cantina Roederer

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cantina Roederer
Q UESTO M ESE
L A C ANTINA
BOLLICINE
DA ZAR
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di Giuseppe Poli
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L A C ANTINA
BOLLICINE DA ZAR
< Quando Massimo Sagna, importatore
• Jean-Claude Rouzeaud, l’ultimo
erede della dinastia Roederer;
sotto la sede di Reims
dello Champagne Louis Roederer in Italia,
scoprì pochi anni fa all’asta a Londra quel
busto di bronzo, scuro e imponente, di
Alessandro II Romanov zar di Russia,
chiamò immediatamente la casa Roederer,
sapendo quanto la storia della maison e il
successo della sua cuvée Cristal fossero legati
al quel personaggio storico. Fu così che il
busto arrivò a Reims nella sede di boulevard
Lundy, a ricordare le 600mila bottiglie di
Cristal che a fine Ottocento partivano ogni
anno con destinazione San Pietroburgo,
alla corte degli Zar. La Louis Roederer è
una delle case produttrici di Champagne
più antiche e famose al mondo. Sarà per la
sua storia che affonda le radici fino al 1776,
sarà per quella bottiglia trasparente e dal
fondo piatto che ha vestito il Cristal con un
abito elegante e inconfondibile, sarà perché
di aziende familiari ed economicamente
indipendenti in Champagne ne sono rimaste
poche. Fatto sta che la Louis Roederer
oggi rappresenta la maison di Champagne
per eccellenza. E’ grande quanto basta
per produrre oltre due milioni e mezzo di
bottiglie – venti volte meno del gigantesco
LE MIGLIORI ETICHETTE DI LOUIS ROEDERER
Champagne Louis Roederer Brut Premier: ottenuto da un terzo di chardonnay
e due terzi di pinot, nero e meunier (massimo 15%), matura tre anni sui lieviti e si affina sei
mesi in bottiglia. Colore giallo paglierino con riflessi dorati, splendido perlage, aromi delicati
di mandorla dolce e pane tostato, al gusto esprime tutta la potenza del pinot nero insieme
alla carezzevole eleganza dello chardonnay. Fresco e ampio, ricco e vinoso, il Brut Premier è
eccellente aperitivo come ottimo compagno di antipasti a base di pesce o verdure, oppure
con le ostriche.
Champagne Louis Roederer Brut Millesimé 1999: due terzi di pinot nero e un
terzo di chardonnay, matura per quattro anni sur lies prima della sboccatura e dell’ulteriore
affinamento in bottiglia. Colore giallo oro antico, bollicine fini e persistenti, aromi fragranti
di frutti rossi sotto spirito e di pane tostato. In bocca è uno Champagne vinoso, morbido,
di bella struttura ma di grande eleganza, con un gusto deciso che alterna i frutti rossi alla
frutta secca, di ottima persistenza. Adatto a preparazioni di pesce saporite ed elaborate, a
fegato grasso, a carni bianche con i funghi.
Champagne Louis Roederer Cristal 1996: ottenuto da uve provenienti dai dieci
cru di chardonnay e pinot nero più importanti della maison, a leggera maggioranza di
pinot nero, matura sei anni e oltre sui lieviti. Colore giallo oro antico, bollicine minuscole e
infinite, aromi delicati di biancospino, di scorza d’arancia, di pane tostato. In bocca è fresco
e al tempo stesso di grande morbidezza, intenso di pompelmo, vaniglia, miele, mandorla
tostata, ampio e con una struttura di grande equilibrio, con un finale degno di un grande
Champagne. Indimenticabile in abbinamento ai crostacei, ottimo con ostriche, con caviale,
con fegato grasso, oppure da solo, in religioso silenzio ad ascoltarne il fruscio.
La Louis Roederer produce anche il Blanc de Blancs Millesimé, il Brut Millesimé Rosé e
pochissime bottiglie di Cristal Rosé.
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gruppo Moët & Chandon – ma piccola
quanto serve per mantenere fede a uno stile
rimasto immutato nel tempo e per curare
ogni dettaglio della produzione di quelle
bollicine che sanno rendere indimenticabili i
momenti di gioia come un piatto speciale.
Maison familiare per antonomasia, dunque.
Certamente non l’unica. Basta ricordare
Bollinger, Gosset o Drappier per trovare
nella regione francese altre importanti
realtà indipendenti e portavoce di uno
stile personale. Ma da Louis Roederer lo
Champagne è un’arte tramandata nei secoli
con pazienza e meticolosità e ancora oggi il
proprietario Jean-Claude Rouzeaud, diretto
discendente della famiglia Roederer, segue
con grande passione e impegno la produzione
delle bollicine che nascono nelle vigne e nel
sottosuolo di Reims e dintorni, così come la
vita delle altre aziende acquisite negli ultimi
anni. Esse sono lo Champagne Deutz, il
Porto Ramos Pinto, a Bordeaux lo Château
Haut Beausejour e lo Château de Pez e, per
ultimo, il Domaine Ott in Provenza.
Storia, tradizioni, passione, cura dei dettagli
Non sono parole usate per dare importanza
alla Louis Roederer, sono ciò che
effettivamente questa maison rappresenta nel
mondo dello Champagne. Racconta JeanClaude Rouzeaud: “Quando accompagnavo
i visitatori nelle nostre cantine, leggevo
sui loro volti lo stupore di fronte ai tini,
alla catena del tiraggio o a quella della
sboccatura. Scrutavano tutto con attenzione,
per scoprire il segreto che faceva la nostra
differenza rispetto agli altri Champagne. E
dicevo loro: non è qui la chiave del mistero.
Tutte le maison hanno a disposizione oggi
più o meno la stessa tecnologia. La nostra
diversità sta nella ricerca costante e artigianale
della perfezione”. Così tutto comincia dalla
vigna. Il termine maison nella Champagne
indica un’azienda che produce almeno un
milione di bottiglie e che è négociant, ha
cioè il diritto di acquistare uve o mosti per
la propria produzione. Acquistare uve al
posto di possedere vigneti non significa
necessariamente avere materia prima di
peggiore qualità, certo significa fare più
fatica per ottenere ogni anno ciò che si vuole
dai diversi fornitori. La Louis Roederer
possiede 200 ettari di vigneti, 75 nella zona
chiamata Côte des Blancs, colline dove
si coltiva soprattutto lo chardonnay, 65
sulla Montagne de Reims, in prevalenza
pinot nero, e 60 nella Vallèe de la Marne,
tra pinot nero e un po’ pinot meunier,
che dà vini meno longevi ed entra solo
nell’assemblaggio del Brut Premier.
Questi 200 ettari rappresentano circa i
due terzi della quantità di uve che servono
alla produzione annuale dell’azienda. Il
resto viene acquistato da una trentina di
vignaioli locali, sotto forma di grappoli
d’uva che anch’essi finiscono poi nei
tre centri di pressatura che si trovano
nelle diverse zone. Secondo Jean-Claude
Rouzeaud e l’enologo chef de cave JeanBaptiste Lecaillon, il 70% della qualità
si fa nel vigneto ed è anche per questo
motivo che ogni anno circa 600 persone
sono impegnate e assistite nella vendemmia
a partire dalla metà di settembre. E’ in
vendemmia, infatti, che si selezionano i
grappoli da trasportare alle presse di Aÿ,
Avize e Verzenay, dove diventano mosto.
Il secondo passo fondamentale nella
comprensione della filosofia Roederer è la
trasformazione del mosto in vino. Se una
volta c’erano circa 11mila botti, oggi la
tinaia è piena di piccole vasche d’acciaio,
che sono state acquistate su misura secondo
la quantità di mosto che ogni anno giunge
dalle diverse parcelle. I grappoli di Avize,
dunque, diventano vino bianco in un tino
diverso da quello usato per i grappoli di Aÿ,
così come lo chardonnay viaggia separato
dal pinot nero e l’uva acquistata resta divisa
da quella delle vigne di proprietà. Alla fine
della prima fermentazione – da Roederer
niente malolattica perché altrimenti i
vini “perdono carattere ed espressione”
– ci sono dunque circa 500 vini base
da assaggiare e riassaggiare per decidere
quali andranno a comporre la cuvée Brut
Premier, quali il millesimato e quali gli
eletti che creeranno il luccicante Cristal.
Solo una piccola parte di vini destinati
alla realizzazione dei millesimati e del
Cristal sono fermentati in botti di legno.
Nell’assemblaggio del Brut Premier, che
rappresenta quasi il 70% della produzione,
entrano in gioco anche i cosiddetti vins
de réserve, quei vini fermi provenienti
da annate più vecchie che, assemblati
in misura variabile dal 10 al 18% con il
vino dell’ultima annata, permettono al
Brut Premier di mantenere stile e qualità
costanti negli anni. Da Roederer i vins de
réserve godono di un trattamento tutto
particolare. Nella cantina interamente
dedicata a loro riposano in 150 grandi
botti di legno da circa 5mila litri ciascuna.
Sono botti di legno francese, tutte
riccamente decorate con incisioni, che
quando sono nuove vengono usate per fare
fermentare del vino che poi viene venduto.
Da Roederer, infatti, non c’è nessuna
ricerca del gusto di legno. Queste grandi
botti sono adatte per l’invecchiamento a
partire dal terzo anno e, ogni volta che c’è
da conservare un vino riserva, chef de cave
ed enologi stabiliscono quale sia la botte
più adatta a questo scopo.
A questo punto, deciso l’assemblaggio, i
vini finiscono in bottiglia con i lieviti di
seconda fermentazione che produrranno
le bollicine e, per autolisi, daranno al
vino, con l’invecchiamento, aromi e gusto
particolari. Un invecchiamento che da
Roederer è più lungo della media degli
altri Champagne, anche a causa dell’acido
malico presente nel vino base. Il Brut
Premier rimane dunque sur lies per tre
anni, quattro i millesimati e sei e oltre per
il Cristal. Il tutto nel silenzio e nella quiete
dei sei chilometri di gallerie scavate nel
sottosuolo di Reims, dove il gesso mantiene
umidità e temperatura costanti, condizione
indispensabile perché questi Champagne
possano diventare degni dell’etichetta
dorata e regale di Louis Roederer. >
UNA BOTTIGLIA SPECIALE
Lo Champagne Cristal di Louis Roederer fu creato con la speciale bottiglia trasparente
e dal fondo piatto nel 1876, su richiesta dello zar Alessandro II di Russia, che era così
appassionato degli Champagne Roederer da ordinarne ogni anno oltre 600mila bottiglie.
La rivoluzione russa dell’ottobre 1917 azzerò le vendite di Cristal in quel paese. Ma la
maison restò fedele alla filosofia che stava alla base del successo del Cristal e continuò
a produrlo, seppure in quantità molto inferiore. Oggi la produzione del Cristal, identico
nell’assemblaggio a quello che aveva appassionato lo Zar, è costantemente inferiore alle
richieste che giungono da tutto il mondo.
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