99 ragioni per cui il mondo non può finire Negli USA è psicosi per l
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99 ragioni per cui il mondo non può finire Negli USA è psicosi per l
99 ragioni per cui il mondo non può finire Di fronte a coloro che fanno il tifo per l’apocalisse, “unica igiene del mondo”, c’è un solo modo per ribattere: dimostrare che dopotutto la vita è meravigliosa. Ci stanno provando due documentaristi tedeschi, impegnati a girare un film che nei prossimi mesi uscirà in Germania, e che s’intitola appunto “99 ragioni per cui il mondo non può finire”. Hanno lanciato anche un sito, www.99gruende.de, dove gli utenti possono caricare i propri video, per un massimo di tre minuti, spiegando perché è meglio che la civiltà umana non si estingua nel 2012. E tra coloro che appariranno nel documentario, a sorpresa ci sarà anche Roland Emmerich, il regista di 2012, il film catastrofico hollywoodiano che rilanciò la storia dell’apocalisse legata al calendario Maya. Lilly Engel e Philipp Fleischmann stanno girando per la Germania, raccogliendo le interviste di persone normali, ciascuna con una sua storia da raccontare, per dimostrare come la nostra imperfetta umanità non è poi così terribile da meritare l’estinzione. Ci sarà spazio anche per i catastrofisti, i “preppers”, quelli cioè che alla fine del mondo ci credono davvero e si stanno preparando accumulando scorte e costruendo bunker. Secondo Engel e Fleischmann, in Europa sembra che proprio la Germania sia il paese a credere di più alla falsa profezia Maya, e ad accogliere il maggior numero di “preppers”. Mentre in altri paesi, come in Francia, gli intervistati sarebbero caduti dalle nuvole. I registi si stanno spostando in Nord America per raccogliere le impressioni dei catastrofisti d’oltreoceano, notoriamente più agguerriti e preoccupati. Il canale ARTE trasmetterà il film sulle televisioni tedesche e francesi la sera del 21 dicembre 2012, cosicché tutti coloro che quella sera si chiederanno se vedranno una nuova alba potranno rassicurarsi scoprendo le 99 ragioni per cui il mondo non può finire. (fonte: IlVostro.it – ilMitte.com) Negli USA è psicosi per l’apocalisse zombie Quando gli agenti della polizia locale di Miami sono accorsi sulla scena del crimine, sono rimasti di sasso: alla luce delle lampade che illuminavano il sottopassaggio pedonale, un uomo completamente nudo era intento a divorare la faccia di un clochard. Nonostante la minaccia di aprire il fuoco, il cannibale ha continuato a mangiare imperterrito la faccia dello sventurato, finché i poliziotti hanno sparato, uccidendolo. Il clochard, portato in ospedale, si salverà, anche se è ormai mutilato. La notizia ha fatto rapidamente il giro degli Stati Uniti e si è aggiunta alla vicenda che ha scosso qualche giorno fa il New Jersey, dove un uomo – dopo aver chiamato la polizia – si è inflitto di fronte agli agenti attoniti oltre cinquanta coltellate, gettando le proprie interiora in faccia ai poliziotti che tentavano di fermarlo; e alla storia del giovane pornoattore canadese che ha fatto a pezzi uno studente cinese e, dopo averne mangiato alcuni resti, ha spedito le parti del corpo alle sedi di due partiti locali, prima di far perdere le tracce (è stato poi arrestato in Germania). Notizie che hanno diffuso un’autentica psicosi su una possibile “apocalisse zombie”. Il termine è spesso usato in America per definire in modo scherzoso uno scenario di tipo catastrofico imprevedibile. Per questo anche le agenzie federali per la prevenzione e la sicurezza, quando parlano di scenari catastrofici (terremoti, uragani, e in generale qualunque evento difficilmente prevedibile) fanno ricorso a questa singolare terminologia. Anche molti corsi di sopravvivenza al 2012, quelli frequentati dai preppers, convinti della prossima fine del mondo, fanno spesso riferimento all’apocalisse zombie, in un senso molto più letterale. Per loro, tra le tante eventualità apocalittiche c’è anche quella di un virus che trasformi le vittime in morti viventi, come nel celebre romanzo di Matheson Io sono leggenda, reso ancor più famoso dall’omonimo recente film con Will Smith. I media naturalmente hanno cavalcato l’onda della paura scatenata da questi episodi, mettendoli insieme all’interno di un’improbabile cornice esplicatoria, parlando appunto di una possibile epidemia di zombie. Tale la psicosi, che il Centro nazionale per il controllo delle malattie e la prevenzione negli USA ha dovuto smentire recisamente l’ipotesi che sia in atto un epidemia di qualche tipo che provochi casi di cannibalismo. Secondo alcuni studiosi, i recenti casi sarebbero prodotti, tra le altre cose, dall’effetto dell’assunzione di una droga sintetica che produce istinti omicidi selvaggi. Questa ipotesi, comunque, non è stata confermata. Chi si arricchierà, con questa storia, saranno tutte le aziende pronte a vendere i loro kit a prova di fine del mondo… (fonte: Giornalettismo – Wired) Un kit per sopravvivere alle pandemie Se siete tra quelli che si stanno preparando alla fine del mondo o a qualcosa di molto simile, probabilmente avrete già preparato le vostre scorte di cibo in scatola, acqua in bottiglia, kit di primo soccorso, magari anche un generatore elettrico e qualche tanica di benzina. Ma non avrete probabilmente pensato ai virus. Eh sì, perché nessuno vi garantisce che la prossima catastrofe globale non abbia a che fare con una pandemia, molto più grave degli allarmi esagerati lanciati negli anni scorsa sull’influenza aviaria o suina. Per coprire anche queste esigenze dei survivalisti, la Contagion Survival, azienda parte della grande compagnia “First Aid Global Wholesale”, ha deciso di offrire negli Stati Uniti un kit anti-contagio a prezzi davvero stracciati, a partire da appena 10 dollari. “L’Organizzazione mondiale della sanità predica che una devastante pandemia globale sia quasi inevitabile”, assicura il signor West, il general manager di Contagion Survival, tirando acqua al suo mulino. L’idea viene dal documentario di successo del National Geographic sui “Preppers”, coloro che si stanno preparando al peggio. In un episodio, una madre è occupa a metter su il suo kit antipandemia e a condividerlo con i vicini. “Ed era una cosa assolutamente giusta!”, secondo il signor West. “E questo spiega perché abbiamo creato un semplice kit per le pandemia per adulti e bambini con maschere N95, tute isolanti a zip, occhiali protettivi, guanti, disinfettanti e molto altro, tutto impacchettato in un sacchetto da un gallone (meno di cinque litri di volume, n.d.r.). Questi kit sono abbastanza economici da sopperire alle esigenze di ogni membro della vostra famiglia, o anche del vostro intero vicinato!”. Secondo un sondaggio nazionale, il 48% degli americani ha pensato alla necessità di prepararsi a eventuali catastrofi, il 18% lo fa abitualmente, mentre il 42% ritiene che i “preppers” siano dei pazzi. E’ a loro che si rivolge il kit di Contagion Survival. L’azienda, con sede a Tarzana, in California (la città battezzata con il nome del celebre personaggio di Edgar Rice Burroughs), vende da 15 anni costosi kit di sopravvivenza, contro terremoti, tornado, uragani, incendi, blackout e così via. I loro tradizionali equipaggiamenti anti-epidemici includono maschere con filtro e disinfettanti tarati contro diversi tipi di virus influenzali e batteri-killer. Ma sono molto costosi. Ora, a meno di 10 dollari, anche il più scettico può mettere da parte nel suo sgabuzzino un kit anti-epidemico. “Noi non speriamo che avvengano eventi catastrofici, casomai il contrario. Ma è meglio non lasciarsi cogliere impreparati”, conclude il signor West. (fonte: Chron.com) A.A.A. cercasi partner per il giorno del giudizio Siete convinti che si stia avvicinando la fine del mondo e vi trovate nella sventurata condizione di essere single? Cercate un partner per condividere gli ultimi momenti della vostra vita, o magari le difficoltà del mondo che verrà, che vi affianchi nel vostro bunker antiatomico o nel vostro rifugio di montagna e vi aiuti a costruire una nuova vita? In America hanno quello che fa per voi. Social network dedicati esclusivamente ai survivalisti, o preppers, insomma a tutte quelle persone che si stanno preparando a possibili eventi di portata apocalittica e non vogliono trovarsi da soli nell’ora X. Un buon modo, certo, per giutificare il desiderio di trovare un’anima gemella, soprattutto considerando che nella maggior parte dei casi i survivalisti ricadono nella speciosa categoria dei nerd. Così, è per loro che è pensato il sito Survivalist Singles (http://survivalistsingles.com/), che conta già circa 3000 utenti, all’insegna degli slogan “Don’t stay alone”, non restare solo, e “Don’t face the future alone”, non affrontare da solo il futuro. Oppure Prepper Dating (http://prepperdating.com/), il quale garantisce la possibilità di interagire con altri utenti su forum, chat e gruppi per prendere magari appuntamento: “Non vi sentirete più come se indossaste un elmetto di carta stagnola quando parlate a qualcuno della vostra urgenza di essere preparati”, asssicurano i webmaster. Il tempo in realtà è poco, ma è vero anche che gli americani, quando vogliono, sono capaci di sposarsi nel giro di 8 mesi… salvo poi divorziare, ma se il mondo andrà a scatafascio non è il caso di fare gli schizzinosi. (fonte: Scripps Media) In America è corsa all’acquisto di armi per uso personale Possedere armi per difesa personale è un diritto sancito dalla Costituzione, negli Stati Uniti d’America. Un diritto che non piace al presidente Barack Obama, il quale non ha mai nascosto la sua intenzione di limitare il porto d’armi negli USA, soprattutto tenendo conto della facilità con cui periodicamente vengono compiute autentiche stragi, come quelle che insanguinano i college americani. Secondo le stime rese note dai rivenditori, negli ultimi mesi si assiste a un vero e proprio boom di acquisti di armi. Secondo gli opinionisti, oltre al timore di una restrizione del possesso di armi da parte dell’amministrazione Obama, che potrebbe attuarsi nell’eventuale secondo mandato presidenziale, la corsa all’acquisto di pistole e fucili dipende molto dalla popolarità degli show televisivi che parlano di fine del mondo e “apocalissi zombie”. Un termine coniato in America che indica un qualsiasi imprevedibile scenario apocalittico in cui ci si potrebbe venire a trovare nel prossimo futuro. Non necessariamente un’invasione di zombie, insomma, come suggerisce il termine, ma in generale una qualsiasi minaccia tale da compromettere la tenuta della civiltà. L’azienda produttrice di pistole Sturm dichiara di aver ricevuto nel primo trimestre dell’anno ordini per oltre un milione di armi da fuoco, un numero superiore alle proprie capacità di produzione, al punto da aver dovuto interrompere l’accettazione di nuovi ordini fino alla fine di maggio. Secondo alcuni esperti, il programma del National Geographic Doomsday Preppers, una serie di documentari che mostra la vita di alcune comunità di americani che si preparano a ipotetici scenari da fine del mondo, ha fatto schizzare verso l’alto gli ordini di armi per difesa personale. E la mania dell’apocalisse zombie ha portato alla nascita di una linea di munizioni per armi da fuoco chiamata Zombie Max, con lo slogan just in case, vendute in una scatola colorata decorata con la faccia di uno zombie. Diverse altre compagnie si stanno preparando a lanciare le loro linee di armi e munizioni in vista di una possibile “apocalisse zombie”. Agli americani la cosa piace, e le vendite – nonostante la crisi economica – sono in costante aumento. (fonte: ABC News) Italiani facoltosi acquistano bunker in vista del 2012 Negli ultimi giorni sta facendo notizia anche sui media italiani la moda di acquistare bunker e rifugi per sfuggire a non meglio precisate catastrofi su scala mondiale previste per il dicembre 2012. La moda, scoppiata negli USA, arriva ora anche nel nostro paese: parola della Matex Security di Pontedera che ha dichiarato all’agenzia AdnKronos di aver visto “triplicare le richieste rispetto al 2009”. Ma chi sono i clienti di quest’azienda specializzata in prodotti per la sicurezza sottoposti a rigorosi vincoli di confidenzialità e riservatezza? “Commercianti, industriali e anche parlamentari”, assicura Leonardo Remorini, titolare della Matex Security, che rivela la costruzione in corso di diversi rifugi, di cui uno sull’Appennino, uno in Toscana, uno sulle colline di Asti “e uno per un industriale romano che ha venduto casa al mare per farsi il bunker in montagna” (magari per tutelarsi da uno tsunami). Naturalmente bocche cucite sulle precise ubicazioni. L’azienda Bunker2012 si è ugualmente gettata nell’affare: sul sito Internet offre diverse soluzioni, dalla realizzazione di panic-room in aree protette di casa o in cantine passando per bunker portatili, fino ai bunker statici in cemento armato, a prova di fughe radioattive e tempeste solari. Secondo Nello Di Savio, consulente di Bunker2012, i preventivi richiesti sono circa una decina alla settimana. E i prezzi variano dai 300 ai 700mila euro (appena 18mila per la versione portatile “a tenda”). (fonti: Il Secolo XIX – AdnKronos – Notizie Tiscali.it) I bunker anti-armageddon alla portata di tutte le tasche Finalmente una “buona” notizia: non saranno solo i miliardari russi, come quello del film 2012 di Roland Emmerich, a potersi salvare dall’apocalisse. In controtendenza rispetto a quelle che dovrebbero essere le leggi della speculazione in tempi di crisi, all’approssimarsi della data della fine i catastrofisti possono acquistare a prezzi ‘popolari’ bunker a prova di bomba atomica. Una compagnia californiana ha infatti appena lasciato una linea “economy” di bunker a partire da 9,950$. La compagnia si chiama Vivos è ha già venduto diversi bunker super-lusso per cifre a partire da 35.000$. Non solo: per chi non ama la solitudine o crede che ci possano essere più chance di sopravvivenza unendo le forze, sono ancora disponibili circa 1000 posti in un complesso sotterraneo costruito nel Nebraska: un’area di circa 100.000 metri quadrati a prova di bomba nucleare fino a 20 megatoni. Per assicurarsi una stanza, è necessario versare un deposito di 2.500$. La comunità di Vivos conta circa 10.000 clienti, assicurano i manager, che sottolineano come le vendite dei bunker siano salite del 1000% dopo la catrastrofe di Fukushima in Giappone. Per tutti i potenziali clienti, l’indirizzo è www.terravivos.com. (fonte: Time - CNN) I fan dell’apocalisse invadono Bugarach E’ iniziata l’invasione del paesino francese di Bugarach, sui Pirenei, che secondo le teorie di alcuni gruppi New Age sarà tra i luoghi-chiave della fatidica data del 21 dicembre 2012. Sono circa 20.000 le persone attese, e alcune centinaia si trovano già là. Alcuni hanno anche ottenuto la residenza nel paesino noto per la montagna che si staglia su di esso, il Pic de Bugarach, che le più strampalate teorie ufologiche ritengono essere in realtà una base extraterrestre. Il 21 dicembre, allora, da lì si alzeranno in cielo le astronavi che porteranno in salvo coloro che si sono presentati all’appuntamento fatidico, mentre per gli altri non ci sarà niente da fare. Ufologia, complottismo e New Age si mescolano nel creare le più assurde dicerie intorno al Pic de Bugarach. Chi ritiene si tratti di un punto focale delle linee magnetiche terrestri, chi giura che l’ex presidente Mitterand si fece portare in elicottero in cima alla montagna, chi è convinto che i nazisti e il Mossad isreaeliano vi abbiano compiuto strani rituali. Ai francesi piace invece pensare, più prosaicamente, che la sua strana forma abbia ispirato il Viaggio al centro della Terra di Jules Verne e il film Incontri ravvicinati del terzo tipo di Steven Spielberg. Quest’ultimo film sarebbe, per alcuni ufologi americani incalliti, un messaggio in codice: anche lì c’era una montagna dalla forma singolare, la Torre del Diavolo, nel Wyoming, sulla cui cima gli alieni danno il primo appuntamento all’umanità. Il sindaco del posto, Jean-Pierre Delord, non approva il grande clamore intorno al picco. La comunità di Bugarach conta appena 200 anime, e già oggi gli “apocalittici” affluiti sul posto sono alcune migliaia. Il sindaco ha denunciato strani rituali esoterici compiuti in cima alla montagna, e l’intenzione di altri catastrofisti di costruire bunker per difendersi dalla catastrofe finale. Le autorità non escludono l’invio di truppe a ridosso della data fatidica per assicurare l’ordine ed evitare soprattutto il fenomeno dei suicidi di massa. Alcune compagnie americane, scrive il quotidiano The Indipendent, avrebbero già venduto numerosi pacchetti di viaggio “sola andata” con destinazione Bugarach. (fonte: BBC – The Indipendent) Rapporto francese lancia l’allarme: per il 2012 possibili suicidi di massa Un rapporto ministeriale sul tema della “fine del mondo” suggerisce al governo francese di prepararsi a un’ondata di sucidi all’avvicinarsi del dicembre 2012. Georges Fenech, responsabile del rapporto, è andato a visitare il paesino di Bugarach, sui Pirenei francesi, che secondo alcuni sarebbe uno dei pochi luoghi al mondo che sfuggirà all’apocalisse. Il perché si spiega attraverso complesse e deliranti teorie esoteriche, divulgate anche da “Voyager” in una puntata di qualche tempo fa. La grande affluenza di persone nel paesino di appena 200 anime ha messo in allarme la gente del posto e il sindaco: diversi stranieri hanno affittato casa, costruito addirittura bunker sotterranei, mentre molti americani avrebbero in tasca i biglietti per un volo – di sola andata, è ovvio – per dicembre 2012. “Sconvolto dalla fine delle ideologie o dalle crisi economiche, l’individuo, in cerca di spiritualità, diventa sempre più ricettivo ai discorsi di guru che dispensano rimedi contro le angosce esistenziali”, spiega Fenech, che ricorda anche come nella metà degli anni ’90 furono ben settantaquattro le vittime di un suicidio di massa nella setta dell’Ordine del Tempio Solare, che attendeva l’imminente fine del mondo. Gli adepti suicidati erano di nazionalità francese, svizzera e canadese. (fonte: Ticinonline) Gruppo apocalittico vende posto in bunker per 5000$ Avete scoperto che a Bugarach, sui Pirenei, è già tutto pieno, che i costi per un posto sulle moderne arche di Noè sono già tutti esauriti, e che l’isola di Robinson Crusoe è troppo difficile da raggiungere per mettervi in salvo dall’apocalisse Maya? Avete ancora una possibilità: per appena 5000 dollari più biglietto (di sola andata!) per l’Australia, potreste ottenere una buona chance per sopravvivere al 21 dicembre 2012. Questo è il prezzo per un posto in un bunker nel New South Wales, stato nell’est dell’Australia, dove un gruppo apocalittico ha pensato bene di farsi un po’ di soldi sulla paura della fine del mondo. Il leader del gruppo, Simon Young, riparatore di refrigeratori, si giustifica ricordando che il prezzo serve a coprire i costi di costruzione del bunker sulle montagne, a 1200 metri di quota, abbastanza in alto da resistere al più potente degli tsunami. Il bunker è ancora in corso di realizzazione, ma sarà pronto per dicembre, quando secondo il gruppo inizieranno a scatenarsi terremoti e altri fenomeni che preluderanno all’inversione dei poli magnetici, frutto del passaggio ravvicinato di un altro pianeta del sistema solare (il fantomatico Nibiru). Tra le prove a sostegno di queste teorie, il sito del gruppo apocalittico cita passi di testi dell’antico Egitto, della Bibbia e persino la scoperta di un mammut congelato. (fonte: Herald Sun) ll silos nucleare diventa un bunker a cinque stelle La moda di trasformare i silos nucleari costruiti durante la Guerra fredda in bunker antiapocalisse non è nuova, ma in vista del 2012 ha subito una significativa accelerazione. Negli anni del conflitto Est-Ovest, i silos per conservare i missili balistici intercontinentali armati di testate nucleari si diffusero in tutti gli Stati Uniti. Ogive inviolabili, per poter sopravvivere a un eventuale first strike del nemico sovietico. Larry Hall è uno di quelli che hanno deciso di comprarsi un silos, nel Kansas, al modico prezzo di 300.000 dollari, spendendo quasi altrettanto per ripulirlo dalla polvere, fanghiglia e acqua stagnante e renderlo vivibile. “Voglio dire: wow! Questa è una cosa che potrà proteggerci da qualsiasi cosa, a prescindere da che tipo di minaccia si tratti”, esclama entusiasta Larry. I missili e le testate, ovviamente, non ci sono più. Ma i rivestimenti d’acciaio sono ancora lì, fino a 70 metri sotto la superficie. In realtà, Larry è un affarista. Sta ristrutturando il silos per potervi ospitare un lussuoso condominio di diversi piani sotterranei, e intende rivendere il tutto a non meno di 2 milioni di dollari. Ogni condominio avrà una vasca Jacuzzi e scorte alimentari per cinque anni, oltre a tutta una serie di sistemi di sicurezza: fucili a controllo remoto, detector a infrarossi e infrasuoni. Ma poche banche sono interessate a finanziare il progetto. Tra i pù entusiasti c’è Ed Peden, co-proprietario di 21st Century Castles, azienda specializzata nel recupero dei vecchi silos di prima generazione, secondo lui non meno di 120 in tutti gli USA completamente ristrutturabili. “C’è sempre un sacco di interesse, un sacco di email, un sacco di telefonate. Ma la vendita effettiva è molto difficile”. E sì, perché se in molti, in America, credono alla prossima fine del mondo, pochi hanno i soldi per permettersi un bunker come questo. Peden ha comprato nel Kansas un silos missilistico per 40.000 dollari e ci ha vissuto con la moglie Dianna per vent’anni. “E’ una scelta di vita, non crediamo alla fine del mondo”, spiega Dianna. All’interno del loro bunker, profumi di incenso, simboli delle religioni di tutto il mondo e immagini un po’ lascive suggeriscono incontri molto new age. “Abbiamo trasformato un tempio di morte in un tempio di pace e amore”, spiegano i coniugi. Ma, nonostante le belle parole, ora Ed Peden cerca acquirenti. Come tutti, all’incenso e all’amore libero preferisci i soldi. (fonte: WBUR) Dal Giappone arriva la capsula a prova di catastrofi I giapponesi, con le catastrofi, hanno imparato a convincerci. Ma anche loro, negli ultimi mesi, ne hanno passate davvero troppe tutte insieme: terremoti, tsunami, fughe radioattive, tifoni, sembra abbiano convinto alcuni giapponesi a correre ai ripari. Dalla patria dei Pokemon nasce allora il “Noah Pod”, che nel design assomiglia parecchio alle celebri “sfere Poké” della fortunata serie d’animazione nipponica, ma il cui scopo è quello di proteggere le persone all’interno da tutti i tipi di potenziali cataclismi che potrebbero scatenarsi. La New Cosmo Power, che l’ha realizzata e intende commercializzarla a 3.900 dollari, ha già avuto oltre 500 pre-ordinazioni. Il principio è semplice: dato che pochi possono permettersi un bunker anti-atomico, tanto vale dotare ciascuna famiglia di una “scialuppa di salvataggio” che resista agli urti prodotti da un terremoto, a uno tsunami o agli effetti di un violento uragano. La sfera all’interno della quale possono trovare ospitalità dalle 4 alle 12 persone è costruita con materiali estremamente resistenti agli urti, e dispone di una barra centrale che permette di tenere la sfera in equilibrio, evitando di farla sballottare da tutti i lati. Unica pecca: i produttori avvertono che non è a prova di incendio. In realtà un’altra pecca c’è, ed è che non è certo una soluzione a prova di claustrofobici. Ma per i giapponesi, abituati a vivere in pochi metri quadri e viaggiare in metro sovraffollate schiacciati gli uni sugli altri, questo è l’ultimo dei problemi. Il colore giallo acceso servirà a rendere la capsula, galleggiante, facilmente riconoscibile ai soccorsi. Il nome “Noah Pod” rimanda al mito biblico dell’Arca di Noè e, in un’epoca più individualista di quella del Diluvio Universale alla grande arca del patriarca della Genesi si è preferita una piccola scialuppa per salvare solo se stessi o i propri cari. Se volete, anche il vostro animale domestico. Ma dimenticate di poter portare con voi gli elefanti e i leoni. Di spazio ce n’è davvero poco. Video http://www.youtube.com/watch?v=Cwk8MOpdrho (fonte: Lussuosissimo.it ) Un bunker a luci rosse per godersi davvero la fine del mondo Non c’è dubbio: il posto più in dove trascorrere le vacanze di Natale del 2012 sarà un bunker a prova di fine del mondo, e c’è davvero da scommettere che sarà anche la location del tradizionale cine-panettone dei Vanzina per il prossimo anno. Ma intanto c’è chi ha già deciso che, succeda quel che succeda, la parola d’ordine sarà “divertirsi”: a ogni costo. Così, la Pink Visual ha deciso di realizzare un bunker a luci rosse per i suoi viziatissimi clienti. Nessuno lo dice apertamente, ma del resto quale potrà mai essere l’attrattiva di un bunker realizzato da una major multimilionaria della pornografia? L’idea originaria, spiega il portavoce della Pink Visual, Quentin Boyer, era un sito sicuro per il personale della compagnia e i propri familiari, dove passare una vacanza davvero originale. Ma poi, ci si è detti, perché non trasformare il bunker anti-2012 nel set di un porno dal vivo? “Il nostro obiettivo non è altro che quello di sopravvivere all’apocalisse nel confort e nel lusso, a prescindere dal fatto che la catastrofe assuma la forma di una palla di fuoco lanciata verso la Terra da una divinità onnisciente, un diluvio torrenziale, un giorno del giudizio biblico, un mega tsunami prodotto da un terremoto, zombie cannibali radioattivi o una combinazione di quanto sopra”. Certo, ma con la differenza che ai selezionatissimi clienti – alcuni dei quali estratti a sorte, ma la maggior parte ovviamente pronta a pagare salati biglietti d’ingresso – saranno offerti piaceri di tutti i tipi. Bar e spettacoli, senz’altro: ma anche spogliarelli su una piattaforma al centro del bunker, attorno alla quale si concentreranno le telecamere degli studios. L’idea è infatti quella di riprendere in una sorta di reality tutto quello che avverrà lì sotto, offrendo agli esclusi un intrattenimento molto osé: non manca infatti l’area VIP, con accesso ancora più esclusivo, e speciali “sale di fertilità”, dove chi ne usufruirà avrà l’arduo compito di portare avanti la proliferazione della specie umana in caso di apocalisse. Il tutto sarà pronto nel settembre 2012 in un luogo tenuto ancora segreto: a chi fosse interessato, la Pink Visual consiglia di seguire gli aggiornamenti sul loro profilo Twitter. (fonte: CNBC) Un sondaggio rivela: 1 su 7 convinto della prossima fine del mondo Forse sembrerà consolante che la percentuale di persone più o meno convinte che entro la fine di questo 2012 ci sarà la fine del mondo, come “predetto” dai Maya (profezia, come sappiamo, inesistente), è un’esigua minoranza, il 10% circa, una persona su dieci. Ma è sempre una percentuale alta, soprattutto considerato che ben 1 persona su 7 crede invece che entro l’arco della propria vita assisterà all’apocalisse finale. Sono i risultati dell’ultimo sondaggio Reuters sull’argomento, che ha coinvolto 16.262 intervistati in 21 paesi: Francia, Svezia, Belgio, Italia, Cina, Turchia, Russia, Messico, Corea del Sud, Giappone, Stati Uniti, Argentina, Ungheria, Polonia, Spagna, Sudafrica, Indonesia, Regno Unito, Canada, Germania e Australia. Ebbene, le percentuali sono ancora più alte in alcuni paesi: per esempio, il 20% dei cinesi intervistati ha risposto positivamente alla domanda “Credi che il calendario Maya segni la fine del mondo nel 2012?”. La percentuale di rispondenti favorevoli è del 13% in Turchia, Russia e Messico, mentre negli Stati Uniti è del 12%. I paesi più scettici si sono dimostrati essere Germania e Indonesia, dove la percentuale di credenti nella fine del mondo è di appena il 4%. In Italia non siamo messi troppo male: chi crede nella bufala del 2012 è ‘appena’ il 7%. Tuttavia, le percentuali salgono a cifre allarmanti quando agli intervistati viene chiesto se credano o meno che l’Armageddon avverrà nel corso della loro vita. In questo caso si raggiungono punte del 22% negli Stati Uniti e in Turchia. Non solo: in media, a livello mondiale, l’8% della popolazione ammette di provare ansia e timore nei confronti delle prospettive apocalittiche, alimentando quella sindrome del day-after che ha già provocato casi di omicidi-suicidi e potrebbe sfociare in prossimi suicidi di massa. (fonte: Reuters - Huffington Post) The Day Before The Day After Il giorno prima della fine del mondo. E’ quel che racconta un divertente cortometraggio realizzato dalla John Snellinberg Film di Prato in collaborazione con la Mirror Production di Firenze e alla New Solid, sempre di Prato. Una produzione tutta toscana, insomma, ambientata a Cantagallo, dove, per un errore di datazione da parte di un monaco medioevale, il calendario è spostato di cinque mesi in avanti. E’ così che all’improvviso il sonnecchioso paesino di mille anime si ritrova, primo al mondo, a scontare la fine del calendario Maya con tutto il contorno di eventi funesti e apocalittici. Una troupe americana giunge sul posto per filmare gli straordinari eventi e scoprire come la profezia dei Maya si abbatterà sulla piccola comunità toscana. In concorso al You Film Festival di Youtube, The Day Before The Day After è una spassosa parodia dei film apocalittici, realizzata con il coinvolgimento della comunità di Cantagallo e con un solido tocco artistico. Ecco il cortometraggio http://www.youtube.com/watch?v=KTefVPD-S9c