Influenza

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Influenza
INFLUENZA AVIARE
Caratteristiche della patologia
E.1
E.1.1 Nome patologia
E.1.2 Agente/i eziologico/i
E.1.3 Breve descrizione
Scheda Influenza aviare
Informazioni
Malattia
Influenza Aviare (Fowl Plague, Avian Flu, Grippe, Avian
Influenza).
L’influenza è sostenuta da virus della famiglia
Orthomyxoviridae, genere Influenzavirus di tipo A. dal punto
di vista morfologico i virus influenzali appaiono come
particelle pleomorfe di 80-120 nm di dimensione. I virioni
sono dotati di envelope sul quale sono evidenti delle
proiezioni superficiali rappresentate dalle glicoproteine
emoagglutinina (H) di cui se ne conoscono 16 sottotipi e
neuroaminidasi (N) di cui se ne conoscono 9 sottotipi. Sono
virus ad RNA con genoma segmentato e questa caratteristica
li rende particolarmente pericolosi per la loro capacità di
modificarsi nel tempo attraverso fenomeni di mutazione
genetica. Alcuni ceppi vengono definiti ad alta patogenicità o
HPAI e appartengono generalmente ai sottotipi H5 e H7
oppure hanno un indice di patogenicità intravenosa (IVPI)
superiore a 1,2 nei pulcini di sei settimane (dall’allegato I del
D.Lgs. n. 9 del 25 gennaio 2010). Questi ceppi hanno la
caratteristica di possedere molti amminoacidi basici al sito di
clivaggio dell’emoagglutinina, caratteristica che permette al
virus di replicare a livello di vari organi ed apparati causando
una forma clinica gravissima che si conclude con la morte
dell’individuo. Al contrario, i virus a bassa patogenicità (LPAI)
presentano pochi aminoacidi basici al sito di clivaggio e quindi
sono in grado di moltiplicarsi solo in pochi organi e tessuti
(generalmente tratto respiratorio o digerente).
L’influenza aviaria, chiamata anche “peste aviare” o “peste
lombarda” è stata osservata nel pollo con una certa frequenza
già dalla prima segnalazione in Italia a cura del Prof.
Perroncito nel 1878. la sintomatologia è condizionata da
diversi fattori quali la patogenicità del ceppo virale, la specie
infettata, l’età, lo stato nutrizionale, lo stato immunitario, la
presenza di infezioni secondarie, le caratteristiche di
allevamento, il tropismo del virus nei confronti dei diversi
apparati (respiratorio, enterico, nervoso o infezione
sistemica). A seconda della specie infettata e delle
caratteristiche del virus la sintomatologia è molto variabile, si
passa da forme asintomatiche fino ad una malattia sistemica
con morbilità e mortalità prossime al 100% . Tra le specie di
allevamento il tacchino risulta più sensibile mentre i polli
sono meno sensibili; gli anseriformi risultano resistenti anche
nei confronti dei ceppi ad alta patogenicità (H5N1 HPAI) dove
solo occasionalmente possiamo registrare malattia clinica e
mortalità
Pag. 1
1
1.1-1.2
1.1.1
1.2.1
1.1.2
1.2.2
1.1.3
1.2.3
1.1.4
1.2.4
1.1.5
1.2.5
1.1.6
1.2.6
1.1.7
1.2.7
1.1.8
1.2.8
1.3
1.3.1
Rilevanza della patologia
Presenza e frequenza dell’agente eziologico sul territorio regionale / extraregionale
Presenza e frequenza della malattia Attualmente non sono segnalati focolai di AI in Lombardia ad
in Regione Lombardia
alta patogenicità. Il 7 gennaio scorso è stato individuato un
focolaio di influenza aviaria a bassa patogenicità LPAI H7 in un
allevamento di svezzamento nel Comune di Carpenedolo (BS).
L’allevamento con 742 volatili (pollastre, polli, capponi, oche,
anatre,tacchini, faraone) è stato posto sotto sequestro e sono
state eseguite le operazioni di abbattimento, pulizia e
disinfezione. E’ stata inoltre istituita la zona di restrizione del
raggio di 1 Km dall’ allevamento, in cui è presente un
allevamento di broiler posto sotto controllo
Presenza e frequenza della malattia Spagna, Bulgaria, Romania e Ex Urss nel 2010
in regioni / Stati confinanti
Frequenza eventuali epidemie
Asia e alcuni Paesi del Nord Africa
(specificare aree)
Animali / Vettori / Ambiente
Anseriformes e Charadriformes sono considerati i principali
reservoir.
Eventuali cicli stagionali / focolai
In generale compare in autunno
influenzati da anomalie climatiche
Fattori che favoriscono la presenza
La biosicurezza è in grado di contrastare l’ingresso della
dell'agente (scarse misure igieniche, patologia nel circuito commerciale. La presenza di animali
biosicurezza, management, ecc.)
reservoir nelle vicinanze dell’allevamento favoriscono
l’ingresso della malattia
Stabilità nell'ambiente dell'agente
La resistenza del virus dell’ AI nell'ambiente è spesso
eziologico
sottovalutato. In particolare condizioni climatiche fresche e
umide e la contemporanea presenza di materiale organico
favorisce una lunga sopravvivenza. È questo il caso di molte
delle acque di superficie dove può sopravvivere per 26-30
giorni a 28 °C e 94- 158 giorni a 17 °C. Nelle feci liquide
sopravvive vitale per 30-35 giorni a 4 °C e per 7 giorni a 20 °C.
Sopravvive per 4 giorni nelle feci di pollo tenute 25- 32 °C a. In
allevamento il sottotipo H7N2 è risultato presente fino a due
settimane nelle feci e sulle gabbie. Il compostaggio delle
carcasse di pollame infetto uccide virus in circa 10 giorni.
Il virus influenzale potenzialmente sopravvive in
definitivamente qualora fosse congelato.
Possibilità di eliminare l'agente
È possibile negli allevamenti al chiuso previa asportazione del
dall'ambiente
materiale organico, detersione e successiva disinfezione
accurata
Numero di specie domestiche colpite
Numero di specie domestiche colpite Più di 90 specie. Tra i domestici: pollo, tacchino, anatre,
(indicare anche quali)
faraone, quaglie, fagiani struzzi. Pochi casi mortali da H5N1
sono state riportate in animali stabulati negli zoo quali tigri e
leopardi. Sperimentalmente questi virus hanno infettato
anche gatti, cani, suini, furetti, roditori, conigli e macachi. Gli
esseri umani possono essere infettati anche se esiste un
elevata barriera specie-specifico che rende difficilissima la
trasmissione.
Scheda Influenza aviare
Pag. 2
1.4
1.4.1 Rapidità di diffusione
nell'allevamento
Velocità di diffusione
Molto veloce
1.4.2 Rapidità di diffusione tra allevamenti Veloce
1.4.3 Capacità di diffondersi senza
Veloce
1.5
1.5.1
1.5.2
1.5.3
1.5.4
1.6
1.6.1
1.6.2
1.6.3
movimentazione di animali
Vettori come reservoir e potenziali fonti di contagio
Ciclo della patologia influenzato da
Gli insetti non risultano molto importanti nella trasmissione o
vettori
mantenimento della patologia all’interno dell’allevamento
anche se possono fungere da vettori “meccanici” .
Presenza del vettore sul territorio
Se correttamente applicati i piani di biosicurezza e di
regionale / nazionale
disinfezione/disinfestazione post-focolaio il problema non
sussiste in quanto gli insetti comunemente presenti vengono
eliminati.
Presenza del vettore legata a
Non applicabile per i motivi sopra descritti.
determinate aree / condizioni
climatiche
Capacità del vettore di sopravvivere, Il vettore non è in grado di trasmettere la malattia nelle
riprodursi, trasmettere l'infezione,
condizioni di allevamento commerciale e con le rigide norme
fungere da reservoir
di biosicurezza applicate.
Rischio di contagio nelle specie sensibili
Probabilità di trasmissione
Gli uccelli migratori hanno un importante ruolo nella
diffusione dei virus influenzali soprattutto quelle specie che
coprono regolarmente distanze considerevoli durante la
migrazione e nei quali l’infezione risulta asintomatica. I
fenomeni migratori portano a contatto un gran numero di
popolazioni diverse di uccelli che raramente coprono l’intera
distanza migratoria in un unico volo ma più spesso compiono
delle soste in aree favorevoli al riposo e all’alimentazione .
Queste condizioni favoriscono la diffusione all’interno delle
popolazioni selvatiche che pertanto possono fungere da
ponte per il passaggio del virus negli uccelli domestici
Modalità di trasmissione
Negli uccelli, i virus dell'influenza aviaria si diffondono
principalmente attraverso le feci nonché nella saliva e nelle
secrezioni nasali. Le feci contengono grandi quantità di virus e
la trasmissione oro-fecale è il principale mezzo di diffusione
per i virus LPAI in uccelli selvatici. In generale la trasmissione
dei virus mediante secrezioni viene considerato poco
importante nella trasmissione negli uccelli selvatici; tuttavia
gli isolamenti di H5N1 (HPAI) sono stati effettuati in quantità
superiore nelle secrezioni respiratorie rispetto alle feci.
Una volta che il virus dell'influenza aviaria è entrato un
allevamento la sua diffusione avviene velocemente per via
oro-fecale e mediante l’aerosol che si forma grazie all’alta
densità di animali presenti.
Particolari condizioni che favoriscono La trasmissione mediante le feci è facilitata dalla persistenza
del virus dell'influenza aviaria in ambienti acquatici per
la trasmissione
periodi di tempo prolungati, soprattutto a basse temperature.
In allevamento l’elevata concentrazione degli animali
permette un rapido contagio.
Scheda Influenza aviare
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1.7
Specie selvatiche reservoir e potenziali fonti di contagio
Tra i selvatici quelli appartenenti agli Anseriformi, Gruiformi,
Caradriformi, Ciconiformi e alcuni Passeriformi. Possono
essere infettati con forma clinica anche numerose specie
appartenenti agli ordini Galliformes;
Ciconiiformes;
Columbiformes; Falconiformes; Strigiformes; Gruiformes;
Pelecaniformes,
Struthioniformes,
Podicipediformes,
Psittaciformes e Phoenicopteriformes.
Interazioni selvatici / domestici /
Gli uccelli selvatici di solito portare solo la forma dell'influenza
uomo
aviaria a bassa patogenicità. Questi ceppi, una volta introdotti
negli allevamenti commerciali di pollame, possono reassort
e/o mutare di produrre virus HPAI
Eventuali specie in pericolo colpite
Quasi tutte le specie aviari
Potenziale diffusione silente
Riconoscibilità della patologia
Tra le specie domestiche i tacchini sono maggiormente
attraverso i segni clinici
sensibili rispetto al pollo. Il decorso della malattia può essere
iperacuto, acuto, sub acuto e asintomatico. La forma
iperacuta è tipica dei ceppi HPAI ed è caratterizzata da morte
improvvisa senza sintomi apparenti. La forma acuta e
caratterizzata da elevata mortalità con sintomi clinici generici
quali abbattimento, anoressia, cresta e bargigli cianotici,
sintomi respiratori (tosse, starnuti, respirazione a becco
aperto), ipertermia. La forma subacuta è caratterizzata dalla
stessa sintomatologia ma in forma più blanda. La forma
asintomatica è sostenuta da ceppi non patogeni.
Diffusione attraverso soggetti subEsiste una bassa possibilità di diffusione attraverso soggetti
clinici / asintomatici
asintomatici negli allevamenti commerciali; più importante
negli allevamenti multi specie o in quelli free range.
Periodo d'incubazione
Il periodo di incubazione dell’influenza nelle infezioni naturali
e sperimentali è variabile da alcune ore a 3-7 giorni in
funzione della patogenicità del ceppo, della via di
penetrazione e della specie infetta.
Variabilità dell’agente
Specie / Tipi conosciuti
I sottotipi possibili dalla combinazione di H e N sono 254.
Mutazioni
Possibili, I virus LPAI se non adeguatamente controllati
possono trasformarsi in LPAI con facilità. Sono segnalate due
tipi di mutazioni denominate rispettivamente:
− DRIFT = Cambio di qualche aminoacido che dà luogo a
nuove varianti;
− SHIFT = Infezione simultanea di 2 virus con cambio
totale di HA o NA e creazione di un nuovo sottotipo.
Specie - specificità
In genere esiste specificità dei virus influenzali aviari che
infettano prevalentemente volatili. I recettori per i virus
influenzali nelle specie aviarie hanno il recettore con acidi
sialici legati a una molecola di galattosio con un
legame a 2,3 (NeuAca-2,3Gal) a livello intestinale; lo stesso
recettore è presente nel suino a livello tracheale che è l’unica
specie in grado di riassortire i virus influenzali dei mammiferi
e degli uccelli.. Lo stretto contatto con volatili malati o morti
con la variante asiatica del virus H5N1 (HPAI) sembra essere
la via principale di trasmissione di questo virus all'uomo.
1.7.1 Specie colpite
1.7.2
1.7.3
1.8
1.8.1
1.8.2
1.8.3
1.9
1.9.1
1.9.2
1.9.3
Scheda Influenza aviare
Pag. 4
1.10
1.10.1
1.11
1.11.1
1.11.2
2
2.1
2.1.1
2.1.2
2.1.3
2.2
2.2.1
Pochi casi umani possono essere stati causati da esposizione
indiretta attraverso le feci, contaminate.
Conoscenza dell’interazione ospite-patogeno
Grado di conoscenza scientifica sulla Lo studio dell’Influenza Aviaria e dell’Influenza umana hanno
patogenesi
portato, negli ultimi anni, ad una buona conoscenza
dell’interazione ospite-patogeno.
Conoscenza della risposta immunitaria
Totale / parziale / nessuna
La conoscenza dell’immunità umorale è da considerarsi
conoscenza dell'immunità umorale
buona.
Totale / parziale / nessuna
La conoscenza dell’immunità umorale è da considerarsi
conoscenza dell'immunità cellulobuona.
mediata
Impatto socio-economico
Impatto della patologia sulle produzioni nella realtà lombarda
Perdite produttive (mortalità / scarti) Difficile fare una stima specifica dell’impatto che questa
patologia ha sulla realtà avicola regionale. In passato i focolai
di LPAI prima e HPAI dopo avvenuti negli anni 1999-2000
hanno bloccato l’attività di allevamento delle provincie a
maggiore concentrazione avicola.
Riduzione della qualità dei prodotti
Nessuna riduzione diretta.
Minacce alla sopravvivenza
Si, soprattutto a causa dell’impatto mediatico.
dell'industria
Impatto economico del piano di controllo
Presenza e obbligatorietà del piano Alla luce delle normative comunitarie (Direttiva 2005/94) in
materia di controllo dell’influenza aviaria, risulta obbligatorio
predisporre e attuare un sistema di Sorveglianza annuale che
consenta l'individuazione precoce della circolazione virale nel
pollame domestico, l'immediata adozione di adeguate misure
di controllo al fine di ridurre i rischi per la salute, i costi, le
perdite e le conseguenze negative per la società nel suo
complesso.
Gli obiettivi del piano nazionale 2011 di monitoraggio sono i
seguenti:
− Individuare l’eventuale presenza negli allevamenti
intensivi di virus dell’influenza aviaria;
− identificare le aree particolarmente a rischio di
introduzione del virus in base all’analisi territoriale e
alla presenza di allevamenti industriali di specie a
rischio;
− valutare il rischio di introduzione del virus influenzale
in aree densamente popolate di avicoli;
− l’attivazione di un sistema di allerta rapido per la
diagnosi precoce di introduzione di virus dalle
popolazioni selvatiche ai volatili domestici.
In Regione Lombardia attualmente è in vigore il DDUO
3009/2011 che prevede controlli su tutti gli allevamenti
intensivi, la frequenza di questi controlli è stabilita in base a
specie allevata, tipologia di allevamento e densità produttiva
dell’area dove ha sede l’azienda.
Per quanto riguarda la Lombardia, entro il 31 dicembre 2011
dovranno essere monitorati i seguenti allevamenti:
Scheda Influenza aviare
Pag. 5
2.2.2
2.2.3
2.2.4
2.3
2.3.1
Tacchini da carne: 80 su 157 per un totale di 1600 esami
sierologici;
Polli riproduttori: 42 su 65 per un totale di 840 esami;
galline ovaiole di allevamento intensivo: 53 su 235 per un
totale di 1060 esami;
galline ovaiole free range: 10 su 10 per un totale di 200 esami;
ratiti: 42 su 53 per un totale di 840 esami;
faraone: 26 su 26 per un totale di 540 esami;
selvaggina (fagiani, pernici, starne): 42 su 78 per un totale di
840 esami;
quaglie: 7 su 7 per un totale di 140 esami;
allevamenti rurale: 138 su 631 per un totale di 2760 esami ;
anatre e oche: 47 su 57 per un totale di 4700 esami.
Per quanto riguarda i volatili selvatici è prevista una
sorveglianza attiva su animali vivi o cacciati Il monitoraggio
verrà quindi concentrato nelle aree umide con un numero di
campioni proporzionali al numero di uccelli acquatici
svernanti nelle suddette zone umide. I livelli di prevalenza
evidenziabili attraverso questa intensità sono pari a all'1% per
la Lombardia.
E’ prevista anche una sorveglianza passiva su volatili selvatici
ritrovati morti appartenenti ai gruppi tassonomici
Podicipedidae (Svassi), Rapaci (diurni e notturni), Ardeidi
(Aironi), Anatidae (Anatre, Oche e Cigni), Rallidae (Folga,
Gallinella d'acqua, Pollo sultano ecc.), Recurvirostridae
(Avocetta e Cavaliere d'Italia), Charadridae (Pivieri e
Pavoncella), Scolopacidae (Limicoli), Laridae (Gabbiani) e
Sterninae (Rondini di mare).
Costo delle misure di monitoraggio in Il costo è di 12€ per ogni esame mentre 15€ è il costo per ogni
PCR da eseguirsi sui selvatici. In aggiunta sono da conteggiare
atto
anche le uscite degli operatori sanitari impiagati per il
monitoraggio.
Presenza di focolai sul territorio
Non risultano focolai aperti di HPAI nel 2011, ma solo un
focolaio LPAI già concluso.
Tipologia e costo delle misure di
Dal 01/01/2011 al 30/04/2011 sono già stati controllati 704
controllo in atto.
allevamenti per un totale di 1629 ingressi.
Potenziale Impatto economico diretto (costi cumulativi inclusi)
Limitazioni e divieti alla produzione e Le limitazione e i divieti sono regolamentati dal Decreto
alla movimentazione animale
Legislativo 25 gennaio 2010, n. 9 "Attuazione della direttiva
2005/94/CE relativa a misure comunitarie di lotta contro
l'influenza aviaria e che abroga la direttiva 92/40/CEE"
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 11 febbraio 2010, n. 34
- Supplemento Ordinario n. 27. Questo decreto ha emanato le
norme di comportamento sia nei casi di focolai da ceppi HPAI
che da ceppi LPAI. In caso di focolaio da HPAI l’attività
dell’allevamento viene bloccata. Sono immediatamente
abbattuti sotto controllo ufficiale tutto il pollame e gli altri
volatili in cattività presenti all'interno dell'azienda.
L'abbattimento è attuato in modo da evitare il rischio di
diffusione dell'influenza aviaria, soprattutto nella fase di
trasporto. Non sono consentiti l'ingresso o l'uscita
dall'azienda di pollame o di altri volatili in cattività.
Scheda Influenza aviare
Pag. 6
2.3.2 Potenziale costo economico
Scheda Influenza aviare
Non possono uscire dall'azienda, senza autorizzazione
dell'autorità competente, nel rispetto di appropriate misure
di biosicurezza per ridurre al minimo i rischi di diffusione
dell'influenza aviaria, carcasse di pollame o di altri volatili in
cattività, carni di pollame comprese le frattaglie («carni di
pollame»), mangimi per pollame («mangime»), utensili,
materiali, rifiuti, deiezioni, pollina o concime naturale di altri
volatili in cattività («concime»), liquami, strame usato o
qualsiasi cosa suscettibile di trasmettere l'influenza aviaria; è
vietata l'uscita dall'azienda di uova. Sono previste anche altre
attività di controllo e disinfezioni da applicarsi rigidamente.
Contemporaneamente vengono indagati anche gli
allevamenti limitrofi e vengono istituite una zona di
protezione con un raggio minimo di tre chilometri intorno
all'azienda e una zona di sorveglianza con un raggio minimo di
10 chilometri intorno all'azienda, comprendente la zona di
protezione. All’interno della zona di protezione, oltre ad
intensificare la sorveglianza epidemiologica, all'interno delle
zone di protezione siano vietati la movimentazione e il
trasporto tra aziende, su strada, salvo che sulle strade private
delle aziende, o su rotaia, di pollame, altri volatili in cattività,
di pollastre, di pulcini di un giorno, di uova e di carcasse.
L'autorità competente garantisce che sia vietato il trasporto
di carni di pollame dai macelli, dagli impianti di sezionamento
e dai depositi frigoriferi salvo alcune eccezioni ben
identificate. Le misure di cui alla presente sezione sono
mantenute per almeno 21 giorni dalla data del
completamento delle operazioni preliminari di pulizia e
disinfezione nell'azienda infetta conformemente a una o più
procedure normate e finché le aziende ubicate nella zona di
protezione non siano state sottoposte a esami secondo il
manuale diagnostico. Anche nella zona di sorveglianza ci sono
notevoli limitazioni allo spostamento di animali, uova,
carcasse. Le misure applicate alla zona di protezione sono
mantenute per almeno 30 giorni dalla data del
completamento delle operazioni preliminari di pulizia e
disinfezione nell'azienda infetta. Tolta la zona infetta e di
sorveglianza può avvenire il ripopolamento con l’avvertenza
di fare ulteriori controlli da parte delle ASL durante i primi 21
giorni dal ripopolamento.
Difficile stimare il costo economico diretto in caso di focolaio
da HIPAI. Da studi condotti in precedenza hanno evidenziato
come l’epidemia influenzale da HPAI che si è avuta nel Nord
Italia a cavallo degli anni 1999/2000 ha obbligato la Regione
Lombardia a gestire 217 focolai. Questo ha portato un costo
diretto prossimo ai 56 milioni di €. Una campagna Vaccinale
di emergenza è stata attuata dal 2002 al 2006 (Decisione
2002/975/CE).
e ha interessato anche il territorio considerato a rischio della
Regione Lombardia (province di Brescia, Mantova, Cremona e
Bergamo). Questa era tutta a carico dell’allevatore ed è
costata per 1000 capi e per ogni intervento, circa 49€ di
vaccino e 125€ di manodopera. A questi vanno aggiunti tutti
Pag. 7
2.3.3
2.3.4
2.4
2.4.1
2.4.2
2.4.3
2.4.4
2.4.5
2.4.6
3
3.1
3.1.1
3.2
3.2.1
gli interventi strutturali a seguito dell’adozione di rigide
norme di biosicurezza.
Possibili mezzi di controllo
Le misure di biosicurezza specifiche insieme a ad altre
(vaccinazione e terapia medica /
pratiche (depopolamento, divieto di sfoltimento ecc.) sono in
grado di contrastare egregiamente l’introduzione di nuovi casi
Test-and-cull / Stamping out)
di AI. Anche la costruzione dei nuovi allevamenti deve
rispettare delle norme che evitino l’elevata concentrazione di
animali sensibili a breve distanza l’uno da l’altro. Nel Decreto
Legislativo 25 gennaio 2010, n. 9 riporta chiaramente che non
si può vaccinare ad eccezione della “vaccinazione
d’emergenza” come misura a breve termine per contenere un
focolaio allorché una valutazione del rischio indichi che c’è
una minaccia significativa ed immediata di diffusione
dell'influenza aviaria all'interno o verso il territorio nazionale.
Non è prevista nessuna terapia. Le norme specifiche da
adottare per limitare la diffusione di AI sono riportate
brevemente nel punto 2.3.1.
Costi degli eventuali interventi
Il Piano di controllo obbligatorio per il mantenimento
richiesti (monitoraggio e controllo)
dell’indennità è limitato al monitoraggio sierologico come da
piano annuale 2011. Per quanto riguarda la Lombardia il
piano nazionale mette ben in evidenza quanti e quali tipologie
di allevamento devono essere monitorati e il numero di esami
minimi obbligatori devono essere eseguiti. Lo stesso piano
presente un bilancio preventivo dei costi da sostenere per le
analisi che sono a carico del Sistema nazionale.
Potenziale Impatto economico indiretto (sociale, commerciale)
Conseguenze sulla distribuzione dei L’impatto mediatico ha inciso in maniera determinante sul
prodotti
mercato dei prodotti avicoli non solo a livello regionale ma a
livello nazionale. I costi indiretti stimati per i focolai
1999/2000 a livello di Lombardia, Veneto e Friuli ha sfiorato i
400 milioni di € di cui circa 160 milioni di € solo per la perdita
di uova da cova, pulcini e carne.
Riduzione del prezzo di mercato
I prezzi di mercato sogno scesi notevolmente e per lungo
tempo.
Divieto di distribuzione a livello
Erano presenti delle limitazioni ai trasporti ai macelli che
nazionale
erano ubicati nelle zone di protezione.
Costi dei trattamenti e del controllo Nessun costo a livello di patologia negli esseri umani in
della patologia negli esseri umani
quanto non sono stati segnalati casi di infezione da AI.
Riduzioni del turismo e della
Il continuo allarme mediatico ha influenzato in parte il flusso
biodiversità
turistico in zone infette.
Restrizioni sul sistema produttivo
Legato al depopolamento degli animali sensibili e al divieto di
riaccasare prima di 21 giorni dall’ultimo caso.
Impatto sulla salute pubblica
Presente in normativa
Se presente ambito territoriale
No.
interessato
Potenziale zoonosico
Possibilità di trasmissione agli esseri Pochissimi sono i casi in cui è stata provato il passaggio uomouomo e è sempre stato caratterizzato da membri dello stesso
umani
nucleo famigliare che non hanno rispettato le benché minime
procedure igieniche.
Scheda Influenza aviare
Pag. 8
3.2.2 Frequenza di trasmissione agli esseri
3.2.3
3.2.4
3.2.5
3.2.6
3.3
3.3.1
3.4
3.4.1
3.4.2
3.5
3.5.1
3.5.2
3.5.3
3.5.4
Secondo i comunicati emessi all'Organizzazione Mondiale
umani
della Sanità (OMS), dal 1 novembre 2003 al 22 giugno 2011
sono stati segnalati un totale di 562 casi umani confermati di
influenza A(H5N1). I Paesi in cui è sono stati segnalati casi di
AI sono 15: Azerbaijan, Bangladesh ,Cambogia, Cina, Djibouti,
Egitto, Indonesia, Iraq, Laos, Myanmar, Nigeria, Pakistan,
Tailandia, Turchia e Vietnam.
Modalità di trasmissione agli esseri Contatto diretto animale ammalato-uomo in condizioni
umani (diretto, indiretto, vettori,
igieniche scadenti; comportamenti alimentari e sociali a
alimenti, aerogena)
rischio.
Barriere di specie
Malgrado qualche caso umano si può ritenere che la barriera
di specie sia sufficiente a escludere epidemie di AI nell’uomo.
Fattori di patogenicità
La patogenicità è influenzata da vari componenti ma
principalmente dipende dalla struttura dell’emoagglutinina
(H) che comprende:
- il sito che riconosce il recettore cellulare
- il sito di clivaggio proteolitico necessario ad attivarlo
- il sito che opera la fusione con la cellula
- almeno 4 siti antigenici variabili per eludere le difese
immunitarie.
Normalmente il clivaggio avviene ad opera di enzimi di tipo
tripsinico nelle mucose respiratorie e digerenti.
E’ la presenza di aminoacidi basici multipli nel sito di clivaggio
che assicura la massima patogenicità rendendo possibile
l’attivazione dell’emoagglutinina in tutti i tessuti
Differenze nel sito di clivaggio insieme ad altre caratteristiche
classificano il virus influenzale in HPAI o LPAI
Eventuale sottostima dei casi umani Probabilmente nei Paesi in via di sviluppo.
Probabilità di contagio
Probabilità di contagio
Rarissima, quasi inesistente nelle condizioni di allevamento
commerciali nazionali.
Trasmissibilità tra esseri umani
Probabilità di trasmissione tra esseri Nell'uomo, solo rari casi di limitata diffusione personapersona sono stati documentati, e questi casi si sono verificati
umani
dopo uno stretta e prolungata contatto. Nel 2007, una
variante asiatica del virus H5N1 con la capacità di legare i
recettori umani è stato isolato da una persona in Thailandia.
E’ stato segnalato anche un caso nosocomiale ad Hong Kong
nel 1997.
Modalità di trasmissione tra esseri
Diretta.
umani (diretta / indiretta)
Impatto sulla salute umana
Gravità della sintomatologia clinica La forma principale è respiratoria profonda con complicanze
dei soggetti colpiti
frequenti.
Durata della sintomatologia e
Se non esistono complicazioni secondarie la sintomatologia
dell'eventuale interruzione
può durare 1-2 settimane
dell'attività lavorativa
Danni permanenti
Non conosciuti.
Mortalità
Dei 562 casi umani confermati di influenza A(H5N1) ben 329
sono deceduti (59 % di letalità).
Scheda Influenza aviare
Pag. 9
3.6
3.6.1 Probabilità d'infezione /
Impatto sulla sicurezza alimentare
Nessuna dall’alimento.
tossinfezione / intossicazione
attraverso gli alimenti
3.6.2 Dosi necessarie per causare infezione Non noto.
/ tossinfezione / intossicazione
3.6.3 Precauzioni richieste
Rispetto delle normali norme igieniche.
3.7
Potenziale bioterroristico
3.7.1 Potenziale dannoso dell'agente
AI non è inserita nella lista redatta dal Centers for Disease
sull'uomo
Control and Prevention tra gli agenti utilizzati per il
bioterrorismo.
3.7.2 Reperibilità dell'agente
Non facilmente reperibile in natura soprattutto HPAI.
3.7.3 Facilità d’impiego e conservazione
L’agente non è facilmente impiegabile, solo laboratori e
dell'agente (laboratori / personale
personale specializzato sono in grado di isolarlo, identificarlo
specializzato / singoli individui)
e conservarlo.
Impatto
sugli scambi commerciali
4
4.1
Impatto scambi regionali legato alle normative vigenti
4.1.1 Blocco / limitazione al commercio
Il blocco degli scambi commerciali e/o limitazioni di queste
(singolo animale, mandria, area
riguarda un area di 10 km di diametro dal focolaio. Nei casi
delimitata, totale)
registrati in Italia questo blocco ha interessato intere
provincie o regioni limitrofe.
4.1.2 Lista di prodotti vietati
Non esistono prodotti vietati in quanto gli animali infetti o
sospetti tali vanno distrutti.
4.1.3 Perdita di indennità
La perdita di indennità dura alcune settimane.
4.1.4 Difficoltà e tempistica del recupero di Dall’estinzione dell’ultimo focolaio (eliminazione degli
eventuali indennità perse
animali, applicazione delle norme di biosicurezza, disinfezione
ecc.) sono necessarie almeno 3 settimane
4.2
Impatto scambi nazionali / comunitari legato alle normative vigenti
4.2.1 Blocco / limitazione al commercio
Il blocco interessa l’area del focolaio per quanto riguarda la
(singolo animale, mandria, area
fornitura di alimenti da trasformare (animali, uova).
delimitata, totale)
4.2.2 Lista di prodotti vietati
Nessuno.
4.2.3 Perdita di indennità
La perdita di indennità dura alcune settimane ma è limitata
all’area interessata dal focolaio.
4.3
Impatto scambi internazionali legato alle normative vigenti
4.3.1 Blocco / limitazione al commercio
Il blocco interessa l’area del focolaio per quanto riguarda la
fornitura di alimenti da trasformare (animali, uova)
(singolo animale, mandria, area
delimitata, totale)
4.3.2 Lista di prodotti vietati
Nessuno in quanto esistono numerose zone del territorio in
cui sono presenti allevamenti avicoli
4.3.3 Perdita di indennità
La perdita di indennità temporanea è regolamentata dalla
Direttiva 2005/94/CE. Questa Direttiva pur completa e
particolareggiata, consente un certo margine di autonomia
all’interno dell’Unione Europea. A titolo di esempio vengono
riportati due punti che possono vincolare la
commercializzazione dei prodotti avicoli.
Particolare attenzione va posta qualora si decidesse di
vaccinare infatti al punto 21 viene ricordato:
“..I prodotti del pollame vaccinato, quali ad esempio carne e
uova da tavola, dovrebbero quindi essere commercializzati
conformemente alla legislazione comunitaria pertinente,
Scheda Influenza aviare
Pag. 10
4.3.5 Paesi con legislazioni
particolarmente restrittive
4.4
4.4.1
5
5.1
5.1.1
5.2
5.2.1
5.3
5.3.1
5.3.2
5.4
5.4.1
6
6.1
6.1.1
6.1.2
6.1.3
6.1.4
6.1.5
6.2
6.2.1
compresa la presente direttiva.” Mentre al punto 28 viene
detto “…Gli Stati membri restano comunque liberi di adottare
interventi amministrativi e sanitari più rigorosi nel settore
oggetto della presente direttiva, la quale prevede inoltre che
le autorità degli Stati membri possano adottare misure
proporzionate al rischio per la salute connesso ai diversi
contesti di insorgenza della malattia”
Tutti i Paesi EU applicano le medesime direttive.
Possibilità di creare aree di controllo
Estensione dell'area
Prevista una zona di protezione e una di sorveglianza.
Benessere animale
Impatto sul benessere animale (durata)
Presenza e durata dei danni al
La malattia è in genere acuta e la morte sopraggiunge in pochi
benessere animale
giorni.
Frequenza di animali sofferenti/feriti/stressati a causa della patologia
Se presenti indicare la percentuale
La morbilità nelle specie sensibili è molto alta e spesso
coincide con la mortalità. Nelle specie sensibili è prossima al
100%.
Severità / reversibilità della malattia
Gravità clinica / reversibilità della
La malattia clinica nelle specie sensibili ha una mortalità
malattia
molto elevata.
Interventi terapeutici e loro efficacia Nessun intervento terapeutico previsto.
Impatto sulle Libertà Animali
Libertà animali impedite
Impatto massimo.
Strumenti di controllo
Adeguatezza degli strumenti per la diagnosi
Kit validati disponibili in Italia
Esiste un manuale operativo approvato dall’UE che riporta
tutte le norme di attuazione in caso di focolaio di AI comprese
le metodiche diagnostiche.
Normative che regolano la
Le direttive UE riportano specifiche regole per la diagnostica.
diagnostica
Metodologie diagnostiche descritte Le direttive UE riportano specifiche regole per la diagnostica.
da enti internazionali (OIE, UE)
Possibilità / Obbligo di effettuare
E’ possibile effettuare una vaccinazione DIVA solo in casi
test DIVA (vaccini marker)
eccezionali e con autorizzazione dell’UE.
Giudizio complessivo
Gli strumenti di controllo sono stati validati nel corso delle
dell’adeguatezza degli strumenti di
precedenti esperienze di gestione dei focolai di AI e sono stati
controllo
affinati e collaudati dal punto di vista operativo.
Adeguatezza degli strumenti per la prevenzione
Ostacoli / incentivi alla prevenzione Inizialmente le norme erano molto restrittive e di difficile
attuazione. Attualmente le linee guida per la prevenzione e
controllo sono applicate rigidamente e risultano efficaci. Nelle
vecchie strutture di allevamento l’adozione di alcune pratiche
di biosicurezza sono risultate costose. La costruzione dei
nuovi allevamenti è sottoposta a vincoli ben precisi che
limitano la capacità imprenditoriale del singolo allevatore.
Scheda Influenza aviare
Pag. 11
6.2.2 Possibili mezzi di prevenzione e loro
efficacia
6.2.3
6.2.4
6.2.5
6.2.6
Vengono qui brevemente riportati i principali:
I locali di allevamento (capannoni) debbono avere:
a) pavimento in cemento o in materiale lavabile per
facilitare le operazioni di pulizia e disinfezione ad
eccezione dei parchetti esterni;
b) pareti e soffitti pulibili;
c) attrezzature facilmente pulibili e disinfettabili;
d) efficaci reti antipassero su tutte le aperture esclusi i
capannoni dotati di parchetti esterni.
e) adeguate chiusure.
Tutti gli allevamenti debbono inoltre essere dotati di:
a) idonee barriere per evitare l’ingresso non controllato
di automezzi (cancelli o sbarre mobili);
b) agli ingressi dei capannoni devono essere presenti
piazzole di carico e scarico dei materiali d’uso e degli
animali dotate di un solido fondo ben mantenuto,
lavabili e disinfettabili e di dimensioni minime pari
all’apertura del capannone;.
c) per i nuovi fabbricati destinati all’allevamento dovrà
essere previsto il caricamento del mangime
dall’esterno della recinzione;
d) una superficie larga un metro lungo tutta la lunghezza
esterna del capannone dovrà essere mantenuta
pulita;
e) le aree di stoccaggio dei materiali d’uso (lettiere
vergini, mezzi meccanici ecc.) devono essere protette;
f) all’entrata di ogni azienda deve essere allestita una
zona filtro dotata di spogliatoio, lavandini e
detergenti. Deve essere prevista una dotazione di
calzature e tute specifiche, dotandosi di cartelli di
divieto di accesso agli estranei;
g) le attrezzature d’allevamento e di carico (muletti,
pale, nastri e macchine di carico etc.) si considerano
di norma dotazione di ogni singolo allevamento o, se
utilizzate da più aziende, devono essere sottoposte
ad accurato lavaggio e disinfezione ad ogni ingresso
ed uscita;
h) deve esserci assenza di qualsiasi materiale nelle zone
attigue ai capannoni;
i) deve essere previsto uno spazio per il deposito
temporaneo dei rifiuti.
Disponibilità di vaccini commerciali a E’ proibita la vaccinazione se non in casi d’emergenza e previa
livello Europeo / Internazionale
autorizzazione Ministeriale e dell’UE.
Disponibilità di vaccini marker a
Possibilità di adottare la tecnica DIVA.
livello Europeo / Internazionale
Efficacia della vaccinazione
Efficace ma associate alle rigide norme di biosicurezza.
Normative che regolano gli interventi Decreto Legislativo 25 gennaio 2010, n. 9 "Attuazione della
vaccinali
direttiva 2005/94/CE relativa a misure comunitarie di lotta
contro l'influenza aviaria e che abroga la direttiva 92/40/CEE"
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 11 febbraio 2010, n. 34
- Supplemento Ordinario n. 27.
Scheda Influenza aviare
Pag. 12
6.3
Adeguatezza degli strumenti per il controllo
Gli strumenti di controllo sono adeguati allo scopo.
L’adozione di un Manuale Operativo in caso di AI permette
efficacia
un’elevata standardizzazione e precisione degli interventi al
fine di ottenere una risposta veloce e precisa in caso di un
sospetto caso di Ai sia di tipo HPAI che LPAI.
Normative che regolano i mezzi di
Decreto Legislativo 25 gennaio 2010, n. 9 "Attuazione della
controllo
direttiva 2005/94/CE relativa a misure comunitarie di lotta
contro l'influenza aviaria e che abroga la direttiva 92/40/CEE"
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 11 febbraio 2010, n. 34
- Supplemento Ordinario n. 27.
In Lombardia i controlli sono regolati dal DDUO 3009/2011.
Adeguatezza degli strumenti per la terapia
Sistemi terapeutici in uso (cura e
Non è prevista nessuna terapia.
prevenzione)
Normative che regolano la terapia
Non è prevista nessuna terapia.
medica
Eventuali residui / tempi di
Non applicabile.
sospensione
6.3.1 Ostacoli / incentivi al controllo
6.3.2 Possibili mezzi di controllo e loro
6.3.3
6.4
6.4.1
6.4.2
6.4.3
Scheda Influenza aviare
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