La Baita di Ginevra - ANA Gruppo di Ginevra
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La Baita di Ginevra Anno II n. 9 Maggio 2012 Il periodico del Gruppo Alpini di Ginevra Il Gruppo Alpini di Ginevra all’Adunata di Bolzano Segue a pag. 7 e 8 Assemblea generale 2012 Sezione Svizzera a Olten L’11 marzo, si è tenuta, a Olten, l`assemblea generale annuale della Sezione Svizzera dell’ANA. Per il Cruppo di Ginevra, erano presenti il Capogruppo A. Strappazzon e il delegato alla Sezione, Luciano Caon. Quest`anno, non essendoci elezioni, il dibattito si è concentrato sulle problematiche dei gruppi e della Sezione. L’ANA è stata insignita della Medaglia d’oro al valore civile e la decorazione è stata appuntata anche nel labaro sezionale dal Presidente Fabio Brembilla. Ancora una volta, il Gruppo di Ginevra è stato oggetto di discussione per la continua esposizione mediatica nei vari giornali. Segue a pagina 2 pag. 2 Anno II n. 9 Maggio 2012 La Baita di Ginevra Assemblea generale 2012 Sezione Svizzera a Olten Nell’intervento del Presidente Brembilla, ha spiegato tessendo i più bei elogi al nostro Gruppo lodandone, altresì, il lavoro e invitando gli altri a cogliere l’evoluzione del Gruppo di Ginevra come esempio ed evitare, in futuro, superflui critiche per un lavoro che volge a rispettare il ruolo degli alpini. In seguito, gli avversi hanno finalmente capito che il Gruppo, trae beneficio solo del frutto del loro impegno, senza alcun altro privilegio. Il numero degli effettivi è in calo, dovuto all’età e alla mancanza di ricambi. Il fenomeno è ridimensionato, EDITORE: Gruppo Alpini Ginevra A.N.A. (Alpini) Case postale 88 - 1211 Genève 8 www.anaginevra.altervista.org [email protected] Direttore Responsabile Antonio Strappazzon Tel. 079 434 82 12 Amministratore Giacomo Schiagno [email protected] Consiglieri Maddalena Fronda Luciano Caon Marcello Sartor Franco Vola per il momento, grazie alle iscrizioni dei simpatizzanti. Questo fenomeno, certamente non nuovo e inevitabile, ormai è accettato dalla stragrande maggioranza dei responsabili di Gruppo, dall’esecutivo Sezionale e Nazionale. Tuttavia, è ancora criticato apertamente da un rappresentante di Gruppo che, propone addirittura, di limitarne il numero, perché, lungimirante, si preoccupa di cosa sarà l’associazione in Svizzera fra 30 o 40 anni, quando ci saranno più amici che Alpini. Chic… Che tenero pensiero per gli Alpini della doppia naia che, attualmente con una età media che supera abbondantemente la settantina, poverini, tutti ultracentenari, subiranno la tirannide dei simpatizzanti che impedirà loro di raggiungere sereni il Paradiso di Cantore. Cerchiamo di essere più seri apprezzandone, al presente, l’indiscusso e spesso indispensabile aiuto dato dai soci aggregati, senza atteggiarci a semidei per il solo e semplice fatto di aver svolto il servizio militare nelle truppe alpine, magari, costretti o controvoglia. Certo, Alpino è solo chi ha fatto l’Alpino, questo è un fatto stabilito dal servizio svolto e riconosciuto valido solo dallo stato maggiore che ne attesta il titolo di Alpino apposto nel foglio di congedo. Questo, nulla toglie o impedisce ad altri di condividere, apprezzare e celebrare gli ideali del corpo degli Alpini con lo stesso criterio e lo stesso spirito. Il resto è sola retorica e segretezza di spirito. Noi abbiamo nei nostri ranghi una ottantina di simpatizzanti dei quali ne siamo fieri e apprezziamo giornalmente il loro apporto sincero alla causa e all’ideale alpino che diffondiamo. Possiamo, senz’altro dire, contrariamente al rappresentante di Lucerna : molti amici, molto onore. A. S. Poesia Veneta contro la depressione (autore ignoto) Contro la malinconia bevi malvasia. Se no te passa la depression, cabernet savignon. Se no te passa mai, bevi un poco de tocai. Se te si nervoso, daghe dentro col raboso. Se no te sa cossa far, vien co noaltri a trincar. pag. 3 Anno II n. 9 Maggio 2012 La Baita di Ginevra Gli Alpini e l’AVIS Il 24 febbraio a Carouge, si è svolta l’assemblea generale dei donatori di sangue AVIS Ginevra. Mentre in cucina gli Alpini Marcello Sartor e Dario Innocenti con le rispettive consorti si affrettavano alla preparazione della cena che, tradizionalmente segue la parte tecnica dell’assemblea, la presidente Lucia Barazzutti, con consumata maestria, evidenziava con dovizia di supporti tecnologici lo svolgersi della stagione 2011, che vede un incremento di soci il più forte in Svizzera. Di grande interesse, le proiezioni che illustrano il prezioso e rimpiazzabile ruolo dei donatori e delle as- dello zelo di solidarietà di molti Alpini, che continuano l’aiuto a questa nobile causa, aiutando la logistica necessaria alla riuscita delle manifestazioni dell’AVIS Ginevra in ogni occasione. sociazioni AVIS in Svizzera e nel mondo, con i precisi e simpatici commenti, Lucia ha coinvolto positivamente tutti i presenti. Gli Alpini sono stati tra i fondatori e primi donatori dell’associazione AVIS di Ginevra. Ora purtroppo l’età ha avuto ragione Il Capogruppo, vecchio donatore, assente per altri impegni, era rappresentato da Luciano Caon, coadiuvato da altri membri del Comitato. Tuttavia è stato però presente alla giornata del donatore il 3 marzo 2012 all’ HUG e ha incitato tutti gli Alpini validi al dono a partecipare senza indugio. Un doveroso complimento alla presidente e al suo comitato per il grande e utile lavoro svolto per questa opera di solidarietà primordiale. Saluto al Console generale Alberto Colella Giunto al termine del suo mandato, il Console Generale d’Italia, Alberto Colella, ha voluto riunire nel prestigioso Castello di Coppet, per un saluto d’addio, personalità diplomatiche italiane e di altri Paesi, autorità locali e rappresentanti politici svizzeri, esponenti della comunità italiana ginevrina e i numerosissimi amici che ha saputo guadagnarsi nel periodo, più di tre anni, trascorso sul Lago Lemano. Le sale, un tempo testimoni di eventi che hanno marcato il corso della Storia, sono state gremite da perso- ne che non ha voluto mancare l’occasione per portare concreta testimonianza dei sentimenti di affetto, riconoscenza o stima per colui che è stato, ad un tempo e a seconda delle occasioni, degno rappresentante dell’Italia a Ginevra, punto di riferimento per i connazionali bisognosi di consigli, aiuto o assistenza. Tra i partecipanti, oltre al Gruppo Alpini di Ginevra rappresentato dal Capogruppo, Antonio Strappazzon ed dal consigliere, Luciano Caon, si è notata la presenza dell’Ambasciatore L. Mirachian, Rappresentante Perma- nente d’Italia presso le Organizzazioni Internazionali, del Nunzio Apostolico Mons. Silvano Tomasi, di Bruno Perdu, Con. Generale di Francia ed altre personalità nonché, una folta rappresentanza dal mondo associativo italo-ginevrino. Il Gruppo Alpini di Ginevra augura al Con. Colella un futuro professionale e famigliare colmo di soddisfazioni. pag. 4 Anno II n. 9 Maggio 2012 La Baita di Ginevra La giornata del donatore dell’AVIS Sabato 3 marzo, l’AVIS ginevrino ha organizzato l’annuale giornata del donatore. Questo importante appuntamento ha coinvolto molti concittadini della comunità italiana di Ginevra. Naturalmente, c’era anche qualche Alpino a dare il buon esempio e da notare il Console generale Colella con la sua signora. La presidente dell’AVIS, Lucia Barazzutti, coadiuvata dal comitato, accoglieva e rincuorava i nuovi e più sensibili donatori. L’accoglienza e il conforto di bibite e vivande hanno creato una piacevole pausa amicale e ricreativa. Il sangue, indispensabile e insostituibile liquido, ha dato un po’ di sollievo alle esauste scorte dell’Ospedale Cantonale e l’argomento mi permette di presentarvi una faccia poco conosciuta della sua importanza nel campo militare. Piccola storia del dono del sangue ad uso militare Hippocrate, nel 400 avanti Cristo, diceva : se vuoi diventare medico chirurgo, ingaggiati nell’esercito. Già allora, i problemi della cura dei feriti si poneva in tutta la sua drammaticità a causa dell’improvvisazione e mancanza di logistica nell’opera di soccorso. Di fatti, la quasi totalità dei feriti moriva per dissanguamento. Bisogna aspettare le guerre di Napoleone per veder apparire la logistica nella gestione provvisionale delle battaglie : armi, munizioni, vettovaglie, carburanti e biade e solamente dal 1936, con la guerra di Spagna, anche per il sangue. La prima trasfusione conosciuta data del XV secolo. Nel 1492, il Papa Inno- Durante la prima guerra mondiale, solo il sangue di tipo O venne utilizzato per evitare i problemi di incompatibilità. Aveva una durata di utilizzazione di 4-5 giorni anche se, casi di utilizzo dopo 1014 giorni, ebbero successo grazie alla conservazione con il citrato di sodio. cenzo VII, in coma, viene trasfuso con il sangue di 3 giovani ragazzi. Il Papa morì e cosi i ragazzi. Nel 1616, William Harvey descrive la circolazione sanguigna e il ruolo del cuore per pompare nelle arterie e il ritorno nelle vene. Nel 1667, Jean Baptiste Denis, medico di Luigi XIV, praticò 4 trasfusioni da un agnello all’uomo. Il paziente decedé e Denis venne accusato di omicidio. Nel 1795 un medico Americano, Philip Physick, sembra abbia praticato la prima trasfusione di sangue umano, ma niente lo conferma con sicurezza. Nel 1818, James Blundell inietta una piccola quantità di sangue e tra il 1825 e il 1830 trasfuse 10 pazienti, 5 si salvarono. Nel 1901 l’austriaco Karl Landsteiner, scoprì la fondamentale esistenza di 3 gruppi sanguigni. Un 4° fu scoperto nel 1902 da Decastello. Landesteiner ricevette il Premio Nobel nel 1930. Nel 1914 un medico belga, Albert Hustin, constatò la proprietà anticoagulante del citrato di soda. Fu la prima tappa nella conservazione del sangue e la prima trasfusione di sangue citrato avvenne, con successo, il 27 marzo 1914. Dal 1936-39, la guerra civile spagnola fece 500.000 morti. I tedeschi, alleati di Franco, impiantarono un servizio trasfusioni nelle retrovie dove venivano evacuati i feriti, mentre i Repubblicani utilizzarono unità mobili refrigerate. In prima linea, a Barcellona, si ottenne una raccolta di 9000 litri di sangue, mescolandolo con i differenti donatori. La sanità militare dispose di 400 litri di sangue al mese utilizzabile durante 2 a 3 settimane. Al seguito delle osservazioni della guerra di Spagna, i principali eserciti si dotarono di una banca del sangue. In Inghilterra, i donatori passarono da 5.000 nel 1939 a 576.764 nel 1945. A partire dal 1941, il serum venne congelato e disidratato a bassa temperatura e il plasma, prodotto in Gran Bretagna, fu di circa 1400 flaconi da 400cc alla settimana. Dal 1941 al 45, furrono prodotti 196.781 flaconi. Gli Stati Uniti aiutarono l’Inghilterra, molto provata dalla guerra, con 14.566 donatori. Sotto l’impulso del Dott. Charles Drew, responsabile della banked blood, dopo l’entrata in guerra dell’America, si contarono fino a 240.000 donatori per un solo giorno di colletta. In occasione dello sbarco in Normandia, ogni uomo disponeva di due flaconi di plasma e 340 litri di sangue del gruppo O che sbarcarono insieme ad un migliaio di medici militari. pag. 5 La Baita di Ginevra Un ponte aereo straordinario, tra l’America e l’Inghilterra, faceva 3 rotazioni al giorno con gli aerei Skymaster C-54 che, con 30 ore di volo e due scali, trasportavano ognuno 600 litri di sangue fresco che si aggiungevano ai 360 litri donati giornalmente dalle truppe e ritornavano negli USA con 30 feriti ciascuno. Cosi il sangue raccolto in USA il lunedì era controllato, trattato, imballato e trasportato in Gran Bretagna e successivamente in Francia, senza rompere la catena del freddo per essere in prima linea al venerdì. Dopo la messa a punto della Blood for Britain, il Ministero della guerra ordinò al Dott. Drew di non mescolare il sangue dei neri con quello dei bianchi. Il Dott. Drew si dimise e ricordò che solo il fattore Rhesus differenzia il sangue degli umani. Drew morì nel 1950. Ammesso d’urgenza, per un incidente d’auto, in un ospedale riservato ai bianchi e, per mancanza di sangue dei bianchi, non ricevette le cure necessarie per la gravità delle sue ferite. Oggi Drew è una vera leggenda e molti centri di ricerca e ospedali portano il suo nome. Grazie alle Banked Blood a Okinawa, che dista 8000 miglia dall’America, i combattenti disponevano di 0.600 litri di sangue per ferito. Questo ha contribuito a salvare moltissime vite. A titolo di esempio, dal 6 giugno 1944 al 8 maggio 1945, il 21 gruppo d’armata americano in Francia ha avuto 144.649 feriti, il 12% furono trasfusati una o più volte, con 60.590 trasfusioni di sangue, 66.781 di plasma e 103.952 di soluzioni saline. 75 % dei feriti trasfusi sono sopravvissuti. Fatto curioso, tra il 6 e il 12 agosto, le truppe americane in Francia, accerchiate al seguito dell’operazione LUTTICH voluta da Hitler per separare la 1a e 3a armata USA a Mortain, sono state alimentate in plasma disidratato, acqua sterilizzata, peni- Anno II n. 9 Maggio 2012 cillina e morfina. Con l’ausilio dei cannoni da 155 che sparavano da 15 km e le granate inerti usate per i volantini di propaganda, potettero cosi curare i feriti fino all’arrivo dei rinforzi della 35 divisione US il 12 agosto. Dall’aprile 1944 al maggio 1945, in Inghilterra produssero 62.189 litri di sangue americano, 8.685 litri di sangue inglese e 7.479 litri di sangue europeo, proveniente da doni francesi, belgi e prigionieri di guerra tedeschi, ai quali si aggiunsero 78.381 litri di sangue proveniente dagli USA, per un totale di 156.734 litri. Le banche del sangue dell’America, dopo Pearl Harbor, in maniera pragmatica ed efficace, riuscirono a trattare ben 13 milioni di doni del sangue raccolto che, confrontato ai loro 488.550 feriti curati in Europa, statisticamente senza l’ausilio delle trasfusioni, almeno 60.000 a 110 .000 sarebbero sicuramente deceduti nelle prime ore seguenti il ferimento. All’inizio del secolo scorso, la trasfusione era il gesto chirurgico complesso di un medico sapiente isolato. 40 anni dopo, decine di migliaia d’infermieri, sotto la linea di fuoco nelle umide spiagge di Normandia o nelle trincee fangose, spesso al lume di candela, praticavano semplicemente delle trasfusioni sanguigne con un semplice ago alimentato da un flacone di sangue, salvando centinaia di migliaia di vite. A. S. Visita del Gagliardetto del Gruppo di Ginevra sulla tomba di Bepi Cipriani Il nostro solerte Consigliere Marcello Sartor, in vacanza in quel di Treviso, non perde occasione per illustrare il gruppo. La domenica 1° aprile 2012, si è incontrato con uno dei fondatori dell’A.N.A. di Ginevra, il sig. Leo Susin, che, pieno di emozione, gli fa subito vedere gli articoli riguardanti Ginevra, ritagliati dall’Alpino e conservati come reliquie. Alla vista del nostro gagliardetto, le lacrime subentrano alla commozione e accarezza la bandiera come un ultimo sogno realizzato. Leo Susin ha fatto parte del comitato fino al 1967, data di rientro in patria. Ad accompagnare il « vecio » Leo, c’era Tullio Genero, segretario di Domenico Contardo, capogruppo dal 1970 al 1980, altrettanto entusiasta dell’incontro e fiero della continuità e attività attuale del gruppo di Ginevra. Per l’occasione, si è imposta une visitina al capogruppo Bepi Cipriani che riposa nel Camposanto di Vidor assieme alla vedova Rita ; breve e mesta cerimonia di saluto con la preghiera dei morti e il Signore delle cime, recitate dal buon Marcello, a nome del gruppo alpini di Ginevra. pag. 6 Anno II n. 9 Maggio 2012 La Baita di Ginevra Quinta parte della storia del Gruppo Il 24 novembre, a San Gallo, si festeggiano i 25 anni della Sezione Svizzera. L’8 dicembre, l’assemblea generale elegge Giuseppe Zecca capogruppo. Per il 1986, l’adunata è a Bergamo e si dorme all’Hotel Liberty di Borgo Palazzo. Sempre 46 i partecipanti. Il 29 giugno, grande festa a Palazzolo per il primo lustro del gemellaggio e i 60 anni del loro gruppo, il 29. E anche il 15° del gruppo di Glarus. Il pic nic si svolse nella tenuta del Cav. Orfeo Leonelli a Confignon. Nel 1983, adunata a Udine, risorta dopo il tremendo sisma. Il 23 luglio si inaugura il gagliardetto del gruppo di Uster e si assiste il 3 ottobre al giuramento delle reclute presso la caserma di Aosta. Il 1984 è sempre condotto da Domenico Contardo e si va a San Maurizio il 22 settembre per la festa del patrono degli Alpini a St-Moritz. Si organizzano 2 feste da ballo il 27 ottobre e il 24 novembre con l’orchestra LA BOTTEGA DEL LISCIO romagnolo che costa al gruppo 1.800.000 lire. Il contributo è di 572.000 lire, pari a 800 franchi, causa l’inflazione. Il bollino è sempre a 25 franchi e l’adunata è a Trieste. Il 1985, con assemblea al circolo italiano del 3 febbraio, rielegge Contardo a capogruppo. Franco Vola entra nel comitato con Dario Innocente, rieletto. Giuseppe Zecca è nominato segretario. Durante l’assemblea, l’Alpino Giovanni Pin provoca il putiferio, chiedendo tassativamente e senza diplomazia di proibire ai simpatizzanti il porto del cappello nelle feste del gruppo. Si accende un violento dibattito e tutta l’assemblea difende gli aggregati che dicono che non hanno mai fatto sfigurare il gruppo, anzi lo fanno vivere anche con il loro lavoro e si sono sempre comportati degnamente, meglio di taluni Alpini. Il capogruppo aggiunge che in Italia accettano perfino delle fanfare miste. E sacrilegio per l’epoca. Anche le donne portano il cappello. Non c’è quindi da scandalizzarsi per cosi poco. Il Pin, infuriato, lascia l’as-semblea, minacciando denunce alla sezione. Tutto si pacifica e finisce nel buon umore. L’adunata a La Spezia. Si dorme all’Hotel Eden di Cinquinale con 46 partecipanti. Il 1987, comincia con una grave decisione in base all’art. 36a in data del 28 gennaio. E sospeso l’Alpino Giovanni Pin per diffamazione e insulti al comitato, sempre a causa della sua morbosa fissazione sui simpatizzanti. Il 7 febbraio, assemblea generale nuovamente perturbata dal Pin presente, malgrado la sospensione. Ma il bravo Zecca e il suo comitato tengono duro e vanno avanti. Casca nel 1987 il 25° del gruppo di Zurigo. Il 12 dicembre, cena sociale con gli AMICI DELLA NOTTE nella sala di Vaudagne che costava allora 316 franchi di affitto. A. S. pag. 7 Anno II n. 9 Maggio 2012 La Baita di Ginevra Il Gruppo Alpini di Ginevra all’Adunata di Bolzano I baldi Alpini ginevrini, partiti all’alba del 12 maggio, hanno piantato il bivacco al Sport Hotel di Collalbo sul Renon, ridente località a 1200 Mt di altitudine, dopo 700 km di placido viaggio. Allegri e impazienti, dopo il rapido pranzo, sono calati a Bolzano, immergendosi nella speciale atmosfera dell’Adunata. Ovunque, finestre e balconi imbandierati ed il solito clima di festa solenne. Bolzano, pulitissima, accoglie gli Alpini a braccia aperte. Adunata storica questa a Bolzano, oggi sede del Comando delle Truppe Alpine e sede del servizio per una grande maggioranza di Alpini di tutte le generazioni che ritrovano i ricordi di gioventù. Nella serata di sabato, dopo la messa solenne, ha avuto luogo l’emozionante incontro all’Auditorio con le autorità dell’Alto Adige, le più alte cariche militari, il Vescovo di Bressanone e Bolzano e il Presidente Nazionale Corrado Perona che, con una for- tissima e commovente allocuzione sul tema della solidarietà e fratellanza alpina, propulsa la sala in piedi in una lunghissima ovazione. All’altezza dell’accoglienza è stata l’esecuzione musicale della filarmonica altoatesina che ha concluso l’incontro con l’Inno Nazionale. Successivamente, l’emozionante sfilata con la sua particolare atmosfera che prende il cuore di ogni Alpino, gli onori al Labaro, impreziosito da una nuova medaglia d’oro conferita recentemente alla memoria di un ufficiale Alpino deceduto eroicamente in Afghanistan. Sveglia all’alba anche la domenica e, subito dopo la colazione, in pullman fino a Ponte Resia dove il Gruppo compatto e al passo di corsa si avviò all’incontro per l’ammassamento. Ad attenderli, oltre la marea di commilitoni, Mario Simoni Capogruppo ed i gemelli palazzolesi che non mancano mai l’occasione di venirci a salutare prima della partenza. Con loro, ci attendeva il Presidente della Sezione Svizzera Fabio Brembilla che, con la sua abituale gentilezza, si è volentieri prestato alla sequenza fotografica di rito e, per l’occasione, si è aggregato anche il Presidente della Sezione di Feltre Carlo Balestra nonché, l’Ambasciatore italiano in Bulgaria e Presidente della Carpatico-Danubiana Stefano Benazzo. A salutare le migliaia di Alpini, in tribuna d’onore, la presenza del Ministro della Difesa Giampaolo Di Paola, l’ex Ministro Ignazio La Russa e il Senatore Franco Marini, attorniati dal Presidente della Provincia Luis Durnwalder, dal Sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli, dalla presidenza dell’ANA e dalle innumerevoli personalità militari. Dopo lo smistamento, il Gruppo si è ritrovato per il tradizionale brindisi del dopo sfilata. Il resto della giornaSegue a pag. 8 pag. 8 Anno II n. 9 Maggio 2012 La Baita di Ginevra ta, benedetta anche dalla meteo, è stata trascorsa a discrezione di ognuno, applaudendo il passaggio degli amici di altre sezioni, di paesani e conoscenti, nella grande cornice della 85ma sfilata. Lo scrivente e gli accompagnatori hanno potuto avvicinare il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Gen. Graziani, il Comandante delle Trup- pe Alpine Primicjeri, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Gen. Abrate, il Sindaco di Bolzano, l’On. Carlo Giovanardi e moltissime altre personalità, nonché i vertici dell’ANA Nazionale, il Presidente Corrado Perona, il vice Presidente Sebastiano Favero, il Responsabile delle sezioni estere Ferruccio Minelli, il Direttore dell’Alpino Vittorio Brunello e il Di- rettore del consiglio di redazione Adriano Crugnola. A tutti, abbiamo portato i saluti del Gruppo di Ginevra che hanno contraccambiato ben volentieri. Grazie Bolzano, sei stata all’altezza, arrivederci a Piacenza. A. S. Sebastiano Favero Antonio Strappazzon Il Capogruppo incontra Pierre Maudet, Sindaco di Ginevra Lo scorso 8 Maggio, nel quadro di un visita tra alcuni presidenti ed il Sindaco di Ginevra, Pierre Maudet, nel suo ufficio al Bourg De Four. Nell’occasione, Antonio Strappazzon Capogruppo degli Alpini di Ginevra, ha avuto modo di scambiare una piacevole conversazione la quale, Pierre Maudet, non ha mancato di trasmettere il proprio rammarico dell’assenza degli alpini al suo ricevimento al Palazzo Eynard, dovuta al viaggio a Bolzano per l’Adunata Nazionale svoltasi il 14 maggio scorso. Inoltre, ha trasmesso, per il Gruppo i suoi migliori saluti e auguri per le numerose attività e ha riconfermato la sua presenza al picnic del 24 Giugno in concomitanza dei festeggiamenti dei 20 anni dell’inaugurazione della sede degli Alpini alla rue Contamines, nel parco della prestigiosa Maison Dufour. A. Strappazzon e P. Maudet