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QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI
8 Comuni
l’Altopiano
La voce degli
www.giornalealtopiano.it
ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO
N. 285 - ANNO XI - EURO 1,50
“IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO”
Gallio
I SAPORI
DELLA
TRADIZIONE
SABATO 10 GENNAIO 2009
Asiago
Roana
Opere pubbliche
per 6,5 milioni di euro e un
nuovo look per i giardini pubblici
Arriva il PAT, stop
alle lottizzazioni
pagina 10
L’urbanistica eterno
pomo della discordia
pagina 4
pagine 8 e 9
Neve e freddo, ma l’orso non va in letargo
e si aggira nei boschi in cerca di cibo
Lascia tracce e impronte, si moltiplicano le segnalazioni di avvistamenti, veri o presunti
ma nessuno è riuscito ancora a fotografarlo. Al momento di accoppiarsi se ne andrà da qui?
Lusiana
Tanta neve,
ma a Monte
Corno le piste
rimangono
chiuse
pagina 5
Turismo invernale
Risorgerà il polo sciistico di Cima Larici
pag. 11
Milioni di euro
per il rilancio
della Piana di
Marcesina
pag. 13
Con un contributo regionale
gli impianti verranno
sostituiti e ammodernati
pagina 3
AEROPORTO
ROTZO
Mantovani
“Prematuro
parlare di
chiusura”
Il Comune
premia gli
studenti
meritevoli
pag. 4
Grafica Altopiano
Parte
Parte ilil nuovo
nuovo
concorso
concorso
“I
“Icolori
colori
dell’Altopiano”
dell’Altopiano”
Immagini
Immaginidelle
delle
quattro
quattrostagioni
stagioni
nel
nelnostro
nostro
territorio
territorio
Foto Bergamaschi
Enego
pag. 9
pagina 2
Sport
Hockey ghiaccio
Emisfero, lunga
striscia positiva
che risolleva
il morale
pagina 20
pag. 3
8
Sabato 10 gennaio 2009
l’Altopiano
I colori dell’Altopiano, immagini delle
quattro stagioni del nostro territorio
Un nuovo concorso fotografico con un premio speciale in ricordo di Patrizio Rigoni
Dopo il grande successo
avuto dal nostro primo
concorso fotografico
“L’Altopiano in bianco e
nero”, su invito e sollecitazione da parte di molti affezionati lettori, abbiamo deciso di dare ai
tanti appassionati di fotografia una nuova opportunità per sbizzarrirsi, partecipando, si spera numerosi, alla nostra
nuova iniziativa. Il nuovo concorso s’intitola “I
colori dell’Altopiano –
immagini delle quattro
stagioni nel nostro territorio”. Ne uscirà una
mostra, forse sì. Magari
anche una pubblicazione, non si sa mai. Dipende dalla quantità e dalla
qualità degli scatti che ci
invierete.
Per noi questo concorso
ha già comunque una sua
finalità e un suo profondo
significato, ricordare, a un
Foto Lorenzo Degiampietro - Flickr
anno dalla morte, il caro
maestro Patrizio Rigoni,
un vero maestro anche in
fotografia. Della natura e
dei colori dell’Altopiano,
Patrizio aveva praticamente fotografato tutto e tutti,
sopra e sotto la superficie
terrestre, fuori e dentro l’acqua, sempre con una sensibilità rara e un occhio innamorato. Perciò all’interno del concorso abbiamo
pensato di istituire il premio
speciale “Patrizio Rigoni”
che andrà alla fotografia
più bella, di carattere
Paesaggistico, tra quelle
inviate da residenti in
Altopiano. Nel regolamento sono specificate
tutte le modalità di partecipazione.
Buona fotografia a tutti!
www.giornalealtopiano.it
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REGOLAMENTO
1.
Il Giornale l’Altopiano organizza in collaborazione con Grafica
Altopiano e il gruppo Flickr Altopiano di Asiago il 2° concorso fotografico
dal nome “I Colori dell’Altopiano” dedicato alle immagini del nostro
territorio nelle quattro stagioni.
2.
Il concorso è aperto a tutti, la partecipazione è gratuita, avrà
durata da Sabato 10 Gennaio 2009 a Lunedì 21 dicembre 2009
3.
Le fotografie partecipanti al concorso dovranno riportare: titolo,
nome del fotografo, luogo e data dello scatto.
4.
Le fotografie dovranno essere inviate esclusivamente via
Internet all’indirizzo
[email protected]
5.
Le fotografie inviate dovranno essere in formato JPEG
6.
Ogni partecipante potrà inviare un massimo di 3 fotografie per
ogni categoria del concorso. (Inverno – Primavera – Estate – Autunno)
7.
Le fotografie digitali verranno pubblicate nel giornale l’Altopiano
solo dopo essere state esaminate e approvate dalla commissione.
8.
Le foto dovranno essere inedite, e non aver partecipato ad altri
concorsi fotografici.
9.
All’interno del concorso è istituito il “Premio speciale Patrizio
Rigoni” riservato agli autori residenti nei Comuni dell’Altopiano.
L’assegnazione del premio sarà stabilita in base al numero di
preferenze ottenute attraverso la procedura di votazione della
commissione
10.
La commissione si riserva il diritto di non visualizzare nel sito
e nel giornale, le fotografie che riterrà non opportuno esporre per
qualsivoglia motivo.
11.
Ogni partecipante dichiara di essere autore delle fotografie
presentate in concorso, di essere titolare dei diritti sulle stesse e
responsabile del contenuto. Ogni partecipante autorizza la
pubblicazione, sia in rete sia su giornali o altri mezzi in occasione di
particolari eventi, sollevando il giornale l’Altopiano da ogni
responsabilità, e condivide con il giornale l’Altopiano i diritti di
utilizzazione commerciale delle fotografie.
12.
La giuria è composta da:
o
Stefania Longhini,
Direttore Giornale “l’Altopiano”
o
Davide Degiampietro, Grafica Altopiano
o
Lorenzo Degiampietro Gruppo Flickr Altopiano di Asiago
o
Andrea Bergamaschi Fotografo
o
Paolo Cogo
Fotografo
o
Fabrizio Favaro
Responsabile Grafico “l’Altopiano”
13.
Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La
partecipazione al concorso implica l’accettazione del presente
regolamento.
14.
le opere riguardanti le stagioni dovranno pervenire entro e non
oltre le seguenti date
INVERNO – entro il 21 marzo 2009
PRIMAVERA - entro il 21 giugno 2009
ESTATE – entro il 21 settembre 2009
AUTUNNO – entro il 21 dicembre 2009
Sapor d’acqua natìa
Passi veloci, viso giovane e
stregato. Oltre l’affollata piana di Vezzena – confusa,
colorata e spensierata – tracce di ciàspole informano del
suo passaggio. Passi brevissimi, forse per la sera di Capodanno terminata a notte
fonda, che m’incoraggiano a
seguirli. E ad inseguire quei
lineamenti che sembrano
inerpicarsi silenziosi sulla
neve vergine. Quasi due ore
di pensieri accaldati, di silenzi innevati e di mirabolanti
tracce d’animali presi
d’amore a corrersi dietro sul
sentiero. Poi, ormai prossimo
alla Cima Vezzena e a quella viandante giovane e spensierata, m’arresto per assaggiare la bellezza di quel gesto.
Si leva lo zaino, scioglie le sue
ciàspole e, allargando le braccia come i bambini quando tentano d’imitare gli aeroplani,
sembra salutare a modo suo il
nuovo anno da quelle altezze
tempestose. A contemplare la
terra prendono voce le vertigini, ad ammirare il cielo inizia
a danzare il cuore. Proprio lì -
Una donna, Cima Vezzena e Hamas
a metà strada tra la terra e il
cielo, tra il Peccato e la Redenzione, tra il Creato e il Creatore - dopo qualche minuto si
siede sulla crosta della montagna, ai piedi di quella croce
così ambita agli scalatori, e
appoggia la testa tra le mani
inguantate.
Poi solo silenzio, sbirciate contro il cielo, meditazioni.
Chissà che pensieri stava partorendo dietro quei biondi capelli, oltre quello sguardo gio-
vane, dietro quel sorriso un po’
imbarazzato. Fors’avrà sognato, immaginato o semplicemente ascoltato l’arrivo del 2009.
L’età l’annoverava tra le universitarie, ma poteva essere
anche una giovanissima madre.
O una semplice donna evasa
dal caos degli impianti per andare in cerca della sua anima.
E sintonizzarsi in vista del nuovo anno. Certamente una donna dagli occhi svegli se, raggiunta la cima, sembrava atto-
nita e impaurita di fronte a quel
vortice di colori, di spazi vergini, di prospettive inaspettate. Salita fin lassù per iniziare
un anno che alcuni dicono tremendo. Altri inedito. Per qualcuno imprevisto, faticoso e
sudato. Il 2009 faceva già
parlare di sé prim’ancora
d’uscire dal grembo della notte. Eppure il nuovo anno nella
Legge Celeste non sarà né
tremendo, né inedito, né imprevisto: sarà semplicemente
quello che gli uomini lo renderanno. D’una sola avvertenza
il Vangelo ammanta ogni nuovo anno: l’obbligo di occhi svegli.
Gli occhi dei Magi, per l’appunto, che arrivano da laggiù,
dove si pratica l’astrologia e
ci s’inchina di fronte alle divinità. Capaci di sapienza: uomini del proprio tempo, della
propria terra. Ma lesti nelle
palpebre ad annusare il Nord
della vita. In cammino, carichi
di doni ma soprattutto di attese, disposti a guardare oltre il
breve lineamento dell’orizzonte. Uomini che pensano, che
nutrono coraggio, che all’inganno di Erode rispondono con
un’intelligente ingenuità. Anche in Altopiano s’inseguono
le stelle! Dell’astrologia che
promette soldi se risparmieremo e pace se non si litiga (previsioni che francamente non
necessitano di astrologi e indovini). Del calcio, dello spettacolo, della moda… che regalano successi facili e guadagni favolosi. Per poi lasciarti
per strada. E allora forse, dopo
il 6 gennaio, anche noi vorremmo poter guardare il cielo e
scoprire qualcosa come la
stella che ha acceso il cuore
di quei tre saggi. Stanchi di cieli
artificiali che hanno cacciato
gli angeli e trattano da clandestini i santi, che hanno espatriato quel Bambino per ospitare tarocchi e cartomanzie…
abbiamo sete di desideri grandi, voglia di vincere la pigrizia
e riannodare sandali slacciati
troppo in fretta, nostalgia di
occhi che non s’arrestino alla
superficie delle cose. Delle
persone!
Forse la vita è questione di
occhi, come direbbe Romano
Guardini: occhi capaci di guardare e vedere. Nel Natale del
1940, nel campo di concentramento di Treviri, J. P. Sartre
fece dire al re Magio
Baldassarre in risposta al disperato Bariona: “E’ vero che
noi magi siamo molto vecchi e
molto saggi e conosciamo tutto il male della terra. Tuttavia
quando abbiamo visto quella
stella in cielo, i nostri cuori hanno fatto un balzo di gioia come
quello dei fanciulli e noi siamo
stati simili a dei bambini e ci
siamo messi in cammino, perché volevamo compiere il nostro dovere di uomini, che è
quello di sperare”.
Sulla cima della vetta innevata
una donna fa la guardia alle
sue speranze. Nei TG
s’inanellano parole come
Israele, Gaza, Hamas. Terrorismo.
Forse l’anno nuovo sarà esattamente come l’anno vecchio: l’ennesimo capitolo della lotta tra Vita e Morte. Bellezza e Miseria. Amore e
Odio.
don Marco Pozza
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Sabato 10 gennaio 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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CON UN CONTRIBUTO DI 300 MILA EURO
ATTUALITA’
Nuova vita per le piste di Cima Larici
Un diverso atteggiamento regionale nei confronti dell’Altopiano ha favorito il rilancio
del comprensorio ormai abbandonato - Gli impianti presenti verranno sostituiti
Le piste dei Larici risorgeranno a nuova vita. Grazie ad
un contributo regionale di oltre 300 mila euro alla società
di gestione degli impianti, le
piste “più amate dagli
asiaghesi” sono al centro di un
progetto di rilancio e di
ammodernamento che le porterebbe, entro breve tempo, a
ritornare ad essere un privilegiato luogo di svago invernale, amato proprio perché lontano dalla mischia dei centri
sciistici più grandi del nostro
comprensorio.
Da tempo, causa il deperimento degli impianti e qualche
screzio con il Comune di
Lusiana ora risolto, la zona era
stata abbandonata dagli sciatori locali che, durante per la
pausa pranzo, si portavano in
quota per qualche sciata, ma
soprattutto per stare in compagnia al sole e all’aria aperta. Una zona che è poi diventata frequentatissima dagli ap-
passionati di sci alpinismo proprio per quelle caratteristiche
che piaceva tanto agli habitué,
altitudine,
panorami
mozzafiato e la giusta esposi-
Foto Bergamaschi
zione al sole. Tutte qualità che
potrebbero richiamare molti
nuovi sciatori e fidelizzarli.
Il progetto di rilancio concerne tutti gli impianti di risalita
presenti nonché la baita “Val
Formica”. La società di gestione “Cima Larici srl” ha ancora in concessione sia le piste
della Val Formica, quelle sia di
Asiago, sia di Lusiana, nonché
la pista grande, quella di cima
Larici proprio, la pista che negli anni ’70 – ’80 ha tenuto a
bettismo numerosi sciatori locali dopo che questi avevano
affinato la loro tecnica sulle
piste poste più in basso. Era la
pista “dei grandi”: se riuscivi a
fare “i Larici” sapevi che
avresti potuto sciare ovunque,
una sorta di diploma di maturità sciistica.
Una scelta che trova il pieno
appoggio delle amministrazioni locali, sintetizzato nelle parole del sindaco di Asiago Andrea Gios: “Dobbiamo cercare di colmare un gap degli investimenti lungo 30 anni, investimenti che servono a
riposizionare il nostro territorio nel turismo invernale che
non può prescindere dagli investimenti strutturali dello
sci”.
Gerardo Rigoni
De Bona: “I comprensori vicentini devono essere valorizzati”
I fondi regionali a favore degli impianti sciistici del
vicentino, ed i particolare
dell’Altopiano, come già abbiamo avuto modo di rendere noto dopo l’apposita conferenza stampa tenutasi un
paio di mesi fa, arrivano sia
da due decreti regionali sia
dall’assestamento del bilan-
cio regionale che ha voluto
rifinanziare il capitolo del bilancio dedicato agli impianti
da sci, un rifinanziamento
raggiunto grazie alla volontà
espressa dall’assessore regionale agli impianti a fune
Oscar De Bona, dell’assessore al Bilancio Maria Luisa
Coppola e del capogruppo di
AN in Consiglio Regionale e
membro della commissione
bilancio,
Piergiorgio
Cortelazzo.
Oltre ai 500 mila euro al
Montegrappa ski, e 97 mila
al Comune di San Nazario
ben 805.963 euro del nuovo
finanziamento sono destinati
alle strutture sciistiche
Vacanze di Natale coi fiocchi
Ora è tempo di settimane bianche
Concluso il periodo natalizio,
la Città di Asiago si appresta, con l’abbondante nevicata in corso, ad accogliere i
turisti che decideranno di
compiere sull’altopiano la
propria settimana bianca.
”E’ stata una stagione con
i fiocchi – sottolinea l’assessore al turismo, Roberto
Rigoni – di quelle che non
si vedevano da anni;
Asiago ha saputo dimostrare di essere ancora all’altezza di soddisfare le
richieste delle migliaia di
turisti che l’hanno frequentata in questo periodo natalizio. Grazie alle
abbondanti nevicate ed
alla varietà dell’offerta
turistica, i nostri ospiti
hanno potuto vivere un
soggiorno indimenticabile
con un rapporto qualità-
prezzo assolutamente incomparabile. In questi
anni si è lavorato molto per
il potenziamento dei servizi a favore del turista e nell’allestimento di manifestazioni di forte richiamo come
lo è il festival piromusicale
“Asiago…fiocchi di luce”
che ripeteremo i prossimi
20, 21 e 22 febbraio con
una formula assolutamente innovativa che non finirà di stupire”.
Oltre all’evento piromusicale
in programma a febbraio,
molteplici sono le iniziative
finalizzate al prolungamento
della stagionalità turistica, in
particolare, si sottolinea l’importanza dell’AsiagoCard,
strumento ideato per rendere possibile a tutti i turisti che
frequentano
Asiago
l’ottenimento di agevolazioni
e sconti sui servizi in essa indicati.
Un’iniziativa tesa ad incentivare i molti proprietari delle
seconde case ed i potenziali
ospiti delle nostre strutture
ricettive a vivere Asiago ed
il suo splendido territorio pure
nei periodi di bassa
stagionalità. L’AsiagoCard é
in distribuzione gratuitamente presso l’Ufficio del Turismo del Comune di Asiago
nonché presso lo I.A.T. di
Asiago. Viene altresì rilasciata a tutti gli ospiti che frequentano gli hotel convenzionati.
La validità delle card sarà
dal 1 settembre al 23 dicembre 2008 e dal 7 gennaio al 30 giugno 2009
escluso il periodo pasquale dal 09/04/09 al 13/04/09
compresi.
Foto Studio Stella Breganze
dell’Altopiano. Nello specifico 336 mila saranno elargiti
alle sciovie di Cima Larici
per la completa sostituzione
degli impianti esistenti, quasi
89 mila alle Melette per nuo-
vi impianti di innevamento,
192 mila alla Sciovia Casa
Rossa e 118 mila a Ronco
Carbon
per
l’ammodernamento degli impianti esistenti e 69.650 al
Centro Fondo Gallio per l’acquisto di mezzi battipista per
la battitura di piste da fondo.
Fondi che si aggiungono ai
917.364 euro già stanziati
che hanno finanziato anche
l’acquisto di mezzi battipista
al centro fondo di Enego –
Marcesina.
“La nostra attenzione si è rivolta ai comprensori vicentini
perché riteniamo che debbano essere sostenuti e valorizzati, dal momento che già
oggi può ben competere nella capacità ricettiva e dell’accoglienza con altre eccellenze, non solo del Veneto commenta l’assessore De
Bona – Ed ancora una volta
la positiva sinergia con gli
amministratori locali, unita
alla buona amministrazione,
ha consentito di effettuare
un’efficace azione di sostegno all’offerta turistica della
provincia di Vicenza, che non
mancherà di dare frutti importanti in termini di qualità dei
servizi e di presenze”. G.R.
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Sabato 10 gennaio 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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Dopo il dichiarato ritiro della Provincia si corre ai ripari per salvare la struttura
ATTUALITA’
Aeroporto, parla Mantovani:
«Non escludo la possibilità di altre partnership»
Spiraglio di luce per l’aeroporto di Asiago. A dare un
barlume di speranza sono le
parole del presidente dell’”Aeroporto di Asiago
Spa”, Piercarlo Mantovani,
dopo l’annunciato ritiro dalla società da parte della
Provincia.
Inaspettatamente il presidente di palazzo Godi Nievo
aveva annunciato l’abbandono immediato della Provincia delle quote societarie
in “Aeroporto di Asiago
Spa”, saltando a piè pari il
passaggio
di
ricapitalizzazione che sarebbe dovuto diminuire di
un terzo all’anno in tre anni.
Quest’anno la Provincia
avrebbe dovuto versare 44
mila euro invece di 66 mila.
Fino al consiglio di fine
2008 dove, a sorpresa, la
giunta Schneck aveva dichiarato il ritiro.
Unanime il disapprovo degli amministratori locali.
«La decisione di uscire
completamente dalla società che gestisce l’Aeroporto di va contro l’impegno verbale assunto da
Schneck dinnanzi ai sindaci dell’Altopiano – aveva dichiarato a caldo il sindaco di Asiago Andrea
Gios - spiazza completamente i nostri comuni che
in questo momento non
hanno materialmente la
possibilità di modificare
gli impegni di spesa già
stanziati nel bilancio».
«Sono amareggiato e contrariato dalla repentina
decisione della Provincia
di Vicenza di dare forfait
alla società “Aeroporto
di Asiago” – erano state le
parole del sindaco di Roana
Mario Porto - stiamo ripe-
tendo lo sbaglio di 50
anni fa, quando, basandosi sullo stesso principio
di economicità, l’allora
“Società Veneta” ci chiuse la ferrovia RocchetteAsiago, salvo poi, dopo
qualche decennio, piangere sull’errore».
Non erano mancate nemmeno alcune ipotesi di beghe politiche.
«Ho l’impressione che
l’uscita immediata dalla
società sia la risposta allo
“scorno” mal digerito
quando il consiglio provinciale ha deliberato di
accettare la richiesta del
comune di Asiago di corrispondere 296 mila euro
per il diritto di superficie
del terreno su cui sta sorgendo la centrale a
biomasse – aveva dichiarato il consigliere provinciale di minoranza Francesco
Gattolin -. E’ stato quello
un boccone amaro per la
Provincia, basti solo valutare il fatto che la stessa recupererà il proprio
investimento in 25 anni,
mentre il comune di
Asiago, prestando il terreno per 60 anni, ha
introitato anticipatamente
tutti i canoni annui».
Uno spiraglio contro la
paventata chiusura della
struttura traspare dalle parole del presidente della società “Aeroporto di Asiago
Spa” Piercarlo Mantovani.
Presidente qual è la reazione a questa inversione di rotta? «Prendiamo
atto del cambiamento di programma ma di cento non ci
rassegnamo. E’ questo il
momento di rimboccarci le
maniche e darci da fare».
Comprende le motivazioni? «Le motivazioni
sono parecchio discutibili.
Se si realizza un’opera per
poi abbandonarla la si perde due volte: si perde ciò
che è stato realizzato e ciò
che potenzialmente avrebbe potuto essere. Sono stati spesi tempo, fatica e soldi. È come far studiare per
anni un ragazzo, portarlo
alla laurea, per poi comunicargli che quella laurea non
gli serve a nulla, che può
gettarla».
La laurea rappresenta la
Spa presumo… «Esatto.
Quello è stato il nostro salto di qualità societaria».
Chiude Asiago ma chiude anche Vicenza. Non è
un periodo roseo per gli
aeroporti vicentini non
trova? «L’aeroporto di
Vicenza ha una struttura
totalmente diversa dalla
nostra, con problemi
logistici e di collegamento.
Da noi il collante è il turismo, è la vocazione per cui
questo aeroporto deve continuare ad esistere».
Ora tutti quei progetti,
compreso quello di collegare Asiago con altre
località, cesseranno di
esistere? «Assolutamente
no».
Ma senza la partnership
della Provincia, e verosimilmente della Camera di Commercio che si
ritirerà, come farà l’aeroporto a sopravvivere?
«Innanzitutto è prematuro
dichiarare una chiusura. A
deciderlo dovrà essere prima di tutto l’assemblea che
è stata convocata per il 20
(di gennaio ndr). Poi non
escludo la possibilità che
possano intervenire altri
partner per dare fiato alle
casse e permettere così all’aeroporto di Asiago di portare avanti tutti quei progetti per cui si sta lavorando da anni».
Luigi Frigo Bettinado
Asiago, opere pubbliche
per 6,5 milioni di euro
Palazzetto dello sport, una pista da sci al Millepini, e giardini nuovi nel piano triennale
approvato dal consiglio. Rigoni: “Verrà anche realizzata la rotonda in via Verdi”
Sei milioni e mezzo di
euro. A tanto ammonta il bilancio delle opere pubbliche previsto
per il prossimo
triennio ad Asiago.
Tra i progetti spiccano il nuovo Palazzetto
dello Sport, la realizzazione di una pista
da sci da fondo al
Parco Millepini ed il
rifacimento dei giardini pubblici di Piazza
Carli, intervento quest’ultimo proposto dalla minoranza ed accolto dalla
maggioranza del sindaco
Gios.
Particolare attenzione sarà
inoltre dedicata al miglioramento dei marciapiedi, al
potenziamento della pubblica
illuminazione e all’asfaltatura
di molte strade comunali, sia
del centro che delle contrade.
“L’aver portato a termine tre
grosse opere pubbliche, la
Casa di Riposo, il centro culturale polifunzionale del
Millepini ed il Museo delle
Acque al Kaberlaba ci ha
permesso ora di affrontare
altre questioni importanti per
la cittadinanza – commenta
l’assessore ai Lavori Pubblici Giampaolo Rigoni nell’esporre il programma
triennale dei lavori pubblici –
Nel piano triennale sono previste opere di sistemazione
dei marciapiedi per 450 mila
euro, 400 mila euro per i
manti bitumati e 440 mila
euro per la pubblica illuminazione. Opere che per buona
parte si eseguiranno nelle
contrade asiaghesi dopo che
negli ultimi anni ci si è dedicati alla riqualificazione del
centro che proseguirà con
lavori di manutenzione del
verde urbano e la sistemazione dei giardini pubblici”.
“Inoltre abbiamo stanziato
oltre 500 mila euro per lavori
di adeguamento normativa
antincendio della Scuola Elementare “Monte Ortigara”
ed altri 140 mila per la sistemazione del piazzale esterno
della Casa di Riposo – conclude Rigoni – Tra le tante
opere quella che mi sta molto a cuore è la rotonda in via
Verdi perché l’incrocio è teatro di numerosi scontri nell’arco dell’anno quindi andiamo a rendere più sicura
un’intersezione che sostiene
buona parte del traffico in
entrata ed in uscita del paese. Una rotonda che vogliamo sia anche corredata da
un elemento di pregio costituendo anche una porta d’ingresso al centro di Asiago.”
Entrando nello specifico saranno stanziati oltre 3.5 milioni di euro per la costruzione del Palazzetto dello Sport
da realizzare alle porte di
Asiago, opera che sarà finanziata con un operazione
di leasing, la realizzazione al
Parco Millepini di una pista
illuminata per lo sci di fondo
con innevamento artificiale
per una spesa di 500 mila
euro e lo stanziamento di 300
mila euro per la realizzazione di una rotatoria di Via
Verdi.
Durante la discussione la
minoranza ha presentato un
emendamento per la sistemazione dei Giardini pubblici di
Piazza Carli. “Gli alberi ad
alto fusto esistenti, e in particolare gli abeti bianchi, cominciano a mostrare segni di
ammaloramento e si presentano fuori scala rispetto al
disegno originario storico dei
giardini, inoltre cittadini ed
esercenti del centro hanno
espresso una certa preoccupazione per la sicurezza - ha
spiegato il capogruppo Antonio Lobbia - Chiediamo che
si preveda lo stanziamento di
una somma indicativa di •
440.000,00, finanziata con
l’assunzione di un mutuo,
contributo regionale e fondi
propri, per far fronte a questo progetto”. Richiesta poi
accolta dalla maggioranza.
Gerardo Rigoni
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Sabato 10 gennaio 2009
ATTUALITA’
di Silvana Bortoli
Si dice spesso”raccontare la
storia dell’orso” riferendosi a
un fatto che ha dell’incredibile
e che suona come fasullo o
perlomeno esagerato. In
Altopiano ultimamente ne girano numerose di “storie dell’orso”, ma se alcune sono da intendersi come quella sopra descritta, altre invece ci parlano
realmente della vita di KJ2G2,
l’orso bruno che da circa un
anno è ospite del nostro territorio, facendocelo conoscere
un po’ meglio. Ed è proprio la
migliore conoscenza di questo
animale, della sua storia, del suo
carattere, delle sue abitudini, a
rendersi necessaria per una
convivenza pacifica, per poter
continuare a frequentare i nostri monti e i nostri boschi senza preoccuparsi di questa nuova presenza, ma anche rispettandola e salvaguardandola.
Perché se da una parte c’è chi
ammette di temere un incontro
con l’animale, tanto da rinunciare ad escursioni nelle zone
in cui potrebbe trovarsi, ad altri
non parrebbe vero poterlo vedere e magari fotografare. Sono
molte le domande che la gente
si pone sull’orso, si chiede se
siano vere le notizie che si susseguono di avvistamenti sia
dell’animale che delle sue tracce, di predazioni di animali di
vario genere, c’è chi dubita persino della sua presenza in zona,
e chi si dice convinto che gli
esemplari siano più di uno, e
ancora chi si chiede perché non
sia andato in letargo. Qualcu-
l’Altopiano
5
L’orso bruno, girovago
e poco propenso a dormire
L’animale si muove senza problemi anche sulla neve abbondante di questo
inverno. Si susseguono segnalazioni di avvistamenti veri o presunti, ma
sembra che finora nessuno sia riuscito a fotografarlo. Ci sono invece le
immagini delle impronte e delle tracce lasciate dopo la predazione del
cervo in Val Rotta, che testimoniano la dinamica del fatto.
no asserisce di non comprendere come non si pensi a catturare
l’animale per mettergli un collare satellitare e quindi poterlo poi
monitorare, e c’è addirittura chi
crede che gli si stia dando la caccia per evitare che possa fare
danni! Tanto poi si è detto
dell’avvistamento dell’orso da
parte di un uomo della Forestale,
che transitando in auto nella
zona dei Larici, se lo sarebbe trovato davanti, mentre attraversava la strada. Per fare un po’ di
chiarezza e rispondere a quesiti
e supposizioni, abbiamo incontrato gli uomini del Corpo
Forestale di Asiago, precisamente il vice questore aggiunto
Furlan del Comando Distrettuale
e l’ispettore Paganin. “L’orso è
un animale estremamente protetto – dicono – ed è assolutamente inopportuno cercarlo,
sia per non disturbarlo e infastidirlo, che per evitare di correre dei rischi, seppur l’orso si
possa considerare pericoloso
solo in limitate situazioni.
Quindi se si dovessero trovare
tracce di impronte dell’orso è
necessario non seguirle, anzi è
preferibile prendere la direzione opposta. E’ un animale assai diffidente e con i sensi molto sviluppati, soprattutto l’odorato, tanto da riuscire a percepire la presenza umana anche
a qualche chilometro di distan-
za, cosa che lo spinge ad allontanarsi subito, senza dar
modo di notare la sua presenza. In caso di un assai improbabile incontro fortuito con
l’orso, è necessario stare fermi
e non gridare, l’animale se ne
andrà. Potrebbe essere pericoloso se sorpreso con una preda
o con i cuccioli, ma non va in
ogni caso comunque sottovalutato, ed è assolutamente da
evitare il cercare di attirarlo
con cibo ed esche per tentare
di fotografarlo o filmarlo: se dovesse assimilare il cibo con
l’uomo potrebbe diventare problematico, con rischi per se stesso e per le persone. Per quanto
riguarda avvistamenti dell’animale e ritrovamento di sue
tracce, alcuni si sono rivelati
falsi, o comunque dubbi, ma
altri sono certi. Sicuramente è
stato visto nel novembre 2007
a Marcesina dai tecnici del
progetto “Life Ursus”(che si
occupa della reintroduzione
dell’orso bruno sul Brenta),
sono confermate la distruzione
di alcune arnie e l’uccisione di
alcune pecore e soprattutto la
recente cattura di un cervo in
Val Rotta, fatto di cui, seguendo impronte, tracce e resti, si è
potuta ricostruire con buona
precisione la dinamica. Già
prima del ritrovamento della
carcassa del cervo, gli uomini
Se ne andrà presto l’orso dell’Altopiano?
KJ2G2 lascerà probabilmente i nostri monti non appena raggiungerà
la maturità sessuale e sentirà l’esigenza di cercarsi una femmina
E’ invece convinto che in
Altopiano l’orso sia uno solo e
che potrebbe andarsene fra non
molto tempo, lasciando il nostro
territorio non appena raggiunta
la maturità sessuale, Carlo
Frapporti del Servizio Foreste e
Fauna della Provincia di Trento,
che ha tenuto una serata informativa nella sala consiliare del
Municipio di Gallio, parlando del
progetto di reintroduzione dell’orso bruno, e in particolare di
“KJ2G2”, giunto nel nostro territorio dal Trentino, risalendo il
fiume Adige e attraversando la
Vallarsa e la Val d’Assa. “Meno
di un secolo fa – ha detto – si
sono spesi soldi per eliminare
l’orso, oggi invece se ne spendono per reintrodurlo e tenerlo. La presenza dell’orso ha un
valore socio culturale, ed una
importanza anche dal punto di
vista turistico, perché testimonia il buono stato dell’ambiente che l’animale sceglie per viverci”. Dai 10 orsi introdotti in
Trentino dal 1999 al 2002, oggi
se ne stimano circa 25, da 16
cucciolate in 7 anni sono nati 35
cuccioli, di questi alcuni non
sono sopravvissuti per cause
www.giornalealtopiano.it
naturali o accidentali. I dati sulla
vita degli animali vengono raccolti
osservando i segni che lasciano
sul territorio: le impronte, gli
escrementi, i peli, i graffi. “La presenza dell’orso in una determinata zona – ha detto Frapporti –
non comporta nessuna nuova limitazione o vincolo per gli abitanti del territorio. L’orso non è
offensivo, non attacca se non è
provocato, e l’attacco all’uomo
è l’ultima soluzione che adotta,
se proprio se ne sente costretto.
Ci possono essere degli orsi che
vengono definiti “problematici”
, che si avvicinano troppo alle
abitazioni, che prendono l’abitudine di cibarsi nei cassonetti
dei
rifiuti,
perdendo
gradatamente il timore nei confronti dell’uomo. Sono casi che
richiedono soluzioni diverse,
come già accaduto, catturando
l’orso e destinandolo vivere in
cattività. Certo l’orso provoca
anche dei danni, è successo anche qui, dove ha predato pecore
o animali selvatici, come il cervo ucciso poco tempo fa. Le analisi condotte sui resti di quest’ultimo, in particolare il midollo
osseo, hanno messo in luce che
si trattava di un soggetto in condizioni critiche, che non sarebbe sopravvissuto comunque a
questo inverno. La situazione
climatica di quest’anno certamente favorirà la predazione di
altri animali. “KJ2G2” si sta rivelando un animale tranquillo, reputo sia l’unico orso presente in Altopiano perché le
tracce finora trovate sono tutte riconducibili a lui, probabilmente non è andato in letargo perché questo può accadere, soprattutto in soggetti
maschi giovani. Penso che lascerà l’Altopiano per tornare
sui suoi passi non appena sentirà l’esigenza di cercare una
femmina ed accoppiarsi. Non
è ipotizzabile che qui possa arrivare un esemplare femmina,
né spontaneamente, visto che
le orse tendono a non spostarsi dal proprio territorio, né appositamente portato, per la
complessità e le incertezze che
l’operazione comporterebbe.
Non è da escludere invece l’arrivo nei prossimi anni di un altro esemplare maschio”.
Silvana Bortoli
Le impronte lasciate dall’orso sulla neve. Sotto, a sinistra, la carcassa del cervo predato in Val Rotta
del Corpo Forestale avevano
avuto la certezza della presenza dell’orso in Val d’Assa, zona
in cui sembra che KJ2G2 abbia trascorso parecchio del
suo tempo. Ma dalle nostre conoscenze risulta che l’animale
sia piuttosto errante e che abbia percorso in lungo e in largo buona parte dell’Altopiano,
sapendo bene come spostarsi.
Il fatto che non sia andato in
letargo, o che comunque alterni periodi di sonno a periodi
di attività, può essere
imputabile a molti fattori: forse non aveva sufficienti scorte
di cibo, o forse è proprio una
sua personale caratteristica,
visto che risulta essere rimasto
attivo anche l’inverno scorso.
I fatti recenti dimostrano come
l’orso non abbia nessuna difficoltà a muoversi sulla neve, che
invece è risultata molto penalizzante per il cervo di un anno
e mezzo che faceva parte di un
gruppo di cinque soggetti e che
l’orso ha ucciso, dopo averlo
individuato come il più debole
e furbescamente seguito e isolato, fino a spingerlo in una
zona che non gli ha lasciato via
di scampo. Per quanto riguarda l’ ipotesi di munire l’animale di un collare che ne consenta il monitoraggio, si tratta di
una soluzione che viene adottata solo in casi in cui si renda
necessario per soggetti reputati “problematici”. Non abbiamo mai fatto appostamenti per
cercare di vedere l’orso, e anche l’incontro di cui si è tanto
parlato, è stato fortuito: un
componente della pattuglia
della Forestale che si trovava
nella zona dei Larici per normali controlli non mirati a cercare l’orso, l’ha visto allontanarsi dalla strada, ma tutto si è
svolto in pochi secondi, tanto
che non c’è stato nemmeno il
tempo di pensare a scattare
una foto! Infine, per quanto riguarda l’ ipotesi che ci sia più
di un orso in zona, riteniamo
che sia una possibilità da non
escludere, viste le recenti
segnalazioni, che nell’arco di
breve tempo parlano di
avvistamenti in luoghi piuttosto lontani tra loro”.
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Sabato 10 gennaio 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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Il Regina Margherita rimesso a nuovo
ATTUALITA’
Un nuovo tetto, nuovi spazi e
tante altre migliorie per una
scuola più bella, più sicura, più
funzionale. Sono quasi terminati i lavori al Regina
Margherita, lo storico asilo
della comunità asiaghese
(nato nel 1902 da un apposito lascito), oggetto di un
grosso intervento di
ristrutturazione, il più importante mai realizzato su
questo edifico. Nella giornata di porte aperte che si
terrà a fine mese, si potrà
dunque prendere visione di
quanto realizzato, anche
degli spazi nuovi per i quali
ora si sta provvedendo alla
scelta dell’arredamento e
che saranno usufruibili dal
prossimo anno scolastico.
Nel sottotetto sono stati ricavati un ampio salone
polifunzionale, dotato di riscaldamento a pavimento,
due nuove stanze, molto
capienti, per l’asilo nido e
servizi igienici, sia per gli
adulti che per i piccoli. “Finalmente possiamo dire che
in questa scuola si sta davvero bene sotto tutti i punti
di vista” afferma con natu-
Sono terminati i lavori di ristrutturazione dello storico asilo di Asiago. L’intervento,
il più importante mai realizzato nella storia di questo edificio, è costato 410 mila euro
zio della scuola, le insegnanti, tutto il personale e i componenti del consiglio di amministrazione. Un grazie a
chi ci ha dato una mano economicamente. Va sicuramente ricordata con affetto e riconoscenza Augusta
Carli che ci ha lasciato un
contributo consistente. Un
ringraziamento particolare
alla Cariverona che ha
elargito 150 mila euro, alla
Regione, al Comune, a va-
rie associazioni e ai privati
che ci hanno dato tante piccole offerte”.
Il costo totale dell’intervento ammonta a 410 mila
euro (cifra comprensiva di
Iva).
“In vista dei lavori avevamo fatto appello a tutta la
comunità perché ci aiutasse a far fronte a questo
impegno oneroso. Facevamo affidamento in particolare su artigiani, commer-
cianti, albergatori, liberi
professionisti, immobiliaristi
e banche che operano ad
Asiago. Ci rammarica un po’
il fatto che, tranne qualche
rara eccezione, nessuno di
questi si sia fatto vivo. Pensavamo ci fosse più attenzione da parte di tutti per una
scuola che è della cittadinanza, una struttura importante
per tutta la comunità e per
l’educazione dei nostri bambini”. Stefania Longhini
“Il mio asilo, quanti ricordi e quanti significati!”
rale soddisfazione il presidente Giovanni Lamonaca.
In poco più di sei mesi, con
il massimo impegno da parte di tutti, si è riusciti a dare
un volto nuovo alla scuola.
Oltre al rifacimento del tetto e del pavimento del primo piano, internamente
sono stati rifatti tutti gli intonaci, dipinti muri e pareti,
sostituiti gli infissi e i
serramenti che ora risultano tutti a norma, con uscite
di sicurezza, sostituito l’impianto di riscaldamento e
rifatto l’impianto elettrico.
“Un lavoraccio davvero –
continua Lamonaca – per il
quale vorrei ringraziare tante persone: tutti gli operai
delle ditte che hanno lavorato, l’architetto Franco Sartori
che ha diretto i lavori, i genitori così preziosi, impagabili,
che con il loro lavoro volontario si sono prodigati perché
tutto fosse a posto per l’ini-
All’asilo Regina Margherita
sono legati i ricordi d’infanzia di gran parte degli
asiaghesi. In una lettera inviata
al
presidente
Lamonaca, Giancarlo Bortoli,
presidente della Comunità
Montana, racconta vicende e
sentimenti che ci fanno capire
quale importanza dovrebbe rivestire per tutti i noi la nostra
comunità. L’asilo è uno dei
simboli della nostra comunità,
dell’orgoglio e della buona volontà di noi montanari, che va
custodito e amato. Riportiamo
alcuni passi della lettera:
“…l’asilo in cui ho passato
la mia prima infanzia, come
tanti compaesani. Anzi, fui
accolto ancora lattante
allorchè mia mamma dovette essere ricoverata in ospe-
dale per (allora!) una
“grande operazione”. Rifletto spesso che, partito da
famiglia povera, la vita mi
ha aperto le porte per migliorare il mio stato economico e culturale. Il punto
focale fu quando, negli anni
’60, fummo costretti ad emigrare in Germania ove trovammo quell’ospitalità che
in Italia non sappiamo dare
agli immigrati. Quando la
corriera dell’allora Siamic
superò la Gaiga provai
grande sofferenza che si accentuava mano a mano che
si raggiungeva la “Val Canaglia”. Conobbi il sentimento e il dolore della nostalgia e, più tardi, frequentando scuole e università
della pianura, capii che noi
altopianesi eravamo veramente un popolo particolare. Ho considerato, dunque,
che le cose positive che mi
ha concesso finora la vita
sono dovute anche al mio
paese…che il merito debba
derivare dalla mia gente,
dalle nostre montagne, dal
DNA che ci caratterizza. Se
ricevi dai. In questo spirito
di riconoscenza verso la comunità
asiaghese
e
altopianese, quando posso
faccio qualche donazione.
Ora tocca all’asilo, al “mio
asilo” che con la sua struttura rimasta integra,
rinfocola i ricordi di quando eravamo più poveri, ma
più felici in paesi e contrade
non soffocati dai condomini…”
UN TAVOLO TECNICO PER
LE FAMIGLIE NUMEROSE
E’ stato ufficializzato nei giorni scorsi il tavolo tecnico Provincia-Anfn (Associazione
Nazionale Famiglie Numerose) che si propone di programmare interventi di sostegno alle
famiglie numerose del territorio vicentino. Un tavolo aperto, ha subito precisato l’Assessore Provinciale al Bilancio
Cristiano Sandonà, a cui sono
invitate a sedere le associazioni di anziani, disabili, e di tutte
quelle persone che soffrono in
maniera ancor più pesante
quando si affrontano periodi
non particolarmente floridi per
l’economia, come quello che
stiamo vivendo. Il primo contatto tra Provincia e Anfn (associazione della quale fanno
parte anche famiglie numerose dell’Altopiano) è avvenuto
proprio tra l’Assessore
Sandonà, che ha competenza
anche in ambito di trasporto
pubblico, e Franco Grotto, coordinatore provinciale dell’associazione, il quale ha chiesto,
e subito ottenuto, agevolazioni
per il trasporto degli studenti,
così già da quest’anno a parti-
re dal terzo figlio le famiglie
non pagano l’abbonamento
delle Ferrovie e Tramvie
Vicentine. Un primo passo che
ha dato il via ad un percorso
ben più lungo, che vuole
spaziare non solo nei settori di
competenza della Provincia,
ma far sì che la Provincia funga da coordinatore per promuovere iniziative specifiche
di sostegno alle persone in difficoltà. “A gennaio aprirà lo
sportello mutui – ha commentato l’Assessore Sandonà - a
cui i vicentini si potranno rivolgere per ottenere le migliori
offerte proposte da undici istituti di credito. L’obiettivo è di
realizzare anche uno sportello
alimentare. Per questo, lo ribadisco, il nostro tavolo è aperto, e ci auguriamo che vi partecipino le associazioni
vicentine con cui vogliamo provare a creare una rete di sostegno nelle necessità quotidiane dei vicentini.” Nel dettaglio, lo sportello alimentare
è ancora tutto da pensare e
tutto da organizzare. La filosofia è la stessa dello sportello
mutui: mettere in concorrenza
tra loro varie offerte in modo
da ottenere i prezzi più bassi.
“Cercheremo di intervenire
anche mettendo a disposizione fondi nostri – ha spiegato
l’Assessore Provinciale al Sociale Maria Nives Stevan ma, viste le difficoltà di bilancio con cui anche noi ci dobbiamo confrontare, punteremo
più su un ruolo di coordinamento e promozione, in risposta ad
un grido di aiuto che arriva dal
territorio e che non possiamo
far finta di non sentire, nonostante le poche competenze
dirette della Provincia in ambito sociale.” D’altra parte,
come ha sottolineato l’Assessore Sandonà, la Provincia ha la dimensione territoriale giusta per intervenire in
maniera più efficace su politiche di contenimento della
spesa, perché come i Comuni
è tanto vicina al territorio da
carpirne le necessità, ma diversamente dai Comuni non
è frammentata e riesce ad
elaborare politiche di area vasta.
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Sabato 10 gennaio 2009
ATTUALITA’
Nell’ambito del progetto “I
giovani incontrano l’Europa”,
promosso dall’Assessorato al
Turismo di Asiago nella figura dell’Assessore Roberto
Rigoni, dal 13 al 16 dicembre, si è tenuto un viaggio a
Roma a cui hanno potuto partecipare i giovani asiaghesi interessati.
L’iniziativa è stata proposta in
occasione del sessantesimo
anniversario dall’approvazione della nostra costituzione e
ha coinvolto ben 54 ragazzi,
tra studenti e lavoratori, accompagnati dall’Assessore al
Turismo e alla Cultura e dal
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
7
Viaggio a Roma: un’esperienza
tra politica, cultura e aggregazione
consigliere Franco Sella. Tra
i partecipanti, c’è stato anche
don Federico, che ha accompagnato i ragazzi alla volta di
Roma, capitale del nostro Paese e culla della nostra tradizione.
Il viaggio si è posto come una
sorta di continuazione di quello proposto lo scorso anno a
Bruxelles, quando i partecipanti avevano avuto l’opportunità di visitare il Parlamento
Europeo.
Lo scopo principale del viaggio, questa volta, è stato quello
di dare modo ai partecipanti
di visitare le principali sedi del
SUCCESSO PER LA SERATA
CON LO SCALATORE
VICENTINO MARIO VIELMO
Sabato 27 dicembre
presso lo Sporting
Residence Hotel si è tenuta una serata che ha
proposto la testimonianza dell’alpinista e scalatore leoniceno Mario
Vielmo; l’incontro ha
proposto contenuti che,
più
di
carattere
alpinistico, miravano a
sensibilizzare sulle
problematiche di carattere sociale relative alle
popolazioni del Tibet.
Nutrita e sentita la partecipazione di pubblico, soprattutto
giovani, che hanno gremito la sala.
Vielmo ha proposto il filmato girato in occasione dell’ascesa alle montagne himalaiane con la fiaccola olimpica con
cui si è realizzato un DVD, il ricavato della cui vendita, assieme a quello relativo ad un calendario fotografico, servirà
per finanziare il progetto per la costruzione di una scuola
per i bambini tibetani esuli e profughi in terra indiana, a
Dharamsala. Il DVD del filmato ed il calendario fotografico
di Mario Vielmo sono ancora disponibili rivolgendosi a
Fabiola, in corso IV Novembre 76 ad Asiago (info 0424
64981).
Cesare Pivotto
“Himalayan Blackout è il film-testimonianza di una spedizione alpinistica, Everest Expedition ’08, singolare e anomala fin dal principio, per come si è svolta e per lo stato di
controllo e di fermo militare che vigeva in Nepal in quel
periodo. Ma prima di tutto, Himalayan Blackout è un mezzo per diffondere un pensiero che va oltre la vicenda sportiva: un alpinismo più consapevole, non fine a sè stesso ma
portavoce di una causa più grande della semplice impresa
individuale. Ecco perché i proventi di quest’opera, quasi
interamente autoprodotta, andranno in parte a finanziare il
progetto a favore della Sambhota Tibetan School che già
da anni sta ottenendo l’attenzione e le risorse di aziende
private, pubbliche e di persone singole. L’obiettivo è la
costruzione di un istituto scolastico per bambini profughi
tibetani a Dharamsala, India (per cui sono già stati raccolti circa 70.000 euro dei 167.000 necessari).
Questo film non è un progetto nato dopo la spedizione ma
insieme ad essa. Ne è parte integrante “.
Il Gal cerca un addetto alla segreteria
Dal 07 al 21 gennaio 2009 possono essere presentate domande
per la selezione di un addetto alla segreteria del GAL “Montagna Vicentina”; l’avviso pubblico e il formulario di domanda
sono disponibili presso la sede del GAL in P.zza Stazione, 1 ad
Asiago dalle 9.00 alle 12.00 dal Lunedì al Venerdì, presso i
Comuni
indicati
nel
bando
o
sul
sito
www.montagnavicentina.com nella sezione “bandi”. Per informazioni telefonare allo 0424.63424 negli orari di apertura
dello sportello informativo.
nostro governo, anche se,
soggiornando a Roma, il gruppo ha potuto prestare attenzione anche alle tante meraviglie che costituiscono le fondamenta della nostra cultura.
Un viaggio a doppio senso
dunque: all’intento didattico si
è unito il piacere di visitare la
città, entrambi aspetti utili e
dilettevoli nel contempo.
I giovani partecipanti sono
andati a formare un gruppo
che, per quanto ben assortito
in età e occupazione, si è
amalgamato molto bene.
Ecco che, sempre tutti insieme, dopo ore e ore di viaggio
in corriera, i 54 partecipanti
hanno visitato le catacombe di
San Callisto, la magica piazza
di Spagna, la romantica Fontana di Trevi e il Quirinale. Le
ragazze, a dire la verità, hanno da subito puntato a via
Condotti, per un po’ di sano
e... femminile shopping!
Il giorno seguente, non potevano non visitare il leggendario Colosseo e gli evocativi
Fori imperiali, Piazza Venezia
e l’Altare della Patria, prima
di recarsi in Vaticano per assistere all’Angelus.
All’interno dello Stato Vaticano, un gruppo di loro ha trovato
un
“asiaghese
romanizzato”, il fratello del
professore Gloder che ha guidato alcuni ragazzi nella visita.
Tutto il gruppo si è poi recato
all’interno di San Giovanni
Laterano, dove don Federico
ha celebrato un’intima messa.
Il terzo giorno i 54 ragazzi si
sono dedicati alla visita dei
Musei Vaticani e di San Pietro, per poi recarsi presso le
tombe dei nostri papi. Il pomeriggio di lunedì 15 dicembre è stato dedicato alla preparazione per la visita del Parlamento; i ragazzi, infatti, hanno avuto la rara possibilità di
assistere a una seduta della
camera presieduta dall’onorevole Rocco Buttiglione, da cui
hanno anche ricevuto le con-
gratulazioni per il loro comportamento esemplare e per
il loro interessamento alla
tematica in discussione: la riforma universitaria.
Così è giunta anche l’ultima
serata romana prima della partenza, festeggiata con un momento di aggregazione e di intesa tra tutti i partecipanti.
Nella mattinata del giorno seguente, un gruppo si è recato
a visitare il Ministero dei Beni
Culturali, accolto dalla segretaria del Ministro e dalla
cerimoniera. Un altro
gruppetto si è invece incontrato con il Senatore vicentino
Paolo Franco, presso Palazzo Madama.
Insomma, un viaggio davvero denso, impegnativo ma intenso, che ha lasciato il segno sia nei partecipanti che
negli accompagnatori per vari
motivi: l’incontro tra giovani
e politica, l’indubbia bellezza
di Roma e l’aggregazione
spontanea tra persone di età
e professioni differenti.
Avvolti dall’intramontabile
magia di Roma, i 54 partecipanti hanno potuto sentirsi
parte di un bel gruppo e ora
possono rendere quest’esperienza umana e culturale un
vero e proprio bagaglio per la
vita, oltre che vantare la loro
presenza più unica che rara
alla seduta della Camera.
I partecipanti, partiti da Asiago
con verduzzo e panini “alla
veneta”, hanno potuto toccare con mano una realtà più
grande e complessa e confrontarla con quella europea,
rispetto alla quale, a loro dire,
è un po’ fossilizzata e lenta.
Sicuramente, per tutti loro, si
è trattato di un’esperienza
irripetibile, sia dal punto di vista umano che culturale.
“L’iniziativa – ha dichiarato
l’Assessore Roberto Rigoni –
ha rappresentato una sorta di
accostamento dei giovani
alle istituzioni, in un periodo
in cui il mondo giovanile tende ad allontanarsi dalla po-
litica. Con questo viaggio –
ha continuato l’Assessore alla
Cultura e al Turismo di Asiago
– abbiamo raggiunto lo scopo di sperimentare la politica
nella concretezza dei suoi luoghi, comprendendone valore e
importanza”.
Un bilancio più che positivo
per l’esperienza appena intrapresa, sia da parte dei partecipanti
che
degli
accompagnatori; “Ancora
una volta – ha infatti dichiarato il consigliere Franco Sella – le politiche culturali del
nostro Comune hanno contribuito ad accrescere le conoscenze dei giovani che hanno
potuto visitare posti magari
mai visti e vivere un’esperienza di aggregazione unica. Un
modello culturale vincente
che sta riscuotendo successo
tra i nostri ragazzi”.
Martina Rossi
Autobus di linea per Trento
prima corsa il 16 gennaio
Finalmente è stato approvato il servizio di autobus di linea per
il collegamento con la Provincia di Trento! “Si tratta di un’iniziativa importante per i nostri giovani studenti che da anni
richiedono l’attivazione di un servizio di trasporto pubblico
verso Trento, questo darebbe a loro l’opportunità di migliorare i collegamenti con la sede universitaria con una conseguente diminuzione dei costi di trasporto a carico delle famiglie; - spiega Roberto Rigoni consigliere di amministrazione
di FTV e vicesindaco di Asiago - grazie all’aiuto della Provincia, in particolare dell’assessore Sandonà, abbiamo mantenuto la promessa di attivare questo servizio che darebbe un
aiuto importante anche al turismo”. L’iniziativa, del tutto gratuita per il tratto di competenza delle FTV, verrebbe poi ad
unire, di fatto, il nostro Altopiano con quello di Folgaria e
Lavarone, creando un ulteriore servizio a favore del turista. Il
prossimo venerdì 16 gennaio la prima corsa. Il servizio, in
fase sperimentale sino al 30 giugno 2009, si svolgerà nel pomeriggio del venerdì e nella prima mattinata del lunedì. Questi
gli orari: partenza da Asiago alle ore 5.20 il lunedì mattina e
sarà in coincidenza alle 6.09 a Monterovere (Trento) con la
corsa della “Trentino Trasporti” proveniente da Luserna e diretta a Trento. Il venerdì pomeriggio è prevista una corsa di
rientro con partenza da Lavarone Chiesa alle 17.54 in coincidenza con l’arrivo in quella località di una corsa “Trentino
Trasporti” in partenza da Trento alle 16.40. L’arrivo ad Asiago
da Lavarone è previsto alle 19,00.
L’Altopiano a scuola con i Vipers
Certo che in casa Vipers le
idee non mancano mai. L’ultima è stata presentata proprio alla vigilia delle vacanze
natalizie ed è certamente di
quelle che meritano attenzione. Si chiama “Viper’s cool”
e si tratta di un progetto rivolto alle scuole elementari
dell’Altopiano. «Abbiamo
scelto un gioco di parole –
spiega il presidente Forte –
visto che “Viper’s cool” si
traduce letteralmente con
“Vipers è bello”, ma nella
pronuncia potrebbe benissimo essere inteso come
“Scuola Vipers”».
Atleti e dirigenti della società
altopianese, nella giornata di
martedì 23 dicembre, han-
no visitato classe per classe i tredici istituti elementari dell’Altopiano, distribuendo gratuitamente circa
duemila quadernoni agli
alunni. Sei le tipologie realizzate, con altrettante
colorazioni, grafiche e copertine che riportano le caratteristiche e le peculiarità degli
Asiago Vipers, andando a
comporre quello che si definisce un acrostico: Victory,
Instinct, Passion, Energy,
Respect, Show.
«E’ stato un “lavoraccio” –
ammette Forte – ma ci siamo davvero divertiti. I bambini erano felicissimi ed il
loro entusiasmo ha fatto sì
che le ore spese tra una scuo-
la e l’altra siano davvero volate.
Questo è un progetto che ci rende
molto orgogliosi: poter essere un
modello per i giovani del futuro,
essere un esempio per qualcuno
che, magari, un domani, si ritroverà raffigurato su uno dei nostri quaderni, non si sa mai!». «Mi
sa che dovremo prepararci ad una
piccola “invasione” di bimbi
dopo le feste di Natale – gli fa
eco Ivan Dalle Ave, vice presidente e responsabile del settore
giovanile – visto che in moltissimi hanno già manifestato l’intenzione di voler provare l’hockey inline!». I quadernoni dei
Vipers sono disponibili presso:
Interoffices, Il Cartolaio e
Cartolibreria Scaggiari.
Stefano Angonese
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Sabato 10 gennaio 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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Storia e canti intorno all’altare
ROANA
Un altare in legno ricco
di storia e, ai piedi dell’altare, un presepio, realizzato con maestria da
Corrado Rebeschini, ispirato ai luoghi e ai fatti
storici della Grande
Guerra. Due simboli pregni di significati attorno
ai quali si è svolta, domenica 28 dicembre, una
serata dedicata, nel 90°
della fine della Prima
Guerra mondiale, alla rievocazione storica della
Battaglia dell’Ortigara
(giugno 1917). Teatro dell’appuntamento, organizzato dal Gruppo Alpini di
Roana, la chiesa di Roana,
gremitissima per l’occasione. A fare gli onori di casa
è stato il parroco don Lino
Prearo che ha avuto anche
A Roana la rievocazione storica della battaglia dell’Ortigara, organizzata dal locale gruppo Alpini
Gli alpini in fila per adorare il bambino
FOTO SPELONCA
il compito di sostituire il
maestro Guido Azzolini,
assente perché ammalato,
nel ricordare la storia dell’altare custodito nella
chiesa di Roana, unico
pezzo rimasto della cappella
(Mecenseffy
Kappelle) allestita a Campo Gallina, luogo di pre-
100 anni di sci a Cesuna
Esposto presso il Centro Sociale Cinema Palladio c’era
circa un secolo di storia dello sci Club Val Magnaboschi.
Oltre all’evoluzione dei materiali impiegati nel fondo, discesa e pattinaggio su ghiaccio, la mostra ha offerto ai
numerosi visitatori durante le feste natalizie una esaustiva
documentazione fotografica che ha tracciato i momenti
più significativi della società sciistica. Seguendo un percorso tematico si è spiegato come il primario Club Edera
venne rinominato durante il Ventennio fascista nell’attuale
Val Magnaboschi, ciò a causa della foglia del rampicante
che al tempo identificava pure il partito Repubblicano, antagonista del regime in carica. Oltre a slittini costruiti artigianalmente con materiali poveri per la gioia dei bambini,
l’esposizione posta in essere dalla pro loco con la collaborazione delle varie associazioni parrocchiali cesunesi, ha
raccolto quanto le soffitte conservavano da decenni, tra
cui una toboga usata per il soccorso sulle piste, quando le
motoslitte erano ancora agli albori dello sviluppo; un grande contributo per il recupero dell’attrezzatura è giunto dalla famiglia Pannilunghi, che dello sci fa da anni la propria
attività commerciale. “100 anni, sciare a Cesuna” rappresenta inoltre la prima manifestazione della gestione Giulio
Valente, neo eletto presidente della Pro loco, e visto il grande
riscontro di visitatori è allo studio l’opportunità di prolungare la mostra, e nell’impossibilità di dare ad essa una sede
permanente, di riproporla quanto meno nelle prossime stagioni.
D. Finco
ghiera dei soldati del Comando della 6° Divisione
fanteria Austro-Ungarica
di stanza lì durante la
Grande Guerra. Al termine del conflitto, la cappella venne smontata e trasportata a Roana dove venne ricostruita, nell’estate
del 1919, al posto della
chiesa del paese distrutta
dai
bombardamenti.
L’inaugurazione avvenne il
7 ottobre del 1919. Siro
Offelli, presidente del Soccorso Alpino di Arsiero,
con l’ausilio di diapositive ha poi tratteggiato i
principali avvenimenti legati alla sanguinosa quanto
inutile
battaglia
dell’Ortigara. Ha chiuso
la serata una breve presentazione da parte dell’autore Sergio Bonato del
libro “Il ritorno dal
profugato – 1918”. Il tutto intervallato dai suggestivi e particolari canti del
coro Le voci della Spelonca, sempre capace di suscitare grandi emozioni.
Polistirolo, compensato, sassi, muschio, qualche rametto,
un filo di rame, noci, un po’ di stoffa, dei cappelli d’alpino in
miniatura e tanta passione. E’ quanto c’è alla base del bellissimo presepio allestito ai piedi dell’altare della parrocchiale di Roana realizzato dal presidente del locale gruppo
Alpini Corrado Rebeschini. Vi è rappresentato, in modo
molto realistico, l’Ortigara con le sue trincee e la colonna
mozza, con la chiesetta del Lozze e la statua della Madonna. In un affranto, dove una trincea s’insinua nella montagna, dietro ad una barriera di reticolati, c’è l’ideale rifugio
dove trovano posto Gesù, Giuseppe e Maria, mentre gli
Alpini in fila salgono per adorare il divin bambino. Una
rappresentazione della Natività davvero singolare e significativa, molto apprezzata dai roanesi, da quanti nel periodo natalizio hanno frequentato la chiesa di Roana e dai
presenti alla rievocazione storica che al termine della serata si sono avvicinati per poter ammirare ogni piccolo particolare della realizzazione.
Il libro di Sergio Bonato sul profugato
Tornare a casa. Ritornare sconquasso, che delle case
tra i propri monti, rivedere rimanevano poco più delle
le proprie contrade, odora- fondamenta ma la voglia di
re il profumo dei propri ritornare forse faceva che
campi. Ritornare a casa. E’ non si ascoltassero bene le
stato il pensiero fisso per voci fino a quando, dopo
oltre tre anni dei profughi l’armistizio, venne proibito
altopianesi costretti duran- qualsiasi transito ai civili
te il maggio del 1916 a sull’Altopiano tranne pochi
scappare in un baleno, rac- autorizzati.
cogliendo in fretta e furia Finito la guerra per i proquattro cose, ad abbando- fughi iniziò un’altra contro
nare le proprie case all’as- la burocrazia, contro funsalto delle artiglierie dei due zionari testardi, contro mieserciti
contrapposti litari
ottusi
per
sull’Altopiano. Tornare a riappropriarsi di qual poco
casa. E’ stato quasi un os- che avevano lasciato.
sessione per gli altopianesi Un’odissea raccontata nel
sparsi per mezz’Italia spes- libro “Il ritorno dal
so bollati come traditori per- profugato – Kerabar
ché si parlava ancora il Hoam, Torniamo a casa”
cimbro, spesso derisi per- che nasce da una ricerca
ché abitanti in montagna e di Nico Lobbia poi affidata
poco avvezzi alle
cose di città. TorSergio Bonato presenta il suo libro
nare a casa. Una
nella chiesa di Roana
possibilità che
sembrava avverarsi appena l’Austria capitolò nel
1918 perché non
si sapeva a quale
furia distruttrice
era stata sottoposto ogni paese,
ogni contrada,
ogni abitazione.
Delle voci filtravano ma non
c’era la possibilità di confermarle.
Voci segnalavano
che i boschi erano devastati, che
i prati erano uno
all’Istituto di Cultura
Cimbra. Un libro che riporta articoli di giornale, documenti e atti sull’odissea
altopianese arricchito da
una cospicua raccolta fotografica con alcune foto quasi inedite. Un odissea che
ha portato D. Giuseppe
Rebeschini a scrive sul “Il
Risorgimento”: “Vorremmo
stendere un velo e nemmeno
parlare della lugubre data,
segnale e preludio dell’invasione che ridusse a un cumulo di macerie l’Altopiano e le
valli limitrofe; vorremmo seppellire nell’oblio le tragiche
scene, i pianti, gli strazi, le
pene dei profughi figli
dell’Alpe, costretti a precipitare nella pianura sotto la pressione dell’uragano;vorremmo
tacere e tacere per sempre
gli episodi che accompagnarono quella fuga disperata di
donne, di bambini, di vecchi;
vorremmo nemmeno accennare allo sconforto indicibile
alla grande amarissima delusione che quegli infelici
provarono, quando, sottrattisi al pericolo di morte per
l’infuriar delle granate, si
videro fatti oggetto di disprezzo e di rifiuto da parte
di coloro che dovevano allietarli del saluto “Fratelli”
e invece li regalavano d’un
titolo che lacerava le loro
anime, più che non il proiettile nemico sibilante per
l’aria! Vorremmo dimenticare tutto … per non rinnovare lacrime, dolori, per non rattristarci e rattristare.”
Prima messa ad Asiago nell’aprile 1919
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Sabato 10 gennaio 2009
l’Altopiano
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Urbanistica sempre al centro delle polemiche
ROANA
Contestato un emendamento che riserva al Comune roanese il diritto della perequazione
ROTZO
Consegnate le borse di studio
Foto di Bruno
Slaviero
E’ oramai una consuetudine per il Comune di Rotzo
premiare, prima di Natale,
gli studenti meritevoli residenti. Le borse di studio 2008, relative ovviamente all’anno scolastico
2007/2008, sono state
consegnate in una breve
e semplice cerimonia tenutasi
nella
sala
consiliare, sabato 20 dicembre.
Il
sindaco
Matteo Dal Pozzo ha fatto gli onori di casa, insieme all’assessore alla cultura e all’istruzione Laura Segna. Ospiti speciali
della serata, a rappresentare il mondo della scuola in cui questi ragazzi
stanno svolgendo proficuamente il loro cammino
di formazione, il dirigente dell’Istituto Superiore
di Asiago Alfredo Paiola
e la professoressa Domenica Polato. Per le scuole medie superiori hanno
ricevuto la borsa di studio
Giulia Slaviero, Michele
Spagnolo e Valentina Dal
Pozzo. Per le scuole medie
inferiori sono stati premiati:
Damiano
Marangoni,
Noemi Dal Pozzo, Martina
Dal Pozzo, Federica
Slaviero e Giulia Dal Pozzo.
IL CONCERTO DELL’EPIFANIA
Organizzato dal Comune e dalla Parrocchia, in collaborazione con il conservatorio “A.
Steffani” di Castelfranco e con la sua sede decentrata di Marostica, si è tenuto nella parrocchiale di Rotzo il Concerto dell’Epifania per voce e chitarra. Protagoniste della serata Radmila
Visentin e Claudia Benasciutti, entrambe con un invidiabile curriculum. Radmila Visentin, di
Castelfranco Veneto, è diplomata in pianoforte e clavicembalo ed ha studiato canto con la
soprano Manuela Meneghello, facendo parte poi di varie formazioni corali caratteristiche.
Claudia Benasciutti è invece diplomata in chitarra classica, oltre ad essere laureata in discipline musicali ed essere docente in varie scuole del Trevigiano. Un duo che ha saputo incantare il pubblico di Rotzo presentando un programma che ha spaziato dal Medioevo francese
al Rinascimento inglese, dal Novecento spagnolo al Romanticismo italiano e tedesco. Il concerto è stato organizzato gratuitamente grazie ad una convenzione sottoscritta dal Comune
con il conservatorio di Castelfranco Veneto. Alla convenzione, oltre a Rotzo, aderiscono
anche Conco, Gallio e Lusiana, insieme a diversi altri comuni del Vicentino tra cui naturalmente Marostica. Alla base dell’accordo c’è l’istituzione di una sede decentrata del conservatorio a Marostica, per permettere ai giovani di usufruire dei corsi organizzati dal conservatorio stesso senza dover effettuare spostamenti troppo lunghi. I corsi di quest’anno sono di
chitarra, flauto traverso, violino, pianoforte, teoria e solfeggio.
Corso su prevenzione degli incidenti domestici
Il Comune di Rotzo in collaborazione con
Texta formazione organizza il corso dal titolo “Stili di vita e prevenzione degli incidenti”
un breve percorso per acquisire utili informazioni atte a ridurre i rischi di incidenti domestici.
La lezione è programmata per giovedì 15
gennaio alle 20.30 presso la Biblioteca Civica. L’iscrizione, gratuita, deve essere effettuata presso gli uffici comunali entro martedì 13 gennaio.
Novità sul fronte dell’urbanistica a Roana. Nell’ultimo
consiglio comunale il sindaco
Mario Porto ha proposto un
emendamento da applicare a
tutti i piani di lottizzazione che
saranno presentati in consiglio
fino all’approvazione del PAT
comunale. L’emendamento in
pratica riserva al Comune il
diritto di assicurarsi gli introiti
legati alla perequazione fino
alla concessione dell’agibilità
degli edifici costruiti; una norma pensata per far fronte al
vuoto amministrativo creato in
quel senso dovuto alla scadenza delle norme di salvaguardia e della non approvazione da parte della Regione
della variante proposta dall’amministrazione nell’ottobre del 2004.
L’emendamento, definito da
Davide Bolzon demagogico
e populista, è stato poi oggetto di un esposto inviato alla
Prefettura dal consigliere
Antonella Cocco che ritiene
che non ci sono le basi giuridiche perché possa essere
applicato.
“Chi andrà a pagare oneri
non previsti dalla normativa
comunale? Sarebbero degli
stolti – commenta la Cocco
– Per assicurarsi questo diritto, che dovrebbe essere
sacrosanto a tutela della stessa cittadinanza, l’amministrazione dovrebbe come minimo
apporre una variante al regolamento comunale. Queste
problematiche non si risolvono tirando fuori dal cilindro all’ultimo momento un emendamento. Queste cose si devono fare con perizia e con
basi giuridiche solide anche
perché c’è di mezzo il bilancio comunale. Lo stesso assessore al bilancio ha affermato che senza l’entrata delle
perequazioni il bilancio sarebbe in difficoltà.”
Pacata la replica del primo
cittadino: “Aderendo alla richiesta della minoranza si
andrebbe certamente ad
esporre l’amministrazione ad
un mancato futuro introito legato alla perequazione non
ancora vigente, ma approvata
in variante urbanistica. Penso e ribadisco che stiamo facendo gli interessi della pubblica amministrazione se cerchiamo di garantire un introito seppure futuro”.
Gerardo Rigoni
CESUNA
Cambio ai vertici della Proloco
Giulio Valente è il nuovo presidente della Proloco
cesunese, il giovane, neo
eletto durante l’ultima seduta dell’associazione, subentra al predecessore Roberto Valente. Oltre al vertice
del direttivo pure i collaboratori hanno subito un rimpasto, ragione per cui l’organico oggi risulta composto dal vice presidente Gian
Franco Valente, Roberto
Valente e Cristiana Mosele
– cassieri, consiglieri: Stefano Porto, Anna Fabris,
Mauro Corà, Antonietta
Frigo, Paola Spiller.
“Raccolgo il testimone lasciatomi da Roberto – ha
commentato il nuovo responsabile Valente – spero di proseguire in maniera positiva quanto è stato fatto fino ad oggi. Tra
le priorità che ci prefiggiamo v’è l’esigenza di
coinvolgere il maggior
numero di giovani nelle
idee che andremo a realizzare prossimamente.
Come per molti altri enti
simili al nostro, il problema principale è l’esiguo budget con cui siamo costretti a fare i conti, cercheremo perciò di
ridurre il numero delle
manifestazioni da pro grammare, ma nell’ottica di eventi con un maggior
s p e s s o re
qualitativo. Ai compaesani chiediamo collaborazione, con l’impegno
di molti potremo rafforzare l’interesse turistico
per la nostra frazione”.
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Sabato 10 gennaio 2009
l’Altopiano
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Condomini addio, è pronto il PAT
GALLIO
Lunedì 12 sarà a Gallio l’Assessore regionale alle politiche
del territorio Renzo Marangon
per la presentazione del PAT,
Piano di Assetto Territoriale, il
17° approvato dalla Regione.
L’incontro, al quale sono invitati tutti i cittadini, è fissato per
le ore 12 in sala consiliare.
Con l’approvazione del documento che getta le linee guida
per lo sviluppo territoriale nei
prossimi anni, amministrazione guidata da Antonella Stella
raggiunge uno dei traguardi più
importanti prefissati per questa legislatura. “E’ stato un
parto lungo e complicato – afferma il sindaco - Ci stiamo
lavorando su da quasi 4 anni.
Tante cose sono state affinate strada facendo insieme ai
tecnici regionali, con i quali siamo in copianificazione. Ci sono
stati diversi intoppi e probabilmente abbiamo pagato lo scotto di una legge nuova e anche
il fatto che, fra l’adozione e
la valutazione delle osservazioni, sono cambiati i tecnici regionali con cui abbiamo lavorato, cosa che ha comportato
anche una modifica anche
delle procedure da seguire.
Ma, tutto è bene ciò che finisce bene...”
Il PAT di Gallio è stato adottato dal Consiglio Comunale il 21
dicembre del 2007. Ci sono
stati poi gli incontri
Verrà presentato lunedì 12 gennaio il nuovo Piano di Assetto territoriale. Tra i principali contenuti, lo
stop alle lottizzazioni. Antonella Stella: “Abbiamo dimostrato che ridurre la cubatura si può e ora
speriamo che anche le altre amministrazioni dell’Altopiano seguano il nostro esempio”
di presentazione ai cittadini in
modo che tutti potessero fare
le loro osservazioni in maniera avveduta. Raccolte le
osservazioni, si è dato loro risposta, ed infine si è tornati in
Regione per la VTR (Valutazione Tecnica Regionale) e poi
per la Conferenza dei Servizi.
Ora il PAT è approvato a livello tecnico. Dovrà avere
un’ulteriore approvazione dalla Giunta Regionale (probabilmente già in questi giorni), infine verrà pubblicato sul
Bollettino Ufficiale della Regione Veneto e diverrà effettivo dopo 15 giorni dalla pubblicazione.
I contenuti fondamentali del
piano sono questi: riduzione
della cubatura presente nel
vecchio PRG (da 365.000 mc
a 180.000 mc), con conseguente diminuzione del volume edificabile nelle
lottizzazioni già presenti nel
vecchio PRG; non è stata aggiunta alcuna nuova
lottizzazione rispetto alle 5
già esistenti nel vecchio PRG,
che verranno ridimensionate
volumetricamente; recupero
degli edifici esistenti attraverso la concessione di un premio
cubatura; indicazione di
tipologie precise per i nuovi
edifici: potranno essere al massimo mono-bi-trifamiliari, dell’altezza massima di due
piani più sottotetto, cercando
così di riportare ad una
tipologia di intervento più
consona al nostro territorio;
particolare riguardo per la frazione di Stoccareddo e le
contrade, dove, nei limiti del
rispetto dell’ambiente, sarà
favorito lo sviluppo edilizio, per
mantenerne la vitalità; introduzione della perequazione, del
credito,
della
compensazione urbanistica.
“Siamo convinti di aver reso
un buon servizio al nostro paese
e, forse,
anche
all’Altopiano – afferma
Antonella Stella - abbiamo di-
mostrato che ridurre
la cubatura si può e ora speriamo che anche le altre
amministrazioni seguano il nostro esempio”. Molte delle
modifiche che sono state introdotte con il PAT verranno
effettivamente messe in pratica con il PI, il Piano degli
Interventi, che verrà fatto e
verrà approvato direttamente
dal Comune e per il quale amministrazione si sta già adoperando per affidare l’incarico di
redazione. “Il massimo per noi
– conclude il sindaco - sarebbe riuscire ad arrivare a concludere tutto ciò che abbiamo
iniziato entro il 7 giugno, data
delle
prossime
elezioni amministrative”.
Stefania Longhini
Grande successo a Mantova per il “Club dei Gigolò”
Una giornata all’insegna dell’allegria e buonumore, con musica, canti e simpatia
Un’idea nata per scherzo,
per contrastare i problemi
quotidiani, per dimenticare
per un giorno lo stress della
vita moderna, il lavoro, la
famiglia, la crisi economica.
Quarantuno uomini di varie
età, dai minorenni fino agli
ultrasessantenni, tutti con in
testa uguale cappello
“Panama”, sono partiti da
Stoccareddo e Sasso alla
volta di Mantova, armati di
fisarmonica, buonumore,
voglia di cantare e
“bagolare” e con un grande cartello con il nome del
loro club. Il club dei Baù e
dei Rossi, forse?! No: il club
dei….gigolò! Arrivati a
Mantova, si son fatti notare, eccome, tanto da catturare con il loro modo improvvisato di far festa il pubblico di un evento programmato in città. L’allegro gruppo, con in testa Loreno e
Michel Baù con il cartellone del “Club dei gigolò” e
Ortensio Baù con la sua fisarmonica, ha percorso a
piedi le vie centrali di
Mantova suonando e cantando canzoni popolari, di
montagna, di una volta, attirando la curiosità dei presenti. “Siamo stati accolti
con grande calore – raccontano – e abbiamo ricevuto tanti complimenti e applausi. Ci hanno fotografato e ripreso con la
videocamera, le commesse
dei negozi hanno abbandonato clienti e posto di lavoro per qualche minuto,
uscendo a vedere cosa stava succedendo. E sono stati
tutti contenti e contagiati
dalla nostra allegria, ci
hanno detto che siamo unici, che solo la gente di montagna sa divertirsi e far divertire con semplicità. Nei
giorni successivi anche il
quotidiano locale ha parlato di noi!” Da mettere in evidenza anche il valore di aggregazione del gruppo, del
quale, come abbiamo detto,
facevano parte maschi di
tutte le età, fra cui i più giovani,
diciassettenni,
Anthony e Simone, e gli
ultrasessantenni Silvano e
Livio Baù, Pierino e Lino
Rossi. Molto positivo inoltre
il fatto che l’iniziativa è stata l’occasione per riunire
numerosi abitanti di
Stoccareddo e Sasso, tradizionalmente “rivali” in molte
cose. Per concludere in bal-
doria la bella giornata di festa, tutti a cena a Ferrara.
Ma mogli e fidanzate come
hanno accolto l’iniziativa?
“Qualcuna all’inizio si è dimostrata perplessa – dicono i rappresentanti del Club
– ma alla fine nessuna si è
arrabbiata. Vogliamo precisare una cosa: solo per quella sera noi ci siamo detti disposti a lavorare gratis!”.
Ma se poi abbiamo “lavorato” o meno, questo proprio non lo vogliono raccontare.
Quel che è certo è che è già
in programma una nuova
gita, prevista prossimamente a Venezia, e si sta anche
pensando ad allargare e rendere ufficiale il club. Requisiti per farne parte?
Niente musi lunghi, ma tanto brio, spensieratezza e
festosità!
Silvana Bortoli
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Sabato 10 gennaio 2009
l’Altopiano
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Impianti fermi sulle piste di Monte Corno
LUSIANA
Niente sci da discesa a
Monte Corno. Nel periodo
delle festività, la piana di
Granezza e Monte Corno,
lungo gli anelli che congiungono la località turistica con
le panoramiche località dei
comuni di Lugo, Calvene e
Caltrano, era alquanto affollata di sciatori, ma le tre
piste di discesa che dal
Monte Corno portano alla
piana di Granezza erano
deserte. Gli impianti di risalita sono infatti rimasti
fermi perché non è stata
rinnovata la concessione
comunale da parte della
società di gestione. “Non lo
abbiamo fatto - spiega Giada Conzato, titolare della
società - perché la spesa di
ripulitura delle piste diventava troppo costosa. Nell’estate scorsa i boscaioli
avevano ottenuto dal Comune il permesso di abbattere alcune piante di abete,
La società di gestione non ha rinnovato la concessione comunale. La titolare: “Le piste dovevano essere
ripulite dalle ramaglie lasciate dopo il taglio degli alberi: un’operazione troppo costosa per noi”
zioni che cercava. Il flop ha
creato molto malumore anche tra coloro che qualche
decennio fa avevano creduto nell’importanza turistica del Monte Corno
innevato dando vita alla
società “Granezza Monte
Corno” che spaziava anche fino al monte Mazze
in comune di Lugo. Per il
mancato ripristino degli
impianti di risalita, questa
pista è inutilizzata da anni,
ma il polo attrattivo funzionava bene lo stesso
con gli impianti di risalita
di Monte Corno e la va-
sta rete del fondo che
spazia ancora fino ai campi di golf di Asiago e le
montagne della comunità
montana Dall’Astico al
Brenta. Si spera che per
la prossima stagione tutto
venga rimesso a posto e il
Monte Corno ritorni ad
essere un’ambita località
turistica invernale con tutti
i crismi del passato.
Egidio Zampese
Nella foto, gli impianti di
risalita del Monte Corno
rimasti bloccati.
Con neve e gelo la cabina non si sposta
ma dopo aver eseguito il
lavoro hanno prelevato solo
i tronchi e lasciato le
ramaglie sparse dappertutto. Poiché l’area è vasta e
la pulizia completa veniva
a costare troppo, non abbiamo rinnovato la concessione comunale”. Delusi
sono stati gli appassionati di
sci alpino che trovavano
nelle piste di Monte Corno
la località adatta per il loro
sport preferito perché la
ripidità non è eccessiva e
anche chi non ha grandi
esperienze nella discesa
poteva trovare le soddisfa-
Frana in Via Coghi, rientra l’allarme
Allarme rientrato in via Coghi a Laverda dove nelle notti
scorse il maltempo ha causato un frana che ha minacciato alcune abitazioni. Gli inquilini sono stati ospitati
all’albergo alla Rosa di Velo. Sono intervenuti gli uomini
della protezione civile di Lugo e Lusiana che hanno tenuto sotto controllo la situazione per tutta la notte. Dopo
due giorni le famiglie sono ritornate nelle proprie abitazioni e gli animali hanno potuto brucare l’erba sui prati
circostanti la frana. E’ intervenuto anche il sindaco di
Lusiana Virgilio Boscardin che ha incaricato l’ufficio
tecnico comunale per un sopralluogo di verifica per accertare che non si verifichino ulteriori smottamenti. E.Z.
Nella foto l’area franata
Quadrangolare di calcio a 5
Alla palestra comunale si è svolto il “4° quadrangolare di
calcio a 5 - Natale 1988” organizzato da Daniel Pastello,
Davide Bedin e Alex Rossi. Per la qualificazioni si è giocato l’11, il 15 e il 17 dicembre. La classifica finale ha
visto al primo posto la compagine “Lusiana calcio a 5” di
Lusiana. Al secondo posto si sono piazzati “Quei del Luni”
ancora di Lusiana. Terza piazza per il “New Team” composto da giocatori di Lusiana e Gallio. Quarta piazza per
l’”Interforze” di Asiago.
E.Z.
Nella foto, la formazione del “Lusiana calcio a 5”
vincitrice del torneo di Natale.
Ha preso il via il Trofeo “Neve ghiaccio”
Per mancanza di neve era
slittato l’inizio delle gare valevoli per l’assegnazione del
trofeo “Neve-Ghiaccio” organizzato, da ben quattro lustri, dalla “Ruffato Formula”
di Padova. Ma la neve abbondante delle settimane
scorse ha creato i presupposti per l’inizio delle competizioni che si sono svolte sulla
pista di Monte Corno nel versante verso Granezza di
Gallio.
Il numero dei piloti che si
sono confrontati nel trofeo
“Endas” si è allargato quest’anno a 54. I risultati della
prima gara vedono in testa
nella “1a Divisione” Dino
Pesavento ( 5’08"335'”), 2°
Cristian
Marchioro
(5’09"707"), 3.° Mauro
Bortignon (5,24"683'”). 2.a
Divisione: 1 Michele Franoso,
2 Andrea Zagardi, 3 Alex
Errata corrige
Nell’articolo pubblicato a pag 12 del numero natalizio de l’Altopiano, dal titolo “Le sfide
degli scacchisti in erba”, è stato erroneamente riportato che: Michele Broglio è classificato terzo nella categoria piccolissimi e Alice Broglio si è insediata al primo posto nella
categoria piccoli. Nella realtà si tratta rispettivamente di Michelle Broglio (bambina) e di
Alice Pozza. Ci scusiamo con le giovani interessate e con i lettori.
Munaretto. 3a Divisione: 1
Alessandro Nicoletti, 2 Paolo
Dorigo, 3 Ivo Cortese. 4a Divisione: 1 Dino Pesavento, 2
Stefano Brunello, 3 Tiziano
Nerobutto. Le prossime gare
sono on calendario l’11 e il 25
gennaio, l’1 e l’8 febbraio.
Neve e gelo hanno bloccato i lavori di spostamento della cabina del
gas tra via Zampese e
Pernechele in comune di
Lusiana. Lo spostamento della cabina per la riduzione della pressione
del gas era stata previsto a causa dei lavori di
messa in sicurezza del
torrente
Valle
dell’Onfesa che richiedeva muri di sostegno
dal lato verso la provinciale Lusianese fino al
punto di affluenza
dell’Isora al torrente Valle dell’Onfesa eseguiti
dai Servizi forestali regionali del dipartimento
dei Sette Comuni. Era
stato così progettato di
spostare verso Santa
Caterina la cabina e contemporaneamente spostare verso la frazione
anche le campane per la
raccolta differenziata
poiché il punto prescelto
era proprio dove erano
ubicati i cassonetti. I lavori iniziati nei mesi
scorsi se non ci fosse stato maltempo sarebbero
già conclusi. Lo stop ritarda il completamento
delle opere la cui esecuzione riprenderà non
appena sarà passata
l’ondata di neve e gelo.
E.Z.
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Sabato 10 gennaio 2009
l’Altopiano
Il “rogo dea vecia” chiude
il vivace Natale di Enego
Se in un’ ipotetica letterina a
Babbo Natale avessimo potuto
chiedere qualche ingrediente per
rendere ricca e piacevole la stagione invernale, forse non saremo riusciti a far così bene.
La stagione quest’anno ad
Enego è stata davvero bella, ha
soddisfatto turisti, tanti dei quali
nuovi, paesani e commercianti. Il tempo ci ha messo molto
di suo, ed è stato un regista perfetto, il tempismo e la misura
non sono mancati, nevicate nei
giorni clou: Natale, Capodanno, Epifania; imbiancate meravigliose e molto caratteristiche,
mai eccessive per non spaventare i tanti ospiti poco abituati
alla neve e soprattutto al suo
“lato meno romantico”.
Dicevo, il tempo ci ha messo
molto di suo, già, perché vedere un paese di montagna, imbiancato da una soffice coltre,
finalmente nel periodo natalizio,
è uno degli spettacoli più gustosi, lo scenario ideale bello e
pronto, e su questo con abilità
sono stati inseriti tanti appuntamenti che hanno impegnato
e catturato il pubblico.
E’ stato infatti offerto un programma semplice , ma variegato che ha riempito e arricchito le serate di tutti, anche di
coloro che, vincendo la pigrizia e la stanchezza dopo la giornata passata sulle piste, (un servizio di bus navetta ha fatto la
spola ogni giorno da Enego a
Val Maron e viceversa) non
hanno rinunciato ad uscire la
sera. Le temperature polari non
sono mancate, ma non hanno
scoraggiato nessuno, la curiosità ed il piacere, hanno avuto
sempre la meglio.
Il Natalenego, offerto dall’Amministrazione Comunale, in
collaborazione con la Pro Loco,
l’Ass. Commercianti, l’Ass.
Alpini, l’Ass. storico culturale
“Dalla Brenta all’Ortigara” e
l’US Enego Calcio, ha dato insomma ottimi risultati, ad appuntamenti classici si sono aggiunte serate davvero originali.
La piazza S. Marco, quest’anno arricchitasi di tante casette
per il mercatino natalizio, ha
accolto numerose manifestazioni, come l’arrivo della
fiaccolata partita dalla cima del
Monte Lisser, fatta in
gemellaggio con Montegrotto
Terme; l’incontro fra Babbo
Natale ed i più piccoli per la distribuzione delle caramelle ed i
giri in calesse, la tosella fatta in
piazza e naturalmente
assaporata dai tanti curiosi e
buongustai.
Una piazza sempre animata anche grazie al ben riuscito
mercatino dell’artigianato
eneghese, che ha mostrato una
faccia nuova, interessante e
sconosciuta ai più, del paese e
dei suoi tanti talenti; per aiutare
grandi e piccini a combattere il
Chopin, Donizetti , Delarue.
L’imponente Filarmonica
Bassanese, che con le sue
possenti note ha riempito la
chiesa, offrendo brani natalizi
classici, ma anche un aria famosissima di Puccini, “Nessun
dorma” , ben interpretata dal
tenore Ravazzolo, con la dolce
voce femminile della Castellani
ha interpretato “La vita è bella”, quindi ha trascinato il pubblico in un viaggio fantastico
con le colonne sonore di Indiana Jones e i Pirati dei Caraibi.
Una serata un po’diversa è stata quella intitolata “Poesie in
musica”, versi di poesie di autori famosi, tutte legate al Natale, accompagnate dalla musi-
Doverosa la serata dedicata alla
grande guerra, una serata mostra, un po’ particolare, che
è stata particolarmente gradita
al numeroso pubblico, che ha
potuto ascoltare le parole e vedere le immagini presentate dal
bravissimo Luca Girotto, ma
che ha inoltre avuto l’opportunità di gustarsi dal vivo tanti
oggetti, alcuni ormai rari, messi in mostra per l’occasione. Il
tutto per presentare la ristampa del libro “Gli oggetti raccontano la grande guerra” di
Cerato e Simi.
Infine coinvolgente è stata la
serata presentata dall’alpinista
e scrittore Tarcisio Bellò, reduce da una spedizione davvero
freddo poi, ci hanno sempre e
puntualmente pensato gli alpini
della sezione di Enego, con vin
Brulè e cioccolata calda, sempre gratis!
La vigilia di Natale e in replica il
4 gennaio, è andato in scena il
presepe vivente, la gradinata del
Duomo ha offerto come sempre un perfetto palcoscenico.
Anche il Duomo di S.Giustina
ha aperto le sue porte ed ha
accolto numerosi appuntamenti; grazie alla sua maestosità e
all’atmosfera che questa offre,
il bellissimo Duomo ha reso
ancora più emozionanti i concerti che si sono tenuti. Concerto per pianoforte, violino e
flauto a cura dei maestri:
Meneghini, Alberti, Zaltran, che
hanno spaziato dalla musica del
700 fino alla musica contemporanea offrendo brani di:
Vivaldi, Schubert, Mozart,
ca barocca, impeccabilmente
interpretata dai maestri: Benedetta Dalla Palma al violoncello
e Michele Rossi al violino.
Molto interessanti anche le serate storico naturalistiche, non
è mancato il Prof Dalmeri del
Museo di Trento, per parlare dei
vari ed interessanti siti
archeologici che costellano
Marcesina e la Val Gadena.
fantastica sul Karka nella catena dell’Hindu Kush, dove in
compagnia di altri vicentini, ma
anche in solitaria ha non solo
aperto nuove vie , ma condotto un viaggio da vero esploratore “portando alla luce” varie
cime, tutte tra i 5000 ed i 6000
mt, fino ad oggi mai scalate,
mai cartografate e quindi mai
nominate.
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Foto di Maurizio Gabrieli
Il nome di una cima è stato
inoltre messo all’asta, una brillante idea che il gruppo
vicentino ha avuto ed ha presentato anche nella famosa trasmissione di rai 3 “ Alle falde
del Kilimangiaro”, per raccogliere i fondi per poter costruire un acquedotto in un villaggio, molto popoloso, in
Pakistan, dove la spedizione ha
sostato per dar vita alle sue
imprese.
Bella e divertente anche la serata sportiva, che ha recuperato
una bella tradizione persa ormai da alcuni anni, ovvero quella di sfruttare la zona più a tramontana del paese, come pista
da fondo. Generazioni di
eneghesi hanno mosso i loro
primi passi con gli sci da fondo sul campo comunemente
conosciuto come campo del
“zea” , in via Zante.
Anche se nella giornata di sabato 3 gennaio, già nelle prime
ore del pomeriggio il termometro segnava -12, i partecipanti,
una quarantina circa, tra giovani e meno, tra i quali anche
la simpatica categoria
jurassica, non si sono certo fatti
scoraggiare.
Fiumi di vin brulè e tè caldo
hanno aiutato partecipanti addetti ai lavori e pubblico, che
non è mancato, a superare le
circa due ore all’aperto, la gara
si è disputata in notturna!
Un occasione questa gara
sprint di sci di fondo, che ha
visto la collaborazione delle diverse scuole sci dell’Altopiano,
la partecipazione di diversi
giovani atleti, come di semplici appassionati. Poche decine
di metri, percorsi dando il massimo, che hanno saputo però
divertire ed impegnare tutti; una
riscoperta, questa del fondo in
paese, che meritava proprio di
essere fatta!
Come impone la tradizione infine, a chiudere ogni
festeggiamento, la Befana, o
meglio “el rogo dea vecia” avvenuto in piazza, a fianco della torre scaligera, nella serata
del 5 gennaio, che ha attirato
un folto e divertito pubblico.
Stefania Simi
Tra Valstagna e Foza si mette in sicurezza la Strada Provinciale Campesana-Valvecchia
La Giunta Provinciale ha approvato il progetto definitivo
aggiornato dei lavori di sistemazione ed allargamento di
alcuni tratti stradali tra
Valstagna e Foza lungo la
S.p.
73
Campesana/
Valvecchia. Il primo progetto risaliva infatti al 2006,
ma è stato necessario proporre alcune modifiche a
seguito di prescrizioni dettate dalla Soprintendenza ai
Beni
Ambientali.La
Campesana-Valvecchia fino
al Comune di Valstagna è
strada di fondo valle, poi si
inerpica verso il Comune di
Foza con una serie di tornanti ricavati lungo il ver-
sante. Nei primi tornanti, ottenuti con sbancamenti della parete rocciosa, la strada è stretta e tortuosa ed è
costantemente sovrastata da
pareti verticali di roccia più
o meno compatta e
fratturata. In seguito il percorso si fa particolarmente
sinuoso, con numerose
semicurve e curve a stretto
raggio, in corrispondenza
delle quali vi sono porzioni
rocciose che sporgono verso la carreggiata costituendo ostacolo alla visibilità e
allo stesso transito dei mezzi. C’è inoltre rischio di caduta di blocchi rocciosi e di
massi di varia pezzatura, in
particolar modo in occasione di periodi piovosi e primaverili a seguito dei cicli
di gelo e disgelo. Il progetto
approvato, redatto sulla
base dei rilievi eseguiti e dei
fenomeni verificatisi, prevede una serie di lavori e opere a carattere preventivo per
la messa in sicurezza dei versanti e delle scarpate stradali a garanzia e miglioramento della sicurezza stradale. Il costo dei lavori ammonta a 1.032.000 euro. Da
un lato si interviene sulle
opere di protezione già esistenti, collocate perlopiù in
maniera discontinua e necessitanti comunque di ma-
nutenzione e verifica. Dall’altro si realizzano nuove
opere sia di difesa attiva che
passiva contro la caduta
massi, in zone scoperte o
non sufficientemente protette
dai distacchi. L’intervento è
articolato in varie lavorazioni tra cui: la rettifica di
alcune curve, per consentire una più agevole
percorribilità della strada,
mediante demolizione con
martellone nei tratti in cui
l’altezza della parete rocciosa o del versante siano modesti; operazioni di bonifica e lavori di disgaggio delle porzioni rocciose instabili mediante un disgaggio
leggero delle frazioni più
piccole e dei massi di medie
dimensioni in precario equilibrio; interventi di rafforzamento corticale, per un totale di circa 16.800 mq, comprendenti posa in aderenza
di rete paramassi e posa di
pannelli paramassi in fune;
consolidamenti puntuali con
chiodature e tiranti attivi
per l’assicurazione di singoli blocchi rocciosi; posa di
barriere paramassi elastiche
ad alta dissipazione di energia; ripristino della funzionalità delle reti e barriere
paramassi esistenti previa
sostituzione degli elementi
danneggiati
con
svuotamento dai detriti e
massi caduti. Il via ai lavori
è previsto nell’estate del
2009. “La sicurezza sulle
strade –commenta l’Assessore Provinciale alla Viabilità Costantino Toniolo- è la
nostra priorità, soprattutto
in montagna dove le arterie
sono strette e tortuose e dove
le pareti e i pendii vanno costantemente monitorati per
evitare che diventino pericoli incombenti sui veicoli.
Investiamo cifre importanti,
come in questo caso dove si
supera il milione, ma vogliamo che gli utenti delle nostre strade si sentano sicuri.”
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Sabato 10 gennaio 2009
l’Altopiano
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Sopra la neve di Marcesina
cade una pioggia di milioni
“Iniziativa per la valorizzazione turistica ambientale e naturalistica dell’area
transfrontaliera della piana di Marcesina” - Intervento finanziato con provvidenze del Programma triennale degli interventi di intesa tra la Regione
Veneto e la Provincia Autonoma di Trento (D.G.R.V. N° 1655 del 24/06/08)
Arriva ad Enego un consistente contributo di
3.150.000 euro per la
valorizzazione turistica, ambientale, naturalistica dell’area transfrontaliera della
piana di Marcesina. Nella
conferenza stampa per l’annuncio ufficiale dello
stanziamento, alla presenza
dell’assessore Oscar De
Bona e del vice sindaco di
Grigno Lino Bellin, in rappresentanza del sindaco Pacher,
il sindaco Igor Rodeghiero
ha affermato con orgoglio:
“Questa è una giornata storica per Enego, in quanto mai
un contributo così importante è arrivato nel nostro comune, mai un progetto così
importante ed articolato è
stato proposto”.
Rodeghiero ha ringraziato
tutta l’amministrazione che
ha collaborato, ed in particolare il capo area tecnica e
tutto il Comune. “Tutti - ha
detto Rodeghiero - hanno
permesso di arrivare ad una
stretta collaborazione con
Grigno, con il progettista
arch. Vescovi ed alla fine di
presentare un progetto che è
stato preso in considerazione perché particolarmente
curato ed interessante. Trovo difficile esprimere l’importanza del momento, culmine di un lavoro e di un
pressing durissimo presso il
Consiglio Regionale ed in
particolare con De Bona”. Il
Sindaco ha ringraziato anche
il Comitato referendario pro
Trento, in qualche modo promotore di questa iniziativa,
volta a far fronte agli squilibri economici esistenti nelle
nostre zone montane. De
Bona ha riconosciuto il grande e tenace lavoro di Enego
ed ha sottolineato che l’80%
di questo contributo di
3.150.048 euro proviene dalla
provincia di Trento, ovvero
sono i fondi dell’intesa Dellai
- Galan. La priorità è stata
data a queste zone, Enego e
Grigno hanno ottenuto il contributo più alto, proprio perché qui il disagio è crescente, ed una piana come
Marcesina, unica al mondo,
parole di De Bona, merita di
essere sfruttata in modo più
ampio, migliore, anche se in
modo moderato per non offendere il territorio. “Il progetto per Marcesina – ha
continuato De Bona - è stato
subito considerato un progetto
intelligente, è piaciuto molto,
e sta a cuore alla provincia di
Trento valorizzare con interventi e servizi la zona condivisa da Enego e Grigno, e
speriamo, con questo intervento di dare veramente una
svolta in positivo a questi paesi”. Grande successo anche
perché è la prima volta che i
2 paesi confinanti si accordano lavorando in maniera
sinergica, questo in particolare ha voluto sottolineare il
rappresentante del Comune di
Grigno. Un lavoro che entro
un anno dovrebbe mostrare i
frutti! Il progetto è stato illustrato dall’ arch. Vescovi.
Sono stati individuati 10 siti,
nell’ambito della Piana, dove
verranno apportati degli interventi per migliorare la viabilità (non asfalto, ma materiali
ecologici) favorire lo sviluppo e la conoscenza sotto il
punto di vista naturalistico,
ambientale, storico, favorendo attività ludico sportive sia
estive che invernali. Parcheggi attrezzati per sosta
auto e camper, caminetti,
panche, copertura di alcuni
di questi, servizi igienici,
recupero delle testimonianze
storiche in particolare legate
alla Grande Guerra, restauro del Forte Lisser con allestimento di uno spazio
museale. Strade per
miggliorare i collegamenti,
ma anche per favorire e sviluppare il ciclismo di montagna.
Stefania Simi
Tutti i particolari del progetto illustrati dall’architetto Vescovi
La località a noi tanto
cara (nota in negativo per
le basse temperature e
l’accento sbagliato), balza agli onori della cronaca, in positivo stavolta, per
l’importante finanziamento che l’Amministrazione eneghese ha portato a casa. La tenacia del
nuovo Sindaco (Igor
Rodeghiero) e la tempestività nella presentazione del progetto da parte
dell’Architetto Enrico
Vescovi, hanno conquistato il secondo posto in
graduatoria regionale, portando a casa la bella cifra di
3.500.000 euro!
Sulla scrivania, l’Architetto
Vescovi esibisce disegni,
mappe, progetti.
“Quando hai ricevuto l’incarico dal Comune di Enego?”
“Ai primi di agosto, con consegna dopo ferragosto. Per
poterlo presentare in tempo
abbiamo lavorato giorno e
notte, ma ce l’abbiamo fatta!”
“Come mai l’incarico proprio
a te?”
“Perchè, avendo risistemato
la ex Malga Ronchetto del
Comune di Foza che avrebbe dovuto integrarsi nel
“Centro Fondo Enego”
conoscevo bene caratteristiche, problematiche e
potenzialità dell’area, cosa
che ha velocizzato la progettazione. Inoltre amo andare
in montagna e conosco quella zona come le mie tasche.”
(Il Centro Fondo di
Ronchetto non è ancora attivo per questioni burocratiche, pur essendo ultimato,
tranne che per l’arredo.
Ndr.)
“Gli interventi sul territorio
sono razionali e semplici allo
stesso tempo e i soldi in arrivo tanti...”
“E’ stato bravissimo il Sindaco di Enego, nella sua determinazione e lungimiranza e il
suo pensiero di sparare alto
ha dato buon esito. Ci sarà
comunque un secondo
stralcio di lavori che interesseranno il territorio ricaden-
te nel Comune di Grigno con
una conseguente ulteriore richiesta di fondi, contando sul
concreto interessamento della
Regione e dell’Assessore De
Bona nei confronti di questa
specifica area”.
“Quali sono gli ambiti di intervento?”
“Il progetto si articola con interventi su dieci siti che corrispondono a: Campo Cavallo, Ronchetto, Griglia Campo
Cavallo, Sasso Valmaron, località Brusae, Boschetto
dell’Osto, Caminetti Buson,
Bivio Campo SPA, Centro
Fondo Enego, Forte Lisser.”
“La Comunità Montana ha
già
in
progetto
la
ristrutturazione del Forte...”
“Vero: noi ci inseriremo allestendo un’area adibita a Mu-
seo della Grande Guerra,
i servizi igienici e una struttura di accoglienza ed informazione e della sistemazione della viabilità di
accesso al forte, per una
lunghezza di 2,9 Km.: i lavori verranno anche in
questo caso, eseguiti con
l’utilizzo di materiali naturali come ghiaia e calce,
per cui il sentiero alla fine
risulterà di colore bianco”.
“Circa il Cimitero inglese
del Buson, come pensate
di intervenire?”
“Riportandolo allo stato originario, con tanto di prato inglese, come negli altri sparsi
in Altipiano”.
“Ho letto qua e là sulla presentazione, la dicitura: opere
di mitigazione ambientale.
Cosa si intende?”
“Molto semplicemente, il riportare allo status quo il terreno manomesso e le pertinenze delle aree d’intervento, ripristinando la cotica erbosa con essenze autoctone,
piantumando
essenze
arboree tipiche e ricostruendo il più possibile, l’aspetto
originario.”
“Quanto alle aree attrezzate
per i pic-nic, ho rilevato che
c’è un’innovazione: sono coperte.”
“Abbiamo semplicemente
pensato che per le variazioni
meteo in altura, era opportuno creare un riparo per i turisti.”
“Allora, riassumendo, un po’
di numeri...”
“A livello finanziario, in realtà
3.150.048,00 euro arrivano
dalla Regione e dalla Provincia Autonoma di Trento,
204,952,00 euro sono
cofinanziati dal Comune di
Enego (il costo totale ammesso è infatti di 3.355.00,00
euro). Quanto all’elenco dei
lavori: per la viabilità, interventi
su 5,93 Km. di strade sterrate;
1,72 Km. su strade asfaltate;
le aree di sosta regolamentata
sono 9; i posti macchina circa
1.200; i posti camper, 55; le
aree attrezzate con servizi 6; i
focolari (compresi gli esistenti) 56; i posti a sedere nelle aree
per pic-nic (compresi gli esistenti) 352; i servizi igienici
nelle aree pic-nic 14".
“Come tempi?”
Dalla data odierna, ci vuole un
anno per gli appalti, che si chiuderanno entro il 2009 e l’inizio
dei lavori è previsto nel 2010.”
“Quanto al secondo stralcio di
lavori?”
“Preciso che compete al Comune di Grigno e avrà come
oggetto principalmente il riassetto viario da Grigno alla piana di Marcesina. Voglio inoltre sottolineare che entrambi i
Comuni avranno un buon ritorno da questa operazione
condotta in sinergia,
auspicando sia foriera di analoghe future iniziative”.
Beppa Rigoni Scit
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l’Altopiano
I Presepi della San Vincenzo: un’esplosione
di colori, culture e solidarietà
www.giornalealtopiano.it
Sabato 10 gennaio 2009
Una sala accogliente e ben
illuminata, l’impegno dei
volontari nell’allestimento e
nella gestione, il sorriso
aperto di chi ti accoglie, il
calore di tante statuette che
sembrano vere: ecco gli ingredienti fondamentali della Mostra di Presepi organizzata dall’Associazione
San Vincenzo di Asiago.
Si tratta di più di 150 Presepi (pare che il numero
preciso sia 158) appartenenti alla famiglia Stella,
esposti per queste feste,
fino a domenica 11 gennaio, nella Sala delle Maschere della Comunità Montana.
La peculiarità di questi pezzi da collezione è la loro appartenenza a culture diver-
Aperta fino a questa domenica la mostra con più di 150 Presepi
se; lo si nota subito dalle
statuine: in mezzo a tanti
colori, ben amalgamati grazie all’accurato allestimento, si può scorgere un personaggio del tipico presepe
napoletano, oppure una
Madonna un tantino
paffutella che appartiene
alla tradizione filippina,
statuette color dell’ebano
che provengono dal Kenia,
o ancora volti olivastri provenienti dal Perù.
Ogni Presepe è accompagnato da una targhetta di
provenienza, ma già dopo
un primo impatto risulta facile riconoscere i risultati figurativi di ogni tradizione e,
come raramente capita, si
può cogliere quanto questi
possano essere ben
accostabili, piacevoli nel
loro insieme.
In un angolo della Sala, è
stata allestita una finestra
bianca, aperta su uno sfondo rosso, su cui spicca un
numero considerevole di
brillanti e appariscenti
statuine in vetro di Murano;
sembra un’ampia veduta
aperta sul mare, una sorta
di incoraggiamento a
vercarne i confini affrontandone le onde, come se l’allestimento volesse suggerire un significato morale oltre a quello contingente.
Un’esplosione di colori, una
foresta piacevolmente fitta
di personaggi e immagini a
noi care che, via via, assumono connotati diversi declinandosi secondo varie
culture pur mantenendo un
comprensibile e medesimo
significato: quello del Nata-
le. Si ha la sensazione di trovarsi dentro la Torre di
Babele, ma l’esito è
insperato: è come se qualcuno, improvvisamente, si
fosse alzato e che, a gesti,
si fosse fatto capire da tutti. E’ come se tradizioni tanto diverse, da quella locale
a quella egizia, da quella
africana a quella latinoamericana, avessero prodotto altrettante espessioni
della Natività, ma che tutte
queste, inconsapevolmente,
parlassero la stessa lingua.
E’ come se, all’improvviso,
ci rendessimo conto che siamo sempre stati tutti sotto
lo stesso cielo, una volta
celeste dove la diversità
non divide ma accomuna,
dove le tradizioni degli altri
popoli diventano uno spunto e un motivo di crescita,
dove ognuno ammira la
stessa stella sapendo che
qualcun altro, magari lontano, la sta guardando insieme a lui.
Un messaggio di solidarietà si è concretizzato
dentro quella sala, diventando spunto di raccolta
di offerte libere da destinare ai nuovi poveri del
nostro Altopiano, attraverso l’aggregazione di
tante culture, dei volontari
e dei visitatori stessi, un
impasto perfetto di tradizione, originalità, solidarietà e amore.
Martina Rossi
SILVANA
Collocato proprio in centro a Canove, il bellissimo presepe allestito dalla Pro Loco,
con la collaborazione del parroco che ha fornito le grandi e suggestive statue, ha
“salutato” il passaggio delle tantissime persone transitate nel periodo delle feste
natalizie lungo la strada principale. Anche chi si è trovato a sostarvi davanti “forzatamente” a bordo delle auto rallentate nei giorni di maggior traffico, ha potuto
godere dello splendido colpo d’occhio che la rappresentazione ha offerto, tanto più
nelle ore serali, con la suggestione delle luci colorate che si riflettevano sulla neve.
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Sabato 10 gennaio 2009
l’Altopiano
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Lo sguardo del mondo nelle pagine di un libro
Presentato ad Asiago il volume fotografico Tesori Antropologici di Francesca Mascotto
Asia, Africa, Oceania. Una
buona fetta di mondo, abitata da un’enorme parte di
umanità. A questi tre continenti è dedicato il libro fotografico di Francesca
Mascotto Tesori Antropologici (ed. Biblos di Cittadella,
280 pagine, 240 foto a colori), presentato durante le vacanze natalizie nella Sala dei
Quadri del Comune di
Asiago.
Un’opera bellissima, che raccoglie numerose tra le immagini più affascinanti dei viaggi
fotografici compiuti in tutto
il mondo da Francesca
Mascotto, fotografa, pubbli-
cista freelance, ricercatrice e
docente delle culture dei popoli.
Francesca Mascotto di professione è biologa, cioè “studia i
fenomeni della vita”. E lo è
anche quando scatta fotografie, perché anche nelle
cerimonie più affollate lei non
fotografa mai una umanità
numerosa e indistinta, ma
sempre persone: facce, occhi, denti, mani, capelli, vestiti, gioielli (la bellezza che
spesso sfida la miseria).
Le sue raccolte fotografiche
sono soprattutto una
carrellata di sguardi, così
spontanei da rendere diffici-
le credere che siano passati
attraverso una macchina fotografica. Se uomini, donne e
bambini di culture così lontane e diverse dalla nostra concedono all’obiettivo di Francesca Mascotto sguardi tanto sinceri, significa che lei ha
un’enorme capacità di farsi
accettare da quelle genti e di
farne uscire i sentimenti più
belli.
Come dice la critica Maria
Lucia Ferraguti, quello di
Francesca Mascotto è uno
sguardo che va oltre la tecnica. Però la tecnica c’è,
eccome, nutrita dalla reciproca fedeltà tra la fotografa e
le sue Nikon, rigorosamente
non digitali. E quando si lavora con rullini e camera
oscura, invece che con comode mini schede di memoria, ogni scatto è prezioso, decisivo.
Quando la vedi, Francesca
Mascotto è una donna tranquilla, posata, raffinata. Bisognerebbe che qualcuno fotografasse lei, mentre lei fotografa i popoli del mondo: allora la vedremmo avanzare
nelle foreste pluviali con il fango monsonico fino a metà
gamba; la vedremmo aggirarsi
tra i villaggi degli ultimi cannibali o mentre cerca di mante-
nere la calma durante un rito
voodoo, quando tutti attorno
perdono la testa.
Tesori Antropologici è una commedia umana che ha come palcoscenico gran parte del pianeta Terra, è una raccolta di frammenti di un’umanità che cambia, spesso in modo velocissimo,
quasi nel tempo di uno scatto.
Molte delle meraviglie immortalate solo pochi anni fa da Francesca Mascotto oggi non esistono già più, oppure si sono trasformate: da cerimonie sacre a
balletti per turisti. Lei le ha viste
prima che questo accadesse e
ora ce le può mostrare così com’erano.
Cristiano Carli
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Sabato 10 gennaio 2009
l’Altopiano
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Quella volta che...
1968: due altopianesi nella giuria di Sanremo
Nell’edizione canora di quell’anno due altopianesi fecero parte della giuria che portò alla selezione
e poi alla vittoria Sergio Endrigo e Roberto Carlos. L’evento nei ricordi di Renato Stella
Manca poco all’evento canoro di
Sanremo, la rassegna
giunta quest’anno
alla 59a edizione ci
riporta alla mente la
tv in bianco e nero
davanti alla quale si
assiepavano le famiglie negli anni del
boom economico. Allora non c’era il digitale terrestre, tanto
meno Sky satellitare,
i canali si contavano
sulle dita di una
mano monca, e un
avvenimento come il
Festival era seguito
da schiere di giovani ed anziani in
egual misura, telespettatori che poi avrebbero acquistato i dischi
in vinile da inserire nei
mangiadischi a 45 giri,
oppure
chini
a
riascoltarli presso i
jukebox nelle balere, 50
Lire per due brani. Ci
piace ricordare di questa
manifestazione l’edizione
del 1968, la18a, perché
l’1, 2 e 3 febbraio di
quell’anno a far parte
della giuria furono chiamati pure due altopianesi,
si trattava di Renato Stella di Treschè Conca e
Giovanni
Rossi
di
Cesuna, quest’ultimo è
scomparso alcuni anni
orsono, mentre
Stella è ancora
tra noi col suo
fervido ricordo a
raccontare le belle serate in cui
ebbe l’ambìto
compito di votare e decidere
l’esito del risultato finale. Egli
inoltre
ha
archiviato le pagine originali del
Giornale
di
Vicenza che quotidianamente seguiva la rassegna. Partecipare
alla giuria non
era cosa da poco,
oggi ai concorsi
televisivi si fa valere la propria scelta con un semplice sms dal cellulare, nel ’68
bisognava sperare nell’estrazione del proprio nominativo inserito tra una
rosa di 120. In quel febbraio di 40 anni fa presso
la sede del quotidiano
vicentino furono convoca-
11 gennaio 1999: moriva
De Andrè - Un ricordo per il
grande compositore a dieci
anni dalla sua scomparsa
Quando la sera dell’11 gennaio 1999 il telegiornale diede
la notizia che Fabrizio De
André non c’era più, tra l’incredulità e lo stupore faticai a
trattenere le lacrime.
Non so se ad inumidirmi gli
occhi fu più il rimpianto per le
occasioni perse in passato o
l’interrogativo sul futuro.
Il rimpianto per non aver mai
assistito ad un suo concerto
ed essermi lasciato scappare
solo pochi mesi prima, l’ennesima ed ultima occasione per
un posto molto scomodo, ad
un prezzo secondo me esagerato.
O forse fu il vuoto che già mi
prefiguravo per gli anni a venire, la mancanza di una voce
straordinaria, inimitabile, fuori
da qualsiasi coro e soprattutto contro, che fin da ragazzino aveva fatto vibrare le corde più nascoste del mio animo e, cosa non da poco, mi
aveva aiutato a sentirmi meno
solo, che prima era diventata
la colonna sonora della mia
adolescenza, poi il biglietto da
visita della mia vita.
Alla fine degli anni ’70 una
sera scoprii che una delle prime e poche radio private dava
la possibilità agli ascoltatori di
cantare in diretta una canzone; tutto emozionato telefonai
per interpretarne proprio una
di De André che naturalmente conoscevo a memoria. Il risultato fu deludente solo per
le mie stonature che alla
Corrida non mi avrebbero permesso di arrivare in fondo all’esibizione, ma rappresentò il
mio piccolo tributo a chi avrei
in seguito considerato il più
grande cantautore-poeta italiano del secolo scorso.
Fu un amore a prima vista, anzi
a prima nota.
I 33 giri di vinile pagavano lo
scotto, girando vorticosamente
e ripetutamente sul giradischi.
I solchi del disco “arati” dalla
puntina erano sentieri dove incontrarsi, binari che potevano mettere in comunicazione.
Nei giorni scorsi nell’imminenza del decimo anniversario
della scomparsa di Fabrizio De
André, il binario della mia vita
ha incrociato casualmente
quello di Massimo Bubola,
cantautore veronese che ha
avuto una lunga e proficua
amicizia e collaborazione con
l’artista genovese.
Tutto quel lavoro è ora raccolto
nell’ultimo CD “Dall’altra parte del vento”, una rivisitazione
delle Liriche e delle Musiche
da loro composte dal 1977 al
1990.
Il binario sul quale ci siamo tro-
vati è quello di un Trenino che
non c’è più, di un libro che cerca di ripercorrere quel tragitto
della ferrovia che passava anche a Cesuna dove, in via colle Weiser, Massimo Bubola per
15 anni ha passato le vacanze
estive. Ma indipendentemente
dalle coincidenze dei treni della vita, anche sull’Altopiano ci
sono cuori toccati da una voce,
una chitarra, almeno una canzone!
Come ricordare l’artefice senza averne citata nemmeno
una? Ne basteranno tre? “La
canzone di Marinella” che cantata da Mina, grazie ai diritti
d’autore, permise a un De
André incerto sul suo futuro,
di
abbandonare
definitivamente gli studi di giurisprudenza per continuare a
scrivere, “Bocca di rosa”, perché a detta del cantautore genovese, è quella che più gli somiglia e dopo la mia “esibizione” radiofonica anche “La
guerra di Piero” perché purtroppo, che si vogliano vedere
o meno, i conflitti continuano
inesorabilmente a far parte della nostra quotidianità.
Giovanni Rattini
ti i due altopianesi e contemporaneamente con altre
25 giurie provinciali contribuirono alla selezione
dei cantanti e quindi alla
vittoria di Sergio Endrigo.
Val la pena ricordare il regolamento che prevedeva
un collegio giudicante
composto tassativamente
da 52 uomini, 40 dai 15 ai
25 anni e 12 dai 30 in poi,
e 42 donne. Tra i maschi
20 dovevano essere studenti, 8 militari, 8 operai,
4 impiegati e altrettanti
commercianti e professionisti; per le donne: 20 studentesse, 8 operaie, 4 commesse e altrettante domestiche, casalinghe, impiegate e professioniste. Tutto avvenne sotto lo scrupoloso controllo del notaio
bassanese dott. Valerio
Manetti. A rigor di cronaca annotiamo che tra i
cantanti iscritti al concorso c’erano artisti del calibro di Louis Armstrong,
Paul Anka, Wilson Pickett,
Dionne Worwick, oltre ai
“mostri sacri” nazionali
Celentano, Milva, Dorelli,
Ranieri, Gagliardi, Vanoni,
Little Tony, ecc. La vittoria
alla fine arrise a Sergio
Endrigo in coppia con Roberto Carlos, la grande
macchina della kermesse,
messa in moto da Ezio
Radaelli e dal ben noto
sull’Altopiano Gianni
Ravera, aveva funzionato
alla perfezione. Il Giornale di Vicenza scrisse che
tutto si svolse secondo co-
Sergio Endrigo
Roberto Carlos
pione, encomiando chi era
giunto in redazione pur
partendo dalle lontane
Cesuna e Treschè Conca.
Una lieve polemica sorse
fomentata dai critici musicali, che accusarono l’edizione del festival per aver
offerto testi eccessivamente mielosi e lacrimosi. La
“Beat-generation”, in ef-
fetti, accusava i primi
cedimenti, e il 1968 sarebbe stato ricordato per ben
altri fatti piuttosto che per
una
canzonetta
orecchiabile ascoltata al
bar del patronato: la contestazione studentesca
era alle porte, ma questa
è tutta un’altra storia.
Daniel Finco
Edizione 1968, classifica, canzoni e cantanti
Risvolti meno noti:
1 Canzone per te (Sergio Bardotti e Sergio Endrigo) Sergio
Endrigo – Roberto Carlos
2 Casa bianca (Don Backy e Eligio La Valle) Ornella Vanoni
– Marisa Sannia
3 Canzone (Don Backy e Detto Mariano) Adriano Celentano
– Milva
4 Deborah (Vito Pallavicini e Giorgio Conte) Fausto Leali –
Wilson Pickett
5 La tramontana (Daniele Pace e Mario Panzeri) Antoine –
Gianni Pettenati
6 Quando m’innamoro (Daniele Pace, Mario Panzeri e Roberto Livraghi) Anna Identici – The Sandpipers
7 Da bambino (Pradella e Renato Angiolini) Massimo Ranieri
– Giganti
8 Sera (Roberto Vecchioni e Andrea Lo Vecchio) Gigliola
Cinquetti – Giuliana Valci
9 La siepe (Vito Pallavicini e Pino Massara) Al Bano – Bobbie
Gentry
10 Un uomo piange solo per amore (Maria Gioconda Gaspari
e Marcello Marrocchi) Little Tony – Mario Guarnera
11 Gli occhi miei (Mogol e Carlo Donida) Wilma Goich –
Dino
12 Stanotte sentirai una canzone (Queirolo e Franco
Bracardi) Annarita Spinaci – Yoko Kishi
13 Mi va di cantare (Vincenzo Buonassisi, Giorgio Bertero e
Aldo Valleroni) Louis Armstrong – Lara Saint Paul
14 La voce del silenzio (Elio Isola, Paolo Limiti e Mogol)
Tony Del Monaco – Dionne Warwick
Nel 1968 la manifestazione
canora, si arricchì di vari talenti, come Adriano
Celentano, che però fece
temere di essere arrestato
durante lo svolgimento della
manifestazione, aveva
intentato una causa con Don
Backi che lo accusava di
appropriazione indebita, gli
doveva 200 milioni in Lire di
diritti, Celentano suo editore,
non gli permise di far cantare nemmeno una canzone firmata da Don Backi, che invece la cantò lui, arrivarono
al secondo e terzo posto, risulta poi che Adriano abbia
rifiutato di esibirsi dopo la proclamazione.
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Sabato 10 gennaio 2009
l’Altopiano
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Intervista ai Lost, band rivelazione dell’anno
Ciao gente! Nonostante le feste siano appena passate ci sentiamo ancora tutti più buoni
(ssssseeeeeee!!!), mi faccio
viva anche per questo numero
con un “regalone”: l’intervista
alla band dei Lost!
Bene, a questo punto qualcuno
dirà che a Babbo Natale aveva
chiesto ben altro, ma non importa: volete vedere che tra di
voi non c’è stato nessuno che
ha canticchiato almeno una volta “Tra Pioggia e Nuvole” o
“Standby”? I metallari
altopianesi risponderanno naturalmente di no, ma se non altro
sono sicura di avere l’appoggio di qualche ragazza dai gusti
più soft...:)
E per chi invece si sta chiedendo “Ma chi xèi ‘sti Lost? Quei
del telefilm?” sono pronta a
chiarirvi un po’ le idee...
Walter, Roberto, Giulio, Luca
e Filippo: in un solo nome, la
band dei Lost, appunto.
Almeno, questa era la formazione fino a un paio di settimane fa: il chitarrista Giulio ha infatti deciso di lasciare la band
per dedicarsi agli studi universitari, nonostante il successo
ottenuto negli ultimi tempi.
Nominati “Band Rivelazione
dell’anno” e in testa alle classifiche dei dvd più venduti con
“Lost Live@MTV” da ben tre
settimane, i cinque ragazzi
vicentini si sono fatti conoscere con il singolo “Oggi” per poi
proporre un successo dopo l’altro, fino all’ultimo estratto, “Nel
Silenzio”. Attualmente i Lost
sono impegnati in una serie di
eventi che prevedono tappe in
tutta Italia, compresi live nelle
scuole, e a cui i fan possono
assistere aderendo al Fan
Tourbus.
Giovedì 11 dicembre, in occasione della serata per l’assegnazione delle borse di studio organizzata dalla Banca San Giorgio, il gruppo vicentino si è esibito sul palco del Maxlive di
Costabissara, suonando alcuni
dei brani estratti dal loro primo
album “XD”.
E chi non poteva mancare alla
performance, pur conoscendo
i Lost solo di nomina?
Ricordate: dove c’è un live, ci
sono sempre anch’io!
Bene, io e la mia amica Carlotta
(trascinata via di forza dal libro
di filosofia) arriviamo al Maxlive
verso le 6 della sera: l’esibizione è prevista quasi quattro ore
più tardi, quindi ci mettiamo comode fuori dal camerino a osservare le baby fans che con
abbigliamento di dubbio gusto
si stanno già accalcando fuori
ad aspettare l’arrivo dei Lost...e
invece, il loro arrivo ce lo becchiamo noi alle spalle, visto che
entrano dall’uscita di sicurezza: guida la sfilata il cantante
Walter, trascinando un trolley
dietro di sé, con il cappuccio
della felpa in testa, da vera star
del pop-rock; ci lancia uno
sguardo veloce per poi sparire
nel camerino esattamente di
fronte al nostro. L’unico che
ci saluta è Filippo, detto Spez,
il batterista, mentre a chiudere
la fila dietro di lui è il manager
Matteo Franzan. Con quest’ultimo mi accordo per l’intervista ai ragazzi, che viene fissata
dopo l’esibizione.
Alle 21.45 il palco viene lasciato al gruppo: non è ancora ufficiale l’uscita del chitarrista
Giulio dalla band, ma la sedia
accanto a Walter è vuota. Tra
le ipotesi della serie “avrà l’intestinale/gli avranno rubato la
chitarra/arriverà a sorpresa dall’alto suonando Jingle Bells”,
corrono anche le voci in anteprima sulla sua scelta inedita,
nelle poltroncine giusto dietro
di noi.
Alla fine della performance, ci
mettiamo circa mezz’ora per
raggiungere i Lost, sommersi
dalle fans armate di macchinetta fotografica. Una si ferma
sotto il palco, prende la bottiglietta di acqua abbandonata da
Walter e mentre la stringe tra le
mani si mette a piangere.
Ehm... :-O
Mentre io e la mia amica aspettiamo in fila, decidendo che la
nostra età per quella sera è ferma ai 13 anni giusto per
uniformarci alla giovane folla, sentiamo una ragazza affermare
contenta
“Oddio...quando ho fatto la
foto con Walter mi è venuta
la TÀCACARDIA!”
Prima che arrivi il nostro turno, due ragazze dall’occhio di
falco che hanno scorto il gesto d’intesa tra me e il manager e hanno sentito qualche
frase tra me e la “socia”, mi
si avvicinano timidamente:
“Ehi senti...non è che potremmo entrare con te?
Tipregotipregotipregotiprego!
Fai finta che siamo tue cugine, o tue sorelle...”
E così, quando arriva il mio
turno, in realtà nel camerino
dei Lost entriamo in 4. Filippo e Luca vengono “rapiti”
dal manager per qualche impegno urgente sul palco, quindi a parlare del gruppo restano Walter e Roberto, rispettivamente voce e chitarra.
La prima impressione è positiva, i Lost sono ragazzi poco
più grandi di noi e quindi la
conversazione è priva di qualsiasi formalità. Appena ci sediamo, Roberto anticipa, quasi
recitando a memoria:”Allora,
il nome Lost deriva da un adesivo che alle origini della formazione era incollato dietro
alla mia chitarra...”
I:Si si, tranquillo, di questo ci avevano già informate le ultrafans qui
fuori...alle quali, tra l’altro,
avete fatto venire la
TACÀCARDIA, lo sapete?
R:”Oddio, che è?”
W:”Una nuova malattia...per
cui non hanno ancora scoperto la cura!”
I:Ok dai, facciamo i
seri...Lost, Band Rivelazione dell’anno e numero uno
per la vendita del dvd live:
il successo che avete ottenuto vi ha cambiati?
W: “Sicuramente ci ha fatto
maturare molto, abbiamo condiviso il palco con artisti del
calibro di Tokio Hotel, Simple
Plan, ma anche Gianna Nannini
e Vanilla Sky. Abbiamo legato
amicizie con alcuni di loro, soprattutto con i veronesi
Sonohra, e fatto nuove esperienze che ci hanno fatti crescere. Fondamentalmente,
però, siamo rimasti noi stessi.
Insomma...non siamo gente
che se la tira!” :-)
I:Avete fatto tournée in tutta Italia e girato videoclip
all’estero: c’è una città che
vi è rimasta nel cuore?
R: “Tutte le città italiane. Tra
quelle straniere, invece, Los
Angeles e Amsterdam, dove
abbiamo girato rispettivamente i videoclip di “Standby” e
“Tra pioggia e nuvole”. Sono
luoghi che ci hanno molto emozionati.”
I: In un’altra canzone dell’album intitolata “Troppe
Volte”, la frase “Non chiedermi di scegliere, ti farebbe star male sapere che non
voglio più gettar via tutti i
miei sogni” fa riflettere:
qualcuno ha mai tentato di
ostacolare la vostra strada
verso il successo?
Roberto e Walter si scambiano
uno sguardo d’intesa, poi il cantante prende la parola:
W:”In questo caso la canzone
è dedicata a una ragazza, ma
più volte è successo che altre
persone volessero portarmi
verso scelte che non condividevo, magari spingermi verso
una carriera più “tradizionale”
ma che comunque non sentivo
mia. Alla fine, in ogni caso, ho
deciso di non dare ascolto ai
pareri altrui e di seguire la mia
strada.”
I:Vi siete fatti conoscere con
la vostra musica tramite
MySpace, avete intitolato il
vostro album “XD” come
tributo a Internet e tuttora
mantenete i contatti con i
fan sul web. Una domanda
sorge spontanea: ci siete davvero voi dietro i vari blog che
portano il vostro nome?
W: “Si, ci siamo noi. Stiamo
molto spesso online, grazie al
BlackBerry che abbiamo sempre con noi durante i viaggi in
tourbus; leggiamo tutti i commenti e i messaggi, ma in genere non possiamo rispondere,
perchè ne riceviamo davvero
tantissimi. Solo su MySpace
abbiamo quasi 30 000 contatti...”
I: Eppure, c’è anche chi tenta di contattarvi lasciandovi
i biglietti sui tergicristallo
dell’auto con il numero di
telefono...(una ragazza in
classe nostra l’anno scorso,
ndr)
W: “Ah, si, ce ne sono
molte...finchè sono biglietti va
bene, poi sai, se mi sfondano i
vetri è tutta un’altra storia!”
R: “E comunque, adesso che
sappiamo i vostri nomi e la vostra scuola, se succede daremo la colpa a voi!”
I: Bene...Walter, sai che abbiamo lo stesso tatuatore? :D
W: “Ah si? Devo anche tornarci lì, a fare un po’ di foto fatte
bene, perchè quelle che avevo
fatto per me poi son finite su
Big, su KissMe e così via...ci
sono immagini della frase dei
Good Charlotte sul mio braccio OVUNQUE!”
I: Visto che questa è la serata per le borse di studio, voi
siete mai stati studenti modello?
W: “Si, fino in prima media. Poi
da lì sono andato un po’ in
calando...però non sono mai
stato bocciato!”
R: “...”
I: Ora c’è la domanda da un
milione: tornando in tema
Internet, si leggono spesso
online i dibattiti tra le fan
riguardo il vostro stile. Molte di loro vi schedano tra gli
“emo”...hanno ragione?
A questa rivelazione, i due musicisti si scambiano uno sguardo incredulo e affermano all’unisono “No”. “Come l’abito
non fa il monaco, il ciuffo non
fa l’emo”, scherza Roberto riferendosi alla tipica pettinatura
alternativa di Walter.
I:E quindi, come vi definireste?
Ancora una volta, i due sono
perfettamente d’accordo su
cosa rispondere. “In una parola: LOST”! E così, dopo esserci fatte fare autografi per
amiche, amici, zii, nonni e cugini, finisce anche l’incontro
con i Lost, e noi li lasciamo
andare...si beh, per poco, però:
il 21 io e Carlotta eravamo di
nuovo al loro meet&greet a
Vicenza, naturalmente circondate dalle loro ultrafans vestite
TUTTE DA EMO...Insomma,
il nuovo proverbio di Roby non
ha riscosso molto successo!
Iceskater
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Sabato 10 gennaio 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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L’avvocato risponde – Domande, curiosità, approfondimenti di carattere legale
RUBRICHE
Come ben noto, abbondanti
nevicate come quelle dell’ultimo periodo possono determinare la caduta dai tetti delle
abitazioni (sia dei condomini
che dalle singole unità
abitative) di blocchi di neve
di dimensioni variabili potenzialmente forieri di danni sia
agli incuranti sottostanti passanti che alle autovetture di
terzi (cioè di soggetti differenti
rispetto al proprietario della
casa) parcheggiate in prossimità dell’abitazione, così
come a quelle dei condomini
stessi.
Chi risponderà dei danni a
persone e cose eventualmente occorsi a causa della caduta di neve dai tetti?
Nel caso di caduta di neve dal
tetto di un edificio è
configurabile una responsabilità civile per danni a norma
dell’art. 2051 del codice civile il quale pone una presunzione legale di responsabilità
per il danno cagionato da cosa
in custodia a carico del proprietario dell’edificio. Il titolare e/o il custode del beneedificio si libera da tale responsabilità soltanto provando il “caso fortuito”, da intendersi comprensivo anche
della condotta colposa dello
stesso danneggiato (qualora
tale condotta abbia un rilievo
causale esclusivo).
Detto in altre parole, come
regola la responsabilità per tali
tipi di eventi dannosi si
incardina in capo al proprie-
Danni causati dalla caduta di neve
dal tetto degli edifici, chi è responsabile?
tario (o al condominio, se di
tale tipo di abitazione trattasi)
in quanto custode della casa
in proprietà.
Occorre però fare dei distinguo, sia di luogo che di stagione.
Nelle località montane, come
l’Altopiano di Asiago, una nevicata tale da poter generare il
pericolo di cadute di neve dai
tetti pare essere aspetto del
tutto scontato ed è quindi da
considerasi un evento
prevedibile (anzi, si potrebbe
dire che l’anomalia sarebbe il
non verificarsi della nevicata).
Il padrone di casa, pertanto,
potrebbe e dovrebbe evitare
tali cadute rovinose sia con
meccanismi di prevenzione
che provvedendo con mezzi
idonei ad eliminare gli accumuli nevosi sopra il tetto che
possano diventare potenziale
pericolo per sé e per gli altri.
Se la nevicata, però, si verifica a maggio inoltrato o, se
vogliamo, ai primi di giugno,
allora lo stesso evento dannoso potrebbe rivelarsi causato
da fenomeni meteorologici inconsueti per il periodo
(inconsuetudine da dimostrarsi statisticamente) e, quindi, ci
si potrebbe trovare in presenza di un’esimente della responsabilità (cioè una circostanza che elimina la responsabilità del proprietario della
casa), quella relativa al cosiddetto caso fortuito.
Altro distinguo che va fatto è
relativo al momento in cui la
caduta avviene rispetto alla
precipitazione.
Si sostiene, infatti, che la responsabilità del proprietario
sarebbe esclusa se la caduta
di neve si verifichi durante la
precipitazione e non in un secondo tempo, ossia a nevicata conclusa: in tale caso la
caduta nel bel mezzo della nevicata andrebbe considerata
come prevedibile da parte del
danneggiato e non vi sarebbe
la colpa del proprietario-custode.
Nocciolo della questione, pertanto, risulta essere il concet-
to di prevedibilità dell’evento,
intendendo per prevedibilità
non quella contingente che si
può desumere dalla consultazione delle previsioni del tempo dei giorni immediatamente
precedenti alla perturbazione,
bensì quella statisticoclimatologica, che si estende
almeno nell’arco di un
trentennio.
Occorre poi dire che, in caso
di verificarsi di danni a terzi,
andrà pure valutata la diligenza e la cautela di chi posteggia l’autovettura o passeggia
in prossimità delle abitazioni,
dato che pure il comportamen-
to di questi andrà commisurato a seconda del luogo e del
tempo in cui ci si trovi.
In presenza, pertanto, di segnaletica apposta dal proprietario (o dal condominio) che
indichi uno specifico pericolo
di caduta neve dal tetto (ovvero che allerta specificamente il potenziale pericolo dell’evento sulla base del quale
si chiederanno i danni) per la
giurisprudenza maggioritaria si
verificherebbe un’ipotesi di
concorso di colpa del danneggiato nel verificarsi dell’evento, concorso che, a seconda
dei casi, potrebbe escludere un
risarcimento da parte del proprietario della casa.
Va poi detto che se la casa dal
cui tetto la neve cade nel momento in cui si verifica l’evento è abitata non dal proprietario, ma da altre persone (classico è il caso della casa ceduta per un breve periodo ad un
amico o ad un parente o dell’immobile oggetto di locazione) sarà colui il quale concretamente abita la casa al momento del verificarsi del danno a dover risarcire il proprietario dell’auto od il passante,
in quanto la giurisprudenza
identifica la custodia della casa
ed, in ultimo, il controllo di
essa, con il semplice potere
(temporaneo) di uso della
cosa.
Tutto ciò premesso, per evitare di dover rispondere dei
danni causati ai terzi, è
consigliabile che i proprietari
degli edifici provvedano in via
preventiva a porre sui tetti i
cosiddetti «paraneve», le griglie poste sulle falde del tetto
che trattengono i cumuli di
neve, che, a precipitazione terminata e sino a quando non
sia possibile la rimozione della neve dal tetto, provvedano
a segnalare tempestivamente
con nastro bicolore, cartelli
ben visibili o altro sistema,
qualsivoglia pericolo alla pubblica incolumità per caduta
neve dai tetti delle abitazioni e
che, in ogni caso, stipulino
idonea polizza assicurativa per
la responsabilità civile per i
danni cagionati a terzi da caduta di ghiaccio o neve non
rimossi a tempo dai tetti.
Avvocato Serena Baù
I lettori che vogliano
sottoporre domande su
qualsiasi questione di
carattere legale al nostro
avvocato possono inviare
una mail all’indirizzo
[email protected]
o scrivere a “L’avvocato
risponde – Giornale
Altopiano, Via Monte
Sisemol, 9 36012
Asiago (Vi)”
LA RUBRICA DELLA PSICOLOGIA
Amor proprio e flessibilità: due ingredienti base per vivere felici
Il numero di Natale è sempre
ostico, per chi deve provare
a scrivere qualcosa che sia
degno d’interesse e che, si
auspica, possa essere spunto
di riflessione per crescere.
Delle volte è facile, basta scegliere un argomento e trattarlo in modo teoricamente corretto, magari citando qualche
episodio significativo realmente accaduto e chiudere lo
scritto con qualche consiglio
che va bene per tutti. Altre
volte, quando cerco di sintetizzare le mie esperienze cliniche e il frutto del mio sapere professionale, può accadere di trovare maggiori difficoltà. Del resto, le idee non sempre fluiscono liberamente secondo
un
ordine
preconfezionato, tutt’altro,
soprattutto se dobbiamo esprimerle a qualcuno.
Solitamente quando pensiamo
il nostro flusso di coscienza
assume forme piuttosto ordinate (a meno che non siamo
in una situazione di disagio
psichico). Le linee guida, la
coerenza, le priorità, assumono forme e contenuti armonici e nitidi. Quando poi dob-
biamo riproporre lo stesso discorso ad un interlocutore,
diventa tutto più difficile e il
nostro ordine diventa disordine. Evidentemente, ci sono
differenze molto rilevanti tra
il nostro mondo interiore e
quello esterno. Ad esempio,
l’interlocutore non mi lascerebbe parlare per mezz’ora
senza aprir bocca; egli
interagisce, turba il mio equilibrio, controbatte …insomma, non mi lascia solo!
Saper adattarsi alle caratteristiche altrui è molto importante. Non è solo una questione
di tolleranza; è una conquista
psichica importantissima che
preclude ad esempio lo sviluppo di patologie anche molto
gravi come la psicosi e i disturbi di personalità. Il principio di realtà (scomodando la
psicoanalisi) implica che la
psiche dell’individuo è in grado di adattarsi alle richieste
esterne modulando (“domando” direbbe Freud) le pulsioni
di piacere rendendole accettabili
nei
rapporti
interpersonali. Un sottile equilibrio tra gratificazione e frustrazione. Il gioco di ruolo
richiesto nell’adultità sana è
una conquista difficile che
mette alla prova la nostra maturità psico-affettiva. Accettare l’altro e la sua individualità mette alla prova il nostro
spirito di adattamento e la nostra capacità di essere adulti
in relazione. Sarebbe troppo
facile infatti se stare in relazione significasse semplicemente sopportarsi a vicenda.
Purtroppo (o per fortuna!) è
un questione di comprensione reciproca, il che si colloca
ad un livello maturativo estremamente più sofisticato.
Per capire chi ci sta davanti
serve innanzitutto un equilibrio interno. Se siamo coinvolti emotivamente in modo
eccessivo, perdiamo il controllo di noi e chiediamo voracemente all’altro di soddisfare i nostri bisogni primordiali. Allo stesso modo, se di
fondo c’è una forte sfiducia
di base nel mondo esterno,
“proiettiamo” su di esso le
nostre paure rischiando di
vendere nemici e persecutori
dove non ci sono.
Nel mio lavoro, capita spesso di aiutare le persone ad
avere meno paura di agire; di
solito accade infatti di restare
incastrati
in
routine
autodistruttive perché non
crediamo sufficientemente
in noi stessi. Ritengo che
molti problemi di tipo “nevrotico” che ci affliggono sono
frutto della scarsa valutazione di sé come persone. D’altro canto, se pretendiamo
troppo dagli altri è perché non
ci sentiamo “autosufficienti”.
Eppure, quante volte ho
rimarcato l’esigenza di trovare un equilibrio proprio soddisfacente
prima
di
relazionarsi con il prossimo!
Pertanto, è bene riflettere
sull’amor proprio e valutare
se esso si basa su motivazioni adeguate (né insufficienti o
finte, né narcisistiche), prima
di addebitare l’origine dei problemi agli altri.
Una seconda riflessione che
volevo portare alla vostra attenzione riguarda invece la
capacità di essere flessibili.
Per spiegare cosa intendo,
vorrei rispolverare i miei cari
studi di fisica. Un materiale è
flessibile quando può deformarsi, piegarsi, adattarsi alle
perturbazioni esterne senza
rompersi. Straordinaria proprietà! Dovrebbe essere
appannaggio anche dell’essere umano! Invece, e ve lo assicuro, è caratteristica rara da
trovare. Sapersi piegare, adattare, modificare senza pregiudicare l’integrità è un talento
molto raffinato e pregiato,
che si acquisisce in anni di
esperienza e grazie a modelli
educativi esemplari.
La persona flessibile avrà una
vita più soddisfacente. Chi al
contrario è rigido e
schematico, tende a soffrire
emotivamente nella continua
battaglia con la realtà e il prossimo. Non solo perché ogni
imprevisto rompe l’equilibrio
interno; il problema è assai più
profondo e riguarda la capacità di trovare soluzioni alternative ai problemi che la vita
ci pone davanti. Essere flessibili permette, a chi ha
un’autostima almeno discreta, di spingersi in universi
nuovi e di crescere come persone. Chi cerca di diventare
più adattabile al mondo senza
perdere la propria identità
vede la vita con più serenità,
umorismo e ottimismo; non
solo, solitamente è più apprezzato dagli altri.
Spero di non avervi annoiato.
Immagino che molti di voi leggeranno l’articolo comodamente a casa, magari vicino
a un albero addobbato o ad un
presepio, che ricordano il clima di festa e il calore familiare. Auguro a tutti dei giorni
sereni, a contatto con i propri
cari e nei luoghi più intimi.
Abbiamo bisogno tutti di affetti semplici e di una dimensione più umana, dove il tempo e lo spazio siano amici e
non nemici. Buon Natale!
Stefano Rigoni, Psicologo
Psicoterapeuta Cognitivo
Comportamentale
Tel. 338.2919597 – E-mail:
[email protected]
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l’Altopiano
Sabato 10 gennaio 2009
Un nuovo libro di Andrea Cera
ULTIMO VIAGGIO A RUSTENE
Dopo “Lo Scoglio del Diavolo”,
Andrea Cera torna al romanzo
storico con una vicenda di ampio respiro, ambientata nel 1400
in Europa, con stretti riferimenti
a Venezia, al Veneto e
all’altopiano dei Sette Comuni.
Alcuni personaggi, diversi avvenimenti, molte situazioni, sono
legati alla storia reale, documentati con accurata precisione. Sullo sfondo c’è l’inizio del declino
della Repubblica di Venezia, sotto la pressione della minaccia turca e della concorrenza delle potenze marittime e mercantili nei
mari del Nord Europa. C’è la guerra dei Cent’anni tra Francia e Inghilterra, ci sono le migrazioni tedesche in Veneto, tra cui quella
cimbra sulle montagne vicentine,
veronesi, trentine.
Ma l’insieme della trama è co-
struito con una carica di invenzione fantastica straordinaria.
Innumerevoli personaggi e ambienti, viaggi , interminabili viaggi, che vanno da alcuni paesi dei
Sette Comuni e della Val di Brenta,
fino a Venezia, al mare Adriatico,
ai mari del Nord, alle isole della Norvegia, dove si trova l’isola di Rost,
in veneziano denominata Rustene.
Qui il protagonista della vicenda,
Zuan, un montanaro dell’altopiano,
va alla ricerca del padre ritenuto perduto per sempre. Intorno si snodano storie di capitani e di naviganti,
di clandestini e di veggenti, di contrabbandieri e di schiavi, di pazzi e
di sbandati…Storie del mondo di
sempre. Questo romanzo racconta molto di più delle origini e della diffusione dello stoccafisso (
pesce del bastone, in lingua tedesca-cimbra), il merluzzo secca-
to, pescato nei mari del nord, divenuto famoso come baccalà
nella cucina vicentina. Questo romanzo racconta molti aspetti della
storia, della geografia e della vita
locale, come le contrade
dell’altopiano, la Calà del Sasso, il
porto fluviale di Valstagna, i traffici
verso Venezia, il monastero di
Campese, i pellegrini di S. Antonio
a Padova, le condizioni delle parrocchie dell’altopiano… Sono pagine che possono arricchire anche la cultura dei Sette Comuni,
possono rafforzare una identità particolare , una identità fatta di esperienze di tanti viaggi, interminabili
viaggi di fatica e di coraggio, tante
volte contro soprusi e ingiustizie,
viaggi dalle isole Rustene disperse nei mari del mondo, verso il
ritorno ai Cari Sette Comuni.
Sergio Bonato
Pioggia, neve e gelo rendono difficile
asciugare il bucato? La soluzione ideale è
un’asciugatrice a gas della ditta Vast & Fast
E’ un inverno in piena regola,
quello che stiamo vivendo, e
che ci crea grossi problemi con
il bucato da stendere e far
asciugare. Pioggia, neve, gelo,
praticamente è impossibile
stendere i panni all’esterno, ed
eccoci dunque alle prese con
capi appesi a ingombranti
stendini
da
tenere
scomodamente in qualche
angolo della casa. Che fatica
e che disagio far asciugare i
pesanti capi invernali, ci vuole
molto tempo e spesso ci troviamo ancora con il bucato
umido e una montagna di altre cose da lavare. In questo
periodo più che mai si sente
l’esigenza di trovare una soluzione diversa, valutando l’acquisto di una asciugatrice, che
possa
assicurare
un’asciugatura immediata, in
barba a condizioni meteo e
temperature polari! La ditta
Vast & Fast di Zanè, propone
asciugatrici a gas prodotte in
Europa, vantando il primato di
ditta leader nel settore e confermandosi prima nelle vendite a livello europeo per quanto
concerne macchine a gas per
uso domestico. Vast & Fast
opera con successo da diverso tempo anche sull’Altopiano,
dove è contattabile tramite la
signora Gelmina
Gheller, a uno dei
seguenti numeri di
telefono: 0424
445491 o 340
1291509. Telefonando a Gelmina
potrete ricevere
maggiori informazioni sulle asciugatrici
e soprattutto prendere accordi per poter
effettuare una prova
gratuita e senza impegno per una settimana a casa vostra,
con tutta tranquillità, in
modo da poter rendervi conto personalmente di tutti i vantaggi offerti da
queste macchine. Non si tratta infatti solo di poter asciugare rapidamente il bucato
qualsiasi siano le condizioni
meteorologiche, ma di evitare
cattivi odori dati da polvere e
inquinamento, di poter eliminare ogni residuo di detersivo
e rendere più veloce e facile la
stiratura, grazie al bucato che
asciugato in questo modo risulta meno stropicciato e molto più morbido. Le asciugatrici a gas della ditta Vast &
Fast, con capacità di carico
dai 5 ai 10 kg., fanno risparmiare tempo e denaro, perché
asciugano più velocemente dei
modelli elettrici, con consumi
assai inferiori, particolarmente
nella versione da 6 kg.; possono essere collocate in qualsiasi stanza, dalla lavanderia
a un ripostiglio, sopra la lavatrice o all’esterno, su un terrazzo. Insomma si tratta di un
aiuto prezioso nella gestione
delle faccende domestiche,
che in certe stagioni risulta
quasi indispensabile. Lo confermano anche le numerose
clienti della ditta, che si dicono molto soddisfatte del loro
acquisto!
Servizio redazionale
www.giornalealtopiano.it
19
Auguri a passo di danza
Lo spettacolo natalizio del Centro di formazione
per la danza classica e moderna DanzAsiago
Un modo sicuramente apprezzato per augurare alle famiglie
delle proprie allieve un buon
Natale. La scuola “DanzAsiago”
di Sandra Rossi e Sabrina Ruiz
Esteban ha messo in piedi uno
spettacolo di “fine 2008” con
musiche prettamente natalizie
e coreografie studiate appositamente dalle insegnanti in
base alla preparazione delle
ballerine. Sul palco del Grillo
Parlante di Asiago, sabato 20
dicembre, si sono alternati tutti i gruppi di allieve, dalle più
piccole (ma piccole piccole, di
soli tre anni!), fino alle più
mature ormai veterane in
arabesque, piroutte e tanti altri classici passi, semplici e
non. Per le allieve più grandi,
da quest’anno, la scuola si
avvale anche della collaborazione preziosa di Valeria Stringa, direttrice artistica della
scuola DanzArte e docente
(Registred Teacher) e Mentore
Della Royal Academy of
Dance di Londra, laureanda
alla Facoltà di Scienze
Motorie di Padova. Danza
classica, ma anche danza moderna nello spettacolo, con
alcune coreografie a cura di
Elena Gios che ha frequentato, a Milano, il Corso per la
Qualifica Insegnanti di
moder-Jazz dell’International
Dance Association, diretto da
Steve La Chance. Nel finale,
dal palco è partita una scossa
di energia con le allieve e gli
allievi del corso hip hop del
maestro Mauro Rizzotto docente delle prestigiose scuole vicentine “Lifen” e “Aura
Danza”. Lo spettacolo, aperto dai canti natalizi del Piccolo Coro San Matteo di Asiago
diretto dal Prof. Francesco
Allegrini e dalla maestra Cristina Danieli, è stato ripetuto
due volte nella stessa sera per
accontentare tutti gli invitati
delle numerose iscritte. Un
momento davvero significativo per questa scuola, un’occasione per mostrare in pubblico le conquiste e i progressi delle allieve . Il centro di formazione DanzAsiago, nato 13
anni fa con l’obiettivo di creare sull’Altopiano una salutare
e professionale opportunità
educativa
finalizzata
all’impostazione di un corretto ed armonioso sviluppo fisico, continua il cammino di
perfezionamento tecnico attraverso lo studio e la preparazione degli esami R.A.D. nei
quali lo scorso aprile, le allieve
della scuola hanno ottenuto
eccellenti risultati, tanto che
alcune hanno raggiunto, nell’esame
professionale
Intermediate Foundation, le
massime valutazioni (Merit e
Distinction) dalle esaminatrici provenienti da Inghilterra e
Malesia.
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Sabato 10 gennaio 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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Sono ben otto i risultati utili consecutivi
L’ASIAGO VIVE IL SUO MAGIC-MOMENT
SPORT
Il periodo natalizio, come ormai consuetudine e per ovvi
motivi d’immagine e di cassetta, impone alle squadre un vero
e proprio tour de force che terminerà, possiamo dire, proprio
con stasera e che avrà portato
le otto protagoniste del torneo
a disputare 9 partite in 19 giorni; un bel ritmo, non c’è che
dire!
Proprio in coincidenza con
questo scorcio di stagione,
quella che ha chiuso la regular
season ed inaugurato la seconda fase destinata a comporre il
quadro delle quattro semifinaliste per i playoff, l’Emisfero
Asiago ha trovato il momento
migliore della sua stagione, una
serie di ben 8 risultati positivi
(7 vittorie, di cui due
all’overtime o ai rigori, ed una
sola sconfitta ma ai rigori) che
ha consentito alla squadra di
Camazzola di risalire la china
ed assestarsi (al momento in cui
scrivo, dopo il terzo turno di
master round) solidamente al
quarto posto di classifica.
Un’ascesa che ha visto l’Asiago
proporsi con un grande carattere e con una capacità di reazione da grande squadra, qualità grazie alle quali ha trovato il
modo ed il tempo per recuperare situazioni sfavorevoli e
convertire a proprio favore risultati che avevano preso pie-
Giallorossi lanciati alla conquista di un posto nei play off riconquistano un pubblico affezionato
ghe difficili, anche per una sorta
di inconscia capacità di Parco
e compagni di complicarsi
spesso la vita con condotte di
gara a volte incredibilmente
autolesioniste. L’incapacità di
chiudere un risultato quando se
ne sono creati i presupposti, un
power play che, in determinate gare, è risultato non solo scadente sul piano della concretezza ma addirittura negativo “grazie” alle reti subite in superiorità ed inspiegabili amnesie e distrazioni sono ancora il tallone
d’Achille di una squadra che ha
comunque messo sul piatto
della bilancia qualità tecniche e
caratteriali sufficienti a far “girare” le cose per il verso giusto
ed a renderla competitiva e
temibile per chiunque.
Una squadra certamente non
fisica come l’Asiago deve forzatamente puntare sulla velocità e sul ritmo e l’arrivo di Aquino
ha certamente dato effervescenza e dinamismo alla fase
offensiva (anche grazie alla sua
capacità di essere estremamente concreto, facendo registrare un “parziale” personale niente male di 12 reti e 6 assist nelle prime 11 partite disputate)
dove si distinguono anche
Borrelli ed il gioiellino locale
Matteo Tessari, mentre è lecito
attendersi di più, in termini
qualitativi e quantitativi, da uomini come Pegoraro e soprattutto Tuzzolino.
La ribadita, estrema efficienza
di Bellissimo fra i pali (92,8%
la sua percentuale di parate)
offre notevoli garanzie ed infonde sicurezza alla fase difensiva giallorossa, difesa dove
sono costretti al super lavoro i
quattro “titolari” (ai quali
Camazzola concede pochi cambi dal solo Basso) e che quindi
a volte si trovano, specie in un
periodo di gare molto serrate
come questo, in affanno ed in
debito di ossigeno.
Un Asiago che presenta ancora notevoli margini di crescita
e di miglioramento e che quindi appare in grado di difendere
le posizioni conquistate e di far
sognare i suoi tifosi, delusi e
quasi rassegnati dopo i primi
due mesi di stagione ed ora
caricati dalla speranza di raggiungere un obiettivo, quello dei
play off, che sinceramente fino
ad un mese sembrava pura utopia.
Il momento è importante, forse decisivo, per dare alla stagione una svolta significativa,
capace di premiare tutti gli sforzi fatti da coloro che contribuiscono a vario titolo affinché
questo bel giocattolo, che fa
La Supercoppa prende la via di Trieste
parte della storia e della cultura
della nostra terra, continui ad
essere piacevole, bello e di qualità, tornando ad occupare un
posto di rilievo nel panorama
nazionale di questa affascinante disciplina. Rivedere nelle due
partite di fine ed inizio anno un
Odegar straripante, colorito e
vibrante ha fatto rivivere emozioni ed atmosfere di cui da anni
eravamo ormai digiuni; una
cornice festosa e calorosa di
sostenitori potrà essere sicuramente la molla per dare a questa squadra ulteriori motivazioni
verso traguardi importanti.
E vorrei, in questo momento,
rispolverare un incitamento
archiviato ormai da troppo tempo e da gridare tutti insieme:
FORZA RAGAZZI !!!
Cesare Pivotto
Foto: Paolo Basso
I risultati delle ultime due settimane
23-12-08 : ASIAGO – RENON
7-4
26-12-08 : ALLEGHE – ASIAGO
2-4
28-12-08 : ASIAGO – FASSA
4-2
30-12-08 : ASIAGO – BOLZANO
5-4 (o.t.)
02-01-09 : CORTINA – ASIAGO
2-1 (d.t.r.)
04-01-09 : ASIAGO – VALPUSTERIA
3-2 (d.t.r.)
06-01-09 : ASIAGO – PONTEBBA
7-5
La classifica dopo la 2^ giornata del master round
Cortina e Bolzano 25, Renon 22, Asiago 17, Valpusteria
e Alleghe 13, Fassa 10, Pontebba 8
GLI APPUNTAMENTI DI GENNAIO
sabato 10 gennaio : ASIAGO – Alleghe
giovedì 15 gennaio : Fassa – ASIAGO
martedì 20 gennaio : ASIAGO – Cortina
martedì 27 gennaio : Valpusteria – ASIAGO
VARIAZIONI AL CALENDARIO
- L’incontro Asiago - Bolzano, previsto per il 17/01,
viene invece posticipato al 17/02.
- La 35^ giornata (con Asiago - Cortina) prevista per il 29/01,
viene anticipata al 20/01 (tranne per il match Fassa Bolzano che si giocherà il 21/01)
- La 36^ giornata (con Valpusteria - Asiago)
viene invece anticipata dal 31/01 al 27/01
L’asiaghese Christian Rela festeggia
La Rigoni di Asiago Vipers perde il trofeo. L’ex coach asiaghese Christian Rela,
che oggi guida i rossoneri “Una vittoria meritata, bravi a crederci fino alla fine”
Anno nuovo, aria nuova. Almeno in Supercoppa. Eh sì,
perché la Rigoni di Asiago
Vipers, per la prima volta in sei
edizioni della manifestazione
che solitamente apre la stagione (non quest’anno a causa di
esigenze di calendario, per la
verità poi venute meno), non è
riuscita a confermarsi, vedendo scivolar via il trofeo, destinazione Trieste. Proprio così.
E per vedere il primo sorriso
dei giuliani, fino alla finale del 6
gennaio sempre sconfitti negli
appuntamenti che contavano
davvero, c’è voluto l’arrivo di
una “vipera”, l’ex capitano e
La delusione di Penko e Matese
tecnico Cristian Rela, da un
paio di mesi sulla panchina
rossonera.
Che non sarebbe stato facile
mantenere un altro anno a quota
1000 la Supercoppa lo si era
intuito già 48 ore prima della
finale, quando in campionato
l’Edera Trieste, sull’insidiosa
pista “Foschiatti”, aveva messo in seria difficoltà la formazione di Roberto Varotto (tra
l’altro espulso per proteste nell’occasione), sprofondata a -3
ad inizio secondo tempo prima
di risalire ed acciuffare un sofferto pareggio (4-4).
Si era detto che il campo di
Trieste non si “sposa” con le
caratteristiche dei Vipers e può
essere anche vero, ma due giorni dopo, a Cittadella, la pista era
diversa, adatta in tutto e per
tutto agli arancioneri e alla loro
intensità di gioco. Ma anche la
realtà di questo momento si è
rivelata diversa: Asiago, con più
di qualche elemento in serata
no, ha faticato e non poco,
esprimendosi al meglio e su cadenze elevate solo a sprazzi,
commettendo troppi svarioni,
errori ed indecisioni, ma, nonostante tutto, a poco più di un
minuto dal termine aveva ancora il trofeo nelle proprie mani.
Non saldamente, ma ce l’aveva. Poi, però, non è stato in grado di gestire come in altre occasioni, complicandosi la vita
con una “sanguinosa” penalità
che ha spianato la strada all’aggancio degli avversari, che poi
nel tempo supplementare hanno firmato l’impresa realizzando dopo soli 44" con lo sloveno
Zerdin il beffardo (ma assolutamente meritato per quanto
visto in pista) golden gol (3-4)
che ha riscritto la storia della
Supercoppa.
<< Avevamo la partita in
mano, ma non siamo stati in
grado di amministrarla e l’abbiamo letteralmente regalata ai
nostri avversari >>. Così “a
caldo” il presidente Fabio Forte. L’altra faccia dell’overtime,
invece, è quella di Cristian Rela,
visibilmente emozionato, così
come gli altri altopianesi in forza ai rossoneri (Franco Vellar,
il capitano, Michael Corradin e
Fabio Rigoni). << E’ una sensazione davvero particolare
quella che sto provando. Penso sia stata una mini impresa
quella di riuscire a fermare l’incredibile serie di successi dei
Vipers, ma averlo fatto credo
possa essere importante per
l’intero movimento; ora ci sarà
sicuramente più interesse anche
in ottica campionato e playoff
scudetto. Tornando all’incontro, ritengo che la vittoria sia
stata meritata, siamo stati bravi a crederci fino alla fine.
Complimenti
comunque
all’Asiago, anche per come ha
saputo accettare la sconfitta.
Stile quando vince e pure quando raramente perde >>.
Una sconfitta (meritata) che
ferma così a quota otto il numero delle finali vinte consecutivamente dagli Asiago
Vipers, che negli appuntamenti
importanti non perdevano più
dal dicembre 2006, quando ad
Anglet (Francia), nella “Final
Eight” di Champions, si erano
arresi all’overtime, prima in semifinale e quindi nella finale per
il bronzo. Da allora solo trionfi. Fino appunto al 6 gennaio.
Un passo falso che, comunque,
deve essere interpretato nel
modo giusto, cercando di correggere il tiro in vista degli imminenti impegni di questo scorcio conclusivo del girone di
andata di campionato in cui
Asiago, dopo la sfida interna
con il Montebelluna in programma sabato 10 gennaio (ore
20.45), avrà in serie il derby
nella “tana” della capolista
Vicenza, quindi l’Arezzo in casa
e, infine, la trasferta a Milano.
In Serie A2, dopo un periodo
di sosta davvero lungo tra festività e posticipo, torna finalmente in pista nel fine settimana anche la formazione di
Riccardo Marobin, attesa da
una doppia trasferta: sabato 10
gennaio (ore 18) a Forte dei
Marmi e quindi martedì 13 gennaio (ore 21) a Padova nel posticipo della 3a giornata. Problema principale sarà quello di
ritrovare il ritmo partita dopo
questa lunga inattività.
Prosegue più regolare, invece, la Serie B. Nel girone “C”
gli Asiago Vipers si sono proclamati “campioni d’inverno”
andando a vincere in trasferta la sfida-primato con il Verona (2-5), grazie alle
doppiette di un ritrovato Francesco Rigoni e di Christian
Nicolussi. In gol anche
Matteo Gios.
Nel fine settimana in pista solo
l’altra formazione asiaghese
impegnato nel campionato, i
Black Vipers, che domenica
11 gennaio (ore 18) cercano
punti scacciacrisi ospitando il
Padova, fanalino di coda.
Stefano Angonese
Foto Guariglia
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Sabato 10 gennaio 2009
l’Altopiano
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Dopo il titolo italiano, in palio gli europei
SPORT
Per Enrico Fabris il 2008 si
è chiuso con un record italiano: settimo titolo consecutivo nei “tricolori” allround disputati sulla pista di
Pinè, quella di casa, dove
solitamente si allena con
Luca Stefani e gli altri azzurri del team.
I “tricolori”, salvo qualche
interruzione per motivi
bellici, sono in calendario
sin dal lontano 1915 perciò
si tratta di una manifestazione ormai storica perciò
ancor più prestigiosa.
Con questo risultato affianca nella graduatoria di tutti
i tempi Renato De Riva
campione italiano degli anni
’60. Roberto Sighel,
capoclassifica con sedici titoli vinti nell’arco di un
quindicennio, non è poi così
Per Enrico Fabris settimo tricolore consecutivo e record italiano sulla pista di Pinè
lontano visto che il roanese
delle Fiamme Oro ha iniziato la sua serie nel 2003. Per
il momento il più abbordabile è tuttavia Icilio Perrucca
titolato nove volte fra il 1933
ed il 1946.
Nella kermesse trentina c’è
anche il bronzo di Luca
Stefani. Partito in sordina
con la sua stagione nell’appuntamento pinetano ha fatto segnare dei progressi POI
consolidatisi ad inizio anno
sull’anello di Collalbo dove ha
partecipato ai tricolori
“sprint” – 500 e 1000 metri
ripetuti due volte – ottenendo ancora un bronzo ma battendo il proprio record sul
1° Memorial Ennio Valente
Riuscita manifestazione sportiva sulle nevi di Cesuna per ricordare l’amico e socio
scomparso lo scorso autunno. “Una festa, dedicata a un grande amico che non c’è più”
Si è svolta lunedì 5 gennaio
sulle piste di Cesuna la gara
sciistica intitolata a Ennio Valente. La manifestazione sportiva era organizzata dalla
Sciovie Cesuna e Sci Club
Valmolin sulla pista verde del
Monte Zovetto. Valente, nativo di Cesuna ma trasferitosi
poi a Thiene per lavoro, era
rimasto molto legato alla frazione roanese dove tutt’ora
risiede la famiglia, ciò fino allo
scorso autunno quando una
implacabile malattia lo strappava agli affetti di parenti ed
amici.
Appassionato di sport invernali ma anche di corse
rallistiche, fu socio molto attivo e tra i fondatori del
Valmolin, società quest’ultima
con sede nel padovano. “Uno
slalom gigante al fine di ricordare il nostro caro amico Ennio – dichiarano Antonio Porto e Mauro Bello, presidenti delle due società che
hanno pianificato l’evento – è
il minimo che possiamo fare
per rivivere i bei momenti
passati assieme”.
La gara promozionale di
slalom gigante si è avvalsa del
cronometraggio ufficiale di
Flaviano Buratto, giudice presidente del Comitato Provinciale FISI di Padova, e prevedeva vari ordini di partenza a
partire dai Pulcini fino ai
Master secondo il regolamento ufficiale previsto dalla Federazione. Per quanto riguarda le classifiche – ben 109 i
partecipanti - è da mettere in
risalto il miglior tempo asso-
Risultati femminili: Categoria Cuccioli: 1 Muschetti Annalisa,
2 Ronchetti Anna, 3 Gloder Lara. Allievi: 1 Porto Anna, 2 Artusi
Elisa, 3 Zamboni Sofia. Giovani: 1 Gloder Chiara, 2 Sartori
Silvia, 3 Cavaliere Anna. Dame C4: 1 Volpi Cristina, 2 Ferrari
Lorenza, 3 Schiesari M. Nadia.
Maschile Baby: 1 Fiorin Riccardo, 2 Valente Cristian, 3 Fantini
Roberto. Ragazzi: 1 Valente Giacomo, 2 De Gerone Mattia, 3
Valente Andrea. Allievi: 1 Cerato Riccardo, 2 Sambo Alberto, 3
Valente Alessandro. Giovani: 1 Gorda Thomas, 2 Valente
Davide, 3 Spiller Federico. Senior: 1 Valente Giulio, 2 Valente
Gabriele, 3 Bello Pietro. A4: Cavaliere Dario, 2 2 Ruspantini
Roberto, 3 Gaiani Mario. A5: Borella Renzo, 2 Bello Mauro, 3
Porto Antonio. B6: 1 Tumolero Tiziano, 2 Magnabosco Sergio,
3 Zamboni Giuseppe.
luto ottenuto da Giulio Valente, il figlio maggiore di Ennio,
1° anche nella categoria
Senior, sicuramente spronato da una motivazione particolare. Hanno inoltre partecipato anche gli altri due figli, Davide 2° classificato
nella categoria Giovani e
Cristian 2° classificato nella
Baby. Particolarmente toccante il dopo gara, con tutti i partecipanti risaliti al cancelletto
e scesi nuovamente tutti insieme a spazzaneve in un lunghissimo serpentone preceduto
dallo striscione “Ennio sempre
con noi!” portato dagli amici
più cari e dai figli. Una volta
scivolati a valle tutti con le racchette indirizzate al cielo, come
un ideale prolungamento delle
braccia verso chi non c’è più,
l’arrivo nel parterre da cui è
partito un lungo, lunghissimo
applauso.
Un ringraziamento particolare
è stato infine rivolto dagli organizzatori a quanti hanno reso
possibile la manifestazione, ai
dipendenti delle Sciovie
Cesuna, allo staff di coordinamento del Valmolin e alla giuria che ha cronometrato i
discesisti.
D.F.
chilometro che ora lo accredita di 1’13"34.
Nell’occasione Enrico Fabris
ha corso solo nella giornata
iniziale i 500 ed i 1000 in previsione dei Campionati Europei scattati ieri (venerdì
9 gennaio) ad Heerenveen
in Olanda. Per lui comunque un test importante.
Per lui sarà dura sulla pista
olandese ma questo già lo
sapeva. Ad aumentare la
suspence sul risultato finale, vinse la competizione nel
2006 in Norvegia proprio
alla vigilia delle sue trionfali olimpiadi. Nel 2007 a
Collalbo fu secondo e terzo lo scorso inverno in Russia mentre per Luca Stefani
l’unica partecipazione risale allo scorso inverno,
sedicesimo posto. Le noti-
zie provenienti dalla terra
dei tulipani danno Sven
Kramer, suo avversario più
forte, in gran forma. D’altra parte giocando in casa
l’ “arancione” detentore del
titolo non può non aver preparato al meglio l’appuntamento.
Avrà anche statunitensi e
canadesi pronti a stargli sulle lame senza dimenticare
gli
altri
possenti
“orange”della squadra padrona di casa, il norvegese
rampante Hovard Bokko e
gli outsiders sempre pronti
a salire alla ribalta. Insomma un grosso impegno peraltro preparato come si
deve. In “stile –Fabris”, insomma.
Enrico Fabris è perfettamente conscio che se vuol
coltivare speranze da podio
non deve fallire la prova veloce sui 500 metri. Lui come
tutti gli altri, naturalmente.
Attardarsi sull’abbrivio veloce significa recupero
super-difficile sulle distanze medio-lunghe anche in
virtù del regolamento deputato a trasformare i tempigara in punti ovvero quelli
che che, alla fine, decretano il successo nelle competizioni “all-round”.
Niente kermesse europea
per
Luca
Stefani,
sedicesimo lo scorso anno.
I risultati di Marco Cignini
(Fiamme Oro), suo compagno di squadra, sono migliori
rispetto
a
quelli
dell’asiaghese per cui in
Olanda è andato lui.
Renato Angonese
LA SCOPA DELLA BEFANALAUF
A CATTANEO E VALBUSA
Marco Cattaneo, il
dominatore delle
“long distance race”
di questa prima parte della stagione. Il
fondista di Caronno
Pertusella, in provincia di Varese, ha
avuto la meglio sul
compagno di tante
sfide, Roberto De
Zolt, che da due stagioni ha abbandonato la categoria “pro”,
e sul plurimedagliato
di skiroll, Alfio Di
Gregorio, terzo classificato. Nei primi
dieci anche due rappresentati del GSA
Asiago
Marco
Crestani (6°) e Francesco
Benetti (10°). Ad attendere
il vincitore, e ancor di più la
vincitrice, una “Befana” con
tanto di scopa dorata, riservata alla prima classificata
che, nel caso della gara femminile non poteva che esse-
re lei, Sabina Valbusa, unica donne elite che ha chiuso la Befanalauf con il
18esimo tempo assoluto.
Al secondo posto Daniela
Carmagnola, compagna
nella vita di Alfio di
Gregorio e terzo gradino
del podio per Rosanna
Costa. E via via, mentre
gli amatori tagliavano il
traguardo, prendeva corpo la Befanina con oltre
150 ragazzi e ragazze (da
4 anni agli under 17) che
si sfidavano su un tracciato di pochi chilometri
e che hanno condiviso
con gli amatori della
granfondo il medesimo
striscione d’arrivo. Per
tutti loro un unico premio:
una calza colma di dolci consegnata direttamente dalle
mani dei due vincitori.
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l’Altopiano
Sabato 10 gennaio 2009
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Calcio, la neve blocca i campionati
CALCIO
Tutte ferme le compagini altopianesi ad eccezione dell’Asiago che è riuscito a disputare
l’incontro contro il San Tomio di Malo, purtroppo perso dai giallorossi per 2 a 0
Doveva essere un periodo
natalizio insolitamente intenso per il calcio dilettantistico vicentino, atteso da
una sfilza di recuperi che
partiva dalla vigilia di Natale e finiva dritta dentro la
calza della Befana.
E, invece, in queste due settimane le partite disputate
sono state davvero poche,
sistematicamente, o quasi,
saltate a causa del meteo,
che si è divertito a seminare
qua e là fiocchi di neve e
temperature rigide che nella stragrande maggioranza
dei casi hanno poi reso i
campi distese di neve e
ghiaccio dove, almeno a
calcio, non era proprio pos-
sibile giocare. Tra le formazioni che ce l’hanno fatta,
però, c’è stato l’Asiago Calcio Altopiano che domenica
28 dicembre ha regolarmente disputato il match valevole per la 13a giornata del
girone di andata sul campo
di S. Tomio di Malo. Purtroppo la formazione
giallorossa è uscita sconfitta per 2-0, perdendo così
punti preziosi contro una diretta concorrente per la salvezza. Nel 2009 si spera nella tanto attesa svolta. Tutte
ferme, invece, le altre compagini altopianesi, con il
Lusiana Conco, ad esempio,
che ora ha ben due incontri
da dover recuperare per ri-
mettersi in pari. I tanti rinvii, dunque, stanno ora causando qualche problema per
riuscire a delineare il calendario dei recuperi (in particolare per quelli della 13a
giornata di andata): la data
più probabile sembra essere stata individuata nel 22
febbraio, anche se il Comitato Veneto potrebbe valutare soluzioni alternative. Insomma, se non c’è stato il
tour de force natalizio ci
sarà nelle prossime settimane. Intanto domenica 11
gennaio, naturalmente meteo permettendo, si cercherà di tornare alla normalità con l’ultimo turno del
girone di andata.
S.A.
VOLLEY CESUNA – RIPRENDONO I CAMPIONATI
Formazioni tutte in ottima posizione di classifica
Dopo la pausa natalizia per
le formazioni del Volley
Cesuna, che chiudono proficuamente la prima parte dei
campionati provinciali, riprende l’attività agonistica
per tutte le squadre della società.
Ovviamente le vacanze non
sono state occasione di solo
riposo ma gli atleti hanno
avuto la possibilità di partecipare ai vari tornei organizzati in provincia fra cui spiccano quello di Lugo
Vicentino, dove una selezione di 2^ divisione ha colto un
ottimo terzo posto nel 24 ore
di Santo Stefano, e quello di
Vicenza a Capodanno, che
ha visto l’esordio della formazione U13, premiata con
un incoraggiante 4° posto
che fa da prologo all’imminente inizio del campionato
di categoria.
La prima formazione a scendere in campo con l’anno
nuovo sarà il Volley Cesuna
U20 (Campionato Open
A.I.C.S.), impegnata venerdì 9 gennaio alle 19,30
nell’insidioso derby contro il
Volley Asiago Altopiano che
si svolgerà nella palestra
dell’ITC Pertile. Il Cesuna
arriva dal successo contro il
Santorso 3 a 0, parziali di 2523, 25-16 e 25-3, risultato che
consente alla squadra di continuare a permanere al terzo
posto in classifica a 14 punti
dietro lo Sporting Alto
Vicentino a 18 ed il Molina a
15.
Terzo posto in classifica anche per il Cesuna-Caseificio
Pennar nel campionato di
seconda Divisione maschile,
al termine del girone di andata con 12 punti dietro
Polisportiva S. Croce a 16 e
Fulgor Thiene a 15. E sarà
proprio la Fulgor Thiene l’avversario di turno nella prima
di ritorno che si disputerà al
Palazzetto di Roana sabato
10 alle 20,30: una partita
difficile dove bisognerà mettere da parte paure ed ansie
e dare il meglio di sé in ogni
fondamentale per poter ribaltare il risultato negativo dell’andata; sicuramente anche
una partita bella da vedere
considerato il livello tecnico
delle squadre.
Sempre al Palazzetto di
Roana sabato 10 gennaio
alle 16,30 si disputerà la settima di andata del campionato di seconda Divisione femminile che vedrà l’Holz Volley
Cesuna affrontare il G.S.D.
Pozzo, per ora cenerentola
del girone B. Dovrà essere
quindi posta la necessaria attenzione a non sottovalutare
l’avversario per poter
rimpinguare ulteriormente la
classifica che vede le
“Tigers” attestarsi nella zona
alta della classifica al 5° posto, 10 punti, dietro Cogollo a
punteggio pieno 18,
Angarano e Rosà 16 e Lugo
a 15.
Per il P.G.S. Cesuna U16,
attualmente al 4° posto in
classifica nel girone A del
campionato provinciale
A.I.C.S., trasferta in programma sabato 10 a Grumolo
Pedemonte contro la rappresentativa locale.
Meritato riposo invece per
l’U14 – Happy Hippo Volley
Cesuna che dopo il recupero
della partita in programma
sabato 20 contro il Brogliano,
può vantare il secondo posto
in classifica, nonostante una
partita da recuperare, a 17
punti a ridosso della
Pallavolo Arzignano, prima
a 18 punti. Per la formazione guidata da Beatrice
Pesavento una lusinghiera
striscia positiva che mette
solide basi per lo sviluppo
in categorie superiori.
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l’Altopiano
Sabato 10 gennaio 2009
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La grande festa del Canove calcio
CALCIO
Più di trecento partecipanti
tra dirigenti, calciatori, familiari e simpatizzanti, per una
serata all’insegna della festa,
dei ricordi, dell’amicizia. Il
raduno del Canove Calcio al
Palazzetto dello sport di
Mezzaselva per celebrare i
20 anni di fondazione della
società calcistica è stato proprio un successo. Si è mangiato, si è parlato, si è giocato alla tombola, si è anche
ballato con il Duo Vellar, il
tutto in allegria e con tanto
Festeggiati al palazzetto dello sport i 20 anni di fondazione della società calcistica.
Un momento molto particolare, vissuto in allegria tra tanti ricordi e con la gioia di ritrovarsi insieme
Il presidente Fabio Rebeschini premia il
portiere Giorgio Baù da 17 anni col Canove
CLASSIFICHE E PROSSIMI IMPEGNI.
Prima categoria Girone “C” (aggiornata alla 13a
giornata di andata): S. Vito di Leguzzano * e S.
Fortunato punti 25, Pove ° 24, Azzurra Sandrigo °
22, Scledum, Elleesse e Canove 19, Dueville e S.
Eusebio 18, Breganze 17, Summania 16,
Travettore 12, Angarano Azzurra 11, Cassola S.
Marco e Mussolente 10, Poleo Aste * 8. * una partita
in meno; ° una partita in più
Prossimi turni: 11 gennaio (ore 14.30) PoveCanove; 18 gennaio (ore 14.30) BreganzeCanove.
Seconda categoria Girone “E” (aggiornata alla 13a
giornata di andata): Alto Astico Posina punti 28,
Lugo Calvene 27, Malo *, Costabissara ed Orsiana
21, S. Vitale Castelnovo e S. Giorgio Perlena 19,
Careciupan * 17, Torre Valli * 16, Cà Trenta * e S.
Tomio 15, Montecchio Precalcino 14, Valdastico 13,
Concordia 12, Asiago 10, Cosfara 9. * una partita
in meno
Prossimi turni: 11 gennaio (ore 14.30) Torre ValliAsiago; 18 gennaio (ore 14.30) Cosfara-Asiago.
Seconda categoria Girone “F” (aggiornata alla 13a
giornata di andata): S. Anna * punti 32, Cartigliano
* e Carmenta 29, Campese ** 26, Juventina Laghi
* e Giovanile Ezzelina 23, Vallonara 22, Bp ‘93 *
21, S. Croce Bassano * 18, Campolongo * 13,
Lusiana Conco ** e S. Vito Bassano * 12, Spf 11,
Arsenal Cusinati 10, Junior Valbrenta ** 8,
Colceresa MPM * 5. * partite in meno
Prossimi turni: 11 gennaio (ore 14.30) Junior
Valbrenta-Lusiana Conco; 18 gennaio (ore 14.30)
Vallonara-Lusiana Conco.
Terza categoria Girone “Bassano” (aggiornata alla 13a
giornata di andata): Union 98 Borso ed Eurocalcio
punti 33, Quinto Vicentino 30, Longa 90 26,
Cusinati 25, Fellette * 19, Real Stroppari e
Palladiana Vigardolo 16, Pedemontana ed Aurora
S. Giuseppe 15, Colceresa e Gallio 13, Marchesane
* 10, Villaggio S. Lazzaro * 8, S. Pietro Rosà 7,
Fortitudo Bassano * 5. * una partita in meno
Prossimi turni: 11 gennaio (ore 14.30) GallioS.Pietro Rosà; 18 gennaio (ore 14.30) Union 98
Borso-Gallio.
Nota: le partite delle formazioni altopianesi
potrebbero subire variazioni di luogo.
piacere di ritrovarsi insieme,
incontrando anche volti e sorrisi che si erano un po’ persi
lungo il cammino. Un cammino fatto di crescita e di tante soddisfazioni che ha portato il Canove ad essere la
prima società, in termini di
categoria
di
gioco,
dell’Altopiano.
Da quel 1988 in cui, per iniziativa di Gianfranco
Pesavento Pasc, supportato
in tutto e per tutto da Davide
Bolzon, si è deciso di fondare la società, tante sono le
cose che si potrebbero raccontare e ricordare. Un ricordo particolare è andato ovviamente a Gianfranco, purtroppo tragicamente scomparso l’anno successivo, un
grande appassionato di calcio, che in questo progetto ha
molto creduto. A sua moglie,
Gianna, il Canove ha voluto
donare una targa ricordo,
consegnata, in un momento
molto ricco di significati, da
Davide Bolzon che nel e per
il Canove continua ad impegnarsi. Una targa è andata
anche al giocatore più fedele
e rappresentativo che indossa i colori di questa società
da ben 17 anni ovvero il
portierone della prima squadra Giorgio Baù. Una pergamena è stata poi donata a tutti
gli allenatori che si sono susseguiti nella guida delle varie
squadre a partire da Roberto Vincere Frigo, il primo
coach in assoluto, aiutato da
Orlando Fontana, per andare poi con Gino Spagnolo,
Bortolo terzo, Tiziano
panozzo, Ruggero Gonzo,
Danilo Slaviero, Stefano Frigo, Roberto Sartori, Massimo Bernardi e, l’attuale,
Gianluca Covolo.
Sartori, Marco Fraccaro,
Alessandro frigo, Roberto
Baù, Vittorio Magnabosco,
Giovanni Giacomino Munari,
Silvano stella, Ivo Spagnolo
e Vincenzo. A tutti i partecipanti alla serata è stato fatto
dono, in ricordo di questo anniversario, di un portachiavi.
“Tra le note positive di questo incontro – evidenzia il
presidente Fabio
Rebeschini – mi
piace sottolineare la partecipazione alla festa
dei rappresentanti delle società dell’Asiago
Calcio e del
Gallio, con le
quali auspico di
ritrovarci al più
presto per cominciare a dare
avvio a quel progetto di unione
che a noi del
Canove sta tanto a cuore”.
Stefania
I quattro presidenti della storia del Canove: da sx Silvio Ferrari,
Longhini
I mister che hanno allenato
le squadre del settore giovanile sono invece: Elio
Caldieraro,
Vinicio
Rebeschini, Desio Rossi, Fabio Rebeschini, Roberto
Satarossa,
Giovanni
Costacurta,
Andrea
Rebeschini,
Sergio
Santarossa, Antonello Zanini,
Luigino Zarpellon, Maurizio
Fabio Rebeschini, Davide Bolzon e Stefano Frigo
Commozione per la morte di Daniele De Guio
Profonda partecipazione anche nell’ambiente dell’A.C. Canove
per la tragica morte di Daniele De Guio, 55enne bancario di
Mezzaselva, deceduto la sera del 6 gennaio dopo essere scivolato e aver battuto violentemente la testa, mentre si trovava nei pressi di casa. De Guio, molto conosciuto nel territorio
roanese, sia per il suo lavoro di bancario presso la Cassa Rurale
di Roana, che per la propria passione per la caccia, era spesso impegnato anche a dare una mano nella gestione delle squadre giovanili del Canove, settore in cui gioca uno dei suoi due
figli. Il fatto ha destato molta commozione in tutto l’Altopiano
anche per la dinamica con cui è accaduto: De Guio stava
rientrando verso casa dopo essersi recato nella zona mista di
prato e bosco dietro alla sua abitazione, quando è scivolato e caduto da un muro di
contenimento, alto circa 2 metri e mezzo, battendo il capo sul cemento. L’impatto, molto
violento, ha probabilmente provocato il decesso immediato. La moglie Francesca Munari,
dopo aver sentito il tonfo è uscita di casa per vedere cosa fosse successo e ha trovato il
marito a terra, esanime. A nulla purtroppo sono valsi i tentativi di rianimare l’uomo nonostante il tempestivo arrivo sul posto di un’ambulanza dell’ospedale di Asiago. Al momento di
andare in stampa con il nostro giornale non è ancora stata resa nota la data del funerale, visto
che non si è ancora svolto l’esame autoptico deciso dalla procura di Bassano del Grappa per
capire se prima di cadere l’uomo fosse stato colto da malore.
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Sabato 10 gennaio 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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2008: UN’ALTRAANNATA DA
RICORDARE PER L’A.S.D. FUJIYAMAKARATE-DO SETTE COMUNI
CONI e dal Comune di
Vicenza che ha visto premiare Atleti, Dirigenti e Società
della Provincia che si sono
particolarmente distinte nel
mondo dello sport nel 2008.
Si è concluso il 2008 ed anche per il mondo del karate
altopianese è tempo di bilanci. Per l’A.S.D. Fuji-Yama
Karate-do Sette Comuni il
2008 appena archiviato è stato un anno ricco di successi
e di soddisfazioni; merito evidentemente del buon lavoro
svolto dallo staff tecnico, in
primis dal m.o Marino Rossi,
ma evidentemente anche dei
genitori dei nostri campioni
che, con tanto sacrificio e
dedizione, si sono prodigati
per far frequentare ai figli gli
allenamenti e ad accompagnarli alle molte gare, nel
Veneto come in altre regioni
ed anche all’estero.
Come già detto è stato un
anno di molti successi, che ha
visto i karateka altopianesi
partecipare a 21 gare con 256
presenze individuali, aggiudicandosi ben 23 medaglie
d’oro, 45 d’argento e 50 di
bronzo, ottenendo 3 qualificazioni alle finali Nazionali
(con un quinto e due
undicesimi posti) ed 11 podi
nelle gare Internazionali.
Grande la soddisfazione per
Marino Rossi che ha visto il
suo sodalizio premiato a vari
livelli:
-prima Società classificata
nella Regione Veneto nella
speciale classifica per Società nel “Gran Premio Giovanissimi Veneto Karate”, gare
riservate ai ragazzi dai 5 ai
12 anni e premiati in occasione dell’Assemblea Regionale svoltasi a Trebaseleghe
sabato 21 dicembre;
-sesta Società classificata
nella classifica del “Trofeo
Veneto” nella classe
Esordienti/B ragazzi di 13 e
14 anni;
-quarta Società classificata
nella classifica del “Trofeo
Veneto” per le classi dai Cadetti agli Assoluti (15 – 35
anni) e premiati dal CONI di
Vicenza lunedì 22 dicembre
in occasione del Gran Galà
dello Sport e La Notte delle
Stelle, serata organizzata dal
A livello agonistico questo il
riscontro dei risultati delle ultime gare del 2008:
-nella 5^ Tappa del Gran Premio Giovanissimi Veneto
Karate, svoltosi domenica 14
dicembre a Case di Malo,
successi nella prova del percorso per Lisa Crestani (classe bambini cinture bianchearancio) e per Elia Artuso
(classe ragazzi cinture verdi-marroni). Secondi posti,
nella classe bambini cinture
verdi-marroni, per Matteo
Frigo (nella prova di stile ed
in quella del percorso) e per
Thomas Rigoni (nella prova
del percorso), nella classe
fanciulli cinture verdi-marroni per Jody Maroso (nella
combinata) e nel kumite,
classe esordienti/A meno 40
kg., per Sharon Apolloni fra
le femmine e per Otman
Kalili fra i maschi. Terzi posti, infine, nella classe bambini cinture verdi-marroni per
Matteo Frigo (nella prova del
palloncino e nella combinata) e, nella classe fanciulli
cinture verdi-marroni, per
Michele Frigo e Francesca
Ronzani (nella prova del percorso) e per Elia Artuso (nella prova del palloncino e nella combinata).
-Nel Campionato Regionale
di Classe svoltosi a
Trebaseleghe (PD) domeni-
ca 21 dicembre, Nicola Rossi si è riconfermato Campione Regionale per il secondo
anno consecutivo piazzandosi sul gradino più alto del podio nel kumite classe Juniores
- 80 kg.; argenti per Sara
Porro (kumite, classe
Esordienti/B - 65 kg.), per
Claudio Pozza (kumite, classe Cadetti - 85 kg.) e per
Davide Bedin (kumite, classe Seniores - 65 kg.)
Cesare Pivotto
Pattinaggio Artistico
Secondo posto agli assoluti
per Filippo Ambrosini
Grande soddisfazione per Filippo Ambrosini nei recenti
campionati italiani assoluti di pattinaggio artistico svoltisi a Pinerolo
dal 18 al 21 dicembre.
L’atleta asiaghese, che
attualmente si allena a
Milano con la società
Forum SSPRL, sotto le
direttive dell’allenatrice
Cristina Mauri, ha ottenuto un ottimo secondo posto nella categoria Junior maschile.
Nella sua esibizione, Filippo ha presentato un
programma corto e un
programma lungo perfetti senza incertezze,
con l’esecuzione anche
di due tripli Salcof. Una
prestazione che ha contribuito
a migliorare notevolmente il
suo personal best che attualmente è di 132,14. L’atleta
sedicenne, che fino all’anno scorso faceva
Parte del Circolo Pattinatori Asiago e si allenava con Anita
Forer, in questa stagione ha già ottenuto buonissimi risultati: a inizio ottobre si era classificato 3° nella Merano
Cup, gara internazionale di prestigio aperta a
pattinatori senior, junior
e novice, mentre a
Courmayeur, a fine novembre, nella 2.a gara
nazionale di artistico
per Senior, Junior e
Juvenile, si è piazzato al
secondo posto.
Corso di ginnastica e Pilates
DanzAsiago organizza un corso di ginnastica di mantenimento e pilates per un corpo tonico e agile. Un metodo per tenersi in allenamento in modo dolce e modellare dove serve,
senza sfiancarsi e senza traumi. Il Pilates, che si basa principalmente su principi che
aiutano a costruire equilibrio, eleganza e forza, sarà abbinato alla ginnastica di mantenimento G.A.G.: lavoro e tonificazione di gambe, addominali, glutei. Il corso si terrà ad Asiago
il martedì e il venerdì dalle 20 alle 21. Informazioni e iscrizioni 380 – 35.43.007
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l’Altopiano
Sabato 10 gennaio 2009
“Gaiga, servono altri morti
prima che si realizzi la rotatoria?”
Gentile Direttore,
vorrei ringraziarla perché l’ultimo numero de L’Altopiano,
datato 25 dicembre, ci ha annunciato una Buona Novella.
“Strade più larghe e nuove rotonde così la Provincia si occupa della 349”. Appena letto il titolo ho avuto un sobbalzo di gioia. Letto l’articolo mi
è venuta la “depressione”. La
notizia è che si faranno a breve vari interventi sulla strada
“del Costo”, finalizzati ad evitare “rallentamenti e piccoli
incidenti” e in seguito si modificherà l’incrocio di via Gaiga,
davanti al Consorzio . L’articolista dice che “l’intervento
consentirà un ..rallentamento
del traffico in un tratto in cui
per incidente stradale sono decedute 7 persone” e poi aggiunge che su questo punto i tecnici provinciali sono ancora indecisi se creare una rotatoria
oppure se costruire un sottopassaggio, decisione che sarà presa in seguito. Direttore, chiedo il suo aiuto per capire. Prima si fanno i lavori per evitare
rallentamenti e piccoli incidenti
e poi si pensa all’incrocio che
ha fatto 7 morti!!. Quale logica ha un tale programma? Si
discute fra rotatoria e sottopassaggio!? La rotatoria serve a
rallentare il traffico per evitare
altri morti mentre il sottopasso
serve a velocizzare il traffico.
A meno che non si tratti del
sottopasso solo pedonale che
Dario Frigo ipotizzava già alcuni anni fa…
Per evitare
altri morti sulla Gaiga sono
convinto che servirebbe la realizzazione di una rotatoria davanti al Consorzio. Pagliativi
meno costosi sarebbero anche
il limite di velocità a 50Km/ora,
- ma già gli i attuali 70 km/h
non sono rispettati- e un divieto di sorpasso. Per salvare
delle vite umane propongo anche di metter un monumento a
fianco dell’incrocio con i nomi
dei MORTI per incidente che
ci sono stati sulla strada VERDI-GAIGA: Fausto Rela e
Camillo Rossi (morti assieme), Federico Dal Sasso,
Franco Pesavento, Valente Cristiano , Andrea Costa
e Cristian Pais (morti assieme), Botea Adrian
(morto il 1° gennaio 2005)
e possiamo aggiungere “Signore di Rovigo di 82 anni”
(la legge sulla privacy funziona) . La somma dei nomi
dà 9, sono 9 morti che
aspettano la rotatoria. La
stele con i nomi potrebbe
essere aggiornata con i
nomi dei prossimi morti in
attesa del collocamento definitivo al centro della rotatoria.
In fondo alla lista si potrebbe
scrivere “Ignoto: PROSSIMO
MORTO PER INCIDENTE
STRADALE”. La stele della
GAIGA potrebbe essere il monumento agli IGNOTI morti del sabato sera e dintorni.
Il nome del prossimo morto è
ignoto, così come il nome del
MILITE IGNOTO del
Vittoriano. Il monumento della
Gaiga sarebbe come quello del
Vittoriano un SIMBOLO: quello
di Roma un simbolo dell’amor
di Patria, quello della GAIGA
un simbolo dell’amor filiale, un
monito per tutti gli automobilisti. Senza rotatoria ci saranno ancora morti. Morti per ora
Con l’arrivo di GRETA è arrivata la 4° generazione
Dal 1931 al 2008
Non tutte le famiglie arrivano alla quarta generazione, ma con la nascita di Greta la Famiglia
di Erika Tagliaro ha
avuto la fortuna di raggiungere questo traguardo. Loro sono un
esempio da seguire e la
dimostrazione di quanto
si possa costruire restando uniti, senza mai perdere di vista i valori veri, nel rispetto e nell’amore. Guardando i loro volti nasce la speranza
anche nelle persone che questi valori li avevano persi, donando serenità nel cuore, dando la
forza di affrontare questa vita che ogni tanto dona e non sempre toglie. Dobbiamo soffermarci
a guardare negli occhi della bellissima Greta per capire che vale la pena vivere, se i doni che ci
vengono fatti sono simili a lei. ELIA MARIA,DANILA,ERIKA hanno dato vita, una dopo
l’altra ad un’altra persona, fino ad arrivare al giorno in cui è nata la più piccola, che per il
momento chiude il cerchio generazionale.
Un’amica Sara Moretti
Buon anno e un grazie all’Amministrazione
Il Centro Anziani di Stoccareddo augura a tutti buon anno e coglie l’occasione
per ringraziare l’Amministrazione comunale di Gallio, in particolare
il Sindaco Antonella Stella, per l’attenzione avuta nei nostri confronti
IGNOTI che però avranno un
nome. Il MILITE IGNOTO
raccolto sull’ORTIGARA e
candidato a diventare il MILITE IGNOTO del Vittoriano e
che riposa a Firenze, vicino alla
tomba di Michelangelo e di
Galilei, in Santa Croce, non avrà
mai un nome ( sulla tomba è scritto ORTIGARA). Il futuro CADUTO IGNOTO della Gaiga
avrà un nome. Per ora siamo a 9
nomi di caduti.. Ho buone probabilità di diventare il decimo.
Questa sera, un’ora fa, mentre
con la mia auto arrivando da
Canove stavo svoltando a sinistra verso via Mosele, un deficiente mi ha sorpassato mentre
ero già al centro della carreggiata. . Se non avessi inchiodato,
bloccando la svolta a sinistra,
sarei morto. Allora sulla stele, al
centro della futura ROTATORIA
della GAIGA avrebbero potuto
scrivere anche
Carlo Rela
www.giornalealtopiano.it
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“Sgombero delle strade,
una situazione penosa”
Gentile redazione,
frequento l’Altopiano dei Sette Comuni da 32 anni, oltre
che per la bellezza della zona
anche perché ho avuto la fortuna di sposare una donna
nata sull’altipiano e, possiedo
una casa di vacanze ad
Albaredo di Rotzo. Con la presente intendo esporVi le lamentele che ho sentito da residenti e turisti riguardo il pessimo servizio di sgombero
delle strada dalla neve. In
trentadue anni non ho mai visto una situazione così penosa. Fino allo scorso anno,
quando nevicava, si era certi
di trovare le strade percorribili
in auto a qualunque ora del
giorno, ora invece non ci si
può avventurare neppure a
piedi. Se permettete una mia
analisi, le cose che non vanno
sono le seguenti: un enorme
ritardo nell’intervento dei mezzi sgombraneve; velocità di
percorrenza dei succitati mezzi d’opera troppo alta e nel
contempo pericolosissima;
poca accuratezza ed efficacia
del lavoro svolto dalle “lame”
sgombraneve; scarso utilizzo
di ghiaino e sale. Tre giorni
dopo una piccola nevicata
(quella di capodanno) ci troviamo con le strade malsicure a causa di ghiaccio e neve
lungo le carreggiate ed ai bordi, cosa mai accaduta nelle
precedenti annate. A mio parere, non si può spendere denaro per promuovere lo sviluppo turistico se poi non si è
nemmeno in grado di garantire la percorribilità delle strade
in occasione di un avvenimento
semplice e prevedibile come
una nevicata invernale. L’intento di questa mia lettera non è di
fare della polemica disfattista
bensì di segnalare questo grave disservizio perché sono particolarmente affezionato a questa zona e mi dispiace vederla
oggetto di ironie da parte dei
turisti come in questi giorni.
Giovanni Valente
“Alle Melette due piste chiuse, come mai?”
Gentilissima Direttrice,
non so se questo mio breve scritto possa trovare
spazio nel vostro giornale,
ma mi è venuto così spontaneo farlo e voglio pensare di sì.
Stamattina, vedendo la bellissima giornata, mi sono
avviata verso le Melette per
sciare. Al mio arrivo il
piazzale era zeppo di automobili, ma non mi sono
scoraggiata e con un po’ di
pazienza sono riuscita a
parcheggiare. Giunta alla
partenza della seggiovia,
dove una lunga coda di
gente aspettava di salire
(del resto è il 2 di gennaio), ho atteso anch’io il
mio turno. Mano a mano
che salivo, mi sono osservata intorno ed ho visto
con grande sorpresa che lo
skilift del Buson e quello
dei Tre Pali erano chiusi,
inoltre le piste non erano
ben battute. Mi sono chiesta allora quali potessero
essere le motivazioni che
avevano portato a una simile scelta. La neve è abbondante ed è stupenda, la
giornata è meravigliosa e,
nonostante la crisi, di gente ce n’è.
Cosa penseranno i nostri
turisti, non oso neppure
pensare i nostri paesani, di
queste scelte fatte dalla direzione delle Melette: tenere chiusi due impianti,
seppur antiquati, in tempo
di alta stagione e non preparare le piste in modo adeguato? Non c’è la scusa
dello scarso innevamento
e neppure della scarsità di
sciatori.
Io provengo da una famiglia che, in tempi abbastanza lontani, ha dato, pur con
qualche limite, un piccolissimo contributo al turismo
del nostro bellissimo
Altopiano, ma lo ha fatto con
grande entusiasmo e tanta
passione. Forse è per questo che mi è difficile pensare che la spesa per qualche
uomo in più agli impianti
possa avere contribuito a tale
scelta. Perché l’interesse
materiale deve sempre e
comunque prevalere su tutto? A volte non potrebbe bastare il sentirsi gratificati dal
fatto di aver dato il meglio
per la crescita e lo sviluppo
del nostro territorio?
Gianna Fracaro
I neolaureati dell’Altopiano
Il 18 novembre
2008 presso
l’Università
degli Studi di
Padova, è stato proclamato
Dottore in Ingegneria Meccanica Dino
Pesavento di
Asiago. Se ne
rallegrano tutti
i famigliari e gli
amici, in particolare mamma
Cristina, papà
Ruggero e la
sorella Stella.
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Sabato 10 gennaio 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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I RACCONTI DEI LETTORI
L’uomo e il bosco
Damiano Cattelan è nato a
Mortisa, una contrada del Comune di Lugo di Vicenza, inserita nelle pieghe delle colline che sorgono alle pendici
dell’Altopiano dei Sette Comuni. Ultimo di tre fratelli e forse
per questo il più coccolato. Il
padre, conosciuto in paese
come Mario del Diche per
via del soprannome della
famiglia, lo portava con sé,
nei campi di loro proprietà,
per i lavori di stagione. Il
ragazzino non era attratto
dalla viticoltura e nemmeno dalla fienagione; preferiva il bosco col suo profumo, i suoi segreti ed i grandi
alberi da tagliare. Aveva
poca dimestichezza con la
zappa e non si entusiasmava nemmeno con la falce
in mano; si illuminava solo
davanti alla motosega e la
voleva adoperare sempre
lui. La usava con una tale
disinvoltura, che sembrava
Siamo
giornalmente
tempestati da giornali, televisioni, cinema ed internet da
notizie che ci arrivano in tempo reale da tutto il mondo.
Una notizia rincorre l’altra,
una notizia brucia subito la
precedente tanto che non abbiamo il tempo di fermarci e
riflettere. Ciò nonostante pensiamo: oggi il mondo è questo,
conosciamo tutto di tutti , siamo oramai un “unico villaggio”.
Tutto ciò è positivo o negativo?
La realtà è che non ci indigniamo più di niente, non abbiamo
il tempo di farlo o peggio non
vogliamo farlo perché ci costa
fatica, impegno; esporsi, usci-
un rasoio nelle mani del barbiere. Il padre era orgoglioso
e nello stesso tempo spaventato dall’idea che il figlio potesse farsi del male, ma poi si
rese conto che la grande passione dell’allievo lo aveva portato a superare il maestro. Una
cosa sola raccomandava all’aspirante boscaiolo, quella di
piantare sempre alberi, oltre
che tagliarli. Per campare, e
mettere da parte qualcosa,
Mario aveva preso la valigia
di cartone ed era partito, poco
più che adolescente, per la
Svizzera e poi nei gelidi cantieri della Valle
D’Aosta, a buttare il
cemento nelle armature durante il giorno,
e la giovinezza nella
solitudine di una baracca isolata dal mondo, nelle lunghe sere
d’inverno. Ritornato al
paese,
incontrò
Agnese e si sposarono. Lei è una di quelle
donne che reggono
con polso e saggezza
il peso della famiglia,
anche nei momenti
più difficili. I figli crescevano e i due più
grandi trovarono lavo-
ro nelle fabbriche del paese.
Il secondogenito, prese moglie
e l’arrivo di due vispi gemelli
portò la felicità in casa.
Damiano era diverso dai fratelli, negli spazi chiusi si sentiva soffocare, come una rondine dentro ad una gabbia. Il
fascino del bosco e quel senso di libertà, che è tipico degli
animali, lo avevano stregato e
si sentiva a suo agio solo in
Perché non ci indigniamo più?
re dal proprio guscio può costarci la tranquillità del vivere
quotidiano (status quo).
Ed allora chi se ne frega se i
figli ammazzano i genitori, se
i genitori ammazzano i figli, se
i nipoti ammazzano i nonni, se
il fratello ammazza la sorella,
se il vicino di casa ti ammazza; se l’ubriaco ti ammazza con
l’auto, se il drogato-ubriaco
falcia, con l’auto rubata al
padre, chi è in attesa del bus o
chi sta partendo per una gita o
chi sta chiacchierando seduto
su un muretto o chi sta andando a piedi per strada a portare
un regalo al nipote.
DALLE ORE 8.45 DI SABATO 10
ALLE ORE 8.45 DI SABATO 17 GENNAIO
ROANA – Farmacia della dr.ssa Maria Leda Pizzolato,
Piazza S. Giustina 23
FOZA – Farmacia della dr.ssa Gilda Scaffidi Militone,
Via Roma 7
DALLE ORE 8.45 DI SABATO 17
ALLE ORE 8.45 DI SABATO 24 GENNAIO
GALLIO – Farmacia di Gallio snc del dr. Stefano
Dalla Valle, Via Prestinari 34
ROTZO – Farmacia della dr.ssa Anna Bottura,
Via Roma, 9/a
Domenica 11 gennaio
CONCO: ERG – Via Bocchetta
Domenica 18 gennaio
CONCO: OMV – Via Cappellari 12
MEZZASELVA: IP – Via XXI Maggio 149
Chi se ne frega dei pedofili,
degli stupratori, dei vacanzieri
del sesso con ragazzi o ragazze, meglio se bambini o bambine.
Chi se ne frega dei milioni di
profughi che fuggono dalle
guerre, di chi muore di fame,
dei ragazzi e donne usati come
“bombe umane” per fare carneficine nei mercati, nei treni,
nelle metropolitane, negli al-
berghi.
Chi se ne frega se cristiani,
preti, suore, missionari sono
ammazzati o sono rapiti, mica
sono giornalisti; chi se frega se
bruciano scuole e chiese.
Chi se ne frega dei cinquanta
milioni di aborti-ammazzati all’anno, tanto i cosiddetti “feti”
non reclamano, non fanno cortei e nemmeno blocchi stradali. Chi se ne frega se la “civi-
l’Altopiano
Sabato 10 gennaio 2009
L’Altopiano srl - Società unipersonale
Registrazione n. 10/02 del 04/12/2002
presso il tribunale di Bassano del Grappa
Telefono servizio lettori: 348 - 3138606
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Telefono per inserzioni pubblicitarie 338-1460517
E-mail: [email protected]
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Direttore responsabile: Stefania Longhini
Segretaria di redazione: Silvana Bortoli
In redazione:
Cesare Pivotto, Luigi Frigo Bettinado, Egidio Zampese,
Martina Rossi, Gerardo Rigoni, Stefano Angonese,
Stefania Simi, Giovanni Rattini, Beppa Rigoni Scit
Hanno collaborato:
don Marco Pozza, Daniel Finco, Ilario De Guio,
Serena Baù, Sergio Bonato, Stefano Rigoni,
Giulia Panozzo, Virginia Gianello, Aurora Carli
Responsabile grafico e impaginazione: Fabrizio Favaro
Impaginazione: Davide Degiampietro - Grafica Altopiano
Foto: Foto Bergamaschi - Archivio Giornale
Stampa: Centro Stampa delle Venezie
Via Austria, 19/b - 35217 Padova
mezzo agli alberi; quelle piante che non sono mai uguali tra
loro, che nascono e muoiono,
soffrono e gioiscono, come le
persone, sensazioni che ha
colto leggendo i libri di Mauro
Corona; in quelle pagine intense che odorano di resina. Per
un ragazzo così non è stato difficile trovare lavoro come boscaiolo, al servizio forestale
regionale di Vicenza, sulle
le” Europa sconfessa la sua origine giudaico-cristiana per non
provocare la suscettibilità dei
laicisti-atei o degli ospiti
islamici.
Chi se ne frega se vogliono toglierci il più fragile dei bambini, Gesù che giace in una
mangiatoia o è appeso
“cadaverino” su una Croce,
non col mitra in mano, ma
con le mani inchiodate.
Penso che dobbiamo darci tutti una svegliata, proviamo
andare incontro a questo
Amore di bambino che con le
piccole braccia aperte, nonostante tutto quanto sopra detto, è arrivato anche nel 2008,
proviamo ad accoglierlo e
magari ospitarlo nel “nostro
albergo”.
Buon 2009 a tutti.
Amerigo Baù
montagne venete. Sui boschi
dell’Altopiano ha conosciuto
l’istruttore, selvicoltore e boscaiolo, Giorgio Sambugaro e
suo fratello Michele, due artisti di Gallio che adoperano la
motosega e l’accetta come il
chirurgo usa il bisturi. Con loro
ha partecipato a diversi corsi
di abbattimento, sramatura e
di sicurezza sul lavoro, a diverse gare fra boscaioli e ai campionati italiani di Pentathlon e
Triathlon del boscaiolo. Oltre
a tagliare la legna, in modo
competitivo, gli hanno insegnato a ricavare delle sculture dai tronchi, usando la
motosega come se fosse uno
scalpello. Damiano ha imparato subito l’arte ed ha seguito i due maestri in giro per l’Italia, esibendosi con loro in fiere
e manifestazioni. A vederli in
azione, con la motosega, sembra impossibile che in pochi
minuti da un pezzo di tronco
possano uscire, scoiattoli, caprioli, stambecchi, marmotte,
abeti e tante altre creature del
bosco. La loro abilità e conosciuta ovunque e diventa
un’attrazione per la gente che
assiste incurante della segatura che vola nell’area di lavoro. Si esibiscono anche fuori
regione. Nel suo peregrinare
per l’Altopiano ha conosciuto
lo scultore GianAngelo
Longhini, un artista che usa lo
scalpello con maestria. Osservandolo è entrato anche lui
nella dimensione canonica dell’arte, e nel tempo libero crea
dei piccoli oggetti con le proprie mani. I suoi lo seguono
spesso nei paesi dove si esibisce e sono orgogliosi di lui.
Oltre ai boschi e alle valli,
nell’Altopiano ha conosciuto
Elena, la ragazza che ha sposato e che pochi giorni prima
di Natale gli ha fatto il regalo
più grande; una bambina che
si chiama Alice, come quella
della favola.
Renzo Cappozzo
VENDESI CASA SINGOLA,
STRADA CANOVE CAMPOROVERE.
GLI INTERESSATI POSSONO
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AL N. 347 4436517
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Sabato 10 gennaio 2009
l’Altopiano
Almanacco per 15 giorni
Da sabato 10 a venerdì 23 gennaio 2009
Il 10 gennaio è il 10° giorno del calendario gregoriano, mancano 355 giorni alla fine dell’anno.
Ai primi di gennaio il sole sorge alle ore 7.50 e tramonta alle 16.49
Sabato 10 S. Aldo e Agatone
Domenica 11 Battesimo di Gesù
Lunedì 12 S. Modesto
Martedì 13 SS. Leonzio e Ilario
Mercoledì 14 S. Felice
Giovedì 15 S. Mauro
Venerdì 16 S. Marcello
Sabato 17 S. Antonio
Domenica 18 S. Liberata
Lunedì 19 S. Mario
Martedì 20 S. Sebastiano
Mercoledì 21 S. Agnese
Giovedì 22 S. Gaudenzio
Venerdì 23 S. Emerenziana
Un santo per volta: San Aldo, poco o nulla si sa di questo personaggio, sconosciuta la sua data di nascita e la sua vita si fa risalire
vagamente al secolo VIII. Di sicuro è noto il suo luogo di sepoltura, da prima nella cappella di San Colombano e ora nella basilica
di San Michele a Pavia. Il suo nome non è riportato nel Calendario
universale della Chiesa e nemmeno nel Martirologio Romano. Lo
si trova nell’agiografia redatta dai gesuiti belgi detti Bollandisti,
redatta nel XVII secolo e nel Martirologio dell’Ordine benedettino. Le origini del suo nome sono longobarde, ald significa in
longobardo vecchio, che poi divenne alt per i germanici e old per
gli anglosassoni. La tradizione lo vuole carbonaio, una attività che
poco si concilia con il concetto di eremita dei nostri giorni. Ma
essa ben si sposa con la tradizione dei monaci irlandesi di san
Colombano, che li voleva ritirati dal mondo per la contemplazione
ma poi presenti con un lavoro concreto che permetteva loro di
guadagnarsi da vivere con il sudore della fronte. La presenza del
suo nome nel Martirologio benedettino ne fa presupporre il suo
legame con il monastero benedettino di Bobbio fondato da san
Colombano nel 614. Nonostante questo nome sia molto diffuso
sin dai suoi tempi, sono pochi i santi così chiamati e al contrario
della sua etimologia, tutti morti in giovane età.
Successe “oggi”: il 16 gennaio del 1957 moriva il grande compositore Arturo Toscanini. Direttore d’orchestra. A soli undici anni
vinse una borsa di studio ed entrò al conservatorio di Parma dove
studiò violoncello. Nel 1885 si diplomò con lode e l’anno successivo iniziò la sua brillante carriera a San Paolo del Brasile dove, a
soli diciannove anni, sostituì il direttore d’orchestra Leopoldo
Miguez in una rappresentazione dell’”Aida” di Giuseppe Verdi
ed ottenne un grande successo. Nel 1898 entrò al Teatro alla
Scala di Milano come direttore artistico e maestro principale.
Dal 1908 al 1915 fu direttore principale della Metropolitan Opera
Company di New York, quindi nuovamente direttore artistico unico alla Scala dal 1921 al 1929. Forte oppositore dei regimi dittatoriali, si rifiutò di dirigere nell’Italia e nella Germania fasciste degli
anni Trenta, quindi si recò negli Stati Uniti dove fu fondata la
National Broadcasting Company Simphony Orchestra appositamente perché il grande maestro la dirigesse e con la quale lavorò
per una serie di trasmissioni radiofoniche. Nel 1946 tornò in Italia
perché chiamato a dirigere il concerto d’apertura alla Scala in occasione della ricostruzione del teatro dopo i bombardamenti, ma
continuò a vivere a New York con la moglie Carla De Martini. Nel
1949 fu nominato senatore a vita dall’allora Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, ma decise di rifiutare la carica. La sua
ultima apparizione pubblica risalì al 1954, quando aveva
ottantasette anni. Alla morte venne sepolto al Cimitero
Monumentale di Milano. Arturo Toscanini fu apprezzato come
il maggiore direttore d’orchestra dei suoi tempi e considerato
insuperabile per le interpretazioni di Ludwig van Beethoven,
Johannes Brahms, Claude Debussy e Maurice Ravel. Grazie a
lui si iniziò una rivalutazione della rappresentazione dell’opera;
egli ottenne infatti un sistema di illuminazione della scena più
moderno e la fossa per l’orchestra. Durante la sua carriera non
concesse mai un bis e per questo fu paragonato a Niccolò Paganini.
Frutti di stagione: il pompelmo. Il pompelmo è ricco di sostanze amare che hanno un’azione rafforzante sullo stomaco e sui polmoni, stimola la secrezione dei succhi gastrici e biliari avendo quindi proprietà
digestive ed aperitive. Con- tenendo zucchero il pompelmo è nutriente ed energetico, inoltre
favorisce il funzionamento del fegato e
dei reni ed ha
un’azione
depurativa sul sangue e diuretica. Il
pompelmo è ricco di
fibre, flavonoidi, vitamine A, B, C e pectine, il suo
uso diffuso nelle diete dimagranti è
da attribuirsi alle sue proprietà sul transito intestinale (diminuzione dell’assorbimen- to dei cibi) ed alla azione farmacologica ben precisa della fenilalanina contenuta nel frutto.
Esistono importanti principi attivi contenuti nella buccia: il pinene, il
limonene, il linalolo, il citrale, con un contenuto in oli del 21%. A
queste sostanze si riconosce generalmente un’azione
antidepressiva e sulla circolazione, oltre che la capacità di stimolare la struttura del talamo nel diencefalo. Alcune sostanze presenti
in questo frutto fanno assorbire il 450% in più dei principi attivi di
sedativi, ansiolitici e antistaminici. Porre attenzione. Non è appurato scientificamente, ma pare che una pillola assunta con del succo di pompelmo pare che equivalga a prendere 5 pillole dello stesso tipo con un bicchiere d’acqua. Ancora di più il pompelmo aumenta l’effetto dei cardioprotettori. L’estratto di semi di pompelmo
è efficace contro 800 tipi di batteri e 100 varietà di funghi, e non
danneggia la flora batterica intestinale, stimola e rinforza il sistema
immunitario, non ha effetti collaterali, tranne in soggetti sensibili
che possono avere una leggera irritazione intestinale. Aiuta a contrastare i radicali liberi, dannosi per l’integrità cellulare. I radicali
liberi sono attivati dall’inquinamento, dal fumo, dalle radiazioni,
dallo stress fisico e mentale, le sostanze attive contro i radicali
liberi sono le vitamine A, C ed E, selenio e zinco, e i semi di pompelmo ne contengono e per questo aiutano a mantenere l’integrità
cellulare e a ritardarne l’invecchiamento. A sentire tutte queste
nozioni sembra proprio che: “un pompelmo al giorno, tolga la farmacia di torno!”
Ricette stagionali – Pasta zucca e pancetta. Dosi per 2 persone:
400 g di polpa di zucca (circa 500 g di peso lordo), 1 scalogno, 2
cucchiai d’olio extravergine di oliva, 50 ml di vino bianco secco,
250 ml di brodo vegetale, sale, pepe, 50 g di pancetta non troppo
grassa, 1 rametto di rosmarino, 160 g di pasta, 2 cucchiai di Pecorino grattugiato (20 g circa). Lavare la zucca sotto acqua fresca
corrente e tagliarla a metà. Eliminare i semi e i filamenti aiutandosi
con un cucchiaio. Tagliarla a pezzetti e sbucciarla. Spellare lo
scalogno e tritarlo finemente. Mettere in un padellino antiaderente
metà olio, lo
scalogno tritato e
farlo dolcemente dorare. Unire 250 g della zucca cubettata,
mescolare e far
insaporire per un
paio di minuti su fiamma vivace. Unire il
vino bianco, mescolare e far evaporare.
Unire un mestolo di
brodo, un pizzico di
sale, una grattugiata
di pepe e cuocere a
fiamma media, coperto, per 10 minuti.
Mettere tutto il contenuto del padellino
nel bicchiere del
Minipimer (mixer ad immersione) e frullare fino ad ottenere una
crema. Tenere da parte, ben coperta. Ridurre la pancetta a cubetti
e privarla del grasso visibile. Lavare il rosmarino, selezionarne le
foglie e tritarle finemente con la mezzaluna su un tagliere. Mettere
il restante olio in una capace padella assieme alla pancetta e al
rosmarino tritato. Portarla sul fuoco e far ben dorare la pancetta, a
fiamma vivace, mescolando di continuo. Unire la restante zucca a
cubetti, cuocere per 1-2 minuti continuando a mescolare, quindi bagnare con 2-3 cucchiai di brodo vegetale. Cuocere per 5 minuti, a
fiamma media, coperto.
Trascorso il tempo indicato assaggiare la zucca che dovrà essere
cotta, ma non spappolarsi. Lessare la pasta in abbondante acqua
salata e, poco prima di scolarla, aggiungere un cucchiaio di acqua di
cottura nella crema di zucca, amalgamandola accuratamente.
Accendere il fuoco sotto la padella del condimento e saltarvi la pasta
scolata per qualche minuto, girando di frequente, assieme alla crema
di zucca. Servire immediatamente decorando con il Pecorino grattugiato.
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Proverbi legati a questo periodo dell’anno:
Le sentenze della saggezza popolare per il mese di Gennaio.
Io sono il primo di dodici figli, tutto vestito di candidi fiocchi. Spargo
brillanti per campi e per cigli; porto ai camini la festa dei ciocchi. Di
ghiaccio e neve ricopro le vette e metto al fuoco le dolci ballotte. Dopo la neve, buon tempo viene. - Freddo e asciutto di gennaio,
empiono il granaio.
- Polvere di gennaio, carica il granaio. - Gennaio forte, tutti i vecchi si
augurano la morte. – Quando gennaio mette erba, se tu hai grano tu lo
serba. – Guardati dalla primavera di gennaio. - Il buon gennaio fa ricco
il massaio. - Sotto la neve pane, sotto acqua fame. - Non v’è gallina o
gallinaccia che di gennaio uova non faccia. - La luna di gennaio è la
luna del vino. - Luna di grappoli a Gennaio, luna di racimoli a Febbraio.
- Chi pota a Gennaio, pota al grappolaio (questo vale solo per il contadino di pianura). - Chi pota alla mancanza di Gennaio, pota a uva
(anche questo vale per la pianura, con la luna calante).
ARIETE
Il nuovo anno si è aperto dandovi qualche piccola delusione. Non abbattetevi, il 2009 per voi ha in serbo proposte
allettanti, solo che dovrete attendere un
po’ prima di vedere qualcosa di concreto. Piccoli fastidi fisici scompariranno
presto e anche il lavoro potrà godere di
buoni risultati.
TORO
Presto arriveranno le buone notizie che attendavate già verso la fine dell’anno appena conclusosi. Riguarderanno gli
affetti, ma in particolare il lavoro, che riprende a pieno ritmo e
con rinnovato entusiasmo. Bene anche la salute, a parte qualche inevitabile fastidio di stagione
GEMELLI
Non spaventatevi se l’anno sembra cominciare con nel modo
sbagliato, le cose volgeranno preso a vostro favore. In arrivo, per i single, un nuovo importante amore, mentre chi è già
in coppia vedrà risolversi definitivamente una piccola crisi
che si è presentata lo scorso autunno, protraendosi fino a
questo inizio d’anno. Niente di nuovo sul fronte del lavoro.
CANCRO
Migliora l’atmosfera generale, grazie alle novità nel campo
del lavoro, recentemente un po’ sottotono. Potete favorire lo
sviluppo di un progetto a cui state lavorando da tempo, e
che finora ha stentato a prendere de finitamente forma. Un
po’ ne risentiranno i rapporti familiari, ma tutto sommato si
tratterà di piccole cose. Evitate spese inutili.
LEONE
L’umore è alle stelle, e più che al successo in campo lavorativo è da imputare a un recente nuovo incontro, che si sta
tramutando da semplice simpatia in qualcosa di più importante, almeno sembrate sperarci. Attenzione nel lavoro, dove
potreste essere oggetto di critiche non del tutto immotivate.
Bene l’economia in generale.
VERGINE
Cosa vi aspettate dal nuovo anno? Se si tratta di novità in
amore, forse dovrete attendere un po’, per contro il lavoro
andrà a meraviglia, e vi porterà soddisfazioni importanti, come
non succedeva da tempo. Qualche fastidioso problema di
salute si risolverà in fretta, senza che vi dobbiate troppo
preoccupare.
BILANCIA
Accettate il saggio consiglio di un familiare, che vi indicherà
la giusta strada per risolvere alcuni problemi pratici, riducendo le spese e incrementando le entrate. Attenzione a non
sottovalutate alcune voci che vi parlano di qualche torto da
parte di una persona che credevate di conoscere bene, e di
cui invece sarete costretti a dubitare. La prudenza è opportuna, in tutti i campi.
SCORPIONE
Forse riuscirete presto a farvi apprezzare da chi è al centro
dei vostri interesse da qualche mese a questa parte. Il nuovo
anno vede favorito l’amore, ma anche le relazioni di amicizia
e il divertimento. Non rinunciate a praticare un po’ di sport,
neppure in questo periodo in cui la pigrizia vi assale spesso.
Una buon libro da leggere vi farà riscoprire il piacere di passare alcune serate in casa, con il televisore spento.
SAGITTARIO
Il 2009 è l’anno dei viaggi, più di uno, verso mete a cui pensate da tempo. Dovrete però rinunciare ad alcune spese, soprattutto nel campo dell’abbigliamento. La fortuna sarà dalla
vostra parte, ma attenzione a non pretendere troppo. Il lavoro potrà riservare alcune sorprese, ma non nei primi mesi
dell’anno, che in questo settore saranno quasi noiosi. Abbiate la pazienza di attendere.
CAPRICORNO
Siete carichi di aspettative per questo 2009 che sembra essere iniziato per voi nel migliore dei modi. Il successo che negli
ultimi tempi ha caratterizzato il settore dell’amore sembra orientato a continuare, e pure il lavoro si conferma denso di soddisfazioni. Attenzione però a non illudersi che possa essere
sempre così.
ACQUARIO
Siete alle prese con problemi di salute che comunque si risolveranno prima di quanto credete. Percorrete la vostra strada
senza indecisioni, vedrete che non mancheranno i successi
in vari campi. Il favore degli astri riguarda in particolare le
relazioni durature, che sembrano essere avvantaggiate soprattutto verso la primavera. Il lavoro vi creerà qualche piccolo problema, niente di grave, comunque!
PESCI
Vi piace avere tutto e subito? Non sempre è possibile, ma in
questo 2009 potreste anche essere favoriti in questo. Non
mollate però di fronte a qualche piccola contrarietà, soprattutto in amore, dove forse dovrete combattere un po’ per
ottenere ciò cui ambite. Non confidatevi con chi non conoscete ancora bene.
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Sabato 10 gennaio 2009
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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