Scarica libro completo - TAMBURELLO

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Scarica libro completo - TAMBURELLO
IN COPERTINA ANNO 1966
- II torneo del Monferrato - Campo sportivo di Gabiano prima di una
importante partita. Si riconoscono: Giuseppe Brusasca (Senatore originario
di Cantavenna di Gabiano), Francesco Caligaris, Gian Franco Grillo,
Romano Biglia, Luciano Galetto.
A mia moglie Maria Grazia e
alle figlie Elena e Silvia
IL GIOCO DEL
TAMBURELLO
NELLA COMUNITÀ DI
GABIANO
A cura di Mario Richetta
PRESENTAZIONE
“TAMBURELLO CHE PASSIONE”
Quando si parla di “tambass“ si evoca una parte importante della storia
recente della comunità di Gabiano a partire dal dopoguerra fino ai giorni
nostri.
E’ un filo di ricordi, di emozioni, di momenti indimenticabili, di persone e
personaggi che al tambass sono legati in maniera indissolubile
vuoi come
giocatori, come tifosi, come dirigenti.
“ Tambass “ o tamburello da tanti considerato il parente povero del più
conosciuto pallone elastico che ha avuto la fortuna e il privilegio di annoverare
grandi cantori primo fra tutti Cesare PAVESE di Santo Stefano Belbo che
descrive nei suoi romanzi tra le gente della sua terra i grandi campioni,
i comprimari, gli scommettitori. E ancora Beppe FENOGLIO, Giovanni
ARPINO, Franco PICCINELLI che in hanno profuso decine e decine di
pagine il loro amore verso questa disciplina decantandone i grandi campioni,
le bellezze dei luoghi e dei paesaggi dove questi giganti si scontravano in
epiche battaglie.
Al tamburello tutto questo è mancato forse perché questo sport è espressione
di un territorio, il Monferrato, i cui abitanti sono sempre in bilico tra passato
e futuro facili allo slancio e all’euforia ma altrettanto pronti a mutare i loro
interessi a differenza dei langaroli e dei liguri strenui difensori del loro
patrimonio culturale e storico.
Quando Mario RICHETTA incominciò ad accennarmi la sua idea di raccogliere
del materiale fotografico per raccontare la storia del tamburello a Gabiano ha
trovato il mio incondizionato appoggio.
Primo perché aiuta a ricordare con le immagini la storia della nostra comunità
e attraverso le immagini i suoi mutamenti nel tempo.
Secondo perché parlando di tamburello ci ricorda uno sport che si pratica per
passione, per difendere il blasone del proprio paese, della propria frazione
senza corrispettivo economico in contrasto con il pensiero imperante della
nostra società attuale in cui gli unici valori paiono essere il denaro e il
profitto.Onore dunque assolutamente meritato a tutti i gabianesi e non che
con la loro passione, la loro rabbia agonistica, la loro costanza hanno portato
e difeso il nome di Gabiano negli sferisteri del Monferrato.
La nostra comunità ha dato i natali a grandi campioni: Giulio ZANOTTO di
Sessana vincitore della I edizione del toneo del Monferrato nel 1965 con il
Cerrina-Gabiano, Angelo UVA di Varengo uno dei più grandi rimettitori di
tutti i tempi esempio di classe e correttezza tipicamente inglesi in campo da
cui il soprannome “ John “ vincitore di molti tornei del Monferrato e di due
titoli italiani; Gianni GRILLO calciatore di livello prima, mezz’ovolo di rara
precisione ed efficacia poi e tanti altri ancora che con la loro passione hanno
mantenuto vivo questo sport nella nostra comunità.
Un ringraziamento particolare va alla Regione Piemonte che in collaborazione
con l’amministrazione comunale ha creduto e aiutato il bel lavoro di Mario
RICHETTA grande appassionato di tamburello ma soprattutto innamorato
di Gabiano e della sua gente
Mario TRIBOCCO
Sindaco di Gabiano
PREFAZIONE
Il libro di Mario Richetta appartiene a quel genere di cose che nelle nostre
case viene conservato con cura e passa da una generazione all’altra come
strumento di memoria comune.
Il suo lavoro ricostruisce una parte importante della vita dei nostri paesi,
fissa immagini, ricordi privati e collettivi che il tempo stinge e per quelli della
nostra generazione genera nostalgia per un’epoca che ci ha visti percorrere la
parte più serena della nostra vita.
Il tabass era appeso in cucina, pronto per l’uso, ed il mio in particolare
( il primo) era un “Capretto”, pesava qualche chilo e la pelle era spessa
probabilmente un centimetro (doveva aver visto Repubblica e Partigiani),
ma non danneggiava la qualità delle mie prestazioni, perché quasi sempre
colpivo la pallina con il cerchio.
Il tabass ha legato nel tifo per le proprie squadre le comunità, ha riempito i
pomeriggi di tante domeniche di passione, di gioia per le vittorie o di amarezza
per le sconfitte.
Ci furono anni in cui il tamburello diventò per il Monferrato una sentimento
totale, che fece nascere bravi giocatori, campioni e miti, tifosi che diventarono
personaggi.
Questo gioco, a cui tutti siamo legati, è come il fuoco che alla fine dell’inverno
veniva acceso per bruciare i canneti, e che quando sembrava sul punto di
morire, si riprendeva con la folata di vento che gli ridava grande energia.
Così è stato in passato e così sarà in futuro: sono certo negli sferisteri
torneranno campioni come il sessanese Giulio Zanotto, l’uomo delle “intre”,
capace di vincere da solo contro tutti, e di fulminare l’avversario con battute
di spirito rimaste nel linguaggio comune, quale quella che fotografava un
giocatore in affanno “A l’ha i pè an tla nita”, o come il varenghese Angelo Uva,
il maratoneta del tamburello, l’atleta che in una domenica di luglio di tanti
anni fa, in un pomeriggio degno di essere cantato da Paolo Conte, inchiodo’
fino al cader delle tenebre sulla linea dei cento metri, il Codana del mitico
campionissimo Marino Marzocchi “ Mara”.
In questi anni il gioco del tamburello vive sospeso in uno spazio indefinito,
come la nostra società rurale, che rimasta sostanzialmente immutata per
tantissimi anni, vede ora le regole e le prospettive messe in discussione da
forze estranee ed incontenibili.
Se vogliamo dare una prospettiva ai valori in cui hanno vissuto generazioni
di monferrini, dobbiamo salvaguardare i valori fondamentali che hanno
costituito la base della civiltà contadina, e tra questi valori, grandissima
importanza ha quella passione assolutamente unica che è il gioco del
tamburello.
Domenico Priora
Assessore della Provincia di Alessandria
PREFAZIONE
Dopo un decennio sul finire del secolo scorso, in pratica gli anni ’90, in cui si
assistette ad un declino generalizzato degli sport sferistici nella nostra zona
e non solo, stiamo vivendo ora una rinascita paragonabile dal punto di vista
agonistico, solo a quella avvenuta dopo il primo conflitto mondiale, periodo in
cui però era più facile creare questi presupposti, in quanto la sosta fu forzata
e non dovuta alla concorrenza, la quale invece già tagliò le gambe dopo il 2°
conflitto mondiale.
Un rinnovo generalizzato di quasi tutti i dirigenti, ha portato una ventata
di entusiasmo e di crescita organizzativa, senza la quale oggi sarebbe
impossibile affrontare qualsiasi situazione appena fuori dalla porta di casa,
i tempi attuali, in cui la competitività si va affermando addirittura su scala
mondiale, non è più possibile pensare di organizzare le cose per il semplice
piacere ludico di vedere una bella partita nel fine settimana, ma ad essa va
allineata tutta una rete di preparativi che la amplifichino, ovvero la portino
sui mass media, fatti non solo più dai giornali, radio, Tv, ma in aggiunta
anche da Internet, vera e propria TV e via d’informazione del futuro. Attorno
ad essa poi bisogna ricordarsi che come ogni entità occorre renderla viva a se
stante, quindi con struttura, almeno minima, dirigenziale, settori giovanile,
diversificazione dei prodotti che coprano più facilmente i gusti più vari,
insomma un’organizzazione, che se legge questo un dirigente aziendale,
potrebbe obiettare che in sostanza è quello che fa una qualunque azienda che
voglia stare sul mercato. Ebbene mi si chiederà:”Cosa c’entra tutto ciò con la
prefazione di questo libro?”
E’ dalla Comunicazione che dipende il tutto, essa è basilare filo conduttore
di quella organizzazione moderna. Tamburello o cosa si possa aggiungere
d’altro. Il libro di per se normalmente esce dal quotidiano, spazia nella mente
e nel tempo, ma in questo caso per la comunità di Gabiano, primo esempio di
consacrazione della sua storia sportiva, oggi può vedere in luce diversa, esso
ha scritto delle pagine importanti a livello di Monferrato ed italiano; per il
Tamburello, che fino a pochi anni fa ha goduto di rari libri a lui dedicati e solo
ora si sta riprendendo, segno della svolta che ha intrapreso.
Mario con una traccia incomparabile, ha saputo collegare inequivocabilmente
la storia di Gabiano ai suoi giochi, che poi per lei, nobile capitale di alcuni paesi,
detti frazione, rappresenta la dimostrazione che nella storia sportiva d’Italia
essa è ben presente, nel “gioco degli italiani”, dall’Europa riconosciutoci, essa
ha fatto la sua parte ed ancor più la sta facendo; ma da questo sforzo, che già
dalle prime bozze posso sicuramente apprezzare, amerei vedere che l’intera
comunità di Gabiano si ridesti, che tutti i paesi del suo comune rigiochino,
perché chi può vantare questo passato deve aspirare ad un futuro d’autore
e per esso ci vuole senso di responsabilità, se vogliamo che tra un secolo un
altro Mario scriva una storia sportiva di Gabiano, che lo veda per quel futuro
sempre proiettato nei nostri sport unica vera via per Gabiano per mettersi in
evidenza in quella nazione globale che sarà l’Europa.
Mauro Bellero
Presidente Provinciale F. P.T. Tamburello
INTRODUZIONE
Il gioco del tamburello è uno sport radicato nella storia della comunità di
Gabiano sicuramente fin dal medioevo, che ha sempre coinvolto e coinvolge
tutt’oggi i giocatori, i sostenitori e gli appassionati di questa bellissima
disciplina sportiva.
Gli anziani mi hanno parlato e mi parlano delle loro partite, delle loro
memorabili sfide, con una passione, una partecipazione, una nostalgia che mi
hanno colpito.
Ho quindi pensato di raccogliere le fotografie che richiamano l’ambiente, i
giocatori, gli spettatori di questa realtà del nostro paese per farne rivivere
ricordi, emozioni e i sentimenti.
Ho diviso il lavoro in quattro grandi parti:
il tamburello a Gabiano negli statuti;
il tamburello a Gabiano fino al 1965;
il tamburello a Gabiano dal 1965 al 1970;
il tamburello dal 1970 ad oggi per ogni decennio;
l’alternanza tamburello-calcio a Gabiano;
Il mio lavoro non ha alcuna pretesa storico-scientifica, e sicuramente è
incompleto, ma è stato fatto perché mi ha consentito di formare una memoria
visiva di un aspetto della comunità con coinvolgimento e piacere personale.
E’ stato un modo per sentirmi, almeno nel ricordo, ancora giovane e rivivere
i giorni felicissimi di quando adolescente, seguivo le vicende della squadra
del tamburello di Gabiano: come giocatore ero un terzino quasi nullo – parole
amichevoli del grande Giulio Zanotto –mentre sono sempre stato molto
divertito e soddisfatto nel partecipare ai momenti di organizzazione e di
svolgimento dell’attività.
Chi sfoglierà questa raccolta potrà rivivere i suoi bei ricordi,così come lo è
stato per me che ho provveduto con la collaborazione degli amici al recupero e
alla sistemazione del materiale fotografico.
Il tamburello a Gabiano era tutto improntato sulla partecipazione collettiva:
bisognava segnare il campo, trovare le maglie, le palline, le squadre dei paesi
avversari, l’arbitro e il segnapunti. Tutti facevano qualcosa per arrivare alla
partita.
Si giravano e si girano ancora oggi i bei paesi del nostro Monferrato e ci si
sentiva immersi e partecipi della loro realtà locale diventandone parte attiva.
Ricordo nel 1972 a Tonco, dopo una bella partita, ci offrirono pane e salame
crudo e un barbera frizzantino di quello tenuto nell’infernot di cui mi pare di
sentire ancora oggi il meraviglioso sapore e profumo.
La raccolta delle foto ha quindi anche l’intendimento di far capire che le cose
belle, anche se semplici, ma vere e fatte insieme, sono le più coinvolgenti e le
più appaganti.
Ringrazio il Sindaco dr Mario Tribocco e tutta l’amministrazione comunale,
la Pro Loco con il Presidente Flavio Zacco, e gli amici, che mi hanno dato
in prestito il materiale fotografico: Aldo Bruno, Gianni Grillo, Pier Carlo
Gluttini, Giuseppe Gagliardone, Massimo Caligaris, Mauro Amerio, Claudio
Bruno, Franco Curletti, Francesco Mussone, Vincenzo Cornaglia, Luigi Monti,
Franco Sirotto, Mario Motta, Pietro e Flavio Lanfranco, Antonio Bragagnolo,
Giovanni Monchietto, Angelo Vicario, Gino Ulla, Bossetto Paolo, don Luigi
Calvo, Angelo e Alberto Uva, Felice Cressano, Ubaldo Lanfranco.
Dedico questo mio lavoro a tutti coloro che come dirigenti, giocatori, sostenitori
e appassionati di questo sport, nei tempi e nei in modi i più diversi, hanno
consentito il realizzarsi di significative esperienze sportive nella nostra
comunità e tra questi il nostro Presidente Onorario Renzo Odisio.
Né posso dimenticare coloro che negli anni 1965-1970 con entusiasmo, tenacia
e sacrifici, anche economici non indifferenti, hanno consentito a questo sport
di rinascere, portando la squadra alla serie A del campo libero: il più coinvolto
e sempre presente Luciano Galetto, Dante Martinelli, Aldo Grillo, Francesco
Caligaris, Pier Carlo Gluttini, Luciano Carro. Valter Cicolini, Aldo Bruno,
Renzo Odisio, Gianfranco Grillo, Ernestino Pagliano, Nello Soliani.
Una dedica particolare va ai giovani di oggi, che iniziano a praticare questo
bellissimo sport, perché sappiano portare avanti una tradizione secolare dalla
nostra comunità e trarne divertimento e soddisfazione così come lo è stato per
i loro predecessori.
Mario Richetta
I DOCUMENTI STORICI
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I GIOCHI NEGLI STATUTI DI GABIANO DEL 1422
Negli statuti del Comune sono elencati diversi tipi di gioco, molti di questi
non più praticati né conosciuti. Non è indicato il termine “tamburello” né di
“bracciale”, mentre sappiamo con certezza che entrambi i giochi erano molto
diffusi a Gabiano.
Nelle cose dimenticate delle soffitte il Presidente della Pro Loco Flavio Zacco
ha rinvenuto un bracciale del 1700 molto ben conservato ed ora li riproduce
nella sua scuola del legno “Mak Bosk”.
Si tenga presente che i nostri statuti elencano ben otto tipi di gioco:
taxillorum = il gioco dei dadi
cartarum
= i diversi tipi di gioco con le carte
burrianorum = non più conosciuto
picazoriorum = forse il gioco a pichet (chi buttava il soldo più vicìno
al picchetto o al muro prendeva le giocate
scalpetarum = non più conosciuto
alium ludum = altri giochi
scaccos nigros ed albos = la dama e gli scacchi
tabulas
= non più conosciuto
repellando
= forse un gioco con la balestra
Emerge che in quei secoli il gioco impegnava moltissimo le persone di
Gabiano, non solo, ma spesso il gioco degenerava in risse, con problemi per
l’ordine pubblico (consulta art.21-22-23 degli statuti tradotti nel 1989 dal
prof. Luigi Calvo), per cui erano vietate le scommesse su qualsiasi tipo di
gioco, salvo alcuni, dove era consentita una piccola scommessa.
Il gioco del tamburello e del bracciale erano entrambi molto
praticati,(abbiamo ritrovato gli attrezzi); probabilmente nel 1420 il gioco
del tamburello e del bracciale avevano un altro nome; forse uno tra quelli
su menzionati (buriane, picazori, scalpete, tavola, repello). Può anche essere
che negli statuti non abbiano pensato di regolamentare il tamburello e il
bracciale in quanto non giochi d’azzardo e classificandoli quindi tra i tanti
tipi di gioco allora praticati (alium ludum). Non era consentito ufficialmente
per il bracciale e il tamburello alcuna scommessa.
Sappiamo con certezza che fino ai primi decenni del 1900, le scommesse
non ufficiali e regolamentate erano viceversa praticate, soprattutto si
scommetteva su quale squadra vinceva il 15. Il sig. Remo Grillo, grande
giocatore negli anni 1930-1950, mi ha raccontato che spesso le scommesse
erano ufficiose e truccate, nel senso che, chi teneva il banco delle scommesse
si era già accordato con un giocatore delle due squadre a scapito degli
scommettitori. A seconda delle consistenza delle puntate chi teneva il banco
spostava un ombrello chiuso in un certo modo: era l’ordine per il giocatore
di fare fallo e perdere il 15 per far vincere chi teneva le scommesse. Come
sempre, così come avviene anche oggi, chi organizza il gioco e tiene il banco
alla lunga vince.
Il gioco a bracciale era probabilmente praticato dalle classi sociali più
abbienti “ia sgnuri dan tal rulin”, mentre il tamburello era praticato dalle
classi sociali più povere. Costruire un bracciale richiedeva anche 40 ore di
lavoro, mentre costruire una paletta in legno con l’impugnatura in cuoio,
come probabilmente era fatto allora l’antenato dell’attuale tamburello, erano
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sufficienti alcune ore di lavoro.
L’attuale attrezzo del gioco del tamburello deriva da un attrezzo che
nel
medioevo,ad esempio, a Venezia si chiamava “scanno ” ed era composto da
una paletta di legno con una impugnatura laterale in cuoio (vedi figura in
altra pagina). Qualcosa di molto simile alla mazza di baseball americana ma
piatto.
Frontepagina degli Statuti del Comune di Gabiano tradotti nel 1989 da prof.
Luigi Calvo
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GLI ARTICOLI DEGLI STATUTI DI GABIANO
CHE PARLANO DEI GIOCHI
COME REGOLAMENTATI NEL 1422
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IL PALLONE A BRACCIALE PIEMONTESE
CENNI STORICI
Come già detto, un bracciale del 1700 è stato ritrovato dal sig. Flavio Zacco
tra le cose abbandonate nelle case di Gabiano.
Il bracciale da cui prende il nome questa disciplina sportiva, nasce in
Piemonte intorno al 1500. Trattasi di un cilindro in legno di noce o di pero
svuotato all’interno e totalmente torchiato all’esterno da punzoni di forma
piramidale, disposti su file, alternati l’uno all’altro.
L’attrezzo copre interamente l’avambraccio lasciando scoperta la parte finale
per l’impugnatura a barra della mano.
Intorno al 1700 il bracciale cambia forma assumendo le dimensioni ridotte
rispetto al precedente, più corto ma sufficiente a coprire il pugno e il polso,
l’impugnatura diventa anatomica e scavata all’interno dell’attrezzo. La
torchiatura esterna piramidale, viene ridotta a sei file di punte sfalsate.
L’estremità che racchiude le dita della mano è formata da un coperchio
bombato e fesso per consentire lo svuotamento durante la lavorazione e per
permettere all’aria di circolare durante il gioco.
La partita viene disputata da quattro giocatori per campo e prevede 18
giochi.
Si gioca a “casse”. Il campo è spesso costituito da una piazza contornata da
ANNI 1910 - A Casale Monferrato in una sfida a bracciale Bevilacqua-Cocito.
L’ing. Cocito di Torino è stato con Bruzzone di Genova, Conrotto di Cocconato,
Caneva di Ovada, Toffoli di Verona, uno dei più grandi giocatori di bracciale
e tamburello degli 1920-1940.
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muri o palazzi. Per Gabiano non mancavano certo gli spazi adeguati intorno
al Castello.
Il bracciale è senza dubbio l’antenato dell’odierno gioco chiamato “pallone
elastico” ancora molto praticato in Piemonte specie nell’albese e cuneese.
L’ultimo campionato di bracciale si disputa in Piemonte nel 1927 e vede l’Asti
vincere dinnanzi all’Acqui Terme e al Torino.Dopo di che il gioco scompare
o perché non si trovano più artigiani capaci di costruire l’attrezzo sportivo
soprattutto perché per quei tempi, era costoso acquistarlo, pertanto venne
assorbito dal gioco del pallone elastico e dal gioco del tamburello.
Resta vivissimo il ricordo di questo gioco, tipicamente piemontese nella
memoria degli anziani e qualche attrezzo rimane ancora abbandonato nelle
soffitte delle case più signorili.
Oggi è un ricercato oggetto da collezione, data la fattura elegante , molto
elaborata e tipicamente medioevale.
La scuola di scultura e restauro del legno “Mak Bosk” del Presidente della
Pro-Lco sig. Flavio Zacco, come già detto, ha ripreso a costruire e restaurare
questo antico oggetto sportivo.
Il sig. Mauro Bellero di Casale, presidente della FIPT provinciale, ha
organizzato il nuovo campionato italiano di questo sport medioevale.
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ALCUNE PERSONALITA’ STORICHE PIEMONTESI
INTERESSATE AI GIOCHI DEL BRACCIALE,
PALLA A PUGNO E TAMBURELLO
Giovanni Giolitti
Edmondo De Amicis
Luigi Einaudi
Pietro Badoglio
Beppe Fenoglio
Cesare Pavese
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I GIOCHI A BRACCIALE,
PALLA A PUGNO E TAMBURELLO
SPORT PIU’ PRATICATI IN ITALIA FINO AL 1900
Abbiamo ritrovato una rivista inglese dei primi del 1900 dove si parla
appunto dell’importanza del gioco a bracciale in Italia. In Piemonte e anche
a Gabiano si giocava a questo secolare sport che aveva nelle diverse località
modi diversi di applicazione con riferimento alla palla e all’impugnatura.
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IL GIOCO DEL TAMBURELLO
CENNI STORICI
Il gioco del tamburello, della palla a pugno così come il gioco con il bracciale
e altri storici che oggi si stanno riscoprendo (pantalera, paletta,palla elastica,
minipelota), sono sport antichi le cui origini si perdono nella notte dei tempi
confondendosi, in un rito ideale, con i giochi con la palla già in uso ai tempi
dei greci e dei romani.
Specialmente i romani erano anche grandi cultori dei giochi con la palla
(“ludere pila”), e sicuramente avevano regolamentato lo svolgimento di questi
giochi, ma mancano riferimenti storici precisi.
Il primo scritto con informazioni dettagliate e precise sui giochi della palla è
opera di Antonio Scaino, Prete e Parroco di un paese del Veneto, autore del
“trattato del gioco della palla” stampato a Venezia nel 1555.
Da lui sappiamo che i giochi con la palla si distinguevano a quei tempi:
- secondo il tipo di palla:
a vento cioè palla di cuoio riempita con aria a pressione
soda cioè palla di cuoio riempita con altro materiale
- secondo il modo di colpirla:
a mano aperta,
col pugno ricoperto da protezione
con un attrezzo.
L’attrezzo di gioco che più si avvicina all’attuale attrezzo del tamburello
era nel Veneto, come già detto, chiamato “scanno”. Osservando le fotografie
sottoriportate, era un attrezzo in legno sodo, normalmente frassino,
perché legno leggero, con un manico in cuoio per l’impugnatura e un corpo
trapezoidale che si allargava sul lato opposto dell’impugnatura.
Anche nel gioco con lo scanno si usavano due tipi di “scanno”: uno solo per
la battuta lungo 75 cm e largo solo 8 cm.; l’altro, per il gioco vero e proprio,
lungo solo 51 cm ma più largo fino a 11 cm.
La palla con cui si giocava era gonfiata ad aria, con cinque spicchi, quattro
di pelle di capra e una di cuoio del peso di circa 220 grammi e 8.5 cm di
diametro.
Ovviamente i luoghi di gioco erano le piazze, le aie, i cortili, i prati che per
lunghezza e spazio consentissero lo svolgimento del gioco. Probabilmente
ogni paese adattava le regole del gioco alla struttura del campo.
Due erano e sono rimaste le varianti principali:
A)
il gioco a campo libero dove la palla va colpita al volo o al primo
rimbalzo e deve superare la linea mediana del campo ma non le linee laterali,
né la linea di fondocampo.
B)
il gioco a muro, dove oltre alle regole simili del campo libero, è
valido anche far rimbalzare la palla nel muro della piazza, ma poi la pallina
deve comunque cadere nella metà del campo avversario,con regole diverse
da paese a paese, per le palle che battono o si fermano sui balconi,portoni,
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finestre e luci del muro d’appoggio.
Fino al 1900 esisteva la linea di fondocampo segnata solo per la battuta
e valeva la “vola libera”: chi aveva più forza e superava tutti gli avversari
e la linea di fondocampo si aggiudicava il 15. Anche qui c’erano le varianti
da paese a paese. Ad esempio: chi superava tutti gli avversari e la linea di
fondocampo, anziché aggiudicarsi il 15 riconquistava nuovamente la battuta.
Riconquistare la battuta era comunque un vantaggio per la squadra: se il
battitore era capace “a lè bun bati fali” aveva più probabilità di fare il 15.
Oggi le dimensioni federali del gioco a campo libero sono lunghezza 80
metri e larghezza 20 metri mentre nel campo a muro sono consentite delle
ragionevoli varianti a seconda della piazza dove si gioca. La linea mediana
del campo è a 40 metri.
Fino al 1900 esistevano anche due varianti principali: la linea mediana o
cordino fisso a metàcampo e il gioco a cacce dove si spostava teoricamente la
linea mediana o cordino del centro campo a seconda della caccia conquistata.
La linea di fondocampo era segnata per la battuta ma poi si poteva superare
con il tiro a vola libera o “intra”.
Con il sistema delle cacce, ogni squadra aveva come primo obiettivo di
gioco conquistare la caccia (conquistare con la caccia più spazio favorevole
del terreno di gioco, cacciando, respingendo l’avversario in una zona ristretta
del campo). Si segnava a lato del terreno di gioco il punto della caccia che
era anche la nuova linea mediana del campo. Segnata la caccia si cambiava
campo: chi aveva fatto una buona caccia avendo uno spazio di campo piccolo
da difendere era avvantaggiato per il 15, l’opposto per la squadra avversaria
che doveva difendere , se aveva fatto una cattiva caccia, gran parte del
campo di gioco. Scopo dei giocatori era, pertanto, anche quello di respingere
cacciare l’avversario più debole in una zona ristretta del campo, poi con il
cambio campo ci si metteva in quella zona di campo più piccola e pertanto più
facile da difendere, mentre l’avversario si trovava a difendere una zona più
vasta del campo e pertanto era sfavorito nella conquista del 15. La sfide e il
cuore della partite erano pertanto la forza,la potenza del tiro, cioè riuscire
a conquistare più parte del campo avversario possibile, per poi far perdere
all’avversario il 15 e il gioco.
Il gioco con le cacce era un gioco più lento nello svolgimento rispetto
all’attuale, e avveniva secondo questa scansione: battuta, conquista della
caccia, cambio campo, nuova battuta e poi 15. Il punteggio era sempre 15-3040 e gioco. Oltre all’arbitro bisognava avere due segnalinee o segnacacce.
Ora il gioco del tamburello ha sostanzialmente le regole del tennis , ma il
campo è lungo 80 metri, largo 20 metri, con la linea mediana a 40 metri. Si
cambia campo dopo 3 giochi.
Si gioca in cinque per ogni squadra. Due giocatori a fondocampo chiamati
“battitore” e “rimando”, un giocatore a centrocampo detto in Piemonte
“mezzovolo”, nel Veneto “cavalletto”, due giocatori vicino alla linea mediana
o cordino detti “terzini”. La partita si disputa sulla distanza dei 13 giochi per
il campo a libero e dei 19 giochi per il campo a muro. Ogni gioco si ottiene dopo
aver fatto quattro 15 (15-30-40 e poi gioco).
Oggi i giocatori debbono possedere tante doti o talenti:
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la capacità di conoscere la palla e portarsi velocemente al posto
giusto;
la coordinazione gamba-braccio per colpire la palla in modo utile;
la regolarità nel tiro: cioè tenere sempre o il più possibile la palla in
campo: meglio se a fondocampo;
la potenza nel tiro;
la potenza va sempre unita alla capacità di saper tenere in campo
la palla: un giocatore potentissimo ma falloso avvantaggia gli
avversari;
la resistenza nel gioco;
la tenacia nel perseguire il 15;
la capacità di saper coinvolgere nel gioco i compagni di squadra.
Nei tempi passati bisognava avere tutte queste doti ma diventava poi
prevalente la potenza nel tiro essendo il gioco a vola libera “ai val l’intra “.
Per approfondimenti vedi il libro: - Storia del gioco del tamburello - di Filippo
Piana anno 1995 – reperibile alla Federazione Italiana Palla tamburello di
Mantova. Tel.0376-368246
Palla
e Pompe
Tamburello
o scanno
Bracciale
La copertina del trattato
sui giochi a palla di Scaino.
Anno 1555
Attrezzi di Gioco del 1500
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LA COSTRUZIONE DEI TAMBURELLI A GABIANO
Dalla tradizione orale emerge che a Gabiano fino al 1970 vennero fabbricati
tamburelli. Ogni figlio maschio, se poteva, si comprava un tamburello il
prezzo era allora abbastanza elevato perché costruito artigianalmente con
pelle di cavallo o di mucca; ora il prezzo è molto diminuito (10
€) perché si
costruiscono industrialmente con materiali di plastica.
A Gabiano, in Frazione Zoalengo, nella sua cascina di via Cavour 21 c’era un
artigiano contadino che li costruiva per tutti, sia per i giocatori professionisti
che per gli amatori, per grandi e piccoli.
Ettore Capretto, nato a Zolalengo di Gabiano nel 1889, il “Vigin” o “Varenghin”
per gli amici, era un fervido appassionato del gioco della palla tamburello e
da questa passione, dopo la I^ guerra mondiale, nacque l’idea di costruire
tamburelli. Si dedicava a questa attività soprattutto d’inverno, quando il
lavoro nei campi subiva un calo, mentre d’estata conciava le pelli.
Dopo diversi tentativi (era un autodidatta) riuscì a costruirsi i macchinari
necessari per la sua produzione artigianale; si faceva anche aiutare dai suoi
figli in alcuni lavori manuali, come ad esempio per la concia delle pelli o per
le finiture.
Il procedimento era abbastanza lungo e laborioso: occorreva procurarsi il
materiale che consisteva in listelli di legno d’olmo e nel pellame di cavallo o
di mucca; due listelli venivano piegati a caldo e lasciati stagionare 3-4 mesi,
in seguito erano incollati in modo da formare
il cerchio vero e proprio: si
applicava poi la pelle già sgrassata e conciata dopo aver tolto il pelo. Con
i suoi macchinari il Vigin tirava la pelle in modo da renderla elastica e
contemporaneamente la più resistente possibile, scartando quelle parti che
presentavano delle imperfezioni (cicatrici) che ne minavano la resistenza: La
pelle veniva fissata manualmente al cerchio con circa 200 chiodini. Le parti
della pelle dell’animale considerate pù idonee all’uso erano la pelle del collo
del cavallo e la pelle del ventre della mucca.
Si passava poi al lavoro di rifinitura: il legno veniva seppiato e verniciato; per
coprire le teste dei chiodini si foderava il cerchio con un terzo listello bordato
di ottone o anche con del materiale sintetico adesivo e colorato. In ultimo
veniva fissata l’impugnatura sempre in cuoio con un piccolo listello di legno
arrotondato nella parte interna del cerchio per favorirne l’impugnatura.
Venivano costruiti tamburelli di tutte le misure, anche le cosiddette “bifette” o
tabassine, un tamburello allungato e ovale dalla caratteristica forma a goccia
che serviva solo per la battuta al battitore e immediatamente cambiato con
il tamburello normale come avviene ancora oggi.
Ettore Capretto
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I LUOGHI DI GIOCO DEL TAMBURELLO
A GABIANO E LA COSTRUZIONE DEL
NUOVO CAMPO NEL 1965
Il gioco del tamburello, fino alla costruzione del campo sportivo di Case
Menino avvenuta nel 1930, si praticava in ogni frazione, borgata, piazza o
cortile. Le aie delle tipiche costruzioni rettilinee monferrine o le strade dei
crinali delle frazioni e dei paesi si prestavano ad essere una alternativa molto
valida al campo sportivo.
Si giocava sulle piazze e sulle strade a Cantavenna, Mincengo,
Zoalengo,Varengo, Sessana. A Gabiano capoluogo, ad esempio, si giocava
molto nel viale degli attuali ippocastani, anche luogo dove si teneva al
lunedì un importante mercato settimanale del bestiame, detto anche “suta
la muraia”. A Varengo oltre che nella piazza anche nei prati “della valle dei
Goti “la val dla gota”, dla valetta e dal pra grand, a Sant’aurelio nei prati
pianeggianti vicini all’abitato e alla Chiesa.
Negli ann 1920-1930 il Comune, con la collaborazione della comunità,
costruì il campo sportivo di “Case Menino”, che nacque come campo di calcio,
un gioco allora nuovo che stava diventando molto diffuso e popolare. A
Gabiano il campo venne poi usato sia per il calcio che per il tamburello.
Dal 1965 ritornò molto in auge il gioco del tamburello e si pensò di costruire
uno sferisterio a regola d’arte con tanto di spalti e recinzioni., sotto la direzione
del sig. Dante Martinelli e del dr Aldo Grillo, e con l’apporto di lavoro di tante
persone di buona volontà. Nel 1986 con l’amministrazione comunale da me
presieduta, sono stati costruiti gli attuali spogliatoi (impresa Mauro Cicolini)
ed è stato rifatto il fondo del campo spostato verso il filare dei pioppi per avere
più ombra, con la competenza tecnica e professionale dell’impresa di Rondano
Damiano.
Nel 2006 la Pro-Loco e il Comune hanno realizzato, sempre nel campo
sportivo, un nuovissimo campo da minicalcio e tennis in erba sintetica
– un vero gioiellino. E’ in progetto l’allargamento degli spogliatoi, e la
manutenzione straordinaria del campo di tamburello che ha comunque un
ottimo fondo; tant’è che le grandi squadre del Callianetto e del Montechiaro
lo usano per gli allenamenti nel periodo invernale quando gli altri campi sono
impraticabili.
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DR ALDO GRILLO
Nato a Gabiano nel 1921, è stato
per più di 40 anni veterinario
condotto, Sindaco per 10 anni;
sempre promotore e partecipe
della vita sociale di Gabiano e
della Val Cerrina. Ha vissuto la
sua vita per il lavoro, la famiglia
e soprattutto per la comunità di
Gabiano che considerava la sua
grande famiglia.
ANNO 1965
Il SIG. DANTE
MARTINELLI,
direttore Generale
delle Aziende
Agricole del Castello
di Cabiano, molto
appassionato di
tamburello e legato
alla realtà del paese,
mentre sovrintende ai
lavori di costruzione
del nuovo campo di
tamburello.
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ANNO 1965 – La gente di Gabiano, in spirito di amicizia e solidarietà, con
la sapiente direzione del sig. Dante Martinelli, del sig. Giovanni Freschi e
del geom Francesco Caligaris, lavora per la costruzione del nuovo campo di
tamburello.
Si tenga presente che la società Gabiano tamburello ha sempre partecipato
dal 1965 ad oggi per tutti gli anni ai campionati piemontesi ed italiani
organizzati dalla F.I.P.T- CONI di Mantova e del Monferrato con una o anche
due squadre.
• Nel 1965 - Albo d’oro - con la squadra Gabiano-Cerrina - Torneo del
Monferrato.
• Nel 2000 - Albo d’oro - Campionati italiani di serie D - Torneo Nazionale.
Consulta il sito internet della federazione di Mantova: www.federtamburello.it
alla voce manifestazioni - Albo d’oro.
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LE DUE SQUADRE DEL GABIANO SCRITTE
NELL’ALBO D’ORO DELLA F.I.P.T. DI MANTOVA
ANNO 1965 – Il Gabiano-Cerrina vincitore del 1° torneo del Monferrato – da
sinistra: Pasquale Pozzo (giocatore), dr Giovanni Bocchino, dr Aldo Grillo e
dr Negro fondatore della Patelec di Cerrina (dirigenti), Giulio Zanotto, Angelo
Capra, Giulio Ferraris e Ardingo Garreto (giocatori).
ANNO 2000 - Il Gabiano vincitore del Campionato italiano serie D - da
sinistra: Paolo Carro, Renzo Odisio (Presidente), Alberto Uva, Claudio Bruno;
accosciati: Mauro Amerio, Franco Luparia, Alberto Politto;
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LE SQUADRE E I GIOCATORI
PRIMA DEL 1950
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Prima del 1950, come già detto, e fino al 1965 a Gabiano si giocava in ogni
frazione o cantone o piazza: Cantavenna, Mincengo, Zoalengo, Gabiano campo
sportivo, Sessana e Varengo.
Ogni frazione aveva dei buoni giocatori e poteva fare una squadra.Infatti
c’era la squadra di Cantavenna, la squadra di Varengo, la squadra di Sessana
e la squadra di Gabiano capoluogo. Non era abitudine partecipare ai tornei
federali (sicuramente mancavano l’organizazione societaria e i mezzi di
trasporto). Ci si accordava di volta in volta come, quando e contro chi giocare.
Si giocava sempre di domenica e anche nei pomeriggi infrasettimanali, ma
soprattutto non mancavano le partite e le sfide della festa patronale.
I derby tra le frazioni erano allora sentitissimi e coinvolgevano moltissimo
i giovani locali. Il campanilismo era sfrenato e le rivalità tra frazioni nel
d.n.a della nostra gente. Se ad esempio uno di Gabiano aveva la fidanzata
(“la murusa”) a Sessana o Villamiroglio, per andarla a trovare si faceva
solitamente accompagnare da un amico per non rischiare le botte o gli
scherzi anche pesanti. Si racconta di un giovanotto che andò solo a casa della
fidanzata, nella frazione vicina con il calesse preso in prestito. Si ritrovò al
ritorno un pacchetto dono sul calesse: una merda depositata sul sedile.
Le sfide tra frazioni erano pertanto molto sentite e coinvolgenti: si ricordano
le epiche sfide come Varengo contro-Sessana, Gabiano contro Cantavenna
e Gabiano contro Sessana. Come sempre, nessuno voleva perdere, così si
regolamentava il gioco a seconda dei giocatori o del tipo di piazza. Durante la
festa patronale di Cantavenna, ad esempio, si stabilì che chi faceva intra o
vola-libera non vinceva il quindici ma aveva il diritto di nuova battuta.
Così un giocatore della squadra di Cantavenna che stava perdendo, utilizzò
le sue doti e il regolamento: si mise a respingere ad oltranza la palla oltre il
fondocampo; venne buio e la partita terminò senza vincitori né vinti.
ANNO 1930-1940 – la squadra del Sessana di Gabiano - Da sinistra: Pierino
Zanotto, GiulioZanotto (fratelli), Alfredo Zanotto, Enrico Attilio Zanotto
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GIULIO ZANOTTO “U Giulio”
Nato a Sessana di Gabiano nel 1911 è stato uno dei più grandi rimandi
piemontesi e italiani degli anni 1930-1950. Fece grande la squadra del
Gabiano con Botto, Grillo, Curletti e Lanfranco. Una quadretta capace di
affrontare alla pari la squadra della Fiat Torino di quegli anni composta da
Giaccone, Vettorello, Daghero, Calderoni, militante nella 1^ categoria (serie
A) di quegli anni.
I più anziani ricordano ancora le epiche e molto combattute partite che si
disputavano contro questa squadra nel campo sportivo di Gabiano, così
come non hanno dimenticato le sfide sulle piazze delle rispettive frazioni.
Zanotto, molto capace e appassionato, aveva molto migliorato le sue doti
sportive giocando la pelota nello sferisterio di Genova durante il servizio
militare. A Genova nel campo della “pelota” si giocava sempre a scomesse.
Zanotto, molto astutamente faceva venire da Vallegiolitti il Botto detto “cin
cit”; questi alla pelota, con la sua elasticità e destrezza non aveva rivali. Così
Botto e Zanotto, tante volte avversari sulle piazze del paese natio, vivevano
da nababbi a Genova.
Zanotto era dotato di una straordinaria potenza nel tiro, di ottima
coordinazione e di una tenacia senza pari. Si giocava a quei tempi a campo
libero e a cacce, e dopo i primi giochi di approccio, dove per troppa grinta e
tensione poteva commettere qualche fallo, diventava irresistibile e scatenato
soprattutto se poteva entrate in corsa sulla palla.
Memorabile una sfida individuale sul campo del Gabiano: Zanotto contro
Botto (al cin cit); vinse Zanotto perché più potente nel tiro e avvantaggiato
dalla vola libera, ma il Botto, come sempre, non accettò di perdere. Afferrò la
coppa messa in palio dal Comune velocissimo salì sul suo sidecar, ma Zanotto
e gli altri di Sessana lo acciuffarono altrettanto prontamente e quasi finiva
a botte.
ANNO 1968 - Giulio Zanotto in una partita sul campo di Gabiano.
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Zanotto ha giocato fino agli anni 1970 come terzino del Gabiano in serie A e
ha insegnato a tanti giovani di quegli anni il gioco del tamburello soprattutto
a Giuseppe Gagliardone, a Gianni Grillo e ad Angelo Uva, i suoi allievi
prediletti, che hanno fatto poi una brillante strada sportiva.
Memorabili sono rimasti i suoi suggerimenti “battila a campanile a fondo
campo” che lui abbreviava in dialetto “ata–ata” (alta alta).
Così, quando gli avversari non ce la facevano più a rimandare, con un
sorriso cinico diceva: “tii vegghi ian i pe’ tla nita”, come ha ricordato molto
bene Domenico Priora, ma altre volte quando indietreggiavano usava anche
frasi più forti: “tii vegghi i cagu an sla chena” ( li vedi cagano sulla catena
-riferimento all’aratro dei buoi-, cioè non ce la fanno più a tirare forte e
indietreggiano). Il gioco del tamburello era allora principalmente un gioco di
forza e di potenza nel tiro.
ANNO 1965: Campioni del Monferrato - da sinistra: Giuseppe Zanotto, Giulio
Zanotto, Angelo Capra, Giulio Ferraris, Ardingo Garreto.
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ETTORE CURLETTI “Al Curleti“
Nato a Gabiano nel 1901, é stato un terzino piccolino di statura ma scattante,
elastico, astutissimo e preciso negli interventi. Quando colpiva la palla per gli
avversari non c’era scampo: il 15 era assicurato. E’ stato un giocatore dotato
di eccellenti qualità atletiche non solo nel tamburello ma anche nel calcio.
Durante il servizio militare a Taranto era stato selezionato per la squadra
militare di calcio, tra le migliaia di giovani dei centri addestramenti reclute.
La società calcio del Taranto, militante in serie B nazionale, viste le
eccellenti doti di ala destra dell’Ettore, lo fece fermare per tutto il periodo
di leva in quella città. Gli proposero anche un lavoro in quella città , ma il
richiamo del paese natio era troppo forte.
Tra gli anni 1930-1960 a Gabiano giocava sempre sia nella squadra di calcio
che nella squadra di tamburello; coloro che l’hanno visto giocare raccontano
che era uno spettacolo vederlo.
Negli anni 1970 seguiva come allenatore, con il suo amico di una vita
Coppo Pietro, i giovani gabianesi che praticavano il tamburello in quegli
anni. Taciturni entrambi ma anche molto decisi e poco accomodanti non
impiegavano molto a ridimensionare coloro che parlavo troppo o come si dice
oggi “andavano sopra le righe”
ANNO 1921 - Il primo accosciato a sinistra è Ettore Curletti nella squadra
militare di Taranto. Serie B - nazionale
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I FRATELLI RICHETTA
FRANCESCO RICHETTA “Al Cichin”
Nato a Gabiano nel 1901, è stato un terzino
scattante e attento alle “casse” e alle “intra”.
Giocava prevalentemente al lunedì dopo il
mercato nell’attuale viale degli ippocastani.
Con Curletti Ettore costituivano una
brillante coppia di terzini con rimando Coppo
Pietro e il fratello Costantino battitore.
Il Cichin oltrechè giocatore di tamburello
è stato un valente suonatore di basso e di
chitarra, ma era soprattutto conosciuto come
“cichin al pescadur”. Ha trascorso la sua vita
sul Po.
Del fiume conosceva tutte le anse, i fondali, i
mulinelli e le rapide “arvess”. Con la canna a
mosca secca e il cucchiaino era insuperabile
nella catture di temoli,trote, barbi e
cavedani.
Non ha mai insegnato il mestiere del pescatore a nessuno, neanche a me che
ero un suo pronipote. Allora, chi scrive, di nascosto cercava di vedere dove
andava a pescare e il metodo di pesca che usava. Così avevo successo anch’io
nelle catture. Bonariamente e affettuosamente poi mi diceva: “ i miste tii
mustu nen, venta rubaii: bravo!”
COSTANTINO RICHETTA “Al Tinu”
Nato a Gabiano nel 1897 è stato un battitore e rimettitore “arcass” regolare,
preciso e potente. Oltre a giocatore è stato un ottimo suonatore di violino nella
banda musicale di Gabiano: Appassionato di
caccia con i cani segugi diceva con orgoglio
che in una stagione gli erano bastate 15
cartucce per catturare 13 lepri.
Un uomo burbero, che sapeva e aveva il
piacere di raccontare: così mi diceva che
durante una festa patronale a Casalino di
Mombello aveva assistito ad una sfida dei
giocatori locali contro il grande Cocito che si
era sposato in questo paese.
I patti erano che la squadra del Casalino
partiva in ogni gioco con il vantaggio di 30-0,
ma non riuscirono ugualmente a vincere.
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PIETRO COPPO “Al Notu Dal Cup”
Nato a Gabiano nel 1900, è stato
un grande rimando con una potenza,
eleganza e regolarità eccellenti. Di
carattere cocciuto e tenace, nel gioco
non era mai stanco e riusciva spesso a
vincere gli avversari sfruttando la sua
non comune resistenza alla fatica.
Negli anni 1970 seguiva come
allenatore, con il suo amico di una vita
Ettore Curletti, i giovani gabianesi che
praticavano il tamburello in quegli anni.
Per loro, l’amicizia non era fatta di
parole o di sms, ma un valore profondo,
quasi sacro, custodito nel profondo
dell’amino. Taciturni entrambi, ma
anche molto decisi e poco accomodanti
non impiegavano molto a ridimensionare
coloro che parlavano troppo o come si dice
oggi “andavano sopra le righe”.
Pietro Coppo era, tra l’altro, lo zio di Piero Coppo un grande giocatore di
biliardo che ha sempre vissuto a Torino nelle sale da gioco con scommesse. Il
nipote veniva spesso a Gabiano; con la sua stecca personale giocava al circolo
Enal dopolavoro, presso l’attuale sede del Municipio e ha insegnato a tanti
giovani gabianesi di allora le tecniche sopraffine del gioco. Leandro Richetta,
mio zio e Giovanni Seggiaro ( il papà di Lilia Seggiaro moglie di Renzo Odisio)
avevano imparato molto bene la tecnica del gioco e nella zona non avevano
rivali.
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GIOVANNI BOTTO “Al Cin Cit”
Nato a Vallegiolitti di Villamiroglio nel 1908,
era un giocatore piccolino, ma dotato di una
forza e una elasticità incredibili. Coraggioso,
temerario e molto collerico riusciva a
compiere prodezze sportive che lasciavano
sbalorditi: era come si dice un giocatore genio
e sregolatezza.
Caricava Curletti, Grillo e Zanotto sul suo
sidecar e li portava a giocare a Chivasso,
Torino e nei paesi del Monferrato per le sfide
delle feste patronali, così oltre alle partita,
ne usciva anche la cena offerta da capifesta
locali.
Succedeva anche che, anziché il fritto misto,
“la friccia”, ne uscisse una furiosa rissa e
allora bisognava ripartire in fretta e furia dal
paese. Botto dopo tre parole di discussione passava alle botte, dove era forse
ancor più bravo che nel gioco. Così avvenne un anno a Mombello: la partita
si trasformò in una furiosa rissa e al ritorno il Botto disse al Grillo: “sta vira
io duvinu ciapà, ma no anche danu” (ne ho prese ma ne ho anche date).
Insofferente ad ogni forma di obbligo e costrizione, viveva libero da ogni
vincolo e obbligo. Il suo lavoro era giocare a soldi nel campo della pelota di
Via Napione a Torino: voleva i soldi prima di giocare, se perdeva pagava il
giorno dopo…..
Negli anni di guerra viveva da semiclandestino preferibilmente tra
Vallegiolitti e Torino.
Il 25 luglio 1943 festeggiò la caduta del fascismo legando un busto di
Mussolini al suo sidecar e scorrazzando per le vie del centro di Torino in
festa.
Nel 1944 era ricercato dalla milizia e dai carabinieri perchè oltre ad essere
renitente, faceva mercato nero tra il Monferrato e le città di Asti, Vercelli e
Torino. La milizia venne a Vallegiolitti, non riuscì ovviamente ad acciuffarlo,
ma gli requisì il sidecar.
Si dovette allora presentare alla milizia di Casale, e si fece raccomandare
e accompagnare da un suo amico fascista di Isolengo di Camino. Si presentò
dal generale Passerone che gli disse: “senta Botto gli restituiamo il sidecar se
si iscrive nelle brigate nere e collabora con noi, per ora come staffetta, poi si
vedrà”. Si può fidare signor Generale gli rispose il Botto.
Il giorno successivo, doveva portare una lettera ad Asti: si fece fare il pieno
di benzina e non lo rividero più. Si dice che Passerone abbia poi strigliato
a dovere il camerata di Camino dicendo: “ma che gente ci mandi dalla tua
zona!”.
Era pertanto ricercato come disertore, disfattista e inaffidabile. Ad un posto
di blocco, nei pressi di Chivasso, come sempre finse di fermarsi, poi ripartì
di scatto sperando di farla franca ancora una volta. La milizia fece fuoco:
colpito con tre proiettili alla schiena , riusci a fare ancora diversi chilometri
fino quasi a Cavagnolo dove cadde esangue in un fosso all’età di 36 anni.
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REMO GRILLO “Al Remu”
Nato a Gabiano nel 1923, è stato un grande
giocatore di regolarità, potenza e astuzia
eccellenti. Un mezzovolo che non sprecava mai
una palla: capiva immediatamente le debolezze
dell’avversario e la palla veniva sempre giocata
su quel giocatore.
Era come si dice un uomo squadra: parlava
poco, ma era molto carismatico e incoraggiava
sempre i compagni specie quando la partita
diventava difficile.
Era come giocatore l’espressione della tenacia
e della forza monferrine.
Fece grande la squadra del Gabiano con Botto,
Zanotto, Curletti e Lanfranco. Una quadretta
capace di affrontare alla pari la squadra della Fiat Torino di quegli anni
composta da Giaccone, Vettorello, Daghero, Calderoni, militante nella 1^
categoria (serie A) di quegli anni.
Ricordo come un sogno (avevo 6-7 anni), una partita di una domenica
pomeriggio negli anni 1950. Mio padre mi disse: “anduma a vegghi cui ad
Turin cuntra al Gabian”. Rivedo otto giocatori, con i pantaloni bianchi la
maglia di diverso colore, sudati e rabbiosi nella partita e qualcuno giocava nel
prato pure a piedi nudi.
E poi c’era un uomo - si Chiamava Giuseppe Bellatore di Zoalengo - che
a centrocampo urlava ad altissima voce dei numeri: “40 chi bat e 30 chi
arcasu”.
Rimasi molto intimorito, emozionato, ma anche affascinato da quello che
facevano gli adulti, anche se non avevo capito ovviamente nulla di come fosse
il gioco.
Quando in questi anni seguo le partite del Gabiano rivivo quelle tensioni ed
emozioni e mi sembra di essere ancora giovane.
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PIETRO LANFRANCO “Al Pietro Dla Posta”
Nato a Sessana di Gabiano nel 1914 è stato un terzino eccellente, razionale,
elegante e sempre coordinato nel colpire la palla.
Fece grande la squadra del Gabiano con Botto, Zanotto, Curletti, e Grillo.
Una quadretta capace di affrontare alla pari la squadra della Fiat Torino di
quegli anni composta da Giaccone, Vettorello, Daghero, Calderoni militante
nella 1^ categoria (serie A) di quegli anni. Valido e capace anche nel gioco del
calcio quando negli anni 1930-40 giocava nella squadra locale. Mi ha detto: in
bicicletta caricavo un compagno appiedato e passando (“al porti”), il traghetto
sul Po, andavamo a fare la partita a Palazzolo Vercellese.
Negli anni 1980-1990 ha sempre svolto attività di arbitro federale e ancora
oggi si fa accompagnare dal figlio Flavio a vedere le partite del Gabiano.
PIETRO LANFRANCO arbitro negli anni 1975-1976 con la squadra del
Mombello, Angelo Rossi Presidente, Vito De Luca , Giuseppe Cerutti, Giorgio
Giorcelli. Accosciati: Giovanni Manino, Fausto Vernetti e Alfio Introvigne.
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PRIMO GAVIATI “Al Primo ad Minseng”
Nato nel 1916 a Mincengo di Gabiano
aveva il tamburello nel sangue.Abile
battitore e rimando se c’era una partita
non mancava mai sia a Mincengo, che a
Zoalengo e a Cantavenna.
L’ho conosciuto negli anni 1965-70
quando facevamo allenamento nel campo
sportivo di Gabiano; arrivava sempre tra
i primi con il suo sidecar e nel cassone
aveva sempre i tamburelli, la Bifetta e le
scarpe.
Ci raccontava così le sue memorabili
partite sulla piazza di Cantavenna, dove
riusciva sfruttare al meglio le sue doti.
Non molto potente nel tiro ma precisssimo e scaltro nella battuta, riusciva
sempre a mettere in difficoltà l’avversario.
Giocavano il quel periodo, anni 1930-1950, a Cantavenna di Gabiano anche
altri validi giocatori compartecipi di tante sfide infrasettimanali, domenicali
e della festa patronale contro le squadre delle frazioni vicine.
Nel gioco si univa spesso e volentieri al gruppo anche il parroco del paese,
don Corgnati Giuseppe, originario di Tonco, che al suo paese d’origine, prima
del seminario, aveva praticato con passione questo sport.
Tamburello per la battuta
Chiamato anche Tabassina o “Bifètta”
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GLI ULLA DI VARENGO
4 GENERAZIONI DI TAMBURELLLISTI
Varengo di Gabiano è sempre stata una fucina di abilissimi giocatori.
La Piazza e i prati “ dla valetta e
dal pra grand” erano i luogi deputati
delle sfide domenicali e infrasettimanali. Si ricordano gli Ulla, i Cresta , i
Cassini, gli Uva, i Cornaglia, i Priora, gli Zanotto, i Bollo, i Mezzano. Tra
questi non mancavano mai gli Ulla che hanno avuto quattro generazioni di
appassionati di tamburello e gli Uva che, con Angelo e Alberto, sono stati un
fiore all’occhiello del tamburello piemontese e nazionale.
LUIGI ULLA (Vigin)
Nato nel 1899, combattente e reduce della I^ guerra mondiale era un
abilissimo giocatore degli anni 1920-1940 della piazza di Varengo e della
comunità di Gabiano. Lo ricordo sempre presente alla festa del IV novembre
a depositare la corona di alloro in memoria e onore ai suoi amici caduti
nella guerra del 1915-1918. Nella foto è ripreso alla festa degli anziani per
il compimento dei 90 anni insieme a Olearo Maria la mamma di Angelo e
nonna di Alberto Uva. La signora Maria è stata la più longeva della comunità
gabianese raggiungendo l’età di 103 anni.
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GINO ULLA
- figlio di Luigi - Nato a Varengo di Gabiano nel 1926, era un battitore e un
rimando di grande elasticità, eleganza, astuzia e potenza con un tiro utile
superiore ai 100 metri. Giocava sempre anche lui nella piazza di Varengo, ma
era ricercato dai paesi vicini per le eccellenti qualità sportive.Un incidente sul
lavoro nel 1955 all’età di 28 anni non gli permise di continuare a percorrere la
strada sportiva che tanto amava e lo appassionava.
ANNI 1950 - Il
nostro Gino è ripreso
in una partita al
mercato Pavia di
Casale.
GINO ULLA
nipote di Luigi Ulla - Nato nel 1955 - Giocatore e appassionato di tamburello,
segue sempre in questi anni i figli e i giovani di Gabiano nella pratica
sportiva dando un importante contributo alla diffusione di questo sport.
ANNI 1986 La squadra del Varengo di
Gabiano.
Da sinistra: Pier Angelo
Riva, Gian Carlo Cornalia,
Gino Ulla, Giuseppe Bonello,
Enzo Priora.
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GABRIELE E GUGLIELMO ULLA – pronipoti di Luigi Ulla – Giocatori del
Gabiano giovani anni 2000, continuano la tradizione dei loro avi. Guglielmo a
13 anni è già campione italiano indoor.
ANNO 2003 – IV MEMORIAL PAOLO ODISIO- Da sinistra: Alessandro
Bossetto, Federico Zanotti , Mario Richetta; accosciati: Guglielmo Ulla, Luca
Tabbia, Marco Bruno e Gabriele Ulla.
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GIOCATORI DI CANTAVENNA
La piazza di Cantavenna ero lo sferisterio dove si giocava settimanalmente
e dove si svolgevano le sfide con le altre frazioni del Paese. Si ricordano i
Cornaglia , i Motta, i Sirotto, i Brusasca , i Rondano, i Coppo, i Pastore, i
Caligaris, e tra questi anche il parroco don Giuseppe Corgnati.
GIUSEPPE CORNAGLIA,
nato nel 1901 è stato il giocatore più
rappresentativo del periodo. Tenace,
elegante, risoluto e scaltro in quegli
anni non aveva rivali. Vinse diversi
premi e tra questi nel 1927 la bandiera
che il Comune metteva in palio tra i
giocatori di quel periodo.
MARIO MOTTA,
nato nel 1918 è stato un terzino che
competeva con il grande Curletti di
Gabiano: scattante, pronto e indomito
metteva nel gioco la forza e la tenacia
degli Alpini di cui è ancora oggi uno dei
soci della sezione di Gabiano.
- 40 -
FRANCO SIROTTO,
nato nel 1926 è stato un rimando
eccezionale per eleganza, regolarità e
coordinazione. Oltre che a Cantavenna
giocava nella squadra della Fiat
tamburello di Torino con i grandi Cagna
e Mara al campo di Via Napione e poi al
Ruffini. Uva Angelo lo ricorda come un
rimando elegante e regolarissimo nelle
sfide sulle piazze di Varengo, Gabiano e
Cantavenna.
GIULIO
CORNAGLIA,
figlio
di
Giuseppe. Nato nel 1927, giocava nella
Piazza di Cantavenna sotto la guida del
padre, mettendo in evidenza la forza,la
resistenza e la prestanza fisica tipiche
della gente monferrina.
DON GIUSEPPE CORGNATI, Nato a
Tonco (AT) nel 1922, venne nominato
parroco di Cantavenna alla morte di don
Torra negli anni 1950 e vi rimase fino al
1975. Sempre partecipe della vita della
comunità amava unirsi ai giovani che
trascorrevano i pomeriggi sulla piazza
nel gioco del tamburello.
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GLI ANNI GLORIOSI DEL VILLAMIROGLIO
E VALLEGIOLITTI (VILLA-VALLE)
Nel 1968 e successivi il torneo del Monferrato, iniziato nel 1965, diventa
serie A con due gironi piemontese e veneto. Molti erano i giocatori che
praticavano il tamburello nella comunità di Villamiroglio,Vallegiolitti e
anche Moncestino.
Villamiroglio e Vallegiolitti si uniscono formando una squadra molto
competitiva chiamata Villa-Valle che partecipa al campionato di serie A.
Ai giocatori locali si uniscono giocatori esterni, si costruisce un campo sportivo
a Vallegiolitti di dimensioni federali nella zona retrostante il Bar-Ristorante
di Cisnetti Giovanni, a sinistra della Parrocchia.
Si ricordano in quegli anni: i fratelli Scattolini, Ugolini, Pino Conrotto,
Pasquale Pozzo, Angelo Vicario, Roberto Bonando, Renato e Roberto Brusa,
Giacinto Balzola, Gianni Brusa (l’attuale Sindaco), Angelo Monchietto, Ugo
Gavosto, Stelio Sirotto, Mauro Berzano e poi i più giovani Gianantonio
Bonando, Italo Bertana, Dino Bertolè, Maurizio Gennaro, Paolo Monchietto
e Mauro Gamarino.
Arbitri: Piero Alemanno, Francesco Cassiraga, Francesco Gavosto; Albino
Provini dirigente.
Nel 1969 tutti sono desiderosi di giocare e si ritorna a due squadre una a
Villamiroglio, l’altra a Vallegiolitti.
Villamiroglio costruisce il suo campo sportivo e la passione del tamburello
continua negli anni 1970 e 1980. Le foto di quegli anni dimostrano il fervore
e l’entusiasmo per il tamburello.
Anno 1969 – La Squadra del Vallegiolitti – Da sinistra: Luigi Asti, Roberto
Bonando, Guido Garoppo; Accosciati: Giacinto Balzola, Angelo Vicario.
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ANNO 1969 – L’inaugurazione del nuovo campo a Villamiroglio.
ANNO 1970 – La squadra del Villamiroglio- Da sinistra Giacinto Balzola,
Roberto Bonando, Rodolfo Gennaro, Piero Alemanno (arbitro);
Accosciati: Antonio Bragagnolo, Angelo Vicario, Guido Garoppo.
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I BONANDO DI VILLAMIROGLIO
TRE GENERAZIONI DI TAMBURELLISTI
Come per gli Ulla e gli Uva di Varengo, i Grillo di Gabiano, i Lanfranco
e gli Zanotto di Sessana, i Cornaglia di Cantavenna, così per i Bonando di
Villamiroglio il gioco del tamburello è un qualcosa anche di famiglia che
si tramanda da padre in figlio, un qualcosa, nel DNA delle persone e della
comunità. Per i Bonando abbiamo tre generazioni di tamburellisti:
ROBERTO BONANDO.
Nato
nel
1928
ha
giocato prima degli anni
1960 nelle contrade di
Villamiroglio e poi nei
campi sportivi come
rimando di ottime
qualità, regolare nel tiro,
tenace nel gioco, sempre
attento e coinvolto nel
gioco della squadra.
ANNO 1972 la squadra del Villamiroglio. Da sinistra: Francesco Bersano,
Pasquale Pozzo, Roberto Bonando, Franco Cosseta, Bruno Einaudi, Francesco
Alemanno. Accosciati: Angelo Vicario, Giacinto Balzola, Pietro Lanfranco
(Arbitro).
GIANANTONIO BONANDO (figlio di Roberto).
Nato nel 1957 ha
continuato la tradizione
del padre giocando con
passione interesse e
buone capacità come
rimando nelle diverse
squadre locali facendo
partecipare anche in
giovanissima età il figlio
Riccardo.
ANNO 1996 La squadra del Mombello Da sinistra: Enzo Galetti , Giovanni
Marchisotti, Gianantonio Bonando, Gianni Donghia, Luigi Losina:
Accosciati: Matteo Galetti, Riccardo Bonando, Pier Giovanni Losina, Gabriele
Marchisotti.
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RICCARDO BONANDO (nipote di Roberto).
Nato nel 1986, ha ricevuto dal nonno e dal padre la grande passione per
questo sport e li ha superati di molto nei risultati. Da quest’anno, a soli 20
anni, gioca nel Montechiaro come rimando della serie A. E’ un rimando già
conosciuto in Piemonte e anche nel Veneto. Tenace e indomito nel gioco, molto
elegante e veloce nel colpire, correttissimo con i compagni: è un giocatore che
tutti vorrebbero in squadra. Il padre e il nonno lo seguono costantemente in
ogni partita condividendo con lui i brillanti risultati ottenuti.
Si è già distinto da diversi anni, prima nelle squadre giovanili, poi nella serie
B del Chiusano e partecipa da diversi anni al memorial Odisio di Gabiano
dove ha contribuito a far vincere diverse volte il torneo.
ANNO 2006 – VII Memorial Paolo Odisio – Da sinistra in piedi: Giovanni
Boltri (arbitro), Riccardo Bonando, Alessio Monzeglio, Claudio Bruno.
Accosciati: Mauro Amerio, Umberto Mignani, Samuel Valle.
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LA RINASCITA DEL TAMBURELLO
NEL MONFERRATO
ANNI 1965-1975
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LE SQUADRE DEL GABIANO DAL 1965 AL 1971
Nel 1964 un gruppo di persone pensa di far rifiorire il gioco del tamburello
nella Val Cerrina. A Murisengo il dr Oscar Bonasso con il cav. Armando Gerini
organizzano per la festa patronale un triangolare tra le migliori squadre
italiane di allora: consulenti tecnici erano stati i grandi Marino Marzocchi
(Mara) e Pinot Ferrero di Cocconato: fu un successo di pubblico strepitoso.
Nel 1965 il dr Oscar Bonasso, veterinario di Murisengo con il cav.Armando
Gerini, politico locale, coinvolsero a Cerrina il medico condotto dr Giovanni
Bocchino e a Gabiano il veterinario dr Aldo Grillo e il sig Dante Martinelli,
direttore generale delle aziende del Marchese Negrotto Cattaneo Adorno di
Genova, e organizzarono il primo torneo del Monferrato cui parteciparono 6
squadre.
La grande novità di quegli anni è che al campanilismo secolare delle
frazioni si sostituisce il campanilismo dei diversi paesi del Monferrato.
Inoltre si comincia a pensare a questo gioco non più solo come un gioco di
sfide domenicali tra paesi e frazioni, ma come torneo organizzato con una
società e un calendario di incontri. Si recepisce il concetto di campionato,
già praticato da decenni nelle principali città italiane, ma che non era mai
riuscito a coinvolgere più di tanto le realtà locali.
A Gabiano il dr Aldo Grillo e il sig. Dante Martinelli riuscirono a coinvolgere
nel progetto tanti gabianesi e così, con entusiasmo, tenacia e sacrifici anche
economici non indifferenti, questo sport rinasce nella nostra comunità.
Nel 1965 il Gabiano si unisce con il Cerrina e si fonda una associazione
sportiva Gabiano-Cerrina che imposta una squadra che sarà la vincitrice
del torneo.
Nel 1966 al torneo si iscrivono ben 13 squadre e il Gabiano partecipa così
alla serie A girone Piemontese. Oltre a Grillo e Martinelli sono appassionati e
coinvolti: Luciano Galetto, Francesco Caligaris, Pier Carlo Gluttini, Luciano
Carro, Annibale Zavattaro , Renzo Odisio, Valter Cicolini , Aldo Bruno, Nello
Soliani, Gian Franco Grillo, Ernestino Pagliano e tantissimi altri.
La comunità è presa da una febbre tamburellistico-campanilistica senza
pari. Le sfide domenicali tra Gabiano,Villa-Valle, Valle Cerrina, Cerrina,
Murisengo, Castell’alfero sono argomento di discussione per tutta la
settimana.
Le fotografie del campo di quegli anni dimostrano la partecipazione e il
coinvolgimento generale, compreso quello dei parroci, anche se formalmente
avevano l’impegno di essere superpartes.
Ogni paese cercava di fare la squadra più competitiva possibile e i giocatori
validi erano ricercati e ben pagati, ma pochi erano i monferrini. Si fece
così ricorso al serbatoio del Veneto dove si giocava di più e vi erano maggiori
giocatori validi.
In tutto il basso Monferrato e Astigiano c’è la grande rinascita di questo
sport: serie A girone piemontese 14 squadre - serie B 22 squadre – serie C
48 squadre –. La Federazione Italiana prende atto di questa rinascita del
tamburello nel Monferrato e inserisce la zona nel quadro nazionale di questo
sport, ma le discussioni tra gioco a muro e gioco a campo libero sono infinite
e non sopite ancora oggi.
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Il tamburello in Monferrato ha sostanzialmente due modi di esprimersi: con
il gioco a muro e con il gioco a campo libero ma entrambi sono soprattutto
espressione delle radici, della storia, della tradizione di ogni paese.
Così in Monferrato negli anni 1965-1975 si gioca sia a campo libero che
a muro a seconda del paese ospitante; in seguito la federazione cerca di
escludere il muro e fare solo il campo libero. Le prime due squadre classificate
di ogni girone A-B-C del Monferrato sfidano, nel campo libero, le prime
classificate dei gironi del Veneto per l’assegnazione dei titoli italiani.
I paesi che hanno una secolare tradizione nel gioco a muro accettano a
malincuore questi cambiamenti e dopo il 1975 ritorneranno con il loro torneo
a muro con la finalissima di agosto nello sferisterio di Vignale.
Così oggi abbiamo:
•Una FIPT unica – federazione italiana palla tamburello con sede a
Mantova;
•i tornei A-B-C-D a campo libero nelle diverse Regioni Italiane e poi,
per le prime classificate di ogni Regione, ci sono le eliminatorie nazionali e
l’assegnazione dei titoli italiani.
•i Tornei a muro, gioco tipico del Monferrato e Astigiano, che assegnano i
titoli A-B-C-D-E, secondo un loro calendario e regolamento. Il muro sta in
questi anni fortemente riprendendosi, grazie anche alla grande capacità
organizzativa del sig. Mauro Bellero. Nel 2006 hanno partecipato nei tornei
a muro per i diversi gironi ben 62 squadre e altrettanti paesi.
Per Gabiano, ad esempio, la tradizione è più per il campo libero. Si giocava
nelle piazze e nelle vie delle diverse frazioni ma senza che ci fosse un luogo
con un alto muro di appoggio. Abbiamo partecipato e partecipiamo anche ai
tornei a muro con delle squadre giovanili della C - D e, negli anni 2001-2004,
anche nella serie A, con dignitosi piazzamenti in classifica.
• Una federazione internazionale di tamburello
Consulta:
• “TAMBURELLO ANNI 10 ” – Torneo del Monferrato – di Giovanni Bergese
ed Enzo Coppo, anno 1974.
• “IL MURO “ – 30 anni di storia del tamburello in Monferrato – di Gianfranco
Mogliotti, anno 2005.
• “CHIAMATEMI CEROT” – Uomini e Storie del Tamburello – di Aldo
Marello, anno 1999.
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ANNO 1965-1966 – il campo sportivo di Gabiano, in una partita del torneo
del neonato Torneo del Monferrato.
ANNO 1968 – Premiazione al Torneo del Monferrato, si riconoscono: Oscar
Bonasso, Angelo Capra, Angelo Uva, Marino Marzocchi, Policante, Besso,
Vittorio Mondani sindaco.
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ANNO 1966 – II Torneo del Monferrato – La febbre per il tamburello è
altissima, si inventa il tototamburello per finanziarsi. Da lunedì a sabato
si parla sempre di Tamburello e si organizzano i lavori agricoli in modo da
essere liberi alla domenica pomeriggio e poter assistere alle partite. La società
del Gabiano imposta la squadra più competitiva possibile, da sinistra: Mario
Riva, Eraldo Prato, Angelo Uva, Giulio Zanotto, e accosciato Valerio Caneva
(due grandi e gloriosi del tamburello italiano anni 1930-1950).
ANNO 1966
Il Gabiano contro il
Murisengo, sponsorizzato
da Pericle Lavazza, che
sarà vincitore del II torneo
del Monferrato. Gabiano
aveva comunque vinto lo
scontro diretto; era tanta
l’euforia e la gioia collettiva
per la vittoria che venne
caricato e sparato a salve uno dei cannoni del 1600 del Castello. Pier Carlo
Gluttini era addetto alla accensione della miccia. Tutti erano poco esperti nel
caricamento e a Carlo non è ancora passata oggi la paura del botto. Il fusto,
a seguito della carica, era stato divelto dal carrello sostenitore in legno. Da
sinistra: Sergio Zuccotti, Ercole Quilico, Mario Riva, Giulio Zanotto, Pinot
Ferrero, Giovanni Furri, Eraldo Prato, Giuseppe Parena, Angelo Uva, Valerio
Caneva.
.
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ANNO 1967
III° torneo del Monferrato
– Il Gabiano continua con
la stessa squadra del 1966
e con lo stesso entusiasmo.
Da Sinistra: Valerio
Caneva, Giulio Zanotto,
Eraldo Prato, Angelo
Uva, il comm. Armando
Gerini, e accosciato
Mario Riva. Sono a
disposizione i
giovani
locali: Claudio Biglia,
Giovanni
Molacchino,
Mario Seggiaro, Giuseppe
Gagliardone, Gian Paolo
Vicario, Gianni Grillo che
allenandosi con impegno e continuità imparano l’esercizio di questo bellissimo
sport. Il Gabiano si piazza nei primi posti; Vince il III torneo del Monferrato
il Castell’Alfero.
ANNO 1968
IV° torneo del Monferrato
– La società del Gabiano rinnova
la squadra per contrastare il
rafforzamento del Cerrina, del
Murisengo, e del Castell’Alfero e
di molte altre squadre, in tutto
18 paesi del Monferrato che si
contendono il primato. Mancano
giocatori di esperienza e di livello
e allora ci si rivolge al potente
serbatoio del Veneto. La società
del Gabiano riesce a tesserare tre
giovani del Veronese, di San Pietro
in Cariano, che avevano militato in
serie A e B del girone Nazionale da
affiancare a Eraldo Prato e Valerio
Caneva: Luigino Renzi, Enzo Gelio, e Giuseppe Paiola. Sono a disposizione
nuovi giocatori giovani locali che cercano di emulare i campioni, ma che
non possono giocare ovviamente agli stessi livelli. Ricordiamo: Aldo Bruno,
Silvano Amerio, Gian Carlo Menino, Gian Franco Raimondi, Pier Franco
Bruno, Renzo Mussone. Tra questi anche l’autore del libro, utilissimo a fare il
raccattapalle.
Vince il IV torneo del Monferrato il fortissimo Cerrina.
Nella foto sopra il grande Valerio Caneva.
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ANNO 1969 – V° torneo
del Monferrato – La società
del Gabiano si schiera
con: Giuseppe Righetti,
Edoardo Renzi, Luigino
Renzi (fratelli), accosciati
Eraldo Prato e Gianni
Grillo.
I fratelli Renzi sono
l’anima della nostra
squadra: Edoardo il più
anziano è il più tecnico ed
esperto con una regolarità
nel rimando eccezionali.
Gigi, più giovane, elastico,
tenace e con un tiro
potente é uno dei migliori
Mezzovolo del torneo.
La sua azione è sempre
accompagnata dall’acrobazia e non c’è palla, se è in giornata, a cui non
possa arrivare.Il Gabiano ottiene un buon piazzamento, ma non riesce a
contrastare la supremazia del Castell’Alfero che vincerà tutti i titoli del
torneo del Monferrato e due titoli italiani del campionato di serie A nel 1970
e 1972. Il Murisengo è diverse volte tra i primi del torneo del Monferrato e
riesce a vincere il campionato italiano serie A a scapito del Viarigi nel 1973.
ANNO 1969
Foto prima di inizio della partita contro il Castell’Alfero.
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ANNO 1970 – VI torneo del Monferrato – La società del Gabiano, indomita
e desiderosa di rivincere il torneo come nel 1965, cerca di rafforzarsi. Renzo
Odisio e Pier Carlo Gluttini avviano trattative con la squadra dei Salvi di
Verona , che aveva vinto i campionati italiani nel 1967 e 1968 per tesserare
il grande Salvatore Biasi da affiancare a Renzi. La trattativa non andò in
porto, anche per l’opposizione di uno due fratelli di “Tore”, il più anziano Luigi
. Questi era chiamato in gergo ”mutanda” per il vizio di sistemarsi i pantaloni
pochi secondi prima del colpo di rimando. I Biasi dissero: “volemo continuar a
venser a casa nostra”. La società del Gabiano, spinta e guidata dal sig Dante
Martinelli, riesce a tesserare Angelo Cordioli il più potente battitore di tutti
i tempi. Posso testimoniare di persona che prima di una partita, alcuni tifosi
Gabianesi lo invitarono a provare la lunghezza della sua battuta: battè di
potenza e la pallina (c’era allora la palla nera di 70 gr) arrivò ad una distanza
di un campo e mezzo di gioco, cioè più di 150 mt.
Nella foto sopra Ruggero Fasoli, Edoardo Renzi, Angelo Cordioli,
Renzi e Righetti.
Luigino
ANNO 1970 - Pier Carlo
Gluttini mentre assiste alla
battuta il più forte battitore
di tutti i tempi: Angelo
Cordioli
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ANNO 1971 – VII torneo del Monferrato – Per la società del Gabiano ci sono
i primi segni di cedimento. Gli ingaggi dei giocatori continuavano a crescere,
e il pubblico, che costituiva allora per la società una importante fonte di
finanziamento, cominciava a calare. Il sig. Martinelli, gravemente ammalato,
non può più seguire la squadra come negli anni precedenti.
Viene allestita comunque ancora una buona squadra: Luigino Renzi, Giuseppe
Righetti, Gianni Grillo, Gian Paolo Vicario, Mario Seggiaro e i giovani locali
che hanno assorbito la passione per questo sport. Luigino Renzi, molto
affezionato a Gabiano, accetta di fare il battitore e il rimando: è sempre potente
e capace. E’ diventato l’idolo dei tifosi del Gabiano, non solo per la capacità
di gioco, ma anche per la natura del suo carattere: taciturno, disponibile e
gentilissimo fuori dal campo, in partita si trasformava diventando indomito,
focoso e anche collerico, specie con gli arbitri o i segnalinee disattenti.
Foto della squadra di quegli anni.
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GLI ANNI 1970-1980
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L’IMPORTANZA DELL’ESPERIENZA
DEGLI ANNI 1965-1971
Tutto quello che abbiamo avuto e abbiamo ancora oggi del tamburello nella
Val Cerrina lo si deve agli effetti positivi degli anni 1965-1971.
La società del Gabiano, soprattutto per l’interesse riacceso in quegli anni
ha contribuito a far emerge giocatori di livello nazionale come Angelo Uva,
Giuseppe Gagliardone e Gianni Grillo. Questi tre giocatori sono sempre stati
considerati gli allievi prediletti del grande Giulio Zanotto. Nel caso di Angelo
Uva, l’allievo ha superato il maestro,vincendo con il Castell’Alfero due titoli
italiani di serie A nel 1970 e 1972 e ben quattro titoli piemontesi del torneo
del Monferrato.
La società del Gabiano vince dagli anni 1980 diversi tornei delle Colline e
del Monferrato e nel 2000 il Campionato italiano di serie D. Anche dal 2001
a oggi abbiamo fatto ottimi piazzamenti . La società del Gabiano partecipa ai
pay off del torneo a muro di serie A , alle finali nazionali della serie C, e nel
2006 ci hanno apprezzato e stimato nel Veneto alle finali Italiane di serie D.
E’ grazie alla esperienza di quegli anni,
se da Villamiroglio un giovane:
Bonando Riccardo, è potuto emergere in C, B e da quest’anno come rimando
nel Montechiaro nella serie A Nazionale.
E’ grazie all’esperienza di quegli anni se la società del Gabiano ha diversi
giovani che sono più che delle promesse. Si è vinto nel 2005 il campionato
provinciale juniores e pulcini e il memorial Paolo Odisio. Quest’anno
Alessandro Bossetto di Varengo è stato convocato con gli otto giovani italiani
juniores per disputare in Francia a Montpellier i campionati europei di
tamburello vincendo alla grande la partita disputata. Guglielmo Ulla e Luca
Zanotti a soli 13 anni sono già campioni italiani indoor.
I giovani di Gabiano e della Val Cerrina debbono essere seguiti, incoraggiati,
stimolati, insegnando loro umiltà, passione, tenacia e costanza.
C’è una regola unica per praticare questo sport, non facile da imparare, e
poi magari emergere: giocare, giocare, giocare; non importa se a Gabiano o
in un altro paese del Monferrato. In ogni giocatore di Gabiano sarà sempre
presente il suo campanile e il suo campo sportivo dove ha mosso i primi passi
qualunque sia la squadra in cui gioca. Domenica 10 settembre 2006 abbiamo
giocato contro il Nomesino di Trento la squadra di Manuel Beltrami, uno
dei più forti giocatori del Caglianetto e d’Italia degli anni 2000. Mamuel ha
aspettato i suoi amici all’uscita dell’autostrada per salutarli e fargli gli auguri
per la partita contro il Gabiano.
E’ la società di tamburello e la comunità che debbono attivarsi per formare
delle buone squadre di giovani e meno giovani. A tamburello si può giocare
fino a 50 anni come a tennis, sono sufficienti 4-5 persone disponibili e di buona
volontà per fare delle ottime cose.
Il gioco è la simulazione delle vicende della vita; serve ai giovani e ai meno
giovani non solo a livello di sport ma anche per crescere culturalmente e
socialmente, come già ci aveva insegnato quel grande pedagogista astigiano
che fu San Giovanni Bosco.
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ANGELO UVA
Nato a Varengo di Gabiano nel 1935 è stato il più grande rimando “arcass”,
comunque uno fra i 3-4 più grandi rimandi italiani negli anni 1968- 1975.
Tenace, potente, instancabile riusciva a giocare per 4-5 ore di seguito
commettendo pochissimi falli.
Misurato,riservato ma determinatissimo nel carattere, infondeva sicurezza
tenacia e distensione ai compagni di gioco. La palla di Angelo era sempre in
campo e per di più a fondocampo cioè a 90-100 metri e i problemi prima o poi
erano degli avversari. I compagni e amici di squadra, come il grandissimo
Cerot Aldo, potevano così entrare sulla palla e mettere in evidenza i
loro grandi colpi di classe, come i fendenti dai trequarti di campo, che non
lasciavano possibilità di scampo agli avversari.
Tra gli amici del Castell’Alfero veniva chiamato con il nome “John”, forse
collegandolo con il mitico John Wayne del cinema western per sottolinearne
nella finta flemma e mitezza, la lealtà, la sicurezza, la forza e la tenacia
tipiche dei monferrini.
I giovani di Gabiano ripetono già le sue frasi famose. “Dei nen fort ,pruvè a
tenla din, csi ai dei anche a iac al modo da pudei sbaglià” (non pensate al tiro
forte, cercate di tenere la palla in campo cosi possono giocare anche gli altri e
magari sbagliare loro).
Il tamburello è un gioco dove bisogna anche essere cinici, saper aspettare
e far fare agli altri gli errori di gioco.
Felice Cressano, un suo ammiratore e tifoso da una vita ha detto: Angelo era
quello che riusciva a far perdere gli avversari anche facendo diventare notte,
come successe a Codana contro la potente squadra degli anni 1970 capeggiata
dall’ insuperabile Marino Marzocchi detto Mara. Vinse il Castell’Alfero la
squadra di Uva 19 a 17. Uva dopo gli inizi sulla piazza di Varengo, due anni
nel Gabiano, un anno nel Cerrina, e nel Cremolino ha potuto emergere nel
Castell’Alfero facendo la storia nazionale di quella grande società presieduta
dal mitico appassionato e intenditore di tabass Sandro Vigna. Ha giocato dal
1966 al 1976 a livello competitivo e poi nel campo del suo amico Giuseppe
Conrotto a Coccolato fino agli anni 2000.
E’ stato il Castell’Alfero, pertanto, che ha valorizzato le sue doti e i suoi
talenti, vincendo con lui 4 titoli piemontesi e 2 titoli italiani. Ho potuto
constatare di persona che non c’è paese d’Italia dove si giochi a tamburello
che non si ricordi Angelo Uva.
Gioca da diversi anni nel Gabiano suo figlio Alberto, un giocatore validissimo,
per certi aspetti sìmile nel gioco al papà, che sa dove mette la palla e che ci ha
fatto vincere tante e tante volte, compresi i campionati italiani nel 2000.
Nel 2006 siamo nelle finali italiane anche grazie alle capacità di Alberto.
Quando andiamo nel Veneto parlo con i locali e di proposito lascio cadere
la frase: gioca con noi il figlio di Angelo Uva. Lo ricordano bene tutti gli
appassionati di questo sport e si legge sul loro viso una altissima considerazione
per il nome, non disgiunta da una certa preoccupazione; infatti si intuisce che
pensano: se il figlio è come papà per noi non resta che perdere.
Penso che tra le centinaia di partite vinte da Uva quella che rimane e
rimarrà sempre nel suo animo sia la finale per il titolo italiano di serie A del
1972 vinta contro la grandissima squadra del Salvi. I tre fratelli Tommasi
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erano il mito del tamburello italiano di quegli anni.
Oggi Angelo ha appeso il tamburello al chiodo, ma non manca mai ad una
partita a libero o a muro da grande appassionato di questo bellissimo sport.
ANGELO UVA
Festeggia a casa Bossetto
la vittoria al campionato di
Solonghello con Severino Cassini
e Paolo Bossetto.
ANNO 1968 – Festa Patronale, campo sportivo di Gabiano: si disputa una
sfida tra i più grandi giocatori italianidi quel periodo. Da sinistra: I tre fratelli
Biasi e vicino all’arbitro Salvatore Biasi (Tore): il giocatore più completo di
tutti i tempi. A destra dopo l’arbitro Angelo Uva e Marino Marzocchi (Mara)
un altro mito del tamburello Italiano.
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ANNO 1968 - Premiazione a Cerrina - Si riconoscono il dr Bocchino, Angelo
Uva e tra i bambini secondo da destra è Alberto Uva.
ANNO 1970 - I campioni d’Italia di serie A del Castell’Alfero - Si riconoscono:
Angelo Uva, Aldo Marello (Cerot), Mario Riva e Armando Pentore.
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Anno 1984 – La squadra del Varengo al torneo di Solonghello. Da sinistra
Angelo Uva, Riccardo Della Valle, Mauro Amerio, Bruno Porrato, Aldo
Marello.
ANNO 1983 – La squadra del Varengo di Paolo Bossetto. Da sinistra: Angelo
Uva, Gino Ulla, Ercole Quilico, Paolo Bossetto, Sandro Vigna (uno dei più
grandi conoscitori, competenti e appassionati del tamburello piemontese
e italiano, presidente del famoso Castel’Alfero anni 1965-1975): Accosciati
Claudio Falcon, Franco Rosso, Paolo Carro, Giuseppe Bonello
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GIUSEPPE GAGLIARDONE
Nato a Gabiano nel 1937, inizia a giocare prima a calcio nella squadra del
Gabiano sfruttando i suoi naturali talenti sportivi. Nel periodo del militare
si distingue per la la grande velocità nei cento metri e viene impiegato nelle
gare al centro sportivo militare.
Negli anni 1965, sotto la guida del Giulio Zanotto, impara a giocare a
tamburello, migliora di anno in anno, diventanto un ottimo rimando, veloce
a portarsi sulla palla, elegante nel tiro, regolare nel gioco, e per nulla falloso.
Nel 1967 lo chiama il Casale tamburello a fare il rimando, la squadra vince
i campionati italiani di serie B con diritto di accesso alla serie A nazionale.
Gioca negli anni 1970-1980 nel torneo gabianese la fiaccola ottenedo diverse
vittorie; oggi segue come tecnico la squadra del Gabiano che si è qualificata
per i campionati italiani di serie D.
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GIUSEPPE
GAGLIARDONE
in una partita sul
campo di Gabiano
dove si riconoscono tra
gli spettatori il nonno
dell’arch. Flavio Zacco:
Pietro Zacco, dr Aldo
Grillo, Ermenegildo Bruno
e altri.
ANNO 1972: Campionati italiani di serie B a Casale al Mercato Pavia.
Da sinistra in piedi: Due Dirigenti, Mario Sgarzella, Giuseppe Gagliardone,
Renzo Artuffo, Costantino Mossano (Presidente); Angelo Capra, Franco
Rissone; Accosciati: Dante Galetto, il figlio di Capra, un giocatore, Renato
Rissone e Gustavo Oddone (Vicepresidente e papà del sindaco Mario
Oddone).
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IL GABIANO GIOCA NELLA SERIE D
E ORGANIZZA IL TORNEO LA FIACCOLA.
Negli anni 1970-1980 i giovani gabianesi non vogliono rinunciare al gioco del
Tamburello e come emerge dalle fotografie ogni anno partecipano al torneo
organizzato dalla federazione.
Inoltre il parroco don Aldo Quattropani, coinvolgendo il sottoscritto e i giovani
di allora organizza un torneo nel mese di settembre chiamato “ Torneo la
fiaccola” come il titolo del giornalino parrocchiale di quegli anni.
ANNO 1970: Gli effetti molto
positivi della rinascita del
tamburello del 1965. La
squadra di giovani del Sessana
di Gabiano, da sinistra: Flavio
Lanfranco, Franco Bione, Enzo
Priora Paolo Zanotto (il figlio
del grande Giulio), Gianantonio
Bonando, Alberto Zanotto e
Fernando Zanotto.
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ANNO 1972 - Campionati
Piemontesi serie D – Da sinistra
Piero Bruno, Gian Paolo Vicario,
Silvano Amerio (detto braccio).
Accosciati: Pier Franco Bruno,
Aldo Bruno.
ANNO 1972 – Torneo La
Fiaccola – Da sinistra:
Giuseppe Gagliardone, Gian
Paolo Vicario Angelo Capra,
Mario Scarzella, Bruno
Pareto.
ANNO 1973 – Campionati
Piemontesi di serie D – Da
sinistra Francesco Biglia,
Gian Paolo Vicario, Gian
Franco Raimondi, Aldo
Bruno, Silvano Amerio .
.
ANNO 1973 – Troneo La
fiaccola – Una squadra di
Torino contro il Gabiano
Da sinistra: Piero Bruno,
Giuseppe Gagliardone,
Bruno Pareto, Gian Paolo
Vicario, Angelo Capra.
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GLI ANNI 1980-1990
- 69 -
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Sono gli anni dove si è consolidata a Gabiano e in tutti i paesi della Val
Cerrina la passione per questo sport. Le nuove generazioni sull’esperienza e
nel ricordo degli anni 1965-70, realizzano tornei e squadre dove poter trovare
divertimento e soddisfazione.
•
Inizia a diffondersi il “Torneo delle Colline” promosso e sostenuto dal
dal Sindaco di Villadeati e assessore provinciale Giuseppe Oddone;
•
Negli anni successivi Barioglio Marco, Sindaco di Solonghello e
assessore provinciale, organizza nel paese un torneo estivo di alto
livello.
•
A Gabiano si formano tre squadre: il Varengo di Paolo Bossetto, Il
Sessana e il Gabiano di Luciano Galetto.
Gli organizzatori del torneo delle colline pubblicano anche un periodico
trimestrale “Il nuovo Fanfarino” che meriterebbe una ricerca e una riedizione
apposita.
ANNO 1986 – Il nuovo fanfarino nella sua 6° edizione – Nella Foto i due
giocatori del Gabiano Alberto Uva e Gianni Grillo vincitori del torneo nel
1985.
- 71 -
ANNO 1986
la squadra del Gabiano da il periodico “il fanfarino”.
- 72 -
ANNO 1986
La squadra del Sessana di Gabiano da il periodico “il fanfarino”.
- 73 -
ANNO 1986
La squadra del Varengo di Gabiano da il periodico il fanfarino
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GLI ANNI D’ORO DEL VARENGO DI GABIANO
DI PAOLO BOSSETTO
Paolo Bossetto, titolare di un rinomato panificio e grande appassionato di
tamburello vuole far diventare grande il Varengo. Costruisce una squadra
competitiva che arriva a vincere i Campionati italiani di serie B. Nei mesi di
settembre con l’assistenza tecnica di Angelo Uva patertecipa anche al grande
torneo di Solonghello con squadre molto competitive che vincono diverse volte
il torneo di Solonghello. Il torneo è una creatura dell’assessore provinciale e
sindaco del paese Marco Barioglio.
ANNO 1985 – Paolo Bossetto , Presidente del Varengo organizza anche incontri
dei politici di allora per cercare contributi e sponsorizzazioni. L’incontro
della fotografia su riportata era stato anche sostenuto da un Gabianese:
Angelo Franco, personaggio unico per bontà, umanità e solidarietà. Aveva
lavorato per 25 anni alla Facoltà di Economia e Commercio di Torino, molto
apprezzato e stimato da migliaia di studenti, professori e dirigenti e tra questi
il dr Giovanni Goria di Asti, diventato Presidente del Consiglio dei Ministri.
Nella foto si riconoscono da sinistra: Guido Antonelli, Giovanni Alario, Carla
Mosagna, Paolo Ferraris, Angelo Franco, on. Giovanni Goria (Presidente del
Consiglio dei Ministri), Mario Richetta, Aldo De Paul, Giuseppe Zanlungo,
Accosciati: Paolo Bossetto , Giuseppe Coppo, on Gianni Rabino.
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ANNI 1983 – Da sinistra Paolo Bossetto e Paolo Zanotto con il figlio mentre
osservano il valido rimando Massimo Bosco nel campionato di serie B del
Varengo
Anno 1983 – I numerosi tifosi del Varengo prima di una importante partita
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ANNO 1985 – Angelo Uva, Marco Barioglio a altri a Casa Bossetto mentre
festeggiano la vittoria al torneo di Solonghello.
ANNO 1985 – La squadra del Varengo vincitrice del torneo. Da sinistra: Aldo
Marello, Mauro Amerio, Riccardo Della Valle, Bruno Porrato, Angelo Uva,
Paolo Bossetto, Roberto Seggiaro (arbitro).
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ANNO 1985 – I tifosi del Varengo al Campo di Solonghello. Al centro: Maria
Teresa Bossetto, Paolo Bossetto, e il sempre presente e grande “cerot” Aldo
Marello.
Anno 1985 – I giovani di Varengo da sinistra in piedi: Franco Bizzotto, Enzo
Priora, Pier Angelo Riva, Giuseppe Bonello, Domenico Priora, Pier Carlo
Ulla, Cornaglia, Alberto Uva Franco Preti, Gian Carlo Bossetto, Lorenzo
Zanotto, Gino Ulla, Gian Franco Balocco, Daniele Cornaglia.
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Anno 1989 – Varengo di Gabiano campione italiano di serie B: Giuseppe
Bonello, Franco Rosso, Massimo Bosco, Roberto Bertone, Mauro Amerio.
ANNI 1987 – La squadra del Varengo da sinistra in piedi:Pier Carlo Ulla,
Franco Rosso, Paolo Bossetto, Gino Ulla, Claudio Falcon, Alberto Uva, Enzo
Priora, Antonino Tirone detto Maratona.
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ANNI 1980-1990 GABIANO SI FA ONORE
NEL TORNEO DEL MONFERRATO E NEL
TORNEO CHIAMATO “IL TAMBURELLITO”
Anno 1983 – Al Ristorante Il Castello si festeggia la chiusura di un’annata
tamburellistica con la Pro Loco. Da sinistra Franco Grillo, Mario Richetta,
Flavio Zacco,Gianni Grillo, Antonio Bragagnolo, Alessandra Carro e altri.
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ANNO 1984 Il Gabiano al torneo del tamburellito. Da sinistra in piedi. Paolo
Carro, Roberto Giambelli, Luciano Galetto, Flavio Zacco, Gianni Grillo.
Accosciati. Mauro Amerio, Alberto Uva, Antonio Bragagnolo, Massimo
Caligaris.
ANNO 1984 – Si festeggia la vittoria. Da sinistra Marco Seggiaro, Francesco
Mauro, Luciano Galetto, Gianni Grillo capitano con il sombrero, Roberto
Giambelli, Roberto Seggiaro, Felice Cressano con
il gagliardetto, Avelino
Baggio. Accosciati: Mauro Amerio, Gian Franco Raimondi, Pier Franco
Bruno, Antonio Bragagnolo, Massimo Caligaris e Alberto Uva.
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ANNO 1985 - Gabiano 1° classificato al torneo delle colline. Da sinistra
Roberto Giambelli, Alberto Uva, Franco Luparia, Piero Boltri, Luciano
Galetto, Gianni Grillo, Antonio Bragagnolo, Massimo Caligaris, Mauro
Amerio.
ANNO 1986 - La squadra vincitrice del VI memorial Giuseppe Oddone; da
sinistra: Gianni Grillo, Ermite Redi, Accosciati: Marco Barioglio, Claudio
Deandrea, Benito Rigo.
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ANNO 1987 - Gabiano 1° classificato al torneo delle colline. Da sinistra
Mauro Amerio, Gianni Macario, Claudio Bruno, Angelo Uva, Bruno Pareto.
ANNO 1988 – Gabiano la squadra del torneo delle colline: Da sinistra Mario
Cabiale, Massimo Caligaris, Flavio Zacco (direttore sportivo), Paolo Marca,
Giuseppe Cabiale, Mauro Amerio, Massimo Frigatti, Fiore Canepa.
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ANNO 1986 – Torneo il tamburellito la forte squadra di Gabiano-Serra da
sinistra: Felice Cressano, Felice Negro, Emilio Medesani, Carlo Caligaris,
Filippo Olearo, Franco Luparia, Elio Prete.
ANNO 1986 – Le due squadre finaliste al torneo del tamburellito. Da sinistra:
Felice Gressano, Emilio Medesani, Franco Luparia, Roberto Bertone, Benito
Rigo, Antonio Bragagnolo, Alberto Uva, accosciati: Filippo Olearo, Elio Prete,
Felice Negro, Angelo Uva.
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ANNO 1986 – I tifosi e la squadra festeggiano la vittoria. Da sinistra: Gian
Carlo Menino, Filippo Olearo, Bruno Fianchetto, Ferruccio Olearo, Elio Prete,
Luigina Alario, Emilio Medesani, Carlo Caligaris, moglie di Prete, Felice
Cressano, Rita Olearo; accosciati: Pinuccia Alario, Felice Negro, Franco
Luparia, Paolo Marca.
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ANNO 1990 – Gabiano festeggia la vittoria. Da sinistra Aldo De Paul,
Ermanno Besso, Alberto Uva, Aldo Bruno, Mauro Amerio, Flavio Lanfranco,
Claudio Bruno, Gianni Grillo.
ANNO 1990 – Gabiano festeggia la vittoria: Da sinistra: Aldo Bruno, Irma
Mussone, Patrizia Danelon, Luciana Monferrino, la moglie di Aldo Bruno,
Armando Gerini , Flavio Lanfranco, Mauro Amerio, Alberto Uva, Claudio
Bruno, Gianni Grillo e Franco Luparia in corsa..
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GLI ANNI 1990-2000
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Non mancano gli entusiasmi dei decenni precedenti, ma nascono meno
giovani, alcuni abbandonano la pratica attiva, rimane comunque una grande
passione per questo bellissimo sport. La costruzione, negli anni 1985-1990,
degli spogliatoi con docce, acqua calda, servizi e la risistemazione del fondo
del campo sportivo di Gabiano, consentono di continuare nella pratica di
questo sport.
Il nocciolo duro della passione è rappresentato da Mauro Amerio, Franco
Luparia, Claudio Bruno, Alberto Uva, Paolo Carro, Franco Bione.
Le fotografie sottoriportate indicano la partecipazione popolare sempre
ancora attiva e appassionata. Ogni anno il Gabiano si iscrive al campionato
della Federazione Italiano Palla Tamburello della serie D ed è sempre la
squadra da battere e che primeggia.
Negli anni 1990 si cimentano anche alcuni giovanissimi di quegli anni:
Cristian Bruno, Marco Garimanno, Andrea Spalla, Alessandro Villata,
Fernando Zanotto, Alesssandro Gamarino. Si vincono in diversi anni le
qualificazioni italiane ma non si riesce a vincere il campionato. Le squadre
del Veneto e del Bergamasco sono più attrezzate.
Nell’anno 2000, anche su consiglio di Mauro Bellero, si ingaggia un mezzo
volo del Chiusano Alberto Politto e si riesce a scrivere il Gabiano nell’albo
d’oro della F.I.P.T. quale società vincitrice del campionato italiano di serie
D.
ANNO 1990 – La squadra del Gabiano. Da sinistra: Aldo Bruno (allenatore),
Gianni Grillo, Flavio Lanfranco, Claudio Bruno, Massimo Caligaris, Mauro
Amerio, Alberto Uva, Ermanno Besso.
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ANNO 1994 – La squadra del Gabiano. Da sinistra: Franco Bione, Franco
Luparia, Paolo Carro, Mauro Amerio, Fiore Canepa.
ANNO 1995 La squadra del Gabiano. Da sinistra: Luigi Bertolè, Franco
Luparia, Cristian Bruno, Fiore Canepa; accosciati: Luca Osta, Franco Bione,
Mauro Amerio.
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Anno 1996 – La squadra del Gabiano. Da sinistra Fiore Canepa, Mauro
Amerio, Franco Bione, accosciati: Claudio Ongaro, Franco Luparia, Paolo
Carro.
ANNO 1997 – La squadra del Gabiano. Da sinistra Franco Bione, Paolo
Carro; accosciati Franco Luparia, Mauro Amerio, Silvano Amerio.
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ANNO 1999 – La squadra del Gabiano. Da sinistra: Franco Luparia, Alberto
Uva, Paolo Carro, accosciati: Mauro Amerio, Aldo Corrado, Claudio Bruno
ANNO 1999 – La foto di gruppo del Gabiano tamburello. Da sinistra: Mirella
Calvo, Gina Calvo con marito, Laura Mussano, Luciana Monferrino, Irma
Mussone, la famiglia Gamarino. Accosciati: Paolo Carro, Francesco Mauro,
Franco Luparia, Claudio Bruno, Alberto Uva, Peter Mussano, Franco
Seggiaro, Damiano Rondano, Ferruccio Fianchetto.
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ANNO 1999 - Le squadre alla finalissima Gabiano-Carpeneto
Anno 1999 – La squadra del Gabiano. Da sinistra Alberto Uva, Carla
Castagnone, Francesco Mauro, Paolo Carro, Claudio Bruno, accosciati:
Franco Luparia, Silvano Amerio, Mauro Amerio.
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GLI ANNI 2000 A OGGI
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IL MEMORIAL PAOLO ODISIO
Gli anni 2000-2007 sono storia di oggi, ma il tamburello continua a rimanere
uno sport radicato nella comunità. La passione dei meno giovani come chi
scrive, e anche dei giovani fanno ben sperare per la continuazione della
nostra tradizione.
Renzo Odisio non ha mai dimenticato il tamburello. Già nel lontano 1968
era stato incaricato dal sig Martinelli della trattativa per l’acquisto dei tre
fratelli Biasi, per far diventare imbattibile il Gabiano, ma in tutti gli anni
successivi è stato sempre presente e sempre pronto a dare l’appoggio morale
ed economico richiestogli.
Dagli anni 2000 sostiene le squadre gabianesi e il memorial Odisio intitolato
a suo figlio Paolo.
Renzo consiglia i giovani dicendo: ”Le palle come le occasioni della vita vanno
prese al volo, se prese al salto può essere tardi”. Così quest’anno ha coniato uno
slogan: “Facciamo buone squadre per far ritornare grande il Gabiano” .
E’ stata allestita, anche con l’interessamento del Sindaco dr Mario Tribocco
e dell’assessore Provinciale Domenico Priora, una squadra competitiva che
partecipa ai campionati italiani di serie C. Non dimentichiamo i giovani
che partecipano ai campionati italiani juniores e la serie C a muro, con
lusinghieri risultati.
Gabiano - Cervinia. Nella foto da sinistra: Giorgio Zavattaro con la moglie
Carla Everard, Lilia Seggiaro con il marito Renzo Odisio. Due famiglie di
imprenditori alberghieri di Cervinia originari e molto legati a Gabiano,
Sostenitori finanziari del tamburello e delle attività sociali gabianesi.
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ANNO 2000 – La squadra del Gabiano Campione ialiano di serie D nazionale.
Nella foto da sinistra Mauro Amerio, Paolo Carro, Franco Luparia, Renzo
Odisio, Alberto Uva, Alberto Politto, accosciati: Bruno Claudio e Mauro
Bellero
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ANNO 2001 – IV Memorial Paolo Odisio i giovani tamburellisti memori del
passato hanno organizzato una sfida Gabiano-Varengo da sinistra: Mauro
Amerio, Alessandro Bossetto, Federico Zanotti, Renzo Odisio, Remo Grillo,
Mauro Bellero, Luca Tabbia, Gabriele Ulla, Matteo Mussone, Marco Bruno,
Gabriele Garrone, accosciati Alessandro La Rocca, Luca Liberatore, Guido
Zanotto, Luca Zanotti, Fabio Tabbia e Fabrizio Riva.
ANNO 2003 – IV Memorial Paolo Odisio Gabiano Giovani da sinistra: Marco
Bruno, Garrone Gabriele, Guglielmo Ulla, Gabriel Monzeglio, Fabio Tabbia.
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ANNO 2003 – La finale del IV Memorial Paolo Odisio. Da sinistra Claudio
Bruno, Massimo Bosco, Giovanni Boltri, Samuel Valle, Cristian Valle
accosciati Mauro Amerio, Alberto Politto, Silvio Massirio, Giorgio Uez,
Cristian Mazzoni, Beppe Lucia
ANNO 2003 – La squadra del Gabiano del girone C nazionale. Da sinistra
Massimo Bosco, Bruno Claudio, Mario Richetta, Mauro Amerio, Alberto
Politto, Silvio Massirio.
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ANNO 2002 – i tifosi ai play- off
di Grazzano Badoglio: Franco
Seggiaro, Patrizia Danelon,
Mario Merlo e Silvano Amerio
ANNO 2004 – Le tifose più
appassionate:Luciana Monferrino
e Patrizia Danelon
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Anno 2004 – Alcuni tifosi
gabianesi durante la partita. Da
sinistra Giovanni Richetta, Mario
Merlo, Dario Venesia, Giuseppe
Coppo, Franco Seggiaro, Ferruccio
Fianchetto, nonno Gamarino,
Luigi Zacco.
Anno 2005 - VI memorial Paolo Odisio - I giovani del Gabiano da sinistra:
Federico Zanotti, Alessandro Bossetto, Matteo Mussone, Marco Bruno, Renzo
Ongaro.
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ANNO 2006 – VII
Memorial Paolo Odisio
– Squadra mista
Callianetto e Gabiano,
da sinistra
Emanuele Tirico,
Alessandro Bossetto,
Riccardo Dellavalle,
Alberto Uva, Silvio
Massirio, Manuel
Beltrami.
ANNO 2006 – VII
Memorial Paolo Odisio
– Squadra mista
Montechiaro e Gabiano
da sinistra: Giovanni
Boltri arbitro federale,
Riccardo Bonando,
Alessio Monzeglio,
Claudio Bruno, Mauro
Amerio, Umberto
Mignani, Samuel Valle.
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Anno 2006-2007 – La squadra del Gabiano che militerà nella serie C campionati
italiani FIPT alla presentazione. Da sinistra Mauro Amerio, Giuseppe
Gagliardone, Alberto Politto, Emilio Medesani, Alberto Uva, Claudio Bruno;
seduti: Renzo Odisio, Mario Richetta, Mario Tribocco, Domenico Priora.
ANNO 2006-2007 - Il capitano della squadra del Gabiano Emilio Medesani:
un campione del tamburello italiano.
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L’ALTERNANZA
TAMBURELLO-CALCIO
NELLA COMUNITA’ DI GABIANO
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GLI ANNI 1920-1940
A Gabiano c’è sempre stata alternanza tra calcio e tamburello. Si inizia a
giocare anche a calcio negli anni 1920 trascinati dalla popolarità che questo
gioco andava assumendo in tutta Italia e anche a Casale, Vercelli e nei paesi
della pianura vercellese. Gabiano era collegato attraverso il traghetto sul Po
“al porti” con Fontanetto e Palazzolo, paesi facilmente raggiungibili con la
bicicletta o a piedi.
I giovani gabianesi di allora, vediamo nella foto sottostante Ettore Curletti,
imparano durante il militare la pratica di questo sport e lo portano nel paese
natio. Si sente così la necessita di costruire un campo di calcio o campo
sportivo. Si sceglie la zona di Case Menino dove ancora oggi esiste il campo
di minicalcio e tamburello. Il Comune, siamo nel periodo del fascismo - anni
1930 -, aiuta la popolazione e i giovani a spianare il terreno e a costruire
anche un piccolo spogliatoio per promuovere le attività ludiche. Vi lavorarono
per alcuni mesi anche quaranta persone per volta con picconi,badili, vanghe
e pale servendosi dei carri con buoi e cavalli.
Si giocherà così su questo terreno sia a calcio, lo sport nuovo che a
tamburello. Il gioco delle radici della comunità. Non si gioca però più a
bracciale, come nei secoli precedenti.
La squadra del Gabiano di allora era abbastanza competitiva con le
squadre del Palazzolo, Fontanetto, Lamporo e Crescentino.
Si ricordano i giocatori: Danilo Finocchi, Erminio Raimondi, Leandro
Richetta, Renato Garione, Ettore Curletti, Angelo Villata, Annibale Bicocca,
Remo Grillo, Aldo Grillo, Franco Angelo, Eligio Cicolini, Violante Gamarino,
Romolo Giolito, Pietro Lanfranco, Giovanni Alario.
Il collegamento tra realtà paesane e grandi club era allora più stretto perchè
le grandi società facevano promozione e ricercavano nuovi talenti. Tutti
ricordano quando il grande centromediano della Juventus
- Carlo Parola
- venne sul campo del Gabiano regalò un pallone e si mise a giocare con i
giovani locali.
ANNO 1922 - Taranto serie B calcio girone nazionale. Ettore Curletti è il
primo a sinistra accosciato.
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GLI ANNI 1940-1960
I giovani si inseriscono e sostituiscono i più anziani nella pratica di questo
sport con il sogno di poter giocare nella prima squadra del paese e poi, chissà,
poter essere chiamati tra i giovani delle grandi società diventate famose sia a
livello nazionale che internazionale.
Ricordiamo in questo periodo: Giovanni Merlo, Renzo Odisio, Pierino Bressan,
Giuseppe Gagliardone, Gian Paolo Vicario, Francesco Mussone, Giorgio
Zavattaro, Pier Carlo Gluttini, Mario Seggiaro, Felice Cressano.
Anche in questo periodo si ricordano le epiche sfide domenicali contro il
Pozzengo con intervallo boxistico, il Lamporo e le altre realtà locali.
ANNO 1955-60 – Da sinistra: Giuseppe Gagliardone, Ettore Bressan, Mario
Merlo, Ernestino Visca, Claudio Biglia, Gian Palo Vicario; accosciati: Pierino
Bressan, Giovanni Merlo, Pier Carlo Gluttini, Vincenzo Giorcelli, Pier Luigi
Richetta. Manca in questa foto Francesco Mussone un grande appassionato di
sport: calcio ma soprattutto nuoto.
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Francesco Mussone, dopo il calcio, si è specializzato nel nuoto, diventando dal
1978 al 1992 il responsabile e l’istruttore della Piscina Comunale del Ronzone
di Casale. E’ stato Aldo De Paul che gli ha tramesso questa passione sportiva:
ogni domenica nei mesi estivi si allenavano nel nuoto attraversando più volte
il Po. Nella foto primo a sinistra Francesco Mussone alle premiazioni con il
Sindaco di Casale Mario Oddone.
ANNO 1960-61 davanti al Bar di Pagliano Ventina a Gabiano centro (al
rulin) dopo la vincita di un torneo di calcio. Da sinistra: Angelo Merlo (di
spalle), Mario Gagliardone, Guido Odisio, Aldo Bruno, Mario Richetta,
Ettore Bressan (un po’coperto), Pierino Galetto, Renato Galetto e Gian Franco
Raimondi.
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ANNO 1962-63, campo sportivo di Gabiano: si fa colletta per sostenere le
spese di organizzazione e premiazione
ANNO 1962-63, Aldo
Bruno (portiere), Piero
Bicocca, Gian Franco
Raimondi e Luigino
Garoglio.
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ANNO 1960-1961 - da sinistra: Annibale Bicocca (allenatore), Mario Richetta,
Ettore Bressan, Peter Mussano, Aldo Bruno, Giuseppe Gagliardone, Renato
Galetto, Alesssandro Mussano, Piero Bicocca, Arnaldo Bussio, Gian Franco
Raimondi e Giuseppe Cicolini.
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GLI ANNI 1960-1965
In questo periodo che si organizzano tornei a Gabiano e si partecipa a quelli
estivi di Madonnina di Serralunga. Tra i giocatori c’è anche chi scrive. Nel
1963 il Gabiano calcio si iscrive anche ad un torneo del C.S. di dilettanti a
cui partecipano: il Cavagnolo, Monteu da Po, Brandizzo, Lauriano e altri
paesi.
Piero Bicocca, Gian Franco Raimondi, e Gianni Grillo si iscrivono nei
giovani del Casale e quando giocano con noi fanno la differenza. Siamo
aiutati anche da un ragazzo di origini gabianesi che gioca nel Cenisia Torino:
Giuseppe Boasso e da un ragazzo di Ozzano.
I giocatori di questo periodo sono: Bruno Aldo, Mario Richetta, Luigino
Garoglio, Renato Galetto, Giuseppe Cicolini, Pier Cicolini, Arnaldo Bussio,
Ettore Bressan, Pier Franco Bruno, Mario Guazzotti, Luigi Biglia.
Si gioca fino al 1965 a calcio, ma poi rinasce forte il desiderio del
tamburello.
Tutti cercano di imparare a giocare a tamburello, i più dotati come Giuseppe
Gagliardone, Paolo Vicario, e Gianni Grillo diventano bravi anche in questo
sport.
ANNO 1963 da sinistra: Piero Biglia; Aldo Bruno; Gian Paolo Vicario;
Giuseppe Gagliardone, Pier Cicolini; Luigino Garoglio; Gian Franco
Raimondi; Pierino Bressan; Mario Richetta; Franco Casarin; Piero Bicocca.
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PIERO BICOCCA
Nato a Gabiano nel 1947 inizia a giocare nella squadra locale, ma non si
converte al tamburello e continua a giocare a calcio nei giovani del Casale.
Vince come ala destra del Casale il torneo Caligaris del 1967 e gioca
anche due anni come attaccante della prima squadra in serie D. E’un’ala
destra veloce, dotata di un ottima tecnica e di un eccellente dribbling, moltao
determinato e tenace.
Il servizio militare, i cambiamenti societari del Casale e soprattutto il
lavoro - era stato assunto come messo-guardia nel Comune di Gabiano - non
gli consentono più di partecipare agli allenamenti e ai ritiri; rinuncia così
all’attività sportiva semi-professionale e a sfruttare le eccellenti doti di cui
era provvisto.
ANNO 1966: PIERO BICOCCA, il 2° da destra accosciato nella foto ufficiale
del Casale.
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GIANNI GRILLO
Nato nel 1949, dà i primi calci al pallone nel campo sportivo di Gabiano.
Viene poi scoperto a Casale dove frequenta le scuole medie e superiori. E’ la
Junior Casale, presieduta dal dr Giancarlo Cerutti che ne valorizza le doti
sportive ed umane. Gianni, taciturno, equilibrato ma molto determinato,
tenace e con una eccellente visione di gioco, è capace di sfruttare al meglio i
suoi naturali talenti, sia fisici che caratteriali e questo sia nel calcio che nel
tamburello.
Ha ragione l’amico Flavio Zacco: “se volevamo vincere qualcosa bisognava
chiamare Gianni”. Nel calcio, da promessa del vivaio (nel 1961 è convocato
a Coverciano nelle rappresentative giovanili), percorre la strada della I’
categoria, la serie Promozione, la serie D, la Serie C, e infine nel Savona e
nel Bari in serie B.
Legato a Gabiano e alla famiglia, mal sopportava il distacco dalle sue radici
e perciò se c’era l’opportunita di giocare in una città vicino a casa accettava
volentieri, anche a scapito di migliori prospettive in altre citta e società
lontane da .
Con Gianni i sogni sportivi di un giovane sono diventati realtà, come
dimostrano le foto ricordo delle pagine seguenti.
Gianni era un centroavanti – una torre – eccellente. Dotato di un tiro
potentissimo, di una ottima tecnica e di un buon colpo di testa, era un costante
problema per le difese avversarie. Ha segnato nei diversi anni di gioco, dalla
Promozione alla B, più di 250 goal e vinto la classifica dei capocannonieri per
alcuni anni. Il grande Silvio Piola, un suo osservatore ed estimatore, gli aveva
detto: “calcisticamente non ti manca nulla, ma in questo settore per andare in
serie A o rimanere in B bisogna avere anche molta fortuna”.
ANNO 1973-1974, campionato di C1 Junior-Casale: GIANNI GRILLO, Motta,
Gilardino, Landini, Garella (poi portiere del Napoli), Trevisan. Accosciati:
Polvar, Zanella, Catarci, e De Petrini.
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ANNO 1977-1978, amichevole Acqui-Torino. Il capitano dell’Acqui GIANNI
GRILLO con il N.11, scambia il gagliardetto con Claudio Sala (il poeta del
gol) vicini sono Castellini (portiere) Mozzini e altri.
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NEGLI ANNI 1970-1985
Negli anni 1976-1985 il campo di tamburello venne ritrasformato in campo
di calcio e i giovani di quegli anni si cimentarono prevalentemente in questa
disciplina trascurando il tamburello.
Ricordiamo: Flavio Lanfranco, Claudio Bruno, Mauro Amerio, Piero
Cressano, Marco Seggiaro, Roberto Seggiaro, Gian Carlo Menino, Sergio
Zanotto, Luigi Mauro, Stefano Ostellino, Giorgio Monferrino, Giampaolo
Richetta, Truffa Mario, un bravo portiere di Cantavenna.
Ma appena qualche anno dopo, nel 1982, si ritorna al tamburello. Sindaco
era il sottoscritto, e i giovani di allora mi chiesero di ripristinare il campo di
tamburello che venne sistemato come è attualmente.
A Gabiano nascevano meno giovani ed era sempre più difficile trovarne 11
per una partita di calcio e ancor più per partecipare ad un torneo.
Inoltre Gabiano, per ragioni storiche, toponomastiche, campanilistiche, è
sempre stato concepito più come unione di frazioni che come paese unito.
Consultando il libro negli anni 1980-1990, c’erano tre squadre di tamburello:
una a Varengo, una a Sessana e una a Gabiano.
Nella nostra realtà paesana tutti vogliono giustamente essere protagonisti
ed è difficile imparare ad accettare le regole del gruppo e della squadra. Non
tutti hanno la costanza e la determinazione di iniziare e accettare di essere
riserva pur di essere sempre e comunque presenti.
ANNO 1983 – Il Gabiano tifosi Torino da sinistra: Franco Luparia, Roberto
Seggiaro, Roberto Giambellli, Flavio Zacco. Accosciati: Giampaolo Richetta,
Carmine Lepera, Giorgio Monferrino, Claudio Bruno
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ANNO 1983 – IL Gabiano tifosi Juventus, da sinistra: Irmo Seggiaro, Paolo
Visca, Stefano Ostellino, Massimo Frigatti, Massimo Caligaris, Giuseppe
Tasso. Accosciati: Danilo Garimanno, Luigi Mauro, Gian Franco Raimondi,
Silvano Garimanno, Mauro Amerio.
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CONCLUSIONE
Nel 2006-2007 la Pro-Loco, aiutata dal Comune, ha lodevolmente pensato
di ripristinare un campo da minicalcio e un gioco tennis in erba sintetica,
un vero gioiellino, che può coesistere con il campo da tamburello. Sta ora ai
giovani dedicarsi ad una attività sportiva e non perdere tanto tempo davanti
alla televisione, ai videogiochi, ai telefonini e a tanti altri divertimenti che la
nostra società propone, sovente con soli fini di profitto.
La nostra speranza è di vedere dei giovani che sappiano organizzarsi,
gestirsi nel gioco e crescere così socialmente, culturalmente e umanamente.
Sarebbe anche necessaria una migliore organizzazione societaria degli adulti
di buona volontà che avessero passione e tempo di seguire i giovani nella loro
crescita umana e sportiva.
A Gabiano abbiamo sempre avuto delle ottime individualità ma è mancata
e manca ancora oggi una buona organizzazione societaria. Non serve a nulla
dire: bisognerebbe fare così e cosà, ma impegnarsi e fare concretamente
qualcosa accettando le regole del gruppo. In Economia aziendale si dice: saper
utilizzare e sfruttare le sinergie.
Uno solo, anche se bravissimo, non combina nulla; lo stesso principio vale
quando si è divisi. Bisogna saper ricreare il piacere di stare insieme e fare
gruppo. Tutti coloro di Gabiano che in qualche modo hanno praticato il campo
sportivo hanno e avranno sempre dei bei ricordi.
Le persone fotografate in queste pagine dicono: coraggio giovani, andate
avanti e troverete tante soddisfazioni.
Il gioco è la simulazione delle vicende della vita: dolori e amarezze per
le sconfitte ma gioia e felicità per le vittorie. Mi piace pertanto concludere
questo mio lavoro con le vittorie del Gabiano: il momento più bello, ma non il
solo, di ogni tipo di gioco.
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LE VITTORIE DEL GABIANO
Anno 1965 - I ° Classificato torneo del Monferrato serie A piemontese;
giocatori: Giulio Zanotto, Ardingo Garreto, Giulio Ferraris,
Pasquale Pozzo, Angelo Capra.
Anno 1972 - I ° Classificato torneo la fiaccola Gabiano; giocatori:
Giuseppe Gagliardone, Gian Paolo Vicario, Angelo Capra,
Mario Scarsella, Bruno Pareto.
Anno 1973 - I° Classificato torneo la fiaccola Gabiano; giocatori:
Franco Biglia, Gian Paolo Vicario, Gian Franco Raimondi,
Aldo Bruno, Silvano Amerio.
Anno 1984 - I° Classificato Varengo di Gabiano, torneo piemontese di
Solonghello; giocatori: Angelo Uva, Riccardo Della Valle,
Mauro Amerio, Bruno Porrato, Aldo Cerot.
Anno 1984 - I° Classificato Torneo Tamburellito Gabiano;
giocatori: Paolo Carro, Roberto Giambelli, Gianni Grillo,
Mauro Amerio, Antonio Bragagnolo, Massimo Caligaris.
Anno 1985 - I Classificato Torneo delle colline; giocatori: Roberto Giambelli,
Alberto Uva, Franco Luparia, Gianni Grillo, Antonio
Bragagnolo, Massimo Caligaris, Mauro Amerio
Anno 1986 - I° Classificato Torneo di Solonghello; giocatori: Aldo Marcazan,
Luigi Tommasi, Gianni Grillo, Claudio Bruno, Alberto Uva.
Anno 1987 - I° Classificato Torneo delle colline; giocatori: Gianni Macario,
Mauro Amerio, Claudio Bruno, Angelo Uva, Bruno Pareto.
Anno 1988 - I° Classificato Torneo Tamburellito - Gabiano - Serra;
Giocatori: Felice Negro, Emilio Medesani, Filippo Olearo,
Franco Luparia, Elio Prete.
Anno 1989 - I° Classificato, Varengo di Gabiano, campionati italiani
regionali serie B, giocatori: Giuseppe Bonello, Franco Rosso,
Massimo Bosco, Roberto Bertone, Mauro Amerio.
Anno 1990 - I° Classificato torneo delle Colline; giocatori: Ermanno Besso,
Alberto Uva, Mauro Amerio, Gianni Grillo,
Flavio Lanfranco, Massimo Caligaris.
Anno 1996 - I° Classificato ai Provinciali del campionato italiano serie D;
giocatori: Franco Luparia, Alberto Uva, Mauro Amerio,
Franco Bione, Fiore Canepa, Paolo Carro.
Anno 1998 - I° Classificato ai campionati provinciali serie D; giocatori:
Alberto Uva, Paolo Carro, Mauro Amerio, Claudio Bruno,
Franco Luparia, Franco Bione.
Anno 1999 - I° Classificato ai campionati provinciali di serie D, giocatori;
Franco Luparia, Alberto Uva, Paolo Carro, Amerio Mauro,
Corrado, Claudio Bruno, Alessandro Gamarino.
- 119 -
Anno 2000 - I° Classificato CAMPIONI ITALIANI DI SERIE D, giocatori:
Paolo Carro, Alberto Uva, Alberto Politto, Mauro Amerio,
Claudio Bruno, Franco Luparia.
Anno 2001 - I° Classificato Campionati Provinciali Serie C
giocatori: Silvio Massirio, Massimo Bosco, Alberto Uva,
Claudio Bruno, Mauro Amerio.
Anno 2001 - I° Classificato Varengo di Gabiano campionati del Monferrato:
tamburello 1 contro 1.
Anno 2002 - I° Classificato Memorial Paolo Odisio, giocatori, Alberto Uva,
Riccardo Bonando, Giorgo Guasso, Mauro Amerio e Claudio
Bruno;
Anno 2002 - I° Classificato sia Varengo che Gabiano a Minitamburello,
tamburello libero, tamburello 3 contro 3.
Anno 2003 - I° Classificati:Tam One Wall - Ulla Guglielmo
(Varengo di Gabiano)
Tiro Mobile al bersaglio con tamburello - Ulla Guglielmo
(Varengo di Gabiano)
Tamburello 3 contro 3 - Gabiano.
Anno 2004 - I° Classificati Campionati del Monferrato:
- Tam One Wall, serie A – Alberto Uva (Varengo)
“
“
serie B - Alessandro Bossetto (Varengo)
“
“ giovani, - Guglielmo Ulla.
- Tamburello a muro, under 11 – Giovani di Varengo.
- Tamburello 3 contro 3, serie D, Squadra Varengo.
- Tamburello 1 contro 1 - 3° categoria - Alessandro Bossetto.
Anno 2005 - I° Classificati, Memorial Paolo Odisio,
giocatori: Alberto Uva, Riccardo Bonando , Samuel Valle ,
Mauro Amerio, Claudio Bruno.
Anno 2005 - I° Classificati Campionati del Monferrato:
- Minitamburello, serie E, Varengo di Gabiano.
- Tame On Wall , serie C - Marco Bruno.
- “
“
, serie D - Renzo Ongaro.
- Tamburello 3 contro 3 - Varengo di Gabiano
Anno 2006 - I° Classificati VII° Memorial Paolo Odisio, giocatori: Riccardo
Bonando, Alessio Monzeglio, Claudio Bruno, Mauro Amerio,
Umberto Mignani, Samuel Valle.
Anno 2006 - I° Classificati Campionati del Monferrato:
- Tame One Wall, serie A - Alessandro Bossetto;
“
“
serie B - Guglielmo Ulla
“
“
serie C - Matteo Mussone
- Minipelota giovani:
- Guglielmo Ulla e Fabrizio Riva.
Anno 2006 - I° Classificati Campionati Provinciali Serie D; giocatori:
Sergio Remondino, Claudio Bruno, Matteo Mussone,
Alberto Uva, Mauro Amerio, Renzo Ongaro.
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BIBLIOGRAFIA
- TAMBURELLO ANNI 10
Torneo del Monferrato, di Giovanni Bergese ed Enzo Coppo,
Edizioni Stip Torino, Anno 1974.
- 100 DI PALLONE ELASTICO
Storia del gioco del pallone e degli sport sferistici, di Luigi Mussi,
Remo Giannuzi e Augusto Manzo,
Edizioni Paoline Torino, Anno 1980.
- IL NUOVO FANFARINO
Torneo delle Colline del Basso Monferrato, Promosso da “La Vita Casalese”
Edizioni Diffusioni Grafiche Spa - Villanova (AL), Anno 1986.
- STORIA DEL GIOCO DEL TAMBURELLO
di Filippo Piana, Accademia Urbense 1995.
- CHIAMATEMI CEROT
Uomini e Storie del Tamburello, di Aldo Marello, Paolo Monticone, Emanuela
Doano,
Edizioni Grafica Chierese Arignano (TO), Anno 1999
- CALLIANETTO SOGNO TRICOLORE
di Gianfranco Mogliotti, Edizioni Neos Rivoli (TO), Anno 2002.
- IL MURO
30 Anni di Storia del Tamburello in Monferrato, di Gianfranco Mogliotti
Edizioni Neos Rivoli (TO), Anno 2005.
- SUL SITO INTERNET:
voce tamburello WWW.FEDERTAMBURELLO.IT
- 121 -
INDICE
-
Presentazione del Sindaco
Prefazione del dr Domenico Priora
Prefazione del delegato FIPT Mauro Bellero
Introduzione dell’autore
I DOCUMENTI STORICI
I giochi negli statuti di Gabiano
Il Pallone a bracciale piemontese: cenni storici
Alcune personalita’ storiche piemontesi interessate ai giochi del
bracciale, palla a pugno e tamburello
I giochi a bracciale, a pugno e tamburello fino al 1900
Il gioco del tamburello: cenni storici
La costruzione dei tamburelli a Gabiano
I luoghi di gioco del tamburello a Gabiano
La costruzione del nuovo campo sportivo nel 1930-1965
Le squadre scritte nell’albo d’oro della Federaz. di Mantova
Pag.1
Pag.3
Pag.8
Pag.10
LE SQUADRE E I GIOCATORI PRIMA DEL 1950 A GABIANO
Il grande Giulio Zanotto e la squadra del Sessana di Gabiano
Curletti Ettore;
I fratelli Richetta
Coppo Pietro
Botto Giovanni “al cin cit”
Grillo Remo
Lanfranco Pietro
Gaviati Primo
Gli Ulla di Varengo 4 generazioni di giocatori di tamburello
I giocatori di Cantavenna
Gli anni gloriosi di Villamiroglio e Vallegiolitti 1965-1975
I Bonando di Villamiroglio 3 generazioni di giocatori di tamburello
Pag.25
Pag.28
Pag.30
Pag.31
Pag.32
Pag.33
Pag.34
Pag.35
Pag.36
Pag.37
Pag.40
Pag.42
Pag.44
LA RINASCITA DEL TAMBURELLO NEL BASSO MONFERATO
ANNI 1965-1975
Le squadre del Gabiano dal 1965 al 1971
Pag.47
GLI ANNI 1970-1980
L’importanza dell’esperienza degli anni 1965-1971
Il rimando nazionale di Varengo: Angelo Uva
Il rimando di Gabiano: Giuseppe Gagliardone
Il Gabiano nella serie D e nel torneo la Fiaccola
Pag.57
Pag.59
Pag.60
Pag.64
Pag.66
GLI ANNI 1980-1990
Il gioco del tamburello come dal periodico “ Il fanfarino”
Gli anni d’oro del Varengo di Paolo Bossetto
Il Gabiano nel torneo del Monferrato e del “tamburellito”
Pag.69
Pag.71
Pag.75
Pag.80
GLI ANNI 1990-2000
Il Gabiano sempre nei primi posti del torneo del Monferrato
Pag.87
Pag.89
- 122 -
Pag.11
Pag.16
Pag.19
Pag.20
Pag.20
Pag.23
Pag.49
GLI ANNI 2000 AD OGGI
Il Memorial “Paolo Odisio”
Il Gabiano nel 2000 vince i campionati italiani di serie D
Il Gabiano sempre presente nei tornei nazionali
di serie D, C, e A a muro
I giovani: del tamburello Gabianese di domani
La squadra del 2007 che giocherà nella serie C nazionale
Il capitano della squadra Emilio Medesani
Pag.95
Pag.97
Pag.98
Pag.99
L’ALTERNANZA TAMBURELLO-CALCIO NELLA COMUNITA’
DI GABIANO
Gli anni 1920-1940
Gli anni 1940-1960
Gli anni 1960-1970
Bicocca Piero
Gianni Grillo
Gli anni 1970-1985
Pag.105
CONCLUSIONE
Le vittorie dei giocatori e del Gabiano tamburello
Bibliografia
Pag.118
Pag.119
Pag.121
- 123 -
Pag.99
Pag.104
Pag.104
Pag.107
Pag.108
Pag.115
Pag.113
Pag.114
Pag.116
REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DELLA REGIONE
PIEMONTE E DEL COMUNE DI GABIANO
TIPOGRAFIA ArtiGrafiche BRUZZI S.r.l. 2006 - CRESCENTINO (VC)
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