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Soluzioni Testo conforme alla legge 30.10.2008 n. 133, art. 5 in materia di edizione mista e/o online. Copyright (2012) by Airone e-mail: [email protected] www.aironeeditore.it Copertina: Sergio Olimbo Impaginazione e progetto grafico: Sergio Olimbo Stampa: Grafiche Sograte, Città di Castello (PG) Prima edizione: 2012 Ristampe: 2012 I 2013 II 2014 III 2015 IV 2016 V Indice I Unità 1 2 3 4 – – – – L’articolo La prima declinazione La flessione verbale I principali complementi TEST DI CONTROLLO pag. 4 4 6 7 8 II Unità 1 – La seconda declinazione 2 – Gli aggettivi della prima classe 3 – L’Imperfetto 10 12 13 TEST DI CONTROLLO 15 III Unità 1 2 3 4 – – – – La terza declinazione (temi in consonante) Gli aggettivi della II classe con tema in consonante Il participio La terza declinazione (temi in vocale) TEST DI CONTROLLO 18 21 22 24 26 IV Unità 1 2 3 4 – – – – Gli aggettivi della seconda classe con temi in vocale I verbi contratti Comparativo e superlativo I numerali TEST DI CONTROLLO 29 30 31 35 35 V Unità 1 – Altri modi del presente 2 – Pronomi personali e riflessivi 3 – Pronomi dimostrativi 38 41 42 TEST DI CONTROLLO 43 VI Unità 1 – I pronomi relativi 2 – La coniugazione atematica: i verbi in –mi 3 – Il futuro 45 46 48 TEST DI CONTROLLO 50 VERSIONI DI RICAPITOLAZIONE 52 II Unità 17 L’albero che non era affatto inutile I In un campo di un agricoltore vi è un albero bello e alto, sterile e offre solamente rifugio ai passeri. Il solerte agricoltore vuole tagliare l’albero per la (sua) sterilità e con l’accetta gli infligge forti colpi. I passeri con duri discorsi rimproverano l’agricoltore e dicono:” (Tu) giudichi inutile l’albero perché non produce frutti, ma esso dà fresca ombra alle tue fatiche, tranquillo rifugio a noi, quando rallegriamo i tuoi bambini con i nostri canti. Ebbene non tagliare l’albero”. L’albero che non era affatto inutile II L’agricoltore dapprima non dà retta ai discorsi dei passeri, in seguito trova nel tronco un grande alveare di api laboriose, depone l’accetta, venera l’albero come sacro. Spesso dagli uomini la giustizia non viene amata, viene perseguito il profitto. 28 Soluzioni Una giovane coraggiosa fino al sacrificio della vita Dopo la morte dei due fratelli Creonte occupa il regno dei Tebani e ordina che i corpi degli Argivi siano gettati insepolti. Antigone ruba il fratello Polinice (ormai) cadavere e lo seppellisce. Ma immediatamente è scoperta e condotta dal tiranno ; di fronte alle sue minacce la coraggiosa giovane non rifiuta ciò che ha fatto, ma anche insiste perché è empio privare i morti della sepoltura. Per questo da Creonte è sepolta viva, nel sepolcro. I Giganti Gli antichi poeti chiamavano i Giganti figli della terra. l Giganti superano nel corpo gli uomini. Anziché i piedi i Giganti avevano code di serpenti e per velocità erano simili ai serpenti. Presso i Giganti non c’erano né leggi né giustizia. Per la mancanza di giustizia i Giganti erano nemici degli dei. I Giganti avevano l’intenzione di cacciare gli dei dall’Olimpo. La contesa fra gli dei dell’Olimpo e i Giganti era terribile. Alla fine gli abitanti dell’Olimpo facevano sparire i Giganti. Precetti di vita di Pitagora Pitagora diceva che è necessario allontanare la malattia dal corpo, la maleducazione dall’anima, la scostumatezza dal ventre, la ribellione dalla città, la discordia dalla casa. IV Unità 31 I consigli (di Isocrate) a un giovane Prima di tutto sii pio: onora sempre la divinità in unione con la comunità dei cittadini; pensa che a te stesso soprattutto sia conveniente il decoro, il pudore, la giustizia, la saggezza. A tutti conviene temprare l’indole dei giovani. Temi alcuni, onora i genitori, rispetta gli amici, obbedisci alle leggi degli dei; guardati dalle calunnie anche se sono false: perché è vergognoso che l’anima sia dominata dal guadagno, dall’ira, dal piacere, dall’afflizione, esercita il controllo di tutte le cose; consultati riguardo alle cose da dire come fossero da tacere. Un astronomo distratto: Un astrologo in ogni occasione di sera, camminando su e giù nelle strade della città, guarda le stelle e una volta giungendo nel suburbio e avendo la mente nel cielo, cade in un pozzo. Poiché l’astrologo si lamentava, un viandante, sentendo i lamenti, viene in aiuto e chiede di allungare la mano: “ Come cadevi (sei caduto) nel pozzo”? Quello risponde: “Guardando le stelle, non mi accorgevo del pozzo.” E il viandante ridendo dice:” Come vuoi vedere le cose che sono nel cielo e non vedi quelle sulla terra”? Le leggi sono importanti Tutti sanno che le leggi sono la salvezza dello stato; solo in conformità con le leggi i cittadini salvano casa, beni, figli e la vita, in conformità con le leggi nei tribunali (i) violenti sono puniti, in conformità con le leggi agli uomini sono distribuite le cose necessarie. Neppure i tiranni annullano le leggi non scritte che provengono dagli dei immortali; infatti se fanno ciò, invano si danno da fare e in poco tempo i cittadini, infuriandosi, eliminano i tiranni. Dunque onorate le leggi, o giovani, se volete ingraziarvi gli dei. Dalla Giustizia infatti nascono le leggi; la Giustizia siede presso il trono del sommo fra gli dei (Zeus) e sorveglia le azioni degli uomini. Il pavone aspira a essere re Deliberando gli uccelli sul regno, un pavone riteneva se stesso degno di essere eletto re per la (sua) bellezza; incoraggiandolo per ciò tutti gli uccelli, una cornacchia diceva: “Ma se, sotto il tuo regno un’aquila ci insegue, come porti aiuto a noi? La favola mostra che i capi devono essere eletti non per la bellezza, ma anche per la forza e la saggezza. 3 – Comparativo e superlativo I quesiti di Amasi al re di Etiopia Amasi ordinava al re degli Etiopi di definire la cosa più vecchia e la più grande e la più saggia e la più comune e la più utile, e la più dannosa, e la più forte e la più facile. Il re degli Etiopi rispose così: Che cosa è il fatto più saggio? La morte. Che cosa il più utile? Dio. Che cosa il più dannoso? Il cattivo genio. Che cosa il più forte? La sorte. Che cosa il più facile? Il piacere. ESERCIZIO 1 1. Niobe è prolifica e dice di essere più prolifica di Latona, madre di Apollo e di Artemide. 2. La parola della verità è alquanto semplice. 3. Omero è poeta più antico di Esiodo e Archiloco. 4. Atene è più vicina al mare di Sparta. 5. Ermes è il più loquace e il più abile nel parlare di tutti gli dei. 6. Tu porti allo splendore più fulgido la verità. 7. Da un inizio cattivo, una conclusione pessima. 8. Il tempo distrugge tutte le cose anche le migliori, solo la saggezza resta fra tutte immortale e incontaminata. 9. La buona educazione è simile a una corona d’oro e infatti l’utile porta un grandissimo onore. 10. Si ritiene che i giovani godano moltissimo degli onori da parte delle persone più osservanti dei doveri. 11. Presso gli Spartani sono considerati felici più coloro che muoiono valorosamente in guerra che coloro che vivono una vita fortunata. IV Unità 35 4 – I numerali ESERCIZIO 1 1. Quattro grandi feste sono celebrate in Grecia. 2. L’amicizia di un solo saggio è migliore dell’amicizia di molti stolti. 3. Cerbero aveva un corpo, ma tre teste. 4. Tra i poeti Omero non è secondo a nessuno. 5. Anche dire una sola volta una menzogna è vergognoso. 6. Nel lago Meride dicono che ci siano ventidue specie di pesci. 7. Il comandante ha duecento cavalieri e circa quattrocento arcieri. 8. Mario, primo fra i Romani, fu console sette volte. Riflessioni di Platone sulla felicità e sul lavoro dell’uomo La felicità si divide in cinque parti: infatti la prudenza è al primo posto, al secondo (c’è) una sensibilità spiccata e la salute del corpo, al terzo posto una buona fortuna nelle azioni, al quarto una buona reputazione presso gli uomini, al quinto l’abbondanza di beni e delle cose utili alla vita. Le arti si dividono in tre: la prima, la seconda, la terza. Prima dunque è quella mineraria e l’arte di tagliare il legno; infatti sono preparatorie; dal ferro infatti l’arte del fabbro produce le armi, mentre l’arte del costruire dal legno fabbrica flauti e lire. Viene poi l’abilità d’uso come l’ippica con le briglie, l’arte bellica con le armi, la musica con i flauti e la lira. ESERCIZIO 2. MOTTI ARGUTI. 1. Demostene diceva che l’adulatore solo in questo modo si distingue dal corvo, perché l’uno “mangia” i viventi, l’altro i cadaveri. 2. Temistocle, mettendo in vendita un podere, ordinava di annunciare che aveva anche un vicino buono 3. Diogene sentendo un tale che diceva che è un male vivere diceva: “Nient’affatto è male il vivere, ma il vivere male”. 4. Poiché Platone definiva: “L’uomo è un animale bipede, privo di ali” e se ne compiaceva, Diogene, avendo spennato un gallo, lo portava nella sua scuola e diceva: “Questo è l’uomo di Platone”. 5. Nicocle diceva che i medici sono fortunati, perché il sole vede i loro successi, mentre la terra copre i loro insuccessi. ESERCIZIO 3. DETTI DI TALETE. 1. Si riportano anche questi detti di lui: Il più vecchio degli esseri viventi è Dio; infatti non è generato. 2. La cosa più bella: il cosmo; infatti (è) poema di Dio. 3. La cosa più grande: il luogo; infatti contiene tutte le cose. 4. La cosa più veloce, la mente; infatti corre attraverso tutto. 5. La cosa più forte, la necessità; infatti domina su tutto. 6. La cosa più saggia, il tempo; trova tutte le cose. TEST DI CONTROLLO 1. 1. I doni degli uomini devoti sono cari agli dei. 2. L’uomo è misura di tutte le cose. 3. Le Sirene portavano alla rovina i marinai con i loro dolci canti. 4. Parole miti non sempre sono testimonianza di miti costumi. 5. I pastori pascolano molti agnelli nelle pianure. 6. Bisogna che all’inizio di ogni azione vi sia molto tempo (a disposizione) e un importante motivo per agire. 7. Quando regnava sui Troiani Priamo, si diceva che il porto di Tenedo era grande e sicuro per i naviganti. 8. Poiché si ritiravano e fuggivano i barbari, grande era la confusione. 9. Accampandosi molti Persiani presso il fiume, Serse mandava messaggeri alle Termopili. 50 Soluzioni Una fase della battaglia di Cunassa E non più di tre o quattro stadi distavano fra di loro i due schieramenti quando i Greci intonavano il peana e incominciavano a muovere di fronte contro i nemici. Poiché i Greci procedevano, una parte della falange deviava dall’allineamento, quella rimasta indietro cominciava a correre. E insieme tutti levavano grida e si mettevano a correre. Dicono che alcuni facevano rumore con le aste contro gli scudi, spaventando i cavalli. Prima che un proiettile li raggiungesse i barbari si ritirano e fuggono. E allora i Greci li incalzavano con tutte le forze, gridavano gli uni agli altri di non mettersi a correre, ma di seguire in ordine. Dal giuramento dei medici Facendo testimoni Apollo medico e Asclepio e Igea e Panacea e tutti gli dei e tutte le dee, giuro di compiere secondo le forze e il mio giudizio, questo giuramento e questo patto. Mi servirò di precetti in aiuto dei malati secondo le forze e il mio giudizio; Mi terrò lontano dal danneggiare (danno) e dall’ingiustizia. Non darò a nessuno un farmaco mortale né indicherò una tale prescrizione. Puramente e santamente manterrò la mia vita e la mia arte. In quante case entrerò in aiuto dei malati, sia tutte le cose tacerò fuori, ritenendo che queste non si devono dire. ESERCIZIO 7. EROICHE DONNE SPARTANE. 1. Una spartana, consegnando lo scudo al figlio che andava in guerra, disse: “Il padre per te lo salvava tu dunque salvalo o muori (non essere). 2. Una donna spartana, diventando suo figlio zoppo in combattimento ed essendo irritato per questo, (gli) diceva: “O figlio non addolorarti, a ogni passo tu puoi ricordarti del tuo valore”. ESERCIZIO 8. MOTTI ARGUTI. 1. Diogene diceva: “Gli altri cani mordono i nemici, io invece gli amici, per salvarli”. 2. Vedendo un giovane distinto che parlava sconvenientemente diceva: “Non ti vergogni di tirare da un fodero d’avorio una spada di piombo”? 3. Socrate a Santippe che prima lo ingiuriava e poi lo abbracciava diceva: “Non affermavo che Santippe quando tuona farà anche cadere la pioggia?” 4. Un giovinetto che si occupa di lettere, essendo bisognoso di denaro, vende i suoi libri e scrive al padre: “Congratulati con noi, infatti già i libri ci danno da vivere.” 5. Diogene, poiché un uomo stava per morire in terra straniera e per questo si lamentava, diceva: “Perché ti lamenti, o stolto? Da ogni parte infatti la via per l’Ade è la medesima”. 6. Chiedendo un barbiere loquace ad Archelao: “Come ti toso?” “Tacendo” rispondeva. 7. Epitteto, dicendo un giovane: “Sono saggio, infatti frequentavo persone sagge”, diceva: “Anch’io (frequentavo) molti ricchi, ma non sono ricco.” 8. Solone, poiché piangeva il figlio che era morto, a colui che gli diceva: “Ma non ottieni nulla” replicava: “Per questo proprio piango, perché non ottengo nulla.” 9. Alessandro, vedendo un vecchio che tingeva i capelli, diceva: “Non tingere i capelli, ma le ginocchia.” 10. Un adulatore di Dionigi, vedendo il tiranno che rideva con degli amici, anche lui stesso rideva. Chiedendogli Dionigi perché rideva ascoltando le cose dette, diceva: “Mi fido di voi che la cosa detta sia divertente.” TEST DI CONTROLLO 1. 1. Vediamo sull’Acropoli il Partenone nel quale vi è una statua eburnea di Fidia. 2. Ultimo dei re ateniesi era Codro, che muore nobilmente per la patria. 3. Non è giusto invidiare chiunque sembra essere felice. 4. Non vi è nessuno nel quale tu hai più fiducia che in tuo padre o (tua) madre. 5. La casa che tu possiedi è molto grande. 6. Frequento gli amici che ho. 7. La proprietà che il padre lasciava al figlio non era grande. 52 Soluzioni Versioni di ricapitolazione I UNITÀ Le Muse La sede delle Muse è nei boschi presso le sorgenti. Lì all’ombra delle selve scherzano con le Ninfe sul prato e fanno danze e cantano con le cetre canti dolcissimi, le corone di fiori sono intrecciate con le loro chiome. Le Muse sono dee del canto e della musica. Perciò i poeti all’inizio dei poemi invocano le Muse. La mosca e l’ape Una mosca nella stagione primaverile vola felicemente e ronza e dice che è regina della terra per la nobiltà dei natali. Ma cade sconsideratamente nelle insidie di un ragno e chiede aiuto. L’ape ode il grido e scuote la testa e dice:” Non nella nobiltà dei natali né nel piacere è la felicità, ma nella semplicità dell’anima”. Alcuni consigli per i giovani Amate la giustizia, infatti porta onore e concordia; fuggite l’ingiustizia, porta disprezzo e pena. Onorate la virtù ; infatti la virtù genera felicità, non fidatevi dei bugiardi e non cedete ai piaceri. Le conseguenze del buongoverno Non solo il buongoverno, ma anche la concordia dei cittadini danno forza allo stato. Nella concordia fioriscono le arti e le occupazioni. Con la laboriosità i cittadini sfuggono la povertà e aumentano il patrimonio. L’abbondanza unita alla temperanza genera felicità. Le discussioni nella piazza mostrano la brama di onore dei cittadini, ma i cittadini concordemente tutelano la pace e la libertà. II UNITÀ La sera Nel cielo vi sono il sole e la luna. Quando il sole spunta, il contadino va nei campi, con l’aratro fende la terra coltivata e affronta fatiche. Quando la luna allontana dal cielo il sole, allora la tranquillità scende sulla terra, distoglie uomini e animali dai lavori e le preoccupazioni lasciano gli animi. Così gli dei ordinano che gli uomini trascorrano la vita. I falsi profeti Dai frutti riconoscete i profeti. Forse raccolgono grappoli d’uva dagli spini o fichi dai cardi selvatici? Così l’albero buono dà frutti buoni, l’albero guasto frutti cattivi. Tantalo Nella casa di Ade gli dei puniscono Tantalo; infatti ha un masso sopra la (sua) testa, è nella palude e presso la palude vede alberi con frutti. La palude tocca il mento, ma se vuole bere, immediatamente si prosciuga; se vuole mangiare i frutti, gli alberi si allontanano con i frutti. Così rimane sempre ed è tormentato terribilmente. Versioni di ricapitolazione 53 Costumi degli Spartani Le leggi di Licurgo, legislatore degli Spartani, erano semplici. Gli antichi ammiravano gli Spartani per i costumi semplici. Era costume per loro che le case fossero senza suppellettili d’oro e d’argento. Semplice a Sparta era anche l’educazione dei fanciulli, semplici anche gli onori del valore; infatti una corona di ulivo era onore della vittoria e ornamento del comandante. Soprattutto gli antichi lodano il tenore di vita semplice e i cibi semplici nei banchetti comuni, quale il brodo nero. Dario e Milziade Dario, re dei Persiani, aveva verso gli Ateniesi un odio violento perché mandavano aiuto alle colonie greche in Asia. Subito inviava sulle navi innumerevoli soldati contro l’Attica; vuole infatti sottomettere i cittadini di Atene. Ma gli dei erano ostili agli ingiusti barbari, favorevoli ai coraggiosi Ateniesi, perciò davano una vittoria celebrata agli opliti ateniesi. III UNITÀ Un attacco molto violento frena la ritirata dei mercenari greci al seguito di Ciro Nel giorno seguente avviene una grande tempesta, era necessario procedere; infatti non erano sufficienti le vettovaglie e Chirisofo guidava, mentre Senofonte comandava la retroguardia e i nemici assalivano vigorosamente e, essendo stretti gli spazi, avvicinandosi scagliavano frecce e usavano la fionda. Appunto per questo erano costretti a procedere lentamente; e spesso Senofonte comandava di resistere quando i nemici attaccavano con forza. Veio, la città rivale di Roma Era la città decoro dell’Etruria, non inferiore a Roma per quantità di armi e numero di soldati, esaltata per la ricchezza e per l’opulenza delle sostanze e per le mollezze e per i lussi smodati, organizzava molte e belle competizioni gareggiando in fama con i Romani. I cittadini costruendo mura alte senza timore sostenevano l’assedio dei Romani. L’assedio era lungo e per coloro che assediavano faticoso e difficile. I Romani infatti non abituati a combattere fuori per molto tempo con la stagione estiva, ma a svernare a casa, allora per la prima erano costretti dai tribuni militari a preparare presidi e a fortificare l’accampamento e a ingaggiare battaglia nella terra straniera. Gli dei greci I Omero chiama Zeus padre degli uomini e degli dei. Zeus regnava nell’Olimpo. Gli antichi poeti dicono che Era fosse moglie di Zeus. Zeus aveva molti figli, come maschi Apollo e Ermes, come figlie Atena e Artemide. Sulle ginocchia di Zeus stavano le azioni degli uomini. Da Zeus provenivano anche i sogni; come alcuni dicono, la casa dei sogni era vicino all’Ade. Dicono che Poseidone, fratello di Zeus, governava le acque. Gli dei greci II Dei cavalli trascinavano il carro di Poseidone attraverso l’acqua, questo nella mano aveva il tridente. Plutone, il fratello di Zeus, regnava nell’Ade. Il trono di Plutone e di Persefone, la moglie, era nero. Lui aveva le chiavi dell’Ade, lei le fiaccole tra le mani; presso il trono vi era un cane straordinario per grandezza e aspetto, di nome Cerbero; dicono che fosse simile a un elefante per grandezza, la coda del cane simile a quella di un serpente. 54 Soluzioni IV UNITÀ La patria Niente è più dolce della patria; infatti gli uomini credono che la patria sia causa e maestra di cose straordinarie e meravigliose. Il nome della patria è il primo e più familiare di tutti; infatti niente è più familiare del padre. Se qualcuno assegna al padre il giusto onore, come impone sia la legge sia la natura, convenientemente stima la patria e infatti il padre stesso è possesso della patria, e il padre del padre e tutti i famigliari. La patria genera tutti, nutre ed educa e tutti amano la patria. I Galli all’attacco I Galli erano di stirpe celtica. Per il numero eccessivo abbandonano la (loro) terra. La terra non era in grado di nutrire il popolo dei Galli e i Galli si muovono alla ricerca di un’altra terra. Molti uomini giovani e bellicosi, conducendo un numero ancora più numeroso di fanciulli e donne, gli uni si precipitano verso l’Oceano settentrionale e occupano le più remote terre dell’Europa, altri abitano molto tempo fra i Pirenei e le Alpi vicino ai Senoni e ai Celti; tardi assaggiano il vino allora per la prima volta portato dall’ Italia e rimangono colpiti dalla bevanda. Per la novità del piacere sono tutti molto esaltati e prendono le armi, si portano verso le Alpi e cercano la terra, che produce il dolcissimo frutto. Considerano l’altra terra piuttosto sterile e selvaggia. Il rapimento di Elena Elena, la moglie dello spartano Menelao, era la più bella delle donne in Grecia. Paride, il figlio più frivolo di Priamo, essendo ospite degli Spartani, rapisce la donna e la porta a Troia. Menelao dunque e Agamennone, essendo fratelli, con moltissimi muovono guerra ai Troiani per la punizione della violenza. I soldati di Menelao erano inferiori all’esercito del fratello, ma molto maggiori di quelli di Odisseo. La spedizione dei Greci si raccoglie in Aulide, il porto più favorevole dei Beoti. Da lì i Greci dalle navi scendono in Asia, si accampano presso Troia. Criteri educativi degli antichi Ateniesi I nostri progenitori nel modo migliore possibile curavano i loro interessi. Infatti non solo erano d’accordo intorno alle cose comuni, ma anche intorno alla vita privata mostravano grande sollecitudine gli uni gli altri; si prendevano cura di tutti i cittadini, soprattutto dei più giovani. Vedevano infatti che persone di tale età erano piene di moltissimi desideri, ed educavano i loro animi soprattutto con begli esempi. Dunque a seconda delle sostanze di ciascuno, volgevano i più poveri ai campi e ai commerci; quelli che avevano un tenore di vita adeguato li ritenevano degni di impiegare il tempo nell’ippica e nella caccia e nell’attività sportiva e nella filosofia. V UNITÀ Il platano e i viandanti Due viandanti nella stagione estiva intorno a mezzogiorno, spossati dalla calura, si siedono all’ombra di un platano e si riposano. Sollevando lo sguardo verso il platano, dicono l’uno all’altro che questo albero è inutile e sterile. Il platano dice:”O ingrati, traendo ancora giovamento da me, mi giudicate inutile e sterile”. Il ritratto di Alessandro dipinto da Apelle Alessandro vedendo una volta un suo ritratto dipinto da Apelle, non (lo) lodava per il valore del quadro. Poiché un cavallo si introduceva e nitriva verso il cavallo che era nell’immagine come fosse vero anche quello: “O re, diceva Apelle, ma il cavallo almeno sembra di gran lunga più esperto di pittura di te”. Versioni di ricapitolazione 55 Morte di Achille e Memnone Memnone, figlio di Titono e di Aurora, giunge con molti Etiopi e uccide non pochi fra i Greci, uccide anche Antiloco e lui stesso muore per mano di Achille. Ma inseguendo i Troiani presso le porte Scee Achille è colpito da una freccia da Alessandro e Apollo al tallone. La morte di Achille porta sventure all’esercito. I Greci lo seppelliscono nell’isola Bianca con Patroclo. Si dice che dopo la morte Medea abitava con lui nell’isola dei Beati. Odisseo e le Sirene Odisseo navigava lungo la costa dell’isola delle Sirene. L’una suonava la cetra, l’altra cantava, l’altra suonava il flauto e per questo inducevano i naviganti a fermarsi. Avevano ai fianchi forme di uccello. Odisseo, passando vicino a queste, volendo ascoltarne il canto, tappava le orecchie dei compagni, ordinava di essere legato all’albero della nave. Essendo persuaso a restare dalle Sirene, voleva essere sciolto dai compagni, ma quelli lo legavano di più e così passava oltre. Le Sirene, poiché la nave proseguiva, adirandosi si gettavano in mare e morivano. Arione I Arione di Metimna, famosissimo citaredo, trascorreva un lungo periodo presso Periandro, tiranno dei Corinzi. Dopo ciò dal porto di Corinto giunge presso i Greci d’Italia e i loro confinanti, i Sicelioti. Lì partecipa a molte gare nella sua arte e dalle vittorie nelle gare ottiene molti onori. I Greci in Italia e in Sicilia offrono ad Arione ricchi doni e argento. Arione II Poi dal porto di Taranto questo con una nave parte verso Corinto. Nel mare non le tempeste, ma la malvagità dei marinai arreca pericolo ad Arione. Questi infatti tramavano di sottrarre ad Arione l’argento e ucciderlo. Arione evita l’assassinio e si getta in mare. Dalle onde tu, o Apollo, salvavi il citaredo: infatti, comandavi, o potenza divina, a un delfino di portarlo al porto. VI UNITÀ Il medico Ctesia Dicono che Ctesia fosse un medico esperto e saggio. Questo, essendo medico di Artaserse, re dei Persiani, che i Greci chiamavano Memnone per la buona memoria, dice queste cose ad Artaserse: “Parisatide, madre di Artaserse, è una donna fine, il fratello Ciro è un giovane bello e fine. Tutti stimano Ciro uomo felice, Artaserse invece posseduto da un cattivo genio. L’uno dei fratelli è caro alla madre, l’altro no. Artaserse è un valido governante, ma i Persiani obbediscono malvolentieri a lui, volentieri invece a Ciro”. I legislatori I legislatori fanno leggi perché l’ingiustizia non distrugga le città. Fa del bene alla patria colui che a lei dia buone leggi. Coloro che forniscono buone leggi agli stati sono ritenuti di non minore onore di coloro che vincono i nemici. Ai Cretesi per primo dava leggi Minosse, re molto saggio e molto giusto; dicono che lui desse leggi dietro consiglio di Zeus. Perciò gli antichi greci lo collocavano fra i tre giudici che nell’Ade giudicano i morti. Fra gli uomini più famosi collochiamo Licurgo e Solone., che danno alle loro città buone leggi. Licurgo proponeva le leggi agli Spartani, Solone invece, che gli antichi ponevano fra i sette sapienti, agli Ateniesi. 56 Soluzioni Il fiume Nilo Il fiume scorrendo dall’Etiopia ora sfocia con due bocche nel mare, anticamente sfociava con sette bocche. Ogni anno il Nilo, che manda molta acqua sulla terra e che lascia limo, rende i campi fecondi. Dicono che l’acqua che i pozzi dell’Egitto mandano su scorra dal fiume Nilo. Nel fiume sono allevati molti e grandi animali come i coccodrilli e gli ippopotami. Gli ippopotami, quando sono inseguiti, dal naso e dalla bocca emettono molta acqua, ma la voce, che la bestia manda fuori assomiglia più alla voce di un bue che a quella di un cavallo. Il fanciullo e il mendicante Un fanciullo per la strada incontra per caso un mendicante e consegna a lui un’offerta. Il mendicante si rallegra per la compassione del fanciullo e gli dice: “O fanciullo, io provo gratitudine per te; il dio ti protegga sempre nella salute e ti dia felicità; voglia il cielo che i tuoi genitori stiano bene e che aumentino il loro patrimonio; possa tu trascorrere la vita senza dispiaceri e possa compiere sempre opere buone.” Il fanciullo pieno di gioia risponde al buon mendicante: “Possa io godere dei beni che (mi) auguri; ma anche tu, o (mio) caro possa essere sano e avere buona fortuna; voglia il cielo che il dio mandi a te e ai tuoi figli felicità e possiate godere di molti beni.” Il discorso della montagna Ma a coloro che ascoltano: “Amate i nemici, fate del bene a coloro che vi odiano. Benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano A chi vi percuote su una guancia, porgi anche l’altra, a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e da chi prende cose tue, non richiederle. E come volete che facciano gli uomini con voi, fate ugualmente con loro. E se amate quelli che vi amano, che merito avete? Infatti anche i peccatori amano coloro che li amano. I giochi olimpici istituiti da Eracle Dopo ciò Eracle istituisce i giochi Olimpici, giudicando il più bello dei luoghi per una riunione nazionale la pianura presso il fiume Alfeo, nel quale dedica questo gioco a Zeus patrio. Zeus istituiva questa gara che aveva come premio una corona, perché anche lui beneficava il genere degli uomini, non avendo nessun compenso. Vince tutte le gare, perché nessuno osa paragonarsi a lui per la superiorità del valore, essendo gli atleti ostili gli uni agli altri; infatti è difficile che il pugile e il pancratiasta siano superiori al corridore nello stadio e di nuovo è difficile che colui che primeggia nelle gare leggere combatta coloro che prevalgono nelle (gare) pesanti. Come governava Pisistrato Amministrava Pisistrato gli affari della città con misura e più da buon cittadino che da padrone assoluto; infatti era fra gli altri umano e benigno e indulgente con coloro che sbagliavano, specialmente poi anche dava in prestito ai poveri sostanze per le (loro) occupazioni, cosi da sostenere gli agricoltori. Questo faceva per due motivi, perché non si trattenessero nella città, ma sparsi nella regione, e avendo abbondanza di mezzi sufficienti e privati, non desiderassero né avessero il tempo di occuparsi degli affari pubblici. Consigli del lidio Sandani a Creso, mentre si prepara a combattere i Persiani Preparandosi Creso a fare una spedizione contro i Persiani, uno dei Lidi di nome Sandani, gli dava questi consigli:” O re, ti prepari a fare una spedizione contro uomini che da un lato portano calzoni di cuoio, tutto il vestito di cuoio, dall’altro mangiano non quanto vogliono, ma quanto hanno. Se dunque vincerai, non porterai via nulla a loro; se sarai sconfitto, considera quanti beni getterai; se infatti sperimenteranno i nostri beni, non cesseranno mai di cercarli. Io dunque sono riconoscente agli dei perché non spingono i Persiani a fare una spedizione contro i Lidi.