la semantica dei disturbi alimentari psicogeni

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la semantica dei disturbi alimentari psicogeni
LA SEMANTICA DEI DISTURBI ALIMENTARI PSICOGENI:
UNA LOTTA FRA VINCENTI E PERDENTI?
di Valeria Ugazio, Lisa Fellin, Attà Negri e Emanuele Zanaboni
(European Institute of Systemic-relational Therapies di Milano, Università degli Studi di Bergamo)
Speaker: Attà Negri
Molte interpretazioni, riflessioni cliniche e casi riportati da terapeuti sistemici avvalorano la tesi che i disturbi alimentari
psicogeni (DAP) siano caratterizzati da una pragmatica del rifiuto e da una semantica del potere. In particolare, Ugazio
(1998) sostiene che nella conversazione familiare entro la quale si sviluppano i DAP prevalgono due polarità:
vincente/perdente e volitività/arrendevolezza. Quest’ultima polarità sarebbe subordinata gerarchicamente alla prima
secondo un rapporto mezzo-fine: si è vincenti proprio perché si è volitivi, mentre si è perdenti perché si è passivi,
arrendevoli. Vanto e vergogna, assieme a sensazioni di efficacia personale o al contrario di inettitudine,
alimenterebbero, sempre secondo l’interpretazione di Ugazio, queste polarità.
Mancano tuttavia ricerche che convalidano l’ipotesi che la semantica del potere sia davvero massicciamente presente
nella conversazione con questi pazienti e le loro famiglie. Per verificare tale ipotesi è stata condotta un’analisi
semantica delle trascrizioni verbatim delle prime due sedute di consultazione (videoregistrate) di 24 soggetti: 12
composto da soggetti DAP e 12 da soggetti con altra diagnosi dell’Asse I del DSM. L’analisi è stata circoscritta: a)
alle “polarità semantiche narrate” evincibili dalle definizioni di sé e degli altri introdotte dai soggetti e dal terapeuta;
b) alle “polarità semantiche interattive” evincibili dal pattern di collegamento alla consultazione e dalle aspettative
verso la terapia. I significati emersi nella conversazione sono stati classificati secondo il metodo di codifica GSF
(Ugazio et al., 2007) che operazionalizza il concetto “polarità semantiche familiari” e fornisce una categorizzazione di
quattro semantiche ritenute connesse ad altrettanti quadri psicopatologici (Guidano, 1987, 1991; Ugazio, 1998).
I risultati confermano che la semantica del potere prevale nella conversazione con i soggetti DAP nelle definizioni di
sé e degli altri rispetto alle altre semantiche, considerate tipiche di altre psicopatologie. Il terapeuta non sembra
esercitare effetti significativi su questo aspetto della conversazione. È anzi emersa la tendenza del soggetto DAP a
ridefinire all’interno della semantica del potere significati tipici di altre semantiche introdotti dal terapeuta.
Anoressiche e obesi risultano inoltre collocarsi su positioning opposti: i primi nel polo vincente, mentre i secondi in
quello perdente. Dall’analisi del pattern di collegamento e delle aspettative è inoltre emerso che anche l’interazione
terapeutica si organizza, molto più di quanto accade nel gruppo di controllo, attraverso movimenti relazionali tipici
della semantica del potere: il paziente si trova quindi ad adeguarsi o ad opporsi ad un terapeuta posto di regola in
posizione vincente.
Bibliografia
Guidano, V. F. (1987). The Complexity of the Self. New York: The Guilford Press (trad.it. La complessità del Sè.
Torino: Bollati Boringhieri, 1988).
Guidano, V. F. (1991). The Self in Process. Toward a Post-Rationalist Cognitive Therapy. New York: The Guilford
Press (trad.it. Il Sè nel suo divenire. Verso una terapia cognitiva post-razionalista. Torino: Bollati Boringhieri, 1992).
Ugazio, V. (1989). L’indicazione terapeutica: una prospettiva sistemico-costruttivista. Terapia familiare, 31, 27-40.
Ugazio, V. (1998). Storie permesse, storie proibite. Torino: Bollati Boringhieri.
Ugazio, V., Negri, A., Zanaboni, E., & Fellin, L. (2007). Libertà, bontà, potere e appartenenza. Griglia delle semantiche
familiari. Quaderni del Dottorato in Psicologia Clinica, vol.1, (pp. 137-242). Bergamo: Bergamo University Press.
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