programma geografia geometri

Transcript

programma geografia geometri
PROGRAMMA GEOGRAFIA
ISTITUTO TECNICO PER GEOMETRI
INDICE
UNITA’ 1
•
L'Asia…………………………………………………………2
UNITA’ 2
•
L'Africa……………………………………………………….5
UNITA’ 3
•
L'America settentrionale……………………………………..10
UNITA’ 4
•
L'America Latina……………………………………………..17
UNITA’ 5
•
Gli organismi di cooperazione internazionale: O.N.U. –
C.E.C.A. - F.A.O.…………...........……………………………22
UNITA’ 6
•
La Globalizzazione…………………………………………….27
UNITA’ 1
ASIA
L'Asia, il più vasto dei continenti (la sua superficie è più di quattro volte
quella dell'Europa e pari a quasi un terzo di tutte le terre emerse), si
presenta nel suo complesso come una massa continentale di grandi
dimensioni, ed è la sola tra le terre emerse a essere bagnata da tre oceani:
l'Oceano Atlantico (con il Mar Glaciale Artico e il Mar Mediterraneo),
l'Oceano Indiano e il Pacifico. La massa continentale si spinge a sud con
le tre grandi penisole dell'Arabia, dell'Indiana e dell'Indocinese. A
quest'ultima seguono, come prolungamento naturale, le isole
dell'Indonesia, mentre più a est, nell'Oceano Pacifico, vi sono grandi
festoni di isole che, dalle Curili al Giappone e alle Filippine, delimitano
mari costieri. I punti estremi dell'Asia sono: A nord Capo Čeljuskin, sulla
costa siberiana (77° 40' latitudine nord); A sud Capo Buru, all'estremità
della penisola di Malacca (1° 16' latitudine nord); A ovest Capo Baba, in
Asia Minore (26° 5' longitudine est); A est Capo Orientale, sullo stretto di
Bering (170° longitudine ovest). L'asse nord-sud è di 8600 km ca., quello
ovest-est di 9000 km ca. L'Asia è unita all'Europa, con la quale forma
una sola massa continentale, detta Eurasia, ed è unita anche all'Africa
dall'istmo di Suez; è separata dall'America settentrionale dallo stretto di
Bering (largo 92 km); il complesso insulare indonesiano la collega
all'Australia.
L'Asia non è soltanto il continente più esteso della Terra, è anche quello
in cui più profondi sono i contrasti fisici, umani ed economici. Il monte
Everest (8844,43 m) è il punto più alto della Terra, mentre la fossa delle
Marianne quello più profondo. L'Asia si espande in tutte e tre le zone
astronomiche dell'emisfero boreale: la glaciale, la temperata e la torrida.
Di conseguenza molto forti sono i contrasti climatici: nella Siberia
settentrionale, infatti, si registrano temperature sino a -70 °C
(Verkhojansk e Ojmjakon), mentre nel deserto di Lut, in Iran, si toccano i
+54 °C all'ombra; ai piedi dell'Himalaya, a Cherrapunji, cadono oltre
11.000 mm di pioggia all'anno, mentre nelle aree desertiche interne del
continente non piove quasi mai e vi è pochissima umidità. In Asia si trova
il più grande lago del mondo il mar Caspio (371.000 km2), quello più
profondo il Bajkal (1741 m), in Russia, e quello più depresso, il Mar
Morto (-395 m). Un fenomeno meteorologico stagionale che colpisce
sporadicamente gran parte dell'Asia Orientale durante i mesi primaverili è
quello delle tempeste di polvere asiatiche che si origina nei deserti della
Mongolia, della Cina e del Kazakistan settentrionale.
La grande varietà di climi causa le più svariate formazioni vegetali: dalla
tundra e dalla grande foresta di conifere (taiga) delle regioni settentrionali,
alla vegetazione tropicale delle
savane e delle foreste equatoriali. Inoltre dall'Asia sono pervenute la
maggior parte delle piante utili all'uomo, come il frumento, l'orzo, la fava,
la lenticchia, il fagiolo, l'olivo, la vite, la canna da zucchero ecc. Così
pure ricca e variata è la fauna: dalla renna e dagli animali da pelliccia al
cammello, al cavallo, alla pecora, alla tigre, alla pantera, al leone
ecc.Anche nel campo antropico si riscontrano grandi contrasti: l'Asia ha
una popolazione che rappresenta quasi i 3/5 della popolazione terrestre,
ma distribuita in modo poco uniforme: si passa dalle aree desertiche,
praticamente disabitate, a quelle della costa cinese, del Giappone e
dell'Indonesia, dove si raggiungono i 1000 ab./km2. Grandi sono le
differenze etniche
L'Asia è stata la sede delle prime più importanti e complesse
manifestazioni culturali; in Asia vennero probabilmente messi in atto i
primi metodi di agricoltura e di allevamento, fu inventata la metallurgia e
sorsero i primi Stati; tutte le più importanti religioni (giudaismo,
cristianesimo, islamismo, induismo, buddismo) nacquero in Asia e si
diffusero in seguito in tutta la Terra. Negli immensi spazi asiatici sono
sorti e si sono sviluppati i più grandi imperi continentali che la storia
ricordi: dal persiano, all'arabo, al turco, al bizantino e tuttora enormi sono
le dimensioni di alcuni Stati asiatici, come la Cina, che si estende per oltre
9,3 milioni di km2.
L'Asia è il continente con la maggiore altitudine media (960 m); dal punto
di vista geografico, può essere divisa in tre grandi regioni: la regione
settentrionale, pianeggiante, costituita dal bassopiano turanico-siberiano e
dal tavolato siberiano; la regione mediana, con i giganteschi sistemi
montuosi; la regione meridionale, frazionata in tre grandi penisole. Il
fiume Jenisej divide in due parti il tavolato siberiano: l'orientale (altopiano
siberiano), con bassi rilievi che generalmente non superano i 500 m, con
alcune cime più elevate (monti Putorana, 2037 m; monti dello Jenisej,
1122 m); l'occidentale (bassopiano siberiano), con terre pianeggianti
divise dal bassopiano turanico dalle alture della Chirghisia. La regione
mediana dei grandi sistemi montuosi comprende una fascia gigantesca di
acrocori, altipiani e di catene che si annodano nel Pamir, il "tetto del
mondo".
Da occidente la grande fascia orografica presenta l'altopiano anatolico,
con a nord i monti Eusini e a sud il Tauro, l'Acrocoro Armeno, che
raggiunge i 5165 m con il monte Ararat, e si collega a nord con il sistema
dal Caucaso formato da catene parallele altissime (Elbrus, 5633 m), e a
sud-est con l'altopiano iranico chiuso tra i monti Elbrus e i monti del
Khorasan e dell'Afghanistan a nord, i monti della Persia meridionale e del
Belucistan a sud che terminano, con i monti Sulaiman, nella pianura
dell'Indo.
Da queste masse montuose si dipartono poi catene minori nella Cina e,
verso sud, nella penisola indocinese. Fra i due fasci di catene che si
dipartono dal Pamir, si stende l'altopiano di Hanhai (mare disseccato), la
cui parte orientale è occupata dal deserto di Gobi.
La regione meridionale dell'Asia presenta due grandi penisole bagnate
dall'oceano Indiano: l'Arabia e l'India, formate da tavolati con orli
montagnosi, morfologicamente simili all'Africa; il tavolato indiano
(Deccan) è orlato lungo le coste da rilievi, Ghati Occidentali e Ghati
Orientali, ed è separato dai grandi sistemi montuosi centrali dal
bassopiano indogangetico. I festoni insulari e peninsulari della parte
orientale del continente sono frammenti di catene montuose periferiche
caratterizzate dalla presenza di molti vulcani (116 attivi tra le isole Curili e
il Giappone), allineati nella cosiddetta cintura di fuoco pacifica.
UNITA’ 2
AFRICA
L'Africa è il terzo continente per estensione dopo l'Asia e le Americhe. La
sua superficie, pari a 30.227.467 km2, rappresenta il 20,2% delle terre
emerse del pianeta; i suoi abitanti (oltre 920.000.000 al 2005)
costituiscono un settimo della popolazione mondiale. L'Africa è delimitata
a Nord dal mar Mediterraneo, a Ovest dall'oceano Atlantico, a Sud
dall'oceano Antartico e a Est dall'oceano Indiano. A Nord-Est è separata
dall'Asia dall'artificiale Canale di Suez. È attraversata dall'equatore e
caratterizzata da una grande varietà di climi.
Il termine Africa significa "terra degli Afri", nome di alcune genti che
abitavano nel Nord Africa vicino Cartagine. Il nome Afri è generalmente
connesso con l'etimo fenicio afar, "polvere", ma una recente teoria lo
collega alla parola berbera ifri n Qya (cioè grotta di Qya) o Ifran, che
significa "grotta".
Altre etimologie proposte per l'antico nome "Africa":
•
lo storico Flavio Giuseppe (Ant. 1.15) sostenne che esso derivasse
da Epher, nipote di Abramo, i cui discendenti avrebbero invaso la Libia;
•
dalla parola latina aprica ("soleggiato") di cui fa menzione Isidoro di
Siviglia nelle Etymologiae XIV.5.2.
Il continente africano è principalmente orientato su un asse nord-sud, ha
una forma tozza, dallo sviluppo costiero poco articolato, grossomodo
triangolare, allargata nella parte settentrionale che si assottiglia in
corrispondenza della zona a sud dell'Equatore. Il continente è
completamente circondato dal mare ad eccezione di una piccola zona in
corrispondenza dell'istmo di Suez, a nord è bagnato dal mar
Mediterraneo, a est dal mar Rosso e dall'oceano Indiano, a ovest
dall'oceano Atlantico.
Gli unici collegamenti con gli altri continenti sono rappresentati dalla
penisola del Sinai che lo lega all'Eurasia. Lo stretto di Gibilterra e il canale
di Sicilia lo separano dall'Europa.
La distanza dal punto più settentrionale (Ras ben Sakka, immediatamente
a ovest di Cap Blanc, in Tunisia, a 37°21' N) al punto più meridionale
(Cape Agulhas in Sudafrica, a 34°51'15" S) è pari a circa 8.000 km
mentre dal punto più occidentale (Capo Verde, a 17°33'22" O) a quello
più orientale (Ras Hafun in Somalia, 51°27'52" E) è pari a circa 7.400
km.
Lo stato più grande del continente è il Sudan mentre quello più piccolo
sono le Seychelles, un arcipelago al largo della costa orientale. Lo stato
più piccolo sulla terraferma è invece il Gambia.
Morfologia
L'altitudine media del continente è pari a circa 600 m s.l.m.; le aree
situate a quote inferiori ai 180 m s.l.m. sono relativamente poche, così
come poche sono le zone che superano i 3000 m.
Il continente può essere diviso in due aree geografiche, una pianeggiante
situata nella parte settentrionale e la zona degli altopiani che occupa il
resto del continente.
Le montagne più alte dell'Africa si trovano sempre in prossimità della Rift
Valley: sono il Ruwenzori (5110 m di altitudine), il Kilimangiaro (5895 m
di altitudine) in Tanzania e il Monte Kenya (5199 m di altitudine) nello
stato omonimo. Questi ultimi sono vulcani spenti, ma sulle loro cime si
trovano ghiacci perenni. A ovest c'è un altro vulcano spento, il Camerun
(4071 m di altitudine).
Il settentrione
Nella parte settentrionale del continente, dall'Oceano Atlantico fino al Mar
Rosso, si estende il deserto del Sahara, il più vasto deserto del mondo
(9.000.000 km2); la sua superficie è principalmente pianeggiante, ma vi
si trovano anche rilievi che raggiungono i 2.400 m s.l.m. A nord-ovest il
deserto è delimitato dalla catena dell'Atlante e a nord-est lo separa dal
Mediterraneo un altopiano roccioso che digrada fino al delta del Nilo. A
meridione il Sahara sfuma in un'area pianeggiante semi-arida chiamata
Sahel. Il clima è tipicamente mediterraneo al nord,con estati calde e
secche e inverni miti e umidi.
Coste e isole
Lo sviluppo costiero del continente è ridotto a lunghezza complessiva di
circa 26.000 km (L'Europa, con una superficie tre volte inferiore, ha
circa 32.000 km di coste). La costa si presenta compatta, priva di
penisole e insenature di dimensioni rilevanti. Verso nord, sul Mar
Mediterraneo, si affacciano due importanti golfi: il Golfo della Sirte
davanti alla Libia e il Golfo di Gabes davanti alla catena dell'Atlante.
Le coste sono scoscese, con rilievi che arrivano spesso fino al mare.
Coste pianeggianti si trovano in Libia e Egitto, dove le coste sono basse e
sabbiose e spesso desertiche, così come in Mauritania, Somalia e
Namibia. Lungo le coste del Golfo di Guinea e del Mozambico si
sviluppano paludi e acquitrini, e banchi sabbiosi rendono difficoltosa la
navigazione.
L'unica isola di grandi dimensioni è il Madagascar, la quarta più grande
del mondo; isole di dimensioni minori si trovano lungo gran parte della
costa. Ci sono arcipelaghi di piccole isole sia sul versante dell'Atlantico
come: Madeira, Canarie e Capo Verde. C'è anche un'altra isola sulla costa
della Tanzania: Zanzibar.
Idrografia
In Africa vi sono vaste zone areiche, ovvero prive di corsi d'acqua (per
esempio il deserto del Sahara) e regioni endoreiche, ovvero con corsi
d'acqua che si perdono nel
deserto o in paludi o sfociano in laghi chiusi (per esempio i deserti del
Namib e del Kalahari).
La fascia centrale del continente, dove le piogge sono regolari, forma
invece una zona esoreica, ovvero con corsi d'acqua che sfociano nel
mare, principalmente nell'Oceano Atlantico, come il fiume Niger e il
fiume Congo. Il Niger (4.160 km di lunghezza) nasce dal rilievo del Fouta
Djalon e sfocia con un grande delta nel golfo di Guinea. Il fiume Congo,
di 4.200 km di lunghezza, sfocia nell'Oceano Atlantico e dà nome alle due
repubbliche che si affacciano sulle sue rive (la Repubblica del Congo e la
Repubblica Democratica del Congo). I numerosi affluenti del Congo (il
più importante è il Kasai) formano un enorme bacino fluviale. Nella parte
più meridionale scorrono l'Orange, che sfocia nell'Oceano Atlantico, e lo
Zambesi, l'unico grande fiume a sfociare nell'Oceano Indiano.
Il principale fiume africano è il Nilo col suo affluente Kagera, che è stato
fino a poco tempo fa anche il fiume più lungo del mondo (6.671 km)
superato recentemente dal Rio delle Amazzoni (6.868 km). Le sue
sorgenti sono nell'Africa equatoriale, da cui provengono i due rami
principali: il Nilo Azzurro, che nasce dall'altopiano Etiopico, e il Nilo
Bianco, emissario del Lago Vittoria il cui tributario, il Kagera, origina dagli
altopiani del Burundi. Il Nilo attraversa l'Africa nord-orientale e quando
raggiunge il Mediterraneo sfocia con un'ampia foce a delta. Il fiume è
conosciuto per il limo, terra che rendeva fertile la distesa sahariana e che
consentì lo sviluppo della civiltà egizia; per questo motivo l'Egitto veniva
anticamente chiamato "dono del Nilo". La costruzione della diga di
Assuan ha permesso la creazione di un ampio bacino artificiale, il lago
Nasser; la terra fertile si deposita sul fondo del lago ed è necessario usare
fertilizzanti per migliorare la resa dei terreni.
Una lunga catena di laghi corre lungo la frattura tettonica della Rift
Valley, ai confini tra la Repubblica Democratica del Congo, l'Uganda, la
Tanzania, il Burundi e il Ruanda: i più importanti sono il Lago Vittoria e il
Lago Tanganica.
Ambienti naturali
L'Africa presenta una grande varietà di ambienti ed ecosistemi, molti dei
quali sono unici al mondo.
La parte settentrionale del continente è occupata in gran parte dal
gigantesco deserto del Sahara, mentre a sud di questo, l'ambiente
predominante è la grande savana, l'immensa distesa erbacea teatro dei
grandi safari per turisti.
Nella zona equatoriale,in particolare nel bacino del Congo,vi sono invece
le grandi foreste tropicali, estese anche su buona parte della zona del
Golfo di Guinea. Altre aree desertiche si trovano nella zona del Corno
d'Africa e nella zona sud-ovest del continente, dove si trova il grande
deserto del Kalahari.
Un' estesa foresta pluviale occupa anche la parte orientale del
Madagascar, per il resto ricoperto da savane. Paesaggi tipicamente di alta
montagna si trovano nell'altopiano Etiopico.
L'estrema parte nord-ovest del continente, la zona settentrionale di
Algeria,Tunisia e Marocco, e la punta meridionale, presentano ambienti
tipicamente mediterranei.
Clima
Il clima del continente africano è generalmente caldo, anche se con
variazioni notevoli a seconda delle zone. L'estrema porzione settentrionale
del continente ha un clima mediterraneo, con estati secche e inverni
umidi. Il resto del Nordafrica presenta un clima desertico o
semidesertico, mentre avvicinandosi all'equatore il clima si fa tropicale, e
nella zona dell'equatore è molto umido; è qui che si registra il massimo di
precipitazioni annuali. Il clima ritorna desertico o semidesertico nelle zone
del Corno d'Africa e del Kalahari, mentre è prevalentemente tropicale nel
Madagascar. Climi di alta montagna si trovano nella zona dell'altopiano
Etiopico e sulle vette più alte come il Kilimangiaro e il Ruwenzori. Le
temperature sono generalmente piuttosto elevate.
Fauna
L'Africa è famosa in tutto il mondo per la varietà e l'unicità degli animali
che la popolano. In Africa vivono molte specie di Felini, come il leone, il
leopardo, il serval, il ghepardo e varie specie di gatti selvatici. Presenti
anche specie di canidi come i licaoni e gli sciacalli. Molto diffusi nelle
foreste sono le grandi scimmie antropomorfe come gli scimpanzé e i
gorilla, mentre altri primati popolano anche le praterie, come i mandrilli, le
amadriadi e le scimmie leopardo. Le grandi savane sono il regno dei
grandi erbivori come le giraffe, gli elefanti, i rinoceronti, e delle grandi
mandrie di bufali, gnu, zebre, gazzelle, impala e antilopi di varie specie. I
grandi deserti sono popolati da dromedari, orici, fennec, viperidi. Presso i
grandi fiumi vivono ippopotami e coccodrilli.
Le savane sono percorse inoltre dagli struzzi e sorvolate da varie specie
di avvoltoi. Oltre a questi in Africa vi sono numerosissime specie di
uccelli. In particolare in Madagascar vi è un vastissimo ecosistema unico
al mondo con un numero impressionante di volatili. Questa straordinaria
fauna è entrata nella leggenda ed ha ispirato, insieme agli spettacolari
paesaggi naturali del continente, varie opere letterarie e cinematografiche.
Questa fauna ha inoltre attirato nella storia migliaia di cacciatori specialmente occidentali - che hanno preso parte a innumerevoli battute
della cosiddetta caccia grossa. Fra i personaggi più famosi sedotti dal
fascino selvaggio della caccia grossa in Africa si possono ricordare
Theodore Roosevelt e Ernest Hemingway.
Soprattutto dopo l'avvento degli Europei, la caccia è stata una importante
concausa del progressivo depauperamento della biodiversità africana. In
Africa esistono ora grandi parchi naturali e molte aree protette per
preservare le numerose specie a rischio, ma anche queste riserve hanno
grandi difficoltà a opporsi al bracconaggio. Fra i parchi più famosi si
ricordano il Serengeti e Ngorongoro (Tanzania), lo Tsavo e il Masai Mara
(Kenya), il Kruger (Sudafrica) e il Chobe e la riserva del Delta
dell'Okavango (Botswana).
UNITA’ 3 L’AMERICA SETTENTRIONALE
L'America settentrionale o America del Nord è un subcontinente
dell’emisfero boreale e dell’emisfero occidentale. È delimitato a nord dal
mare glaciale artico, a est dall'oceano Atlantico, a sud-est dal mar dei
Carabi, a sud e a ovest dall'oceano Pacifico. Il Sud America si trova a
sud-est. Copre una superficie di circa 24.709.000 km quadrati, circa il
4,8% della superficie terrestre e circa il 16,5% delle terre emerse. Nel
luglio 2007 la sua popolazione è stata stimata in quasi 524 milioni di
persone. Per superficie è il terzo più grande continente del mondo, dopo
l’Asia e l’Africa, ed è il quarto per popolazione dopo l'Asia, l'Africa e
l'Europa. Il Nord America e il Sud America sono noti collettivamente
come le Americhe.È comunemente accettato che Nord e Sud America
siano stati così nominati in onore dell'esploratore fiorentino Amerigo
Vespucci dal cartografo tedesco Martin Waldseemüller. Vespucci fu il
primo europeo a suggerire che le Americhe non fossero le Indie Orientali,
ma un diverso territorio, precedentemente non ancora scoperto dagli
europei. Vespucci fu il primo a scoprire il Sud America, collegando le
sue scoperte con quelle di Cristoforo Colombo. L'etimologia fu
ulteriormente complicata dalla necessità dei cartografi di arrivare ad un
nome che parallelamente a quello degli altri continenti fosse di genere
femminile (ad esempio, Europa, Asia, ecc.). La convenzione era quella di
usare il cognome per la denominazione delle scoperte, tranne nel caso dei
diritti d'autore o quando una derivazione (come nel caso di Amerigo
“Vespucci" potesse presentarsi problematica).
Gli scienziati hanno varie teorie sulle origini dei primi umani che
popolarono il Nord America. Le stesse popolazioni indigene del
continente hanno tramandato molti miti, e alcune sostengono di essere
state presenti fin dalla sua creazione.
Prima del contatto con gli europei, i nativi del Nord America si
presentavano suddivisi in diverse realtà, che andavano da piccole tribù
formate da alcuni nuclei familiari a veri e propri grandi imperi. La vastità
del territorio e la varietà degli ecosistemi hanno contribuito a dare un
certo grado di specializzazione a delle vere e proprie “aree culturali” che
hanno fondato il proprio stile di vita sfruttando le risorse naturali presenti
(ad esempio i cacciatori di bisonti nelle Grandi Pianure, o gli agricoltori
della Mesoamerica). Le popolazioni native possono anche essere
classificate secondo la loro famiglia linguistica (ad esempio Athapascan o
Uto-Aztecan), ma è importante notare che popoli con linguaggi simili non
sempre condivisero la stessa cultura materiale, né questo poteva
significare che fossero alleati.
Gli scienziati credono che il popolo Inuit, che si stanziò nell’artico,
giunse nel Nord America molto più tardi rispetto ad altri gruppi nativi.
Durante i millenni di popolamento del continente da parte dei nativi, le
varie culture cambiarono progressivamente ed andarono diffondendosi.
Ad alcune delle culture meridionali si deve tra l’altro l’aver coltivato
alcuni prodotti agricoli tuttora fra i più importanti utilizzati a livello
mondiale, quali i pomodori e il mais.
A seguito dello sviluppo dell'agricoltura nel sud, molti importanti
progressi culturali furono possibili. La civiltà Maya mise a punto un
sistema di scrittura, costruì enormi piramidi, si dotò di un calendario
complesso, e sviluppò il concetto di zero circa intorno al 400, qualche
centinaio di anni dopo le popolazioni mesopotamiche. La cultura maya
era ancora presente quando arrivarono gli spagnoli, ma politicamente la
posizione dominante era stata presa dell’Impero Azteco più a nord.
In occasione dell'arrivo degli europei nel "Nuovo Mondo" la geografia
umana del continente cambiò drasticamente. La portata dei cambiamenti
culturali fu tale che diversi gruppi linguistici si estinsero, e altri si
andarono profondamente mutando. I nomi e le culture che i primi europei
scoprirono e registrarono pertanto furono sicuramente diverse rispetto a
quelle delle generazioni che le avevano preceduti, e ancor più rispetto a
quelle ancora presenti oggi.
Le popolazioni indigene del continente americano, tra cui i nativi
dell'Alaska, migrarono dall'Asia in una data variabile, a secondo della
ricerca, tra i 12.000 e i 40.000 anni fa. Alcune civiltà precolombiane
svilupparono un’avanzata agricoltura, una grande architettura, ed un alto
livello di società. Nel 1492, l’esploratore genovese Cristoforo Colombo,
sotto la corona spagnola, raggiunse diversi isole dei Caraibi, contribuendo
al primo contatto dell’uomo bianco con le popolazioni indigene. Milioni
di indigeni americani morirono in seguito a causa delle epidemie portate
dagli europei.
La Mayflower con i Padri Pellegrini nel 1620.Il 2 aprile 1513 il
conquistatore spagnolo Juan Ponce de León sbarcò in una regione che
chiamò "La Florida", il primo contatto europeo documentato su quello
che sarebbero diventati gli Stati Uniti. Degli insediamenti spagnoli nella
regione, rimane solo St. Augustine, fondata nel 1565. Altri insediamenti
spagnoli vennero creati nell’odierno sud degli Stati Uniti, attirando
migliaia di persone attraverso il Messico. I commercianti di pellicce
francesi stabilirono avamposti nella Nuova Francia nella regione dei
Grandi Laghi; successivamente la Francia si impadronì di gran parte del
Nord America, penetrando fino al Golfo del Messico. La prima colonia
inglese di una certa entità fu Jamestown, Virginia, fondata nel 1607. Nel
1628 venne fondata la Massachusetts Bay Colony da parte dei Puritani
che portò ad un’ondata migratoria; nel 1634 nella Nuova Inghilterra
erano insediati circa 10.000 Puritani. Tra la fine degli anni ’10 del 1600 e
la Rivoluzione Americana, vennero spediti circa 50.000 detenuti nelle
colonie americane britanniche. Nel 1614 venne fondato un insediamento
olandese lungo il fiume Hudson inferiore, includendo New Amsterdam
sull’isola di Manhattan.Tensioni crescenti tra i coloni americani e gli
inglesi durante gli anni sessanta e settanta del 1700 portarono alla Guerra
di indipendenza americana, combattuta dal 1775 al 1781. Il 14 giugno
1775, il Congresso continentale, tenutosi a Filadelfia, istituì un esercito
continentale sotto il comando di George Washington. Annunciando che
"tutti gli uomini sono creati uguali" e dotati di "diritti inalienabili", il
Congresso adottò la Dichiarazione d'Indipendenza, redatta in gran parte
da Thomas Jefferson, il 4 luglio 1776. Tale data celebrata ogni anno
come il “giorno dell’Indipendenza”.
Dopo la sconfitta dell’esercito britannico da parte delle forze americane
assistite dai francesi, la Gran Bretagna riconobbe l'indipendenza degli
Stati Uniti la sovranità sul territorio americano fino al fiume Mississippi.
La Costituzione degli Stati Uniti d'America venne ratificato nel 1788, e il
primo presidente, George Washington, entrò in carica nel 1789.
Gli atteggiamenti verso la schiavitù mutarono; una clausola nella
Costituzione protesse il commercio di schiavi africani solo fino al 1808.
Il Nord abolì la schiavitù tra il 1780 e il 1804.
Acquisizioni territoriali aumentarono il desiderio americano di
espansione verso l’Ovest, richiedendo una lunga serie di guerre indiane e
politica volte a spogliare i popoli indigeni delle loro terre. L'acquisto
della Louisiana francese, sotto la guida del Presidente Thomas Jefferson
nel 1803, raddoppiò quasi la dimensione della federazione. La guerra del
1812 contro la Gran Bretagna rafforzò il nazionalismo. Una serie di
incursioni militari statunitensi in Florida portarono la Spagna a cedere
altro territorio lungo la costa del Golfo del Messico nel 1819. Ci fu
l’annessione della Repubblica del Texas nel 1845. Nel 1846 fu siglato il
trattato dell'Oregon con la Gran Bretagna, portando al controllo da parte
statunitense sul Nord-Ovest americano. La vittoria degli Stati Uniti nella
guerra contro il Messico nel 1848 portò all’annessione della California e
di gran parte dell’odierno Sud-ovest americano. La corsa all'oro tra il
1848 e 1849 portarono ad un’ulteriore migrazione verso occidente. La
nuova rete ferroviaria rese più facile il trasferimento di coloni e l'aumento
dei conflitti con i nativi americani. In mezzo secolo vennero abbattuti
fino a 40 milioni di bisonti americani per le pelli e la carne. Una risorsa
primaria che scompariva dalle pianure, causando un grave contraccolpo
in molte culture native.
La Battaglia di Gettysburg.Le tensioni tra gli Stati del Nord e quelli del
Sud aumentarono su argomenti quali il rapporto tra lo Stato e i governi
federali, come pure la diffusione della schiavitù nei nuovi Stati membri.
Abraham Lincoln fu eletto presidente nel 1860. Poco prima sette Stati
schiavisti dichiararono la loro secessione. Si arrivò alla Guerra di
secessione americana iniziata con l’attacco a Fort Sumter. Dopo la
vittoria dell'Unione nel 1865, tre emendamenti alla Costituzione degli
Stati Uniti d'America garantirono la libertà a quasi quattro milioni di
africani americani un tempo schiavi, rendendoli cittadini, e donando loro
il diritto di voto. La guerra e la sua risoluzione portarono ad un aumento
sostanziale del potere federale.
Nel Nord, l'urbanizzazione e un afflusso senza precedenti di immigrati
provenienti dagli stati meridionali e orientali affrettò il processo di
industrializzazione. L'ondata di immigrazione durò fino al 1929.
Massicce protezioni tariffarie, la costruzione di infrastrutture, e nuovi
regolamenti bancari, incoraggiarono la crescita economica. Nel 1867 gli
Stati Uniti acquistarono l’Alaska dalla Russia completando l’espansione
continentale. Il Massacro di Wounded Knee nel 1890 fu l'ultimo grande
conflitto armato delle Guerre Indiane. Nel 1893, la monarchia indigena
del Regno di Hawaii venne rovesciato in un colpo di stato portato avanti
dagli americani residenti; gli Stati Uniti annessero l'arcipelago nel 1898.
La vittoria nella Guerra ispano-americana dello stesso anno dimostrò che
gli Stati Uniti erano oramai una potenza mondiale e portò all’annessione
di Porto Rico, Guam e delle Filippine. Le Filippine ottennero
l'indipendenza solo mezzo secolo più tardi; Porto Rico e Guam
rimangono ancora territori degli Stati Uniti
Il Nord America occupa la parte settentrionale del territorio generalmente
denominato Nuovo Mondo (l’emisfero occidentale), le Americhe, o
semplicemente l'America (che a volte è considerata un unico continente e
la porzione settentrionale, il Nord America, un subcontinente).
L’America del Nord si lega con il Sud America presso il confine tra
Colombia e Panama secondo la maggior parte delle convenzioni. Altri
individuano il confine presso il Canale di Panama, altri ancora lo
pongono presso l’Istmo di Tehuantepec in Messico in cui separano
l'America Centrale che poggia soprattutto sulla Placca caraibica. Prima
che l’America centrale fosse sollevata, la regione era sommersa e le isole
delle Indie Orientali (Caraibi) delineavano un ponte di terra che collegava
l’America del Nord con il Sud America attraverso la Florida e il
Venezuela.
La costa continentale è lunga e irregolare. Il Golfo del Messico è il più
grande corpo idrico che rientri nel continente, seguito dalla Baia di
Hudson. Fra i principali si segnalano il Golfo di San Lorenzo e il Golfo di
California.
Numerose sono le isole al largo delle coste del continente: principalmente
l'Arcipelago artico canadese, le Grandi e le Piccole Antille, l'Arcipelago
Alexander e le Isole Aleutine. La Groenlandia, sotto la corona danese, è
l’isola più grande del mondo. Si trova nella stessa placca tettonica (la
Placca nordamericana) e fa parte geograficamente del Nord America.
La stragrande maggioranza del Nord America poggia sulla Placca
nordamericana. Parti della California e del Messico occidentale sono sul
bordo con la Placca pacifica dove le principali zolle si incontrano lungo
la Faglia di Sant'Andrea. La maggior parte della porzione meridionale del
continente e delle isole caraibiche si trovano nella Placca caraibica,
mentre lungo le coste sud-occidentali il bordo è segnato dalla Placca di
Cocos.
Il continente può essere suddiviso in quattro grandi regioni (ciascuna
delle quali contiene diverse sotto-regioni): le Grandi Pianure che si
estendono dal Golfo del Messico all'Artico canadese; la montagne
geologicamente giovani dell’ovest, che comprendono le Montagne
Rocciose, il Gran Bacino, California e Alaska; l’altopiano dello Scudo
canadese; la variegata regione nord-orientale, che comprende i Monti
Appalachi, la piana costiera lungo il litorale atlantico, e la penisola della
Florida. Il Messico, con le sue lunghe cordigliere e altipiani, rientra in
larga parte nella regione occidentale, anche se la piana costiera orientale
si estende verso sud lungo il litorale del Golfo del Messico.
Le montagne occidentali sono divise a metà, dalle due catene principali:
le Montagne Rocciose (più a est) e le catene costiere di California,
Oregon, Washington, e Columbia Britannica. La vetta più alta è il Monte
McKinley in Alaska.
La United States Geographical Survey afferma che il centro geografico
del Nord America è "10 km a ovest di Balta, nella Contea di Pierce nel
Dakota del Nord" a circa 48°10′N 100°10′W_ / 48.167, -100.167.
Le lingue più diffuse nel Nord America sono inglese, spagnolo, e
francese. Il termine Anglo-America è utilizzato per riferirsi ai paesi
anglofoni delle Americhe: vale a dire il Canada (dove l'inglese e il
francese sono lingue ufficiali) e gli Stati Uniti d'America. Talvolta
vengono compresi il Belize e alcune isole dei Caraibi. L’America latina è
in riferimento a quella parte delle Americhe (generalmente a sud degli
Stati Uniti) dove le lingue romanze derivate dal latino sono predominanti:
per quanto concerne il Nord America ci si riferisce pertanto alle altre
repubbliche dell'America centrale, al Messico, e alla buona parte delle
isole dei Caraibi (oltre naturalmente alla maggior parte del Sud America).
La lingua francese ha storicamente svolto un ruolo significativo nel Nord
America e conserva una presenza distintiva in alcune regioni. Il Canada è
ufficialmente bilingue; il francese è la lingua ufficiale della provincia
canadese del Quebec ed è ufficiale assieme all'inglese nella provincia del
New Brunswick. Il francese è lingua ufficiale anche in alcune isole delle
Indie Occidentali (Haiti, Guadalupa, Martinica, Saint Barth, Saint Martin)
e a Saint-Pierre e Miquelon, così come in Louisiana, dove il francese è
ancora una lingua ufficiale.
Vista di Los Angeles
Socialmente e culturalmente l’America del Nord presenta una ben
definita entità. Il Canada anglofono e gli Stati Uniti hanno una cultura e
tradizioni similari essendo state entrambe ex colonie britanniche. Un
comunanza culturale e un’economica di mercato si è sviluppata tra le due
nazioni, dettato dal potere economico e da legami storici. Analogie si
possono riscontrare nella componente linguistica spagnola del Nord
America. Anche qui si è condiviso un passato comune, come ex colonie
della Spagna. In Messico e nei paesi centroamericani in cui la civiltà
Maya si è sviluppata, le popolazioni indigene preservano ancora alcune
tradizioni. Il Québec da parte sua costituisce una regione che presenta una
cultura propria legata all'eredità coloniale francese.
Economicamente il Canada e gli Stati Uniti sono le due nazioni più ricche
e sviluppate del continente, seguite dal Messico, paese di nuova
industrializzazione. I paesi dell'America centrale e dei Caraibi si
presentano molto meno sviluppati. I più importanti mercati comuni sono
il Caribbean Community and Common Market (CARICOM) e il North
American Free Trade Agreement (NAFTA). Recente dai paesi centro
americani è stato firmato un accordo di libero scambio il CAFTA con
l’intento di migliorare la loro situazione finanziaria.
Paesi e territori
L’America del Nord è spesso suddivisa in sottoregioni, anche se sempre
non unanimemente condivise. L’America Centrale comprende la regione
meridionale del continente, ma la sua estremità settentrionale varia tra le
fonti. Geograficamente la regione inizia con l'Istmo di Tehuantepec in
Messico (vale a dire gli stati messicani di Campeche, Chiapas, Tabasco,
Quintana Roo e Yucatán). Le Nazioni Unite includono il Messico
nell’America Centrale (d'altro canto l'Unione Europea vi include sia il
Messico che il Belize), ma Geopoliticamente il Messico non è spesso
considerato parte del Centro America.
Il concetto di Nord America è altresì utilizzato per fare riferimento ai
paesi e ai territori più settentrionali: il Canada, gli Stati Uniti, la
Groenlandia, Bermuda, e Saint Pierre e Miquelon. Vengono considerati
distintamente dalle regioni meridionali delle Americhe, che comprende in
gran parte l'America Latina.
UNITA’ 4 L’AMERICA LATINA
L'America meridionale o America del Sud è un subcontinente che
occupa la parte meridionale dell'America. Si trova interamente
nell'emisfero occidentale, e in buona parte nell'Emisfero australe,
eccezion fatta per alcune regioni situate a nord dell'Equatore
nell'Emisfero boreale. È bagnata ad ovest dall'oceano Pacifico, a nord e
ad est dall'Oceano Atlantico. L'America settentrionale e il mar dei Caraibi
si trovano a nord-ovest.
L'America del Sud fu così nominata nel 1507 dai cartografi Martin
Waldseemüller e Matthias Ringmann dopo che il navigatore fiorentino
Amerigo Vespucci, primo in Europa, suggerì che il continente da poco
scoperto non fossero le Indie Orientali, ma un Nuovo Mondo sconosciuto
agli europei.
L'America del Sud ha una superficie di 18.840.000 chilometri quadrati,
che corrisponde a quasi il 3,5% della superficie terrestre. All'inizio del
2005 la sua popolazione è stata stimata in più di 371.090.000 di abitanti.
Il Sud America pertanto è il quarto continente in termini di superficie
(dopo Asia, Africa e America del Nord) e il quinto per popolazione (dopo
Asia, Africa, Europa e America del Nord).
l Sud America occupa la maggior parte della regione geografica
generalmente denominato Emisfero meridionale, Nuovo Mondo,
Emisfero occidentale, le Americhe o, semplicemente, l'America (a volte è
considerato come un unico continente, e il Sudamerica un subcontinente).
Il suo territorio si sviluppa a sud-est della frontiera tra Panamá e
Colombia, secondo la maggior parte delle fonti. Altri concordano che il
confine sia da porre lungo il Canale di Panamá. Quasi tutto il Sudamerica
si trova sopra la placca sudamericana. Geopoliticamente l'intero stato di
Panamá (compreso il segmento ad est del Canale di Panamá) è
generalmente considerato parte del Nordamerica, o comunque
dell'America centrale.
Sebbene molte delle isole dei Caraibi, tra cui le Piccole Antille, si trovino
sopra la placca caraibica, le isole di Aruba, Barbados, Trinidad e Tobago
fanno parte della regione settentrionale della piattaforma continentale
sudamericana. Le Antille Olandesi e le isole prospicienti al Venezuela si
trovano lungo le coste del Sud America. Geopoliticamente gli Stati
insulari e i territori d'oltremare dei Caraibi sono generalmente considerati
facenti parte del Nord America. Le nazioni del Sud America che si
affacciano sul Mar dei Caraibi (tra cui Colombia, Venezuela, Guyana,
Suriname e Guiana Francese) sono anche denominati Sud America
caraibico. Altre isole del continente sono le Galápagos, l'Isola di Pasqua
(in Oceania, ma appartenente al Cile), l'Isola di Robinson Crusoe, Chiloé
e la Terra del Fuoco.
In questo continente si trovano le più alte cascate del mondo, il Salto
Angel in Venezuela, e il più grande fiume in termini di portata d'acqua, il
Rio delle Amazzoni, e la più lunga catena montuosa, le Ande (la cui cima
più elevata è l'Aconcagua con 6.962 metri sul livello del mare), il deserto
più secco, il deserto di Atacama, la più vasta foresta pluviale,
l'Amazzonia, la più alta capitale, La Paz in Bolivia, il più alto lago
commerciale navigabile, il Lago Titicaca, e la città più meridionale del
mondo, la città di Porto Toro in Cile.
Le principali risorse minerarie sono oro, argento, rame, ferro, stagno e
petrolio. Il Sudamerica è la patria di molte specie animali uniche, tra cui
lama, anaconda, piranha, giaguaro, vigogna e tapiro. Le foreste
dell'Amazzonia comunque posseggono un elevato livello di biodiversità.
Il paese di gran lunga più grande del Sudamerica, sia in termini di
superficie che di popolazione, è il Brasile, seguito dall'Argentina. Le
regioni che formano questo continente sono gli Stati andini, la Guiana, il
Cono Sud e il Brasile.
Clima
L'America del Sud ospita un'ampia varietà di climi: quello caldo umido
della foresta pluviale amazzonica, quello freddo secco della Patagonia,
quello arido del deserto di Atacama, quello ventoso gelido della Terra del
Fuoco. Ciò dipende da:
•
•
•
L'ampiezza della latitudine che occupa il continente. La maggior
parte è compreso tra l'equatore nella parte settentrionale e il
Tropico del Capricorno, mentre la punta meridionale penetra in una
regione subartica.
La differenza di temperatura tra i due oceani. Generalmente la
costa esposta all'Atlantico è più calda e quella sul Pacifico è più
fredda per la presenza della corrente di Humboldt.
La presenza delle Ande, la cui temperatura varia notevolmente a
seconda dell'altitudine.
Nella regione occidentale, tra le Ande e l'Oceano Pacifico, sono presenti
alcune delle zone più umide e più aride del pianeta: Il Choco (Colombia,
Ecuador, Perù, Panamá) e il Deserto di Atacama (Cile, Perù, Bolivia,
Argentina) rispettivamente. Il clima è generalmente tropicale: equatoriale
nella regione amazzonica, umido nella savana, steppico nella pampa,
nivale sulle ande.
Le teorie più concordi rilevano che il popolamento del Sudamerica sia
iniziato con l'arrivo dell'uomo attraverso lo Stretto di Bering, quando si
andò creando un ponte di ghiaccio tale da collegare le estreme propaggini
di Asia e Siberia con il Nordamerica. Alcuni reperti archeologici
sembrano però non confermare appieno questa ipotesi, e portano a
supporre teorie alternative di un popolamento addirittura antecedente. Un
elemento che si è posto all'attenzione di alcuni studiosi è la grande
presenza di siti archeologici nel Sudamerica e il basso numero di questi
nel nord del continente. È improbabile che i più antichi siti nel nord siano
ancora da scoprire, e questo è sorprendente perché se le Americhe fossero
state popolate originariamente in maniera esclusiva dalla Siberia, i siti più
antichi si troverebbero indiscutibilmente nel Nordamerica.
Inoltre, alcuni studi hanno riscontrato delle differenze genetiche tra i
paleoindi sudamericani e nordamericani: i primi con tratti e lineamenti
più australoidi, i secondi con tratti più mongoloidi. Questi elementi hanno
comportato l'adesione di alcuni ricercatori all'ipotesi di un popolamento
autonomo dell'America del Sud, non più quindi dal nord, bensì con
ipotesi di arrivi dall'Australia.
Periodo precolombiano
La prima prova dell'esistenza di pratiche agricole nel Sud America
risalgono a circa il 6500 a.C., quando patate, fagioli e peperoncini
iniziarono ad essere coltivati come prodotti alimentari nelle regioni
prossime al bacino amazzonico. Altri elementi (tra cui ceramiche) hanno
dimostrato che la manioca, prodotto alimentare diffuso anche oggi,
veniva già coltivato nel 2000 a.C.
Nel corso della grandi epoche migratorie, e soprattutto dopo la scoperta
dell'agricoltura, gli antichi colonizzatori americani si insediarono nelle
regioni e nelle aree ritenute più favorevole al loro sviluppo e al loro stile
di vita. In una situazione di isolamento durati millenni rispetto alle
società del Vecchio Mondo, i popoli americani formarono culture
originali e autonome, tanto da presentare due rivoluzioni neolitiche
separate, una nella Mesoamerica e l'altra nelle Ande nel Sudamerica che
hanno dato origine a centinaia di civiltà distinte.
I primi insediamenti e la prima cultura nota in Sud America (e nelle
Americhe in generale) furono i Valdivia lungo la costa sud-est
dell'Ecuador.
La prima civiltà si sviluppò a Norte Chico, lungo la costa peruviana.
Quella Muisca fu la principale civiltà indigene in quella che è oggi la
Colombia.
Importanti culture pre-colombiane furono: i Moche (100 a.C. – 700 d.C.,
presso la costa settentrionale del Perù); Tiahuanaco (100 a.C. – 1200
d.C., in Bolivia); Cañari (nelle regioni centro-meridionali dell'Ecuador),
Paraca e Nazca (400 a.C. – 800 d.C., Perù); Wari o Impero Huari (600 –
1200, nell Perù centro-settentrionale); l'Impero Chimu (1300 – 1470,
sulla costa peruviana settentrionale); i regni Chachapoya e Aymaran
(1000 – 1450, in Bolivia e nel Perù meridionale).
La civiltà Inca dominò la regione delle Ande dal 1438 al 1533.
Periodo coloniale
Dal secolo XVI fino agli inizi del secolo XIX la maggior parte
dell'America Meridionale fu divisa in colonie governate maggiormente
dalla Spagna e dal Portogallo. In seguito con l'indipendenza tali colonie si
tramutarono in repubbliche, con l'eccezione della Guiana Francese e delle
Isole Falkland (e le isole più prossime occupate dal Regno Unito),
attualmente unici territori non indipendenti.
La prima regione invasa dagli spagnoli fu Macuro, sulla punta della
penisola di Paria, nello stato di Sucre in Venezuela, a cui Cristoforo
Colombo diede il nome di Tierra de Gracia. Il primo insediamento in
questo continente fu a Cumaná (sempre nella costa del Venezuela),
mentre la prima città fu Santa Marta in Colombia.
La decolonizzazione
Nel corso del 1808 le pressioni dell'imperatore francese Napoleone
scatenarono una serie di eventi che peggiorarono ulteriormente la già
compromessa situazione spagnola. Carlo IV di Spagna abdicò al trono in
favore del figlio Ferdinando VII, il 19 marzo 1808 dopo i moti di
Aranjuez, e più tardi, il 5 maggio 1808 la Spagna Carlo IV e di suo figlio
fu costretta a cedere il trono a Napoleone che designò suo fratello,
Giuseppe I, come il nuovo re di Spagna. Questo provocò una reazione
popolare in Spagna che è conosciuta come la Guerra d'indipendenza
spagnola che, tanto in Spagna che in Americhe, portò a costituire delle
commissioni regionali che promossero la lotta contro gli invasori francesi
al fine di riconsegnare al legittimo monarca il trono. Tuttavia, molte di
queste commissioni vennero viste con sospetto dalle autorità spagnole,
temendo che potessero essere filo-francesi. Di questo periodo furono
importanti le azioni di Antonio Nariño a Bogotà (che aveva pubblicato la
Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino), il movimento di Juan
Picornell, la congiura di Manuel Gual e José María España, e il
fallimento militare della spedizione di Francisco de Miranda in
Venezuela.
Guerre di Indipendenza
Il processo della Guerre d'indipendenza ispanoamericana iniziò con la
Rivoluzione di La Paz nel 1809 nell'Alto Perù e culminò con
l'occupazione della fortezza del Callao nel 1826.
Nel 1817 il generale José de San Martín attraversò le Ande per
sconfiggere i realisti in Cile e successivamente si diresse a Lima, al fine
di colpire il centro del potere spagnolo. La spedizione subì gravi perdite
causa le situazioni estreme in cui si trovò ad operare: l'altezza media dei
picchi montuosi collocati tra i 3.000 e i 4.800 metri, le malattie, la
larghezza media delle strade (talvolta anche di soli 30 cm), la temperatura
che scendeva tra i -15 e i -20 gradi durante la notte fece sì che dei 5.400
uomini che componevano l'esercito, ben 300 morirono lungo la strada.
Arrivarono solo 5.000 muli dei 9.200 partiti, e 500 cavalli dei 1.500
iniziali. Allo stesso tempo San Martin dirigeva le 6 colonne che
attraversarono le montagne in diversi punti, con l'obiettivo di confondere
e di disperdere le forze realiste. Quando arrivò in Cile, l'esercito patriota
sotto il comando dello stesso San Martín, trionfò nella battaglia di
Chacabuco. Con questa battaglia si iniziò a scrivere la storia
dell'emancipazione del Sudamerica. Tale azione verrà completata da parte
delle azioni militari avviate dal liberatore Simón Bolívar nel nord del
continente, che raggiunse una decisiva vittoria nella battaglia di Boyacá.
UNITA’ 5
Gli organismi di cooperazione internazionale:
O.N.U. - C.E.C.A. - F.A.O.
L'Organizzazione delle Nazioni Unite in sigla ONU, spesso abbreviata in
Nazioni Unite, è la più importante organizzazione internazionale, in
particolare è un'organizzazione intergovernativa.
Le Nazioni Unite hanno come fine il conseguimento della cooperazione
internazionale in ambito di sviluppo economico, progresso socioculturale,
diritti umani e sicurezza internazionale. Relativamente alla sicurezza
internazionale in particolare ha come fine il mantenimento della pace
mondiale anche attraverso efficaci misure di prevenzione e repressione
delle minacce e violazioni ad essa rivolte.
Membri delle Nazioni Unite sono gli Stati che accettano gli obblighi
imposti dal suo statuto e che sono ritenuti in grado di farne fronte, in
particolare l'Assemblea generale ne decide l'ammissione in base alle
raccomandazioni del Consiglio di sicurezza. Dal 3 luglio 2006 gli Stati
membri delle Nazioni Unite sono 192.
La sede centrale delle Nazioni Unite si trova a Ginevra, Svizzera e a New
York (USA). L'attuale Segretario generale è Ban Ki-Moon che ha
sostituito il 1º gennaio 2007 Kofi Annan.
Nel 2001 le Nazioni Unite e il Segretario generale Kofi Annan furono
insigniti del Premio Nobel per la pace, ma già in precedenza altre
organizzazioni dipendenti dell'ONU furono premiate con un Nobel per la
Pace:
•
•
•
nel 1954 e nel 1981 l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i
Rifugiati (UNHCR);
nel 1965 il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UNICEF);
nel 1988 le forze delle Nazioni Unite per il mantenimento della
pace.
L'Organizzazione delle Nazioni Unite è nata da una conferenza di 50
paesi (il 51º, la Polonia, non era presente e avrebbe firmato
successivamente) tenuta il 25 aprile del 1945 per cooperare per una vita
migliore in tutto il mondo e per la pace, dopo la catastrofe della seconda
guerra mondiale; oggi è la più estesa organizzazione internazionale,
composta da tutti gli stati del mondo ad eccezione dello stato di Città del
Vaticano che, per il momento, è membro osservatore. Il 3 luglio 2006 gli
stati membri, da 170, diventano 192.
La principale funzionalità dell'ONU è di favorire e sostenere la pace nel
mondo, e di assistere nella risoluzione dei principali problemi politici,
economici, umanitari ed ambientali mondiali.
C.E.C.A.
La Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA) fu creata col
Trattato di Parigi del 18 aprile 1951 su iniziativa dei politici francesi Jean
Monnet e di Robert Schuman (il cosiddetto Piano Schuman o
dichiarazione Schuman del 9 maggio 1950), con lo scopo di mettere in
comune le produzioni di queste due materie prime in un'Europa di sei
paesi: Belgio, Francia, Germania Occidentale, Italia, Lussemburgo, Paesi
Bassi.
Fu il precursore del Trattato di Roma, fondatore della Comunità
Economica Europea, che divenne l'Unione Europea nel 1992.
Storia
La proposta della sua creazione, annunciata da Schuman, allora Ministro
degli Esteri francese, fu rapidamente accettata da tutti i paesi che
ratificarono il trattato in meno di un anno. Entrò in vigore il 23 luglio
1952 e scadde cinquant'anni dopo, il 23 luglio 2002.
La scelta del settore carbo-siderurgico era giustificata da molti fattori:
innanzitutto la posizione dei principali giacimenti delle risorse, situati in
una zona di confine piuttosto ampia tra Francia e Germania, (bacino della
Ruhr, Alsazia e Lorena) zona tra l'altro oggetto di numerosi e sanguinosi
conflitti in passato e di lunga contesa. Inoltre l'oggetto dell'accordo era
una risorsa fondamentale per la produzione di armamenti e materiale
bellico, che impediva un riarmo segreto quindi a entrambe le nazioni
coinvolte.
Oltre a Francia e Germania, sono interessati anche gli Stati del Benelux,
anch'essi forti produttori di carbone ed acciaio, oltre che stati confinanti
delle due nazioni principali e ovviamente interessati dalla risoluzione di
conflitti franco-tedeschi.
La situazione dell'Italia, invece, è meno ovvia. La nazione non primeggia
nella produzione di quelle materie ed è assai distante dalla zona
interessata dall'Accordo e confina soltanto con uno degli Stati membri (la
Francia) ma in una regione completamente differente. Gli uomini politici
del tempo, tuttavia, e fra essi Alcide De Gasperi, ritengono la futura
CECA un ottimo sbocco per rinvigorire l'economia disastrosa italiana e
reinserire l'Italia nelle situazioni politiche ed economiche internazionali,
distaccandosi totalmente da altri stati, fra tutti il Regno Unito, che
rifiutano in toto il progetto non ritenendolo conforme agli interessi e alle
aspettative nazionali.
Il trattato instaurò un mercato comune del carbone e dell'acciaio,
sopprimendo i diritti di dogana e le restrizioni quantitative che frenavano
la libera circolazione di queste merci; soppresse nello stesso modo tutte le
misure discriminatorie, aiuti o sovvenzioni che erano accordati dai vari
stati alla propria produzione nazionale. Il principio di libera concorrenza
permetteva il mantenimento dei più bassi prezzi possibili, pur garantendo
agli stati il controllo sugli approvvigionamenti. Il mercato venne aperto il
18 febbraio 1953 per il carbone ed il 1º maggio 1953 per l'acciaio. Tali
scopi venivano perseguiti mediante il rinvio della politica specifica di
ciascuno stato, alla comunità nascente con una parziale abdicazione della
propria sovranità in questo limitato settore. Da tale specificità nasce la
struttura della comunità come organismo sovranazionale, ovvero posto al
di sopra dei singoli stati. Ciò diversifica la struttura della nuova comunità
e di quelle che nasceranno di lì a poco nel 1957 (EURATOM e CEE):
non precisamente comunità internazionali, ma comunità dotate di poteri
propri e propria assemblea munita di poteri consultivi e di controllo
politico, pur se nel settore particolare di ciascuna.
Dietro l'aspetto puramente economico si nascondeva quindi la volontà di
riunire i vecchi nemici ancora scioccati dagli orrori della seconda guerra
mondiale, controllando la produzione del carbone e dell'acciaio che sono
le materie prime dell'industria bellica.
In tale occasione inoltre, tra gli stati membri, vennero firmati anche una
serie di protocolli collaterali sui privilegi e le immunità della Comunità
che si stava creando, sullo statuto della Corte di Giustizia e del Consiglio
d'Europa, che gettarono le basi di quella che sarebbe divenuta l'attuale
Unione Europea.
Profilo istituzionale
La CECA era formata da quattro istituzioni:
•
•
•
•
Alta Autorità
Consiglio speciale dei Ministri
Assemblea comune
Corte di giustizia
L'Alta Autorità era l'organo centrale composto da 8 membri (due per
Italia, Repubblica Federale Tedesca e Francia), nominati e scelti per la
loro competenza professionale dagli stessi Stati e con facoltà di agire in
piena indipendenza, e da un presidente eletto dagli otto (il primo
presidente è stato Jean Monnet). L'organo aveva vari poteri deliberativi,
potendo emanare pareri, ma anche decisioni e raccomandazioni, che
avevano effetti vincolanti, in toto le prime, di scopo le seconde.
Il Consiglio speciale dei ministri era composto da un rappresentante del
Governo di ogni stato e aveva una funzione consultiva rispetto all'Alta
Autorità. Talvolta i pareri del Consiglio erano, tuttavia, vincolanti, ovvero
nel caso in cui l'Alta Autorità avesse dovuto deliberare su parere
conforme di quest'ultimo.
L'Assemblea comune aveva funzioni consultive e riuniva rappresentanti
parlamentari degli stati membri, mentre la Corte di giustizia esercitava
controlli di legittimità sugli atti emanati dall'Autorità o sui
comportamenti delle varie istituzioni.
F.A.O
L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura
guida gli sforzi internazionali per sconfiggere la fame. La FAO, al
servizio sia dei paesi industrializzati che di quelli in via di sviluppo,
rappresenta un foro neutrale dove tutte le nazioni si incontrano alla pari
per negoziare accordi e discutere linee di condotta. La FAO è anche una
fonte di conoscenza e informazioni. Aiuta i paesi in via di sviluppo e i
paesi in transizione a modernizzare e migliorare l'agricoltura, la
selvicoltura e la pesca, e assicurare a tutti una buona alimentazione. Dalla
fondazione, nel 1945, una particolare attenzione è stata dedicata alle aree
rurali in via di sviluppo, che accolgono il 70 percento della popolazione
mondiale povera e affamata. Le attività della FAO comprendono quattro
aree principali:
Mettere a disposizione le informazioni
Offrire competenze politiche
Fornire un luogo d'incontro per le nazioni
Applicare l'esperienza sul campo.
Garantire a tutti la sicurezza alimentare è l'impegno fondamentale della
FAO - per assicurare alla popolazione un accesso regolare ad alimenti
sufficienti e di buona qualità per una vita attiva e sana.
Il mandato della FAO è di elevare il livello di nutrizione, aumentare la
produttività agricola, migliorare la vita delle popolazioni rurali e
contribuire alla crescita dell'economia mondiale.
UNITA’ 6 LA GLOBALIZZAZIONE
Per "globalizzazione" si intende l'interdipendenza economica di tutti i
paesi della terra.
È il fenomeno più significativo della nostra epoca in quanto investe non
solo la sfera economica, ma anche quella politica, culturale, sociale.
Nonostante sia un fenomeno che si è sviluppato soprattutto negli ultimi
secoli, la globalizzazione ha le radici nel lontano passato, secondo alcuni
storici addirittura la prima spinta risalirebbe a circa 30.000 anni fa,
quando gli uomini colonizzarono tutti i continenti.
L'attuale livello di globalizzazione dell'economia è dovuto:
•
•
•
allo sviluppo dei trasporti e delle comunicazioni;
alla diffusione delle multinazionali e delle imprese globali;
alla liberalizzazione dei commerci internazionali e
investimenti finanziariari.
degli
IL CONTROLLO DI GESTIONE DELLE IMPRESE
Il controllo delle attività aziendali viene effettuato ormai dalla maggior
parte delle aziende, poiché in ogni tipo di azienda risulta determinante
verificare se la gestione risulta efficace, nel raggiungere gli obiettivi
prefissati, ed efficiente nell'ottenere una determinata quantità di beni e
servizi impiegando la quantità minima necessaria di fattori produttivi.
Il controllo di gestione rappresenta infatti la funzione tipica dell'attività di
direzione dell'azienda; esso presuppone diverse fasi:
•
•
•
la previsione dei mutamenti futuri delle condizioni ambientali in
cui l'azienda opera;
la programmazione dell'attività produttiva, commerciale e
amministrativa, tramite il coordinamento razionale delle risorse a
disposizione e l'individuazione delle responsabilità;
la verifica della conformità dei risultati ottenuti rispetto a quelli
programmati.
Le fasi sopra riportate corrispondono anche ai diversi tipi di controllo,
quali:
•
•
•
preventivo, che si attua attraverso la formulazione del budget;
concomitante, attuato confrontando i dati della contabilità analitica
con quelli della contabilità generale;
consuntivo, si attua per valutare il raggiungimento degli obiettivi e
valutare le cause degli scostamenti.
GLOBALIZZAZIONE E STORIA DELL'ESPANSIONE ECONOMICA
OCCIDENTALE
L'espansione mondiale dell'economia europea è un processo storico di
lunga durata, del quale la "globalizzazione" propriamente detta
rappresenta solo l'ultima fase in ordine di tempo.
La formazione dell'attuale sistema di relazioni mondiali ha le sue origini
nell'Europa del tardo Medioevo, grazie al Capitalismo mercantile.
Nell'età moderna, i commerci europei si ampliarono in conseguenza delle
scoperte geografiche, e con la Rivoluzione industriale si formarono "zone
di centro" che dominavano dal punto di vista economico, politico e
culturale un'ampia "periferia".
Considerare l'espansione economica europea nell'arco di cinque secoli,
dal XVI al XX, permette di osservare alcuni aspetti, che specificano
ciascuna fase storica:
•
•
•
•
l'allargamento dei confini
lo spostamento del centro dell'economia-mondo europea
il mutare del peso relativo dei differenti settori economici
il peso politico e militare degli stati e le politiche economiche
(mercantilismo, liberismo e liberoscambismo, protezionismo)
messe in atto dai governi delle principali potenze.
UNITA’ 6
LA GLOBALIZZAZIONE
Con il termine globalizzazione si indica il fenomeno di crescita
progressiva delle relazioni e degli scambi a livello mondiale in diversi
ambiti, il cui effetto principale è una decisa convergenza economica e
culturale tra i Paesi del mondo.
Il termine globalizzazione, di uso recente, è stato utilizzato dagli
economisti, a partire dal 1981, per riferirsi prevalentemente agli aspetti
economici delle relazioni fra popoli e grandi aziende. Il fenomeno invece
va inquadrato anche nel contesto dei cambiamenti sociali, tecnologici e
politici, e delle complesse interazioni su scala mondiale che, soprattutto a
partire dagli anni ottanta, in questi ambiti hanno subito una sensibile
accelerazione.
Sebbene molti preferiscano considerare semplicisticamente questo
fenomeno solo a partire dalla fine del XX secolo, osservatori attenti alla
storia parlano di globalizzazione anche nei secoli passati. Ma erano tempi
diversi in cui la globalizzazione si identificava, pressoché essenzialmente,
nell' internazionalizzazione delle attività di produzione e degli scambi
commerciali.
Economia
In campo economico la globalizzazione denota la forte integrazione degli
scambi commerciali internazionali e la crescente dipendenza dei paesi gli
uni dagli altri. Con la stessa parola si intende anche l'affermazione delle
imprese multinazionali nello scenario dell'economia mondiale: in questo
settore si fa riferimento sia alla produzione spesso incentrata nei paesi del
sud del mondo; sia alla vendita, che vede i prodotti di alcuni marchi
molto sponsorizzati in commercio in quasi tutti i paesi del mondo.
L'economista Giancarlo Pallavicini asserisce che, anche per effetto della
tecnologia informatica, essa può definirsi come "uno straordinario
sviluppo delle possibili relazioni, non soltanto economico-finanziarie, pur
preminenti, tra le diverse aree del globo, con modalità e tempi tali da far
si che ciò che avviene in un'area si ripercuota anche in tempo reale sulle
altre aree, pure le più lontane, con esiti che i tradizionali modelli
interpretativi dell'economia e della società non sono in grado di valutare
correntemente,anche per la simultaneità tra l'azione ed il cambiamento
che esso produce"
Critiche e controversie
Nell'accezione economica, l'odierno modello di globalizzazione è
contestata da alcuni movimenti no-global e new-global. (v. anche Popolo
di Seattle, No logo), mentre è fortemente sostenuta dai gruppi liberisti e
anarco-capitalisti.
I dibattiti riguardo il suo effetto sui paesi in via di sviluppo sono infatti
molto accesi: secondo i fautori della globalizzazione, questa
rappresenterebbe la soluzione alla povertà del terzo mondo.
Secondo gli attivisti del movimento no-global essa causerebbe invece un
impoverimento maggiore dei paesi poveri,attribuendo sempre più potere
alle multinazionali, favorendo lo spostamento della produzione dai paesi
più industrializzati a quelli in via di sviluppo,zone franche i cui tutti i
diritti umani non sono garantiti e dove i salari sono più bassi. Il tutto
senza dare reali benefici alla popolazione del posto,anzi distruggendone
buona parte dell'economia locale. I new-global asseriscono che uno stato
nazionale, limitato entro i propri confini, non può più dettare regole ad
imprese transnazionali, capaci di aggirare con la loro influenza ogni
barriera politica e condizionare le decisioni dei governi. Il potere dello
stato viene inoltre smantellato dalla possibilità di pagare le tasse dove
costa meno, giocando sulla sede fiscale. Una delle proposte è appunto
l'abolizione dei cosiddetti paradisi fiscali. Gli attivisti del movimento
precisano però che non sono contro la globalizzazione ma per un diverso
modello di essa, più solidale,che tenga più conto delle diversità culturali e
non cerchi di omologare tutto il pianeta sul modello occidentale. È molto
criticato il fatto che sia stata attuata in modo selvaggio senza assumere
dentro i criteri del commercio internazionale un limite allo sfruttamento
delle risorse umane e ambientali,il cosiddetto sviluppo sostenibile. Uno
studio effettuato da Pranab Bardhan dell'Università di California, basato
su dati della Banca Mondiale, sostiene però che la globalizzazione non
abbia reso nel complesso i paesi più poveri, ma che nemmeno abbia avuto
grande influenza nella riduzione della povertà. Avrebbero invece effetto
decisamente maggiore alcuni miglioramenti delle politiche interne dei
paesi, quali lo sviluppo della rete infrastrutturale, il perseguimento della
stabilità politica, le riforme del sistema agrario e il miglioramento
dell'assistenza sociale.
Il Premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus, teorico della finanza
etica e fondatore della Grameen Bank, sostiene però che l'Organizzazione
Mondiale del Commercio sia un bulldozer al servizio delle maggiori
economie, come gli Stati Uniti, che pretendono la libertà di vendere in
qualsiasi mercato, ma che spesso temono, in casa loro, anche la
concorrenza più piccola e innocua di qualche prodotto agricolo o
artigianale; aggiunge inoltre che è necessario promuovere delle forme di
aiuto sostenibile affinché la globalizzazione possa davvero essere utile
allo sviluppo. Secondo il rapporto di Amnesty International con la
globalizzazione il potere scivola dalle mani degli Stati e si sposta
"silenziosamente" in quelle delle multinazionali, che diventano i nuovi
interlocutori nelle campagne per la difesa dei diritti umani in tutto il
mondo.
L'economista indiana Vandana Shiva asserisce che la globalizzazione ha
prodotto in India suicidi di massa tra i contadini, strozzati dai debiti per
l’aumento dei costi di produzione e la caduta dei prezzi. In India
l’ingresso nel paese delle grande multinazionali come la Monsanto - con
l’obbligo di acquistare da loro le sementi industriali dal costo sempre più
elevato, biologicamente modificate e utilizzabili solo per un raccolto - si
sta traducendo in una rovina per i piccoli agricoltori. Vandana Shiva
aggiunge inoltre che capitalismo globale e fragili equilibri ecologici,
avidità e violenza contro i più deboli sono da combattere con la
disobbedienza civile.
Durante la messa dell'Epifania del gennaio 2008 Papa Benedetto XVI
afferma che non si può dire che la globalizzazione sia sinonimo di ordine
mondiale, tutt'altro e aggiunge: i conflitti per la supremazia economica e
l'accaparramento delle risorse energetiche, idriche e delle materie prime
rendono difficile il lavoro di quanti, ad ogni livello, si sforzano di
costruire un mondo giusto e solidale..
Effetti indiretti della globalizzazione sono le ripercussioni sull'ambiente e
sull'inquinamento dell'aria, causate dall'industrializzazione e dall'aumento
dei trasporti.
Comunicazioni e cultura
Con globalizzazione, ci si riferisce oltre che allo sviluppo di mercati
globali, anche alla diffusione dell'informazione e dei mezzi di
comunicazione come internet, che oltrepassano le vecchie frontiere
nazionali. Nello stesso campo il termine indica la progressiva diffusione
dei notiziari locali su temi internazionali.
Il termine globalizzazione è utilizzato anche in ambito culturale ed indica
genericamente il fatto che nell'epoca contemporanea ci si trova spesso a
rapportarsi con le altre culture, sia a livello individuale a causa di
migrazioni stabili, sia nazionale nei rapporti tra gli stati. Spesso ci si
riferisce anche all'elevata e crescente mobilità delle persone con una
permanenza limitata temporalmente (turisti, uomini di affari, etc.).
Pro e Contro della globalizzazione
La globalizzazione può favorire lo sviluppo economico di alcuni stati, in
particolare quelli industrializzati e sviluppati, attraverso guadagni e
profitti provenienti da un modo di agire: il decentramento. Esso consiste
nel spostare le industrie in paesi sottosviluppati, dove la manodopera ha
un costo inferiore. Così facendo si offre un lavoro nei paesi più poveri;
questo è vero, ma le multinazionali decentrano le loro industrie in paesi in
via di sviluppo che non possono così svilupparsi. In ogni caso la
globalizzazione "ferisce" le tradizioni popolari, diffondendo alcune feste
che appartengono a quelle di un popolo. Ad esempio Halloween è una
festa di origine celtica che si è diffusa nei popoli anglo-sassoni; con la
globalizzazione si è diffusa nei popoli dei paesi sviluppati. Ciò non
accade solo per le feste, ma anche per il modo di vestire, soprattutto
quello giovanile, il modo di parlare, i cibi consumati, etc. Ad esempio
prima degli anni '40 era impossibile trovare in Italia e in Europa persone
che indossassero le T-shirt, ora è comunissimo. Oramai anche i cibi che
mangiamo sono diffusi in tutto il mondo: la pizza, la cucina e i vini
italiani e quelli francesi, il sushi, etc.
Origini della globalizzazione
Nell'immaginario collettivo la globalizzazione è spesso percepita come
un fenomeno progressivo, che si è andato sviluppando nel tempo in modo
naturale, e che vede la condizione attuale nei suddetti ambiti come una
fase intermedia tra il generico passato ed il futuro.
In realtà, se con globalizzazione ci si riferisce ad un fenomeno specifico
degli ultimi decenni, scientificamente il concetto è tutt'altro che
consolidato, anche se è entrato a far parte del lessico comune e i mass
media ne fanno larghissimo uso. Per quanto riguarda l'economia per
esempio, diversi autori sottolineano che il sistema degli scambi
internazionali era più globalizzato negli anni precedenti il 1914 di quanto
non sia attualmente, che i sistemi economici sono comunque
fondamentalmente a base nazionale e anche quelli di dimensione
tendenzialmente continentale presentano diversi aspetti di chiusura (cfr.,
in agricoltura, le politiche protezionistiche dell'Unione Europea). D'altra
parte, Amartya Sen sostiene che processi di globalizzazione sono in corso
da almeno un millennio, affogando così il concetto e le pratiche che lo
sottendono nel mare magnum della lunga durata. Anche questo invita a
maneggiare il concetto con una certa cautela.
In ogni caso, nella coscienza dei popoli il fenomeno si sta consolidando
insieme alla diffusione del punto di vista globale ed all'impegno concreto
per un mondo migliore al di là dei propri interessi personali e dei confini
nazionali. Si parla sempre più spesso di "globalizzazione dei diritti" e
perciò di rispetto dell'ambiente, di eliminazione povertà, di abolizione
della pena di morte ed emancipazione femminile in tutti i paesi del
mondo.
Di pari passo alla diffusione di notizie su scala mondiale ed alla
progressiva presa di coscienza delle problematiche globali, cominciano a
svolgersi grandi manifestazioni con la partecipazione contemporanea in
numerose località di decine di milioni di persone.