computer essentials syllabus ecdl v1

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computer essentials syllabus ecdl v1
COMPUTER ESSENTIALS
SYLLABUS ECDL V1
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Il presente modulo ECDL Base – Computer Essentials definisce i concetti e le competenze
fondamentali per l’uso dei dispositivi elettronici, la creazione e la gestione dei file, le reti e
la sicurezza dei dati.
SCOPI DEL MODULO
Chi supera la prova d’esame per questo modulo è in grado di:
 Comprendere i concetti fondamentali relativi all’ICT (Tecnologie dell’Informazione e
della Comunicazione), ai computer, ai dispositivi elettronici e al software.
 Accendere e spegnere un computer.
 Operare efficacemente sul desktop di un computer usando icone e finestre.
 Regolare le principali impostazioni del sistema e usare le funzionalità di Guida in linea.
 Creare un semplice documento e stamparne delle copie.
 Conoscere i principali concetti di gestione dei file ed essere in grado di organizzare
efficacemente cartelle e file.
 Comprendere i concetti fondamentali relativi ai supporti di memoria e all’uso di
software di compressione e di estrazione di file di grandi dimensioni.
 Comprendere i concetti relativi alle reti e alle possibilità di connessione, ed essere in
grado di collegarsi a una rete.
 Comprendere l’importanza di effettuare copie di backup dei dati e di proteggere i dati e
i dispositivi elettronici da malware.
 Comprendere l’importanza del “green computing”, dell’accessibilità e della
salvaguardia della salute degli utenti.
SEZIONE
1 Computer e
dispositivi
TEMA
1.1 ICT
1.2 Hardware
1.3 Software e licenze
RIF.
ARGOMENTO
1.1.1
Definire il termine Tecnologie dell’Informazione
e della Comunicazione (Information and
Communication Technology – ICT).
1.1.2
Identificare i diversi tipi di servizi e di utilizzi
dell’ICT, quali servizi Internet, tecnologie mobili,
applicazioni di produttività e di ufficio.
1.2.1
Definire il termine hardware. Identificare i
principali tipi di computer, quali desktop, laptop
(portatile), tablet. Identificare i principali tipi di
dispositivi, quali smartphone, lettori multimediali,
fotocamere digitali.
1.2.2
Definire i termini processore, memoria RAM
(Random Access Memory), memoria di massa.
Comprendere il loro impatto sulle prestazioni di
computer e dispositivi.
1.2.3
Identificare i tipi principali di periferiche integrate
ed esterne, quali stampanti, schermi, scanner,
tastiere, mouse/trackpad, webcam, altoparlanti,
microfono, docking station.
1.2.4
Identificare le più comuni porte di input/output,
quali USB, HDMI.
1.3.1
Definire il termine software e saper distinguere
tra i principali tipi di software: sistemi operativi,
applicazioni. Sapere che il software può essere
installato localmente o essere disponibile online.
3
SEZIONE
TEMA
1.4 Avvio, spegnimento
2 Desktop, icone,
impostazioni
2.1 Desktop e icone
2.2 Uso delle finestre
2.3 Strumenti e
impostazioni
RIF.
ARGOMENTO
1.3.2
Definire il termine sistema operativo e
identificare alcuni comuni sistemi operativi per
computer e dispositivi elettronici.
1.3.3
Identificare alcuni esempi comuni di
applicazioni, quali suite di produttività di ufficio,
comunicazioni, reti sociali, elaborazioni
multimediali, design, applicazioni per dispositivi
mobili.
1.3.4
Definire il termine “EULA” (End-User License
Agreement), o “Contratto con l’utente finale”.
Sapere che il software deve essere licenziato
prima del suo utilizzo.
1.3.5
Illustrare i tipi di licenze software: proprietaria,
open source, versione di prova, shareware,
freeware.
1.4.1
Accendere un computer e collegarsi in modo
sicuro, utilizzando un nome utente e una
password.
1.4.2
Scollegarsi, spegnere, riavviare un computer
impiegando la relativa procedura corretta.
2.1.1
Illustrare lo scopo del desktop e della barra della
applicazioni.
2.1.2
Riconoscere le più comuni icone, quali quelle
che rappresentano file, cartelle, applicazioni,
stampanti, unità disco, collegamenti/alias,
cestino dei rifiuti.
2.1.3
Selezionare e spostare le icone.
2.1.4
Creare, rinominare, spostare, eliminare un
collegamento/alias.
2.2.1
Identificare le diverse parti di una finestra: barra
del titolo, barra dei menu, barra degli strumenti,
barra multifunzione, barra di stato, barra di
scorrimento.
2.2.2
Aprire, ridurre a icona, espandere, ripristinare
alle dimensioni originali, massimizzare,
ridimensionare, spostare, chiudere una finestra.
2.2.3
Passare da una finestra ad un’altra.
2.3.1
Utilizzare le funzioni di Guida in linea disponibili.
2.3.2
Visualizzare le informazioni di base del
computer: nome e versione del sistema
operativo, RAM installata.
2.3.3
Modificare la configurazione del desktop del
computer: data e ora, volume audio, sfondo,
risoluzione.
2.3.4
Modificare, aggiungere, eliminare una lingua
dalla tastiera. Modificare la lingua predefinita.
2.3.5
Chiudere un'applicazione che non risponde.
2.3.6
Installare, disinstallare un'applicazione.
4
SEZIONE
3 Testi e stampe
TEMA
3.1 Operare con il testo
3.2 Stampare
4 Gestione di file
4.1 File e cartelle
4.2 Organizzare file e
cartelle
RIF.
ARGOMENTO
2.3.7
Collegare un dispositivo (chiavetta USB,
fotocamera digitale, riproduttore multimediale) ad
un computer. Scollegare un dispositivo
impiegando la procedura corretta.
2.3.8
Catturare l'immagine dello schermo, della finestra
attiva.
3.1.1
Aprire, chiudere un'applicazione di elaborazione
di testi. Aprire, chiudere file.
3.1.2
Inserire un testo in un documento.
3.1.3
Copiare, spostare del testo in un documento, tra
documenti aperti. Incollare un'immagine dello
schermo in un documento.
3.1.4
Salvare e assegnare un nome a un documento.
3.2.1
Stampare un documento usando un'applicazione
di elaborazione testi.
3.2.2
Impostare la stampante predefinita a partire da un
elenco di stampanti installate sul computer.
3.2.3
Stampare un documento usando un’applicazione
di elaborazione testi.
3.2.4
Visualizzare, interrompere, riavviare, eliminare un
processo di stampa.
4.1.1
Comprendere come un sistema operativo
organizza le unità disco, le cartelle, i file in una
struttura gerarchica. Sapersi muovere tra unità,
cartelle, sottocartelle, file.
4.1.2
Visualizzare le proprietà di file, cartelle, quali
nome, dimensione, posizione.
4.1.3
Modificare la visualizzazione per presentare file e
cartelle come titoli, icone, lista/elenco, dettagli.
4.1.4
Riconoscere i file di tipo più comune, quali testo,
foglio elettronico, presentazione, PDF, immagine,
audio, video, file compresso, file eseguibile.
4.1.5
Aprire un file, una cartella, un'unità.
4.1.6
Individuare buoni esempi nell'attribuzione di nomi
a cartelle, file: utilizzare nomi significativi per
cartelle e file per renderne più semplice il
recupero e l'organizzazione.
4.1.7
Creare una cartella.
4.1.8
Rinominare un file, una cartella.
4.1.9
Cercare file per proprietà: nome completo o
parziale, usando caratteri jolly se necessario,
contenuto, data di modifica.
4.1.10
Visualizzare un elenco di file usati di recente.
4.2.1
Selezionare file, cartelle singolarmente o come
gruppo di file adiacenti o non adiacenti.
4.2.2
Disporre i file in ordine crescente, decrescente per
nome, dimensione, tipo, data di ultima modifica.
5
SEZIONE
TEMA
4.3 Supporti di memoria
e compressione
5 Reti
5.1 Concetti di reti
5.2 Accesso a una rete
RIF.
ARGOMENTO
4.2.3
Copiare, spostare file, cartelle tra cartelle e unità.
4.2.4
Eliminare file, cartelle collocandoli nel cestino.
Ripristinare file, cartelle nella rispettiva posizione
originale.
4.2.5
Svuotare il cestino.
4.3.1
Conoscere i principali tipi di supporti di memoria,
quali dischi fissi interni, dischi fissi esterni, unità di
rete, CD, DVD, dischi Blu-ray, chiavette USB,
schede di memoria, unità di memorizzazione
online.
4.3.2
Riconoscere le unità di misura delle capacità dei
supporti di memoria, quali KB, MB, GB, TB.
4.3.3
Visualizzare lo spazio disponibile in un supporto di
memoria.
4.3.4
Comprendere lo scopo della compressione di file,
cartelle.
4.3.5
Comprimere file, cartelle.
4.3.6
Estrarre file, cartelle compressi in una posizione
su una unità di memorizzazione.
5.1.1
Definire il termine “rete”. Identificare lo scopo di
una rete: condividere, accedere a dati e dispositivi
in modo sicuro.
5.1.2
Definire il termine Internet. Identificare alcuni dei
suoi utilizzi principali, quali World Wide Web
(WWW), VoIP, posta elettronica, IM.
5.1.3
Definire i termini intranet, rete privata virtuale
(VPN) e identificarne gli utilizzi principali.
5.1.4
Comprendere cosa significa velocità di
trasferimento. Comprendere come viene misurata:
bit per secondo (bps), kilobit per secondo (Kbps),
megabit per secondo (Mbps), gigabit per secondo
(Gbps).
5.1.5
Comprendere i concetti di scaricamento,
caricamento da e verso una rete.
5.2.1
Identificare le diverse possibilità di connessione a
Internet, quali linea telefonica, telefonia mobile,
cavo, wi-fi, wi-max, satellite.
5.2.2
Definire il termine “provider internet” (Internet
Service Provider – ISP). Identificare le principali
considerazioni da fare quando si seleziona un
abbonamento a internet: velocità di upload,
velocità e quantità di dati di download, costo.
5.2.3
Riconoscere lo stato di una rete wireless:
protetta/sicura, aperta.
5.2.4
Connettersi a una rete wireless.
6
SEZIONE
6 Sicurezza e
benessere
TEMA
6.1 Protezione dei dati
su computer e
dispositivi elettronici
6.2 Malware
6.3 Tutela della salute e
"informatica verde"
RIF.
ARGOMENTO
6.1.1
Riconoscere politiche corrette per le password,
quali crearle di lunghezza adeguata, con
un’adeguata combinazione di caratteri, evitare di
condividerle, modificarle con regolarità.
6.1.2
Definire il termine firewall e identificarne gli scopi.
6.1.3
Comprendere lo scopo di creare con regolarità
copie di sicurezza remote dei dati.
6.1.4
Comprendere l’importanza di aggiornare
regolarmente i diversi tipi di software, quali
antivirus, applicazioni, sistema operativo.
6.2.1
Definire il termine “malware”. Identificare diversi
tipi di malware, quali virus, worm, Trojan,
spyware.
6.2.2
Sapere come un malware può infettare un
computer o un dispositivo.
6.2.3
Usare un software antivirus per eseguire una
scansione in un computer.
6.3.1
Sapere quali sono i principali modi per assicurare
il benessere di un utente durante l’uso di un
computer o di un dispositivo, quali effettuare
pause regolari, assicurare una corretta
illuminazione e postura.
6.3.2
Conoscere le opzioni di risparmio energetico che
si applicano ai computer e ai dispositivi elettronici:
spegnimento, impostazione dello spegnimento
automatico, dell’illuminazione dello schermo, della
modalità di sospensione.
6.3.3
Sapere che i computer, i dispositivi elettronici, le
batterie, la carta, le cartucce e i toner delle
stampanti dovrebbero essere riciclati.
6.3.4
Identificare alcune delle opzioni disponibili per
migliorare l’accessibilità, quali software di
riconoscimento vocale, screen reader, zoom,
tastiera su schermo, contrasto elevato.
7
1
COMPUTER E DISPOSITIVI
Il concetto di informazione costituisce un
elemento fondamentale nello sviluppo della
società odierna. L'informazione è una condizione
necessaria per la gestione di attività sia in ambito
pubblico sia in ambito privato.
Il computer è lo strumento che permette di
svolgere
qualsiasi
attività
nel
campo
dell'informatica. Il computer è un insieme di
dispositivi fisici (hardware) progettati per ricevere
dati dall'esterno, elaborarli seguendo istruzioni contenute in programmi (software) e produrre
risultati alla fine del processo di elaborazione.
1.1
ICT
1.1.1
Definire il termine Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione
(Information and Communication Technology – ICT)
La continua evoluzione dell'Informatica e delle sue potenzialità ha determinato
un'estensione delle nuove risorse tecnologiche in molti ambiti applicativi e
sempre più spesso si parla di ICT, in conseguenza del largo e svariato uso del
computer.
Si definisce ICT (Information and Communication Technology, "Tecnologie
dell'Informazione e della Comunicazione") un insieme di tecnologie atte ad
elaborare e trasmettere le informazioni.
L'uso dell'ICT nella gestione e nel trattamento delle informazioni assume
crescente importanza strategica per qualsiasi tipo di organizzazione,
permettendo di annullare o ridurre le distanze che in passato potevano
limitarne oppure ostacolarne l'attività.
1.1.2
Identificare i diversi tipi di servizi e di utilizzi dell’ICT, quali servizi
Internet, tecnologie mobili, applicazioni di produttività e di ufficio
Tra i diversi servizi forniti dall'ICT, i principali possono essere i seguenti:
 Servizi Internet, come la navigazione del Web per la ricerca di informazioni
e la produzione di contenuti; la comunicazione attraverso la partecipazione
ai social network, la posta elettronica, la messaggistica istantanea e la chat,
l'e-commerce (commercio elettronico, cioè compravendita di prodotti e
servizi), l'e-banking (connessione attraverso internet al proprio istituto di
credito per eseguire operazioni bancarie), l'e-government (insieme dei
servizi che la Pubblica Amministrazione offre ai cittadini), l'e-learning
(servizio che consente ad uno studente di fruire dei contenuti attraverso
software per la Formazione a Distanza, FAD).
 Telefonia mobile, che permette di comunicare a voce mediante la rete
cellulare, in forma scritta tramite SMS (Short Message Service) e MMS
(Multimedia Message Service) e che permette la trasmissione di dati.
 Programmi di produttività, che permettono di svolgere in modo efficace,
mediante computer e altri dispositivi come tablet e smartphone, diversi
compiti, quali scrivere, calcolare, disegnare, ...
8
1.2
HARDWARE
In questa sezione verranno esaminati i componenti
della struttura hardware di un elaboratore,
esaminandone caratteristiche e funzionalità.
PER SAPERNE DI PIÙ
Prima di esaminare le nuove tecnologie è bene dare uno sguardo al passato, ad alcuni dei più importanti
precursori che hanno aperto la strada: si ricordano qui solo quattro tappe.
1840: non si può non ricordare Charles Babbage, matematico inglese, che nel 1840 concepì la
macchina analitica (Analytical Engine), vero precursore del calcolatore; dotata di memoria e funzionante
a schede perforate, era un vero strumento di calcolo “universale” le cui operazioni potevano di volta in
volta essere specificate insieme ai dati da elaborare. Non fu mai completata per la complessità dei suoi
meccanismi e per mancanza di fondi. Da questi studi Herman Hollerit ricavò l’idea per realizzare la
macchina capace di raccogliere e memorizzare, mediante schede perforate, i dati del censimento
americano del 1890.
1850: l’avvocato Giuseppe Ravizza presentò alla fiera di Novara la prima macchina per la scrittura
meccanica, denominata “cembalo scrivano”; si trattava di una macchina da scrivere a tasti che precedeva
di vent’anni l’americana Remington, ma che non ebbe successo in quanto il suo ideatore non trovò
finanziatori che gli consentissero di produrla in serie, né riuscì ad ottenere il brevetto del principio, che fu
poi sfruttato proprio dalla Remington per produrre la macchina per scrivere.
1954: presso il Politecnico di Milano venne installato il primo calcolatore digitale, il CRC 102-A della
NCR. Il professor Luigi Dadda, che accompagnò il calcolatore durante il tragitto in nave, nei suoi
racconti, narra dell’imbarazzo dei doganieri allo sbarco: non sapendo come catalogare tale
apparecchiatura, la assimilarono ad un apparecchio radio e incollarono su tutte le valvole il bollino
doganale.
1965: Pier Giorgio Perotto progettò la Olivetti Programma 101 e la
presentò al BEMA Show di New York, suscitando l’interesse generale; la
macchina era infatti in grado di compiere calcoli complessi gestendo
automaticamente l’intero procedimento, memorizzato su cartoline
magnetiche che potevano essere sostituite e programmate dall’utente,
proprio come i floppy disk. Si trattava del primo “personal computer”,
che restò l’unico per oltre un decennio in quanto la diffusione di
macchine più evolute iniziò soltanto verso al fine degli anni ’70.
La PEROTTINA
L'incredibile storia della nascita del pc
Era il 4 ottobre del 1965 quando New York Times, Wall Street Journal, Business Week e New York Herald
Tribune titolano a piena pagina: «The first desk top computer of the world». Un team di giovani
ricercatori dell'Olivetti di Ivrea, diretti dall'ingegnere Pier Giorgio Perotto, aveva presentato alla fiera di
New York il primo Personal computer: la Programma 101 (un curioso femminile!), un calcolatore grande
come una macchina da scrivere, pensato per il singolo utente senza l'intervento di un tecnico
programmatore, in un'epoca in cui i calcolatori erano enormi, complicati e inaccessibili. La Hewlett
Packard ne comprò un centinaio di esemplari e poco tempo dopo lanciò un modello di computer identico
alla 101. Accusata di aver violato il brevetto Olivetti, la HP sarà condannata a risarcire 900 mila dollari
all'azienda di Ivrea.
(Corriere della Sera – 28 giugno 2011 – Aldo Grasso)
9
Il primo personal computer
"La Olivetti presentò nell'Ottobre 1965 a New York, alla mostra internazionale per le macchine per ufficio,
due nuovi prodotti per il calcolo: la Logos 27 e la Programma 101. La Logos 27 era il prodotto di bandiera
che doveva segnare, dopo l'abbandono della elettronica, la rentrée in forze sul mercato con un prodotto
meccanico di alte prestazioni: era una supercalcolatrice, probabilmente quanto di più sofisticato un genio
della tecnologia della meccanica poteva concepire. La Programma 101 che costituì il primo personal
computer nella storia del calcolo venne presentata per dimostrare che, si, la Olivetti aveva ceduto il
settore elettronico, ma manteneva pur tuttavia un occhio attento alle future tecnologie.
Alla mostra di New York avvenne però un fatto sconvolgente e per nulla previsto: folle sterminate si
assieparono attorno al piccolo box del P101, dedicando solo una distratta attenzione alla Logos 27 e il
successo si propagò alla stampa e si ripeté nelle successive presentazioni a Mosca (dicembre 1965), in
Italia e in altre capitali europee"
(Pier Giorgio Perotto, "Il Darwinismo manageriale", Edizioni Sole 24 Ore, dic. 1988, pag 126, 127)
L’incredibile storia del primo PC
Nel 1964, in Olivetti, nasce la Programma 101, il primo personal computer della storia. È poco più grande
di una macchina da scrivere, semplice da usare, semplice da programmare. Fatta di soli transistor (il
microprocessore nascerà nel 1971), utilizza una novità mai vista prima: una cartolina magnetica che le
permette di memorizzare permanentemente dati e programmi; di fatto un antenato del floppy disk. La
memoria RAM di 2000 bit, incredibile, scorre lungo una corda di pianoforte. La P101 pesa trenta chili e
costa come una Fiat 500 dell'epoca, un risultato straordinario se si pensa che in quegli anni il computer
più piccolo occupava intere stanze, costava 50 volte di più ed era accessibile soltanto a una ristretta
cerchia di tecnici in camice bianco. Questa macchina rivoluzionaria nasce dall’immaginazione e dalla
determinazione di Pier Giorgio Perotto e dei suoi collaboratori, Giovanni De Sandre e Gastone Garziera,
che - contro lo scetticismo dei vertici aziendali subentrati dopo la morte di Adriano Olivetti - riuscirono a
realizzare un prodotto all’avanguardia di cui furono vendute ben 44.000 unità (quasi tutte negli USA),
aprendo di fatto la strada a un nuovo mercato allora inimmaginabile.
(Festival della Scienza -Conferenza – Genova 25 ottobre_4 novembre 2012)
Quando Olivetti inventò il pc, storia di un’occasione mancata
La Programma 101 della Olivetti, il primo personal
computer della storia, era in grado di fare le quattro
operazioni e la radice quadrata. Ben lontana dunque
dalle prestazioni offerte da pc, mac e Ipad.
Rivoluzionaria, però, se confrontata con il suo anno di
nascita: il 1962. Per la prima volta un calcolatore
poteva essere tenuto sulla scrivania, utilizzato da
chiunque e aveva un prezzo relativamente contenuto
rispetto agli enormi e quasi inaccessibili computer in
vendita fino a quel momento.
Una rivoluzione tutta italiana realizzata, per la
Olivetti, dall’ingegnere Pier Giorgio Perotto e dal suo
staff di ricerca. Per ripercorrere le tappe di questa
invenzione che ha cambiato il mondo, History (canale
407 di Sky) propone per la prima volta il
documentario “Quando Olivetti inventò il pc” in onda
domenica 26 giugno 2011 alle 23.00.
Il docufilm, prodotto da Zenit Arti Audiovisivi e Les Films D’Ici, propone materiale d’archivio inedito e
testimonianze dei protagonisti ed è stato realizzato da Alessandro Bernard e Paolo Ceretto: “Il nostro
interesse nei confronti della P101 è nato dopo aver letto un breve articolo che sosteneva che il primo
Personal Computer era nato in Italia, all’Olivetti. Da quella lettura e dall’esigenza di raccontare quelle
storie che spesso rimangono ai margini siamo partiti con le ricerche: abbiamo contattato i progettisti,
ricercato negli archivi, raccolto testimonianze fino a ridefinire i contorni di una storia sconosciuta,
appassionante e, per certi versi, incredibile”.
Nel 1962 il gruppo di Perotto mise a punto la Programma 101 per conto dell’azienda di Adriano Olivetti,
leader incontrastata nel settore delle macchine da scrivere meccaniche e delle calcolatrici. Una sfida per il
mondo intero, un modo diverso di concepire un calcolatore utilizzabile da chiunque e non
necessariamente da un tecnico programmatore.
Tre anni dopo, nel 1965, dopo aver subito una pesante crisi finanziaria, la Olivetti presentò la macchina di
Perotto al Bema Show di New York, una delle più importanti esposizioni di prodotti per ufficio a livello
mondiale, dove riscosse un successo strepitoso. Davanti allo stand italiano si formarono file interminabili
e la stampa americana definì il prototipo “the first desk top computer of the world”. In pochi anni vennero
piazzati circa 44.000 esemplari in tutto il mondo. La maggior parte degli acquirenti si trovava negli Usa.
Nel nostro Paese, infatti, in pochi avevano realizzato il potenziale rivoluzionario del nuovo dispositivo.
Forse neanche la stessa Olivetti che continuò a prediligere la strada della meccanica, relegando la 101 a
un posto di secondo ordine rispetto agli altri prodotti.
10
Almeno fino a quando la società statunitense Hewlett Packard acquistò un centinaio di esemplari Olivetti
e, poco dopo, violò il brevetto della Programma 101 lanciando sul mercato l’HP9100. Per questo l’HP
venne condannata a risarcire l’azienda di Ivrea con 900 mila dollari.
(Katia Ancona – Kataweb – History channel – 23 giugno 2011)
1.2.1
Definire il termine hardware. Identificare i principali tipi di computer,
quali desktop, laptop (portatile), tablet. Identificare i principali tipi di
dispositivi, quali smartphone, lettori multimediali, fotocamere digitali
Lo strumento grazie al quale è possibile praticare qualsiasi attività nel campo dell’informatica è il
computer: un insieme di dispositivi fisici (hardware) predisposti per ricever dati dall’esterno,
elaborarli seguendo istruzioni contenute in programmi (software) e produrre risultati alla fine del
processo di elaborazione.
Il termine hardware, parola composta di due termini della lingua inglese hard (= duro, solido) e
ware (= merce, componente), indica l’insieme delle componenti fisiche (meccaniche, elettroniche,
elettriche, magnetiche e ottiche) che costituiscono il computer.
In linea generale il termine hardware viene abbinato anche ad un qualsiasi componente fisico di
una periferica o di un’apparecchiatura elettronica.
Esistono vari tipi di computer che vengono impiegati in diversi campi e che sono classificati sulla
base delle loro prestazioni e caratteristiche. Inoltre, le nuove tecnologie consentono l'uso di
dispositivi portatili, sempre più diffusi grazie alle loro ridottissime dimensioni e ai servizi che
offrono.
Personal computer
(Desktop PC)
Laptop
Computer
La tipologia di computer definito desktop (= sulla scrivania) è
contraddistinto dall’essere:
 general purpose, cioè di uso generale, non destinato a compiti
specifici;
 monoutente, cioè utilizzabile da un solo utente alla volta;
 utilizzabile non in mobilità;
 di dimensioni tali per cui l’installazione in una scrivania risulta la più
appropriata per un comodo utilizzo;
 espandibile, nel senso che si possono aggiungere internamente altri
componenti o sostituire quelli danneggiati;
 più prestazionale rispetto ai computer portatili, in ragione di maggiori
risorse hardware (maggiore quantità di memoria RAM, uno o più hard
disk di elevata capacità);
 meno costoso rispetto ai computer portatili.
Il termine trae origine dal tipo di case (= scatola, contenitore) dei
primissimi personal computer; esso si sviluppava in orizzontale per
essere appoggiato sul tavolo di lavoro.
Laptop (= sul grembo) è un personal computer dotato di display, tastiera e
alimentazione a batteria, tutto integrato nello stesso telaio e caratterizzato
da dimensioni e peso ridotti in modo da permetterne un facile trasporto ed
un uso in mobilità.
Notebook (= quaderno-libro degli appunti) fa riferimento ad una categoria
di computer portatili che hanno le dimensioni di un quaderno, quindi
facilmente trasportabili, e che possono contenere moltissime informazioni.
11
Netbook (= quaderno-libro per la rete) è un mini computer portatile nato da
due idee: la prima di ridurre i costi, la seconda che molti utenti avessero
bisogno di un pc in grado di navigare, di elaborare testi e che fosse anche
portatile. Un netbook di solito utilizza uno schermo da 7-11 pollici, le
dimensioni e il peso sono nettamente più contenute rispetto ad un
notebook. I netbook hanno in media un hardware molto meno performante
dei notebook (dalla CPU, alla RAM, al disco rigido) e alle volte montano
anche sistemi operativi limitati alle loro capacità. Data l’idea di portabilità
moltissimi modelli sono stati dotati di un modulo UMTS per navigare online
utilizzando la rete cellulare. Con lo sviluppo tecnologico, però, il divario tra
notebook e netbook si sta riducendo notevolmente.
Ultrabook sono computer portatili di nuova concezione, capaci di fornire
prestazioni di altissimo livello, compatti e leggeri, in grado di avviarsi molto
velocemente, con bassi consumi e un'elevata autonomia della batteria.
Questi "super" computer sono nati per volontà di Intel e sono progettati per
fornire le stesse prestazioni di un notebook di fascia alta, ma in un corpo
molto più compatto e sottile. Uniscono le capacità di connettersi in rete e
navigare in Internet o consultare la posta ad un rapido avvio, ma
difficilmente riescono ad offrire le stesse funzionalità di un PC: la
digitazione di lunghi testi, ad esempio, non è molto agevole e sono in
genere poco adatti per l'esecuzione di applicazioni di tipo professionale. Gli
Ultrabook prendono le caratteristiche migliori del mondo notebook (alte
prestazioni) e dei netbook (leggerezza e bassi consumi), senza rinunciare
alla praticità di un tablet (velocità di avvio) e offrono tutte queste doti in un
unico prodotto.
Tablet PC
Un Tablet PC è un computer portatile dotato di tutta la connettività e di
tutte le funzionalità che ci si aspetta da un normale personal computer.
Oltre a queste funzionalità normali, un Tablet PC possiede la semplicità
della penna e della carta grazie alla presenza di un digitalizzatore
integrato nello schermo. In parole povere un Tablet PC è un normale PC
portatile, dotato di maggiore capacità di input e in grado di essere
utilizzato in più situazioni e in più posti rispetto ad un normale PC portatile.
Esistono due tipologie di Tablet PC:
 slate (= puri), sono privi di tastiera, che in caso di bisogno può essere
collegata via USB, infrarossi o Bluetooth;
 convertibili, più diffusi, hanno la forma "a conchiglia" dei normali PC
portatili, ma lo schermo può essere ruotato di 180° in modo che la
tastiera sia coperta ma lo schermo visibile ed utilizzabile.
Un Tablet PC non deve possedere una qualche versione di Microsoft
Windows per essere definito come tale; deve però possedere un sistema
operativo capace, in collaborazione con le caratteristiche tecniche del
dispositivo, di fornire all'utente tutte le funzionalità presenti in un normale
personal computer. Oltre a queste funzionalità base, deve essere in grado
di fornire all'utente la possibilità di scrivere sullo schermo con una penna
od uno stilo, salvando i dati scritti a mano non come immagini ma come
inchiostro digitale.
12
Personal Digital
Assistant (PDA) o
Palmare
Palmari o PDA nascono dall’evoluzione delle agende elettroniche
tascabili. Si tratta di veri e propri PC tascabili: consentono di archiviare e
recuperare e-mail, contatti, appuntamenti; riprodurre file multimediali,
giocare, navigare sul Web, leggere libri in formato elettronico (e-book),
scambiare o sincronizzare informazioni con il computer di casa o
dell'ufficio. Hanno una velocità di calcolo elevata e schermi che superano i
65000 colori con dettagli nitidi paragonabili al monitor del PC.
Telefono cellulare Un telefono cellulare è un’apparecchiatura che permette di disporre
sempre di un collegamento telefonico. Oltre alla possibilità di telefonare
offre ulteriori servizi: messaggi di testo (sms), messaggi multimediali
(mms), e-mail, accesso ad Internet,...
Smartphone
Gli smartphone sono palmari che integrano in sé direttamente la
connettività telefonica GSM o GPRS o EDGE o UMTS, e quindi sono in
grado di fare anche da telefono cellulare in modo autonomo.
La loro funzionalità è gestita da un sistema operativo, i più noti sono
Symbian, Android, Windows Mobile, BlackBerry OS, Apple iOS, Linux, ma
ne esistono altri.
Lettori
multimediali
Un lettore multimediale è una evoluzione di un lettore mp3, caratterizzato
solitamente da un'elevata capacità di memoria e quindi comprendente un
disco rigido o memoria flash. Con un lettore multimediale si ha la possibilità
di vedere video e film di vari formati (avi, mpeg...), ascoltare la musica in
mp3 o wma o altri formati. Solitamente, nei lettori di fascia superiore,
vengono integrate altre funzioni come: registratore vocale, radio FM,
registratore da tv o da lettore DVD, visualizzatore di immagini,
visualizzatore di file di testo, slot per inserimento di schede di memoria
opzionali.
Fotocamera
digitale
Una fotocamera digitale è un dispositivo utilizzato per scattare foto e
realizzare anche video. Non utilizza pellicola per registrare l'immagine, ma
un sensore in grado di catturarla e di trasformarla in informazioni digitali
che costituiranno un file in formato jpeg, tiff, bmp o raw, salvato su una
memory card. Può avere funzioni di connettività via USB e/o via Bluetooth
per scaricare le foto o i video sul computer dell'utente.
13
1.2.2
Conoscere le parti principali di un personal computer, quali: unità
centrale di elaborazione (CPU), tipi di memoria, disco fisso, dispositivi
comuni di input/output
La struttura hardware di un computer e il flusso dei dati si comprendono seguendo lo schema
ideato dal matematico ungaro-statunitense John Von Neumann a metà degli anni ’40.
Il modello rappresentato nella figura seguente è costituito dagli elementi base di ogni sistema di
elaborazione.
Si distinguono le seguenti parti fondamentali:
Il processore
La CPU (Central Processing Unit) è un circuito integrato, detto anche microprocessore, in cui
avvengono tutti i processi di elaborazione.
In definitiva è un circuito elettronico integrato ad alta densità di componenti, che costituisce
l’elemento fondamentale del sistema e ne caratterizza pertanto le prestazioni in termini di
velocità di elaborazione.
La CPU è costituita da:
ALU (Arithmetic and Logic Unit) è l’unità di
elaborazione, in grado di compiere le operazioni
di calcolo richieste ed eseguire le istruzioni del
programma,
in
termini
di
confronto,
trasformazione
dei
dati,
elaborazioni
matematiche;
CU (Control Unit) è l’unità di governo collegata a
tutte le parti della CPU, ha il compito di
coordinare lo svolgimento dell’esecuzione delle
operazioni.
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Die processori Bloomfield (Core i7 serie
900): architettura Nehalem
Die processori Lynnfield (Core i7 serie
800 e Core i5 serie 700): architettura
Nehalem
La CPU, per svolgere il proprio compito, utilizza registri speciali e generali, che sono piccole
porzioni di memoria in grado di registrare temporaneamente i dati e i risultati parziali delle
elaborazioni da trasmettere ai circuiti di controllo.
Il microprocessore da solo è di nessuna utilità e
deve essere alloggiato su una scheda elettronica,
detta motherboard, all’interno del computer. La
motherboard presenta la circuiteria e i connettori
necessari a collegare i vari dispositivi interni, i
moduli di memoria RAM e, mediante connettori detti
slot, le schede aggiuntive (scheda grafica, audio,
video, di rete, porte USB, …).
La velocità di lavoro della CPU è determinata dalla frequenza di clock, in pratica un orologio
interno che scandisce l’esecuzione delle operazioni. Ad ogni scatto del clock viene inviato un
segnale all’unità centrale e viene eseguita un’operazione elementare. Le operazioni
elementari durano un ciclo di clock, operazioni più complesse necessitano di un numero
maggiore di cicli di clock.
L’unità di misura della velocità (frequenza) di un microprocessore è l’hertz, che misura il
numero di cicli al secondo effettuati dal clock. I multipli dell’hertz sono
il MegaHertz (MHz), che corrisponde a un milione di cicli al secondo;
il GigaHertz (GHz), che corrisponde a un miliardo di cicli al secondo.
Ad esempio, un microprocessore "Intel(R) Core(TM) i7-3770K @ 3,50 GHz" significa che
l’unità centrale esegue 3,5 miliardi di istruzioni elementari al secondo.
La memoria centrale
La memoria del computer, detta anche memoria centrale o memoria veloce, in base alla
capacità di conservare l’informazione in modo temporaneo o permanente, si distingue in
RAM: memoria di lettura / scrittura
ROM: memoria di sola lettura
CACHE: memoria utilizzata dalla CPU
L’acronimo RAM deriva da Random Access Memory.
Si tratta di una memoria
volatile, perché il suo funzionamento è
subordinato
alla
presenza
dell’alimentazione elettrica e, in caso di
spegnimento della macchina, tutto il suo
contenuto si perde;
ad accesso casuale, perché, a differenza
dei nastri magnetici, in cui per arrivare a
15
-
leggere una informazione bisogna scorrere tutte quelle che la precedono, nella RAM si
può accedere direttamente al dato che interessa;
di lavoro o dinamica, perché mantiene in memoria sia i dati in fase di elaborazione
consentendone la modifica sia le istruzioni dei programmi attivi.
L’immagine seguente evidenzia diversi tipologie di RAM a seconda della tecnologia utilizzata
in fase di realizzazione fino ad arrivare alle più moderne DDR3.
L’acronimo ROM deriva da Read Only Memory.
Si tratta di una memoria di sola lettura il cui contenuto non cambia nel tempo.
Negli elaboratori esiste una particolare ROM, detta BIOS ROM (Basic Input Output System
ROM), predisposta dal costruttore della macchina, al cui interno si trova il firmware, cioè il
software che avvia le istruzioni di boot, le quali consentono l’esecuzione delle funzioni di base
dell’elaboratore, quali
autotest, con il compito di controllare all’accensione del computer le funzionalità di ogni
componente hardware;
riconoscimento e gestione delle periferiche di input e di output;
caricamento del sistema operativo dal disco fisso a una zona della RAM affinché esso
abbia il controllo dell’hardware e gestisca i programmi applicativi.
PER SAPERNE DI PIÙ
Vi sono diversi tipi di memoria ROM a seconda delle caratteristiche:
-
ROM Maschera, il cui nome deriva dal processo di litografia
utilizzato nei circuiti integrati, in cui una fotomaschera
permette la creazione del chip.
-
PROM (Programmable Read Only Memory), è una
tipologia di memoria ROM a stato solido
programmabile una sola volta.
Nasce come evoluzione della ROM a maschera ed è
volta a ridurne i notevoli costi di produzione dovuti alla
progettazione delle maschere per l'impiantazione
16
ionica, che è un processo in cui gli ioni vengono impiantati nel semiconduttore,
cambiandone le proprietà fisiche.
La ROM a maschera richiede infatti di cambiare l'intera linea di produzione ogni qual volta
fosse necessario modificare anche una minima parte dei circuiti logici. La PROM invece
contiene dei fusibili, cioè dei collegamenti metallici, che possono essere bruciati secondo
le esigenze per implementare i circuiti logici richiesti, e richiede un'apparecchiatura
speciale per le operazioni di scrittura.
Esiste inoltre una tipologia di PROM in cui al posto dei fusibili vengono usati degli
antifusibili, nei quali il collegamento viene creato invece di venire bruciato. I circuiti
integrati che utilizzano la tecnologia "antifuse" impiegano una barriera sottile di materiale
dielettrico di silicio amorfo (circa 9 nanometri di nitruro di silicio) tra due conduttori
metallici. Quando una tensione sufficientemente alta (mediante un breve impulso di circa
1 millisecondo dell'ampiezza di circa 16 volt) viene applicata, tutto il silicio amorfo si
trasforma in una lega silicio-metallo con una bassa resistenza, che è conduttiva.
-
EPROM (Erasable Programmable ROM), è una memoria di
sola lettura cancellabile tramite raggi ultravioletti. Si tratta di
un'evoluzione della PROM, la quale una volta programmata
non può più essere in generale modificata. La EPROM invece
può essere totalmente cancellata, per un numero limitato ma
consistente di volte e riprogrammata a piacimento.
-
EEPROM o E2PROM (Electrically Erasable Programmable
ROM), è una memoria di sola lettura, in cui le operazioni di
scrittura, cancellazione e riscrittura hanno luogo
elettricamente.
Una tipologia di EEPROM è la flash memory, che per le
sue prestazioni può anche essere usata come memoria a
lettura-scrittura. Essa è estremamente leggera, di
dimensioni ridotte, particolarmente indicata per la
trasportabilità, proprio in virtù del fatto che non richiede
alimentazione elettrica per mantenere i dati e che occupa
poco spazio. È infatti molto usata nelle apparecchiature
portatili, ad esempio le chiavette USB.
17
La memoria CACHE si trova all'interno della
CPU.
La CPU scambia informazioni con la memoria
centrale, cioè trasferisce dati, mediante un bus
di collegamento. La frequenza del bus di
collegamento non è paragonabile a quella della
CPU (nel senso che la frequenza del bus di
collegamento è minore rispetto alla frequenza
di lavoro della CPU) e pertanto si produce un
rallentamento nel sistema. Per ovviare a questo
inconveniente, all’interno della CPU vi è una
certa quantità di memoria, detta memoria
cache, che ha il compito di memorizzare le
informazioni elaborate più di frequente,
evitando che i dati vengano continuamente letti
dalla memoria centrale e accelerando quindi le
operazioni.
Le memorie di massa
Durante l’elaborazione i dati risiedono nella RAM, che è una parte della memoria centrale del
computer. Al termine del lavoro, per conservare tali dati è necessario trasferirli in un
dispositivo di memorizzazione, altrimenti andrebbero persi con lo spegnimento del computer.
Per memorie di massa si intendono i dispositivi magnetici, ottici ed elettronici che permettono
di memorizzare dati e programmi in modo permanente, per conservarli, finché l’utente non
decide di eliminarli; di norma la loro capacità è espressa in megabyte, gigabyte o terabyte.
Il dispositivo di lettura/scrittura dei dischi è il drive. Generalmente in un computer la lettera C:
identifica il drive dell’hard disk, mentre altre lettere individuano ulteriori memorie di massa.
Le memorie di massa sono supporti che hanno le seguenti caratteristiche fondamentali:
possono contenere grandi quantità di dati a costi piuttosto bassi;
sono non volatili, cioè non perdono le informazioni in esse memorizzate quando il
computer è spento;
sono molto più lente delle memorie interne.
Esse vengono utilizzate per memorizzare tutti i dati necessari al computer (programmi,
documenti, ...) quando questo è spento e per trasportare dati da un computer all’altro.
Le memorie di massa si dividono, a loro volta, in memorie magnetiche, memorie ottiche (o
magneto-ottiche a seconda del tipo di tecnologia che usano) e memorie elettroniche.
Memorie magnetiche
Hard disk (= disco fisso): è un disco interno all’unità centrale e
non estraibile (da ciò il nome). E’ la memoria di massa più
veloce e può contenere grandi quantità di dati; quelli
attualmente in commercio hanno capacità dell’ordine di
grandezza dei TeraByte (1 TB equivale a circa 1000 miliardi di
caratteri).
E’ usato per registrare il sistema operativo, i programmi e i dati
che usiamo di solito.
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Hard disk esterno: è un disco fisso esterno all’unità
centrale, che si collega al computer attraverso la porta
USB. E’ una memoria di massa abbastanza veloce, di
dimensioni considerevoli dell’ordine di grandezza dei
TeraByte; e viene utilizzato per copie di backup dei dati e
per la memorizzazione di file di dimensioni sempre più
voluminose sia per il nostro lavoro sia per il divertimento
(foto, video, musica, giochi,...).
Floppy disk (= disco flessibile): si tratta di un
disco di materiale magnetico di circa 8,5 cm. di
diametro, racchiuso in una custodia di plastica
rigida
rettangolare,
utilizzato
per
la
memorizzazione di dati e programmi. Inserito
nell'apposito lettore del computer, detto floppy
drive, il floppy disk può essere utilizzato per
memorizzare e trasferire altrove le informazioni, leggere dati in formato digitale o installare nel
computer programmi. Attualmente non è più utilizzato in quanto la sua capacità di 1,44
MegaByte è molto scarsa e inadatta ai file multimediali generati dai programmi di ultima
generazione.
Data cartridge (= cartuccia dati): si tratta di un disco di nastro
magnetico destinato alla memorizzazione di dati e consiste di
una sottile striscia di materiale plastico rivestita di una sostanza
magnetizzabile. I nastri magnetici sono utilizzati esclusivamente
per operazioni di backup.
Memorie ottiche
CD (= Compact Disk): è un supporto di memorizzazione digitale
composto da un disco di resina termoplastica trasparente,
generalmente di 12 cm di diametro, che racchiude al suo interno un
sottile film di materiale metallico sul quale sono memorizzate le
informazioni, che vengono lette per mezzo di un laser.
Nel caso di un CD la velocità di trasmissione dati corrispondente a 1x
equivale a 150 KBps.
Si dividono in:
CD-ROM, acronimo di Compact Disc Read Only Memory, usati per la memorizzazione di
dati generici. Si tratta di supporti in cui i dati vengono registrati dal produttore e possono
essere solo letti dall’utente. I CD-ROM di più larga distribuzione vedono una capienza di
74 minuti/650 MB e di 80 minuti/700 MB, mentre più rari sono i formati da 90 minuti e da
100 minuti/870 MB.
CD-R/CD-RW, acronimo di Compact Disc Recordable e di Compact Disc Re-Writable,
hanno la particolarità di poter essere scritti dall’utente mediante l’impiego di un
masterizzatore.
VIDEO CD, si tratta di un formato in grado di memorizzare audio e video in formato
MPEG-1. Può contenere fino a 74 minuti di video a schermo pieno e di solito un film intero
è memorizzato su due dischi. Il video cd è stato soppiantato dal DVD.
DVD (= Digital Versatile Disk): è un supporto di memorizzazione
digitale del tutto simile ai CD, pertanto di tipo ottico.
Nel caso di un DVD la velocità di trasmissione corrispondente a 1x
equivale a 1350 KBps, nove volte maggiore di quella di un CD.
La memorizzazione delle informazioni avviene sullo "strato di
incisione", tramite un laser, focalizzato su esso, che ne modifica la
riflettività, riproducendo la sequenza 0, 1. Ogni strato è suddiviso in
tracce circolari e concentriche di 0,74 micron.
In lettura, la luce laser, viene riflessa dallo strato di memorizzazione
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in modo diverso a seconda dell'indice di riflessione e conoscendo la velocità di rotazione del
disco e la traccia su cui si sta leggendo, si può risalire alla sequenza 0, 1.
Si dividono in:
DVD-Video, supporti digitali in grado di contenere fino a 240 minuti di materiale video in
formato MPEG-2. L’audio può essere in formato PCM stereo non compresso, in formato
Dolby Digital AC3 (da 1 a 6 canali), in formato DTS (a 6 o 7 canali) o in formato MP3.
DVD-Audio, supporti digitali progettati per avere una qualità sonora molto migliore di
quella dei CD-Audio. I sistemi di protezione dalla copia illegale si sono rivelati molto
efficaci dal punto di vista della sicurezza, ma terribilmente invasivi dal punto di vista della
qualità complessiva del suono. In pratica il risultato sonoro era addirittura inferiore a
quello dei normali CD-Audio, tanto che si è dovuto cercare altri sistemi di protezione che
incidessero meno sulla qualità del suono.
DVD-ROM, usati per la memorizzazione di dati generici. In commercio ne esistono di
diversi tipi, che si differenziano in base alla quantità di dati memorizzabili:
o DVD-5: 4,7 GB Lato unico e singolo strato
o DVD-9: 8,5 GB Lato unico e doppio strato
o DVD-10: 9,4 GB Due lati e singolo strato
o DVD-18: 17 GB Due lati e doppio strato
BD (= Blu Ray Disk): è un supporto ottico lanciato da Sony, utilizzato
per lo piu per film in alta definizione 1080P e in particolar modo per i
videogame per PS3. La capienza di base è di circa 25 GB ma il doppio
strato del suddetto supporto aumenterebbe le dimensioni a 50
GigaByte.
Memorie elettroniche
Intorno al 1950 iniziano i primi tentativi di utilizzo delle valvole
termoioniche in campo informatico.
Venivano impiegate due valvole, a seconda del loro stato di
conduzione o meno, secondo la logica binaria, potevano tenere in
memoria 1bit.
L'informazione di base che veniva memorizzata pertanto valeva:
1 se le valvole conducevano, 0 se le valvole non conducevano.
Ogni coppia di valvole valeva un bit e per tanto, per memorizzare,
ad esempio, il numero 3701 (in binario: 111001110101) occorrevano 12 coppie di valvole.
Quasi una stecca di sigarette. Ma il problema principale non era il volume bensì il calore.
Un balzo in avanti fu fatto intorno agli anni '60 con le memorie ad
anelli. In pratica dei piccoli magneti venivano montati su di un
telaio e venivano attraversati da fili di rame nelle due direzioni
Nord-Sud ed Est-Ovest.
A seconda della carica positiva o negativa che veniva imposta
all'anello al passaggio di corrente, l'anello manteneva come
informazione: 0 in caso di passaggio di tensione negativa, 1 in
caso di passaggio di tensione positiva. Il balzo fu enorme e durò a
lungo.
Lo spazio necessario per memorizzare grandi quantità di dati andava via via riducendosi,
rispetto allo spazio necessario per i sistemi a valvole. In 10 anni, a parità di capacità, veniva
utilizzato un volume pari ad 1/100 di quello necessario per le valvole.
Immaginando di aver raggiunto un buon livello di miniaturizzazione intorno agli anni '70 la
RCA avviò la realizzazione di un sistema a moduli di facile
installazione.
All'interno trovavano posto centinaia di transistor funzionanti con
lo stesso concetto delle valvole.
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Questi moduli garantivano stabilità e facile intercambiabilità ed un'occupazione di spazio pari
ad 1/10 rispetto a quello necessario, a parità di capacità, per le memorie ad anelli.
Questi moduli non ebbero molto successo, di lì a poco, con l'avvio dei circuiti integrati, iniziò la
produzione di schede con i cosiddetti "CHIP"
Siamo oramai negli anni '80, i circuiti integrati la fanno da
padrone, oramai la misura per i sistemi di memoria si sta
sempre più avvicinando al Mega.
Schede come questa offrivano
inizialmente una capacità pari a
30 volte quella di un modulo
ibrido riducendo l'occupazione di
1/10.
Iniziano ad essere prodotte memorie su card della capacità di
512Kb, dopo circa 30 anni, a parità di dimensione, la capacità è
aumentata di 16 MILIONI di volte!!!
Negli anni '90 la tecnologia compie un ulteriore balzo in
avanti, oramai si ragiona in termini di Mega.
Se negli anni '50 per disporre di 1 Gigabyte di memoria si
sarebbe dovuto disporre di un edificio pari a quello che
ospita le Nazioni Unite a New York, negli anni '90 la stessa
capacità la si poteva ottenere in uno spazio pari ad una
scatola di sigari.
Con il nuovo millennio lo spazio si riduce ulteriormente: ora
per 1 GigaByte è sufficiente uno spazio pari a circa una
scatola di fiammiferi.
Nel 2010 il balzo è enorme, 8 GigaByte in un contenitore
ancora più piccolo.
E sicuramente non finisce qui ...
Memorie flash: sono dispositivi elettronici utilizzati da
notebook,
smartphone,
fotocamere
ecc..
per
memorizzare in formato digitale grandi quantità di
informazioni.
Le memorie flash hanno capacità molto elevate. Tra i
formati più comuni si segnalano le SD di dimensioni
alquanto ridotte (32 x 24 x 2,1 mm), le mini-SD (21,5 x 20
x 1,4 mm) e infine le microSD (11 x 15 x 1 mm).
Sia le microSD sia le miniSD possono essere utilizzate
con lettori di SD mediante semplici adattatori.
Le SD sono molto resistenti agli urti;utilizzano contatti
superficiali anziché connettori maschio-femmina, fatto
che ne aumenta ulteriormente la robustezza ma le rende
poco indicate per applicazioni in ambienti particolarmente
gravosi (specie in presenza di vibrazioni).
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PenDrive USB è una memoria di massa portatile di dimensioni
molto contenute (qualche centimetro in lunghezza e intorno al
centimetro in larghezza) che si collega al computer mediante la
comune porta USB.
Nella chiave USB i dati sono memorizzati in una memoria flash
contenuta al suo interno. La capacità è limitata unicamente dalla
densità delle memorie flash impiegate, tipicamente di tipo NAND,
con il costo per megabyte che aumenta rapidamente per alte
capacità. A gennaio 2011 la chiave di maggior capacità disponibile
sul mercato era il modello DataTraveler 310 da 256 Gb prodotto dalla Kingston Technology.
Memorie a stato solido (= SSD Solid State Drive o Solid State
Disk) stanno iniziando a rimpiazzare i classici dischi rigidi (HDD).
Tali memorie hanno interfaccia SATA e formati da 2,5 e 3,5 pollici.
Queste memorie, come anticipato, non hanno dei dischi magnetici,
ma unità di memoria su chip NAND Flash (come quelli utilizzati
nelle chiavette USB), per cui non hanno parti in movimento e
consentono, tra le altre cose, tempi di accesso per lettura e
scrittura più bassi.
Attualmente, gli unici difetti
di tali memorie sono
costituiti dalla limitata capacità e dal prezzo ancora
alto, ma è una situazione destinata a mutare, come
avviene sempre con le novità tecnologiche.
C'è poi uno svantaggio legato al numero di riscritture
possibili per le memorie flash, che non è infinito ma
varia -a seconda del tipo di chip- tra i 10.000 e i
100.000 cicli di riscrittura. Anche questo aspetto è
comunque destinato a cambiare in meglio.
-
I vantaggi sono molteplici e derivano tutti, in qualche modo, dalla totale assenza di parti
meccaniche:
consumi ridotti (ecco perché sono frequenti nei nuovi portatili);
rumore inesistente (nessun movimento meccanico);
temperatura di funzionamento bassa;
tempi di accesso ridotti rispetto agli hard disk tradizionali;
maggiore resistenza agli urti.
Unità di memorizzazione online: rendono possibile memorizzare o prelevare file da altri
computer connessi in rete. Si realizza in vari modi, in alcuni casi sfruttando una LAN, in altri
mediante Internet o attraverso LAN collegate a Internet si possono archiviare file in computer
– di solito server – più o meno lontani dal luogo in cui si sta lavorando.
Diversi anni fa il colosso informatico Google ha reso nota l’intenzione di inserirsi nel mondo
del cloud computing attraverso un proprio servizio gratuito di
storage online. Il servizio è già attivo sul web e offre agli
utenti 5 GB di spazio gratuito e compatibile per dispositivi
Mac, Pc, iPhone, iPad e Android. Si tratta in pratica di un
grande hard disk virtuale, accessibile solo tramite Internet e
disponibile per tutti coloro in possesso di un account Google.
Attualmente, di servizi del genere ce ne sono diversi:
DropBox e iCloud di Apple per citarne due tra quelli usati
maggiormente.
22
Questo tipo di memorizzazione permette di
Accedere ai dati da qualsiasi computer, in qualsiasi luogo e in qualsiasi ora.
Disporre di una copia sicura esterna al proprio computer.
Condivider costantemente file di grandi dimensioni con altri utenti.
1.2.3
Identificare i tipi principali di periferiche integrate ed esterne, quali
stampanti, schermi, scanner, tastiere, mouse/trackpad, webcam,
altoparlanti, microfono, docking station
La comunicazione tra uomo ed elaboratore per l'inserimento e l'emissione di dati avviene
attraverso dispositivi che trasformano i dati digitali in formato comprensibile all'uomo (testo,
immagini, suono). In base alla loro funzione, tali dispositivi si distinguono in periferiche di input e
periferiche di oputput.
Le periferiche di input
Le periferiche di input sono costituite da tutti quei dispositivi che consentono nel computer
l’inserimento di dati e istruzioni.
LA TASTIERA
La tastiera (keyboard) è la periferica più diretta per immettere informazioni e dati all’interno
del computer: permette di inserire caratteri alfanumerici, di dare comandi e di compiere
determinate attività utilizzando tasti speciali.
Nella figura sottostante viene mostrata una tipica tastiera di computer, in cui i colori diversi dei
tasti evidenziano le singole funzioni.
IL MOUSE
Il mouse è un dispositivo che con un minimo spostamento sul piano di lavoro fa muovere sullo
schermo il puntatore, generalmente una freccia bianca, consentendo così la selezione di
comandi mediante la pressione di pulsanti o l’attivazione di link.
Si dividono in tre categorie:
Mouse meccanici, in cui una sfera metallica rivestita di gomma
muove le due ruote di un encoder, che mediante quattro
sensori misura la velocità di rotazione e trasmette i dati
al computer.
I mouse di questo tipo, pur avendo il pregio di essere
economici, hanno lo svantaggio di sporcarsi molto
facilmente con l'utilizzo: la polvere, infatti, tende a incastrarsi
nelle rotelle che rilevano il movimento, rendendone l'utilizzo
saltellante e impreciso.
23
-
-
Mouse ottici, che presentano una struttura interna molto semplificata rispetto ai mouse “a
pallina”, contengono un chip, un sensore ottico e un LED di illuminazione. Il chip
all’interno è un processore che si occupa delle
elaborazioni necessarie a trasformare il movimento
del mouse in movimento del puntatore sullo
schermo. Comunque un dispositivo a stato solido,
per quanto complesso, è in generale molto più
affidabile di un organo meccanico. Inoltre la totale
mancanza di aperture dove si possono infiltrare
sporco e polvere permette una vita media del mouse
di gran lunga superiore a quelli tradizionali, senza alcun bisogno di manutenzione.
Un altro vantaggio dei mouse ottici è la possibilità di funzionare con qualunque
inclinazione, anche capovolto. Per contro non è in grado di funzionare su un vetro o su
superfici prive di almeno una minima trama ottica.
L'unico problema può essere dato dall'utilizzo su una superficie riflettente. Poiché il LED
illumina il piano d'appoggio e il sensore acquisisce l'immagine, qualsiasi materiale
riflettente inganna l'acquisizione dell'immagine e quindi la rilevazione precisa del
movimento.
Mouse laser, invece, sono essenzialmente mouse ottici che utilizzano un laser al posto di
un LED per l'illuminazione del piano d'appoggio. Come conseguenza si ha una maggiore
risoluzione nell'acquisizione dell'immagine, che si traduce in migliore precisione e
sensibilità di movimento.
Guardare direttamente il laser di un mouse può causare danni alla retina. Durante il
normale utilizzo il laser o il LED sono puntati verso la superficie d'appoggio e coperti dal
mouse stesso, quindi i rischi sono nulli e legati solo ed esclusivamente ad un utilizzo
improprio. Detto ciò i danni alla retina si manifestano solo se il laser viene osservato per
lunghi periodi di tempo.
Il loro collegamento al computer può avvenire mediante un cavo, che inizia dalla parte
anteriore del mouse e termina con un connettore (PS2 o USB) per l’inserimento nella porta del
computer, oppure wireless.
Nel collegamento di tipo wireless, cioè senza filo, il mouse è collegato mediante un sistema di
ricezione al computer, con il quale comunica via onde radio, raggi infrarossi o bluetooth. La
mancanza di cavo rende necessarie l’aggiunta di batterie d’alimentazione e di un ricevitore
che trasmette via cavo al computer i segnali del mouse.
La mancanza di un cavo e quindi di un legame fisico con il computer è un indiscutibile
vantaggio in caso di ambienti di lavoro affollati o in caso di utilizzo con computer portatili.
Tuttavia esistono alcuni contro, come la necessità di alimentare il mouse con batterie e le
possibili interferenze con il segnale radio.
Lo scarso peso degli svantaggi ha permesso una buona diffusione dei mouse senza filo.
Un ulteriore tipo di mouse è la trackball, identica al mouse dal
punto di vista concettuale, costituita da una sfera libera di
ruotare in una cavità dell’involucro e parzialmente accessibile
dall’esterno, in modo da poter essere comandata dalla mano; in
prossimità della sfera si trovano pulsanti e rotellina.
Le trackball vengono prodotte in diverse tipologie costruttive. La
tipologia più comune prevede una sfera di 3 o 4 cm di diametro,
mossa con il dito indice o medio, ai cui lati sono posti i pulsanti;
una variante di questa impostazione, più moderna ed
ergonomica (vedi immagine), lascia al pollice il compito di ruotare la pallina, mentre la
funzione delle altre dita è premere i pulsanti. Le trackball per uso professionale hanno una
sfera di diametro fino a 10 cm per una maggiore precisione di puntamento, e possono essere
comandate anche col palmo della mano.
Rispetto al mouse tradizionale, essa garantisce un'ottima ergonomia, poiché consente alla
mano e al polso di trovarsi sempre una posizione di riposo, eliminando il pericolo di sindrome
del tunnel carpale. La trackball non necessita di spazio per il movimento, e questo vantaggio
24
sul mouse è particolarmente evidente in relazione ai modelli senza fili. Per la maggior parte
degli utilizzatori, la trackball fornisce una precisione di puntamento superiore a quella di un
mouse, poiché viene comandata dalla parte più precisa del corpo umano, le dita della mano,
mentre il movimento del mouse richiede una più complessa coordinazione di mano, polso e
braccio. Inoltre la trackball sta avendo larga diffusione per le persone diversamente abili, vista
la sua semplicità di utilizzo.
Tuttavia, essa è meno indicata per disegnare con il computer dato che questo poggia su un
piano e quindi è semplice tenerlo fermo, mentre la trackball risente di più delle vibrazioni
indotte dal braccio alla mano. Inoltre con il mouse è più semplice effettuare un movimento
rettilineo, mentre la trackball può dare luogo a piccole escursioni laterali.
Il touchpad (= tappetino tattile), è un dispositivo di input presente
nella maggior parte dei computer portatili. Viene utilizzato per
spostare il cursore captando il movimento del dito dell'utente
sulla sua superficie liscia; sostituisce completamente il mouse ed
ha il vantaggio rispetto a questo del ridotto ingombro e lo
svantaggio in genere di una minore libertà, facilità e comodità di
movimento.
Il touchpad, grazie a dei sensori, percepisce il movimento del dito
utilizzando la misura della sua capacità elettrica. I sensori sono posizionati lungo l'asse
orizzontale e verticale del touchpad e vengono utilizzati per rilevare l'esatta ubicazione del dito
sulla sua superficie. Più precisamente sotto la superficie visibile
del touchpad sono posizionate due griglie separate da
dielettrico. Le griglie sono formate da una serie di conduttori
paralleli e sono disposte l'una perpendicolarmente all'altra.
Poggiando un dito sul touchpad, questo fa cambiare la capacità
tra due singoli conduttori componenti ciascuna griglia mediante
sensori. Il touchpad non percepisce la presenza di una matita
perché essa non fa cambiare la capacità.
Se si ha un dito umido e/o sudato, i sensori potrebbero non
riconoscere correttamente il suo movimento poiché è difficoltoso misurare la capacità tra di
essi. Oltre alla superficie, di forma quadrata o rettangolare, vi sono due tasti i quali hanno la
medesima funzione dei tasti di un normale mouse.
LO SCANNER
Lo scanner o scansionatore d’immagini (dall’inglese image
scanner) è una periferica in grado di acquisire in modalità ottica
una superficie piana (disegni, immagini, fotografie, diapositive,
pagine di libri e riviste, ...) e di interpretarla come un insieme di
pixel, e quindi di restituirne la copia fotografica sotto forma di
immagine digitale.
Successivamente all’acquisizione, mediante appositi software, è
possibile modificare l’immagine: ad esempio la scansione di un
testo si può convertire in un file di testo mediante un programma
OCR (optical character recognition), così come le scansioni di
immagini fotografiche possono essere ritoccate con software
adatti all’elaborazione grafica.
In pratica, lo scanner svolge una funzione esattamente
opposta a quella della stampante e, allo stesso tempo,
analoga a quella di una fotocopiatrice con la sola
differenza che la copia, in questo caso, non è su carta ma
digitalizzata.
Per digitalizzare un oggetto, gli scanner utilizzano un
sensore ottico sensibile alla luce. Inoltre, il sensore è
sempre accoppiato ad un convertitore analogico-digitale
dedicato a trasformare l’informazione acquisita in un dato
digitale.
25
IL JOYSTICK
Il joystick è una periferica che trasforma i movimenti di una
leva manovrata dall'utente in una serie di segnali elettrici o
elettronici che permettono di controllare un programma,
un'apparecchiatura o un attuatore meccanico.
L'impiego più diffuso e conosciuto del joystick è su console o
computer e permette di muovere un personaggio o un cursore
in un gioco; in questo caso il joystick è dotato di uno o più tasti
o pulsanti a cui corrispondono azioni diverse, che talvolta il
giocatore può personalizzare in base alle azioni del gioco.
È importante dire che si può giocare anche senza joystick, se
sono previsti meccanismi alternativi per muovere il
personaggio nel gioco o il cursore.
I moderni joystick per uso ludico vengono collegati al
computer attraverso le porte USB; in passato venivano
collegati per mezzo di una "porta game", di solito presente
nelle schede audio, espressamente dedicata.
L'effetto, conseguente allo spostamento della leva del
joystick, è determinato dalla variazione resistiva, effettuata
tramite la coppia di potenziometri di cui è costituito, rilevata
dai circuiti elettronici. Modelli molto sofisticati, operanti
anche su tre assi, sono impiegati su velivoli e mezzi militari:
in questo campi la tecnologia adottata si basa sull'effetto Hall, quindi sulle variazioni di un
campo magnetico, ovvero l'asta del joystick sposta semplicemente un magnete permanente
verso 4 sensori hall posti sui due assi cartesiani. Questa tecnologia offre un sistema
virtualmente privo di usura, pertanto di elevatissima affidabilità.
LA WEBCAM
La webcam è una piccola telecamera utilizzabile principalmente
come mezzo per introdurre nel computer delle immagini o dei video
in formato digitale.
Il termine è una parola composta, che deriva dall’unione di web
(abbreviazione di world wide web) e cam (abbreviazione di camera,
dall’inglese telecamera).
Il suo funzionamento si basa su un sensore CCD (dall’inglese
Charge-Coupled Device o dall’italiano DAC = dispositivo ad
accoppiamento di carica), cioè un circuito integrato formato da
una riga o da una griglia di elementi semiconduttori in grado di
accumulare carica elettrica proporzionale all’intensità della
radiazione elettromagnetica che li colpisce. Questi elementi sono
accoppiati (coupled) in modo che ognuno di essi, sollecitato da
un impulso elettrico, possa trasferire la propria carica ad un altro
elemento adiacente.
Inviando al dispositivo (device) una sequenza temporizzata
d'impulsi, si ottiene in uscita un segnale elettrico grazie al quale
è possibile ricostruire la matrice dei pixel che compongono
l'immagine proiettata sulla superficie del CCD stesso.
Questa informazione può essere utilizzata direttamente nella sua
forma analogica, per riprodurre l'immagine su di un monitor o per
registrarla su supporti magnetici, oppure può essere convertita in
formato digitale per l'immagazzinamento in file che ne
garantiscano il riutilizzo futuro.
26
Rispetto ad una telecamera tradizionale, non dispone di un sistema di
memorizzazione video, ma si limita a trasmettere le immagini riprese
mediante un’interfaccia digitale ad un computer, per esempio
attraverso una porta USB o una porta di rete Ethernet RJ45.
Il principale utilizzo delle webcam consiste infatti nella possibilità di
impiegarle per realizzare una videoconferenza attraverso il Web o altri
sistemi basati su Internet, come molte applicazioni di messaggistica
istantanea.
Un altro uso piuttosto diffuso delle webcam consiste nella trasmissione continua di immagini
dal vivo (streaming video) da determinati luoghi del mondo. L'uso di installare webcam in
località di interesse turistico è largamente diffuso.
Ancora, webcam vengono talvolta utilizzate a scopi di video sorveglianza o per la registrazione
di video sul disco rigido del computer.
LA FOTOCAMERA DIGITALE
Una fotocamera digitale è una macchina fotografica che
utilizza, al posto della pellicola fotosensibile, un sensore
(CCD o CMOS) in grado di catturare l'immagine e
trasformarla in un segnale elettrico di tipo analogico. Gli
impulsi elettrici vengono convertiti in digitale nel caso del
CCD da un convertitore A/D in un chip di elaborazione
esterno al sensore, nel caso del CMOS direttamente dal
sensore che contiene al suo interno anche il convertitore
A/D. In entrambi i casi viene generato un flusso di dati
digitali atti ad essere elaborati e immagazzinati in un file, che sarà memorizzato in vari formati
su supporti di memoria.
Alcune fotocamere economiche dispongono di una
memoria interna di salvataggio immagini, alla quale
normalmente è sempre possibile aggiungerne una
esterna.
Dal punto di vista tecnologico va detto che il tipo di
memorie prevalentemente usato è di tipo EEPROM flash.
La tecnologia "flash" consente di accedere alle celle di
memoria per blocchi, o aree, rendendo più rapido il
processo di lettura-scrittura-cancellazione.
Secondo le regole attuali di mercato un parametro distintivo
delle fotocamere è la risoluzione, cioè il numero di pixel per
pollice o per cm lineare. Per ottenere una buona fotografia
risulta essere importante un'ottica di qualità, un sensore che
abbia un buon rapporto segnale/rumore, una buona gamma
dinamica ed infine in funzione delle esigenze di stampa si
sceglierà il numero di pixel del sensore.
È solamente nella fase di stampa che si può parlare di
risoluzione, decidendo quanti pixel inserire in ogni cm della
fotografia stampata.
La macchina fotografica produce solo pixel!
La risoluzione indica il grado di qualità di un'immagine. Generalmente si usa questo termine
riguardo immagini digitali, ma anche una qualunque fotografia ha una certa risoluzione.
Nelle immagini su computer, la risoluzione indica la densità dei punti dot elementari, che
formano l'immagine rapportata ad una dimensione lineare (ad esempio punti/cm o
punti/pollice). Lo schermo di un computer non può mostrare linee o disegni, ma soltanto punti;
se questi sono sufficientemente piccoli, tali da essere più piccoli della risoluzione percepita
dall'occhio umano, l'osservatore ha l'impressione di vedere linee anziché punti allineati, e
disegni anziché ammassi di puntini distinti.
La risoluzione, quindi, essendo una misura della densità dei punti di immagine rappresentati
su un supporto (carta o monitor), si misura in punti per unità di lunghezza, dove quest'ultima di
solito è il pollice (dpi = dot per inch). Nel sistema internazionale di misura 1 inch = 2,54 cm.
27
I MICROFONI
Il microfono è un trasduttore di tipo elettro-meccanico in grado di convertire le onde di
pressione sonora in segnali elettrici.
Esistono diversi tipi di microfono che basano il proprio funzionamento su differenti tecnologie e
metodi di conversione.
Per ovviare alle scomodità dei cavi di trasmissione del segnale
elettrico utilizzati dai microfoni tradizionali, sono stati introdotti, e
vengono utilizzati principalmente negli studi televisivi o in
manifestazioni dal vivo, i cosiddetti radiomicrofoni, che
incorporano, oltre ad una normale capsula microfonica, un circuito
trasmettitore che trasmette il segnale ad un ricevitore, posto vicino
alla consolle o comunque all'unità che si occupa dell'acquisizione
del suono. Il ricevitore si occupa quindi di riconvertire il segnale
radio in un segnale audio e passarlo via cavo alla consolle.
Tali microfoni sono capaci di funzionare anche a decine di metri
dal ricevitore, soprattutto in ambienti privi di ostacoli (in particolare
pareti in muratura). Data però la necessità di convertire il suono in
frequenze radio e poi viceversa, oltre al rischio che si esaurisca la
batteria durante la performance o che altre fonti di onde radio
interferiscano con la comunicazione, nei concerti e tanto più negli studi di registrazione
musicali vengono preferiti i tradizionali microfoni a cavo.
I radiomicrofoni sono disponibili principalmente in due formati:
viene comunemente detto gelato (per evidenti motivi di
somiglianza con un cono gelato) il radiomicrofono che presenta
una forma simile al microfono tradizionale (in gergo tecnico è
detto radiomicrofono palmare) e quello a spillo (detto in gergo
tecnico lavalier) il radiomicrofono in cui la capsula microfonica
è separata dal resto e, data la piccola dimensione, può essere
appesa al colletto della camicia o al bavero o posizionata in
prossimità della bocca.
LA PENNA OTTICA
La penna ottica è un dispositivo collegato ad un computer
che individua il passaggio del pennello elettronico che
disegna l'immagine su uno schermo CRT.
Quando il foto-resistore inserito nella penna ottica viene
colpito dal pennello elettronico, il computer riceve un segnale
e può stabilire le coordinate del punto che viene disegnato in
quel determinato istante perché il movimento del pennello
elettronico è controllato dai segnali generati dal computer
stesso.
Una forma più moderna della penna ottica è la pistola usata
in alcuni videogiochi.
Talvolta i lettori di codici a barre (barcode scanner) sono
chiamati penne ottiche quando hanno la forma di penna. La
punta è costituita da una fibra ottica e da un rubino artificiale,
all'esterno è protetta da un involucro di acciaio
antimagnetico. È particolarmente usata in ambito industriale
poiché molto resistente e dotato di un dispositivo che, in caso di caduta accidentale è in grado
di far rientrare la punta.
LA DOCKING STATION
La docking station (= stazione di aggancio) è un supporto da tavolo a cui si può collegare un
computer portatile che consente di trasferire comodamente i
contenuti da un dispositivo ad un altro. In genere è dotata di
connettori per monitor, tastiera, stampante, scanner,
altoparlanti e altre periferiche.
28
Una volta inserito nella docking station, il portatile diventa un vero e proprio computer da
scrivania, con la possibilità di usare, per esempio, una tastiera estesa, uno o più monitor, uno
scanner, una stampante ed altre periferiche.
Col diffondersi di tablet e smartphone sono state create delle docking station appositamente
per questi dispositivi.
Le periferiche di output
Le periferiche di output sono costituite da tutti quei dispositivi che consentono la
comunicazione all’esterno (emissione) dei dati elaborati, intermedi o finali.
IL VIDEO
Il video o monitor è un apparecchio elettronico che consente la valutazione dei dati in uscita
da diverse tipologie di strumentazione sotto l'aspetto di immagini visibili. Esso dunque assolve
la funzione di trasduttore di segnali elettrici o elettromagnetici in ingresso in segnali visivi o
ottici bidimensionali in uscita. Le immagini video possono essere statiche o in movimento. In
ambito informatico, collegato ad un computer, viene considerato una periferica di I/O collegato
direttamente alla scheda video del PC generalmente tramite connettore VGA. Può
eventualmente essere dotato di casse per la riproduzione dell'audio e di altri tipi di connettori
(es. USB).
Oltre che per le dimensioni, che si misurano in pollici (= 2,54 cm), il video si differenzia anche
per il tipo di risoluzione, ossia per il numero di pixel contenuti in una certa unità di misura (800
x 600, 1024 x 768, 1280 x 1024, ...): più è il numero di pixel, più nitida risulta la
visualizzazione.
Un altro elemento che caratterizza le prestazioni di un video è la scheda grafica all’interno del
computer.
Il componente principale di un monitor è il display, cioè il dispositivo elettronico per la
visualizzazione. In base alla tecnologia usata si distinguono le seguenti tipologie di display:

Display CRT, dall’inglese Cathode Ray Tube, è una tipologia ormai quasi del tutto
soppiantata a partire dall’inizio del secolo dallo schermo LCD e dallo schermo al plasma.
Per creare le immagini si utilizza un tubo catodico all’interno del quale un fascio di
elettroni è convogliato ad hoc su una superficie fotosensibile. Parametro fondamentale di
uno schermo a tubo catodico è la dimensione dell’area su cui sono visualizzate le
immagini, indicata con la diagonale dell’area misurata in pollici.
Sezione schematica di un tubo a
raggi catodici monocromatico
1.
Controllo della griglia
2.
Anodo
3.
Bobina deflettrice
4.
Riscaldatore
5.
Catodo
6.
Fascio di elettroni
7.
Bobina di messa a
fuoco
8.
Schermo fluorescente

Display al plasma, in sigla PDP dall’inglese Plasma Display Panel, è una tipologia a
schermo piatto utilizzata per applicazioni televisive con dimensione dell’immagine
normalmente superiore a 32 pollici.
Molte piccole celle posizionate in mezzo a due pannelli di vetro mantengono una mistura
inerte di gas nobili (neon e xeno). Il gas nelle celle viene elettricamente trasformato in un
plasma, il quale poi eccita i fosfori ad emettere luce.
29
Nei pannelli a colori, il retro di ogni cella è rivestita
con un fosforo. I fotoni ultravioletti emessi dal
plasma eccitano questi fosfori per dare luce
colorata. Ogni cella è quindi paragonabile ad una
lampada fluorescente.
Ogni pixel è fatto di tre sottocelle separate, ognuna
con fosfori di diversi colori. Una sottocella ha il
fosforo per la luce rossa, una per la luce verde e
l'altra per la luce blu. Questi colori si uniscono
assieme per creare il colore totale del pixel,
analogamente agli schermi CRT. Variando gli
impulsi di corrente che scorrono attraverso le diverse celle migliaia di volte al secondo, il
sistema di controllo può aumentare o diminuire l'intensità di ogni colore di ogni sottocella
per creare miliardi di diverse combinazioni di verde, rosso e blu. In questo modo il sistema
di controllo può produrre la maggior parte dei colori visibili.

Display LCD, dall’inglese Liquid Crystal Display (= display a cristalli liquidi), è una
tipologia di display a schermo piatto utilizzata nei più svariati ambiti, con dimensioni dello
schermo che variano da decine di millimetri a oltre 100 pollici.
Da circa 30 anni i display LCD sono utilizzati anche in ambito video, inizialmente nei
portatili, in seguito nei monitor e nei televisori, soppiantando il display CRT.
Da un punto di vista macroscopico, un comune display LCD è composto da una lastra di
materiale vetroso ricoperta da un sottile strato di plastica trasparente, dietro il display
troviamo 1 o 2 lampade al neon, dette lampade di retroilluminazione.
Osservando più da vicino, la lastra ospita una matrice di celle, o pixel, oguno dei quali
costituisce un elemento dell'immagine dello schermo. Ogni pixel a sua volta è costituito da
3 sub-pixel, uno per ogni colore primario (rosso, verde, blu).
Il cristallo liquido è posto tra due piastre di silicio rese semiconduttive tramite particolari
trattamenti chimico-fisici, detti drogaggio. Queste due piastre ospitano gli elettrodi, uno
per ogni lato del cristallo liquido. Le due piastre sono a loro volta coperte da due filtri
polarizzatori, con angoli di polarizzazione a opposti. Infine c’è un filtro colorato rosso,
verde o blu che fornisce il colore al sub-pixel.
In assenza di cristallo, questo complesso sistema di strati non farebbe passare la luce,
quindi sarebbe completamente opaco, nonostante i vari strati siano singolarmente quasi
perfettamente trasparenti. Questo piccolo miracolo dell'ottica avviene grazie alle proprietà
dei filtri polarizzatori.
La luce, attraversando il filtro a polarizzazione orizzontale, passa solo per metà, e
precisamente passa solo la componente orizzontale (immaginate la luce come onde
trasversali); il raggio di luce viene pertanto polarizzato in senso orizzontale dal primo filtro.
Quando raggiunge il secondo filtro, che ha polarizzazione verticale, soltanto la
componente verticale della luce riesce a passare, ma dal momento che la luce è già stata
polarizzata la sua componente verticale è scomparsa, quindi dal secondo filtro non esce
praticamente nulla.
Il cristallo liquido entra in gioco proprio modificando la polarità della luce. Quando il
cristallo è in condizioni di riposo, ruota l'asse di polarizzazione della luce di 90°.
Osserviamo cosa accade in questo nuovo scenario: la luce entra nel primo filtro e viene
polarizzata in senso orizzontale, perdendo la componente verticale, attraversa il cristallo
subendo una rotazione di 90° (da orizzontale diventa verticale), quindi può attraversare
indisturbata il secondo filtro a polarizzazione verticale. In questo caso il sistema di lastre
risulta trasparente. Se applichiamo una tensione elettrica ai due elettrodi, il cristallo liquido
si deforma e non riesce più a ruotare l'asse di polarizzazione della luce, ricreando quindi
lo stesso effetto che si avrebbe in assenza di cristallo.
Ecco trovato un modo per comandare il passaggio della luce! Se si applica corrente, il
cristallo si deforma, la luce non viene ruotata e il sub-pixel risulta nero. Se invece non si
applica alcuna tensione il cristallo è rilassato, la luce viene correttamente ruotata di 90° e
il sub-pixel lascia passare la luce della lampada di retroilluminazione, apparendo quindi di
colore bianco. Se a questo si aggiungono i filtri cromatici, e si organizzano i sub-pixel a
30
gruppi di 3, si ottengono dei pixel completi. Da notare che la quantità di luce che passa è
inversamente proporzionale alla tensione applicata, quindi si possono ottenere una
quantità enorme di sfumature di colore regolando in modo graduale la tensione.
Funzionamento di un elemento a "cristalli liquidi" trasmissivo: a sinistra il
pixel/schermo/segmento è spento e la luce (polarizzata) transita, mentre a
destra, la rotazione dei "cristalli liquidi" dovuta all'applicazione di una differenza
di potenziale impedisce il passaggio della luce.
Una volta capito il funzionamento di un singolo pixel, non è difficile immaginare il
funzionamento complessivo del display. Adesso si tratta solo di capire come vengono
pilotati i vari pixel.
Come detto prima, i pixel sono organizzati in una matrice, tipicamente di 1280 colonne per
800 righe, per un totale di 1.024.000 pixel su uno schermo tipico! Per pilotarli tutti il
controller del display, quando deve aggiornare lo schermo, attiva la prima delle 800 righe
e la prima delle 1280 colonne, selezionando il pixel alle coordinate (1,1) e impostando il
suo colore tramite la regolazione di tre segnali elettrici (uno per ogni sub-pixel), poi passa
alla colonna successiva e ripete la procedura con il pixel (2,1) e così via per tutta la prima
riga. Una volta terminato il tracing della riga, passa alla riga successiva, partendo dalla
prima colonna con il pixel (2,1), poi il (2,2), il (2,3) e così via finché non ha aggiornato tutti
i pixel fino al (1280,800).
Una volta terminato il refresh del quadro, l'immagine viene lasciata per qualche
millisecondo, dopo di che si riparte per un nuovo ciclo e il tutto si ripete 60 volte al
secondo, quindi la durata complessiva di un ciclo completo è di appena 16,7 millesimi di
secondo!
Parlando di schermi a colori per PC o TV, l'unità di misura delle dimensioni dello schermo
è comunemente il pollice (= 2,54 cm) ed è la distanza misurata in diagonale tra due angoli
opposti del pannello. Le dimensioni arrivano ad oltre 100 pollici, con risoluzioni che, nelle
TV, vanno da 640 x 480 a 1920 X 1080 pixel ed anche oltre per applicazioni speciali.
Una delle caratteristiche principali dei pannelli a cristalli liquidi (fatta salva la
retroilluminazione) è il basso consumo di potenza elettrica, che li rende di per sé
particolarmente indicati per applicazioni in apparecchiature alimentate da batterie
elettriche. Gran parte del consumo è invece attribuibile alla retroilluminazione: ad esempio
nelle TV, a causa della particolare luminosità richiesta, i consumi elettrici complessivi
sono piuttosto elevati (un TV 32" ha potenze di circa 120-180W).
Componenti di un LCD twisted nematic
riflettivo
1. Polarizzatore verticale
2. Schermo di vetro con maschera
delle zone scure
3. Strato con i cristalli liquidi
4. Strato di vetro con elettrodi
5. Polarizzatore orizzontale
6. Superficie riflettente
31

Display LED, non si tratta di una nuova tecnologia di generazione dell’immagine. Un
termine più appropriato sarebbe "schermo LCD
basato su retroilluminazione a LED", in quanto il
pannello che produce le immagini resta quello di uno
schermo piatto tradizionale. All'interno dello schermo
a LED la luce emessa da 2160 piccoli LED rossi,
verdi e blu, si combina per formare una luce bianca.
Il fascio di luce attraversa una piastra di diffusione
che la rende omogenea.
Il vantaggio più evidente rispetto alla lampada
tradizionale è la migliore qualità dei colori: il neon
degli schermi LCD tradizionali, non restituisce infatti un bianco perfetto e la luce deve
essere corretta utilizzando filtri di colore che non garantiscono risultati sorprendenti. La
luce bianca illumina quindi il pannello a cristalli liquidi per formare l'immagine finale.
La durata dello schermo LCD basato su tecnologia a LED è nell'ordine delle 100 mila ore
mentre quella di uno schermo tradizionale è di 50 mila ore.
Grazie alla tecnologia a LED è possibile costruire degli schermi sottilissimi spessi anche
un paio di millimetri.
LA STAMPANTE
La stampante, detta anche printer, consente di trasferire su carta i dati elaborati dal computer.
Esistono diversi tipi di stampanti; di seguito si prendono in esame i più diffusi.
 Stampante ad aghi o ad impatto: questa tecnologia, per la maggior parte, è derivata
dalle macchine da scrivere elettriche. Essenzialmente
alcuni punzoni riportano in rilievo la forma del carattere,
che per mezzo di un elettromagnete viene battuto sulla
carta con l'interposizione di un nastro inchiostrato. I
caratteri possono essere portati su leve, sulla superficie di
cilindri, sul bordo di un disco (margherita), su un nastro
metallico (catena), o su una sfera. I limiti di questo sistema
consistono nella limitatezza di ciò che può essere
stampato (font fissi, niente grafica) e nella lentezza, ad
eccezione delle stampanti a catena che riuscivano a
stampare a velocità paragonabili ad una moderna laser.
Le testine di stampa, generalmente con standard di
9 – 18 – 24 oppure 36 aghi, mossi da elettromagneti azionati da driver appositi, battono
sulla carta attraverso un nastro inchiostrato mentre si spostano lateralmente sul foglio. La
sequenza dei colpi è generata da un circuito elettronico per comporre i pixel che
costituiscono i caratteri o parte di una immagine. La risoluzione in queste stampanti è
misurata in CPI (caratteri per pollice), ovvero il numero di caratteri che potevano essere
contenuti in senso orizzontale in un pollice (2,54 cm).
La stampa può avvenire in entrambi i sensi di spostamento della testina, con un aumento
della velocità complessiva (stampa bidirezionale). Alcuni modelli di stampanti ad aghi
possono riprodurre il colore, impiegando oltre al nero anche tre bande colorate secondo lo
standard CMYK. La tecnologia di stampa a matrice è ancora richiesta in alcuni settori
poiché permette di imprimere anche modulistica a più copie.

Stampante a getto d’inchiostro (inkjet): è la tecnologia
che ha avuto il maggiore successo presso l'utenza
privata ed i piccoli uffici, principalmente a causa del
basso costo di produzione, della silenziosità e buona
resa dei colori. Una schiera di centinaia di microscopici
ugelli spruzzano minuscole gocce di inchiostro a base di
acqua sulla carta durante lo spostamento del carrello.
La risoluzione e la qualità di stampa di queste testine
raggiunge livelli paragonabili alla fotografia tradizionale,
32
ma solamente utilizzando carta la cui superficie sia stata opportunamente trattata per
ricevere l'inchiostro. Il punto debole delle stampanti a getto di inchiostro è intrinsecamente
legato al fatto che l'inchiostro deve seccarsi all'aria. Esso può infatti seccarsi anche
all'interno dei minuscoli condotti che lo trasportano dalla tanica agli ugelli, bloccando il
flusso e impedendo la stampa. Ciò capita se si lascia la stampante inutilizzata per diverso
tempo. Se invece la stampante è usata di frequente l'inchiostro scorre e non fa in tempo
ad asciugare nei condotti. Altri svantaggi sono legati all'elevato costo per copia stampata
e al tempo di stampa maggiore, se confrontati con altre tecnologie.

Stampante laser (laserjet): questa tecnologia deriva
direttamente dalla xerografia comunemente implementata
nelle fotocopiatrici analogiche. In sintesi, un raggio laser
infrarosso viene modulato secondo la sequenza di pixel
che deve essere impressa sul foglio. Viene poi deflesso da
uno specchio rotante su un tamburo fotosensibile
elettrizzato che si scarica dove colpito dalla luce.
L'elettricità statica attira una fine polvere di materiali
sintetici e pigmenti, il toner, che viene trasferito sulla carta
(sviluppo). Il foglio passa poi sotto un rullo fusore riscaldato ad elevata temperatura, che
fonde il toner facendolo aderire alla carta (fissaggio).
Per ottenere la stampa a colori si impiegano quattro toner: nero, ciano, magenta e giallo,
trasferiti da un unico tamburo oppure da quattro distinti. Per semplificare la gestione dei
consumabili, nelle stampanti laser monocromatiche moderne il toner e il tamburo
fotosensibile sono incluse in un'unica cartuccia.
La velocità di stampa si misura in pagine per minuto e può variare a seconda della
configurazione del sistema, dell’applicazione software, del driver e della complessità del
documento.
La qualità di stampa raggiunge valori di 1200 x 1200 dpi e oltre.

Plotter: è una periferica specializzata nella stampa di supporti di grande formato (fino al
formato A0 = 841 x 1189 mm).
È il dispositivo di output ideale per i sistemi CAD, dove è
impiegato per la stampa di prospetti e progetti
architettonici, meccanici, elettrici, mappe topografiche,
curve geometriche ecc. Oggi viene anche utilizzato
nell'ambito della grafica e della pubblicità grazie alle
moderne tecnologie che consentono al plotter di
stampare a colori e addirittura di ritagliare (plotter da
taglio).
Il nome deriva dal verbo inglese to plot nel senso di tracciare (un diagramma).
I plotter sfruttano sia la tecnologia a getto d’inchiostro sia la tecnologia laser.
GLI ALTOPARLANTI (CASSE ACUSTICHE)
Gli altoparlanti sono attuatori in grado di convertire un segnale
elettrico in onde sonore. Si può quindi definire un trasduttore
elettroacustico. Il suono in sostanza è generato da una serie
di
compressioni
e
rarefazioni
dell'aria,
compito
dell'altoparlante è generare tali compressioni e rarefazioni
nell'ambiente d'ascolto.
LE CUFFIE E GLI AURICOLARI
Un auricolare o cuffia è un dispositivo in grado di far ascoltare la fonte audio (radio,
walkman, lettore CD, lettore mp3, ...) alla quale è collegato. Questo dispositivo può essere
monocassa o bicassa: in quest'ultimo caso permette l'ascolto stereofonico e su ogni cassa è
impressa la lettera L (left) o R (right), ad indicare l'orecchio a cui va applicata. Generalmente
33
per cuffia s'intende un dispositivo munito di grandi casse con tanto d'imbottitura
insonorizzante, unite tra loro tramite un supporto rigido, per auricolari i dispositivi che si
appoggiano nel padiglione auricolare, mentre per auricolare in ear ci si riferisce ai dispositivi
che s'introducono nel condotto uditivo.

Cuffie esterne: sono la tipologia più ingombrante e pesante,
in quanto hanno una struttura importante, che comprende il
supporto delle cuffie (ma può essercene anche solo una,
avendo così un orecchio che ascolta l'ambiente esterno) ed il
sistema d'insonorizzazione passiva dal rumore esterno.
Le casse esterne garantiscono una migliore resa del suono
(specialmente alle basse frequenze), sia grazie alla maggior
dimensione della cassa stessa che all'insonorizzazione
passiva attuata dalla copertura esterna delle stesse.

Auricolari: sono le cuffiette più comuni dei piccoli
dispositivi elettronici, che vanno posizionate nella conca del
padiglione auricolare e possono essere munite o meno di
supporto padigliare, il quale permette una maggiore stabilità
della cuffietta. Un altro accorgimento che può essere
presente è il perimetro gommato o il rivestimento poroso
removible, che permettono una migliore adesione e
nell'ultimo caso anche un lavaggio dello stesso per
garantire una maggiore igiene; questa categoria di cuffietta
però, pur garantendo una leggerezza e portabilità
un'insonorizzazione ottimale negli ambienti rumorosi.

elevata,
non
permette
Auricolari in ear: si vanno a posizionare all'interno del
condotto uditivo e sono sorrette dallo stesso, quindi non
richiedono supporti accessori o ne hanno di molto ridotti.
Questa tipologia permette d'ottenere i vantaggi di
portabilità e leggerezza delle cuffiette auricolari e
l'insonorizzazione passiva delle cuffie esterne
Le periferiche di input/output
Le periferiche di input/output sono quei dispositivi in grado di inviare dati al computer e allo
stesso modo di riceverne.
IL TOUCHSCREEN (= SCHERMO TATTILE)
Un touchscreen è un particolare dispositivo frutto dell'unione di
uno schermo e di un digitalizzatore, che permette all'utente di
interagire con una interfaccia grafica mediante le dita o particolari
oggetti. Uno schermo tattile è allo stesso tempo un dispositivo di
output e di input.
Il vantaggio del touchscreen consiste nel non avere l'intralcio o lo
spazio necessario da dedicare a tastiera, mouse e touchpad ed
avere quindi allo stesso tempo uno schermo più ampio a parità di
spazio utile, un'interattività diretta tra utente e dispositivo, a
prezzo però di una velocità di scrittura/digitazione in generale meno veloce e a volte con più
alto tasso di errori.
34
IL MODEM
Il termine modem indica un dispositivo di ricetrasmissione che ha funzionalità logiche di
modulazione/demodulazione (analogica o numerica) in trasmissioni analogiche e digitali. In
pratica modem è un dispositivo elettronico che rende possibile la comunicazione dei
computer, utilizzando un canale di comunicazione composto tipicamente da un doppino
telefonico.
Questo dispositivo permette la MOdulazione e la DEModulazione dei segnali contenenti
informazione; dal nome di queste due funzioni principali il dispositivo prende appunto il nome
di MODEM. In altre parole, serve a convertire i dati dal formato digitale (computer) a quello
analogico (linea telefonica) e viceversa. Può essere visto quindi come un dispositivo di ricetrasmissione nell'ambito delle comunicazioni che fa da interfaccia tra un sistema digitale (il
computer) e una linea di trasmissione analogica quale ad esempio la linea telefonica.
A seconda del tipo di linea telefonica a disposizione si possono definire i seguenti tipi di
modem:

Modem analogico: è un apparato di rete interno o
esterno che, connesso al computer e alla linea
telefonica, consente di accedere ad internet attraverso la
linea telefonica base occupandola costantemente a
bassa velocità di connessione (56 kbit/s). Inoltre grazie
al software è possibile sfruttarlo come telefono,
segreteria telefonica e/o fax. Con la diffusione prima
delle linee ISDN e successivamente con l’ADSL, questa
tipologia di modem è stata praticamente abbandonata.

Modem ISDN: il nome corretto del modem è TA ISDN
(dall’inglese Terminal Adapter Integrated Services
Digital Network). Non utilizzano frequenze sul doppino
telefonico, ma veri e propri segnali digitali discreti su
linee telefoniche dedicate per questo tipo di
connessione. Hanno le medesime funzioni dei modem
analogici con la differenza che sono più veloci e
sfruttano una linea dati digitale, con una velocità tra 64
kbit/s e 128 kbit/s, occupando entrambi i canali ISDN.

Modem ADSL: sono dei modem solitamente
esterni, che consentono di usufruire della linea
digitale dati ad alta velocità ADSL (dall’inglese
Asymmetric Digital Subscriber Line).
L'ADSL é un sistema che consente l’accesso a
internet attraverso la trasmissione di una grande
quantità di dati ad una velocità molto elevata.
35
Questo si realizza attraverso l'utilizzo di una banda di frequenza più alta rispetto a quella
utilizzata per le conversazioni telefoniche convenzionali. Si deve installare un filtro
(splitter) che separa il segnale telefonico da
quello utilizzato per la connessione ADSL.
La
tecnica
di
funzionamento
che
contraddistingue i sistemi ADSL é la asimmetria
della trasmissione, dal momento che offrono
una maggiore capacità nella trasmissione in
senso discendente (dalla rete all'utente) che nel
senso ascendente (dall’utente verso la rete).
Questo rende l'ADSL particolarmente adatto per
le applicazioni, come ad esempio l'accesso ad
internet. Le compagnie telefoniche hanno
introdotto nuove versioni ADSL, quali ADSL2 e
ADSL2+, in grado di somministrare programmi
televisivi e video di alta qualità.
Probabilmente il fatto più importante è che la
velocità di connessione dell'ADSL è molto
maggiore rispetto a quella ottenuta mediante la
connessione analogica tradizionale a 56 kbit/s.
Con l’ADSL inoltre si ha l'opportunità di
navigare e telefonare contemporaneamente,
perché il traffico dati e quello telefonico sono
trasmessi su canali separati.
La velocità dell’ADSL commerciale varia dai 640 kbit/s sino ai 20-30 Mbit/s in base
all'operatore telefonico, al contratto stabilito con esso e alla rete utilizzata. Sono stati
sviluppati anche modem VOIP (dall’inglese Voice Over Internet Protocol), che consentono
di avere una seconda linea telefonica su rete Internet. Si sono diffusi i router WLAN, che
permettono di navigare senza fili in rete domestica, collegandoli alla linea, a condizione di
possedere una scheda di rete senza fili, sempre più diffuse con i portatili di ultima
generazione.
L'ADSL utilizza un'infrastruttura esistente (la rete telefonica), cosa che riduce il costo e il
tempo di disponibilità del servizio. Gli utenti ADSL dispongono di connessione
permanente ad internet, cioè non devono stabilire la connessione mediante marcatura o
segnalazione. La linea tra la centrale e l'utente non è condivisa, il che garantisce una
larghezza di banda per utente, aumentandone la qualità di servizio.

Modem GPRS/EDGE/UMTS/HSDPA: sono i modem presenti nei
telefoni cellulari.
Consentono di accedere dal telefonino ad internet a velocità
variabili, cioè:
GPRS 50 kbit/s (max teorico 171,2 kbit/s);
EDGE 150 - 170 kbit/s (max teorico 200 kbit/s);
UMTS 384 kbit/s per le connessioni dati;
HSDPA max teorico 7,2 Mbit/s, raggiungibile solo in caso di
copertura ottimale;
HSPA+ (modem utilizzato dall’iPhone 5 e seguenti), max
teorico 28,8 Mbit/s, raggiungibile solo in caso di copertura ottimale e solo se la
stazione radio base è in condizioni di supportare tale velocità. In condizioni comuni è
possibile arrivare a 4-5Mbit/s, paragonabili a velocità da ADSL. I servizi di
navigazione via cellulare sono offerti dagli operatori telefonici, anche se a prezzi
maggiorati rispetto alle linee digitali ADSL.
36
STAMPANTI MULTIFUNZIONE
La stampante multifunzione o stampante allin-one è una tipologia di periferica esterna che si
contraddistingue per integrare una stampante,
uno
scanner,
una
fotocopiatrice,
ed
eventualmente anche un modem, in un unico
apparecchio. Per tale motivo non è sbagliato
considerare la stampante multifunzione anche
una tipologia di stampante. Normalmente però,
come prodotto commerciale, la stampante
multifunzione è considerata un prodotto distinto
dalla stampante proprio in relazione al fatto che
rappresenta un prodotto molto più complesso.
La stampante multifunzione è anche una tipologia
di macchina da ufficio in quanto tutte le moderne
stampanti multifunzione operano anche in
modalità stand-alone (cioè a computer spento). In particolare in modalità stand-alone la
stampante multifunzione opera come fotocopiatrice ed eventualmente (se dotata di modem)
anche come fax.
1.2.4
Identificare le più comuni porte di input/output, quali USB, HDMI
Le periferiche sono i dispositivi che permettono di dialogare con il computer, di scambiare dati, di
trasmettere dati dall’interno all’esterno o viceversa. Il collegamento delle periferiche al computer
avviene attraverso cavi, le cui prese si inseriscono nelle corrispondenti porte, oppure mediante
tecnologie wireless o bluetooth che non richiedono l’uso di cavi.
A seconda delle funzioni esistono vari tipi di porta: USB, seriale, parallela, porta di rete, FireWire,
HDMI.

Porta USB (Universal Serial Bus): è il nuovo modello di porta seriale,
consente un’altissima velocità di trasferimento dei dati e dà la
possibilità di collegare e scollegare periferiche a computer acceso.
Lo standard 1.0 dell'USB (gennaio 1996) supporta collegamenti a solo
1,5 Mbit/s.
Lo standard 1.1 (settembre 1998) aggiunge la modalità full speed,
che innalza la velocità a 12 Mbit/s.
Lo standard 2.0 (aprile 2000) è l'innalzamento della velocità di
trasferimento a 480 Mbit/s.
Lo standard 3.0 raggiunge invece la velocità di 4,8 Gbit/s.
Esistono diversi tipi di connettori, che
comunque rispettano totalmente lo standard
USB: sono chiamati connettore A e connettore
B. Alcuni produttori hanno introdotto delle
varianti del connettore per i loro dispositivi
miniaturizzati, introducendo connettori miniUSB e micro-USB di tipo A e B.
37

Porta seriale (o COM, Communication): è una
porta
che
consente
il
trasferimento
dell’informazione un bit alla volta. Si utilizza ad
esempio per collegare il modem al computer.
Lo standard seriale è noto anche come RS-232, che definisce
un'interfaccia seriale a bassa velocità di trasmissione per lo
scambio di dati tra dispositivi digitali.
Stendendo un cavo fisico tra due apparecchiature elettroniche
dotate di una porta RS-232 è possibile realizzare una
comunicazione tra di loro.

Porta parallela (o LPT, Line Printer Terminal): permette
la trasmissione di dati un byte, cioè 8 bit, alla volta. Si
utilizza ad esempio per inviare dati alla stampante, ma
anche ad altre periferiche quali webcam, scanner, hard
disk, ...
Inizialmente la porta era nata come unidirezionale, cioè
permetteva il flusso dei dati solo in uscita verso la
stampante. Successivamente, la realizzazione di versioni
bidirezionali ha permesso di impiegare la porta anche per
unità diverse, quali scanner, hard disk, webcam ed altro.
La porta parallela è ormai considerata obsoleta: si
preferiscono altri standard di comunicazione come l'USB
(seriale e quindi di minore ingombro, più veloce e
multifunzione).
Per impedire la copia di software viene usato un
dispositivo da collegare alla porta parallela chiamato in vari modi: chiave hardware,
dongle, hardware token. Il dispositivo non interferisce (o non dovrebbe interferire) con altri
usi della porta in quanto "replica" il connettore femmina per collegare altre periferiche e
risultare quindi trasparente per i normali utilizzi della porta. È da tempo sostituito con
versioni per USB.
Anche quando la porta parallela era disponibile solo in forma unidirezionale (uscita) si
erano realizzati sistemi per usarla per acquisire dati.
L'interfaccia parallela è in grado di acquisire e di produrre segnali elettrici di controllo, è
quindi utilizzabile per usi particolari come comandare relè, circuiti di controllo,
programmare memorie, ecc.
38

Porta di rete: in informatica nell'ambito delle
reti di calcolatori, le porte sono lo strumento
utilizzato per permettere ad un calcolatore di
effettuare più connessioni contemporanee
verso altri calcolatori.

Porta FireWire: è un tipo di collegamento via cavo molto simile all'USB, che viene
utilizzata per il trasferimento dei dati. Presenta alcuni vantaggi rispetto alla normale USB e
in particolare
nessun
tipo
di
problema
di
alimentazione.
A
differenza
dello
standard usb, la firewire dà tutta
l'alimentazione necessaria alla periferica
attaccata, per esempio un iPod o una
videocamera. Solo gli hard disk esterni di grandi dimensioni necessitano comunque di
un alimentatore per funzionare;
maggiore velocità media rispetto alla porta USB, per cui i trasferimenti di dati sono più
veloci.
La tecnologia FireWire è stata sviluppata da Apple Computer e permette due diverse
modalità di trasferimento dati:
asincrona: il dato trasferito viene nuovamente inviato se la linea non fosse libera;
isocrona: prevede l’invio di un flusso continuo di dati in tempo reale. Ad esempio in
questa modalità sono acquisiti i dati dagli apparecchi digitali come videocamere e
macchine fotografiche.

Porta HDMI (High Definition Multimedia Interface): permette di collegare un computer a
un televisore digitale ad alta definizione per riprodurre file audio
e video su sistemi audio esterni e televisori digitali. La
connessione HDMI consente la trasmissione ad alta velocità di
un elevato numero di informazioni digitali audio e video non
compresse.
39
1.3
SOFTWARE
Il software, così come l’hardware, è indispensabile per il
funzionamento di un computer. Si può dire che il software
rappresenta il set di istruzioni necessario per poter fare
funzionare correttamente l’hardware.
1.3.1
Definire il termine software e saper distinguere tra i principali tipi di
software: sistemi operativi, applicazioni. Sapere che il software può
essere installato localmente o essere disponibile online
Il software (dall’inglese soft “soffice” e ware “componente”) è la parte invisibile di un computer ed
è sostituito dai programmi residenti nella memoria del computer o nei supporti di memorizzazione.
Nel computer l’insieme dell’hardware e del software sono complementari tra loro e sono
indispensabili per il corretto funzionamento.
Quando si parla di software, generalmente si distingue tra sistema operativo (anche detto software
di sistema o software di base) e programmi applicativi.
Il sistema operativo è indispensabile per il funzionamento
dell'elaboratore ed ha il compito di gestire e controllare le attività
e le risorse di un computer, le applicazioni e le periferiche.
All'avvio dell'elaboratore, i software di boot residenti nella ROM,
eseguono il controllo sui componenti hardware per verificarne il
funzionamento; al termine, il sistema operativo memorizzato su
disco fisso viene caricato nella RAM e si avvia, pronto per essere
utilizzato dall'utente.
Il software applicativo non è necessario per il funzionamento
dell'elaboratore, ma viene creato per soddisfare precise
necessità dell'utente.
In genere, il software utilizzato è installato sul disco fisso del computer
locale; tuttavia, vi sono computer collegati, tramite una rete locale o
Internet, a un elaboratore remoto, detto server, da cui usufruiscono sia
del sistema operativo sia delle applicazioni.
40
1.3.2
Definire il termine sistema operativo e identificare alcuni comuni
sistemi operativi per computer e dispositivi elettronici
Il sistema operativo (operating system) è un insieme di programmi che interagiscono e controllano
le funzionalità della macchina fisica (hardware) in modo tale da offrire ai programmi applicativi ed
agli utenti un insieme di funzionalità. Tale software gestisce le risorse del computer anche dal
punto di vista delle periferiche e fornisce la GUI (Graphical User Interface), cioè l’interfaccia utente
da cui si possono utilizzare i principali servizi.
I componenti di un sistema operativo si possono considerare organizzati a livelli secondo la
struttura illustrata qui sotto.
Interprete dei comandi (shell)
Fornisce l'interfaccia con l'utente che attraverso di esso può inviare comandi al sistema operativo
(ad esempio lettura dalla memoria di massa, creazione ed attivazione di un processo, allocazione
di memoria centrale, caricamento di un programma in memoria centrale ecc.).
L'interfaccia con l'utente può essere di tipo testuale oppure grafico.
Gestore dei file (file system)
Componente che permette l'organizzazione delle informazioni in strutture logiche, dette file,
identificati da nomi e accessibili all'utente tramite opportuni comandi (apertura, lettura, scrittura,
chiusura). Gestisce le operazioni di allocazione di memoria di massa necessarie per memorizzare i
file.
Gestore delle periferiche
Componente che permette di utilizzare correttamente le periferiche e i relativi comandi di
input/output. Il particolare dispositivo software che controlla la comunicazione con la periferica è
detto anche driver della periferica.
Gestore della Memoria
Modulo che gestisce la memoria centrale consentendo ai programmi di lavorare in un proprio
spazio di indirizzamento virtuale. Permette di
proteggere i dati ed i programmi; in generale un programma non può accedere alla zona di
memoria riservata ad un altro;
mascherare l'allocazione fisica dei dati; il programma non vede i dettagli fisici relativi alla
collocazione dei dati;
condividere dati in modo controllato fra più programmi.
41
Nucleo o kernel
Componente che comunica con la macchina fisica per gestire lo stato di avanzamento dei processi
corrispondenti ai vari programmi che sono contemporaneamente attivi. Tutto avviene come se
fossero presente tante macchine virtuali quanti sono i processi attivi, anche se la CPU è
fisicamente una sola.
BIOS (Basic Input Output System)
A differenza degli altri componenti, questo modulo, che può essere considerato separato dal
Sistema Operativo vero e proprio, non risiede nella memoria di massa ma è memorizzato
permanentemente su una ROM (memoria di sola lettura). Al momento dell'accensione l'elaboratore
come prima cosa cerca il BIOS che fornisce una sorta di collegamento fra l'hardware ed il
software. Il BIOS gestisce varie funzionalità (gestisce le comunicazioni attraverso le porte del
computer, interpreta i dati immessi da tastiera, visualizza i caratteri sullo schermo) in modo tale da
rendere il sistema operativo indipendente dall'hardware.
All’avvio del computer i software di boot, residenti nella ROM, eseguono il controllo sulle
componenti hardware per verificarne il funzionamento.
Al termine di questa operazione il sistema operativo, memorizzato su disco fisso, viene caricato
nella memoria RAM e si avvia, pronto per essere utilizzato dall’utente.
Il sistema operativo quindi:
si colloca tra hardware e software applicativo, permettendo
l’esecuzione dei programmi e lo scambio dei dati tra CPU e
periferiche;
controlla l’input e l’output di qualsiasi operazione, cioè il
trasferimento di dati dalla memoria del computer ad una periferica
o ad una memoria di massa o viceversa;
gestisce le code di stampa (spool), cioè l’insieme dei documenti
inviati alla stampante e in attesa di essere stampati;
fornisce la GUI (interfaccia grafica), per consentire all’utente di
interagire con il sistema ed operare su file e cartelle.
PER SAPERNE DI PIÙ
Nella tabella seguente si propone un elenco dei più noti sistemi operativi.
SISTEMA
OPERATIVO
Unix
DESCRIZIONE
Unix è un sistema operativo scritto in C, inizialmente sviluppato da un gruppo di ricerca dei laboratori
AT&T e Bell Laboratories, di cui facevano parte Ken Thompson (programmatore e hacker
statunitense) e Denis MacAlistar Ritchie (programmatore statunitense sviluppatore del linguaggio C,
insieme a Brian Kernighan e Ken Thompson).
Il primo sistema operativo che può definirsi a tutti gli effetti come "Unix" fu sviluppato da Ken
Thompson nel 1969 per poter eseguire un programma chiamato "Space Travel", che simulava i
movimenti del sole e dei pianeti, così come il movimento di una navicella spaziale che poteva
atterrare in diversi luoghi.
Unix non è un sistema operativo unico, come molti potrebbero pensare, bensì è una grande famiglia
di sistemi operativi (come ad esempio FreeBSD, NetBSD, OpenBSD, BSD, AIX, System V, SunOS,
varie distribuzioni di Linux, ecc.), aventi comandi e caratteristiche simili e disponibili per molte
architetture hardware (come ad esempio x86, alpha, ecc.).
Le caratteristiche sono:
 Multiutente: più utenti possono interagire da terminali diversi contemporaneamente con il
sistema, che evita interferenze tra le attività dei vari utenti. All'interno del sistema ogni utente è
individuato univocamente da un nome logico (lo username). Inoltre, gli utenti sono suddivisi in
gruppi, ciascuno individuabile univocamente mediante il suo nome (il groupname). In ogni
sistema è definito l'utente root, che rappresenta l'amministratore di sistema, e che, in generale,
non ha alcuna limitazione nell'accesso alle risorse del sistema stesso;
42





Multiitasking: il suo nucleo può supportare la contemporanea esecuzione di più processi gestiti a
divisione di tempo;
Gestione della memoria virtuale: il sistema di gestione della memoria in Unix si basa su
paginazione e segmentazione. Queste caratteristiche consentono ad ogni processo di indirizzare
un'area di memoria di dimensioni eventualmente superiori a quelle della memoria centrale
effettivamente disponibile;
Portabile: grazie all'impiego del linguaggio C nella realizzazione del sistema, esso gode di
un'elevata portabilità, ed è oggi disponibile su una vasta gamma di architetture;
Aperto: Unix realizza alcuni dei più diffusi servizi e protocolli di comunicazione della rete Internet,
rendendo possibile una facile integrazione all'interno di una rete;
Ambiente di sviluppo per programmi scritti in "C": Unix mantiene tuttora uno stretto legame con il
linguaggio di programmazione "C". Questa relazione si manifesta anche nella disponibilità
all'interno delle utilità di sistema di un insieme piuttosto ricco di strumenti per lo sviluppo di
applicazioni in "C" (tra i quali il “compilatore cc”).
Apple DOS
(Apple Disk Operating
System)
Il sistema operativo Apple DOS era il sistema operativo per dischi dei personal computer della serie
Apple II distribuito da Apple Computer dal 1978 fino al 1983.
L'Apple DOS fu rilasciato in 3 versioni principali: DOS 3.1, DOS 3.2 e DOS 3.3. Ognuna di esse fu
seguita da una versione minore che correggeva i bug della maggiore e solo nel caso dell'Apple DOS
3.2 essa ebbe un proprio numero di versione (3.2.1) mentre le altre mantennero il numero originale.
La versione più nota ed usata fu la 3.3, rilasciata nel 1980 e aggiornata successivamente nel 1983
con un paio di "bug-fix release" (o versione con correzione di bug).
L'Apple DOS fu scritto per la maggior parte da Steve Wozniak, Randy Wigginton e Paul Laughtond,
un programmatore esterno ad Apple. Siccome lo sviluppo del DOS fu terminato in fretta per poter
essere abbinato alla nuova unità a dischi prodotta da Apple, il Disk II, non ci fu il tempo per preparare
un manuale dell'utente: per questo motivo il DOS fu distribuito senza una documentazione ufficiale
ma solo con alcune note sulle principali caratteristiche e su alcuni comandi. Fu solo con il rilascio
della versione 3.2, avvenuta a febbraio 1979, che un manuale degno di questo nome fu reso
disponibile agli utenti.
MS DOS
(Microsoft Disk Operating
System)
Il sistema operativo MS DOS è stato il primo ad essere introdotto nel lontano 1980 su computer IBM
compatibili con processore x86. Era un sistema con interfaccia testuale e quindi ogni comando
doveva essere digitato da tastiera, seguendo una rigorosa sintassi.
L'interfaccia standard di MS-DOS, un'interfaccia a riga di comando caratterizzata da un'interazione di
tipo testuale tra utente e computer (l'utente impartisce comandi testuali in input mediante tastiera
alfanumerica e riceve risposte testuali in output dall'elaboratore mediante display o stampante
alfanumerici), era una shell (chiamata command), come su tutti i sistemi dell'epoca.
Il programma tipicamente non esegue alcunché fino a quando non riceve un comando di input
dall'utente. Il cursore lampeggiate o evidenziato, detto prompt, indica la posizione nella schermata
dove verrà eventualmente scritto il comando desiderato dall'utente.
L'utente deve comporre i comandi in forma di righe di testo che rispettino una precisa sintassi. Spesso
un comando presenta delle opzioni aggiuntive, da inserire dopo il comando stesso, che specificano
una funzionalità specifica o aggiuntiva del comando stesso. Dopo aver composto una riga, bisogna
tipicamente battere il tasto "Invio" o "Enter". A questo punto, il programma analizza (interpreta) la riga
di comando, e se questa è stata composta in modo sintatticamente corretto la esegue, altrimenti
questi non esegue il comando restituendo all'utente una segnalazione del primo errore incontrato
nella lettura e ripartendo dal prompt. Come effetto dell'esecuzione di un comando, si può ottenere la
scrittura di un testo di risposta da parte del programma sul terminale o su un diverso dispositivo di
output.
In seguito divennero disponibili altre interfacce utente, basate su menù testuali (come, ad esempio,
Norton Commander) o grafiche, come le prime versioni di Microsoft Windows fino alla 3.11.
Come praticamente tutti i sistemi operativi per home e personal computer del periodo, l'MS-DOS era
un sistema operativo monoutente e monotask, cioè capace di far girare un solo programma alla volta.
I principali limiti di DOS sono stati la limitazione a 640KB di RAM, la mancanza di supporto per il
multitasking, l'architettura esclusivamente a 16 bit e il fatto che ogni processo una volta avviato
avesse il controllo totale del sistema. Tali limitazioni erano dovute a scelte progettuali, basate sulle
limitazioni del primo PC IBM; essendo strutturali, questi limiti non furono in seguito superabili. Divenuti
presto evidenti per la rapidissima evoluzione tecnologica di quegli anni, questi limiti vennero poi
aggirati con stratagemmi software come i gestori di memoria EMS e XMS, e i cosiddetti DOS extender
che gestivano il funzionamento a 32 bit in modalità protetta, che MS-DOS non poteva supportare.
Tuttavia non si trattava di modifiche strutturali al sistema operativo: in ogni caso la gestione del file
system e la risposta agli interrupt restavano comunque in mano al vecchio MS-DOS e soffrivano dei
suoi limiti.
Alla fine, la Microsoft fu costretta ad abbandonare l'MS-DOS e scrivere da zero una nuova famiglia di
sistemi operativi, cioè le varie versioni di Windows 9x e NT.
Il codice eseguibile fondamentale del DOS era contenuto in due file dal nome IBMBIO e IBMDOS. Il
primo conteneva le routine di servizio degli interrupt e la gestione delle periferiche fisiche e caricava il
secondo, che conteneva il gestore di periferiche logiche e il gestore del file system FAT. IBMDOS
caricava a sua volta il COMMAND.COM, la shell interprete dei comandi.
43
Mac OS
(Macintosh Operating
System)
Mac OS è il sistema operativo di Apple dedicato ai computer Macintosh.
La prima versione di Mac OS risale al 1984, e aveva la caratteristica di essere un sistema operativo
completamente grafico. Questa novità favorì molto la popolarità delle GUI (Graphical User Interface),
e il ruolo che Mac Os ebbe nella loro diffusione è ampiamente riconosciuto.
Il nome Mac OS è in realtà riferito a due famiglie di sistemi operativi:
 Il Mac OS Classic, cioè il sistema operativo montato sul primo modello di Macintosh nel 1984 ed
evolutosi, attraverso numerose versioni, fino al 2001 (attualmente non più sviluppato).
 L'attuale OS X (nel senso di "dieci") commercializzato a partire dal 2001.
Il sistema operativo del Macintosh originariamente non aveva un nome particolare, essendo parte
integrante del prodotto. La versione 7 fu commercializzata semplicemente come "System 7" e con
questo nome era conosciuta dagli utenti.
La fama del Macintosh è dovuta in gran parte alla sua interfaccia utente grafica (GUI). Quando fu
introdotto il Macintosh, nel 1984, esistevano altri sistemi con GUI, tuttavia, Macintosh fu il primo di
questi computer ad avere un grande successo commerciale, e diede inizio alla diffusione di massa
dell'interfaccia grafica.
Apple impiegò grandi risorse nello studio di un'interfaccia grafica semplice e intuitiva da usare, e il
Mac fu il modello a cui aspirarono numerosi altri progetti di GUI.
Altre caratteristiche peculiari del primo Macintosh per l'epoca furono l'utilizzo standard di un mouse e
di un lettore per dischetti da tre pollici e mezzo. Il primo Mac era dotato di soli 128 KB di RAM, e la
maggior parte del sistema operativo era contenuta in ROM. Gran parte del sistema operativo fu
sviluppato in Assembly e il resto in Pascal.
Il sistema funzionava sui processori CISC Motorola della serie 68000, utilizzati nei Macintosh per molti
anni. Nel 1994 vennero lanciati i Power Macintosh basati sui processori RISC PowerPC, sviluppata da
un consorzio comprendente Apple, IBM e Motorola, ed il sistema operativo venne gradualmente
convertito in codice PowerPC. Questa operazione richiese molto tempo.
Mentre il Mac OS classico veniva gradualmente ottimizzato per la nuova architettura PowerPC, Apple
aveva in mente di sostituirlo con un sistema operativo completamente nuovo; il vecchio Mac OS,
infatti, soffriva ancora di molte limitazioni imposte dalle scarse risorse del Macintosh originale, come la
mancanza del multitasking preemptivo e della memoria protetta. Dopo una serie di joint-venture (Pink,
Taligent), Apple puntò sullo sviluppo di Copland, un nuovo sistema operativo che avrebbe dovuto
offrire multitasking preemptivo e memoria protetta pur mantenendo la piena compatibilità con il
software preesistente. Copland sarebbe dovuto diventare Mac OS 8, ma la cattiva gestione del
progetto (in particolare il requisito della piena retrocompatibilità) portarono a grandi ritardi sulla tabella
di marcia e, infine, all'abbandono del nuovo sistema. Mac OS 8 e Mac OS 9 vennero rilasciati, ma
continuarono ad essere basati sulla tecnologia del System 7 (Blue).
Dopo il fallimento di Copland, Apple si rese conto che l'unico modo di avere un sistema operativo
aggiornato in tempi brevi era adottarne un altro già esistente. Furono vagliate diverse possibilità e alla
fine la scelta cadde sul sistema OpenStep di NeXT. NeXT era stata fondata dallo stesso Steve Jobs,
che in precedenza aveva fondato Apple insieme a Steve Wozniak; con l'aquisizione di NeXT, Jobs
tornò alla guida di Apple, e venne intrapreso lo sviluppo di un sistema che unisse la base UNIX di
OpenStep (Microkernel Mach) con l'interfaccia grafica e le molte tecnologie ad alto livello del Mac OS.
Il risultato di questa unione è stato Mac OS X, che nel giro di pochi anni ha completamente
rimpiazzato il Mac OS 9, ribattezzato nel frattempo Classic. Per garantire la compatibilità con le
vecchie applicazioni, rimase la possibilità di caricare, all'occorrenza, Classic all'interno di un apposito
task di Mac OS X.
Il Mac OS versione 10, denominato Mac OS X, non è una semplice evoluzione del Mac OS Classic,
ma è stato completamente riscritto e costituisce, di fatto, un sistema operativo diverso.
A fine giugno 2005 giunse la notizia dell'adozione di CPU Intel per le macchine Apple, appositamente
modificati per far funzionare il Mac OS X: fu uno storico cambiamento. Con questa strategia Apple ha
inteso colmare il gap prestazionale presente nel campo dei portatili ma anche conquistare nuovi
settori di mercato alla concorrenza. Forte della nuova architettura, Apple ha quindi dato la possibilità
di eseguire in dual boot anche i sistemi Windows Xp, Vista e 7 sui nuovi Mac basati su Intel, grazie
allo sviluppo di Boot Camp, una piccola applicazione la cui versione definitiva è stata inclusa nel Mac
OS X 10.5.
Microsoft
Windows 1.0
Windows 1.0 (1985), commercializzato dal 20 novembre 1985, è stato il primo tentativo di Microsoft di
implementare un ambiente operativo capace di multitasking e basato su una interfaccia grafica anche
su piattaforma PC.
Windows 1.0 rappresentò a tutti gli effetti la primissima incarnazione del sistema operativo Windows.
Diversamente dalle versioni successive, Windows 1.0 offriva un multitasking limitato delle applicazioni
MS-DOS esistenti; fu posta invece attenzione a creare un paradigma di interazione, un modello di
esecuzione e delle API stabili che fossero usate in futuro per applicazioni native. Venti anni dopo, non
solo si possono ancora eseguire programmi scritti per Windows 1.0 su Windows XP, ma si può anche
ricompilare il loro codice sorgente per ottenere un'applicazione moderna, apportando solo lievi
modifiche.
Windows 1.0 è spesso considerato erroneamente una vera "interfaccia di MS-DOS", considerazione
che è stata applicata anche alle versioni successive. In effetti Windows 1.0 veniva lanciato da MSDOS, poteva a sua volta richiamare funzioni di MS-DOS e i programmi di interfaccia si eseguivano da
file .exe proprio come i programmi di MS-DOS. Tuttavia i file .exe di Windows avevano un formato
"new executable" (nuovo eseguibile) tutto loro, che solo Windows poteva elaborare e che, per
esempio, permetteva di caricare parti di codice e di dati su richiesta. Le applicazioni potevano
amministrare la memoria solo attraverso il sistema di gestione della memoria proprio di Windows, che
implementava uno schema di memoria virtuale software e che permetteva l'esecuzione di programmi
più grandi della memoria RAM disponibile.
Considerare Windows 1.0 una "interfaccia del DOS" non tiene conto del fatto che era stato progettato
44
solo per essere un ambiente grafico usato dalle applicazioni, e non un sistema operativo completo.
Windows 1.0 includeva driver originali per schede video, mouse, tastiere, stampanti e porte seriali e le
applicazioni potevano richiamare soltanto le API basate su questi driver. Tenendo conto che al tempo
le possibilità grafiche di MS-DOS erano estremamente limitate e data la limitata utilità degli altri servizi
che offriva, gli applicativi MS-DOS dovevano accedere direttamente all'hardware (o a volte sfruttare il
BIOS) per svolgere il proprio lavoro. Perciò, piuttosto che fungere da interfaccia a MS-DOS, Windows
1.0 gli fece da complemento e in parte lo rimpiazzò. L'estensione di questo rimpiazzo progressivo del
DOS sarebbe incrementato nelle versioni successive.
Versione 1.01 – Novembre 1985 - Fu la prima versione effettivamente pubblicata, perché la 1.00 fu
subito ritirata a causa di un difetto.
Versione 1.02 – Maggio 1986 - Fu distribuita come versione internazionale, tradotta in molte lingue
Europee.
Versione 1.03 – Agosto 1986 - Fu una versione solo per gli Stati Uniti, con l’aggiunta delle migliorie
già introdotte nella versione internazionale. Inoltre includeva i driver per le tastiere europee, per
stampanti e per schermi.
Versione 1.04– Aprile 1987 - Fu aggiunto il supporto per l’adattatore VGA del nuovo computer
IBM/PS2. Microsoft e IBM annunciarono nello stesso periodo l’introduzione del sistema OS/2 e della
GUI Presentation Manager di OS/2, che avrebbe dovuto rimpiazzare sia MS-DOS sia Windows.
Windows 1.x fu abbandonato nel novembre 1987, con l’uscita di Wndows 2.0.
Microsoft
Windows 2.0
Windows 2.0 (1987) è un'interfaccia grafica sviluppata dalla Microsoft per i personal computer dotati
di sistema operativo MS-DOS.
Venne presentato nel 1987 ed era compatibile con il software sviluppato per Windows 1.0 ma forniva
una migliore gestione delle finestre che ora potevano essere sovrapposte. Per la prima volta in un
sistema Microsoft compaiono le icone, i menu ed i box di dialogo (proprio per via delle icone la Apple
fece causa alla Microsoft per violazione di brevetto, ma in seguito i giudici diedero ragione alla
Microsoft rigettando le accuse dell'Apple poiché questa aveva condiviso i diritti dell'interfaccia con
l'azienda di Gates). Viene introdotto il DDE (Dynamic Data Exchange) per facilitare la comunicazione
tra diversi applicativi e lo standard SAA (System Application Architecture) per rendere omogenee le
diverse applicazioni. Le prestazioni vennero migliorate con una più raffinata gestione della memoria
che consentiva di sfruttare parte della memoria estesa pur rimanendo in modalità reale, le applicazioni
DOS potevano superare i 640 KByte di memoria, venne inoltre aggiunto il supporto alla specifica LIM
EMS 4.0 (Lotus Intel-Microsoft Expanded Memory Specification).
Inizialmente progettato per macchine 8086 e 8088, all'introduzione di processori 80286 e 80386
vengono rilasciati Windows 2.1 (per 80286) e Windows/386 (per 80386) in grado di funzionare anche
in modalità a 32 bit. L'insieme di Windows 2.0 e di queste due successive estensioni è indicato
talvolta con la denominazione Windows 2.x.
Microsoft
Windows 3.0
Windows 3.0 (1990) fu la prima versione di Windows a conoscere un buon successo commerciale,
permettendo a Microsoft di competere con i computer Apple Macintosh e Commodore Amiga sul
fronte dell'interfaccia grafica.
Questa versione includeva un'interfaccia utente riorganizzata, assieme a miglioramenti tecnici per
permettere l'uso delle funzionalità dei processori Intel 80286 e 80386. I programmi che non facevano
uso dell'interfaccia grafica potevano essere eseguiti in una finestra, rendendo il sistema utilizzabile
come una grezza piattaforma multitasking per le applicazioni DOS.
La shell MS-DOS Executive venne sostituita da Program Manager e File Manager, e venne introdotto
il Pannello di controllo, che includeva una limitata gestione dello schema di colore dell'interfaccia. Era
inclusa una limitata quantità di applicazioni, come un semplice editor di testo (Notepad), un word
processor (Write), un gestore di macro, un programma di disegno (Paintbrush), un'agenda di
appuntamenti (Agenda), uno schedario ed una calcolatrice.
Kernel Linux
Linux è un kernel distribuito con licenza GNU General Public License; è stato creato nel 1991 da
Linus Torvalds. Integrato con il Sistema GNU, sviluppato da Richard Stallman, ha dato vita al sistema
operativo GNU/Linux (chiamato comunemente con il solo nome Linux).
Il kernel è il "cuore" di un sistema operativo (nucleo) e fornisce tutte le funzioni essenziali per il
sistema, in particolare la gestione della memoria primaria, delle risorse hardware del sistema e delle
periferiche, assegnandole di volta in volta ai processi in esecuzione. La controparte del kernel è la
shell, ovvero l'interfaccia utente del sistema, la parte più esterna. I programmi chiedono le risorse al
kernel attraverso delle chiamate (system call) e non possono accedere direttamente all'hardware. Il
kernel si occupa quindi di gestire il tempo processore, le comunicazioni e la memoria distribuendole ai
processi in corso a seconda delle priorità (scheduling) realizzando così il multitasking.
L'architettura scelta da Torvalds per il kernel fu causa di un dibattito molto acceso con Andrew S.
Tanenbaum nel 1992 sul newsgroup comp.os.minix.
Sebbene oggi il kernel possa essere compilato in modo da avere un'immagine binaria ridotta al
minimo e i driver caricabili da moduli esterni, l'architettura originaria è chiaramente visibile: tutti i driver
infatti devono avere una parte eseguita in kernel mode, anche quelli per cui ciò non sarebbe affatto
necessario (ad esempio i driver dei file system).
Come ogni progetto che sia software libero, anche il kernel Linux è in continua evoluzione. La
dimensione del kernel Linux cresce in maniera esponenziale, aggiungendo nuovi moduli, nuovo
hardware supportato e così via.
Linux è un kernel che supporta il multitasking ed è multi utente. Ciò permette che diversi utenti (con
privilegi differenziati) possano eseguire sullo stesso sistema diversi processi software in simultanea.
Attualmente Linux supporta gran parte dell'hardware disponibile per PC e supporta un numero
enorme di architetture (tra cui SPARC, PowerPC e le più moderne CPU a 64 bit).
45
Dato che il codice sorgente di Linux è disponibile a tutti, è ampiamente personalizzabile, al punto da
rendere possibile, in fase di compilazione, l'esclusione di codice non strettamente indispensabile. La
flessibilità di questo kernel lo rende adatto a tutte quelle tecnologie embedded emergenti e anche nei
centri di calcolo distribuito (cluster Beowulf) fino ad essere incorporato in alcuni videoregistratori
digitali e nei telefoni cellulari.
Storia di Linux
Nell'aprile del 1991 Linus Torvalds, uno studente finlandese di informatica presso l'Università di
Helsinki, all'età di 21 anni iniziò a lavorare su alcune semplici idee per un sistema operativo. Iniziò con
un context switch, cioè uno stato del sistema operativo in cui avviene il cambiamento del processo
correntemente eseguita dal micro, programmato in assembly su processore Intel 80386 e un driver da
terminale. A questo punto, il 25 agosto 1991, Torvalds scrisse un post, di cui è riportata una
traduzione:
«Sto programmando un sistema operativo (gratuito e solo per hobby, non vuole essere grande e
professionale come GNU) per cloni di AT 386(486). È in preparazione da Aprile, e sta iniziando a
funzionare. Mi piacerebbe sapere cosa vi piace e non vi piace in Minix, siccome il mio Sistema
Operativo gli assomiglia in parte (fra le altre cose, lo stesso layout fisico del filesystem, per ragioni
pratiche).
Ho convertito la shell bash (v.1.08) e GCC (v.1.40), e sembrano funzionare. Ciò denota che otterrò
qualcosa di funzionante in pochi mesi e mi piacerebbe sapere quali funzionalità vuole la maggior
parte della gente. Ogni suggerimento è ben accetto, anche se non posso promettervi che lo
implementerò.»
Linus aveva iniziato a programmare il kernel su un'architettura Minix, un sistema operativo libero
programmato dal professore universitario Andrew S. Tanenbaum, che poi però criticò molto il lavoro
dello studente finlandese.
Dopo la pubblicazione di questo post, molte persone collaborarono allo sviluppo del progetto, e il 5
ottobre 1991 Linus rilascia la versione 0.02 del kernel, circa un mese dopo del rilascio della versione
0.01, che però non ebbe grande successo. Egli scrisse, in occasione del rilascio, il seguente post:
«Rimpiangete i bei giorni di Minix 1.1, quando gli uomini erano uomini e scrivevano da soli i driver?
Vi manca un bel progetto e morite dalla voglia di spezzarvi le ossa con un Sistema Operativo che
potete provare a modificare secondo le vostre necessità? Trovate frustrante che su Minix funziona
tutto? Non passate più intere notti per ottenere un programma che lavora meravigliosamente? Allora
questo post dovrebbe essere fatto apposta per voi
Come ho detto un mese fa, sto lavorando su una versione libera di un clone di Minix per computer
AT-386. Ha finalmente raggiunto uno stadio in cui è usabile (sebbene non possa dipendere da ciò che
volete), e sono favorevole a rendere pubblici i sorgenti per la grande massa. È solo la versione 0.02
(è già pronta una patch molto piccola), ma ho avviato con successo la shell bash/GCC/GNUmake/GNU-sed/compress eccetera.
I sorgenti di questo mio progetto possono essere scaricati nic.funet.fi nella cartella /pub/Linux. La
cartella contiene anche qualche file README e un paio di binari da eseguire con Linux (bash, update
and gcc, cosa si può volere di più :-). È fornito il sorgente completo del kernel dato che non è stato
utilizzato codice proveniente da Minix. Il sorgente delle librerie è solo parzialmente libero e non è
quindi al momento distribuibile. È possibile compilare il sistema così com'è ed è stato riconosciuto
funzionante. Heh. I sorgenti dei binari (bash e gcc) possono essere trovati nello stesso posto in
/pub/gnu.
ATTENZIONE! NOTA! Questi sorgenti necessitano di minix-386 per essere compilati (e gcc-1.40, o,
non è stato testato, 1.37.1), e impostati correttamente per il funzionamento, quindi non è ancora un
sistema indipendente per chi non avesse Minix. Ci sto lavorando. Devi anche essere parecchio
esperto per impostarlo correttamente, quindi per quelli che speravano in un'alternativa a minix-386,
per favore ignoratemi. Al momento è indirizzata ad esperti interessati ai sistemi operativi e 386 con
accesso a Minix.
Il sistema necessita di un disco rigido AT-compatibile (IDE va bene) e EGA/VGA. Se siete interessati
vi prego di scaricare il README e le note di rilascio, e/o spedirmi un'email per ulteriori informazioni.
Riesco (più o meno) a sentirvi mentre vi chiedete "perché?". Hurd uscirà tra un anno (o 2, o il
prossimo mese, chi lo sa), e ho già Minix. Questo è un programma per programmatori scritto da un
programmatore. Mi è piaciuto scriverlo, e a qualcuno potrebbe piacere darci un'occhiata e anche
modificarlo per le proprie esigenze. È abbastanza piccolo da capire, usare e modificare, e sono
curioso dei vostri commenti.
Mi piacerebbe anche sentirli da chiunque abbia scritto qualsiasi utility o funzione di libreria per Minix.
Se i vostri sforzi sono liberamente distribuibili (sotto copyright o anche di pubblico dominio), mi
piacerebbe sentirvi, in modo che possa aggiungerli al sistema. Sto usando Earl Chews estdio al
momento (grazie per un sistema carino e funzionante Earl), e lavori simili saranno molto ben accetti. Il
vostro C sarà ovviamente lasciato intatto. Scrivetemi due righe se volete lasciarmi usare il vostro
codice.»
Fu dato inizio ad un newsgroup alt.os.linux e il 19 gennaio 1992 fu inserito il primo post. Nel 31 marzo
1992, alt.os.linux divenne comp.os.linux.
Presto fu effettuato il porting di X Window System su Linux. La prima versione di Linux ad essere
capace di eseguire X fu la 0.95 nel marzo del 1992. Questo grande salto di numerazione nella
versione (da 0.1x a 0.9x) fu dovuto al fatto che si sentiva molto vicina una versione 1.0 senza nessun
pezzo mancante. Tuttavia questa sensazione era troppo ottimista e dal 1993 fino agli inizi del 1994
furono rilasciate 15 versioni della versione 0.99.
Il 14 marzo 1994 fu rilasciato Linux 1.0.0, con 176.250 linee di codice.
A marzo del 1995, fu rilasciato Linux 1.2.0 (310,950 linee di codice).
La versione 2 di Linux, rilasciata il 9 giugno 1996, fu seguita da altre versioni maggiori sotto il prefisso
della versione 2:
46


25 gennaio 1999 - Rilascio di Linux 2.2.0 (1,800,847 linee di codice).
18 dicembre 1999 - Furono pubblicate le patch per mainframe IBM 2.2.13, che permisero a
Linux di essere installato su macchine di livello enterprise.
 4 gennaio 2001 - Rilascio di Linux 2.4.0 (3,377,902 linee di codice).
 17 dicembre 2003 - Rilascio di Linux 2.6.0 (5,929,913 linee di codice).
 9 ottobre 2008 - Rilascio di Linux 2.6.27 (9,709,868 linee di codice).
 24 dicembre 2008 - Rilascio di Linux 2.6.28 (10,195,402 linee di codice).
 20 ottobre 2010 - Rilascio di Linux 2.6.36 (13,499,457 linee di codice).
Nel luglio del 2011, per festeggiare il 20º anniversario della nascita di Linux, Torvalds ha deciso di
rilasciare il kernel linux, passando ad un sistema di numerazione a 2 cifre, rilasciando la versione 3.0
del kernel. L'ultima release della serie 2.6 è stata la 2.6.39.
La prima relase della nuovo sistema di numerazione adottato - la 3.0 - pubblicata contiene 14,646,952
righe di codice.
Microsoft
Windows 3.1
Windows 3.1 (nome in codice Janus) venne rilasciato il 18 marzo 1992 ed aggiunse un supporto di
base per la multimedialità per l'input/output audio e una applet per il lettore CD, assieme ai font
TrueType per il desktop publishing. Una funzionalità simile era già disponibile per Windows 3.0
attraverso il programma Adobe Type Manager (ATM) il sistema di font creato da Adobe.
Windows 3.1x contiene una combinazione di colori di nome Hotdog Stand. Questo contiene la
combinazione di rosso, giallo e nero. La combinazione di colori è stata progettata per aiutare le
persone con il daltonismo a vedere più facilmente il testo o la grafica sullo schermo.
Microsoft
Windows 3.11
La Microsoft nel 1993 rilasciò Windows 3.11 come un aggiornamento per Windows 3.1: dopo
l’installazione di esso, a parte l'aggiunta di nuovi file, cambiava la versione del Sistema Operativo
nelle informazioni di sistema da 3.1 a 3.11.
Windows 3.11 non era una versione di Windows, ma piuttosto un aggiornamento software per
Windows 3.1, molto simile al moderno service pack.
Per chi acquistava un nuovo computer in quel momento era disponibile il set di dischi di Windows
3.11, cosicché chi acquistava il computer non dovesse prima installare Windows 3.1 per poi
aggiornarlo alla versione 3.11.
Microsoft
Windows NT 3.1
Windows NT 3.1 (1993) (chiamato in codice OS/2 3.0 e NT OS/2), è la prima release di Windows NT,
il sistema operativo a 32 bit di Microsoft dedicato ai server, rilasciato il 27 luglio 1993. Il numero di
versione fu scelto per omogeneità con Windows 3.1, che era allora la versione più aggiornata
dell'ambiente operativo per PC di Microsoft e che aveva un'interfaccia utente simile. Di NT 3.1 furono
rilasciate due versioni, Windows NT 3.1 e Windows NT Advanced Server.
Windows NT aveva caratteristiche che lo rendevano adatto per il mercato di server LAN (che nel 1993
stava conoscendo un rapido successo), grazie alle opzioni avanzate di networking di cui disponeva, e
grazie all'efficienza del nuovo file system NTFS. La successiva versione 3.5, seguita a breve distanza
dalla versione 3.51, segnarono l'inizio dell'ascesa di Microsoft in questo segmento di mercato, che
negli anni seguenti avrebbe finito con il dominare a spese di Novell.
47
Microsoft
Windows 95
Microsoft Windows 95 (nome in codice Chicago), comunemente conosciuto come Windows 95, è un
sistema operativo proprietario di Microsoft Corporation appartenente alla famiglia Microsoft Windows
e dedicato ai PC IBM e compatibili..
Rilasciato il 24 agosto 1995 per processori Intel 80386 e superiori, Windows 95 è il primo sistema
operativo ibrido 16/32 bit a interfaccia grafica della famiglia Windows 4.x.
Windows 95 si diffuse rapidamente tra gli utilizzatori di personal computer, permettendo alla Microsoft
di affermarsi definitivamente sul mercato dei sistemi operativi e di assumere una posizione dominante
anche negli anni a venire. Ciò che permise a questo sistema di diffondersi tra utenti domestici fu
l'innovativa grafica, che semplificava notevolmente l'utilizzo del computer rispetto alle precedenti
versioni e agli altri sistemi operativi concorrenti, ma soprattutto il prezzo molto più abbordabile rispetto
a OS più costosi come quelli della Apple.
Windows 95, a differenza dei suoi predecessori non era un "ambiente operativo", cioè non
necessitava del DOS per poter lavorare. È stato il primo sistema operativo a vasta diffusione ad
introdurre lo start menu (o menu di avvio), e la shell grafica explorer (o gestione risorse).
La versione 95 di Windows introduce al grande pubblico anche la taskbar (o barra delle applicazioni).
Tutti i successivi sistemi operativi Microsoft hanno implementato ulteriori versioni dello stesso design
di interfaccia grafica, che raccoglieva, integrandole insieme, Start Menu, Taskbar e GUI.
Ispirandosi con successo alle interfacce grafiche preesistenti, valutandone i pro e i contro, gli esperti
adattarono ed adottarono gli attributi più salienti e utili che una GUI dovrebbe possedere, li fusero
insieme e li inserirono in Windows; hanno poi cercato nuove soluzioni che rendessero semplice
l'approccio ad un Sistema Operativo concepito per essere dall'inizio integrato con la sua interfaccia
grafica.
Un'altra notevole innovazione rispetto ai precedenti SO di Microsoft fu l'introduzione del Plug and
play, una tecnologia che permette al sistema operativo di assegnare automaticamente all'hardware
compatibile risorse hardware quali IRQ, porte di I/O e canali DMA. In modo tale che anche utenti
molto inesperti potessero installare nuove schede di espansione.
Ispirata da una tecnologia preesistente, l'introduzione del Plug and play in Windows, fu colta però dal
mercato con un'iniziale diffidenza, a causa del fatto che in Windows 95 la sua implementazione non
era ancora perfetta, e per la necessità di dover supportare ancora per diverso tempo (e in qualche
modo renderli stabili) anche hardware, periferiche e BIOS antecedenti a tale tecnologia e che non
potevano essere certificati come Plug and play. Col tempo però, l'utilità di avere una tecnologia Plug
and play è stata apprezzata dagli utenti e dai produttori di hardware, ed è entrata a pieno titolo fra le
caratteristiche "standard" delle successive versioni di Windows.
Windows 95 inglobava una versione speciale di MS-DOS (con numero di versione 7.0), mettendo di
fatto fuori mercato le implementazioni di DOS della concorrenza; anche grazie a questo Microsoft
rafforzò la sua posizione dominante nel mercato dei sistemi operativi. Windows 95, in altre parole, fu
un prodotto con due ruoli: grazie alla sue doti di usabilità aumentò il numero di utenti informatici, ma
contemporaneamente mise di fatto fine alla competizione nel mercato dei sistemi operativi con
interfaccia grafica. Ciò pose le basi per il processo antitrust nei confronti di Microsoft, che prese il via
quando, in seguito, il browser Internet Explorer venne integrato nel sistema operativo; ma ciò avverrà
più tardi con l'arrivo di Windows 98.
Microsoft
Windows NT 4.0
Windows NT 4.0 (chiamato in codice Cairo), rilasciato il 24 agosto 1996, è la quarta versione
principale della famiglia Windows NT.
È un sistema a 32-bit disponibile nelle versioni workstation e server con un'interfaccia grafica simile a
Windows 95. La sigla "NT", pur senza dichiarazioni ufficiali, è nota come l'acronimo di "New
Technology".
Sebbene fosse più stabile di Windows 95, era meno flessibile da un punto di vista dell'utente medio.
La sua stabilità è dovuta alla virtualizzazione dell'hardware e all'accesso all'hardware via API piuttosto
che quello diretto con il DOS e Windows 95. Di contro, l'utilizzo delle API produceva più richieste al
sistema operativo e rallentava le applicazioni, soprattutto i giochi.
La divisione delle due famiglie NT e "9x" finì con l'arrivo del Windows XP, quando le API per i giochi
come OpenGL e DirectX divennero sufficientemente mature e l'hardware fu abbastanza potente per
rendere accettabili le maggiori richieste generate dalle API.
Windows NT 4.0 fu reso obsoleto con l'avvento di Windows 2000, anche perché dimostrava ormai
crescenti problemi di sicurezza.
Microsoft
Windows 98
Windows 98 (nome in codice Memphis) è il secondo sistema operativo grafico della linea Windows 9x.
È stato rilasciato in versione RTM il 15 maggio 1998 e in versione retail il 25 giugno 1998.
Come il suo predecessore, possiede un Kernel Monolitico ibrido a 16 bit/32 bit basato su MS-DOS.
Questo sistema operativo possiede un supporto migliorato per gli standard hardware come USB,
MMX e AGP; è inoltre dotato del supporto del file system FAT32, di monitor multipli, WebTV e
l'integrazione di Internet Explorer nell'interfaccia grafica (GUI) di Windows, chiamato Active Desktop.
Questo sistema operativo coinvolse Microsoft in questioni con l'antitrust legate alla posizione
dominante assunta da Internet Explorer dopo la sua integrazione in Windows, infatti bisogna ricordare
che Windows 98 favorì la popolarità di tale browser facendolo diventare in pochi anni il più usato e
preferito al mondo da tutti gli utenti del Web.
Benché Windows 98 abbia migliorato la stabilità rispetto a Windows 95, è da ricordare che molto
spesso capitava di incappare in fastidiosi BSoD (detta anche Blue Screen of Death = schermata blu),
cioè errori di sistema irreversibili che non possono essere risolti autonomamente. Tuttavia esso
risultava sensibilmente più stabile del suo successore Windows Me, noto per i suoi numerosi crash,
dovuti anche all'assenza di driver progettati appositamente per quest'ultimo.
Windows 98 ha portato con sé numerose innovazioni e correzioni rispetto al suo predecessore:
alcune sono ancora presenti negli attuali sistemi operativi Windows. Può essere definito come un
grande aggiornamento per Windows 95 del quale ha corretto i principali problemi, in particolar modo
quelli legati alle prestazioni e alla sicurezza.
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Microsoft
Windows Me
Windows Millennium Edition, o Windows Me (chiamato in codice Millennium), è un sistema operativo
con interfaccia grafica, ibrido tra 16-bit e 32-bit, rilasciato il 14 settembre 2000 da Microsoft.
È il successore di Microsoft Windows 98 ed è stato poi sostituito dal suo successore Windows XP nel
2001.
È l'ultimo sistema operativo della famiglia Windows 4.x. Porta con sé alcune innovazioni nella
multimedialità, infatti se in Windows 98 il punto focale fu l'integrazione con il web, in Windows Me tutto
si gioca sulle funzioni multimediali che può offrire il computer, e in particolar modo sul divertimento e
l'interattività. Windows Me offre così alcuni nuovi programmi per l'intrattenimento.
Subito dopo che Windows Me fu rilasciato al pubblico, Microsoft lanciò una campagna promozionale
per promuoverlo negli Stati Uniti d'America chiamata Meet Me Tour (un gioco di parole avendo in
questo frangente Meet Me due significati: incontrami oppure incontra Me, dove con Me si indicava il
sistema operativo). Esso coinvolgeva la Microsoft, gli OEM (Original Equipment Manufacturer =
Produttore di Apparecchiature Originali), e altre entità interessate nella vendita di Windows Me, in una
attrazione interattiva multimediale presente in 25 città degli Stati Uniti.
Windows Me era la continuazione del modello di sistema operativo noto come Windows 9x, tuttavia la
caratteristica di funzionamento in modalità reale dell'MS-DOS era limitata, per consentire una
accelerazione della fase di avvio. Questa fu una nuova caratteristica tra le più pubblicizzate, perché le
applicazioni che necessitavano della modalità reale MS-DOS, per esempio alcuni vecchi software di
utilità per il disco, non potevano essere eseguite in Windows Me.
In confronto alle altre versioni di Windows, il Millenium ebbe una breve vita, di poco più di un anno.
Infatti fu subito rimpiazzato da Windows XP.
Microsoft
Windows 2000
Windows 2000 (nome preliminare Windows NT 5.0) è un sistema operativo con interfaccia grafica a
32 bit, rilasciato il 17 febbraio 2000 da Microsoft come successore di Windows NT 4.0.
Al pari del suo predecessore, Windows 2000 è pensato per essere usato in ambito professionale e
come server, grazie alle elevate prestazioni, stabilità e sicurezza. L'edizione Professional è destinata
a CAD, grafica, calcolo matematico e come workstation personale in ambito aziendale. Sono inoltre
state commercializzate le edizioni Server, Advanced Server e Datacenter Server. Successivamente
sono state rilasciate due versioni a 64 bit per i nuovi processori Intel Itanium e Itanium 2 nel 2001
(Advanced Server Limited Edition e Datacenter Server Limited Edition).
Windows 2000 è certamente un grande passo avanti rispetto alla versione precedente. È dotato di
un'interfaccia utente rinnovata e di un grande numero di innovazioni tecnologiche, fra le quali le più
significative sono:
 Active Directory - evoluzione del sistema a domini di Windows NT, permette la gestione e
l'amministrazione di reti aziendali anche di grandi dimensioni in maniera centralizzata
 Gestione dei file system - sono stati introdotti una nuova versione di NTFS, il Distributed File
System (che permette di costruire una visione complessiva e gerarchica di un insieme di file server
su una rete) e l'EFS (Encrypting File System) che permette di cifrare i file a livello di file system
 Plug and play - Windows 2000 è il primo sistema operativo su kernel NT che permette la
configurazione automatica dell'hardware
 Supporto energetico - grazie alle funzioni APM di gestione e risparmio energetico, permette l'uso
agevole sui sistemi portatili
 USB - supporta le periferiche USB e l'Hot swap
 Multimedialità - supporta DirectX, i nuovi driver WDM (Windows Driver Model) e le periferiche
multimediali
 Background Intelligent Transfer System (BITS) - permette di scaricare dalla rete in modo
intelligente risorse utilizzate per aggiornare il sistema operativo.
Windows 2000 ha riscontrato un notevole successo di vendite, molte imprese hanno adottato la
versione Professional come standard aziendale e le edizioni Server hanno acquistato significative
quote di mercato sia sulle nuove installazioni che nelle conversioni di server esistenti, a spese
soprattutto degli Unix commerciali, malgrado il crescente successo di Linux e degli altri sistemi
operativi liberi. Una significativa eccezione è costituita dai server web, dove nonostante un discreto
successo l'adozione di Linux è stata superiore.
È significativo notare che Windows 2000 non è stato destinato da Microsoft all'utenza domestica,
benché sia presente il supporto della multimedialità e del plug and play. All'utenza non professionale
Microsoft ha invece destinato Windows Millennium Edition, basato sul kernel di Windows 95/98.
A fine 2001 è arrivato sul mercato Windows XP, che a sua volta ha segnato una svolta della
creazione di sistemi operativi da parte di Microsoft. Il suo kernel era basato interamente su quello di
Windows 2000 ma sono state introdotte una serie di migliorie ai "punti deboli" di Windows 2000,
soprattutto in ambito multimediale, che hanno consentito a questo sistema operativo di diventare il
successore comune non solo di Windows 2000 ma anche della linea Win9x, e quindi di Windows
Millennium.
Microsoft
Windows XP
Windows XP (nome in codice Whistler), o Windows Experience, è un sistema operativo prodotto da
Microsoft basato su architettura Windows NT. È il successore di Windows 2000 e di Windows Me. È
stato rilasciato il 25 ottobre 2001 ed è la versione client di Windows per personal computer, affiancato
da Windows Server 2003 utilizzabile su server. La sigla "XP" nel nome deriva dalla parola
eXPerience. Finora è stato il sistema operativo Windows più longevo (5 anni). Nel 2006 Microsoft ha
rilasciato Windows Fundamentals for Legacy PCs, una versione che si basa su Windows XP
Professional ma ottimizzata per girare su hardware meno recente e che consuma circa il 40% di RAM
in meno.
Prima di Windows XP, Microsoft commercializzava due linee separate di sistemi operativi.
La prima (rappresentata da Windows 95, Windows 98 e Windows ME) era progettata per computer
monoutente, quindi tipicamente domestici e per le piccole aziende, disponeva di una buona
compatibilità con i programmi sviluppati per MS-DOS e poteva funzionare sui computer di fascia più
bassa.
La seconda linea (rappresentata da Windows NT e Windows 2000) era pensata, fin dalla struttura del
file system, per computer multiutente. Microsoft indirizzò queste versioni alle aziende ed ai server ed
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era caratterizzata da una stabilità solitamente maggiore e disponeva di caratteristiche pensate per le
grandi aziende.
Con l'aumento vertiginoso e a buon mercato della potenza di calcolo, non sussistevano più le ragioni
per proseguire con due linee di prodotti separate. Windows XP è il tentativo di offrire un'unica
piattaforma client, sia per gli utenti privati che per le piccole e grandi aziende. Solo la linea server, pur
essendo basata essenzialmente sullo stesso kernel e sullo stesso codice sorgente, è
commercializzata come prodotto distinto col nome di Windows Server 2003.
Windows XP è un'evoluzione di Windows 2000. La novità più appariscente è la nuova interfaccia
grafica, che ha uno stile più moderno ed accattivante. Al di là dell'aspetto grafico, è stato riprogettato il
menu di avvio (start menu) introdotto nel con Windows 95, che ora integra al suo interno le icone che
fino ad allora erano presenti sul desktop. Questo cambiamento non è stato apprezzato da tutti, ma è
disponibile un'opzione per continuare ad utilizzare il vecchio menu di avvio ed anche il vecchio tema
grafico. Inoltre, sia la shell "esplora risorse" sia la barra delle applicazioni hanno subito numerose
piccole migliorie. Assieme a questo sistema operativo è stato lanciato un nuovo software, l'Utilità di
masterizzazione API (IMAPI).
Il sistema comprende una serie di nuove funzionalità di sicurezza racchiuse in un'applicazione che è
chiamata "centro sicurezza PC", che provvede ad indicare se sono presenti un firewall, un antivirus e
se attivo il windows update.
Microsoft
Windows Vista
Microsoft
Windows 7
Windows Vista (nome in codice Longhorn), è una versione dei sistemi operativi Microsoft della
famiglia Windows, che si rivolge ad utenza domestica oppure business, in funzione della versione
acquistata. È infatti il successore di Microsoft Windows XP. Come il predecessore, non è impiegabile
in installazioni di tipo server, ma è previsto il suo impiego unicamente come postazione di lavoro
(client). Esso è stato seguito nel 2009 da Windows 7.
La versione "RTM" (Release to manufacturing), chiamata anche "Gold", è stata rilasciata l'8 novembre
2006, per consentire ai produttori di software terze parti lo sviluppo di driver specifici. La versione
commerciale è stata resa disponibile alcuni mesi dopo. In particolare la versione worldwide, quella
realmente disponibile al pubblico di tutto il mondo, è stata rilasciata il 30 gennaio 2007 con la messa
in vendita anche sul sito web ufficiale.
Windows Vista ha richiesto comunque una gestazione di oltre cinque anni, dal debutto del suo
predecessore Windows XP, rendendo quest'ultimo il prodotto più longevo della storia dei sistemi
operativi Microsoft Windows.
Del resto Vista contiene molte nuove funzioni, paragonandolo al suo predecessore, e diverse
migliorie. Fra le più celebrate, senza dubbio, la nuova GUI (Graphical User Interface) chiamata
Windows Aero. Inoltre uno dei principali obiettivi di Microsoft era di produrre un sistema operativo che
garantisse all'utilizzatore una maggiore sicurezza, oggetto di forti critiche mosse nei confronti di
Windows XP, unitamente alla vulnerabilità rispetto a virus informatici, malware ed a problemi legati ad
errori ricorrenti di Buffer overflow.
Proprio alla luce di tutto questo, verso la fine del 2002, Microsoft attraverso la voce di Bill Gates in
persona annunciò una nuova strategia di sviluppo, tesa ad integrare soluzioni di sicurezza nella
realizzazione di nuove funzionalità. È proprio questo uno dei motivi ufficiali del ritardo nello sviluppo di
questa versione del sistema operativo. Tuttavia Windows Vista ha ricevuto numerose critiche negative
legate alle elevate richieste di risorse hardware, decisamente maggiori di Windows XP, inoltre anche
per il problema dello svariato numero di software e programmi non compatibili con il sistema operativo
ed un consumo di elettricità superiore rispetto al suo predecessore, al punto da spingere numerosi
utenti insoddisfatti a tornare al vecchio sistema operativo di Microsoft.
Windows Vista è un sistema operativo della famiglia Windows NT, con architettura a kernel ibrido. È
stato rilasciato in versioni a 32 bit per processori Intel e compatibili e a 64 bit per processori Intel
EM64T e AMD x64.
Vista ha un'interfaccia utente task-based (centrata sull'attività da compiere). È presente una versione
di esplora risorse (ora chiamato Windows Explorer) molto diversa da quella precedente,
probabilmente la maggiore evoluzione dai tempi di Windows 95.
Un'altra caratteristica è l'evoluzione del sottosistema grafico, scritta in codice nativo, che sfrutta le
unità di calcolo 3D delle moderne schede grafiche, dando luogo nei sistemi più potenti ad effetti grafici
accattivanti.
Windows 7 (inizialmente noto con il nome in codice, non ufficiale, Vienna, diventato poi
Sette) è una versione della linea desktop/client di Microsoft Windows, distribuito in una
serie di sistemi operativi prodotti da Microsoft utilizzabili su PC, inclusi desktop, tablet
PC, netbook e laptop. Windows 7 è entrato in fase di RTM (Release To Manifacturing)
il 22 luglio 2009, e successivamente è stato reso disponibile per il mercato il 22 ottobre
2009, a meno di 3 anni dalla precedente commercializzazione del suo predecessore
Windows Vista. Nella stessa data è stata commercializzata anche la versione di
Windows 7 destinata al mercato server, Windows Server 2008 R2. Il rilascio del
Service Pack 1 è avvenuto il 22 febbraio 2011 ed è disponibile per il download manuale
o su Windows Update.
Diversamente dal predecessore che introduceva un largo numero di nuove funzioni,
Windows 7 è stato concepito per essere focalizzato maggiormente sul mantenimento
della compatibilità per applicazioni e hardware già precedentemente supportate da
Windows Vista e per proseguire nell'innovazione sulla scia tracciata da quest'ultimo.
Nelle presentazioni organizzate da Microsoft nel 2008 si è constatato dunque come il
sistema operativo fosse incentrato sul supporto al multi-touch, una migliorata
interfaccia grafica con una nuova barra delle applicazioni, su un sistema di Home
Networking chiamato Home Group e su miglioramenti prestazionali globali.
50
Microsoft
Windows 8
1.3.3
Windows 8 è un sistema operativo della serie Microsoft Windows. La versione finale è
stata resa disponibile al pubblico il 26 ottobre 2012.
Utilizzabile sia da PC che da tablet, è presente in quattro edizioni: Windows RT,
Windows 8, Windows 8 Pro e Windows 8 Enterprise.
Windows 8 introduce una nuova interfaccia utente, simile a quella di Windows Phone,
progettata per adattarsi meglio all'input da touch screen, piuttosto che con l'interfaccia
tradizionale basata su mouse e tastiera, che continua comunque a essere pienamente
supportata, per permetterne l'utilizzo anche sui PC tradizionali.
Windows RT, noto durante lo sviluppo come Windows on ARM o WOA, è un'edizione
del sistema operativo progettata per dispositivi portatili che usano l'architettura ARM
(precedentemente Advanced RISC Machine, prima ancora Acorn RISC Machine). Si fa
riferiento ad una famiglia di microprocessori RISC a 32 bit sviluppata daARM Holdings
e utilizzata in una moltitudine di sistemi embedded. Grazie alle sue caratteristiche di
basso consumo (rapportato alle prestazioni) l'architettura ARM domina il settore dei
dispositivi mobili dove il risparmio energetico delle batterie è fondamentale.
Attualmente la famiglia ARM copre il 75% del mercato mondiale dei processori a 32 bit
per applicazioni embedded ed è una delle più diffuse architetture a 32 bit del mondo. I
processori ARM vengono utilizzati in cellulari, tablet, lettori multimediali, videogiochi
portatili, PDA e periferiche per computer (come router, hard disk di rete ecc).
Identificare alcuni esempi comuni di applicazioni, quali suite di
produttività di ufficio, comunicazioni, reti sociali, elaborazioni
multimediali, design, applicazioni per dispositivi mobili
Il software applicativo, o applicazione, è un programma creato per rispondere a specifiche
richieste dell’utente, che consente di gestire ed elaborare compiti legati a precise attività.
I software applicativi sono molto numerosi.
Nella tabella che segue ne vengono indicati alcuni tra i più noti e utilizzati.
SOFTWARE
APPLICATIVO
Microsoft Word
Open Office Writer
Microsoft Excel
Open Office Calc
Microsoft Access
Open Office Base
Microsoft PowerPoint
Open Office Impress
Microsoft Publisher
DESCRIZIONE
Elaboratore di testi o Word Processor: permette di creare,
modificare e stampare documenti facilitandone la correzione e la
formattazione.
Foglio elettronico o Spreadsheet: permette di gestire e risolvere
operazioni matematiche, finanziarie, contabili statistiche, creare
grafici.
Database: consente di operare su insiemi strutturati di dati; viene
utilizzato per creare e gestire archivi di dati, sui quali è possibile
effettuare aggiornamenti, estrapolare informazioni, stampare report,
ecc.
Presentazioni: consente di realizzare presentazioni multimediali,
cioè una raccolta di diapositive che possono essere proiettate e
commentate su schermo.
Editoria: programma che rende disponibili strumenti per creare e
sviluppare pubblicazioni, quali calendari, volantini, brochure,
pubblicità, pagine web, lettere, ecc.
51
Open Office Math
Editazione formule: è un programma per l'elaborazione e la
creazione di formule matematiche.
Open Office Draw
Grafica vettoriale: è un programma per la creazione di disegni in
formato vettoriale.
Corel Draw
Microsoft Outlook
Posta elettronica: permette l’invio e la ricezione delle e-mail, anche
con allegati, attraverso Internet.
Mozilla Thunderbird
Browser
Microsoft Internet Explorer, Safari, Mozilla FireFox: sono
programmi che permettono di consultare le pagine web dei siti che si
visitano navigando in Internet.
Adobe Photoshop
Editor di foto: permette di visualizzare, modificare, organizzare
immagini digitali e video.
Gimp
Giochi
Gestire giochi e giocare: la cartella Giochi mostra i giochi installati
nel computer e offre strumenti di accesso e di gestione.
Microsoft Visual
Basic
Microsoft Visual C++
Programmazione: permettono lo sviluppo di applicazioni all’interno
dei sistemi operativi.
Java
Facebook
Twitter
Reti sociali (Social Network): una delle forme più evolute e diffuse di
comunicazione in rete, attraverso cui si possono condividere, con i
propri contatti, testi ed elementi multimediali utilizzando un comune
browser.
Quando più programmi si integrano in un unico pacchetto si parla di suite, cioè di una raccolta di
programmi dedicati ad un particolare settore di attività. È il caso di Microsoft Office, che
normalmente ingloba i programmi di office automation (Word, Excel, Access, Publisher,
PowerPoint, Outlook, ed altri).
PER SAPERNE DI PIÙ
Saper distinguere tra software di sistema e software applicativo
Il software di sistema, o sistema operativo, è un programma creato per gestire il computer nel
suo insieme, sia dal punto di vista dell’hardware sia dal punto di vista dei programmi applicativi. È
indispensabile al funzionamento della macchina.
Il software applicativo non è indispensabile per il funzionamento del computer, ma viene
progettato e creato per risolvere specifici problemi dell’utente.
52
Lo schema che segue rappresenta l’architettura software di un computer.
APPLICAZIONI
SISTEMA OPERATIVO
FIRMWARE
HARDWARE
53
1.3.4
Definire il termine “EULA” (End-User License Agreement), o
“Contratto con l’utente finale”. Sapere che il software deve essere
licenziato prima del suo utilizzo
L'acronimo EULA (End-User License Agreement) si riferisce al contratto di licenza in cui il
proprietario specifica le modalità di utilizzo del software da parte dell'utente, garantendo diritti e
prescrivendo obblighi.
È fondamentale leggere attentamente la licenza prima di utilizzare qualsiasi programma: la sua
accettazione pone l'utente in regola rispetto alle norme relative al copyright, offre i vantaggi di
avere un supporto tecnico completo da parte del fornitore e assicura eventuali aggiornamenti del
software e la sua qualità.
La pirateria, ossia la riproduzione, la vendita, la locazione, l'acquisizione anche a mezzo Internet e
l'uso di copie non autorizzate di programmi o di altre opere protette da copyright costituisce reato.
Tali atti sono puniti con pene pecuniarie e/o con la reclusione.
1.3.5
Illustrare i tipi di licenze software: proprietaria, open source, versione
di prova, shareware, freeware
In relazione alla tipologia di licenza d'uso, i software possono essere distinti in diverse categorie.

Software proprietario: sono programmi non liberi, la cui licenza consente al beneficiario il
suo utilizzo sotto particolari condizioni ed impedendone altre come la modifica, la condivisione,
lo studio, la ridistribuzione. Le restrizioni sono imposte dal titolare dei diritti di sfruttamento
economico, cioè l'autore o – in caso di cessione dei diritti patrimoniali – il cessionario dei diritti
in questione, tramite mezzi primariamente giuridici, come limitazioni nel contratto di licenza al
regime di circolazione dei sorgenti o brevetti, nei paesi nei quali sono consentiti. Le modalità di
limitazione sono spesso anche di natura tecnica, quando, ad esempio il software è pubblicato
soltanto in codice binario tenendone segreto il codice sorgente. Questa semplice pratica rende
infatti lo studio e la modifica tecnicamente infattibile: utilizzando disassemblatori sono
necessarie elevate capacità informatiche e notevoli sforzi per ottenere informazioni o
effettuare modifiche anche solo di minima entità.

Software shareware: conosciuto anche come trial, è una tipologia di licenza software molto
popolare sin dai primi anni novanta. Vengono distribuiti sotto tale licenza in genere programmi
facilmente scaricabili via Internet o contenuti in CD e DVD quasi sempre allegati alle riviste di
Informatica in vendita in edicola.
Il software sotto tale licenza può essere liberamente ridistribuito, e può essere utilizzato per un
periodo di tempo di prova variabile (generalmente 30 o 60 giorni). Scaduti questi termini, per
continuare ad utilizzare il software è necessario registrarlo presso la casa produttrice,
pagandone l'importo. All'avvio dell'applicazione shareware, una finestra generalmente informa
l'utente su come effettuare la registrazione e sulle condizioni di utilizzo.
La versione di prova può avere, in aggiunta o in alternativa alla durata limitata, rispetto alla
versione completa, limitazioni quali l'impossibilità di stampare o salvare i file o simili, numero di
utilizzi limitato, contenere al suo interno meccanismi di protezione tali da impedire di utilizzare
il software dopo la scadenza. Tuttavia queste limitazioni possono esser aggirate da alcuni
programmi specializzati, quali crack o keygen.
Una volta acquistata la versione completa viene generalmente fornito un codice seriale da
inserire nell'applicativo per sbloccarne le funzioni senza dover effettuare una nuova
installazione.
54

Software freeware: è distribuito indifferentemente con o senza codice sorgente, a totale
discrezione dell'autore e senza alcun obbligo al riguardo. È sottoposto esplicitamente ad una
licenza che ne permette la redistribuzione gratuita. Il software freeware viene concesso in uso
senza alcun corrispettivo, ed è liberamente duplicabile e distribuibile, con pochissime
eccezioni.

Software open source: In informatica, indica un software i cui autori (più precisamente i
detentori dei diritti) ne permettono e favoriscono il libero studio e l'apporto di modifiche da
parte di altri programmatori indipendenti.
In questo caso il codice sorgente è reso disponibile affinché altri programmatori possano
modificarlo per migliorare il programma. Questo è realizzato mediante l'applicazione di
apposite licenze d'uso. Ne sono esempi il sistema operativo Linux e il pacchetto applicativo
OpenOffice.
Alla filosofia del movimento open source si ispira il movimento open content (contenuti aperti):
in questo caso ad essere liberamente disponibile non è il codice sorgente di un software ma
contenuti editoriali quali testi, immagini, video e musica. Wikipedia è un chiaro esempio dei
frutti di questo movimento.
55
1.4
AVVIO, SPEGNIMENTO
Prima di procedere con la descrizione dei vari strumenti è opportuno introdurre il desktop e le
finestre tramite le quali il sistema operativo gestisce i contenuti, come file, cartelle o applicativi.
Il desktop – la schermata che viene visualizzata all’avvio del PC – può essere personalizzato in
ogni suo aspetto. Per questo motivo le immagini prima e sotto riportate, con alta probabilità, non
saranno fedeli all’aspetto del desktop del computer del lettore.
56
1.4.1
Accendere un computer e collegarsi in modo sicuro, utilizzando un
nome utente e una password
Per accendere il computer, dopo aver controllato che il cavo di
alimentazione sia collegato alla presa di alimentazione, si agisce sul
pulsante di accensione, di norma posto nella parte frontale del
personal computer.
Il sistema effettua il caricamento del sistema operativo (bootstrap), una
serie di controlli delle memorie e i test di funzionamento delle
periferiche (tastiera, monitor, mouse, ...) e, se tutto dà esito positivo,
avvia il sistema operativo.
Se il computer fa parte di una rete, oppure è
utilizzato da più persone, ciascuno avrà il
proprio profilo. L'accesso al proprio profilo
avviene inserendo il proprio nome utente e la
propria password di accesso.
Alla fine del caricamento delle impostazioni utente
viene visualizzato il Desktop di Windows 7; tramite il
pulsante Start, si sceglie l’attività che si vuole avviare.
57
1.4.2
Scollegarsi, spegnere, riavviare un computer impiegando la relativa
procedura corretta
Per scollegarsi come utente si consiglia di chiudere tutte le applicazioni attive (in
esecuzione nella memoria RAM), quindi cliccare sul pulsante Start  presente nella barra
delle applicazioni. Dal menu di avvio cliccare sul tasto
 accanto ad Arresta il
sistema e scegliere l’opzione Disconnetti  dal menu contestuale
Vengono visualizzate le schermate di disconnessione dalla rete e di chiusura della
sessione di lavoro.
Al termine il sistema presenta la schermata di avvio e si possono reinserire nome utente
e password per avviare una nuova sessione.
58
Per spegnere correttamente il computer si consiglia di chiudere tutte le applicazioni attive
(in esecuzione nella memoria RAM), quindi cliccare sul pulsante Start  presente nella
barra delle applicazioni. Dal menu di avvio cliccare sul tasto Arresta il sistema .
Vengono visualizzate le schermate di disconnessione dalla rete e di chiusura del sistema;
alla fine avviene lo spegnimento dell’hardware.
59
Per riavviare correttamente il computer si consiglia di chiudere tutte le applicazioni attive
(in esecuzione nella memoria RAM), quindi cliccare sul pulsante Start  presente nella
barra delle applicazioni. Dal menu di avvio cliccare sul tasto
 accanto ad Arresta il
sistema e scegliere l’opzione Riavvia il sistema  dal menu contestuale.
Vengono visualizzate le schermate di disconnessione dalla rete e di chiusura del sistema;
alla fine non avviene lo spegnimento dell’hardware, ma si esegue il caricamento del
sistema operativo, tralasciando i test iniziali perché molte verifiche essenziali sono state
già verificate nel primo avvio.
60
2
DESKTOP, ICONE, IMPOSTAZIONI
In questa sezione si esamineranno le principali caratteristiche di un
sistema operativo ad interfaccia grafica (Windows 7).
2.1
Desktop e icone
2.1.1
Illustrare lo scopo del desktop e della barra delle applicazioni
Il desktop di Windows è la videata
iniziale del sistema operativo, la
scrivania virtuale su cui sono
depositati gli oggetti di lavoro, cioè
le icone, il pulsante Start, la barra
delle applicazioni e gli eventuali
gadget, che permettono all'utente
di acceder in modo facile e intuitivo
agli elementi del sistema e che
costituiscono
la
cosiddetta
interfaccia grafica GUI (Graphical
User Interface).
Il dispositivo di input necessario (ma non indispensabile) per interagire in un sistema a interfaccia
grafica è il mouse. Si tratta di un dispositivo di puntamento che permette all'utente di selezionare i
comandi in modo pratico e veloce; i suoi spostamenti sono visualizzati sul desktop da una freccia
bianca, detta puntatore, che assume aspetti diversi in base alla modalità operativa in esecuzione.
Selezione normale
Selezione Guida
Esecuzione in background
Occupato
Selezione di precisione
Selezione testo
Riconoscimento grafia
Non disponibile
61
Ridimensionamento verticale
Ridimensionamento orizzontale
Ridimensionamento diagonale 1
Ridimensionamento diagonale 2
Sposta
Selezione alternativa
Selezione collegamento
Nella parte inferiore del desktop è posizionata la barra delle applicazioni.
A sinistra della barra è collocato il pulsante Start, nella parte destra sono presenti la Barra della
lingua e l'Area di notifica. Con un clic sul pulsante Start, si apre il relativo menu, che permette di
accedere a tutte le attività che è possibile eseguire nel sistema.
La barra delle applicazioni visualizza i pulsanti relativi a tutti i programmi avviati e anche a quelli di
altre applicazioni che sono state aggiunte per facilitarne l'apertura. Il passaggio da un'applicazione
ad un'altra avviene semplicemente con un clic sul pulsante corrispondente.
Si possono esaminare rapidamente le finestre aperte, senza spostarsi dalla finestra attualmente in
uso, utilizzando la funzionalità Aero Peek: posizionando il puntatore del mouse su ogni pulsante
viene mostrata un'anteprima ridotta della relativa finestra. Ogni miniatura, inoltre, è dotata del
pulsante di chiusura per una migliore gestione dei file.
La posizione predefinita della barra delle applicazioni è
lungo il bordo inferiore del desktop. Per spostarla su un
altro lato del desktop o dimensionarla, è necessario
sbloccarla. Per fare ciò puntare sulla barra delle
applicazioni con il mouse in una parte libera e fare clic
destro; nel menu contestuale cliccare su Blocca la barra
delle applicazioni per togliere il segno di spunta e poterla
trascinare nel desktop sul lato desiderato.
62
2.1.2
Riconoscere le icone più comuni, quali quelle che rappresentano file,
cartelle, applicazioni, stampanti,unità disco, collegamenti/alias,
cestino dei rifiuti
Il termine icona indica un elemento di Windows rappresentato da un'immagine in formato ridotto,
che consente di accedere a un programma,a una cartella, a un file o auna finestra dove è possibile
effettuare scelte di comandi.
È possibile operare sulle icone tramite il mouse con le seguenti azioni:
 un clic per selezionare;
 un doppio clic per aprire il programma, il file o la cartella corrispondenti;
 un clic con il tasto destro per attivare il menu rapido in cui eseguire delle scelte.
Sul desktop, a meno di particolari personalizzazioni, è sempre presente l’icona del Cestino, che
cambia aspetto a seconda che sia vuoto o che contenga almeno un elemento eliminato (file o
cartella). Sul desktop è possibile salvare tutti i tipi di documenti e collegamenti, e spesso per
questo può risultare poco ordinato e di difficile gestione.
Selezionando la voce Ordina per dal menu di
scelta rapida associato a un punto del
desktop libero da icone viene attivato un
sottomenu con il quale è possibile ordinare le
icone per Nome, Dimensione, Tipo
elemento, Data ultima modifica.
Le icone assumono un aspetto diverso a seconda dell’oggetto che rappresentano. Tutte riportano,
sotto l’immagine, il nome del file o del collegamento che rappresentano.
Si riportano di seguito alcuni tipi di icone che possono essere presenti nel desktop.
Icone che rappresentano cartelle.
Le cartelle sono dei raccoglitori contenenti file o
altre cartelle “annidate”. Utilizzando le cartelle si
possono organizzare le informazioni in modo
gerarchicamente ordinato.
La cartella si apre, per visualizzarne il contenuto,
cliccandoci sopra con il mouse.
63
Un file è contenitore di informazioni codificate ed organizzate in sequenza.
In genere è identificato con nome.estensione; l’estensione identifica la tipologia del file, ovvero il
tipo di programma con cui è stato realizzato e che lo può gestire. In Windows 7 i file sono
rappresentati da icone diverse in base all’estensione; tutti i file con la stessa estensione hanno la
stessa icona.
File di testo:
.doc = Microsoft Word
.pdf = Acrobat Reader
.rtf = WordPad
.txt = Blocco note
File grafici:
.bmp = formato bitmap
.jpg = formato jpeg
.gif = Graphic Interchange Format
.png = portable network graphics
Ambiente Microsoft Office:
File di testo:
.docx = Word
Fogli elettronici: .xlsx = Excel
Presentazioni: .pptx = PowerPoint
Data base:
.accdb = Access
File compressi .zip e .rar: WinZip e WinRAR sono
applicazioni che permettono di comprimere i file in modo
da risparmiare spazio sul supporto d’archiviazione.
L’algoritmo di compressione non influisce sull’integrità
dei dati, perciò l’informazione, dopo la decompressione è
identica all’originale.
Ambiente Internet: I due programmi Explorer e Firefox
sono tra i browser più utilizzati per la navigazione in
Internet.
Icona rappresentante il Cestino in cui si archiviano i file eliminati. È
possibile recuperare i file eliminati per errore oppure svuotare il cestino
per liberare spazio su disco.
Icona di collegamento, cioè un puntatore
all’oggetto da essa rappresentato: significa che
l’oggetto è fisicamente presente altrove nel
computer ed è immediatamente accessibile con un
doppio clic sul collegamento.
Selezionare un’icona, ovvero cliccarci sopra con il tasto sinistro del mouse, per cui l’icona cambia
tonalità di colore, significa comunicare al sistema operativo che si vuole interagire con essa.
Se si vuole aprire un file, una cartella, avviare un’applicazione o attivare un collegamento è
necessario cliccare due volte, in rapida successione, sull’icona che rappresenta l’oggetto
interessato.
64
2.1.3
Selezionare e spostare le icone
Per eseguire qualsiasi operazione sugli oggetti di Windows è necessario indicare qual è l'elemento
su cui si vuole agire: ciò avviene mediante la selezione, cioè facendo un clic sull'icona che lo
rappresenta. Per rimuovere la selezione, fare clic nell'area vuota del desktop.
Per impostazione predefinita, le icone sono posizionate sul lato sinistro del desktop, incolonnate
dall'alto verso il basso con disposizione automatica. Con tale impostazione si può soltanto
cambiare l'ordinamento, ma le icone non possono essere collocate in un altro punto del desktop.
PROCEDURA
Per cambiare manualmente la posizione di un’icona da un punto a un altro del desktop procedere
nel seguente modo:
 Selezionare l'icona e, tenendo premuto il tasto sinistro, trascinarla fino al punto di
destinazione. Durante il trascinamento l’icona sarà “agganciata” al puntatore.
 Rilasciando il pulsante sinistro del mouse.
L'operazione appena descritta prende il nome di drag-and-drop (= trascinare e rilasciare).
PROCEDURA
Per eliminare la disposizione automatica delle icone procedere nel seguente modo:



Fare clic destro in un'area vuota del desktop.
Dal menu di scelta rapida selezionare
Visualizza e nel sottomenu fare clic su
Disponi icone automaticamente, in modo
da eliminare il segno di spunta.
Selezionare quindi le icone e trascinarle
nella posizione desiderata.
Inoltre, disattivando il segno di spunta da
Allinea icone alla griglia, si possono
collocare senza vincoli le icone in un
qualunque punto del desktop
2.1.4
Creare, rinominare, spostare, eliminare un collegamento/alias
Quando sull’icona è raffigurato un quadratino contenente una
freccia inclinata, questo significa che l’icona è solo un
collegamento, un puntatore all’oggetto da essa rappresentato
che,
fisicamente
presente
altrove
nel
computer,
è
immediatamente accessibile con un doppio clic sul collegamento.
Tramite il collegamento si può accedere a una cartella, ad un file o ad un’unità di memoria. Un
collegamento può essere creato in un qualsiasi punto della memoria, ma in genere è preferito il
desktop per facilitare l’accesso all’elemento cui esso è legato.
Un collegamento o un alias di menu è quindi una sorta si scorciatoia utilizzata per attivare
rapidamente l'elemento che rappresenta, sia esso un file, una cartella o un programma,
memorizzato in una qualsiasi posizione all'interno del disco fisso.
65
CREARE SUL DESKTOP UN COLLEGAMENTO A UN FILE O A UNA CARTELLA
PROCEDURA
Per creare un nuovo collegamento
cliccare con il tasto destro del
mouse in un punto libero del
desktop, in modo da visualizzare il
menu di scelta rapida, e scegliere
Nuovo, quindi dal sottomenu che si
apre cliccare la voce Collegamento.
Nel desktop viene visualizzata un’icona generica nominata Nuovo collegamento
…
… e si apre la finestra di dialogo
Crea collegamento, che dà
inizio alla procedura guidata per
la creazione dei collegamenti.
Con un clic sul pulsante Sfoglia… si accede ad una finestra
contenente tutti gli oggetti (unità di memoria, cartelle e file)
strutturati secondo il file system.
La pressione del pulsante Ok conferma la selezione
dell’oggetto e il relativo persorso viene riportato nella casella
di testo Immettere il percorso per il collegamento nella
finestra Crea collegamento. Si attiva quindi il pulsante
Avanti, che permette di passare all’azione successiva.
66
Nel secondo passaggio deve essere
digitato il nome da assegnare
all’icona di collegamento.
Al clic sul pulsante Fine viene
creata
l’icona
sul
desktop.
Nell’esempio mostrato viene creato
il
collegamento
all’unità
G:\KINGSTONE, che è una penna
usb.
PROCEDURA ALTERNATIVA
Se la finestra non è a tutto schermo, un modo più veloce
per creare il collegamento ad un elemento visualizzato
nella finestra Computer consiste nel trascinare la relativa
icona con il tasto destro del mouse direttamente in un
punto libero del desktop, rilasciare il tasto destro e
attivare la voce Crea collegamenti qui dal menu
contestuale attivato.
CREARE SUL DESKTOP UN COLLEGAMENTO A UN PROGRAMMA
PROCEDURA
La stessa operazione può essere eseguita dal Menu di avvio, mediante i seguenti passaggi:
 Attivare il Menu di avvio dal pulsante Start.
 Fare clic su Tutti i programmi e poi sulla cartella Microsoft Office.
 Nell'elenco fare clic col tasto destro sulla voce Microsoft Office Word 2007.
 Selezionare la voce Invia a e
successivamente fare clic su
Desktop (crea collegamento).
 Al termine dell'operazione, sul
desktop compare l'icona con il
nome Microsoft Office Word
2007.
67
RIMUOVERE DAL DESKTOP UN COLLEGAMENTO





PROCEDURA
Fare clic sull'icona da eliminare e
premere il tasto Canc;
Fare clic sul pulsante Sì nella finestra
di dialogo che si presenta.
PROCEDURA
Fare clic col tasto destro del
mouse
sull'icona
da
eliminare.
Dal menu contestuale che
appare scegliere l'opzione
Elimina.
Fare clic sul pulsante Sì nella
finestra di dialogo che si
presenta.
68
2.2
Uso delle finestre
L’utilizzo da parte degli attuali sistemi operativi di un’interfaccia uomo / macchina di tipo grafico ha
permesso all’utente di un sistema informatico di interagire con il computer senza essere obbligato
ad imparare una serie di comandi da impartire con la tastiera.
L’interfaccia grafica, in inglese GUI (Graphical User Interface) utilizza simboli grafici, che
rappresentano azioni, comandi, programmi o dati e che sono definiti con il nome di icone.
Secondo il contesto di riferimento, dette icone sono raggruppate in un insieme chiamato finestra.
La finestra è un oggetto fondamentale in un sistema operativo a interfaccia grafica, come Windows
nelle varie versioni.
Anche se con funzioni diverse, tutte le finestre hanno una struttura simile e si utilizzano in genere
gli stessi strumenti di gestione.
2.2.1
Identificare le diverse parti di una finestra: barra del titolo, barra dei
menu, barra degli strumenti, barra multifunzione, barra di stato, barra
di scorrimento
Il sistema operativo Windows (= finestre in inglese) è gestito tramite le finestre di dialogo, che
consentono di effettuare scelte su determinate operazioni.
Una finestra di dialogo può contenere i seguenti elementi:
Pulsanti
Attiva la funzione ad esso associata; nel caso specifico Annulla un’azione eseguita in
precedenza.
Caselle di controllo
Sono costituite da piccoli quadratini associati alle voci da personalizzare.
Si seleziona o si deseleziona un’opzione facendo clic con il tasto sinistro
del mouse sul quadratino. La presenza del segno di spunta nel
quadratino indica che la voce ad esso associata è stata scelta. Può
essere attivata più di una voce; si tratta in pratica di una scelta multipla.
Caselle di opzione
Sono associate a scelte alternative; al contrario delle caselle di controllo
si può attivare una sola casella di opzione alla volta. Ogni opzione è
associata a un cerchietto: la selezione di una delle opzioni mediante un
clic provoca la deselezione delle altre voci relative allo stesso
argomento.
Casella di testo
È l’area rettangolare vuota in cui deve essere digitato un testo.
Schede
Ha la funzione di raccogliere in sé funzioni, in base all’argomento, specifiche presenti in una
finestra. Si presentano come linguette di selezione e per accedere agli strumenti raccolti nella
specifica scheda è sufficiente fare clic sul selettore stesso. Nella finestra di esempio i comandi
della Gestione attività Windows sono raccolti in sei schede.
69
Le finestre di Windows differiscono a seconda di ciò che contengono. Tuttavia possono essere
individuate parti comuni a molte finestre. Le possibili barre sono:
 Barra del titolo;
 Barra degli strumenti;
 Barra multifunzione;
 Barra dei menu;
 Barre di scorrimento, verticale o orizzontale;
 Barra di stato.
 Barra del titolo
La Barra del titolo si trova sul bordo superiore di ciascuna finestra. Sulla sinistra della barra è
riportato il nome della finestra, sulla destra sono presenti i pulsanti, la cui funzione viene descritta
nella seguente tabella:
Icona
Nome
Riduci a
icona o
minimizza
Ingrandisci
Ripristina
in giù
Chiudi
Funzione
Riduce la finestra a icona sulla Barra delle applicazioni; per
ripristinare la finestra alle dimensioni originarie si fa clic con il tasto
sinistro del mouse sul tale icona oppure si seleziona la voce
Ripristina dal meni di scelta rapida associato a essa.
La dimensione della finestra viene modificata in modo da occupare
tutto lo schermo. Il pulsante ha questa forma soltanto quando la
dimensione della finestra è impostata su parte dello schermo.
Il pulsante ha questa forma solo quando la finestra è visualizzata a
tutto schermo; un clic su tale pulsante riporta le dimensioni della
finestra a quelle originarie.
Chiude la finestra attiva
Il doppio clic su un punto libero della barra del titolo corrisponde a fare clic alternativamente sul
pulsante Ingrandisci | Ripristina; il doppio clic sulla piccola icona presente sulla sinistra della
barra del titolo, invece, chiude la finestra.
 Barra degli strumenti
Nella Barra degli strumenti sono presenti i pulsanti corrispondenti alle funzioni più importanti da
applicare al contenuto della finestra stessa.
Alcune voci della barra presentano un piccolo triangolo a indicare che il clic sulla stessa voce viene
espanso un menu a discesa contenente altri strumenti collegati alla voce principale.
 Barra multifunzione
Nella Barra multifunzione, che è stata adottata da Microsoft con Office 2007 in sostituzione della
Barra dei menu, le icone sono raccolte in schede che raggruppano le icone che svolgono funzioni
simili.
Nella finestra dei programmi del pacchetto Office (ad es. Word, Excel, PowerPoint, ecc.) è
presente la barra multifunzione. Si trova posizionata sotto la barra del titolo; è composta da una
serie di comandi organizzati in gruppi logici, raccolti in schede. Ogni scheda corrisponde ad un
determinato tipo di attività, per facilitare l'utente nell'utilizzazione del programma e per ottimizzare
lo spazio nella finestra.
L'immagine seguente mostra la barra multifunzione di Word e in primo piano la scheda Home.
70
 Barra dei menu
La Barra dei menu, se attiva, è posizionata immediatamente sotto la barra del titolo. Facendo clic
su una delle voci viene aperto il relativo menu a tendina (o a discesa), da cui si può scegliere il
comando desiderato con un clic.
Se vicino ad una voce del menu a discesa compare una piccola freccia rivolta verso destra,
posizionando il cursore del mouse sulla voce si apre un corrispondente sottomenu.
Se invece si seleziona una delle voci seguita da tre puntini (...) si genera l’apertura di una finestra
di dialogo per personalizzare la funzione selezionata.
 Barre di scorrimento
Se la cartella attiva ha un contenuto che occupa uno spazio
superiore alla dimensione della finestra che la contiene,
automaticamente viene visualizzata una barra di scorrimento,
verticale e/o orizzontale a seconda dei casi, che consente di
scorrere la finestra raggiungendo così gli oggetti altrimenti non
visualizzabili.
Il cursore rettangolare grigio presente nella barra rappresenta
la posizione della porzione del contenuto attualmente
visualizzata nella finestra. Per vedere la parte che non rientra
nella dimensione della finestra è necessario fare clic sulle
piccole frecce presenti alle estremità delle barre. Uno scorrimento più veloce ma meno preciso si
ottiene trascinando con il mouse il cursore rettangolare della barra.
Alternativamente, se si possiede il mouse con la rotellina tra i due tasti, si può scorrere la finestra
in verticale anche tramite la rotazione della rotellina.
71
 Barra di stato
La Barra di stato, situata nella parte inferiore della finestra, contiene informazioni sul contenuto
della finestra o, in generale, sugli oggetti eventualmente selezionati. Tale barra non può essere
attivata in tutte le finestre.
Nelle figura seguente è visibile la barra di stato di stato di Microsoft Word 2007, nella quale si
vedono alcune informazioni relative al documento in elaborazione.
Non tutte le finestre sono uguali, sia per il formato sia per il contenuto, tuttavia esistono elementi
che le accomunano: per esempio, non potranno mai mancare la Barra del titolo e il pulsante
Chiudi.
Può accadere che in una finestra alcuni elementi non siano visualizzati, oppure viceversa si
desideri mostrarli.
 Per visualizzare o nascondere alcuni riquadri e la barra dei menu, sulla Barra dei comandi
fare clic sul pulsante Organizza, selezionare Layout e poi fare clic sull'elemento desiderato.
 Per visualizzare o nascondere la barra di stato, da menu Visualizza fare clic su Barra di
stato.
2.2.2
Aprire, ridurre a icona, espandere, ripristinare alle dimensioni
originali, massimizzare, ridimensionare, spostare, chiudere una
finestra
APRIRE UNA FINESTRA
Diverse sono le modalità attraverso cui si possono aprire le finestre di file, cartelle o di programmi:
 sul desktop fare doppio clic sull'icona desiderata (oppure fare clic destro sull'icona e da menu
rapido scegliere Apri);
 da menu Start o nella barra delle applicazioni fare clic sull'icona che rappresenta l'elemento
da aprire.
RIDURRE A ICONA, ESPANDERE, RIPRISTINARE ALLE DIMENSIONI ORIGINALI, MASSIMIZZARE, CHIUDERE
UNA FINESTRA
Una delle principali caratteristiche delle finestre di Windows è la loro flessibilità: utilizzando i
pulsanti di controllo, posti nella barra del titolo, è possibile eseguire le operazioni di seguito
descritte:
Icona
Nome
Riduci a
icona o
minimizza
Ingrandisci
Ripristina
in giù
Chiudi
Funzione
Riduce la finestra a icona sulla Barra delle applicazioni; per
ripristinare la finestra alle dimensioni originarie si fa clic con il tasto
sinistro del mouse sul tale icona oppure si seleziona la voce
Ripristina dal meni di scelta rapida associato a essa.
La dimensione della finestra viene modificata in modo da occupare
tutto lo schermo. Il pulsante ha questa forma soltanto quando la
dimensione della finestra è impostata su parte dello schermo.
Il pulsante ha questa forma solo quando la finestra è visualizzata a
tutto schermo; un clic su tale pulsante riporta le dimensioni della
finestra a quelle originarie.
Chiude la finestra attiva
72
Sebbene il contenuto di ogni finestra sia diverso, tutte le finestre condividono alcuni elementi.
Innanzitutto le finestre vengono sempre visualizzate sul desktop, ovvero l'area di lavoro principale
dello schermo. La maggior parte delle finestre include inoltre gli stessi elementi di base:
Osservando la finestra del Blocco note e la legenda in figura, relativamente al ridimensionamento
e allo spostamento di una finestra, si deduce che:
Il pulsante Riduci a icona (3) consente di nascondere la finestra, riducendola a icona nella
barra delle applicazioni.
Il pulsante Ingrandisci (4) consente di ingrandire a tutto schermo la finestra.
Il pulsante Chiudi (5) consente di chiudere la finestra.
RIDIMENSIONARE UNA FINESTRA
È possibile trascinare con il puntatore del mouse (drag-and-drop) i bordi e gli angoli di una
finestra in modo da modificare le sue dimensioni:




PROCEDURA
si posiziona il mouse sul bordo della finestra;
si preme il tasto sinistro quando appare la doppia freccia,
si trascina con il tasto premuto il bordo della finestra per
aumentare o ridurre le dimensioni;
si rilascia il tasto del mouse una volta raggiunte le dimensioni
desiderate.
73
SPOSTARE UNA FINESTRA
È possibile inoltre trascinare con il puntatore del mouse l’intera finestra eseguendo i seguenti
passaggi:




PROCEDURA
si posiziona il mouse sulla Barra del titolo;
si fa clic con il tasto sinistro del mouse;
si sposta il mouse mantenendo il tasto sinistro del mouse premuto;
si rilascia il tasto sinistro del mouse nel punto di destinazione della finestra.
METODI ALTERNATIVI
1.
PROCEDURE ALTERNATIVE
Per massimizzare o ripristinare una finestra fare doppio clic sulla barra del titolo.
2.
Per chiudere una finestra, da menu File scegliere l'opzione Chiudi.
3.
Diversamente, per visualizzare i comandi disponibili, fare clic destro sulla barra del titolo e
selezionare quello desiderato.
74
2.2.3
Passare da una finestra ad un'altra
Sul desktop possono essere aperte più finestre, per lavorare su più documenti o più programmi
contemporaneamente. Tutte le finestre aperte sono rappresentate da pulsanti nella barra delle
applicazioni. Se le finestre aperte sono numerose, ad esempio se si apre più di un file di un unico
programma o più istanze di un Web browser, è possibile che lo spazio disponibile per i pulsanti
della barra delle applicazioni non sia sufficiente. Per liberare spazio, Windows raggruppa
automaticamente le finestre aperte relative a uno stesso programma in un unico pulsante.
Se ad esempio sono aperte più finestre del Blocco Note, tali finestre
verranno disposte in pila in un gruppo rappresentato da un unico
pulsante della barra delle applicazioni. Quando si fa clic sul pulsante,
verrà visualizzata un'anteprima delle finestre aperte.
Se non si desidera raggruppare le finestre, è possibile disattivare la
funzionalità di raggruppamento. In questo caso, tuttavia, potrebbe non
essere possibile visualizzare tutti i pulsanti della barra delle applicazioni
contemporaneamente.
PROCEDURA
Per passare rapidamente a un'altra finestra aperta, è possibile fare clic sul corrispondente pulsante
presente nella barra delle applicazioni.
PROCEDURA
Per passare rapidamente a un'altra finestra aperta da utilizzare, è possibile premere ALT+TAB. Se
si preme ALT+TAB, verrà visualizzato un elenco di tutti i file aperti.
Per selezionare un file, tenere premuto ALT e premere TAB fino a evidenziare il file da
visualizzare. Rilasciare i tasti per visualizzare la finestra selezionata.
PROCEDURA
Fare clic destro sulla barra delle applicazioni e scegliere Gestione attività. Nella scheda
Applicazioni selezionare il nome della finestra che si vuole visualizzare e fare clic su Passa a.
PROCEDURA (NON AMMESSA DURANTE L'ESAME ECDL)
Scorrimento finestre 3D consente di visualizzare in anteprima tutte le finestre aperte, ad esempio
file, cartelle e documenti aperti, in una pila, senza la necessità di fare clic sulla barra delle
applicazioni. Per visualizzare le finestre, scorrere la pila a partire dalla parte superiore.
Per passare da una finestra all'altra con Scorrimento finestre 3D
1. Premere il tasto logo Windows
+TAB per aprire Scorrimento finestre 3D.
2. Mentre si tiene premuto il tasto logo Windows
, premere ripetutamente TAB o ruotare la
rotellina del mouse per passare da una finestra aperta all'altra. È inoltre possibile premere
FRECCIA DESTRA o FRECCIA GIÙ per passare alla finestra successiva oppure FRECCIA
SINISTRA o FRECCIA SU per ritornare a quella precedente.
3. Rilasciare il tasto logo Windows
per visualizzare la finestra in primo piano nella pila oppure
fare clic su una finestra della pila per visualizzarla.
4. Per chiudere Scorrimento finestre 3D, rilasciare il tasto logo Windows
e TAB.
75
Ecco come si presenta l’interfaccia AERO nel caso specifico:
76
2.3
Strumenti e impostazioni
2.3.1
Utilizzare le funzioni di Guida in linea disponibili
La guida in linea di Windows 7 costituisce un valido aiuto per gli utenti che desiderano conoscere o
approfondire talune tematiche inerenti l’utilizzo del computer. Si tratta di un manuale in formato
elettronico definito Guida e supporto tecnico.
Per accedervi si hanno tre modalità diverse:
1.
dal pulsante Start e, nel menu d’avvio, facendo clic su Guida e supporto tecnico;
2.
all'interno di una finestra di programma, facendo clic sul pulsante
destra della barra dei comandi;
3.
premendo il tasto F1 (non si può utilizzare questo comando durante la prova d'esame ECDL).
, presente nella parte
La richiesta della guida automaticamente attiva la finestra di connessione a Internet, per accedere
a informazioni più aggiornate e complete.
Nella finestra che viene visualizzata, in alto, nella casella, alla cui sinistra è presente l’icona di una
lente di ingrandimento, si digita l’argomento. Premendo il tasto Invio, dopo qualche istante
compaiono i link relativi alla parola digitata.
In alto a sinistra della finestra, sono presenti due pulsanti raffiguranti due freccette, che servono a
spostarsi tra le varie pagine che verranno aperte dopo aver fatto clic sui link sottostanti alla casella
di ricerca.
A destra, in alto, sono presenti, invece, delle icone. L’icona raffigurante una casa, tasto chiamato
Pagina inziale, serve a tornare immediatamente alla prima pagina, quella che compare quando si
apre la finestra della “Guida in linea”.
77
Accanto, c’è il pulsante che permette di stampare, seguito dal pulsante Sfoglia Guida; questo
pulsante è importante perchè consente di accedere ad una pagina dove tutti gli argomenti
riguardanti l’uso del computer sono raggruppati in un sommario.
Vicino al pulsante Sfoglia Guida, vi è il pulsante che spiega come fare per richiedere l’Assistenza
remota (collegamento internet) ad un amico esperto di computer oppure ad altri utenti che
utilizzano Windows. La guida in linea, infatti, offre l’opportunità di entrare a far parte della grande
community Microsoft e di porre domande su temi non contemplati all’interno del sommario.
Infine, l’ultimo pulsante che si trova nella parte superiore della finestra, proprio sotto il pulsante di
chiusura, si chiama Opzioni: cliccando su di esso si apre un menu dove è presente un riepilogo
delle voci relative ai pulsanti già presi in considerazione.
In Windows 7 la guida in linea assume l’aspetto di una finestra di navigazione. Vengono mostrati i
link ai migliori 30 risultati, cui si accede semplicemente cliccando sulla voce che interessa.
2.3.2
Visualizzare le informazioni di base del computer: nome e versione del
sistema operativo, RAM installata
Per accedere alle informazioni relative alle proprietà del sistema che si sta utilizzando, si deve
cliccare con il tasto sinistro del mouse sul pulsante Start  presente nella Barra delle
applicazioni. Si apre il Menu di avvio dove è presente l’opzione Pannello di controllo .
78
Facendo clic su questa opzione si apre la finestra relativa al menu di scelta degli strumenti,
suddivisi per categorie, che permettono di verificare e personalizzare il computer.
Chi preferisce una visualizzazione diversa, può scegliere di vedere le relative icone, come nella
figura seguente.
79
Non è detto che il Pannello di controllo sia lo stesso per tutti i computer: dipende dal sistema
operativo e dalle applicazioni installate.
Tra le varie icone, ognuna delle quali rappresenta una specifica azione atta da
ottenere informazioni e/o modificare configurazioni o gestire applicazioni o
hardware, si deve scegliere quella denominata Sistema.
L’attivazione di questa opzione permette la visualizzazione della seguente finestra, in cui sono
raccolte le caratteristiche di base del PC.
Si possono leggere le informazioni sul tipo di sistema operativo , il numero di licenza, le
caratteristiche della CPU utilizzata e la quantità di memoria RAM installata nel computer.
2.3.3
Modificare la configurazione del desktop del computer: data e ora.
volume audio, sfondo, risoluzione
Il desktop è il punto di partenza, la base che permette di iniziare a lavorare con il computer e può
essere personalizzato in ogni suo aspetto, dall’immagine di sfondo alla presenza o meno dei
gadget, dal tipo di carattere dei testi presenti nelle finestre alla Barra delle applicazione e il Menu di
avvio.
80
MODIFICARE DATA E ORA
Nell'Area di notifica viene visualizzata l'ora e
la data corrente; passando il puntatore su
queste indicazioni compare la data per esteso.
Facendo clic su ora e data si visualizza la
finestra indicata a fianco.
Per regolare la data e l'ora si interviene
facendo clic sul collegamento Modifica
impostazioni data e ora...
PROCEDURA
1.
Nell'Area di notifica fare clic destro sull'ora
e nel menu rapido scegliere Modifica
data/ora, visualizzando la finestra Data e
ora riportata a fianco.
2.
Nella scheda Data e ora fare clic sul pulsante
Modifica data e ora ..., visualizzando la finestra
riportata a fianco.
Nella finestra Impostazioni data e ora si possono
modificare i parametri impostando il mese e l'anno,
il giorno e l'ora desiderati.
Al termine fare clic su Ok.
Nelle altre schede della finestra Data e ora si
possono attivare orologi aggiuntivi con diversi fusi
orari e sincronizzare un server di riferimento per
aggiornare l'orario da Internet.
fare clic su Ok per confermare le impostazioni
eseguite.
3.
4.
5.
6.
81
1.
PROCEDURA ALTERNATIVA
Nella finestra Pannello di controllo :
 in visualizzazione per Categorie, fare clic sul link Orologio e opzioni internazionali e
poi su Data e ora (oppure su Imposta la data e l'ora).

2.
in visualizzazione per Icone grandi o piccole, fare clic sull'icona Data e ora.
Nell'Area di notifica, fare clic destro sull'ora e selezionare Modifica data/ora.
Successivamente in entrambi i casi proseguire dal punto 2 della procedura precedente.
REGOLARE IL VOLUME AUDIO
Per regolare l'audio si può
intervenire sull'icona presente
solitamente nell'Area di notifica,
oppure nella finestra Mixer
volume.
82
PROCEDURA
1.
2.
Nell'Area di notifica, fare sull'icona
Altoparlante.
Nel box regolare il volume trascinando l'indicatore verso il basso per diminuirlo o verso l'alto
per aumentarlo. Facendo clic sul collegamento Mixer, si attiva la finestra Mixer volume, in cui
è possibile anche regolare il volume dei suoni applicati agli eventi di Windows e nei
programmi.
PROCEDURA ALTERNATIVA
Nella finestra Pannello di controllo :
 in visualizzazione per Categorie, fare clic sul link Hardware e suoni e poi nel gruppo Audio
fare clic su Regola volume del sistema,quindi operare nella finestra Mixer volume.

in visualizzazione per Icone grandi o piccole, fare clic sull'icona Audio e poi clic su
Altoparlanti; quindi nella scheda Livelli impostare il volume desiderato e confermare con
Ok nelle finestre aperte.
La finestra che si apre cliccando su
Audio contiene tutti gli elementi per
impostare le caratteristiche dell’audio del
sistema.
PERSONALIZZARE LO SFONDO DEL DESKTOP
L'interfaccia di Windows è caratterizzata da un insieme di proprietà visive (ad es. l'aspetto delle
finestre, lo sfondo del desktop, lo screen saver) che l'utente può personalizzare per renderle pù
congeniali alle proprie esigenze.
Queste e altre impostazioni sono raggiungibili mediante i diversi link presenti nella finestra
Personalizzazione.
1.
2.
3.
4.
PROCEDURA
Fare clic destro nell'area del desktop
Da menu rapido scegliere Personalizza.
Fare clic sul link Sfondo del desktop.
Si apre la finestra di selezione dello sfondo, per scegliere una diversa immagine o colore del
desktop.
83
PROCEDURA ALTERNATIVA
Nella finestra Pannello di controllo :
 in visualizzazione per Categorie, fare clic sul link Cambia lo sfondo del desktop (oppure
operare su Aspetto e personalizzazione e poi su Personalizzazione, quindi fare clic sul link
Cambia lo sfondo del desktop).

in visualizzazione per Icone grandi o piccole, fare clic sull'icona Personalizzazione.
84
PER SAPERNE DI PIÙ
Impostare un'immagine come screen saver
Mediante il link Screen saver della finestra di Personalizzazione è possibile configurare le opzioni
che gestiscono l'immagine o il testo da visualizzare dopo un determinato tempo di inattività del
computer, l'intervallo di attesa prima dell'attivazione dello screen saver e l'eventuale password di
accesso.
MODIFICARE LA RISOLUZIONE DELLO SCHERMO
Per risoluzione si intende il numero di pixel che compongono lo schermo: aumentando la
risoluzione aumenta la definizione dello schermo, cioè immagini e testi sono più ridotti, meglio
definiti e di qualità superiore.
PROCEDURA
Per modificare la risoluzione dello schermo procedere come di seguito indicato:
85
1.
2.
3.
4.
2.3.4
Fare clic destro nell'area del desktop.
Da menu rapido scegliere Risoluzione
dello schermo.
Fare clic sul pulldown del pulsante
Risoluzione per eseguire la modifica.
Altermine confermare con Ok.
Modificare, aggiungere, eliminare una lingua della tastiera. Modificare
la lingua predefinita
La lingua di input definisce l'insieme dei caratteri associati ai tasti; passando a una lingua diversa
da quella italiana, l'aspetto dei tasti ovviamente non cambia, però si modifica la corrispondenza tra
tasti premuti e caratteri visualizzati.
La gestione e personalizzazione della Barra della lingua
vengono attivate tramite gli strumenti presenti nel Desktop
nell’Area di notifica della Barra delle applicazioni.
Facendo clic sul pulsante è possibile vedere le lingue disponibili
e scegliere quella desiderata.
In alternativa è possibile aggiungere all'elenco una ulteriore
lingua o modificare quella predefinita.
AGGIUNGERE UNA LINGUA DELLA TASTIERA
1.
2.
3.
4.
PROCEDURA
Fare clic destro sulla Barra della lingua e scegliere Impostazioni.
Nella scheda Generale della finestra Servizi testo e lingue di input, fare clic sul pulsante
Aggiungi.
Nella finestra Aggiungi lingua di input, fare clic sul simbolo "" accanto alla lingua desiderata
e poi sul medesimo simbolo della relativa tastiera.
Attivare la spunta al layout di tastiera desiderato, quindi fare clic su Ok in entrambe le finestre.
86
MODIFICARE LA LINGUA PREDEFINITA DELLA TASTIERA
Nella finestra Servizi e lingue di input è
possibile cambiare la lingua di input predefinita:
fare clic sul pulldown della casella Lingua di
input predefinita e nell'elenco operare la scelta,
quindi confermare facendo clic su Ok.
ELIMINARE UNA LINGUA DELLA TASTIERA
Nella finestra Servizi e lingue di input - scheda
Generale, è possibile rimuovere una lingua,
dopo averla selezionata, facendo clic sul
pulsante Rimuovi.
PROCEDURA ALTERNATIVA
Nella finestra Pannello di controllo :
 in visualizzazione per Categorie, nel gruppo Orologio e opzioni internazionali, fare clic sul
link Cambia tastiere o altri metodi di input e poi sul pulsante Cambia tastiere.
87

in visualizzazione per Icone grandi o piccole, fare clic sull'icona Paese e lingua, attivare la
scheda Tastiere e lingue e fare clic sul pulsante Cambia tastiere.
Successivamente in entrambi i casi proseguire come indicato al punto 2 della procedura
precedente.
2.3.5
Chiudere un'applicazione che non risponde
Può succedere che un’applicazione si blocchi in
fase di esecuzione e, accanto al nome, appare
la scritta (Non risponde) . Per ripristinare il
corretto funzionamento, il rilascio delle risorse
impegnate ed eventualmente far ripartire
l’applicazione bloccata è necessario in
pervenire con la sua chiusura.
In tal caso si può forzare la chiusura del programma che ha dato problemi attivando la finestra
Gestione attività Windows.
Per aprire la finestra di colloquio “Gestione attività Windows” si può:
1. utilizzare la combinazione di tasti
2.
utilizzare la combinazione di tasti
3.
e fare clic sull'opzione Avvia Gestione attività
Fare clic con il tasto destro del mouse sulla Barra delle applicazioni e scegliere l’opzione
Avvia Gestione attività dal menu di scelta rapida associato.
Nella finestra che si apre, si seleziona l’applicazione che
si vuole interrompere cliccandoci sopra  con il mouse,
quindi si clicca sul tasto Termina attività , che
interrompe immediatamente l’esecuzione.
88
2.3.6
Installare, disinstallare un'applicazione
Attualmente, quasi tutti i programmi si avviano in auto play e includono una procedura guidata per
la loro installazione che non richiede particolari interventi, poiché solitamente avviene in
automatico. Un’applicazione viene installata nel PC seguendo il percorso proposto dal file di
installazione, che generalmente si chiama Setup.exe, del programma stesso.
L’opzione Come installare un programma
presente
nella
sezione
Programmi
e
funzionalità apre la finestra della Guida in linea
contenente le istruzioni per installare un nuovo
programma.
Per disinstallare un software in modo corretto, rimuovendone tutte le informazioni, è necessario
operare dal Pannello di controllo:
 in visualizzazione per Categorie, nel gruppo Programmi e funzionalità, fare clic sul link
Disinstalla un programma.

in visualizzazione per Icone grandi o piccole, fare clic sull'icona Programmi e funzionalità.
In entrambi i casi si apre la finestra che mostra l'elenco di tutti i programmi installati nel computer.
La finestra che viene aperta contiene un’icona per ogni programma installato nel sistema. Al clic
sull’icona relativa al programma da modificare o disinstallare vengono attivate alcune opzioni sulla
barra degli strumenti relative alle operazioni che possono essere eseguite sul programma
selezionato.
89
Selezionando ad esempio Avira Free Antivirus nel caso specifico, si attivano i pulsanti Disinstalla
per disinstallare il programma e Cambia per modificare il tipo di installazione, personalizzando le
opzioni e gli strumenti del programma già installato.
2.3.7
Collegare un dispositivo (chiavetta USB, fotocamera digitale,
riproduttore multimediale) ad un computer. Scollegare un dispositivo
impiegando la procedura corretta
I dispositivi come chiavette USB, fotocamere digitali o riproduttori multimediali si collegano al
computer attraverso una porta USB. Ogni dispositivo è dotato di un connettore o relativo cavetto
da collegare alla porta.
COLLEGARE UN DISPOSITIVO
1.
2.
3.
4.
PROCEDURA
Per collegare una chiavetta USB al computer, inserirla nella porta USB.
Per collegare una fotocamera digitale o un dispositivo multimediale, utilizzare il cavo USB in
dotazione. Infine accendere il dispositivo.
Una volta collegato al computer, il dispositivo viene mostrato nella finestra Computer con
un'icona: come "disco rimovibile" nel caso della chiavetta USB e come "dispositivo portatile"
nel caso della fotocamera o del riproduttore multimediale.
Quando il dispositivo compare nella finestra Computer, è riconosciuto dal sistema ed è pronto
per essere utilizzato.
90
SCOLLEGARE UN DISPOSITIVO
PROCEDURA (PER CHIAVETTA USB)
1.
3.
Nell'Area di notifica fare clic sul pulsante Mostra icone nascoste e poi sull'icona Rimozione
sicura dell'hardware ed espulsione supporti.
Fare clic su Espelli Dispositivo di archiviazione di massa USB della periferica da
scollegare.
Un messaggio informa che è possibile scollegare la chiavetta USB.
1.
2.
PROCEDURA (PER FOTOCAMERA O RIPRODUTTORE MULTIMEDIALE)
Spegnere il dispositivo.
Rimuovere dalla porta USB il cavo che lo collega al computer.
2.
91
92
2.1.2.1 Utilizzare la funzione di stampa schermo da tastiera per catturare
l’intero schermo
In alcuni casi può essere utili inserire in un documento un’immagine dell’attuale
videata dello schermo o di una parte di esso.
COPIA DELLO SCHERMO (PROCEDURA)
1. Premere il tasto Stamp/R Sist per effettuare una copia nella
memoria del PC dell’intera videata; non viene visualizzato
alcun messaggio dell’avvenuta operazione.
La copia dello schermo così effettuata può essere incollata in un
programma di grafica o di testo che supporta le immagini, come
Microsoft Word, ed essere inserito all’interno di un documento.
COPIA DELLA FINESTRA ATTIVA (PROCEDURA)
1. Premere la combinazione di tasti Alt + Stamp/R
Sist per effettuare la copia della sola finestra
attiva.
La finestra così catturata viene memorizzata in
un’area di memoria temporanea e può essere inserita
in una qualsiasi applicazione che lo consenta.
COPIA DI UNA PORZIONE DELLO SCHERMO (PROCEDURA)
Tra i programmi installati in Windows 7 è presente quello denominato Strumento
di cattura, che viene attivato tramite l’omonimo collegamento nel Menu di avvio,
premendo il pulsante Start.
93
All’avvio del programma viene visualizzata una
piccola finestra contenente le icone relative agli
strumenti che possono essere attivati: Nuovo,
Annulla e Opzioni.
Prima di avviare la cattura, deve essere indicata
la parte dello schermo di cui serve l’immagine,
selezionandola dal menu a discesa associato al
pulsante Nuovo.
Al clic del pulsante Annulla viene disattivata la
funzione di cattura, l’applicazione resta attiva. In
tal modo è possibile individuare una diversa area
di cattura o modificare le opzioni nella finestra
associata al pulsante Opzioni.
94
Tramite il pulsante Opzioni, si apre la
relativa finestra che consente di
modificare alcuni parametri.
Dopo avere avviato lo Strumento di cattura, una linea rossa delimita la parte di
interesse. La cattura della porzione dello schermo avviene in modalità
drag-and-drop (= trascina e rilascia): si punta il mouse su un angolo della
porzione da catturare, si tiene premuto il tasto sinistro del mouse e si trascina il
cursore per identificare l’area da acquisire, si rilascia il tasto sinistro del mouse al
termine dell’operazione.
Ad esempio volendo catturare
il logo di Windows 7, viene
visualizzata
la
seguente
finestra, in cui sono presenti i
pulsanti per la modifica, il
salvataggio
e
la
copia
dell’immagine stessa.
95
2.1.3 Uso delle icone
2.1.3.4 Utilizzare un’icona per aprire un file, una cartella, un’applicazione
In genere, con il doppio clic sull’icona del collegamento o con la scelta della voce
Apri dal menu contestuale ad esso relativo viene aperto l’elemento associato.
L’operazione dà risultati diversi a seconda del tipo di icona. In particolare:
 se l’icona rappresenta un file di documento, questo viene aperto all’interno del
programma predefinito per quel tipo di file;
 se rappresenta una cartella, viene aperta una finestra che visualizza tutti i file
e le eventuali cartelle in essa contenuti;
 se rappresenta il cestino, viene aperta una finestra contenente tutte le icone
associate alle cartelle e ai file cancellati;
 nel caso di un’applicazione, questa viene mandata in esecuzione;
 se rappresenta una stampante, viene visualizzata una finestra contenente tutti
i documenti attualmente presenti nella coda di stampa.
96
2.2
GESTIONE DEI FILE
Il sistema operativo agisce sulla gestione dei dati (organizzazione e memorizzazione sui
dispositivi di archiviazione) tramite il File System, che li organizza in File e Cartelle.
2.2.1 Concetti fondamentali
L’organizzazione fisica e logica dei documenti e dei programmi nelle memorie del
computer, detta file system, può essere schematizzata con un diagramma ad
albero, più esattamente un albero rovesciato, con la radice verso l’alto e le foglie
verso il basso.
Il file è l’unità fondamentale per la memorizzazione delle informazioni. Ciascun
file può essere salvato all’interno di cartelle per evitare l’ovvia confusione che si
genererebbe salvandoli in maniera casuale all’interno delle memorie.
Le cartelle sono ulteriormente raggruppate in cartelle superiori, seguendo criteri
stabiliti dall’utente. Il principio è analogo a quello di un qualsiasi sistema di
archiviazione. La radice è costituita dall’insieme delle memorie del computer. Al
primo livello si trovano le unità di memorizzazione, all’interno di ciascuna delle
quali è memorizzata una struttura in cartelle, che a loro volta possono contenere
ulteriori sottocartelle o file. La radice è l’unità di memoria di massa (disco C:\), i
rami sono rappresentati dalle cartelle, mentre le foglie sono i file.
All’interno della gerarchia ad albero, l’identificazione completa di un file avviene
tramite l’indirizzo completo del percorso (pathname) che deve essere seguito
sull’albero per andare dalla radice al file in questione. Più file con lo stesso nome
possono esistere all’interno di cartelle diverse, ma non nella stessa cartella.
Nello scrivere il pathname, a ogni livello di cartelle attraversato all’interno della
gerarchia si inserisce una barra rovesciata “\” (backslash) per separarne i nomi.
97
Il nome completo dell’indirizzo viene
visualizzato nella Barra degli
indirizzi della finestra Computer.
La figura accanto mostra
come il sistema operativo
visualizza
la
struttura
gerarchica rappresentante i
documenti e le cartelle
contenute all’interno del
disco principale C:\.
Quindi riferendosi al documento Word chiamato Concetti di base delle tecnologie
ICT, il percorso espresso come riga di comando risulta
C:\manuali ECDL\Concetti di base delle tecnologie ICT
Con il normale metodo di navigazione attraverso le icone, per
raggiungere il documento Concetti di base delle tecnologie
ICT, è necessario cliccare nell’ordine sul tasto Start,
sull’opzione Computer, sull’icona del Disco locale (C:), sulla
cartella manuali ECDL e infine sull’icona rappresentante il
documento desiderato.
In questa fase è importante sapere che ogni file e cartella deve avere un nome
che lo distingua dagli altri. Il nome comprende anche un’estensione, separata da
un punto, di tre caratteri, che ne definisce il tipo. Due oggetti con lo stesso nome,
estensione compresa, non possono trovarsi allo stesso livello, ma possono
esistere in due cartelle diverse, anche se annidate una dentro l’altra.
Ogni unità di memorizzazione di massa contiene l’indice di tutti i file, in cui sono
memorizzati il nome, la posizione fisica nel disco, le dimensioni in byte, la data di
creazione o modifica, la cartella in cui è contenuto e altre informazioni.
98
2.2.1.1 Comprendere come un sistema operativo visualizza le unità disco, le
cartelle, i file in una struttura gerarchica
Il sistema operativo
assegna ad ogni unità
di memorizzazione dei
dati una lettera seguita
dal simbolo : (due
punti).
All’interno di ogni unità di
memorizzazione dei dati
(nella
figura
l’unità
corrispondente all’utente
Stefano), le unità da un
punto di vista logico sono
ripartite
in
porzioni
denominate Cartelle e si
organizzano
mediante
una gerarchia ad albero
rovesciato.
Così come le cartelle di documenti che si potrebbero trovare in un ufficio, le
cartelle presenti su un disco contengono i file, cioè i documenti di cui abbiamo
bisogno per lavorare.
Quando viene aperta, una cartella o
una raccolta viene visualizzata in una
finestra.
La finestra della cartella Documenti è
organizzata come in figura e può
contenere file oppure altre cartelle
denominate Sottocartelle.
I diversi elementi della finestra sono
progettati per consentire di spostarsi
nell'ambito di Windows o per
semplificare l'utilizzo di file, cartelle e
raccolte.
99
Gli elementi che costituiscono la finestra sono:
Elemento
Utilizzo
Riquadro di spostamento
Utilizzare il riquadro di spostamento per accedere a raccolte,
cartelle e ricerche salvate, nonché a interi dischi rigidi. La sezione
Preferiti consente di aprire le cartelle e le ricerche utilizzate con
maggiore frequenza, mentre la sezione Raccolte consente di
accedere alle raccolte. Per cercare cartelle e sottocartelle è
possibile anche espandere la sezione Computer.
Pulsanti Indietro e Avanti
Utilizzare il pulsante Indietro
e il pulsante Avanti
per passare
ad altre cartelle o raccolte aperte in precedenza senza chiudere la
finestra corrente. Questi pulsanti interagiscono con la barra degli
indirizzi. Dopo essersi spostati in un'altra cartella tramite la barra
degli indirizzi, ad esempio, è possibile utilizzare il pulsante Indietro
per tornare alla cartella precedente.
Barra degli strumenti
Utilizzare la barra degli strumenti per eseguire attività comuni, ad
esempio modificare l'aspetto di file e cartelle, masterizzare file su
un CD o avviare una presentazione di immagini digitali. I pulsanti
della barra degli strumenti cambiano in base al contesto per
visualizzare solo le attività pertinenti. Se ad esempio si fa clic su un
file immagine, sulla barra degli strumenti verranno visualizzati
pulsanti diversi da quelli visualizzati selezionando un file musicale.
Barra degli indirizzi
Utilizzare la barra degli indirizzi per passare a un'altra cartella o
raccolta o per tornare a una cartella o raccolta precedente.
Riquadro delle raccolte
Il riquadro delle raccolte viene visualizzato solo se è attiva una
raccolta, ad esempio Documenti. Utilizzarlo per personalizzare la
raccolta o per disporre i file in base a proprietà diverse.
Intestazioni di colonna
Utilizzare le intestazioni di colonna per modificare l'organizzazione
dei file nell'elenco file. È ad esempio possibile fare clic sul lato
sinistro di un'intestazione di colonna per cambiare l'ordine di
visualizzazione dei file e delle cartelle oppure fare clic sul lato
destro per filtrare i file in modi diversi. Si noti che le intestazioni di
colonna sono disponibili sono nella visualizzazione Dettagli.
Elenco file
Il contenuto della cartella o della raccolta corrente viene
visualizzato in questo elenco. Se si digita testo nella casella di
ricerca per trovare un file, verranno visualizzati solo i file che
soddisfano i criteri di ricerca nella visualizzazione corrente, inclusi i
file delle sottocartelle.
Casella di ricerca
Digitare una parola o una frase nella casella di ricerca per cercare
un elemento nella cartella o nella raccolta corrente. La ricerca
viene avviata appena si inizia a digitare. Se ad esempio si digita
"B", nell'elenco dei file verranno visualizzati tutti i file i cui nomi
iniziano con la lettera B.
Riquadro dei dettagli
Utilizzare il riquadro dei dettagli per visualizzare le proprietà più
comuni associate al file selezionato. Le proprietà dei file sono
costituite da informazioni relative a un file, ad esempio l'autore, la
data dell'ultima modifica e gli eventuali tag descrittivi aggiunti al
file.
Riquadro di anteprima
Nel riquadro di anteprima viene visualizzato il contenuto della
maggior parte dei file. Se ad esempio si seleziona un messaggio di
posta elettronica, un file di testo o un'immagine, sarà possibile
visualizzarne il contenuto senza aprire il programma associato. Se
il riquadro di anteprima non è visibile, fare clic sul pulsante
Riquadro di anteprima
sulla barra degli strumenti per attivarlo
100
All’installazione del
sistema operativo sul
disco
C:
viene
generata la cartella
Utenti, che contiene
a sua volta tante
cartelle, una per ogni
utente che ha avuto
accesso al computer
tramite un account.
Nella figura gli utenti
del computer sono
tre:
Administrator,
Gianni, Antonio.
La cartella di uno
specifico
utente
contiene a sua volta
altre cartelle tra cui, ad
esempio, le cartelle
Desktop e Documenti.
Per tale motivo ogni
utente avrà un suo
personale desktop e
una personale cartella
contenente i propri
documenti.
Quindi riferendosi ad un documento Word contenuto nella cartella Documenti
dell’utente Gianni, il percorso espresso come riga di comando risulta
C:\Utenti\Gianni\Documenti\Nome documento.doc
Nel percorso di un file viene prima indicata l’unità che memorizza il file, seguita da
due punti e da un backslash, quindi il nome della prima cartella, separata a sua
volta da un backslash dal nome della cartella immediatamente inferiore, e così via
fino ad arrivare al nome del file in questione.
Il nome completo è una delle informazioni raccolte nella finestra delle proprietà
del file o della cartella in questione.
2.2.1.2 Sapere che le periferiche impiegate da un sistema operativo per
memorizzare i file e le cartelle sono i dischi fissi, le chiavi USB,
i CD-RW, i DVD-RW, le unità di rete
Le unità di memorizzazione in cui possono essere contenuti i file da leggere o da
salvare sono:
 il disco fisso, in genere indicato con la lettera C;
 l’unità floppy, indicata con la lettera A;
 il CD-RW, lettera D;
 eventuali unità di rete, se il computer è connesso a una rete locale;
 eventuali supporti removibili, pendrive, se inseriti nella porta USB.
Oltre alle memorie locali può essere sfruttata la possibilità offerta da diversi siti
internet di memorizzare file in un loro spazio di memoria, ad esempio icloud.
101
Questo strumento è molto utile perché, essendo sulla Rete, può essere usato da
utenti in tutto il mondo. È sufficiente che l’utente che riceve i file conosca
l’indirizzo e la password per accedere alla cartella che li contiene e, connesso a
Internet, potrà salvare o scaricare file.
2.2.1.3 Sapere come vengono misurati i file e le cartelle: KB, MB, GB
A seconda del tipo, la dimensione di un file può variare notevolmente riflettendosi,
di conseguenza, sulle dimensioni dell’eventuale cartella che lo contiene. Essa può
essere di poche migliaia di byte (KB = kilo Byte) per un file di testo, fino a milioni
di byte (MB = Mega Byte) per un’immagine o miliardi di byte (GB = Giga Byte o
TB = Tera Byte) per le banche dati di grandi dimensioni e/o delle cartelle che
contengono più di questi oggetti.
Riassumendo nella seguente tabella:
Tipo
Dimensione in byte
Byte
8 bit
KB
1024 byte = 210 byte
MB
1024 x 1024 byte = 210 x 210 byte = 220 byte
GB
1024 x 1024 x 1024 byte = 210 x 210 x 210 byte = 230 byte
TB
1024 x 1024 x 1024 x 1024 byte = 210 x 210 x 210 x 210 byte = 240 byte
Ogni file è composto da dati codificati secondo il byte e i suoi multipli, di
conseguenza le sue dimensioni possono variare sia in base al tipo sia in relazione
alla quantità di dati di cui si compone.
102
Le dimensioni del file si possono verificare posizionando il puntatore del mouse su
di esso, oppure, dopo averlo selezionato, leggendole nel Riquadro dettagli.
Facendo clic con il tasto destro del mouse su file o cartelle e scegliendo
Proprietà si possono ottenere informazioni sulle dimensioni del file e altre più
specifiche.
2.2.1.4 Comprendere per quale motivo è importante effettuare delle copie di
backup di file su un supporto di memoria rimovibile da conservare in
un luogo separato
Eseguire la copia periodica di riserva (copia di backup) dei dati oggettivamente
importanti contenuti nel computer permette continuità e tranquillità lavorativa,
proteggendo il sistema da una loro perdita, che può essere dovuta a rottura di un
disco fisso, contagio di un virus, calamità naturale o latro.
Normalmente è abitudine effettuare copie di file masterizzandoli su cd-rom oppure
registrandoli all’interno di pendrive, comunque su supporti di memoria rimovibili. In
questo modo, se per qualche motivo il file originario venisse danneggiato, c’è la
possibilità di recuperarlo dal supporto removibile e riportarlo nella sua posizione
sul disco fisso. Ogni file memorizzato solo nelle memorie locali viene
irrimediabilmente perso in caso di grave danno al PC. Una copia di backup può
essere ripristinata in qualsiasi momento su un altro PC.
È importante che il supporto su cui è stato fatto il backup sia conservato in un
luogo diverso da quello in cui è il computer, per evitare le conseguenze di gravi
disastri (incendio, crollo dell’edificio,...), che potrebbero arrecare danni anche al
supporto stesso, perdendo così anche la copia di backup.
La dimensione del supporto scelto per l’operazione è fondamentale: si sceglierà il
supporto adatto (chiave USB, CD, DVD, altro disco fisso) in base alla quantità di
dati da salvare.
2.2.1.5 Comprendere i vantaggi del salvataggio dei file su unità online:
maggiori possibilità di accesso e di condivisione
Tramite Internet è possibile usufruire
di una nuova modalità di salvataggio
dei dati: molti siti offrono un servizio
di archiviazione dei file online.
Questo servizio consiste nel mettere
a disposizione dell’utente uno
spazio, di dimensioni variabili a
seconda del sito, in cui salvare,
archiviare, organizzare e condividere
file rendendoli accessibili ovunque.
La possibilità di utilizzare questi
servizi,
normalmente,
avviene
tramite una registrazione dell’utente
per l’assegnazione di una username
(identificativo) e di una password
per l’accesso.
È necessario essere consapevoli che tutti i file così salvati sono resi pubblici in
automatico, cioè condivisi con chiunque (ovviamente questo avviene per quei siti
che offrono il servizio in modo gratuito). Si suggerisce la possibilità di rendere
“privato” il file tramite l’associazione di una password di protezione cosicché, pur
accedendo all’indirizzo URL di condivisione, senza l’inserimento della password
103
impostata, non sarà possibile procedere con il download del file sul computer
richiedente.
In ambito aziendale molto spesso i medesimi file devono essere utilizzati da più
persone che possono operare nello stesso edificio o in sedi dislocate in città
diverse. In questi casi le aziende predispongono delle unità online (server con
dispositivi di memorizzazione molto capienti) a cui i dipendenti, grazie al
collegamento alla Rete e in genere mediante un sistema di riconoscimento basato
sull’uso di nome utente e password, possono accedere per prelevare file o
memorizzarne ulteriori.
Mediante il salvataggio su unità online si hanno notevoli vantaggi, quali maggiori
possibilità di accesso ai file e alla loro condivisione.
2.2.2 File e cartelle
2.2.2.1 Aprire una finestra per visualizzare il nome, le dimensioni e la
posizione nell’unità di una cartella
Al punto 2.2.1.3 abbiamo visto come è possibile ottenere informazioni circa le
dimensioni di un file o di una cartella.
Il nome, il percorso di archiviazione,
il tipo di elemento, le dimensioni e
ulteriori informazioni sono definite
proprietà
e
possono
essere
verificate nella rispettiva finestra.
PROCEDURA
1. Per accedere alla scheda delle
proprietà del file fare clic con il
tasto destro del mouse e
scegliere la voce Proprietà dal
menu di scelta rapida associato.
La scheda Generale riporta tutte
le caratteristiche del file. Le altre
schede
riportano
ulteriori
informazioni e caratteristiche.
2. Fare clic su OK per chiudere la
finestra.
2.2.2.2 Espandere, minimizzare le viste delle unità e delle cartelle
I programmi installati, i file e le cartelle create dall’utente costituiscono l’archivio di
un PC e per visualizzarlo ed eseguire operazioni sui diversi elementi in esso
contenuti Windows 7 mette a disposizione il programma Computer attivabile dal
menu Start.
104
Questa finestra rappresenta il modo
più veloce per attivare Windows
Explorer, per accedere alle unità di
memorizzazione e alle diverse cartelle
di un elaboratore.
La finestra Computer presenta due riquadri, Riquadro di spostamento e
Riquadro di visualizzazione.
105
Il Riquadro di spostamento comprende la zona a sinistra della finestra, che
mostra la struttura gerarchica di unità, cartelle e sottocartelle, dispositivi di
memorizzazione, unità di rete. Cliccando sulle frecce e accanto ai dispositivi è
possibile espandere e comprimere la visualizzazione di dischi e cartelle.
Il simbolo accanto a un elemento indica che al suo interno sono contenute
cartelle; con un clic sul simbolo si espande la ramificazione gerarchica della
cartella madre che mostra il suo contenuto. Dopo questa operazione il simbolo
viene sostituito dal segno e facendo clic su di esso la cartella madre si chiude.
Il Riquadro di visualizzazione mostra il contenuto dell’elemento selezionato nel
Riquadro di spostamento.
Esaminando il Riquadro di spostamento si vede come il sistema di archiviazione
dei dati su disco è organizzato in una struttura gerarchica di cartelle.
2.2.2.3 Raggiungere un file, una cartella su un’unità
Per raggiungere un file o una cartella archiviati su disco fisso o in un’altra unità di
memorizzazione è consigliabile operare nel Riquadro di spostamento.
PROCEDURA
Operando sul desktop fare doppio clic sull’icona Computer.
1. Fare clic sul simbolo accanto all’unità di memorizzazione in cui è
archiviato il file o la cartella desiderata e ripetere l’operazione su
eventuali sottocartelle.
2. Fare clic sulla cartella che contiene il file ricercato.
3. Nel Riquadro di visualizzazione saranno elencati tutti i file della cartella
selezionata, tra cui il file ricercato.
106
Menu di
scelta
rapida
In Windows 7 è possibile mostrare il contenuto delle cartelle in diversi modi: la
scelta può agevolare la visualizzazione degli elementi contenuti e le operazioni
che si intendono compiere.
Utilizzando le opzioni del menu
di scelta rapida, che si attiva
col pulsante destro del mouse
all’interno della cartella, oppure
facendo
clic
sull’omonimo
pulsante della barra dei
pulsanti della Barra degli
strumenti si può scegliere tra
diverse possibilità:
 Icone molto grandi, Icone
grandi, Icone medie, Icone
piccole mostrano le icone
in
dimensioni
diverse,
riportando sotto il nome.
Barra degli
 Elenco
mostra
icone
strumenti
piccole seguite dal nome,
disposte in colonna.
 Dettagli,
simile
alla
precedente, fornisce una
maggiore
quantità
di
informazioni
 Titoli mostra icone di
dimensioni
grandi,
accompagnate dal nome
dei
file,
quello
del
programma con cui sono
stati creati e delle loro
dimensioni.
2.2.2.4 Creare una cartella e un’ulteriore sottocartella
La creazione di una cartella avviene partendo dall’individuazione del supporto
destinata a contenerla. La cartella può essere collocata all’interno di un supporto
di memorizzazione come un hard disk, un CD-ROM, una penna USB, ecc. o
annidata all’interno di altre cartelle. Nel presente esempio si vuole creare una
cartella sul Desktop.
PROCEDURA
1. Fare clic con il tasto destro
del mouse nell’area vuota
del desktop.
2. Da menu rapido scegliere
Nuovo  Cartella.
3. Digitare il nome che si
desidera assegnare alla
cartella e premere Invio per
confermare (o fare clic
nell’area vuota).
107
PROCEDURA ALTERNATIVA
1. Aprire la cartella Computer dal
Menu di avvio.
2. Fare clic sulla voce Desktop nel
Riquadro di spostamento della
cartella.
3. Procedere con uno dei seguenti
percorsi:
 da menu File scegliere Nuovo 
Cartella;
 da Barra degli strumenti fare clic
sul pulsante Nuova cartella;
 nell’area vuota della finestra fare
clic con il tasto destro del mouse e
scegliere Nuovo / Cartella.
4. Il Riquadro di visualizzazione
mostra una nuova cartella con il
nome evidenziato: digitare il nome
desiderato e premere Invio per
confermare.
2.2.3 Operare con i file
2.2.3.1 Riconoscere i file di tipo più comune: file di elaboratore testi, file di
foglio elettronico, file di database, file di presentazioni, file di tipo
PDF, file di immagini, file audio, file video, file compressi, file
temporanei, file eseguibili
Ogni file creato e archiviato è associato a un’applicazione, di conseguenza
acquisisce delle proprietà, come per esempio l’icona e la sua estensione, che ne
identificano il tipo e il programma con il quale è stato creato o è possibile leggerlo.
Di un file o di una cartella si possono ottenere informazioni più o meno dettagliate
in base al tipo di visualizzazione richiesta oppure conoscerne tutte le proprietà,
eseguendo la procedura già vista al punto 2.2.2.1.
Per visualizzare le estensioni dei file, nella finestra
Computer da menu Strumenti scegliere Opzioni
cartella. Nella scheda Visualizzazione scorrere
l’elenco e fare clic su Nascondi le estensioni per i
tipi di file conosciuti per disattivarne la spunta,
quindi confermare con OK.
Le informazioni della finestra Proprietà
sono utili anche per verificare la
posizione in cui è stato salvato il file
(percorso), lo spazio occupato su disco
(dimensione), la data di creazione, di
aggiornamento,
di
visualizzazione,
nonché il tipo di file e la sua estensione.
Per scegliere un programma di apertura
diverso da quello cui il file è associato, nella
scheda Generale della finestra Proprietà,
fare clic su Cambia e poi sul programma
desiderato, quindi confermare con OK.
Il nome del file è composto di due parti
separate da un punto (per esempio prova.docx). A sinistra è specificato il nome,
a destra l’estensione composta da tre/quattro lettere che servono al sistema
operativo per identificare l’applicazione che ha generato il file.
108
Nella tabella sono elencati i tipi di file più comuni, le icone associate e le relative
estensioni.
TIPO
ICONA / NOME FILE
ESTENSIONE
File di testo di Blocco note
.txt
File di testo di WordPad
.rtf
File di testo o documento
di Microsoft Word 2007
.docx
File di foglio elettronico di
Microsoft Excel 2007
.xlsx
File di database o archivio
di Microsoft Access 2007
.accdb
File di presentazione di
Microsoft PowerPoint 2007
.pptx
Archivio Web, Pagina Web
.htm, .html
.mhtml
File grafici o di immagine
.bmp, .gif
.jpg, .png
File audio/video Windows
Media
.avi, .wma. .wav,
.wmv, .mpeg,
.mp3
Documento di Adobe
Acrobat
.pdf
File zippato (o archivio
compresso)
.zip
File eseguibili
.exe
File temporanei
.tmp
109
2.2.3.2 Attivare un programma di editing di testo. Inserire del testo in un file,
assegnare un nome al file e salvarlo all’interno di una unità disco
Con il sistema operativo Windows 7, all’utente vengono forniti a corredo due
programmi per la videoscrittura (editor testi), cui si accede da Start  Tutti i
programmi  Accessori, che permettono di creare semplici documenti, senza
necessariamente installare ulteriori software applicativi (ad esempio Microsoft
Office Word).
Per avviare uno dei programmi di editino presenti nel sistema operativo fare clic
su Start  Tutti i programmi  Accessori e selezionare Blocco note oppure
WordPad. La scelta dell’uno o dell’altro editor dipende dal tipo di documento che
si desidera realizzare.
Blocco note si utilizza per creare
documenti molto semplici o modificare
file di testo.
Il programma non supporta funzioni di
grafica; tuttavia all’interno dei menu
sono previste opzioni di formattazione
del testo, di impostazione della
pagina,
di
inserimento
data
aggiornata, di stampa del documento.
Dopo aver composto il documento nell’area della finestra e applicate le
formattazioni desiderate, si procede all’archiviazione del file per memorizzarlo su
disco (salvataggio).
PROCEDURA DI SALVATAGGIO
1. Dal menu File fare clic su Salva con nome.
2. Nella relativa finestra di dialogo, digitare il nome da attribuire al file nella
casella di testo Nome file. Non è possibile attribuire formati diversi al .txt
predefinito.
3. Per l’archiviazione del documento viene proposta la cartella predefinita
Documenti dell’utente che ha effettuato l’accesso al sistema. Se si vuole
memorizzare il file in una cartella diversa o in un’unità diversa bisogna
selezionare la destinazione desiderata.
4. Al termine fare clic su Salva.
WordPad è la versione ridotta di un
programma di elaborazione testi,
dispone di molte più opzioni rispetto a
Blocco note e supporta funzionalità di
grafica (si possono inserire oggetti
grafici e incollare immagini catturate
col tasto Stamp); la mancanza più
considerevole riguarda il controllo
ortografico.
In Windows 7 dispone di una nuova
barra multifunzione (la striscia lungo
la parte superiore della finestra che
mostra le funzioni di un programma)
che visualizza tutti gli strumenti
direttamente nella finestra principale,
anziché all'interno dei menu.
110
Dopo aver composto il documento nell’area della finestra e applicate le
formattazioni desiderate, si procede all’archiviazione del file per memorizzarlo su
disco (salvataggio).
PROCEDURA DI SALVATAGGIO
1. Dalla Barra multifunzione è possibile attivare il salvataggio del file tramite
l’icona raffigurante un floppy.
2. Nella relativa finestra di dialogo, digitare il nome da attribuire al file nella
casella di testo Nome file. Facendo clic sul pull-down della casella Salva
come è possibile attribuire formati diversi al .rtf predefinito.
3. Per l’archiviazione del documento viene proposta la cartella predefinita
Documenti dell’utente che ha effettuato l’accesso al sistema. Se si vuole
memorizzare il file in una cartella diversa o in un’unità diversa bisogna
selezionare la destinazione desiderata nella casella Salva in.
4. Al termine fare clic su Salva.
Come tutte le finestre di Windows anche quella di un programma di editino può
essere chiusa facendo clic sul pulsante
posto a destra nella Barra del titolo;
in alternativa selezionando l’opzione Esci dai menu.
2.2.3.3 Modificare lo stato del file: sola lettura/bloccato, lettura-scrittura
Per ogni file possono essere definiti alcuni attributi dalla finestra Proprietà.
Sola lettura: il file può essere
solo aperto e letto, ma non
sovrascritto. Se si eseguono
modifiche sul file, in fase di
salvataggio il programma avvisa
che non è possibile registrare i
cambiamenti sul file di origine e
richiederà di assegnare un nome
diverso, creando così una copia
modificata e lasciando inalterato il
file originale.
Nascosto: il file non è visibile
nella finestra Computer, a meno
che non venga attivata la specifica
opzione di visualizzazione dei file
nascosti.
PROCEDURA
1. Aprire la finestra che contiene il file e selezionare quello di cui si vogliono
vedere le proprietà.
2. Da menu File o da pulsante Organizza o attivando il menu di scelta rapida col
pulsante destro del mouse scegliere l’opzione Proprietà.
3. Nella sezione Attributi della scheda Generale spuntare la casella interessata
(la presenza della spunta indica che l’attributo è attivo).
4. Al termine fare clic su OK.
2.2.3.4 Riordinare
in senso crescente,
dimensione, tipo, data di modifica
descrescente
i
file
per
nome,
In tutte le visualizzazione è sempre possibile disporre cartelle e file secondo
diversi criteri.
111
La scelta si esegue da menu
Visualizza selezionando una
delle voci presenti nel sottomenu
Ordina per, nel quale la prima
sezione elenca i comandi Nome,
Ultima
modifica,
Tipo,
Dimensione,
mentre
la
successiva Ordine crescente e
Ordine decrescente.
L’opzione Altro del sottomenu Ordina per
consente di attivare ulteriori colonne. Se
avviene l’attivazione di altre colonne, il
sottomenu di Ordina per si aggiorna
rendendo disponibili anche tali comandi.
PROCEDURA
1. Dal menu Visualizza fare clic su Ordina per.
2. Per disporre i file, nel sottomenu fare clic su:
 Nome, per elencare i file in ordine alfabetico;
 Ultima modifica, per mostrare l’elenco in ordine cronologico;
 Tipo, per ottenere i file raggruppati in base al programma con cui sono stati
creati;
 Dimensione, per visualizzare i file in ordine di grandezza (KB).
3. Per ordinare i file, nel sottomenu scegliere Ordine crescente oppure Ordine
decrescente.
PERCORSI ALTERNATIVI
1. I comandi di disposizione e ordinamento possono essere richiamati da menu
di scelta rapida: fare clic con il tasto destro del mouse in un punto vuoto del
Riquadro di visualizzazione e nel menu selezionare Ordina per, quindi fare
clic sul comando desiderato.
2. L’ordinamento dei file può essere eseguito anche nel seguente modo:
impostare la modalità di
visualizzazione Dettagli e
fare clic sulle intestazioni di
colonna per ottenere i file in ordine alfabetico, dal più grande al più piccolo, dal
112
meno recente al più recente, e così via. Disponendo ciascun elenco in ordine
crescente o decrescente (la freccetta visibile in corrispondenza al lato
superiore dell’intestazione di colonna indica l’ordine impostato). Per invertire
l’ordine basta fare un altro clic sull’intestazione della colonna.
2.2.3.5 Individuare buoni esempi nell’attribuzione di nomi a cartelle, file:
utilizzare nomi significativi per cartelle e file per renderne più
semplice il recupero e l’organizzazione
Nello strutturare un archivio è
necessario organizzare in modo
ordinato ed efficace le cartelle
affinché ognuna contenga file di un
certo tipo o legati ad un
determinata attività. Così facendo
sarà più facile ricordare dove sono
stati memorizzati per reperirli in
modo più veloce.
Anche nell’assegnare il nome ai file
bisogna
fare
attenzione:
è
preferibile usare nomi brevi che ne
rimandino al contenuto.
Poiché un archivio è destinato nel
tempo a divenire sempre più
consistente, solo con una razionale
organizzazione di file e cartelle
sarà possibile lavorare in maniera
efficiente.
Windows generalmente limita i nomi dei file a 260
caratteri. In realtà, però, il nome del file deve essere
più breve, poiché nel numero di caratteri viene
incluso il percorso completo. Per questo motivo può
talvolta verificarsi un errore durante la copia di un
file con un nome molto lungo in un percorso più
lungo del percorso corrente.
In un nome di file non è possibile utilizzare i
seguenti caratteri: \ / ? : * “ > < |
2.2.3.6 Rinominare file, cartelle
Rinominare un file o una cartella significa cambiare il nome assegnatogli in fase di
creazione.
Il nome che identifica il file o la cartella è univoco e in una cartella non possono
essere archiviati file o sottocartelle con lo stesso nome a meno che non siano
associati a programmi diversi.
Si può utilizzare qualsiasi carattere, eccetto i seguenti: \ / ? : * “ > < |.
113
PROCEDURA
1. Nella finestra selezionare il file
interessato
(per esempio
il
documento test.txt), sulla barra
dei comandi fare clic sul pulsante
Organizza e poi su Rinomina.
2. Il nome del file selezionato
risulterà evidenziato e con il
cursore attivo all’interno di una
casella di testo.
3. Digitare il nuovo nome (nel caso
esemplificato esercizio.txt) nella
casella di testo che viene attivata
e che sostituirà quello evidenziato.
4. Premere Invio per confermare.
PERCORSI ALTERNATIVI
L’operazione di rinomina può essere eseguita anche nei seguenti modi:
1. fare clic con il tasto destro del mouse sull’icona del file o della cartella,
scegliere Rinomina dal menu di scelta rapida, digitare il nuovo nome e
premere Invio;
2. selezionare il file o la cartella, da menu File scegliere, digitare il nuovo nome e
premere Invio;
3. fare due clic non consecutivi sul nome del file o della cartella, digitare il nuovo
nome e premere Invio;
4. selezionare il file o la cartella, premere il tasto F2, digitare il nuovo nome e
premere Invio.
2.2.4 Duplicare, spostare
Un modo sbrigativo per muovere oggetti, file o cartelle, in ambiente Windows
consiste nell’aprire contemporaneamente sul desktop le cartelle di origine e di
destinazione dell’oggetto, in modo da rendere visibile il loro contenuto. Si
seleziona l’elemento da duplicare o spostare quindi, utilizzando il metodo
drag-and-drop si trascina la selezione dalla cartella di origine a quella di
destinazione.
114
A seconda delle rispettive localizzazioni fisiche delle due cartelle (origine e
destinazione), utilizzando il metodo di trascinamento della selezione, l’elemento
selezionato viene copiato o spostato.
La differenza è dovuta al fatto che se due cartelle si trovano sulla stessa unità di
memorizzazione, per evitare che vengano create due copie dello stesso file o
della stessa cartella, l’elemento selezionato viene spostato.
2.2.4.1 Selezionare file, cartelle singolarmente o come gruppo di file, cartelle
adiacenti, non adiacenti
Talvolta, in presenza di numerosi file o cartelle, può sorgere la necessità di
riorganizzare l’archivio, spostando gli elementi ad esempio in altre posizioni o
copiandoli su supporti diversi.
Una premessa fondamentale per eseguire una qualsiasi operazione di
spostamento o di copia consiste nell’indicare al computer qual è l’elemento su cui
si vuole agire; questo avviene mediante la selezione, cioè con un clic sull’icona
che lo identifica. Per eliminare la selezione basta fare clic nell’area vuota della
finestra.
La selezione può essere fatta per un singolo elemento oppure per gruppi di
elementi, adiacenti e non adiacenti.
 Per selezionare file/cartelle adiacenti fare
clic sul primo elemento da selezionare e,
tenendo premuto il tasto Shift, fare clic
sull’ultimo elemento del gruppo. Oppure
puntare su un vertice e, tenendo premuto il
pulsante sinistro del mouse, trascinare in
modo da selezionare il gruppo di elementi.

Per
selezionare
file/cartelle
non
adiacenti fare clic sul primo elemento da
selezionare e, tenendo premuto il tasto
Ctrl, fare clic sugli altri elementi che
devono far parte del gruppo.
Duplicare file e cartelle significa copiarli, con lo stesso nome e contenuto, in una
nuova posizione, cartella e/o unità di memoria.
Spostare file e cartelle significa rimuovere gli elementi da una cartella o da unità
di memoria per collocarli in un’altra posizione.
2.2.4.2 Duplicare file, cartelle tra cartelle e tra unità
Per duplicare file e cartelle Windows offre modalità operative diverse (pulsanti,
opzioni da menu, combinazioni di tasti o tecnica drag-and-drop): a voi la scelta!
COPIARE FILE E CARTELLE ALL’INTERNO DEL DISCO FISSO (PROCEDURA)
1. Nella finestra Computer aprire la cartella di origine e
selezionare gli elementi da copiare.
2. Nella barra dei comandi fare clic sul pulsante
Organizza della cartella di origine e nel menu
scegliere l’opzione Copia .
3. Nel Riquadro di spostamento raggiungere la
cartella di destinazione e aprirla.
4. Fare clic sul pulsante Organizza della cartella di
destinazione e nel menu scegliere l’opzione Incolla .
115
COPIARE FILE E CARTELLE DA DISCO FISSO A DISCO RIMOVIBILE (PROCEDURA)
1. Collegare la chiavetta alla porta USB.
2. Nella finestra Computer aprire la
cartella di origine e selezionare gli
elementi da copiare.
3. Fare clic con il tasto destro del mouse
sui file da copiare.
4. Nel menu contestuale associato
scegliere la voce Invia a  e poi fare
clic
sull’unità
di
destinazione
KINGSTONE (G:) .
5. Attendere che i file siano copiati, quindi
disattivare la chiavetta USB seguendo la
corretta procedura di distacco (cliccare
nell’Area di notifica della Barra delle
applicazioni sull’icona
ed eseguire la
Rimozione sicura dell’hardware).
COPIARE FILE E CARTELLE DA DISCO RIMOVIBILE, CD/DVD A DISCO FISSO(PROCEDURA)
1. Collegare la chiavetta alla porta USB o inserire Il CD/DVD nel lettore.
2. Nella finestra Computer fare doppio clic sull’icona del drive della periferica
rimovibile (chiavetta oppure CD/DVD).
3. Selezionare gli elementi da copiare.
4. Nel Riquadro di spostamento aprire l’unità di memoria o la cartella di
destinazione.
5. Dal pulsante Organizza scegliere l’opzione Incolla.
6. Attendere che i file siano copiati, quindi dall’Area di notifica disattivare la
chiavetta USB seguendo la corretta procedura di distacco.
COPIARE FILE E CARTELLE DA DISCO FISSO A CD/DVD (PROCEDURA)
Se il computer è dotato di masterizzatore si possono copiare file e cartelle su CD
o DVD.
1. Inserire nel masterizzatore il CD o DVD su cui eseguire la copia.
2. Aprire la cartella d’origine e selezionare gli elementi da copiare.
3. Sulla Barra dei comandi
fare clic su Masterizza.
4. Inserire il disco nel drive
richiesto.
5. Nella finestra successiva
digitare
il
nome
da
assegnare
al
disco,
scegliere come si vogliono
masterizzare i dati e proseguire con
Avanti.
6. Attendere
il
completamento
dell’operazione, che può richiedere
diversi minuti. Al termine sarà eseguita la
copia e successivamente verrà mostrato
il contenuto del CD.
116
PERCORSI ALTERNATIVI
Per copiare file e cartelle, dopo averli selezionati, si può procedere in uno dei
seguenti modi:
 Da menu Modifica scegliere:
- Copia, aprire la cartella di destinazione e poi scegliere Incolla;
- Copia nella cartella, nella finestra raggiungere la cartella di destinazione,
selezionarla e fare clic su Copia.
 Con il tasto destro del mouse, nel menu contestuale fare clic su Copia, quindi
selezionare con il tasto destro del mouse la cartella di destinazione e nel menu
fare clic su Incolla.
 Premere i tasti Ctrl+C, aprire la cartella di destinazione e premere Ctrl+V.
 Nel Riquadro di spostamento espandere la ramificazione fino a individuare
la cartella di detsinazione. Utilizzando la modalità drag-and-drop, nel
Riquadro di visualizzazione selezionare gli elementi, tenere premuto il tasto
sinistro del mouse, tenere premuto il tasto Ctrl, trascinare gli elementi fino a
sovrapporsi alla cartella di destinazione, quindi rilasciare il mouse e poi il tasto
Ctrl. Per eseguire la stessa operazione tra dischi diversi trascinare gli elementi
fino a sovrapporli alla cartella di destinazione.
 È possibile usare la tecnica del drag-and-drop utilizzando il tasto destro del
mouse. Selezionare con il tasto destro l’elemento desiderato e trascinarlo sulla
cartella o unità di destinazione, rilasciare il mouse e, nel menu di scelta rapida
che compare, fare clic su Copia qui.
2.2.4.3 Spostare file, cartelle tra cartelle e tra unità
Per spostare file e cartelle Windows offre modalità operative diverse (pulsanti,
opzioni da menu, combinazioni di tasti o tecnica drag-and-drop): a voi la scelta!
SPOSTARE FILE E CARTELLE ALL’INTERNO DEL DISCO FISSO (PROCEDURA)
1. Nella finestra Computer aprire la cartella di origine e
selezionare gli elementi da spostare.
2. Nella barra dei comandi fare clic sul pulsante
Organizza della cartella di origine e nel menu
scegliere l’opzione Taglia .
3. Nel Riquadro di spostamento raggiungere la
cartella di destinazione e aprirla.
4. Fare clic sul pulsante Organizza della cartella di
destinazione e nel menu scegliere l’opzione Incolla .
SPOSTARE FILE E CARTELLE TRA UNITÀ DIVERSE (PROCEDURA)
1. Nella finestra Computer aprire la cartella di origine e
selezionare gli elementi da spostare.
2. Nella barra dei comandi fare clic sul pulsante
Organizza della cartella di origine e nel menu
scegliere l’opzione Taglia .
3. Nel Riquadro di spostamento, tramite l’opzione
Computer, aprire l’unità di memoria di destinazione
e la cartella in cui spostare i file.
4. Fare clic sul pulsante Organizza della cartella di
destinazione e nel menu scegliere l’opzione Incolla .
117
PERCORSI ALTERNATIVI
Per spostare file e cartelle, dopo averli selezionati, si può procedere in uno dei
seguenti modi:
 Da menu Modifica scegliere:
- Taglia, aprire la cartella di destinazione e poi scegliere Incolla;
- Sposta nella cartella, nella finestra raggiungere la cartella di destinazione,
selezionarla e fare clic su Sposta.
 Con il tasto destro del mouse, nel menu contestuale fare clic su Taglia, quindi
selezionare con il tasto destro del mouse la cartella di destinazione e nel menu
fare clic su Incolla.
 Premere i tasti Ctrl+X, aprire la cartella di destinazione e premere Ctrl+V.
 Nel Riquadro di spostamento espandere la ramificazione fino a individuare
la cartella di destinazione. Utilizzando la modalità drag-and-drop, nel
Riquadro di visualizzazione selezionare gli elementi, tenere premuto il tasto
sinistro del mouse, all’interno dello stesso disco trascinare gli elementi nel
Riquadro di spostamento fino a sovrapporli sulla cartella di destinazione,
quindi rilasciare il mouse. Per eseguire la stessa operazione tra dischi diversi,
in fase di trascinamento, premere in contemporanea il tasto Shift, quindi
rilasciare il mouse e poi lo Shift.
 È possibile usare la tecnica del drag-and-drop utilizzando il tasto destro del
mouse. Selezionare con il tasto destro l’elemento desiderato e trascinarlo sulla
cartella o unità di destinazione, rilasciare il mouse e, nel menu di scelta rapida
che compare, fare clic su Sposta qui.
2.2.5 Eliminare, ripristinare
Eliminare un file o una cartella da disco fisso
significa collocare l’elemento in un’area del
disco denominata Cestino.
Ripristinare un file o una cartella dal Cestino
significa riportare l’elemento nella posizione di
origine. I file eliminati da un disco rimovibile
vengono eliminati definitivamente e non si
possono più recuperare.
2.2.5.1 Eliminare file, cartelle collocandoli nel cestino
Non tutti i file devono essere conservati. Quando un file o una cartella non sono
più necessari, è possibile rimuoverli dal disco rigido del computer per recuperare
spazio e impedire che rimangano presenti oggetti inutilizzati.
L’eliminazione è un’operazione semplice, ma va sempre eseguita con attenzione.
PROCEDURA
Da Computer raggiungere e selezionare l’elemento da eliminare, quindi
procedere in uno dei seguenti modi:
 fare clic con il tasto destro del mouse e nel menu rapido scegliere Elimina,
quindi confermare facendo clic su Sì;
 da tastiera premere Canc e fare clic su Sì;
 da Barra dei comandi fare cli su Organizza, scegliere Elimina e poi fare clic
su Sì;
 da menu File scegliere Elimina e confermare facendo clic su Sì;
 con la tecnica del drag-and-drop, trascinare l’elemento sovrapponendolo al
Cestino (non viene richieste conferma ulteriore).
118
2.2.5.2 Ripristinare file, cartelle presenti nel cestino
Per ripristinare i file e le cartelle riposti nel Cestino fare doppio clic sulla relativa
icona nel desktop, oppure fare clic con il tasto destro del mouse e selezionare
Apri.

Per ripristinare un file o una cartella,
selezionare l’elemento all’interno del
cestino e procedere in uno dei segeunti
modi:
- da menu File scegliere Ripristina;
- nella Barra dei comandi fare clic su
Ripristina elemento;
- da menu rapido attivato sull’elemento
scegliere Ripristina.

Per ripristinare un file o una cartella
diversa da quella di origine, selezionare
l’elemento con il tasto destro del mouse
e fare clic su Taglia, aprire la cartella di
destinazione, fare clic con il tasto
destro nell’area della finestra, quindi
fare clic su Incolla.
2.2.5.3 Svuotare il cestino
È possibile eliminare definitivamente il contenuto del Cestino.
PROCEDURA
Fare doppio clic sulla relativa icona del desktop, oppure fare clic con il tasto
destro del mouse e scegliere Apri, quindi:
 per eliminare definitivamente un file selezionarlo e premere Canc, quindi
confermare con Sì;
 in alternativa si può eliminare un file dal Cestino, facendo clic sul menu File o
sul pulsante Organizza o, ancora, da menu rapido scegliere Elimina;
 per eliminare definitivamente il contenuto del Cestino, nella Barra dei
comandi fare su Svuota cestino e confermare con Sì;
 per eliminare definitivamente il contenuto del Cestino, nella Barra dei
comandi fare clic sul menu File  Svuota cestino e confermare con Sì.
Un modo rapido per svuotare il cestino
senza aprirlo consiste nel fare clic sulla
sua icona con il tasto destro del mouse,
scegliere Svuota cestino dal menu di
scelta rapida associato e confermare con
Sì.
119
2.2.6 Ricerca
Windows raccoglie informazioni sui file memorizzati nel computer per poter
eseguire ricerche precise e veloci, le quali vengono archiviate nell’indice (insieme
di informazioni dettagliate sui file); periodicamente Windows aggiorna i suddetti
indici per inserirvi i nuovi elementi archiviati.
Nei percorsi indicizzati vengono incluse tutte le cartelle predefinite, come ad
esempio Documenti, Immagini, Musica, Desktop, Ricerche e altri percorsi comuni,
i file di posta elettronica e i file non in linea. Se in genere si archiviano i file in altri
percorsi, è possibile aggiungerli a quelli indicizzati.
2.2.6.1 Utilizzare il comando di ricerca per trovare un file, cartella
Talvolta accade di non ricordare più in quale cartella sia stato salvato un file
oppure quale sia il suo nome: Windows contiene una funzione di ricerca che può
aiutare a trovare l’elemento desiderato.
Per eseguire la ricerca di file e cartelle, Windows utilizza il testo digitato
nell’apposita casella e procede, se non diversamente specificato, in percorsi
indicizzati, confrontando il testo immesso con:
 le parole che costituiscono il nome di ogni elemento archiviato;
 le proprietà di ogni elemento memorizzato;
 i contenuti di documenti basati su testo.
Diversamente le ricerche al di fuori dell’indice troveranno i file solo per nome.
La ricerca può essere avviata in diversi modi, in base alle conoscenze che si
hanno sul file e sulla sua allocazione in un’unità disco.
 Utilizzando la casella Cerca programmi e
file, attivabile da menu Start, per trovare
programmi, oppure file presenti nei
percorsi indicizzati, nei messaggi di posta
elettronica e negli indirizzi delle pagine
web memorizzati nella cronologia del
browser.
Per avviare questa modalità di ricerca fare
clic su Start e nella casella Cerca
programmi e file digitare il nome del file
o della cartella: durante la digitazione del
testo, nel menu Start verranno visualizzati
gli elementi che corrispondono al testo
digitato; per iniziare una nuova ricerca
fare clic sul pulsante Cancella e inserire il
nuovo termine
120
 Mediante la casella Cerca presente in ogni finestra di unità o cartella, per
eseguire la ricerca all’interno dell’unita o della cartella
aperta; la ricerca sarà eseguita nella cartella corrente
e in tutte le sue sottocartelle.
 Utilizzando
la
cartella
Ricerche, raggiungibile da
Start facendo clic sul link
che conduce alla cartella
personale, quando non si
ricorda
dove è stato
memorizzato un file o una
cartella e si desidera che la
ricerca sia eseguita su più
cartelle,
sempre
nei
percorsi indicizzati. Dopo
aver fatto clic su tale
cartella, digitare il testo
desiderato nella casella
Cerca.
2.2.6.2 Cercare file per nome completo o parziale, per contenuto
Se si conosce il nome del file o della cartella da trovare (o almeno una sua parte),
oppure si ricorda il suo contenuto, si può procedere come di seguito indicato.
CERCARE UN FILE PER NOME COMPLETO (PROCEDURA)
1. Aprire l’unità o la cartella in cui
eseguire la ricerca e nella casella
Cerca
digitare
il
nome
dell’elemento da trovare.
2. In fase di digitazione la
visualizzazione corrente verrà
filtrata in base al testo digitato: il
Riquadro di visualizzazione
mostrerà il risultato della ricerca
eseguita e il Riquadro dettagli il
numero di elementi trovati.
Nella ricerca di un singolo specifico file occorre digitare il nome del file con la sua
estensione, per evitare di evidenziare anche altri file con lo stesso nome ma con
estensione differente.
Può accadere che il risultato della ricerca includa elementi che non contengono
nel nome la parola digitata, ciò significa che essa è presente nel loro contenuto o
nelle loro proprietà.
121
Per limitare la ricerca agli elementi che contengono la parola digitata solo nel
nome, seguire la procedura indicata.
1. Aprire l’unità o la cartella in cui
eseguire la ricerca.
2. Nella casella Cerca digitare
Nome:testo da cercare oppure
“testo da cercare”: il Riquadro
di visualizzazione mostrerà
esclusivamente file o cartelle
che riportano nel nome la parola
così come digitata e nel
Riquadro dettagli è possibile
leggere il numero di elementi
trovati. Dopo i due punti (:)
proseguire
senza
spazi
intermedi.
CERCARE UN FILE PER NOME PARZIALE (PROCEDURA)
1. Aprire l’unità o la cartella in cui eseguire la ricerca.
2. Nella casella Cerca digitare la porzione di nome del file o della cartella da
trovare:l’elenco così ottenuto includerà un maggior numero di elementi, perché
Windows reperirà tutti i file o le cartelle che includono nelle loro proprietà o nel
contenuto la parte di testo digitata.
2.2.6.3 Cercare file per data di modifica, data di creazione, dimensioni
È possibile affinare la ricerca utilizzando criteri avanzati che, grazie a specifiche
opzioni, consentono di circoscrivere la ricerca alla data di creazione o modifica del
file, al tipo di file, all’autore.
PROCEDURA
1. Aprire la finestra in cui si vuole effettuare la ricerca e nella casella Cerca
digitare il nome da trovare, ad esempio “ecdl”.
2. Digitando nella casella il testo da cercare, contestualmente Windows 7 offre la
possibilità di aggiungere un ulteriore filtro per Autori, Tipo, Ultima modifica.
3. Facendo clic su una delle tre possibilità di filtraggio, dal menu a discesa è
possibile selezionare una delle opzioni proposte. La ricerca viene effettuata
automaticamente non appena effettuata la selezione.
2.2.6.4 Cercare file mediante caratteri jolly: tipo di file, primo carattere del
nome del file
Quando si ricorda il tipo di file da ricercare è possibile indicarlo nell’apposita
casella Cerca presente in ogni finestra di Windows 7.
122
Tuttavia, per individuare tutti i file di una specifica tipologia che hanno la
medesima estensione si può ricorrere all’uso dei caratteri jolly * o ?.
Per esempio:
 impostando la ricerca con il nome ec*, il programma restituisce tutti i file e le
cartelle il cui nome inizia con le lettere ec, indipendentemente dall’estensione e
dalla tipologia;
 impostando la ricerca con il nome ?ec, il programma restituisce tutti i file e le
cartelle il cui nome inizia con una qualsiasi lettera seguita da ec,
indipendentemente dall’estensione e dalla tipologia;
 impostando la ricerca con il nome *.docx, il programma restituisce l’elenco di
tutti i file creati con il programma Word 2007.
Il risultato di una ricerca può produrre un lungo elenco di file e cartelle, che può
essere ordinato e visualizzato nella relativa finestra con gli strumenti a
disposizione: facendo clic sulle intestazioni di colonna è possibile ordinare e
raggruppare gli oggetti in modo diverso.
2.2.6.5 Visualizzare un elenco di file usati di recente
PROCEDURA
Aprire il menu di avvio dal pulsante Start e fare clic sul link che
conduce alla cartella personale.
1. Nella finestra relativa al proprio profilo personale fare clic su
Risorse recenti, per accedere alla visualizzazione dei
collegamenti a file aperti di recente.
123
2.3
UTILITÀ
2.3.1 Compressione dei file
2.3.1.1 Comprendere il significato di compressione di file
La compressione dei file è una tecnica preposta alla riduzione del numero di byte
necessari per memorizzare un’informazione. Generalmente si applica ai file per
ridurne le dimensioni.
Le tecniche di compressione si dividono in due grandi categorie:
LOSSY
LOSSLESS
Comprimono i dati con un processo che comporta una
percentuale di perdita della qualità. Decomprimendo un file così
compresso, la copia ottenuta sarà peggiore dell’originale, ma in
genere abbastanza simile da non comportare sostanziale perdita
di informazione. Ciò è possibile perché questi metodi di
compressione tendono a scartare le informazioni inutili,
archiviando solo quelle essenziali: per esempio comprimendo un
brano secondo la codifica dell’MP3 non sono memorizzati i suoni
non udibili, consentendo di ridurre le dimensioni dei file senza
compromettere in modo significativo la qualità dell’informazione.
Comprimono i dati attraverso un processo che non comporta
perdita d’informazione, consentendo quindi di recuperare tutta
l’informazione, ricostruendo esattamente i dati originali partendo
dai dati compressi. Un esempio di questo tipo di compressione è
dato da tutti i tipi di formati ZIP ed i formati RAR.
Per le immagini fotografiche di solito non si usano algoritmi di compressione in
quanto il file compresso potrebbe essere, addirittura, più grande dell’originale.
Windows al suo interno comprende le funzioni per eseguire due tipi di
compressione:
- compressione di un’unità NTFS ( ad esempio hard-disk)
- compressione delle cartelle.
Attraverso la compressione è possibile ridurre la dimensione di file, cartelle e
programmi e pertanto lo spazio su disco che questi occupano nelle unità o nelle
periferiche con archivi removibili. La compressione dell’unità riduce lo spazio su
disco utilizzato da tutti i file e le cartelle memorizzate in quell’unità.
Allegare ai messaggi di posta elettronica file di grosse dimensioni può rallentare o
compromettere le operazioni di invio/ricezione dell’e-mail; inoltre può accadere di
dover copiare su un supporto di memoria esterna (chiavetta USB) dei file e
scoprire che non c’è spazio a sufficienza. In questi casi è necessario comprimere i
dati.
Si tratta di software che , utilizzando particolari algoritmi, eliminano dati ridondanti,
spazi inutilizzati e memorizzano le informazioni in modo più sintetico.
Quando si comprimono file e/o cartelle, il programma automaticamente genera
una nuova cartella destinata all’archiviazione di una copia degli elementi originali
in formato compresso. Tale cartella compressa viene definita anche con il
termine file zip, espressione derivata dal formato di compressione .zip.
124
PER SAPERNE DI PIÙ
La compressione NTFS, disponibile solo se l’unità è formattata con il File
System NTFS, è possibile:
 comprimere singoli file o cartelle, nonché intere unità di memorizzazione;
 comprimere una cartella senza comprimerne il contenuto;
 utilizzare file compressi NTFS senza bisogno di decomprimerli;
 visualizzare con un altro colore i nomi dei file e delle cartelle compresse NTFS
per facilitarne l’identificazione.
Quando si utilizzano file compressi NTFS potrebbe verificarsi un calo delle
prestazioni. Infatti, per utilizzare un file compresso, Windows preliminarmente lo
decomprime e, alla sua chiusura, lo ricomprime. Per file di grandi dimensioni,
queste procedure di decompressione e ricompressione, del tutto trasparenti per
l’utente, potrebbero comportare una certa riduzione delle prestazioni del
computer.
Per
comprimere
un’unità
formattata NTFS, ad esempio un
hard disk, è necessario essere
connessi come amministratore. Si
fa clic sul pulsante Start e si apre
la cartella Computer, che mostra
tutte le unità di memorizzazione
accessibili da parte del sistema
operativo.
Con il pulsante destro del mouse
si fa clic sull’unità da comprimere,
ad esempio il disco Storage (D:),
e dal menu contestuale si sceglie
l’opzione Proprietà.
Nella scheda chiamata Generale è riportato il File
System, che deve essere NTFS. In tale scheda si
seleziona la casella Comprimi unità per
risparmiare spazio su disco e si conferma
ciccando sul tasto OK.
Viene
visualizzata
la
finestra
Conferma
cambiamenti attribuiti, in cui specificare fino a
quale livello applicare la compressione; si conferma
tramite OK.
Quindi ha inizio la
compressione, che può
durare anche parecchio
tempo, in base alla
dimensione del disco.
125
2.3.1.2 Comprimere file in una cartella di una unità
Windows supporta la compressione dei file con la funzione Cartella
compressa, rappresentata da un’icona chiusa da una zip.
Il comando è disponibile da File e da menu rapido (tasto destro del
mouse) attivato sulla cartella o sul file da comprimere.
PROCEDURA
1. Fare clic con il tasto destro
del
mouse
sul
file
desiderato.
2. Selezionare il comando
Invia a e successivamente
Cartella compressa.
3. Windows crea nella stessa
cartella in cui si trova il file
di origine una cartella
compressa con il nome
dell’oggetto selezionato e
con estensione .zip.
4. Premere
Invio
per
confermare.
Con le stesse modalità è possibile comprimere una cartella o più file dopo averli
selezionati: in quest’ultimo caso alla cartella compressa verrà attribuito il nome del
primo file della selezione.
Per posizionare l’archivio compresso in un’unità o cartella diversa rispetto a quella
in cui si trova il file originale, è possibile:
 dopo averla creata, utilizzare i comandi Taglia e Incolla per spostarla in un
altro percorso di archiviazione;
 prima di crearla, attivare la finestra Computer, aprire l’unità o la cartella in cui
si desidera archiviare quella compressa, creare la cartella compressa (File 
Nuovo  Cartella compressa) assegnandole il nome desiderato, poi
selezionare i file da comprimere e trascinarli sull’icona della cartella compressa
(oppure inserirli utilizzando i comdi Copia e Incolla).
2.3.1.3 Estrarre file compressi da un archivio su una unità
Nella fase di decompressione di un archivio zippato l’utente può scegliere se
estrarre il contenuto nella medesima cartella o unità, oppure archviarlo in un
percorso diverso. Durante la procedura di decompressione il programma crea una
nuova cartella, con lo stesso nome e contenuto dell’archivio zio, in cui riporta le
informazioni allo stato iniziale.
126
PROCEDURA
 Per estrarre uno o alcuni file da una cartella compressa, fare clic per aprirla,
poi col metodo drag-and-drop trascinare in una nuova posizione i file
interessati, oppure utilizzare i comandi Copia e Incolla.

Per estrarre tutti i file da una cartella compressa,
nell’esempio ECDL-mod2.zip, procedere come
segue:
1. fare clic su di essa con il tasto destro del mouse
e dal menu di scelta rapida selezionare Estrai
tutto...;
2. nella finestra Estrazione cartelle compresse
viene proposto il percorso di archiviazione;
3. per modificare il percorso di
archiviazione fare clic su
Sfoglia
e
nella
finestra
Selezionare una destinazione
scegliere
la
cartella
di
destinazione;
4. se si desidera creare un’ulteriore
cartella in cui inserire i file estratti fare
clic su Crea nuova cartella, assegnare
il nome (in questo caso ECDL),
confermare con Invio, quindi fare clic
su OK;
5. fare clic su Estrai.
PERCORSI ALTERNATIVI
All’interno della finestra Computer è
possibile comprimere e decomprimere
file o cartelle anche da menu File,
operando
nel
Riquadro
di
visualizzazione.
127
Per comprimere un elemento:
1. selezionare il file o la cartella su cui operare;
2. da menu File scegliere Invia a e poi Cartella compressa.
Per decomprimere un elemento:
1. selezionare la cartella interessata;
2. da menu File scegliere Estrai tutto.
Per decomprimere solo alcuni file contenuti in una cartella compressa:
1. selezionare la cartella interessata;
2. da menu File scegliere Apri o Esplora;
3. selezionare gli elementi da decomprimere e da menu Modifica fare clic su
Copia;
4. raggiungere l’unità o la cartella in cui si desidera archiviarli e da menu
Modifica fare clic su Incolla.
2.3.2 Antivirus
2.3.2.1 Sapere cosa è un virus e quali sono le modalità con cui un virus può
essere trasmesso ad un computer
Un virus informatico è un software scritto e progettato affinché, nel diffondersi
da un sistema informatico a un altro, provochi alterazioni nel funzionamento del
computer senza il consenso o la consapevolezza dell’utente, oppure determini la
perdita di dati o il loro danneggiamento.
In effetti, un virus è solo uno dei vari tipi di software contaminanti che
costituiscono la più generale categoria del malware (contrazione dei termini
malicious = maligno/dannoso e software), che letteralmente si può tradurre in
programma dannoso.
Alcuni di questi software sono in grado di autoinstallarsi e di attivarsi in
esecuzione, altri di replicarsi. Una volta che il virus è penetrato nel computer porta
a termine l’azione per cui è stato progettato e l’evento dannoso può verificarsi in
modo immediato, a una certa data o all’esecuzione di un comando.
In base al modo in cui sono scritti o al modo in cui si diffondono, i virus sono stati
classificati in categorie.
Malware
I malware (= software dannoso) sono software così definiti
dannosi o maligni il cui scopo è quello di danneggiare, in
modo diretto o indiretto e più o meno grave, il sistema
informatico dell’utente che li esegue, esponendolo a rischi
sia in fatto di violazione della privacy sia di funzionamento
del sistema operativo.
File infector virus I virus di file si annidano in file di programma, per esempio
quelli con estensione .exe, .com (e anche .drv, .dll, .bin,
.scr, .pif, .vbs, .sys, ...) ed entrano in azione quando questi
file vengono lanciati. La maggior parte di questi virus si
riattiva quando si avvia il computer. Nel momento in cui si
replicano in un altro programma, anch’esso diventa
portatore di virus.
128
Boot sector virus
Master boot
sector virus
Era il virus più diffuso, che si espandeva tramite floppy disk.
I virus del settore di avvio si insediano nel cosiddetto settore
di avvio dei floppy (traccia zero). Se si utilizza il disco
infettato il virus entra in azione, si carica in memoria durante
il processo di bootstrap (inizializzazione del sistema) e si
duplica sia nell’hard disk sia in tutti i floppy successivamente
inseriti nel drive: ogni floppy, se usato su un altro PC,
diventa veicolo di diffusione del virus.
I virus del settore principale d’avvio, simili a quelli descritti al
punto precedente, si differenziano perché copiano i dati
contenuti nel settore di avvio del sistema operativo in una
diversa posizione del disco fisso, sostituendosi ad essi.
Multi-partite virus I virus multipartiti sono fra i più pericolosi, ma anche tra i più
complicati da creare e possono infettare sia i settori di avvio
dei dischi sia i programmi. Se il virus si elimina dai file infetti,
rimanendo però attivo nel settore di boot, esso provvede a
reinfettare tali file al riavvio del computer oppure al lancio del
programma, e così il virus si replicherà di nuovo, rinnovando
l’infezione.
Macro virus
I virus di macro sono contenuti in file di dati al cui interno
sono state memorizzate le cosiddette macro, sequenze di
istruzioni, scritte con programmi tipo Visual Basic, per
automatizzare certe operazioni e destinate ad essere
caricate e usate con gli applicativi del pacchetto Office
(Word, Excel, PowerPoint, Access) e tutti i programmi
compatibili. Questi virus, nascondendosi all’interno di file
con estensioni conosciute, si diffondono notevolmente
grazie al fatto di risiedere in file non sospetti. Le operazioni
eseguibili tramite macro possono produrre la cancellazione
e la modifica di file, l’accesso a dati riservati o la produzione
di ulteriori virus. Sono più facili da realizzare rispetto ai
precedenti e di conseguenza ne esistono moltissimi.
Worm
I worm (vermi) sono virus che possono utilizzare vari
strumenti per diffondersi: la posta elettronica, la LAN o
Internet. Sono autoeseguibili perciò, infettato il sistema,
sono in grado di autoreplicarsi in memoria senza limiti. La
tipica azione di un worm è quella di inviare a tutti i contatti
registrati nella propria rubrica un messaggio con sé stesso
come allegato e pertanto chi lo riceve, conoscendo il
mittente, apre l’allegato e viene infettato.
129
Trojan horses
I trojan horses (cavalli di Troia) sono virus che si insediano
nel computer per rovinare i dati registrati su disco. Trojans è
esattamente un modo per definire il veicolo di diffusione di
tali programmi, che sono celati all’interno di altri. Per essere
eseguiti, e quindi contagiare, hanno bisogno dell’intervento
dell’utente: occorre perciò evitare di aprire file di dubbia
provenienza.
Backdoor
Attraverso i trojans o i worms è
possibile installare backdoor, ossia
aprire nel sistema un ingresso
segreto, utilizzabile da estranei che
possono arrivare a prendere il
controllo del computer contagiato. Le
backdoor sono nate per consentire
una gestione remota da parte dell’amministratore di sistema
e permettono di superare le procedure di sicurezza di un
sistema informatico, dando la possibilità ad un utente
esterno di prendere il controllo del computer senza il
consenso del proprietario.
Gli hoaxes (= beffa, burla, bufala) sono false segnalazioni di
virus, distribuite solitamente con messaggi di posta, che
contengono appelli a diffondere l’allarme in Rete e causano
in questo modo intasamenti nel traffico dati con notevole
riduzione delle prestazioni in Internet.
Gli spyware (= software spia) non sono in grado di
autoreplicarsi e per installarsi hanno bisogno dell’intervento
dell’utente. Vengono creati per carpire informazioni dal
sistema su cui sono installati, quali per esempio le abitudini
di navigazione dell’utente, le password, le chiavi
crittografate. Questi virus ledono la privacy e gli effetti
possono essere l’invio all’utente di pubblicità mirata o, nei
casi peggiori, l’utilizzo delle password e delle chiavi per
sottrarre informazioni o denaro.
DNS è l’acronimo di Domain Name System ed è un servizio
Internet che permette di trasformare il nome del dominio, ad
esempio www.itisegato.it, in un indirizzo numerico per
permettere ai computer di comunicare tra loro. Se non si
specifica il DNS, che viene fornito dal proprio provider, il
computer non può collegarsi e navigare in Internet.
DNS Changer è una delle ultime minacce per chi naviga in
Rete. Si tratta di un malware che modifica le impostazioni di
rete dei PC o dei router collegati. Il virus riesce a cambiare
le impostazioni del DNS: ogni volta che si digita il nome di
un sito Internet sulla barra degli indirizzi del browser, il virus
trasforma il nome rimandando a pagine di un sito web
manipolato, del tutto simile nell’aspetto a quello originale,
creato di proposito per truffe online (phishing), e contenente
altri malware o virus capaci di rubare i dati personali degli
utenti, quali ad esempio, le credenziali di accesso alla banca
online, il numero della carta di credito, etc.
Hoax
Spyware
DNS Changer
130
La trasmissione dei virus avviene quando il computer riceve dati dall’esterno:
 durante il collegamento a Internet;
 scaricando programmi o altri file da Internet;
 aprendo file allegati alle e-mail o contenuti in cartelle condivise o in archivi
ondine;
 scambiando supporti di memoria, quali chiavette USB, CD, DVD e caricando
programmi o aprendo file in essi contenuti.
Il mezzo di diffusione più rapido dei virus è Internet e in particolare la posta
elettronica o gli altri servizi di condivisione dei file; si può ridurre il rischio di
infezione seguendo delle basilari precauzioni, definite pratiche informatiche
sicure:
 non aprire mai allegati di messaggi provenienti da mittenti sconosciuti ed
essere prudenti nell’aprire file con estensione .exe, .com, .scr, .pif, .vbs o con
doppia estensione (ad esempio .jpg.exe);
 essere prudenti nell’aprire file per esempio di Microsoft Office 2007 perché i
virus di macro possono trasformare tale file in un programma pericoloso;
 se in un messaggio di posta elettronica si riceve un invito ad aprire un file è
bene accertarsi che non sia un virus;
 qualora si abbiano dubbi su un messaggio di posta elettronica, interrompere
subito il collegamento ad Internet, cestinare il messaggio con l’allegato
sospetto ed eliminarlo;
 se durante la navigazione si avvia un download in automatico, interrompere
subito il collegamento a Internet e, senza aprirlo, cancellare il file ed eliminarlo
anche dal cestino.
PER SAPERNE DI PIÙ
Virus: breve cronistoria
I virus informatici hanno una storia ben più vecchia dei moderni calcolatori, su cui hanno
cominciato la loro proliferazione in ambito di informatica personale.
L'ipotesi che un programma potesse autoreplicarsi, infatti, e non a caso, ha lo stesso padre
dell'architettura logica dell'elaboratore elettronico, ovvero il matematico americano di origini
ungheresi John Von Neumann (1903-1957). La struttura della macchina binaria formata da
ALU, unità di controllo, memoria e unità di I/O viene concepita nel 1945, l'idea di un
programma parassita la segue di pochi anni. Come a dire, una storia legata a filo doppio,
quella dell'informatica e dei computer virus...
E rientra in ambito prettamente sperimentale il primo esempio che si ricordi di worm mangiarisorse, la cosiddetta "Core Wars". Siamo negli anni '60, e gli ingegneri di Bell Laboratories
si inventano un gioco-sfida di programmazione, in cui i partecipanti si combattono a suon di
programmi autosufficienti con il compito, ricevuto un particolare comando, di replicarsi per
occupare le risorse della rete e distruggere i codici avversari. Worm ante-litteram, incapaci di
muoversi di propria iniziativa, ma che ben esemplificano le idee guida a cui parecchi anni dopo
si ispireranno gli scrittori di malware contemporaneo (malware = codice dannoso).
I primi casi di "contagio"
Bisogna arrivare agli anni '80 e agli Apple II per vedere la diffusione su slarga scala di un virus
da calcolatore. Il primo virus conosciuto con il vizio della replicazione parassitaria è il mitico Elk
Cloner (anno 1982), che infettava il boot sector dei floppy e si caricava in memoria quando
l'utente faceva il bootstrap della macchina dal floppy infetto. Questo illustre predecessore era
poco più di una vetrina delle infezioni a venire e si limitava a controllare l'accesso al disco e a
stampare su schermo, ogni 50 dischetti infetti, un piccolo poema in rima baciata scritto dal suo
autore quindicenne.
Dopo Apple, fu il tempo di IBM e del suo PC con incluso il Dos Microsoft. L'architettura del
Personal Computer del colosso americano, espandibile e fortemente orientata alla produttività
personale è stato il terreno di coltura ideale per la crescita, la diffusione e la differenziazione
dei "virus", che hanno avuto il tempo di evolversi e di svilupparsi in generazioni successive. Il
primo dei parassiti per IBM e compatibili è Brain (anno 1987), ancora un boot sector virus
131
scritto da due fratelli pachistani per proteggere il proprio software dai pirati. Oggi quei due
fratelli hanno un Internet Service Provider in patria, chiamato naturalmente Brain Limited.
La proliferazione
Col tempo, i parassiti digitali hanno imparato a diffondersi utilizzando ospiti sempre più
disparati e strategie sempre più sofisticate... Dopo i Boot Sector virus sono comparsi i File
virus (residenti in memoria o meno), capaci di inoculare copie di se stessi nei file eseguibili,
garantendosi così l'esecuzione al primo avvio dell'ospite già infettato (dapprima aggiungendo
codice alla fine del file, poi arrivando addirittura a nascondersi all'interno dello stesso
eseguibile, riconoscendo strutture del linguaggio di programmazione da cui il codice macchina
derivava); i Master Boot Record Virus, capaci di costringere a modifiche a basso livello della
struttura logica del disco per poter essere eliminati con successo; i virus cosiddetti "Polimorfi"
(o, nei casi più complessi, "Metamorfi"), in grado, al di là dell'ospite usato per la replicazione,
di modificare di volta in volta il codice finale dell'infezione, nel tentativo dei virus writer di
rispondere all'attacco portato dall'industria con la nascita e la diffusione sempre più capillare di
software antivirale.
Una vera chicca erano i virus Stealth, bacilli residenti in memoria capaci, al controllo
dell'antivirus, di restituire una copia pulita del file infetto, passando così indenni la scansione.
Menzione d'onore inoltre per i Multipartite virus, in assoluto i più resistenti e pericolosi,
capaci di attaccarsi contemporaneamente a tipi diversi di ospite, e di combinare quindi l'azione
infettiva di parti diverse del sistema, inclusi memoria RAM, Master Boot Record, Boot Sector, e
file eseguibili. Qualora una delle parti del sistema veniva lasciata infetta da un controllo poco
approfondito, il virus ritornava alla carica ricominciando a riprodursi e, eventualmente, a far
danni.
A tal proposito, è importante sottolineare come la natura dei virus poteva essere maligna o
meno. Il file virus Cascade (scoperto nel 1988, anche conosciuto come 1701, 1704 e
BlackJack), ad esempio, si limitava a riprodursi e a far cadere ed ammassare sul fondo dello
schermi i caratteri della videata del Dos. Altri invece, come il famigerato Michelangelo
(scoperto nel 1992), virus multipartito da Boot Sector e Master Boot Record, ogni 6 Marzo
attivava uno dei suoi due effetti distruttivi e sovrascriveva allegramente, con caratteri estratti a
caso dalla memoria di sistema, i primi 17 settori dei primi 256 cilindri del primo disco fisso,
rendendo le informazioni ivi presenti, e molto verosimilmente l'intero disco fisso,
irrecuperabili...
Alla metà degli anni ’90, con il passaggio da Ms-Dos alla piattaforma ibrida 16/32 bit
Windows'95, la nuova shell a finestre del sistema fece azzardare a qualche profeta poco accorto
una previsione rivelatasi poi tristemente sbagliata: visto che il nuovo sistema operativo
introduceva un modo totalmente nuovo di gestire memoria, hardware, interfaccia utente e
ambiente operativo, si pensò che la maggioranza dei computer virus tradizionali sarebbe morta
per inedia, incapaci com'erano di lavorare e sfruttare il nuovo ambiente, che parlava "un
linguaggio" a loro totalmente sconosciuto, per continuare le infezioni. E fu così il tempo dei
Macro Virus...
I Macro Virus sfruttavano la capacità di software per la produttività personale e aziendale
(Word, Excel) di allegare codice eseguibile ai documenti, detto appunto macro. Per loro stessa
natura, questi "virus da documenti" sono stati un fenomeno che ha riguardato principalmente
sistemi Windows, ed hanno dimostrato, con infezioni pandemiche ancora più preoccupanti di
quelle causate dalle generazioni di virus basate su Dos, che nessun sistema operativo
sufficientemente diffuso era al sicuro. Riconvertitisi al nuovo ambiente, i virus writer avevano
poi cominciato a scrivere virus tradizionali (file virus, boot sector virus, ...) capaci di attaccare
Windows, ma all'orizzonte si profilava già la rivoluzione della Rete delle Reti...
Internet e la morte dell'innocenza
La diffusione capillare di Internet grazie alle sempre più economiche tariffe delle connessioni in
dial-up prima e alle linee ADSL flat poi, ha portato infine alla ribalta un fenomeno antico,
risalente, come abbiamo visto, addirittura agli anni 60: oggigiorno, i virus tradizionali sono
praticamente spariti dalla circolazione, soppiantati da una nuova generazione di agenti patogeni
distruttivi, nocivi per i file e per la stabilità del sistema, ma soprattutto per la privacy e i dati
sensibili (come il numero della carta Visa, ad esempio). I Worm hanno la tendenza generale ad
occupare le risorse del sistema e della rete, rallentando il lavoro degli elaboratori e succhiando
la banda passante delle connessioni. Aprono backdoor da cui chi li ha scritti può penetrare nel
nostro sistema e carpire ogni sorta di dati riservati, rendono il PC uno "zombi" agli ordini di un
burattinaio senza volto che può usarlo per portare attacchi DDoS (Distributed Denial of Service
letteralmente Negazione del servizio distribuito) verso server di importanti player commerciali e
possono essere usati per immagazzinare e poi inviare i nostri dati personali alle aziende che
hanno fatto dello spam e della pubblicità indesiderata la loro ragion d'essere.
Casi eclatanti come il worm multipartito Melissa, o i recenti Sober.P e Zotob, hanno
letteralmente gettato lo scompiglio nelle reti aziendali e in Internet. Anche le strategie di
132
introduzione nei sistemi sono diventate più raffinate. Se il mezzo privilegiato dai worm per
penetrare nel sistema resta sempre una e-mail con allegato un file eseguibile che contiene il
codice virale, lo studio costante da parte di hacker, esperti di sicurezza e virus writer
estremamente capaci e determinati delle potenziali falle presenti nei sistemi Windows (usati su
oltre il 90% dei computer in tutto il mondo), e nella famiglia Windows XP in particolare, fa sì
che oggigiorno basti entrare in rete con il sistema operativo non aggiornato con le patch di
Microsoft o senza adeguata protezione (firewall, antivirus) per vedersi depositare sul disco il
codice maligno. Nessuna azione richiesta o sito da visitare, basta avere la connessione attiva e
in pochi minuti si diventa infetti.
Una buona difesa
È stato detto mille volte e mille volte ancora non ci stancheremo di ripeterlo: mai uscire in
Rete senza avere attivi sul sistema Antivirus e Firewall aggiornati, che controllano in
tempo reale "cosa fa cosa" e ci permettono di erigere una prima, fondamentale barriera
difensiva ai nostri dati contro tentativi indebiti di intrusione.
Se la prevenzione è in fondo un compito abbastanza agevole da condurre per i software
antivirali più diffusi, un prodotto completo e realmente efficace contro i Computer Worm è
anche e soprattutto in grado di combattere il nemico quando questo ha già preso il controllo
della macchina.
Qualora difese non adeguate o non aggiornate hanno permesso al Netsky di turno di penetrare
nel PC, il prodotto utile per contrastare l’infezione esiste. Esistono software antivirus che
permettono un’adeguata protezione contro attacchi di virus attivi.
2.3.2.2 Utilizzare un’applicazione antivirus per controllare unità, cartelle e file
specificati
L’antivirus è un software in grado di preservare il computer da infezioni, rilevare
ed eliminare virus informatici.
Gli antivirus sono in grado di controllare i file e i programmi archiviati nelle
memorie di massa, inclusi gli allegati di posta elettronica.
Alcuni programmi includono una utility di protezione e-mail, che sottopone a
scansione gli allegati di posta elettronica sia in entrata sia in uscita.
Considerato che molti virus si propagano per mezzo di chiavette USB, CD, DVD,
unità removibili, prima di aprire file o installare nuovi programmi è bene sottoporre
a scansione qualsiasi tipo di supporto o file ricevuto da terzi.
In commercio esistono numerosi antivirus, alcuni esclusivamente a pagamento,
altri che propongono versioni free.
Un limite del software antivirus è dato dal fatto che il virus è rilevato solo quando è
già penetrato nel computer ed ha infettato un file o la memoria. Solo dopo il
programma cerca di eliminare il virus e, se questo non fosse possibile, il file
infetto è messo in quarantena per un suo eventuale recupero futuro o successiva
eliminazione.
Considerando che l’antivirus da solo non è in grado
di garantire la sicurezza del sistema, è necessario
ricorrere ad un’ulteriore protezione chiamata
firewall (muro di fuoco).
Questi apparati di rete hardware o
software, che si frappongono alla rete
esterna, filtrano tutti i dati entranti ed
uscenti da una rete o da un computer
applicando le regole impostate
dall’utente per permetterne o negarne
il transito.
133
PROCEDURA
Di solito gli antivirus, quando vengono installati sul computer, aggiungono delle
opzioni al menu rapido che si attiva col
tasto destro del mouse. Pertanto, se si
vogliono controllare dei file, la procedura
più veloce è la seguente:
1. Aprire la cartella che contiene il file o il
gruppo di file che si vogliono sottoporre
a controllo antivirus.
2. Fare clic con il tasto destro del mouse
sul file da controllare e nel menu rapido
selezionare il comando si scansione,
nella figura Controlla i file selezionati
con Avira.
3. Viene visualizzata una finestra che
mostra l’avanzamento delle operazioni
e al termine viene fornito un report
(riepilogo) del controllo effettuato sul file
o gruppo di file.
4. Dopo aver preso visione del report, fare
clic su Fine o Close per uscire dal
programma.
2.3.2.3 Comprendere per quale motivo è necessario aggiornare regolarmente
il software antivirus
Un fattore importante da considerare riguardo ai programmi antivirus è che sono
efficaci nella misura in cui il loro database (elenco) di virus conosciuti è
aggiornato.
Dal momento che nuovi virus vengono creati quotidianamente, è necessario
aggiornare regolarmente l’antivirus in modo che il suo database contenga le
definizioni dei nuovi virus e possa così riconoscerli come tali e impedire che
infettino il PC.
Per scaricare gli aggiornamenti, nell’Area di
notifica fare clic con il pulsante destro del mouse
sull’icona dell’antivirus e scegliere il comando
Aggiorna adesso. Un messaggio informa la
conclusione dell’operazione.
È da segnalare comunque che gli antivirus di
ultima generazione, anche quelli gratuiti,
liberamente scaricabili da Internet, hanno delle
procedure automatiche che aggiornano il
database dei virus conosciuti giornalmente dal sito web del produttore. L’utente
deve solo configurare l’orario in cui consentire l’aggiornamento.
134
2.4
GESTIONE STAMPE
Le operazioni di stampa di Windows iniziano con l’attivazione di una connessione a una
stampante. Dopo la connessione è possibile procedere alla stampa dei file, tenere traccia
dello stato di avanzamento dei processi di stampa, nonché annullare o riavviare i processi
di stampa.
2.4.1 Impostazioni
1.4.1.1 Modificare la stampante predefinita con un’altra contenuta nell’elenco
delle stampanti installate
Se si dispone di più stampanti, è necessario impostarne una come predefinita (o
di default), che sarà utilizzata in automatico ogni volta che si avvia il processo di
stampa.
Per cambiare la stampante predefinita, con un’altra installata, procedere come di
seguito illustrato.
PROCEDURA
1. Fare clic sul pulsante Start e poi scegliere l’opzione Dispositivi e stampanti.
2. Nella finestra che si presenta è possibile procedere in uno dei seguenti modi:
 fare clic con il tasto destro del mouse
sulla stampante da impostare come
predefinita e da menu rapido scegliere
Imposta come stampante predefinita;
 selezionare la stampante e da menu
File
scegliere
Imposta
come
stampante predefinita;
3. Accanto all’icona della stampante comparirà un segno di spunta.
1.4.1.2 Installare una nuova stampante sul computer
La funzione plug-and-play facilita
l’installazione e la configurazione di
un nuovo componente hardware,
evitando
conflitti
con
altri
componenti del PC.
Nella maggior parte dei casi, Windows rileva una
stampante nel momento in la si collega fisicamente al
computer e la installa in automatico. Se ciò non si
verificasse l’utente dovrà eseguire l’installazione
guidata nella finestra delle stampanti, raggiungibile
tramite il percorso Start  Dispositivi e stampanti.
135
PROCEDURA PER INSTALLAZIONE STAMPANTE LOCALE
1. Collegare la stampante alla porta del PC (USB o parallela LPT) con il cavo in
dotazione. In ogni caso seguire le istruzioni del fornitore per l’accensione della
stampante.
2. Fare clic sul pulsante Start e poi scegliere l’opzione Dispositivi e stampanti.
3. Nella finestra procedere in uno dei seguenti modi:
 nel Riquadro di visualizzazione fare clic con il tasto destro del mouse in un
punto vuoto e dal menu rapido scegliere l’opzione Aggiungi stampante;
 sulla Barra dei comandi selezionare l’opzione Aggiungi stampante;
 da menu File scegliere Aggiungi stampante.
4. Il
primo
passaggio
riguarda la scelta del
tipo di stampante da
installare
che
può
essere locale oppure di
rete. Si supponga di
dover installare una
stampante
per
uso
personale, quindi, nella
finestra
Aggiungi
stampante, occorre fare
clic
su
Aggiungi
stampante locale.
136
5. Nel secondo passaggio
bisogna scegliere la
porta dove collegare la
stampante, solitamente
è la porta LPT1,
opzione che è già
selezionata, ma nel
caso contrario si può
scegliere l’altra opzione.
Dopo aver scelto fare
clic sul pulsante Avanti.
6. Il
terzo
passaggio
riguarda l’installazione
dei
driver
della
stampante; per questo
motivo, sono presenti
due riquadri, a sinistra
sono
indicati
i
produttori
della
stampante mentre sul
lato destro i nomi delle
stampanti. A seconda
del produttore scelto,
nel riquadro di destra,
saranno visualizzati i tipi
di
stampante.
Ad
esempio si sceglie di installare la stampante Epson modello EPL-N7000
Se la stampante non è in elenco, ad esempio perché più recente del sistema
operativo, si può fare clic sul pulsante Disco driver e selezionare il relativo
driver da un CD, oppure da un file scaricato dal sito del produttore.
Dopo avere effettuato la scelta fare clic sul pulsante Avanti.
7. Nella finestra seguente
è possibile assegnare il
nome alla stampante.
137
8. Il passo successivo è la
richiesta di condivisione
della stampante: si può
scegliere se effettuare la
condivisione con altri
utenti della rete oppure
se utilizzare la stampante
per
esclusivo
uso
personale.
9. Al
termine
si
può
scegliere se impostare
la
stampante
come
predefinita, spuntando la
casella Imposta come
stampante predefinita.
Inoltre, è presente anche
il
pulsante
Stampa
pagina di prova al quale
si
può
ricorre
per
controllare se l’installazione della stampante sia andata a buon fine. In basso a
destra, fare clic sul pulsante Fine per terminare il processo di installazione
stampante.
10. Dopo i passaggi descritti, nella finestra Dispositivi e
stampanti compare l’icona della stampante appena
installata.
PROCEDURA PER INSTALLAZIONE STAMPANTE DI RETE
In questo caso la stampante è connessa alla rete aziendale e pertanto non è
fisicamente collegata al PC.
1. Fare clic sul pulsante
Start e poi scegliere
l’opzione Dispositivi e
stampanti.
2. Nella finestra procedere
in uno dei seguenti
modi:
 nel
Riquadro
di
visualizzazione fare
clic con il tasto destro
del mouse in un punto
vuoto e dal menu di
scelta rapida attivare
l’opzione
Aggiungi
stampante;
138
 sulla Barra dei comandi selezionare l’opzione Aggiungi stampante;
 da menu File scegliere Aggiungi stampante.
3. Il
primo
passaggio
riguarda la scelta del
tipo di stampante da
installare
che
può
essere locale oppure di
rete. Dovendo installare
una stampante di rete,
nella finestra Aggiungi
stampante,
occorre
fare clic su Aggiungi
stampante di rete,
wireless o Bluetooth.
Dopo aver scelto fare
clic sul pulsante Avanti.
4. Nel secondo passaggio
bisogna selezionare la
stampante che si vuole
installare, scegliendola
tra quelle presenti nella
rete aziendale di cui fa
parte il PC. Ad esempio
si sceglie di installare la
stampante
AL-C2800
(EPSON). Dopo aver
scelto fare clic sul
pulsante Avanti.
5. Il sistema operativo
avvia il rilevamento
della modello del driver
e si mette in comunicazione con la stampante
che si deve installare.
Se
la
stampante
è
considerata
attendibile,
fare clic sul pulsante
Installa driver.
139
6. Nel passo successivo
sarà possibile assegnare
un nome alla stampante.
Dopo aver scelto fare clic
sul pulsante Avanti.
7. Il passo successivo è la
richiesta di condivisione
della stampante: si può
scegliere se effettuare la
condivisione
con
altri
utenti della rete oppure se
utilizzare la stampante per
esclusivo uso personale.
8. Al termine si può scegliere se impostare la stampante come predefinita,
spuntando
la
casella
Imposta
come
stampante predefinita.
Inoltre, è presente anche il
pulsante Stampa pagina
di prova al quale si può
ricorre per controllare se
l’installazione
della
stampante sia andata a
buon fine. In basso a
destra, fare clic sul
pulsante Fine per terminare il processo di installazione stampante.
9. Dopo i passaggi descritti, nella finestra Dispositivi e
stampanti compare l’icona della stampante appena
installata.
PROCEDURA PER DISINSTALLAZIONE STAMPANTE
Per disinstallare una stampante, nella finestra Dispositivi e stampanti
selezionare l’icona della stampante e procedere in uno dei seguenti modi:
 fare clic con il tasto destro del mouse sull’icona della stampante selezionata e
dal menu rapido scegliere l’opzione Rimuovi dispositivo;
 sulla Barra dei comandi selezionare l’opzione Rimuovi dispositivo
 da menu File scegliere Rimuovi dispositivo.
Confermare facendo clic su Sì.
140
2.4.2 Stampare
PER SAPERNE DI PIÙ
Le stampanti vengono suddivise in categorie in base al modo in cui riproducono testo e grafica
su carta. Ogni tipo di stampante offre vantaggi diversi.
Stampanti ad aghi
Le stampanti ad aghi hanno testine di stampa, generalmente
con standard di 9, 18, 24 oppure 36 aghi, mossi da
elettromagneti azionati da driver appositi, battono sulla carta
attraverso un nastro inchiostrato mentre si spostano
lateralmente sul foglio. La sequenza dei colpi è generata da un
circuito elettronico per comporre i pixel che costituiscono i
caratteri o parte di una immagine. La risoluzione in queste
stampanti è misurata in CPI (caratteri per pollice), ovvero il
numero di caratteri che potevano essere contenuti in senso
orizzontale in un pollice (2,54 cm).
La stampa può avvenire in entrambi i sensi di spostamento della
testina, con un aumento della velocità complessiva (stampa
bidirezionale). Alcuni modelli di stampanti ad aghi possono riprodurre il colore, impiegando oltre
al nero anche tre bande colorate secondo lo standard CMYK. La tecnologia di stampa a matrice
è ancora richiesta in alcuni settori poiché permette di imprimere anche modulistica a più copie.
Stampanti a getto d'inchiostro
Le stampanti a getto d'inchiostro eseguono la stampa
trasferendo piccoli punti di inchiostro su una pagina per
riprodurre testo o grafica. Le stampanti a getto d'inchiostro
possono stampare con inchiostro nero o colorato. Nonostante
l'esigenza di sostituire periodicamente le cartucce di inchiostro,
le stampanti a getto d'inchiostro vengono in genere acquistate
per uso personale poiché possono essere relativamente
economiche. Alcune stampanti a getto d'inchiostro sono in
grado di riprodurre grafica dettagliata e immagini di alta
qualità.
Stampanti laser
Le stampanti laser riproducono testo e grafica su carta
utilizzando un toner, costituito da una polvere fine. Le
stampanti laser possono stampare con inchiostro nero o
colorato, nonostante le stampanti laser a colori siano in genere
più costose. Una stampante laser in grado di stampare
utilizzando soltanto inchiostro nero viene talvolta definita
monocromatica.
Le stampanti laser dispongono in genere di cassetti della carta
ad alta capacità e non è pertanto necessario aggiungere carta
con la frequenza richiesta per una stampante a getto
d'inchiostro. Sono inoltre in grado di stampare più pagine al
minuto rispetto alla maggior parte delle stampanti a getto d'inchiostro e possono stampare più
pagine per cartuccia. In caso di volumi di stampa elevati, una stampante laser può pertanto
offrire un costo per pagina stampata inferiore.
Stampanti multifunzione
Le stampanti a getto d'inchiostro o laser che consentono inoltre
di inviare fax, fotocopiare o digitalizzare documenti vengono
definite stampanti multifunzione. La connessione di un'unica
stampante multifunzione al computer può risultare più pratica
della connessione di più dispositivi. Alcune funzionalità di una
stampante multifunzione potrebbero inoltre essere utilizzabili
senza accendere il computer.
141
Plotter
Il plotter è una periferica specializzata nella stampa di
supporti di grande formato. È il dispositivo di output ideale
per i sistemi CAD, dove è impiegato per la stampa di prospetti
e progetti architettonici, meccanici, elettrici, mappe
topografiche, curve geometriche ecc. Viene anche utilizzato
nell'ambito della grafica e della pubblicità grazie alle moderne
tecnologie che consentono al plotter di stampare a colori e
addirittura di ritagliare (plotter da taglio). Il nome deriva dal
verbo inglese to plot nel senso di tracciare (un diagramma).
Collegamento al computer
Alcune stampanti consentono di stampare senza
utilizzare il computer, ad esempio di stampare foto
direttamente dalla scheda di memoria di una
fotocamera digitale. Connettendo una stampante al
computer è tuttavia possibile stampare documenti,
file, immagini, pagine Web e altro ancora.
Quando si aggiunge una stampante, Windows
installa automaticamente il software che ne consente
l'interazione con il computer. È possibile aggiungere
una stampante utilizzando una connessione cablata
o wireless.
Che cos'è DPI?
DPI, o punti per pollice, è una
misura della risoluzione di una
stampante e determina il livello di
chiarezza e dettaglio dei risultati
della stampa rispetto a ciò che
viene visualizzato sullo schermo.
Stampanti cablate
Una stampante cablata è una stampante connessa a un computer utilizzando un cavo e una
porta sul computer. La maggior parte delle stampanti utilizza un cavo USB (Universal Serial
Bus). Quando si connette una stampante cablata al computer e si accende la stampante,
Windows tenterà automaticamente di eseguirne l'installazione. Se la stampante non viene
rilevata da Windows, può essere individuata e aggiunta manualmente.
Stampanti wireless
Una stampante wireless è una stampante connessa a un computer utilizzando Bluetooth o
qualsiasi altra tecnologia wireless, ad esempio 802.11a, 802.11b o 802.11g.
La tecnologia Bluetooth utilizza trasmissioni radio per consentire la comunicazione tra la
stampante e il computer su una distanza ridotta. Per connettere una stampante Bluetooth, è
necessario aggiungere una scheda Bluetooth al computer. Le schede Bluetooth vengono
collegate per la maggior parte a una porta USB del computer. Quando si collega la scheda e si
accende la stampante Bluetooth, Windows tenterà di eseguirne automaticamente l'installazione
o richiederà di installarla. Se la stampante non viene rilevata da Windows, può essere
individuata e aggiunta manualmente.
Per connettere una stampante con una tecnologia wireless diversa da Bluetooth, il computer e
la stampante devono innanzitutto essere connessi a una rete wireless. Se la stampante non
dispone di una scheda di rete wireless, per poter connettere la stampante alla rete wireless è
necessario aggiungerne una. Per impedire interferenze tra una stampante wireless e il
computer, è bene non posizionare telefoni senza fili o altri apparecchi wireless in prossimità
della stampante.
2.4.2.1 Stampare un documento a partire da un’applicazione di elaborazione
testi
La stampa di un file può essere richiesta direttamente, senza
aprirlo, selezionandolo con il tasto destro del mouse e
facendo clic su Stampa. In questo modo si avvia il processo
di stampa, utilizzando la stampante impostata come
predefinita.
Utilizzando i due programmi di elaborazione testi WordPad e Blocco note forniti
a corredo del sistema operativo Windows, la stampa viene avviata all’interno
dell’omonima finestra scegliendo da menu File il comando Stampa.
142
In WordPad l’avvio del processo di stampa può essere richiesto anche
dalla Barra degli strumenti, facendo clic sull’icona Stampa.
STAMPARE UN DOCUMENTO DA UN ELABORATORE DI TESTI (PROCEDURA)
1. Avviare l’applicazione per elaborare
testi desiderata (Word o altro), aprire
il documento che si vuole stampare e
da menu File scegliere Stampa.
2. Specificare le impostazioni.
 Nell’elenco Seleziona stampante,
specificare la stampante con cui
realizzare la stampa, se diversa da
quella predefinita.
 Nella zona Pagine da stampare,
scegliere:
- Tutte, per stampare l’intero
documento;
- Selezione, per stampare la
porzione di testo selezionata
prima di aprire la finestra
Stampa;
- Pagina corrente, per stampare
solo la pagina visualizzata;
- Pagine, per stampare solo
quelle indicate.
 Nella casella Numero di copie specificare quante copie stampare del
documento o delle pagine indicate.
 Applicare il segno di spunta su Fascic. se è stata richiesta la stampa di più
copie e si desidera che siano fascicolate.
3. Fare clic su Stampa per avviare la procedura.
143
CREARE UN FILE DI STAMPA DA UN ELABORATORE DI TESTI (PROCEDURA)
1. Aprire il documento e da menu File
scegliere Stampa.
2. Selezionare il nome della stampante
che verrà utilizzata per la stampa
finale, spuntare la casella Stampa
su file e fare clic su OK.
3. Digitare il nome del file di output e
confermare con OK.
Con questa procedura viene creta un file di stampa (*.prn) il cui nome è preceduto
dall’icona generica dei file di Windows, che indica un file non associato ad alcuna
applicazione.
2.4.2.2 Visualizzare
l’avanzamento di un processo
attraverso un gestore di stampe sul desktop
di
stampa
in
coda
Tutti i documenti inviati alla stampa vengono memorizzati e accodati nell’ordine in
cui vengono ricevuti. Windows invia i dati alla stampante e gestisce la cosiddetta
coda di stampa dei documenti con un componente software denominato Spool
di stampa.
VISUALIZZAZIONE CODA DI STAMPA (PROCEDURA)
Per visualizzare l’elenco dei documenti in coda di stampa sono possibili tre
percorsi:
 Nell’Area di notifica fare doppio clic sull’icona della stampante.
 Nell’Area di notifica fare clic con il tasto destro del mouse sull’icona della
stampante e scegliere Apri tutte le stampanti attive;
 Da Start  Dispositivi e stampanti selezionare la stampante interessata e
scegliere l’opzione Visualizza stampa in corso.
In ogni caso le procedure su indicate producono l’effetto di aprire la seguente
finestra, che riporta per la stampante selezionata tutti i documenti in coda, cioè in
attesa di essere stampati.
144
2.4.2.3 Interrompere, riavviare, eliminare un processo di stampa attraverso
un gestore di stampe sul desktop
Operando nella medesima finestra dello Spool di stampa, attivata dall’Area di
notifica con un doppio clic sull’icona della stampante, per intervenire su uno o più
documenti selezionare il file interessato (se i file sono più di uno utilizzare i tasti
Ctrl o Shift con le
modalità illustrate in
precedenza) e attivare
il menu Documento,
oppure fare clic con il
tasto
destro
del
mouse sugli elementi
selezionati.
Nel menu si può scegliere:
 Sospendi, per interrompere la stampa.
 Riprendi, per riprendere la stampa dopo averla interrotta (comando alternativo
a Sospendi).
 Riavvia, per ricominciare la stampa dall’inizio.
 Annulla, per eliminare il documento dalla coda di stampa, confermando poi la
scelta con Sì.
 Proprietà, per visualizzare le caratteristiche del documento.
In alternativa si può visualizzare il
menu Stampante, che permette di
attivare delle opzioni che interessano
tutti i documenti in fase di
elaborazione.
Il comando Elimina tutti i documenti
permette di annullare la stampa di
tutti i documenti presenti nella coda.
È anche possibile attivare l’opzione
Sospendi stampa, che ha l’effetto di
sospendere l’attività della stampante.
Tale opzione rimane attiva anche
dopo aver spento il computer;
pertanto per avviare successivi
processi di stampa si dovrà prima
disattivare il segno di spunta su tale
voce.