MICHAEL GROSS - L`Albatros

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MICHAEL GROSS - L`Albatros
Michael Gross: l’albatros
Ben pochi atleti – in particolare nel nuoto – hanno saputo entrare nell’immaginario
collettivo quanto Michael Gross, il leggendario albatros che fece strage di medaglie e di
cuori femminili nel corso degli anni ’80.
Questo atleta è passato alla storia dello sport accompagnato da un nomignolo che era
stato creato dalla stampa alla luce della sua incredibile – quasi alare appunto – apertura
di braccia, pari a 211 cm, una distanza tale da permettere a Gross di toccare con le
proprie mani i lati estremi della corsia a lui assegnata. Interrogato, un giorno, sul suo
gradire o meno tale soprannome, Gross rispose in modo secco e diretto: “Non mi
dispiace, anche perché ci sono in giro per il mondo soprannomi ben più stupidi di
questo”. In realtà, secondo alcuni detrattori, la sua definizione quale albatros delle
piscine nasce in realtà da un naso piuttosto, come dire, importante che caratterizza il
viso di Gross; l’albatros, infatti, appartiene ad una famiglia di uccelli dal becco
prominente e questo spiegherebbe il perché della sua associazione al grande campione
tedesco.
In realtà, poco importa quale sia l’origine del nomignolo, la cui paternità spetta peraltro
ad un commentatore della TV tedesca, Jörg Wontorra, il quale accompagnò la rincorsa
di Gross all’oro olimpico di Los Angeles con la celeberrima frase “vola, albatros,
vola!”. In questa sede a noi interessa piuttosto rammentare le imprese di questo
straordinario – anche nelle qualità fisiche, detto dell’apertura alare ricordiamo pure una
statura pari a 201 cm – che hanno contribuito alla sua leggenda. Il carattere strepitoso di
alcuni risultati conseguiti dall’albatros è confermato dal fatto che ben tre crono da lui
ottenuti permangono quali primati nazionali di Germania (200 delfino in 1.56.24, 200
stile in vasca lunga 1.47.44 e in corta 1.44.14) a oltre un ventennio di distanza.
Immagine 1: Michael Gross festeggia una delle sue tante vittorie
Originario di Francoforte, allora Germania Ovest, dove era nato nel giugno del 1964,
Gross prende parte ai primi campionati nazionali assoluti nel 1980, alla tenera età di 16
anni. Il ragazzino lascia subito il segno e conquista la seconda piazza nella finale dei
100 delfino, staccando in tal modo il biglietto per la partecipazione ai Giochi Olimpici
di Mosca. In realtà, al pari degli altri atleti tedesco-occidentali, Gross se ne rimane a
casa in ragione del boicottaggio dei Giochi deciso dal Comitato Olimpico Nazionale; in
questo, la Germania Ovest segue l’azione già intrapresa dagli Stati Uniti – di cui era
alleato prezioso nello scacchiere politico internazionale – in risposta all’invasione
dell’Afghanistan decisa dalle autorità sovietiche. A Mosca l’oro olimpico dei 100
delfino va allo svedese Pär Arvidsson in un modesto 54.92, mentre l’allora giovane
promessa del nuoto mondiale, quasi negli stessi giorni, fissa a Toronto un 54.69 che gli
lascia un grande rammarico per l’occasione mancata. Ciò nonostante, Gross è ancora
giovanissimo e il tempo renderà il maltolto, in modo copioso e abbondante.
Un anno più tardi Gross conquista i primi titoli nazionali assoluti, portando a casa le
gare dei 200 stile libero e dei 100 delfino. Il 1981 propone pure la prima partecipazione
del talento teutonico ad una rassegna europea assoluta, che si tiene per l’occasione a
Spalato. Gross, talento ancora in erba, conquista la medaglia d’oro dei 200 delfino in
1.59.19, record continentale, e insieme ai propri compagni della Germania Ovest porta a
casa pure la medaglia d’argento nella staffetta 4x200 stile libero alle spalle della sola
Unione Sovietica e il bronzo in quella veloce.
L’anno seguente il 18enne di Francoforte entra, in modo perentorio, nell’elite mondiale
di questo sport grazie alle proprie performance conseguite in occasione dei mondiali di
Guayaquil, nel lontano Ecuador. Tra le gare disputate laggiù, rammentiamo in
particolare la finale dei 200 stile libero, che oppose sino all’ultima bracciata Gross
all’altro grande talento dell’epoca, l’americano Rowdy Gaines. Quest’ultimo, più rapido
nei primi 100 metri, fu superato nel finale da un Gross che chiuse in 1.49.84, con un
margine di soli 8 centesimi sul rivale yankee. A seguire, Gross dominò pure i 200
delfino in 1.58.85, respingendo al mittente le ambizioni del sovietico Fesenko –
campione olimpico in carica della distanza – mentre sulla mezza distanza fu sovrastato
dal solo carneade americano Matthew Grebble (53.88 contro 54.26). La spedizione in
terra sudamericana si arricchì anche di altre due medaglie di bronzo, conquistate nelle
staffette 4x200 stile libero e mista, dove Gross fu naturalmente impiegato nella frazione
a delfino.
Immagine 2: in questa foto possiamo scorgere un bel primo piano della celeberrima
apertura alare di Michael Gross
Il giovane Gross, che per tutta la sua carriera ebbe come coach tal Hartmut Oeleker, si
impose all’attenzione dei tecnici e degli addetti ai lavori non solo per i propri risultati,
ma anche per l’adozione di metodi di allenamento piuttosto inconsueti per l’epoca.
Infatti, l’allenamento giornaliero in piscina non si protraeva per più di 90 minuti ed era
affiancato da importanti sedute di potenziamento in palestra con i pesi. La sua
preparazione a secco, poi, si fondava anche su un’ottima base di atletica leggera e
ciclismo, un mix che – unito alle straordinarie doti fornite da madre natura - rese Gross
atleta di straordinaria potenza e forza esplosiva.
I campionati nazionali di Hannover – anno 1983 – consegnano a Gross il primo record
mondiale di una carriera lunga e luminosa: al termine della finale dei 200 stile libero, il
cronometro segna 1.48.28, un progresso di sette decimi rispetto al precedente crono del
già citato Rowdy Gaines conseguito l’anno prima in California. I 200 delfino gli
consegnano, per contro, un doppio primato continentale, grazie all’1.58.37 nuotato in
batteria e al seguente 1.58.22 in finale.
I seguenti Europei di Roma consacrano Gross e la sua stella, non solo natatoria, grazie
ad una serie di risultati impressionanti. Il tedesco domina la finale dei 200 stile libero in
un roboante 1.47.87, record mondiale, lasciando ad oltre due secondi il cugino targato
DDR Jörg Woithe (1.50.18). A questa performance, segue il record europeo dei 100
delfino (54.00) ma soprattutto un fantastico 1.57.05 nella finale dei 200 farfalla, altro
record mondiale, con un margine sul secondo classificato che oggi potremmo definire
“alla Phelps”. Il sovietico Fesenko, infatti, chiude a 1.59.74, impotente dinanzi alla
dimostrazione di forza del talento teutonico. In staffetta, poi, l’allora Germania Ovest –
con un quartetto che oltre a Gross includeva Thomas Fahrner, Andreas Schmidt e
Alexander Schwotka - sigla il mondiale della 4x200 stile libero in 7.20.40 mentre
un’eccellente frazione a delfino del solito albatros le permette di risalire sino alla
seconda piazza, dietro alla sola URSS, nella mista.
Tutti questi allori e primati fruttano a Gross la nomina a nuotatore dell’anno da parte di
Swimming World, cui segue anche il titolo di atleta dell’anno in patria, un
riconoscimento che Gross ottiene per ben quattro volte in carriera – 1982, 1983, 1984 e
1988 -, un primato assoluto che l’albatros condivide con il solo fuoriclasse del tennis
Boris Becker.
Dopo l’esclusione forzata dai Giochi di Mosca, Gross si presenta a Los Angeles 1984
con grandi ambizioni e con l’intenzione di essere il personaggio numero uno delle
piscine a cinque cerchi. In giugno, in occasione dei trias disputati a Monaco, l’albatros
aveva migliorato ancora una volta il record mondiale dei 200 stile (1.47.55), un crono
che puntualmente cade in occasione della finale olimpica, in cui Gross nuota 1.47.44 e
ridimensiona l’americano Michael Heath, secondo in 1.49.10. La finale dei 100 delfino,
in programma il giorno seguente, era particolarmente attesa, poiché opponeva Gross
all’emergente Pablo Morales, americano di origine ispaniche che ai trias di Indianapolis
si era preso il primato del mondo in 53.38. La gara fu una delle più belle dell’intero
programma olimpico, con Gross primo al tocco in 53.08 e lo stesso Morales capace di
scendere sotto il proprio vecchio limite per conquistare la medaglia d’argento in 53.23.
A questo punto, dopo aver raccolto la medaglia d’argento nella staffetta 4x200, Gross è
atteso dalla propria gara clou, i 200 delfino, in cui non conosce sconfitta da quattro
stagioni. E qui si materializza l’imprevisto: l’australiano Jon Sieben, atleta poco
conosciuto sulla ribalta internazionale, sfugge via a Gross e tocca in 1.57.04, record
mondiale che migliora per un solo centesimo il limite detenuto dall’albatros, che in
1.57.40 raccoglie la medaglia d’argento e fatica molto a tenere a bada un’altra grande
sorpresa, il venezuelano Rafael Vidal Castro, terzo in un incredibile 1.57.51.
Quest’ultimo era ben avanti rispetto a Gross nel finale di gara, ma l’albatros fece valere
– non poteva essere diversamente – la superiore lunghezza dei propri arti per agguantare
quantomeno la seconda piazza.
Gross non la prese male e, dimostrando grande sportività, diede in più occasioni merito
pubblicamente e sulla stampa a Sieben per la sua inaspettata impresa.
La seconda parte della gloriosa carriera di Gross inizia nel 1985, anno in cui a Sofia –
sede degli Europei – ottiene un record assoluto in virtù delle sei medaglie d’oro raccolte
su altrettante gare disputate. L’impresa era stata preceduta da due record mondiali
ottenuti nel corso delle selezione europee disputate a Remscheid: in quella sede,
l’albatros si riprende il mondiale dei 200 delfino (1.57.01) e fissa in 3.47.80 il nuovo
global standard dei 400 stile libero, distanza che il colossale teutonico disputò peraltro
assai di rado nella propria lunga carriera. In tal modo, antesignano anche in questo
dell’odierno Phelps, l’albatros iscrive il proprio nome nell’albo dei record su quattro
distanze differenti contemporaneamente…
In Bulgaria Gross, come si è accennato, raccoglie una messe di titoli e primati: rinuncia
ai 400 stile libero nonostante il fresco primato, ma si impone comunque senza patemi
nei 200 stile e 100 delfino (1.47.95 e 54.02), nelle tre staffette e nei 200 farfalla infrange
per primo nella storia del nuoto il muro dell’1.57 chiudendo in 1.56.65. Gross
rappresenta il plus di un movimento natatorio tedesco che gode in quel periodo di
grande salute e ne è il simbolo incontrastato e la figura più rappresentativa.
I mondiali di Madrid dell’anno seguente lanciano la stella dell’americano Matt Biondi,
mattatore della velocità, ma nonostante questo Gross rimane l’atleta europeo più
rappresentativo e prosegue nella propria serie di grandi risultati. I 200 stile libero lo
ripropongono sul primo gradino del podio (1.47.92) ai danni del tedesco orientale
Lodziewski e dello stesso Biondi, mentre sui 200 delfino raccoglie il secondo titolo
iridato di seguito in 1.56.63, mancando di quattro decimi il record mondiale (1.56.24)
siglato un paio di mesi prima a Hannover. Qualche rammarico rimane per le staffette: il
quartetto della DDR brucia la 4x200 stile dei cugini dell’Ovest per soli cinque piccoli
centesimi, mentre nella mista il delfino di Gross non basta ad arginare lo strapotere
americano negli altri stili.
Le tappe seguenti della carriera dell’albatros attengono alla sua partecipazione agli
Europei di Strasburgo del 1987 e ai Giochi Olimpici di Seoul l’anno seguente. In quel di
Strasburgo, Gross trascina il quartetto tedesco occidentale ad uno strepitoso primato
mondiale nella staffetta 4x200 stile libero: 7.13.10 il crono siglato con il contributo
anche di Thomas Fahrner, Reiner Henkel e Peter Sitt, un balzo in avanti di tutto rispetto
se paragonato al precedente 7.15.69 ottenuto dagli Stati Uniti ai Giochi di Los Angeles.
La Germania Est, seconda in questa gara con un valido 7.14.27, si vendica nella staffetta
veloce in cui i cugini occidentali chiudono al secondo posto.
A Strasburgo Gross ottiene pure il quarto alloro continentale di seguito sui 200 delfino,
al termine di una dura battaglia con il danese Benny Nielsen che gli giunge alle spalle di
soli 15 centesimi (1.57.59 contro 1.57.74). Quanto ai 200 stile libero, l’albatros esce
sconfitto dalla sfida con i due talenti emergenti su scala internazionale su questa
distanza. I loro nomi sono presto detti, Anders Holmertz e Giorgio Lamberti. Lo
svedese e il futuro primatista del mondo bresciano non lasciano scampo ad un Gross un
po’ sottotono, che chiude in 1.49.02, assai lontano dai propri migliori crono. In materia
di prove individuali, Gross subisce la seconda sconfitta nei 100 delfino, gara in cui il
britannico Andrew Jameson lo sopravanza (53.62 contro 53.76).
La carriera di Gross sembra aver imboccato un po’ una fase calante e al colossale
tedesco non rimane che rifugiarsi nei prediletti 200 delfino per andare alla ricerca di
ulteriore gloria in occasione dei Giochi coreani. A Seoul, infatti, l’Olimpiade si apre
sottotono con un magro quinto posto nella finale dei 200 stile libero (1.48.59) dominata
a suon di record del mondo dal quasi carneade australiano Duncan Armstrong (1.47.25).
In un sol colpo, Gross perde il titolo olimpico e il primato mondiale della distanza. I 100
delfino gli riversano una ulteriore amarezza: mentre Anthony Nesty, atleta di colore del
Suriname brucia per un solo centesimo il re dell’Olimpiade, Matt Biondi, Gross chiude
in quinta posizione alle spalle anche di quel Jon Sieben che l’aveva beffato quattro anni
prima a Los Angeles nella doppia distanza. La staffetta veloce vede chiudere il quartetto
tedesco occidentale al quinto posto, mentre nella 4x200 Gross, insieme ai fidati Fahrner
e Henkel e alla new entry Hochstein, chiude al terzo posto alle spalle degli USA e dei
rivali della DDR. A Gross rimane da “sparare” una sola, ultima cartuccia: i prediletti
200 delfino, che lo avevano respinto quattro anni prima da favorito assoluto, lo
incoronano campione olimpico in virtù di un 1.56.94, record olimpico, cui non possono
rispondere né il danese Nielsen né gli altri finalisti. Questo successo frutta a Gross la
nomination ad atleta dell’anno in Germania Ovest e il definitivo ingresso nell’elite del
nuoto di tutti i tempi.
Quella di Michael Gross rimane una carriera che ha pochi eguali nella storia del nuoto
europeo e mondiale: in meno di un decennio, l’albatros di Francoforte ha saputo
raccogliere 5 titoli mondiali, 13 europei, a cui si aggiungono 12 primati mondiali e ben
24 (!!!) continentali. Il tedesco, accanto alla propria carriera sportiva, ha saputo
coltivare anche gli studi giungendo – nel 1994 – a completare un dottorato in
germanistica e scienze della comunicazione presso l’Università di Francoforte con una
tesi dedicata all’analisi della pubblicistica realizzata nel periodo della Repubblica di
Weimar.
Immagine 3: una foto recente di Gross, affermato agente pubblicitario
Dopo la riunificazione della sua patria, Michael Gross ha potuto vestire i panni della
Germania unita in occasione dell’ultima rassegna internazionale cui prese parte, i
mondiali di Perth agli inizi del 1991. L’albatros non poteva godere di un migliore
commiato: la staffetta teutonica 4x200, composta anche da Steffen Zesner, Steffen
Pfeiffer e Peter Sitt, con Gross schierato in ultima frazione, conquista una splendida
medaglia d’oro a suon di record europeo dinanzi al quartetto americano e agli azzurri
guidati da Lamberti. Quanto al delfino, Gross resta di stucco nella finale dei 100 dove il
coloured Nesty lo brucia per soli due centesimi – 53.29 contro 53.31 – dimostrando una
fortuna anche un po’ sfacciata dopo la già risicata affermazione a Seoul ai danni di
Biondi. Infine, sulla doppia distanza l’albatros riesce ancora a esprimersi su un
eccellente 1.56.78 ma nulla può contro l’astro nascente della specialità, l’americano
Melvin Stewart, che in 1.55.69 lo priva del record del mondo.
Aneddoto simpatico, la staffetta mista tedesca si presentò al via della finale con una
serie di costumi – posti sopra quello di gara – raffiguranti alcuni tipici animali
australiani, quali il canguro e il koala; poiché – date le sue dimensioni – non era stato
possibile trovare un costume della taglia a lui necessaria, Gross impiegò parecchio
tempo prima di riuscire a liberarsi della maschera e la partenza della finale fu
leggermente ritardata…
Ad oggi, l’albatros – sposato e padre di due bimbi – è a capo di una agenzia di
pubbliche relazioni e per un breve periodo era stata ventilata l’ipotesi che a lui spettasse
il ruolo di capo promotore della candidatura di Lipsia per i Giochi del 2012, poi
tramontata in fretta. Lo stesso Gross era già stato impegnato, in qualità di consulente,
nella candidatura di Berlino per i Giochi Olimpici del 2000; in quella occasione, alcuni
giornali pubblicarono delle indiscrezioni sul suo compenso – 300 mila marchi
dell’epoca – che suscitarono aspre critiche da parte dell’opinione pubblica nei suoi
confronti.
In una delle tante uscite pubbliche, Gross ha rilasciato questa dichiarazione: “La cosa
peggiore che ti può capitare nella vita è di non aver desideri o obiettivi, perché a quel
punto la vita perde il suo senso, non hai niente a cui mirare e da raggiungere”. Può
sembrare una banalità, ma al tempo stesso suona anche come una grande verità.
Federico Ferraro
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