CAUSE POLITICHE: L`ASSOLUTISMO di Luigi XIV
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CAUSE POLITICHE: L`ASSOLUTISMO di Luigi XIV
CAUSE POLITICHE: L'ASSOLUTISMO di Luigi XIV: "Lo Stato sono io"; Luigi XV (17151774), pronipote di Luigi XIV, si era goduto la vita conducendo il paese sull'orlo del precipizio (APRES MOI LE DELUGE, "dopo di me il diluvio"). Infine LUIGI XVI (1774-1793), nipote di Luigi XV, fu privo di intuito politico e volontà, dominato dalla giovane moglie Maria Antonietta (figlia di Maria Teresa d'Austria) che per la sua ambizione e prodigalità (dicono che abbia esclamato: "non hanno pane: date loro le brioches") era invisa al popolo! CAUSE SOCIALI: divisione in 3 classi, di cui nobiltà e clero erano quelle privilegiate, mentre la borghesia o Terzo Stato era quello più "tartassato". La nobiltà (150.000 persone su 26 milioni di abitanti della Francia!) possedeva la quinta parte del suolo francese; conservava ancora molti privilegi (ad es. esenzione dalle imposte più gravose e il diritto di occupare i più alti uffici). Il clero: 150.000) con privilegi e più ricchezza dei nobili. Il Terzo Stato: borghesia cioè industriali, commercianti, intellettuali, artigiani, operai, contadini. Avevano su di loro il peso delle imposte ed erano esclusi dal governo dello Stato. CAUSE ECONOMICHE: miseria del popolo e rovina finanziaria dello Stato; miseria nelle città (a Parigi 100.000 mendicanti), carestie, latifondi incolti; prodigalità degli ultimi re. L’INIZIO LUIGI XVI, appena sul trono, tentò di rimediare alla rovina dello Stato. Chiamò TURGOT (1774-76) (sosteneva il libero commercio, abolizione delle corvèes, decentramento, obbligo agli ordini privilegiati di pagare alcune tasse). Ma l'opposizione fu tale che il re congedò Turgot. Chiamò allora NECKER che propose la restaurazione delle finanze (riduzione della spesa pubblica) e pubblicò per la prima volta il bilancio dello Stato da cui appariva quanto costassero all'erario la Corte e la nobiltà: naturalmente anche in questo caso fu chiesto al re di licenziare il Necker. Subentrarono quindi altri due ministri (Calonne e De Brienne, i quali però non fanno altro che aumentare il debito) e poi di nuovo il Necker (1788) che indusse il re a convocare gli Stati Generali (che dal 1614 non erano più stati convocati: ai tempi di Luigi XIII, Maria de Medici che non seppe governare, il ministro e suo favorito Concino Concini). Gli Stati Generali si incontrarono a Versailles il 5-5-1789. Erano 1165 rappresentanti: 285 per la nobiltà, 280 del clero, 600 per il Terzo Stato. Vi fu subito contrasto sul voto: la nobiltà e il clero volevano si votasse per Stato; il Terzo Stato voleva per testa. Vi fu un mese di dispute sterili, finché i rappresentanti del Terzo Stato dichiararono che, rappresentando il 96 % del popolo, si costituivano in Assemblea nazionale (17 Giugno); e poiché il re diede ordine di chiudere la sala delle adunanze, si riunirono nella sala della pallacorda (20 giugno 1789), impegnandosi con un giuramento a non separarsi finché non avessero dato una nuova Costituzione. Il 23 giugno il re, in una seduta, impose la separazione degli stati: nobiltà e clero obbedirono, il Terzo Stato non si mosse. Il re, di fronte a un atteggiamento così risoluto, non ebbe il coraggio di imporsi e invitò nobiltà e clero ad unirsi al Terzo Stato. L'assemblea così unita prese il nome di ASSEMBLEA NAZIONALE COSTITUENTE (9 luglio) per dare alla Francia una nuova Costituzione. LA RIVOLUZIONE (1790-91) Il re licenziò il Necker, ammassò le truppe tra Parigi e Versailles, il popolo era in fermento. Alla notizia che il re preparava un colpo di Stato il popolo insorse: assalì gli arsenali e il 14 Luglio 1789 assalì la Bastiglia, una vecchia prigione, considerata il simbolo dell'assolutismo monarchico. Il popolo creò la COMMUNE ( nuovo governo municipale) con a capo il sindaco BAILLY, e una guardia nazionale con a capo LAFAYETTE, e adottò come simbolo la coccarda tricolore in cui al bianco dei Borboni vennero aggiunti il rosso e il blu del Municipio di Parigi. RIVOLTA NELLE CAMPAGNE: saccheggio di castelli e conventi, l'Assemblea allora votò l'abolizione dei diritti feudali (la notte del 4 agosto fu indicata come la fine dell'ancien regime) e la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino (il 26 agosto). Ai primi di ottobre, alla notizia di un ennesimo colpo di stato (durante un banchetto la regina avrebbe calpestato il tricolore), il popolo assalì Versailles (5 ottobre) penetrando fino negli appartamenti della regina. Il re tornò a Parigi. L'Assemblea votò l'incameramento dei beni del clero che furono dichiarati beni nazionali (2-11-89). Ma poiché questi beni non si potevano vendere subito senza deprezzamento, si decise di emettere dei biglietti di banca, detti assegnati, garantiti sui beni confiscati, che diventarono vera e propria carta moneta innescando una spaventosa inflazione. Fu poi votata la Costituzione civile del clero (12 luglio 1790): Lo Stato pagava i preti come fossero funzionari pubblici, ed essi dovevano allora giurare fedeltà allo Stato. Fu ridotto il numero delle diocesi - vescovo e parroco erano cariche elettive. La maggioranza del clero però rifiutò (preti refrattari), anche se vi fu una minoranza che accettò (giurati). A PARIGI c'erano i CLUBS, circoli che influivano sull'assemblea e sul popolo. Vi erano: FOGLIANTI: i quali si riunivano in un convento cistercense che dipendeva dall'abbazia di FEUILLANT, ed erano moderati (La Fayette, Mirabeau). GIACOBINI: la loro sede era nel ex convento di S. Giacomo); dapprima furono monarchico-costutuzionali poi, dopo la fuga del re, repubblicani e rivoluzionari (Robespierre). I GIACOBINI: erano a loro volta suddivisi in intransigenti (ROBESPIERRE) e in moderati o GIRONDINI (BRISSOT). CORDIGLIERI (dal cordiglio che i frati francescani portano): erano rivoluzionari avanzati (tra cui Marat e Danton). LA FUGA DEL RE (1791) Il re tentò di fuggire in Belgio la notte del 20-21 giugno 1791 (Costituzione civile del clero; fuga dei nobili; morte di Mirabeau). A VARENNES però fu riconosciuto da un tale DROUET, figlio del mastro di posta, e ricondotto a Parigi . Si decise allora di sospendere il re dalle sue funzioni per tre mesi (dissero che il re era stato rapito). Giacobini e Cordiglieri cercarono di promuovere una petizione popolare nel Campo di Marte a favore della repubblica; intervenuta la Guardia nazionale col La Fayette, la folla fu dispersa e ci furono 50 morti. Frattanto l’Assemblea aveva redatto una nuova Costituzione, monarchico-costituzionale (1791): 1) potere esecutivo al re, "re dei francesi, delegato dalla nazione"; egli nomina e revoca i ministri, ha diritto di veto contro una legge. 2) potere legislativo: all’assemblea legislativa, in carica due anni. 3) potere giudiziario: giudice di pace nei comuni; tribunale civile e penale nei distretti. La Corte di Cassazione ha sede a Parigi, C'è una giuria composta da cittadini estratti a sorte nelle cause di diritto penale. 4) i cittadini elettori sono divisi in attivi (pagano di più chi ha beni per almeno 3 giornate di lavoro) e passivi (pagano di meno); solo i primi hanno diritto di partecipare alle elezioni. LA DISTINZIONE VIOLAVA PERO' IL PRINCIPIO DI EGUAGLIANZA della Dichiarazione dei diritti, il che rivela il carattere "borghese" della Costituzione del 1791. LA RIVOLUZIONE (1791-92) L' Assemblea legislativa inaugurata il 1° ottobre 1791, era composta dai seguenti partiti: DESTRA: FOGLIANTI, moderati e favorevoli alla monarchia (La Fayette, Boilly ecc.). CENTRO : indipendenti, con opinioni incerte, detti perciò LA PALUDE. SINISTRA: GIRONDINI, repubblicani moderati; GIACOBINI (o Montagnardi) (sedevano sui banchi più alti dell'estrema sinistra); rappresentavano il comune di Parigi e le grandi città (erano repubblicani accesi). L’Assemblea legislativa emanò tre decreti: 1) contro il conte di Provenza, fratello del re (a cui fu minacciata la decadenza dei diritti alla corona, se non fosse rientrato, vista la sua fuga, come tanti altri nobili, all’estero). 2) contro gli emigrati (che erano nobili, preti ecc..), a cui fu minacciata la confisca dei beni. 3) contro i preti refrattari, a cui fu vietato il diritto di culto e lo stipendio statale. Il re, però, valendosi dei suoi poteri, accolse solo il primo e mise il veto contro gli altri due. LA GUERRA. Nel febbraio 1792 l'imperatore Francesco II d'Austria, nipote di Maria Antonietta, inviò una nota diplomatica in cui minacciava l'intervento armato se non si fosse restituito al re tutto il suo prestigio. L'Assemblea, dominata dai Girondini, costrinse il re a sostituire il ministero fogliante con un ministero appunto girondino (c’era la paura che la guerra avrebbe consolidato gli ideali rivoluzionari e costretto il re ad un atteggiamento lealista verso la Costituzione) e proclamava guerra all'Austria (20-4-1792). Vi erano l’Austria, la Prussia e il Piemonte contro Francia. All'inizio fu disastrosa per la Francia: l'esercito indisciplinato, si ribellò ai capi, provocando sconfitte (città di VERDUN, LONGWY), alla fine però vinsero contro Prussia e Austria. L'ASSEMBLEA VOTO' DEI DECRETI: 1) la deportazione dei preti refrattari; 2) la formazione di un corpo di volontari da opporre al nemico. Il re mise il veto a questi decreti e congedò il ministero girondino. Ma il 20 giugno 1792 la folla di Parigi invase il Palazzo delle TUILERIES e sfilò davanti al re chiedendo il richiamo dei ministri e la sanzione dei decreti. Il 10 agosto 1792 la folla assalì di nuovo il Palazzo e fece prigioniero il re, esasperata dal manifesto del duca di Brunswick, generale prussiano, che, iniziando l'invasione della Francia, considerava come ribelle al re ogni abitante che si fosse opposto con le armi all'esercito invasore. LA RIVOLUZIONE (1792-93) Dopo aver imprigionato il re, essendo rimasto vacante il potere esecutivo, fu nominato un COMITATO ESECUTIVO PROVVISORIO, presieduto da Danton. Vi furono le stragi di settembre ordinate da Marat. Gli eserciti francesi vinsero intanto a VALMY (20 settembre) contro la Prussia, e il 6 novembre 1792 a JEMAPPES (Belgio) contro Austria. Si decise di fare una nuova assemblea costituente, chiamata la CONVENZIONE (1792-95). Il 21 settembre 1792 la Convenzione proclamò la repubblica, una e indivisibile, e si decise di scrivere nei documenti la data dell'anno 1° della repubblica! La Convenzione era composta da: DESTRA: i Girondini più moderati CENTRO: gli Indipendenti, senza programma preciso, per cui PALUDE O PIANURA SINISTRA: Giacobini o Montagnardi (Danton , Marat,Saint-Just, Robespierre) PROCESSO AL RE : fu condannato a morte e ghigliottinato il 21gennaio 1793. In reazione alla morte del re, si fermò la 1° COALIZIONE contro la Francia (Austria, Prussia, Olanda, Inghilterra, Spagna, Piemonte, Stato pontificio, Regno di Napoli): la Convenzione allora trasformò la guerra da difensiva a offensiva, occupando Paesi Bassi, Savoia, Nizza, Renania; in più capitò l'episodio della VANDEA (Loira inferiore) (nel marzo 1793): fu una rivolta contadina cattolica ma anche dei nobili contro la rivoluzione. I contadini avevano risentito solo i danni della rivoluzione: abolizione del pascolo comune, aggravamento delle imposte, coscrizione obbligatoria. In tal modo i contadini, per il loro rimpianto dal regime feudale, erano i naturali alleati della nobiltà e del clero. Quando la Convezione promulgò il decreto sulla leva di 300.000 uomini, la Vandea si sollevò in massa fra il 10 e 15 marzo 1793. La Convenzione ordinò lo sterminio della Vandea, affidando l'impresa a tre eserciti. I Vandeani furono sbaragliati a Cholet; riavutosi, fecero strage di repubblicani a Entrammes ma furono sterminati a Le Mans (13 dicembre 1793).Un'ultima insurrezione si ebbe ancora nel 1815, ma venne repressa dal generale napoleonico Lamarque. LA RIVOLUZIONE 1793-1795 La Convenzione istituì un COMITATO DI SALUTE PUBBLICA, presieduto da Danton, dotato di pieni poteri, allo scopo di rendere più agili le deliberazioni della troppa numerosa Convenzione (6 aprile 1793). Istituì anche un TRIBUNALE RIVOLUZIONARIO, contro i cittadini sospetti. I Girondini moderati cercarono di opporsi ma i Giacobini imprigionarono 29 deputati Girondini. La Convenzione, sotto il dominio dei Giacobini, elaborò la COSTITUZIONE DELL'ANNO 1° (1793) in cui era sancito il suffragio universale, e poiché Danton si mostrava troppo conciliante verso i Girondini, gli fu sostituito un SECONDO COMITATO DI SALUTE PUBBLICA, presieduto da Robespierre, che inaugurò il TERRORE. IL TERRORE (1793-94). Robespierre fece votare la legge dei sospetti (settembre '93) e la legge del 22 pratile (10 Giugno 1794) contro i cittadini in voce di tradire, e fu uno spietato dittatore. Furono ghigliottinate migliaia di persone tra cui Danton, Desmoulins, Hébert ecc. Venne ripresa la Vandea, furono riprese Lione, Bordeaux, Nantes, Tolone (si segnalò BONAPARTE, capitano d'artiglieria); le truppe francesi penetrarono in Belgio e Olanda. IL TERMIDORO (1794-95). Il 9 termidoro (27.7.1794), i partiti si unirono contro Robespierre ("abbasso il tiranno!"). Cercò rifugio nel Palazzo di città; braccato, si tirò un colpo alla mascella senza riuscire ad uccidersi; il giorno dopo fu ghigliottinato. La reazione rianimò i REALISTI, che fecero a Parigi e nelle Provincie il TERRORE BIANCO (così chiamato dal colore della bandiera dei Borbone) contro i Giacobini. Tentarono di assalire il Palazzo della Convenzione (5.10.1795 ) ma furono respinti dalle truppe di Napoleone. La Convenzione promulgò una nuova Costituzione dell'anno 3° (1795) ovvero Costituzione termidoriana: Il potere esecutivo: al Direttorio, composto da cinque membri; potere legislativo: al Consiglio dei 500 più un Consiglio degli anziani; elettori solo chi paga una certa misura di imposte. Compiuta la sua opera (tra l’altro introdusse il SISTEMA METRICO DECIMALE e RIFORMO' IL CALENDARIO; rese obbligatoria e gratuita l'istruzione primaria), si sciolse il 26 ottobre 1795. In questa Costituzione : si ripristinò il primato della libertà sull'eguaglianza, abbandonò l'idea di una legge naturale superiore a quella degli uomini; suffragio censitario al posto di quello universale: 2 camere; per prevenire la dittatura, ogni anno le Camere dovevano essere rinnovate per un terzo, il Direttorio per un quinto (1795-99). Ma... vi sarà il colpo di Stato di Napoleone il 9 novembre 1799 (18 brumaio dell’anno 8°).