si intende il prato di graminacee a foglie dure (duriherbosa di RUBEL)
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si intende il prato di graminacee a foglie dure (duriherbosa di RUBEL)
si intende il prato di graminacee a foglie dure (duriherbosa di R U B E L ) , che fanno cotica più o meno continua, su un terreno ricco di humus. I fitogeografi dell'Europa centrale e della Francia adoperano inoltre il termine « steppa » anche per denominare stazioni semidesertiche, a suolo magro, povero di humus, che ospitano formazioni molto aperte di emicrittofite e di camefite suffrutescenti (siccideserla, Trockeneinoden di R U B E L ) . Tali sono anche, per esempio, le « steppe ad Artemisia » del Mar Caspio, i « deserti steppici » a piante spinose dell'Asia e del Nord Africa, le « steppe salate » della Russia meridionale e dell'Algeria, le « steppe a piante succulente » dell'Africa. Col nome di steppa quindi sono chiamate stazioni, che hanno terreno abbondante e umificato (Tschemosioms, steppe dei Russi), e stazioni dove il terreno è poverissimo, quasi mancante, e che si avvicinano al deserto. Ma carattere a comune delle stazioni a duriherbosa e dei siccideserta è un microclima di tipo continentale, con forti escursioni termiche, sia annuali che giornaliere. È naturale quindi che nelle stazioni indicate come « steppiche » in senso lato, sebbene così diverse per la loro fisionomia ed ecologia, le piante ad esigenze più continentali prevalgano su quelle oceaniche. Nel discutere la storia della vegetazione di M . Ferrato ed in particolare della florula delle stazioni delle roccie, delle pietraie e dei prati a Festuca, le cui corrispondenti furono chiamate « steppiche » da S U Z A , terrò presente le sopra esposte osservazioni di R U B E L , portando essenzialmente l'attenzione sulle esigenze più o meno continentali della flora che ospitano. Proprio in queste stazioni, ed in parte anche nella prateria a Brachypodium e Bromu~s, si trovano gli elementi più caratteristici e notevoli della vegetazione dei nostri serpentini. F r a questi meritano speciale considerazione alcune specie, che qui compaiono più o meno disgiunte dalla loro area di distribuzione, e devono essere considerate come relitti di una vegetazione diffusasi in tempi più o meno lontani e quindi testimoni di passate condizioni climatiche regionali, diverse da quelle odierne. Il carattere di relitto di queste specie è stato rilevato anche da FIORI (1914). N e faccio qui seguire l'elenco, corredato delle principali indicazioni sulla loro distribuzione (1), che possono aiutarci a comprenderne il significativo storico ed ecologico (2) : ( 1 ) I.e i n d i c a z i o n i d e l l a distribuzione g e o g r a f i c a d e l l e v a r i e specie sono state r i c a v a t e , p e r l e l o c a l i t à n o n i t a l i a n e , s p e c i a l m e n t e da H E G I ( 1 9 2 8 - 3 5 ) e d a N Y MAN ( 1 8 7 8 - 1 S 8 4 ) ; per le località italiane LATORE da FIORI (1914, 1 9 2 0 , 1 9 2 3 - 2 9 ) e da PAR- (1848-96). ( 2 ) G i à fino d a l 1 8 7 1 C A R U E L m e t t e v a i n e v i d e n z a l e p r i n c i p a l i c a r a t t e r i s t i c n e d e l l a flora dei G a b b r i toscani c o n c l u d e n d o c o n queste p a r o l e : u L ' a r g o m e n t o in