Suoni e movimenti che aiutano a stare meglio

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Suoni e movimenti che aiutano a stare meglio
PSICONCOLOGIA
La musica come cura
In questo articolo:
musica e danza
supporto psicologico
fisioterapia
Suoni e movimenti
che aiutano
a stare meglio
Anche la musica e la danza
possono contribuire in modo efficace
al benessere di chi affronta
un tumore e i problemi
psicologici e fisici che la malattia
porta con sé
a cura di CRISTINA FERRARIO
anta che ti passa”, dicevano i nostri nonni, a sottolineare come musica e
canto abbiano il potere di
farci stare meglio. Oggi è
chiaro anche ai medici che la musica
e la danza, assieme all’arte, al teatro e
ad altre attività creative, possono trasformarsi in una vera e propria terapia, utile ed efficace per affrontare
disagi psicologici come depressione e
ansia, malattie legate al movimento,
autismo, problemi di comportamento
e, non ultimo, il cancro. E anche se le
figure del musicoterapeuta e del danzaterapeuta non sono ancora state riconosciute a livello ufficiale nel nostro Paese, alcuni ospedali e centri di
cura oncologica offrono anche questo
tipo di aiuto ai malati.
“Si tratta di terapie di sostegno che
si affiancano a quelle classiche” spiega Nicoletta Buchal, medico attivo
nella riabilitazione oncologica e psicoterapeuta che da 16 anni gestisce il
programma di danzaterapia dell’associazione Attivecomeprima, dove le
persone colpite da cancro vengono seguite a tutto tondo, con grande attenzione ai cambiamenti e ai problemi fisici, psicologici e sociali che derivano
dalla malattia. Nicoletta Buchal ha
“C
“
IL DOTTOR MOZART
”
Wolfgang Amadeus Mozart fu senza dubbio un grande musicista, ma in base ad alcuni
studi e teorie sviluppate nel secolo scorso, forse dovremmo cominciare a chiamarlo
“dottor Mozart”. Gordon Shaw e Frances Rauscher parlarono per primi dell’effetto
Mozart, una controversa teoria scientifica pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature nel
1993: secondo i due ricercatori ascoltare la musica del compositore austriaco migliora
le capacità di orientamento spaziale, come dimostra il fatto che gli studenti coinvolti
nella ricerca che avevano ascoltato anche solo per pochi minuti la musica di Mozart
erano riusciti a portare a termine alcuni compiti assegnatigli in modo più veloce ed
efficiente rispetto agli altri. Questa musica agirebbe quindi sul cervello anche se
l’effetto durerebbe solo per poco tempo. Ma Mozart può essere molto utile pure per il
corpo, almeno stando a quanto affermano i sostenitori del Mozart fitness, una disciplina
nata in Italia che prevede una serie di esercizi per rilassare e tonificare la muscolatura
e liberare la creatività eseguiti sulle note mozartiane.
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PSICONCOLOGIA
“ ”
RITI E RITMI
ANTICHI
Musica e danza accompagnano da sempre
la medicina: nell’antico Egitto si
utilizzavano canti per allontanare le
malattie, mentre i medici dell’antica
Grecia pensavano che la musica curasse il
corpo e l’anima e prescrivevano il suono
del flauto per alleviare molti dolori. Anche
gli “uomini medicina” degli indiani
d’America hanno utilizzato per secoli
musica e danza nei loro rituali di
guarigione. L’uso della danza e della
musica come sostegno alla moderna
medicina scientifica ha invece preso
ufficialmente il via nella prima metà del
secolo scorso: durante la seconda guerra
mondiale, negli ospedali statunitensi si
utilizzava la musica per aiutare i soldati a
superare gli shock subiti e proprio negli
Stati Uniti nacque, nel 1944, il primo corso
di laurea in musicoterapia. Negli stessi
anni, gli psichiatri cominciarono a notare
miglioramenti nei pazienti che seguivano
corsi di danza e, da questi spunti, presero
il via numerosi studi che hanno portato in
molti Paesi al riconoscimento della
danzaterapia come strumento da
affiancare alle terapie tradizionali.
potuto verificare in prima persona l’utilità di queste terapie nel momento
in cui, quasi 20 anni fa, si è trovata a
dover affrontare l’esperienza del tumore: “Quando il cancro è entrato
nella mia vita stavo concludendo i
quattro anni di specializzazione in
danzaterapia” racconta Buchal “e mi
sono letteralmente innamorata di
questa tecnica, che mi ha permesso di
rinnovare le mie energie e di affrontare la malattia con uno spirito diverso”.
Movimenti
personalizzati
Per molte persone operate per un
tumore o sottoposte a chemioterapia
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e radioterapia non è semplice convivere con il dolore fisico e psicologico
legati alla malattia. In questi casi la
danzaterapia ha un ruolo utile nell’aiutare a stare meglio nel corpo e
nella mente. In particolare, la danza
rappresenta uno strumento molto efficace di riabilitazione globale dopo il
tumore. Se condotte da persone preparate e competenti, le ore dedicate
alla danza possono migliorare la mobilità, la ripresa dell’uso degli arti
dopo un intervento e possono anche
risolvere problemi posturali o di dolore legati alle diverse fasi della malattia. Attenzione, però. “Tutti questi
cambiamenti e miglioramenti che riguardano la salute fisica sono parte
integrante di un percorso molto più
complesso” chiarisce Buchal. “La danzaterapia ha effetti a livello scheletrico, muscolare eccetera, ma coinvolge
anche tutto il mondo delle emozioni e
aiuta a sciogliere nodi profondi in un
vero percorso di cambiamento”. A differenza di quanto avviene nella fisioterapia classica, negli incontri di danzaterapia l’attenzione non è posta sull’arto che fa male o sul dolore alla
schiena di per sé, anzi, si cerca proprio
di spostare l’attenzione su sensazioni
corporee positive. “L'importante” conclude Nicoletta Buchal “è scegliere il
percorso in base a chi si ha di fronte,
dal momento che solo una vera e propria terapia personalizzata risulta
davvero efficace”.
Fa bene alla mente
e al corpo
Musicoterapia e danzaterapia
hanno un forte impatto psicologico
su chi le pratica. “Grazie alla musica –
ascoltata o eseguita suonando uno
strumento o cantando – e alla danza,
i pazienti riescono finalmente a lasciarsi andare” spiega Tiziana Manusardi, danzaterapeuta e arteterapeuta
che da anni si dedica anche ai malati
oncologici. “I pazienti riescono a
esprimere ciò che sentono veramente
e a rielaborare la loro situazione.
Molte delle persone che ho seguito in
La danza
questi anni mi hanno detto di essere
cambiate anche nei loro rapporti con
gli altri dopo il percorso di arteterapia”. E infatti il lavoro comune, la ritrovata consapevolezza del proprio
corpo e i rapporti che si creano all’interno del gruppo hanno un effetto liberatorio che è una conseguenza
molto apprezzata di queste terapie,
come afferma Nicoletta Buchal, che
utilizza la danza come una vera e propria riabilitazione
globale.
“Con la danzaterapia l’attenzione si
concentra sulla musica, sulla visualizzazione di immagini rilassanti e si riescono
così ad eseguire movimenti che altrimenti risulterebbero Nicoletta
più dolorosi” sostie- Buchal, medico
ne Buchal. E l’impor- responsabile
tanza di queste tera- del progetto
di danzaterapia
pie che potrebbero
di Attivecomeessere definite “com- prima
plementari” non è le-
L’arte entra
negli ospedali
per fornire supporto
e alleviare il dolore
“
”
DANZA,
MUSICA E MOLTO
ALTRO ANCORA
aiuta corpo e mente
gata solo alla mente: musica e danza
agiscono anche a livello fisico sul nostro organismo. Medici e ricercatori
sanno, per esempio, che la musica
agisce sul sistema nervoso simpatico,
che regola le attività involontarie
come il battito cardiaco: una musica
tranquilla ha un effetto rilassante
poiché rallenta il battito, mentre una
più “mossa” può causare agitazione e
disagio. La musica ha la capacità di
stimolare precise aree del cervello e
può di conseguenza aiutarci a stare
meglio. Ma non è finita qui: il canto
aiuta le persone operate alla gola
come una sorta di riabilitazione vocale o quelle con problemi respiratori
poiché favorisce l’ampiamento della
capacità polmonare. La danzaterapia,
dal canto suo, agisce sul corpo con
tutti i benefici tipici dell’attività fisica. “Con i movimenti appropriati liberi e creativi si possono alleviare i
problemi connessi al dolore muscolare o alla fatigue, l’estrema spossatezza
legata al cancro, si migliora la coordinazione e si impara a conoscere e accettare il proprio corpo” afferma Ti-
ziana Manusardi. “Inoltre, il movimento aumenta il livello di endorfine, neurotrasmettitori che ci danno
un senso di benessere”.
Garanzie di serietà
Se si vuole far ricorso a questo
tipo di sostegno, l’importante è che
le terapie non siano mai improvvisate, ma studiate su misura in base
al gruppo di persone che si ha di
fronte, come spiegano gli esperti. “I
gruppi sono costituiti da persone in
tutti gli stadi della malattia, in alcuni casi anche nelle fasi avanzate, e
per questo è necessario modificare
il lavoro di volta in volta” spiega Nicoletta Buchal.
Una cosa deve essere chiara: per
avvicinarsi alla musicoterapia e alla
danzaterapia non serve essere musicisti o ballerini, poiché in queste
esperienze non è tanto importante
come si balla o come si suona. “È soprattuto importante il percorso, il
cammino fatto insieme verso il benessere” conclude Manusardi.
Il termine più corretto per definirle è
artiterapie. Sono diverse attività capaci di
stimolare i nostri sensi e di coinvolgerci
non solo dal punto di vista fisico – si
dipinge, si disegna, si scrive eccetera – ma
anche da quello psicologico ed emotivo.
“Le artiterapie rappresentano un valido
strumento per aiutare le persone a
elaborare la propria malattia e per
conoscersi e riconoscersi proprio
attraverso quella creatività presente in
tutti noi, ma spesso nascosta o repressa”
spiega Tiziana Manusardi, fondatrice e
direttrice della scuola di formazione in
danzaterapia e artiterapie l’Albero, di
Milano, che è stata anche coordinatrice del
laboratorio di artiterapie ArtLab
dell’Istituto nazionale tumori del capoluogo
lombardo. “Il laboratorio artistico e
terapeutico è nato nel giugno 2003”
racconta Manusardi “come progetto pilota
di pochi mesi ed è diventato nel tempo una
solida realtà e un punto di riferimento per
tanti pazienti dell’Istituto”. Oggi il
laboratorio è gestito dalla Lega italiana per
la lotta contro i tumori di Milano e Tiziana
Manusardi segue i gruppi di danzaterapia
e artiterapia attraverso l’approccio
interdisciplinare. “Questo tipo di
metodologia permette di seguire e
accompagnare la persona a 360 gradi”
spiega Manusardi. “Chi partecipa agli
incontri può dedicarsi all’arte, alla
scrittura creativa, alla danza e alla
musica, seguendo le proprie inclinazioni
ed esigenze”.