Piano valorizzazione Alto Belice Corleonese
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Piano valorizzazione Alto Belice Corleonese
PROGRAMMA QUADRO DI SVILUPPO ITALIA EX DELIBERA CIPE N. 62/02 E N. 130/02 Programma Operativo “Advisoring agli Studi di fattibilità” Analisi di fattibilità Programma di valorizzazione culturale in chiave turistica dei Comuni del Patto Territoriale dell’Alto Belice Corleonese Regione Sicilia Ottobre 2006 1 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Hanno collaborato alla realizzazione delle analisi di fattibilità: Prof. Emilio Becheri, Prof. Maurizio Di Palma, Arch. Walter Barberis, Dott.sa Francesca Traclò. 2 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese 1. PREMESSA .............................................................................. 5 2. LE CARATTERISTICHE SOCIO ECONOMICHE DEL TERRITORIO DELL’ALTO BELICE CORLEONESE ...................................... 8 2.1 GENERALITÀ .......................................................................... 8 2.2. SINTESI DEGLI ASPETTI DEMOGRAFICI E SOCIOECONOMICI DELL’AREA ....... 9 3. ANALISI DELLE ESPERIENZE RECENTI DI PROGRAMMAZIONE12 3.1 GENERALITÀ......................................................................... 12 3.2 DALLA RIFORMA ELETTORALE AI PROGRAMMI INTEGRATI TERRITORIALI ..... 12 3.3 NASCITA DEL PIT “ALTO BELICE CORLEONESE” ............................... 15 3.4 PROGRAMMA DI INIZIATIVA COMUNITARIA LEADER+ “TERRE NORMANNE”15 3.5 PROGRAMMA DI INIZIATIVA COMUNITARIA LEADER+ “TERRE DEL SOSIO” 16 3.6 PROGETTO IDÉNTITÉ MÉDITERRANÉENNE ....................................... 17 3.7 IL PROGETTO MUSEO DIFFUSO DI ARTI FIGURATIVE DELL’ALTO BELICE CORLEONESE “ MIRABILE ARTIFICIO” ................................................ 18 3.8 PROGETTO PILOTA ECOTURISMO MEDITERRANEO .............................. 18 3.9 ALTRI DOCUMENTI NORMATIVI INERENTI ........................................ 19 3.10 CONSIDERAZIONI DI SINTESI SULLA PROGRAMMAZIONE..................... 19 4. L’APPROCCIO METODOLOGICO PER IL CENSIMENTO DEL SISTEMA CULTURALE. ..................................................... 22 5. LE RISORSE CULTURALI: UNO SGUARDO AL SISTEMA .......... 23 5.1 GLI EDIFICI DI CULTO: IL PATRIMONIO DOMINANTE ............................ 27 5.2 LE DIMORE STORICHE: UN’OPPORTUNITÀ PER IL SISTEMA ..................... 32 5.3 LE AREE ARCHEOLOGICHE: UN PATRIMONIO DIMENTICATO .................... 34 5.4 I MUSEI: UNA RISORSA DA INTEGRARE E RIORGANIZZARE ..................... 43 5.5 I MONUMENTI ARCHITETTONICI: SIMBOLI DELL’IDENTITÀ LOCALE ............ 45 5.6 GLI EVENTI CULTURALI: UNA RISORSA DA POTENZIARE ........................ 46 5.7 GLI ITINERARI CULTURALI: LE FUTURE ARTERIE DEL SISTEMA CULTURALE ... 50 5.8 I COMPLESSI PER ATTIVITÀ DI SPETTACOLO: CONTENITORI DA ARRICCHIRE . 53 5.9 I CENTRI DI STUDI E RICERCA: UNA RISORSA DA METTERE IN RETE .......... 54 5.10 LA PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE DEI PRODOTTI ENOGASTRONOMICI: UNA RISORSA STRATEGICA PER LA CREAZIONE DI UN PRODOTTO TURISTICO-CULTURALE ............................................................................................ 56 5.11 LA PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE DEI PRODOTTI ARTIGIANALI ............. 58 5.12 LETTURA DELLA DISTRIBUZIONE DELLE RISORSE PER COMUNE .............. 58 6. IL COMPARTO RICETTIVO ..................................................... 61 7. DOMANDA TURISTICO-CULTURALE ...................................... 64 7.1 I PRINCIPALI TREND ............................................................... 64 7.2 ANALISI DELLA DOMANDA TURISTICA DELL’ALTO BELICE CORLEONESE .... 67 8. ANALISI SWOT ..................................................................... 74 9. LINEE GUIDA ........................................................................ 80 10. BENCHMARKING ................................................................. 83 10.1 OBIETTIVI E METODOLOGIA DEL BENCHMARKING.............................. 83 10.2 STRUTTURA DEI CASI ............................................................ 85 10.3 IL CASO BORGOGNA ............................................................. 85 3 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese 10.3.1 Il territorio ............................................................ 85 10.3.2 Il paesaggio........................................................... 86 10.3.4 L’offerta culturale: gli elementi distintivi .................... 86 10.3.5 Organizzazione dell’offerta....................................... 88 10.3.6 I target di riferimento ............................................. 88 10.3.7 Marchi di qualità..................................................... 88 10.3.8 Elementi distintivi della comunicazione ...................... 89 10.4 IL CASO LANGHE, MONFERRATO E ROERO .................................... 89 10.4.1 Il territorio ............................................................ 89 10.4.2 Il paesaggio........................................................... 90 10.4.3 L’offerta culturale: gli elementi distintivi .................... 90 10.4.4 Organizzazione dell’offerta....................................... 92 10.4.5 Marchi di qualità..................................................... 92 10.4.6 Elementi distintivi della comunicazione ...................... 92 10.5 IL CASO SKANSEN (STOCCOLMA) .............................................. 93 10.5.1 Il territorio ............................................................ 93 10.5.2 Il paesaggio........................................................... 94 10.5.3 L’offerta culturale: gli elementi distintivi .................... 95 10.5.4 Organizzazione dell’offerta....................................... 96 10.5.5 Elementi distintivi della comunicazione ...................... 96 11. STRATEGIA E PROGETTI ..................................................... 98 11.1 OBIETTIVI A LUNGO TERMINE .................................................... 99 11.2 DEFINIZIONE DELLA STRATEGIA ................................................. 99 11.3 OBIETTIVI D’INTERVENTO (O A BREVE TERMINE).............................101 11.3.1 Obiettivo 1: Aumento dell’offerta culturale ................102 11.3.2 Obiettivo 2: Messa in rete delle componenti dell’offerta culturale ............................................................................105 11.3.3 Obiettivo 3: Miglioramento e controllo della qualità ....111 ALLEGATI ALLEGATO N°1: STRATEGIA DI VALORIZZAZIONE - LINEE DI AZIONE ED INTERVENTI ALLEGATO N°2: SCHEDE DI RILEVAZIONE 4 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese 1. Premessa Sviluppo Italia, nell’ambito del Programma Operativo (P.O.) “ Advisoring e supporto tecnico per lo sviluppo progettuale degli studi di fattibilità” (delibere Cipe n° 62/02 e n° 130/02), su indicazione del DPS, ha realizzato attività di supporto relative al programma regionale di Advisoring della Regione Sicilia al fine di promuovere ed accelerare il processo di sviluppo progettuale degli interventi previsti nello studio di fattibilità “Programma di azioni ed interventi nel turismo attraverso la tutela dei B.B.CC.- Alto Belice Corleonese”. (Cod. CIPE 797). L’azione di diagnosi, realizzata da Sviluppo Italia è risultata utile a definire le azioni di integrazione e rafforzamento degli esiti prodotti dallo studio. Gli esiti di tale attività hanno verificato l’attuale stato di progettazione di numerosi degli interventi previsti dallo studio di fattibilità. In particolare, molti dei progetti sono inseriti nel Piano Integrato Territoriale Alto Belice Corleonese n° 19, nel P.R.U.S.S.T. Alto Belice Corleonese “ Infrastrutture e servizi per accompagnare lo sviluppo” e sono state avviate iniziative PIC Leader “Terre del Sosio” e “ Terre Normanne” a sostegno del turismo rurale. A conclusione dell’attività di diagnosi, l’esigenza manifestata dall’Amministrazione del Patto Alto Belice Corleonese e condivisa con l’Amministrazione Regionale è stata, pertanto, quella di sistematizzare e razionalizzare le iniziative in atto nell’ambito di un sistema locale di offerta turistica. All’interno di tale quadro strategico di sviluppo turistico dell’area ed a seguito degli incontri con l’Amministrazione del Patto Alto Belice Corleonese, quest’ultima ha chiesto a Sviluppo Italia di sviluppare una azione di supporto alla definizione di un programma di valorizzazione dell’offerta culturale a fini turistici dei Comuni del Patto Territoriale dell’Alto Belice Corleonese. Tale programma, condiviso con l’Amministrazione del Patto Alto Belice Corleonese ha perseguito i seguenti obiettivi: • • • messa in rete del patrimonio culturale in una logica di fruizione turistica; creazione di una rete di percorsi culturali; creazione di un sistema di gestione dell’offerta culturale dell’area di riferimento. 5 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese L’azione di supporto avviata da Sviluppo Italia si innesta nel processo di programmazione ed esperienze maturate nel territorio. Tanto le analisi svolte che i risultati conseguiti hanno riguardato nello specifico: a. l’esame delle caratteristiche strutturali e socio economiche del territorio del Corleonese; b. una rivisitazione delle più recenti esperienze di programmazione maturate sul territorio al fine di verificare se sussistono strategie ed obiettivi comuni (una linea comune di obiettivi da perseguire); c. la classificazione delle tipologie di beni culturali ed ambientali da analizzare ai fini della individuazione di specificità e valenze sulle quali puntare ed intervenire per incrementare la domanda turistica nel territorio; d. l’analisi delle potenzialità e delle debolezze del sistema dei beni culturali da assumere a base del processo di crescita dell’area attraverso la valorizzazione delle risorse del territorio; e. l’analisi del mercato turistico dell’area, sviluppata attraverso la rilevazione delle strutture ricettive presenti sul territorio e gli attuali flussi di domanda; f. uno studio di benchmarking, indirizzato ad individuare e analizzare casi di eccellenza, di esperienze all’avanguardia sia a livello nazionale che internazionale, nel settore turistico-culturale. Casi che sono stati scelti in base alle caratteristiche territoriali, alla varietà dell’offerta turistica e al livello di maturità del prodotto turistico offerto; Quanto sviluppato ha portato alle seguenti conclusioni: • • • • • il sistema socio economico dell’Alto Belice Corleonese presenta livelli di sviluppo modesti e livelli di occupazione bassi e concentrati prevalentemente sul settore primario e terziario tradizionale. Non appaiono presenze significative di attività industriali sia in termini di occupazione sia in termini di efficienza e di valore aggiunto creato; le esperienze di programmazione, hanno individuato le più significative potenzialità nel rafforzamento della competitività territoriale attraverso il potenziamento della dotazione infrastrutturale, nel potenziamento del settore agroalimentare ed enologico, e nella valorizzazione delle potenzialità turistiche di natura diversa (turismo rurale, agriturismo, turismo culturale ed enogastronomico, etc.); l’attuale dotazione di strutture ricettive è ancora debole tanto in termini di volumi quanto in termini di qualità dei servizi offerti; la domanda turistica attratta dall’area è insufficiente a garantire un adeguato sfruttamento della potenzialità ricettiva; le potenzialità turistiche in termini di presenze di beni culturali appaiono ampie in termini numerici (sono stati rilevati oltre 575 beni culturali); tuttavia tali presenze non hanno le caratteristiche dell’unicità e ciascuna da sola non sarebbe in grado di far accrescere la attrattività e la domanda turistica del territorio; 6 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese • • • • la possibilità di valorizzare tali presenze è collegata ad iniziative che assumono una pluralità di beni culturali da collegare/integrare funzionalmente per creare una offerta in grado di attrarre turisti; il patrimonio culturale presente nell’area deve essere valorizzato attraverso l’erogazione di servizi culturali che siano appetibili per il potenziale turista; la valorizzazione in chiave turistica di tale patrimonio non può prescindere dallo sviluppo del comparto enogastronomico. L’integrazione è indispensabile per rendere l’area turisticamente appetibile; le azioni di comunicazione, forti e mirate verso potenziali target di riferimento, risultano necessarie per dare visibilità all’offerta dell’area. Le suddette criticità, riscontrate quale esito delle attività a-f hanno ri-orientato gli obiettivi del programma e ri-definito le attività conclusive di valutazione della fattibilità del programma stesso: g. la prefigurazione di un programma di sviluppo per la valorizzazione delle potenzialità culturali ed ambientali ai fini del rafforzamento del turismo nell’area; h. l’individuazione di una strategia di massima caratterizzata da progetti pilota volti a dare concreta attuazione alla strategia di valorizzazione culturale; i. l’indicazione di massima dei costi necessari per la realizzazione della strategia di valorizzazione del patrimonio culturale. I progetti pilota e l’indicazione di massima dei costi sono contenuti nello specifico allegato 2 “Strategia di valorizzazione del patrimonio culturale in chiave turistica” - Linee di azione ed interventi Lo studio, finalizzato ad esaminare il sistema di offerta culturale dell’area e raccogliere tutte le informazioni necessarie alla ricostruzione degli elementi di contesto che lo possono influenzare ha preso in esame: • • • • gli strumenti di programmazione adottati e i principali risultati conseguiti; il contesto socio economico di riferimento nei tratti più importanti; il sistema locale di offerta turistica; infine, il patrimonio culturale. Mentre per i primi tre aspetti vi è stata una analisi documentale di natura desk, per il sistema culturale essendo esso stesso oggetto dello studio è stata svolta tanto un’analisi desk quanto una rilevazione di campo. 7 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese 2. Le caratteristiche socio economiche del territorio dell’Alto Belice Corleonese 2.1 Generalità Il territorio del comprensorio dell’Alto Belice Corleonese confina con l’area metropolitana di Palermo, con il bacino del Fiume Belice, con la S.S. Palermo-Agrigento e con la Provincia di Agrigento. L’ambito territoriale è prevalentemente collinare e montano, con cime che superano i 1500 metri, ad eccezione della piccola zona pianeggiante ai confini di Palermo. Il comprensorio dell’Alto Belice Corleonese, si configura istituzionalmente nel 1996 con la nascita del Patto Territoriale per l’occupazione “Alto Belice Corleonese” per iniziativa dei Comuni di Altofonte, Belmonte Mezzano, Bisacquino, Bolognetta, Campofiorito, Cefalà Diana, Chiusa Sclafani, Corleone, Giuliana, Godrano, Marineo, Monreale, Piana degli albanesi, Prizzi, Roccamena, San Cipirello, San Giuseppe Jato, Santa Cristina Gela, Villafrati. Ai quali in fase successiva e per specifiche iniziative comprensoriali (Prusst, Pit) si sono associati i Comuni di Mezzojuso, Contessa Entellina, Palazzo Adriano. I Comuni che fanno parte del comprensorio “Alto Belice Corleonese” occupano una superficie totale di 1.740 kmq, che rappresenta il 35% Comuni del comprensorio Popolazione Alto Belice Corleonese (ab. al '99) Popolazione (ab. al '05) Popolazione (Var. %) Superficie (kmq) Densità Demog. (ab./kmq) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 9.193 10.322 5.205 3.472 1.401 3.716 992 3.302 1.985 11.393 2.305 1.147 6.956 3.058 31.964 2.530 6.227 5.711 1.793 5.016 8.349 865 3.365 130.267 1.235.923 -1,77% 0,45% 1,10% n/d -3,00% -10,09% 1,51% -3,73% 0,25% 1,68% -3,43% -0,87% 3,06% -1,11% 7,73% -3,16% -1,25% -3,64% -6,02% -0,22% -7,43% -0,35% -1,78% 3,44% -0,17% 35,27 30,00 65,00 28,00 21,35 39,00 9,02 58,00 137,00 230,00 25,00 39,00 34,00 50,00 529,20 100,00 65,00 96,00 34,00 21,00 30,00 39,00 25,00 1.739,84 4.992,00 261 344 80 124 66 95 110 57 14 50 92 29 205 61 60 25 96 59 53 239 278 22 135 75 248 Altofonte Belmonte Mazzagno Bisacquino Bolognetta Campofiorito Camporeale Cefalà Diana Chiusa Sclafani Contessa Entellina Corleone Giuliana Godrano Marineo Mezzojuso Monreale Palazzo Adriano Piana degli Albanesi Prizzi Roccamena San Cipirrello San Giuseppe Jato Santa Cristina Gela Villafrati Tot. Comprensorio Palermo (Provincia) 9.356 10.276 5.148 n/d 1.443 4.091 977 3.425 1.980 11.202 2.384 1.157 6.743 3.092 29.493 2.610 6.305 5.919 1.901 5.027 8.969 868 3.425 125.791 1.238.061 Altitudine (m. s.l.m.) 359,00 356,00 663,00 300,00 620,00 450,00 540,00 614,00 571,00 542,00 710,00 730,00 575,00 550,00 320,00 680,00 720,00 1.045,00 450,00 394,00 463,00 674,00 475,00 8 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese della superficie totale della Provincia di Palermo, e il 7% di quella Siciliana. Il carattere demografico prevalente è quello delle medie e piccole realtà urbane con una bassa densità abitativa, che in media non superano i 75 abitanti per kmq. Salvo eccezione di 5 comuni che presentano valori simili o superiori la media provinciale di 248 abitanti per kmq. Le rilevazioni demografiche nel periodo 1999-2005 rivelano un aumento complessivo del 3,44%, sebbene la prevalenza dei comuni mostri una dinamica in diminuzione, l’aumento della popolazione si registra solamente nei comuni di maggiori dimensioni, confermando il processo di concentrazione urbana che si verifica a livello nazionale e internazionale già da qualche decennio. Il sistema delle infrastrutture presenta forti carenze. Relativamente ai trasporti, si precisa che non esiste la ferrovia e che la rete viaria è poco sviluppata (circa 500 Km, di cui soltanto 100 Km di strade statali). Mancano inoltre le autostrade e gli assi di penetrazione est-ovest. 2.2. Sintesi degli aspetti demografici e socioeconomici dell’area La situazione demografica, alla luce dei risultati del censimento 2001, dell’area si presenta con le seguenti caratteristiche: un tasso di vecchiaia elevato, così come avviene, solitamente, nelle realtà agricole ed a basso tasso di scolarizzazione; un’intensa espansione demografica nei comuni localizzati nell’area gravitazionale di Palermo; una drastica contrazione della popolazione negli altri. La qualità della vita della popolazione locale risulta di basso profilo soprattutto con riferimento all’eccessivo e caotico inurbamento nei comuni vicini a Palermo, all’isolamento di alcuni comuni interni rispetto alle vie di comunicazione, alla limitata diffusione o fruibilità di alcuni servizi sociali (asili nido, centro assistenza disabili, presenza di un solo centro ospedaliero), alla carenza e discontinuità nell’erogazione dell’acqua. 9 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese CO MUNI Provincia di Palermo Altofonte Belmonte M ezzagno Bisacquino Bolognetta Campofiorito Cefal à Diana Chiusa Sclafani Contessa Entellina Corleone Giuliana Godrano M arineo M ezzojuso M onreale Palazzo Adriano Piana degli Albanesi Prizzi Roccamena San Cipirello San Giuseppe Jato Santa Cristina Gela Villafrati Totale Agricoltura 6% 10% 12% 5% 18% 5% 12% 26% 17% 11% 15% 10% 13% 5% 16% 8% 16% 28% 22% 15% 11% 3% 10% Attivit à economica Industria Altre attivit à 21% 35% 18% 28% 18% 27% 19% 16% 13% 18% 19% 30% 22% 20% 13% 21% 20% 20% 24% 27% 32% 25% 22% 74% 55% 71% 67% 64% 68% 69% 57% 69% 71% 67% 60% 65% 75% 70% 72% 64% 52% 54% 58% 58% 72% 68% Totale 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% Fon te: Is tat, c ensimento della popo lazio ne 20 01 L’occupazione nell’area del Patto, fortemente sbilanciata verso il settore terziario e verso la pubblica amministrazione, riflette una connotazione caratteristica del tessuto socio economico del meridione; analizzando puntualmente la ripartizione degli occupati per settori nei diversi comuni si evidenzia come in alcuni casi nel settore primario l’occupazione è molto elevata. In termini generali, la distribuzione dell’occupazione così si articola: il 10% della popolazione attiva risulta occupata nel settore agricolo, il 68% nel terziario e il 22% nel settore industriale; di cui larga parte è impegnata nel settore dell’edilizia. Il tasso di disoccupazione dell’area (30,49%) è di un punto percentuale superiore a quello della provincia (29,55%), la disoccupazione giovanile si assesta su un valore di poco inferiore al 70%. Il tasso di occupazione è di circa 4 punti percentuali inferiore a quello provinciale, mentre sale a cinque punti percentuali la distanza fra il tasso di attività del comprensorio e quello della provincia. La situazione mette in risalto un sistema economico statico e in alcuni settori addirittura in regresso, che esprime pertanto una domanda di lavoro largamente inferiore all’offerta. Tutto ciò provoca perversi meccanismi di aspettative sul mercato del lavoro, che non incoraggiano lo spirito di imprenditorialità. 10 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese COMUNI Alto fo nte Belmonte Mezzagno Bisacqu in o Bolognetta Campofiorito Cefalà Diana Chiusa Sclafani Contessa Entellina Corleon e Giu liana Godrano Marineo Mezzojuso Mo nreale Palazzo Adriano Piana degli Albanesi Prizzi Roccamena San Cipirello San Giuseppe Jato Santa Cristina Gela Villafrati Val ore medio area Tota le Provi ncia di Palermo Tasso di Tasso di disoccupazione disoccupazione % giovanile % Tasso di occupazione % Tasso di attività % 28,89 37,16 35,56 25,69 29,77 31,92 28,43 33,22 27,25 49,56 20,06 26,77 23,05 32,48 26,36 27,02 22,96 38,27 32,34 33,01 31,99 28,95 30,49 69,53 72,3 74,41 53,49 68,97 80 69,81 67,11 65,93 89,84 51,61 58,68 65,25 70,69 68,75 66,67 65,94 73,79 70,18 68,63 69,57 69,81 68,68 30,4 24,62 25, 65 25,31 25,17 28,69 23,78 23,42 28,83 26,09 26,76 27,81 27,58 29,09 26,86 29,06 23,11 24,54 27,18 23,43 30,21 27,48 26 ,5 9 42,75 39,18 39,81 34,07 35,83 42,14 33,23 35,07 39,64 51,73 33,48 37,97 35,84 43,09 36,48 39,82 30 39,75 40,18 34,98 44,41 38,68 38 ,55 29,55 69,35 30 ,4 5 43 ,22 Fon te: Istat, cens imen to della popo lazione 2001 Attualmente il sistema imprenditoriale locale si articola in un insieme di microimprese, concentrate prevalentemente nel commercio e nel settore manifatturiero. Nel settore agricolo, i comparti più rappresentativi nel territorio sono: il vitivinicolo, il cerealicolo, l’olivicolo, l’ortofrutticolo e lo zootecnico. Le imprese del comparto agricolo soffrono di problemi di frammentazione fondiaria, arretratezza tecnologica, invecchiamento degli addetti. Sono state avviate produzioni biologiche ma ancora all’interno del settore hanno un peso assai limitato. Il comparto manifatturiero è costituito, prevalentemente, da imprese che operano nei settori agroalimentare, estrattivo e della lavorazione dei materiali lapidei, metalmeccanico e della lavorazione del legno. 11 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Anche nell’ambito dell’industria si manifestano fenomeni di arretratezza tecnologica e scarsa propensione al mercato. Fra le criticità principali del tessuto economico si rilevano: la dimensione modesta delle imprese, le produzioni agricole tradizionali fortemente dipendenti da sussidi pubblici, la forte frammentazione del tessuto sociale ed imprenditoriale, l’alto tasso di disoccupazione. 3. Analisi delle esperienze recenti di programmazione 3.1 Generalità A questa situazione di ritardo socioeconomico ha corrisposto, nel corso degli ultimi anni, una intensa attività di programmazione finalizzata a creare condizioni di crescita più favorevoli. Si fa riferimento, in particolare, alle politiche comunitarie, nazionali, regionali e locali in via di definizione, in corso o già concluse. L’esame, sviluppato in tale contesto, ha riguardato nello specifico le seguenti esperienze: • • • • • • • • • • • • • • Patto europeo per l’occupazione (1999); Piano di azione locale (1997); Patto nell’ambito del POM (1998); Patto PRUSST (1999); Patto per l’agricoltura (2000); La creazione della società Belice Ambiente SpA; Infrastrutture e servizi per accompagnare lo sviluppo (2001); Sportello unico per le attività produttive (2002); PIT “Alto Belice Corleonese”; PIC LEADER + Terre Normanne; PIC LEADER + Terre del Sosio; Progetto Identité Mediterraneénne; Museo diffuso di Arti Figurative; Progetto pilota Ecoturismo Mediterrane. 3.2 Dalla riforma elettorale ai Programmi Integrati Territoriali Il Patto europeo per l’Occupazione Alto Belice Corleonese nasce nel 1995, in parte grazie agli effetti della riforma elettorale che concedono un nuovo protagonismo ai sindaci eletti direttamente dal popolo, in parte grazie al fermento delle politiche bottom-up. La delibera CIPE del maggio del 1995, introduce per la prima volta il Patto Territoriale in un documento ufficiale di programmazione. Quando il partenariato locale è pronto ad accedere ai finanziamenti del CIPE, il Patto Alto Belice Corleonese viene candidato a convertirsi in Patto Territoriale per l’Occupazione (PTO) finanziato dalla Comunità Europea. Il Patto Territoriale ha promosso la filiera agroalimentare, il recupero delle risorse culturali, la promozione dell’artigianato e la valorizzazione delle risorse naturali. 12 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Nel 1997, con l’ausilio di un programma d’assistenza comunitaria è stato prodotto il Piano d’Azione Locale (PAL) 1 , Piano volto allo sviluppo integrato del territorio. Sulla base del PAL è stato prodotto il Sottoprogramma 2 “Alto Belice Corleonese” del Piano Operativo Multiregionale (POM). 2 Con il POM, “Sviluppo Locale, Patti Territoriali per l’Occupazione”, alla fine del 1998, è stato finanziato il Patto, con una dotazione di 100 miliardi di lire. Lo stesso è stato approvato il 28/12/98, le iniziative sono state avviate nel gennaio 1999 e si sono concluse il 31/12/2001. Per la sua attuazione, nello stesso anno, si è costituita la società Alto Belice Corleonese s.p.a., con un capitale sociale di 200 milioni di lire, integralmente sottoscritto dai venti Comuni che compongono il Patto. Il Patto Territoriale nel corso del 1999 promuove il Programma di riqualificazione Urbana e di Sviluppo Sostenibile Territoriale (PRUSST) “Alto Belice Corleonese”, il qual è stato finanziato con circa 2,9 miliardi di lire per la progettazione delle opere pubbliche previste, mentre il complesso degli investimenti pubblici e privati è stimato in 420 miliardi di lire. A questo programma aderiscono oltre ai 20 Comuni del Patto il SIL Alto Belice Corleonese s.p.a., i Comuni di Mezzojuso e Contessa Entellina, il Consorzio di Bonifica 2 Palermo, l’Assessorato ai Beni Culturali e Ambientali della Regione Sicilia e la Provincia Regionale di Palermo. Nel 2000 il Patto partecipa all’ideazione del Patto per l’Agricoltura e la Pesca “Alto Belice Corleonese, Valle del Torto e dei Feudi e la Fascia Costiera”, al quale partecipano i 20 Comuni del Patto Alto Belice Corleonese e altri 20 Comuni della Provincia di Palermo. Gli investimenti complessivi ammontano a circa 27.5 milioni di euro. Nel 2001 i Comuni del Patto sottoscrivono un Protocollo d’intesa per la costituzione della società “Belice Ambiente s.p.a.”. Società pubblicoprivata per la gestione dei rifiuti solidi urbani e altri servizi nel campo ambientale, con un capitale sociale di 110 mila euro. Nello stesso anno, il SIL Alto Belice Corleonese s.p.a. realizza il “Piano energetico ambientale del territorio del Patto”, che dettaglia lo stato dell’ambiente e esamina le condizioni necessarie per avviare proposte compatibili con l’ambiente. Nell’ottobre del 1998, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con il DM n.1169 dà vita ai “Programmi di riqualificazione urbana e sviluppo 1 Per un approfondimento sulla distribuzione degli investimenti: “Studio di fattibilità ex Delibera CIPE 70/98 e 106/99 e D.A. Regione Sicilia 738/99, Programma di azioni ed interventi sul turismo attraverso la tutela dei beni culturali e ambientali”, Relazione generale, Quadro istituzionale e programmatico, cap. 2.3, pp. 29/33. 2 Fonte: www.pattoaltobelice.com 13 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese sostenibile del territorio” (PRUSST) 3 . Il finanziamento non riguarda la realizzazione d’opere, ma esclusivamente la redazione del Programma, gli studi di fattibilità dove necessari, la progettazione delle opere previste nel Programma. Il Patto territoriale per l’occupazione Alto Belice Corleonese aderisce e propone il programma denominato “Infrastrutture e servizi per accompagnare lo sviluppo”, il quale è stato finanziato per 1.5 milioni di euro con il D. M. 28.03.2001 n.111/ Segr. Il programma si basa sulle intese attuate tra diversi attori locali. Le principali intese sono: • • • • con l’Assessorato BB.CC.AA, con cui il Patto raggiunge un’intesa per la realizzazione di interventi di fruizione di beni archeologici e ambientali, di recupero di manufatti di pregio storico, d’approfondimento disciplinare relativo alla storia locale, per un importo complessivo pari a circa 11 milioni di euro; con l’Ispettorato Dipartimentale delle Foreste dell’Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste, con cui il Patto ha proposto la valorizzazione dell’area di Ficuzza attraverso il recupero dell’ex Palazzo Reale Borbonico, la realizzazione di aree attrezzate, sentieri e strutture sportive; con la Provincia di Palermo, i due soggetti hanno stabilito un protocollo d’intesa per l’ammodernamento della rete viaria interna all’area del Patto, con un importo complessivo pari a circa 23 milioni di euro; con l’accordo di varie Amministrazioni locali sono state concepite alcune proposte per la realizzazione di nuove attrezzature e aree per insediamenti produttivi specializzati; i Comuni del Patto hanno elaborato un’azione comune di programmazione per l’individuazione degli interventi d’infrastrutture per lo sport e il tempo libero. Per quanto riguarda la fase esecutiva del PRUSST si sono riscontrati i seguenti elementi di criticità: • • • il vincolo rappresentato dalla necessità che nell’ambito del finanziamento dei progetti fosse compresa una partecipazione dei soggetti privati per una quota pari ad almeno un terzo dell’importo complessivo degli interventi; si è riscontrata, infatti, una difficoltà nell’intercettare risorse private al fine di avviare la realizzazione degli interventi attraverso lo strumento della finanza di progetto; le caratteristiche innovative dello strumento hanno comportato difficoltà interpretative sulla procedura. 3 In questo paragrafo si riprendono, con aggiunte e sistemazioni, descrizioni contenute nel documento di sintesi “PRUSST Alto Belice Corleonese, Infrastrutture e servizi per accompagnare lo sviluppo” elaborato da Alto Belice Corleonese s.p.a. 14 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Nel 2002, i 20 Comuni del Patto più quelli di Contessa Entellina e Mezzojuso sottoscrivono la Convenzione per la realizzazione in forma associata dello Sportello unico per le attività produttive. Il Patto Territoriale per l’Occupazione entra in maniera indiretta a fare parte dei Progetti Integrati Territoriali, permettendo in questo modo alla Regione di avere uno spazio decisionale all’interno del rapporto diretto tra enti locali (territorio) e istituzioni sovraregionali (Governo centrale, Ministero del Tesoro e Commissione Europea). 3.3 Nascita del PIT “Alto Belice Corleonese” A gennaio del 2002 è stato approvato il PIT “Alto Belice Corleonese. Tra natura e prodotti tipici, un grande parco per il turismo e il tempo libero” con la sottoscrizione dei 20 Comuni che aderiscono al Patto, dai comuni di Contessa Entellina, Mezzojuso, Palazzo Adriano e dalla Provincia Regionale di Palermo per quanto riguarda ai soggetti pubblici; e altri 28 soggetti privati coprendo gran parte della platea istituzionale e non. Il rappresentate dei soggetti promotori è il Comune di Piana degli Albanesi, mentre il legale rappresentante è il Presidente del Patto (ex sindaco del Comune). Il PIT è promosso, progettato e sostenuto tecnicamente dalla Società di gestione del Patto. L’idea forza del PIT riguarda la realizzazione di un sistema di offerta integrata di prodotti tipici, di servizi e di ospitalità turistica, soprattutto nel segmento del cosiddetto turismo verde. Si stima l’investimento iniziale di circa 100 milioni di euro, il 75% dei quali destinati a interventi pubblici, e l’impatto sull’occupazione si stima in 1.000 nuovi posti di lavoro. Dagli investimenti pubblici il più significativo in termini di spesa è quello relativo alla riconversione a uso ciclabile delle linee ferroviarie dismesse a scartamento ridotto, opera che ammonta a 6,3 milioni di euro. 3.4 Programma di Iniziativa Comunitaria LEADER+ “Terre Normanne” La Monreale srl è la forma istituzionale giuridica, amministrativa, politica e di attuazione e di gestione del PIC Leader + denominato "Terre Normanne". La Società intende perseguire lo sviluppo rurale del territorio attraverso azioni di partenariato con tutti gli attori locali, cui viene garantito un corretto funzionamento, per valorizzare il patrimonio naturale e culturale, potenziare l'ambiente economico del territorio al fine di contribuire a creare posti di lavoro e per un miglioramento complessivo della capacità organizzativa degli imprenditori locali. Il Gruppo di Azione Locale (GAL) è costituito da 15 soggetti pubblici con una quota pari a 19.520 euro e 21 soggetti privati con una quota pari a 20.480 euro. Tra i soggetti pubblici si trovano la Provincia Regionale di Palermo, l’ITES (Consorzio Regionale per l’innovazione Tecnologica in 15 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Serricoltura), i Comuni di Monreale, Godrano (soci costitutori), Santa Cristina Gela, Altofonte, Piana degli Albanesi, Belmonte Mezzagno, San Giuseppe Jato, Camporeale, Giardinello, San Cipirello, Alto Belice Corleonese Spa, Consorzio Sviluppo e Legalità, CRES (Centro per la Ricerca elettronica Siciliana). In concreto si dovrebbero porre le basi per consolidare e qualificare le imprese accrescendo le qualità imprenditoriali, favorendo la formazione continua, organizzando quelle reti orientate a: • • • • • • • collegare e rinsaldare le parti di filiera nei singoli tratti di discontinuità; ottimizzare l’uso delle risorse favorendo la nascita di servizi alle imprese ed alla popolazione; favorire la maggiore caratterizzazione dei prodotti e dei servizi offerti con elementi riconoscibili e legati alle peculiarità del territorio; sviluppare tutte le attività riguardanti l'agriturismo ed il turismo rurale; progettare, realizzare e gestire percorsi enogastronomici, quali "Strade del Vino del Formaggio, dell'Olio ecc.; coordinare la valorizzazione, la tipicizzazione e la commercializzazione di prodotti agricoli anche mediante il riconoscimento delle DOC, DOP, IGP e STG; attivare servizi di marketing e pubblicità, informazione, comunicazione, informatica, banche dati, nuove tecnologie ed innovazione tecnologica, energie alternative non inquinanti ed ecocompatibili, impatto ambientale, creazione di materiali didattici e bibliografici per convegni e seminari. L’integrazione delle diverse funzioni nel territorio, può sintetizzarsi nel nuovo slogan del GAL e cioè “Ambiente, saperi e sapori”. 3.5 Programma di Iniziativa Comunitaria LEADER+ “Terre del Sosio” Il consorzio LEADER Terre del Sosio è stato costituito nel 1991 dal Comitato regionale siciliano della Confederazione Nazionale dell'Artigianato (CNA), dal Centro Ricerche Economiche e Sociali nel Meridione (CRESM) e dalla Confederazione Italiana di Coltivatori (CIC). Il GAL “Terre del Sosio” comprende i comuni di: Bisacquino, Campofiorito, Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Corleone, Giuliana, Palazzo Adriano, Prizzi e Roccamena. I sindaci delle zona, i rappresentanti della Provincia e della Giunta regionale nonché i comitati di cittadini e i tre comitati settoriali formano l'Assemblea consultiva del programma LEADER. 16 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Il Programma di azioni locali (PAL) ha come obiettivo: • • • • • • l’assistenza tecnica allo sviluppo rurale attraverso: l’animazione socioeconomica (fondo FSR e FEOGA), gli Sportelli Europa “La bottega dell’artigiano” e “Fattoria del Sosio”; la formazione professionale; il sostegno e l’animazione del turismo rurale: con la promozione degli agriturismi, campeggi e del Paese Albergo, recupero e ridestinazione d’uso di luoghi storici culturali, elaborazione e diffusione di materiale informativo, carte tematiche 4 e drammatizzazione degli itinerari; incentivi alle piccole imprese, artigianato e servizi locali; valorizzazione in loco e commercializzazione di prodotti agricoli e silvicoli: laboratori di gestione aziendale d’imprese agricole e artigiane: è in corso il progetto Agrobiotour per la promozione delle produzioni biologiche; tutela dell’ ambiente e miglioramento delle condizioni di vita. 3.6 Progetto Idéntité Méditerranéenne Ad aprile del 2004 è stato approvato dal Comitato di Sorveglianza del programma Interreg IIIB, il progetto transnazionale “Identité Mediterranéenne”. Il progetto ideato e sviluppato dall’Osservatorio Turistico dell’Assessorato al Turismo della Regione Sicilia, coinvolge anche la Sardegna, la Corsica, le Isole Cicladi, la Spagna e la Tunisia, nella volontà di promuovere e sviluppare un turismo di tipo sostenibile. Il Progetto propone un nuovo modello di programmazione comunitaria, per superare la fase teorica di “promozione turistica” con la creazione di prodotti turistici di nicchia. La Regione ha definito un metodo di lavoro comune che permette di riprendere dalle diverse aree coinvolte le specifiche caratteristiche che la distinguono. Lo strumento operativo è il manuale “Marketing Resarch and planning in tourism. A manual for the partners”. Il progetto prevede l’individuazione di aree territoriali pilota, su cui andrà sperimentato il modello metodologico, che per la Regione Sicilia corrispondono al comprensorio delle Madonie e dell’Alto Belice Corleonese. Le fasi del progetto (con scadenza a giugno del 2006): • • una fase preparatoria di definizione dei contenuti di una comune metodologia di ricerca e di programmazione turistica territoriale, che si materializzerà in un manuale operativo; una fase di ricerca ed analisi, finalizzata alla valutazione delle potenzialità turistiche locali, che si concretizza nella raccolta di 4 Le carte guidano alla visita di luoghi pregevoli dal punto di vista naturalistico o di siti rurali storici di diversa tipologia: Monasteri e Santuari; Avvistamenti e Castelli; Masserie, Mulini e Opifici; gli Insediamenti Sicano-Elimi; I Paesaggi, Riserve, Flora e Fauna. 17 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese • • materiale documentario e statistico, e indagini su domanda ed offerta; una fase di valutazione delle reali potenzialità di mercato, su specifici prodotti turistici, e definizione della mission territoriale (vision) e l’identificazione di precise misure d’intervento attraverso un forte coinvolgimento degli attori locali (enti locali ed imprese); una fase di attuazione delle strategie generali ed operative, azioni di assistenza tecnica alle imprese ed agli enti locali, seminari, tavoli di lavoro e la predisposizione di disciplinari di qualità, azioni promocommerciali mirate. Con questo progetto ci si aspetta di riuscire a specializzare il sistema di offerta turistica locale, individuando, realizzando e lanciando nuovi prodotti turistici “di nicchia” in grado di attrarre, e fidelizzare, nuove tipologie di turisti. 3.7 Il progetto Museo Diffuso di Arti Figurative dell’Alto Belice Corleonese “ Mirabile Artificio” Il Patto ha aderito al bando “Progetto Sud” della Fondazione Cariplo, su sollecitazione dell’Arcidiocesi di Monreale, per dar vita ad un’esposizione permanente dei dipinti dell’Arcidiocesi, attraverso la creazione di itinerari tematici. Il Progetto, che ha un costo di 1.370.000 euro, prevede la collaborazione tra le Arcidiocesi di Palermo e di Monreale, l’Abbazia di San Martino delle Scale, il Patto (cofinanziatore con 70.000 euro) . L’Alto Belice Corleonese sta realizzando gli interventi di valorizzazione nelle chiese, la creazione del Circuito, l’allestimento della mostra di presentazione del Museo, le attività di amministrazione e promozione. Ciascuno degli altri enti curerà la realizzazione dei restauri e degli allestimenti museali relativi ai propri beni . 3.8 Progetto pilota Ecoturismo Mediterraneo Il progetto nasce nell’ambito del PIR - Progetto Integrato Regionale "Reti per lo sviluppo locale". Al progetto partecipano i comuni dell'Alto Belice Corleonese insieme a quelli delle Madonie, della Valle del Torto e dei Feudi e delle Isole minori, e numerose agenzie di sviluppo locale tra le quali il nostro Patto territoriale. Il progetto pilota intende creare un’offerta di ecoturismo offrendo alle aree coinvolte l’opportunità di valorizzare buona parte del loro patrimonio naturale. A tal fine il progetto prevede diverse iniziative: • • • • • • centri di informazione al turista presso alcune riserve; accessibilità alle riserve; parco geo-minerario di Colle Madore; segnaletica per gli itinerari ecoturistici; ricerca sulla domanda ecoturistici; seminari formativi per gli operatori; 18 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese • • • • • • diffusione dell’innovazione in favore dell’ecoturismo; scambi formativi per gli operatori; internazionalizzazione del patrimonio ambientale; creazione di pacchetti ed itinerari ecoturistici; promozione dell’offerta ecoturistica; organizzazione dell’offerta ecoturistici nella RES. 3.9 Altri documenti normativi inerenti L.R. 15 settembre 2005, n.10 “Norme per lo sviluppo turistico della Sicilia e norme finanziarie urgenti” La Regione Siciliana, attribuisce un ruolo primario e centrale al turismo per lo sviluppo sostenibile economico ed occupazionale del territorio e per la crescita sociale e culturale della collettività. Riconosce, inoltre il ruolo centrale degli enti locali territoriali nella valorizzazione del territorio. A questo fine la Regione favorisce: • la creazione di circuiti di informazione, di assistenza e di tutela dei soggetti che accedono ai servizi turistici, con particolare riferimento ai soggetti diversamente abili; • il potenziamento e la regolamentazione delle imprese turistiche, agrituristiche, esercenti attività di bed and breakfast e delle agenzie immobiliari turistiche; • gli interventi infrastrutturali con particolare riferimento allo sviluppo del turismo; • la valorizzazione delle risorse ambientali e culturali; • l'attuazione di politiche di concertazione e di programmazione negoziata tra i soggetti pubblici e privati interessati alla formazione e alla commercializzazione dell'offerta turistica siciliana; • la promozione dell'immagine della Sicilia. Si istituisce il Consiglio regionale del turismo, presso l’Assessorato regionale del turismo e si sopprimono le aziende autonome provinciali per l’incremento turistico (AAPIT). Presso ogni provincia regionale è istituita, con funzioni consultive, la Conferenza provinciale del turismo. Si definiscono i distretti turistici e si stabiliscono i criteri e le modalità per il riconoscimento degli stessi. Definisce e riconosce ai fini della valorizzazione del territorio attraverso il turismo: le attività delle associazioni pro-loco, i centri commerciali naturali, le Imprese e professioni turistiche, le agenzie immobiliari turistiche e il turismo relazionale. 3.10 Considerazioni di sintesi sulla programmazione L’insieme dei piani/programmi esaminati ha evidenziato una pluralità di linee di azione finalizzate a creare condizioni favorevoli alla crescita; la strategia sviluppata tuttavia potrebbe essere caratterizzata da una visione maggiormente unitaria anche se prevalentemente il comparto sul quale incentrare la crescita è collegato al sistema turistico. In sintesi è da evidenziare che: 19 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese • • • • • buona parte delle risorse destinate ad interventi infrastrutturali è stata indirizzata a coprire le carenze dell’infrastruttura urbana primaria, come ad esempio il rifacimento di strade o il potenziamento dell’illuminazione pubblica. Un’analisi più puntuale degli interventi finanziati sulle strutture urbane mette in evidenza come molti di questi sono interventi non direttamente finalizzati al sistema turistico, quanto volti a recuperare un gap infrastrutturale di questi comuni come ad esempio i progetti di adeguamento e ampliamento delle reti fognarie e degli impianti di depurazione; sono state destinate risorse alla promozione turistica; si tratta, adesso, di identificare un prodotto chiaro da comunicare. La spesa in promozione è tanto più efficace quanto meglio sono esplicitati l’oggetto ed i destinatari. La mancanza di un prodotto turistico non identificato e collocato ha reso debole e inefficace l’investimento. Ad esempio, all’interno del Programma aggiuntivo al PIT la misura 1 azione 1.2 “via del vino ed itinerari turistici” prevede azioni promozionali di un prodotto enoturistico che deve essere però, prima costruito; gli itinerari enogastronomici oggi non esistono se non come poche aziende enologiche e/o pochissimi ristoranti di qualità; sono stati recuperati molti beni culturali; sembra opportuno valutarne la capacità di attrazione e le modalità di fruizione degli stessi; un basso grado di integrazione fra le azioni realizzate secondo una strategia di valorizzazione a fini turistici non ha, forse, prodotto il massimo dei risultati potenziali in termini di crescita dei flussi turistici dell’area. Ad esempio è stata creata una segnaletica puntuale del sentiero nel bosco, sembra opportuno installare un segnale che dal paese aiuta il turista ad accedere al sentiero; non c’è possibilità, nella maggior parte dei comuni, di trovare informazioni sui sentieri e su possibili attività turistiche presso un punto informativo turistico all’interno del comprensorio; è urgente avviare interventi sul recupero, conservazione e rivalorizzazione del patrimonio culturale immateriale, ad oggi scarsamente promossi; poco è stato finanziato a favore del recupero delle tradizioni e dei saperi. 20 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Tabella di sintesi delle esperienze di programmazione Strumento di interventi anno obiettivi attuazione realizzati 1999 PRUSST progettazione opere pubbliche Spesa €1.490.913 2000 Patto per l'agricoltura e la pesca progetti infrastrutturali e imprenditoriali contributo progetti imprenditoriali a 87 imprese per € 12.460.000 contributo progetti infrastrutturali per 15.040.000 2001 Belice Ambiente Spa. gestione rifiuti solidi urbani e servizi nel campo ambientale piano energetico ambientale €110.000 PIT Alto Belice Corleonese creazione di un sistema di offerta integrato di prodotti tipici, di servizi e di ospitalità turistica (turismo verde) opere di infrastrutture urbana per € 7.348.000 opere d'intervento diretto sul patrimonio € 3.610.000 €10.958.000 Programma aggiuntivo valorizzazione territoriale indagini e studio sullo sviluppo locale; strutture di servizio comprensoriale; azione in favore della legalità lavori di infrastruttura urbana primaria €7.873.757 2005 Mirabili Articifio restauro e valorizzazione patrimonio culturale interventi di restauro €1.370.000 2006 Progetto integrato regionale: Progetto pilota "ecoturismo mediterraneo" integrare esperienze di progettazione in corso di realizzazione €2.060.000 2002 2002 Spesa complessiva fino a 2006 €27.500.000 €51.362.670 Fonte: elaborazione Sviluppo Italia 21 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese 4. L’approccio metodologico per il censimento del sistema di offerta culturale. L’analisi field, svolta per l’esame del sistema di offerta culturale dell’area, ha approfondito alcune variabili di natura più strettamente turistica la cui determinazione è apparsa necessaria ai fini dello studio. Il quadro teorico di riferimento per l’analisi della situazione che caratterizza l’area, considera il patrimonio culturale come un sistema composto dalle seguenti categorie di beni: • • • • • • • • • • edifici di culto; monumenti ed opere architettoniche; dimore storiche; siti archeologici; musei; eventi e spettacoli dal vivo; centri di ricerca ed attività culturali varie; siti deputati ad accogliere spettacoli dal vivo; produzione e sistemi di distribuzione dei prodotti enogastronomici; produzione e sistemi di distribuzione dei prodotti artigianali. Il sistema si compone di elementi materiali e immateriali che vanno a costituire il patrimonio culturale dell’area. Ai fini del programma appare altresì determinante rilevare alcune componenti del sistema turistico quali: • • • • • la domanda turistica; il sistema ricettivo alberghiero ed extralberghiero; il sistema dei servizi di supporto al turista; le componenti urbane di supporto a un sistema produttivo su una base turistica; gli itinerari e i percorsi. L’approccio metodologico che ha ispirato le attività ha articolato il processo di analisi in due fasi: a. analisi desk dei dati territoriali riferiti alle categorie sopra descritte; b. analisi field attraverso visite al posto e interviste ad operatori del settore. L’analisi desk è stata svolta sulla base di schede di rilevazione, in allegato 1, progettate per raccogliere informazioni sulla fruibilità e tipicità del patrimonio locale. A tal fine, sono state individuate, per ciascuna categoria oggetto dell’indagine, un set di variabili, quali: • • anagrafica dell’oggetto, che contiene dati sul nome, la dimensione, la localizzazione e la gestione; accessibilità fisica e informativa legata alla localizzazione, alla presenza di barriere architettoniche, alla segnaletica, alla comunicazione telematica, multimediale, cartacea, ecc; 22 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese • • fruibilità, espressa in termini di servizi di accoglienza, di ristoro, di visite guidate, ecc.; tipicità, espressa in termini di valore storico-artistico dell’elemento culturale esaminato. Sono state rilevate le informazioni sul territorio, attraverso apposite schede e, quindi elaborate. È stata svolta innanzitutto un’analisi semplice delle distribuzioni dei valori complessivi a livello di sistema, poi ciascuna categoria è stata indagata sulla base delle distribuzioni semplici delle variabili e, poi, di indicatori lineari di fruibilità e tipicità. Accanto all’analisi dei dati provenienti dalle schede si è proceduto ad una raccolta d’informazioni derivanti dai siti internet riferiti all’area e ai progetti realizzati e/o in corso di realizzazione. Sono stati, altresì, esaminati documenti programmatici e consuntivi dei programmi svolti, per verificare lo status quo dell’area e il processo in divenire. L’analisi del patrimonio si è completata con un’analisi field volta a verificare i risultati dell’analisi desk, a rilevare le progettualità in corso e il sistema di relazioni che intercorre fra i diversi soggetti. Le risorse culturali: uno sguardo al sistema La Sicilia offre un vasto patrimonio artistico culturale, che va oltre i siti rinominati a livello nazionale e internazionale, quali la Valle dei Templi in Agrigento o il Teatro Greco di Taormina, e dispone ancora oggi di una ricchezza di beni vergini di grande potenziale turistico culturale. La tendenza delle scelte dei visitatori italiani e stranieri, già da qualche anno, si sposta sulle località considerate di minore interesse, cioè quelle che i turisti fino a poco tempo fa nemmeno conoscevano. Oggi, la Sicilia dispone di un enorme patrimonio “ancora da scoprire” che rappresenta un vero e proprio capitale capace di attivare processi di sviluppo turistico. Nella composizione dell’offerta culturale siciliana troviamo che il 38% dei beni sono archeologici, valore che la posiziona al 2° posto nella classifica nazionale, solo dopo il Lazio. Il 25% del patrimonio culturale regionale è formato da chiese, santuari, monasteri e abbazie, confermando un’interessante offerta anche per il bacino di turismo religioso, il 22% dei beni sono d’interesse storico artistico composto da musei, gallerie, pinacoteche, castelli e dimore storiche. I beni ambientali e i musei di storia naturale rappresentano il 9%, e per ultimo i musei folcloristici e delle tradizioni popolari salgono al 6%. 23 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Distribuzione delle risorse Culturali Siciliane 6% 22% 38% 9% 25% Beni Archeologici Edifici Religiosi Storico-Artistici Beni Ambientale e Musei di Storia Naturale Beni Storico-Artisitici Musei Folclorisitici e delle Tradizioni Popolari Fonte: I Rapporto sul turismo in Sicilia - 2001 Nella distribuzione sul territorio di questo patrimonio, la città di Palermo e la sua provincia ha la percentuale maggiore con il 26% di tutte le risorse culturali regionali, seguita da Catania e Trapani con il 13%, Messina con il 12%, Siracusa con l’11%, Agrigento con l’8%, Ragusa Distribuzione delle risorse Culturali Siciliane per Provincia 13% 8% 11% 13% 7% 5% 12% 26% Agrigento Enna Ragusa 5% Caltanissetta Messina Siracusa Catania Palermo Trapani Fonte: I Rapporto sul turismo in Sicilia - 2001 con il 7% e per ultimo le città di Enna e Caltanissetta con il 5%. Sebbene la distribuzione delle risorse nel territorio favorisce per concentrazione la città di Palermo e la sua provincia i dati relativi agli arrivi e alle presenze dimostrano che non è sufficiente avere il patrimonio per attirare flussi di utenza turistica. In questo senso le presenze si concentrano nei luoghi con siti di fama internazionale (si pensi ad esempio al Teatro Greco di Siracusa con le famose rappresentazioni delle Tragedie Greche). 24 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Per quanto riguarda la varietà dell’offerta culturale nella provincia di Palermo, troviamo un’alta concentrazione di chiese, che rappresentano il 34% dell’intero patrimonio culturale della provincia; seguono, in grado d’importanza con il 28%, le dimore storiche. In queste due voci si concentra il 62% di tutta l’offerta culturale provinciale, e la differenza con gli altri beni è ben marcata. I musei rappresentano il 13%, però con una gran concentrazione nella città di Palermo, che è pari al 90%, con il 7% incontriamo le zone archeologiche molte delle quali in uno stato di conservazione non adeguato. I musei etnoantropologici rappresentano il 6%, seguono i castelli con il 5%, con il 3% i teatri storici e i musei archeologici, e per ultimo con l’1% le gallerie. Seguendo la logica utilizzata nel trattare i dati riferiti ai beni culturali presenti nella provincia di Palermo, sono stati censiti, analizzati e approfonditi ad oggi, le caratteristiche principali, lo stato di conservazione, il livello di accessibilità e di fruibilità e il livello di tipicità di ogni bene presente nel “Comprensorio dell’ Alto Belice Corleonese” (da ora in poi “Comprensorio”). Per stabilire il livello di tipicità sono stati identificati una serie di parametri che messi insieme consentono di assegnare a ogni bene un punteggio che determina il suo grado di tipicità e unicità. Nel Comprensorio sono state censite 575 risorse culturali. Questo variegato patrimonio è composto sia da beni accessibili ai turisti, con un buon livello di comunicazione e di promozione, sia da beni con potenzialità turistico-culturali che oggi non vengono utilizzati a tale fine, sia da beni che non possono essere destinati ad una fruizione turisticoculturale. Nell’analizzare e approfondire la conoscenza di questo patrimonio si è cercato di individuare i caratteri più salienti – dal punto di vista della tipicità, della fruibilità e dei contenuti storicoculturali – e anche le potenzialità non immediatamente visibili dei beni storico-culturali presenti nell’area. Il paniere delle opere materiali e immateriali rilevate nel territorio è stato organizzato in 5 gruppi con riferimento alla loro tipologia. Il primo di questi gruppi è quello relativo agli “Edifici di Culto”, nel quale si tiene conto di tutti quei beni che hanno una valenza religiosa. In questo gruppo si trovano le chiese, le cappelle, i conventi, i collegi, i monasteri, ecc. Il secondo gruppo racchiude tutte le “Dimore Storiche”, considerati come tali i palazzi, le ville, i castelli, le case signorile e altre. 25 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Beni Culturali nella Provincia di Palermo 3% 13% 6% 3% 7% 5% 34% 1% 28% Castelli Chiese Dimore storiche Gallerie Musei Musei archeologici Musei etnoantropologici Teatri storici Zone archeologiche Fonte: I Rapporto sul turismo in Sicilia - 2001 Le “Aree Archeologiche” sono il terzo gruppo e in questo vengono considerati sia i beni che le aree di valore archeologico, e sono stati inseriti i beni/aree quali le grotte, i ruderi, i monti, le rocche, gli insediamenti ed altri. All’interno del quarto gruppo, quello dedicato ai “Musei” si trovano le case-museo, i musei archeologici, i musei civici, i musei etno-antropologici, i musei tematici ed altri. Per ultimo, i “Monumenti Architettonici” hanno al loro interno i mulini, le torri, le fonti e fontane, i bagli ed altri. Nella distribuzione percentuale del patrimonio del Comprensorio fra i diversi gruppi, in termini quantitativi, gli edifici di culto sono al primo posto con 225 beni che rappresentano il 45% del totale; seguono le Dimore Storiche con 178 beni, cioè il 35% del totale. I tre restanti gruppi si distanziano molto dai primi. Le Aree Archeologiche con 52 beni rappresentano il 10% del totale del patrimonio, mentre i Monumenti Architettonici sono 32, valore equivalente al 6%, e in ultima posizione i Musei che con le sue 16 unità museali hanno una presenza sul territorio pari al 3% del totale del patrimonio. Questa prima approssimazione mostra alcune differenze con la distribuzione a livello provinciale. Le prime due categorie (Edifici di Culto e Dimore Storiche) conservano una proporzione con i dati provinciali, i musei invece sono molto meno presenti e questo conferma, come abbiamo sostenuto prima, l’importante concentrazione di musei nel capoluogo della provincia. 26 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Tipo di bene Provincia Comprensorio n % % Edifici di Culto 225 45% 34% Dimore Storiche 178 35% 33% Aree Archeologiche 52 10% 7% Musei 16 3% 23% Monumenti Architettonici 32 6% 3% totale 575 100% 100% Tab.1 Distribuzione del patrimonio culturale (provincia-comprensorio) Nella tabella 1 i valori provinciali rapportati per le categorie Dimore Storiche e Musei sono diversi da quelli presentati nel grafico Beni culturali della provincia di Palermo, perché al fine di confrontarli con la classificazione definita per il Comprensorio sono state aggiunte quelle voci che nel primo caso erano scorporate. Distribuzione del patrimonio culturale 50% (confronto provincia-comprensorio) 45% 45% 40% 35% 34% 35% 33% 30% 23% 25% 20% 15% 10% 7% 10% 6% 3% 5% 3% 0% Edifici di Culto Dimore Storiche Aree Archeologiche Comprensorio Musei Monumenti Architettonici Provincia Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia 5.1 Gli edifici di culto: il patrimonio dominante La prima delle categorie analizzata è quella degli edifici di culto. Come dimostrano i dati già riportati, man mano che ci avviciniamo all’area d’interesse i valori rispetto agli edifici di culto, e in particolare alle chiese, aumentano. A livello regionale gli edifici religiosi storico-artistici rappresentano il 25% del totale delle risorse culturali, posizionandosi al secondo posto, solo dopo i beni archeologici. A livello provinciale, gli edifici di Culto, in particolare le chiese, salgono al 34% dell’intero patrimonio provinciale e rappresentano la prima risorsa culturale per ordine d’importanza in termini di numerosità. Con riferimento all’area del Comprensorio la percentuale degli edifici di culto sale al 45% dell’intero patrimonio, rappresentando l’elemento più significativo per quanto riguarda l’aspetto quantitativo. Tale categoria è 27 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese composta da chiese, cappelle, conventi ed ex-conventi, monasteri e altri, distribuiti nella seguente maniera: collegi, Va, comunque, osservato che all’interno della categoria “edifici di culto”, il Duomo di Monreale, di importanza internazionale e di altissima tipicità e unicità, non essendo una chiesa, ma un Duomo è stato inserito nella categoria “altro”. Chiesa Cappella Convento/ex Collegio Monastero altro 76% 5% 7% 3% 2% 7% Tab.3 Edicidi di culto: Distribuzione per tipologia (sintesi percentuale) Analizzando questa categoria in maniera qualitativa attraverso l’osservazione dello stato di conservazione, la fruibilità, l’accessibilità, la localizzazione, la presenza di barriere architettoniche e il livello di tipicità di tutti gli edifici compresi in questa area, emergono dati interessanti, che però modificano l’impressione che si ha studiando soltanto il fenomeno quantitativamente. Cioè il gran numero di edifici di culto presenti nel Comprensorio non rappresenta un elemento di attrazione per i turisti, tranne alcune eccezioni (come è il caso del Duomo di Monreale o del Monastero di San Martino delle Scale). 28 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Comune Altofonte Belmonte M. Chiesa Cappella 3 3 15 Bolognetta 3 Campofiorito 2 Camporeale 1 Diana Chiusa S. Contessa E. Collegio 1 1 1 1 Monastero 2 1 13 1 1 1 1 3 5 Corleone 34 2 4 1 Giuliana 8 1 2 1 Godrano 1 Marineo 11 Mezzojuso 10 Monreale 22 Palazzo A. 5 Piana degli A. 7 1 1 13 1 1 Prizzi altro 2 Bisacquino Cefal Convento/ex 1 1 1 4 2 5 1 1 4 1 Roccamena 1 San Cipriello 4 1 San G. Jato 4 2 Villafrati 4 Totale 169 1 12 17 6 4 17 Tab.2 Edifici di culto: analisi e distribuzione tipologica Il Duomo di Monreale ad oggi rappresenta insieme al Chiostro il bene culturale maggiormente visitato dell’area, il chiostro conta più di 320 mila visitatori di cui più del 60% paganti. Il suo valore storico artistico attira turisti da tutto il mondo, che soggiornano a Palermo e si recano a Monreale per la visita al Duomo. Molti di questi edifici di culto sono chiese che vengono utilizzate per le celebrazioni religiose quotidiane, il loro fine ultimo non è turistico né culturale, bensì religioso, e le iniziative che possono attrarre turisti e cittadini dei paesi vicini sono molto limitate. Lo stato di conservazione di questi edifici non è allarmante, sebbene solo il 17% ha un ottimo stato di conservazione, il 65% sono discretamente conservati e il 18% restante è mal conservato. 29 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Di tutti gli edifici di culto presi in esame, il 60% sono facilmente visitabili, il restante 40% presenta diversi gradi di difficoltà alla visita o non sono visitabili. Questi valori, corrispondenti al grado di fruibilità sono coerenti con altri parametri che aiutano a misurare il reale grado di accessibilità fisica, come la presenza di barriere architettoniche che risulta positiva nel 40% degli edifici, e il 60% restante non ha barriere architettoniche di nessun tipo; la maggior parte di questi beni si localizza nel centri storici (96%), 4 di questi (1,5%) si trovano in zona collinare e, dato molto interessante, 7 edifici sono in zone panoramiche (2,5%). Una concentrazione cosi alta di edifici di culto nei centri storici offre la possibilità di promuovere e stimolare manifestazioni religiose (e anche turistico-religiose) che coinvolgano più edifici anche localizzati in diversi comuni in modo da creare eventi e manifestazioni di sistema capaci di attrarre turisti internazionali, nazionali e locali. Ad oggi, le chiese, fatta eccezione per il Duomo di Monreale e per il Monastero di San Martino delle Scale, non sono un bene facilmente fruibile in chiave culturale, a meno di un interesse specifico del visitatore. La maggior parte segue gli orari delle funzioni, non hanno percorsi espositivi segnalati ed è difficile seguire un itinerario con visita guidata. Il progetto Mirabile Artificio, in particolare, senza dubbio interviene su questi punti di debolezza; avvia un processo di miglioramento della fruizione costruendo dei percorsi di fruizione nell’accezione più tradizionale del termine. Il turista sempre di meno è disposto a visitare luoghi in cui viene lasciato da solo di fronte all’opera, ma sceglie luoghi e servizi che contribuiscono a stimolarlo e ad accrescere la sua conoscenza. I percorsi delineati all’interno del progetto Mirabile Artificio non sono, da soli, capaci di attrarre turisti, se non integrati in un sistema in cui il turista è accompagnato nella visita e alla possibilità di fare un’esperienza complessiva sul territorio. Distribuzione Edifici di Culto per tipologia (area di riferimento: comprensorio) 76% 7% 2% 3% 7% 5% Chiesa Cappella Convento/ex Collegio Monastero altro Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia 30 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Sono da evidenziare i luoghi di culto localizzati in zone panoramiche: le 4 chiese (Chiesa di S.Maria della Dajna o Santuario della Dajna, la Chiesa del SS.Crocifisso, la Chiesa della Madonna delle Croci sul pendio del Monte Caputo e la Chiesa S. Maria dell'Odigitria rurale), i due santuari (Santuario Maria SS. Del Balzo e Santuario S.S. Cosma e Damiano) e il Monastero di San Martino delle Scale. Sono beni interessanti perché ben integrati con le risorse ambientali, e quindi possono essere offerti all’interno di percorsi naturalistici. Valgono anche in questo caso le considerazioni sopra svolte. Per quanto riguarda il periodo di apertura, il 62% degli edifici di culto sono aperti tutto l’anno, e il 38% restante apre solo su richiesta. È da osservare che gli edifici di culto che aprono su richiesta in gran parte si trovano all’interno di altre strutture. La tipicità degli edifici di culto è, a differenza di altre categorie, molto variegata, conta un 20% di beni con una tipicità molto bassa, segue un 31% con una tipicità bassa, il 22% con tipicità media, un 25% con tipicità alta e solo il 2% con tipicità molto alta. Un elemento di interesse è rappresentato dagli edifici di culto Greco Bizantino che si localizzano nei comuni di Contessa Entellina, Mezzojuso, Palazzo Adriano, Piana degli Albanesi e Santa Cristina Gela. In questi paesi si celebrano riti e feste abrëresche che coinvolgono l’intera cittadinanza e possono essere di interesse turistico. I comuni possono rappresentare due raggruppamenti per la loro localizzazione geografica: - Contessa Entellina, Mezzojuso e Palazzo Adriano; - Piana degli Albanesi e Santa Cristina Gela. Le attività di promozione e diffusione degli edifici di culto, sono concentrate in quegli edifici che attualmente sono visitati dai turisti, e rappresentano tra il 16 e 18% del totale degli edifici. La loro tipologia è molto diversa, cosi come i comuni dove si localizzano e il bacino di riferimento. Poco si fa anche in termini di comunicazione per rendere tali beni fruibili ai turisti: - la segnaletica sul posto spesso è poco chiara o del tutto assente; - i servizi informativi al turista sono presenti solo in alcuni paesi e non danno informazioni su tutto il Comprensorio; - il materiale informativo sui luoghi di culto è pressoché inesistente; - non esiste un calendario unico delle principali manifestazioni religiose; - non esistono dei punti qualificati dove è possibile acquistare delle guide di qualità sui monumenti di culto ma, ad esempio, con riferimento al Duomo di Monreale le guide offerte al turista sono quelle più commerciali vendute nelle bancarelle davanti al duomo. 31 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Quindi tanto un turista da casa, quanto un turista sul territorio devono con spirito investigativo andare alla ricerca delle cose più belle da vedere. Gli edifici più noti, oltre al Duomo di Monreale, sono quelli che ospitano manifestazioni religiose di una certa rilevanza, come la Pasqua abrëresche, la festa di San Giuseppe che in alcuni comuni potrebbe assumere anche una valenza turistica (San Cipiriello, Prizzi, Bisacquino, Palazzo Adriano, Mozzojuso, Marineo, Giuliana, Corleone, Cefalà Diana, Campo Fiorito, Altofonte), l’Abbazia Benedettina di San Martino delle Scale a Monreale, complesso abbaziale Benedettino collocato a 550 m. di altezza da cui si domina Monreale. Oggi l'immenso complesso architettonico, che si sviluppa attorno alla chiesa, si presenta costituito dai corpi del monastero, da sei chiostri, da logge ed edifici minori che, pur esprimendo caratteristiche formali diverse, ben si armonizzano tra loro. È ricco all’interno di opere d’arte e di affreschi. 5.2 Le dimore storiche: un’opportunità per il sistema Il 35% del patrimonio culturale totale del Comprensorio è composto da dimore storiche, la seconda risorsa in termini quantitativi più importante per il turismo culturale. Sono stati rilevati 178 beni all’ interno di questa categoria, i quali sono distribuiti secondo la seguente proporzione: il 75% è rappresentato da palazzi, il 19% da case signorili, il 3% da castelli, il 2% da Ville e l’1% da altre dimore. Palazzo Villa Castello Casa Signorile Altro 75% 2% 3% 19% 1% Tab.4 Distribuzione delle dimore storiche per tipologia Tutti questi beni si caratterizzano per avere una bassa fruibilità da un punto turistico ed anche un livello di tipicità storico-artistica assai contenuto. Tali dimore sono diffuse sul territorio ma spesso si trovano all’interno di maglie urbane che ne rendono difficile la valorizzazione in chiave turistica. Va, inoltre, sottolineato che la maggior parte sono di proprietà privata e adibite ad uso privato. Fra tutti i beni sicuramente quello che può essere più utilizzato per fini turistici è la Casina di Caccia di Ficuzza tra Monreale e Corleone, all’interno di un borgo che è, in parte, già interessato da un processo di recupero per la creazione di soluzioni ricettive. La Casina di Caccia potrebbe essere utilizzata sia da scenario per la realizzazione di spettacoli dal vivo, e/o per la messa in opera di un progetto di valorizzazione multimediale, dove il bene architettonico con i fabbricati che l’affiancano diventano un schermo privilegiato su cui proiettare uno spettacolo multimediale. 32 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Altre dimore storiche da valorizzare sono il Castello di Cefalà Diana e il Castellaccio di Monreale, che è scaturito dai resti di una antica chiesa, metà fortezza, metà convento, abitata, nel XII secolo, da una comunità di benedettini. Oggi luogo d'accoglienza per gli escursionisti, gestito dal Club Alpino Siciliano (CAS). Distribuzione delle Dimore Storiche per tipologia (area di riferimento: comprensorio) 2% 3% 19% 1% 75% Palazzo Villa Castello Casa Signorile Altro Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia Si aggiungono il Castello di Marineo, il centro storico di Giuliana e Castello di Federico II, il centro storico di Palazzo Adriano. Altri palazzi potrebbero diventare importanti “contenitori” e al tempo stesso “contenuto”; contenitori di diverse attività che possono arricchire l’offerta turistica culturale aumentando il proprio valore storico. Tali edifici possono ospitare attività culturali, come corsi, ristorazione o ricettività per i locali e per i turisti. La ricettività e la ristorazione sono alcune delle attività che potrebbero diventare un motore di rivitalizzazione di queste dimore, però ci sono altre attività meno diffuse che in un contesto storico acquisiscono un carattere distintivo, producono un valore aggiunto che di solito influenza la scelta della destinazione da parte dei turisti; è il caso delle rappresentazioni teatrali, i percorsi animati (visite guidate da attori), il teatro room to room, gli spettacoli per bambini. Sono da preferirsi quei beni che sono collocati in centri la cui struttura urbana si presta di più ad una fruizione turistica. La maggior parte dei comuni presenta infatti un tessuto urbano molto caotico, con poche isole pedonali, con pochi parcheggi, e nelle zone più storiche, più tranquille e, quindi, più turistiche sono spesso mancanti i servizi. Spesso non ci sono bar, o negozi dove acquistare prodotti del posto e quando si trovano, più che l’offerta del luogo vendono prodotti nazionali per il cliente locale, senza nessuna caratterizzazione. Analizzando le diverse variabili che riguardano le dimore storiche, il primo elemento significativo nasce dal confronto tra la disponibilità (la presenza sul territorio di questi beni) e la loro accessibilità (la reale possibilità di accedere o di fruire del bene). Solo il 2% delle dimore sono 33 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese aperte al pubblico, il 98% restante sono utilizzate principalmente per uso residenziale. Delle 178 dimore rilevate solo 11 sono di proprietà pubblica e 167 di proprietà privata. Sullo stato di conservazione l’indagine rivela che il 92% delle dimore versa in un discreto stato di conservazione, il 5% richiede un forte intervento di ristrutturazione dovuto al cattivo stato in cui si trovano e solo il 3% sono in un ottimo stato. Non è stato possibile approfondire l’indagine su questo tema in quanto molte di esse sono abitazioni Accessibilit e eproprietà propriet Accessibilità 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 94% 78% 6% 2% visitabile non visitabile visitabile non visitabile Pubbliche Pubbliche Private Private Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia private. Quindi, per questa categoria non è stato possibile riportare gli elementi di particolare interesse storico-culturale presenti all’interno di queste dimore. Per quanto riguarda la localizzazione sul territorio solo la Casina di Caccia nella Ficuzza, il Castello di Cefalà Diana e l’Abbazia di San Martino delle Scale si trovano in zona collinare e panoramica, le altre 177 nei diversi centri storici. Le caratteristiche di tipicità di queste dimore non sono di particolare pregio nel 94% dei casi e solo alcune eccezioni presentano un valore di tipicità alto o molto alto. Questo dato rafforza l’idea di considerarli come potenziali contenitori, all’interno dei quali si trovano attività che ne accrescono il valore, sia storico-culturale che funzionale. 5.3 Le aree archeologiche: un patrimonio dimenticato La situazione delle aree archeologiche nella Regione si presenta varia e con un vasta offerta distribuita nell’intero territorio siciliano. L’intera Regione conta un patrimonio di 2.355 siti d’interesse archeologico. L’immagine della Sicilia è fortemente legata alla sua offerta archeologica, in prevalenza, greco-romana. La distribuzione è molto omogenea, Siracusa con il 18%, è la Provincia con il maggior numero di siti archeologici. Con il 14% segue Catania, 34 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese con il 13% Agrigento e Ragusa, con l’11% Enna e Palermo, con il 10% Messina, con il 6% Trapani e con il 3% Caltanissetta. Provincia Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Totale Siti 298 73 328 270 238 270 307 432 139 2.355 % 13% 3% 14% 11% 10% 11% 13% 18% 6% 100% Tab.5 Siti archeologici per provincia (fonte: ArcheoSicily) Va comunque osservato che l’importanza di alcuni siti, molti dei quali di rilevanza internazionale, fa si che l’attrattività dell’area sia molto elevata indipendentemente dalla quantità di reperti e siti archeologici. Si pensi ad esempio alla Provincia di Trapani, che con il 6% rappresenta la seconda Provincia con meno siti archeologici, però è qui presente uno dei parchi archeologici più grande d’Europa, il parco di Selinunte, e la zona archeologica di Segesta di fama internazionale. E’ pertanto fondamentale che all’analisi quantitativa venga associata quella qualitativa. Una delle caratteristiche più salienti dei beni e delle aree archeologiche del Comprensorio riguarda l’arco temporale di riferimento dei beni, che va dalla preistoria fino all’età classica e oltre. Tra i reperti che appartengono al periodo preistorico è opportuno citare la Grotta di Monreale e la Grotta di Laghetto, entrambe a Monreale; conservano un’importante fauna vertebrata e invertebrata, un altro esempio lo troviamo a Belmonte Mezzano nelle Grotte dei Giganti con importanti resti fossili di elefante e ippopotamo. Del periodo preellenico troviamo, tra gli altri, il sito di Entella fondato dagli Elimi. La testimonianza della cultura greca si evidenzia nella città di Hyppana, nel territorio di Prizzi, o sul Monte Rossella nella Piana degli Albanesi. Sono presenti singolari centri ellenizzati, come quello a Marineo (Montagnola) o a Bisacquino (Monte Triona). Resti dell’epoca grecoromana sono presenti a Bisacquino (Monte Bruca), appartenente al periodo medievale troviamo insediamenti e necropoli quali C.da di S. Agata nel Comune di Piana degli Albanesi e le Case Biferera nel Comune di Monreale. Inoltre, sono presenti l’insediamento bizantino di Filaga nel Comune di Prizzi, e un castello arabo-normanno a Roccamena. L’elenco dei beni archeologici presenti nel Comprensorio vengono riportati nelle seguenti tabelle organizzati e commentati per periodi storici. 35 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Il periodo preistorico, raggruppa un interessante numero di grotte e altri siti preistorici, alcuni dei quali localizzati proprio nel centro abitato, come nel caso della Grotta di Monreale. Questi siti sono poco accessibili da un punto di vista informativo e non sono quasi per niente promossi. Non sono presenti nelle guide pubblicate dagli enti regionali, provinciali né comunali, non offrono servizi aggiuntivi. Il livello di tipicità è relativamente basso se misurato per singolo elemento, e invece aumenta la tipicità se viene considerato come un “percorso preistorico”. Nome del bene/area Riparo della Moarda Grotta dei Giganti C.da Drago Monte Cardellia Grotta di Monreale Grotta del laghetto Zubbione della Pizzuta Grotte del Mirabello Grotta Porcospino Periodo preistorico Descrizione Riparo sotto roccia inizio dell'età di bronzo Cava di strumenti preistorici e ricco di fossili Incisioni lineari del paleolitico Insediamento preistorico e protostorico Cavità carsica ubicata sotto il centro abitato Cavità ricca di fauna invertebrata Inghiottitoio di origine carsica ricco di cascate Cava con tracce di pitture di età preistorica Cava d'interesse preistorico Comune Altofonte Belmonte M. Corleone Corleone Monreale Monreale P. degli Albanesi San G. Jato Villafrati Tab. 6 Siti archeologici del periodo preistorico (Fonte: elaborazione Sviluppo Italia) La testimonianza più evidente di questo periodo la troviamo nel Comune di Contessa Entellina, dove è possibile visitare la Rocca d’Entella, la Grotta Entellina e i resti di città fondata dagli Elimi. Tutto questo patrimonio dà vita al parco archeologico segnalato nelle guide turistiche della Provincia e in diversi siti internet di promozione turistica. Gestito dal Club Alpino Italiano 5 è da mettere in risalto l’interessante modalità con cui questo parco viene sfruttato, da un lato per il suo valore archeologico e paesaggistico, dall’altro per le caratteristiche del luogo e la pratica di attività turistico-sportive. A causa delle particolari caratteristiche, la Grotta non può essere visitata senza l’accompagnamento di una guida turistica esperta, guida che il gestore del parco propone anche con l’integrazione di altri servizi quali la prenotazione del pranzo in una azienda agricola tipica dell’area. Va, però, sottolineato che il turista da casa non può trovare né sulla rete e né sulla carta l’informazione sulle modalità di visita della grotta, ne quanto meno su come fare per prenotare un’eventuale visita, a meno di non essere un appassionato esperto che conosce tutte le attività promosse dal Club Alpino Italiano. Ad esempio sul sito dell’AAPIT 6 (azienda di promozione turistica della Provincia di Palermo) esiste una pagina dove si T 5 6 http://www.palermoweb.com/caipalermo/ http://www.aapit.pa.it/datad/parchi/report.asp?provincia=1&Comune=&ID_Comune=0&t ipo=5&keyword= 36 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese trova sotto Grotta Entella un numero di telefono e fax, senza nessun altra informazione. Per i Sentieri dello Jato la guida turistica dell’AAPIT indica la Cooperativa Green Ecogest, quale soggetto che organizza visite guidate e propone diversi itinerari a seconda della difficoltà che si vuole affrontare, fornisce informazione e promozione sul posto. Il parco archeologico dello Jato, di recente oggetto di interventi infrastrutturali per il miglioramento dell’accessibilità, presenta oggi limiti importanti alla fruizione; il turista infatti che con determinazione raggiunge il sito in assenza di una segnaletica chiara, deve poi affrontare una salita di circa 2 km a piedi in quanto non è previsto un servizio di navetta per raggiungere il parco. Il Comune di San Cipirello organizza una manifestazione che promuove l’archeologia (inerente al Monte Jato e ai suoi reperti) insieme con la Periodi Ellenistico e greco-ellenistico Nome del bene/area Descrizione Monte Triona Rocca d'Entella Centro indigeno ellenizzato Centro indigeno, successivamente ellenizzato Entella Montagna Vecchia Città fondata dagli Elimi Contessa E. Centro abitato del VII-VI sec. a.C.indigeno ellenizzato Corleone Rocca Argenteria Cava colonne del 600; frammenti greco-ellenistici Corleone La Montagnola Rocca Argenteria Centro indigeno ellenizzato (VI sec. a.C. XIV d.C.) Cava Colonne del 600 frammenti greco-ellenistici Marineo Monte Maranfusa Centro indigeno ellenizzato Roccamena Centro indigeno ellenizzato San G. Jato Monte Jato Comune Bisacquino Contessa E. Monreale Tab.7 Siti archeologici del periodo elenistico e greco-elenistico (Fonte: elaborazione Sviluppo Italia) Periodo Greco Nome del bene/area Descrizione Comune Cozzo Paparina Montebruca Abitato greco Insediamento greco Calatamauro Insediamento greco e medievale Altomonte Bisacquino Contessa E. Monte Poira Abitato greco Corleone Cozzo Bisagna Insediamento greco Corleone Cozzo Spolentino Pizzo di Casa Abitato e necropoli di età greca Abitato e necropoli di età greca e medievale Corleone Monte Rossella Abitato greco P. degli Albanesi Montagna dei Cavalli Città greca e necropoli del IV-III sec. a.C. (Hyppana) Prizzi Pizzo Chiarastella Insediamento greco indigeno e medievale Villafrati Mezzojuso Tab.8 Siti archeologici del periodo greco (Fonte: elaborazione Sviluppo Italia) enogastronomia. A Bisacquino, l’ufficio informazione turistica del Comune e la Proloco organizzano visite guidate gratuite al Monte Triona e al Santuario della Madonna del Balzo situato su di una parete rocciosa del monte. 37 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Anche in questi casi valgono le considerazioni di cui sopra, tanto per il turista o per l’operatore che, venuto casualmente a conoscenza del bene, intende prenotare un’escursione. Tali esempi, evidenziano un elemento innovativo nell’area del Comprensorio, ovvero, l’effettiva integrazione di diversi servizi aggiuntivi che arricchiscono l’offerta del singolo prodotto turistico (in questo caso anche culturale), che è sempre più presente nelle aspettative dei visitatori e, pertanto, un elemento che deve essere presente sempre che sia possibile. Il patrimonio più importante di questo periodo si trova nel Comune di Prizzi, in questo casi il complesso archeologico è sicuramente tra i più importanti del Comprensorio. Sulla Montagna dei Cavalli c’è l’insediamento di Hyppana, città greca e necropoli del IV-III sec. a.C. e il Museo Archeologico di Prizzi. L’organizzazione delle visite ed escursioni è distribuita tra l’ufficio turistico del comune, una cooperativa e una agenzia privata. L’altra zona archeologica di questo periodo che viene utilizzata ai fini turistici è l’abitato greco di Cozzo Paparina nel Comune di Altofonte, il quale insieme alla Proloco locale organizzano le visite guidate e la diffusione turistica. Cozzo Paparina si trova negli itinerari turistici promossi dalla Provincia di Palermo e dall’AAPIT Palermo. Il resto del patrimonio appartenente a questo periodo non risulta particolarmente utilizzato a scopi turistici, non ha nessun tipo di promozione e su di esso non si trova facilmente informazione. Sebbene il patrimonio appartenente ai periodi greco-romano e romano sia uno dei più numerosi, tra quelli presenti nel Comprensorio, la sua notorietà è molto limitata e il loro utilizzo per la fruizione turistica quasi inesistente. Rispetto alla distribuzione sul territorio del patrimonio di tale epoca, si trovano insediamenti e necropoli greche e romane in 8 dei Comuni che formano il Comprensorio. Di questo patrimonio non vi è traccia nel materiale di promozione turistica sia della Provincia, dell’AAPIT che di altri enti e associazioni che diffondono il patrimonio di quest’area. Il loro stato di conservazione appare mediocre, l’accessibilità molto limitata e i servizi aggiuntivi inesistenti. Di questo patrimonio possiamo dire che ad oggi, è tutto da scoprire. 38 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Periodo Greco-romano e romano Nome del bene/area Descrizione Acquedotto Romano Resti acquedotto romano Comune Corleone C.da S.Elena Insediamento greco e romano Corleone C.da Fiduccia Insediamento e necropoli d'età romana Marineo Kaggiogrande Insediamento greco e romano Monreale Masseria Castellaccio Insediamento romano Monreale Kuri i Capacit Località Meganoce Insediamento romano Insediamento romano P. degli Albanesi P. degli Albanesi C. da Malfarina Insediamento rurale di età romana imperiale Prizzi Troiana Fattoria romana Prizzi Malfarina Fattoria romana Prizzi C.da Sticco C.da Dammusi Necropoli tardo-romana e bizantina Tombe romane scavate nella roccia Roccamena San G. Jato C.da Quadaredda Necropoli d'età romana Santa C. Gela Cozzo del Morto Necropoli d'età romana Santa C. Gela Tab.9 Siti archeologici del periodo greco-romano e romano (Fonte: elaborazione Sviluppo Italia) Il periodo medievale vanta pochi esemplari due dei quali di rilevante importanza. Questi sono: la zona archeologica necropoli di Santa Agata, nel Comune di Piana degli Albanesi, chiusa al pubblico ma presente nelle guide turistiche e negli itinerari promossi dalla Provincia e dall’AAPIT di Palermo, e i resti del Mastio, un castello medievale, che insieme ad altri reperti del periodo greco danno vita nel Comune di Prizzi ad un vero parco archeologico di un certo valore storico-culturale. Periodo Medievale Nome del bene/area Descrizione Comune Case Bifarera Insediamento e necropilo d'età medievale Monreale C.da Casale Insediamento e necropilo d'età medievale Monreale Piano Casale Fortezza medievale Monreale C.da di S.Agata Mastio del Castello Abitato e necropoli d'età romana e medievale Resti di castello medievale P. degli Albanesi Prizzi Tab.10 Siti archeologici del periodo medievale (Fonte: elaborazione Sviluppo Italia) Periodi Classici ed altri Nome del bene/area Descrizione Comune Loc. Cozzo di Castro Necropoli tardo - antica. Casina del Principe Rudere della casina del principe Castellaccio al monte Ruderi del Castello Altofonte Belmonte M. Campofiorito Terme Arabe Ruderi Castello Entella Zona d'interesse archeologico Ruderi del castello del 1200 Cefalà Diana Contessa E. Castello superiore Resti castello Corleone Castello inferiore Resti castello Mura merlate Tracce di camminamento con mura merlate Corleone Marineo Pizzo Nicolosi Filaga Abitato di età classica. Centro indigeno Insediamento bizantino Monreale Prizzi Castello arabo-normanno Fortezza Roccamena Ponte di Calatrasi Costruito arabo del 1160 Roccamena Cozzo della Madonna Pizzo Parrino Zona d'interesse archeologico Centro indigeno Santa C. Gela Santa C. Gela Tab.11 Siti archeologici dei periodi classici ee altri (Fonte: elaborazione Sviluppo Italia) 39 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese L’ultimo di questi gruppi presenta reperti classici insieme ad altri di varia natura, che hanno valore e pregio artistico non inferiore a quelli di altri gruppi di un periodo più definito. Sono presenti tra questi ruderi, insediamenti, necropoli e zone d’interesse archeologico, tra cui il Castello (recentemente restaurato) e le Terme arabe di Cefalà Diana. Queste ultime sono ubicate all’interno della Riserva naturale orientata Bagni di Cefalà Diana e Pizzo Chiarastella. Un altro esempio di buona conservazione è il Ponte di Calatasi, costruito dagli Arabi nel 1160, si trova in un contesto ambientale particolarmente incontaminato. Il rudere del Castello Entella è presente in questo gruppo, che seppure di poco successivo al 1200 dopo Cristo, si mostra integrato al resto del patrimonio archeologico localizzato all’ interno del Comune. Il patrimonio descritto si trova per l’80% in pessime condizioni di conservazione, molti siti non hanno manutenzione da molto tempo o ne hanno in modo insufficiente per assicurare uno stato discreto di conservazione. Solo il 10% del patrimonio versa in uno stato di conservazione medio e il 2% si trova in ottime condizioni. Questa stato di degrado si riflette in tutte le variabili analizzate, come ad esempio gli indicatori di fruibilità mostrano che un ben 92% dell’ intero patrimonio archeologico non è visitabile, e solo l’8% restante si può visitare. Analizzando i valori sull’accessibilità, risultano ancora più chiare le differenze prima menzionate, i luoghi di facile accesso sono solo il 4%, mentre quelli inaccessibili dal punto di vista architettonico superano il 96%. L’accessibilità cosi ridotta non è solo il risultato di mancati lavori di conservazione, ma è anche dovuta alla localizzazione di questi beni, che nel 94% dei casi si trovano in zone collinari e di difficile accesso. In alcuni siti non è possibile accedere senza attrezzatura specializzata, è possibile l’accesso attraverso sentieri di indiscutibile bellezza che però richiedono un certo impegno fisico. Ciò non di meno, l’aspetto più interessante in una logica di valorizzazione turistica è proprio la localizzazione all’interno di un paesaggio incontaminato di tali siti archeologici, lo conferma il dato sulla Grotta Entellina, uno dei siti di più difficile accesso, che registra allo stesso tempo un alto flusso turistico. Anche perché le difficoltà di accesso ne limitano inevitabilmente l’affluenza e la visitabilità; vale la pena allora creare attorno al sito un’offerta integrata che prevede attività all’aria aperta più visita culturale. Ad esempio siti come il ponte di Calatasi o di Abu-al-quasim-at-tarsi, immersi in un bellissimo contesto ambientale non sono per nulla accessibili se non attraverso un trekking con guida o passeggiata a 40 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese cavallo, non esiste una segnaletica turistica né quanto meno servizi di visita guidata ben comunicati. Molti di questi beni sono composti da reperti di diversi periodi che convivono in un determinato territorio. In questo modo troviamo insieme i resti di un abitato ellenico con parti di un castello o una torre del periodo romano, ovviamente in un stato di conservazione diverso. Questa sovrapposizione di periodi può essere utilizzata per mostrare ai visitatori non solo un tema archeologico isolato, che non sempre interessa a chi non è appassionato del tema, ma una processo di trasformazione vissuto in un determinato territorio. In questo modo è molto più facile creare un’offerta che possa attrarre sia gli adulti non appassionati alla archeologia, che i bambini e i giovani. La promozione e diffusione turistica di queste aree coinvolge non più dell’8% del totale e sono i Bagni Arabi, unico esempio di complesso termale del X sec. in Sicilia, i ruderi del Castello di Diana, la Rocca d'Entella, un centro indigeno ellenizzato, La Montagnola, la Montagna dei Cavalli, città greca e necropoli del IV-III sec. a.C., il Monte Jato: centro indigeno ellenizzato e Pizzo Chiarastella: insediamento greco indigeno, poi occupato in età medievale. Per quanto riguarda i servizi aggiuntivi sono praticamente assenti e i pochi casi che ne offrono sono guide turistiche in italiano e altre lingue, servizio di ristorazione in strutture agricole locali e servizi di trasferta in navetta. La tipicità di questo patrimonio, sebbene grande e variegato, si compone principalmente di piccoli reperti e aree di tipicità molto bassa (83%), di tipicità medio-alta il 10% e solo il 5% ha una tipicità molto alta. In questo caso, come in altre categorie, l’integrazione di più beni, aree e servizi sembra l’opzione più conveniente per aumentare il valore complessivo dell’offerta, usando quei beni, la cui tipicità è maggiore per valorizzare, promuovere e offrire i siti con minore valore tipico, le aree meno visitate e con servizi meno adeguati. I siti non avendo elementi specifici di tipicità, ancor di più se messi a confronto con la ricca e assai unica offerta archeologica siciliana, possono puntare su una loro fruibilità all’interno di un modello integrato con le altre risorse. Si ricordano in sintesi gli elementi di debolezza comuni alla maggior parte dei siti archeologici dell’area: - hanno una tipicità bassa; - la maggior parte sono mal conservati; - sono poco accessibili fisicamente, sia per una localizzazione difficile quanto per una segnaletica spesso inesistente o mal posta; 41 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese - sono poco accessibili da un punto di vista informativo, perché poco promossi nelle guide, nei siti di promozione turistica e in loco; poco fruibili perché è assai ridotta l’offerta di servizi turistici di accompagnamento e, se esistente, risulta difficilmente rintracciabile tanto per l’operatore (TO e/o ADV) quanto per il turista a casa e sul territorio. 42 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese 5.4 I musei: una risorsa da integrare e riorganizzare Sono stati rilevati 16 musei funzionanti e 7 in fase di realizzazione. Tra i musei funzionanti ci sono diverse tipologie quali: musei archeologici, casa museo, musei tematici e musei civici. La distribuzione per tipologia è piuttosto omogenea con valori percentuali che vanno dal 7 al 21%, evidenziando l’assenza di una tipologia di museo o di tema dominante. La maggior parte dei musei sono archeologici (22%) e tematici (22%), Distribuzione dei musei per tipologia (area di riferimento: comprensorio) 7% 19% 22% 22% 11% 19% casa museo M. etnoantrop M. archeo M. tematico M. Civico altri Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia seguono con il 19% i musei etno-antropologici, con l’11% i musei civici, e con il 7% le case museo. L’offerta museale non presenta degli elementi caratterizzanti, fatta eccezione per il museo del Tesoro del Duomo, che proprio perché collegato al Duomo di Monreale è capace di attirare flussi turistici. Di per sé ciascun museo considerato singolarmente non è in grado di attrarre flussi turistici, ancora di più, perché proprio per la loro struttura, offrono pochi servizi. Manca, infatti completamente, la possibilità di prenotare ed acquistare una visita guidata in lingua, in nessun museo è disponibile un servizio informazioni, non sono collegati alla rete di trasporto locale e nessun museo possiede un punto di ristorazione. I musei non posseggono collezioni capaci di attrarre visitatori e non svolgono alcuna azione finalizzata a comunicare la loro offerta a potenziali turisti. Ad esempio, il Museo archeologico di Marineo seppur collocato all’interno di un Castello, sfrutta poco la sua posizione e le caratteristiche del contenitore. La Palazzina Reale di Ficuzza ha senza dubbio una struttura ben conservata e di valore artistico, ma l’uso che viene oggi fatto delle stanze come museo non la valorizza nel modo più efficace, nonostante la stessa sia oggetto di visita da parte dei turisti. Nel 43 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese 1803 re Ferdinando IV di Borbone fece costruire la Real Casina di Caccia, nei pressi del Bosco oggi parco naturale, che si estende per circa 9.000 ettari ed include 8 siti d'importanza comunitaria e 4 zone di protezione speciale per uccelli selvatici. Accanto alla Reggia oggi si trova il Centro Regionale per il Recupero della Fauna Selvatica e nei suoi dintorni si trova l’Antica Stazione della Ficuzza, oggi agriturismo e ristorante. Da qui partono le escursioni per il Bosco. Con riferimento allo stato di conservazione dei musei dell’area, 6 hanno un ottimo stato di conservazione, mentre 9 sono discretamente conservati e solo 1 è in pessime condizioni e non visitabile. L’offerta tematica di questi musei si distribuisce in archeologici, contadini ed etno-antropologici. Tale varietà tematica può essere sfruttata per la realizzazione di itinerari culturali, se si collega alle tradizioni culturali del territorio, si modificano le esposizioni e si creano dei percorsi finalizzati alla conoscenza della cultura e delle tradizioni del territorio che comprendono non solo musei, ma, altresì, monumenti, siti archeologici, e produzioni artigianali ed enogastronomiche. Tutti questi musei per essere turisticamente attrattivi dovrebbero ripensare ai loro modelli di fruizione creando per il visitatore dei percorsi più coinvolgenti, ovvero dovrebbero offrire al turista la possibilità di fare un’esperienza di apprendimento anche attraverso attività di laboratorio, come ad esempio lavorazione della ceramica o rispetto a quelli etnoantropologici ricostruzione dal vivo di una dimensione contadina. Analizzando la loro capacità in termini di attrazione, relativamente alla “tipicità”, la metà dei musei considerati ha una tipicità medio-bassa ovvero contiene oggetti non esclusivi ma che presentano alcuni elementi di interesse storico-artistico, poco più del 30% non ha elementi di particolare richiamo, mentre il 12% detiene una certa capacità di attrazione. Tutti questi musei si concentrano con riferimento alla tipicità nei valori centrali della distribuzione, senza che vi sia nessuna eccellenza, che possa fungere da driver dei flussi turistici, e, dunque, per un potenziamento e valorizzazione dell’offerta si può pensare solo ad una loro integrazione che sia in grado di accrescere il loro valore complessivo. Molte sono, in tal senso, le esperienze di integrazione di piccoli circuiti museali, che vanno a costituire delle reti, sia a livello nazionale che internazionale, in una logica customer oriented. Tali sistemi creano dal lato della gestione, delle economie di scala in termini di costi amministrativi, di manutenzione, di tecnologie e promozione, delle economie di scopo e di apprendimento per quanto riguarda la valorizzazione dell’offerta culturale. La creazione di una rete permette ai gestori dei musei di mettere insieme le risorse per svolgere in comune delle azioni di promozione o per riorganizzare le esposizioni. 44 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Quasi la totalità (90%) di questi musei si localizza nei centri storici dove si concentra gran parte dell’offerta culturale, con un problema di accessibilità legato ad una maglia urbana caotica e priva di parcheggi, nella maggior parte dei casi. In termini di barriere architettoniche solo due su sedici hanno problemi di accessibilità. Rispetto ad orari e giorni di apertura gran parte dei musei sono allineati agli orari tradizionali (9-19), c’è ne sono alcuni aperti solo la mattina ed altri (un ristretta minoranza su richiesta 4 su 16). Il 25% dei musei è a pagamento, con un biglietto che oscilla fra 1,00 e 2,60 euro. L’accessibilità informativa è, senza dubbio, limitata e in gran parte affidata a guide locali, a siti internet comunali e alle proloco. Certamente l’elemento della comunicazione è uno dei punti di debolezza dell’offerta, che oggi si caratterizza per una forte autoreferenzialità. Non esistono servizi informativi nei musei, né delle brochure, né siti internet dedicati. Ma gli stessi sono comunicati in maniera estemporanea e casuale. In termini di servizi aggiuntivi, la maggior parte delle strutture posseggono i servizi di base (circa 70%), i servizi sanitari, mentre mancano totalmente servizi di visite guidate in italiano e in lingua, servizi di ristorazione e di book shop con gadget e/o prodotti artigianali. La dimensione media di questi musei è di 100 mq, fatta eccezione per il museo di arte contemporanea di Monreale che avrà a disposizione 20.000 mq e quello di civico di Bisacquino che avrà a disposizione 1.500 mq. Il museo di arte contemporanea di Monreale avrà a disposizione importanti spazi per svolgere attività varie. 5.5 I monumenti architettonici: simboli dell’identità locale La categoria Monumenti Architettonici raggruppa un’insieme di opere di valore storico-architettonico, tra cui mulini antichi di diverse epoche, fontane, porte di città, un obelisco, stazioni ferroviarie, un’edicola sacra, un ospedale civico attualmente in fase di restauro, un torrione fortificato e un chiostro. Per le caratteristiche dissimili dei beni classificati all’interno di questa categoria non risulta facile stabilire parametri di valutazione coerenti con quelli utilizzati per analizzare tutte le altre categorie. E’ importante, inoltre, sottolineare che esistono solo tre monumenti con un livello di tipicità sopra la media che sono, la Casina di caccia 1803, collocata in posizione panoramica e segnalata nelle guide, la Fontana 1650 via A. Reres, e l’Edicola Sacra sec.XVIII. Tutti gli altri beni (85%) presentano una tipicità bassa, e quindi non rappresentano un elemento 45 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese di attrazione turistica, ma bensì un fattore caratteristico del territorio (vedi i diversi Mulini). Il 72% di questi monumenti è accessibile. Circa il 60% si trova all’interno dei centri abitati, mentre il 34% è posizionato in zone collinari distribuito fra le campagne ed il 6% è localizzato in una zona panoramica. Alcuni di questi beni hanno dei restauri in corso. In termini di comunicazione l’85% non è presente in nessun materiale informativo, solo il 12% è segnalato in brochure turistiche dell’area. 5.6 Gli eventi culturali: una risorsa da potenziare Oggi più che mai, gli eventi culturali hanno una rilevanza strategica, sia per quanto riguarda la promozione della cultura a livello locale sia in quanto importanti elementi di attrazione turistico-culturale. Sono molti gli esempi dei luoghi che hanno fatto dei loro eventi un vero patrimonio culturale – anche se immateriale – rendendolo appetibile non solo ai residenti ma anche ai visitatori. In questa categoria sono compresi: le Feste patronali, che sono ancora presenti in tutti i piccoli comuni, e sempre di meno nelle grandi città; le rievocazioni storiche, molte delle quali hanno perso già gran parte del loro significato, si rileva infatti che molte di loro registrano una ridotta partecipazione. Quello che resta è il clima di festa che ha sempre grande ripercussione nei piccoli comuni dove le attività di svago sono molto ridotte. Le feste tradizionali sono spesso spinte dall’inerzia naturale delle feste che un tempo hanno avuto (e hanno) un importante peso nella cultura cristiano-occidentale, che oggi si manifestano sempre più mirate alla commercializzazione di qualsiasi tipo di merce. Le sagre e le fiere hanno un enorme valore per le culture locali, sono una forte espressione della tipicità del posto dove si realizza, mettendo in risalto gli aspetti più specifici delle proprie produzioni artigianali, agricole, culinarie, ecc. I festival, le rassegne e le mostre sono un altro esempio di manifestazione della cultura, in questi casi spesso si ha un carattere territoriale più allargato, mirando allo scambio tra diverse comunità o culture, i festival della musica, della letteratura, del cinema hanno, sempre di più, un valore in quanto diffusori e promotori di diverse aree tematico-culturale e non sono tanto legati al territorio dove si manifesta. Gli eventi sportivi, salvo alcune eccezioni, hanno un valore culturale in quanto momento di incontro e di scambio. Come risultato della nostra analisi, il patrimonio degli eventi culturali nel Comprensorio è composto dalle categorie sopra menzionate con una distribuzione percentuale molto accentuata sulle feste tradizionali con il 46 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese 60% del totale degli eventi culturali, seguito dalle sagre e fiere con il 17%, le feste patronali con l’11%, i festival/rassegne e mostre con il 9%, gli eventi sportivi con il 3% e con l’1% le rievocazioni storiche. Evento Festa patronale Rievocazione storica Festa tradizionale Sagra/fiera Festival/rassegna/mostra Evento sportivo Totale n n° 14 1 79 22 12 4 132 % 11% 1% 60% 17% 9% 3% 100% Tab.12 Classificazione per tipologia di evento Valutando l’offerta culturale sulla base del numero delle manifestazioni presenti nell’area la situazione sembra molto positiva. Ciò nonostante con un ulteriore approfondimento dell’analisi sono venuti fuori molti elementi che spiegano le dinamiche di funzionamento di questi eventi. Questi elementi hanno permesso di evidenziare il perché una vasta offerta di eventi culturali, come quella del Comprensorio, possa essere cosi poco considerata dai turisti/visitatori e quali aspetti rappresentano la debolezza di questo sistema. Le manifestazioni sono progettate e organizzate per i residenti che sono il pubblico di riferimento, si osserva poi che alcuni di questi eventi come la Pasqua Abrëresche e l'Abballu di li Diavoli di Prizzi 7 riscuotono un certo successo anche turistico per la loro tipicità e perché promossi da più soggetti. Un primo fattore analizzato è stato il periodo in cui questi eventi si svolgono. Questo ha permesso di tracciare una mappa della concentrazione degli eventi nei diversi mesi dell’anno. Questa distribuzione nell’arco temporale di un anno permette di identificare i periodi nei quali le manifestazioni sono inesistenti e quelli dove si accavallano. Si evidenzia come si traduce questa predominanza di feste tradizionali nei diversi mesi. Ad esempio nel mese di settembre le manifestazioni sono le più numerose dell’anno, con 25 eventi (una media di 6 eventi per Comune). La spiegazione a questa concentrazione la troviamo nella tipologia dell’evento, delle 25 manifestazioni del mese di settembre 11 sono feste tradizionali, tra cui troviamo principalmente la festa di San Giuseppe (diverse date) e del SS Crocifisso (18 sett.). 7 Sono esempi di siti che promuovono l’evento di Prizzi: http://www.giraitalia.it/eventi_religiosi/1749_l_abballu_di_li_diavuli.html http://www.amando.it/pasqua/tradizioni-4.htm http://www.ateneonline-aol.it/060413laco3.php http://www.sicily-news.com/news.cfm?id=1706 http://www.guidasicilia.it/ita/main/news/speciali.jsp?IDNews=10933 47 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Nei mesi di marzo e agosto ci sono 16 eventi rispettivamente, a marzo come a settembre si festeggia principalmente San Giuseppe, invece ad agosto le manifestazioni sono meno uniformi, coprendo tutto lo spettro delle tipologie di eventi. A gennaio i 14 eventi sono in gran parte concentrati nei primi giorni dell’anno, in corrispondenza con le feste di fine anno e dell’Epifania. Nel mese di luglio troviamo 10 eventi, molti dei quali evocativi dell’inizio della stagione estiva; negli altri mesi, sempre in minor numero fino ad arrivare al mese di aprile nel quale non ci sono manifestazioni culturali. Un altro elemento dell’analisi qualitativa è il bacino di riferimento di questi eventi. L’analisi quantitativa fornisce un quadro di basso profilo. Bacino di riferimento Internazionale Nazionale Regionale Provinciale Comunale Totale n n° 1 2 1 3 125 132 % 1% 2% 1% 2% 95% 100% Tab.13 Bacino di riferimento degli eventi Tranne alcune eccezioni, quasi la totalità delle manifestazioni del Comprensorio sono d’interesse comunale e questo mostra la mancanza di elementi culturali trasversali che consentano al territorio maggiore unità per aumentare il valore dell’offerta. O per meglio dire, le feste comunali sono importanti quanto quelle a maggior raggio d’interesse le quali sono molto poco presenti. A livello di competizione territoriale regionale (e dunque turistico-culturale), il bacino di riferimento ha un importante peso dovuto alla forte concorrenza da parte delle altre province. Un altro indicatore utile per conoscere il valore di attrazione delle Richiamo sulla popolazione e sui turisti 125 100 75 50 25 0 -25 -50 -75 -100 -125 -150 Molto alta Alta Popolazione Media Bassa molto bassa Turisti Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia 48 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese manifestazioni è stato misurato sulla base di due indicatori. Il primo misura il richiamo che le manifestazioni esercitano sulla popolazione locale, e il secondo quello esercitato sui turisti/visitatori. Al fine di rendere più chiara la lettura dei dati raccolti è stato elaborato il sopra riportato grafico: Abbiamo già parlato della natura degli eventi, ora si passa a trattare il tema della durata di questi. La misurazione è stata organizzata in 5 categorie: quelle che durano 1 giorno, 2 giorni, 3 giorni, più di 3 e quelle che non si sa perché variano di anno in anno ( vedi tabella seguente). Le manifestazioni che hanno un bacino di riferimento nazionale o internazionale durano mediamente tre giorni. Durata degli eventi 80 70 60 50 40 30 20 10 0 1 giorno 2 giorni Serie1 3 giorni più di 3 variabile Poli. (Serie1) Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia Un altro dato interessante emerso dall’analisi è la localizzazione dove si realizzano queste manifestazioni. Salvo rare eccezioni, tutti questi eventi hanno luogo nel centri storici dei diversi comuni. Questo è un elemento che va nella direzione di valorizzazione dei centri storici, ma, altresì, emerge la possibilità di pensare e realizzare eventi che siano in grado di dar valore al resto del territorio, che è in gran parte di tipo collinare, montuoso e caratterizzato da tante zone panoramiche. Manifestazioni di questo tipo si caratterizzano per essere di solito molto legate alla cultura dell’area e usano da sfondo scenari naturali molto panoramici. 49 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Localizzazione degli eventi 140 120 100 80 60 40 20 0 C. storico Z. collinare Rurale Panoramico Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia Un'altra caratteristica dei luoghi “fuori borgo” o fuori dai centri abitati è che l’originalità dell’offerta viene data da un contesto naturale e paesaggistico che non può essere riprodotto, pertanto unico. Nel grafico sopra riportato si vede come nelle zone collinari, rurali e panoramiche sono quasi assenti gli eventi culturali. Un ultimo elemento d’analisi è la modalità con cui queste feste vengono diffuse e rese note. Oltre alle Proloco e agli uffici informazione dei diversi Comuni, si trova una veloce descrizione nelle guide di promozione turistica provinciale e dell’AAPIT di Palermo, e, in alcuni siti di vendita e promozione dell’offerta turistica siciliana, o siti di natura culturale nazionali. In sintesi le principali criticità possono sintetizzarsi in diversi punti: - una concentrazione degli eventi in alcuni mesi dell’anno; la dimensione comunale dell’evento come bacino di riferimento; la durata e la natura non coerenti rispetto alle esigenze di un potenziale turista; le modalità di comunicazione; l’assenza di un calendario unico. 5.7 Gli itinerari culturali: le future arterie del sistema culturale Gli itinerari 8 disponibili e analizzati sono 19 itinerari culturali, di cui 13 attualmente operativi, 3 in fase di attuazione e 4 in fase di progettazione. L’itinerario “Sentieri naturalistici dell'Alto Belice Corleonese” attraversa 20 comuni che fanno parte del Patto, ed è il più diffuso del Comprensorio. Degli undici itinerari che compongono la proposta "Alla scoperta della provincia di Palermo", promossa dall’AAPIT di Palermo, 4 si sviluppano in parte nel Comprensorio; questi sono: l’itinerario 5 "Verso i monti Sicani", l’itinerario 6 "Tra le valli del Belice e 8 Gli itinerari sono quelli indicati dal Patto Territoriale Alto Belice e quelli raccolti sul materiale informativo diffuso dall’AAPIT. 50 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese del Sosio", l’itinerario 7 "Il Bosco di Ficuzza e il Corleonese" e l’itinerario 11 "Monreale e la valle dello Jato". Di questi 4 itinerari solo l’itinerario 6 si sviluppa interamente nell’area del Comprensorio, mentre gli altri tre includono visite ad altri comuni al di fuori dell’area di riferimento. L’altra tipologia di itinerari presenti nell’area riguarda lo sfruttamento delle riserve naturali. Serre, boschi, monti e rocce sono un elemento naturale che in questi itinerari viene proposto al visitatore in forma di percorso naturalistico, che attraversa aree panoramiche di alto valore paesaggistico. Restano per ultimo le proposte in fase di attuazione e di progettazione. Il Museo diffuso dell'Alto Belice Corleonese "Mirabile artificio", è composto da 3 itinerari di Arti Figurative che si sviluppano in tutta l’area del Comprensorio. Ancora in fase di attuazione. In fase di progettazione ci sono 3 proposte d’itinerari basate su temi molto specifici; essi sono La strada del vino Monreale Doc, itinerario della Cultura abrëresche, itinerario archeologico – paesaggistico. Per quanto riguarda le caratteristiche degli itinerari analizzati, il tempo di percorrenza è nel 72% del casi di un giorno, nel 22% di due giorni e solo nel 6% più di tre giorni. L’area è vasta e senza dubbio richiede un tempo minimo di 3 o 4 giorni per poter visitare una buona parte del patrimonio. Gli itinerari sono poco segnalati e comunque per un turista e/o operatore turistico che, sia da casa che in loco, intende prenotare delle escursioni via telefono o via internet non ci sono agenzie facilmente rintracciabili. Anche sul territorio non sono immediatamente accessibili servizi di visite guidate che permettono al turista di visitare in maniera più coinvolgente l’area. Un itinerario diventa di per sé utile se è un modo facile per far visitare un territorio ed aiuta un potenziale visitatore ad entrare nella cultura del posto, mentre è poco efficace se diventa un insieme di informazioni diffuse e non omogenee. I contesti dove si svolgono gli itinerari sono i centri storici, le aree d’interesse naturale e le zone rurali (28%) e in minor misura aree miste tra centri storici e aree d’interesse naturalistico (17%). La segnaletica è un elemento indispensabile per una corretta fruizione di un itinerario turistico, per il turista è molto facile perdere l’orientamento e trovarsi in situazione di disagio. In questa voce si debbono considerare non solo la segnaletica legata all’itinerario ma anche le didascalie di riferimento dei luoghi e oggetti visitati, che raramente si trovano al di fuori dei musei o accanto agli oggetti esposti. La segnaletica attualmente presente nel Comprensorio non è efficace. 51 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Sulla base dell’analisi field e desk svolta, solo il 34% degli itinerari presenta una segnaletica, mentre il 66% restante non ha nessuno strumento di segnalazione. Per quanto riguarda le didascalie sono praticamente inesistenti o raramente ben ubicate e con informazioni utili alla visita del turista. Zona dove si svolge l'itinerario 6 5 4 3 2 1 0 Centro storico Zona rurale Area int. Naturalistico area mista Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia D’altro canto il 78% degli itinerari si promuovono attraverso la presenza nelle brochure o guide turistiche dell’AAPIT di Palermo, della Provincia di Palermo o dell’Assessorato al turismo della Regione Sicilia. La disponibilità di tale guide è esclusivamente presso i punti informativi dell’AAPIT che sono dislocati presso l’aeroporto di Palermo, la stazione di Palermo e la sede dell’AAPIT a Palermo. All’aeroporto di Palermo non è sempre presente il materiale informativo sull’area né è possibile rintracciarne una mappa stradale e tematica con la segnalazione dei principali siti o aree naturali da visitare. Il 61% degli itinerari prediligono quale canale di comunicazione quello informatico, secondo la seguente distribuzione nei siti: il 22% è presente nel sito dell’AAPIT di Palermo, il 6% in quello del Patto Alto Belice Corleonese, il 28% in quello della Regione e il 5% restante in altri siti o portali turistici. Queste ultime tre variabili: la segnaletica sul posto, la promozione e la diffusione di in materiale in formato cartaceo e la presenza su internet consentono di individuare il grado di accessibilità informativa (e di comunicazione) degli itinerari analizzati. Ciò che emerge è la presenza di un’ informazione confusa e poco mirata sulla rete e in loco, e spesso non coincidente con la realtà perché i siti segnalati sono difficilmente accessibili o non aperti al pubblico. Ma esiste un’ulteriore difficoltà rappresentata dalla quasi totale assenza di informazioni nell’area. Il sistema informativo turistico territoriale funziona attraverso le Proloco, la cui attività oggi è per lo più orientata 52 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese ai residenti. Ci sono pochi uffici turistici, la maggior parte non aperti tutti i giorni e ciascun ufficio fornisce informazioni solo sul comune di riferimento. Quindi, laddove esistono in potenza itinerari e soluzioni per fruire in modo partecipato del territorio manca completamente la commercializzazione e la promozione degli stessi. 5.8 I complessi arricchire per attività di spettacolo: contenitori da I complessi che possono ospitare spettacoli dal vivo, attività ludico culturali come la musica, il teatro, la danza e la lirica nel territorio del Comprensorio sono 6 in totale, uno dei quali all’aperto e i 5 restanti al chiuso. Il complesso all’aperto è l’anfiteatro in Piazza Pozzillo nel comune di Villafrati. I complessi al chiuso sono 3 teatri, un auditorium e un cinema. Questo patrimonio si trova distribuito nel seguente modo: Distribuzione per comune Auditorium Papa Giovanni Paolo II Teatro Comunale Teatro Dante sec. XIX Cinema Vicari (1919-23) Anfiteatro In Piazza Pozzillo Teatro del Baglio Lanza-Filangeri Comune Belmonte Mezzagno Bisacquino Corleone Piana degli Albanesi Villafrati Villafrati Tab.14 Distribuzione di complessi per attività di spettacolo per comune Sono disponibili 200 posti nel Teatro del Baglio, comune di Villafrati e 150 nel Teatro Comunale di Bisacquino. Di questi complessi solo il 50% sono aperti al pubblico, mentre l’altra metà è chiusa. Sono aperti al pubblico l’Auditorium Papa Giovanni Paolo II, il Teatro Comunale di Bisacquino e il Teatro del Baglio Lanza Filangeri. L’accessibilità per i disabili è sicuramente un fattore da migliorare non solo per le strutture riservate alle attività di spettacolo, ma in tutto il patrimonio visitabile. Solo 2 delle strutture in esame sono accessibili dal punto di vista delle barriere architettoniche, e le altre 4 (tre delle quali sono chiuse al pubblico) sono assolutamente inaccessibili. Un altro elemento che aiuta a definire l’accessibilità complessiva è la localizzazione. In questo caso tutte le strutture si trovano nei diversi centri storici. La localizzazione al centro storico delle strutture è un vantaggio dal punto di vista della facilità di accesso, salvo restando le barriere architettoniche, è sempre più fruibile per i cittadini durante tutto l’anno, e permette di sfruttare la struttura anche con attività culturali diverse (come ad esempio corsi di teatro, pratiche di coro, musica ecc.). 53 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese 5.9 I centri di studi e ricerca: una risorsa da mettere in rete Questa categoria è stata classificata in 4 elementi principali: gli archivi comunali (13), le biblioteche comunali (18), gli archivi parrocchiali (1) e le biblioteche ecclesiastiche (4), facendo un totale di 39 centri legati allo studio e alla ricerca. Ci sono inoltre altre 3 strutture che non appartengono a queste classifiche, e sono: La Bottega dei Sogni -centro di sperimentazione teatrale, l’Istituto d'Arte per il Mosaico M.D'Aleo e l’Accademia di belle arti e restauro ABADIR presso l' Abbazia dei PP.Benedettini San Martino delle Scale. Il seguente grafico mostra la distribuzione in percentuali dei centri di studio e ricerca: Distibuzione dei centri per tipologia 8% 10% 33% 3% 46% Archivio comunale Biblioteca comunale Archivio parrochiale Biblioteca ecclesiastica Altri Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia L’accessibilità agli archivi, biblioteche e altri centri è molto elevata, sono tutti accessibili ad eccezione della biblioteca comunale di Bisacquino, che al momento è chiusa, e del centro di sperimentazione teatrale, che attualmente non realizza attività. 54 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Il 41% dei casi presenta problemi di barriere architettoniche, principalmente legate alla mancanza di rampe d’accesso, bagni per disabili, e servizi generali per persone con mobilità ridotta. Il 58% dei centri sono aperti tutto l’anno e il 42% restante funziona solo su Variabili di accessibilità e di fruibilità 120% 100% 97% 95% 80% 59% 58% 60% 42% 41% 40% 20% 5% 3% 0% Accesibilità fisica/inacc. Barrieresenza barr. Apo lnriesta Localiancro/ Z.rurale Fo:lolpti richiesta. Cioè, poco meno della metà è per la maggior parte del tempo chiusa, e apre solo su richiesta. Inoltre è da osservare che non si svolgono in tali centri attività di tipo culturale diverse dalla consultazione dei volumi e dal prestito bibliotecario, ad eccezione del concorso internazionale di poesia di Marineo, sicuramente molto importante che però non riesce ad attivare le realtà più piccole e meno dinamiche. Un altro elemento di risalto è la localizzazione, il 97% dei centri di studio si trova situato nei diversi conglomerati comunali ed il 3% in zone rurali. Ancora una volta i centri urbani possono essere utilizzati da contenitori per lo svolgimento di attività culturali, a sfondo didattico o di edutainment. Sempre di più la domanda culturale si rivolge verso forme di attività che sono i grado di stimolare la curiosità e facilitare l’apprendimento con metodi moderni. Sono vari gli esempi di piccole località turistiche che hanno utilizzato lo strumento dei percorsi formativi di arte, di cucina artigianato, lingua, ecc. come motore per l’attivazione di una domanda turistica che sfrutta il viaggio come occasione di sviluppo della sua creatività, ovvero utilizzando il suo tempo libero per fare delle cose che nella vita normalmente hanno difficoltà a fare o per approfondire conoscenze e pratiche di cui già sono in possesso. Elementi come una biblioteca o un archivio non sembrano essere il miglior prodotto per attirare i visitatori, però un istituto d’arte come quello del mosaico, una accademia di belle arti o un centro di sperimentazione teatrale possono contribuire molto a migliorare l’offerta turistico culturale, realizzando piccoli eventi culturali o erogando percorsi formativi espressione della tradizione culturale locale e, più in generale, italiana. Inoltre le biblioteche e gli archivi sono spesso fonti 55 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese d’informazione locale di grande interesse. L’utilizzo delle nuove tecnologie, oggi permette di fruire un patrimonio documentale in modo tale da renderlo un’attrattiva turistico-culturale. Fra i centri di documentazione può essere di interesse turistico quello sulla Mafia che ha sede a Corleone, ad oggi in condizioni di difficile fruizione, e privo di materiale storico sulla mafia, detiene gli atti dei maxiprocessi contro la mafia. La Bottega dei Sogni -centro di sperimentazione teatrale, l’Istituto d'Arte per il Mosaico M.D'Aleo e l’Accademia di belle arti e restauro ABADIR presso l' Abbazia dei PP.Benedettini San Martino delle Scale potrebbero essere utilizzati come soggetti erogatori di servizi culturali al turista. 5.10 La produzione e distribuzione dei prodotti enogastronomici: una risorsa strategica per la creazione di un prodotto turisticoculturale I prodotti principali dell’area sono: prodotti caseari, vino ed olio. In particolare si rileva la presenza di 42 aziende di produzione di cui il 31% produttori di vino, il 19% di formaggi, il 17% di olio, seguono altre produzioni minori di cui il 7% industria della conservazione e (7%) frutta e sottobosco, rispettivamente con il 5% salumi, miele e prodotti della panificazione e per ultimo con il 2% si trova la produzione di ortaggi. Delle 42 aziende individuate solo il 36% svolge attività di distribuzione e valorizzazione dei prodotti legati al turismo. Sono, in prevalenza, aziende legate alla produzione vinicola, come è il caso dell’azienda Rapitalà 9 , nel territorio di Camporeale, o l’azienda Calatrasi 10 a San Cipirello. I Comuni di Camporeale, Monreale, Roccamena, San Cipirello, San Giuseppe Jato e Slafani Bagni sono segnalati dal sito città del vino 11 , che ne promuove le produzioni vinicole. Il sito informa i turisti anche sulle enoteche, le feste, i prodotti tipici e i piatti tipici del luogo; nel caso in questione, fatta eccezione per l’elenco delle feste locali, tutte le altre informazioni sono praticamente assenti, a testimonianza di un prodotto turistico ancora da costruire. Senza dubbio la qualità dell’offerta vinicola è elevata, ed ha anche una qualche valorizzazione in chiave turistica, mentre per quanto riguarda gli altri prodotti tipici del territorio emerge una debolezza strutturale dovuta al fatto che i produttori e distributori si rivolgono esclusivamente al pubblico locale. Sono pochissimi i negozi che promuovono e vendono le produzioni locali. 9 www.rapitala.it/ 10 11 www.calatrasi.it/ www.cittadelvino.it 56 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Le altre produzioni tipiche che dopo il vino (87% dei casi) più si rivolgono al turista sono quelle dei formaggi (13%). Anche in questo caso quasi l’intera offerta è indirizzata esclusivamente ai locali. Vale la pena sottolineare che non c’è una politica di promozione di un brand, e, quindi, dei prodotti locali sotto quel marchio, anche nei bar e nei ristoranti sono pochi gli elementi di tipicità. Un elemento di debolezza strutturale dell’offerta enogastronomica è che poco si è fatto per elevare complessivamente la qualità delle produzioni e, contemporaneamente, dei servizi di ristorazione, affinché il turista possa riscoprire le tradizioni locali anche attraverso il cibo. La ristorazione ruota in prevalenza intorno a pochi piatti tipici riservando un peso limitato alle produzioni locali, in particolare a quelle biologiche. Si osserva inoltre che in tutti i Comuni sono presenti pasticcerie e forni che vedono normalmente i loro prodotti, ma che al momento sono poco valorizzati in chiave turistica. Oggi non esiste un’offerta turistica enogastronomica, ma solo alcune esperienze di qualità. Slow Food che è una delle associazioni più accreditate nella valorizzazione e promozione dell’enogastronomia italiana segnala nel suo sito e nelle sue guide: - l’Antica Stazione della Ficuzza (Corleone) e il ristorante Italiano (Belante Mezzano), quale punti di ristorazione di qualità; - fra i prodotti tipici di qualità della zona, la vastedda dell’Alto Belice; - fra le cantine, Calatrasi - Accademia del Sole (San Cipirello), Fattorie Azzolino (Camporeale), Tenute Rapitalà (Camporeale). Nell’intenzione di rafforzare la tradizione enogastronomica appare opportuno oggi lavorare molto sulla riscoperta delle tradizioni alimentari del posto, sulla qualità dei prodotti enogastronomici e sulla loro promozione. La dimensione delle 15 aziende più orientate al turista è nel 20% dei casi grande, nel 27% media e nel 53% piccola. Le aziende più turistiche offrono un servizio di degustazione nel 93% dei casi, l’87% offre al visitatore la possibilità di acquistare i suoi prodotti, l’80% accoglie i turisti con percorsi guidati alla scoperta delle loro produzioni, il 53% offre un servizio di ristorazione a base di produzioni locali, ed, infine, il 40% sono strutture agrituristiche con servizio di ricettività. 57 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese La localizzazione di queste aziende è per il 93% in zona rurale e il restante 7% si colloca in prossimità dei centri urbani. Tutte le aziende considerate hanno una facile accessibilità, in alcuni casi (53%) non solo fisica ma anche informativa, si caratterizzano infatti per avere siti internet ben fatti, per essere presenti nel 27% dei casi in guide turistiche e tutte le aziende sono dotate di una loro brochure. 5.11 La produzione e distribuzione dei prodotti artigianali Le produzioni artigianali locali sono varie ma non di particolare pregio artistico. Più in dettaglio ci sono 3 artigiani del vetro, rispettivamente 2 della ceramica, dei mosaici e della produzione di icone, c’è poi 1 laboratorio di ferro battuto, 1 orafo e 1 liutaio. La dimensione di queste imprese è piccola, e sono tutte collocate all’interno dei centri storici, in prevalenza a Piana degli Albanesi (3), Monreale (3), Corleone (2), Marineo (2), Bisacquino (1) e a Belmonte (1). Solo l’azienda dei liutai fa promozione e organizza delle dimostrazioni per i turisti. Gli altri sono artigiani, il cui mercato di riferimento è locale. 5.12 Lettura della distribuzione delle risorse per comune La lettura delle informazioni raccolte sul territorio organizzata per comune, o per gruppi di comuni, permette di evidenziare non solo la quantità e la qualità delle risorse governate da ciascuna amministrazione locale, ma in questo modo è possibile identificare delle aree che presentano una maggiore concentrazione di un certo tipo di risorse. Contrariamente alla logica urbanistica della zonizzazione, l’identificazione delle risorse già disponibili sul territorio e l’organizzazione per gruppi di comuni, facilita la creazione di una offerta turistico-culturale più ricca che risponde in maniera meno artificiale alle caratteristiche della cultura locale. Nella seguente tabella sono stati riportati i dati relativi al numero di beni materiali e immateriali presenti in ciascun Comune e il corrispondente valore di tipicità. Il valore di tipicità emerge dall’analisi sia quantitativa che qualitativa delle caratteristiche proprie dei beni, che per ogni tipologia sono presenti in ciascun comune. La scala utilizzata per rappresentare la tipicità è la seguente: tipicità bassa (1): in questo caso non ci sono elementi rilevanti dal punto di vista della tipicità; tipicità medio bassa (2): sono presenti in prevalenza beni di tipicità bassa con alcune attrattive di valore medio; tipicità media 58 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Distribuzione delle risorse culturali per comune Comune Edifici di culto N° Altofonte Belmonte mezzagno Bisacquino Bolognetta Campofiorito Camporeale Cefalà Diana Chiusa Sclafani Contessa Entellina Corleone Giuliana Godrano Marineo Mezzojuso Monreale Palazzo Adriano Piana degli Albanesi Prizzi Roccamena San Cipirello San G. Jato Villafrati Totali e medie 8 2 18 3 2 1 1 17 6 43 14 1 15 11 34 9 9 16 1 5 4 5 225 * musei in fase di progetazione tipicità 3 3 4 3 3 3 1 4 4 4 4 3 4 4 5 4 4 3 3 3 2 3 3,364 Dimore storiche N° 5 1 0 7 0 1 2 19 9 40 12 0 12 7 11 25 14 4 1 0 3 5 178 tipicità 2 3 0 1 0 1 1 3 1 4 3 0 1 1 2 1 1 1 1 0 1 2 1,36 Aree archeologiche N° 2 3 2 0 2 0 2 0 4 9 0 0 2 1 10 0 1 5 4 0 3 2 52 tipicità Musei N° tipicità 1 0 0 1 1 2 1 2 2 0 1 3 1 1 3 0 0 0 5 1 3 0 0 0 4 1 3 1 1 1 0 1 1 0 1 1 2 1 1 1 1 1 1 2+ 2 4 0 1 1 1 1 1 2 1 3 2 1 3 0 2 2 4 0 0 2 1 2 1,32 16+ 7 1,682 Monumenti architettonici N° 0 2 0 0 0 1 0 0 0 9 1 0 0 1 12 4 2 0 0 0 0 0 32 tipicità 0 1 0 0 0 1 0 0 0 2 1 0 0 3 2 1 1 0 0 0 0 0 0,55 Eventi culturali N° 11 6 9 5 10 0 5 3 1 11 4 1 8 5 7 13 7 9 4 5 3 5 132 tipicità 1 3 1 1 3 0 1 1 1 1 1 1 3 1 3 1 1 1 1 1 1 1 1,32 Prod. enogastronomici Itinerari culturali N° tipicità 2 2 3 2 2 3 3 4 5 6 2 3 5 4 5 3 4 4 4 4 4 2 0 2 2 2 2 2 2 2 2 3 2 2 2 2 2 4 3 3 2 2 2 2 2 2,23 N° 1 3 4 0 0 9 0 1 0 4 0 1 2 0 6 1 1 1 0 3 3 0 40 tipicità Prod. Artigianale N° 1 1 1 0 0 1 0 1 0 1 0 1 1 0 1 1 1 1 0 1 1 0 0,64 0 1 1 0 0 0 0 0 0 2 0 0 2 0 3 0 3 0 0 0 0 0 12 tipicità 0 1 1 0 0 0 0 0 0 1 0 0 1 0 1 0 1 0 0 0 0 0 0,27 Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia (3): quando prevalgono beni di tipicità media o quando sono presenti esempi di beni di bassa qualità turistica insieme ad altri ad alta capacità di attrazione. Questo valore è frequente negli edifici di culto per i comuni che hanno il culto greco-bizantino, come Contessa Entellina; tipicità medio alta (4): quando troviamo insieme ad una offerta di tipicità bassa e media alcuni esempi di tipicità alta; tipicità alta (5): è la classificazione meno frequente e risponde ad una offerta variegata con importanti esempi di alta tipicità, come il caso del Duomo di Monreale. In sintesi, abbiamo calcolato il valore totale di tipicità per comune. Questo valore va letto alla luce di quanto detto prima, sia per quanto riguarda la classificazione che per la scala utilizzata. Calcolo di di tipicit totale delle risorse per per comune Calcolo tipicità totale delle risorse Comune 5 4 3 2 1 Be l m on Al te tof m on ez te Bi zag sa no c Bo qui l Ca og no m ne p o tta Ca fio m ri Ce po to r C fal eal Co hius D e nt a S ian es c sa laf a En a n te i l Co lina rle G one iu li G ana od r M ano M arin ez eo zo j P Pi ala Mo uso an zz nr a d o A ea e g d le li ria A no lb an es i P Ro r c iz Sa cam zi n Ci ena S a pire n llo G . V Jato ill af ra ti 0 Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia 59 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Nel grafico sopra riportato si vede come il patrimonio culturale della maggior parte dei Comuni ha un basso livello di tipicità e solo in alcuni casi, Monreale, Contessa Entellina ed in misura minore Campofiorito innalzano il livello senza arrivare al valore di tipicità media. Questa lettura della tipicità mostra un risultato abbastanza complesso, perché rappresenta il valore di attrazione (o di tipicità) del territorio come sistema di offerta turistico culturale, dove i punti di forza e di debolezza aumentano o diminuiscono il risultato finale. Analizzando quantitativamente il patrimonio presente sul territorio, troviamo che la omogeneità relativa alla tipicità dei beni, in termini Distribuzione del patrimonio culturale per comune Be lm on Al te tof m on ez te B i zag sa n o c Bo qui Ca log no m ne p tt Ca ofio a m rit Ce po o Ch fal real Co ius D e nt a S i a n es c sa laf a E n an te i Co llina rle G one iu l G iana od r M ano M arin ez eo z Pa M oju Pi la o so an zz nr a d o ea eg Ad le li ria A no lb an es Ro Pr i i z Sa ccam zi n Ci ena Sa pire n llo G . V Jato ill af ra ti 140 120 100 80 60 40 20 0 Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia quantitativi non si riscontra più, invece c’è una distribuzione molto eterogenea come dimostra il Comune di Corleone con 125 beni d’interesse turistico-culturale e Godrano con solo 7 beni. Un altro elemento che emerge in modo chiaro da questa analisi è che il numero di abitanti per comuni non è correlato al patrimonio presente. Confrontando la distribuzione del patrimonio per tipicità e per quantità e raggruppando i beni culturali per comune emerge che un alto numero di beni culturali non è sufficiente a creare un’offerta attraente, cosi come non è sufficiente avere pochi beni di media o alta tipicità insieme ad un contesto fatiscente. La realtà del Comprensorio dimostra che non ci sono beni particolarmente tipici o turisticamente attraenti (salvo rari casi, come il Duomo di Monreale in cui si è sviluppata una dinamica turistica intorno al bene, senza per questo arricchire il resto del territorio) per compensare i punti di debolezza del resto del sistema. In questo modo si mette in risalto l’importanza di un sistema di offerta turistico-culturale, per far si che l’arricchimento dell’offerta culturale ricada su tutto il sistema e non su alcuni beni o aree isolate del resto del territorio. Guardando oltre, abbiamo identificato alcune aree (gruppi di comuni) che sono particolarmente interessanti in alcuni aspetti. Nell’area ci sono 60 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese dei comuni che condividono delle forti tradizioni, come il rito grecobizantino, alcuni centri storici di qualità architettonica o luoghi di pregio naturalistico e paesaggistico. Il risultato di questa analisi si riassume nella mappa dei Sistemi di offerta turistico-culturale esistenti sul territorio. In detta mappa sono stati identificati 6 sistemi con alto potenziale turistico; alcuni dei quali sono già attivi nel campo turistico. 6. Il comparto ricettivo Dall’analisi quantitativa del sistema di offerta ricettiva del Comprensorio Alto Belice Corleonese emergono i seguenti dati: l’intero sistema si compone di 60 strutture, il 18% delle quali sono di tipo alberghiero (11 alberghi) e l’82% restante di tipo extralberghiero (49 strutture tra bed and breakfast, agriturismi, case d’affitto, ecc). In totale sono disponibili, ad oggi, 914 posti letto, dei quali 294 corrispondono alle strutture alberghiere e 620 a strutture extralberghiere. Comparto ricettivo alberghiero ed extralberghiero 700 600 500 400 300 200 100 0 strutture alberghiere Stanze extralberghiere Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia Per quanto riguarda la tipologia delle strutture troviamo: nel gruppo di quelle alberghiere 1 motel e 10 alberghi, mentre, tra le strutture extralberghiere, gli agriturismi sono i più diffusi con 25 strutture, i B&B presenti sono 14, gli affitta camere si stimano 12 in 6, e per ultimo i rifugi alpini e le case vacanze con due unità ciascuno. Tra queste due tipologie esiste un’importante differenza, mentre le strutture alberghiere, sono in generale, già da qualche anno presenti sul territorio, le strutture extralberghiere, sono al contrario molto recenti, e la modalità di gestione e di organizzazione mostrano ancora le difficoltà di avviamento di una nuova attività. Le visite sul territorio hanno messo in evidenza una qualità dei servizi ricettivi medio bassa. 12 Il valore è stimato perché sebbene quelli dichiarati a registrati dalla Regione sono solo 6 si stima che ci siano altri non riconosciuti ancora. 61 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Distribuzione dell'offerta extralberghiera per tipologia d'alloggio 4% 4% 29% 51% B&B 12% Aff. Cam. Agrit. Rif. Alpino Casa Vac. Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia Il caso degli agriturismi sottolinea alcuni dei punti deboli dell’intero sistema ricettivo. Sebbene poco tempo fa è stato sancito il regolamento per gli agriturismi, e nonostante gli investimenti realizzati dal Patto la qualità e i servizi di queste strutture è molto limitata, in molti casi la ristorazione è diventata nel tempo l’attività principale, e in altri casi, addirittura, non offrono nemmeno ricettività. Nella classificazione per categoria delle strutture alberghiere troviamo la seguente distribuzione: Classificazione per categoria strutture alberghiere 1 stella 5 45% 2 stella 1 9% 3 stella 3 27% 4 stella 2 18% 5 stella 0 0% totale 11 100% Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia Mentre nel caso delle strutture extralberghiere la distribuzione per categoria è la seguente: Classificazione per categoria strutture extralberghiere Senza stelle 8 16,3 1 stella 7 14,3 2 stelle 7 14,3 3 stelle 16 32,7 4 stelle 11 22,4 5 stelle 0 0,0 Totale 49 100 Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia 62 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Questa classificazione sopraelencata mostra i valori riconosciuti dall’Aapit di Palermo, che però come detto prima, non sono rappresentativi della vera qualità delle strutture. Infatti le strutture extralberghiere di 3 e 4 stelle sono in prevalenza gli agriturismi, mentre le case d’affitto o i B&B sono molto meno diffusi, non hanno praticamente promozione e funzionano quasi nella totalità dei casi su base stagionale. Distribuzione per Comune strutture alberghiere n n° Comune Bolognetta Corleone Monreale Palazzo Adriano S. Cristina Gela totale % 2 1 6 1 1 11 18% 9% 55% 9% 9% 100% stanze 23 20 85 9 7 144 Posti letto 50 40 170 16 18 294 Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia Nella distribuzione per comune si evidenzia la concentrazione di strutture alberghiere e di posti letto a Monreale, mentre nelle strutture extralberghiere, Monreale e Piana degli Albanesi risultano quelle con la maggior quantità di strutture; relativamente ai posti letto si aggiunge ai sudetti Comuni anche Godrano con 130 posti distribuiti in due strutture, una delle quali è un rifugio alpino. Distribuzione per comune strutture extralberghiere Comune Bisacquino Bolognetta Belmonte M. Camporeale Chiusa Sclafani Contessa E. Monreale P. degli Albanesi Corleone Godrano San Giuseppe J. S. Cristina Gela Totale N n° % 1 4 2 2 1 1 18 9 2 2 3 4 49 2% 8% 4% 4% 2% 2% 37% 18% 4% 4% 6% 8% 100% Stanze 5 8 2 4 2 4 76 42 13 20 10 19 205 Posti letto 15 22 4 8 4 12 201 99 50 132 32 41 620 Fonte: Elaborazione Sviluppo Italia 63 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese 7. Domanda turistico-culturale 7.1 I principali trend Nel complesso, secondo il WTO il 20% delle visite turistiche in Europa rispondono a motivazioni culturali, e il 60% dei turisti sono interessati nei loro viaggi alla scoperta culturale. Comunque, cultura e heritage sono una componente di circa il 40% del totale dei viaggi internazionali. Secondo ATLAS negli anni ’80 i turisti internazionali in Europa di tipo culturale erano circa 35 milioni, cresciuti a 50 negli anni ’90. In Italia, circa un terzo degli arrivi turistici (80 milioni) sono relativi alle città d’arte, quindi pari a 26 milioni. Si sottolinea però come nella quantificazione dei turisti nelle città d’arte convivano visitatori spinti da effettive motivazioni culturali con quelli guidati da motivazioni puramente di lavoro, affari, studio o simili. Analogamente, in località non definite come centri d’arte a livello statistico possono soggiornare persone che svolgono visite culturali. Entrando più in dettaglio nell’analisi dei profili e dei comportamenti dei turisti, e traendo spunto da indagini italiane ed internazionali su questo tema, dal punto di vista della domanda si tratta di definire e classificare una tipologia di turisti che desidera unire all’esigenza prettamente turistica del relax e intrattenimento anche l’opportunità di conoscere gli aspetti della cultura e della storia relative alle località di soggiorno. Di fatto, quando si parla di turista culturale non si intende esclusivamente la persona che parte avendo come motivazione principale la possibilità di conoscere aspetti culturali, bensì chiunque parta con l’idea di trascorrere un periodo di relax in un luogo diverso dal luogo di residenza e che coglie questo periodo di vacanza anche come un’opportunità per approfondire aspetti della cultura locale. Questa premessa serve non solo per spiegare la difficoltà di classificare le varie tipologie di turisti culturali ma anche per indicare come sia difficile definire quali sono gli elementi “culturali” di una meta turistica che sono in grado di attrarre il turista. Questo aspetto deve essere il punto di partenza anche quando si parla di offerta, dal momento che gli operatori che creano “prodotti” a forte valenza culturale o che fanno parte del processo, li devono considerare. Di fatto, una volta accertato che le attrazioni culturali hanno un’importanza nella scelta della destinazione bisogna riflettere sui seguenti tre elementi: • se l’importanza delle attrazioni/manifestazioni culturali nella scelta della destinazione è alta oppure bassa; 64 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese • • quale è il grado di interesse dimostrato dal visitatore verso l’attrazione culturale in sé piuttosto che verso le diverse espressioni di cultura espresse dal luogo; quale è il tipo di esperienza cercata dal visitatore. A seconda che l’esperienza culturale cercata sia superficiale (soft users) oppure profonda (hard users) si possono distinguere le seguenti tre tipologie di turisti: Tipologia di turista culturale Occasionale Motivato Appassionato/specialista Descrizione Il 60% dei turisti sono definiti collezionisti di conoscenza. La cultura è una componente complementare della destinazione. Segmento misto. Il 23% dei turisti sono culturalmente ispirati. Hanno un’età compresa trà i 25 e i 45 anni, appartengono ad una classe sociale medio-alta. Sono residenti in aree urbane. Effettuano più vacanze all’anno con diverse finalità ma sempre con una componente culturale. Un 15% di turisti dimostra un genuino entusiasmo verso tutto ciò che ha a che fare con l’arte e la cultura e desidera, durante la sua vacanza, approfondire e migliorare le sue conoscenze. Tab.15 Tipologia di turisti a seconda della esperienza culturale cercata Già vari studi hanno rivelato che anche i visitatori di musei e siti culturali hanno come prima motivazione la curiosità e il desiderio di “diversion” piuttosto che information ed education. Il consumo culturale attuale è comunque approfondito, senza preventive ricerche. rapido, spesso non Di seguito un profilo sintetico del turista culturale: • • • • si deve tener conto del fatto che solo una piccola percentuale di risorse ed eventi culturali sono frequentati da turisti internazionali, ma forte è l’interesse manifestato verso la partecipazione a performance culturali nei luoghi di interesse ; di vitale importanza per i siti di interesse culturale è di fatto il turista domestico, sempre da fonte atlas (2002) risulta che una quota rilevante (più del 33%) dei turisti culturali provengono dalle aree limitrofe e che solo meno di un terzo è costituito da turisti stranieri; dalle interviste di atlas, risulta che meno di un terzo degli intervistati presso le principali attrazioni vengano dall’estero, mentre il 36% sono residenti nell’area o nelle zone limitrofe; la maggioranza dei visitatori sono donne (55%) contro un 45% di uomini; si tratta di un segmento giovane: il gruppo più ampio ha tra i 20 e i 29 anni, quasi il 40% dei visitatori di siti culturali e partecipanti a manifestazioni culturali ha meno di 30 anni; tuttavia bisogna 65 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese • • • • • • • osservare che i visitatori “puri” sono in molte occasioni appartenenti alle fasce sopra i 55 anni; oltre il 50% possiede un titolo di studio elevato; i turisti culturali tendono a svolgere incarichi manageriali e professionali ed hanno stipendi di un terzo superiore alla media europea; viaggia tutto l’anno; fa registrare i maggiori spostamenti durante le festività (pasqua, natale); effettua permanenze brevi in ogni destinazione (2-3 notti); preferisce la sistemazione in hotel, specie di categoria medio-alta oppure sceglie dimore rurali o dimore storiche di prestigio; nel caso dei turisti italiani spesso la sistemazione preferita è la casa di amici e parenti; i mezzi di trasporto preferiti sono aereo e treno (i voli low cost e i treni veloci supportano la crescita del segmento). Se si assume quale definizione di turismo culturale la seguente: “i movimenti di persone verso attrazioni culturali, fuori dal luogo di residenza, con l’intenzione di ottenere nuove informazioni e conoscenze per soddisfare le loro esigenze culturali” , i bisogni da soddisfare sono molteplici. Si individuano sei motivazioni per il turismo culturale (Fonte: Prentice, 1993b): 1. 2. 3. 4. 5. 6. piacere; apprendimento; informazione; intrattenimento; relax; esercitazione. Per questo, le attrazioni considerate culturali sono: • • • • • • • • • • • • visite presso gallerie d’arte, atelier di artisti; passeggiate nei borghi, nelle città; partecipazione ad itinerari tematici; itinerari fluviali, a cavallo, a piedi; ristoranti tipici, enoteche; industrie di produzione prodotti tipici; botteghe di artigiani; festival folkloristiche; performance teatrali; celebrazioni etniche; eventi religiosi, pellegrinaggi; culture e subculture nel loro complesso (tradizionali o primitive). Si tratta quindi di una serie di motivazioni molto più vaste, con “oggetti” e luoghi di visita più diffusi e più ampi. 66 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese 7.2 Analisi della domanda turistica dell’Alto Belice Corleonese L’analisi delle domanda nei Comuni dell’Alto Belice si presta a considerazioni diverse a seconda che si faccia riferimento ai dati ufficiali raccolti dall’ISTAT o che si prenda in considerazione anche il movimento attivato nelle abitazioni per vacanze in proprietà o in affitto (cosiddette seconde case), che costituiscono la vera struttura portante del turismo locale. Il movimento turistico secondo le statistiche ufficiali ISTAT Nell’area dell’Alto Belice Corleonese nel 2005 si sono registrati complessivamente circa 11.200 arrivi e 24.500 presenze con un incremento rispettivamente del 3,3% e del 10,1% rispetto al 2004. Si conferma il trend positivo degli ultimi anni dovuto anche all’apertura di nuove strutture; in particolare sembra opportuno evidenziare che nel 2004 si era realizzato un aumento più significativo rispetto all’anno precedente, pari al 45,7% in termini di arrivi, passando dai circa 7.500 del 2003 ai quasi 11mila nel 2004, e del 36,6% con riferimento alle presenze, passando dalle 16.334 unità del 2003 alle 22.310 del 2004. In questa zona si concentra l’1,2% degli arrivi e lo 0,8% delle presenze della provincia di Palermo. Il flusso dei turisti italiani con 9.102 arrivi nel 2005 rappresenta l’ 80,8% del movimento complessivo, mentre la componente straniera, con 2.167 unità, il 19,2%. Arrivi e presenze nell’area dell’Alto Belice Corleonese. Valori assoluti e variazioni percentuali. Anni 2003-2005 Anni 2003 2004 2005 2004 / 03 2005 / 04 Italiani Arrivi Presenze 6.717 14.393 9.263 18.447 9.102 19.623 37,9 28,2 -1,7 6,4 Stranieri Arrivi Presenze 774 1.941 1.651 3.863 2.167 4.946 113,3 99 31,3 28 Totali Arrivi Presenze 7.491 16.334 10.914 22.310 11.269 24.569 45,7 36,6 3,3 10,1 Fonte: elaborazione su dati Aapit Palermo 67 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Distribuzione per origine. Arrivi e Presenze anno 2005 Presenze 20,13% Arrivi 19,23% 79,87% 80,77% Stranieri Italiani Fonte: elaborazione su dati Aapit Palermo 2003-2005 Variazioni percentuali. Arrivi e presenze anni 2003-2005 A r r iv i Presen ze 36,6 4 5 ,7 1 0 ,1 3 ,3 2004 / 03 2005 / 04 2004 / 03 2005 / 04 Fonte:elaborazioni su dati AAPIT Palermo Nel 2005 hanno pernottato negli esercizi ricettivi dell’area dell’Alto Belice oltre 19.600 italiani e quasi 5.000 stranieri. La quota di presenze straniere sul totale di quelle rilevate è abbastanza ridotta corrispondendo a circa il 20% a fronte del 37% circa rilevato per la Sicilia e del 41% per l’intera Italia. Per quando riguarda la componente nazionale nel 2005 si registra una diminuzione degli arrivi del -1,7% rispetto al 2004, compensata da un incremento delle presenze di oltre 6 punti percentuali. La permanenza media è molto bassa sia per gli stranieri che per gli italiani, risultando di appena due giorni. Tale fatto è dovuto alla presenza sia del turismo d’affari, che probabilmente rappresenta la maggior quota, sia del turismo d’arte. Quest’ultimo con poche e limitate cose che non possono trattenere il turista. 68 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Arrivi e presenze per origine nei Comuni dell’Alto Belice Corleonese. (2005) Anno 2005 Bolognetta Chiusa Sclafani/Contessa Entellina/Palazzo Adriano Corleone Italiani Stranieri Totali Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze p.m 3.315 9.625 223 659 3.538 10.284 2,9 408 822 267 468 675 1.290 1,9 1.002 1.923 419 1.177 1.421 3.100 1.347 2.815 96 170 1.443 2.985 Monreale/San Giuseppe Jato 2.430 3.202 640 1.421 3.070 4.623 Piana degli Albanesi/Santa Cristina Gela 600 1.236 522 1.051 1.122 2.287 Totale Alto Belice Corleonese 9.102 19.623 2.167 4.946 11.269 24.569 Provincia di Palermo 578.767 1.610.230364.2601.292.257 943.0272.902.487 Godrano-Misilmeri 2,2 2,1 1,5 2 2,2 3,1 Fonte: elaborazione su dati Aapit Palerm Prendendo in considerazione i singoli Comuni dell’area dell’Alto Belice Corleonese nel 2005 Bolognetta presenta il maggior numero di arrivi e di presenze con rispettivamente 3.538 e 10.284 unità, segue Monreale con 3.070 arrivi e 4.623 presenze; occorre precisare che questi ultimi dati includono anche il movimento turistico di San Giuseppe Jato dove è presente una sola struttura ricettiva. Il flusso turistico più esiguo si registra nell’area che comprende i Comuni di Chiusa Sclafani, Contessa Entellina e Palazzo Adriano con 675 arrivi e 1.290 presenze. Nel 2005 Bolognetta ha registrato una diminuzione degli arrivi del -7,1% rispetto al 2004 compensata da un incremento di oltre il 35% delle presenze. Complessivamente nei Comuni di Chiusa Sclafani, Contessa Entellina e Palazzo Adriano gli arrivi sono raddoppiati passando dalle 315 unità del 2004 alle 657 unità del 2005 e le presenze sono triplicate, passando dai 428 pernottamenti del 2004 ai quasi 1.300 del 2005. Nel Comune di Corleone nel 2005 si sono registrati mille arrivi e quasi duemila presenze con rispettivamente un calo del -4,2% ed un leggero incremento del +0,8% rispetto al 2004. Nel Comune di Bolognetta si concentra il 31,4 % degli arrivi e circa il 42% delle presenze complessive dell’area dell’Alto Belice, mentre a Monreale rispettivamente il 27,2% e il 18,8%. L’area che comprende i Comuni di Chiusa Sclafani, Contessa Entellina e Palazzo Adriano raccoglie il 6% degli arrivi e il 5,3% delle presenze del movimento totale della zona dell’Alto Belice. L’incidenza del movimento ufficiale rilevato sul totale di quello dell’intera provincia è molto limitato come appare dal grafico seguente. In particolare emerge la debolezza della componente straniera che rappresenta solo lo 0,4% degli arrivi e lo 0,3% delle presenze. 69 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Incidenza degli arrivi e delle presenze di italiani, di stranieri e totali sul movimento turistico provinciale 1,3 1,4 1,2 1 0,9 1 0,7 0,8 0,6 0,4 0,3 0,4 0,2 0 italiani stranieri totali italiani arrivi stranieri totali presenze Fonte: elaborazione su dati Aapit Palermo 2003-2005 Arrivi e presenze per origine nei Comuni dell’Alto Belice Corleonese (2004) Italiani Arrivi Presenze 3.589 6.878 231 327 Totali Arrivi Presenze 3.809 7.603 315 428 p.m 2 1,4 1.051 1.988 432 1.087 1.483 3.075 1.511 3.650 62 115 1.573 3.765 2.026 3.438 585 1.173 2.611 4.611 855 2.166 268 662 1.123 2.828 9.263 18.447 1.651 3.863 10.914 22.310 706.018 1.839.405 445.325 1.440.159 1.151.343 3.279.564 2,1 2,4 1,8 2,5 2 2,8 Anno 2004 Bolognetta Chiusa Sclafani/Contessa Entellina/Palazzo Adriano Corleone Godrano-Misilmeri Monreale/San Giuseppe Jato Piana degli Albanesi/Santa Cristina Gela Totale Alto Belice Corleonese Provincia di Palermo Stranieri Arrivi Presenze 220 725 84 101 Fonte: elaborazione su dati Aapit Palermo Arrivi e presenze per origine nei Comuni dell’Alto Belice Corleonese. Variazioni percentuali 2005/2004 Variazioni percentuali Italiani Stranieri Totali 2005/2004 Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Bolognetta -7,6 39,9 1,4 -9,1 -7,1 35,3 Chiusa Sclafani/Contessa 76,6 151,4 217,9 363,4 114,3 201,4 Entellina/Palazzo Adriano Corleone Godrano-Misilmeri Monreale/San Giuseppe Jato Piana degli Albanesi/Santa Cristina Gela Totale Alto Belice Corleonese Provincia di Palermo -4,7 -10,9 19,9 -29,8 -1,7 -18 -3,3 -22,9 -6,9 -42,9 6,4 -12,5 -3 54,8 9,4 94,8 31,3 -18,2 8,3 47,8 21,1 58,8 28 -10,3 -4,2 -8,3 17,6 -0,1 3,3 -18,1 0,8 -20,7 0,3 -19,1 10,1 -11,5 Fonte: elaborazione su dati Aapit Palermo 70 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Arrivi e presenze per origine nei Comuni dell’Alto Belice Corleonese. Anno 2005 Italiani Stranieri Arrivi Presenze Arrivi Presenze 36,4 49 10,3 13,3 4,5 4,2 12,3 9,5 Bolognetta Chiusa Sclafani/Contessa Entellina/Palazzo Adriano Corleone Godrano-Misilmeri Monreale/San Giuseppe Jato Piana degli Albanesi/Santa Cristina Gela Totale Alto Belice Corleonese 11 14,8 26,7 6,6 100 9,8 14,3 16,3 6,3 100 19,3 4,4 29,5 24,1 100 23,8 3,4 28,7 21,2 100 Totali Arrivi Presenze 31,4 41,9 6 5,3 12,6 12,8 27,2 10 100 12,6 12,1 18,8 9,3 100 Fonte: elaborazione su dati Aapit Palermo Distribuzione arrivi a presenze per comuni Totale Alto Belice Corleonese Piana degli Albanesi/Santa Cristina Gela Monreale/San Giuseppe Jato Godrano-Misilmeri Corleone Chiusa Sclafani/Contessa Entellina/Palazzo Adriano Bolognetta 0 Arrivi 20 40 60 80 100 120 Presenze Fonte: elaborazione su dati Aapit Palermo 71 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Il movimento turistico considerando appartamenti per vacanza le abitazioni e gli Se diversi Comuni non “possiedono” strutture ricettive ufficiali, tutti, invece, dispongono di abitazioni utilizzate per vacanza, ed in una misura considerevole. Nell’area si valuta che al censimento 2001 vi siano state circa 49.000 disponibilità di letti nelle circa 9.900 abitazioni disponibili con la conseguente stima di più di 2,5 milioni di presenze, che rappresenta un dato pari a circa 100 volte quello che risulta per la ricettività ufficiale. E’ da precisare, tuttavia, che in gran parte si tratta di abitazioni godute dai proprietari con forme di turismo di ritorno o come seconda casa. Tale quota di domanda, che probabilmente caratterizza più del 90% del totale, anche se non è commercializzata attraverso i normali canali di vendita del prodotto turistico, ha comunque una grande rilevanza perché determina apporto di reddito dall’esterno. Inoltre, la quota fruita in senso propriamente turistico e come tale commercializzata resta comunque elevata, pari a circa una decina di volte quella rilevata ufficialmente. Inoltre, con riferimento alle abitazioni utilizzate per vacanza, la quota di presenze dell’Alto Belice sul totale provinciale pare assai elevata perché corrisponde a circa il 18,5% per l’anno 2001 (anno del censimento ed ultimo anno per il quale sono disponibili i dati relativi alle seconde case). Si ricorda che la Sicilia è la regione che presenta il maggior moltiplicatore turistico (8,7, contro una media nazionale di 3,1) nel passare dalle statistiche ufficiali Istat a quelle stimate considerando anche il fenomeno delle abitazioni per vacanza. Per la Provincia di Palermo tale moltiplicatore è 8,1. Può darsi che in località ristrette e poco evolute turisticamente tale variabile assuma valori particolarmente elevati. Probabilmente i dati relativi al fenomeno delle seconde case, desunti e stimati dalla banca dati dell’ANCI, sono sovrastimati, ma danno comunque un’idea di come il fenomeno delle abitazioni per vacanza sia assolutamente determinante nel sistema del turismo locale. Probabilmente costituisce anche una grande forza propulsiva per la rarefatta economia locale, ma andrebbe valutato e circostanziato in modo migliore. È certo, comunque, che in prospettiva debbono essere attivate politiche per il “riconoscimento” statistico ed economico di tale comparto e proposte ipotesi per la sua commercializzazione in modo che, almeno in 72 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese parte, quello che oggi appare come sommerso possa acquisire una dignità di mercato. Si riportano di seguito le stime relative alle abitazioni utilizzate per vacanza relative all’anno 2001 e 1996. Letti e presenze nelle abitazioni per vacanza e presenze turistiche per Comune Letti case vacanza 2001 Altofonte Belmonte Mezzagno Bisacquino Bolognetta Campofiorito Camporeale Cefalà Diana Chiusa Sclafani Contessa Entellina Corleone Giuliana Godrano Marineo Mezzojuso Monreale Palazzo Adriano Piana degli Albanesi Prizzi Roccamena S. Cipirello S. Cristina Gela S. Giuseppe Jato Villafrati ALTO BELICE PROVINCIA Inc. Alto Belice 1.673 2.617 2.379 1.787 246 335 166 389 446 1.400 217 165 1.832 699 28.233 406 770 639 64 905 784 1.177 1.385 48.714 204.091 23,90% Pres. Case vacanza 2001 101.875 57.276 55.632 90.048 6.184 20.076 18.653 18.890 17.654 53.432 10.808 6.416 96.347 27.125 1.916.040 13.954 59.081 29.386 1.633 41.196 54.138 48.179 50.068 2.794.091 15.102.700 18,50% Letti case vacanza 1996 2.257 2.058 1.469 1.686 157 348 241 526 414 1.308 257 135 1.708 618 22.879 382 1.010 784 58 769 906 1.013 1.363 42.346 196.342 21,60% Pres. Case vacanza 1996 136.610 85.464 65.626 102.052 7.295 23.682 13.891 22.238 20.825 61.267 12.750 8.513 113.655 31.998 1.493.210 15.617 43.241 34.665 2.205 48.596 54.856 56.112 59.063 2.513.431 14.029.161 17,90% Fonte: elaborazione Sviluppo Italia 73 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese 8. Analisi SWOT L’analisi del patrimonio culturale, della domanda culturale e turisticoculturale consente di porre in evidenza quali sono gli elementi distintivi del sistema da potenziare e valorizzare. Altresì, l’evidenziazione dei punti di debolezza del sistema culturale serve a chiarire quali sono le criticità da affrontare per far sì che tale sistema sia in grado di produrre e distribuire cultura. Oggi, il turismo ricerca “l’esperienza”, esperienza di turismo che non è più solamente vacanziero e di relax ma è anche di scoperta e arricchimento personale (e anche di status). Si afferma il turismo delle tre L: landscape, leisure and learning, o delle tre E: excitement, education, entertainment. La vacanza è un’occasione non di stacco totale ma si sta trasformando in un modo di occupare il tempo libero, coerentemente alle proprie abitudini e attitudini, un’occasione per fare tutto quello che non si riesce a fare nella quotidianità. Si vanno affermando in questo senso i viaggi legati alla scoperta di culture e pratiche artigianali, gastronomiche, linguistiche, artistiche, ecc. Più alta è “ l’attenzione al modo in cui il tempo libero viene occupato, all’impatto dell’attività turistica sui territori visitati, al tipo di esperienza che viene fatta all’interno di una destinazione”. Si cita da Martini (p. 184) “E’ come se si fosse creata una terza via al turismo leisure, che si pone in posizione intermedia fra il turismo del divertimento di massa e il turismo impegnato di nicchia, ossia la visita consapevole e documentata dei luoghi, delle bellezze architettoniche, la scoperta degli itinerari minori e l’immersione culturale”. Vanno interpretati in questo senso i risultati raccolti da questa prima analisi puntuale, ferma restando la necessità di tener conto della domanda locale che è indispensabile ad alimentare e far sopravvivere qualsiasi sistema culturale, ed, in particolare, un sistema di dimensioni ridotte. Con riferimento all’analisi della domanda locale si può rilevare che la quota di turismo attivato secondo le statistiche ufficiali è veramente molto ridotta, anche se rapportata al turismo provinciale. Diventa quasi insignificante se rapportata a livello provinciale ed ancor più nazionale. L’appeal dell’area per il turista straniero è assai minore rispetto alla media di quanto accade per l’isola, è anche molto più ridotta rispetto alla componente nazionale. Si evidenzia inoltre che, la permanenza media è molto bassa, più bassa anche di quella che si riscontra per le città d’arte; il flusso turistico appare molto volatile, ovvero ancora non consolidato nel tempo. E’ poi presente una forte componente escursionista in particolare, ma non solo, dal bacino palermitano, anche con riferimento al Comune di Bolognetta si osserva, infatti, che i flussi turistici provenienti da Palermo e rivolti ad Agrigento spesso sostano in questo paese. La valutazione di 74 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese questa componente nei suoi aspetti qualitativi e dimensionali, insieme alla stima del movimento attivato nelle abitazioni per vacanza, rappresenta una delle precondizioni per la riuscita del progetto di valorizzazione culturale. L’analisi puntuale del sistema culturale ha rilevato una ricca presenza in termini quantitativi di beni culturali, espressione della storia di questo territorio, ma allo stesso tempo, come spesso accade in Italia, tale patrimonio non si caratterizza per l’esistenza di elementi distintivi fatta eccezione per il Duomo di Monreale, che senza dubbio rappresenta un bene con alta tipicità. Il 71% del patrimonio culturale sta in buono stato di conservazione, ma tale dato va però bilanciato con il problema della sua fruibilità in chiave turistica e della sua capacità di attrarre visitatori. Il patrimonio collocato all’interno dei centri urbani oggi è in gran parte di scarso interesse turistico date le condizioni dei centri storici, spesso caotici, con poche aree pedonali, pochi parcheggi, e pochi servizi. Il turista ricerca nella vacanza un’occasione di relax, specialmente quando sceglie delle destinazioni non metropolitane, e non ama infilarsi in situazioni di traffico o di caos. Appaiono più interessanti per una valorizzazione in chiave turistica i beni dislocati in aree collinari di interesse paesaggistico. La possibilità di integrare la scoperta culturale con attività all’aria aperta sembra una strada più coerente da seguire per una valorizzazione dell’offerta turistica. L’analisi delle caratteristiche del patrimonio mette in risalto la dominanza di luoghi di culto, alcuni di elevato pregio artistico, altri caratterizzati dalla presenza del rito greco-bizantino dovuto alla presenza in 5 Comuni delle comunità albanesi. Nella maggior parte dei casi le chiese hanno una ridotta capacità di attrazione turistica. Un turista difficilmente è interessato a svolgere un itinerario alla scoperta dei luoghi di culto se non vi sono degli elementi tali di unicità culturale da giustificare la visita. Se si guarda poi alle dimore storiche fatte salve due o tre eccezioni, gran parte del patrimonio non ha oggi valenza turistica, ma è in prevalenza adibito ad altri usi pubblici o privati. Esclusi alcuni Comuni come Giuliana, Chiusa Sclafani, Palazzo Adriano, Piana degli Albanesi, Monreale, Cefalà Diana, Godrano e Corleone, gli altri non hanno dei centri storici attrattivi da un punto di vista turistico. Oggi quasi tutti i Comuni presentano una qualità dei servizi urbani e della struttura urbana poco adeguata ad una fruizione turistica, quindi richiedono interventi che vadano in questa direzione per assicurare al turista le condizioni minime di qualità del posto. 75 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese La varietà dei soggetti proprietari e gestori del patrimonio culturale rappresenta una difficoltà organizzativa e gestionale. Una parte del patrimonio è di proprietà della Curia, parte della Regione, alcuni beni dei Comuni e, infine, una parte è dei privati. Un’altra debolezza che oggi si riscontra nell’area è legata all’assenza di una cultura della gestione del bene culturale, quindi, di soggetti vivaci che abbiano già intrapreso la strada della produzione e distribuzione culturale. Da un punto di vista della fruibilità del patrimonio l’analisi evidenzia un’offerta assai ridotta di servizi al turista quali visite guidate, itinerari tematici accompagnati, escursioni, corsi tematici, ecc. Il turista che soggiorna nell’area in maniera del tutto autonoma deve organizzare le sue visite e andare, con un buon spirito di esploratore, alla ricerca dell’offerta culturale a lui gradita. Le complessità crescono per il turista straniero che non può trovare una visita tematica in lingua e neanche assistenza e informazioni nei punti informativi turistici. La segnaletica è spesso carente o posizionata in modo inadeguato; è difficile trovare del materiale informativo come una mappa stradale o l’elenco dei siti da visitare. Le manifestazioni e gli eventi sono progettati e organizzati quasi esclusivamente per il pubblico locale, alcuni di questi eventi hanno assunto nel tempo un potenziale di attrazione turistica per la loro tipicità, ma sono ancora poco sfruttati in questa chiave. Ridotta o quasi inesistente è l’integrazione fra organizzatori delle manifestazioni e operatori turistici. Non esiste un’offerta di manifestazioni a livello di comprensorio, ma solo molteplici iniziative a livello comunale che spesso si sovrappongono. Di certo la presenza di alcune feste tipiche offre opportunità di richiamo turistico se si procede ad una riorganizzazione delle stesse e alla creazione di un filo conduttore che possa dare identità all’area. I prodotti tipici sono pochi e poco valorizzati, la ristorazione spesso non offre prodotti locali e non da valore all’offerta tipica del territorio. Ad eccezione del vino, il turista con grandi difficoltà può degustare e acquistare le produzioni locali, sono pochi i negozi dell’area che offrono i prodotti tipici. Oggi non esistono percorsi enogastronomici ma poche esperienze di qualità. Spesso si trovano promossi percorsi e servizi nella realtà inesistenti. Il verde e la sua qualità è, senza dubbio, un punto di forza, ma ancora deboli sono i servizi per la loro fruizione, dalla segnaletica, a servizi di 76 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese edutainment a percorsi disponibili per lo svolgimento di attività all’aria aperta. La promozione avviene in maniera estemporanea e non in una logica di sistema, pertanto vi sono alcuni siti che sono promossi attraverso brochure, guida o internet, ed altri che non hanno adottato nessuna forma di promozione on site e a distanza. La comunicazione è debole non solo presso il turista “a casa” ma altresì sul territorio. Nel primo caso l’impatto che ne consegue riguarda la possibilità di valutare e scegliere la destinazione, non si può comprare ciò che non si conosce; nel secondo caso si determina un disagio per il turista nell’area e si perdono occasioni di consumo per mancanza di conoscenza delle opportunità offerte. Il turista da casa se inserisce in un motore di ricerca parole chiave come Alto Belice Corleonese, Ficuzza, Monreale, ecc. si trova di fronte ad una miriade di siti che male e poco promuovono l’offerta turistica. Deve perdere molto tempo per scoprire quali siti visitare e non riesce a risalire ad eventuali possibili escursioni o altri servizi e attività turistico-culturali. Il turista in loco può trovare, se fortunato, materiale informativo dell’area presso l’ufficio dell’AAPIT dell’aeroporto o della stazione di Palermo o di Palermo città ma non trova una mappa; nell’area ci sono pochi uffici informativi e non sempre aperti, e comunque non capaci di dare informazioni sull’intero Comprensorio. La cultura ed il turismo culturale offrono oggi buone opportunità di sviluppo socioeconomico perché sono cambiate le abitudini dei consumatori che sempre di più vanno alla ricerca di occasioni di crescita personale e dedicano sempre più tempo alla soddisfazione dei bisogni culturali. Sono aumentate le opportunità di fare turismo, ed è anche cresciuta l’educazione al viaggio, così ogni momento è buono per partire alla scoperta di cose nuove. In particolare è interessante sottolineare la crescita turistica della Sicilia e la diffusione all’estero della sua immagine. Si è andata affermando in questi anni grazie alla promozione turistica in tutte le sue forme (film, fiction, spot, internet, ecc.) un’immagine della Sicilia ricca di valori culturali, di luoghi e tradizioni da scoprire. Allo stesso tempo va però segnalato un affinamento delle esigenze del turista culturale che si è abituato e richiede un prodotto personalizzato. Ciò implica per l’offerta professionalità, flessibilità e capacità di anticipare le evoluzioni del mercato. Per mettere a punto un prodotto turistico culturale è necessario sviluppare: • nuovi modelli di fruizione dell’offerta culturale; • nuovi servizi culturali al turista; 77 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese • • • • servizi ricettivi con un buon rapporto qualità prezzo; integrazione fra arte, natura, folklore e enogastronomia; servizi ristorativi con un buon rapporto qualità prezzo; facilità di prenotazione e acquisto dei servizi turistici. Di seguito in sintesi vengono descritti i principali punti di forza e debolezza dell’offerta culturale dell’area dell’Alto Belice Corleonese, e le opportunità e minacce legate allo sviluppo di un sistema turisticoculturale. Punti di forza Punti di debolezza A livello di sistema culturale A livello di sistema culturale [ Il patrimonio culturale è abbastanza [ Presenza di pochi beni con un’alta [ [ [ variegato e distribuito nel territorio L’area di riferimento è incontaminata e trattiene elementi importanti della tradizione culturale locale Il 71% del patrimonio culturale sta in un buon stato di conservazione Circa il 70% del patrimonio culturale è localizzato all’interno dei centri storici [ [ [ [ [ [ [ capacità di attrazione, solo l’8% dell’offerta culturale Il 55% dei beni sono oggi non fruibili al pubblico La distribuzione dell’offerta culturale è inefficace e inefficiente Il 63% dei beni culturali presenta problemi di barriere architettoniche I servizi aggiuntivi alla fruizione dell’offerta culturale sono inesistenti La maggior parte del patrimonio culturale non è comunicato, fatta eccezione per i beni più importanti tutto il resto del patrimonio non è diffuso fuori e dentro l’area L’utilizzo della rete internet a scopi di promozione, prenotazione e vendita dell’offerta culturale è inconsistente L’offerta culturale non presenta elementi di segmentazione sulle diverse tipologie di pubblico, come ad esempio un pubblico giovane e giovanissimo 78 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese A livello di categoria dell’offerta A livello di categoria dell’offerta culturale culturale [ Le dimore storiche private sono ben [ Il 92% dei siti archeologici non è [ [ [ [ [ [ [ [ presenti sul territorio, e potrebbero essere adibite a fini culturali, ricettivi e ristorativi La presenza di centri storici, spesso non di pregio, ma che comunque accolgono l’85% del patrimonio culturale (escluso quello archeologico) Il patrimonio archeologico è ben distribuito sul territorio ed è afferente a diverse epoche storiche (dal preistorico al periodo classico ed oltre) Il territorio è caratterizzato dalla presenza di riserve naturali all’interno delle quali si collocano gran parte delle aree archeologiche L’area detiene un insieme di elementi architettonici con caratteristiche simili che possono essere utilizzati per valorizzare l’identità dell’area La presenza diffusa di piccoli musei espressione della cultura del territorio Le sagre sono l’evento tipico più diffuso e, potenzialmente, esprimono un occasione di valorizzazione della produzione territoriale su tutto l’anno Il territorio detiene alcune esperienze di qualità enogastronomica Il sistema bibliotecario e archivistico è capillarmente presente in tutti i comuni ed è tutto accessibile e altamente fruibile [ [ [ [ [ [ [ [ fruibile La frubilità del sistema museale è molto al di sotto degli standard nazionali e internazionali Più del 50% dei luoghi adibiti allo spettacolo dal vivo è chiuso, la restante parte è poco fruibile È pressoché inesistente un’offerta di corsi di spettacolo, artigianato, danza, ecc. Gli eventi culturali sono nel 95% a richiamo locale e hanno una durata media di un giorno Gli eventi culturali non seguono una programmazione turistico-culturale e non coordinati fra i diversi comuni Gli eventi culturali non sono espressione della cultura del territorio Le produzioni artigianali sono poco valorizzate in chiave turistica. La distribuzione dei prodotti enogastronomici è poco organizzata in chiave turistica. Punti di forza A livello di sistema turistico e relazionale [ Sono in corso progetti di valorizzazione Punti di debolezza A livello di sistema turistico e relazionale [ Una cultura della valorizzazione del dell’offerta turistico-culturale: itinerari enogastronomici, la realizzazione di musei, le piste ciclabili, il museo diffuso Buona capacità di concertazione tra i diversi enti Buone capacità di fund raising patrimonio culturale, sia nel settore privato che in quello pubblico di recente diffusione La qualità della ricettività dell’area non è coerente con lo sviluppo di un turismo culturale [ [ [ 79 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Opportunità Minacce [ La domanda culturale continua a [ Incremento della competitività altre [ [ [ [ [ [ [ crescere in risposta a nuovi stili di vita La domanda turistica-culturale negli ultimi anni è quella che meglio ha tenuto rispetto alla crisi internazionale La domanda turistico-culturale si suddivide oggi in una molteplicità di segmenti Moltiplicazione delle opportunità di vacanza Sono cambiati i comportamenti di consumo turistico: si privilegiano più vacanze brevi distribuite nell’anno Sicilia oggi è la regione Italiana che raccoglie i maggiori consensi dei turisti, espressi nel desiderio di svolgere almeno un viaggio in Sicilia I flussi turistici in Sicilia negli ultimi anni hanno registrato variazioni positive Sono cresciuti i voli low cost presso i principali aeroporti siciliani [ [ destinazioni regionali, nazionali e internazionali nel settore turistico e culturale Sviluppo di nuovi prodotti turisticoculturali sempre più competitivi Crescente personalizzazione della vacanza, che si traduce nell’attesa da parte del turista di una vacanza sempre più coerente rispetto alle sue esigenze 9. Linee guida L’analisi dell’offerta di beni e attività culturale dell’area dell’Alto Belice Corleonese, della domanda turistica, della ricettività e dei servizi al turista hanno messo in evidenza l’inesistenza ad oggi di un sistema di offerta integrata finalizzata a potenziare il turismo nel territorio. L’area, infatti, non presenta tutti quegli elementi di sistema in senso turistico, ma al contrario è un territorio a forte vocazione agricola in cui sono presenti potenzialità naturali e culturali sfruttabili in chiave turistica. Come evidenziato nell’analisi SWOT, per poter attivare un sistema di offerta culturale, capace di attrarre turisti è necessario superare le criticità del territorio che influenzano negativamente la creazione di un’industria turistica. Le criticità principali, già indicate nell’analisi SWOT, su cui è opportuno intervenire al fine di favorire una valorizzazione culturale dell’area in chiave turistica sono: • assenza di beni culturali e attività, oggi, in grado di attrarre flussi turistici; • assenza di servizi di svago per il tempo libero da offrire ai turisti; 80 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese • qualità media dei servizi ricettivi e di ristorazione; • assenza di integrazione fra le diverse componenti dell’offerta; • strutture urbane di molti centri poco adeguate ad una fruizione turistica; • segnaletica inadeguata alle esigenze di un turista culturale. Va, inoltre, precisato che in assenza di un documento ufficiale che definisca il concept e la strategia turistica dell’area si è lavorato su alcune ipotesi di “futuro turistico” che sono apparse al gruppo di lavoro coerenti con le caratteristiche distintive della destinazione. In particolare, si è ipotizzato un sistema turistico che fa leva sulle risorse naturali quale principale fattore di attrattività e usa il sistema dei beni e delle attività culturali e l’enogastronomia quali elementi di complemento al sistema di offerta. Il target principale di riferimento è rappresentato dal turismo più di prossimità che sceglie per più volte nell’anno la destinazione per interrompere il ritmo della città, ma si guarda anche nel futuro alla possibilità di attivare flussi nazionali e internazionali interessati a fare un’esperienza in un ambiente per molti aspetti ancora incontaminato. L’industria turistica deve organizzarsi per offrire al turista la possibilità di svolgere attività legate alla natura e alla cultura, deve offrirgli tante buone ragioni, occasioni per trascorrere almeno un week end sul territorio. Quindi, anche il sistema culturale nel suo complesso deve pensare a come sviluppare servizi e attività per i turisti, trovare soluzioni per far si che il visitatore svolga un’esperienza sul territorio. Il lavoro da svolgere deve concretizzarsi in un piano di interventi che riguardano: • • • il prodotto turistico; i tessuti urbani dei diversi centri; l’offerta di servizi culturali, ambientali ed enogastromici. Mentre per i primi due aspetti, si mette in evidenza come gli stessi siano condizione necessaria per far sì che si possano attivare flussi tali da garantire anche una domanda culturale essendo cultura e turismo due facce della stessa medaglia, per l’ultimo punto si offrono risposte puntuali con il piano di valorizzazione culturale ai fini turistici. Con riferimento al prodotto turistico le criticità a cui dare risposta oggi riguardano: • • servizi informativi al turista sul territorio poco efficaci; infatti, pur essendo presenti in molti comuni del territorio uffici delle proloco, questi offrono informazioni in prevalenza sul Comune e non danno servizi di prenotazione o informazioni puntuali su possibili attività da svolgere; l’assenza di un’identità territoriale condivisa dagli operatori, che si traduce nella mancanza di una linea strategica comune e 81 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese • • • nell’impossibilità di promuovere attualmente la destinazione in maniera unitaria; la qualità bassa dei servizi di ricettività; le strutture ricettive, seppur per la maggior parte nuove e strutturalmente accoglienti, hanno uno standard di servizio inferiore alle stelle dichiarate e alle aspettative del turista nazionale e internazionale; la qualità medio bassa della ristorazione; bar e ristoranti si rivolgono ai residenti e, quasi sempre, non offrono un servizio di ristorazione che poggia e valorizza i giacimenti enogastronomici locali, e anche nei casi in cui di più ci si rivolge al turista il servizio è improvvisato e l’offerta non cambia da ristorante in ristorante, ma il turista rischia di vedersi offerti sempre gli stessi piatti; una promozione turistica troppo debole che si traduce nell’assenza di materiale informativo su supporto cartaceo e informatico esaustivo e in diverse lingue, di un portale unico di promozione, ecc. Va, inoltre, evidenziato che i Comuni che appartengono al territorio hanno per la maggior parte un struttura urbana e una qualità del tessuto urbano poco adeguati ad una fruizione turistica. L’assenza di flussi turistici consistenti e, solo, la recente nascita di strutture ricettive che hanno attivato una domanda turistica, giustifica la presenza di centri urbani che non hanno caratteristiche tali per accogliere turisti. Si tratta tanto dell’assenza di parcheggi, di una segnaletica efficace, di bagni pubblici, di isole pedonali, di zone di shopping, ecc., quanto della presenza di elementi di caos e di traffico che mal si sposano con un turista che cerca il borgo per interrompere il ritmo della città e ritrovare calma e relax. Quindi il piano di valorizzazione culturale va ad inserirsi in un contesto turisticamente tutto da costruire, e nell’indicare le principali azioni da intraprendere per avviare un processo di crescita dell’offerta culturale in chiave turistica deve tener conto dei punti di forza e debolezza emersi nell’analisi SWOT. Il sistema culturale è sostanzialmente privo di forti elementi di tipicità, fatta eccezione per il Duomo di Monreale, quindi non risulta immediatamente capace di attrarre turisti se non sottoposto ad interventi che ne possano accrescere la sua valenza culturale. Appare, quindi, da un lato importante lavorare sull’integrazione delle diverse strutture in una logica di rete, dall’altra trovare nuove formule di valorizzazione capaci di accrescere la valenza culturale di questi beni. I beni culturali dislocati all’interno dei Comuni del Comprensorio sono spesso poco accessibili in chiave turistica perché inseriti in un contesto urbano disordinato. Sembra pertanto opportuno lavorare in prima battuta su quella parte del patrimonio dislocato in paesaggi incontaminati e in centri turisticamente più sfruttabili. Infatti, in questo modo si può più facilmente integrare offerta “verde” e offerta culturale costruendo su questo una specificità del territorio, e nello stesso tempo usare quei contenitori culturali oggi accessibili per creare 82 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese all’interno attività culturali per il turista. La strategia non può che essere graduale e deve procedere di pari passo con gli interventi sul prodotto turistico e sulla qualità urbana. L’offerta enogastronomica presenta elementi da valorizzare che riguardano la presenza di un giacimento enologico di ottima qualità, di produzioni agricole biologiche, di alcuni prodotti tipici di natura casearia, di macelleria, di pastificio e dolciari. Tali produzioni, ad eccezione del vino, esprimono inadeguatamente le tipicità del territorio e sono poco commercializzati; infatti, sono difficilmente acquistabili sul territorio da un turista, non hanno un packaging curato, sono poco promossi all’interno dei ristoranti e difficilmente individuabili. Il turista enogastronomico al contrario sceglie la destinazione anche per poter assaporare nuovi piatti e riscoprire tradizioni e culture gastronomiche. Gli piace poter gustare le produzioni locali e poterle acquistare per condividere, una volta a casa, con gli amici l’esperienza fatta. È in tal senso importante promuovere un progetto graduale sull’enogastronomia che ne valorizzi l’intera filiera a partire dalla produzione per finire alla distribuzione e promozione attraverso negozi, bar e ristoranti. Bisogna tanto favorire interventi sulla qualità del prodotto, sul marchio e sul confezionamento, quanto agire sulla sua promozione e distribuzione, perché sia presente e sia utilizzato da ristoranti, bar e negozi gourmet. 10. Benchmarking 10.1 Obiettivi e metodologia del benchmarking In generale, il benchmarking individuare le best practices e o in altri settori di business modo da poter confrontare le individuati. è un processo di analisi finalizzato ad le performance di eccellenza nello stesso dell’organizzazione che lo promuove, in proprie prestazioni rispetto agli standard Ne consegue che l’efficacia dei risultati dell’attività di benchmarking è legata all’individuazione di casi di eccellenza, di esperienze all’avanguardia o comunque innovatrici in uno specifico campo o settore. Nel caso in questione l’analisi di benchmarking è servita ad individuare casi internazionali e nazionali di riferimento che possono offrire spunti di riflessione per la definizione della strategia di valorizzazione culturale. Gli elementi base che hanno guidato la scelta dei casi studio sono: • • • caratteristiche del territorio; ovvero sono stati scelti come modelli di riferimento territori con caratteristiche simili a quello oggetto del piano, con un offerta turistico – culturale basata su una molteplicità di risorse (beni culturali, enogastronomia, artigianato, ecc.) varietà dell’offerta turistica; sono stati scelti esempi di riferimento con un’articolata gamma di prodotti turistici. Ciò per verificare i percorsi seguiti nei diversi casi e gli elementi di successo registrati; livello di maturità del prodotto turistico offerto; la diversa maturità della destinazione turistica dei territori scelti serve a tracciare un 83 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese percorso di sviluppo tenendo conto dell’esperienze già svolte da contesti simili. I casi studio esaminati sono di seguito in breve descritti. 1. Regione Borgogna (Bourgogne) – Francia; è un sistema di offerta turistica composto da più territori simili fra loro, ma dove ciascuna area ha cercato di individuare un elemento di forza su cui costruire la sua specificità. Il sistema è maturo da un punto di vista dell’offerta turistica, è interessante indagare sull’uso dell’offerta culturale come mezzo per incidere sulla motivazione del turista e promuovere nuovi prodotti turistico-culturali. La domanda turistica di quest’area è in prevalenza legata ad un turismo di breve e medio raggio e del week end. Le informazioni raccolte su questo caso offrono delle indicazioni sul percorso di valorizzazione turistica svolto da un territorio a forte vocazione “rurale” che ha posto al centro del suo sviluppo le risorse del territorio. Inoltre offre spunti di riflessione sulle nuove tendenze del turismo enogastronomico. 2. Monferrato (area di Langhe, Monferrato e Roero) – Italia; quest’area sta vivendo da qualche anno un processo di valorizzazione turistica alla ricerca di uno spazio all’interno del sistema piemontese. Questo territorio fa leva su delle risorse territoriali molto simili a quello dell’Alto Belice, potendo contare su un settore enogastronomico molto sviluppato e di elevata qualità. L’offerta turistica in costruzione ruota intorno all’enologia, che è un settore tradizionale dell’area, e le organizzazioni del luogo stanno lavorando sull’integrazione delle altre risorse culturali. Anche in questo caso la domanda turistica prevalente è di breve e medio raggio e l’area sta in prossimità di un polo di attrazione importante come Torino. Il caso delle Langhe serve a mettere in evidenza un esperienza nazionale che presenta molti punti di contatto con il caso dell’Alto Belice. 3. Isola di Skansen – Svezia; il museo all’aperto di Skansen ricostruisce esempi e tradizioni della vita svedese e rappresenta oggi una delle attrazioni più visitate di Stoccolma. Il museo si rivolge in un’ottica di edutainment al pubblico più giovane, con la possibilità di riscoprire arti e mestieri ormai scomparsi e nello stesso tempo di fare un viaggio all’interno del mondo dell’agricoltura per imparare cose che la vita di città ha reso lontane. Nello stesso tempo è un’offerta che va bene anche per un pubblico più adulto che può trovare forme di architettura e modi di abitare e di vivere ormai scomparsi. Questo caso è molto interessante perché mette in evidenza come è possibile produrre dei servizi culturali proprio a partire dalle tradizioni locali. 84 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese 10.2 Struttura dei casi Le variabili di benchmarking sono state scelte per garantire l’acquisizione di tutte quelle informazioni utili a trarre considerazioni sulla strategia da adottare. Le informazioni raccolte riguardano: • • • • • • • • • • • • la localizzazione; le caratteristiche dimensionali, come il numero di abitanti e la superficie; il paesaggio; l’accessibilità, ovvero la vicinanza agli aeroporti, stazioni di treno, porti e altre vie di comunicazione; l’elemento distintivo, ovvero quello che rende unica l’offerta turisticaculturale; la descrizione dell’offerta turistico culturale; il principale/i target di riferimento turistico/i; il tipo d’attività produttiva (vinicola, agricola, marittima, ecc); la presenza di marchi di qualità (doc, docg, world award, ecc); il tipo d’organizzazione dell’offerta: centralizzata, frammentata, coordinata da tour operator, consorzi turistici, ecc;. gli elementi che mettono in evidenza il funzionamento dell’offerta come rete (card, pacchetti, offerte integrate, servizi e cultura, abbonamento a eventi, ecc); gli elementi distintivi della comunicazione: qualità del siti, della informazione presente, del materiale scaricabile, utilizzo di particolari tecnologie/modelli innovativi, ecc. 10.3 Il caso Borgogna Il caso della Borgogna rappresenta un benchmark di eccellenza perchè è un sistema turistico a cui tendere, ha molti elementi di somiglianza con l’area oggetto dello studio, ma si differenzia per il livello di maturità del prodotto turistico offerto. Infatti la Borgogna è una destinazione turistica sicuramente matura con una produzione enogastronomica conosciuta in tutto il mondo, ma le caratteristiche del territorio e, quindi, il sistema delle sue risorse presentano diversi punti di contatto con l’area del Corleonese. 10.3.1 Il territorio La regione di Bourgogne si trova al centro-nord della Francia, ed è composta da quattro dipartimenti (Yonne, Côte-d’Or, Nièvre, Saône-etLoire), il capoluogo è Dijon nel dipartimento della Côte-d’Or. Ha una superficie di 31.882 km2 e una popolazione di poco più di 1,6 milioni 85 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese d’abitanti, con una densità di 51 ab/km2. Il territorio della regione confina con altre sei regioni, Île-de-France a nord-ovest, ChampagneArdenne a nord, Franca Contea a est, Rodano-Alpi a sud, Alvernia a sudovest e Centro a ovest, e non ha sbocco sul mare. A questa regione si accede facilmente in aereo, in treno o in macchina. Gli aeroporti più vicini sono, l’aeroporto Dijon-Bourgogne, a 6 km al sudest de Dijon, gli aeroporti Roissy-Charles de Gaulle e Orly a Parigi, il Saint-Exupéry a Lyons e quelli di Geneva e Bale-Mulhouse che si trovano ben collegati all’autostrada e al treno ad alta velocità (TGV). La rete di trasporto su ferro francese si sviluppa in tutto il paese e raggiunge molti paesi dell’UE. Alla Borgogna si può arrivare da Parigi in 1:40 ore, da Marseille/Montpellier in 3 ore, solo per citare due esempi. Questa area è servita dall’Eurostar, dal Thays, dal TGV e dal servizio ordinario. Una caratteristica di questi servizi è la disponibilità d’informazione e l’utilizzo di moderne tecniche di comunicazione che si traduce in un alto livello di accessibilità informativa. Un esempio di questo è il servizio d’informazione e d’acquisto on line. L’informazione integrata dei diversi mezzi di trasporto e modalità per raggiungere le località della regione è resa accessibile attraverso un sistema informatizzato che consente all’utente di trovare su una mappa interattiva le diverse possibilità d’accesso alle città e collegamento tra di loro. In Borgogna si può arrivare per diverse strade, superstrade e autostrade. È un’area molto ben collegata in tutte le direzioni, con Parigi attraverso l’A6, A5, A77, verso il nord l’A28 Reims-lille, l’A31 che porta a Nancy Mets e Luxemburgo, a ovest l’A36 verso Besancon, al sud l’A6 e l’A39 verso Geneve, Mont-Blanc e Lyon. Questa rete stradale collega inoltre, tutte le principali stazioni di treno e gli aeroporti dando come risultato un territorio di facile accesso per qualsiasi mezzo di trasporto e ben collegato all’interno. Oltre a questa rete principale le vie minori si trovano in ottime condizioni e ben segnalate. Vale ricordare che la Francia è uno dei paesi più sviluppati per quanto riguarda la segnaletica stradale. 10.3.2 Il paesaggio Il paesaggio è in prevalenza rurale con una percentuale molto limitata di aree urbanizzate. L’intero territorio è ben noto per le produzioni vinicole. Ognuno dei quattro dipartimenti, pur avendo le stesse caratteristiche territoriali, si presenta con “un” elemento distintivo. Nièvre fa leva sull’elemento acqua, Saône-et-Loire sulla gastronomia, Yonne sui percorsi vinicoli e Côte-d’Or sull’elemento sentimentale. Inoltre il Parc du Morvan, per la sua importanza nel territorio, viene presentato come un elemento a sè. 10.3.4 L’offerta culturale: gli elementi distintivi Non è facile decidere quale è l’elemento distintivo dell’area, visto che ne ha più di uno. Quello più conosciuto, anche a livello internazionale, è 86 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese quello della produzione di vini. Offerta che oggi è fortemente integrata alla gastronomia e da vita alle manifestazioni enogastronomiche, che si sviluppano in tutto il territorio con visite alle cave e ai vigneti (le strade del vino), degustazioni varie, cucina gourmet, fino a pacchetti enoturistici. L’altro elemento distintivo dell’offerta della Borgogna è la natura. Il paesaggio e le attività all’aperto sono molto presenti nell’offerta turistica culturale. Il parco di Morvan rappresenta la principale attività in ambiente naturale, con un’offerta diversificata e ricca di elementi che consentono al visitatore di soddisfare tutti i bisogni di un vacanza. In sintesi i prodotti turistici offerti possono essere accorparti in due gruppi: natura e enogastronomia; e patrimonio culturale. L’offerta legata alla natura riguarda tutte quelle vacanze all’insegna della scoperta dell’ambiente, più legate al tipo di paesaggio, di clima e di vegetazione; quella connessa all’enogastronomia prevede soluzioni più legate alla scoperta della buona tavola. L’offerta turistica viene presentata da chi gestisce la promozione turistica dell’area nel seguente modo: enogastronomia: • • • • itinerari (vie del vino); visite guidate alle cave e ai vigneti; degustazioni di vini/prodotti locali; gastronomia locale; natura: • • • • • visita a riserve naturali; soggiorno in parchi e riserve naturali; visite guidate a fiumi, foreste e canali; attività sportive; visite a siti culturali all’interno del parco Morvan. Il secondo gruppo, non meno importante è quello che ruota intorno al patrimonio culturale sia materiale che immateriale, e quindi beni culturali, eventi e manifestazioni presenti sul territorio. L’offerta turistica più in senso stretto culturale è presentata nel seguente modo: patrimonio culturale: • • • • musei, centri culturali; siti industriali; siti monumentali o storici; itinerari culturali (Via dei castelli); eventi/manifestazioni: • • • • • culturali (feste, musica, danza); per bambini; commerciali, professionali; religiose; tradizione e folklore. 87 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese 10.3.5 Organizzazione dell’offerta Una delle principali differenze tra la Borgogna e l’area del Patto, ai fini della nostra analisi, risiede nel fatto che la Borgogna essendo una Regione, ha un’organizzazione centralizzata rappresentata dal Consiglio Regionale per il turismo, senza una forte partecipazione privata nel processo di decisone delle politiche di promozione del territorio. Tutta l’offerta di prodotti presente sul sito permette di collegarsi direttamente con chi offre il servizio o vende i prodotti. Il sito in questo modo serve ad indirizzare i visitatori direttamente verso gli operatori. I consorzi turistici esistenti fanno riferimento principalmente a marchi di qualità. 10.3.6 I target di riferimento Il mercato servito di quest’area è un turismo adulto e familiare, di livello culturale medio e medio-alto. Le caratteristiche del prodotto turistico, che ruota attorno alla valorizzazione degli elementi tipici territoriali, fa sì che il pubblico di riferimento principale sia rappresentato da chi apprezza tali elementi. Nel piano strategico della Borgogna per il 20052010 si ritrova comunque l’intenzione di rivolgersi ad un mercato potenziale più ampio agendo tanto su una diversificazione dell’offerta quanto su politiche di prezzo legate alla stagionalità. 10.3.7 Marchi di qualità La Francia già da tempo lavora a livello nazionale su una politica di qualità della destinazione turistica volta a differenziare la sua offerta attraverso l’enfatizzazione degli elementi distintivi che rendono unica la destinazione francese. Si inserisce in questo contesto il caso della Borgogna che fa della qualità un punto di eccellenza attraverso l’adozione e la promozione di marchi di qualità tanto dei servizi turistici quanto dei prodotti enogastronomici. Sono, infatti, presenti su questo territorio diversi marchi di qualità, dai più tradizionali, come quelli della qualità del vino, fino a marchi di qualità della destinazione turistica, come quello offerto dal centro di Nièvre della “dichiarazione internazionale di vacanze di qualità”, e “Gite de France de la Nièvre”. Il parco Morvan ha creato il marchio “parc naturel régional” con il quale intende affermare i valori essenziali che definiscono la sua identità di parco. L’area di Yonnes fa parte del marchio turistico Gîtes de France. La ricettività conta anche marchi di qualità come “Eurogites” della European federation for farm and villages tourism, e come la Carta dell’ospitalità. Nel caso dei produttori e commercianti si impegnano a offrire visite guidate e degustazioni senza l’obbligo di acquistare il prodotto, e il marchio “Panier du Bourgogne” viene concesso dall’amministrazione regionale se compiuti tutti i requisiti relativi ai materiali utilizzati e ai metodi per l’elaborazione. Per i ristoranti “Restauranteurs de France” o “Cuisineries Gourmandes” sono tra i marchi più diffusi. 88 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Tra i marchi di qualità dei vini si trovano in quest’area vini “DOC” e “DOP”, “Les vins du centre Loire”, “Les Vignerons de Pouilly-Sur-Loire”, e hanno un interessante sistema di verifica della qualità del vino e del processo al quale è stato sottoposto. Il sistema consiste nell’ inserire il codice distintivo stampato nelle etichette delle bottiglie in un apposito sito per avere tutta l’informazione relativa a quella bottiglia. 10.3.8 Elementi distintivi della comunicazione La regione di Borgogna riassume la propria offerta con lo slogan “l’Art et le Plaisir de Vivre” (l’Arte e i piaceri della vita), associando in questo modo, elementi del patrimonio culturale con quelli della qualità della vita. Qualità intesa come ambiente pulito, paesaggi belli, buona gastronomia e soggiorni particolari. Il sito della Borgogna si presenta in tre lingue (francese, inglese e italiano), con una grafica semplice e ben curata offre la possibilità di organizzare una visita, di avere informazioni su tutti i prodotti presenti nel territorio, di scaricare molte delle brochure che descrivono il territorio e l’intera offerta turistico-culturale. È possibile tentare di trovare informazioni secondo diversi percorsi di ricerca a seconda della tipologia di turista che si collega al sito. Il sito nel sua struttura cerca di differenziare l’informazione su diversi target di utenza. Al turista è offerta la possibilità di ricercare informazioni attraverso un motore di ricerca che gli permette di scegliere i suoi criteri di ricerca. In questo caso l’informazione è organizzata sulla base della motivazione del viaggio, come ad esempio: relax, tradizioni locali ed enogastronomia, interesse al patrimonio culturale, eventi e feste, attività sportive e all’aperto. Dal sito è possibile scaricare molto materiale informativo, quali brochure tematiche, guide turistiche, cartine geografiche e materiale di programmazione turistica di alta qualità grafica e elevato valore contenutistico. 10.4 Il caso Langhe, Monferrato e Roero Il caso delle Langhe, Monferrato e Roero è stato scelto perché è un territorio con un sistema di attrattiva molto simile all’area del Corleonese e un’offerta turistico-culturale poco più matura di quella dell’area di riferimento del piano di valorizzazione culturale. Infatti, tale comprensorio, è solo da pochi anni che sta investendo, tanto a livello pubblico che privato, sforzi e risorse per sviluppare accanto al comparto enogastronomico quello turistico. I risultati sono stati abbastanza favorevoli e contrassegnati da una crescita continua degli arrivi e delle presenze turistiche. 10.4.1 Il territorio Le Langhe, Monferrato e Roero si trovano nella zona centro-sud della Regione Piemonte. Il territorio di Monferrato comprende la provincia di 89 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Asti e parte della provincia di Alessandria, mentre Roero e Langhe sono parte della provincia di Cuneo. Il territorio di Monferrato raggruppa 60 comuni, il Roero 23 e le Langhe solo 16. Le Langhe e il Roero costituiscono l'estrema porzione nord-orientale della provincia cuneese. I comuni che ne fanno parte, sono compresi tra la riva sinistra del Tanaro Albese, la provincia di Asti ad Est, e la provincia di Torino a Nord. Il Monferrato, e la sua capitale storica Casalese di Monferrrato è in particolare concentrato nella provincia di Alessandria con alcune diramazioni su Asti e Vercelli. Questo territorio è raggiungibile con l’aereo attraverso gli aeroporti di Cuneo (Levaldigi), di Torino (Caselle), di Milano (Malpensa e Linate) e di Genova (Cristoforo Colombo). Le principali vie d’accesso su gomma sono l'autostrada A4, l’A21, l’A6 per chi arriva da Milano o Torino e dall’A26 per chi proviene da Genova, e il tempo medio è un'ora di strada da Torino, Milano e Genova. Ci sono diverse compagnie di pulman che partono dalle principali città della regione facilitando il trasporto sia tra i comuni che il collegamento con gli aeroporti. L’area è raggiungibile anche su ferro. Ci sono fermate in tutte le principali città del territorio. 10.4.2 Il paesaggio Il paesaggio è principalmente collinare e montano. Le aree urbanizzate sono significativamente inferiori a quelle rurali. Il territorio si caratterizza per una antica tradizione nella produzione dei vino, anche se attualmente l’offerta è ben più ampia di quella centrata sulla enologia. La gastronomia ha una rilevanza sempre maggiore in particolare prodotti quali il tartufo bianco che necessita delle caratteristiche di questo territorio per crescere. La bassa densità di popolazione e la poca urbanizzazione fanno di questo territorio un’area di alto valore paesaggistico e naturalistico. La conservazione delle risorse naturali rappresenta una delle principali risorse sia per il turismo che per l’immagine dell’area. 10.4.3 L’offerta culturale: gli elementi distintivi L’offerta culturale poggia su prodotti molto simili a quelli presenti nell’area del Comprensorio Corleonese. In primo luogo troviamo l’enogastronomia articolata in percorsi tematici specifici, che comprendono l’offerta enologica attraverso le degustazioni in enoteche regionali e cantine, la produzione di vini con marchio D.O.C e D.O.C.G., e la ristorazione. Il consorzio per la tutela dell’Asti realizza molte iniziative mirate alla valorizzazione delle risorse legate alla produzione e distribuzione del vino, oltre che al rafforzamento dell’immagine dell’Asti. Con questo obiettivo si programma e realizzano attività di tipo culturale quali concorsi per la realizzazione di etichette alla bottiglie, organizzano festival, sagre ed eventi intorno all’elemento “vino”. Offrono, inoltre un 90 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese servizio di rintracciabilità del processo di elaborazione e distribuzione di ogni bottiglia prodotta in questa area. L’offerta presenta anche elementi storico-culturali, musei e gallerie, opere architettoniche, monumenti e personaggi. Anche qui si possono seguire itinerari sull’architettura, sui castelli storici ed edifici di culto, sentieri attraverso i comuni, i borghi e i centri storici, punti panoramici e vie storiche. I castelli vengono usati come attrazione di tipo turistico attraverso la costruzione di itinerari, è possibile svolgere una visita guidata, e alcuni sono visitabili solo all’esterno. Gran parte di questo patrimonio non offre servizi ai turisti quali, ristorazione, alloggio, spazi espositivi, ma sono valorizzati in una modalità molto tradizionale, ovvero solo attraverso la visita. Per le caratteristiche del territorio, è facile immaginare la presenza di parchi e riserve naturali, che si integrano all’offerta culturale con visite guidate, itinerari e sentieri all’interno dei parchi e visita ai punti panoramici. Un elemento distintivo di questa offerta sono i parchi letterari, i quali integrano sia l’aspetto paesaggistico che quello culturale attraverso dei percorsi sul territorio in base a elementi tratti dai personaggi che lo hanno descritto. Più nello specifico l’offerta enogastronomia si compone dei seguenti prodotti: Formaggi e burro; Cardo Gobbo di Nizza; • Peperone quadrato; • Nocciole • Asparagi di Vinchio; • Torrone piemontese. Le manifestazioni con maggiore richiamo sulla popolazione e sui visitatori sono in breve di seguito descritte. • • Operazione città aperta. Giornata speciale dove si aprono le porte di siti che abitualmente non sono visitabili, in una modalità simile a quella della Notte Bianca di Roma. Visite narrate d’attori. È una modalità più innovativa di visite guidate, con la partecipazione di attori che non solo raccontano i luoghi, ma anche rappresentano la storia e la cultura locale. Questo tipo di visite si integrano con servizi quali, degustazione di vini e prodotti locali, che vengono descritti e approfonditi durante il percorso di visita. Cascina aperta. È una giornata organizzata per mostrare le caratteristiche della cucina tradizionale locale. Si offre ai visitatori interessati la possibilità di partecipare all’intero ciclo di preparazione di alcuni piatti tipici locali, si parte dalla raccolta delle materie prime alla elaborazione in cucina, e conclude con la degustazione in un pranzo o cena all’aperto. Questo modo di promozione e valorizzazione della cultura locale include sia i prodotti tipici della cucina piemontese che i paesaggi e l’ambiente naturale. 91 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Vendemmia in langhe. È una interessante modalità di far conoscere le tecniche di raccolta e produzione della materia prima per l’elaborazione di vini locali e altri prodotti derivati dell’uva. 10.4.4 Organizzazione dell’offerta L’organizzazione del territorio in termini culturali e turistici è molto articolata. Nell’area sono presenti numerosi Consorzi, Proloco, Circoli, Associazioni ed Enti (regionali e locali). L’obiettivo principale di questi gruppi è la promozione e la valorizzazione delle risorse culturali e turistiche. Tra quelli più riconosciuti troviamo: Consorzio turistico Langhe, Monferrato Roero; Associazione “Turismo in Langa”; • Comunità collinare del Roero; • Enoteca Regionale del Roero; • Unione di comuni “Colline di Langa e del Barolo”; • Ente Turismo Alba Bra Langa & Roero; • Ideazione Srl (impresa per la valorizzazione del patrimonio culturale, storico ed artistico). L’offerta culturale è organizzata principalmente per comune, ovvero ciascuna associazione dà vita ad un programma di eventi a livello comunale, molto ridotta, in questo senso, è la programmazione a livello di area. • • 10.4.5 Marchi di qualità Lo sviluppo dei marchi di qualità si evidenzia maggiormente nella produzione/distribuzione di vini, mentre nell’erogazione dei servizi culturali, gastronomici e naturalistici non emergono marchi di particolare rilevanza. C’è da mettere in evidenza che questa è un’area turisticamente poco matura, ma solo da pochi anni c’è da parte dei soggetti del territorio l’intenzione di sviluppare il turismo-culturale. Pertanto questo territorio sconta un’acerbità dell’offerta che si traduce ancora nell’assenza di un forte coordinamento tra i diversi operatori. 10.4.6 Elementi distintivi della comunicazione L’assenza di un coordinamento forte a livello territoriale si traduce in una proliferazione di strumenti di comunicazione: differenti guide e brochure promosse da singoli soggetti promotori, un ventaglio di siti e portali internet che presentano ciascuno solo una parte dell’intera offerta. Questa frammentazione dell’offerta si amplifica man mano che ci si avvicina all’informazione di dettaglio, che spesso diventa scarna ed è rappresentata da semplici schede con dati di contatto del bene o servizio. I siti internet utilizzati in forma di vetrina sono molto diffusi, in particolare con riferimento al patrimonio culturale, alle manifestazione e agli eventi che riguardano le tradizioni locali e, anche, ai musei e alle opere architettoniche; mentre, invece, nel settore della produzione e distribuzione di prodotti enogastronomici la comunicazione è molto più dettagliata. Quest’ultima offre, nel 90% dei casi, la possibilità di 92 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese approfondire i contenuti sui prodotti e sui servizi a esso legati. A modo di esempio, mentre su una bottiglia di vino si possono rintracciare sulla rete tutte le informazioni che riguardano la produzione, la distribuzione e commercializzazione, per una chiesa o un museo, in generale, si trovano al massimo una foto, una didascalia e i riferimenti di contatto. I principali siti di quest’area vengono di seguito in breve descritti. turismodoc.it – il sito del Consorzio turistico Langhe Monferrato Roero si presenta in italiano, tedesco, inglese e francese. Fornisce informazioni e proposte su escursioni, eventi e manifestazioni, cultura in generale, sulla ricettività, dati territoriali, climatici, informazione sui trasporti e un area riservata ai soci. • turismoinlanga.blulab.net – Sito della associazione Turismo in Langa, proposto in italiano e tedesco, intende promuovere il territorio con notizie aggiornate e informazione sugli eventi, manifestazioni e attività turistico culturale della zona, oltre a offrire pacchetti organizzati a basso costo. • langheroero.it – Sito del Ente turismo Alba Bra Langhe Roero, in italiano, inglese e tedesco. La caratteristica che distingue questo sito dagli altri non è contenutistica, ma di impostazione. Il sito si rivolge in prevalenza ad un pubblico italiano più che straniero. Altri siti con caratteristiche similari sono: • • • • • • • • • roeroturismo.it enotecadelpiemonte.com holidaysol.it langabarolo.it langadellevalli.it altalanga.com erredasti.it ideazionesrl.it 10.5 Il caso Skansen (Stoccolma) Il caso di Skansen, un’isola tipica nei pressi di Stoccolma, è stato scelto perché rappresenta una ricostruzione perfetta della cultura svedese, attraverso la presenza di 150 fattorie tutte diverse fra loro, un museo all’aperto che riproduce lo stile di vita degli svedesi più antichi, con la possibilità di rivivere le tradizioni gastronomiche e artigianali. Skansen è il più antico museo all’aperto del mondo. 10.5.1 Il territorio Lo Skansen si trova nel quartiere di Djurgarden a Stoccolma. L’aeroporto d’Arlanda si trova 40 km a nord di Stoccolma. Il treno Arlanda Express collega Arlanda con il centro città in 20 minuti con corse ogni 15 minuti. Gli autobus per Stoccolma partono dal Cityterminalen, presso la stazione centrale, ogni 5 o 15 minuti e raggiungono l’aeroporto in 35 minuti. L’aeroporto di Bromma è il più vicino a Stoccolma, a soltanto 10 km dalla stazione centrale. È possibile raggiungere comodamente 93 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese l’aeroporto con gli autobus, le cui corse sono sincronizzate con gli arrivi e le partenze dei diversi aerei. Tempo di percorrenza circa 15 minuti. L’aeroporto di Skavsta si trova 100 km a sud di Stoccolma, gli autobus per Stoccolma sono in coincidenza con gli arrivi. Tempo di percorrenza circa 1 ora e 20 minuti. L’aeroporto di Västerås si trova circa 110 km a nord-ovest di Stoccolma. Gli autobus per Stoccolma sono in coincidenza con gli arrivi. Tempo di percorrenza circa 1 ora e 15 minuti. I taxi offrono spesso prezzi fissi da e per Arlanda. www.arlandaexpress.com, www.flygbussarna.se. La stazione centrale di Stoccolma è in pieno centro e permette l’interscambio con metropolitana, autobus, treno regionale, autobus e treno Arlanda Express. Taxi Stockholm, Taxi 020 e Taxikurir sono le compagnie di taxi più importanti di Stoccolma e, permettono al turista, per qualsiasi importo di pagare in contanti oppure con carta di credito, offrendo così un servizio importante. Skansen si può raggiungere in autobus con le linee 44 e 47 oppure con il battello navetta dallo Slussen che, d’estate, parte anche da Nybroplan. In alcuni giorni festivi è attivo un collegamento via tram da Normalmstorg. Durante la primavera e l’estate il quartiere di Djurgarden è chiuso al traffico privato nei fine settimana, dal venerdì alle 18 fino alla domenica alle 16. Esiste una funivia tra una delle entrate – la porta di Hazelius (Hazeliusporten) – e lo Skansen che si trova su un colle. 10.5.2 Il paesaggio Djurgarden è una isola, dove ci sono circa 150 case e fattorie, dando vita al borgo che si mostra con l’aspetto di una tipica città svedese dalla fine del Settecento alla metà del Novecento. La maggior parte degli edifici proviene dal quartiere Södern a sud di Stoccolma. Il paesaggio si completa con un parco di divertimenti e uno zoo. Anche se non è un paesaggio originale, è molto interessante come esempio di ricostruzione o simulazione di un determinato ambiente. Un’isola molto vicina alla capitale della Svezia, che contiene tutti gli elementi caratteristici della cultura del paese, sia delle tradizioni culturali, gastronomiche, che naturalistiche evidenzia lo stretto legame che c’è tra cultura, paesaggio e innovazione. 94 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese 10.5.3 L’offerta culturale: gli elementi distintivi Lo Skansen è allo stesso tempo un museo, un parco di divertimenti e l’unico zoo di Stoccolma. Lo Skansen è, anche, il più antico museo all’aria aperta del mondo. Fondato nel 1891 dall’etnologo Artur Hazelius, divenne subito molto famoso. Lo Skansen ben rappresenta la Svezia con più di 150 case e fattorie originali d’epoche diverse e provenienti da tutto il paese; vi si trovano anche gli animali, sia domestici sia selvatici, della fauna svedese. Si può anche passeggiare per il parco, mangiar bene, ballare d’estate, ascoltare concerti, visitare il piccolo luna park e l’acquario, vedere gli artigiani all’opera e acquistare i loro prodotti di qualità nelle diverse botteghe e laboratori. Come offerta culturale analizzeremo solo il museo all’aperto, il quale è composto da un borgo in stile svedese, due fattorie, la residenza signorile e il giardino di Skogaholm, la chiesa e la malga. Le abitazioni del borgo, che in gran parte sono in stile svedese del settecento, dell’ottocento e della metà del novecento si affiancano alla spezieria, alla panetteria, alla vetreria, alla bottega del vasaio, del falegname, dello stampatore, del lattoniere e alle tante altre piccole botteghe artigianali. I differenti ambienti di queste abitazioni mostrano i diversi stili di vita degli svedesi appartenenti ad epoche e classi sociali diverse. I padroni di casa, vestiti nei tradizionali abiti del periodo, mostrano agli ospiti le case e ne raccontano la storia. La fattoria Älvros è formata da diversi edifici ed è un esempio di fattoria della Svezia settentrionale all’inizio dell’Ottocento. E’ aperta tutto l’anno e al suo interno è possibile sedersi intorno al camino per ascoltare il racconto dei padroni di casa su come ci si occupava della fattoria, su come si filava la lana, su come si mangiava il formaggio secco, oppure sapere il perché si dormiva seduti in letti molto corti e come i bimbi si divertivano con giocattoli semplicissimi. La fattoria Delsbo faceva parte di una grande e prospera azienda agricola della regione della Dalecarlia. Le due abitazioni sono decorate all’esterno con disegni ed elaborati intagli in legno, mentre l’interno presenta interessanti affreschi fatti a mano. La fattoria è aperta solo d’estate e durante il Natale, quando si apparecchia per i visitatori un tipico cenone natalizio nell’abitazione più grande. Un esempio interessante di stile gustaviano è la residenza di Skogaholm dove alloggiava una famiglia aristocratica. L’abitazione è fiancheggiata da due ali laterali, dove si trovano la cucina, le stanze per gli ospiti e la biblioteca, e da un orto tipico per quel periodo che ancora è coltivato. Oltre all’orto appartengono alla residenza un giardino alla francese e uno all’inglese. La Chiesa di Seglora, è la più richiesta di Stoccolma per celebrare i matrimoni, costruita nel 1729 fu spostata qui nel 1916. Oltre agli sposalizi, anche i battesimi e le cresime sono ricorrenti in questa 95 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese chiesetta di legno. Sulla balconata si ammira un organo originale del periodo con decorazioni dipinte. Durante l’estate il bestiame veniva spostato ai pascoli più alti dove c’erano le malghe e dove le mungitrici abitavano fino ad ottobre quando tornavano a valle. Nella malga si producevano formaggi, burro e burro di siero. La malga dello Skansen ha un focolare per la produzione dei latticini e alcune stalle con mucche e pecore appartenenti ad antiche razze autoctone. L’offerta si completa con un’ampia varietà di eventi e manifestazioni. Il calendario delle manifestazioni copre tutto l’anno e in coincidenza con queste feste si organizzano altre attività, come concerti, mostre, attività per bambini, parate, gite turistiche o visite guidate. Ogni edificio del borgo presenta un programma delle attività di tutto l’anno. In queste attività sono contemplate visite (per adulti e bambini) guidate o senza guida, soggiorno in alcune delle case con attività legate alle tradizioni del quotidiano. Ci sono molte attività rivolte ai bambini, ad esempio c’è un trenino che fa un lento giro panoramico dello Skansen. Al Mini-Skansen c’è una pista per automobiline e una giostra. Nella parte inferiore dello Skansen si trova anche il piccolo parco di divertimenti Galejan, con, tra l’altro, baracche del tiro a segno e giostre. Queste attrazioni sono aperte soprattutto d’estate. 10.5.4 Organizzazione dell’offerta Lo Skansen è una fondazione che riceve contributi dal Ministero della Cultura e conta circa 170 dipendenti. L’attività dello Skansen è regolata da uno statuto deciso dal governo. Il paragrafo dello statuto riguardante gli scopi della fondazione recita: “La Fondazione Skansen deve, con particolare riferimento al carattere specifico di museo all’aria aperta dello Skansen, avere come fine quello di condurre un’attività che, basandosi sulla sua situazione attuale, lo sviluppi attraverso continui impulsi rendendo viva la cultura e la natura svedese, come anche creando, intorno ai monumenti culturali in esso esistenti, un ambiente idoneo a svariate attività per il tempo libero. Lo Skansen agirà in stretta collaborazione culturale e scientifica con la Fondazione del Museo Nordico. Lo Skansen dovrà prendersi cura e mantenere gli edifici storico-culturali che possiede. L’attività dello Skansen non deve avere fini di lucro”. Perciò l’organizzazione, comunicazione e promozione è centralizzata nel Stockholm Visitors Board, ente responsabile del turismo in Stoccolma. 10.5.5 Elementi distintivi della comunicazione La promozione e diffusione di Skansen si integra all’interno del piano di comunicazione di Stoccolma. Quest’ultima si caratterizza per essere chiara, di alta qualità grafica e ricca di contenuto. 96 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese La chiarezza si evidenzia nella semplicità e velocità con cui sia trova l’informazione necessaria, sia sul materiale cartaceo che sul sito internet, in pochi click si può raggiungere l’informazione ricercata. L’immagine grafica è unica e di elevata qualità tanto nel materiale multimediale che nelle guide in formato cartaceo. La ricchezza dei contenuti e l’aggiornamento dell’informazione mette in evidenza la qualità della comunicazione del sistema turistico culturale. A modi d’esempio, si possono menzionare alcune caratteristiche del sito principale per i visitatori di Stoccolma. Il sito è strutturato per i turisti leisure, per operatori turistici e per operatori del turismo congressuale. I visitatori leisure possono trovare: informazioni su Stoccolma sui servizi della città e sui servizi turistici, sulla Stockholm card, sui trasporti, sul clima; il sito è ricco di immagini, e offre al visitatore la possibilità di scaricare brochure promozionali, di ricercare e acquistare praticamente tutta la vacanza on line; • informazioni su tutte le attività, programmi culturali ed eventi di tutto l’anno, con la possibilità di prenotare ed acquistare ove necessario i biglietti. Sono disponibili programmi per bambini, programmi ricreativo sportivi, e altri; • alloggi di tutte le categorie, dall’albergo 5 stelle, al campeggio, il bed&breakfast, il youth hotel o la casa svedese, con la possibilità di prenotare o acquistare on line o telefonicamente; • informazioni su tutte le attività culturali, religiose e delle tradizioni locali. Il sito accompagna il turista potenziale alla scoperta della città, affinché lui stesso possa conoscere con testi e immagini cosa troverà effettivamente nella città e possa programmare liberamente la sua vacanza. • Per gli operatori turistici sono disponibili: tutte le informazioni scaricabili in PDF, come il manuale degli Agenti, tutte le guide degli operatori presenti nell’area, tutte le proposte di visite educational, una banca d’immagini, e la possibilità di ordinare il materiale promozionale in formato cartaceo; • le statistiche regionali e locali sul turismo aggiornate al 2004, l’informazione necessaria per vendere la Stockholm card o per utilizzare i banner promozionali; Per gli operatori turistici che organizzano turismo congressuale l’informazione riguarda: • • • • il calendario dei congressi, i meetings e i trade fairs in Stoccolma; la rete delle Istituzioni e compagnie vicine al tema dei convegni e dei meetings; iniziative per l’organizzazione di meetings internazionali (provvedono a tutto con il supporto gratuito), materiale per realizzare una presentazione con la possibilità di accedere alla banca d’immagini per disegnare il proprio materiale; 97 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese alberghi e strutture ricettive capaci di organizzare un meeting di questo genere. Un elemento che mette in evidenza il funzionamento dell’offerta come rete è la Stockholm Card. Si può acquistare una card da 1, 2 o 3 giorni, che viene timbrata la prima volta che si utilizza. La sua validità decorre a partire dall’ora e dalla data del timbro. La card da diritto all’ingresso gratuito a 75 musei e attrazioni, e all’utilizzo della metropolitana, dell’autobus o del treno pendolare per viaggiare nell’ intera Regione di Stoccolma. La card può essere acquistata presso gli uffici d’informazioni turistiche, l’Hotellcentralen oppure sul sito. • 11. Strategia e progetti Il piano di valorizzazione dell’offerta culturale in chiave turistica si inserisce all’interno del modello disegnato dalla teoria della crescita endogena, in cui si riconosce alle istituzioni e agli attori locali un ruolo determinante nell’indirizzare e influenzare i processi di sviluppo. Il ruolo delle istituzioni è tanto più fondamentale quanto maggiore è la loro capacità di promuovere condizioni favorevoli allo sviluppo, come valorizzare il patrimonio culturale, diffondere e migliorare la qualità dell’istruzione, agevolare l’apprendimento per esperienza, migliorare la qualità delle relazioni tra categorie di agenti economici. L’efficienza delle istituzioni locali tende, pertanto, a incidere sulla cosiddetta social capability, indispensabile per attivare processi di convergenza economica basati sull’utilizzo e l’adattamento di nuove tecnologie che rendono il territorio competitivo. In particolare con riferimento al settore culturale l’impatto che lo stesso esercita nei processi di sviluppo socioeconomico è di difficile valutazione perché si collega tanto alla crescita del capitale sociale, quanto all’incremento del valore aggiunto legato al settore della cultura in senso stretto, quanto alla crescita di settori ad esso collegati quali il turismo, l’arredamento, le ceramiche, ecc. La letteratura di riferimento ha messo in evidenza il ruolo strategico che l’offerta culturale esercita oggi sulla competitività di un territorio influenzandone innanzitutto la qualità di vita, la capacità innovativa del settore imprenditoriale e la creatività. Ma la creatività è il risultato di un processo che agisce sul capitale umano e attraverso le forme dell’arte ne stimola le sue capacità innovative, e principalmente fa sì che si affermino nuovi modelli di vita, nuove esigenze e nuovi consumi. La creatività porta ad una reintepretazione delle risorse, ad un uso più efficiente e più adeguato ai nuovi stili di vita. Cultura e creatività sono strettamente legate, e per meglio dire, tutte le forme di creatività, non solo quella che riguarda i nuovi modelli organizzativi ma anche quella che accompagna l’uomo dai tempi remoti, quella contadina, utile al risparmio delle risorse scarse, e necessaria per migliorare la qualità della vita, quella artigianale capace di risolvere i 98 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese diversi problemi quotidiani. Il saper fare legato alla tradizione culturale è oggi diventato un importante elemento da valorizzare attraverso una rilettura innovativa capace di accrescere il valore delle produzioni locali. Il piano di valorizzazione presentato si inserisce all’interno di questo contesto teorico e individua una strategia volta a rendere la cultura elemento centrale della crescita del territorio. Il piano mira al conseguimento di un obiettivo generale attraverso il perseguimento di una strategia che si dispiega in obiettivi operativi e azioni. 11.1 Obiettivi a lungo termine L’obiettivo a lungo termine del piano di valorizzazione culturale consiste nella: “Organizzazione di un sistema culturale (offerta) duraturo a rete nell’intera area” Questa definizione richiede un approfondimento. Si parla di creazione di un sistema, cioè di un insieme organico di principi e azioni atti a raggiungere un esito, in questo caso lo sviluppo culturale. Sviluppo che si deve tradurre nella pratica come crescita, progresso e miglioramento del livello culturale, in primo luogo, favorendo come risultato una crescita del capitale sociale e, poi, del valore aggiunto locale. Si parla anche di duraturo, che vuol dire che crea un valore non effimero o temporale bensì che ha una base solida e a misura della propria capacità di gestione. Gestione che avviene in stretto collegamento con tutti gli attori che partecipano a detto processo, e quindi, come una rete nell’intera area. 11.2 Definizione della strategia L’analisi territoriale ha messo in evidenza punti di forza da valorizzare e punti di debolezza da trasformare. L’area ha vissuto negli ultimi anni, alla luce degli interventi di programmazione negoziata realizzati, importanti cambiamenti che oggi influenzano le scelte strategiche da prendere. In particolare l’importante impegno svolto nel recupero del patrimonio culturale, e le nuove strutture ricettive finanziate oggi creano una base su cui lavorare per lo sviluppo di un turismo culturale. Alla luce dell’analisi SWOT gli elementi principali su cui lavorare, attraverso il piano di valorizzazione culturale, riguardano: • • l’autenticità di un territorio che è abbastanza incontaminato ed in grado ancora di esprimere valori tradizionali, oggi assai richiesti; alcune risorse culturali, concentrate in alcuni comuni, e in buono stato di conservazione; 99 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese • • • una tradizione enogastronomica che oggi trova nell’enologia la sintesi perfetta fra tradizione e innovazione, ma che deve essere opportunamente innovata e rivalutata; una ricettività di recente nascita con buoni standard di qualità strutturale ma con una qualità funzionale inferiore alle attese del turista culturale ; un nome conosciuto in tutto il mondo e capace di suscitare curiosità quale “Corleone”. La strategia mira quindi alla creazione di un sistema di offerta culturale che, pur traendo spunto dagli elementi del tradizione locale, crea nuovi prodotti e servizi culturali maggiormente adeguati all’esigenze della domanda culturale locale e del turista culturale, e che fa perno per la sua differenziazione sull’uso di un nome noto in tutto il mondo. Tutto ciò significa: a) Valorizzare il patrimonio culturale, sfruttandone l’originalità e l’autenticità; Il territorio ha mantenuto nel tempo un patrimonio culturale, inteso nel senso più ampio del termine di beni culturali, tradizioni, enogastronomia, ecc.) per molti aspetti intatto; considerarlo l’asset principale attorno a cui ruota la strategia è un passaggio obbligato. Valorizzarlo significa: • • • creare una nuova offerta per la collettività; dar vita ad un’offerta culturale “esperenziale” capace di attrarre turisti, ovvero l’area deve offrire ai suoi visitatori servizi culturali; promuovere meccanismi di trasmissione fra cultura e impresa per cui la localizzazione in quell’area diventa un vantaggio competitivo, con particolare riferimento al settore enogastronomico e artigianale. b) Rivolgersi al pubblico locale, ai turisti di prossimità e a quelli che vengono da lontano; Puntare sulla ricchezza e la varietà dell’offerta significa rivolgersi a diversi pubblici che con esigenze e comportamenti di consumo differenti possono distribuire nel corso dell’anno la loro domanda. Ciò implica flessibilità e sinergia fra gli operatori per garantire una gamma di prodotti turistico-culturali che siano adeguati alle esigenze dei diversi target di clientela. È opportuno lavorare sugli elementi più immateriali dell’offerta, ovvero sulla ricchezza dei servizi offerti, per sostenere una strategia di differenziazione. È opportuno dal punto di vista della strategia turistica: • fidelizzare il turista di prossimità puntando ad offrirgli delle attività che possano impegnarlo nel week end e facendo si che la vacanza nell’area diventi un abitudine contro lo stress e per il relax; 100 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese • • puntare ad un turismo regionale che trova nell’offerta turistica dell’area un’occasione per conoscere e/o approfondire le tradizioni culturali; rivolgersi ad un turismo nazionale e internazionale che è interessato alla scoperta di nuovi luoghi che ancora oggi mostrano segni di autenticità e un rapporto qualità-prezzo assai competitivo. c) Potenziare e promuovere l’immagine culturale e dell’area; turistica L’area deve lavorare sulla creazione di un’immagine forte che sia in grado di veicolare il territorio sotto un unico marchio, enfatizzando gli elementi di omogeneità. Per promuovere l’offerta turistico-culturale di un’area serve renderla riconoscibile e lavorare su quegli elementi distintivi che possono facilitarne la sua comunicazione. L’immagine rispecchia i valori del territorio, posiziona il prodotto turistico-culturale ed orienta la scelta del turista. 11.3 Obiettivi d’intervento (o a breve termine) La strategia descritta e l’obiettivo globale si realizzano attraverso il raggiungimento di tre obiettivi specifici, che possono essere sintetizzati in questo modo: 101 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Obiettivo 1: “aumento dell’offerta culturale”, attraverso la produzione di nuove forme di cultura 13 e l’erogazione di nuovi servizi culturali, l’uso delle nuove tecnologie contribuisce alla nascita di nuove forme d’arte e/o alla creazione di nuovi modi di fruizione del sito culturale. Promuovere la produzione culturale è il primo passo per favorire il dinamismo e la vitalità del settore e per far si che l’offerta culturale sia competitiva e capace di attrarre domanda; Obiettivo 2: “messa in rete delle componenti dell’offerta culturale” (creare un sistema), l’offerta culturale, ancor più quella di dimensioni ridotte, riesce a creare valore per il suo utente finale quando si integra orizzontalmente tanto nella gestione quanto nella fruizione, questo si traduce in economie di gestione e in processi di erogazione del servizio culturale più innovativi e più coerenti con le esigenze dell’utente finale; Obiettivo 3: “miglioramento e controllo della qualità”, la qualità dell’offerta turistico-culturale, e il suo continuo progresso nel tempo è un prerequisito per assicurare la competitività del territorio. I marchi d’area sono uno strumento per veicolare l’immagine e, quindi, i valori del territorio, per facilitarne la riconoscibilità ed il ricordo. Il marchio assicura al turista culturale un’offerta con date caratteristiche e rende più semplice la sua accessibilità informativa al territorio. 11.3.1 Obiettivo 1: Aumento dell’offerta culturale La ricchezza e varietà del patrimonio culturale rappresenta una base ideale per la promozione di progetti volti al potenziamento dell’offerta culturale attraverso la valorizzazione dell’esistente 14 . 13 Quando si parla di nuove forme di cultura si fa riferimento ai risultati oggi prodotti dall’integrazione delle diverse arti e/o dall’uso delle nuove tecnologie. Ad esempio la valorizzazione di una facciata d’epoca attraverso la proiezione di immagini e l’impiego di musiche, effetti sonori e di un corpo di ballo dal vivo. 14 Molti sono gli esempi da cui trarre spunto come ad esempio il Parco della Grancia (http://www.parcostorico.it/, sono 450 attori, 35 danzatori, 12 cavalieri, più di 500 proiettori, musiche in multidiffusione, luci, schermo ad acqua con proiezioni cinematografiche, grandi immagini e suggestivi effetti pirotecnici), che ha coniugato tecnologia e tradizione per mettere a punto un’offerta culturale oggi capace di attrarre turisti di prossimità e, anche, nazionali. Il Parco ha dato ad un cinespettacolo ambientato nel grandioso scenario della foresta Grancia (Brindisi Montagna) a pochi chilometri da Potenza, un avvenimento artistico multimediale unico nel suo genere in Italia che fonde insieme le più moderne forme di rappresentazione (teatro, cinema, musical, danza), dando vita ad un'ora e dieci di emozioni. Il progetto richiama la storia del brigantaggio e racconta una parte delle tradizioni dei territori circostanti attraverso una modalità più vicina al pubblico attuale. La forma spettacolare si è dimostrata efficace ed è stata in grado di attirare, anche in una zona poco turistica, un’importante pubblico. 102 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese In particolare le linee di azione individuate per il conseguimento dell’obiettivo 1 sono di seguito descritte. 1. Recuperare e rendere fruibili beni fisici del patrimonio culturale attraverso la produzione di nuovi servizi culturali, si intende promuovere quei progetti che sono capaci di utilizzare gli spazi per l’erogazione di servizi culturali quali corsi di varia natura (artigianato, cucina tipica, lingua, letteratura, teatro); laboratori creativi per bambini e ragazzi; ecc. Oggi si assiste alla crescita del prodotto vacanze d’arte 15 , finalizzato ad offrire, insieme al soggiorno in un posto incantevole, un corso sulle tecniche artigiane, tarato sulle esigenze del cliente. È interessante, inoltre, rilevare come gli atelier più innovativi si organizzino, al fine di offrire soluzioni personalizzate anche ai turisti, sviluppando in questo modo un’altra area di business e promuovendo in Italia e all’estero le loro opere. Il fenomeno è ancora circoscritto, seppure in crescita, e ben si inserisce nello spirito della tradizione italiana del gran tour, ovvero l’Italia come luogo di apprendimento. Un esempio è il museo all’aperto di Skansen. Oltre ad essere il più antico museo all’aperto del mondo, rappresenta una interessante modalità per rendere fruibile il patrimonio culturale. Il museo di Skansen presenta con il nome “Living History” un piccolo quartiere (ricostruito) esattamente uguale a come era a metà del XIX secolo. L’obiettivo è quello di mettere in mostra le tradizioni e la cultura svedese. 2. Organizzare eventi (2/3) all’anno d’interesse nazionale e/o internazionale; l’analisi dell’offerta territoriale ha messo in evidenza l’assenza di eventi di rilievo capaci di attrarre una domanda culturale, ma, al contrario, oggi le manifestazioni sono pensate nei contenuti e nella forma per il pubblico locale. Gli eventi possono invece diventare una motivazione attorno a cui costruire un prodotto turistico-culturale 16 . Essi devono, quindi: a. essere legati alla cultura locale; b. essere capaci di reinterpretare l’elemento tradizionale in chiave moderna; Tale strada sembra oggi la più appropriata allo sviluppo di un’offerta culturale che sia al passo con i tempi. 15 http://www.vacanzedarte.it/ Ad esempio il festival della Valle d’Itria (http://www.festivaldellavalleditria.it), nato nel 1975, è ormai diventato un appuntamento di richiamo internazionale, unico nel genere. Il festival propone titoli inediti e programmi di raro ascolto, un'attività che ha ricevuto per cinque volte l'ambito riconoscimento del Premio Abbiati dell'Associazione nazionale dei critici musicali italiani. Altro esempio di nicchia è il festival dei Teatri di Sant’Arcangelo che per dieci giorni ospita in questo piccolo paese una ricchissima offerta teatrale. 16 103 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese c. coinvolgere più comuni attraverso l’individuazione di un filo conduttore; d. veicolare i valori dell’area; e. essere programmati e organizzati sulla base delle esigenze del turista culturale. Ma gli eventi possono, altresì, ruotare intorno all’offerta enogastronomica e il territorio può diventare per tre giorni lo scenario perfetto per favorire la conoscenza, attraverso visite guidate e degustazioni, della tradizione agricola ed alimentare del territorio 17 . 3. Creare nuove forme culturali attraverso l’uso delle nuove tecnologie. L’uso di luci, suoni, proiezioni serve a creare nuove forme d’arte su un patrimonio già esistente, e da vita ad un’offerta culturale più interessante agli occhi della collettività e del turista d’oggi. Alcuni esempi possono dare il senso della tendenza in atto 18 . L’uso delle tecnologie multimediali combinate con luci e suoni può servire alla creazione di nuovi prodotti culturali capaci di caratterizzare l’area richiamando gli elementi storici e tradizionali del territorio. Si può immaginare tanto alla valorizzazione dei monumenti attraverso un programma di luci, suoni e proiezioni, quanto alla realizzazione di un evento spettacolare che ruoti intorno alla storia di Corleone. 4. Produrre eventi culturali in spazi di pregio artistico diffusi nell’intero territorio come scenari naturali (grotte, reperti archeologici, colline, boschi, ecc). L’utilizzo di tali siti per 17 Vale la pena ricordare che la manifestazione cantine aperte ha coinvolto nel 2005 1.000 cantine e più di 1.200.000 i visitatori a conferma del successo che ormai da tempo sta riscuotendo l’enoturismo e più in generale il turismo culturale, senza contare che turista enogastronomico spende al giorno 126 euro, più di quello culturale (che spende 108 euro) e del turista balneare (70 euro al giorno). 18 Molti siti archeologici, come Villa Adriana di Tivoli, Pompei o monumenti come la Reggia di Caserta hanno dato vita ad una visita guidata notturna attraverso l’installazione di uno spettacolo di suoni e luci che descrive secondo una modalità più suggestiva il sito. L’esito di queste operazioni è stato del tutto positivo anche perché l’elemento innovativo dello spettacolo ha portato anche i residenti a visitare nuovamente questi luoghi. Un altro esempio interessante è il Museo dell’Olivo, le collezioni del museo sono raccolte decennali della Famiglia Carli, fondatrice dell’industria olearia Fratelli Carli. Oggi insieme allo stabilimento oleario è allestito il museo il quale si può visitare virtualmente dal loro sito (www.museodellolivo.com). Detto museo nel 1993 ha ricevuto una menzione speciale come esempio di coinvolgimento culturale del mondo degli affari alla rassegna internazionale per il Premio Museo dell’Anno, patrocinata dal Consiglio Europeo. 104 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese l’organizzazione di eventi come un concerto di musica classica, una sfilata di moda, una degustazione a tema, tende a creare un sistema di valorizzazione che ha costi di gestione contenuti ma, allo stesso tempo, capace di esercitare un grande impatto sul pubblico. Tale tipo di attività richiede un coordinamento a livello comunale attraverso la programmazione di un calendario congiunto che cerchi ogni anno di scegliere gli ambiti attorno a cui fare ruotare un calendario di eventi. Una gestione congiunta dell’organizzazione e promozione di questi eventi crea sinergie ed economie di scala. 5. Avviare nuove attività sportive all’aria aperta (escursioni, passeggiate, viaggio in mongolfiera, tiro con l’arco, ecc.). Sempre con l’obiettivo di rendere unica al turista, la permanenza nell’area, che viaggia per il ricordo dell’esperienza vissuta, crea valore per il territorio il potenziamento delle attività all’aperto, a cui sono particolarmente sensibili i turisti stranieri. La scoperta della natura e dell’ambiente, “Decouvert de la nature et de l’enviroment”, così come vengono definite nella guida dei tour operator della Borgogna quel complesso di attività che i turisti possono svolgere all’aria aperta, è un ambito su cui lavorare. La creazione di un sistema di servizi legati allo sport all’aria aperta, differenziati per target di età, con particolare attenzione ai più giovani, crea nuove opportunità di fruizione turistica dell’area, anche per diverse fasce orarie. 11.3.2 culturale Obiettivo 2: Messa in rete delle componenti dell’offerta Nel definire le azioni da svolgere per la messa in rete delle componenti dell’offerta i principi che si intende rispettare sono: • • • valenze culturali, per fare sistema ed aumentare l’interesse delle presenze culturali sul territorio; integrazione o meglio formulazione di modelli organizzativi che favoriscono la fruizione combinata delle varie valenze culturali; modelli di gestione che garantiscono una efficienza maggiore nell’integrazione delle presenze culturali (unica gestione o unico ente di gestione). Nel rispetto di tali principi le azioni da seguire sono di seguito descritte. 1. Mettere a sistema i musei, gallerie d’arte e altri spazi espositivi; ciascuno spazio espositivo presente sul territorio non gode di per sé di una forte capacità di attrazione, ma la possibilità di creare percorsi integrati nell’offerta, e di mettere a sistema un processo di fruizione attraverso un’unica comunicazione, un unico modello di accesso e di modelli simili di visita culturale. 105 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Il modello che può essere utilizzato è quello a rete con un nodo centrale che si incarica di promuovere tutte quelle attività integrate relative alla comunicazione interna ed esterna, alle nuove tecnologie, alla formazione del personale e al pricing e selling. Le reti museali con dispersione delle unità a livello locale e, tanto quelle con specializzazione elevata che quelle con differenziazione elevata, producono rilevanti performance sul piano della maggiore visibilità dei musei, della capacità di fund-raising ed in termini di potenziamento e miglioramento del servizio. Modelli organizzativi possibili vedono la presenza di un nodo in posizione centrale nel sistema 19 cui risultano aggregati con livelli differenziati di adesione le altre unità della rete, e dove la missione unitaria viene chiaramente enunciata anche avvalendosi di strumenti di comunicazione del network (una rivista della rete dei musei). In altri casi l'assetto organizzativo vede l'assenza di una realtà museale in posizione centrale, ed il ruolo di coordinamento è assunto da parte di enti locali (la Provincia o la Regione nelle realtà italiane) che possono avvalersi di società a tale scopo costituite 20 e di organi (comitati tecnici, comitati scientifici, comitati di gestione) nei quali sono rappresentati i singoli musei. Altre formule di integrazione passano attraverso l'assunzione di funzioni di gestione di servizi da parte di società esterne, che vengono anche a curare una marca della rete 21 , o la costituzione di aziende speciali. La rete potenzia il servizio offerto ai fruitori, attraverso lo sviluppo di potenzialità didattiche e lo stimolo dei processi di apprendimento del visitatore, quindi cura non solo la comunicazione esterna, ma anche quella interna, diretta ad illustrare i contenuti delle collezioni ed attirare l'attenzione del pubblico verso la comprensione dei materiali esposti e del loro contesto. L'integrazione nelle reti italiane ed europee viene ricercata su almeno altri tre versanti: l'impiego delle nuove tecnologie telematiche, sia in funzione della visibilità che della erogazione di servizi al fruitore 22 ; lo sviluppo di politiche di pricing e di selling integrate; la realizzazione di una politica unitaria di fund raising. Le reti di estensione locale non specializzate in termini tematici trovano diffusione nel contesto nazionale italiano, comprendono le reti viste a 19 Come per esempio è il museo di Terrassa per la rete del Museo de la Ciencia i de la Tecnica della Catalogna. 20 Sistema Musei nel caso della Regione Umbria. 21 Musei Arte Eventi S.r.l. 22 Musei della Regione Marche. 106 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese livello provinciale (Siena, Modena, Ravenna, ma anche Vicenza, Ancona) ed in alcuni casi regionale (rete umbra) 23 . 2. Sviluppare dei percorsi attraverso diverse aree tematiche (castelli, aree archeologiche, chiese e cappelle, monumenti, porte e ponti). L’itinerario rappresenta una modalità semplice e valida di costruzione dell’offerta turistico-culturale. La sua efficacia è però collegata alla capacità di costruire un itinerario segnalato e ben organizzato che accompagna il visitatore nella conoscenza della cultura del territorio. Alcuni itinerari già esistono ma devono essere potenziati e riorganizzati in chiave turistica, con maggiore attenzione verso lo sviluppo dei servizi accessori che ruotano intorno all’itinerario. La creazione di una segnaletica, di servizi di visite guidate e altre attività che è possibile svolgere durante l’itinerario, l’integrazione con gli elementi enogastronomici sono passi indispensabili per la creazione di percorsi culturali-turistici. Tali percorsi diventano poi il contenuto da promuovere presso i diversi target di riferimento. Gli esempi in tal senso sono assai numerosi e vanno da quelli ormai più accreditati che sono “le strade del vino e dell’olio” con particolare riferimento a quelle della Toscana, ma altresì ci sono esempi di costruzione di itinerari culturali come “le strade dei castelli” in Val d’Aosta e Trentino, dove i Castelli diventono contenuto e contenitore da visitare. Ai turisti di diverse fasce di età vengono proposte attività di varia natura, dalla fiaba per i bambini alla degustazione per gli adulti. Lo sforzo richiesto è quello di integrare, e creare nuovo valore per il visitatore culturale. Tutto ciò si traduce in nuovi servizi culturali e turistici, in una promozione unica e in una segnaletica omogenea. All’interno dell’offerta della Borgogna (vedi benchmarking) sono presenti diversi percorsi tematici, quali: la via dei castelli, la rotta del vino, la via di Lamartine, sentieri dell’acqua, la rotta della natura e le tradizioni, i sentieri storici, ecc. 3. Concepire modalità per l’integrazione di servizi e prodotti (card, pacchetti all inclusive, trasferimenti da/per l’aeroporto-albergo, ecc., come ad esempio la card con servizi integrati un caso di 23 Il caso umbro oggi vede l’aggregazione di circa 39 musei, di cui 33 gestiti dalla società Sistema Museo, realizzata attraverso successive aperture delle sedi ad esposizione permanente al pubblico, e dove dal 1990 al 1997 si registrano incrementi medi dei visitatori di circa il 30% all'anno, raggiungendo un numero complessivo di mezzo milione di visitatori da basi di partenza praticamente nulle nel corso di un decennio. 107 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Stoccolma, Stockholm Card che integra servizi, sconti e offerte per tutto il territorio della città) 24 . La costruzione di un sistema di offerta culturale non è condizione necessaria perché la stessa diventi motivo di attrazione turistica, ma, al contrario, per esercitare un impatto positivo sulla domanda turistica serve costruire soluzioni che tengono conto di tutti gli altri elementi del viaggio. In particolare, se si guarda al processo di fruizione del turista è necessario sviluppare un modello che garantisca l’integrazione nelle fasi di seguito descritte (vedi fig. 2). Costruzione dell’offerta, da perseguire attraverso un dialogo costante fra operatori del turismo e operatori della cultura. Diverse possono essere le forme di dialogo dalla più semplice che consiste nell’organizzare insieme (alberghi, musei, trasporti, ecc.) pacchetti a fronte di eventi specifici, a quella più complessa di un’immagine unitaria che si traduce in una programmazione congiunta annuale, in una comunicazione integrata e in azioni mirate rispetto ai diversi target di riferimento. Nel costruire l’offerta si decide il posizionamento ed è un passaggio oggi sempre più indispensabile per avere successo sul mercato turistico. Promozione, fare promozione congiunta significa dar vita ad azioni sinergiche fra il settore del turismo e la cultura. Tutto ciò serve a far sì che il turista possa trovare facilmente le informazioni sulla destinazione e che le stesse siano complete e aggiornate, che possa avere tutte quelle indicazioni utili a farlo scegliere, che abbia la possibilità di prenotare e acquistare i servizi nel minor tempo possibile. Si tratta di: • • • • • • decidere insieme gli obiettivi da conseguire con la comunicazione; sviluppare un’immagine coordinata comune; scegliere messaggi e contenuti della comunicazione; dar vita a strumenti congiunti (brochure, sito internet, sit, call center, manifesti, ecc.); creare un modello di gestione e aggiornamento dell’informazione efficace; dar vita a strumenti telematici di prenotazione e acquisto on line. Erogazione dei servizi in loco, il turista culturale cerca l’esperienza, e questa è influenzata dalle attività che può svolgere in loco. In territori di dimensioni limitate risulta vincente riuscire a far vivere al turista una 24 Un altro esempio è rappresentato dalla “Carta Cinque Terre Card”. La card consente un numero illimitato di viaggi sui treni nella tratta: La Spezia - Levanto A/R in 2a classe, la fruizione dei servizi di mobilità interna nei vari paesi e frazioni delle Cinque Terre sui pulmini del Parco a propulsione elettrica e/o metano, l'accesso a tutti i percorsi pedonali, centri d'osservazione naturalistica, percorsi botanici, aree attrezzate, birdwatching e centri di accoglienza, gestiti dal Parco Nazionale delle Cinque Terre, la consultazione di tutte le pubblicazioni del Parco Nazionale delle Cinque Terre, inoltre con l'acquisto della carta vengono distribuiti: la mappa dei treni e dei sentieri, l'orario dei battelli, l'elenco dei prodotti e servizi garantiti dal parco. 108 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese vacanza facile, dove tutto è a portata di mano, dove l’agriturismo aiuta il suo ospite ad organizzare la visita guidata, e lo aiuta ad affittare una bicicletta, ecc. Questo offre al visitatore la percezione di trovarsi in un posto ospitale dove può abbandonarsi al piacere della scoperta “culturale” senza doversi preoccupare di ogni singolo elemento organizzativo. In una logica, poi, di sviluppo economico questo si traduce in una spesa più alta da parte del turista, perché maggiori sono le sue occasioni di consumo e più servizi sarà disposto ad acquistare. Post consumo, la fase del post consumo è strategica per procedere alla fidelizzazione del turista, sia locale che nazionale e internazionale. Essa rappresenta, inoltre, un’occasione per mettere a punto azioni di comarketing con il comparto enogastronomico. Infatti, quando si parla di post consumo si fa riferimento ad azioni volte a stimolare il ricordo del viaggio e a creare l’opportunità di un nuovo viaggio. News letter, azioni di direct marketing, community, sono tutti strumenti di customer relationship management che servono a conservare il rapporto con il cliente e, allo stesso tempo, sono un’occasione per promuovere le produzioni locali. Diversi sono gli esempi tra turismo, enogastronomia e artigianato che tentano di sfruttare le sinergie fra i tre comparti sia quando il turista è in loco che al suo rientro a casa. Ad esempio il portale www.inparma.it è un primo tentativo, ancora poco sviluppato di integrazione. 109 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Desid e rio d i vacanza Pos izion a ment o o fferta Ric e rca inf o rma z ioni O ffert a info rma z ioni Val u ta z ione a ltern at ive / decision e d i acq u isto A ttivi tà pr o mo z iona li Pren o tazion e de lla vacanza Pren o tazion e de lla vacanza CONSUMO VACANZA Acqu ist o de lla vacanza Vend ita d el la vacanza Spost a mento p e r la de s tina z ione O ffert a traspo rto Si s tema z ione in alloggio O ffert a a llog g io Fruizione d e l servizi o d i ri s tora z ione O ffert a ser v iz io d i ris tora z ione Ricerc a in forma z ioni cu ltura li/turi s tiche O ffert a info rma z iontoi su Offerta traspor riso rse culocale ltu ra li/tu ris tiche Spostame n to da lle risorse cultura li/turi s tiche O ffert Accoglienza a traspo rto loc a le Acquist o e/ o accesso al ser v izio Fruizione d e lla vi s ita At tiv ità ag g iuntiv e della vacanza Ric o rdo e val u ta z ione Vendita Accomateriale g lienza informativo in lo co O ffert a d eCRM i se rvi z i p e r la vis ita O ffert a a tt iv ità ag g iun tive dell a vacanza CRM 110 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese 11.3.3 Obiettivo 3: Miglioramento e controllo della qualità Per migliorare la qualità e avviare processi di controllo (obiettivo 3) le azioni da seguire sono di seguito elencate. 1. Creare un marchio di qualità per i diversi prodotti offerti (carta dell’ospitalità, certificazione d’origine corleonese, gambero rosso, marchio degli agriturismi, ecc.). Politiche comuni di valorizzazione del patrimonio del territorio possono risiedere nella creazione di un marchio del territorio che certifichi servizi turistici e culturali di qualità. Il marchio di qualità è uno strumento per: • creare e veicolare un’immagine unica dell’area; • comunicare in maniera semplice con il visitatore, che riconosce nel marchio una garanzia di qualità; • fare qualità; • controllare la qualità dei servizi turistici e culturali. La messa a punto di un marchio unico di qualità è un intervento articolato e complesso perché richiede la definizione di standard di qualità minimi da rispettare per ogni tipologia di servizi (ricettività, ristorazione, servizi culturali, ecc.). E’, altresì, vero che i vantaggi che il marchio produce sull’offerta superano gli sforzi necessari alla sua creazione. Infatti il marchio e il sistema di qualità, che attorno ad esso ruota, consentono alla destinazione di definire degli standard di qualità e di mantenerli nel tempo 25 . Il caso di Trentino è interessante perché in una logica di marketing territoriale integrato ha costruito un sistema di marchi governati da Trentino Spa, agenzia di marketing territoriale. Il marchio espressione del territorio può essere utilizzato a fronte del rispetto assoluto di un disciplinare dagli operatori dei settori di seguito descritti. Turismo: l'offerta ricettiva, i servizi d'intrattenimento, i prodotti turistici in genere, le strutture e le infrastrutture di supporto. 25 Un esempio di marchio di qualità ambientale è quello del Parco Nazionale delle Cinque Terre. (www.parconazionale5terre.it) Un altro esempio è rappresentato dalla Camera di Commercio di Novara che promuove la creazione di un marchio di qualità delle imprese turistiche. I marchi proposti sono tre: il marchio Quality Restaurants, attualmente assegnato a 58 ristoranti della provincia di Novara, il marchio Quality Hotels, che annovera 22 alberghi locali, il marchio Quality Campings, di cui si possono contare 5 campeggi del Novarese. 111 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese Agro-alimentare: la selvicoltura, la filiera foresta/legno, le produzioni tipiche che comprendono i prodotti agricoli locali, il comparto vitienologico, la produzione di latte e derivati, l'allevamento del bestiame e la troticoltura. Industria e Artigianato: con particolare riferimento al settore dei servizi e nuove tecnologie. Cultura e Formazione: l'attrattiva rappresentata dall'università, dai beni artistici ed architettonici che il Trentino può offrire. 2. Progettare e realizzare elementi di segnaletica distintivi dell’area (segnaletica stradale, didascalie museali o ai monumenti, pulizia di segnaletica in disuso, ecc). La segnaletica è uno degli strumenti più efficaci della comunicazione on site e per questo richiede una particolare attenzione e cura. Un progetto mirato di segnaletica turistica dell’area ben articolata sul territorio e capace di creare uno standard è uno strumento la cui efficacia matura in un tempo non inferiore ai 20 anni. 3. Dar vita ad un sistema di controllo della qualità. Nell’ambito dell’erogazione di servizi e produzioni turistico culturali si va sempre più affermando la centralità del tema della qualità. La crescita di una nuova cultura gestionale obbliga gli operatori che vogliano svolgere un ruolo culturalmente e socialmente rilevante, ad uscire dalla propria autoreferenzialità per considerare in modo sempre più preciso e circostanziato le esigenze del proprio utente, inteso nella sua complessità di fruitore reale o potenziale dell’offerta. È l’attenzione sistematica ad una domanda turistico-culturale sempre più esigente, informata ed attenta alla qualità dei servizi offerti, l’elemento che rende oggi competitivi un’azienda, un sito culturale e/o una destinazione. Da quanto premesso si evince chiaramente come la gestione della qualità rappresenti un obiettivo comune che deve essere condiviso e perseguito da tutti gli operatori dell’area. La definizione, la diffusione e l’applicazione di standard qualitativi è a questo punto fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi individuati. Un sistema di qualità serve a misurare la qualità oggettiva (lato impresa) e la qualità percepita (lato utente), che si possono leggere su due piani: strutturale, cioè relativo agli aspetti architettonici, spaziali e ambientali nei quali il servizio viene erogato; funzionale, cioè relativo alle modalità in cui il servizio viene erogato. Un sistema di qualità deve servire a far sì che la destinazione sia capace di garantire all’utente un servizio migliore a parità di sforzi sostenuti, ovvero un servizio più coerente alle sue esigenze. Pertanto è opportuno creare un sistema che offra: • agli operatori la possibilità di migliorare costantemente il servizio offerto ai loro utenti; 112 Programma di valorizzazione culturale dell’Alto Belice Corleonese • agli utenti la possibilità di valutare la qualità dei servizi offerti dall’area mediante il concetto di community e di scambio di esperienze. Il sistema di rilevazione della qualità deve tener conto delle differenze sostanziali esistenti tra: le diverse tipologie di operatori, gli ambiti da indagare, i servizi da misurare, le diverse tipologie di utenti. Un sistema organizzato in questo modo, se funzionante, ha il vantaggio generale di fidelizzare l’utente, aumentando il grado di partecipazione e di conseguenza il mercato di riferimento della destinazione 26 . 26 Un esempio di sistema di qualità nel turismo è QUALITUR, che attraverso un riconoscimento per tutte quelle aziende che, operando nel settore turistico, si distinguono per il loro operato, sensibilizza gli operatori verso modalità e standard di qualità della propria offerta. Un altro esempio di certificazione di itinerari culturali è il progetto europeo Ciste, progetto di cooperazione interregionale di sviluppo economico, cofinanziato dalla Commissione Europea e dalle Regioni partner. Il progetto si propone di offrire ad una clientela più ampia possibile un servizio gratuito di informazione, di prenotazione e di vendita di itinerari certificati. Mediante l’Associazione omonima il progetto ha cominciato ad accogliere i primi itinerari, che rientrano nella procedura di certificazione. Sono stati identificati nella prima fase di realizzazione 250 siti culturali che seguono la procedura di certificazione. Altri 170 siti associati (Uffici del Turismo) e di servizio (ristorazione) sono in processo d'integrazione. Un regolamento interno o "Capitolato d’oneri degli itinerari turistici e culturali europei" fissa le condizioni di certificazione dei siti e degli itinerari. 113