendimento.
Un esempio è il museo all’aperto di Skansen. Oltre ad essere il più
antico museo all’aperto del mondo, rappresenta una interessante
modalità per rendere fruibile il patrimonio culturale. Il museo di Skansen
presenta con il nome “Living History” un piccolo quartiere (ricostruito)
esattamente uguale a come era a metà del XIX secolo. L’obiettivo è
quello di mettere in mostra le tradizioni e la cultura svedese.
2. Organizzare eventi (2/3) all’anno d’interesse nazionale e/o
internazionale; l’analisi dell’offerta territoriale ha messo in evidenza
l’assenza di eventi di rilievo capaci di attrarre una domanda culturale,
ma, al contrario, oggi le manifestazioni sono pensate nei contenuti e
nella forma per il pubblico locale. Gli eventi possono invece diventare
una motivazione attorno a cui costruire un prodotto turistico-culturale 16 .
Essi devono, quindi:
a. essere legati alla cultura locale;
b. essere capaci di reinterpretare l’elemento tradizionale in chiave
moderna;
Tale strada sembra oggi la più appropriata allo sviluppo di un’offerta culturale che sia al
passo con i tempi.
15
http://www.vacanzedarte.it/
Ad esempio il festival della Valle d’Itria (http://www.festivaldellavalleditria.it), nato
nel 1975, è ormai diventato un appuntamento di richiamo internazionale, unico nel
genere. Il festival propone titoli inediti e programmi di raro ascolto, un'attività che ha
ricevuto per cinque volte l'ambito riconoscimento del Premio Abbiati
dell'Associazione nazionale dei critici musicali italiani.
Altro esempio di nicchia è il festival dei Teatri di Sant’Arcangelo che per dieci giorni
ospita in questo piccolo paese una ricchissima offerta teatrale.
16
103
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
c. coinvolgere più comuni attraverso l’individuazione di un filo
conduttore;
d. veicolare i valori dell’area;
e. essere programmati e organizzati sulla base delle esigenze del turista
culturale.
Ma
gli
eventi
possono,
altresì,
ruotare
intorno
all’offerta
enogastronomica e il territorio può diventare per tre giorni lo scenario
perfetto per favorire la conoscenza, attraverso visite guidate e
degustazioni, della tradizione agricola ed alimentare del territorio 17 .
3. Creare nuove forme culturali attraverso l’uso delle nuove
tecnologie. L’uso di luci, suoni, proiezioni serve a creare nuove forme
d’arte su un patrimonio già esistente, e da vita ad un’offerta culturale
più interessante agli occhi della collettività e del turista d’oggi. Alcuni
esempi possono dare il senso della tendenza in atto 18 .
L’uso delle tecnologie multimediali combinate con luci e suoni può
servire alla creazione di nuovi prodotti culturali capaci di caratterizzare
l’area richiamando gli elementi storici e tradizionali del territorio. Si può
immaginare tanto alla valorizzazione dei monumenti attraverso un
programma di luci, suoni e proiezioni, quanto alla realizzazione di un
evento spettacolare che ruoti intorno alla storia di Corleone.
4. Produrre eventi culturali in spazi di pregio artistico diffusi
nell’intero territorio come scenari naturali (grotte, reperti
archeologici, colline, boschi, ecc). L’utilizzo di tali siti per
17
Vale la pena ricordare che la manifestazione cantine aperte ha coinvolto nel 2005 1.000
cantine e più di 1.200.000 i visitatori a conferma del successo che ormai da tempo sta
riscuotendo l’enoturismo e più in generale il turismo culturale, senza contare che turista
enogastronomico spende al giorno 126 euro, più di quello culturale (che spende 108 euro) e
del turista balneare (70 euro al giorno).
18
Molti siti archeologici, come Villa Adriana di Tivoli, Pompei o monumenti come la
Reggia di Caserta hanno dato vita ad una visita guidata notturna attraverso
l’installazione di uno spettacolo di suoni e luci che descrive secondo una modalità più
suggestiva il sito. L’esito di queste operazioni è stato del tutto positivo anche perché
l’elemento innovativo dello spettacolo ha portato anche i residenti a visitare
nuovamente questi luoghi.
Un altro esempio interessante è il Museo dell’Olivo, le collezioni del museo sono
raccolte decennali della Famiglia Carli, fondatrice dell’industria olearia Fratelli Carli.
Oggi insieme allo stabilimento oleario è allestito il museo il quale si può visitare
virtualmente dal loro sito (www.museodellolivo.com). Detto museo nel 1993 ha
ricevuto una menzione speciale come esempio di coinvolgimento culturale del mondo
degli affari alla rassegna internazionale per il Premio Museo dell’Anno, patrocinata
dal Consiglio Europeo.
104
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
l’organizzazione di eventi come un concerto di musica classica, una
sfilata di moda, una degustazione a tema, tende a creare un sistema di
valorizzazione che ha costi di gestione contenuti ma, allo stesso tempo,
capace di esercitare un grande impatto sul pubblico.
Tale tipo di attività richiede un coordinamento a livello comunale
attraverso la programmazione di un calendario congiunto che cerchi ogni
anno di scegliere gli ambiti attorno a cui fare ruotare un calendario di
eventi.
Una gestione congiunta dell’organizzazione e promozione di questi
eventi crea sinergie ed economie di scala.
5. Avviare nuove attività sportive all’aria aperta (escursioni,
passeggiate, viaggio in mongolfiera, tiro con l’arco, ecc.). Sempre con
l’obiettivo di rendere unica al turista, la permanenza nell’area, che
viaggia per il ricordo dell’esperienza vissuta, crea valore per il territorio
il potenziamento delle attività all’aperto, a cui sono particolarmente
sensibili i turisti stranieri. La scoperta della natura e dell’ambiente,
“Decouvert de la nature et de l’enviroment”, così come vengono definite
nella guida dei tour operator della Borgogna quel complesso di attività
che i turisti possono svolgere all’aria aperta, è un ambito su cui
lavorare. La creazione di un sistema di servizi legati allo sport all’aria
aperta, differenziati per target di età, con particolare attenzione ai più
giovani, crea nuove opportunità di fruizione turistica dell’area, anche per
diverse fasce orarie.
11.3.2
culturale
Obiettivo 2: Messa in rete delle componenti dell’offerta
Nel definire le azioni da svolgere per la messa in rete delle componenti
dell’offerta i principi che si intende rispettare sono:
•
•
•
valenze culturali, per fare sistema ed aumentare l’interesse delle
presenze culturali sul territorio;
integrazione o meglio formulazione di modelli organizzativi che
favoriscono la fruizione combinata delle varie valenze culturali;
modelli di gestione che garantiscono una efficienza maggiore
nell’integrazione delle presenze culturali (unica gestione o unico ente
di gestione).
Nel rispetto di tali principi le azioni da seguire sono di seguito descritte.
1. Mettere a sistema i musei, gallerie d’arte e altri spazi
espositivi; ciascuno spazio espositivo presente sul territorio non gode
di per sé di una forte capacità di attrazione, ma la possibilità di creare
percorsi integrati nell’offerta, e di mettere a sistema un processo di
fruizione attraverso un’unica comunicazione, un unico modello di
accesso e di modelli simili di visita culturale.
105
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Il modello che può essere utilizzato è quello a rete con un nodo centrale
che si incarica di promuovere tutte quelle attività integrate relative alla
comunicazione interna ed esterna, alle nuove tecnologie, alla formazione
del personale e al pricing e selling.
Le reti museali con dispersione delle unità a livello locale e, tanto quelle
con specializzazione elevata che quelle con differenziazione elevata,
producono rilevanti performance sul piano della maggiore visibilità dei
musei, della capacità di fund-raising ed in termini di potenziamento e
miglioramento del servizio.
Modelli organizzativi possibili vedono la presenza di un nodo in posizione
centrale nel sistema 19 cui risultano aggregati con livelli differenziati di
adesione le altre unità della rete, e dove la missione unitaria viene
chiaramente enunciata anche avvalendosi di strumenti di comunicazione
del network (una rivista della rete dei musei).
In altri casi l'assetto organizzativo vede l'assenza di una realtà museale
in posizione centrale, ed il ruolo di coordinamento è assunto da parte di
enti locali (la Provincia o la Regione nelle realtà italiane) che possono
avvalersi di società a tale scopo costituite 20 e di organi (comitati tecnici,
comitati scientifici, comitati di gestione) nei quali sono rappresentati i
singoli musei. Altre formule di integrazione passano attraverso
l'assunzione di funzioni di gestione di servizi da parte di società esterne,
che vengono anche a curare una marca della rete 21 , o la costituzione di
aziende speciali.
La rete potenzia il servizio offerto ai fruitori, attraverso lo sviluppo di
potenzialità didattiche e lo stimolo dei processi di apprendimento del
visitatore, quindi cura non solo la comunicazione esterna, ma anche
quella interna, diretta ad illustrare i contenuti delle collezioni ed attirare
l'attenzione del pubblico verso la comprensione dei materiali esposti e
del loro contesto.
L'integrazione nelle reti italiane ed europee viene ricercata su almeno
altri tre versanti: l'impiego delle nuove tecnologie telematiche, sia in
funzione della visibilità che della erogazione di servizi al fruitore 22 ; lo
sviluppo di politiche di pricing e di selling integrate; la realizzazione di
una politica unitaria di fund raising.
Le reti di estensione locale non specializzate in termini tematici trovano
diffusione nel contesto nazionale italiano, comprendono le reti viste a
19
Come per esempio è il museo di Terrassa per la rete del Museo de la Ciencia i de la
Tecnica della Catalogna.
20
Sistema Musei nel caso della Regione Umbria.
21
Musei Arte Eventi S.r.l.
22
Musei della Regione Marche.
106
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
livello provinciale (Siena, Modena, Ravenna, ma anche Vicenza, Ancona)
ed in alcuni casi regionale (rete umbra) 23 .
2. Sviluppare dei percorsi attraverso diverse aree tematiche
(castelli, aree archeologiche, chiese e cappelle, monumenti, porte e
ponti). L’itinerario rappresenta una modalità semplice e valida di
costruzione dell’offerta turistico-culturale. La sua efficacia è però
collegata alla capacità di costruire un itinerario segnalato e ben
organizzato che accompagna il visitatore nella conoscenza della cultura
del territorio.
Alcuni itinerari già esistono ma devono essere potenziati e riorganizzati
in chiave turistica, con maggiore attenzione verso lo sviluppo dei servizi
accessori che ruotano intorno all’itinerario.
La creazione di una segnaletica, di servizi di visite guidate e altre attività
che è possibile svolgere durante l’itinerario, l’integrazione con gli
elementi enogastronomici sono passi indispensabili per la creazione di
percorsi culturali-turistici.
Tali percorsi diventano poi il contenuto da promuovere presso i diversi
target di riferimento.
Gli esempi in tal senso sono assai numerosi e vanno da quelli ormai più
accreditati che sono “le strade del vino e dell’olio” con particolare
riferimento a quelle della Toscana, ma altresì ci sono esempi di
costruzione di itinerari culturali come “le strade dei castelli” in Val
d’Aosta e Trentino, dove i Castelli diventono contenuto e contenitore da
visitare. Ai turisti di diverse fasce di età vengono proposte attività di
varia natura, dalla fiaba per i bambini alla degustazione per gli adulti.
Lo sforzo richiesto è quello di integrare, e creare nuovo valore per il
visitatore culturale. Tutto ciò si traduce in nuovi servizi culturali e
turistici, in una promozione unica e in una segnaletica omogenea.
All’interno dell’offerta della Borgogna (vedi benchmarking) sono presenti
diversi percorsi tematici, quali: la via dei castelli, la rotta del vino, la via
di Lamartine, sentieri dell’acqua, la rotta della natura e le tradizioni, i
sentieri storici, ecc.
3. Concepire modalità per l’integrazione di servizi e prodotti
(card, pacchetti all inclusive, trasferimenti da/per l’aeroporto-albergo,
ecc., come ad esempio la card con servizi integrati un caso di
23
Il caso umbro oggi vede l’aggregazione di circa 39 musei, di cui 33 gestiti dalla società
Sistema Museo, realizzata attraverso successive aperture delle sedi ad esposizione
permanente al pubblico, e dove dal 1990 al 1997 si registrano incrementi medi dei visitatori
di circa il 30% all'anno, raggiungendo un numero complessivo di mezzo milione di
visitatori da basi di partenza praticamente nulle nel corso di un decennio.
107
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Stoccolma, Stockholm Card che integra servizi, sconti e offerte per
tutto il territorio della città) 24 .
La costruzione di un sistema di offerta culturale non è condizione
necessaria perché la stessa diventi motivo di attrazione turistica, ma, al
contrario, per esercitare un impatto positivo sulla domanda turistica
serve costruire soluzioni che tengono conto di tutti gli altri elementi del
viaggio. In particolare, se si guarda al processo di fruizione del turista è
necessario sviluppare un modello che garantisca l’integrazione nelle fasi
di seguito descritte (vedi fig. 2).
Costruzione dell’offerta, da perseguire attraverso un dialogo costante
fra operatori del turismo e operatori della cultura. Diverse possono
essere le forme di dialogo dalla più semplice che consiste
nell’organizzare insieme (alberghi, musei, trasporti, ecc.) pacchetti a
fronte di eventi specifici, a quella più complessa di un’immagine unitaria
che si traduce in una programmazione congiunta annuale, in una
comunicazione integrata e in azioni mirate rispetto ai diversi target di
riferimento. Nel costruire l’offerta si decide il posizionamento ed è un
passaggio oggi sempre più indispensabile per avere successo sul
mercato turistico.
Promozione, fare promozione congiunta significa dar vita ad azioni
sinergiche fra il settore del turismo e la cultura. Tutto ciò serve a far sì
che il turista possa trovare facilmente le informazioni sulla destinazione
e che le stesse siano complete e aggiornate, che possa avere tutte
quelle indicazioni utili a farlo scegliere, che abbia la possibilità di
prenotare e acquistare i servizi nel minor tempo possibile. Si tratta di:
•
•
•
•
•
•
decidere insieme gli obiettivi da conseguire con la comunicazione;
sviluppare un’immagine coordinata comune;
scegliere messaggi e contenuti della comunicazione;
dar vita a strumenti congiunti (brochure, sito internet, sit, call center,
manifesti, ecc.);
creare un modello di gestione e aggiornamento dell’informazione
efficace;
dar vita a strumenti telematici di prenotazione e acquisto on line.
Erogazione dei servizi in loco, il turista culturale cerca l’esperienza, e
questa è influenzata dalle attività che può svolgere in loco. In territori di
dimensioni limitate risulta vincente riuscire a far vivere al turista una
24
Un altro esempio è rappresentato dalla “Carta Cinque Terre Card”. La card consente un
numero illimitato di viaggi sui treni nella tratta: La Spezia - Levanto A/R in 2a classe, la
fruizione dei servizi di mobilità interna nei vari paesi e frazioni delle Cinque Terre sui
pulmini del Parco a propulsione elettrica e/o metano, l'accesso a tutti i percorsi pedonali,
centri d'osservazione naturalistica, percorsi botanici, aree attrezzate, birdwatching e centri
di accoglienza, gestiti dal Parco Nazionale delle Cinque Terre, la consultazione di tutte le
pubblicazioni del Parco Nazionale delle Cinque Terre, inoltre con l'acquisto della carta
vengono distribuiti: la mappa dei treni e dei sentieri, l'orario dei battelli, l'elenco dei
prodotti e servizi garantiti dal parco.
108
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
vacanza facile, dove tutto è a portata di mano, dove l’agriturismo aiuta il
suo ospite ad organizzare la visita guidata, e lo aiuta ad affittare una
bicicletta, ecc. Questo offre al visitatore la percezione di trovarsi in un
posto ospitale dove può abbandonarsi al piacere della scoperta
“culturale” senza doversi preoccupare di ogni singolo elemento
organizzativo. In una logica, poi, di sviluppo economico questo si
traduce in una spesa più alta da parte del turista, perché maggiori sono
le sue occasioni di consumo e più servizi sarà disposto ad acquistare.
Post consumo, la fase del post consumo è strategica per procedere alla
fidelizzazione del turista, sia locale che nazionale e internazionale. Essa
rappresenta, inoltre, un’occasione per mettere a punto azioni di comarketing con il comparto enogastronomico. Infatti, quando si parla di
post consumo si fa riferimento ad azioni volte a stimolare il ricordo del
viaggio e a creare l’opportunità di un nuovo viaggio. News letter, azioni
di direct marketing, community, sono tutti strumenti di customer
relationship management che servono a conservare il rapporto con il
cliente e, allo stesso tempo, sono un’occasione per promuovere le
produzioni locali. Diversi sono gli esempi tra turismo, enogastronomia e
artigianato che tentano di sfruttare le sinergie fra i tre comparti sia
quando il turista è in loco che al suo rientro a casa. Ad esempio il
portale www.inparma.it è un primo tentativo, ancora poco sviluppato di
integrazione.
109
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Desid e rio d i vacanza
Pos izion a ment o o fferta
Ric e rca inf o rma z ioni
O ffert a info rma z ioni
Val u ta z ione a ltern at ive /
decision e d i acq u isto
A ttivi tà pr o mo z iona li
Pren o tazion e de lla
vacanza
Pren o tazion e de lla
vacanza
CONSUMO VACANZA
Acqu ist o de lla vacanza
Vend ita d el la vacanza
Spost a mento p e r
la de s tina z ione
O ffert a traspo rto
Si s tema z ione in
alloggio
O ffert a a llog g io
Fruizione d e l
servizi o d i ri s tora z ione
O ffert a ser v iz io d i
ris tora z ione
Ricerc a in forma z ioni
cu ltura li/turi s tiche
O ffert
a info
rma z iontoi su
Offerta
traspor
riso rse culocale
ltu ra li/tu ris tiche
Spostame n to da lle
risorse
cultura li/turi s tiche
O ffert Accoglienza
a traspo rto loc a le
Acquist o e/ o accesso
al ser v izio
Fruizione d
e lla vi s ita
At tiv ità ag g iuntiv e
della vacanza
Ric o rdo e val u ta z ione
Vendita
Accomateriale
g lienza
informativo in lo
co
O ffert a d eCRM
i se rvi z i p e r la
vis ita
O ffert a a tt iv ità ag g iun tive
dell a vacanza
CRM
110
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
11.3.3
Obiettivo 3: Miglioramento e controllo della qualità
Per migliorare la qualità e avviare processi di controllo (obiettivo 3) le
azioni da seguire sono di seguito elencate.
1. Creare un marchio di qualità per i diversi prodotti offerti (carta
dell’ospitalità, certificazione d’origine corleonese, gambero rosso,
marchio degli agriturismi, ecc.). Politiche comuni di valorizzazione del
patrimonio del territorio possono risiedere nella creazione di un marchio
del territorio che certifichi servizi turistici e culturali di qualità. Il marchio
di qualità è uno strumento per:
• creare e veicolare un’immagine unica dell’area;
• comunicare in maniera semplice con il visitatore, che riconosce nel
marchio una garanzia di qualità;
• fare qualità;
• controllare la qualità dei servizi turistici e culturali.
La messa a punto di un marchio unico di qualità è un intervento
articolato e complesso perché richiede la definizione di standard di
qualità minimi da rispettare per ogni tipologia di servizi (ricettività,
ristorazione, servizi culturali, ecc.). E’, altresì, vero che i vantaggi che il
marchio produce sull’offerta superano gli sforzi necessari alla sua
creazione. Infatti il marchio e il sistema di qualità, che attorno ad esso
ruota, consentono alla destinazione di definire degli standard di qualità e
di mantenerli nel tempo 25 .
Il caso di Trentino è interessante perché in una logica di marketing
territoriale integrato ha costruito un sistema di marchi governati da
Trentino Spa, agenzia di marketing territoriale. Il marchio espressione
del territorio può essere utilizzato a fronte del rispetto assoluto di un
disciplinare dagli operatori dei settori di seguito descritti.
Turismo: l'offerta ricettiva, i servizi d'intrattenimento, i prodotti turistici
in genere, le strutture e le infrastrutture di supporto.
25
Un esempio di marchio di qualità ambientale è quello del Parco Nazionale delle Cinque
Terre. (www.parconazionale5terre.it)
Un altro esempio è rappresentato dalla Camera di Commercio di Novara che promuove la
creazione di un marchio di qualità delle imprese turistiche. I marchi proposti sono tre: il
marchio Quality Restaurants, attualmente assegnato a 58 ristoranti della provincia di
Novara, il marchio Quality Hotels, che annovera 22 alberghi locali, il marchio Quality
Campings, di cui si possono contare 5 campeggi del Novarese.
111
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
Agro-alimentare: la selvicoltura, la filiera foresta/legno, le produzioni
tipiche che comprendono i prodotti agricoli locali, il comparto vitienologico, la produzione di latte e derivati, l'allevamento del bestiame e
la troticoltura.
Industria e Artigianato: con particolare riferimento al settore dei servizi
e nuove tecnologie.
Cultura e Formazione: l'attrattiva rappresentata dall'università, dai beni
artistici ed architettonici che il Trentino può offrire.
2. Progettare e realizzare elementi di segnaletica distintivi
dell’area (segnaletica stradale, didascalie museali o ai monumenti,
pulizia di segnaletica in disuso, ecc). La segnaletica è uno degli
strumenti più efficaci della comunicazione on site e per questo richiede
una particolare attenzione e cura. Un progetto mirato di segnaletica
turistica dell’area ben articolata sul territorio e capace di creare uno
standard è uno strumento la cui efficacia matura in un tempo non
inferiore ai 20 anni.
3. Dar vita ad un sistema di controllo della qualità. Nell’ambito
dell’erogazione di servizi e produzioni turistico culturali si va sempre più
affermando la centralità del tema della qualità. La crescita di una nuova
cultura gestionale obbliga gli operatori che vogliano svolgere un ruolo
culturalmente e socialmente rilevante, ad uscire dalla propria
autoreferenzialità per considerare in modo sempre più preciso e
circostanziato le esigenze del proprio utente, inteso nella sua
complessità di fruitore reale o potenziale dell’offerta.
È l’attenzione sistematica ad una domanda turistico-culturale sempre più
esigente, informata ed attenta alla qualità dei servizi offerti, l’elemento
che rende oggi competitivi un’azienda, un sito culturale e/o una
destinazione.
Da quanto premesso si evince chiaramente come la gestione della
qualità rappresenti un obiettivo comune che deve essere condiviso e
perseguito da tutti gli operatori dell’area. La definizione, la diffusione e
l’applicazione di standard qualitativi è a questo punto fondamentale per
il raggiungimento degli obiettivi individuati.
Un sistema di qualità serve a misurare la qualità oggettiva (lato
impresa) e la qualità percepita (lato utente), che si possono leggere su
due piani: strutturale, cioè relativo agli aspetti architettonici, spaziali e
ambientali nei quali il servizio viene erogato; funzionale, cioè relativo
alle modalità in cui il servizio viene erogato.
Un sistema di qualità deve servire a far sì che la destinazione sia capace
di garantire all’utente un servizio migliore a parità di sforzi sostenuti,
ovvero un servizio più coerente alle sue esigenze. Pertanto è opportuno
creare un sistema che offra:
•
agli operatori la possibilità di migliorare costantemente il servizio
offerto ai loro utenti;
112
Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese
•
agli utenti la possibilità di valutare la qualità dei servizi offerti
dall’area mediante il concetto di community e di scambio di
esperienze.
Il sistema di rilevazione della qualità deve tener conto delle differenze
sostanziali esistenti tra: le diverse tipologie di operatori, gli ambiti da
indagare, i servizi da misurare, le diverse tipologie di utenti.
Un sistema organizzato in questo modo, se funzionante, ha il vantaggio
generale di fidelizzare l’utente, aumentando il grado di partecipazione e
di conseguenza il mercato di riferimento della destinazione 26 .
26
Un esempio di sistema di qualità nel turismo è QUALITUR, che attraverso un
riconoscimento per tutte quelle aziende che, operando nel settore turistico, si distinguono
per il loro operato, sensibilizza gli operatori verso modalità e standard di qualità della
propria offerta.
Un altro esempio di certificazione di itinerari culturali è il progetto europeo Ciste, progetto
di cooperazione interregionale di sviluppo economico, cofinanziato dalla Commissione
Europea e dalle Regioni partner.
Il progetto si propone di offrire ad una clientela più ampia possibile un servizio gratuito di
informazione, di prenotazione e di vendita di itinerari certificati. Mediante l’Associazione
omonima il progetto ha cominciato ad accogliere i primi itinerari, che rientrano nella
procedura di certificazione. Sono stati identificati nella prima fase di realizzazione 250 siti
culturali che seguono la procedura di certificazione.
Altri 170 siti associati (Uffici del Turismo) e di servizio (ristorazione) sono in processo
d'integrazione.
Un regolamento interno o "Capitolato d’oneri degli itinerari turistici e culturali europei"
fissa le condizioni di certificazione dei siti e degli itinerari.
113