Individuazione obiettivi operativi delle politiche del lavoro e della
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Individuazione obiettivi operativi delle politiche del lavoro e della
Assessorato al Lavoro e occupazione Formazione professionale – Pubblica Istruzione Dipartimento Economia e Sviluppo Servizio Programmazione, Controllo e Valutazione POR FSE 2007-2013 Individuazione obiettivi operativi delle politiche del lavoro e della formazione 2 Indice Introduzione p. 5 Obiettivo 1: Sviluppare e consolidare i servizi all’impiego provinciali p. 7 1.1 1.2 1.3 1.4 1.5 1.6 1.7 1.8 Interventi di orientamento tesi a favorire scelte individuali consapevoli Interventi di potenziamento dell’occupabilità delle persone in cerca di lavoro Agenzia provinciale per la gestione delle politiche attive del lavoro: interventi di potenziamento del servizio di incontro domanda/offerta di lavoro Agenzia provinciale per la gestione delle politiche attive del lavoro: interventi di marketing e di sviluppo dei servizi consulenziali alle imprese Interventi di potenziamento del raccordo con gli attori locali e implementazione della rete partenariale a sostegno dei percorsi di integrazione e reinserimento socio-lavorativo Intervento di sviluppo della banca dati delle competenze Intervento di implementazione del portale internet tematico Interventi di sviluppo delle competenze professionali degli operatori CPI Obiettivo 2: Realizzare interventi straordinari in risposta alla crisi economica 2.1 2.2 2.3 p.17 Interventi di anticipo della cassa integrazione e monitoraggio del tavolo tecnico Interventi integrati volti al potenziamento delle competenze dei lavoratori colpiti dalla crisi economica Interventi per facilitare l’accesso al credito a favore delle piccole e medie imprese Obiettivo 3: p. 21 Potenziare la formazione professionale per il primo inserimento e per lo sviluppo delle competenze delle persone in cerca di lavoro e dei lavoratori 3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 3.6 Interventi di formazione per l’inserimento lavorativo dei giovani Interventi formativi rivolti alle persone disoccupate Interventi di alta formazione con il coinvolgimento del sistema universitario Interventi di sostegno alla formazione durante l’intero arco della vita Interventi di analisi dei fabbisogni formativi emergenti a livello locale Intervento finalizzato alla istituzione del “libretto formativo” individuale Obiettivo 4: p. 31 Sostenere l’inserimento lavorativo delle persone in cerca di lavoro 4.1 4.2 Interventi di sostegno al reddito per giovani in ingresso nel mondo del lavoro tramite l’esperienza del tirocinio Interventi di incentivazione per l’inserimento e il reinserimento al lavoro 3 Obiettivo 5: Sostenere l’inserimento lavorativo delle persone in difficoltà nel mercato del lavoro 5.1 5.2 5.3 5.4 5.5 Interventi volti alla incentivazione delle assunzioni di persone in condizione di precarietà occupazionale Interventi integrati di sostegno all’inserimento lavorativo a favore di soggetti in condizione di svantaggio per combattere ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro Interventi integrati di promozione dell’occupazione dei lavoratori con disabilità Interventi di diffusione della responsabilità sociale delle imprese Interventi di servizio pubblico in rete con i Comuni: i “cantieri di lavoro” Obiettivo 6: Aumentare la partecipazione femminile al mercato del lavoro 6.1 6.2 7.3 9.2 9.3 9.4 p. 53 Interventi di supporto allo sviluppo di idee di impresa Interventi di consulenza per la creazione d’impresa Interventi di tutoraggio e consulenza a sostegno delle imprese neo-costituite Obiettivo 9: Rinforzare i sistemi di informazione, monitoraggio, controllo e valutazione relativi agli interventi di promozione dell’occupazione e della formazione 9.1 p. 47 Interventi di promozione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro Interventi per favorire il prolungamento dell’attività professionale e l’invecchiamento attivo Interventi di integrazione dei migranti nel mercato del lavoro e di sviluppo del servizio di mediazione interculturale Obiettivo 8: Favorire lo sviluppo di nuove imprese sul territorio 8.1 8.2 8.3 p. 43 Interventi di sostegno alle attività di cura volti ad incrementare le opportunità di accesso al mercato del lavoro Interventi di sostegno all’emersione del lavoro di assistenza alla persona Obiettivo 7: Promuovere interventi per la buona occupazione 7.1 7.2 p. 35 p. 57 Interventi di comunicazione strategica integrata volta al governo del mercato del lavoro locale Intervento di sviluppo del sistema di monitoraggio dei risultati delle politiche Interventi per l’adeguamento del sistema di controllo delle azioni di promozione dell’occupazione e della formazione Interventi di valutazione dell’impatto delle politiche attuate in riferimento alla realtà occupazionale del territorio provinciale 4 INTRODUZIONE Il presente documento descrive gli obiettivi operativi delle politiche del lavoro e della formazione professionale in raccordo con la più generale pianificazione strategica Provinciale. L’Amministrazione Provinciale intende realizzare lo sviluppo occupazionale del territorio integrando le risorse disponibili a valere sul fondo nazionale, regionale e provinciale con i finanziamenti comunitari. L’arco temporale 2007-2013, coincidente con la nuova programmazione POR FSE, è il periodo di riferimento per l’individuazione degli obiettivi di seguito presentati; peraltro si evidenzia come alcuni interventi abbiano già trovato implementazione nel biennio 2007/2009. Per quanto riguarda l’articolazione operativa degli interventi, il periodo di riferimento corrisponde ad un arco temporale pluriennale. Si è infatti considerato che le azioni progettuali debbano essere pronte a subire ritarature in corso d’opera al fine di garantire un efficace fronteggiamento delle criticità emergenti a livello locale. Lo sviluppo del presente documento ha come intenti principali: delineare gli indirizzi operativi delle politiche del lavoro e della formazione; mettere in rilievo le specificità legate alla fase di realizzazione degli interventi; permettere una valutazione oggettiva dei risultati; guidare la successiva riprogrammazione degli interventi; evidenziare l’ottica di semplificazione/ottimizzazione che intende permeare le politiche del lavoro e della formazione. Di seguito verranno esposti gli obiettivi prioritari, gli interventi in corso di attuazione e quelli in previsione a valere sui prossimi tre anni. Il Direttore del Dipartimento Economia e Sviluppo della Provincia di Alessandria Gianni Mogni L’Assessore al Lavoro e Occupazione Formazione Professionale e Pubblica Istruzione della Provincia di Alessandria Massimo Barbadoro 5 6 OBIETTIVO 1 SVILUPPARE E CONSOLIDARE I SERVIZI ALL’IMPIEGO PROVINCIALI Il contesto dei servizi pubblici a sostegno dell’occupazione e della formazione si è sviluppato e specificato in Italia negli ultimi 10 anni attraverso i Centri per l’Impiego provinciali. A fronte di questo significativo periodo di attività, la Provincia di Alessandria può iniziare ad accennare linee di valutazione che permettono di indirizzare ancora meglio l’offerta dei servizi per l’occupazione a disposizione dei cittadini e delle imprese. Di seguito il bacino di utenza potenziale dei servizi all’impiego provinciali. Persone iscritte ai Centri per l'Impiego Provinciali Iscritti al 30/06/2009 F M Acqui Terme 2.959 1.802 Alessandria 5031 3844 Casale Monferrato 3931 2946 Novi Ligure 2591 1500 Tortona 2277 1614 Tot. 16.789 11.706 Totale 4.761 8875 6877 4091 3891 28.495 In riferimento alle persone in cerca di occupazione ed alle imprese che offrono lavoro, si evidenziano a livello territoriale alcune esigenze che possono indirizzare l’azione futura di specializzazione dei servizi: garanzia della accessibilità e disponibilità dei servizi all’impiego, ovvero della piena operatività dei 7 uffici dislocati nei 7 centri-zona della provincia; garanzia di professionalità specializzate e competenti a disposizione dei servizi; personalizzazione del servizio alle persone ed alle imprese, ovvero politiche più mirate alle specificità degli utenti; potenziamento del raccordo con la rete locale dei servizi; sviluppo di una visione di scenario in grado di anticipare il manifestarsi dei bisogni e permettere quindi una programmazione più mirata degli interventi. Per rispondere a tali esigenze la Provincia metterà in campo i seguenti interventi: azioni di orientamento tese a favorire scelte individuali consapevoli; interventi di potenziamento dell’occupabilità delle persone in cerca di lavoro; agenzia provinciale per la gestione delle politiche attive del lavoro: potenziamento del servizio di incontro domanda/offerta di lavoro; agenzia provinciale per la gestione delle politiche attive del lavoro: azioni di marketing e di sviluppo dei servizi consulenziali alle imprese; potenziamento del raccordo con gli attori locali e implementazione di una rete partenariale in grado di sviluppare percorsi di integrazione e reinserimento socio lavorativo; sviluppo della banca dati delle competenze; implementazione del portale internet tematico; interventi di sviluppo delle competenze professionali degli operatori CPI. 7 1.1 Interventi di orientamento tesi a favorire scelte individuali consapevoli Gli interventi di orientamento che la Provincia si propone di attivare non possono che partire dallo specifico supporto richiesto dai giovani che vivono in prima persona fasi critiche di transizione che vanno dall’istruzione alla formazione fino all’inserimento nel mercato del lavoro. La finalità orientativa dei servizi offerti dai CPI agli studenti in obbligo di istruzione (13-16 anni) vuole favorire il successo formativo cercando di prevenire e contrastare la dispersione scolastica, con particolare attenzione alla fase cruciale di passaggio dalla scuola secondaria di primo grado alla secondaria di secondo grado. La gamma di servizi provinciali proposti agli studenti in questa fascia di età (colloqui individuali, seminari di gruppo, ecc.) è caratterizzata da un approccio fortemente “informativo” ovvero: centralità alle azioni informative/formative nelle classi seconde e terze della scuola secondaria di primo grado, in ottica di prevenzione del disagio e della dispersione; potenziamento delle azioni informative nei primi due anni dei percorsi del secondo ciclo di istruzione e di FP fino al compimento del sedicesimo anno; semplificazione dell’offerta delle azioni di orientamento per rendere i servizi più immediati e fruibili dagli studenti. Gli operatori specializzati dei SPI provinciali che si rivolgono ad adolescenti e giovani che hanno assolto l’obbligo di istruzione (16-22 anni) intervengono nello specifico per contrastare la dispersione scolastica e formativa attraverso azioni di rimotivazione e orientamento destinate a chi ha interrotto la frequenza dei corsi nel sistema istruzione o FP: le azioni consulenziali vogliono in questo modo favorire il conseguimento di una qualifica professionale o di un diploma. A questa fascia di età appartengono anche molti giovani inoccupati già in possesso di qualifica professionale o di un diploma secondario ma privi di esperienza lavorativa; i servizi a loro disposizione devono cercare di potenziare la loro occupabilità e sostenere l’inserimento nel mercato del lavoro, ad esempio attraverso la proposta e accompagnamento/tutoraggio di un’esperienza di tirocinio realizzata in una realtà aziendale del territorio. I servizi all’impiego rivolti a questa fascia di età hanno in sintesi come obiettivo principale quello di sostenere i ragazzi nelle fasi più problematiche del percorso scolastico/formativo e soprattutto favorire scelte individuali consapevoli durante ed al termine dei percorsi di istruzione/formazione. L’efficacia delle azioni di orientamento rivolte a studenti, adolescenti e giovani del territorio provinciale vuole essere potenziata dalla promozione di un sistema integrato di orientamento che prevede opportune forme di integrazione tra i vari attori sociali ed istituzionali del territorio, sempre nel rispetto delle differenti specificità d’ambito. Sempre in tale ottica, è prevista l’attivazione di specifiche azioni di accompagnamento rivolte a genitori ed insegnanti del territorio che intendono da un lato massimizzare l’efficacia delle azioni rivolte ai giovani e dall’altro raccogliere spunti e sollecitazioni per riprogettare ed evolvere gli interventi stessi. 8 1.2 Interventi di potenziamento dell’occupabilità delle persone in cerca di lavoro Sempre più spesso i servizi all’impiego provinciali si trovano a rivolgere le proprie azioni di supporto a soggetti in cerca di occupazione con gravi deficit di occupabilità e/o con gravi difficoltà di inserimento o reinserimento nel mercato del lavoro. Per sostenere l’inserimento e il reinserimento lavorativo la Provincia deve pertanto perseguire il miglioramento delle capacità di ricerca attiva del lavoro dei soggetti presi in carico ed il rafforzamento del livello di occupabiltà ai fini dell’incremento dei livelli occupazionali. Si intende dunque rafforzare i servizi erogati attraverso i Centri e Sportelli per l’impiego. Il potenziamento dei servizi di accoglienza e informazione orientativa avrà lo scopo di fornire informazioni sulle politiche del lavoro, sui servizi all’impiego e le relative opportunità, nonché sugli aspetti quantitativi e qualitativi concernenti le figure professionali e il sistema scolastico e professionale. Il servizio non si dovrà limitare soltanto ad una prima interazione con l’utente, ma si dovrà configurare in modo articolato come un insieme di azioni di ascolto e di valutazione del bisogno e della domanda della persona, di messa in relazione con il sistema di servizi provinciali e con quelli in rete territoriale. Importante è che l’attività preveda anche l’attivazione di servizi di documentazione rivolti agli utenti, con la messa a disposizione di strumenti multimediali e di materiali vari riguardanti il lavoro, la ricerca di lavoro, le opportunità di formazione, le professioni, l’orientamento professionale e tutto quello che può interessare l’utente del Centro per l’impiego. Si considerano strumenti rilevanti per il miglioramento dei livelli di occupabilità delle persone anche i servizi di orientamento e consulenza orientativa finalizzati al sostegno dell’utente nei processi di transizione dalla formazione al lavoro, da lavoro a lavoro o da condizioni di disoccupazione al reinserimento lavorativo. I servizi specialistici costituiscono strumenti avanzati di intervento pubblico per la realizzazione delle politiche attive del lavoro sul territorio e si caratterizzano per un elevato livello di personalizzazione e professionalizzazione delle azioni di supporto. Con i colloqui orientativi individuali si mira a far emergere le caratteristiche ed i bisogni del lavoratore sul piano professionale, a presentare ed illustrare i servizi offerti dalla struttura, a consentire una azione valutativa da parte dell’operatore in rapporto alla possibile attivazione di forme di sostegno e supporto all’inserimento lavorativo. Nell’ambito del colloquio possono essere inoltre integrate azioni di informazione personalizzata e di accesso ai servizi di preselezione. L’attività di consulenza orientativa consiste in interventi informativi e di analisi delle difficoltà che ostacolano l’accesso ad una occupazione, interventi che permettono di definire aspetti decisionali e di razionalizzazione della ricerca di lavoro. Le attività proposte tendono a sviluppare una capacità di autoorientamento tramite la sollecitazione di un ruolo attivo da parte del soggetto nella ricerca di una soluzione occupazionale in forma dipendente o autonoma, nell’addestramento a reperire informazioni e ad utilizzarle in maniera efficace. I servizi di consulenza orientativa possono essere erogati sia in forma individuale che in gruppo. Attraverso la prima modalità si raggiunge una maggiore individualizzazione del servizio nella predisposizione di un progetto professionale. A favore delle persone con esperienze lavorative e formative significative e articolate è possibile mettere a punto un percorso approfondito di analisi e bilancio delle competenze acquisite al fine di una ricollocazione nel mercato del lavoro. Attraverso la modalità di gruppo o formazione orientativa di gruppo si interviene proponendo moduli di breve durata destinati a gruppi di utenti con omogenei fabbisogni informativi/formativi allo scopo di favorire l’apprendimento e l’affinamento delle tecniche di ricerca attiva di lavoro. Per rendere pienamente efficaci le azioni di potenziamento dell’occupabilità si ritiene utile poter contare sul supporto di professionalità forti definibili come referenti dell’inserimento lavorativo, che svolgano funzioni di accompagnamento alla transizione al lavoro e azioni personalizzate di mediazione tra la persona ed il contesto di riferimento. Le attività possono essere attuate tramite colloqui individuali in più incontri a cadenza settimanale o mensile, occasioni strettamente correlate alle azioni di ricerca attiva del lavoro o allo svolgimento di un tirocinio formativo e di orientamento o di un percorso formativo finalizzato alla qualificazione/riqualificazione professionale. 9 1.3 Agenzia provinciale per la gestione delle politiche attive del lavoro: interventi di potenziamento del servizio di incontro domanda/offerta di lavoro Nell’ambito dello sviluppo delle politiche attive del lavoro ha assunto sempre maggiore rilevanza l’attenzione al sistema della domanda di forza lavoro espressa dalle aziende. A tal fine la Provincia ha introdotto già da qualche tempo nella sua organizzazione strutturale le “Agenzie per la gestione delle politiche attive del lavoro”. La Provincia considera strategica l’azione delle suddette Agenzie le quali, al loro interno, devono ulteriormente sviluppare la “linea dedicata” di servizi offerti alle imprese attraverso un continuo miglioramento del servizio di incrocio domanda/offerta di lavoro e un progressivo rafforzamento del rapporto di fidelizzazione dell’azienda: è la strada da percorrere non solo per incrementare il numero di posti di lavoro ma anche per conoscere in maniera puntuale ed approfondita i fabbisogni professionali delle realtà produttive e di servizio e poter di conseguenza effettuare un utile collegamento con il servizio di formazione professionale dedicato. Per la Provincia dunque l’esigenza generale di potenziamento dei servizi rivolti alle imprese nasce dalla duplice prospettiva di incanalare verso un concreto sbocco occupazionale gli interventi di sostegno orientativo che coinvolgono le persone prese in carico ai servizi e di proseguire il trend di fidelizzazione del rapporto con il mondo aziendale locale già utilmente perseguito dai servizi provinciali all’impiego nel precedente periodo di programmazione comunitaria. Si ritiene fondamentale promuovere lo sviluppo dei servizi di incontro tra domanda ed offerta di lavoro per rendere più rapidi i tempi di inserimento o ricollocazione dei lavoratori e per rendere il mercato del lavoro più dinamico. L’incontro tra domanda ed offerta di lavoro può essere realizzato attraverso modelli operativi diversificati in base ai settori specifici cui ci si rivolge o a seconda delle particolari categorie di lavoratori che si intende sostenere e promuovere. L’efficacia del servizio si basa su un sistema informativo implementato continuamente dalle informazioni curricolari riguardanti i lavoratori e dalle informazioni identificative delle aziende con focus specifici sulle caratteristiche delle posizioni vacanti al loro interno; i dati contenuti nel sistema informativo assumono una valenza importante anche ai fini di un monitoraggio costante della situazione occupazionale provinciale il più possibile rispondente alle specificità dei singoli bacini per l’impiego che compongono di cui è composta la nostra provincia. Il servizio di preselezione svolge nello specifico la funzione di intermediazione tra la richiesta di professionalità espressa dalle aziende e le competenze ed aspirazioni degli utenti presi in carico dai Centri per l’impiego; le informazioni relative ai saperi professionali, alle aspettative, alle disponibilità personali ed ai vincoli dell’utente saranno incrociate con i requisiti della domanda aziendale intercettata. L’impresa viene supportata da operatori specializzati nella formulazione della propria domanda di lavoro e nella sua diffusione attraverso modalità differenziate a seconda dei profili ricercati: presso i centri per l’impiego provinciali sono messe a disposizione e divulgate al pubblico le opportunità occupazionali e le offerte di lavoro per le quali le imprese del territorio hanno richiesto la preselezione degli uffici provinciali. Gli operatori dei servizi all’impiego realizzano interviste semistrutturate volte alla raccolta di informazioni relative ai saperi professionali delle persone in cerca di lavoro, alle loro aspettative, alle specifiche disponibilità ed eventuali vincoli dell’utente; successivamente si procede nell’incrocio dei requisiti della domanda aziendale con le caratteristiche dei candidati disponibili. I centri e sportelli per l’impiego gestiscono, in collaborazione con i soggetti competenti, il servizio Eures quale punto di riferimento informativo e di orientamento sul mercato del lavoro dell’Unione Europea con il fine di favorire e supportare la mobilità geografica e professionale dei lavoratori; in particolare sono proposte informazioni sulle condizioni di vita e di lavoro nei paesi membri e sulle opportunità di occupazione disponibili. 10 1.4 Agenzia provinciale per la gestione delle politiche attive del lavoro: interventi di marketing e di sviluppo dei servizi consulenziali alle imprese In continuità con l’azione di potenziamento del servizio di preselezione offerto alle aziende del territorio, la Provincia intende dare continuità allo sviluppo delle azioni di marketing a favore delle imprese e più in generale al consolidamento di un area dei servizi all’impiego che considera a tutto tondo le esigenze delle realtà produttive e risponde in termini di offerta di servizi per il lavoro. Il modello di intervento cui si vuole dare continuità considera non solo cosa richiede il sistema delle imprese ma anche quali bisogni vi sono alla base e da quali variabili vengono influenzati, cercando poi in ottica consulenziale di anticipare e proporre soluzioni alle differenti esigenze organizzative. La rimodulazione organizzativa attuata costituisce una risposta ad alcune esigenze di “riposizionamento” strategico così sintetizzabili: riorganizzazione dei ruoli all’interno dei Servizi pubblici per l’Impiego e costituzione di équipe di lavoro strutturate; adozione di una strategia orientata allo sviluppo di relazioni intenzionali e strutturate con le imprese, unita all’attitudine a erogare i servizi presso il cliente finale e a lavorare per “obiettivi”; consolidamento e standardizzazione del servizio alle imprese nel lungo periodo diffondendo l’uso di strumenti e metodologie comuni a tutti i servizi delle provincia. Ruolo cardine in questa nuova visione, oltre all’operatore CPI dedicato all’incrocio domanda/offerta, è quello del referente marketing chiamato ad analizzare il contesto socioeconomico del territorio, ad intercettare la domanda dell’impresa ed a promuovere direttamente in azienda i servizi del CPI. In ottica di progressivo miglioramento, questa figura professionale sarà chiamata a curare sempre più l’attività di marketing nei confronti dell’utenza “qualificata” attraverso il contatto con Scuole ed Università. Nello specifico gli obiettivi espliciti che derivano da questo nuovo atteggiarsi dell’intervento pubblico sul fronte delle politiche del lavoro e dei servizi alle imprese possono definirsi come segue: promuovere i servizi offerti di preselezione, consulenza normativa, tirocinio, ecc.; promuovere l’accesso alla formazione e riqualificazione di tutti i dipendenti; migliorare la comunicazione tra attori dello sviluppo locale (aziende, associazioni di categoria, sindacati, enti di formazione professionale) e servizio pubblico all’impiego; gestire l’incrocio domanda/offerta di lavoro attraverso metodologie strutturate e monitorabili; informare sulle agevolazioni riconosciute alle imprese sotto forma di incentivi all’assunzione e/o sull’utilizzo degli strumenti di politica passiva e delle misure di fronteggiamento delle situazioni di criticità; favorire la fidelizzazione dei datori di lavoro rispetto al servizio pubblico; creare delle figure professionali di riferimento per le aziende per la gestione di progetti di inserimento lavorativo; seguire un piano di implementazione del servizio in oggetto e rispettare veri e propri piani marketing. Non è da sottovalutare, inoltre, che questa nuova impostazione può rivelarsi importante strumento per veicolare e promuovere le iniziative progettuali che l’Ente predispone, per esempio in ambito POR, nei confronti delle imprese; senza dimenticare poi che le visite in azienda consentono un approccio più attivo degli operatori verso le dinamiche del mercato del lavoro locale ed una conoscenza più approfondita del territorio. Nella consapevolezza che ogni intervento per l’occupabilità è al tempo stesso rivolto alle imprese ed ai lavoratori, in quanto realizza necessariamente una azione che incide sulla prospettiva, sulle opportunità e sulle condizioni del territorio, la scelta del rafforzamento dei servizi alle imprese diventa veicolo di promozione di politiche attive del lavoro ed è una scelta utile per tutti i livelli di intervento sulla tematica del sostegno all’occupazione. 11 1.5 Interventi di potenziamento del raccordo implementazione della rete partenariale a integrazione e reinserimento socio-lavorativo con gli sostegno attori locali dei percorsi e di La Provincia intende sostenere il potenziamento del raccordo con gli attori che in rete territoriale si occupano di funzioni complementari a quelle proprie dei servizi all’impiego provinciali; dette funzioni infatti prevedono attività tese a favorire lo sviluppo occupazionale e possono quindi potenziare gli interventi attuati in questo ambito dalla Provincia stessa. Gli interlocutori privilegiati della rete a cui guardare sono senz’altro le realtà comunali. Attraverso l’erogazione di servizi al cittadino (informagiovani,…) ed alle imprese (sportello unico attività produttive,…), i Comuni infatti svolgono un ruolo importante di prima informazione e “smistamento” verso servizi più specialistici quali quelli del CPI e della Formazione professionale. È indubbio in questo caso il ruolo importante giocato dagli operatori in funzione della valorizzazione delle opportunità e dei servizi stessi. Per quanto riguarda poi le politiche socio-assistenziali agite dai Comuni e dedicate al target svantaggio, è evidente quanto solo un intervento che comprenda professionalità e competenze complementari possa incidere significativamente sulle condizioni che determinano lo svantaggio stesso:nel concreto, azioni di sostegno al reddito e di intervento emergenziale attuate dai servizi sociali comunali debbono essere integrate da politiche a sostegno della ricerca di una occupazione proposte dagli operatori specializzati dei CPI provinciali. Con questo spirito di fondo i CPI sono stati progressivamente coinvolti a livello territoriale nella elaborazione dei Piani di zona socio-assistenziali e sociosanitari dei Consorzi dei sette centrizona che compongono la nostra provincia. Il punto di vista degli operatori dei CPI dedicati all’inserimento lavorativo è stato così espresso nell’ambito della programmazione dei servizi socioassistenziali e sociosanitari alfine di contribuire a promuovere e realizzare una rete integrata ed efficiente di servizi locali in grado di assicurare risposte efficaci ai bisogni delle persone. Il Piano nello specifico parte da una puntuale rilevazione dei servizi erogati nel territorio di riferimento per poi giungere alla individuazione degli obiettivi strategici di sviluppo e delle priorità di intervento, nonché alla specificazione degli strumenti e dei mezzi per la relativa realizzazione. La fase di rilevazione dei dati ha pertanto la finalità di offrire un quadro conoscitivo delle problematiche del territorio e dell’articolazione del sistema di offerta dei servizi; sulla base delle informazioni rilevate devono essere evidenziate le potenzialità e le criticità riscontrate, sottolineando cosa nei diversi settori funziona e cosa invece necessita di miglioramento. Aspetto importante è inoltre l’integrazione dei programmi definiti dal piano con i diversi settori della vita sociale e fra le diverse politiche:il piano di zona deve contenere una valutazione delle esperienze già in corso ed individuare una progettualità in grado di avviare forme di integrazione fra le politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, culturali, urbanistiche ed abitative. La procedura per l’adozione del piano di zona vede la partecipazione di tutti i soggetti pubblici e privati operanti nell’ambito dei servizi sociali e si conclude con l’adozione del piano di zona attraverso un apposito Accordo di Programma sottoscritto da tutti i soggetti istituzionali del territorio, accordo all’interno del quale trovano definizione operativa i rispettivi interventi per il raggiungimento degli obiettivi condivisi in fase di elaborazione e coprogettazione. In tale documento programmatorio non può che essere rilevata la forte correlazione tra servizi all’impiego provinciali e strutture dell’ASL che in maniera complementare possono supportare inserimenti lavorativi di persone in situazione di disagio ( SERT, salute mentale,..) . La redazione dei sette Piani di Zona vuole in definitiva costituire un punto di svolta per la rete territoriale dei servizi al cittadino; in questo senso i CPI e gli operatori dei servizi in rete saranno chiamati sempre più a: superare la frammentazione dei servizi e le rigidità organizzative; rinforzare il lavoro di accompagnamento delle persone dentro le reti dei servizi (specie per l’utenza debole, l’accesso al servizio non è sufficiente, bisogna svolgere un’efficace azione di accompagnamento); superare l’asimmetria informativa tra servizi e persone; far conoscere al cittadino tutte le risorse esistenti a sua disposizione; potenziare il livello di comunicazione non solo quello informativo. 12 Forti di tali premesse di contesto, i progetti di inserimento lavorativo che si realizzeranno a favore del target svantaggio potranno avvalersi di una partnership di sviluppo locale animata dai CPI che: - progetterà azioni che badino alla concretezza di un intervento di rete complessa, rete che ambisce così ad essere non solo vicina al cittadino ma anche accessibile e fruibile : l’esperienza dei partenariati dell’IC EQUAL ha evidenziato come, a fronte di risultati significativi sugli utenti coinvolti nello sviluppo progettuale, spesso una rete formalizzata molto articolata possa diventare difficile da gestire ed il rischio diventi quello di porre troppo attenzione al suo funzionamento e minor attenzione ai beneficiari finali; -contrasterà la tendenza a realizzare interventi di contrasto a situazioni di difficoltà, sofferenza, crisi di persone, imprese, territori, ritenendo superfluo il coinvolgerli direttamente e attivamente in tutte le fasi del progetto, a partire dalla importante identificazione dei loro problemi:tale atteggiamento ha spesso generato interventi inefficaci, causando frustrazione nelle aspettative di persone, con riflessi negativi su ambito familiare e sociale, e imprese,con conseguenze sfavorevoli per le mancate opportunità di inserimento in azienda; -adotterà un linguaggio il più possibile comune e condiviso tra gli operatori appartenenti a strutture differenti ma chiamati ad operare sinergicamente a favore dello stesso utente in funzione dell’inserimento lavorativo: un occasione di più stretta integrazione tra i sistemi che operano nel campo del collocamento mirato sarà ad esempio fornita dall’applicazione del nuovo sistema di classificazione della disabilità ICF, nuovo modello che richiederà formazione specifica agli operatori di tutta la rete territoriale che opera in questo settore; - realizzerà un più attento monitoraggio delle differenti fasi progettuali e delle scelte operative correlate (la corretta ed esaustiva identificazione dei problemi, la coerenza degli obiettivi rispetto ai problemi individuati, la scelta di indicatori di misurabilità oggettivi e verificabili, l’individuazione di condizioni esterne in grado di influenzare il progetto,…); - non limiterà il controllo agli aspetti amministrativi/contabili, ma realizzerà forme di monitoraggio funzionali alla verifica dell’impatto degli interventi sul territorio e della conseguente ricaduta sul piano istituzionale e politico. In questo modo il 2010, Anno europeo della lotta alla povertà ed all’esclusione sociale, potrà trovare una significativa declinazione nell’ambito del nostro territorio provinciale e degli interventi di sostegno all’occupazione. 13 1.6 Intervento di sviluppo della banca dati delle competenze Allo scopo di supportare l’operatività e migliorare la qualità dei servizi all’impiego, si intende potenziare l’implementazione progressiva della banca dati dei lavoratori investendo sulle competenze. Ciò consentirà di avere a disposizione uno strumento di grande rilevanza per facilitare da un lato le attività di preselezione ed incrocio domanda offerta, dall’altro per comporre un quadro aggiornato sulla disponibilità e tipologia di competenze presenti nel mercato del lavoro locale. La metodologia e il sistema consentono di effettuare il “bilancio di prossimità” facendo emergere caratteristiche professionali eterogenee. Con tale strumento si vuole quindi anche andare a valutare la vicinanza delle competenze dichiarate dall’utente con le aree professionali in banca dati così da riuscire ad identificare i profili a cui è più prossimo e su cui può essere indirizzata la ricerca di lavoro o di potenziamento formativo. L’obiettivo è riqualificare complessivamente il percorso formativo e professionale del lavoratore per valorizzare le esperienze acquisite in ambito scolastico, lavorativo e nel corso della vita. Quest’analisi amplia lo scenario di opportunità occupazionali, attraverso la riqualificazione professionale, offrendo un maggiore ventaglio di possibilità lavorative e formative. Nello specifico si prevede di incentivare l’incontro domanda offerta attraverso: - la mappatura dei profili professionali dei lavoratori e delle qualifiche che le aziende richiedono: consente agli operatori di considerare tutti i settori produttivi verso i quali il candidato può essere spendibile, individuando soprattutto sbocchi occupazionali nuovi e non prevedibili; alle aziende, invece, consente di analizzare le caratteristiche specifiche dei profili professionali presenti al proprio interno, permettendo una visione più completa dei propri fabbisogni, orientando in modo strategico la selezione di futuri candidati con caratteristiche prossime alle richieste aziendali; - l’accesso alle aziende della banca dati delle competenze: l’idea è di attivare una “rete telematica per il lavoro”, accessibile via internet, per i soggetti (associazioni di categoria, sindacati, ordini professionali, università, aziende,…) che sottoscriveranno un’apposita convenzione che consentirà agli stessi l’utilizzo dei servizi di preselezione e pubblicazione delle offerte di lavoro; questa evoluzione permetterà la creazione di un punto unico di raccolta e consultazione di informazioni per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, con caratteristiche di omogeneità, sistematicità ed alto contenuto informativo. 1.7 Intervento di implementazione del portale internet tematico La costante diffusione della conoscenza e dell’utilizzo degli strumenti informatici tra le persone, utenti e imprese, che usufruiscono dei servizi al lavoro provinciali, impone una ridefinizione e sistematizzazione del sito internet riguardante le aree del lavoro e della formazione professionale, con una dinamizzazione delle notizie ed informazioni presenti. Internet è un moderno veicolo comunicativo dove deve essere possibile trovare ciò che si cerca nel minor tempo possibile, con informazioni facilmente accessibili, comprensibili e di qualità. Il sito tematico rappresenterà sempre più il primo contatto con i possibili interlocutori dei servizi all’impiego e l’obiettivo prioritario sarà una efficace presentazione di tutte le iniziative progettuali e attività rivolte ai cittadini e aziende del territorio. 14 1.8 Interventi di sviluppo delle competenze professionali degli operatori CPI La sperimentazione e la conseguente messa a sistema di servizi sempre più rispondenti alle esigenze delle persone in cerca di occupazione e delle imprese del territorio non può che essere accompagnata da un sistema provinciale di servizi all’impiego che vede nello sviluppo delle competenze dei propri operatori un aspetto qualificante ed irrinunciabile. Nel corso degli ultimi anni si è andato sempre più affermando nel mondo del lavoro un nuovo concetto di professionalità basata sulle competenze, acquisibili in diversi contesti (scuola, formazione, lavoro), flessibili, adattabili, in connessione fra loro. In questo contesto anche nell'ambito della progettazione delle attività formative è stato necessario un cambiamento di prospettiva che ha portato al passaggio da una logica per saperi (che presuppone che se una persona conosce una cosa è anche in grado di metterla in atto) a una logica per competenze (incentrata sul saper mettere in atto comportamenti in contesti specifici). Nel complesso le risorse umane assegnate ai CPI della Provincia di Alessandria hanno avuto in questi ultimi anni differenti occasioni per esprimere le proprie necessità in termini di fabbisogni formativi, per potenziare le competenze, per specificare i singoli profili professionali, per confrontarsi in formazione con docenti e realtà organizzative differenti. La progressiva qualificazione del personale provinciale ha avuto come riferimento costante il modello riportato nel Quadro unitario delle competenze della Regione Piemonte riguardante i profili professionali operanti nei servizi all’impiego e come opportunità di specificazione le risorse comunitarie dedicate ad hoc a questa tipologia di formazione continua, risorse sia gestite prima dalla Regione che in seguito direttamente dalla Provincia attraverso il primo “Piano provinciale di formazione degli operatori CPI” e la realizzazione dei 6 moduli formativi preceduti da una ricognizione delle esperienze formative e da un’analisi dei fabbisogni. Il prossimo impegno in questo ambito prevede l’adesione degli operatori dei servizi all’impiego provinciali ai percorsi formativi di specializzazione a regia regionale. Allo sviluppo delle competenze di base seguirà quindi la proposta di percorsi che dovrebbero meglio definire alcune professionalità che compongono le equipe dei CPI, percorsi volti a ricomporre più competenze in figure professionali specifiche e riconoscibili; secondo quanto previsto dal Piano provinciale, si potranno così definire tre profili tecnico-specialistici: l’operatore dell’orientamento, l’operatore dei servizi alle imprese, il progettista della politiche del lavoro. Dovrebbero inoltre essere previste occasioni, sempre a regia regionale, di alta formazione, strumentali cioè ad una efficace azione di governo del sistema provinciale; ben si comprende la rilevanza strategica di questo tipo di formazione, utile a raggiungere omogeneità, unitarietà e livelli ottimali di qualità. A premessa di questa tipologia di intervento, l’analisi fabbisogni riportata nel Piano formativo della nostra Provincia ha posto all’attenzione regionale alcuni aspetti rilevanti per il nostro specifico sistema provinciale di servizi all’impiego e per la formazione di competenze manageriali/governo dei processi. La Provincia intende cioè avvalersi di due differenti percorsi formativi: il primo rivolto ai Responsabili dei Centri per l’impiego, incentrato sulle competenze di progettazione organizzativa, gestione delle risorse umane, costruzione di reti interistituzionali per la erogazione dei servizi, monitoraggio e miglioramento della qualità del servizio, valutazione degli effetti e dei risultati; il secondo rivolto ai responsabili di linee di servizio e/o di progetti, incentrato sulle competenze di pianificazione dei progetti, progettazione di sistemi di monitoraggio della qualità dei servizi, gestione dei gruppi di lavoro, contabilità economica e finanziaria dei progetti. 15 16 OBIETTIVO 2 REALIZZARE INTERVENTI STRAORDINARI IN RISPOSTA ALLA CRISI ECONOMICA La crisi in atto sul territorio nazionale, regionale e provinciale pone di fronte ad uno scenario economico ed occupazionale che richiede di intraprendere azioni urgenti di fronteggiamento. Il momento di alta criticità che il mondo del lavoro provinciale sta attraversando è ben rappresentato dai dati sottoesposti (elaborazioni ORML). Provincia di Alessandria ORE totali CIG I semestre 2008 1.473.133 N° domande CIG IN DEROGA I semestre 2008 Provincia di Alessandria 123 AVVIAMENTI settore industria I semestre 2008 Provincia di Alessandria 10.360 I semestre 2009 4.497.442 I semestre 2009 856 I semestre 2009 6.003 Quanto evidenziato pone come priorità: supportare, anche economicamente, i lavoratori e le imprese del territorio provinciale che vivono direttamente i riflessi primari della situazione di crisi; mantenere i lavoratori nel sistema produttivo, in particolare le categorie più vulnerabili; conservare e potenziare le competenze del capitale umano in un’ottica di riqualificazione; migliorare la qualità del tempo in cui il lavoratore è sospeso o licenziato. Per sostenere tali priorità la Provincia metterà in campo i seguenti interventi: anticipo cassa integrazione e monitoraggio del tavolo tecnico; progetti integrati volti al potenziamento delle competenze dei lavoratori colpiti dalla crisi economica; interventi per facilitare l’accesso al credito a favore delle piccole e medie imprese. 17 2.1 Interventi di anticipo della cassa integrazione e monitoraggio del tavolo tecnico Le situazioni di crisi aziendali registrate localmente a partire dal 2005, sia in riferimento alla situazione congiunturale del comparto industriale sia più in generale in riferimento alle difficoltà economiche e occupazionali che hanno colpito il tessuto produttivo insediato sul territorio provinciale, hanno portato a sempre più frequenti casi di aziende costrette a formulare domanda di accesso alla Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria. La Provincia di Alessandria, sulla base di un Protocollo d’intesa sottoscritto in data 3 maggio 2005 con le organizzazioni sindacali e datoriali ha istituito il servizio di anticipazione del trattamento di integrazione salariale per i lavoratori di aziende che versino in situazione di accertata crisi finanziaria e di liquidità. Visto il quadro congiunturale attuale, sempre più fortemente contrassegnato da riflessi negativi sulla produzione e sull’occupazione, si è ravvisata la necessità di proseguire la predisposizione in favore dei lavoratori di un meccanismo di anticipo del trattamento di CIGS operante fino al momento della formale autorizzazione da parte dell’INPS a corrispondere le integrazioni salariali. Tale intervento si propone di : sovvenire alle esigenze di continuità del reddito dei lavoratori dipendenti da imprese le cui unità aziendali interessate dalla richiesta di CIGS siano ubicate nel territorio provinciale; fronteggiare le esigenze di ricollocazione dei lavoratori espulsi da aziende che non possono finanziariamente ricorrere al supporto delle società private specializzate con particolare riferimento alle fasce più deboli sul mercato del lavoro. Nel contempo si prevede di dare continuità ai lavori del costituito tavolo tecnico in grado di formulare ipotesi progettuali di ricollocazione dei lavoratori con particolare riferimento ai soggetti più deboli, a partire dalle persone adulte che vivono sole con uno o più figli a carico, persone ultracinquantenni,..; individuare delle risorse necessarie per finanziare progetti e definire eventuali supporti e collaborazioni tra centri per l’impiego e aziende specializzate in outplacement; predisporre indagini in merito ai fabbisogni di personale delle aziende della Provincia. L’iniziativa nel suo complesso mira a garantire la continuità del reddito ai lavoratori delle aziende che, trovandosi in situazioni finanziarie particolarmente critiche, non sono in grado di provvedere direttamente all’anticipo dell’integrazione salariale e nello specifico consiste nell’erogazione a ciascun lavoratore interessato di una somma in attesa dell’emanazione del provvedimento ministeriale di autorizzazione della CIGS. 18 2.2 Interventi integrati volti al potenziamento delle competenze dei lavoratori colpiti dalla crisi economica L’aggravarsi delle condizioni economiche e occupazionali internazionali e del Paese hanno determinato forti tensioni sul lato occupazionale anche nella realtà territoriale alessandrina. La recessione in atto sta facendo registrare un impatto senza precedenti sul sistema economico e sociale coinvolgendo tutti i settori di attività e tutte le aree territoriali della Provincia. Tale congiuntura negativa, che potrebbe ulteriormente acutizzarsi, richiede di essere fronteggiata con interventi finalizzati alla gestione delle crisi occupazionali in una logica di integrazione fra politiche attive del lavoro e incentivi alla partecipazione. A questo fine si intende intervenire assicurando la piena convergenza tra le politiche formative e le altre politiche attive del lavoro, concorrendo all’effettivo rafforzamento dell’adattabilità e dell’occupabilità dei lavoratori colpiti dalla crisi nel rispetto degli indirizzi della Regione Piemonte, dello spirito degli Accordi siglati con il Governo nazionale e in rigorosa applicazione delle indicazioni provenienti dalla Commissione Europea. La “presa in carico” dei lavoratori colpiti dalla crisi ed il loro accompagnamento al reinserimento lavorativo verrà realizzato mediante percorsi articolati ed organici che salvaguardino l’equilibrio tra politiche attive e incentivo alla partecipazione. La Regione Piemonte ha definito gli indirizzi relativi all’offerta di politiche attive del lavoro, la cui attuazione è coordinata dalla Provincia e gestita con il supporto di agenzie accreditate per la formazione e per l’orientamento professionale e da agenzie per il lavoro autorizzate. I lavoratori che usufruiscono degli ammortizzatori sociali in deroga sono presi in carico dalla Provincia che provvede, direttamente, anche attraverso apposite convenzioni con gli Enti Locali nell’ambito del bacino per l’impiego, o avvalendosi di soggetti esterni, all’accoglienza, all’analisi delle competenze ed alla valutazione dei fabbisogni, sulla base dei quali sono avviate azioni personalizzate di: - aggiornamento e rinforzo delle competenze, in relazione alle esigenze professionali attuali o potenziali dei settori produttivi, per i lavoratori sospesi con possibilità di rientro in azienda; - riqualificazione e ricollocazione, anche attraverso azioni di orientamento, miglioramento e adeguamento delle competenze possedute, per i lavoratori licenziati o sospesi senza possibilità di rientro in azienda. L’offerta dei servizi di accoglienza, orientamento professionale, accompagnamento al lavoro, formazione professionale e mediazione interculturale è rivolta alle tipologie di soggetti individuate nell’“Accordo quadro fra la Regione Piemonte e le Parti sociali piemontesi per la gestione 2009-2010 degli ammortizzatori sociali in deroga” e raggruppabili nelle seguenti categorie: - lavoratori in cassa integrazione guadagni in deroga alla normativa vigente; - persone in disoccupazione speciale in deroga alla normativa vigente; - persone in mobilità in deroga alla normativa vigente. Gli interventi previsti saranno realizzati secondo modalità operative che terranno conto delle tendenze della domanda di lavoro sul territorio di riferimento modulati in base alle esigenze ed agli orientamenti di cui i destinatari sono portatori e, laddove questi siano in costanza di contratto di lavoro, anche in considerazione dell’efficacia dell’azione ai fini della garanzia dell’occupabilità. L’impianto in logica anti-crisi, sopraesposto, di fronteggiamento dei bisogni di soggetti disoccupati privi di forme di sostegno al reddito ha per il nostro territorio un precedente nel “progetto residui”, intervento di natura sperimentale attuato nella prima metà del 2008, che ha associato le azioni di politica attiva con un incentivo alla partecipazione. 19 2.3 Interventi per facilitare l’accesso al credito a favore delle piccole e medie imprese La crisi finanziaria che ha investito il sistema economico nazionale e locale impone anche all’Ente Locale di verificare la possibilità di assumere un ruolo attivo per limitare le sofferenze finanziarie delle piccole e medie imprese, le quali rappresentano l’asse portante del sistema produttivo provinciale. L’ intenzione dell’Amministrazione Provinciale, in collaborazione con la Camera di Commercio, è di proporre al sistema datoriale, bancario e dei Confidi un’intesa finalizzata a facilitare l’accesso al credito per soddisfare le esigenze di liquidità a breve e medio termine. I finanziamenti previsti dall’intesa rappresenterebbero linee di credito aggiuntive rispetto alle operazioni già in essere da parte delle imprese; gli stessi avrebbero una soglia minima ma non massima, delle fasce di merito in base al rischio e dei tempi brevi e certi di erogazione. Il sistema dei Confidi assicurerebbe agli Istituti di Credito l’ulteriore garanzia per il credito stesso, mentre la Provincia e la Camera di Commercio garantirebbero il corretto e tempestivo svolgersi del processo di finanziamento. Il rilancio economico conseguente all’operazione finanziaria prevista dall’intesa potrà rappresentare una via per il superamento dell’attuale crisi economica e finanziaria. 20 OBIETTIVO 3 POTENZIARE LA FORMAZIONE PROFESSIONALE PER IL PRIMO INSERIMENTO E PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE DELLE PERSONE IN CERCA DI LAVORO E DEI LAVORATORI Le iniziative formative attuate dalla Provincia si rivolgono ad un’ampia platea di potenziali utenti che vanno dai giovani inoccupati, ai disoccupati, ai lavoratori, come rappresentato nella tabella sottostante. n° corsi Formazione per giovani in obbligo di istruzione Formazione per apprendisti Formazione per disoccupati n° allievi finanziamento 2007 44 800 € 3.591.178,33 2008 46 974 € 3.684.101,00 2007 200 1760 € 1.894.334,00 2008 35 826 2007 134 1645 € 6.625.456,00 € 932.886,00 2008 133 1577 € 6.059.211,00 Formazione continua a domanda individuale 2007 135 1260 € 622.054,00 2008 190 1346 € 622.206,00 Formazione continua a domanda aziendale 2007 204 2000 € 344.331,00 2008 91 214 € 169.739,00 n° colloqui Azioni di orientamento incontri informativi finanziamento 2007 107 97 € 151.130,00 2008 507 547 € 301.920,00 Il territorio esprime, dal canto suo, fabbisogni professionali rilevati nel 2007/2008 SETTORI Figure professionali di riferimento ALBERGHI E RISTORAZIONE Operatore cucina (cuoco) MECCANICA Manutentore polivalente (meccanico – elettrico – elettronici) Tecnico di programmazione/gestione manutenzioni ORAFO Tecnico di produzione (conduttore reparto) orafa SERVIZI SOCIO ASSISTENZIALI Operatore Socio Sanitario - Educatore prima infanzia EDILIZIA TRASPORTI E LOGISTICA FIGURE TRASVERSALI Operatore polivalente edile: opere murarie e finiture Tecnico gestione sicurezza/igiene ambiente di lavoro Operatore di movimentazione/magazzini Tecnico commerciale/marketing/organizzazione vendite Lingua inglese - Aggiornamenti informatici Visto lo scenario delineato sia a livello di opportunità formative a disposizione sul territorio che a livello di fabbisogni espressi dal territorio stesso, la Provincia pone in evidenza alcune esigenze che indirizzeranno l’azione futura: favorire un qualificato inserimento dei giovani nel mondo del lavoro; offrire opportunità di formazione finalizzate alla riqualificazione, aggiornamento e specializzazione del profilo professionale durante tutto l’arco della vita lavorativa; differenziare e diversificare l’offerta formativa; professionalizzare il lavoro, con attenzione all’ambito socio-assistenziale e socio-sanitario, e valorizzare le competenze professionali dei lavoratori; dare risposte alle necessità delle singole aziende in modo da prefigurare un sistema integrato di offerta formativa sempre più orientato dai i bisogni del mercato del lavoro locale. Per rispondere a tali esigenze la Provincia metterà in campo i seguenti interventi: formazione per l’inserimento lavorativo dei giovani; attività formative per le persone disoccupate; percorsi di alta formazione con il coinvolgimento del sistema universitario; sostegno alla formazione durante l’intero arco della vita; analisi dei fabbisogni emergenti a livello locale; istituzione del “libretto formativo” individuale. 21 3.1 Interventi di formazione per l’inserimento lavorativo dei giovani E’ indubbio che il primo obiettivo nei confronti dei giovani e delle famiglie del territorio provinciale sia costituito da una semplificazione e chiarificazione delle opportunità di istruzione e formazione che il sistema provinciale vuole sostenere. Nell’ultimo periodo si sono infatti susseguite riforme e disposizioni che hanno spesso generato disorientamento e confusione specie nel difficile passaggio che accompagna la scelta per proseguire gli studi superiori e ed effettuare un percorso più o meno lungo che permetta di avvicinarsi progressivamente al mondo del lavoro. L’offerta formativa provinciale che comprende l’area obbligo di istruzione e diritto-dovere vuole continuare a connotarsi per alcuni aspetti importanti quali la centralità del ragazzo e la personalizzazione dei percorsi, la qualità della didattica dei corsi non disgiunta dalla ricaduta occupazionale, la diversificazione del servizio in relazione alle dinamiche demografiche e del mercato del lavoro locale, tutti elementi che devono essere accompagnati dalla prosecuzione dello sforzo di potenziare ulteriormente l’integrazione con l’altra componente del sistema educativo (l’istruzione), nonché con le altre politiche pertinenti ( lavoro, sociali, di sviluppo economico). Quello dell’integrazione tra le politiche costituisce elemento imprescindibile nella programmazione e realizzazione degli interventi formativi rivolti agli adolescenti ma anche per l’inserimento e il reinserimento nei percorsi di soggetti particolarmente svantaggiati, sempre in ottica di centralità dell’utente e di risposta ai suoi specifici fabbisogni: saranno allo scopo assicurati progetti annuali flessibili propedeutici al reingresso dei drop out nella formazione professionale, nonché interventi specifici per l’integrazione dei disabili. L’integrazione con le istituzioni scolastiche verrà inoltre favorita: dall’adozione del libretto formativo, strumento in grado di documentare il percorso dell’allievo in ogni sua fase; dalla doppia composizione di ogni percorso formativo individuale, ovvero da un parte standard e una personalizzata; dall’attenzione alla definizione di un modello di certificazione/riconoscimento delle competenze e/o dei crediti formativi, che faciliti il passaggio tra sistemi diversi; dall’utilizzo di docenti preparati e motivati in grado di sostenere e monitorare i percorsi, anche attraverso la proposta di laboratori di recupero; da una copertura significativa a livello territoriale dell’offerta formativa stessa;dal sostegno alle sperimentazioni. Gli adolescenti e giovani che avranno a disposizioni questi interventi saranno coinvolti in due tipologie principali di attività, i percorsi ed i progetti: finalità dei percorsi sarà quella di prevenire e contrastare efficacemente la dispersione scolastica e favorire il successo formativo consentendo il conseguimento di una qualifica professionale; finalità dei progetti sarà quella di qualificare gli adolescenti in uscita dal sistema scolastico ai fini della loro occupabilità oppure di realizzare sperimentazioni destinate a migliorare l’integrazione tra l’istruzione e la formazione professionale e definire/presentare l’offerta formativa nel suo complesso. In generale tutte le attività saranno caratterizzate da un approccio attivo, di apprendimento dall’esperienza anche attraverso l’inserimento in periodi di stage allo scopo di sviluppare nel giovane stesso la consapevolezza del percorso intrapreso e del proprio progetto personale. 22 Sempre considerando l’obiettivo generale riguardante le opportunità di formazione che la Provincia intende proporre per favorire l’inserimento lavorativo dei giovani, parte importante è giocata dalla formazione nella quale vengono coinvolti i giovani con il contratto di apprendistato, contratto che interessa l'occupazione giovanile in tutti i settori produttivi e permette ai giovani di imparare lavorando grazie all’alternanza di momenti dedicati alla formazione e momenti destinati all'attività lavorativa. In considerazione della valenza formativa del contratto di apprendistato e delle caratteristiche dell’utenza alla quale è rivolto tale istituto, si ritiene che una formazione strutturata, adeguatamente progettata e certificabile, consenta il raggiungimento di obiettivi strategici per lo sviluppo del nostro territorio; sono infatti coinvolti in questi specifici percorsi di sviluppo di competenze professionali giovani e adulti con questo contratto di lavoro e tutor/formatori aziendali impegnati nel monitoraggio del percorsi degli apprendisti stessi, fuori e dentro l’azienda. Il nuovo sistema provinciale di erogazione della formazione per l’apprendistato che si sta strutturando e prenderà corpo vuole in particolare raggiungere obiettivi strategici che tendono alla qualificazione delle risorse umane e all’innalzamento dei livelli della formazione puntando, in particolare, al recupero dell’insuccesso scolastico e formativo e ai giovani privi di qualifica o diploma. La Provincia ritiene che le condizioni di successo di questo contratto d’inserimento nel mondo del lavoro si debbano ricercare in un sistema volto: alla organizzazione della formazione mediante l’istituzione di Cataloghi di offerta pubblica dei Servizi formativi per l’apprendistato su base provinciale;all’interazione tra impresa e istituzione formativa, ovvero alla valorizzazione dell’impresa quale soggetto in grado di interagire con il sistema di offerta pubblica dei Servizi formativi per l’apprendistato; alla valorizzazione dell’impresa quale soggetto con “capacità formativa”, ovvero alla contestualizzazione della formazione formale alla realtà aziendale e sviluppo di metodologie di apprendimento di tipo esperienziale all’interno dell’impresa ;alla organizzazione dei Servizi formativi finalizzati alla valorizzazione delle tipicità produttive del territorio;alla qualificazione e caratterizzazione del sistema dell’offerta formativa, ovvero alla definizione di un sistema di offerta pubblica di Servizi formativi fortemente innovativo, basato su significativi elementi di destrutturazione e flessibilità dei percorsi rispondenti a specifici requisiti di qualità, alla organizzazione della didattica basata su concreti elementi di interazione tra le funzioni proprie del tutore aziendale e le attività di formazione realizzate presso l’istituzione formativa ; alla certificazione delle competenze in esito ai percorsi formativi e conseguente acquisizione di crediti spendibili nei sistemi della formazione e dell’istruzione professionale, e registrazione delle competenze acquisite sul libretto formativo del cittadino; alla funzione di facilitazione e raccordo esercitata dalle parti sociali. Alla struttura provinciale spetterà non solo governare gli aspetti di contesto esposti, che certamente possono porre le premesse per un sistema di qualità, ma anche gli elementi caratterizzanti i singoli piani formativi individuali, ovvero: la redazione del piano formativo individuale;la descrizione dei profili formativi; la certificazione delle competenze in esito a percorsi formativi in apprendistato, il rilascio delle qualifiche professionali e le relative modalità di registrazione nel Libretto formativo del cittadino;la formazione del tutore aziendale finalizzata all’acquisizione delle competenze necessarie per lo svolgimento delle sue funzioni in relazione alle varie tipologie di contratto di apprendistato e alle modalità di erogazione della formazione formale. Particolare attenzione verrà riservata alle aziende che decideranno di erogare al proprio interno la formazione formale all’apprendista, in ottica di assicurazione di livelli qualitativi verificabili ed adeguati. 23 3.2 Interventi formativi rivolti alle persone disoccupate Mai come in questo periodo i servizi formativi debbono caratterizzarsi per un approccio di sostegno diretto alle politiche per il lavoro. Dato il contesto la formazione professionale, in qualità di strumento chiamato a sviluppare le competenze dei cittadini, rappresenta una leva strategica fondamentale, sia per fronteggiare l’attuale congiuntura sfavorevole, sia per rilanciare in chiave preventiva le prospettive occupazionali dei lavoratori e delle lavoratrici, e creare delle condizioni più favorevoli ad agganciare i primi segnali di ripresa del ciclo economico. E’ ampiamente documentato infatti che il rafforzamento dell’occupabilità delle risorse umane, opportunamente supportata da forme di sostegno al reddito, produce effetti duraturi a favore tanto dei lavoratori stessi, quanto del sistema economico nel suo insieme. A fronte delle sollecitazioni derivanti da questo scenario e dalle esigenze che esso impone, la Provincia di Alessandria vuole caratterizzare la propria offerta formativa territoriale da un approccio sempre più centrato sull’effettiva integrazione con le altre politiche, prime fra tutte quelle del lavoro. Ciò richiederà da un lato la necessità di evolvere verso un modello capace di intercettare fabbisogni crescenti, in termini sia di utenza potenziale sia di ambiti di intervento, dall’altro sviluppare e sostenere un modello organizzativo più flessibile, meno procedurale, e sempre più legato a programmazioni di breve-medio periodo, in grado cioè di rispondere a mutamenti/cambiamenti continui di contesto. Fondamentale da parte della Provincia sarà predisporre una strumentazione in grado di soddisfare: le necessità del mercato con particolare attenzione al sistema delle imprese, la cui lettura verrà facilitata dalla disponibilità della banca dati dei CPI; le necessità delle singole persone comprese quelle convenzionalmente riferite ai “tempi e ai luoghi della formazione”;le necessità del sistema economico locale e delle politiche di sviluppo, avendo come aree territoriali di riferimento i bacini dei CPI. La forte azione di indirizzo a regia pubblica sarà allo scopo qualificata da alcuni elementi cardine: la centralità dell’individuo, le cui esigenze di formazione devono emergere da efficaci azioni di orientamento in ingresso che tengano compiutamente conto della storia professionale e delle potenzialità di ogni singola persona; la responsabilizzazione del soggetto gestore e del fruitore del servizio formativo secondo una logica di patto che potrà essere siglato dal Centro per l’Impiego che avrà in carico i destinatari delle azioni previste; la flessibilità dei percorsi formativi proposti, in termini sia di contenuti che di organizzazione;la stretta connessione tra politiche; l’efficacia dell’azione formativa, misurata tanto in termini di contenimento degli abbandoni in corso d’opera quanto di formazione di competenze effettivamente spendibili sul mercato del lavoro; la diversificazione dell’offerta a livello territoriale;la focalizzazione degli interventi sui gruppi target più vulnerabili che in corrispondenza di questa fase recessiva risultano particolarmente esposti alla contrazione della domanda di lavoro e sono in generale alla disperata ricerca di una prima occupazione o coinvolti in situazioni di crisi aziendale. Nello specifico l’offerta formativa che riguarderà l’occupabilità attiverà percorsi caratterizzati da una forte connotazione professionale, strettamente connessi ai fabbisogni territoriali e finalizzati all’inserimento di giovani e adulti. L’area dedicata all’“Inclusione sociale" mirerà a sviluppare percorsi di integrazione e (re)inserimento lavorativo di soggetti in condizione di svantaggio alfine di combattere ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro: un esempio può essere costituito dai progetti rivolti ad adulti detenuti che dovranno adttarsi alle caratteristiche delle pene inflitte ai diversi soggetti. I percorsi formativi infatti possono svolgersi all’interno delle strutture carcerarie oppure all’esterno qualora i soggetti siano sottoposti al regime di semi libertà. Per i corsi svolti all’interno delle strutture carcerarie, particolare attenzione andrà posta alla fase di orientamento e counseling, mentre per quelli svolti all’esterno sarà importante focalizzare la progettazione sullo stage e sulle azioni rivolte al futuro inserimento lavorativo. In riferimento al rinforzo del capitale umano che compone il territorio provinciale, si proseguirà nel sostegno ai percorsi annuali di orientamento e formazione realizzati in forma integrata tra la formazione professionale e le istituzioni scolastiche preposte per l’educazione degli adulti (CTP). 24 In piena sinergia con lo sviluppo del sistema regionale integrato di interventi e servizi sociali la Provincia pone fra le sue finalità il miglioramento e lo sviluppo quantitativo e qualitativo dei servizi a disposizione sul proprio territorio, attraverso l'utilizzo coordinato e mirato di tutte le risorse esistenti, fra le quali il personale, e cioè la cosiddetta "risorsa umana". Da ciò emerge la funzione strategica della formazione del personale per il raggiungimento dell'obiettivo primario della qualità delle prestazioni, che dal punto di vista della Provincia si traduce nell’individuazione dei profili professionali di riferimento:l’Operatore socio sanitario, che gradualmente sostituirà la figura dell’Assistente domiciliare e dei servizi tutelari (ADEST) e dell’Operatore Tecnico addetto assistenza (OTA), l’Educatore Professionale e l’Assistente Sociale e nell’attivazione e finanziamento dei relativi corsi di formazione. La programmazione provinciale delle attività formative risponde ai bisogni rilevati tramite gli Enti gestori dei servizi sociali territoriali, anche in raccordo con l’Università: la rilevazione fa riferimento nello specifico agli operatori alle proprie dipendenze nonché a quelli operanti presso le cooperative sociali e presso i presidi socio – assistenziali. L’organizzazione e gestione degli interventi di formazione del personale socio assistenziale viene affidata ai soggetti gestori delle funzioni socio assistenziali (in prevalenza comuni, consorzi di comuni, comunità montane), che ricevuto il finanziamento dalla Provincia, propongono sul territorio di propria competenza corsi di differenti tipologie rispetto al profilo di competenze professionali del lavoratore: i corsi vanno dal modulo base operatore socio sanitario (OSS) alla riqualifica ADEST, al percorso di prima formazione per OSS privi di qualifica, alla riqualifica Educatore professionale, all’aggiornamento/formazione permanente per il personale socio-assistenziale. L’offerta formativa è completata dagli altri moduli OSS proposti grazie ai finanziamenti comunitari. In riferimento ai contenuti, i recenti orientamenti sul welfare pongono l'accento su interventi non solo più a posteriori, con l’attivazione di un sistema capace di promuovere interventi per garantire la qualità della vita, pari opportunità, non discriminazione e diritti di cittadinanza, di prevenire, eliminare o ridurre le condizioni di disabilità, di bisogno e di disagio individuale e familiare. Viene quindi richiesto agli operatori sociali una forte capacità di lavorare per progetti, nonché di lettura del contesto territoriale e dei problemi sociali. Si tratta di capacità che si aggiungono alla caratteristica di fondo delle professioni sociali, che, pur presentando ognuna dei tratti caratteristici, sono accomunate dall'attenzione alla relazione d'aiuto, vale a dire l'attenzione verso la creazione di "relazioni significative" con le persone cui è diretto l'intervento. 25 3.3 Interventi di alta formazione con il coinvolgimento del sistema universitario Nell’ambito specifico di questa tipologia di formazione per il Piemonte verranno attivati percorsi a regia regionale in sinergia con le Province. La scelta effettuata presuppone da parte della Regione un coinvolgimento diretto delle strutture del sistema universitario necessariamente impiegate per questo tipo di formazione, ma non esclude da parte dell’ente locale una valorizzazione delle realtà di ricerca e innovazione presenti sul territorio e funzionali allo sviluppo locale; chi vorrà però usufruire dei voucher formativi assegnati in base alla programmazione e gestione regionale delle risorse avrà a disposizione un elenco definito di master di 1° e 2° livello che comporranno l’offerta formativa in questo ambito. L’insieme delle azioni previste rientra nello obiettivo specifico “Creazione di reti tra Università, centri di ricerca, mondo produttivo e istituzionale con particolare attenzione alla promozione della ricerca e dell’innovazione” delineato a livello comunitario e che intende:intervenire su ampia scala sui percorsi di laurea magistrale per rafforzare le capacità di impatto sulle esigenze della domanda di lavoro e rendere in questo modo l’output formativo più competitivo e immediatamente spendibile sul mercato del lavoro;contribuire a sostenere una offerta di figure professionali di qualità in possesso di competenze necessarie alle esigenze poste dai modelli tecnologici e produttivi prevalenti che fungono da riferimento per il sistema economico piemontese innalzandone i vantaggi competitivi;migliorare l’accesso al lavoro di giovani laureati, con particolare riferimento alle cosiddette “lauree deboli”;favorire la definizione e la sperimentazione di interventi formativi che siano espressione di una integrazione tra capacità e conoscenze del mondo aziendale e accademico, sviluppati in funzione della crescita delle competenze tecnico - scientifiche dei lavoratori occupati. In sintesi questa costituisce un’opportunità indispensabile ai fini dell’occupabilità dei giovani che si affacciano al mercato del lavoro al termine degli studi superiori, e in particolare a favore: dei laureati (giovani e adulti) alla ricerca di una occupazione, mettendo loro disposizione corsi finalizzati all’acquisizione di competenze di alto livello immediatamente spendibili sul mercato del lavoro;degli occupati che evidenziano necessità formative di alta specializzazione o di aggiornamento delle loro competenze professionali. Come per gli altri interventi che compongono l’offerta formativa complessiva, anche quello di alta formazione intende così favorire per i cittadini lo sviluppo di un sistema di formazione lungo l’arco della vita attiva. Recentemente il sistema regionale ha fatto tesoro delle sperimentazioni effettuate da tempo a livello nazionale in questo ambito: ha infatti deciso di ampliare le opportunità di formazione superiore incentivata dallo strumento del voucher individuale a disposizione degli utenti del territorio piemontese, siglando un protocollo d’intesa di adesione al progetto interregionale “Verso un sistema integrato di alta formazione”; questo progetto consentirà non solo di valorizzare le realtà di alta formazione del Piemonte ma permetterà di ampliare l’offerta formativa a disposizione con le altre realtà presenti nelle 14 Regioni in rete. L’indubbia innovazione legata allo snellimento di accesso ad opportunità non presenti sul territorio piemontese ma in aree ad esso attigue è accompagnata dagli innumerevoli vantaggi in termini di sostegno alla mobilità ed alle reti di collaborazione tra realtà universitarie differenti che hanno una sicura ricaduta positiva in termini di sviluppo, ricerca e innovazione; la nostra Provincia non può che sostenere un tale modello, non solo per valorizzare le proprie strutture universitarie ma anche per offrire nuove opportunità di alta formazione ai cittadini del territorio da realizzarsi in realtà a noi vicine. 26 3.4 Interventi di sostegno alla formazione durante l’intero arco della vita Tra i fattori che attualmente incidono sulle prospettive di sviluppo economico e sociale, si può notare il livello insoddisfacente di competenze in possesso dei cittadini: una panoramica territoriale mette in evidenza una distribuzione per titolo di studio che rileva una elevata percentuale di soggetti in possesso del solo obbligo scolastico. Risulta perciò essenziale incrementare la quota di adulti che prendono parte a percorsi di apprendimento permanente, favorendo non solo il rientro nei percorsi dell’istruzione e formazione professionale dei soggetti in possesso di titoli di studio non allineati alle attuali esigenze di occupabilità e adattabilità, ma offrendo anche un solido sistema provinciale di opportunità formative diversificate a disposizione del cittadino lungo l’intero arco della vita. La formazione continua degli occupati costituisce una leva strategica fondamentale per innalzare i livelli di apprendimento e conoscenza del cittadino che lavora e al contempo per aumentare la competitività delle aziende del territorio; costituisce altresì una risposta sostenuta da specifici accordi per l’intervento in situazioni di crisi aziendale in atto. La Provincia di Alessandria si impegnerà dunque a garantire una valida offerta formativa in questo campo: a focalizzare sempre meglio i fabbisogni espressi dai lavoratori e dalle imprese nella composizione del Catalogo provinciale; a potenziare il ricorso a questa opportunità e divulgarne i contenuti; ad implementare modalità organizzative e gestionali semplici ed immediate sia per le azioni realizzate all’interno dell’impresa che per quelle effettuate nelle strutture formative in rete territoriale attraverso l’erogazione del voucher individuale al singolo lavoratore da parte del CPI. Significherà per la Provincia non solo rispondere alle esigenze espresse ma creare un sistema permanente in grado di sostenere lo sviluppo delle competenze dei cittadini del territorio. Nel concreto occorrerà considerare i bisogni formativi e la domanda di formazione per il lavoro (formazione per la prestazione e formazione per l’occupabilità; la domanda delle imprese e la domanda dei lavoratori); promuovere la formazione come interesse condiviso/condivisibile tra imprese e lavoratori (potenzialità e criticità delle imprese “formatrici”); sostenere la formazione espressa come bisogno/domanda individuale; analizzare i bisogni non indagati e la “ domanda assente” Sarà necessario analizzare il fenomeno della formazione per il lavoro in relazione all’educazione degli adulti: evidenziare a livello territoriale gli indici di diffusione dei titoli di studio e delle qualifiche professionali ; analizzare l’importanza della formazione di base per l’accesso alla formazione continua e permanente; approfondire la formazione formale, non formale, informale, valorizzando il territorio come ambito di riferimento e come “comunità che apprende. Di seguito, strutturare misure di promozione e sostegno della domanda attivabili nel territorio attraverso i servizi all’impiego provinciali di informazione, consulenza orientativa e bilancio di competenza, senza dimenticare l’importanza del traguardo di un sistema chiaro e fruibile di certificazione delle competenze. 27 3.5 Interventi di analisi dei fabbisogni formativi emergenti a livello locale A livello generale l’analisi dei fabbisogni formativi è in generale un’attività poco strutturata poiché spesso si riscontrano difficoltà a svolgere indagini di questo tipo in azienda. E’ però fondamentale per una formazione di qualità: senza l’analisi dei fabbisogni è difficile progettare una formazione efficace, rispondente ai bisogni reali e capace di cogliere istanze innovative; rappresenta un elemento di forza perché permette all’azienda stessa di riflettere sul suo operato, di rimotivarla, di rendere evidente qualcosa in più dell’organizzazione e del settore nel quale essa stessa sta operando. I fabbisogni formativi di un territorio non si limitano al personale da assumere o alle figure professionali da formare. Essi riguardano anche l’organico già attivo nelle aziende e la necessità di queste di adeguare il personale già presente ai mutamenti del mercato e delle tecnologie La Provincia, considerata la portata fortemente strategica di questo tipo di intervento, intende sostenere lo sviluppo dell’attività di analisi dei fabbisogni formativi emergenti a livello locale guidata da alcuni elementi cardine ovvero: l’analisi dei bisogni di formazione si deve configurare come una vera e propria attività di ricerca, con periodicità definite e significative che permettono comparazione ed analisi dei dati rilevati; nella rilevazione dei bisogni formativi si devono aver presenti le caratteristiche strutturali e le dinamiche interne ed esterne all’organizzazione, si deve tener conto dei bisogni espressi dagli individui nei termini di conoscenze, competenze e motivazioni e del sistema di attese reciproche tra organizzazione e persone che la compongono; l’identificazione dei bisogni e la definizione del fabbisogno formativo è esso stesso momento di formazione per le persone che vi prendono parte. Attenzione particolare verrà dedicata agli strumenti da utilizzare (colloqui, interviste, gruppi di lavoro) per cercare di favorire la diretta partecipazione degli interessati alla definizione del fabbisogno formativo per la loro organizzazione. I percorsi partiranno dall’analisi delle attività e delle strutture delle organizzazioni prese in esame, passeranno per le caratteristiche della forza lavoro e delle relazioni interne e condurranno ad indagare i bisogni di formazione e a definire infine il fabbisogno formativo, cioè in definitiva i contenuti da dare alla formazione futura. Stessa attenzione verrà dedicata nell’individuare e coinvolgere nell’attività di rilevazione non solo la parte apicale dell’azienda ma anche alcuni soggetti significativi appartenenti all’organizzazione, persone in grado di correlare le peculiarità di un determinato contesto aziendale ai profili professionali standard alla base dell’offerta formativa. La rilevazione dei fabbisogni formativi si può così inserire a livello provinciale in una più generale attività di rilevazione dei fabbisogni professionali, attività che spesso non nasce da particolari esigenze esplicitate dall’azienda ma scaturisce dalla necessità che hanno i servizi all’impiego di comprendere canali di reclutamento, utilizzo della formazione continua per gli occupati e profili professionali in tensione, tutte informazioni che permettono loro di specificare i servizi alle imprese in base alle esigenze del territorio. E’ inoltre intenzione della Provincia continuare a diffondere il più possibile a livello territoriale i risultati delle rilevazioni effettuate in ottica di contributo generale alla crescita del sistema locale e di programmazione partecipata delle politiche. 28 3.6 Intervento finalizzato all’istituzione del “libretto formativo” individuale Il Libretto Formativo del cittadino è lo strumento chiave per l’evidenza dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita: tale strumento rappresenta un elemento indispensabile per la realizzazione dei concetti di lifelong e lifewide learning, che esprimono il diritto di ogni persona di potersi formare, di poter valorizzare le proprie esperienze e di apprendere per tutto l'arco della vita (diritto di cittadinanza e di sviluppo professionale). Il Libretto Formativo è concepito come dispositivo sintetico di trasparenza e portfolio di documenti ed evidenze: raccoglie informazioni, dati e attestazioni riguardanti esperienze effettuate in ambito educativo/formativo, in ambito lavorativo, in ambito sociale, ricreativo o familiare e le documenta. In particolare, il Libretto risponde all'esigenza di rendere codificabile e riconoscibile l'apprendimento non formale o informale che, in quanto tale, deve essere ricostruito, documentato ed eventualmente certificato al fine di essere reso trasparente. Il Libretto è utile e fruibile per il mercato del lavoro e per il sistema dell' istruzione e formazione, ma è primariamente uno strumento di valorizzazione della persona, riconoscibile dalle istituzioni per la garanzia e la tutela dei soggetti. E' utile per la persona in quanto rappresenta uno strumento di comunicazione che risponde a tre obiettivi principali: fornire informazioni sul soggetto e sul suo curriculum di apprendimento formale e non formale per la ricerca di un lavoro, per la mobilità professionale e per il passaggio da un sistema formativo all'altro; rendere riconoscibili e trasparenti competenze comunque acquisite e potenzialità professionali; orientare gli individui nelle scelte di vita e nei progetti professionali. E' utile per il mercato del lavoro e per il sistema delle imprese in quanto rappresenta uno strumento di informazione, finalizzato a: facilitare la riconoscibilità di professionalità e competenze individuali all'interno di un processo di inserimento (ad esempio nei contratti di apprendistato) e mobilità lavorativa (ad esempio nelle varie forme di contratto flessibile); evidenziare il percorso formativo e professionale del soggetto, con particolare attenzione alle potenzialità, alle aspirazioni e ai livelli di eccellenza ottenuti. E' utile per le Istituzioni e per il sistema dell'istruzione e formazione professionale in quanto rappresenta uno strumento di garanzia e formalizzazione finalizzato a: valorizzare i sistemi di certificazione e riconoscimento in atto nei sistemi dell'istruzione e della formazione professionale; garantire la trasparenza e la leggibilità delle informazioni e dei dati formativi e professionali di un soggetto anche in una dimensione europea, facilitando la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi; garantire la visibilità delle competenze e delle esperienze maturate dagli individui in una logica di mobilità geografica e professionale e di apprendimento su tutto l'arco della vita. Il Libretto deve essere predisposto in formato cartaceo ed elettronico ed è pensato per essere fruibile e gestibile da diversi soggetti in modo dinamico e selettivo a seconda delle caratteristiche del soggetto utilizzatore. Concepito come uno strumento di "servizio" per il cittadino, si ispira ad una logica di massima semplificazione e risponde allo scopo di far emergere il patrimonio delle competenze dell'individuo nella sua integrità. In tal senso esso costituisce un veicolo di informazioni aggregate ed "evolutive" delle competenze dell' individuo e, in quanto tale, si distingue da altri strumenti di raccolta dati più "statici", con i quali, peraltro, è in grado di dialogare ed è destinato ad integrarsi. 29 30 OBIETTIVO 4 SOSTENERE L’INSERIMENTO LAVORATIVO DELLE PERSONE IN CERCA DI LAVORO I dati più recenti sul mercato del lavoro diffusi dall’Istat (primo trimestre 2009) registrano una eccezionale crescita negli ultimi sei mesi in riferimento alla disoccupazione: anche la Provincia di Alessandria conferma tale tendenza con un incremento del 10% circa. Status occupazionale: persone in cerca di lavoro 2008 Provincia di Alessandria (dati di stock confronto giu08-giu09) 25.958 2009 28.495 I servizi provinciali all’impiego si pongono dunque i seguenti obiettivi: offrire un’opportunità occupazionale alle fasce più giovani della popolazione colpite indirettamente dalla crisi (ad es. i genitori perdono il lavoro e loro stessi vivono difficoltà di ingresso nel mercato del lavoro); offrire un sostegno economico che accompagni la fase di inserimento in azienda realizzata attraverso un tirocinio; sostenere le aziende dal punto di vista economico incentivando le assunzioni e riattivando la “dinamicità positiva” del mercato del lavoro. Per raggiungere tali finalità la Provincia si avvarrà dei seguenti interventi: interventi di sostegno al reddito per giovani in ingresso nel mondo del lavoro tramite l’esperienza del tirocinio; incentivi per l’inserimento/reinserimento al lavoro. 31 4.1 Interventi di sostegno al reddito per giovani in ingresso nel mondo del lavoro tramite l’esperienza del tirocinio L’esperienza delle politiche attive del lavoro ha dimostrato l’efficacia del tirocinio formativo e di orientamento quale utile veicolo di promozione delle persone in cerca di lavoro, in particolarmente dei giovani che grazie a questo strumento riescono ad arrivare frequentemente ad un vero e proprio rapporto di lavoro. Ci si prefigge pertanto di utilizzare tale strumento per facilitare lo sviluppo dell’inserimento lavorativo delle persone in cerca di lavoro e aumentarne l’occupabilità e autonomia all’interno del mercato del lavoro. Si vuole rafforzare il ruolo attivo e propulsivo dei Centri per l’impiego nella promozione e nel tutoraggio dei tirocini, riconducendo così lo strumento alla sua vera natura di mezzo di avvicinamento al mondo del lavoro e superando al contempo la penalizzante figura del “tirocinante cronico”, in modo da prevenire forme di sfruttamento attuabili mediante la strumentalizzazione di tale istituto. Il tirocinio formativo e di orientamento permette alla persona in cerca di lavoro di agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mercato del lavoro, consente di acquisire conoscenze lavorative specifiche, da all’impresa l’opportunità di valutare l’effettiva occupabilità della persona favorendo così l’inserimento lavorativo. In tale percorso assume particolare rilevanza l’attività di accompagnamento e tutoring effettuata dagli operatori specializzati del Centro per l’impiego. La figura del tutor interviene infatti supportando l’utente in tutte le fasi del processo, dalla ricerca della risorsa azienda al monitoraggio in itinere a quello finale a conclusione del percorso, fino ad agire un’importante fase di mediazione con l’impresa ospitante al fine di favorire una trasformazione in vero e proprio inserimento lavorativo. Si ritiene inoltre fondamentale per favorire una buona qualità dell’esperienza del tirocinio il massimo coinvolgimento dell’impresa anche attraverso azioni di supporto al tutor aziendale, da realizzarsi non solo riguardo agli aspetti procedurali ed amministrativi che attengono al rispetto delle normativa e della documentazione, ma anche rispetto alla progettazione dell’esperienza in azienda, alla condivisione degli obiettivi, alla gestione delle fasi di accoglienza, inserimento nel contesto lavorativo e tutoraggio/monitoraggio del tirocinante. Si prevede, nell’ambito dei servizi all’impiego provinciali, di attivare percorsi di sostegno all’inserimento lavorativo tramite esperienze di tirocinio supportati dall’erogazione di sostegni al reddito. Si intende garantire infatti una soglia minima ed irrinunciabile di sostegno reddituale per il tirocinante, promuovendo così uno stretto collegamento tra strumenti di sostegno al reddito e politiche attive del lavoro: l’erogazione del contributo/borsa lavoro nell’arco del percorso di sviluppo dell’inserimento lavorativo permette di sostenere la persona in un percorso di uscita da una situazione di problematicità e ne accresce l’autonomia personale. Nel rispetto delle indicazioni regionali si stabilisce che i contributi di sostegno al reddito sono destinati esclusivamente a persone caratterizzate da livelli di medio - bassa occupabilità e autonomia sul mercato del lavoro che garantiscano partecipazione attiva alle azioni di politica attiva del lavoro loro proposte. 32 4.2 Interventi di incentivazione per l’inserimento e il reinserimento al lavoro A seguito delle positive esperienze attuate dalla Provincia nel precedente periodo di programmazione comunitaria, si intende continuare a fornire migliori opportunità di inserimento e reinserimento alle persone in cerca di lavoro coinvolgendo direttamente il sistema delle imprese attraverso incentivi economici finalizzati all’assunzione dei lavoratori. L’iniziativa è volte a supportare economicamente l’ingresso e il reinserimento nel mondo del lavoro di persone in cerca di lavoro; si tratta di una tipologia di intervento di politica del lavoro che prevede per l’impresa un alleggerimento del costo del lavoro legato specificatamente all’assunzione di lavoratori appartenenti a determinate categorie e si sostanzia tramite l’erogazione diretta di un contributo. L’assegnazione dei contributi prevede una struttura modulare in quanto l’entità degli incentivi economici è strettamente correlata alle caratteristiche del lavoratore assunto ed aumenta in modo proporzionale al grado di svantaggio dal punto di vista occupazionale che caratterizza il lavoratore stesso: in linea generale gli incentivi sono differenziati in base alla tipologia contrattuale del rapporto di lavoro instaurato, alla fascia di età ed al genere del lavoratore assunto. 33 34 OBIETTIVO 5 SOSTENERE L’INSERIMENTO LAVORATIVO DELLE PERSONE IN DIFFICOLTA’ NEL MERCATO DEL LAVORO L’analisi dei dati riguardanti il territorio provinciale conferma il momento di alta criticità che il mondo del lavoro locale sta attraversando. Gli elementi negativi non riguardano solo la contrazione dell’offerta di lavoro, ma anche l’incremento degli indici di precarietà rappresentati bene dall’aumento dei contratti a tempo determinato. In tale contesto si sottolinea come i riflessi della crisi incidano innanzitutto sulle fasce deboli della popolazione in cerca di occupazione. I° semestre 2009 - AVVIAMENTI TD TI Settore Industria 4.513 1.490 Settore servizi 10.031 3.215 Totale 14.544 4.705 Totale 6.003 13.246 19.249 I° semestre 2009 - ISCRIZIONI CATEGORIE PROTETTE Invalidi civili Invalidi del lavoro Invalidi guer/serv Non vedenti Sordomuti Totale Femmine 1.735 8 0 8 18 1.769 Maschi 1.793 51 10 8 15 1.877 Totale 3.528 59 10 16 33 3.646 Si evidenziano in particolare alcune esigenze che possono indirizzare l’azione futura: sostenere la fuoriuscita dalla condizione di instabilità lavorativa; far fronte ad una complessità di bisogni e richieste che riguardano congiuntamente le politiche del lavoro, della formazione, della prevenzione, le necessità abitative,.. superare tendenze discriminatorie nei confronti dell’utenza particolarmente svantaggiata; valorizzare e specificare le risorse per le fasce deboli a disposizione sul territorio; ottimizzare le azioni di coordinamento con i Comuni in modo da razionalizzare l’uso delle risorse e al contempo potenziare gli interventi Per rispondere a tali esigenze la Provincia metterà in campo i seguenti interventi: azioni volte alla incentivazione delle assunzioni di persone in condizione di precarietà occupazionale; interventi integrati di sostegno all’inserimento lavorativo a favore di soggetti in condizione di svantaggio per combattere ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro; interventi integrati di promozione dell’occupazione dei lavoratori con disabilità; diffusione della Responsabilità sociale delle imprese; i “cantieri di lavoro”, ovvero azioni di servizio pubblico in rete con i Comuni. 35 5.1 Interventi volti alla incentivazione delle assunzioni di persone in condizione di precarietà occupazionale Il lavoro atipico ha assunto negli ultimi anni un peso quantitativo e qualitativo rilevante nella formazione di nuova occupazione. La specificità di questa modalità occupazionale rispetto alle forme di lavoro standard ha fatto sì che anche le trasformazioni del contratto a tempo indeterminato avvengano dopo un lungo iter in cui il lavoratore ha avuto più contratti atipici. Ciò non riguarda solamente i giovani che entrano per la prima volta nel mercato del lavoro, ma anche coloro che per vari motivi (chiusura di aziende, riduzione del personale, dimissioni, immigrazione) si trovano a dovervi rientrare pur avendo un’età più elevata. Il quadro del mercato del lavoro della Provincia di Alessandria appare fortemente connotato da processi di atipicizzazione delle forme contrattuali che, se da un lato consentono alle aziende di rispondere quasi in “tempo reale” alle sollecitazioni che arrivano dal mercato, adeguando o riducendo la forza lavoro a seconda delle necessità, hanno per converso risvolti negativi non solo per le migliaia di lavoratori e lavoratrici che non riescono a trovare la necessaria stabilità economica ed esistenziale, ma anche per le imprese stesse, che faticano a sviluppare percorsi di inclusione e valorizzazione della forza lavoro, rischiando di dissipare professionalità necessarie allo sviluppo e all’innovazione produttiva. I dati relativi alle tipologie di assunzione confermano la forte incidenza dei contratti a termine e l’incremento dei contratti di somministrazione con la conseguente espansione, per alcune fasce di manodopera cosiddetta debole, di sempre più preoccupanti forme di marginalità occupazionale e difficoltà sempre maggiori nel trovare un’occupazione stabile e nell’avere livelli di reddito dignitosi. In particolare le donne, oltre ad avere livelli salariali mediamente più bassi, sono quelle che rivelano maggiori difficoltà ad ottenere occupazioni stabili. La Provincia si pone quindi l’obiettivo di favorire la trasformazione dei contratti di lavoro a tempo determinato, a progetto o prestazione d’opera discontinua, intermittente, occasionale, o per prestazioni occasionali di tipo accessorio e comunque basati su prestazioni di lavoro non continuative, in contratti a tempo indeterminato. Si tenterà di garantire un miglioramento complessivo della situazione occupazionale che possa consentire ai lavoratori e alle lavoratrici di vedere soddisfatte le proprie esigenze di sicurezza, professionalità e reddito e si agirà in modo che le ricadute dirette, in termini di benefici, siano sia nei confronti dei lavoratori sia nei confronti del sistema produttivo locale. Per quanto riguarda i lavoratori in condizione di precarietà occupazionale si evidenzia come il vivere in prima persona una frammentazione lavorativa prolungata, possa determinare un forte ostacolo alla costruzione di una propria professionalità e di una chiara identità lavorativa: il lavoratore si trova a fare i conti con il vivere in una costante condizione di instabilità. Avvertendo in maniera preoccupante il peso delle poche tutele diventa difficile costruirsi un progetto per il futuro. E’ possibile inoltre che il lavoratore si trovi a svolgere contemporaneamente occupazioni anche molto diverse tra loro per la necessità di raggiungere uno stipendio complessivo in grado di soddisfare i bisogni fondamentali. Le problematiche incontrate in alcuni casi hanno forti ricadute anche sull’atteggiamento personale con il quale si affronta il proprio lavoro: si può far strada la rassegnazione per una situazione che sembra senza via d’uscita e la demotivazione legata al lavorare con il costante timore di un possibile mancato rinnovo del proprio contratto. Si tenterà dunque a loro favore di: migliorare la situazione occupazionale; favorire la fuoriuscita dall’area di instabilità lavorativa; aumentare le relazioni dirette dei lavoratori con le realtà aziendali del territorio; definire una precisa strategia occupazionale; aumentare la consapevolezza delle proprie potenzialità, dei contesti aziendali, del mercato del lavoro; fornire alcuni strumenti essenziali per muoversi autonomamente nel mercato del lavoro locale. Si cercherà di attivare le azioni congiuntamente alle imprese del territorio in sviluppo occupazionale e/o disponibili ad investire su figure professionali da inserire stabilmente nel contesto aziendale. Le aziende dei bacini per l’impiego provinciali dovranno essere destinatarie delle azioni volte alla riduzione della discontinuità lavorativa, alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro, alla promozione del target di riferimento e al rafforzamento del ruolo dei servizi per l’impiego della Provincia di Alessandria. La precarietà infatti non solo può avvilire la dignità e la professionalità dei lavoratori, ma può incidere fortemente anche sulle imprese minandone l’efficacia e la qualità dei servizi. 36 Nei confronti delle aziende si agirà dunque per: aumentare la stabilità occupazionale; favorire l’emersione dei fabbisogni occupazionali “latenti” o non ancora espressi dal mercato del lavoro locale; favorire nuove forme di incontro tra imprese e persone; aumentare l’acquisizione e lo sviluppo di capitale umano. Le attività mireranno ad offrire alle imprese della Provincia di Alessandria un servizio qualificato e gratuito volto ad intercettare quelle aziende interessate ad integrare, ampliare, stabilizzare e qualificare il proprio organico attraverso l’inserimento di persone motivate a contribuire alla crescita e competitività aziendale. La possibilità di ricorso allo strumento dell’incentivazione finanziaria all’impresa sperimentato con successo nel precedente periodo di programmazione comunitaria a sostegno dell’assunzione/stabilizzazione dei lavoratori, rappresenta un valido supporto per concorrere a risolvere in particolare le situazioni di “stallo” occupazionale delle persone, condizione che, in caso di lavoratori particolarmente svantaggiati e deboli nell’affrontare il mercato del lavoro, può significare anche “stagnazione” nell’instabilità/precarietà lavorativa. 37 5.2 Interventi integrati di sostegno all’inserimento lavorativo a favore di soggetti in condizione di svantaggio per combattere ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro Lo sviluppo di interventi per far fronte a situazioni di “debolezza” nel mercato del lavoro richiedono la predisposizione di servizi specialistici di recupero e/o potenziamento dell’occupabilità, servizi incentrati in prima battuta sul modello del sostegno orientativo ma innegabilmente legati anche alla forte esigenza di raccordo con il sistema della formazione professionale e con i servizi rivolti alle imprese. Gli interventi indirizzati al target persone particolarmente svantaggiate (nello specifico giovani a rischio segnalati dai servizi sociali, persone con disabilità sottosoglia, detenuti ed ex detenuti, soggetti dipendenti da sostanze, migranti segnalati dai servizi sociali, donne vittime di violenza) si propongono di riuscire ad agire traducendo il più concretamente possibile gli interventi di inclusione sociale in tangibili risultati di inserimento lavorativo. Il conseguimento dell’obiettivo dell’inserimento socio-lavorativo per un target complesso come quello preso in considerazione presuppone un grado particolarmente intenso di raccordo tra tutti gli attori locali coinvolti, a diverso titolo, nell’area dello svantaggio come ad esempio i servizi sociali, i servizi sanitari, i servizi formativi, l’amministrazione penitenziaria, etc... In tal senso lo strumento del partenariato, in specie pubblico, evidenzia una rilevanza strategica, unitamente peraltro all’ incisivo ruolo di presidio e regia sul dispiegamento degli interventi propriamente di politica del lavoro agito dalla Provincia. La complessità e la multi-fattorialità delle problematiche di cui gli utenti particolarmente svantaggiati sono portatori (gravi necessità economiche, difficoltà psicologiche, devianza, difficoltà di inserimento lavorativo,…), pongono dunque come prioritaria da parte della Provincia la necessità di garantire un approccio di intervento integrato tra i servizi per l’impiego e i consorzi socio assistenziali del territorio, approccio che sia presupposto alla creazione di un raccordo forte tra reti familiari e parentali, soggetti pubblici, privati e del privato sociale. Solo così si può dare seguito alla strategie operativa generale volta al governo del sistema, al rafforzamento della rete e all’implementazione di reti locali di supporto alle persone in difficoltà. Ci si propone di attuare azioni progettuali che prevedano la presa in carico integrata, il tirocinio di sostegno all’inserimento lavorativo e il relativo tutoraggio, il rinvio a percorsi di formazione professionale, i servizi alle imprese, i sostegni al reddito, gli incentivi all’assunzione. Allo scopo di combattere ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro si ritiene utile rafforzare i servizi alle imprese: è una scelta da cui non si può prescindere se l’obiettivo è quello di aumentare il numero di inserimenti lavorativi di fasce particolarmente deboli del mercato del lavoro e diminuire la diffidenza degli imprenditori nei confronti delle persone particolarmente svantaggiate. Puntare sull’incontro con il mercato del lavoro serve nel contempo a creare le premesse per rendere più efficaci gli interventi di inserimento/reinserimento lavorativo rivolti alle persone particolarmente svantaggiate e ad aumentare la disponibilità delle aziende rispetto all’accoglienza di esperienze di tirocinio a favore dei soggetti in condizione di svantaggio. Si ritiene inoltre strategico poter ricorrere allo strumento dell’incentivazione economica erogata all’impresa a fronte dell’assunzione della persona poiché tale strumento può concorrere a risolvere in particolare le situazioni di “stallo” occupazionale delle persone specie se particolarmente deboli sul mercato del lavoro. E’ prioritario inoltre individuare dei riferimenti stabili della rete, ovvero alcune professionalità che possano assicurare un riferimento costante e di elevata competenza professionale non solo a favore degli utenti ma anche per gli altri referenti in rete territoriale e per le aziende, in modo da garantire una gestione efficace dei progetti di inserimento lavorativo complessi. Si evidenzia infine come si ritenga determinante che tutte le azioni siano costantemente svolte in integrazione con le attività svolte dai servizi socio assistenziali e sanitari, i progetti del Gol provinciale riguardanti i detenuti, i progetti di politica attiva del lavoro avviati sul territorio, le attività e i servizi volti alla tutela delle pari opportunità, le attività e i servizi di formazione professionale, gli interventi volti alla creazione d’impresa, le iniziative Comunitarie, gli interventi a regia regionale e tutte le attività legate alla programmazione comunitaria previste dal POR 2007-2013. 38 5.3 Interventi integrati di promozione dell’occupazione di soggetti in condizione di disabilità La Provincia di Alessandria, attraverso il servizio Collocamento Mirato e i Centri per l’Impiego, ha ormai da anni attivato azioni specifiche per facilitare l’inserimento lavorativo dei soggetti disabili attraverso la proposta di servizi personalizzati finalizzati a valutare le capacità e potenzialità lavorative delle persone che hanno a disposizione l’opportunità di un collocamento mirato; le azioni previste dall’applicazione della L.68/99 hanno permesso di raggiungere una maggiore efficacia dell’inserimento in luoghi di lavoro e posizioni lavorative idonee ai lavoratori appartenenti a questo target. Si intende proseguire la finalizzazione occupazionale degli interventi garantendo un accompagnamento/sostegno all’inserimento lavorativo delle persone disabili, cercando così di valorizzare le professionalità dei lavoratori e di sostenere un incremento delle competenze per aumentarne le reali possibilità di inserimento nel mercato del lavoro. Fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi sarà il rafforzamento della collaborazione con il sistema delle imprese grazie all’attivazione di consulenze specialistiche in materia di procedure, incentivi, modalità e strumenti per l’inserimento lavorativo di persone disabili e consulenza per l’individuazione di posizioni vacanti adatte/da adeguare per l’inserimento lavorativo di persone disabili. Nell’attività di inclusione socio-lavorativa dei soggetti disabili ci si impegnerà per sostenere il ruolo delle cooperative sociali, delle microimprese e delle organizzazioni del terzo settore. Di grande importanza, inoltre, sarà il lavoro sinergico che la Provincia realizzerà con gli attori operanti sul territorio nei diversi ambiti di competenza al fine di perseguire una presa in carico globale dei bisogni espressi e l’individuazione di soluzioni adeguate alle esigenze messe in rilievo dai singoli. I progetti integrati dovranno pertanto individuare le modalità di partecipazione e le responsabilità di tutti i soggetti che vi intervengono a vario titolo: la persona, i servizi lavorativi, i servizi socio assistenziali, sanitari, dell’istruzione, della formazione, del terzo settore. Le azioni di inserimento lavorativo dovranno prevedere: l’individuazione di tutors esperti per sostenere le esperienze di inserimento lavorativo realizzate tramite lo strumento del tirocinio; l’individuazione di referenti del caso in qualità di figure di riferimento nel complesso progetto di inserimento socio lavorativo; la scelta di azioni di rinforzo delle competenze lavorative da realizzarsi anche attraverso il ricorso a percorsi strutturati di formazione professionale. Si ritiene poi che in questo contesto il sostegno al reddito debba essere visto come uno strumento di incentivazione essenziale per i beneficiari in quanto contribuisce a supportare concretamente il percorso di tirocinio/crescita professionale che si intende supportare: la durata media prevista per il sostegno è di sei mesi part-time. Da attivarsi anche il rimborso forfetario delle spese di trasporto dal domicilio dell’utente alla sede di lavoro: tale intervento, ancora sotto-utilizzato, può efficacemente facilitare l’inserimento lavorativo. Infine appare essenziale procedere con un contributo economico premiante a favore dei datori di lavoro di aziende non soggette all’obbligo previsto dalla legge in caso di trasformazione dei tirocini in contratti di lavoro almeno a tempo determinato della durata minima di 12 mesi. 39 5.4 Interventi di diffusione della responsabilità sociale delle imprese Con l’affermarsi nell’economia mondiale di un aumento della competitività e di fenomeni come la globalizzazione e lo sviluppo industriale dei Paesi emergenti, fenomeni che comportano il rischio di uno sfruttamento delle fasce sociali più deboli attraverso l’utilizzo di manodopera a basso costo, è cresciuta l’attenzione per il tema della responsabilità sociale d’impresa. Per responsabilità sociale d’impresa si intende l’integrazione di principi di natura etica all’interno della gestione strategica ed economica dell’impresa: è una manifestazione della volontà delle grandi, piccole e medie imprese di gestire efficacemente le problematiche di impatto sociale ed etico al proprio interno e nelle aree di attività aziendale correlate. L’attenzione al tema della responsabilità sociale si concretizza in una iniziativa delle imprese che dimostrano di voler raggiungere importanti parametri di qualità nel rispetto dei risvolti sociali e di politica ambientale: basandosi sulla volontarietà dell’impresa stessa, è importante favorire processi virtuosi anche intervenendo con finanziamenti ad hoc. La Provincia, dunque, in un’ottica di sviluppo del tessuto occupazionale provinciale e di lotta alla precarizzazione vuole porre attenzione e promuovere la responsabilità sociale d’impresa rivolgendosi alle grandi, piccole e medie imprese in modo da rendere più efficace la gestione delle problematiche di impatto sociale ed etico al loro interno e nelle aree di attività correlate. Si tenterà di valorizzare imprese, anche piccole, che sanno distinguersi non solo per la qualità dei prodotti e dei processi ma anche per l’attenzione che pongono alle aspettative degli stakeholder, anzitutto nel rispetto dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente. Ci si propone di attivare azioni di informazione e sensibilizzazione sulla responsabilità sociale d’impresa e di promuovere buone prassi aziendali allo scopo di favorire l’inclusione socio lavorativa, aumentare l’ integrazione lavorativa delle fasce deboli, potenziare la capacità di risposta del sistema produttivo locale al problema della marginalità sociale. Il lavoratore che vede rispettare i propri diritti fondamentali produce in maniera migliore e rappresenta un valore aggiunto per l’impresa. 40 5.5 Interventi di servizio pubblico in rete con i Comuni: i “cantieri di lavoro” La legge regionale 34/08 prevede la possibilità per gli Enti locali del territorio piemontese, in particolar modo per i Comuni, singoli o associati, e per le Comunità Montane, di promuovere ed attuare delle iniziative di impiego temporaneo, della durata da due a dodici mesi che coinvolgono soggetti disoccupati di lunga durata; e’ previsto un sostegno al reddito dei disoccupati che partecipano al percorso previsto dal cantiere. Il cantiere di lavoro è in pratica una attività ausiliaria del servizio pubblico, strumento che gli Enti locali possono utilizzare avendo necessità di potenziare determinati servizi nei settori dell'ambiente, dei beni culturali, del turismo o di altri servizi pubblici, o per effettuare attività di tutela o manutenzione del patrimonio pubblico, strutture edilizie, aree verdi, assetto stradale e simili, tutti interventi che altrimenti difficilmente riuscirebbero a realizzare. Si tratta dunque per gli Enti di lavori per la realizzazione di opere e servizi di pubblica utilità e per i disoccupati di uno strumento di politica attiva. Le attività di cantiere devono essere strutturate per utilizzare non meno di 3 soggetti, salvo quanto disposto dalla deliberazione quadro, ed organizzate in modo da unire alle prestazioni lavorative retribuite momenti di formazione ed orientamento professionale allo scopo di sviluppare nel soggetto che vi partecipa un livello di "occupabilità" superiore a quello precedentemente posseduto precedentemente all’esperienza di cantiere, al fine di consentire successivamente al lavoratore di rivolgersi al mercato del lavoro con più strumenti, con più possibilità di ottenere un posto di lavoro. Il procedimento attuativo della legge fa capo alla Regione e prevede l’assegnazione delle risorse per l'attuazione della legge alle Province, le quali valutano, approvano ed autorizzano l'apertura dei cantieri in base alle richieste provenienti dagli Enti locali. In sostanza gli Enti locali interessati si rivolgono per l'attuazione di questa legge alle Province di appartenenza, le Province alla Regione ed i disoccupati interessati, ai Centri per l'Impiego delle Province, presenti sul territorio, servizi presso i quali troveranno informazioni dettagliate, assistenza, orientamento e analisi dei requisiti per l'avviamento all'attività di cantiere. In un mercato del lavoro che oggi più che mai subisce una grave crisi occupazionale trasversale rispetti a molteplici settori produttivi, l’esperienza dei cantieri di lavoro assume una importanza ancora maggiore e si pone come mezzo rilevante per favorire l’inserimento lavorativo di soggetti deboli. I punti cardine dello strumento e cioè l’attenzione alle fasce deboli, la localizzazione degli interventi sul territorio e l’agire concertato delle istituzioni rende il cantiere di lavoro modello importante da promuovere. Con il sostegno a tutta la serie di iniziative sotto forma progettuale per l’impiego temporaneo e straordinario di lavoratori disoccupati con priorità ai soggetti deboli sul mercato del lavoro, la Provincia agirà in modo da favorire l’inclusione lavorativa e sociale di determinate categorie di persone che a vario titolo rischierebbero di trovarsi ai margini del mercato del lavoro locale. Da un punto di vista molto concreto non è inoltre da sottovalutare il fatto che la corresponsione di un sostegno in termini di reddito, anche se per un periodo di tempo limitato, rappresenta un tangibile supporto per affrontare difficili situazioni economiche e personali, in particolare in una situazione congiunturale pesante per i bilanci delle famiglie come quella attuale. Non è poi da sottovalutare come l’esperienza dei cantieri di lavoro contribuisca a rafforzare una pratica di dialogo tra gli Enti coinvolti nella gestione stessa dei cantieri e cioè Regione, Province, Comuni ed Enti Locali del territorio. 41 42 OBIETTIVO 6 AUMENTARE LA PARTECIPAZIONE FEMMINILE AL MERCATO DEL LAVORO I dati disponibili relativi al primo semestre 2009 fotografano un peggioramento della componente femminile di partecipazione al mercato del lavoro. Provincia di Alessandria situazione femminile - confronto giu08/giu09 Disoccupazione Avviamenti TD Avviamenti TI 2008 2009 2008 2009 2008 2009 16.197 16.789 12.279 8.025 3.859 2.111 Si ritiene importante evidenziare alcune esigenze che possono indirizzare l’azione futura: promuovere le pari opportunità; favorire l’inserimento e la permanenza delle donne nel mondo del lavoro; sostenere concretamente la conciliazione tra vita familiare e professionale; far emergere rapporti di lavoro non regolari con particolare riguardo ai servizi assistenziali a domicilio. Per rispondere a tali esigenze la Provincia metterà in campo i seguenti interventi: sostegno alle attività di cura per incrementare le opportunità di accesso delle donne al mercato del lavoro; azioni di sostegno all’emersione del lavoro di assistenza alla persona. 43 6.1 Interventi di sostegno alle attività di cura volti ad incrementare le opportunità di accesso al mercato del lavoro La Provincia grazie alle risorse previste dalla programmazione comunitaria vuole continuare ad adoperarsi per promuovere i diritti fondamentali di non discriminazione e pari opportunità per tutti. In particolare per colmare lo scarto negativo che contraddistingue la nostra realtà provinciale in termini di partecipazione femminile al mercato del lavoro, si adotterà lo strumento già sperimentato del voucher di conciliazione: le persone in cerca di lavoro, gli occupati a rischio del posto di lavoro e le persone particolarmente svantaggiate (con priorità alle donne) che verranno coinvolti dai servizi all’impiego e parteciperanno ai progetti provinciali di sostegno all’inserimento lavorativo, avranno a disposizione un’opportunità in più per sostenere la conciliazione attività di cura familiare-attività lavorativa; lo stesso strumento sarà a disposizione degli operatori dei servizi provinciali all’impiego che potranno utilizzarlo in risposta ad una esigenza di sostegno concreto alla conciliazione e indirettamente contribuire così all’effettiva partecipazione delle donne al mondo del lavoro. Proprio perché l’ancora insufficiente partecipazione femminile al mercato del lavoro deriva in buona misura da un lato dall’ancora insufficiente presenza sul territorio regionale di servizi pubblici di cura e nel contempo dai costi elevati dei medesimi, dall’altro da una distribuzione ancora poco equilibrata in ambito familiare delle responsabilità di cura, è necessario insistere su interventi specifici riguardanti la conciliazione tra vita familiare e professionale, che rappresenta il passaggio culturale imprescindibile per la partecipazione e la permanenza delle donne all’occupazione. Pertanto, nell’ottica di favorire l’inserimento o il reinserimento lavorativo delle donne che decidono di accedere al mercato del lavoro anche successivamente a periodi di prolungata assenza dovuti all’insorgenza di esigenze di cura familiare e/o parentale, è necessario realizzare l’integrazione tra le politiche del lavoro e le politiche di conciliazione attraverso l’adozione di strumenti di supporto alla partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Il voucher sarà un bonus spendibile per l’acquisto di servizi alla persona pubblici e privati, a rimborso di spese sostenute e regolarmente documentate; i servizi rimborsabili riguarderanno figli minori, portatori di handicap/malati cronici, anziani non autosufficienti, ovvero familiari facenti parte del nucleo familiare verso i quali l’utente del CPI ha responsabilità di cura. L’utilizzo del voucher permetterà ai spi di perseguire alcuni obiettivi trasversali altrettanto importanti: - la realizzazione degli interventi in un’ottica di integrazione delle politiche del lavoro e delle politiche di conciliazione per accrescere, attraverso l’utilizzo sinergico delle risorse finanziarie disponibili, la partecipazione a percorsi di adeguamento dell’occupabilità, di inserimento o reinserimento nel mercato del lavoro delle donne (rinforzo di specifiche competenze professionali, tirocinio, percorsi di formazione professionale, rinforzo del sé ed aumento del livello di autonomia della persona, avviamento al lavoro a seguito di colloquio preliminare o di partecipazione alle azioni sopra citate) ; - il miglioramento della fruibilità dello strumento voucher e del relativo modello gestionale implementato nei servizi all’impiego provinciali in ottica di snellimento delle procedure e di approccio tempestivo; - l’individuazione di priorità provinciali ed il conseguente fronteggiamento di particolari situazioni di crisi che si ripercuotono in maniera più immediata ed evidente sulla componente femminile del mdl. 44 6.2 Interventi di sostegno all’emersione del lavoro di assistenza alla persona Allo scopo di favorire la permanenza nel mercato del lavoro delle donne che lavorano e nella prospettiva di innalzare la qualità dei servizi assistenziali a domicilio per lo più prestati da donne straniere, la Provincia promuoverà sul proprio territorio, in stretta sinergia con gli enti gestori delle funzioni socioassistenziali, percorsi a regia regionale volti alla valorizzazione e qualificazione del lavoro di cura delle assistenti familiari; le risorse a disposizione della Provincia riguarderanno nello specifico sia sostegni al reddito che consentiranno la partecipazione a percorsi formativi professionalizzanti, che incentivi alle assunzioni finalizzati all’emersione dal lavoro nero. La proposta delle azioni sperimentali per l’emersione e la qualificazione delle assistenti familiari costituisce un tentativo di risposta al contesto, cioè alle problematiche occupazionali che investono i cittadini immigrati, anche se il problema dell’assistenza domiciliare non riguarda necessariamente lavoratrici o lavoratori stranieri. Nel corso degli ultimi anni è esponenzialmente cresciuta la richiesta da parte delle famiglie di assistenti familiari per fronteggiare i bisogni di cura, in particolare, degli anziani non autosufficienti o non pienamente autosufficienti. La contrazione della natalità, il più alto tasso di occupazione femminile, con la presenza di coppie coniugali a doppia carriera, l’invecchiamento progressivo della popolazione, sono fattori che hanno messo in evidenza la debolezza del nostro sistema di welfare che, per ragioni storiche e culturali, demanda il soddisfacimento dei bisogni di cura di anziani e bambini alla famiglia con gravi difficoltà ad intervenire in modo significativo quando la famiglia non sia in grado di fare fronte da sola ai bisogni di cura. Il sistema pubblico trova in questo momento grande difficoltà a fornire risposte a problematiche dell’anzianità e della non autosufficienza quali il bisogno di un rapporto di vicinanza e confidenza tra assistente e assistito, un’erogazione di servizi continuativi e il rapido e facile accesso a tali servizi. Tutte queste richieste, unitamente alla necessità di ottenere servizi a costi ridotti, tendono a trovare una risposta nelle prestazioni offerte nell’ambito del mercato privato del welfare, con un trend in continua crescita. La peculiarità di questo rapporto di lavoro, svolto all’interno dello spazio domestico e caratterizzato da una forte carica di ambiguità, dato il rapporto che si instaura tra le due parti in causa, più di tipo familiare che datoriale, porta con sé alcune problematiche: scarsa informazione su diritti e doveri di entrambe le parti riguardo a competenze e caratteristiche che le assistenti familiari dovrebbero possedere; situazioni di irregolarità e abusi, soprattutto nel caso di lavoratrici migranti e di situazioni di co-residenza. L’ampia diffusione dell’irregolarità è un aspetto che incide sulle condizioni di vita e di lavoro delle badanti, sulla qualità e sulla tenuta dei rapporti di cura, sulle possibilità formative e quindi di professionalizzazione ed empowerment delle lavoratrici di cura. La situazione di isolamento, la solitudine di anziani e badanti, specie se co-residenti e straniere, le difficoltà di relazione e la delicatezza delle dinamiche che si instaurano tra assistente, assistito e i familiari di quest’ultimo, la scarsa chiarezza sulle regole e sui ruoli, la mancanza di un riconoscimento del ruolo sociale dell’impegno delle famiglie verso i propri anziani e del lavoro delle assistenti domiciliari sono alcune delle problematicità che caratterizzano questa forma di welfare privato: il lavoro privato di cura si presenta dunque come un mercato del lavoro esteso e in crescita, con una forte percentuale di rapporti di lavoro nero o grigio e con specificità uniche. Da questo quadro emerge il forte bisogno di acquisire maggiori informazioni sulle regole del rapporto di lavoro, sulla possibilità di fare emergere rapporti non regolari, di dare vita ad un incrocio domanda/offerta, di pensare a modalità di qualificazione o riqualificazione riconosciuta per l’assistente familiare attraverso il supporto dei servizi. Un fenomeno di tale rilevanza sociale non può essere ignorato e richiede ai servizi per l’impiego la messa a punto di soluzioni efficaci che tengano conto della complessità e della varietà di attori che sono coinvolti nel lavoro di cura. 45 La sperimentazione cui ha aderito la Provincia ha nello specifico come finalità quella di contribuire alla regolarizzazione del lavoro domestico, con il duplice scopo di aiutare le famiglie a sancire un rapporto di lavoro nella legalità con personale competente e qualificato e di restituire dignità e diritti alle lavoratrici del settore, prevenendo fenomeni di espulsione dal mercato del lavoro. Punto di partenza è lo sviluppo di un sistema di servizi integrato che metta in rete tutti gli attori che a vario titolo sono coinvolti nel lavoro di cura: le assistenti familiari, gli anziani e le loro famiglie, il privato sociale, i CPI, gli enti formativi, le ASL, i servizi socioassistenziali del territorio, i patronati ecc. Nei territori l’efficacia delle azioni non è solo funzione di una precisa ripartizione/delimitazione delle attività di competenza, ma anche della collaborazione tra soggetti pubblici e privati e della capacità di creare condizioni e spazi collaborativi che governino ed integrino interventi di informazione, orientamento, formazione ed inserimento lavorativo. Pertanto si intendono sostenere servizi informativi dedicati per favorire l’incrocio domanda/offerta con l’obiettivo di supportare famiglie e assistenti nell’iter del matching, della stipula del contratto e della soluzione di controversie e problematiche sorte nel corso della relazione assistente-assistito. Per quanto riguarda le assistenti straniere il servizio può giocare un ruolo nell’ambito della mobilità internazionale dei lavoratori, in quanto osservatorio sui fabbisogni di manodopera straniera nel contesto di cura domiciliare sui territori. Sebbene per le assistenti siano previsti ingressi fuori quota, il servizio potrebbe contribuire, attraverso la rete territoriale, a intercettare le badanti arrivate in Italia ed inserirle in circuiti “virtuosi” per l’inclusione socio - lavorativa. Una direzione di lavoro centrale dell’intervento consiste nella promozione della qualificazione delle badanti, con la programmazione di attività formative, nonché la promozione di una azione significativa per il riconoscimento delle competenze già acquisite (seguita con particolare attenzione dalla Regione Piemonte nel quadro della sua sperimentazione sul libretto formativo del cittadino). L’organizzazione delle azioni rivolte sia alla domanda che all’offerta di lavoro nel contesto di cura domiciliare è teso a fornire un servizio che sia in grado di assicurare trasparenza e qualità sia sul versante delle famiglie che delle assistenti familiari. Infatti, in questo particolare ambito le famiglie tendono ad appoggiarsi su canali informali di vario genere, rivolgendosi alla propria rete di relazioni, a parrocchie, sindacati, patronati o diversi tipi di associazioni e spesso si trovano a correre rischi legati al reclutamento improvvisato, all’affidabilità delle lavoratrici e alla continuità del loro impiego. Dall’altro lato le lavoratrici sono esposte a forme di sfruttamento da parte delle famiglie, così come di altre “agenzie” che organizzano l’incontro tra domanda e offerta con fini di lucro. Le funzioni previste per gli operatori dei CPI comprendono l’accoglienza e la valutazione dell’occupabilità e dell’autonomia della persona al fine di garantire il miglior incrocio possibile fra domanda e offerta di lavoro, cercando di supportare le famiglie e le lavoratici nel momento dell’inserimento lavorativo in collaborazione con un tutor dedicato che le seguirà durante l’intero percorso di inserimento lavorativo. Per quanto riguarda la formazione al lavoro di cura, le resistenze sono note e diffuse e sembrano accomunare i vari soggetti coinvolti. Tanto per le assistenti quanto per gli assistiti, il lavoro di cura è spesso percepito come qualcosa di “naturalmente femminile”, per questo la formazione è considerata superflua; inoltre, l’eventuale frequenza di corsi potrebbe minacciare il poco tempo libero a disposizione delle donne,oppure andare a sovrapporsi all’orario di lavoro. I percorsi di formazione professionale, inoltre, con i loro vincoli di orario e di periodo di inizio delle attività, non sempre riescono a rispondere alle esigenze formative di queste donne, che necessiterebbero di una formazione flessibile, erogabile in diversi momenti dell’anno, anche su richiesta da parte di piccoli gruppi. La collaborazione con la Formazione Professionale sarà quindi centrale nell’individuare percorsi mirati e flessibili, che meglio rispondano alle richieste di qualità del servizio di cura e al riconoscimento di questa professionalità. Particolare attenzione verrà data alla possibilità di “riconoscere le competenze acquisite in modo non formale” nell’ambito della sperimentazione del libretto formativo messa in atto dalla Regione Piemonte. Il riconoscimento delle competenze è infatti un nodo centrale nel rapporto con persone che già da tempo lavorano nel settore, e che quindi, pur non avendo seguito un percorso formativo strutturato, già possiedono gran parte delle competenze richieste dalla professione. Si farà comunque riferimento all’articolazione in competenze del profilo dell’Operatore Socio Sanitario. 46 OBIETTIVO 7 PROMUOVERE INTERVENTI PER LA BUONA OCCUPAZIONE I dati di contesto sottoriportati evidenziano alcune specificità riscontrabili nel territorio alessandrino relativamente ai target over 45, migranti e invalidi del lavoro. Età < 35 35-40 40-44 > 45 Mobilità - Incidenza per fasce di età – I° semestre 2009 Mobilità assistita Mobilità non assistita 73 409 55 201 77 213 670 704 Stranieri iscritti ai Centri per l'Impiego Provinciali - dati agosto 2009 Area di Provenienza Fascia di anzianità Totale Europa Africa America Asia non UE Mediter. Centro Sud Minore di 3 mesi 231 92 44 14 381 Da 3 a 6 mesi 334 174 64 20 592 Da 7 a 12 mesi 324 157 52 10 543 Da 13 a 24 mesi 441 156 88 17 702 Maggiore di 24 1.450 821 312 112 2.695 Totale 2.780 1.400 560 173 4913 Anno 2008: Iscrizioni invalidi del lavoro 50 Anno 2009: 59 Le esigenze evidenti in questa panoramica possono indirizzare l’azione futura per: diffondere la cultura della prevenzione; contribuire all’emersione del lavoro non regolare; superare le difficoltà di permanenza nel mercato del lavoro dei lavoratori maturi; favorire l’integrazione socio lavorativa degli utenti stranieri. L’obiettivo generale di promozione della buona occupazione verrà perseguito attraverso la realizzazione dei seguenti interventi: promozione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; azioni per favorire il prolungamento dell’attività professionale e l’invecchiamento attivo; integrazione dei migranti nel mercato del lavoro e sviluppo del servizio di mediazione interculturale. 47 7.1 Interventi di promozione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro Ormai quotidianamente i dati sugli infortuni e sulle morti bianche mostrano come sia difficile, in questo campo più che in altri, realizzare azioni preventive efficaci e vigilare su una corretta applicazione delle norme. Il problema della sicurezza e salute sui luoghi di lavoro è centrale e manifesta caratteristiche ben delineate: la mancanza generale di una cultura della prevenzione dei rischi da lavoro, le inadempienze da parte datoriale nell'organizzazione/strutturazione dell’ambiente di lavoro, la presenza nelle imprese di forzalavoro non regolare, la carenza negli organici delle strutture delle istituzioni preposte ai controlli, il crescente utilizzo nell'industria e in agricoltura di sostanze chimiche pericolose o cancerogene. L’analisi del fenomeno infortunistico mette inoltre in rilievo l’aspetto per cui esso stesso colpisce in misura maggiore lavoratori con scarsa e frammentata esperienza lavorativa e lavoratori che invece hanno sedimentato competenze professionali in un arco di tempo significativo e che sono considerati “esperti”. Proprio a seguito di quanto premesso la Provincia ritiene fondamentale recuperare e diffondere una cultura della prevenzione da affiancare all’indispensabile azione di controllo. Vi è la consapevolezza che un cambiamento vero passa attraverso la promozione della cultura della prevenzione nei giovani e che ciò contribuisca alla formazione di cittadini consapevoli del valore della salute e sicurezza in ambito lavorativo. Si pensa inoltre di individuare quale elemento fondante degli interventi di propria competenza il sostegno e la facilitazione del dialogo tra enti ed istituzioni che a vario titolo agiscono in questo ambito. La Provincia si pone dunque l’obiettivo di rafforzare la collaborazione, già intrapresa con la Costituzione del Comitato provinciale di coordinamento delle attività di prevenzione e vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro con i servizi sanitari, con gli Enti e le Istituzioni che operano nel campo della prevenzione infortuni, gli Istituti di Istruzione, le Università, gli Enti Bilaterali, gli Organismi Paritetici, le associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori al fine di sviluppare interventi comuni con particolare riferimento alla definizione di: iniziative di sensibilizzazione rivolte ai lavoratori ed alle imprese, strategie di sviluppo di competenze professionali attraverso la formazione, ricerca e produzione di materiali didattici, attività di supporto al sistema. Si prevede ad esempio di attuare iniziative di sensibilizzazione e di formazione, anche di breve durata ed a carattere modulare per la prevenzione infortuni, il miglioramento della sicurezza e salute dei lavoratori sul luogo di lavoro secondo quanto previsto dalle direttive comunitarie, dalla normativa nazionale e provinciale in materia di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro con particolare riguardo ai settori produttivi che presentano livelli di rischio medio-alti. Si rafforzerà il sistema della formazione rivolta alle figure che rivestono ruoli centrali nell’organizzazione della sicurezza aziendale a cui siano demandati compiti di gestione della sicurezza aziendale (ad esempio il Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione, l’Addetto antincendio e gestione delle emergenze, ……….). Verrà valorizzata anche l’organizzazione di attività seminariali su tematiche di particolare rilievo per la diffusione della cultura della sicurezza sul lavoro. Considerata poi la stretta correlazione tra infortuni e lavoro non regolare, il contributo all’emersione del lavoro non regolare sarà realizzato attraverso: - l’attivazione della Commissione provinciale emersione lavoro non regolare, commissione volta a creare un rapporto strutturato tra le diverse istituzioni territoriali che esercitano la competenza primaria di vigilanza, e a definire attraverso essa modalità operative condivise (passaggi di consegne, segnalazioni, modulistica in uso); - la partecipazione al tavolo della Direzione Provinciale del Lavoro (CLES); - la partecipazione ai tavoli della Prefettura, l’”Osservatorio per la sicurezza dei cantieri edili e contrasto del lavoro non regolare”, il “Consiglio territoriale per l’immigrazione”); - il monitoraggio costante del mercato del lavoro locale e delle specificità significative. 48 7.2 Interventi per favorire l’invecchiamento attivo il prolungamento dell’attività professionale e Nelle aziende la gestione dei lavoratori maturi è ormai strutturale, destinata a durare nel tempo, richiede quindi di essere affrontata in maniera sistematica, non episodica, in una prospettiva temporale di medio lungo termine. Le imprese non devono essere lasciate sole nell’affrontare la questione dell’age management poiché la sfida connaturata alla gestione del fenomeno coinvolge sia la sfera lavorativa che sociale e pertanto è fondamentale che all’operato dell’aziende si integrino sinergicamente i contributi delle diverse istituzioni nazionali e territoriali, delle associazioni datoriali, delle organizzazioni sindacali, delle agenzie formative e culturali e più in generale della società nel suo complesso. Per quanto attiene più strettamente alle politiche del lavoro, il superamento delle difficoltà di permanenza nel mercato del lavoro dei lavoratori maturi necessita di un approccio integrato che agisca da un lato sugli orientamenti e le scelte della domanda delle imprese e dall’altro sullo sviluppo delle capacità e competenze professionali dei lavoratori. Per la Provincia gli interventi incentrati sull’active ageing previsti nella programmazione europea costituiscono lo strumento attraverso il quale operare per incidere sui processi di senilizzazione della forza lavoro del territorio; tali iniziative implicano dal punto di vista strategico un efficace raccordo con le politiche formative, le quali sono chiamate a intercettare le esigenze sottese all’ageing al fine di contribuire a costruire profili formativo-professionali coerenti con le specifiche dinamiche della domanda di lavoro espressa da tale segmento di popolazione. Da un lato si agirà con azioni specifiche rivolte alle imprese del territorio provinciale, dal momento che la lotta contro i limiti d’età e lo sviluppo di buone prassi nella gestione del fattore età devono venire dall’interno delle organizzazioni. Importante sarà mirare ad abbattere le resistenze al cambiamento nei confronti dell’idea generale che sia preferibile investire sui giovani. Dall’altro lato si attiveranno percorsi di sostegno all’invecchiamento attivo a favore dei destinatari “persone” attraverso lo sviluppo e proposta di servizi variamente combinati in funzione delle caratteristiche individuali dei soggetti target. La forza lavoro interessata dall’active ageing presenta infatti problematiche peculiari quali: la necessità di avere/mantenere un posto di lavoro sicuro per la salute ed il benessere nel suo insieme; essere/rimanere competitiva per l’azienda dal punto di vista delle competenze fino al raggiungimento dell’età pensionabile; riuscire a trasferire alle nuove generazioni di lavoratori le conoscenze a volte sottese che sono state accumulate durante il percorso di carriera lavorativa. In caso poi a questo si aggiunga il rischio di una probabile e prossima fuoriuscita dal mercato del lavoro per problematiche legate all’impresa di appartenenza, forti divengono le implicazioni sociali legate alla difficoltà di ridefinire il proprio ruolo e la propria identità professionale fortemente legata all’immagine dell’azienda in cui si è operato per anni. Le azioni che si vogliono mettere in atto mireranno: - a supportare le aziende ad affrontare la questione dell’age management, migliorando il fronteggiamento dell’invecchiamento della forza lavoro, favorendo l’investimento sul capitale umano, contrastando le discriminazioni per età, aiutando nella ricerca di ruoli e mansioni adeguati al progredire dell’età, promuovendo orari più adeguati alle esigenze di chi è più avanti negli anni, promuovendo l’accesso alla formazione e riqualificazione di tutti i dipendenti, valorizzando la responsabilità sociale d’impresa volta a stimolare e premiare le aziende che assumono lavoratori maturi, intervenendo con incentivi economici all’assunzione; - a prolungare la permanenza e la vita attiva dei lavoratori nel mercato del lavoro promuovendo un aggiornamento e valorizzazione delle loro conoscenze e competenze, migliorando la formazione ad hoc per i lavoratori anziani, sostenendo la motivazione a lavorare più a lungo, migliorando l’identità professionale nella sfera sociale, migliorando le condizioni di lavoro, evitando la dequalificazione dei lavoratori, migliorando la capacità di adattamento al cambiamento, promuovendo la conciliazione tra vita e lavoro, aumentando la capacità di muoversi autonomamente e adeguatamente nelle fasi di ricerca di lavoro, promuovendo opportunità lavorative, aumentando il tasso di occupati nelle classi di età più anziane. 49 7.3 Interventi di integrazione dei migranti nel mercato del lavoro e di sviluppo del servizio di mediazione interculturale La Provincia intende garantire il processo di integrazione dei migranti attraverso percorsi di rafforzamento dell’occupabilità che consentano di valorizzare a pieno il contributo che questo target può apportare a sostegno dell’offerta di lavoro. Si può affermare che, considerando il contesto dei CPI della Provincia di Alessandria, almeno il 50% degli utenti che giornalmente usufruisce dei servizi alla persona proviene da paesi stranieri. La quasi totalità degli utenti stranieri che si rivolge ai nostri sportelli è alla ricerca attiva di una occupazione e pertanto ci chiede di essere aiutata ad organizzare tale attività con l’obiettivo di trovare lavoro nel minor tempo possibile. Sono clienti che si presentano ripetutamente e regolarmente ad aggiornarsi sulle opportunità di lavoro, ai colloqui di orientamento e si dimostrano assidui e realmente impegnati nella ricerca di lavoro. Molto spesso però le azioni intraprese vengono vanificate o fortemente limitate da difficoltà linguistiche, di conoscenza del territorio, di mobilità e dai nostri diversi costumi culturali e comportamentali rispetto al paese di provenienza. In particolare: scarsa conoscenza della lingua italiana, limitata conoscenza del territorio e difficoltà di spostamenti, limitata conoscenza dei servizi presenti in zona e del loro utilizzo, mancato riconoscimento dei titoli di studio o di qualifica conseguiti all’estero, diversità di abitudini, usi e costumi. Questa serie di problematiche porta a volte alla creazione di gruppi chiusi di persone che mantengono al loro interno lo stile di vita del paese di origine, non si integrano nel contesto locale e rendono ancora più difficile l’inserimento sociale, lavorativo e lo sfruttamento di reali capacità professionali. In realtà di questo tipo risultano particolarmente penalizzate le donne ed i giovani che ricevono “messaggi contrastanti”: in famiglia si continua a vivere come nel paese di origine mentre a scuola e nel sociale si vive “all’italiana” con modalità spesso opposte fra di loro. Le difficoltà che incontrano gli operatori dei servizi alla persona e dell’orientamento dei servizi all’impiego provinciali in questi casi sono quelle di trovare possibili soluzioni,ovviamente in ambito lavorativo, mediando fra le due diverse culture. Questo richiede tempi lunghi e diversi incontri che prevedono “prese di coscienza” graduali per non interrompere il rapporto di fiducia che si viene a creare fra operatori e clienti. Non sempre è possibile dedicare a questo target di clienti il giusto tempo e le giuste attenzioni per raggiungere l’obiettivo finale. L’affiancamento con la figura del mediatore culturale è di grande aiuto sia dal punto di vista pratico (linguistico e di corretto utilizzo dei servizi) sia di orientamento (comunicazione efficace): il mediatore e’ un agente attivo nel processo di integrazione che si pone come figura “ponte” tra gli stranieri e le istituzioni, è un nuovo operatore sociale con competenze ed attitudini specifiche, in grado di interagire con le istituzioni pubbliche e private, e di farsi interprete delle esigenze e delle necessità degli stranieri; ma si propone anche come risorsa per la promozione di azioni specifiche e mirate nelle politiche migratorie. In concreto il supporto agli operatori si può concretizzare in: azioni proposte all’utenza riguardanti l’ informazione sul funzionamento del servizio, il supporto per la consultazione dei materiali per la ricerca attiva del lavoro, l’invio al servizio del CPI più adeguato ai bisogni dell’utente,l’ invio a servizi esterni al CPI; supporto agli operatori stessi nella decodifica delle domande e dei bisogni dell’utenza straniera, chiarimenti sul significato di comportamenti e comunicazioni dell’utenza immigrata, collaborazione nell’identificazione e valorizzazione delle competenze possedute dal singolo utente straniero. L’offerta dei servizi all’impiego a disposizione di questo target si arricchirà di interventi specifici che al loro interno coniugheranno formazione/sviluppo di competenze e informazione/mediazione/accompagnamento al lavoro. Il primo intervento che la Provincia attiverà sarà a sostegno di migranti occupati ma a rischio del posto di lavoro, in possesso di profili professionali deboli, poco definiti, generici, in possesso di competenze non riconosciute. Le azioni previste si concentreranno sullo sviluppo di competenze di base e specialistiche per garantire gli obiettivi di seguito delineati: profilo professionale consolidato (riconoscimento dei titoli e competenze acquisiti nei propri paesi d’origine); riduzione del divario tra competenze possedute dai migranti (esperienze di lavoro pregresse o alto livello di scolarizzazione) e lavori effettivamente svolti; acquisizione di adeguate competenze linguistiche; aumentata competenza nella ricerca attiva del lavoro e nella conoscenza dinamiche mercato del lavoro; maggiore capacità di orientamento e 50 conoscenza del tessuto sociale nel quale i migranti vivono; mantenimento del posto di lavoro o comunque di una occupazione; sviluppo di servizi dedicati al target, con particolare attenzione ai territori corrispondenti ai bacini per l’impiego ed alla eventuale presenza di specifiche comunità. Particolare attenzione verrà dedicata alle differenti professionalità che realizzeranno le varie fasi dell’intervento: - analisi di contesto, che rilevi per ogni bacino per l’impiego la composizione della presenza di migranti, i movimenti migratori, i fenomeni sociali collegati, le iniziative a supporto realizzate a livello territoriale, al fine di ottenere un’efficace visione d’insieme a supporto delle scelte di intervento; - raccolta aggiornata delle informazioni circa le strutture e i servizi presenti sul territorio; - promozione della collaborazione tra scuola, comunità locali, mondo del lavoro e associazioni che si occupano del sostegno e dell’ accoglienza dei cittadini stranieri; - strutturazione di uno sportello informativo all’interno del CPI gestito da un mediatore culturale per l’attività di accoglienza e informazione su procedure specifiche (rilascio permesso di soggiorno, rilascio visto d’ingresso, conversione permesso di soggiorno, richiesta di asilo politico, richiesta cittadinanza italiana, rinnovo permesso di soggiorno, residenza anagrafica/codice fiscale/carta d’identità/patente, riconversione patente, riconversione titoli di studio, servizi sanitari, istruzione/formazione professionale); - presa in carico dell’utente e formulazione da parte dell’operatore di una prima analisi della situazione formativa/professionale e delle aspettative dell’utente, individuazione dei fabbisogni espressi e delle risposte in termini di interventi di politica attiva del lavoro, sottoscrizione del patto di servizio (nello specifico l’accompagnamento alla redazione del curriculum vitae con particolare attenzione alle competenze non formali o riconosciute fuori dal territorio italiano permetterà di indirizzare il percorso del soggetto verso laboratori tematici finalizzati al rinforzo delle competenze o al riconoscimento delle competenze già possedute); - realizzazione di laboratori modulati su piccoli gruppi attraverso i quali si lavorerà per recuperare e rinforzare competenze, attitudini e inclinazioni (Conoscenza del Mercato del lavoro, comunicazione interpersonale, Strumenti di ricerca attiva di lavoro, Tecniche di autopromozione, Alfabetizzazione culturale, Acquisizione competenze di base, Acquisizione e sviluppo competenze professionali). Il secondo intervento che la Provincia attiverà sarà a sostegno di migranti disoccupati in cerca di lavoro, con particolare attenzione alle donne intese come soggetti con specifici fabbisogni, vincoli e criticità che limitano la possibilità di inserimento lavorativo (problematiche legate a scarsa conoscenza del mercato del lavoro locale, alle tecniche di ricerca attiva; necessità di un percorso di accoglienza, integrazione e di apprendimento linguistico/formativo). Le azioni previste faciliteranno lo sviluppo di competenze di base e specialistiche allo scopo di garantire gli obiettivi già delineati per il primo intervento, a cui per questo target (disoccupati, in maggioranza donne) si aggiungeranno sia l’inserimento lavorativo che la fuoriuscita dal sommerso. Le varie fasi dell’intervento ripercorreranno le stesse azioni del primo ma ad esse si aggiungerà, sempre per la specificità del target, la promozione dei profili professionali presso le aziende del territorio al termine del percorso di rinforzo competenze e la assegnazione di “voucher” di conciliazione per consentire la conciliazione tra lavoro e famiglia a fronte di un impegno attivo nella ricerca di occupazione e/o partecipazione a percorsi formativi presso i CPI o Enti formativi; si prevede un ulteriore utilizzo dei voucher per l’acquisizione della patente auto la cui mancanza è spesso causa di rinuncia all’assunzione o di non presa in considerazione da parte dell’Impresa. Gli interventi che si andranno ad attuare sul territorio provinciale a favore dei migranti, verranno potenziati da un approccio di forte integrazione tra politiche di tipo diverso ( fp, lavoro, istruzione, sociali) e di attivazione diversa (iniziative in rete territoriale animate da Comuni e Consorzi. 51 52 OBIETTIVO 8 FAVORIRE LO SVILUPPO DI NUOVE IMPRESE SUL TERRITORIO Nell’ambito dell’obiettivo generale di qualificare la popolazione e il lavoro la Provincia di Alessandria ha previsto e realizzato a partire dal 2002 attività di sostegno all’imprenditorialità attraverso una serie di servizi integrati mirati alla creazione di occupazione in tutti i settori economico-produttivi. Provincia di Alessandria Attuazione misura D3 POR 2000-2006 Contatti di preaccoglienza Accolti complessivamente Business plan validati Neo imprese costituite Nuovi posti di lavoro 2379 949 312 267 471 A seguito della passata esperienza e dei risultati evidenziati, è possibile mettere in risalto alcune esigenze ancora in essere utili ad indirizzare l’azione futura: implementare e valorizzare la rete territoriale per la creazione d’impresa; intercettare e supportare prospettive professionali di lavoro autonomo; aiutare le neo imprese nel decollo effettivo delle attività; limitare al minimo la “mortalità precoce” delle attività imprenditoriali. Per raggiungere gli obiettivi definiti da tali esigenze, la Provincia metterà in campo i seguenti interventi: supporto allo sviluppo di idee di impresa; consulenza per la creazione d’impresa; servizi di tutoraggio e consulenza a favore delle imprese neo-costituite. 53 8.1 Interventi di supporto allo sviluppo di idee di impresa Nell’ambito degli interventi di supporto all’imprenditorialità, la Provincia di Alessandria opererà in linea di continuità e sviluppo con la precedente esperienza legata alla programmazione comunitaria, nella prospettiva di non disperdere la “riconoscibilità” dell’esperienza provinciale in tema di creazione d’impresa. Si mirerà ad implementare e valorizzare la rete territoriale per la creazione d’impresa riconoscendo massimo valore all’opportunità di creare un legame stretto con l’Università e il Politecnico, avendo tali contesti la capacità di armonizzare la creatività e l’innovazione e di agire contemporaneamente in un contesto di dinamismo e di eccellenza tali anche da favorire politiche di sviluppo tecnologico nel senso più ampio del termine; pari attenzione verrà riservata al consolidamento del rapporto con gli Sportelli Unici per le attività produttive dei Comuni centri-zona, le cui professionalità di tipo tecnico si potranno confrontare con l’approccio consulenziale fornito dagli operatori specializzati dei servizi all’impiego provinciali. Per la promozione del servizio, le attività di animazione imprenditoriale e diffusione dei risultati, l’operatività dovrà efficacemente tener conto del differente impatto dei diversi canali e strumenti a disposizione: verranno pertanto animati momenti pubblici, verranno utilizzati i principali canali d’informazione locale, la gestione via web dell’iniziativa, la predisposizione di guide ed opuscoli, verranno organizzati momenti di incontro/testimonianza con i principali attori economici e sociali presenti sul territorio, verrà curata l’elaborazione di studi e ricerche. In stretta correlazione agli indirizzi comunitari che vedono nella “creazione d’impresa” uno strumento di sostegno alle politiche occupazionali, si è ritenuto importante strutturare l’attuazione degli interventi presso i sette Centri e Sportelli Territoriali per l’Impiego. In questa sede vengono infatti svolti gli incontri individuali tra l’operatore dello sportello e l’utente per una preventiva definizione e valutazione dell’idea imprenditoriale, delle caratteristiche dell’imprenditore, della coerenza tra il profilo di quest’ ultimo e la stessa idea imprenditoriale nonché per una prima analisi di fattibilità. La localizzazione dei servizi basilari presso i Centri per l’Impiego consentirà inoltre l’efficace coordinamento ed integrazione tra gli interventi di supporto all’imprenditorialità e le altre misure di politiche a favore dell’occupazione realizzate dagli uffici provinciali. L’ulteriore attivazione di uno sportello centralizzato è inoltre finalizzata non solo alle attività di “primo contatto”, accoglienza, accompagnamento e tutoraggio dell’utente ma soprattutto al coordinamento operativo generale dell’iniziativa. 54 8.2 Interventi di consulenza per la creazione d’impresa Anche per quel che riguarda la vera e propria attività di consulenza per la creazione d’impresa, la Provincia di Alessandria reputa opportuno procedere mutuando l’esperienza della precedente attuazione. L’attività di preaccoglienza continuerà a veder confermato, come proprio obiettivo e campo d’azione, l’intercettazione delle candidature di potenziali neo imprenditori o comunque di persone (occupate o non, giovani, adulti) interessate ai temi del lavoro autonomo e dello sviluppo delle proprie prospettive professionali al di fuori del circuito del lavoro dipendente; verrà allo scopo garantito un primo contatto (personale o telefonico) con gli operatori del Centro per l’Impiego o con gli operatori di Sportello, momento utile a fornire le prime informazioni sul servizio stesso. Il percorso della creazione d’impresa avrà un vero e proprio avvio con l’accoglienza ed analisi del progetto imprenditoriale, azione che si realizza in uno o più incontri di durata variabile per la presentazione del servizio offerto dallo sportello, la raccolta e la definizione compiuta dell’idea d’impresa. Si passerà poi all’accompagnamento e sviluppo del business plan, fase che prevede un percorso individualizzato di accompagnamento all’avvio d’impresa e che fornisce come primo risultato la predisposizione del business plan o piano d’impresa. La consulenza per lo start-up d’impresa sarà indirizzata a supportare la neo-impresa nell’accesso ai canali di finanziamento post-avvio previsti, nella fase precedente all’avvio effettivo delle attività, nonché nella compilazione delle domande di finanziamento in favore delle imprese i cui business plan ottengano la validazione prevista. 55 8.3 Interventi di tutoraggio e consulenza a favore delle imprese neo-costituite Nell’ambito della cosiddetta “consulenza ex post” la Provincia di Alessandria intende assicurare un’attività di accompagnamento e tutoraggio nei confronti delle imprese create come necessario complemento ai servizi consulenziali per la creazione d’impresa. Tale supporto, nel delicato periodo immediatamente successivo alla costituzione, trova la sua ragione d’essere nella volontà di aiutare la neo impresa a realizzare le attività previste dal business plan e raggiungere così gli obiettivi prefissati; si pone quindi come necessario strumento per favorire il decollo effettivo dell’attività e come presidio per limitare al minimo le fattispecie di “mortalità precoce” delle attività imprenditoriali. L’intervento di tutoraggio per le nuove imprese sarà finalizzato prioritariamente a valutare, congiuntamente al neo imprenditore, l’opportunità di una consulenza specialistica mirata, che gli consenta di adottare autonomamente una strategia per la risoluzione di differenti tipologie di problemi che si troverà ad affrontare. Esso serve, in ultima analisi, a monitorare lo sviluppo delle attività, ad apportare i dovuti correttivi alle strategie aziendali e a prevenire il problema dell'alta mortalità delle neo-imprese: costituisce infatti obiettivo primario della Provincia mantenendo un costante monitoraggio delle neo-aziende e sostenere la loro sopravvivenza. Le consulenze specialistiche erogate da professionisti appartenenti a vari settori, sempre sotto il costante monitoraggio del tutor, si pongono a presidio e risoluzione di eventuali problematiche sia di carattere gestionale che tecnico (di tipo fiscale, giuridico, finanziario, ecc.) riscontrate dai neo-imprenditori. Data la natura dell’intervento l’attività di consulenza specialistica verrà gestita dallo stesso soggetto che realizzerà il tutoraggio. Per sua natura, al di là di specifiche richieste, l’attività di consulenza specialistica sarà rivolta al processo e al prodotto aziendale, intesi come attenzione alla crescita e sviluppo dell’impresa in termini di: fatturato, utile, ammortamenti, ecc. e nel contempo rafforzamento delle competenze professionali del neo imprenditore. Infine verranno realizzate le attività di consulenza mirata a supportare la neo-impresa nell’accesso ai canali di finanziamento post-avvio previsti dalle leggi regionali di finanziamento per le imprese. 56 OBIETTIVO 9 RINFORZARE I SISTEMI DI INFORMAZIONE, MONITORAGGIO, CONTROLLO E VALUTAZIONE RELATIVI AGLI INTERVENTI DI PROMOZIONE DELL’OCCUPAZIONE E DELLA FORMAZIONE La riforma del mercato del lavoro e il relativo trasferimento di funzioni in materia ha visto la Provincia di Alessandria impegnata a strutturare un sistema organico ed efficiente di politiche per l’impiego. A fronte dell’evoluzione e specializzazione dei servizi e di un contesto in continua trasformazione, si impone la necessità di proseguire il miglioramento dei compiti concernenti le politiche del lavoro anche con un supporto specifico al livello di governo centrale. In particolare si evidenziano alcune esigenze che possono indirizzare l’azione futura: presentare efficacemente i servizi a favore dell’occupazione; valorizzare gli interventi in atto e il loro impatto sul mercato del lavoro; perfezionare l’organizzazione e funzionalità dei servizi; controllare l’efficacia ed efficienza delle azioni realizzate; migliorare progressivamente gli interventi di politica del lavoro e della formazione; Per raggiungere gli obiettivi posti da tali esigenze, la Provincia metterà in campo i seguenti interventi: comunicazione strategica integrata volta al governo del mercato del lavoro locale; monitoraggio dei risultati delle politiche; adeguamento del sistema di controllo delle azioni di promozione dell’occupazione e della formazione; valutazione dell’impatto delle politiche attuate in riferimento alla realtà occupazionale del territorio provinciale. 57 9.1 Interventi di comunicazione strategica integrata volta al governo del mercato del lavoro locale L’esigenza di supportare il governo della rete territoriale del mercato del lavoro e dei servizi per l’impiego provinciali trova realizzazione, per la nostra Provincia, nella strutturazione di una innovativa e sperimentale funzione di comunicazione strategica integrata volta alla gestione e coordinamento delle iniziative di informazione sia interna che pubblica. Si ritiene determinante da un lato essere in grado di presentare i servizi all’impiego valorizzando gli interventi ed il loro impatto sul mercato del lavoro e dall’altro sostenere la rete interna di chi opera nei spi provinciali in una logica di diffusione delle conoscenze e knowledge management. La citata comunicazione integrata viene vista anche come supporto condizionante l’efficacia stessa della maggior parte degli interventi di politica attiva del lavoro in un ottica di progressivo avvicinamento e coinvolgimento del cittadino e delle impresa nella costruzione e diffusione di servizi sempre più legati alle esigenze del territorio. Si prevede in concreto di valorizzare e migliorare l’organizzazione e la funzionalità dei servizi attraverso la gestione strategica e coordinata delle risorse informative. Dovranno essere impegnate in tale segmento di attività figure professionali che presentino competenze in tema di informazione e comunicazione, in materia di FSE, servizi all’impiego, politiche attive del lavoro, formazione professionale, politiche di sviluppo e coesione sociale. Grazie ad una visione sistemica e d’insieme e alla volontà di intercettare e rappresentare i complessi fenomeni politici e sociali che interessano il territorio provinciale, si opererà per instaurare reti di relazioni interne ed esterne volte a definire progetti comunicativi volti sia ad informare che a dare il giusto grado di visibilità agli interventi in materia di occupazione e sviluppo. Particolare importanza verrà data allo sviluppo del sito internet tematico, all’aggiornamento mirato e costante delle informazioni, all’ organizzazione, supervisione e coordinamento delle aree tematiche di approfondimento. Si ritiene strategico inoltre gestire a livello locale l’informazione all’opinione pubblica utilizzando efficacemente i vari canali di comunicazione: ufficio stampa, informazione pubblica, informazione interna, piani di informazione, supporti video-fotografici,… Sempre determinante sarà il coordinamento della rete di informazione interna e la creazione di uno spazio ad uso degli operatori atto a permettere la diffusione di informazioni/strumenti utili al miglioramento del livello di erogazione dei servizi all’impiego. 58 9.2 Intervento di sviluppo del sistema di monitoraggio dei risultati delle politiche Da un lato la necessità di affinare e perfezionare progressivamente l’intervento delle politiche del lavoro e della formazione, e dall’altro l’obbligo in capo alla Provincia che delle politiche ha responsabilità di gestione e coordinamento per il proprio territorio, hanno evoluto il concetto di monitoraggio da adempimento periodico a strumento sistemico, non episodico, in grado di fornire una rendicontazione degli interventi sulla base di criteri oggettivi e di indicatori predefiniti. In considerazione di quanto premesso, la Provincia intende supportare la realizzazione delle politiche a sostegno dell’occupazione potenziando una attività strettamente connessa allo sviluppo degli interventi stessi quale quella relativa al monitoraggio delle azioni attuate in risposta alle specifiche esigenze del territorio provinciale: è il monitoraggio della gestione e realizzazione degli interventi che porta ad impostare, definire e mettere in opera strumenti in grado di raccogliere dati qualitativi e quantitativi in itinere e finali riguardanti le azioni ed i progetti realizzati. Decisiva è la scelta di professionalità in un’ottica di specializzazione ed integrazione delle competenze: risulta infatti strategica la capacità di sviluppare l’analisi e la restituzione degli elementi emersi dal quadro d’insieme in modo da consentire l’implementazione di fasi successive o la rielaborazione di azioni correttive in funzione di progetti analoghi di futura attivazione. 59 9.3 Interventi per l’adeguamento del sistema di promozione dell’occupazione e della formazione controllo delle azioni di Nell’ambito della Programmazione 2007/2013, come descritto nei precedenti paragrafi, sono stati individuati alcuni “obiettivi di servizio” su cui concentrare attenzione e risorse al fine di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale. E’ necessario, tuttavia, garantire che la gestione delle risorse sia improntata a criteri di efficienza ed efficacia, nonché a principi di sana gestione finanziaria. Infatti, coerentemente a quanto previsto dall'art. 60 del Regolamento (CE) N. 1083/2006 del Consiglio dell'11 luglio 2006, la Provincia di Alessandria intende lavorare al fine di: a) garantire che gli interventi che beneficiano di un finanziamento provinciale siano selezionati secondo criteri conformi alle norme comunitarie e nazionali; b) verificare che i prodotti e i servizi finanziati siano forniti e l'effettiva esecuzione delle spese dichiarate dai beneficiari in relazione ai progetti, nonché la conformità di tali spese alle norme comunitarie e nazionali; a tal fine verranno effettuate verifiche in loco su base campionaria; c) garantire l'esistenza di un sistema informatizzato di registrazione e conservazione dei dati contabili relativi a ciascun intervento; d) predisporre adeguate piste di controllo per la mappatura degli interventi. Per ottemperare a quanto sopra la Provincia si impegna inoltre a garantire l’adeguata separazione della funzione di controllo da quelle di programmazione e gestione, individuando un apposito ufficio addetto al controllo funzionalmente separato dalle altre attività. Le funzioni dell’ufficio controllo sono regolate da appositi manuali per il controllo dei progetti da effettuarsi sia in ufficio che in loco. Per quanto riguarda gli ambiti di controllo le procedure di verifica vengono definite a seconda della modalità di realizzazione/affidamento dei progetti: chiamata di progetti; appalto; gestione diretta; voucher. I controlli vengono rispettivamente: effettuati considerando tre differenti ambiti, che identificano Il controllo amministrativo:questa area del controllo fa innanzitutto riferimento alle disposizioni normative ed amministrative comunitarie, nazionali e regionali che regolamentano le attività di programmazione e gestione delle attività finanziate attraverso risorse pubbliche. La conformità risulta determinata dal rispetto/non rispetto di una norma, di una disposizione e quindi presuppone la predeterminazione delle norme e delle disposizioni di cui si chiede/impone il rispetto. La finalità principale di questa area del controllo è quella di assicurare uniformità di trattamento agli operatori, trasparenza amministrativa e la certezza stessa dei rapporti giuridici. Il controllo finanziario: la finalità di questo controllo è quella di accertare la sussistenza dei documenti giustificativi, la correttezza del calcolo e l’ammissibilità del periodo temporale attraverso la preliminare verifica di effettività, inerenza e legittimità delle spese dichiarate nelle domande di rimborso. Il controllo fisico-tecnico: per tale area si prevedono, in particolare nel caso di avvisi di chiamata a progetto, le seguenti procedure di controllo: controllo della partecipazione e controllo della soddisfazione dei destinatari. Il controllo della partecipazione si concentra sull’utilizzo del servizio (finanziato dal progetto) da parte dei destinatari attraverso il confronto tra partecipazione prevista e partecipazione finale dei destinatari. Il controllo della soddisfazione dei destinatari si concentra sull’opinione e sul giudizio espresso dai destinatari, e si basa sull’analisi dei giudizi forniti dai destinatari/utenti mediante la compilazione di appositi questionari. 60 9.4 Interventi di valutazione dell’impatto delle politiche attuate in riferimento alla realtà occupazionale del territorio provinciale Negli ultimi anni è cresciuto l’interesse e il dibattito intorno al tema della valutazione delle politiche pubbliche e ciò è rintracciabile prioritariamente nel fatto che, di fronte ad una progressiva diminuzione delle risorse a disposizione, si è sempre più affermata l’idea che le attività di valutazione possano essere utili in termini di strumento di controllo dell’efficacia e dell’efficienza delle azioni agite dalle istituzioni pubbliche. L’attività di valutazione infatti, nel rilevare ed analizzare i risultati e l’impatto degli interventi finanziati e gestiti dai differenti livelli amministrativi e di governo, svolge l’importante ruolo di fornire elementi utili alla ridefinizione e al riorientamento delle azioni intraprese, con la precipua finalità di rendere più efficaci e razionali gli interventi volti al raggiungimento degli obiettivi prefissati e di aumentare di conseguenza il rendimento della spesa ad esse connessa. La Provincia intende sostenere l’attività valutativa come importante strumento di supporto per la razionalizzazione delle politiche di intervento sia nella loro componente di spesa che di gestione; ritiene quindi necessario, per una maggiore efficacia ed efficienza degli interventi, affiancare alle attività di coordinamento o di gestione delle politiche, l’attività di valutazione delle stesse. Nell’ambito, dunque, di una esigenza più generale di supportare la struttura centrale che opera a sostegno della realizzazione degli interventi di politica del lavoro, in un ottica di specializzazione ed integrazione delle competenze, si intende potenziare la fase che attiene alla valutazione dell’impatto delle politiche attuate in riferimento alla realtà occupazionale del territorio provinciale. Si punterà sull’identificazione di indicatori che possano rilevare efficacemente l’impatto delle politiche del lavoro attuate sia nei confronti dei differenti target di utenza presenti nel mercato del lavoro che della composizione imprenditoriale territoriale, in modo da permettere valutazioni a livello strategico che da un lato valorizzino i risultati positivi conseguiti e permettano di riproporre le stesse esperienze e dall’altro rendano evidenti le aree di miglioramento allo scopo di per realizzare interventi sempre più competitivi. 61