16 Le fluttuazioni della radiazione cosmica di fondo
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16 Le fluttuazioni della radiazione cosmica di fondo
16 Le fluttuazioni della radiazione cosmica di fondo Lo spettro di potenza delle fluttuazioni della radiazione cosmica di fondo (CMB) e le sue proprietà di polarizzazione forniscono dei vincoli ai parametri cosmologici ed alla formazione delle strutture. Adesso il nostro scopo è quello di collegare i modelli di formazione delle strutture con le tracce che lasciano sulla CMB. Combinando le osservazioni della CMB, la struttura a grande scala delle galassie e le supernovae Ia è possibile vincolare i parametri cosmologici al meglio del 10% e con le recenti osservazioni di Planck è stato possibile raggiungere un’accuratezza del „ 1%. Questo permette di parlare di “precision cosmology” rispetto a quando le incertezze sui parametri cosmologici erano dell’ordine di un fattore „ 2. Ovviamente la teoria deve essere più accurata delle osservazioni e questo comporta un’analisi complessa che è ben oltre lo scopo del corso: l’analisi completa prevede la soluzione numerica delle equazioni di Einstein della Relatività Generale, dell’equazione di Boltzmann e delle equazioni fluide. Quest’analisi di può fare accuratamente con codici numerici pubblici come CMBFAST e CAMB che permettono di avere le predizioni del modello preferito di formazione delle strutture. Nel nostro caso ci limiteremo ad un’analisi semplice per capire la fisica che è alla base dei risultati numerici. La prima cosa importante da analizzare è lo stato di ionizzazione del gas nell’epoca della ricombinazione ovvero nell’epoca in cui l’universo ha e↵ettuato la transizione da completamente ionizzato a completamente neutro. 16.1 Lo stato di ionizzazione del gas intergalattico durante l’epoca della ricombinazione Abbiamo trovato che per z " 1, ⌦0 z " 1 la profondità ottica per scattering Thomson del gas totalmente ionizzato è data dalla 9.56: ⌧ » 0.035 ⌦b 1{2 ⌦0 hz 3{2 ovvero per ⌦0 “ 0.3, ⌦b “ 0.05, h “ 0.7 si ha ⌧ » 1.5 ˆ 10´3 z 3{2 cioè ⌧ » 130 per z “ 1500. Tutto quello che avviene quando il gas è ionizzato va perso perché i fotoni subiscono molti scattering e perdono “memoria” delle 284 loro condizioni fisiche iniziali. La radiazione della CMB che vediamo proviene da piccole regioni in z in cui si ha ⌧ » 1 ovvero dalla superficie di ultimo scattering (in modo analogo alla fotosfera di una stella). A questo punto dobbiamo conoscere l’intervallo di redshift z in cui è avvenuto l’ultimo scattering dei fotoni poichè quello rappresenta la porzione di universo che vediamo con la CMB. La probabilità che un fotone che osserviamo adesso abbia subito uno scattering tra z e z ` dz è data da dP “ e´⌧ pzq d⌧ definiamo la funzione di visibilità vpzq tale che dP “ vpzqdz “ e´⌧ pzq d⌧ “ e´⌧ pzq d⌧ dz dz ovvero si ha d⌧ dz Il processo di ricombinazione non è istantaneo per vari motivi: vpzq “ e´⌧ pzq • le ricombinazioni al livello n “ 1 dell’atomo di idrogeno creano fotoni che re-ionizzano gli atomi di H appena formati: • le ricombinazione ai livelli n ° 1 vanno a popolare il livello n “ 1 (2S o 2P ); se c’è il decadimento diretto dal livello 2P si crea un fotone Ly↵ che viene riassorbito popolando i nuovamente il livello n “ 1; in conclusione c’è una significativa popolazione del livello n “ 1 da cui l’atomo di H può essere ionizzato in quanto ci sono ancora fotoni sufficientemente energetici; • se dal livello n ° 1 c’è una caduta diretta al livello fondamentale si genera un fotone Lyman che può venire a sua volta riassorbito ripopolando il livello con n alto; l’atomo di H può essere ionizzato a partire da questo livello poichè, come detto, esistono ancora fotoni sufficientemente energetici; • l’unico modo di decadimento che poi non porta ad una ionizzazione è la transizione proibita da 2S a 1S; è una transizione di quadripolo a due fotoni la cui energia totale è pari a quella del fotone Ly↵; contrariamente al fotone Ly↵ la loro profondità ottica è molto piccola e quindi non interagiscono con gli atomi di H in quanto non hanno energia sufficiente a ionizzare ne’ tantomeno a fare la transizione tra il livello 1 ed il 2. 285 424 15 Fluctuations in the Cosmic Microwave Background Radiation Fig. 15.1. a Ionisation fraction x = N /N as a function of redshift z for the WMAP e e H Figura 81: Alto: frazione di ionizzazione xe “ Ne {NH in funzione del redshift per concordance values for cosmological parameters. b Visibility function v(z) = e−τ dτ/dz il modello cosmologico standard. Basso: funzione di visibilità normalizzata ad 1 al normalised to unity at maximum (Chluba and Sunyaev, 2006) suo massimo. 15.2 The Physical and Angular Scales of the Fluctuations Quindi, il processo chelisting determina la ricombinazione è il decadimento 2S Ñ It is helpful to begin by the various scales and dimensions which will appear ´1 1S cheanalysis però hawhich una probabilità con A “we 8.23 s . to use our in the follows. For molto the sakepiccola of definiteness, continue Come si vede in figura 81 il massimo della funzione di visibilità rireference set of parameters: Ω0 = 0.3, ΩΛ = 0.7, ΩB = 0.05, h = 0.7.(che, Where cordiamo, la probabilità chen il=fotone avuto l’ultimo scatnecessary, rappresenta we will use the spectral index 1 for abbia the initial power spectrum. tering tra z e z ` dz) si ha per z » 1090; la larghezza a metà altezza The element of comoving radial distance maxcoordinate at redshift z during the matter(ovvero quando si raggiunge il 50% del picco) si ha per z “ 1178 ˜ 983 ovvedominated era is given by (7.73): ro z “ 195. Per il nostro modello di riferimento questi valori corrispondono c dz (15.3) "1/2 , a t “ 370, 000 yrdrpz=max q !e t “ 320, 000 ˜ 440, 000 yr p zq. H0 (1 + z)2 (Ω0 z + 1) − ΩΛ z(z + 2) which can be written 16.2 Scale fisiche e angolari delle fluttuazioni c dz dr = !spaziali che ci serviranno "1/2 , Vediamo adesso le varie scale per l’analisi(15.4) dello H0 Ω0 (1 + z)3 + ΩΛ spettro di potenza della CMB nel modello di riferimento caratterizzato da if Ω0 + ΩΛ = 1. Strictly speaking, we should also include in this formula the contribution of the energy density of photons 286 and neutrinos at this redshift, z = 1090, ⌦0 “ 0.3, ⌦⇤ “ 0.7, ⌦b “ 0.05, h “ 0.7 e, se necessario, n “ 1. Nell’epoca dominata dalla materia, come abbiamo visto, la distanza radiale comovente è dr “ H0 rp1 ` zq2 p⌦ c dz 1{2 0 z ` 1q ´ ⌦⇤ zpz ` 2qs che, nel caso ⌦0 ` ⌦⇤ “ 1, possiamo scrivere dr “ c dz H0 r⌦0 p1 ` zq3 ` ⌦⇤ s1{2 in quest’espressione c’è solo il contributo della materia ma dovremmo considerare anche i neutrini e la radiazione per avere delle precisioni inferiori all’1%; infatti ricordiamoci che ⇢rad 9 a´4 e ⇢m 9 a´3 per cui partendo da t “ teq in cui ⇢rad “ ⇢m “ ⇢eq , possiamo scrivere che il rapporto radiazione/materia alla ricombinazione è ˆ ˙´1 ⇢rad arec zrec 1500 “ “ « “ 0.43 ⇢m aeq zeq 3500 il contributo di neutrini e radiazione rappresenta una non piccola correzione che però possiamo trascurare nello nostre stime grezze. 16.2.1 Lo strato di ultimo scattering Cerchiamo adesso lo spessore comovente dello strato di ultimo scattering (last scattering layer). Siamo nel caso in cui ⌦0 z " 1 per cui posso trascurare il termine in ⌦⇤ : r“ c z c z » 1{2 3 1{2 H0 r⌦0 p1 ` zq ` ⌦⇤ s H0 z 3{2 ⌦0 abbiamo visto che il picco di vpzq è per z “ 1090 e che si ha cui si ottiene r “ 16.2p⌦0 h2 q´1{2 » 42 Mpc z “ 195 per questo è lo spessore comovente della superficie di ultimo scattering. La massa di materia oscura che corrisponde a questa scala è MDM “ ⇡ p rq3 ⇢0 “ 6.0 ˆ 1014 p⌦0 h2 q´1{2 Md “ 1.6 ˆ 1015 Md 6 che corrisponde circa alla massa di un ammasso di galassie. Si noti come si è calcolato la massa utilizzando una lunghezza comovente e la densità per t “ t0 . 287 N fluttuazioni lungo la linea di vista: smorzamento di N-1/2 Last Scattering Layer Figura 82: Last scattering layer e lo smorzamento dovuto a N perturbazioni in esso contenute. La scala ring pari a r ha una dimensione angolare sulla superficie di ultimo scatte✓“ r 16.2p⌦0 h2 q´1{2 “ Dp1 ` zq rM P C dove si è sfruttato il fatto che D “ r per ⌦0 `⌦⇤ “ 1; utilizzando l’espressione per dr per ottenere rM P C corrispondente a z “ 1090 si ottiene 1{2 ✓ “ 5.8 ⌦0 arcmin “ 3.2 arcmin Su scale comoventi r † r “ 16.2p⌦0 h2 q´1{2 “ 42 Mpc all’epoca presente, ci aspettiamo di avere molte fluttuazioni indipendenti lungo la linea di vista attraverso la superficie di ultimo scattering: la sovrapposizione casuale di molte perturbazioni entro la superficie di ultimo scattering porta al loro smorzamento di un fattore pari a N ´1{2 , dove N è il numero di fluttuazioni lungo la linea di vista (figura 82). Pertanto, le fluttuazioni su scale r † rLS sono smorzate mentre di quelle su scale superiori ne vediamo solo una “fetta” nella CMB, ovvero vediamo solo la regione che corrisponde alla superficie di ultimo scattering. Ricordiamo che rLS corrisponde a fluttuazioni la cui massa è dell’ordine di quella degli ammassi. 288 This is a significant underestimate of the damping scale at recombination since it has not taken account of the dramatic increase in the mean free path of the photons as the recombination process gets under way. Hu and Sugiyama present a helpful diagram showing the impact of reionisation upon the Silk damping length (Fig. 15.2) (Hu and Sugiyama, 1995). Formally the damping scale becomes infinite, but Hu and Sugiyama convolve the damping scale with the visibility function so that the damping scale appropriate for baryonic density perturbations remains finite. Fig. 15.2. Evolution of the Silk damping for primordial perturbations. Figura 83: Evoluzione della scala delscale damping di Silk per ledensity fluttuazioni primordia-Dashed lines: the silkdensità. damping without taking account oflarecombination. Solid lines: increase li di Lelength righe tratteggiate rappresentano scala senza tener conto della in the silk damping length as thecontinue process invece of recombination takes placedella at z ricombina≈ 1090 (Hu and ricombinazione. Le righe rappresentano l’e↵etto zione che avviene per z « 1090. Le tre serie di righe rappresentano modelli con Sugiyama, 1995) diversi valori di ⌦b e h. 16.2.2 La scala del damping di Silk Adesso vediamo la scala comovente del Damping di Silk nel caso in cui la dinamica dell’universo è guidata dalla DM; si ha ˆ ˙1{2 1 `ct S “ 3 con cammino libero medio dei fotoni `“ 1 T Ne per un universo DM dominated si ha ˆ ˙ 2 ´1{2 t“ H0 ⌦0 z ´1{5 3 289 ovvero S “ 0.867 Mpc “ 9.0 Mpc p⌦b h2 q1{2 p⌦0 h2 q1{4 però questa è una “sottostima” significativa perché non abbiamo considerato l’aumento rapido di ` dei fotoni non appena il processo rapido di ricombinazione inizia (con meno scattering, i fotoni di↵ondono più facilmente). Questa cosa è mostrata in figura 83 in cui si vede come, tenendo conto della ricombinazione dei fotoni, la scala del damping di Silk (kd´1 ) rapidamente si discosta dalla nostra approssimazione non appena l’idrogeno comincia a ricombinare. 16.2.3 L’orizzonte sonoro nello strato di ultimo scattering L’orizzonte sonoro nello strato di ultimo scattering è s “ cs t con cs velocità del suono e t età dell’universo. L’orizzonte sonoro rappresenta la lunghezza d’onda massima su cui le onde sonore potevano aver avuto oscillazioni coerenti al momento della ricombinazione; in pratica rappresenta il limite superiore alla delle onde acustiche al momento della ricombinazione poichè, data una lunghezza d’onda , cs t “ n fornisce il numero (può essere frazionario) di oscillazioni che una data perturbazione ha avuto al momento della ricombinazione. Ovviamente per avere una oscillazione coerente si deve avere n ° 1 ovvero † s . Abbiamo trovato la velocità del suono come ˆ ˙1{2 c 4⇢rad c cs “ ? “a 3 4⇢rad ` 3⇢b 3p1 ` Rq e, al momento della ricombinazione, R“ 2 3⇢b 3⌦b ⇢c c2 4 ⌦b h “ “ 3.05 ˆ 10 “ 0.685 4⇢rad 16 T04 p1 ` zq p1 ` zq con z “ 1090 e ⌦b “ 0.05. Pertanto nello strato di ultimo scattering cs “ 0.445 c; si noti inoltre che s dipende da ⌦0 e ⌦b . Utilizzando t del modello matter dominated con ⌦0 z " 1, z " 1 si ha s c 2z “ cs t “ a 3p1 ` Rq 3H0 ⌦1{2 0 Si noti che cs “ 0.454 ? c per z “ 1090 è quasi uguale al valore relativistico che è pari a cs “ c{ 3 “ 0.577 c. Pertanto, dal momento dell’ingresso della perturbazione nell’orizzonte alla ricombinazione si può considerare la velocità 290 del suono costate e pari a cs » 0.5 c. Fino ad ora non abbiamo corretto la relazione a 9 t3{2 per tener conto della presenza del contributo di radiazione alla densità di energia totale. Tenendo conto di questo contributo si ha t “ 370, 000 yr per z “ 1090 da cui ne consegue che s “ 56 Mpc come lunghezza comovente. La massa entro s è ⇡ 3 15 M“ s ⌦0 ⇢c “ 3.72 ˆ 10 Md 6 In conclusione, s “ cs t corrisponde ad una singola oscillazione tra l’entrata nell’orizzonte e la ricombinazione. Le perturbazioni con lunghezza d’onda “ s sono le perturbazioni che raggiungono la massima compressione sulla superficie di ultimo scattering, pertanto il primo massimo nello spettro di potenza delle fluttuazioni è proprio associato a questo modo di oscillazione. L’origine dei picchi acustici è schematizzata in figura 84. s rappresenta la massima lunghezza di coerenza sulla superficie di ultimo scattering per cui la dimensione angolare di questo picco acustico nello spettro delle fluttuazioni è cs tp1 ` zq ✓s « D che nel nostro modello diventa ✓s » 0.23˝ . Nello sviluppo in multipoli di cui parleremo tra poco, ✓s corrisponde ad un massimo a l « 250. Nell’analisi delle fluttuazioni di temperatura della CMB, s è una scala ben più importante della lunghezza d’onda di Jeans ma necessario tener conto di quest’ultima per la relazione di dispersione ovvero per capire se si hanno e↵ettivamente onde sonore. Come abbiamo visto, l’interpretazione di J è quella di distanza che l’onda sonora può viaggiare durante il tempo di collasso della perturbazione che è pari al tempo di free fall ovvero ⌧ „ pG⇢q´1{2 . Quindi, la di↵erenza tra l’orizzonte del suono e la lunghezza di Jeans nel caso cosmologico è che t (tempo scala dell’espansione dell’universo) è determinato dalla densità della DM, ⇢DM , mentre ⌧ tempo scala delle perturbazioni barioniche dipende da ⇢b . Le oscillazioni acustiche sono supportate dalla pressione del plasma di barioni e fotoni entro le buche di potenziale più profonde definite dalla DM. Usando la densità barionica si ha ˆ ˙1{2 ˆ ˙1{2 ⇡ c ⇡ “a “ 2.6 ˆ 1022 m « 900 Mpc J “ cs G⇢ G⇢ 3p1 ` Rq allora s ! J (k " kJ ) per cui possiamo usare l’approssimazione di nella relazione di dispersione delle onde acustiche, ovvero ! 2 “ c2s k 2 ´ 4⇡G⇢ “ c2s pk 2 ´ kJ2 q « c2s k 2 291 piccola 428 15 Fluctuations in the Cosmic Microwave Background Radiation Fig. 15.3. Origin of the first few acoustic peaks in the power spectrum of the cosmic mi- Figura 84:background Origine radiation. dei primi picchi spettro di potenza radiacrowave Circles: the acustici response ofnello the photon-baryon plasma to della growing zione cosmica indicold fondo. cerchi rappresentano la risposta plasma di fotoni e perturbations dark Imatter potential wells (Lineweaver, 2005).del Dark filled circles: maximum of the perturbations; white filled circles: maximum of rarefaction barioni alle compression perturbazioni che crescono nelle buche di potenziale della DM; i ofcerchi is the epoch of equality and ∆z is the thickness in redshift of the last the oscillations. z eq nero rappresentano la massima compressione delle perturbaziocon il riempimento scattering layer. Many more details of this diagram are discussed in Sects. 15.4 and 15.5 ni mentre i cerchi con il riempimento bianco rappresentano la massima rarefazione delle perturbazioni. zeq è l’epoca dell’uguaglianza materia – radiazione e z è lo Theinsecond waydello of thinking about the sound horizon is that it is the maximum spessore redshift strato di ultimo scattering. coherence length on the last scattering layer, and so we can work out the expected angular scale of this acoustic peak in the perturbation spectrum, cs t(1pure + z) onde acustiche al momento della ovvero le oscillazioni del barioni erano θs ≈ . (15.14) D ricombinazione. For our reference set of cosmological parameters, this angular scale is 0.23◦ . In terms of the angular multipole l on the sky, which is introduced in the next section, there 16.2.4 La scala dell’orizzonte della particella should be a maximum in the power spectrum at multipoles of l ≈ 250, adopting −1 the relation l ≈ θsche . Indeed, is amatter very pronounced maximum in the power Abbiamo trovato rH nelthere limite dominated è spectrum at this multipole (Fig. 15.4), but in view of the approximations made in 2c 21 2 ´1{2 agreement should be regarded rHthis “ 3derivation, c t “ the1{2 p1`zq´3{2 “ 5.1ˆ10 p⌦as q “ 1.34ˆ1022 m « 500 Mpc 0 hfortuitous. H0horizon ⌦0 The sound is more important than the Jeans length in these studies, but the dispersion relation for baryonic perturbations during the period the del e, se si tien conto della densità di energia della radiazione, rH sifrom riduce epoch of equality to the epoch of recombination is important. The interpretation 22%. of the Jeans length given in Sect. 11.3 was that it is the distance which sound Adottando rHin « Mpccollapse si ha time of the perturbation which is of order waves can travel the500 free-fall −1/2 τ ∼ (Gϱ) . The difference between rH p1the`sound zq horizon and the Jeans length in ✓H “ D 292 “ 2.1˝ e le regioni con ✓ ° ✓H sulla CMB non possono essere state in contatto causale cosa che, come abbiamo visto, è in apparente contrasto con i risultati di COBE, WMAP e PLANCK che hanno mostrato come l’universo sia omogeneo ed isotropo a meno di 1 parte su 105 . Poichè J « rH tutte le perturbazioni con † rH sono onde acustiche sulle superficie di ultimo scattering. Un’altra quantità che ci sarà utile è l’orizzonte per teq ; con i nostri valori di riferimento teq “ 47, 000 yr e con rH “ 2.5 c t (compromesso tra 2 e 3) abbiamo eq » 40 Mpc sempre da intendersi come lunghezza comovente. 16.2.5 Riassunto Facciamo adesso un riassunto delle scale fisiche e angolari ottenute fin qui. • Le fluttuazioni della CMB associate alle perturbazioni primordiali sono state originate a z « 1090 quando l’universo era appena entrato nella fase matter-dominated. • Le regioni con scale ✓ ° 2˝ non erano causalmente connesse, pertanto conservano le informazioni sullo spettro primordiale delle perturbazioni. • Le regioni su scale scale 0.01˝ † ✓ † 2˝ forniscono molte informazioni legate all’epoca in cui radiazione « materia; su scale † 1˝ ci sono oscillazioni acustiche con smorzamento dovuto al Silk Damping e allo spessore dello strato di ultimo scattering. Questa informazione è disponibile perché le perturbazioni nei barioni sono strettamente accoppiate alla radiazione, ma diventano onde sonore non appena attraversano l’orizzonte. • La scala del Silk Damping è S “ 9.0 Mpc corrispondente a ✓S » 0.7 arcmin » 0.01˝ . Le perturbazioni adiabatiche su scale † S vengono completamente smorzate dalla di↵usione dei fotoni. • Lo spessore dello strato di ultimo scattering è rls “ 42 Mpc (comovente), corrispondente a ✓ls “ 3.2 arcmin; una perturbazione con quel diametro ha massa Mls “ 1.6ˆ1015 Md (barionica e oscura). Le perturbazioni su scale † rls subiscono lo smorzamento “statistico” ovvero vengono abbattute di un fattore „ N ´1{2 con N numero di perturbazioni lungo la linea di vista nello strato di ultimo scattering. Questo è solo uno smorzamento apparente, ovvero per le nostre osservazioni. 293 r p Mpcq Scala spaziale Orizzonte della particella Orizzonte sonoro Spessore strato u.s. Silk Damping ✓ 2.1˝ 0.23˝ 0.05˝ 0.01˝ 500 200 42 9.0 Tabella 4: Scale spaziali rilevanti sulla superficie di ultimo scattering. • L’orizzonte del suono è s “ 200 Mpc corrispondente a ✓s » 0.23˝ ; la massa corrispondente a quella scala è Ms “ 3.7 ˆ 1015 Md . L’orizzonte sonoro determina la massima per avere delle oscillazioni coerenti; questa corrisponde al primo picco acustico in P pkq; per k più piccoli (o più grandi) non ci sono picchi perché le oscillazioni non sono coerenti. • L’orizzonte della particella è rH » 500 Mpc corrispondente a ✓H » 2.1˝ . Rappresenta la massima lunghezza scala causalmente connessa; al disopra si hanno le fluttuazioni congelate nella metrica. Queste scale rilevanti sono anche riportate in tabella 4. 16.3 Lo spettro di potenza delle fluttuazioni della CMB: descrizione statistica delle fluttuazioni di temperatura Da una trasformata di Fourier dell’intensità della CMB è possibile risalire allo spettro continuo delle fluttuazioni di temperatura della CMB. Per descrivere la distribuzione spaziale dell’intensità e quindi della temperatura si può sfruttare il fatto che queste sono distribuite su una superficie sferica e quindi è possibile utilizzare una decomposizione in armoniche sferiche: con 8 l T T p✓, q ´ T0 ÿ ÿ p✓, q “ “ alm Ylm p✓, q T T0 l“0 m“´l „ 2l ` 1 pl ´ |m|q! Ylm p✓, q “ 4⇡ pl ` |m|q! ⇢1{2 ˆ Plm pcos ✓qe 294 im ˆ " p´1qm m • 0 1 m†0 Ylm p✓, q è la funzione armonica sferica di grado l ed ordine m, Plm pcos ✓q è la funzione di Legendre associata; ✓ è l’angolo polare o colatitudine (0 § ✓ § ⇡) e è la longitudine (0 § † 2⇡). Gli indici variano come l “ 0, 1, . . . , `8 e ´l § m § l (m assume 2l ` 1 valori). La funzione associata di Legendre è Plm pxq “ p1 ´ x2 qm{2 dm Pl pxq dxm con x “ cos ✓. Pl pxq è il polinomio di Legendre di grado l che vale Pl pxq “ p2n n!q´1 ˘n ‰ dn “` 2 x ´ 1 dxn Ricordiamo che la condizione di ortogonalità per le armoniche sferiche è ª ‹ Ylm Yl1 m1 d⌦ “ l l1 m m1 4⇡ con d⌦ “ sin ✓d✓d e ij “ 1 se i “ j oppure ij “ 0 se i ‰ j. Utilizzando la condizione di ortogonalità appena vista, moltiplicando ‹ T {T per Ylm e integrando sulla sfera si ottiene ª T ‹ alm “ p✓, q Ylm d⌦ T 4⇡ Una semplice interpretazione di questo sviluppo è la seguente: gli zeri delle parti reali e immaginarie delle Ylm p✓, q dividono il cielo in celle di forma approssimativamente rettangolare con dimensione minima all’equatore pari a „ ⇡{l; pertanto ogni armonica sferica corrisponde ad una scala angolare ✓ « ⇡ l l è chiamato momento di multipolo. Solitamente si assume che le perturbazioni siano Gaussiane ovvero i moduli degli alm sono estratti da una distribuzione gaussiana „ ⇢ 1 |alm |2 P p|alm |q “ ? exp ´ (16.1) 2Cl 2⇡Cl mentre le fasi sono estratte da una distribuzione casuale uniforme tra 0 e 2⇡. Perturbazioni Gaussiane sono predette dal modello inflazionario, per cui il test sulla Gaussianità delle perturbazioni è anche un test sulla validità del modello inflazionario. Non Gaussianità possono essere dovute a discontinuità 295 T (✓1 , T 1) ~u1 T (✓2 , T ✓ O 2) ~u2 Figura 85: Geometria per il calcolo dell’autocorrelazione tra le fluttuazioni di temperatura a distanza angolare ✓. in T (“hot spots”, strutture lineare ecc.); tuttavia, al momento, non esistono evidenze di non Gaussianità dai dati disponibili. L’assunzione di perturbazioni Gaussiane permette di fare varie semplificazioni: le fluttuazioni si possono rappresentare come una sovrapposizione di onde con fase casuale quindi ognuno dei p2l ` 1q coefficienti alm , per l fissato, fornisce una stima indipendente dell’ampiezza delle fluttuazioni di T associate al multipolo l. Lo spettro di potenza Cl è circolarmente simmetrico attorno a ciascun punto del cielo e quindi il valore di alm a‹lm mediato su tutto il cielo (ovvero la varianza di alm ) fornisce una stima della potenza associata al multipolo l ovvero Cl “ x|alm |2 y “ 1 ÿ alm a‹lm 2l ` 1 m Si noti che il calcolo della varianza di alm ha senso dal momento che è estratto da una distribuzione Gaussiana. Dal momento che le fluttuazioni sono Gaussiane possiamo quindi concludere che i Cl forniscono una descrizione completa delle fluttuazioni di temperatura, come indicato dalla 16.1. Un altro modo di presentare i risultati di queste analisi statistiche è quello di derivare la funzione di autocorrelazione a due punti per la distribuzione delle temperature in cielo in coordinate angolari (analoga alla ⇠ delle galassie): B F T p~u1 q T p~u2 q Cp✓q “ T T dove ~u1 e ~u2 sono versori delle direzioni 1 e 2 e la media è presa su tutto il cielo per una separazione angolare ✓, come mostrato in figura 85. 296 Calcolando l’autocorrelazione media su tutto il cielo per ottenere Cp✓q e sfruttando l’ortogonalità delle armoniche sferiche si può dimostrare che Cp✓q “ 1 ÿ p2l ` 1q Cl Pl pcos ✓q 4⇡ l con Cl spettro di potenza delle fluttuazioni di temperatura già visto e pari a Cl “ x|alm |2 y “ 1 ÿ alm a‹lm 2l ` 1 m Pl pcos ✓q è il polinomio di Legendre di ordine l. Per ottenere la relazione tra Cp✓q e Cl si è anche sfruttato il teorema secondo cui ÿ lm ‹ Ylm p~u1 qYlm p~u2 q “ ÿ 2l ` 1 l 4⇡ Pl pcos ✓q Si noti come, con le procedure seguite e la scelta di considerare solo i Cl si perda tutta l’informazione sulla fase degli alm ; in ogni caso se le perturbazioni sono distribuite Gaussianamente, le fasi sono numeri casuali tra 0 e 2⇡. In conclusione, si può scegliere indi↵erentemente di lavorare con Cp✓q o Cl ; nel nostro caso utilizzeremo i Cl . Nel presentare gli spettri di potenza si mostra comunemente non Cl ma lpl ` 1qCl Il motivo è che lo spettro di potenza delle fluttuazioni di temperature per uno spettro delle perturbazioni di Harrison-Zeldovich, P pkq 9 k, è pCl qHZ 9 1 lpl ` 1q pertanto, nei grafici lpl ` 1qCl in funzione di l, le curve orizzontali indicano la presenza di uno spettro delle perturbazioni di Harrison – Zel’dovich. In generale, è stato dimostrato che se P pkq “ Ak n allora i Cl sono dati da ` ˘ n´1 p3 ´ nq l ` 2 ˘ Cl “ 2n ⇡ 2 A 2 ` 4´n ˘ ` 5´n l ` 2 2 297 con funzione Gamma data da pxq “ ª8 tx´1 e´t dt 0 con la proprietà che px ` 1q “ pxq Se abbiamo uno spettro HZ, allora n “ 1 e per la proprietà della Gamma si ha 8⇡A pCl qHZ “ lpl ` 1q In conclusione lpl `1qCl è indipendente da l per uno spettro di Harrison – Zel’dovich delle perturbazioni. Un altro aspetto importante per queste misure è la “Cosmic Variance” ovvero le deviazioni dal comportamenti uniforme che si hanno su tutto il cielo. La Cosmic Variance comporta che si possano avere valori diversi di Cl a seconda di come si fanno le misure, ovvero a seconda delle aree di cielo che si scelgono (non tutti gli esprimenti di misura della CMB sono a tutto cielo!): in ultima analisi è questo il limite più importante per la precisione delle osservazioni, più che lo stesso rumore di misura. Come abbiamo visto prima, Cl viene ricavato dagli alm con m “ ´l, . . . , l e ciascun valore di alm fornisce una stima indipendente di Cl . Pertanto abbiamo p2l ` 1q stime indipendenti di Cl ; a seguito di questo la precisione con cui Cl è noto a seguito della Cosmic Variance è pCl q « Cl ˆ 2 2l ` 1 ˙1{2 quindi c’è un limite intrinseco ai bassi l dovuto alla cosmic variance, indipendentemente dagli errori di misura. 16.4 Lo spettro di potenza delle fluttuazioni della CMB: lo spettro di potenza osservato Consideriamo lo spettro di potenza ottenuto dopo i primi 3 anni di osservazioni con WMAP (figura 86a). In questa figura si riportano lpl ` 1q Cl vs l 2⇡ Dalla figura si nota una chiara evidenza per la presenza di oscillazioni acustiche nello spettro di potenza; la curva rossa rappresenta il modello che fornisce il miglior fit dei dati. I dati (punti con barre d’errore) indicano chiaramente 298 15.3 The Power Spectrum of Temperature Fluctuations 435 Fig. 15.4. a The binned 3-year angular power spectrum from the WMAP experiment (black Figura (a) Spettro potenza angolare treThe anni osservazioni del1 satellite symbols86: with 1− σ noisedierror bars for 2 ≤ l ≤dopo 1000). greydiband is the binned −σ WMAP; le misure sono i (Hinshaw punti conet barre di errore a 1is the perbest-fit 2 § lΛCDM § 1000. Lafor banda cosmic-variance uncertainty al., 2007). The curve model rossa è l’incertezza a dovuta alla cosmic variance. Lamodel curvapoints rossa è ilbinned modello the WMAP data alone (Spergel et al., 2007). The diamonds show the when in the same as the ildata. WMAP power spectrum other ⇤CDM che way fornisce bestb The fit dei dati.3-year (b) Paragone tra iand dati di measurements WMAP e quelli of the angular power spectrum extending to larger multipole moments (Hinshaw di altri esperimenti che si estendono a l più alti. Si noti in (a) e et inal., (b)2007). la scala The additional data, which have been restricted to those at large multipoles, are from the logaritmica nella rappresentazione dei multipoli l. Boomerang (Jones et al., 2006), Acbar (Kuo et al., 2004), CBI (Readhead et al., 2004) and VSA (Dickinson et al., 2004) experiments. In both diagrams, note the variable logarithmic scale in multipole moment along the abscissa 299 Planck collaboration: CMB power spectra & likelihood Angular scale 90 18 2 10 1 0.2 0.1 0.07 6000 5000 D`[µK2] 4000 3000 2000 1000 0 50 500 1000 1500 2000 2500 Multipole moment, ` Figure 37. The 2013 Planck CMB temperature angular power spectrum. The error bars include cosmic variance, whose magnitude Figura diarea potenza CMB dal Satellite In figura is indicated87: by theSpettro green shaded around the della best fit model. Theottenuto low- values are plotted at 2, 3, 4, 5,Planck. 6, 7, 8, 9.5, 11.5, 13.5, 16, 22.5, 27, 34.5, and 44.5. D19,l “ lpl ` 1qCl {2⇡. Table 8. Constraints on the basic six-parameter CDM model using Planck data. The top section contains constraints on the six primary parameters included directly in the estimation process, and the bottom section contains constraints on derived parameters. Planck picco acustico Planck+WP la presenza del primo e del secondo (da sinistra verso destra Parameter Best fit 68% limits Best fit ovvero da l più piccoli a l più grandi). Ricordiamo che68%l limits corrisponde ad una h ......... 0.022068 0.02207 ± 0.00033 0.022032 0.02205 ± 0.00028 scala h ......... 0.12029 0.1196 ± 0.0031 0.12038 0.1199 ± 0.0027 ⇡ 100 ....... 1.04122 1.04132 ✓ «± 0.00068 1.04119 1.04131 ± 0.00063 ............ 0.0925 0.097 ± 0.038l 0.0925 0.089 ...... 0.9624 0.9616 ± 0.0094 0.9619 perturbazioni 0.9603 ± 0.0073 ovvero si ha chen l. . è. . .direttamente legato ai k delle come b c 2 2 MC +0.012 0.014 s ln(1010 As ) . . . . . .......... 3.098 3.103 ± 0.072 3.0980 3.089+0.024 0.027 0.6825 0.686 ± 0.020 k « l 0.6817 0.685+0.018 0.016 0.3183 0.315+0.016 0.018 0.834 ± 0.027 0.8347 0.829 ± 0.012 .......... 0.3175 8. . . . . . . . . . . 0.8344 m 0.314 ± 0.020 Il primo ed il secondo acustico z . . . . . . .picco .... 11.35 11.4 sono a l più 11.37bassi ovvero 11.1 ± 1.1 a scale più gran......... 67.11 67.4 ± picco 1.4 67.04 67.3 ± 1.2 combinare i dati di; per rivelare Hla . presenza del terzo acustico occorre 10 A . . . . . . . . 2.215 2.23 ± 0.16 2.215 2.196 di WMAP con quelli di altri esperimenti (86b) che coprono porzioni piccole h ......... 0.14300 0.1423 ± 0.0029 0.14305 0.1426 ± 0.0025 di cielo ma con Age/Gyr una risoluzione spaziale migliore e che13.817 quindi campionano lo ...... 13.819 13.813 ± 0.058 13.8242 ± 0.048 . . . . . . . . . (ovvero .. 1090.43 scale 1090.37più ± 0.65piccole). 1090.48 1090.43 ± 0.54 spettro su l piùz grandi 100 . . . . . . . . 1.04139 1.04148 ± 0.00066 1.04136 1.04147 ± 0.00062 La banda rossa nelle figure rappresenta l’incertezza dovuta alla varianza z ........... 3402 3386 ± 69 3403 3391 ± 60 cosmica (1 ). Come si vede, le misure di WMAP sono cosmic variance limited fino a l „ 400; questo significa che è inutile ottenere misure più profonde per 33 l † 400 che comunque sarebbero limitate dalla variabilità intrinseca spaziale. Si noti come la varianza cosmica diventi molto grande agli l piccoli ovvero a scale ✓ „ 90˝ ; il motivo è semplice e risiede nel fatto che l’angolo giro e quindi la scala massima camionabile è 360˝ ; più che andiamo a l piccoli, più +4.0 2.8 re 0 9 m +0.051 0.060 s 2 eq 300 che abbiamo un numero di misure indipendenti minore e quindi siamo più a↵etti dalla varianza. Infine la figura 87 mostra lo spettro di potenza ottenuto dalle ultime osservazioni di Planck. Gli errori di misura sono cosı̀ piccoli ed il campionamento è su un intervallo di scale cosı̀ grandi che si riesce ad ottenere lo spettro con un ottimo segnale rumore fino a oltre l ° 2000, osservando tutti i picchi acustici che non sono stati smorzati. 16.5 L’origine delle anisotropie di temperatura della CMB Le fluttuazioni di temperatura della CMB sono dovute a 3 contributi principali che sono quindi alla base della forma dello spettro delle perturbazioni: • il contributo principale è quello dell fluttuazioni prodotte e amplificate durante la fase inflazionaria che poi evolvono e vengono smorzate secondo i processi fisici visti fino ad ora; nel caso delle fluttuazioni adiabatiche che non subiscono un “riprocessamento” (es., e↵etto Meszaros, Silk Damping, Free Streaming, ecc.) si ha direttamente ˆ ˙ T 1 ⇢b 1 ⇢DM “ “ T k 3 ⇢b 3 ⇢DM si è usato il pedice k per indicare le fluttuazioni di temperatura direttamente dovute alle perturbazioni con spettro di potenza P pkq al momento della ricombinazione; • e↵etto Sachs Wolfe ovvero la generazione di fluttuazioni di temperatura a seguito dell’uscita dei fotoni dalle buche di potenziale; è una combinazione di redshift gravitazionale e di dilatazione dei tempi che risulta in ˆ ˙ T 1 “ T SW 3 c2 • e↵etto Doppler, ovvero la generazione di fluttuazioni di temperatura nello spettro dei fotoni che vengono di↵usi da elettroni in moto nelle buche di potenziale: ˆ ˙ T ⌫ v “ “ T Dopp ⌫ c 301 Complessivamente si ha T “ T ˆ T T ˙ k ` 1 v ` 2 3c c Da queste fluttuazioni poi si ottengono i Cl ovvero lo spettro delle fluttuazioni di temperatura. Come vedremo più in dettaglio, sulle grandi scale domina l’e↵etto Sachs Wolfe dalle buche di potenziale delle perturbazioni adiabatiche primordiali; sulle scale intermedie si hanno le oscillazioni acustiche di plasma, quindi l’e↵etto Sachs Wolfe dalle buche di potenziale oscillanti è alla base dei picchi acustici osservati oltre, ovviamente, alcontributo dovuto all’e↵etto Doppler; a scale più piccole intervengono gli e↵etti di smorzamento statistico ed il Silk Damping. 16.5.1 Grandi scale: l’e↵etto Sachs Wolfe sulle perturbazioni primordiali A grandi scale, ✓ ° 2˝ , le perturbazioni nel last scattering layer sono ancora oltre l’orizzonte di particella, pertanto sono congelate nella metrica e contengono ancora le informazioni sullo spettro iniziale delle perturbazioni non ancora processato. Come si vede dalle figure 86, 87 lo spettro per ✓ ° 2˝ è consistente con lpl ` 1qCl “ costante, ovvero quello che ci aspettiamo dallo spettro di Harrison Zel’dovich. A queste scale, l’unico e↵etto da considerare è l’e↵etto Sachs Wolfe sulle perturbazioni primordiali. Avevamo trovato che per le perturbazioni adiabatiche di curvatura come quelle originate dall’inflazione e ancora su scala r ° rH alla ricombinazione si aveva 1 ⇢b 1 ⇢DM 1 ⇢rad “ “ 3 ⇢b 3 ⇢DM 4 ⇢rad ma, dal momento che ⇢rad “ 4 {c T 4 , ne consegue che ⇢rad T “4 ⇢rad T ovvero ˆ T T ˙ k “ 1 ⇢b 3 ⇢b Questo è il contributo alle fluttuazioni di temperatura direttamente dovuto alle fluttuazioni di densità la cui evoluzione abbiamo studiato fino ad ora; per consistenza con la sezione precedente abbiamo utilizzato il pedice k. 302 I fotoni che escono da queste perturbazioni primordiali sono soggetti all’e↵etto Sachs Wolfe; la prima parte dell’e↵etto Sachs Wolfe è il redshift gravitazionale (nel limite Newtoniano) a cui i fotoni sono soggetti per l’uscita dalla buca di potenziale : zgrav “ ⌫ T “ 2 “ ⌫ c T ricordiamo che il redshift comporta un “ra↵reddamento” dei fotoni T † 0 e infatti † 0 (buca di potenziale più profonda per l’aumento della densità). La seconda parte dell’e↵etto Sachs Wolfe è la dilatazione dei tempi, sempre a seguito dell’uscita dalla buca di potenziale; t ⌫ “ “ 2 t ⌫ c gli orologi nella buca di potenziale scorrono più lentamente per cui vediamo la regione quando era più giovane, ovvero più calda; infatti † 0 comporta t † 0 cioè nella buca di potenziale gli orologi sono in ritardo, ovvero l’universo è più “giovane” e quindi la radiazione più “calda”; inoltre, dal momento che a 9 t2{3 si ha a 2 t “ a 3 t ´1 e siccome T 9 a T a 2 t 2 “´ “´ “´ 2 T a 3 t 3c sommando quanto trovato otteniamo infine T 2 1 “ 2 ´ “ 2 T c 3c 3 c2 Poichè † 0 il risultato netto è quello di T † 0 ovvero i fotoni sono più “freddi”. Vediamo adesso qual è il valore del potenziale della perturbazione . Sappiamo che G M „ d con d scala della perturbazione; la fluttuazione di massa è M „ ⇢ d3 e la fluttuazione di densità è ⇢ “ ˆ ⇢ con contrasto densità e ⇢ densità ´3 media; ma “ 0 a e ⇢ “ ⇢0 a per cui ⇢“p 0 aq ˆ p⇢0 a´3 q “ p la dimensione della perturbazione è d “ d0 a 303 0 ⇢0 q a ´2 “ ⇢0 a´2 ovvero G M Gp ⇢0 a´2 q pd30 a3 q “ „ G ⇢0 d20 (16.2) d d0 a ovvero la perturbazione del potenziale gravitazionale è indipendente dell’epoca cosmica fintanto che cresce come a; questo è anche il motivo per cui le perturbazioni superhorizon congelate nella metrica crescono come a nell’epoca della materia. Possiamo anche usare i risultati dell’analisi dello spettro di potenza fatta prima. Per P pkq 9 k n si ha 9 M ´pn`3q{6 , ovvero „ ⇢0 9 ⇢0 M ´pn`3q{6 dato che M 9 ⇢0 d30 si ottiene p1´nq{2 9 ⇢0 d20 9 d0 9 ✓p1´nq{2 sfruttando il fatto che ✓ 9 1{d0 . Le fluttuazioni di temperatura su grandi scale sono pertanto T 1 “ 9 ✓p1´nq{2 T 3 c2 ovvero T 9 ✓p1´nq{2 T e quindi, per uno spettro di Harrison Zel’dovich (n “ 1), si ha T {T “ costante ovvero uno spettro di potenza piatto. Quello che si osserva ai piccoli l ovvero alle grandi scale è pertanto consistente con lo spettro di Harrison Zel’dovich. Lo spettro di potenza delle fluttuazioni di temperatura fornisce la migliore normalizzazione dello spettro delle perturbazioni di densità su scale molto grandi. Per avere un’idea delle scale, ✓ „ 10˝ corrispondono a d „ 2400 Mpc, ovvero „ 10 volte più grandi dei più grandi vuoti visti nella distribuzione delle galassie. L’e↵etto Sachs Wolfe descritto fin qui è dovuto solo alle buche di potenziale nello strato di ultimo scattering e si basa in modo cruciale sul fatto che il contrasto di densità cresca linearmente con a: “ 0 a. Si ricordi inoltre che questo crescita di è esatta solo per ⌦0 “ 1, ⌦⇤ “ 0. Ovviamente durante il tragitto tra zrec e z “ 0 i fotoni attraverseranno altre buche di potenziale e saranno quindi soggetti ad un blueshift/redshift gravitazionale a seconda che entrino/escano dalla buca. Però a z più bassi nel modello ⇤CDM (⌦0 ‰ 0, ⌦0 ` ⌦⇤ “ 1) non cresce più come a a causa 304 polarisation signal can be uniquely decomposed into what are known as the electric E, or gradient, component associated with h + and a magnetic B, or curl, component with h × . These result in corresponding orthogonal patterns of polarisation on the sky. The importance of this decomposition is that, whereas the E components could be generated by either scalar or tensor perturbations, the B component is a signature of the presence of a pure curl component. The importance of these considerations is that they provide another potential means of investigating physical processes in the very early Universe. Just as the spectrum of scalar perturbations can be associated with quantum fluctuations of the Fig. 15.11a,b. The two orthogonal polarisation modes, h + and h × , of gravitational radiation Figura Oscillazione indotta su un anello di materia nel piano del foglio da onde (Will, 88: 2006) gravitazionali piane che si propagano perpendicolarmente al foglio: sono mostrati i due modi indipendenti h` (sinistra) e hˆ (sinistra). 6 For a simple introduction to gravitational radiation, see the review by Schutz (Schutz, 2001). dell’e↵etto della dark energy, e questo determina una modifica dell’e↵etto Sachs Wolfe rispetto alla semplice espressione vista prima; pertanto bisogna tener conto dell’e↵etto Sachs Wolfe per ogni intervallo di redshift dz e si parla pertanto di e↵etto Sachs Wolfe integrato (Integrated Sachs Wolfe, ISW). A z più bassi c’è un altro e↵etto di ordine superiore da tenere in considerazione: quando un fotone attraversa una perturbazione di densità, il blueshift (per l’entrata nella buca) ed il redshift (per l’uscita dalla buca) non si compensano più perché nel frattempo la perturbazione evolve temporalmente. Tutti questi e↵etti sono piccoli rispetto al Sachs Wolfe sulla superficie di ultimo scattering, ma devono comunque essere considerati per la precisione ottenuta dalle osservazioni. 16.5.2 Le onde gravitazionali primordiali Nel modello inflazionario lo spettro delle perturbazioni iniziali nasce dalle fluttuazioni quantistiche del campo responsabile per l’inflazione (espansione esponenziale); questo spettro è predetto essere proprio lo spettro di Harrison – Zel’dovich. Lo spettro di HZ si riferisce alle perturbazioni scalari, che abbiamo analizzato fino ad ora, ma il campo scalare che dà origine all’inflazione determina anche delle onde gravitazionali, ovvero le perturbazioni tensoriali della metrica (gli hij visti nella metrica 12.9). Poichè la forza gravitazionale è solo attrattiva non esistono onde gravitazionali di dipolo ma solo di quadrupolo. Le onde gravitazionali fanno variare la metrica e quindi la geometria dello spazio; si può dimostrare che 305 le perturbazioni tensoriali (onde gravitazionali) possono essere decomposte in due “polarizzazioni” indipendenti (modi di oscillazione) in modo analogo alle onde elettromagnetiche ed indicate con h` e hˆ . Queste corrispondono a oscillazioni dello spazio in due direzioni a 45 gradi tra loro come mostrato in figura 88 dove si considera l’oscillazione indotta su un anello di materia. Le onde gravitazionali determinano quindi compressioni e rarefazioni della materia in modo analogo alle perturbazioni scalari. Le perturbazioni di potenziale cosı̀ generate contribuiscono poi all’e↵etto Sachs Wolfe sui fotoni della radiazione cosmica di fondo. Le onde gravitazionali interagiscono con la materia tramite la loro influenza gravitazionale di quadrupolo e portano informazioni dirette sull’universo primordiale. Pertanto, se venissero rivelate, fornirebbero una prova diretta del modello inflazionario. Si può dimostrare che le onde gravitazionali si comportano come particelle senza massa (o ultrarelativistiche) con equazione di stato p “ 1{3" e quindi hanno “ cP {cV “ 4{3. Esattamente come le perturbazioni scalari, le onde gravitazionali sono state “gonfiate” (inflated) durante l’espansione esponenziale a lunghezze d’onda " rH e come tali sono congelate nella metrica e conservano il loro spettro di potenza fino all’entrata nell’orizzonte in epoche molto posteriori. Quando „ rH entrano nell’orizzonte si ha che la loro densità di energia " „ a´4 e quindi, contrariamente alle perturbazioni scalari nei plasmi relativistici che vengono stabilizzate, le onde gravitazionali vengono smorzate adiabaticamente in modo analogo alle perturbazioni della DM. A noi interessano le fluttuazioni di temperatura generate dalle onde gravitazionali. Queste determinano un redshift o un blueshift dei fotoni analoghi a quelli prodotti dall’e↵etto Sachs-Wolfe. Lo spettro predetto dall’inflazione per le onde gravitazionali è invariate sulle scale spaziali ed è simile a n « 1 delle perturbazioni scalari. Questa invarianza di scala (tipo spettro HZ) che determina uno spettro piatto delle fluttuazioni di temperatura, si mantiene fino a scale ✓ Á 2˝ (corrispondente a l À 100) ovvero al di sopra del raggio dell’orizzonte al momento della ricombinazione, come abbiamo visto per le perturbazioni scalari. Su scale più piccole le perturbazioni sono decadute adiabaticamente per cui la loro ampiezza relativamente alle perturbazioni scalari (che sono stabilizzate dalla radiazione) diminuisce come T S 9 a´4 “ a´1 9 l´1 a´3 e questo andamento è valido per l Á 100. In figura 89 si mostra lo spettro di potenza delle fluttuazioni di temperatura (lpl ` 1qCl ) previsto per le perturbazioni scalari (di densità) e le perturbazioni tensoriali (onde gravitazionali); 306 442 15 Fluctuations in the Cosmic Microwave Background Radiation 89: Spettro di potenza fluttuazioni diintemperatura ` 1qCl ) preFig. 15.6. Figura The predicted power spectradelle of fluctuations the cosmic(lpl microwave background visto per le perturbazioni scalari (di densità) e le perturbazioni tensoriali (onde radiation due to scalar perturbations (density perturbations; top) and tensor perturbations gravitazionali) per un rapporto tensoriali-su-scalari pari a r “ 1. (gravity waves; bottom) for a tensor-to-scalar ratio r = 1 (Challinor, 2005) la normalizzazione delle perturbazioni tensoriali è fatta in base a r rapporto upon the tra form of the inflationary potential (Starobinsky, 1985; Davis et al., 1992b; perturbazioni tensoriali e scalari definito come Crittenden et al., 1993). According to these theories, the ratio of the power spectra Cl pT q depends upon the spectral index of ther “ scalar perturbations as C pSq l e valutato a piccoli l; questo coefficiente di normalizzazione è un numero che ∆2 serve a riscalare direttamente Tla ≈ curva rossa 6(1 − n)in,figura 89. In e↵etti a grandi 2 l, per quanto visto prima si ∆ ha,s ∆2T ∆2s r“ density 2 Cl pT q T 9 9 l´2in 2 Cperturbations pSq l S (15.41) where and are the the tensor and scalar modes respectively. Peacock provides an accessible introduction to this topic (Peacock, Nel caso in figura 89 è stato assunto r “ 1 da cui si capisce come il contributo 2000). Thus, an important test of(diinflation is tosiameasure the spectral index n of delle perturbazioni tensoriali quadrupolo) intrinsecamente più piccolo the scalardipower spectrum with high precision, thismodelli is now possibler with the quello delle perturbazioni scalari. Secondoand alcuni inflazionati dipende dallo spettro di potenza delle com the findings, which are availability of the 3-year WMAP data set.perturbazioni To summarise dealt with in more detail in Sect. 15.9,2T the best-fit value of n to all the (16.3) observational « 6p1 ´ nq +0.015 2 data is n = 0.951 −0.019 , suggesting Sthat the predicted ‘tilt’ of the power spectrum may have been observed (Spergel et al., 2007). 307 We can set limits to the energy density of primordial gravitational waves at the present epoch from the observed power spectrum of the COBE fluctuations. As pointed out by Padmanabhan, gravitational waves at the present epoch with wavelength λ ∼ c/H0 would produce a quadrupole anisotropy in the cosmic microwave background radiation through the Sachs–Wolfe effect, and so the upper limit to the quindi, avendo 2T ‰ 0, si ha che n † 1, anche se di poco. Da misure recenti di Planck si ottiene n “ 0.9608 ˘ 0.0054 e questa piccola deviazione dallo spettro HZ potrebbe indicare la presenza delle perturbazioni tensoriali, ovvero delle onde gravitazionali generate dall’inflazione. 16.5.3 Scale angolari intermedie ed i picchi acustici Le oscillazioni acustiche sono attese su scale intermedie ✓S † ✓ † ✓H con ✓H scala dell’orizzonte e ✓S scala del Damping di Silk. Le perturbazioni nel plasma radiation-dominated diventano onde acustiche non appena entrano nel loro orizzonte. Abbiamo visto che il primo picco acustico è associato alle perturbazioni sulla scala dell’orizzonte sonoro sulla superficie di ultimo scattering. Poichè abbiamo assunto che le piccole perturbazioni siano Gaussiane allora la probabilità di avere un’ampiezza per una data scala di massa M è „ ⇢ 2 1 Pp q “ ? exp ´ 2 2 pM q 2⇡ pM q Le perturbazioni che poi collassano a formare strutture hanno ° 0 alla ricombinazione, però il fatto che si abbia ° 0, “ 0 o † 0 dipende dal numero di oscillazioni che compiono tra l’entrata all’orizzonte (in cui hanno ampiezza massima) e l’arrivo alla superficie di ultimo scattering. L’ampiezza delle perturbazioni barioniche dipende pertanto dalla di↵erenza di fase tra queste due epoche ovvero ª trec ª trec ª trec “ rec ´ 0 “ d “ kcs dt “ kc cs p1 ` zqdt 0 0 0 con kc vettore d’onda comovente e t “ 0 che rappresenta l’entrata della perturbazione nell’orizzonte con fase 0 ; come abbiamo visto la perturbazione entra nell’orizzonte con contrasto di densità massimo (se è una compressione) o minimo (se è una rarefazione), poi comincia ad oscillare. Il primo picco di potenza nello spettro corrisponde alle perturbazioni per cui ª trec d “⇡ 0 ovvero il cui contrasto di densità era massimo/minimo all’entrata all’orizzonte e diventa minimo/massimo alla ricombinazione (pensare alle oscillazioni di 308 una sinusoide/cosinusoide). Abbiamo visto che questo corrisponde a l « 250 e che è stato osservato in modo spettacolare già da WMAP. Come abbiamo detto, ✓s , la scala dell’orizzonte sonoro sulla superficie di ultimo scattering (approssimando l’integrale) è ✓s « s p1 ` zq c 2z z cz z “a « 1{2 1{2 D 3p1 ` Rq 3H0 ⌦0 r 3H0 ⌦0 r Sapendo che ✓s deve corrispondere alle perturbazioni che hanno fatto una sola oscillazione tra l’entrata nell’orizzonte e la ricombinazione, conosciamo la scala spaziale vera cs t per cui combinando con ✓s misurato dalla posizione del picco ✓s „ ⇡{l possiamo ottenere una stima di D sulla superficie di ultimo scattering e quindi misurare i parametri cosmologici tra cui, principalmente, ⌦0 . Quindi, se k1 è il vettore d’onda che corrisponde al primo picco acustico, i massimi si avranno per oscillazioni con di↵erenza di fase pari a n⇡ rispetto a k1 . Però bisogna tener presente che: • se n è dispari si ha la massima compressione dell’onda che corrisponde ad un massimo di e quindi ad un minimo della variazione di potenziale ovvero ad una temperatura più calda; • se n è pari si ha la massima rarefazione e quindi dei minimi di T ; • le perturbazioni con “ ⇡pn ` 1{2q relativamente a k1 hanno ampiezza 0 e quindi corrispondono ai minimi dello spettro di potenza. In conclusione, i picchi acustici corrispondono quindi a frequenze tali che !trec “ n⇡ (abbiamo assunto che l’entrata nell’orizzonte sia avvenuta per t “ 0) ma sappiamo che ! 2 “ c2s k 2 ´ 4⇡G⇢ e se s ! J (che come abbiamo visto è vero alle scale in cui siamo) si ha ! 2 « c2s k 2 e quindi !trec “ cs k trec “ n⇡ che, con cs trec “ s comporta che i picchi acustici siano a kn “ con per s n⇡ s “ nk1 scala dell’orizzonte sonoro. Pertanto i picchi acustici sono equispaziati ! J (short wave approximation). La separazione tra i picchi è, per 309 456 15 Fluctuations in the Cosmic Microwave Background Radiation Fig. 15.9. Contributions of various terms to the temperature anisotropy power spectrum for Figura 90: Contributi principali allo spettro di potenza complessivo (curva nera). adiabatic initial density perturbations. At large values of l, the contributions are, (top to In rosso si ha il contributo delle perturbazioni di temperatura/potenziale gravitabottom): total power; SW, the Sachs–Wolfe effect including the monopole anisotropy; the zionale sullo strato di ultimo scattering e dell’e↵etto Sachs Wolfe da esse generato; Doppler or dipole term; the integrated Sachs–Wolfe effect (Challinor, 2005) in verde c’è il contributo dell’e↵etto Sachs Wolfe integrato (dovuto a perturbazioni tra noi e lo strato di ultimo scattering) mentre in blue c’è il contributo dovuto all’e↵etto Doppler. As a result, the polarisation signal is expected to be much weaker than the intensity fluctuations. It is therefore a very considerable challenge to measure the polarisation signal experimentally, but this was first achieved by the ground-based Degree Angular Scale Interferometer (DASI) in 2002 (Leitch et al., 2002; Kovac n “ 1, k “ ⇡{ s che quindi fornisce un’ulteriore stima di s e quindi et al., 2002). Subsequent ground-based experiments including the CBI (Readhead di una lunghezza sulla superficie di ultimo scattering. Il contributo delle et al., 2004), the CAPMAP (Barkats et al., 2005) and Boomerang (Montroy et al., oscillazioni acustiche i picchi detections acustici èofmostrato in figura 90 dalla curva 5 2006) projects reportedcon convincing the polarised background signal. rossa. From space, the WMAP experiment detected a positive polarisation signal in the Vediamo adesso etdial., stimare le ampiezze dei picchiwith acustici nello spettro 1-year data (Bennett 2003) and this was confirmed improved signal-todinoise potenza; le oscillazioni acustiche avvengono in presenza delle perturbaratio in the 3-year data release (Page et al., 2007). It is simplest to summarise zioni di DMofche continuano a crescere ed WMAP hanno un’ampiezza maggiore delle the results these efforts using the 3-year polarisation data. It is again oscillazioni In to quanto segue, trascuriamo la crescita delleskills perappropriate acustiche. to pay tribute the outstanding experimental and datalenta analysis turbazioni di DM e la variazione di " {" . Ricordiamo che per la crescita which have gone into these extremely demanding experiments. The extraction of rad m delle perturbazioni the polarisation signalsiisha particularly challenging because it has to be detected in the presence of the polarised Galactic ˆ radio ˙ emission, which has to be removed from the 2 9 d a d sky maps to reveal the polarisation associated the´ primordial `2 “ with p4⇡G⇢ k 2 c2s q perturbations. 2 a which dt were shown in Fig. The total intensitydtfluctuations 15.3 are displayed as filled dots at the top of Fig. 15.10 and are labelled TT. The polarisation power i spectrum termini oscillatori sono associati al curve, plasmawhich photon-dominated per cui mulis labelled EE. The oscillating decreases towards small 5 ´ k 2 c2 “ ´ bk 2 2 c s s The reader by now will be aware of my preference to avoid acronyms but I have partially capitulated here: the translations are as follows: CBI = Cosmic Background Imager; CAPMAP = Cosmic Anisotropy Polarization Mapper; BOOMERanG = Balloon Observa310ANisotropy and Geophysics. tions Of Millimetric Extragalactic Radiation mentre il potenziale gravitazionale guida è quello della DM 4⇡G⇢ “ DM ⇢DM 4⇡G e, se il termine di smorzamento associato all’espansione è trascurabile, si ha d2 b ` dt2 bk 2 2 cs “ 4⇡G⇢DM DM Le fluttuazioni di temperatura sono legate alle fluttuazioni di densità barionica e, nel caso di perturbazioni scalari adiabatiche, si ha ⇥0 “ T 1 ⇢b 1 “ “ T 3 ⇢b 3 b questo termine è detto di “monopolo”. Si può scrivere d 2 ⇥0 4 ` ⇥0 k 2 c2s “ ⇡Gp ⇢qDM 2 dt 3 Ricordiamo che „´ g M 4⇡Gd2 p ⇢qDM 4⇡Gp ⇢qDM „´ “´ d 3 3k 2 e quindi d 2 ⇥0 1 ` ⇥0 k 2 c2s “ ´ k 2 2 dt 9 notare che il fattore 1{9 è stato inserito per tener ottenere il risultato corretto a fronte della nostra trattazione approssimata. L’equazione appena trovata è un’equazione di un moto armonico con termine forzante ´k 2 {9; la sua soluzione è la soluzione dell’equazione del moto armonico più una soluzione particolare dell’equazione totale. La soluzione particolare è ⇥0 “ ´ 1 9 c2s che è indipendente dal tempo, per le assunzioni fatte fin qui. Allora se ! “ cs k si ha che la soluzione completa dell’equazione è ⇥0 ptq “ A cos !t ` B sin !t ´ 1 9 c2s dove si è preso t “ 0 per l’entrata nell’orizzonte della perturbazione. Le 9 0 p0q; ricordando che condizioni iniziali sono ⇥0 p0q e ⇥ c cs “ a 3p1 ` Rq 311 con R “ 3⇢b {4⇢rad si ha „ 1`R ⇥0 ptq “ ⇥0 p0q ` 3c2 ⇢ cos !t ` 1 9 1`R ⇥0 p0q sin !t ´ kcs 3c2 Vogliamo la soluzione alla ricombinazione quindi per t “ trec ; abbiamo che !trec “ kcs trec “ k s con s orizzonte sonoro, quindi „ ⇢ 1`R 1 9 1`R ⇥0 ptrec q “ ⇥0 p0q ` cos k s ` ⇥0 p0q sin k s ´ 2 3c kcs 3c2 queste sono le oscillazioni adiabatiche di temperatura delle onde acustiche nelle buche di potenziale della dark matter. Poichè sono forzate non sono simmetriche rispetto a ⇥0 “ 0 ma sono spostate a valori positivi a causa del termine forzante negativo ´p1 ` Rq {c2 . Oltre a queste, bisogna tener conto che la materia delle perturbazioni deve essere in moto e, a causa dell’equazione di continuità si ha, ˆ ˙ d ⇢b d b ~ ¨ ~v “ ´~k ¨ ~v “ “ ´r dt ⇢b dt Ma questo moto nelle perturbazioni causa una fluttuazione di temperatura a causa dell’e↵etto Doppler tale che ⇥1 “ T v cos ✓ “ T c queste sono le perturbazioni di “dipolo”. Partendo da ⇥0 “ 1 3 b ottengo d b 90 “ 3⇥ dt e posso riscrivere l’equazione di continuità come 9 0 “ ´kc⇥1 ptq 3⇥ allora derivo l’espressione trovata per ⇥0 ptq e la valuto alla ricombinazione (!trec “ k s ) ottenendo „ 1 3cs 1`R ⇥1 ptrec q “ ? ⇥0 p0q ` 3c2 3 c 312 ⇢ sin k s ` 9 0 p0q 3⇥ cos k kc s In conclusione, ⇥0 ptq è il contributo di monopoli a T {T che viene dalle fluttuazioni dovute alle oscillazioni acustiche dei barioni; ⇥1 ptq è il contributo di dipolo ed è dovuto all’e↵etto Doppler per i moti nelle buche di potenziale delle perturbazioni che causano lo stesso termine di monopoli. Questi sono i principali e↵etti acustici e di redshift gravitazionale che dominano la formazione primaria delle anisotropie, In ⇥0 ptq ci sono termini in cos k s che corrispondono ai modi adiabatici ovvero quelli che hanno ⇥0 ° 0 all’entrata nell’orizzonte per t “ 0; i termini in sin k s , invece, corrispondono ai modi di isocurvatura. Concentriamoci sui modi adiabatici e trascuriamo quindi i termini in sin k s in ⇥0 e quelli in cos k s in ⇥1 per cui „ ⇢ 1`R 1`R ⇥0 ptrec q “ ⇥0 p0q ` cos k s ´ 2 3c 3c2 „ ⇢ 1 3cs 1`R ⇥1 ptrec q “ ? ⇥0 p0q ` sin k s 3c2 3 c Notare come ⇥1 ptrec q sia più piccolo di un fattore 3cs {c rispetto a ⇥0 ptrec q. Consideriamo adesso il redshift dei fotoni che escono dalla buca di potenziale (e↵etto Sachs Wolfe): se ⇥0 ptrec q è la perturbazione adiabatica alla ricombinazione quella “vista” dall’osservatore è ˆ ˙ „ ⇢ T 1 1`R R “ ⇥0 ptrec q` “ ⇥0 ptq “ ⇥0 p0q ` cos k s ´ 2 2 2 T ef f 3 c 3c 3c da notare che è indipendente da t. Questa è la fluttuazione di temperatura efficace. Colleghiamola alla corrispondente perturbazione di Sachs Wolfe quando viene fuori dall’orizzonte per t “ 0. La fluttuazione di monopoli ⇥0 ptq deve avere una perturbazione di temperatura per il Sachs Wolf pari a ˆ ˙ T 1 “ T ef f,t“0 3 c2 per t “ 0, per cui alla fine si ottiene ˆ ˙ T 1 “ p1 ` 3Rq cos k T ef f 3 c2 s ´ R 3c2 Analogamente, per il termine di dipolo si ottiene ˆ ˙ T cs “ ⇥1 ptq “ ? p1 ` 3Rq sin k T 3c c2 313 s Questa soluzione mette in evidenza alcune caratteristiche ? della soluzione completa ovvero che per R “ 3⇢m {4⇢rad Ñ 0 si ha cs Ñ c{ 3 ˆ ˙ T 1 “ cos k s T ef f 3 c2 e ˆ T T ˙ “ 1 sin k 3 c2 s ovvero oscillazioni acustiche nel plasma radiation dominated con ⇥0 e ⇥1 (monopolo e dipolo) che hanno la stessa ampiezza ma sono sfasate di ⇡{2. In sostanza, quando non si può trascurare l’inerzia dei barioni (R ° 0) si ha che ⇥0 ° ⇥1 . Alla massima compressione k s “ ⇡ cos k s , l’ampiezza delle T {T osservate è ´p1 ` 6Rq volte quella dovuta all’e↵etto Sachs Wolfe ( {3c2 . Le ampiezze delle oscillazioni sono asimmetriche se R ‰ 0 e questo spiega le asimmetrie tra i monopoli pari e dispari viste nello spettro. Considerando tutti gli e↵etti si ottiene che • lo spettro predetto deve essere mediato statisticamente su una distribuzione casuale di onde acustiche e integrato su tutti i k; • si devono includere i termini doppler (dipolo) oltre al monopolo; • le onde acustiche evolvono in un mezzo in espansione in cui cs e variano nel tempo; • si integrano le equazioni di Boltzmann, Einstein e Eulero sullo strato di ultimo scattering quindi, per ottenere accuratezze migliori del % è necessario fare un’integrazione numerica. In figura 91 si riporta lo spettro delle fluttuazioni di temperatura della radiazione cosmica di fondo e le sue variazioni con i parametri cosmologici. Nel caso in cui 0.06 • ⌦b h2 • 0.005 (in alto a sinistra) si noti l’aumento dell’ampiezza del primo picco acustico; nel caso in cui 0.05 § ⌦0 h2 § 0.5 (in alto a destra) si noti l’aumento di ampiezza e lo spostamento della posizione del primo picco acustico. Infine si noti lo spostamento dello spettro al variare del parametro di curvatura ⌦k “ ⌦0 ` ⌦⇤ ´ 1 in ´0.15 § ⌦k § 0.15 (basso a sinistra), e l’analoga dipendenza da ⌦⇤ (basso a destra). 16.5.4 Piccole scale angolari Sulle piccole scale angolari lo smorzamento (damping) avviene principalmente per due motivi: 314 Some examples of the results of detailed predictions by Challinor are shown in Fig. 15.7, indicating how different features of the temperature anisotropy power spectrum are sensitive to variations of the cosmological parameters (Challinor, 2005). It is a useful exercise to study the power spectra in Fig. 15.7 in some detail and to use the results we have established in this section to understand the dependences upon cosmological parameters. For example, the left-hand plot of Fig. 15.7a shows clearly the strong enhancement of the first acoustic peak as the baryon density increases. Fig. 15.7a,b. The dependence of the temperature-anisotropy power spectrum on different Figura 91: Dipendenza dello spettro delle scale-invariant fluttuazioni adiabatic di temperatura cosmological parameters (Challinor, 2005).di In potenza these examples, initial dai parametri cosmologici. In questo esempio sono state assunte perturbations are assumed. a Top pair of diagrams: dependence on the density perturbazioni parameter in adiabatiche iniziali con spettro di parameter HarrisonΩZeldovich. Nei diagrammi in alto si baryons (left) and total matter density 0 (right). Top to bottom at first peak: the 2 2 considera un variazione di ⌦blinearly in 0.06in • 0.005 e ⌦ 0.05 (left) the§ baryon density parameter varies the⌦range 0.06 ≥ Ω(sinistra) 0 inand bh • B h ≥ 0.005 2 2 parameter in the range 0.05in≤ basso ΩB h si ≤ considera 0.5 (right). bl’e↵etto Bottom pair of diagrams:di ⌦0matter h § density 0.5 (destra). Nei diagrammi del parametro and the edark The dependence curvatura (⌦k “ on ⌦0the ` ⌦curvature ´0.15parameter § ⌦k § Ω 0.15 (sinistra) ⌦⇤ ,energy 0.9 •density ⌦⇤ • 9 κ (left) ⇤ ´ 1) indensity (right). In both cases, the density parameters in baryons and matter were held parameter Ω Λ (destra). constant, thus preserving the conditions on the last scattering layer. The curvature density parameter varies (left to right) in the range −0.15 ≤ Ωκ ≤ 0.15 and the dark matter density parameter in the range 0.9 ≥ ΩΛ ≥ 0.0 • lo smorzamento statistico che si ha per † us con us spessore dello strato di ultimo scattering; posto us “ N , la perturbazione con scala viene smorzata di un fattore N ´1{2 ; • il damping di Silk che si nota chiaramente per l ° 500 negli spettri nelle figure 86 e87. Un altro e↵etto di cui bisogna tener conto sulle piccole scale („arcmin) è l’e↵etto Sunyaev-Zel’dovich ovvero la variazione della temperatura dei fotoni della CMB per il passaggio in una regione di gas caldo come quello nel mezzo intracluster degli ammassi; questo determina delle fluttuazioni che 315 15.7 The Reionised Intergalactic Gas 453 Fig. 15.8.92: The Smorzamento effect of reionisation the temperature powera spectrum. The Figura dello on spettro di potenzaanisotropy della CMB seguito della spectra are (top toavvenuta bottom) for no reionisation, τ = 0.1 and 0.2. (Challinor, 2005) reionizzazione dopo la ricombinazione. reionised, presumably by the earliest generations of massive stars. These redshifts are unreasonable as we will discuss in more Chap. The nonnotsono legate allavalues, crescita delle perturbazioni. In detail alcuniincasi la 18. diminuoptical for Thomson di scattering is one of thearrivare key cosmological parameters to zione depth delle fluttuazioni temperatura può a essere dell’ordine di ´4 be found of tipo the observed power spectrum of fluctuations T {T „from ´10detailed . C’èanalysis un altro di e↵etto Sunyaev-Zel’dovich dovuto in al the cosmic microwave background radiation. moto peculiare del gas caldo nel riferimento in cui la CMB è isotropa (ovveformation della of early generations objects would necessarily give rise to ro The il riferimento CMB). Questoofè cosiddetto e↵etto Sunyaev-Zeldovich significant velocity perturbations during the reionisation epoch, resulting in Doppler cinematico. shiftsInfine, of the background exactly thele same way dello that the dipole temperature ad un certoradiation, livello diinsensibilità misure spettro primordiale perturbations were generated at the last scattering layer. The problem is that these vengono limitate dalla presenza delle sorgenti discrete che non possono più effects are expected to be small, partly because the optical depth of the perturbations essere rimosse perché irrisolte dallo strumento (caso confusion limited). is small, and also because the random superposition of these perturbations leads to a statistical decrease of their amplitude. There is, however, a second-order effect 16.5.5 Il Lensing Gravitazionale discussed by Vishniac which does not lead to the statistical cancellation of the velocity perturbations (Vishniac, 1987). Thesediperturbations arealterate associated Le perturbazioni della radiazione cosmica fondo vengono dalwith lensecond-order terms in δn v, where δn is the perturbation in the electron density and sing gravitazionale e↵ettuato dallee perturbazioni più dense e compatte che si e vtrovano the peculiar the motion tra lovelocity strato associated di ultimo with scattering e noi.of the perturbation. This effect only becomes significant on small angular scales at which the density perturbations are large. According to Vishniac’s calculations, in the standard cold dark matter 16.5.6 La Reionizzazione picture, these temperature fluctuations might amount to ∆T/T ∼ 10−5 on the scale of la Similar ricombinazione ci sono epoche in cui è neutro, dette “Dark 1Dopo arcmin. calculations have been carried outl’universo by Efstathiou with essentially the Ages”; le Dark Ages hanno termine alla nascita delle prime stelle che condusame result (Efstathiou, 1988). These are important conclusions since it is expected cono reionizzazione dell’universo: questo significa che c’è una profondità that allalla primordial perturbations on these scales would have been damped out by the processes discussed in Sect. 15.6.1. 316 ottica ⌧ finita per scattering Thomson tra noi e lo strato di ultimo scattering. L’e↵etto della presenza di questo ⌧ non nullo è quello di attenuare le fluttuazioni di temperatura originatesi sulla superficie di ultimo scattering si un fattore pari a e´⌧ come mostrato in figura 92. Considerato il redshift z a cui si ha la reionizzazione si trova che si può ottenere ⌧ “ 0.1 o 0.2 se z “ 10 o 20; e qesuto determina uno smorzamento che può essere misurato nello spettro di potenza delle fluttuazioni. Il parametro ⌧ , profondità ottica per scattering Thomson tra noi e la superficie di ultimo scattering, è un parametro fondamentale per la formazione delle galassie. 16.6 La polarizzazione della CMB La misura della polarizzazione della CMB è „ 10 volte più difficile della misura delle fluttuazioni di temperatura sia da un punto di vista teorico che sperimentale. 16.6.1 Polarizzazione da parte della superficie di ultimo scattering Il meccanismo per creare la polarizzazione della CMB è sempre lo scattering Thomson della radiazionie da parte degli elettroni liberi. Lo scattering Thomson della radiazione da parte di un elettrone libero crea una radiazione polarizzata al 100% quando l’elettrone è visto perpendicolarmente alla direzione di propagazione della radiazione. Tuttavia, nel caso della radiazione cosmica di fondo, la distribuzione della radiazione è altamente isotropa e questo porterebbe alla completa cancellazione del segnale polarizzato a seguito dell’ultimo scattering con gli elettroni. Anche nel caso di una distribuzione dipolare del campo di radiazione si avrebbe una polarizzazione nulla per la simmetria dipolare del processo di scattering Thomson. L’unico modo per avere un segnale di polarizzazione è pertanto quello di avere un campo di radiazione che incide sugli elettroni della superficie di ultimo scattering con una anisotropia di quadrupolo. Supponiamo di avere tale campo di radiazione incidente del tipo « ff ˆ ˙ ÿ 8 1 I “ I0 1 ` aµ ` b µ2 ´ ` c n Pn 3 n“3 con µ “ cos ✓ e i Pn polinomi di Legendre. aµ è il termine di dipolo mentre il termine con b è quello di quadrupolo. Se ⌧ è la profondità ottica per 317 scattering Thomson, integrando su tutti i possibili angoli di incidenza della radiazione si trova che p“ Ik ´ IK “ 0.1bµ2 ⌧ Ik ` IK poichè, nella parte di Rayleigh Jeans dello spettro gli a, b, cn sono tutti indipendenti da ⌫. Una polarizzazione non nulla dipende pertanto dall’anisotropia di quadrupolo della radiazione incidente prima dell’ultimo scattering (termine con b). La radiazione vista da un elettrone nello strato di ultimo scattering è anisotropa a causa dello spostamento Doppler associato al termine di dipolo ⇥1 nell’espressione dello spettro di potenza delle fluttuazioni di temperatura: queste risultano in perturbazioni del primo ordine del tipo T {T “ v{c cos ✓ che sono a loro volta la sorgente della distribuzione quadrupolare di intensità. Come abbiamo già discusso, in figura 90 in nero è rappresentato lo spettro di potenza totale, in rosso il contributo dell’e↵etto Sachs Wolfe (monopolo), in blu il dipolo (Doppler) mentre in verde c’è il contributo dell’e↵etto Sachs Wolfe integrato. La componente Doppler è fuori fase con il monopoli (come visto con ⇥0 e ⇥1 ); il suo spettro decresce per l decrescente in quanto non ci sono oscillazioni coerenti per ° s . La formazione del segnale polarizzato richiede due scattering Thomson: il primo scattering crea il campo quadrupolare poichè gli elettroni si trovano nella materia in moto (⇥1 ); il secondo scattering che avviene per un campo quadrupolare dà infine il segnale di polarizzazione non nullo. Questi due scattering avvengono entrambi nello strato di ultimo scattering. Di conseguenza, il massimo del segnale polarizzato si ha per perturbazioni con scala dello stesso ordine del cammino libero medio dei fotoni nello strato di ultimo scattering. E’ cruciale che questi processi avvengano solo nello strato di ultimo scattering. Se ci fossero molti altri fenomeni di scattering la polarizzazione sarebbe cancellata, cosı̀ come avviene prima della ricombinazione. Quindi è il fatto che i fotoni si muovono liberamente a partire dalle superficie di ultimo scattering che determina l’esistenza di un segnale di polarizzazione. Come conseguenza il segnale di polarizzazione è anche molto più debole delle fluttuazioni di densità. 16.6.2 Analisi del segnale di polarizzazione La polarizzazione della radiazione cosmica di fondo può essere analizzata in modo analogo a quanto si fa per le fluttuazioni di temperatura viste nell’intensità totale di radiazione. Senza entrare nei dettagli, cosı̀ come T {T dall’intensità totale è espansa in armoniche sferiche, allo stesso modo si può 318 scomporre in armoniche sferiche il tensore di polarizzazione (2 ˆ 2) costruito a partire dai parametri di Stokes Q e U , che descrivono i modi di polarizzazione lineare ortogonali: il tensore di polarizzazione è quindi scomposto in due tipi di componenti, i modi E (curl-free, a rotore nullo, analoghi come comportamento al vettore campo elettrico) ed i modi B (curl-free, a rotore nullo analoghi come comportamento al vettore campo magnetico). E’ importante notare qui che le perturbazioni scalari ed i modi h` delle onde gravitazionali possono dare origine ai modi E, mentre solo i modi hˆ delle onde gravitazionali possono dare origine ai modi B. Pertanto, venendo adesso alla scomposizione in armoniche sferiche, si considera • p T {T qT , fluttuazioni di temperatura nella radiazione totale (T ), ovvero quelle il cui spettro abbiamo analizzato fino ad ora; • p T {T qE , fluttuazioni di temperatura nei modi E della radiazione polarizzata; • p T {T qB , fluttuazioni di temperatura nei modi B della radiazione polarizzata. Lo spettro di potenza si ottiene quindi a partire dalla cross correlazione dei segnali secondo la relazione già vista B F ÿ 8 T T 2l ` 1 Cp✓q “ p~u1 q p~u2 q “ Cl Pl pcos ✓q T T 4⇡ l“2 Si indica quindi con ClT T lo spettro di potenza derivato dalla cross-correlazione del segnale nell’intensità totale Bˆ ˙ ˆ ˙ F ÿ 8 T T 2l ` 1 TT TT C p✓q “ p~u1 q p~u2 q “ Cl Pl pcos ✓q T T T T 4⇡ l“2 ClEE è lo spettro dalla cross correlazione dei modi E della radiazione polarizzata Bˆ ˙ ˆ ˙ F ÿ 8 T T 2l ` 1 EE EE C p✓q “ p~u1 q p~u2 q “ Cl Pl pcos ✓q T E T E 4⇡ l“2 ClBB è lo spettro dalla cross correlazione dei modi B della radiazione polarizzata Bˆ ˙ ˆ ˙ F ÿ 8 T T 2l ` 1 BB BB C p✓q “ p~u1 q p~u2 q “ Cl Pl pcos ✓q T B T B 4⇡ l“2 319 e ClT E è lo spettro dalla cross correlazione dei modi E della radiazione polarizzata con la radiazione totale T Bˆ ˙ ˆ ˙ F ÿ 8 T T 2l ` 1 TE TE C p✓q “ p~u1 q p~u2 q “ Cl Pl pcos ✓q T T T E 4⇡ l“2 Ricordiamo che solo i modi B di polarizzazione sono prodotti unicamente dalle onde gravitazionali (modi hˆ ). In figura 93 si confrontano i segnali dello spettro di potenza delle fluttuazioni di I totale (TT) con quelli ottenuti dalla polarizzazione della CMB. Lo spettro di potenza della radiazione polarizzata prodotto dalle fluttuazioni scalari e dalle onde gravitazionali (modi h` ) è scomposto nel segnale EE e BB (solo modi h` ). La curva è la predizione del modello di best fit che spiega anche lo spettro totale TT. TE è lo spettro di potenza della cross correlazione tra Itot e Ipol,E ; poichè la Ipol,E è strettamente legata al termine di dipolo in Itot , il segnale di dipolo e di polarizzazione sono più strettamente correlati del segnale EE con se stesso. La componente polarizzata è circa 90˝ fuori fase con il monopolo dominante per cui lo spettro di potenza della cross-correlazione ha il doppio dei minimi rispetto a TT o EE. Le righe tratteggiate nella TE predetta mostrano le regioni dello petto anticorrelate: il segnale anticorrelato tra l “ 60 e 200 è caratteristico delle perturbazioni primordiali adiabatiche. Per l † 10 l’aumento del segnale polarizzato è legato alla reionizzazione del gas intergalattico a cui abbiamo accennato prima e che avviene a partire da z „ 10 ´ 20. 16.6.3 Onde gravitazionali primordiali Come abbiamo visto, il segnale di polarizzazione può essere decomposto in una componente E associata alle perturbazioni scalari ed ai modi h` delle onde gravitazionali ed in una componente B associata ai hˆ . Quindi, mentre le componenti di tipo E possono essere generate sia da perturbazioni scalari che tensoriali, quelle di tipo B possono essere generate solo da perturbazioni tensoriali (onde gravitazionali). Tornando alla figura 93 BB rappresenta lo spettro di potenza del segnale polarizzato associato ai modi B delle onde gravitazionali (hˆ ); nel caso in figura il modello è calcolato per un rapporto primordiale r “ 2T { 2S “ 0.3. SI noti come questo sia consistente con l’upper limit trovato da WMAP ha trovato solo un upper limit (barretta e freccia verticale blu in figura attorno a l « 4). BB (lens) rappresenta il segnale di tipo B associato al lensing gravitazionale dei modi E (non entriamo in dettaglio). EEpf oreq e BBpf oreq rappresentano il contributo di foreground alla polarizzazione dovuto alla radiazione 320 15.8 The Polarisation of the Cosmic Microwave Background Radiation 457 Fig. 15.10. The measured power spectrum of fluctuations in the intensity and polarisation Figura 93: Spettro di potenza delle fluttuazioni di temperatura per la radiazione of the cosmic microwave background radiation. Plots for the total intensity, the polarised totale intensity (TT), and per the i modi E e B della polarizzata (EE eintensity BB) are e per la cross-correlation betweenradiazione the total intensity and the polarised cross correlazione l’intensità totale e l’intensità radiazione polarizzata E labelled TT, EE tra and TE respectively. The best fitting modeldella is shown by the corresponding Thesidashed sections all’esperimento of the TE curve indicates multipoles which the polarisation solo (T E). lines. I dati riferiscono WMAP che hain potuto determinare signal is anticorrelated with the total intensity. The model predictions are binned in l in the un limite superiore per i modi B (onde gravitazionali). EEpf oreq e BBpf oreq same way as the data. The binned EE polarisation data are divided into bins of 2 ≤ l ≤ 5, rappresentano una stima del and segnale polarizzazione della radiazione 6 ≤ l ≤ 49, 50 ≤ l ≤ 199, 200 ≤ creato l ≤ 799.dalla The dotted line labelled BB shows the nel percorso la spectrum superficie di ultimo scattering e ifnoi scattering expectedtra power of B-mode gravitational waves the(principalmente primordial ratio of tensor /∆2s = 0.3. The WMAP experimentè found only upper to scalar perturbations was rnella = ∆2tnostra da parte dei grani di polvere galassia). BBplensq invece il contributo limits to this signal, the 1σ upper limit to 0.17 µK da for parte the weighted of da parte del lensing gravitazionale deicorresponding fotoni della CMB delleaverage perturbazioni multipoles l = 2–10. The B-mode signal due to gravitational lensing of the E-modes is shown (ammassi, principalmente) tra laThe superficie di polarised ultimo scattering e noi. as a dashed line labelled BB(lens). upturn in the signal at l ≤ 10 is associated with polarisation originating during the reionisation era. The foreground model for galactic synchrotron radiation plus dust emission is shown as straight dashed lines labelled EE(fore) and BB(fore) for the scalar and tensor modes respectively, both being evaluated at ν = 65 GHz (Page eted al., 2007) sincrotrone all’emissione della polvere galattica, la cui sottrazione di è critica per rivelare le onde primordiali; EEpf oreq influenza le perturbazioni scalari e tensoriali mentre BBpf oreq solo quelle tensoriali. Molto recentemente l’esperimento BICEP2 (radiotelescopio in Antartide) potrebbe essere riuscito a misurare il segnale dei modi B. BICEP2 ha osservato una regione di cielo molto piccola (´50˝ † RA † 50˝ , ´68˝ † 321 T signal T jackknife Q signal Q jackknife U signal U jackknife −45 −50 −55 −60 −65 −70 −45 −50 −55 −60 −65 −70 Declination [deg.] −45 −50 −55 −60 −65 −70 50 0 Right ascension [deg.] −50 50 0 Figura 94: FIG. Mappe intensità della radiazione cosmica di shows fondothe ottenute da maps with 0.25 pix 1. di BICEP2 T , Q, U maps. The left column basic signal BICEP2: intensità totale T (alto) e parametri Stokes Q e U(jackknife) . reduction pipeline. The right column di shows difference maps made with the first and sec No additional filtering other than that imposed by the instrument beam (FWHM 0.5 ) has been do seen in the Q and U signal maps is as expected for an E-mode dominated sky. DEC † ´47˝ ) ottenendo il segnale della CMB in intensità totale (T ) e nei To construct andmappe U sky maps which reso that parametri di Stokes Q e Uconstrained (figura 94).Q Le di polarizzazione nei modithe T map more closely spect the known ⇤CDM T E correlation we start from a expect to see with BICEP2. (T E e B successivamente ottenuti sono riportati in figura 95: come si nota map of the well-measured temperature anisotropy, specifis used in Sec. IV F to construct confrontando le osservazioni di sinistra) le predizioni Additionally, del solo ically the Planck (colonna needlet internal linearcon combination we add in noise t T lensing gravitazionale nel modello ⇤CDM, è chiaramente presente del segnale by the noise covarianc (NILC) T map [73]. We calculate the a m using the synpredicted B in eccesso. Questo segnale sia la[74] polarizzazione foreground (di allows us to simulat fast software fromcontiene the healpix package [75],diand map, which E then calculate sets of a using ual due origine galattica) sia, eventualmente, quella dovuta alle onde gravitazionali.to noise in the Planck 1 m E Dopo aver corretto la polarizzazione di foreground, si ottengono i C Tper E T EE TE 2 TT a m = CT T a m + C (C ) /C n m (1) where the C ’s are ⇤CDM spectra from CAMB [76] with 322 cosmological parameters taken from Planck [9], and the n m are normally distributed complex random numbers. For C T T we use a lensed-⇤CDM spectrum since the aTm from Planck NILC inherently contain lensing. We have found the noise level in the Planck NILC maps for our region of observation and multipole range to be low enough that it can be ignored. 2. Lensing of in Lensing is added to the unle the lenspix [77] software [78]. generate lensed versions of the a m ’s described in Sec. V A 1. In tion are deflection angle spectra CAMB as part of the standard spectra. The lensing operation beam smoothing is applied to f 11 Simulation: E from lensed−ΛCDM+noise BICEP2: E signal 1.7µK 1.7µK −50 1.8 0 µK −55 −60 −65 −1.8 Simulation: B from lensed−ΛCDM+noise BICEP2: B signal 0.3µK 0.3 −55 0 µK Declination [deg.] 0.3µK −50 −60 −65 −0.3 50 0 Right ascension [deg.] −50 50 FIG. 3. Left: BICEP2 apodized E-mode and B-mode maps filtered to 50 < 0 −50 < 120. Right: The equivalent maps for the first Figura E esimulations. B del The segnale polarizzato ottenuti dei parametri of the95: lensed-Modi CDM+noise color scale displays the E-mode scalar and dall’analisi B-mode pseudoscalar patterns while the lines display the equivalent magnitude and orientation of linear polarization. Note that excess B mode is detected over di Stokes Q with e Uhighriportati figura precedente; colonna di the sinistra c’è il lensing+noise signal-to-noisenella ratio in the map (s/n > 2 per map modenella at 70). (Also note that E-mode and B-mode maps use different color and length scales.) segnale osservato nella colonna di destra il risultato di una simulazione nel modello ⇤CDM in cui è presente solo l’e↵etto del lensing gravitazionale con l’aggiunta di the observed value against the distribution of the simuBandpowers 1−5 χ Bandpowers 1−9 χ rumore (nella simulazione non ci sono quindi onde gravitazionali). E’ chiaramente lations. 6 6 We evaluate these statistics for the a fullquanto set of 5atteso per il solo lensing 5 presente del segnale B inboth eccesso gravitazionale. 2 nine band powers (as in C10 and B14), and also for the lower five of these corresponding to the multipole range of greatest interest (20 < < 200). Numerical values are given in Table I and the distributions are plotted in Fig. 4. Since we have 500 simulations the minimum observable nonzero value is 0.002. Most of the T T , T E, and T B jackknifes pass, but following C10 and B14 we omit them from formal consideration (and they are not included in the table and figure). The signal-to-noise ratio in T T is 104 so tiny differences in absolute calibration between the data subsets can cause jackknife failure, and the same is true to a lesser extent for T E and T B. Even in EE the signal-to-noise is approaching 103 (500 in the 110 bin) and in fact most of the low values in the table are in EE. However, with a maximum signalto-noise ratio of < 10 in BB such calibration differences are not a concern. All the BB (and EB) jackknifes are seen to pass, with the 112 numbers in Table I having one greater than 0.99, one less than 0.01 and a distribution consistent with uniform. Note that the four test statistics for each spectrum and jackknife are correlated this must be taken into account when assessing uniformity. 2 4 4 3 3 2 2 risultati indicati in figura 96 da cui si1 evince che r “ 10.20`0.07 ´0.05 con r “ 0 0 0 1 0 0.5 0 fuori di 7 dal best fit; le osservazioni sono0.5 ottimamente fittate con1 un modello ⇤CDM (con lensing) in cui i modiBandpowers B sono dovuti ai modi h 1−5 χ Bandpowers 1−9 χˆ delle 6 6 onde gravitazionali. Questo risultato sembra indicare che finalmente sono 5 5 state rivelate le onde gravitazionali predette dal modello inflazionario (in 4 4 realtà il valore di r ottenuto molto alto rispetto a quanto atteso da gran 3 3 2 2 parte dei modelli inflazionari); tuttavia non bisogna dimenticare che un punto 1 critico di tutta l’analisi è la stima del contributo dovuto 1alla polarizzazione 0 0 0.5 1 0 0.5 1 di foreground, ancora piuttosto incerto. 0 Sarà necessario attendere il rilascio FIG. 4. Distributions of the jackknife and PTE values dei dati di polarizzazione di Planck (previsto per Ottobre 2014) per avere la over the 14 tests and three spectra given in Table I. These To form the jackknife spectra we difference the maps distributions are consistent with uniform. made fromotheiltworigetto halves of thedei data split, divide by two, conferma risultati di BICEP2. In conclusione, quella che è and take the power spectrum. This holds the power specamplitude of come a contribution which is uncorrelated in del modello inflazionario deve ancora statatrumindicata la “smoking gun” attendere un po’ prima di essere confermata (o rigettata) definitivamente. 16.7 2 Determinazione dei parametri cosmologici Come visto fino ad ora, dall’analisi dello spettro di potenza della CMB si possono ottenere vincoli molto importanti per molti parametri cosmologici. Tuttavia i risultati più importanti si ottengono combinando molte osservazioni indipendenti e/o di natura diversa tra cui, ad esempio, le misure delle Supernovae di tipo Ia e la funzione di correlazione spaziale delle galassie. 323 22 in Q and U over an effective area o To fully exploit this unprecedent expanded our analysis pipeline in s added an additional filtering of the template temperature map (from P results insensitive to temperature age caused by leading order beam tion we have implemented a map eliminates ambiguous modes prior tion. These deprojection and purifi straightforward extensions of the k operations that are now common in The power spectrum results are c ⇤CDM with one striking exceptio large excess in the BB spectrum an inflationary gravitational wave peak. This excess represents a 5.2 base lensed-⇤CDM model. We have Figura 96: Sinistra: i punti neri con errori rappresentano lo spettro di potenza lection of jackknife tests which indi signal is common on the sky in all delle fluttuazioni osservato da BICEP2 nei modi B (C ); le curve rosse raptests offer strong empirical evidence origin for the signal. presentano il modello di best fit per r “ 0.2 con il corrispondente contributo del In addition, we have conducted lensing gravitazionale. Gli altri punti rappresentano gli upper limit da tutti gli using high fidelity per channel bea firm our understanding of the beam altri esperimenti precedenti. Destra: contorni di confidenza (68% e 95%) per la deprojection of the two leading orde misura del parametro r (ordinata) e n (ascissa), pendenza dello spettro di potenza is far below the level of the signal w Having demonstrated that the s delle fluttuazioni primordiali (P pkq 9 k e n “ 1 nel caso dello spettro di Harrithe sky” we proceeded to investiga foreground contamination. Polariz son Zel’dovich). “Planck+WP+highL” rappresenta i vincoli dai dati combinati di sion from our galaxy is estimated Planck, WMAP (polarizzazione a bassi l - WP) e degli esperimenti at alto l ACT low frequency polarized maps from e SPT (highL). Senza i dati di BICEP2 è si ha solo un limite superiore per r. ized dust emission public maps are therefore investigate a number of co Subtracting the various dust models at their default to derive the blue contours, for which the running paand one which uses information w parameter values and re-deriving the r constraint still rameter shiftsthis to dn k =information 0.028 ± 0.009 cially available from Planck. At def s /d ln Sinceconstraint we submitted paper new on results in high significance of detection. As discussed (68%). these models predict auto spectrum polarized dust emission has become available from the above, one possibility that cannot be ruled out is a larger Planck experiment [107–110]. The point of Fig.in13a series is notoftopapers endorse runningWhile as the observed level. However, these mo than anticipated contribution from polarized dust. Given correct these confirm that the polarization fraction of dustT T explanation of modal the observed deficit of low constrained by external public dat the present evidence disfavoring this, these high values is 4%, is a long tail to fractions as high of as a 20% power. It there is simply to illustrate one example simpirically exclude dust emission brig of r are in apparent tension with previous indirect limits Fig. 7extension of [107]). There is also a trend⇤CDM+tensors to higher pople(see model beyond standard the entire excess signal. In the c based on temperature measurements and we have dislarization in regions of lower total between dust emission can fractions resolve the apparent tension previmodel, explaining the entire excess cussed some possible resolutions including modifications which [seeT T Fig.measurements 18 of [107] noting BICEP2 field for has tena L and that the the direct evidence increasing the predicted dust power of the initial scalar perturbation spectrum such as run- ous column density of (1 2) 1020 H cm 2 ]. We note that provided by our B-mode measurements—probably example by increasing the assumed ning. However, we emphasize that we do not claim to sors these papers restrict their analysis to regions of the sky there are others. Of course, one mightand alsowhere speculate fraction in our field from 5% (a typ know what the resolution is, if one is in fact necessary. where “systematic uncertainties are small, the tension couldtotal be reduced within the this standard None of these models show signifi dustthe signal dominates emission,” and that exFigure 14 shows the BICEP2 results compared to pre- that model, for includes examplethe if ⌧BICEP2 or otherregion. paramwith our maps (although this may cludes 21% of the sky that vious upper limits. We have pushed into a new regime of ⇤CDM+tensors n sensitivity, and the high-confidence detection of B-mode eters were allowed to shift. a broad range as due to limitations of the models Thus while these papers do We not anticipate offer definitive informapossibilities willofbe explored. on the level dust contamination in our field, they polarization at degree angular scales brings us to an ex- of tion Taking cross spectra against 100 s it may well be higher than any of the do suggest that citing juncture. If the origin is in tensors, as favored by CEP1 we find significant correlation models considered in Sec. IX. the evidence presented above, it heralds a new era of Bon the spectral index of the B-m t In addition there has been extensive discussion of mode cosmology. However, if these B modes represent XII. CONCLUSIONS with CMB and disfavoring dust by evidence of a high-dust foreground, it reveals the scale of our preprint in the cosmology community. Two the BICEP1 and Keck Array map the challenges that lie ahead. preprints [111, 112] look at polarized synchrotron emisBICEP2 is powerful further evidenc We have described the observations, data reduction, simulation, and power spectrum analysis of all three seaAn economical interpretation o sons of data taken by the BICEP2 experiment. The powhich we have detected is that it is larization maps presented here are the deepest ever made modes—the IGW template is an e s at degree angular scales having noise level of 87 nK-deg served excess. We therefore procee ACKNOWLEDGMENTS 2 10 BICEP2 BICEP1 QUAD QUIET−Q QUIET−W CBI Boomerang DASI WMAP CAPMAP r0.002 l(l+1)CBB /2π [µK2] l Planck+WP+highL 0.4 BICEP2 was supported by the U.S. National Science Planck+WP+highL+BICEP2 1 10 Foundation under Grants No. ANT-0742818 and ANT1044978 (Caltech and Harvard) and ANT-0742592 and 0.3 ANT-1110087 (Chicago and Minnesota). The develop0 10 ment of antenna-coupled detector technology was supported by the JPL Research and Technology Develop0.2 Fund and Grants No. 06-ARPA206-0040 and 10ment −1 10 SAT10-0017 from the NASA APRA and SAT programs. The development and testing of focal planes were sup−2 0.1 by the Gordon and Betty Moore Foundation ported 10 at Caltech. Readout electronics were supported by a .2 ing r=0 s Canada Foundation for Innovation grant to UBC. The len −3 receiver 0.0 development was supported in part by a grant 10 1 2 3 10 10 10 0.94 Keck Foundation. 0.96 from the W.M. The 0.98 computations1.00 in Multipole this paper were run on the Odyssey cluster supported by ns the FAS Science Division Research Computing Group at FIG. 14. BICEP2 BB auto spectra and 95% upper limits Harvard University. The analysis effort at Stanford and from several previous experiments [2, 40, 42, 43, 47, 49–51, SLAC is partially supported by the U.S. Department of 106]. The curves show the theory expectations for r = 0.2 FIG. 13. Indirect constraints on r from CMB temperature Energy Office of Science. Tireless administrative supand lensed- CDM. The BICEP2 uncertainties include sample BBCoyle spectrum the context of various model port wasmeasurements provided by relax Irene in and Kathy Deniston. variance on an r = 0.2 contribution. l one extensions. Shown is We thank the staffhere of the U.S. example, Antarctic following Program Planck and XVI [9] Fig. 23,the where tensors running of the scalar specin particular South Pole and Station without whose help tral index are added thehave basebeen CDM model. contours this research wouldtonot possible. WeThe thank all on the tensor-to-scalar ratio and find r = 0.20+0.07 with show the resulting 68% and 95% confidence regions for r 0.05 those who have contributed past efforts to the BICEP–and r = 0 ruled out at a significance of 7.0 , with no fore- theKeck scalar spectral ns when also allowingthe running. The Array seriesindex of experiments, including BICEP1 ground subtraction. Multiple lines of evidence suggest redand contours are forteams. the “Planck+WP+highL” data Keck Array We thank all those in thecombiasthat the contribution of foregrounds (which will lower nation, whichcommunity for this model extension gives feedback a 95% bound trophysics who have contributed on s r< the favored value of r) is subdominant: (i) direct pro[9]. preprint The blueofcontours add and the BICEP2 constraint the0.26 public this paper, particularly two n s jection of the available foreground models using typical onanonymous r shown in the center panel of Fig. 10. See the text for referees for their detailed and constructive s model assumptions, (ii) lack of strong cross-correlation of further details. recommendations. This work would not have been posthose models against the observed sky pattern (Fig. 6), sible without the late Andrew Lange, whom we sorely (iii) the frequency spectral index of the signal as conmiss. strained using BICEP1 data at 100 GHz (Fig. 8), and lease [104] (and are thus identical to those shown in that (iv) the power spectral form of the signal and its appar- Planck paper). We then apply importance sampling [105] ent spatial isotropy (Figs. 3 and 10). to these chains using our r likelihood as shown in Fig. 10 Note added Per far ciò, è prima necessario stabilire quali sono i parametri da considerare nel calcolo dei modelli e quindi dello spettro della CMB, della ⇠prq per le galassie, delle D pzq per le supernovae ecc. I parametri principali utilizzati ed il loro significato sono indicati in tabella 5, in cui si possono riconoscere tutti i parametri già visti fin qui. In più c’è la frazione dei neutrini “massicci” f (particelle la cui esistenza non è ancora stata accertata), l’ampiezza dello spettro di potenza delle fluttuazioni scalari A , la pendenza dello spettro di potenza delle fluttuazioni tensoriali n (onde gravitazionali) e un parametro che descrive al curvatura, rispetto ad una legge di potenza, dello spettro delle fluttuazioni scalari primordiali: a“ dplnn q pd ln kq (a running of scalar spectral index per cui lo spettro di potenza primordiale delle fluttuazioni scalari è ln P pkq “ ns ln k ` apln kq2 Successivamente si stabiliscono degli intervalli in cui questi parametri possono “ragionevolmente” variare o sulla base della nostra intuizione fisica 324 Parametri cosmologici • h = (H0/100 km s 1 Mpc 1) • b= 2 b h , the baryon density parameter • d= 2 d h dark matter density parameter • = dark energy density parameter • w = dark energy equation of state, p = w⇢c2 (w = 1 ”prefered”) • ⌧ = reionisation optical depth • K = space curvature, recalling that m+ + K=1 • As = amplitude of scalar power-spectrum • ns = scalar spectral index; ns = 1 preferred • a = running of scalar spectral index • r = tensor-scalar ratio • nt = tensor spectral index • b = bias factor • fn = neutrino fraction Show simulations 36 Tabella 5: Principali parametri (e loro significato) utilizzati nel calcolo dei modelli cosmologici che determinano, tra gli altri, lo spettro di potenza delle fluttuazioni della CMB, la funzione di correlazione a due punti delle galassie, ecc. o sulla base di misure precedenti. L’analisi standard quindi prevede l’utilizzo della statistica Bayesiana (ovvero basata su teorema di Bayes) in base alla quale, se ⇥ è l’insieme dei parametri liberi e D è l’insieme dei dati osservativi, si ha P pD|⇥qP p⇥q P p⇥|Dq “ P pDq P p⇥|Dq è la probabilità di avere il set di valori ⇥ dei parametri liberi date le osservazioni D; è quella che viene chiamata “posterior distribution” ed è quella che deve essere massimizzata nel processo di fit; P pD|⇥q è la probabilità di avere il set di dati D per i valori dei parametri ⇥; in pratica è la probabilità che si usa, ad esempio, per determinare il 2 . P p⇥q è la probabilità di avere i valori ⇥ dei parametri basata sulla nostra conoscenza pregressa (come detto prima, misure precedenti o valori ragionevoli sulla ade della nostra intuizione fisica); prende il nome di “prior distribution”. La P pDq è semplicemente una normalizzazione e non influenza i valori di best fit dei ⇥. Si può notare come la relazione scritta sopra non sia altro che l’espressione del Teorema di Bayes (da cui il nome di statistica Bayesiana). 325 Planck Collaboration: Cosmological parameters Table 5. Best-fit values and 68% confidence limits for the base CDM model. Beam and calibration parameters, and additional nuisance parameters for “highL” data sets are not listed for brevity but may be found in the Explanatory Supplement (Planck Collaboration 2013b). Planck+WP Parameter 2 bh 2 ch 68% limits Planck+WP+highL Best fit 68% limits Planck+lensing+WP+highL Planck+WP+highL+BAO Best fit Best fit 68% limits 68% limits 0.022032 0.02205 ± 0.00028 0.022069 0.02207 ± 0.00027 0.022199 0.02218 ± 0.00026 0.022161 0.02214 ± 0.00024 1.04119 1.04131 ± 0.00063 0.0925 0.089+0.012 0.014 1.04130 1.04132 ± 0.00063 0.0927 0.091+0.013 0.014 1.04146 1.04144 ± 0.00061 0.0943 0.090+0.013 0.014 1.04148 1.04147 ± 0.00056 ns . . . . . . . . . . . 0.9619 0.9582 0.9614 ± 0.0063 0.9611 3.0980 0.9585 ± 0.0070 0.9624 ln(1010 As ) . . . . . . . 0.9603 ± 0.0073 100 . . . . . . . . . . Best fit . . . . . . . . . . . . . . . . . . MC . . . . . . . . . . . . APS 100 APS 143 APS 217 ACIB 143 ACIB 217 AtSZ 143 0.12038 . . . . . . . . . . 152 . . . . . . . . . . 63.3 . . . . . . . . . . 117.0 . . . . . . . . . . 3.089+0.024 0.027 171 ± 60 54 ± 10 0.12025 3.0959 209 72.6 0.1198 ± 0.0026 3.090 ± 0.025 212 ± 50 0.11847 3.0947 204 73 ± 8 72.2 3.24 ± 0.83 3.25 2.54+1.1 1.9 4.64 0.823+0.069 0.077 0.814 107+20 10 59.5 0.0 < 10.7 3.57 . . . . . . . . . . 27.2 29+69 53.9 . . . . . . . . . . 6.80 ... 5.17 0.916 > 0.850 0.825 0.42 ± 0.22 1.0000 > 0.930 1.0000 0.53+0.13 0.12 0.674 0.638 ± 0.081 0.656 PS r143 217 . . . . . . . . CIB r143 217 . . . . . . . . 0.406 . . . . . . . . . . 0.601 CIB 0.1199 ± 0.0027 tSZ CIB . . . . . . . . 0.03 ... 0.000 AkSZ . . . . . . . . . . 0.9 ... 0.89 59 ± 10 49.6 ± 5.0 60.2 52.3 < 0.409 0.000 5.34+2.8 1.9 1.14 . . . . . . . . . . . 0.6817 0.685+0.018 0.016 0.6830 0.685+0.017 0.016 0.6939 . . . . . . . . . . . 0.8347 0.8322 11.37 0.828 ± 0.012 0.8271 zre . . . . . . . . . . . 0.829 ± 0.012 H0 . . . . . . . . . . . 67.04 67.15 13.8242 67.3 ± 1.2 67.94 Age/Gyr . . . . . . . 67.3 ± 1.2 100 1.04136 1.04147 ± 0.00062 8 . . . . . . . . . rdrag . . . . . . . . . . 147.36 11.1 ± 1.1 13.817 ± 0.048 147.49 ± 0.59 11.38 13.8170 11.1 ± 1.1 11.42 13.813 ± 0.047 13.7914 147.47 ± 0.59 147.68 1.04146 1.04148 ± 0.00062 147.35 0.1186 ± 0.0022 3.087 ± 0.024 213 ± 50 72 ± 8 0.11889 0.0952 3.0973 204 71.8 58 ± 10 59.4 50.0 ± 4.9 53.0 2.51+1.2 1.8 4.86 0.825 ± 0.071 0.824 3.24 ± 0.83 3.30 > 0.928 1.0000 0.643 ± 0.080 0.667 0.1187 ± 0.0017 0.092 ± 0.013 0.9608 ± 0.0054 3.091 ± 0.025 212 ± 50 72.4 ± 8.0 59 ± 10 3.25 ± 0.83 49.7 ± 5.0 2.54+1.2 1.8 0.823 ± 0.070 > 0.930 0.639 ± 0.081 < 0.389 0.000 4.74+2.6 2.1 1.58 5.34+2.8 2.0 0.6914 0.692 ± 0.010 0.693 ± 0.013 0.8233 ± 0.0097 0.8288 67.9 ± 1.0 67.77 11.1 ± 1.1 11.52 13.794 ± 0.044 13.7965 147.67 ± 0.50 147.611 1.04161 1.04159 ± 0.00060 < 0.410 0.826 ± 0.012 11.3 ± 1.1 67.80 ± 0.77 13.798 ± 0.037 1.04163 1.04162 ± 0.00056 147.68 ± 0.45 Tabella 6: Valori di best fit dei parametri (2013) per combinazioni diverse delle corresponding cosmological parametercon constraints are shown in ploredquelle in further detail in future papers (see also Appendix osservazioni di Planck con altre misure come ottenute da WMAP (WP), Fig. 4. C). per misure a grandi l (highL,– ovvero piccole scaleandspaziali) e BAOthe therWeesperimenti can draw the following general conclusions. The addition of the ACT SPT data constrains mal SZ amplitude, which is poorly determined by Planck (Baryon Acoustic Oscillations, ovvero le misure di funzione di correlazione a due – The cosmological parameters for the base CDM model are alone. In the Planck-alone analysis, the tSZ amplitude is extremely insensitive to the foreground model described in punti per le galassie). strongly degenerate with the Poisson point source amplithe previous subsection. The addition of the ACT and SPT tude at 100 GHz. This degeneracy is broken when the highdata causes the posterior distributions of cosmological paresolution CMB data are added to Planck. rameters to shift by much less than one standard deviation. – With Planck data alone, the CIB amplitude at 217 GHz is The last two points are demonstrated clearly in Fig. 7, which stronglyPer degenerate with the 217 GHz Poisson pointdi source shows nello the residuals of thedei Planck spectra with ⇥ respect determinare il massimo P p⇥|Dq spazio parametri (e to the amplitude. This degeneracy is broken by the addition of the best-fit cosmology for the Planck+WP analysis compared to the fits. The of high-resolution high-resolution CMB data. degeneracy be borne Planck+WP+highL quindi i valori diThis best fit deimust parametri) si utilizza spesso laaddition tecnica delle ca- CMB in mind when interpreting Planck-only solutions for CIB pa- data also strongly constrains the net contribution from the kSZ tene the di sum Markov (MCMC, Monte Carlo Chains) su(dotted cui non rameters; of the Poisson point source and CIB con- Markov and tSZ CIB components lines),entreremo though these compotributions are well constrained by Planck at 217 GHz (and nents are degenerate with each other (and tend to cancel). in dettaglio se non per dire che si tratta di un metodo “Montecarlo”, cioè in good agreement with the map-based CIB Planck analysis Although the foreground parameters for the Planck+WP fits basato sull’estrazione di numeri casuali. reported in Planck Collaboration 2013a), whereas the indi- can differ substantially from those for Planck+WP+highL, the vidual contributions are 6 not.sono Another feature of the CIB pa- total di foreground spectra insensitive to di the confiaddition of the In tabella riportati i parametri best fit conarei contorni rameters is that we typically find smaller values of the CIB high-resolution CMB data. For example, for the 217 217 specdenza al CIB 68% ottenibilisolutions combinando Planck più disponibili spectral index, , in Planck-alone compared toi dati trum, di the differences in the recenti total foreground solution are less 2 Planck+highL solutions (which can be seen in Fig. 6). Thisottenute than 10 µKda at WMAP = 2500. The(WP), net residuals after subtracting both (2013) con altre misure come quelle esperimenprovided additional motivation to treat CIB as a parameter the foregrounds and CMB spectrum (shown in the lower panels in the Planckmisure likelihoodarather than fixing it to a particueach sub-plot in Fig.spaziali) 7) are similarly insensitive to the additi per grandi l (highL, ovveroof piccole scale e BAO (Balar value. There is evidence from the Planck spectra (most tion of the high-resolution CMB data. The foreground model is ryon Acoustic Oscillations, ovvero le misure di funzione di correlazione a clearly seen by differencing the 217 217 and 143 143 sufficiently complex that it has a high “absorptive capacity” to spectra) the CIB spectrum at 217 GHz flattens in slope significa any smoothly-varying frequency-dependent differences due that punti per le galassie). “lensing” tener conto del lensing gra-between over the multipole range 500 < < 1000. This will be ex- spectra (including beam errors). 20 vitazionale tra noi e la superficie di ultimo scattering. Si prendano come riferimento i valori dell’ultima colonna (“Planck+WP+highL+BAO”). Ad esempio si trova ⌦b h2 “ 0.022161p0.02214 ˘ 0.00024q che, come ricordiamo, 326 è perfettamente compatibile con i vincoli più laschi ottenuti dall’analisi delle abbondanze primordiali; la pendenza dello spettro di potenza primordiale è ns “ 0.9611 p0.9608 ˘ 0.0054q, vicino al valore ns “ 1 dello spettro di Harrison Zel’dovich e consistente con l’esistenza delle onde gravitazionali. Notare anche i valori di ⌦0 , ⌦⇤ e H0 “ 67.80 ˘ 0.77 km s´1 Mpc´1 ; per quest’ultimo, in particolare, si ricordi che solo una ventina di anni fa, era noto a meno di un fattore 2! Questo è il significato della definizione “Cosmologia di precisione”. Concludiamo ricordando come i modelli necessari a spiegare le osservazioni debbano essere accurati al meglio dell’1% e pertanto sono molto complessi. Per fortuna esiste un modello CAMB il cui codice è disponibile liberamente e può essere scaricato a http //camb.info il codice CAMB è stato utilizzato, ad esempio, nell’analisi dei dati di WMAP, PLANCK e BICEP2 descritti fin qui. 327