La Baita di Ginevra - ANA Gruppo di Ginevra

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La Baita di Ginevra - ANA Gruppo di Ginevra
La Baita di Ginevra
Anno II n. 9 Maggio 2012
Il periodico del Gruppo Alpini di Ginevra
Il Gruppo Alpini di Ginevra all’Adunata di Bolzano
Segue a pag. 7 e 8
Assemblea generale 2012 Sezione Svizzera a Olten
L’11 marzo, si è tenuta, a Olten, l`assemblea generale annuale della
Sezione Svizzera dell’ANA. Per il Cruppo di Ginevra, erano presenti il
Capogruppo A. Strappazzon e il delegato alla Sezione, Luciano Caon.
Quest`anno, non essendoci elezioni, il dibattito si è concentrato sulle
problematiche dei gruppi e della Sezione.
L’ANA è stata insignita della Medaglia d’oro al valore civile e la decorazione è stata appuntata anche nel labaro sezionale dal Presidente
Fabio Brembilla.
Ancora una volta, il Gruppo di Ginevra è stato oggetto di discussione
per la continua esposizione mediatica nei vari giornali.
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La Baita di Ginevra
Assemblea generale 2012 Sezione Svizzera a Olten
Nell’intervento del Presidente Brembilla, ha spiegato tessendo i più bei
elogi al nostro Gruppo lodandone,
altresì, il lavoro e invitando gli altri a
cogliere l’evoluzione del Gruppo di
Ginevra come esempio ed evitare, in
futuro, superflui critiche per un lavoro che volge a rispettare il ruolo degli
alpini. In seguito, gli avversi hanno
finalmente capito che il Gruppo, trae
beneficio solo del frutto del loro impegno, senza alcun altro privilegio.
Il numero degli effettivi è in calo,
dovuto all’età e alla mancanza di ricambi. Il fenomeno è ridimensionato,
EDITORE:
Gruppo Alpini Ginevra
A.N.A. (Alpini)
Case postale 88 - 1211 Genève 8
www.anaginevra.altervista.org
[email protected]
Direttore Responsabile
Antonio Strappazzon
Tel. 079 434 82 12
Amministratore
Giacomo Schiagno
[email protected]
Consiglieri
Maddalena Fronda
Luciano Caon
Marcello Sartor
Franco Vola
per il momento, grazie alle iscrizioni
dei simpatizzanti.
Questo fenomeno, certamente non
nuovo e inevitabile, ormai è accettato
dalla stragrande maggioranza dei responsabili di Gruppo, dall’esecutivo
Sezionale e Nazionale. Tuttavia, è
ancora criticato apertamente da un
rappresentante di Gruppo che, propone addirittura, di limitarne il numero,
perché, lungimirante, si preoccupa di
cosa sarà l’associazione in Svizzera fra
30 o 40 anni, quando ci saranno più
amici che Alpini. Chic…
Che tenero pensiero per gli Alpini
della doppia naia che, attualmente
con una età media che supera abbondantemente la settantina, poverini,
tutti ultracentenari, subiranno la tirannide dei simpatizzanti che impedirà loro di raggiungere sereni il Paradiso di Cantore.
Cerchiamo di essere più seri apprezzandone, al presente, l’indiscusso e
spesso indispensabile aiuto dato dai
soci aggregati, senza atteggiarci a semidei per il solo e semplice fatto di
aver svolto il servizio militare nelle
truppe alpine, magari, costretti o controvoglia. Certo, Alpino è solo chi ha
fatto l’Alpino, questo è un fatto stabilito dal servizio svolto e riconosciuto
valido solo dallo stato maggiore che
ne attesta il titolo di Alpino apposto
nel foglio di congedo. Questo, nulla
toglie o impedisce ad altri di condividere, apprezzare e celebrare gli ideali
del corpo degli Alpini con lo stesso
criterio e lo stesso spirito.
Il resto è sola retorica e segretezza di
spirito. Noi abbiamo nei nostri ranghi una ottantina di simpatizzanti dei
quali ne siamo fieri e apprezziamo
giornalmente il loro apporto sincero
alla causa e all’ideale alpino che diffondiamo. Possiamo, senz’altro dire, contrariamente al rappresentante
di Lucerna : molti amici, molto
onore.
A. S.
Poesia Veneta contro la
depressione (autore ignoto)
Contro la malinconia
bevi malvasia.
Se no te passa la depression,
cabernet savignon.
Se no te passa mai,
bevi un poco de tocai.
Se te si nervoso,
daghe dentro col raboso.
Se no te sa cossa far,
vien co noaltri a trincar.
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Gli Alpini e l’AVIS
Il 24 febbraio a Carouge, si è svolta l’assemblea generale dei donatori di sangue AVIS Ginevra.
Mentre in cucina gli Alpini Marcello Sartor e
Dario Innocenti con le
rispettive consorti
si
affrettavano alla preparazione della cena che,
tradizionalmente segue
la parte tecnica dell’assemblea, la presidente
Lucia Barazzutti, con
consumata maestria, evidenziava
con dovizia di supporti tecnologici
lo svolgersi della stagione 2011, che
vede un incremento di soci il più
forte in Svizzera.
Di grande interesse, le proiezioni
che illustrano il prezioso e rimpiazzabile ruolo dei donatori e delle as-
dello zelo di solidarietà
di molti Alpini, che continuano l’aiuto a questa
nobile causa, aiutando
la logistica necessaria
alla riuscita delle manifestazioni dell’AVIS Ginevra in ogni occasione.
sociazioni AVIS in Svizzera e nel
mondo, con i precisi e simpatici commenti, Lucia ha coinvolto positivamente tutti i presenti.
Gli Alpini sono stati tra i fondatori e
primi donatori dell’associazione AVIS
di Ginevra.
Ora purtroppo l’età ha avuto ragione
Il Capogruppo, vecchio
donatore, assente per
altri impegni, era rappresentato da Luciano
Caon, coadiuvato da
altri membri del Comitato. Tuttavia è stato
però presente alla giornata del donatore il 3 marzo 2012 all’ HUG e ha
incitato tutti gli Alpini validi al dono
a partecipare senza indugio.
Un doveroso complimento alla presidente e al suo comitato per il grande
e utile lavoro svolto per questa opera
di solidarietà primordiale.
Saluto al Console generale Alberto Colella
Giunto al termine del suo mandato,
il Console Generale d’Italia, Alberto
Colella, ha voluto riunire nel prestigioso Castello di Coppet, per un saluto d’addio, personalità diplomatiche italiane e di altri Paesi, autorità
locali e rappresentanti politici svizzeri, esponenti della comunità italiana ginevrina e i numerosissimi
amici che ha saputo guadagnarsi nel
periodo, più di tre anni, trascorso
sul Lago Lemano.
Le sale, un tempo testimoni di eventi che hanno marcato il corso della
Storia, sono state gremite da perso-
ne che non ha voluto mancare l’occasione per portare concreta testimonianza dei sentimenti di affetto, riconoscenza o stima per colui che è stato,
ad un tempo e a seconda delle occasioni, degno rappresentante dell’Italia
a Ginevra, punto di riferimento per i
connazionali bisognosi di consigli,
aiuto o assistenza.
Tra i partecipanti, oltre al Gruppo
Alpini di Ginevra rappresentato dal
Capogruppo, Antonio Strappazzon ed
dal consigliere, Luciano Caon, si è
notata la presenza dell’Ambasciatore
L. Mirachian, Rappresentante Perma-
nente d’Italia presso le Organizzazioni Internazionali, del Nunzio Apostolico Mons. Silvano Tomasi, di Bruno
Perdu, Con. Generale di Francia ed
altre personalità nonché, una folta
rappresentanza dal mondo associativo italo-ginevrino.
Il Gruppo Alpini di Ginevra augura al
Con. Colella un futuro professionale
e famigliare colmo di soddisfazioni.
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La giornata del donatore dell’AVIS
Sabato 3 marzo, l’AVIS ginevrino ha organizzato
l’annuale
giornata del donatore.
Questo
importante
appuntamento ha coinvolto molti concittadini della comunità
italiana di Ginevra.
Naturalmente, c’era
anche qualche Alpino
a dare il buon esempio e da notare il Console generale Colella
con la sua signora.
La presidente dell’AVIS, Lucia Barazzutti, coadiuvata dal comitato, accoglieva e rincuorava i nuovi e più sensibili donatori. L’accoglienza e il conforto di bibite e vivande hanno creato
una piacevole pausa amicale e ricreativa. Il sangue, indispensabile e insostituibile liquido, ha dato un po’ di
sollievo alle esauste scorte dell’Ospedale Cantonale e l’argomento mi permette di presentarvi una faccia poco
conosciuta della sua importanza nel
campo militare.
Piccola storia del dono del
sangue ad uso militare
Hippocrate, nel 400 avanti Cristo,
diceva : se vuoi diventare medico chirurgo, ingaggiati nell’esercito.
Già allora, i problemi della cura dei
feriti si poneva in tutta la sua drammaticità a causa dell’improvvisazione
e mancanza di logistica nell’opera di
soccorso. Di fatti, la quasi totalità dei
feriti moriva per dissanguamento.
Bisogna aspettare le guerre di Napoleone per veder apparire la logistica
nella gestione provvisionale delle battaglie : armi, munizioni, vettovaglie,
carburanti e biade e solamente dal
1936, con la guerra di Spagna, anche
per il sangue.
La prima trasfusione conosciuta data
del XV secolo. Nel 1492, il Papa Inno-
Durante la prima guerra
mondiale, solo il sangue
di tipo O venne utilizzato
per evitare i problemi di
incompatibilità.
Aveva
una durata di utilizzazione di 4-5 giorni anche se,
casi di utilizzo dopo 1014 giorni, ebbero successo grazie alla conservazione con il citrato di
sodio.
cenzo VII, in coma, viene trasfuso
con il sangue di 3 giovani ragazzi.
Il Papa morì e cosi i ragazzi.
Nel 1616, William Harvey descrive
la circolazione sanguigna e il ruolo
del cuore per pompare nelle arterie
e il ritorno nelle vene.
Nel 1667, Jean Baptiste Denis, medico di Luigi XIV, praticò 4 trasfusioni da un agnello all’uomo. Il
paziente decedé e Denis venne accusato di omicidio.
Nel 1795 un medico Americano,
Philip Physick, sembra abbia praticato la prima trasfusione di sangue
umano, ma niente lo conferma con
sicurezza.
Nel 1818, James Blundell inietta
una piccola quantità di sangue e
tra il 1825 e il 1830 trasfuse 10 pazienti, 5 si salvarono.
Nel 1901 l’austriaco Karl Landsteiner, scoprì la fondamentale esistenza di 3 gruppi sanguigni.
Un 4° fu scoperto nel 1902 da Decastello. Landesteiner ricevette il
Premio Nobel nel 1930.
Nel 1914 un medico belga, Albert
Hustin, constatò la proprietà anticoagulante del citrato di soda. Fu
la prima tappa nella conservazione
del sangue e la prima trasfusione
di sangue citrato avvenne, con successo, il 27 marzo 1914.
Dal 1936-39, la guerra
civile spagnola fece 500.000 morti. I
tedeschi, alleati di Franco, impiantarono un servizio trasfusioni nelle retrovie dove venivano evacuati i feriti,
mentre i Repubblicani utilizzarono
unità mobili refrigerate. In prima linea, a Barcellona, si ottenne una raccolta di 9000 litri di sangue, mescolandolo con i differenti donatori. La
sanità militare dispose di 400 litri di
sangue al mese utilizzabile durante 2
a 3 settimane.
Al seguito delle osservazioni della
guerra di Spagna, i principali eserciti
si dotarono di una banca del sangue.
In Inghilterra, i donatori passarono
da 5.000 nel 1939 a 576.764 nel 1945.
A partire dal 1941, il serum venne
congelato e disidratato a bassa temperatura e il plasma, prodotto in Gran
Bretagna, fu di circa 1400 flaconi da
400cc alla settimana. Dal 1941 al 45,
furrono prodotti 196.781 flaconi. Gli
Stati Uniti aiutarono l’Inghilterra,
molto provata dalla guerra, con
14.566 donatori.
Sotto l’impulso del Dott. Charles
Drew, responsabile della banked blood, dopo l’entrata in guerra dell’America, si contarono fino a 240.000
donatori per un solo giorno di colletta. In occasione dello sbarco in Normandia, ogni uomo disponeva di due
flaconi di plasma e 340 litri di sangue
del gruppo O che sbarcarono insieme
ad un migliaio di medici militari.
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Un ponte aereo straordinario, tra
l’America e l’Inghilterra, faceva 3
rotazioni al giorno con gli aerei
Skymaster C-54 che, con 30 ore di
volo e due scali, trasportavano ognuno 600 litri di sangue fresco che si
aggiungevano ai 360 litri donati
giornalmente dalle truppe e ritornavano negli USA con 30 feriti ciascuno. Cosi il sangue raccolto in USA il
lunedì era controllato, trattato, imballato e trasportato in Gran Bretagna e successivamente in Francia,
senza rompere la catena del freddo
per essere in prima linea al venerdì.
Dopo la messa a punto della Blood
for Britain, il Ministero della guerra
ordinò al Dott. Drew di non mescolare il sangue dei neri con quello dei
bianchi. Il Dott. Drew si dimise e
ricordò che solo il fattore Rhesus
differenzia il sangue degli umani.
Drew morì nel 1950. Ammesso d’urgenza, per un incidente d’auto, in un
ospedale riservato ai bianchi e, per
mancanza di sangue dei bianchi, non
ricevette le cure necessarie per la
gravità delle sue ferite. Oggi Drew è
una vera leggenda e molti centri di
ricerca e ospedali portano il suo nome.
Grazie alle Banked Blood a Okinawa,
che dista 8000 miglia dall’America, i
combattenti disponevano di 0.600
litri di sangue per ferito. Questo ha
contribuito a salvare moltissime vite.
A titolo di esempio, dal 6 giugno
1944 al 8 maggio 1945, il 21 gruppo
d’armata americano in Francia ha
avuto 144.649 feriti, il 12% furono
trasfusati una o più volte, con 60.590
trasfusioni di sangue, 66.781 di plasma e 103.952 di soluzioni saline. 75
% dei feriti trasfusi sono sopravvissuti.
Fatto curioso, tra il 6 e il 12 agosto,
le truppe americane in Francia, accerchiate al seguito dell’operazione
LUTTICH voluta da Hitler per separare la 1a e 3a armata USA a Mortain, sono state alimentate in plasma
disidratato, acqua sterilizzata, peni-
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cillina e morfina. Con l’ausilio dei
cannoni da 155 che sparavano da 15
km e le granate inerti usate per i
volantini di propaganda, potettero
cosi curare i feriti fino all’arrivo dei
rinforzi della 35 divisione US il 12
agosto.
Dall’aprile 1944 al maggio 1945, in
Inghilterra produssero 62.189 litri di
sangue americano, 8.685 litri di sangue inglese e 7.479 litri di sangue
europeo, proveniente da doni francesi, belgi e prigionieri di guerra tedeschi, ai quali si aggiunsero 78.381
litri di sangue proveniente dagli USA, per un totale di 156.734 litri.
Le banche del sangue dell’America,
dopo Pearl Harbor, in maniera pragmatica ed efficace, riuscirono a trattare ben 13 milioni di doni del sangue raccolto che, confrontato ai loro
488.550 feriti curati in Europa, statisticamente senza l’ausilio delle trasfusioni, almeno 60.000 a 110 .000
sarebbero sicuramente deceduti nelle prime ore seguenti il ferimento.
All’inizio del secolo scorso, la trasfusione era il gesto chirurgico complesso di un medico sapiente isolato. 40
anni dopo, decine di migliaia
d’infermieri, sotto la linea di fuoco
nelle umide spiagge di Normandia o
nelle trincee fangose, spesso al lume
di candela, praticavano semplicemente delle trasfusioni sanguigne
con un semplice ago alimentato da
un flacone di sangue, salvando centinaia di migliaia di vite.
A. S.
Visita del Gagliardetto del Gruppo di Ginevra sulla tomba di Bepi Cipriani
Il nostro solerte Consigliere
Marcello Sartor, in vacanza in
quel di Treviso, non perde occasione per illustrare il gruppo. La
domenica 1° aprile 2012, si è incontrato con uno dei fondatori
dell’A.N.A. di Ginevra, il sig. Leo
Susin, che, pieno di emozione,
gli fa subito vedere gli articoli
riguardanti Ginevra, ritagliati
dall’Alpino e conservati come
reliquie. Alla vista del nostro gagliardetto, le lacrime subentrano
alla commozione e accarezza la
bandiera come un ultimo sogno
realizzato. Leo Susin ha fatto
parte del comitato fino al 1967,
data di rientro in patria.
Ad accompagnare il « vecio »
Leo, c’era Tullio Genero, segretario di Domenico Contardo,
capogruppo dal 1970 al 1980,
altrettanto
entusiasta
dell’incontro e fiero della continuità e attività attuale del gruppo
di Ginevra.
Per l’occasione, si è imposta
une visitina al capogruppo Bepi
Cipriani che riposa nel Camposanto di Vidor assieme alla vedova Rita ; breve e mesta cerimonia di saluto con la preghiera dei morti e il Signore delle
cime, recitate dal buon Marcello, a nome del gruppo alpini di
Ginevra.
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Quinta parte della storia del Gruppo
Il 24 novembre, a San Gallo, si festeggiano i 25 anni della Sezione Svizzera.
L’8 dicembre, l’assemblea generale
elegge Giuseppe Zecca capogruppo.
Per il 1986, l’adunata è a Bergamo e si
dorme all’Hotel Liberty di Borgo Palazzo. Sempre 46 i partecipanti.
Il 29 giugno, grande festa a Palazzolo
per il primo lustro del gemellaggio e i
60 anni del loro gruppo, il 29. E anche
il 15° del gruppo di Glarus. Il pic nic si
svolse nella tenuta del Cav. Orfeo Leonelli a Confignon.
Nel 1983, adunata a Udine, risorta
dopo il tremendo sisma. Il 23 luglio
si inaugura il gagliardetto del gruppo
di Uster e si assiste il 3 ottobre al giuramento delle reclute presso la caserma di Aosta.
Il 1984 è sempre condotto da Domenico Contardo e si va a San Maurizio
il 22 settembre per la festa del patrono degli Alpini a St-Moritz. Si organizzano 2 feste da ballo il 27 ottobre e
il 24 novembre con l’orchestra LA
BOTTEGA DEL LISCIO romagnolo
che costa al gruppo 1.800.000 lire. Il
contributo è di 572.000 lire, pari a
800 franchi, causa l’inflazione. Il bollino è sempre a 25 franchi e l’adunata
è a Trieste.
Il 1985, con assemblea al circolo italiano del 3 febbraio, rielegge Contardo a capogruppo. Franco Vola entra
nel comitato con Dario Innocente,
rieletto. Giuseppe Zecca è nominato
segretario. Durante l’assemblea,
l’Alpino Giovanni Pin provoca il putiferio, chiedendo tassativamente e
senza diplomazia di proibire ai simpatizzanti il porto del cappello nelle
feste del gruppo.
Si accende un violento dibattito e
tutta l’assemblea difende gli aggregati che dicono che non hanno mai
fatto sfigurare il gruppo, anzi lo fanno vivere anche con il loro lavoro e
si sono sempre comportati degnamente, meglio di taluni Alpini. Il
capogruppo aggiunge che in Italia
accettano perfino delle fanfare miste. E sacrilegio per l’epoca. Anche
le donne portano il cappello. Non
c’è quindi da scandalizzarsi per cosi poco.
Il Pin, infuriato, lascia
l’as-semblea, minacciando denunce alla
sezione. Tutto si pacifica e finisce nel buon
umore.
L’adunata a La Spezia.
Si dorme all’Hotel Eden di Cinquinale con
46 partecipanti.
Il 1987, comincia con una grave decisione in base all’art. 36a in data del 28
gennaio. E sospeso l’Alpino Giovanni
Pin per diffamazione e insulti al comitato, sempre a causa della sua morbosa fissazione sui simpatizzanti. Il 7
febbraio, assemblea generale nuovamente perturbata dal Pin presente,
malgrado la sospensione. Ma il bravo
Zecca e il suo comitato tengono duro e
vanno avanti.
Casca nel 1987 il 25° del gruppo di
Zurigo. Il 12 dicembre, cena sociale
con gli AMICI DELLA NOTTE nella
sala di Vaudagne che costava allora
316 franchi di affitto.
A. S.
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Il Gruppo Alpini di Ginevra all’Adunata di Bolzano
I baldi Alpini ginevrini, partiti
all’alba del 12 maggio, hanno piantato il bivacco al Sport Hotel di Collalbo sul Renon, ridente località a 1200
Mt di altitudine, dopo 700 km di placido viaggio.
Allegri e impazienti, dopo il rapido
pranzo, sono calati a Bolzano, immergendosi nella speciale atmosfera
dell’Adunata.
Ovunque, finestre e balconi imbandierati ed il solito clima di festa solenne. Bolzano, pulitissima, accoglie
gli Alpini a braccia aperte.
Adunata storica questa a Bolzano,
oggi sede del Comando delle Truppe
Alpine e sede del servizio per una
grande maggioranza di Alpini di tutte le generazioni che ritrovano i ricordi di gioventù.
Nella serata di sabato, dopo la messa
solenne, ha avuto luogo l’emozionante incontro all’Auditorio con le autorità dell’Alto Adige, le più alte cariche militari, il Vescovo di Bressanone e Bolzano e il Presidente Nazionale Corrado Perona che, con una for-
tissima e commovente allocuzione
sul tema della solidarietà e fratellanza alpina, propulsa la sala in piedi in
una lunghissima ovazione. All’altezza
dell’accoglienza è stata l’esecuzione
musicale della filarmonica altoatesina che ha concluso l’incontro con
l’Inno Nazionale.
Successivamente, l’emozionante sfilata con la sua particolare atmosfera
che prende il cuore di ogni Alpino,
gli onori al Labaro, impreziosito da
una nuova medaglia d’oro conferita
recentemente alla memoria di un
ufficiale Alpino deceduto eroicamente in Afghanistan.
Sveglia all’alba anche la domenica e,
subito dopo la colazione, in pullman
fino a Ponte Resia dove il Gruppo
compatto e al passo di corsa si avviò
all’incontro per l’ammassamento. Ad
attenderli, oltre la marea di commilitoni, Mario Simoni Capogruppo ed i
gemelli palazzolesi che non mancano
mai l’occasione di venirci a salutare
prima della partenza. Con loro, ci
attendeva il Presidente della Sezione
Svizzera Fabio Brembilla che, con la
sua abituale gentilezza, si è volentieri
prestato alla sequenza fotografica di
rito e, per l’occasione, si è aggregato
anche il Presidente della Sezione di
Feltre Carlo Balestra nonché,
l’Ambasciatore italiano in Bulgaria e
Presidente della Carpatico-Danubiana Stefano Benazzo.
A salutare le migliaia di Alpini, in
tribuna d’onore, la presenza del Ministro della Difesa Giampaolo Di Paola, l’ex Ministro Ignazio La Russa e
il Senatore Franco Marini, attorniati
dal Presidente della Provincia Luis
Durnwalder, dal Sindaco di Bolzano
Luigi Spagnolli, dalla presidenza
dell’ANA e dalle innumerevoli personalità militari.
Dopo lo smistamento, il Gruppo si è
ritrovato per il tradizionale brindisi
del dopo sfilata. Il resto della giornaSegue a pag. 8
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ta, benedetta anche dalla meteo, è
stata trascorsa a discrezione di ognuno, applaudendo il passaggio degli
amici di altre sezioni, di paesani e
conoscenti, nella grande cornice della 85ma sfilata.
Lo scrivente e gli accompagnatori
hanno potuto avvicinare il Capo di
Stato Maggiore dell’Esercito, Gen.
Graziani, il Comandante delle Trup-
pe Alpine Primicjeri, il Capo di Stato
Maggiore della Difesa, Gen. Abrate, il
Sindaco di Bolzano, l’On. Carlo Giovanardi e moltissime altre personalità, nonché i vertici dell’ANA Nazionale, il Presidente Corrado Perona, il
vice Presidente Sebastiano Favero, il
Responsabile delle sezioni estere
Ferruccio Minelli, il Direttore
dell’Alpino Vittorio Brunello e il Di-
rettore del consiglio di redazione
Adriano Crugnola.
A tutti, abbiamo portato i saluti del
Gruppo di Ginevra che hanno contraccambiato ben volentieri.
Grazie Bolzano, sei stata all’altezza,
arrivederci a Piacenza.
A. S.
Sebastiano Favero Antonio Strappazzon
Il Capogruppo incontra Pierre Maudet, Sindaco di Ginevra
Lo scorso 8 Maggio, nel quadro di un visita tra alcuni presidenti ed il Sindaco di Ginevra, Pierre Maudet, nel suo
ufficio al Bourg De Four.
Nell’occasione, Antonio Strappazzon Capogruppo degli
Alpini di Ginevra, ha avuto modo di scambiare una piacevole conversazione la quale, Pierre Maudet, non ha mancato di trasmettere il proprio rammarico dell’assenza degli alpini al suo ricevimento al Palazzo Eynard, dovuta al
viaggio a Bolzano per l’Adunata Nazionale svoltasi il 14
maggio scorso. Inoltre, ha trasmesso, per il Gruppo i suoi
migliori saluti e auguri per le numerose attività e ha riconfermato la sua presenza al picnic del 24 Giugno in
concomitanza dei festeggiamenti dei 20 anni
dell’inaugurazione della sede degli Alpini alla rue Contamines, nel parco della prestigiosa Maison Dufour.
A. Strappazzon e
P. Maudet