Preleva il documento - Comune di Roseto degli Abruzzi

Transcript

Preleva il documento - Comune di Roseto degli Abruzzi
Indice
Premessa
1. INTRODUZIONE
1.1 Riferimenti normativi
1.2 Individuazione delle Autorità con Competenze Ambientali (ACA) e modalità di consultazione
1.3 Percorso metodologico adottato
1.3.1 Riferimenti metodologici
1.3.2 Fasi operative del percorso di valutazione individuato
1.3.3 Contenuti e struttura del documento
2 CARATTERISTICHE DELL’INTERVENTO
2.1 Inquadramento territoriale
2.2 Livelli di vulnerabilità morfologica
2.3 Descrizione del PDCM vigente
2.4 Descrizione del Piano Demaniale Comunale adeguato alla D.C.R. n.20/4 del 24.02.2015
3 IL QUADRO DI RIFERIMENTO PIANIFICATORIO E PROGRAMMATICO
3.1 Quadro di Riferimento Regionale (QRR)
3.2 Piano Regionale Paesistico (PRP)
3.3 Piano di Assetto Idrogeologico (PAI)
3.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR)
3.5 Piano triennale del Turismo 2010-2012
3.6 Piano di Risanamento e tutela della Qualità dell’Aria (PRTQA)
3.7 Piano del Demanio Marittimo Regionale (PDMR)
3.8 Piano stralcio di difesa dalle alluvioni(PSDA)
3.9 Piano Territoriale Provinciale (PTP)
3.10 Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti (PPGR)
3.11 Piano d’Area della media e bassa Valle del Tordino
3.12 Piano Regolatore Generale (PRG) vigente del Comune di Roseto degli Abruzzi
3.13 Coerenza del PDCM con la pianificazione sovraordinata e non
4 ANALISI DI CONTESTO
4.1 Descrizione del quadro conoscitivo iniziale
4.1.1 Popolazione e società
4.1.2 Struttura produttiva
4.1.3 Lo stato dell’ambiente
4.1.4 Aria e cambiamenti climatici
4.1.5 Acqua
4.1.6 Acque di balneazione
5 POSSIBILI IMPATTI SIGNIFICATIVI SULL’AMBIENTE E CRITERI DI MITIGAZIONE
5.1 Introduzione
5.2 Descrizione degli impatti
5.3 Criteri di mitigazione
6 VALUTAZIONE DI COMPATIBILITA’
6.1 Considerazioni conclusive
1
Premessa
Con la Direttiva Comunitaria 2001/42/CE è stata introdotta la procedura di Valutazione Ambientale Strategica
(VAS) che costituisce un importante strumento per l'integrazione delle considerazioni di carattere ambientale
nell'elaborazione e nell'adozione di piani e programmi.
Obiettivo di detta Direttiva è quello "di garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e di contribuire
all'integrazione di considerazioni ambientali all'atto dell'elaborazione e dell'adozione di piani e programmi al
fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, assicurando che, ai sensi della presente direttiva, venga effettuata
la valutazione ambientale di determinati piani e programmi che possono avere effetti significativi
sull'ambiente" (Art. 1, Direttiva 2001/42/CE).
La direttiva europea è stata recepita nella parte seconda dal Decreto Legislativo n. 152 del 03/04/2006 entrata
in vigore il 31 Luglio 2007, modificato e integrato dal D. Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4.
Verifica di Assoggettabilità Fase di Screening
La fase di verifica di assoggettabilità, detta anche screening, è finalizzata a valutare la possibilità di applicare
la VAS ai piani e ai programmi di cui all'art. 6 comma 3 del D.lgs 152/2006 e s.m.i. secondo le modalità
definite dall'art.12.
L'Autorità procedente trasmette all'Autorità Competente un Rapporto Preliminare comprendente una
descrizione del Piano o Programma e le informazioni e i dati necessari alla verifica degli impatti degli impatti
significativi sull'ambiente definiti sulla base dei criteri dell'allegato I al Decreto. Detto Rapporto Preliminare è
inviato ai soggetti competenti in materia ambientale i quali, entro trenta giorni dal ricevimento, inviano il
proprio parere all'Autorità Competente e a quella Procedente.
L'Autorità Competente valuta, sulla base degli elementi di cui all'allegato I e tenuto conto delle osservazioni
pervenute, se il Piano o Programma possa avere impatti significativi sull'ambiente ed emette un
provvedimento di verifica assoggettando o escludendo il P/P dai successivi obblighi della procedura di VAS.
Il risultato della verifica di assoggettabilità, comprese le motivazioni, deve essere reso pubblico.
Il presente Rapporto Preliminare è relativo alla variante al Piano Demaniale Marittimo Comunale (PDMC) del
Comune di Roseto degli Abruzzi il cui principio fondamentale, che regola l’esercizio del demanio marittimo, è
il rilancio delle attività turistico ricreative mediante la riqualificazione e il potenziamento delle strutture
esistenti, salvaguardando i valori ambientali e paesaggistici dell’arenile di Roseto degli Abruzzi.
In merito la legislazione vigente, trattandosi di una variante (ex. Art 12 del d.lgs 152/2006 e s.m.i), prescrive
di verificarne l’Assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Di conseguenza nell’ambito
della procedura di elaborazione della variante al PDMC, del Comune di Roseto degli Abruzzi è stata avviata la
procedura di VAS in esecuzione dell’Atto di indirizzo dell’Amministrazione comunale giusta Deliberazione di
Giunta n.116 del 26-10-2011. In particolare, il presente Rapporto Preliminare, elaborato ai fini della Verifica
di Assoggettabilità a VAS del PDMC, consiste in una valutazione preventiva sulla circostanza se il piano in
oggetto, non rientrando né tra i piani/programmi obbligatoriamente sottoposti a VAS né tra quelli esclusi,
possa comportare effetti significativi sull’ambiente e quindi se debba essere assoggettato o meno a VAS.
Scopo di detta fase di Verifica di Assoggettabilità è, infatti, quella di valutare la possibilità di applicare la VAS
ai piani e ai programmi di cui all’art. 6 comma 3 del D. Lgs 152/06 e s.m.i. secondo le modalità definite
dall’art.12. Nel caso in esame, l’Amministrazione Comunale di Roseto degli Abruzzi rappresentando, cosi
come specificato dalla Regione Abruzzo, sia l’Autorità Procedente che l’Autorità Competente, valuterà sulla
base degli elementi di cui all’Allegato I del D.Lgs 152/2006 e s.m.i, tenuto conto dei contributi/osservazioni
che perverranno dalle A.C.A. (Autorità Ambientali Competenti), se la variante al PDCM possa avere impatti
significativi sull’ambiente ed emetterà un provvedimento di verifica assoggettando o escludendo il PDCM dai
successivi obblighi della procedura di VAS. Il risultato della verifica di assoggettabilità, comprese le
motivazioni, sarà reso pubblico mediante pubblicazione sull’albo pretorio e sul sito Web del Comune. Il
presente Rapporto Preliminare ha lo scopo di fornire all’autorità che deve emettere il provvedimento di
verifica (vale a dire il Comune di Roseto degli Abruzzi), le informazioni necessarie alla decisione, ovvero
stabilire se il piano necessita o meno di valutazione ambientale. Tali informazioni riguardano le caratteristiche
della variante al PDCM con l’indicazione degli obiettivi/azioni, analisi di contesto, iter attuativo,
caratteristiche degli effetti attesi dalla sua attuazione con particolare attenzione agli elementi previsti
nell’Allegato I del D.Lgs 152/2006 e s.m.i..
2
1. Introduzione
1.1 Riferimenti Normativi
L’analisi della normativa vigente in ambito comunitario, nazionale e regionale è stata condotta predisponendo un elenco
sintetico di riferimento. L’elenco ha la finalità di evidenziare i riferimenti cui si è tenuto conto per la stesura del presente
documento in merito alla procedura VAS.
I riferimenti normativi che disciplinano la procedura di VAS sono:
Riferimenti Comunitari
Direttiva 2001/42/CE, Allegato II;
Linee Guida della Commissione Europea per l’applicazione della Direttiva 2001/42/CE;
Direttiva 2003/04/CE.
Riferimenti Nazionali
D.Lgs 152/2006 e s.m.i, Allegato I.
Ulteriori disposizioni correttive ed integrative sono state introdotte dal decreto legislativo 16 gennaio
2008, n. 4.
Riferimenti Regionali
Legge Regionale 9 agosto 2006, n. 27 “Disposizioni in materia ambientale”;
DGR 19 Febbraio 2007, n. 148 “Disposizioni concernenti la Valutazione Ambientale Strategica di piani e
programmi regionali”;
DGR 13 agosto 2007, n. 842 “Indirizzi concernenti la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) di Piani di
competenza degli Enti Locali ricadenti nel territorio regionale”;
Circolare del 31 luglio 2008, Prot. n. 19565 “Competenze in materia di Valutazione Ambientale Strategica.
Chiarimenti interpretativi”;
Circolare del 2 settembre 2008 “Definizione delle competenze in materia di Valutazione Ambientale Strategica
per i Piani di Assetto Naturalistico (PAN)”;
Circolare del 18 dicembre 2008, Prot. n. 30766 “Individuazione delle Autorità con competenza ambientale nella
struttura regionale”.
Circolare del 17 Dicembre 2010 Prot. n. 14582/10 “Chiarimenti interpretativi su alcuni aspetti del procedimento
di Valutazione Ambientale Strategica VAS”;
Circolare del 18 gennaio 2011 Prot. n. 528 “Competenze in materia di valutazione ambientale strategica Ulteriori chiarimenti interpretativi”.
In particolare i riferimenti regionali presi in considerazione per il presente processo di valutazione ambientale
strategica sono:
La Circolare del 31 luglio 2008 Prot. n. 19565;
La Circolare del 18 dicembre 2008, Prot. n. 30766;
La Circolare del 17 Dicembre 2010 Prot. n. 14582/10;
La Circolare del 18 gennaio 2011 Prot. n. 528.
1.2 Individuazione delle Autorità con Competenze Ambientali (ACA) e modalità di consultazione.
E’ opportuno definire i ruoli delle Autorità coinvolte nella procedura di VAS all’interno della procedura di
pianificazione;
autorità competente:
la pubblica amministrazione cui compete l'adozione del provvedimento di verifica di assoggettabilità, l'elaborazione del
parere motivato, nel caso di valutazione di piani e programmi, e l'adozione dei provvedimenti conclusivi in materia di
VAS;
autorità procedente:
la pubblica amministrazione che elabora il piano, programma soggetto alle disposizioni del presente decreto, ovvero nel
caso in cui il soggetto che predispone il piano, programma sia un diverso soggetto pubblico o privato, la pubblica
amministrazione che recepisce, adotta o approva il piano, programma;
proponente:
il soggetto pubblico o privato che elabora il piano, programma o progetto;
l’elenco delle Autorità con Competenze Ambientali da consultare;
le modalità di consultazioni delle ACA;
le modalità di diffusione e pubblicazione delle informazioni.
3
In base all’Art. 5 lettera s) del D.Lgs 152/2006 e s.m.i si definiscono Autorità con Competenza Ambientali le
pubbliche amministrazioni e gli enti pubblici che, per le loro competenze o responsabilità in campo ambientale, possono
essere interessate agli effetti sull’ambiente dovuti all’applicazione del piano o del programma oggetto dell’esame.
Nel dettaglio, con il presente rapporto preliminare, il Comune di Roseto degli Abruzzi individua il seguente elenco delle
ACA:
Ministero per i Beni e Attività Culturali Soprintendenza B.A.P.
Regione Abruzzo, DA - Direzione Affari della Presidenza, Politiche Legislative e Comunitarie,
Programmazione, Parchi, Territorio, Valutazioni Ambientali, Energia - L’Aquila;
Regione Abruzzo, Direzione LL. PP., Ciclo Idrico Integrato e Difesa del Suolo e della Costa L’Aquila;
Provincia di Teramo, Settore - Urbanistica - Teramo;
Provincia di Teramo, Settore - Ambiente - Teramo;
ARTA, Direzione Centrale - Pescara;
Azienda USL - Teramo;
Regione Abruzzo Servizio OO.MM. e qualita’ delle acque marine ufficio attivita’ coste e porti Pescara;
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti- Capitaneria di porto sezione demanio – sezione ambiente Pescara;
Regione Abruzzo, Direzione turismo-ambiente-energia servizio demanio marittimo Pescara;
Agenzia del Demanio Pescara;
Circoscrizione Doganale Pescara;
Genio Civile Regionale Teramo;
Autorità di Bacino L’Aquila
ATO N°5 Teramo;
La scelta delle sopra citate ACA è stata fatta tenendo in considerazione le competenze di ciascun soggetto coinvolto.
Nello specifico, così come richiesto nella circolare regionale del 18/12/2008 - Prot. n. 30766, si è scelto di coinvolgere il
Ministero per i Beni e Attività Culturali Soprintendenza B.A.P. e le succitate direzioni regionali e la Provincia di
Teramo - Settore (Urbanistica) e Settore (Ambiente) - per le loro competenze nel governo del territorio ed in materia di
gestione dei rifiuti; mentre per quanto riguarda l’ARTA, e l’Azienda USL di Teramo per le specifiche competenze:
rispettivamente ambientali e sanitarie, Autorità di Bacino per il PSDA e rischio alluvione, il Genio Civile Regionale per
gli aspetti Difesa del Suolo e della Costa, ATO per approvvigionamento idrico e smaltimento acque reflue.
Di seguito si riportano in maniera indicativa gli aspetti del Rapporto Preliminare su cui ciascuna ACA è invitata a dare il
proprio contributo.
Tabella 1.1: Elenco ACA e aspetti su cui si chiede il contributo.
ACA
Rif.
Ministero per i Beni e Attività Culturali Soprintendenza Cap.
B.A.P.
1-2-3Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti- 4-5-6
Capitaneria di porto sezione demanio – sezione
ambiente.
Agenzia del Demanio Pescara.
Aspetti trattati
Riferimenti normativi e metodologici; aspetti
procedurali; Rapporto tra il piano in esame e gli
strumenti sovraordinati; Aspetti ambientali.
Circoscrizione Doganale Pescara;
Regione Abruzzo, 1- Direzione Affari della Presidenza, Cap. Riferimenti normativi e metodologici; aspetti
Politiche Legislative e Comunitarie, Programmazione, 1-2-3- procedurali; Rapporto tra il piano in esame e gli
Parchi, Territorio, Valutazioni Ambientali, Energia.
4-5-6 strumenti sovraordinati; Aspetti ambientali.
Regione Abruzzo, Direzione LL.PP., Ciclo Idrico Cap. Rapporto tra il piano in esame e gli strumenti
Integrato e Difesa del Suolo e della Costa.
2-3-4-5 sovraordinati; Aspetti ambientali.
Regione Abruzzo Servizio OO.MM. e qualita’ delle
acque marine ufficio attivita’ coste e porti.
Regione Abruzzo, Direzione turismo-ambiente-energia
servizio demanio marittimo.
ARTA, Direzione Centrale.
Cap. Aspetti ambientali.
2-4-5
Provincia di Teramo, Settore -Urbanistica - e Settore - Cap. Rapporto tra il piano in esame e gli strumenti di
Ambiente.
2-3-4-5 pianificazione/programmazione provinciali; Aspetti
ambientali.
Azienda USL di Teramo.
Cap. Aspetti ambientali, con particolare attenzione alla
2-4-5 salute individuale e collettiva dei cittadini.
4
Autorità di Bacino
Genio Civile Regionale
ATO
Cap. 3 P.S.D.A. Rschio alluvione
Cap. Rapporto tra il piano in esame e gli strumenti
2-3-4-5 sovraordinati; Aspetti ambientali. Aspetti Difesa
del Suolo e della Costa
Cap. 4 Approvvigionamento idrico e smaltimento acque
reflue
1.3 Percorso metodologico adottato
1.3.1 Riferimenti Metodologici
Come è noto l’applicazione della direttiva 2001/42/CE - e relativi recepimenti nazionali e regionali - prevede una serie
di tappe procedurali che devono essere inserite organicamente nell’iter ordinario della pianificazione nelle diverse fasi
di redazione, adozione e approvazione.
È da precisare che la corretta applicazione delle disposizioni normative vigenti in materia richiede la presenza di alcuni
elementi fondamentali, trasversali a tutte le fasi procedurali quali:
la trasparenza delle decisioni;
la ripercorribilità del processo;
la disponibilità di una base di conoscenza comune condivisa e accessibile da parte di chiunque.
Per il piano in esame l’attivazione della procedura è stata fatta a monte del processo di pianificazione: infatti l’attività di
redazione del rapporto preliminare è iniziata prima dell’adozione del piano.
A seguito di quanto sopra specificato si procede alla Verifica di Assoggettabilità a VAS della variante al PDCM facendo
riferimento all’art. 12 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. e nel rispetto delle indicazioni di cui all’Allegato I.
Per gli aspetti metodologici di analisi e valutazione si è fatto riferimento alle principali linee guida in materia di VAS
emerse a livello internazionale, nazionale e regionale, ovvero, in via indicativa e non esaustiva:
Progetto EnPlan: Linee Guida (http://www.interreg-enplan.org/linee.htm), 2004;
Attuazione della Direttiva 2001/42/CE concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi
sull’ambiente. Studio DG Ambiente CE, 2004.
1.3.2 Fasi operative del percorso di valutazione individuato
Come già riportato sopra, l’applicazione del processo di VAS prevede una serie di tappe procedurali che devono essere
inserite organicamente nel processo di pianificazione.
Di seguito, in Tabella 1.2, è riportato lo schema del processo elaborato per la variante al PDCM.
5
Tabella 1.2:
Fasi operative del processo di Verifica di Assoggettabilità a VAS.
Atto di indirizzo del Consiglio Comunale con propria deliberazione n. 4 del 17.02.2016
Fase 1
Preparazione
Contestuale avvio della procedura per la redazione del Rapporto Preliminare.
Fase 2
Orientamento/Elabora
zione
Fase 3
Consultazione
Fase 4
Emissione del
provvedimento
Definizione del processo metodologico;
Individuazione delle Autorità con Competenze Ambientali (ACA);
Definizione delle modalità di partecipazione/informazione;
Elaborazione del Rapporto Preliminare ai sensi dell’Allegato I del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.
Consultazione delle ACA per l’acquisizione di eventuali contributi/osservazioni:
30 gg dalla ricezione del Rapporto Preliminare.
Esame delle eventuali osservazioni/contributi pervenuti;
Elaborazione del provvedimento di verifica;
Pubblicazione del provvedimento di verifica sull’albo pretorio e sul sito web del Comune di
Roseto degli Abruzzi.
Il processo sopra schematizzato è stato suddiviso in fasi specifiche, corrispondenti a determinate fasi della
pianificazione e collegate a precisi momenti di consultazione delle Autorità con Competenza Ambientale ed
informazione del pubblico.
In sintesi, l’avvio del procedimento è stato formalizzato tramite Atto di indirizzo del Consiglio Comunale con propria
deliberazione n. 4 del 17.02.2016. Il Dirigente del I Settore Arch. Lorenzo Patacchini ha predisposto il Rapporto
Preliminare sulla base della proposta di piano contenente le informazioni e i dati necessari alla verifica degli effetti
significativi sull’ambiente, sulla salute umana e sul patrimonio culturale, facendo riferimento ai criteri riportati
nell’Allegato I del D.Lgs152/2006.
Una volta redatto il documento il Comune di Roseto degli Abruzzi ne invia copia alle ACA (tenute a esprimersi
entro trenta giorni dalla ricezione) e lo mette a disposizione, presso i propri uffici dandone notizia sul web, per il
pubblico interessato. Passati i trenta giorni, a seguito dei contributi pervenuti, l’Autorità Procedente stilerà un
verbale in cui riporterà tutti gli eventuali contributi e osservazioni pervenuti.
La decisione sulla necessità di sottoporre o di escludere il piano dal procedimento di VAS sarà effettuata con atto
formale e si concluderà con la pubblicazione del provvedimento di verifica sull’albo pretorio e sul sito web del
Comune di Roseto degli Abruzzi.
1.3.3 Contenuti e struttura del documento
Il presente Rapporto Preliminare comprende una descrizione della variante di piano e le informazioni e i dati necessari
alla verifica degli impatti significativi sull’ambiente attesi dalla sua attuazione.
Nello specifico di seguito si riportano i contenuti dello strumento:
sono state descritte e analizzate le scelte della variante al PDCM;
è stata analizzata la coerenza delle scelte pianificatorie effettuate con le indicazioni dei piani sovraordinati;
sono state considerate le scelte della variante al PDCM sulla base del quadro dello stato ambientale emerso in seguito
all’analisi di contesto (con particolare riferimento alle criticità ambientali presenti);
sono stati considerati i fattori ambientali che potrebbero essere influenzati (positivamente o negativamente) dagli
interventi previsti dal PDCM.
Va infine segnalata la non presenza di SIC e ZPS nell’area interessata dalla variante al PDCM.
Nella tabella seguente è illustrata la corrispondenza tra quanto previsto dall’Allegato I del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i e i
contenuti del Rapporto Preliminare.
Tabella 1.3: Corrispondenza tra Allegato I del D.Lgs 4/2008 e Rapporto Preliminare
Allegato I D. Lgs 152/2006 e s.m.i
Rapporto Preliminare
1. Caratteristiche del piano, tenendo conto in particolare, dei seguenti elementi:
In quale misura il piano stabilisce un quadro La variante del PDCM in esame è uno strumento volto a
di riferimento per progetti e altre attività, o
riqualificare le aree demaniali marittime sotto il profilo
per quanto riguarda l’ubicazione, la natura,
ambientale, regolamentando lo sviluppo ecosostenibile
le dimensioni e le condizioni operative o
dell’uso del demanio per fini turistici ricreativi. Nel
attraverso la ripartizione delle risorse.
presente Rapporto sono analizzate le scelte della variante
al PDCM con particolare interesse per l’uso di risorse e gli
aspetti ambientali.
6
Rif.
Cap. 2
In quale misura il piano o il programma
influenza altri piani o programmi, inclusi
quelli gerarchicamente ordinati.
La pertinenza del piano o del programma
per l’integrazione delle considerazioni
ambientali, in particolare al fine di
promuovere lo sviluppo sostenibile.
I problemi ambientali pertinenti al piano o al
programma.
La rilevanza del piano o del programma per
l’attuazione della normativa comunitaria nel
settore
La variante al PDCM non influenza altri piani o
programmi; è stato verificato che le scelte progettuali sono
in linea con le indicazioni degli strumenti sovraordinati.
Nella variante al PDCM le considerazioni ambientali
possono essere integrate a livello di scala progettuale
dell’intervento.
Sono stati identificati sulla base del quadro dello stato
ambientale.
Il piano riveste particolare importanza in riferimento al
Piano Demaniale Regionale approvato con Deliberazione
del Consiglio Regionale n. 20/4, pubblicata sul BURA
Ordinario n. 13 del 15.04.2015.
Cap. 3
Cap. 4-5-6
Cap. 4-5
Cap. 3
2. Caratteristiche dell’intervento
2.1 Inquadramento territoriale
Il comune di Roseto degli Abruzzi è situato in provincia di Teramo e comprende una superficie di 5.300 ettari.
Il suo territorio può essere assimilato ad un rettangolo i cui lati più brevi a S ed a N sono rappresentati dalle
due aste fluviali dei fiumi Vomano e Tordino e dalle rispettive foci, ed i due più lunghi dalla linea di costa e
dal confine interno con il comune di Morro d'Oro. Quest'ultimo lato corrisponde quasi interamente al tracciato
dell'autostrada A 14. Si tratta di un territorio prevalentemente collinare, compreso tra le basse valli del
Vomano e del Tordino, costituito principalmente da marne argillose cineree risalenti al Pliocene inferiore. In
questo sistema collinare di argille impermeabili e facilmente erodibili i fiumi che interessano il territorio
comunale (Vomano, Tordino e Borsacchio) costituiscono l’esito di un reticolo di acque superficiali piuttosto
fitto. La manifestazione più evidente di questi fenomeni erosivi sono i calanchi, che caratterizzano non solo il
territorio di Roseto ma anche quello circostante. La linea di costa è quella tipica adriatica, bassa e sabbiosa.
Poiché domina il moto ondoso da SE, i materiali incoerenti trasportati dai fiumi tendono a trasmigare lungo la
costa nella medesima direzione. Conseguentemente, le sezioni di costa immediatamente a SE delle foci mostrano
accumulo, mentre le altre evidenziano una situazione di erosione a cui si è cercato di far fronte con la messa in
opera di scogliere artificiali.
7
Vista aerea della fascia costiera del Comune di Roseto degli Abruzzi
Il litorale del comune di Roseto degli Abruzzi è relativa alle aree demaniali marittime della città, costituite da una fascia
di territorio di circa 10,3 km, con una profondità media di circa 40 ml. confinato a Nord dalla foce del Fiume Tordino e
a Sud da quella del Fiume Vomano. L’aspetto d’insieme è tipico di un paesaggio di bassa collina in cui l’elemento
morfologico dominante è rappresentato dal rilievo di Monte Pagano (286 m s.l.m.), le cui pendici orientali degradano
verso la cittadina rivierasca. Roseto degli Abruzzi è facilmente raggiungibile grazie alla presenza dello svincolo
8
autostradale A14 Roseto e della Strada Statale 16. E’ molto ben collegato perché il Porto di Giulianova Nord e quello di
Pescara a Sud sono facilmente raggiungibili attraverso la statale 16 o l’autostrada A14, inoltre sia da Pescara che da
Giulianova è possibile raggiungere con frequenza pressoché giornaliera la Croazia. La zona è servita da un ottimo
sistema di collegamenti: S.S. 16 Adriatica e autostrada A14 Bologna-Bari, sulla quale si innesta, a soli 20 km dal casello
di Roseto, la A24 L'Aquila-Roma; linea ferroviaria Milano-Lecce con le stazioni di Roseto e Giulianova; aeroporto
d'Abruzzo P. Liberi, di Pescara, a 30 km. Nel periodo estivo un veloce e moderno aliscafo collega il porto di Giulianova
con l'arcipelago delle Isole Tremiti.
La storia geologica della regione in cui è ricompreso il territorio del Comune di Roseto, inizia dal Pliocene superiore
(circa 2 milioni di anni fa), quando la fascia costiera della provincia di Teramo ricadeva nell’ambito di una piattaforma
marina subsidente, allungata in direzione appenninica, in cui si verificava una cospicua sedimentazione di tipo pelagico,
a litologia argillosa e argillosa sabbiosa. Tali materiali provenivano dall’erosione della emersa catena appenninica e dal
successivo trasporto fluviale dei sedimenti. Questa situazione permane fino al Pleistocene superiore, quando il continuo
innalzamento della superficie, legata al procedere verso Est dell’onda tettonica compressiva dell’orogenesi appenninica,
porta all’emersione dell’area dal livello del mare, con deposito sulla stessa fascia di materiali di tipo costiero o fluvio
9
deltizio (sabbie e conglomerati marini del Pleistocene inferiore). Il procedere dell’attività tettonica porta alla successiva
completa emersione di tali materiali, che attualmente sono posti a quote variabili tra i 100 e i 300 metri sul livello del
mare. I successivi fenomeni erosivi, dovuti all’azione delle acque correnti superficiali, hanno smembrato i depositi
superficiali, facendo venire a giorno i sottostanti depositi argillosi e sabbiosi di piattaforma. In prossimità delle zone
litoranee, il substrato geologico è ricoperto da una coltre di spessore notevole, di depositi di spiaggia recenti, e di
depositi fluvio-deltizi.
Evidenze storiche ( tratto del Documento Ambientale Emas)
Numerosi rinvenimenti archeologici dimostrano che il territorio di Roseto degli Abruzzi fu abitato già in epoca romana.
Delle varie località del suo territorio, trova già menzione in numerosi documenti di epoca medioevale. Fra di esse di
particolare importanza è Montepagano, che per secoli fu il principale centro della zona, proprietà dell’Abbazia di S.
Giovanni in Venere. Nel 1251 fu compresa nella Diocesi di Atri e dal 1424 fino all’arrivo dei francesi (1806) divenne
feudo della famiglia Acquaviva.
RICOSTRUZIONE CINTA MURARIA ESEGUITA DA UN REGIO AGRIMENSORE 1887 (fonte archivio storico comunale)
10
Ubicata sulla sommità della collina, da cui si gode una splendida vista della sottostante marina, conserva tracce delle
antiche fortificazioni medioevali, con le quattro porte di ingresso. Notevoli anche il campanile, appartenente alla chiesa
di S. Antimo, legato alla leggenda che ne attribuisce la costruzione a Papa Sisto V e la chiesa della S.S. Annunziata (fine
sec. XVI), che conserva all’interno un pregevole altare in legno policromo, con statue di santi e profeti. Nella sua
sacrestia è apposta la lapide, che ricorda la nascita di Roseto (22 maggio 1860), ad opera del clero, che divise in lotti e
cedette in enfiteusi la marina di cui era proprietario (22 Maggio 1860).
11
Il villaggio, sorto intorno alla stazione ferroviaria inaugurata nel 1863, fu chiamato, dal 1887 al 1927, Rosburgo (cioè il
paese delle rose). Ai primi del secolo risalgono le prime iniziative industriali, l’intensificazione del commercio e lo
sviluppo dell’agricoltura, anche se il turismo è stato e continua ad essere la principale risorsa della popolazione.
L’area su cui è previsto il Piano Demaniale Comunale Marittimo (PDCM) comprende gli arenili a nord, dal Fiume
Tordino zona di Cologna Spiaggia fino al villino Rossi ed a sud dal Camping “Lido D’Abruzzo fino al Fiume Vomano,
fatta eccezione per le aree perimetrate dalla “Riserva naturale guidata Borsacchio”, di cui alla LEGGE REGIONALE 26/06/2012 - N° 29 (Revisione dei confini Riserva naturale guidata 'Borsacchio': Modifica all'articolo 69 della L.R. 8
febbraio 2005, n. 6.) ricompressa nella perimetrazione che dal villino Rossi verso sud fino al camping “Lido
D’Abruzzo” di competenza dell’Ente Gestore della Riserva e la stessa sarà oggetto di specifico Piano di Assetto
Naturalistico (P.A.N.).
12
Il sistema insediativo territoriale e perimetro della Riserva “Borsacchio” del comune di Roseto degli Abruzzi.
2.2 Livelli di Vulnerabilità Morfologica
L’analisi comparativa della documentazione cartografica esistente mette in evidenza che nel litorale in esame, gli attuali
processi erosivi hanno iniziato a manifestarsi già negli anni ’60, a partire dagli apparati di foce dei Fiumi.
13
I processi erosivi si sono successivamente estesi, probabilmente a partire dall’inizio degli anni ’70, anche agli spazi
interfociali ed hanno pertanto interessato gradualmente anche la spiaggia di Roseto. Per tentare di arrestare l’erosione
del litorale, sono state realizzate nel tempo numerose opere di difesa sia longitudinali (scogliere aderenti, scogliere
emergenti e scogliere soffolte) che trasversali (pennelli), le quali non hanno risolto il problema alla radice ed hanno
creato problemi di impatto con il delicato e complesso ambiente costiero.
La realizzazione delle strutture rigide di difesa, infatti, limitatamente al segmento costiero protetto, ha determinato (in
realtà non sempre) il locale arresto dell’erosione con, a luoghi, l’avanzamento della spiaggia ma, a causa della completa
interruzione del pur debole transito sedimentario, ha innescato processi erosivi nelle spiagge stabili sottovento, cioè
nella direzione di trasporto dei sedimenti, il cui controllo ha richiesto nuove scogliere e così via, fino alla situazione
attuale nella quale tutto il litorale risulta interessato da scogliere, ad eccezione di un tratto di circa 1,5 km a nord di Villa
Mazzarosa, interessato solo da alcuni pennelli trasversali.
Attualmente il litorale è in arretramento a Cologna, dalla foce del Tordino verso sud per un tratto di circa 1,3 km, nel
tratto (1,5 km) interessato solo da pennelli trasversali all’incirca fra Villa Rossi e Villa Mazzarosa, ed a partire dalla
foce del Vomano verso nord per un tratto di circa 1,7 km. Nel rimanente tratto litoraneo (circa 6,1 Km) la tendenza
all’arretramento è attualmente impedita dalle opere di difesa.
Il fenomeno erosivo si manifesta non solo con la riduzione dell’arenile, come a nord di Villa Mazzarosa dove
l’ampiezza della spiaggia si è ridotta fino a 20 – 25 metri, ma spesso anche con la formazione di un evidente “gradino di
erosione” alto anche 40 – 50 cm..
Sotto il profilo della stabilità della linea di costa, Si riportano il livello di rischio per l’erosione della costa del Comune
di Roseto degli Abruzzi in funzione delle aree omogenee individuate così come evidenziate dal Piano Regionale di
Vulnerabilità morfologica della costa abruzzese.
14
Vulnerabilità Morfologica (fonte Regione Abruzzo)
15
Livelli di Rischio (fonte Regione Abruzzo)
La parte centrale del litorale, prospiciente il centro abitato, è caratterizzata da un progressivo aumento della profondità
della spiaggia che, pur considerando la variabilità della linea di costa per effetto del moto ondoso, delle maree e dei cicli
stagionali, la protezione delle scogliere anno determinato un conseguente ampliamento della zona demaniale.
La restante porzione nord dell’arenile, anche se in consistenza più modesta, è stata interessata da una crescita media
della profondità di circa 20 ml.
Oltre alla spiaggia vera e propria, la viabilità del lungomare di Roseto degli Abruzzi che margina il litorale, inteso come
strada di supporto al sistema viario, ha costituito una sorta di divisione artificiale dell’ambiente marino tipico
(salvaguardato in altre realtà della costa abruzzese), che caratterizza la costa adriatica, costituito da terreni agricoli e da
modeste parti di pineta di pino mediterraneo, immediatamente sequenziale alle dune sabbiose.
16
Anche se compromesse dall’urbanizzazione, queste zone sono ancora individuabili a Roseto degli Abruzzi; in
particolare ci si riferisce alla zona della pineta Marzarosa, e la zona a nord, cosiddetta delle “dune spontanee” che si
estendono per consistenti tratti fino al villino Rossi, (tratto ricompresso all’interno della “Riserva Naturale Guidata
Borsacchio” di cui alla LEGGE REGIONALE - 26/06/2012 - N° 29 (Revisione dei confini Riserva naturale guidata
'Borsacchio': Modifica all'articolo 69 della L.R. 8 febbraio 2005, n. 6. ).
Trattandosi di una località con una connotazione turistica stagionale, i volumi di traffico si intensificano notevolmente
durante il periodo estivo; negli altri periodi la struttura viaria assolve sufficientemente alla sua funzione.
2.3 Descrizione del PDCM vigente
Con delibera di Consiglio Comunale n. 23 del 05.06.2014 è stato approvato il Piano Particolareggiato sottozona F6 di
P.R.G. – attrezzature balneari – (oggi denominato Piano Demaniale Comunale); Il Piano Regolatore Generale vigente
destina l’arenile a zona F, sottozona F6 “attrezzature balneari” - art. 26 delle Norme Tecniche di Attuazione- e lo
sottopone a Piano Particolareggiato (PDCM); L’ambito di intervento del PDCM è la spiaggia, cioè quella porzione di
litorale marino compresa fra la linea di battigia e il confine demaniale marittimo, quindi i limiti del presente piano sono
costituiti dalla linea di battigia ad Est e dal confine demaniale (in corso di approvazione ) ad ovest; Il perimetro della
destinazione F6 di PRG non coincidendo esattamente con l’ambito di intervento del PDCM, è stato adottato in variante
al PRG, ai sensi dell’art. 21 L.R 18/83 nel testo vigente, per il necessario adeguamento perimetrale (in diminuzione);
L’obiettivo del piano è la riqualificazione delle aree demaniali marittime sotto il profilo ambientale, regolamentando lo
sviluppo ecosostenibile dell’uso del demanio per fini turistici e ricreativi.
A tale scopo le scelte progettuali generali tendono a valorizzare la percezione ambientale litoranea, attraverso la
previsione di precise interconnessioni con il sistema urbano della città. Le componenti della vista, dell’odore e del
rumore del mare sono salvaguardati creando i presupposti progettuali dell’ambiente oggetto di studio.
Pertanto, le vie di accesso al mare dalla S.S. n.16, intese come collegamento fra il mare e la città, nel piano diventano le
direttrici visive e costituiscono veri e propri canali di penetrazione percettiva non ostacolati dalla costruzione di nessun
manufatto.
Altro aspetto interessante del piano è la passeggiata del lungomare centrale, intesa non come stravolgimento del luogo
storico che rappresenta, ma come valorizzazione di esso restituendogli la principale funzione di passeggiata al mare.
La valorizzazione urbana della Piazza e della fontana, ed il consequenziale collegamento con la pineta della zona
centrale, è intesa come vera e propria piazza del mare che, oltre a regolarizzare il flusso viabile del lungomare
scoraggiandolo sulle arterie periferiche, ristabilisce il collegamento pedonale fra mare, pineta e Stazione Ferroviaria.
Il lungomare non è concepito come collettore di ricircolo cittadino, ma come strada panoramica del mare con la
funzione di collegamento viario degli ambienti turistici principali, la pineta centrale, il porto turistico, gli alberghi, i
camping ecc..).
Il piano urbano del traffico e della sosta prevede il convogliamento per la sosta delle auto (parcheggi) nelle zone
immediatamente retrostanti e periferiche la zona demaniale, in maniera tale da eliminare l’attuale congestione di
automobili ai lati del lungomare e da recuperare il tracciato per la pista ciclabile nei tratti ancora da realizzare.
Sotto il profilo socio-economico il P.D.C.M. favorisce le iniziative dei concessionari per la riqualificazione delle
strutture esistenti e la creazione di nuovi insediamenti ad uso turistico ricreativo non più legato alla semplice
balneazione stagionale ma con una offerta illimitata nel tempo.
Importante è sottolineare che il piano partendo dal rilievo dello stato di fatto, ed applicando il principio della pubblica
utilità, recuperare spazi pubblici di balneazione in ambiti di arenile centrali, ove possibile, o semicentrali,
completamente sprovvisti di spazi a disposizione del comune, evitando così una inesorabile collocazione delle spiagge
libere, solo in zone estremamente periferiche rispetto al centro cittadino, con scarsissima qualità di balneazione.
17
RIEPILOGO DIMENSIONALE
Di progetto sono state individuate per tutti gli ambiti n. 21 nuove concessioni.
Di queste:
- n. 1 concessioni per strutture fisse
- n. 16 concessioni per balneazione
- n. 1 concessioni per associazioni
- n. 3 concessioni per alaggi a gestione pubblica per uso libero
Tra esistenti e di progetto il piano prevede complessivamente 81 concessioni
Concessione
con strutture
fisse
Concessione
per
balneazione
Concessione
per
associazioni
Alaggio a
gestione
Pubblica per
uso libero
Alaggio a
gestione
Privata per
uso Pubblico
Alaggio
privato
TOTALE
AMBITI
F
A
B
C
D
E
2
3
5
13
15
2
3
4
G
4
10
H
I
L
5
3
4
5
8
13
1
1
2
2
1
18
54
16
1
1
2
TOTALE
1
16
4
9
3
1
6
4
1
81
Sono state individuate complessivamente n. 40 Spiagge libere
Complessivamente gli ambiti hanno una superficie totale di spiaggia praticabile (esclusa la fascia
di cinque metri e venticinque metri della battigia, ove esistente) di metri quadrati 390.344,78.
La superficie di progetto di spiaggia in concessione e per alaggio libero è di mq. 287.184,34.
La superficie di progetto di spiaggia libera è di mq. 103.160,44.
Zona di “Riserva Naturale Guidata Borsacchio”, di cui alla LEGGE REGIONALE - 26/06/2012 - N° 29
(Revisione dei confini Riserva naturale guidata 'Borsacchio': Modifica all'articolo 69 della L.R. 8 febbraio
2005, n. 6.) è stralciata dal presente piano e la sua attuazione viene rimandata all’apposito “Piano di Assetto
Naturalistico” in corso di redazione.
foto pineta Marzarosa (Zona Riserva Naturale Guidata Borsacchio)
18
2.4 Descrizione del Piano Demaniale Comunale adeguato alla D.C.R. n. 20/4 del 24.02.2015
L’intero processo di formazione del piano, si è basato sulle direttive dettate dalla L.R. 17.12.1997, n. 141 approvate
definitivamente con Deliberazione del C.R. n.20/4 del 24.02.2015.
Il lavoro è stato suddiviso in fasi distinte:
1. Individuazione dei vincoli esistenti sull’area demaniale;
2. Ricognizione fisico-giuridica delle aree per ambiti esistenti;
3. Analisi morfologica delle spiagge;
4. Scelte progettuali ordinatrici;
INDIVIDUAZIONE DEI VINCOLI
Nella prima fase, relativa all’individuazione dei vincoli sono stati individuati:
Il sistema dei vincoli con specifica perimetrazione degli ambiti tutelati.;
Le aree naturali protette, così come disciplinato dall’art.69 della L.R. 8 Febbraio 2005 n.6, come modificata dalla
LEGGE REGIONALE - 26/06/2012 - N° 29 (Revisione dei confini Riserva naturale guidata 'Borsacchio': Modifica
all'articolo 69 della L.R. 8 febbraio 2005, n. 6.);
RICOGNIZIONE FISICO-GIURIDICA DELLE AREE PER AMBITI ESISTENTI
Nella seconda fase, relativa alla ricognizione fisico-giuridica delle aree, sono stati esaminati gli ambiti omogenei e le
concessioni esistenti.
Le concessioni esistenti sono state analizzate anche in base ai parametri fissati dai commi 24, 25 e 32 dell’art.5 del PDM
Regionale (come modificato con D.C.R. 20/4 del 24.02.2015).
Sono stati valutati sia il rapporto tra le superfici libere e le superfici in concessione ed il rapporto tra il fronte a mare
delle spiagge da destinare a spiaggia libera ed il fronte complessivo della fascia costiera comunale (escluso le zone
oggetto di divieto di balneazione permanente ed escluso le aree protette della Riserva naturale guidata 'Borsacchio').
Il fronte complessivo dell’arenile del Comune di Roseto degli Abruzzi è di circa m. 7.842,25, il fronte a mare delle
spiagge da destinare a spiaggia libera è di circa m. 3.468,65
AMBITI LITORANEI OMOGENEI ESISTENTI
Sono individuati gli ambiti litoranei omogenei in base alle caratteristiche fisico-morfologiche della costa e alla loro
valenza turistica.
Sono stati individuati 10 specifici ambiti litoranei omogenei:
-
Ambito A: dal porticciolo a Via Marco Aurelio;
-
Ambito B: da Via Marco Aurelio al pontile ;
-
Ambito C: dal Pontile a Piazza Filippone;
-
Ambito D : da Piazza Filippone a piazza Ponno;
-
Ambito E: da piazza Ponno a Via Palermo
-
Ambito F: da Via Palermo al Borsacchio
-
Ambito G: dal Borsacchio alla Pineta Mazzarosa
-
Ambito H: dalla pineta Mazzarosa a Villa Rossi
-
Ambito I: da Villa Rossi a Via Bozzino
-
Ambito L: da via Bozzino al Tordino
19
ANALISI MORFOLOGICA DELLE SPIAGGE
Nella terza fase, relativa all’analisi morfologica delle spiagge, sono stati individuati i caratteri genetico – evolutivi (comprese le
antropizzazioni) e morfologici – sedimentologici dei vari siti ed i profili trasversali ed assetti planimetrici differenziati.
In base alle caratteristiche geografiche e geomorfologiche del territorio, sono state distinte quattro diverse tipologie di costa:
- spiagge ciottolose
- Spiagge sabbiose
- Scogliere artificiali con massi
SCELTE PROGETTUALI ORDINATRICI
Nella quarta fase sono state impostate le scelte ordinatrici per il progetto:
La presente “Variante” al PDC vigente, approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 23 del
05/06/2014, si rende necessaria per effettuare le opportune verifiche rispetto alla normativa vigente ed
apporatare le necessarie modifiche per l’adeguamento del Piano Demaniale Comunale al P.D.M.
Regionale (come modificato con D.C.R. 20/4 del 24.02.2015).
Nel contempo, nella revisione generale del PDC vigente, da effettuarsi ai sensi dell’art. 7, comma 9, del
P.D.M. Regionale (come modificato con D.C.R. 20/4 del 24.02.2015), vengono apportate delle
variazioni e rettifiche al vigente PDC, anche per adeguarlo alle sopravvenute esigenze collettive,
verificatesi nel corso dell’attuazione del piano.
Tali variazioni consisteranno sostanzialmente in modifiche della consistenza delle concessioni, eventuali
traslazioni di concessioni dai siti in cui erano state inserite nel PDC vigente in altre zone e inserimenti di
nuove concessioni laddove considerate necessarie per soddisfare esigenze collettive sopravvenute, con
propedeutica verifica del comma 1, dell’art.5 del nuovo P.D.M. Regionale (come modificato con D.C.R.
20/4 del 24.02.2015), riequilibrando per quanto possibile il rapporto nei vari Ambiti tra spiagge in
concessione e spiagge libere.
20
22
LINEE GUIDA PER PROPOSTE PROGETTUALI RELATIVE ALLA BIOARCHITETTURA
Alla base della ricerca di principi progettuali legati alla Bioarchitettura, vi è l’affermarsi di una concezione della vita,
fondata su un rapporto più stretto dell'uomo con la natura e un ruolo essenziale attribuito ad ogni singola persona per la
conservazione dell’ecosistema che ci circonda.
Per uno sviluppo ecostonenibile anche il costruito deve essere realizzato con materiali biocompatibili, cioè non
inquinanti e privi di sostanze tossiche e i sistemi tecnologici, gli impianti devono essere progettati e realizzati al fine del
minor consumo possibile di energia e comunque con l’uso di energie alternative e innovative.
Queste linee guida assumono il carattere di informativa allo scopo di fornire criteri e indicazioni pratiche per l'utilizzo
di tecniche e prodotti ecologicamente migliorativi per l'architettura.
In particolare si forniscono:
indicazione di massima di tecnologie e materiali per ottenere buoni risultati riguardo al
comfort interno e al
risparmio di energia;
indicazioni per la realizzazione di impianti tecnologici ecocompatibili;
indicazioni di massima per la realizzazione di Impianti di pubblica illuminazione
Ai fini delle agevolazioni previste dalle norme L’Amministrazione Comunale chiederà che la rispondenza dei progetti e
della realizzazione delle opere ai principi della bioarchitettura e del risparmio energetico sia attestata da tecnici. Il
funzionamento degli impianti e la loro conformità dovrà essere asseverato, da tecnici, ad ogni rinnovo della
concessione.
Indicazione di massima di tecnologie e materiali per ottenere buoni risultati riguardo al comfort interno e al
risparmio di energia
E’ buona norma impiegare esclusivamente materiali da costruzione che garantiscano il rispetto dei requisiti di biocompatibilità ed eco-sostenibilità di seguito elencati:
-Igiene, salute ed ambiente: vanno impiegati preferibilmente e principalmente materiali a basso impatto energetico nel
ciclo vitale: in fase di produzione, utilizzo, smaltimento. Vanno impiegati solo materiali che non costituiscano minaccia
per l'igiene o la salute degli occupanti o dei vicini, causata, in particolare, dalla formazione di gas nocivi, dalla presenza
nell'aria di particelle o di gas pericolosi, dall'inquinamento o dalla contaminazione dell'acqua o del suolo, da difetti di
evacuazione delle acque, dai fumi e dai residui solidi o liquidi e dalla formazione di umidità in parti o sulle superfici
interne dell'opera;
-Limitata radioattività: vanno impiegati solo materiali innocui dal punto di vista della radioattività presente.
-Alta traspirabilità: vanno impiegati solo materiali altamente traspiranti, laddove non siano specificatamente destinati
ad impermeabilizzazione.
-Isolanti termici ed acustici: per la coibentazione termica ed acustica vanno impiegati esclusivamente materiali isolanti
naturali, esenti da prodotti di sintesi chimica ed esenti da fibre potenzialmente dannose o sospette tali secondo lo stato
della scienza.
-Impianto idrico-sanitario: per il sistema di distribuzione dell’impianto idrico vanno impiegate condutture che non
rilascino sostanze nocive.
- i componenti della ossatura principale della struttura, delle strutture secondarie dell’edificio e delle finiture dovranno
prevedere l’uso di materiali bioecologici certificati;
- la copertura della struttura è da prevedersi dotata di strato isolante.
- I serramenti esterni dovranno garantire dispersioni contenute sia dal punto di vista conduttivo che da quello della
tenuta all'aria.
Indicazioni di massima per la realizzazione di impianti tecnologici ecocompatibili:
Sistemi Solari Passivi:Per sistema solare passivo si intende la possibilità di usufruire di riscaldamento naturale, se
previsto, interno di un edificio attraverso l’irraggiamento solare incidente sulle superfici dell’involucro edilizio e dei
meccanismi naturali indotti cioè senza l’ausilio di energia prodotta da impianti termici o importata dalla rete per il
trasferimento del calore assorbito all’interno dell’edificio. Compreso l’utilizzo di sistemi schermanti e di raffrescamento
e di ricircolo di aria naturale.
Impianto solare termico: L’impianto solare termico è un sistema di produzione di energia termica mediante conversione
diretta della radiazione solare, in calore. L’acqua calda prodotta dai pannelli solari possiede un utile impiego per la
produzione di acqua calda per uso sanitario, per il riscaldamento dell’acqua delle docce esterne.
Impianto fotovoltaico: mediante l’installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica è possibile
ottenere energia elettrica convertendo la radiazione solare incidente sul pannello fotovoltaico. I pannelli dovranno essere
inseriti architettonicamente nell’edificio e non essere impattanti.
23
Impianto elettrico esterno: Tutti gli impianti di illuminazione esterna dovranno essere eseguiti secondo criteri di
antinquinamento luminoso con basso fattore di abbagliamento e a ridotto consumo energetico. Agli effetti del presente
regolamento sono considerati antinquinamento luminoso con basso fattore di abbagliamento tutti gli apparecchi di
illuminazione dotati di dispositivi di controllo del flusso luminoso diretto verso il basso. La scelta degli apparecchi di
illuminazione dovrà essere effettuata tenendo conto delle seguenti tipologie: -Armature con diffusore in vetro piano
realizzate con ottica in classe Cut-off -Sfere o lanterne munite di gruppo ottico lamellare o di lente toroidale in vetro
ottico per la distribuzione di luce verso il basso. -Proiettori con riflettore asimmetrico o in alternativa con riflettore
simmetrico purché muniti di schermo per l’orientamento del flusso luminoso Nell’installazione degli apparecchi di
illuminazione si dovrà aver cura che l’emissione della luce sia diretta verso il basso, in modo da ridurre il più possibile
l’inquinamento luminoso.
Impianto idrico-sanitario : Riduzione dei consumi dell’acqua L’impianto idrico sanitario deve disporre di opportuni
dispositivi di risparmio idrico. Per quanto concerne i materiali devono essere utilizzati i tubi in acciaio inox o quelli in
polietilene duro (Hd-Pe). Al fine della riduzione del consumo di acqua potabile, devono essere adottati i dispositivi
seguenti:
a. economizzatori di flusso: è fatto obbligo di utilizzare per tutti i rubinetti escluse le docce: Miscelatori
monocomando con cartuccia con economizzatore del flusso incorporato, e/o unità di controllo di energia, che
riducano il flusso da 15-20 litri/min a 7-10 litri/min.
b. doppio tasto: e’ fatto obbligo di utilizzare per tutti i WC: Cassetta per WC a doppio tasto (flusso abbondante, flusso
ridotto).
c. Riutilizzo delle acque grigie delle docce per alimentare le cassette dei W.C.
Impianto di riscaldamento : Risparmio Energetico Nel caso venga realizzato un impianto di riscaldamento per strutture
che restano in funzione tutto l’anno, allo scopo di ridurre i consumi energetici, è reso obbligatorio installare opportuni
sistemi di regolazione locali (valvole termostatiche, termostati collegati a sistemi locali o centrali di attuazione, etc.)
che, agendo sui singoli elementi di diffusione del calore, garantiscano il mantenimento della temperatura dei singoli
ambienti riscaldati entro i livelli prestabiliti, anche in presenza di apporti gratuiti (persone, irraggiamento solare,
apparecchiature che generano energia termica in quantità interessante, etc.).
Indicazioni di massima per la realizzazione di Impianti di pubblica Illuminazione
-Impianto di Illuminazione Pubblica I nuovi impianti di pubblica illuminazione povranno essere realizzati con
lampioni autonomi energeticamente (con pannelli fotovoltaici) o collegati ad un impianto fotovoltaico centralizzato.
Tutti gli impianti di illuminazione esterna pubblica, in fase di progettazione, appalto o installazione dovranno essere
eseguiti secondo criteri "antinquinamento luminoso con basso fattore di abbagliamento e a ridotto consumo energetico.
Sono considerati “antinquinamento luminoso con basso fattore di abbagliamento” tutti gli apparecchi di illuminazione
dotati di dispositivi di controllo del flusso luminoso diretto verso il basso. La scelta degli apparecchi di illuminazione
dovrà essere effettuata tenendo conto le tipologie sopra riportate. Allo scopo di uniformare la qualità della luce emessa
dagli impianti di illuminazione stradale, é opportuno che siano impiegate esclusivamente lampade al associo ad alta
pressione, del tipo ad alta efficienza; mentre per l’illuminazione nelle aree a verde é possibile utilizzare lampade a
vapori di mercurio o a ioduri metallici.
Iniziative utili per la gestione sostenibile della Spiaggia e indicazioni di massima per la pulizia
Nell’ambito della “Riserva naturale guidata Borsacchio”, di cui alla LEGGE REGIONALE - 26/06/2012 - N° 29
(Revisione dei confini Riserva naturale guidata 'Borsacchio': Modifica all'articolo 69 della L.R. 8 febbraio 2005, n. 6.) è
stata riscontrata la presenza del Fratino (Charadrius alexandrinus), (vedi foto) è un piccolo uccello che nidifica sulle
spiagge europee. La specie depone le uova in Aprile-Maggio a seconda delle latitudini, direttamente in piccoli
avallamenti della sabbia da 1 a 3 uova e può, in caso di insuccesso, tentare una seconda nidificazione tra Maggio e
Giugno. I piccoli, nidifughi, dopo 24/36 ore seguono la coppia alla ricerca di cibo. La specie è tutelata dalla Direttiva
CEE 79/409 “Uccelli” del 2 aprile 1979 (recepita dalla Legge 157/92) dove è inserita nell’allegato I come “specie
particolarmente protetta”. E’ inoltre un utile indicatore biologico delle condizioni degli ambiente dunali del litorale
abruzzese. La maggiore minaccia per la conservazione di quest’uccello è rappresentata dalla distruzione e
manomissione dell’ambiente dunale soprattutto per i lavori di pulizia delle spiagge che vengono svolti con mezzi
meccanici sempre più invasivi che distruggono tutto ciò che incontrano, piante dunali e nidi compresi e per i piccoli il
disturbo antropico e la predazione da parte di randagi. Lungo il litorale di Molise, Abruzzo e Marche nidificano diverse
coppie ma troppo spesso la cattiva gestione delle spiagge determina il fallimento della riproduzione. La consapevolezza
che la spiaggia non è semplicemente un insieme di granelli di silicio ma un ecosistema complesso, la cui salvaguardia è
l’unico fattore in grado di fornire competitività ed un valore aggiunto al nostro territorio costiero, determina una
gestione concretamente sostenibile del turismo costiero che non può prescindere dalla conservazione dei rari elementi di
biodiversità ancora rintracciabili sul nostro litorale. Sono sufficienti piccole azioni, che comportano spese ed impegni
24
minimi per rendere idonei anche piccoli tratti di spiaggia ad ospitare il Fratino, specie che dalla normativa europea è
considerata degna di protezione al pari dell’Aquila reale. Le associazioni, assieme alla Riserva di Punta Aderci e
all’Area Marina Protetta del Cerrano, hanno sperimentato con successo forme di tutela dei nidi, attraverso il
posizionamento attorno al nido di un primo recinto quadrato (lato di 4-5 metri) di corda con 4 pali e cartelli di attenzione
e di un parallelepipedo di rete di ferro plastificata delle dimensioni 60x50x30h cm posizionato sul nido, con una piccola
apertura davanti. Il Kit-salvafratino e altre iniziative utili per la gestione sostenibile della spiaggia saranno adottate dal
Comune di Roseto degli Abruzzi. (vedi foto)
nido di fratino foto Cianci comune di roseto degli abruzzi
fratino foto Cianci comune di roseto degli abruzzi
fratino foto Cianci comune di roseto degli abruzzi
fratino foto Cianci comune di roseto degli abruzzi
non utilizzare mezzi meccanici sulla spiaggia
sistema di protezione dei nidi di fratino
25
3 Il quadro di riferimento pianificatorio e programmatico
L’insieme dei piani e programmi che governano l’ambiente/territorio oggetto della Variante al PDMC ne costituiscono
il quadro pianificatorio e programmatico.
L’analisi di tale quadro è finalizzata a stabilire la rilevanza della variante in oggetto e la sua relazione con gli altri piani
o programmi (sovraordinati e non), con particolare attenzione alla materia ambientale.
Nello specifico, la collocazione della variante in oggetto nel contesto pianificatorio e programmatico vigente deve
consentire il raggiungimento di due risultati:
la costruzione di un quadro d’insieme strutturato contenente gli obiettivi (non solo ambientali) fissati dalle politiche e
dagli altri piani e programmi territoriali o settoriali, evidenziando le decisioni già assunte e gli effetti attesi;
il riconoscimento delle questioni già valutate in strumenti di pianificazione che dovrebbero essere assunte come
risultato al fine di evitare duplicazioni.
La pianificazione/programmazione di riferimento per lo strumento oggetto di indagine ha visto l’analisi degli strumenti
di livello regionale, provinciale e comunale vigenti, di seguito riportati:
Quadro di Riferimento Regionale (QRR);
Piano Regionale Paesistico (PRP);
Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR);
Piano di Assetto Idrogeologico (PAI);
Piano Triennale Turismo 2010-2012;
Piano di Risanamento e tutela della Qualità dell'Aria (PRTQA);
Pano Demaniale Marittimo Regionale (PDMR);
Piano Stralcio di Difesa Alluvioni (PSDA);
Piano Territoriale Provinciale (P.T.P.);
Piano Provinciale Gestione Rifiuti (PPGR);
Piano d’Area della Media e Bassa Valle del Tordino;
Piano Regolatore Generale del Comune di Roseto degli Abruzzi.
Di seguito si riporta una descrizione sintetica degli strumenti sopra elencati corredata, dove necessario, da adeguati
stralci cartografici, al fine di delineare il regime vincolistico esistente sul territorio.
3.1 Quadro di Riferimento Regionale (Q.R.R.)
Il QRR vigente, strumento principe a cui far riferimento per la redazione dei Piani di bacino regionali e interregionali,
dei Piani territoriali Provinciali, dei Piani o Programmi settoriali e per l’esercizio dei poteri Provinciali e Comunali, fissa
le strategie ed individua gli interventi mirati al conseguimento dei seguenti obiettivi generali:
• Qualità dell’ambiente;
• Efficienza dei sistemi urbani;
• Sviluppo dei settori produttivi trainanti.
Tali obiettivi, poi, vengono suddivisi in obiettivi
specifici, azioni programmatiche e specifiche. Gli
obiettivi specifici indicati nel Q.R.R. di interesse per
la pianificazione in oggetto sono riportati nella
seguente tabella:
Tabella 3.1: Obiettivi del Quadro di Riferimento Regionale
Valorizzazione e tutela dei Beni culturali.
Qualificazione e potenziamento delle suscettività turistiche.
Riqualificazione e recupero dei Sistemi Insediativi.
Tutela e valorizzazione della costa.
Oltre agli obiettivi tra le azioni previste è da rilevare quella relativa alla “riqualificazione dei sistemi urbani maggiori”.
Nello specifico le NTA all’art 22, “Riqualificazione costa teramana e pescarese”, prevede:
Superamento dell’attuale sistema infrastrutturale che considera la S.S. 16 come barriera tra le città e l’arenile;
Alleggerimento del tessuto urbano che si attesta sull’arenile, eliminando una serie di funzioni improprie;
Configurazione dell’intera riviera come parco lineare urbano;
26
Riqualificazione del percorso litoraneo con funzioni di stretto servizio locale, di passeggiata, di pista ciclabile, di
sosta e parcheggio;
Integrazione degli arenili con il tessuto urbano, sia in termini fisici sia di relazioni e funzioni;
Realizzazione di parchi naturali alla foce dei fiumi.
Gli obiettivi ambientali generali del Quadro di Riferimento Regionale
Il processo conoscitivo avviato con i Piani Paesistici e il quadro normativo di tutela da questi delineato hanno
evidenziato la consistenza e la complessità del patrimonio ambientale della Regione, permettendo anche di individuare
forme, strumenti, ambiti geografici e livelli istituzionali di una "politica dell'ambiente".
Il QRR individua Obiettivi Generali ed Obiettivi Specifici. Gli Obiettivi Generali sono:
• Qualità dell’Ambiente;
• Efficienza dei Sistemi Insediativi;
• Sviluppo dei settori produttivi trainanti.
Gli Obiettivi Generali sono divisi in Obiettivi specifici. Quelli relativi alla Qualità dell’Ambiente, si possono riassumere
in:
• Obiettivo Specifico: "Appennino Parco d’Europa (APE)”; APE è un progetto di "sviluppo sostenibile" che coinvolge
le regioni dell'arco appenninico suddivise per aree geografiche: nord, centro sud. L' Abruzzo è la regione capofila del
progetto. Esso si configura come un intervento di infrastrutturazione ambientale con il quale coniugare le politiche di
conservazione della natura e della biodiversità a quelle dello sviluppo; il territorio è costituito da una rete di spazi
naturali che innervano tutto l'arco Appenninico e nella quale le aree protette rappresentano i nodi.
Le azioni programmatiche previste per il progetto APE si possono riassumere in tre punti: (A) E’ necessario avere un
ambito (benché flessibile ed aperto) al quale estendere analisi conoscitive e ricognitive, che non può essere che quello
ottenuto dall’inviluppo delle Comunità Montane e delle aree protette delle regioni Liguria, Emilia Romagna, Marche,
Toscana, Umbria, Abruzzo, Molise, Lazio, Campania, Basilicata, Puglia,
Calabria; (B) La fruizione ecologico naturalistica deve assumere carattere prioritario ma vanno parallelamente ridefinite
politiche di ecosviluppo che valorizzino beni culturali e ambientali e soprattutto il comparto agro-silvo-pastorale; (C) Va
altresì delineata un’azione mirata e attenta all’accessibilità, alla infrastrutturazione di base e alla ricettività turistica.
Obiettivo Specifico “tutela e valorizzazione della costa”; Tale azione impegna la regione ad una preliminare studio per
la difesa fisico - morfologica della costa teso ad individuare le zone a più alto rischio ove inibire l’insediamento e/o
proporre l’arretramento dell’antropizzazione. Si tratta di articolare un vero e proprio parco
territoriale litoraneo in cui vengano: esaltati gli episodi naturali di notevole interesse con azioni di tutela e
valorizzazione; proposto un modello di attrezzamento degli arenili a bassa densità di utilizzazione; potenziate le
relazioni con i centri storici della collina litoranea; tutelata l'attività agricola; etc.
27
3.2 Piano Regionale Paesistico (P.R.P.)
Il piano, approvato dal Consiglio Regionale il 21 marzo 1990 con atto n. 141 /21 - in base alla L. 431/85 e all’art.6 della
L.R.18/83 -, suddivide il territorio abruzzese in tre grandi ambiti di tutela: montano, costiero e fluviale; inoltre per
ciascun ambito prevede quattro zone di trasformazione: Conservazione (Zona A), Trasformabilità mirata (Zona B),
Trasformazione condizionata (Zona C) e Trasformazione a regime ordinario (Zona D).
Il PRP, attualmente in vigore, individua alcuni obiettivi generali di valorizzazione rispondenti anche a razionali esigenze
di sviluppo economico e sociale.
l’area interessata dal presente PDCM è regolamentata dall’art. 18 delle N.T.A. del P.R.P (L.R. 8.8.1985 n. 431 Art. 6 L.
R. 12.4.1983 n. 1 Approvato dal Consiglio Regionale il 21 marzo 1990 con atto n. 141/21 - ambito costiero.
Si precisa che le aree in prossimità della foce del Tordino e del Vomano, il piano le classifica nel seguente modo: “vista
la loro rarità naturalistica ed elevata vulnerabilità sono considerate aree di particolare complessità. Pertanto gli interventi
previsti e le prescrizioni d’uso vanno attuati attraverso piani di dettaglio di cui all’art 6” delle NTA del PRP.
Gli obiettivi del PRP condivisi per l’elaborazione della variante di piano, soggetta a valutazione, sono riportati nella
seguente tabella:
Tabella 3.2: Obiettivi del Piano Regionale Paesistico
Tutela del Paesaggio.
Tutela del patrimonio, naturale, storico e artistico.
Promozione dell’uso sociale e della razionale utilizzazione delle risorse.
Difesa attiva e piena valorizzazione dell’ambiente.
28
29
30
3.3 Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico dei Bacini Idrografici di Rilievo Regionale Abruzzesi e
del Bacino Interregionale del Fiume Sangro Fenomeni Gravitativi e Processi Erosivi (denominato P.A.I.)
Il PAI viene definito dal legislatore quale “strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono
pianificate e programmate le azioni e le norme d’uso finalizzate alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del
suolo, sulla base delle caratteristiche fisiche e ambientali del territorio interessato” (si veda l’art. 17 della L. 183/89,
Legge Quadro in materia di difesa del suolo).
Gli obiettivi del PAI presi in esame per il presente studio sono riportati nella seguente tabella:
Tabella 3.3: Obiettivi del Piano Di Assetto Idrogeologico
Migliorare la relazione di compatibilità tra la dinamica idro-geomorfologica naturale di bacino e le aspettative di
utilizzo del territorio.
Tutelare la sicurezza dell’ambiente.
Tutelare la sicurezza delle popolazioni, degli insediamenti e delle infrastrutture.
Ridurre il rischio e salvaguardare il territorio senza limitare le opportunità di sviluppo.
Tale piano classifica le aree a pericolosità (P) e rischio (R):molto elevata (P3); elevata (P2);
moderata (P1); rischio molto elevato (R4); rischio elevato (R3); rischio medio (R2); rischio moderato (R1). Di seguito si
riportano degli stralci relativi alla carta della pericolosità e alla carta del rischio.
31
PAI. Stralcio Carta della Pericolosità.
Stralcio Carta del Rischio.
32
Come si può vedere dalla carta della Pericolosità (Figura 3.2) e dalla Carta del Rischio (Figura 3.3) il PDCM ricade in
minima parte in aree ricomprese nel P.S.D.A.
3.4 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR)
Il PRGR3 propone le seguenti priorità:
Prevenzione e riduzione della produzione e pericolosità dei rifiuti;
Recupero e riciclo di materiali e prodotti di consumo;
Recupero energetico dai rifiuti, complementare al riciclo e a chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti;
Smaltimento in discarica, residuale e in sicurezza.
Per quanto concerne la raccolta differenziata il PRGR prevede i seguenti obiettivi:
• 40% di raccolta differenziata al 2007;
• 50% di raccolta differenziata al 2009;
• 60% di raccolta differenziata al 2011.
Il PRGR assume, inoltre, un obiettivo di riduzione dei rifiuti prodotti pari al 5% in ogni provincia da conseguire entro il
2011.
Gli obiettivi del PRGR sono riportati nella seguente tabella:
Tabella 3.4: Obiettivi del PRGR
Ridurre la produzione dei rifiuti e della loro pericolosità.
Aumentare la percentuale di raccolta differenziata.
Minimizzare il ricorso a smaltimento in discarica.
Favorire il recupero di energia dai rifiuti non altrimenti recuperabili.
Favorire lo smaltimento di rifiuti in luoghi prossimi a quelli di produzione.
Garantire l’utilizzo delle tecnologie di trattamento e smaltimento più appropriate alla tipologia di rifiuto.
Favorire interventi di bonifica e ripristino ambientale
33
Si evidenzia inoltre che l’Amministrazione comunale di Roseto degli Abruzzi, con Deliberazione del Consiglio
Comunale n. 56 del 28-12-2011 ha emanato apposito Atto di Indirizzo per la gestione integrata dei rifiuti finalizzato
all’attivazione della raccolta cosiddetta “porta a porta” e con deliberazione della Giunta Comunale n. 53 del 25-05-2012
è stata espletata apposita “istruttoria sulla gestione concorrenziale dei servizi di igiene urbana. Art. 4 D. L. 13 agosto
2011, n. 138 . indirizzi”.
3.5 Piano Triennale Turismo 2010-2012 (PTT)
Il piano triennale del turismo, approvato con DGR 03.08.2010, n. 49/4, prevede 6 assi di intervento, ulteriormente
articolati in misure.
Gli obiettivi sono l’internazionalizzazione, la destagionalizzazione e la diversificazione dell’offerta turistica regionale
per avviare, a partire dal 2010, una nuova fase di crescita turistica.
Inoltre, il Piano punta anche sulle nuove tecnologie per rinnovare il sistema delle informazioni, i servizi di informazione
e accoglienza turistica.
Gli obiettivi del PTT presi in esame sono riportati nella seguente tabella:
Tabella 3.5: Obiettivi del Piano Triennale Turismo 2010-2012
Diffondere una “cultura della qualità” nelle imprese della filiera turistica, anche attraverso l’aumento del numero di
imprese e di località aderenti a marchi di qualità.
Favorire la fruibilità delle risorse attrattive (culturali, naturalistiche, artificiali), agevolando l’accessibilità per tutte le
categorie di visitatori, con particolare riguardo a quelle svantaggiate.
Migliorare gli standard di servizio delle imprese della filiera turistica attraverso l’adeguamento fisico-tecnicostrutturale e normativo delle imprese della filiera turistica, soprattutto quelle ricettive.
Favorire l’adozione di soluzioni più rispettose dell’ambiente: nella riduzione dell’inquinamento; nella produzione di
energia; nello smaltimento dei rifiuti.
Sviluppare strumenti di supporto alla fruizione integrata del territorio regionale.
Sviluppare e promuovere nuovi prodotti turistici che rispondano alla richiesta degli ospiti verso nuove esperienze
“lente” e sostenibili.
3.6 Piano di Risanamento e Tutela della Qualità dell'Aria (PRTQA)
Il Piano, redatto in conformità ai dettami legislativi del Decreto del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio
del 1 ottobre 2002, n. 261, contiene il Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della
qualità dell’aria ambiente, i criteri per l’elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto
legislativo 4 agosto 1999, n. 351 (Gazzetta Ufficiale n. 272 del 20 novembre 2002).
In particolare, il Piano ha il fine di:
• elaborare piani o programmi di miglioramento della qualità dell’aria nelle zone e negli agglomerati in cui i livelli di
uno o più inquinanti superano i limiti legislativi;
• elaborare piani di mantenimento della qualità dell’aria, nelle zone e negli agglomerati in cui i livelli degli inquinanti
sono inferiori ai valori limite;
• ottimizzare il monitoraggio della qualità dell’aria;
• contribuire al raggiungimento dei limiti nazionali di emissioni;
• conseguire un miglioramento in riferimento alle problematiche globali quali la produzione di gas serra.
Tale piano inserisce il comune di Roseto degli Abruzzi nella zona di osservazione costiera per contiguità territoriale
come suggerito dalla legislazione in quanto si trova tra i comuni di Giulianova e Pineto per i quali si riporta quanto
segue:
• le campagne effettuate a Tortoreto mostrano, estrapolando i dati all’intero anno, una situazione di potenziale
superamento dei limiti per ossidi di azoto e particelle sospese con diametro inferiore a 10 micron;
• l’unica campagna effettuata a Roseto degli Abruzzi mostra, estrapolando i dati all’intero anno, un potenziale
superamento del limite più il margine di tolleranza per le particelle sospese con diametro inferiore a 10 micron e il
benzene.
Gli obiettivi del PRTQA sono riportati nella seguente tabella:
Tabella 3.6: Obiettivi del PRTQA
Effettuare una zonizzazione del territorio regionale in funzione dei livelli di inquinamento della qualità dell’aria
ambiente.
Elaborare piani di miglioramento della qualità dell’aria nelle zone e negli agglomerati in cui i livelli di uno o più
inquinanti superino i limiti di concentrazione.
34
Elaborare dei piani di mantenimento della qualità dell’aria in quelle zone dove i livelli degli inquinanti risultano
inferiori ai limiti di legge.
Elaborare strategie condivise mirate al rispetto dei limiti imposti dalla normativa e alla riduzione dei gas climalteranti.
Migliorare la rete di monitoraggio regionale.
3.7 Piano Demaniale Marittimo Regionale (PDMR)
Il PDMR definisce, ai sensi dell’art. 2 (come modificato dalla DCR 24/4 del 24.02.2015) della L.R. n°141/97 e dell’art.6
della L.R. 18/83 e successive modifiche, i principi per l’esercizio delle attività aventi fini turistico-ricreativi, indica le
modalità di attuazione delle funzioni amministrative ai Comuni, fissa i criteri e i parametri a cui devono attenersi gli enti
locali nella redazione dei piani demaniali comunali (Art. 1 NTA).
In esso vengono definite le tipologie di insediamento, i criteri generali per la redazione dei piani demaniali comunali
(art. 5), le aree dichiarate di interesse nazionale, le prescrizioni per la gestione e l’uso del demanio marittimo (art. 12),
oltre alla classificazione delle aree, alle funzioni dei Comuni ed al rilascio delle concessioni.
Di seguito si riportano gli obiettivi.
Tabella 3.7: Obiettivi del PDMR
Tutela ambientale e sviluppo eco-sostenibile nell’uso del demanio marittimo.
Garanzie per gli operatori turistici al fine di offrirgli la possibilità di ottimizzare gli investimenti dell’attività di
impresa.
Promozione dello sviluppo omogeneo sulle aree demaniali destinate ad uso turistico- ricreative di tutto il litorale
abruzzese nel rispetto del patrimonio naturale e degli equilibri territoriali ed economici.
Offerta di strutture e servizi di qualità al turismo balneare.
Gestione integrata dell’area costiera.
Tutela del territorio nelle aree a rischio di erosione.
3.8 Piano Stralcio di Difesa delle Alluvioni (PSDA)
Il PSDA individua e perimetra le aree di pericolosità idraulica attraverso la determinazione dei livelli corrispondenti a
condizioni di massima piena valutati con i metodi scientifici dell’idraulica.
In tali aree di pericolosità idraulica il Piano ha la finalità di evitare l’incremento dei livelli di pericolo e rischio idraulico,
impedire interventi pregiudizievoli per il futuro assetto idraulico del territorio, salvaguardare e disciplinare le attività
antropiche, assicurare il necessario coordinamento con il quadro normativo e con gli strumenti di pianificazione e
programmazione in vigore.
Di seguito si riporta uno stralcio della Carta del Rischio e della Pericolosità, dalla quale si evince che il territorio in
esame, ad eccezione degli ambiti relativi alla foce del Fiume Vomano non ricade in aree ricomprese nel PSDA.
35
36
PSDA. Stralcio Carta della Pericolosità.
Gli obiettivi del piano sono riportati nella seguente tabella:
Tabella 3.8: Obiettivi del Piano Stralcio di Difesa delle Alluvioni
Evitare l’incremento dei livelli di pericolo e rischio idraulico.
Impedire interventi pregiudizievoli per il futuro assetto idraulico del territorio.
Salvaguardare e disciplinare le attività antropiche.
Assicurare il necessario coordinamento con il quadro normativo e con gli strumenti di pianificazione e
programmazione in vigore.
Promuovere interventi di riqualificazione e rinaturalizzazione che favoriscano la riattivazione e l’avvio dei processi
naturali e il ripristino degli equilibri ambientali e idrologici.
Pericolosità e Rischio Idraulico
Il Piano Stralcio Difesa Alluvioni della Regione Abruzzo individua lungo il corso dei fiumi Vomano e Tordino varie
classi di pericolosità e di rischio idraulici. In particolare lungo il Corso del Fiume Vomano soprattutto in prossimità
della Foce sono individuate vaste zone con pericolosità molto elevata ed elevata, così come sul Tordino lungo la pianura
di Coste Lanciano. Nel caso della Foce del Vomano, il Progetto Esecutivo della Provincia di Teramo per la salvaguardia
idraulico-ambientale del fiume Vomano prevede sistemazioni arginali sulla sinistra e sulla destra idrografica da
realizzarsi con il rivestimento in massi ciclopici annegati nel c.a. e con semplice ricostruzione dell’argine in materiale
incoerente e protezione del piede con massi naturali.Tali sistemazioni eliminerebbero il rischio esondazioni.
37
3.9 Piano Territoriale Provinciale (P.T.P.) di Teramo.
Il PTP, approvato con delibera di Consiglio Provinciale n. 20 del 30 marzo 2001, articola il territorio provinciale in
Ambiti sub-regionali composti da sotto-insiemi territoriali formati da unità insediative.
La zona di intervento del PTP di Teramo risulta inserita all’interno dell’ambito sub regionale denominato Teramo e in
particolare nel sottoinsieme territoriale di Roseto degli Abruzzi (formato da una sola Unità insediativa).
38
PTP. Le unità Territoriali.
L’identificazione del sistema di Roseto degli Abruzzi come caso a se stante, come sistema autonomo dotato di una sua
forza scaturisce da un’analisi di fatto della situazione che vede nel centro di Roseto degli Abruzzi una realtà urbanistica
proiettata a rafforzare le relazioni con i comuni collinari retrostanti in fase di recente sviluppo come Morro D’Oro e
Notaresco. E’ da rilevare, dunque, come la polarità di Roseto degli Abruzzi si pone come terminale del sistema lineare
della Vallata del Tordino e Vallata del Vomano che si va evolvendo sempre più come sistema urbano complesso. Infine
il sistema insiediativo di Roseto degli Abruzzi si configura come nodo sia viario che urbanistico per l’accesso verso
l’interno, verso il capoluogo di provincia con il quale, anche grazie ai lavori di infrastrutturazione, andrà sempre più a
creare un legame imprescindibile. L’area studio è compresa nell’Unità Ambientale tra il Fiume Tordino e il Fiume
Vomano, dove nel tratto nord che va tra il Fiume Tordino e il Villino Rossi si va a identificare un “ambiente di costa con
piana costiera di modesta profondità” e con il “tipo di paesaggio urbano”. In questa area sono presenti diffusi fenomeni
di erosione costiera con consistenti arretramenti della linea di riva. Il quadro morfologico e paesaggistico, infatti, è
caratterizzato dall’alternarsi di tratti in cui la ridotta profondità della piana costiera determina uno stretto rapporto
percettivo e funzionale tra i centri storici di crinale, il versante collinare stesso e l’edificato attuale attestato lungo la
linea dell’arenile, e tratti in cui la maggiore profondità della piana e la più debole acclività del versante determinano una
fascia di mediazione agricolo-collinare e rapporti percettivi di “secondo orizzonte” tra insediamenti costieri e
insediamenti storici di crinale. Dal punto di vista insediativo, invece, nel tratto che va dal Torrente Borsacchio al Pontile
in generale non si riscontrano grandi rapporti funzionali tra insediamenti costieri e insediamenti dei crinali fatta
eccezione proprio per Roseto capoluogo dove non si presenta soluzione di continuità netta tra l’insediamento antico alto
(Montepagano) e lo sviluppo edilizio moderno sul litorale. Si configura così un unico insediamento arteriale complesso
impostato sulla S.S.16 che si va sempre più configurando come “strada mercato” ospitante numerose attività produttive,
in particolare terziarie e commerciali.
PTP. Le unità ambientali.
39
Gli obiettivi del PTP sono riportati nella seguente tabella:
Tabella 3.9: Obiettivi del Piano Territoriale Provinciale di Teramo
Perseguire l’efficienza dei sistemi urbani.
Favorire lo sviluppo dei sistemi produttivi trainanti.
Riqualificare le zone urbane e periferiche.
Riqualificare il sistema della costa.
3.10 Piano provinciale Gestione Rifiuti (PPGR)
Il presente PPGR, adottato dalla Provincia di Teramo con Delibera del Consiglio Provinciale n.14 del 14 marzo 2002, e
successivamente modificato, è stato approvato dalla Regione Abruzzo con DGR n. 1243 del 25.11.2005.
Di seguito non viene riportata la tabella di sintesi degli obiettivi del PPGR essendo gli obiettivi di quest’ultimo gli stessi
di quelli previsti nel PRGR.
3.11 Piano d’Area della Media e Bassa Valle del Tordino
Il Piano d’Area della Media e Bassa Valle del Tordino si configura come strumento di specificazione delle previsioni
del Piano Territoriale della Provincia di Teramo (PTP) approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n. 20 del
30/03/2001. In tal senso esso ha la natura giuridica di Piano Territoriale di Coordinamento di cui all’art. 5 della Legge
1150/1942 e all’art. 7 della Legge Regionale 18/1983. Si tratta di un documento preliminare di indirizzo per la
successiva redazione di un Piano d’Area riguardante i comuni della Valle del Tordino e costituisce la prima fase di un
più generale percorso di progettazione dello specifico ambito locale in attuazione delle previsioni del Piano Territoriale
Provinciale.
L’area di studio, comunque, anche in esito ad articolate considerazioni di tipo territoriale effettuate attraverso un
preliminare lavoro di inquadramento dell’area nel contesto più ampio, è stata fatta coincidere con i comuni interessati
dall’asta fluviale del Tordino (tra cui Roseto degli Abruzzi).
Come effetto di tale intervento ci si aspetta la creazione di nuove “centralità urbane” in corrispondenza delle stazioni
(esistenti e programmate), che dovrà essere aiutato e agevolato da interventi per la riqualificazione degli ambiti urbani e
per la realizzazione di nuove strutture e attrezzature di interesse collettivo.
Gli obiettivi del Piano d’Area della Media e Bassa Valle del Tordino sono riportati nella seguente tabella:
Tabella 3.10: Obiettivi del Piano d’Area della Media e Bassa Valle del Tordino
Riqualificare il sistema ambientale dell’area di studio prestando nuova attenzione agli aspetti della sostenibilità degli
interventi e degli insediamenti.
Individuare e realizzare interventi che nell’insieme producano razionalizzazione e potenziamento del sistema delle
“dotazioni territoriali” al servizio delle aree produttive.
Programmare interventi diffusi di riqualificazione dei tessuti urbani degradati, attraverso la realizzazione di nuovi
spazi e servizi di interesse collettivo.
3.12 Piano Regolatore Generale vigente del Comune di Roseto degli Abruzzi
Il Piano Regolatore Generale vigente, approvato con delibera del Consiglio Provinciale n. 1 del 10-01-1990 e
successivamente modificato con delibera del Consiglio Provinciale n. 35 del 02-08-1995, destina l’arenile a zona F,
sottozona F6 “attrezzature balneari” - art. 26 delle Norme Tecniche di Attuazione e lo sottopone a Piano
Particolareggiato ora (PDCM);
L’ambito di intervento del PDCM è la spiaggia, cioè quella porzione di litorale marino compresa fra la linea di battigia e
il confine demaniale marittimo, quindi i limiti del presente piano sono costituiti dalla linea di battigia ad Est e dal
confine demaniale (in corso di approvazione ) ad ovest;
Il perimetro della destinazione F6 di PRG non coincide con l’ambito di intervento del PDCM, pertanto lo stesso dovrà
essere adottato in variante al PRG, ai sensi dell’art. 21 L.R 18/83 nel testo vigente, per il necessario adeguamento
perimetrale (in diminuzione);
Zona F Sottozona F6 Attrezzature balneari Normata dall’art 26 delle N.T.A. del vigente P.R.G.: La Sottozona interessa
tutto il litorale dal Fiume Tordino al Fiume Vomano ad eccezione della parte estrema sud sul Fiume Vomano destinata
ad attrezzature portuali.
Di seguito si riporta due stralci del piano regolatore generale vigente.
40
Stralcio P.R.G. vigente Tav. 15
Stralcio P.R.G. vigente Tav. 14
41
Classificazione acustica del territorio comunale approvato con delibera dei Consiglio n.25 del 30-07-2010
3.13 Coerenza del PDCM con la pianificazione sovraordinata e non
Dalla lettura fatta sulla pianificazione sovraordinata e non, si evince che il piano risulta coerente con quanto da essa
previsto.
Tale piano infatti rispetta a pieno quanto previsto per il proprio territorio dalla pianificazione sovraordinata vigente;
inoltre non è sottoposto a particolare regime vincolistico: in tale area non sono presenti né SIC e ZPS né Vincolo
idrogeologico è presente solo un tratto che va dal Villino Rossi alla Villa Marzarosa ricompresso all’interno della
perimetrazione della “Riserva naturale Guidata Borsacchio” che viene stralciata dal redigendo P.D.C.M. in quanto sarà
trattata da specifico strumento con il Piano di Assetto Naturalistico (P.A.N.) previsto dalla Legge Regionale istitutiva
della Riserva.
4 ANALISI DI CONTESTO
L’analisi di contesto ha l’obiettivo di porre in evidenza il contesto di Piano, gli ambiti di analisi, le interrelazioni, gli
attori, le sensibilità, gli elementi critici, i rischi e le opportunità: in sintesi tutti gli elementi fondamentali della base di
conoscenza necessaria per perseguire gli obiettivi generali del Piano. Nelle pagine seguenti viene effettuata una analisi a
largo spettro del contesto di riferimento, mettendo in evidenza i principali aspetti ambientali, territoriali e socioeconomici dell’ambito territoriale di appartenenza.
4.1 Descrizione del quadro conoscitivo iniziale
La definizione degli elementi del territorio che necessitano di essere indagati rappresenta una delle fasi più delicate ed
importanti in un processo di valutazione. Il primo step ha riguardato l’individuazione dei confini territoriali oggetto di
studio, che nel caso specifico sono risultati i confini comunali. Questo perché si è ritenuto che ai fini della descrizione e
valutazione della qualità ambientale dell’area oggetto della variante al PDCM occorresse tener presente che tale area è
un sistema aperto alle influenze dall’esterno.
42
Inquadramento, il Comune di Roseto degli Abruzzi, confina a nord con il comune di Giulianova, a sud con il Comune di
Pineto.
La metodologia adottata per lo studio delle varie componenti ambientali prevede dapprima la descrizione della
componente esaminata allo stato di fatto; successivamente passa ad esaminare le problematiche individuate,
evidenziando i punti di forza e i punti di debolezza della componente. Infine si individuano le possibili soluzioni alle
problematiche riscontrate con la scelta di quella più opportuna.
Di seguito si individuano gli aspetti presi in considerazione in questa fase di lavoro:
Popolazione e società;
43
Struttura produttiva;
Struttura urbano-edilizia;
Sistema costiero;
Aspetti faunistico-vegetazionali;
Qualità dell’aria;
Rifiuti;
Rischio sanitario/ambientale;
Qualità delle acque di balneazione;
Trasporti.
Come si può vedere, accanto alle “componenti ambientali”, ovvero gli elementi costitutivi, sono stati presi in esame
anche i “fattori”, ovvero quegli elementi che costituiscono causa di interferenza e di possibile perturbazione nei
confronti delle altre componenti ambientali, e questo perché si ritiene che la città generi impatti ambientali non solo a
seguito delle trasformazioni derivanti dall’attività costruttiva, ma anche e soprattutto tramite il suo funzionamento.
La descrizione delle suddette componenti ha preso avvio con la raccolta e catalogazione di dati alfanumerici disponibili
a scala comunale. In particolare le fonti utilizzate sono state essenzialmente di tipo indiretto, essendo fonti informative
esistenti. Proprio a tal riguardo si invitano tutte le ACA, detentrici di informazioni, a voler contribuire alla definizione
del quadro conoscitivo con dati, analisi, studi, il più possibile aggiornati.
4.1.1 Popolazione e società
L’analisi demografica di un territorio evidenzia il livello di pressione antropica sulle matrici ambientali fornendo
importanti indicazioni sui futuri andamenti di tale pressione, oltre ad interessanti informazioni sulla composizione del
tessuto sociale. Per tale analisi sono stati utilizzati i dati che provengono dalla rilevazione della “Popolazione residente
comunale per sesso, anno di nascita e stato civile” condotta dall'ISTAT presso le Anagrafi dei comuni. Roseto degli
Abruzzi è risultato il secondo comune più grande per numero di abitanti della provincia di Teramo, come mostrato nel
Grafico, al 30-03-2012 la popolazione residente era superiore alle 25 mila unità, mostrando un incremento continuo.
44
Dinamica demografica. Fonte dati: Istat
4.1.2 Struttura produttiva
L’analisi della struttura produttiva ed il suo evolversi nel tempo, è un elemento fondamentale per valutarne gli sviluppi
futuri. Roseto degli Abruzzi , secondo Comune della Provincia di Teramo, con una popolazione superiore ai 25.000
abitanti si inserisce, in posizione bassa, entro la classe dei Comuni abruzzesi medio grandi, insieme a Sulmona,
Avezzano, i capoluoghi di provincia ed alcuni centri della costa chietina e pescarese, con cui condivide alcuni aspetti
della struttura e delle tendenze demografiche. Piu' precisamente le sue dinamiche socioeconomiche possono essere
inquadrate entro due situazioni: da una parte la suddetta rete di piccole città abruzzesi, che come nel resto del paese
rappresenta la realtà piu' vitale nello sviluppo demografico e nella riconversione economica; dall'altra l'ambito
territoriale dei comuni della prima fascia costiera e collinare del settore settentrionale della regione, di cui rappresenta il
centro maggiore entro il quale emergono analoghi e specifici aspetti sia della struttura della popolazione che della
organizzazione territoriale, come usi e densità insediative. Della rete dei centri medi abruzzesi Roseto, come si
specificherà successivamente, condivide il positivo saldo naturale, una popolazione sostanzialmente giovane e che tende
a rinnovarsi. La densità territoriale della popolazione, di 469,29abitanti/Km2 risulta piuttosto elevata e analoga a quella
della fascia litoranea ed alle vallate costiere. La distribuzione territoriale degli insediamenti residenziali e misti si
concentra essenzialmente lungo la fascia costiera, da Cologna Spiaggia fino alla zona del porticciolo Turistico a Roseto
Sud, e sulla Val Vomano, mentre il sistema collinare presenta i due centri antichi di Montepagano e di Cologna Paese. Il
sistema costiero presenta zone urbane consolidate, intorno al nucleo antico delle Quote e zone in corso di trasformazione
45
a Roseto nord con gli insediamenti turistici e residenziali a cavallo della SS16, posti a sud del Torrente Borsacchio. Per
quanto attiene alla distribuzione territoriale degli insediamenti produttivi, attualmente la maggiore concentrazione di
attività si attesta lungo la Val Vomano in corrispondenza di due localizzazioni principali: la zona industriale di
Voltarrosto e S.Lucia in prossimità del Casello Autostradale. Entrambe le localizzazioni godono di una buona
accessibilità, in quanto molto vicine al casello autostradale della A14 e accessibili dalla SS150 della Val Vomano.
Queste due aree, previste dal PRG del 1968 e confermate con ampliamenti dal PRG 1990, ospitano attività artigianali di
piccole e medie dimensioni, tali da non costituire, nel loro complesso, un distretto specializzato. Si alternano officine
meccaniche a capannoni per attività agroalimentari, complessi per la lavorazione e vendita del mobile, a spacci
aziendali, etc. Altre attività industriali - artigianali sono presenti all’interno dei tessuti urbani di Roseto centro e degli
insediamenti della Val Vomano. Nel primo caso, si tratta degli insediamenti industriali sorti a partire dagli anni
cinquanta: la Rolli, un’industria agroalimentare , il maglificio Gran Sasso, la Teleco. Oltre a questi due principali
impianti, legati strettamente alle vicende storiche della città, sono presenti una miriade di attività minori localizzate
all’interno dei tessuti. Lungo la Val Vomano e precisamente a Campo a mare sono presenti gli stabilimenti della Sagem,
un mangimificio, e della Ex Casal Thaulero, un azienda vinicola; sempre lungo la SS 150, la localizzazione a margine di
aree per insediamenti terziari e produttivi ha contribuito alla formazione di un continuo urbanizzato.
4.1.3 Lo stato dell’ambiente
Nel presente paragrafo vengono elencati e analizzati in modo sintetico gli elementi necessari per descrivere lo stato
dell’ambiente in senso lato del territorio comunale di Roseto degli Abruzzi. Lo scopo è quello di fornire un primo
quadro conoscitivo e di individuare le criticità che insistono sull’area, le opportunità e le tendenze, sia a livello locale sia
sovra locale, per poter poi effettuare una prima valutazione degli orientamenti di piano. Vengono considerati, quindi, sia
gli aspetti socio-economici sia quelli più prettamente ambientali. Questi aspetti potranno essere dettagliati in modo
maggiormente approfondito, anche grazie ai contributi che verranno forniti dalle ACA.
Le tematiche ambientali considerate nel presente quadro conoscitivo sono di seguito elencate:
-Aria e cambiamenti climatici
- Acqua
- Suolo e sottosuolo
- Biodiversità
- Paesaggio e Beni Storico-Architettonici
- Popolazione e aspetti economici
- Salute
- Trasporti
- Rifiuti
- Energia
46
4.1.4 ARIA E CAMBIAMENTI CLIMATICI
Da quanto evidenziato negli studi generali della Regione Abruzzo e della Provincia di Teramo, appare chiaro come
quello della qualità dell’aria sia uno degli aspetti più delicati e critici per la cittadina di Roseto degli Abruzzi. I dati
riportati dallo studio dell’ESA rendono infatti evidente che le fonti maggiormente inquinanti provengono da comparti
relativi al traffico, ed in piccola parte da fonti industriali, e che per sua natura, Roseto ne risulta molto influenzata. Non
a caso la Regione Abruzzo, con Delibera di Giunta Regionale del 30 novembre 2001 (integrata dalla DGR del 13
maggio 2002 n.253), ha dichiarato Roseto degli Abruzzi “Comune a rischio di inquinamento atmosferico”. Presa
coscienza del problema, confortano i dati espressi dall’ultimo monitoraggio effettuato dal Comune di Roseto per mezzo
dell’ARTA Abruzzo, che mostra una situazione in miglioramento ed evidenzia l’impatto positivo che ha avuto la
politica ambientale dell’Ente in questi ultimi anni, grazie soprattutto al Sistema di Gestione Ambientale ed agli
strumenti da esso scaturiti. I risultati degli ultimi rilevamenti, infatti, con riferimento ai limiti previsti dalla normativa,
nazionale mostrano concentrazioni degli inquinanti misurati tipiche di una arteria stradale molto trafficata, ma
complessivamente accettabili. La classificazione effettuata dall’ARTA in un recente studio , definisce la qualità dell’aria
per Roseto “DISCRETA”. E’ evidente la differenza in positivo rispetto ad esempio ai dati misurati negli stessi giorni
nella Rete di Rilevamento della Qualità dell’Aria di Pescara, classificata come “SCADENTE”. Il Comune di Roseto per
individuare le aree a rischio e le aree da tutelare, constatata la scarsità della rete di monitoraggio fissa presente in
Abruzzo, ha effettuato autonomamente le valutazioni della qualità dell’aria del proprio Comune, utilizzando le apposite
centraline messe a disposizione dall’ARTA. Il primo monitoraggio del 2004, valutando la qualita’ dell’aria come un
aspetto di rilevante importanza per l’Ente Comunale, è stato integrato con un nuovo studio svolto tra il 22 ottobre ed il
18 novembre 2008. La campagna di rilevamento è stata effettuata in Via Nazionale Adriatica, 229 incrocio Via Adige
nei pressi della stazione ferroviaria (coordinate N 42.40.625 EO 14.00.892).
Tale sito è stato scelto in quanto significativo e sensibile poiché ininterrottamente interessato da traffico veicolare
leggero e pesante. Su tale arteria principale che attraversa Roseto, infatti, oltre al traffico locale cittadino, transitano: i
mezzi sulle direttrici sud/nord e viceversa, che per brevi tragitti evitano l’autostrada; i mezzi provenienti dal casello
autostradale o che si dirigono verso di esso, al servizio di attività locali. Non è inoltre da trascurare la stazione
ferroviaria che funge da capolinea per diversi trasporti pubblici. I rilevamenti sono stati eseguiti con il laboratorio
mobile in dotazione al Dipartimento Provinciale di Pescara dell’ARTA, in grado di rilevare gli inquinanti presenti in
maniera diffusa nell’aria, a livello del suolo e/o provenienti da piu’ fonti. Sono stati utilizzati strumenti predisposti per la
misura automatica e continua degli inquinanti previsti dalla normativa vigente e quindi in grado di rappresentare in
maniera corretta la qualità dell’aria. I parametri misurati sono stati:
Biossido d’Azoto, Monossido di Carbonio, Benzene,Toluene, m-Xilene, PM10, Ozono e Idrocarburi Policiclici
Aromatici (IPA) totali (misurati ad un’altezza di circa 3 metri), oltre ai parametri meteo (misurati a circa 6 m.) Il quadro
normativo di riferimento per la misura della Qualità dell’aria ambiente è costituito dal DM 60/2002 per i parametri
Biossido di Azoto, Monossido di Carbonio, PM10 e Benzene, che stabilisce anche criteri relativamente a valori limite,
soglie di allarme, margini di tolleranza, termini, ecc.monitoraggio I Risultati del Monitoraggio Occorre innanzi tutto
ricordare che la concentrazione degli inquinanti in atmosfera, oltre a dipendere dalle sorgenti di inquinanti, dalla
distanza delle stesse e dalle trasformazioni chimicofisiche cui sono sottoposti, variano con le condizioni meteorologiche
locali, che spesso costituiscono il parametro chiave per la comprensione della genesi, dell’entità e dello sviluppo nel
tempo di un evento d’inquinamento atmosferico. Su scala locale, il parametro che piu’ influenza la diffusione
atmosferica degli inquinanti, è relativo al vento, oltre che ad effetti meteorologici particolari, quali le brezze (di mare o
di monte), incanalamento del vento in valli o in particolari strade delle zone urbane. ll periodo che ha caratterizzato la 2°
campagna di monitoraggio, ha fatto registrare temperature che rientrano nella media stagionale con brevi piovaschi; il
valore medio giornaliero di tutto il periodo dei controlli è stato di 16,2 ° con punte giornaliere di 21,0 °; il valore
massimo orario ha fatto registrare 26,4 °, il valore minimo orario registrato è stato 9,7 °, Considerando i valori registrati
(media del 80%), l’umidità relativa è risultata nella media. La campagna di rilevamento è stata caratterizzata dalla bassa
velocità del vento (con una sola punta di 1,96 m/s), che usualmente, determina stabilità atmosferica, condizione questa
poco favorevole alla dispersione degli inquinanti negli strati atti, con conseguente accumulo degli stessi negli strati bassi
della troposfera. La pressione atmosferica si è attestata intorno a valori corrispondenti alla
media stagionale (mbar 1015, riferita all’intero periodo di monitoraggio). I risultati dei rilevamenti effettuati, con
riferimenti ai limiti previsti dalla normativa, sono riportati nelle tabelle seguenti e mostrano risultati nei limiti di Legge
per tutto il periodo dei controlli, eccezion fatta per il Particolato PM10 che, oltre ad aver fatto registrare una media di 54
_g/m3 nel periodo considerato, ha superato per 15 giorni su 26 il limite di protezione della salute umana (fissata
dall’anno 2005 in 54 _g/m) — il Decreto Ministeriale n.60 del 2 Aprile 2002 indica come valore limite un numero di
superamenti non superiore a 35 nell’anno civile. Verosimilmente per l’entità dei superamenti potrebbe essere attribuita
ai lavori edili presso l’adiacente ufficio postale, punte di 100 _g/m3 sono state registrate anche nelle ore serali. Sempre
per completezza di informazione e per fornire una chiave di lettura realistica e veritiera al lettore, inseriamo di seguito il
47
confronto tra gli ultimi valori medi misurati ed i valori medi disponibili dal precedente monitoraggio ARTA, condotto
dal 14/05/2004 al 26/05/2004, sempre a Roseto centro e con simili modalità d’indagine.
Dalla Tabella si evince che rispetto ai dati del 2004,la situazione è visibilmente migliorata
eccezion fatta per il Pm10.
Emissioni di inquinanti in atmosfera per macrosettori economici Il Piano di Tutela e Risanamento della qualità dell’aria
della Regione Abruzzo del 2002, riporta la ripartizione delle emissioni diffuse per macrosettore concernente il Comune
di Roseto degli Abruzzi. Dallo schema dei comparti inquinanti riportati si evince quanto sia predominante il comparto
dei trasporti stradali nell’inquinamento atmosferico da CO. La quota emissiva derivante dal traffico stradale incide su
tutti gli inquinanti, anche se con particolare evidenza per quanto concerne il monossido di carbonio. I comparti
riguardanti il settore agricolo e altre sorgenti mobili, come si vede dalla rappresentazione grafica, incidono
sull’inquinamento da CO. Il macrosettore agricoltura con percentuali differenti è responsabile delle tre emissioni
inquinanti:
CO, COV e NOX. Per quanto riguarda le emissioni di composti organici volatili, derivano principalmente dal
macrosettore uso di solventi e altri prodotti, oltre naturalmente dal sempre presente comparto relativo ai trasporti
stradali, e in misura minore dai macrosettori altre sorgenti mobili; agricoltura;estrazione e distribuzione di combustibili
fossili e processi produttivi. Per quanto riguarda le emissioni di ossidi di azoto, a prescindere dai trasporti stradali, i
maggiori contributi derivano dal macrosettore altre sorgenti mobili. Di tali emissioni risultano successivamente
responsabili i comparti combustione nei settori commercio, pubblica amministrazione, residenziale; agricoltura. Per i
dati relativi al PST (Polveri Sottili Totali) risultano rilevanti le emissioni del macrosettore trasporti stradali e altre
sorgenti mobili .Non trascurando, ancora un volta, l’inquinamento legato al traffico veicolare, decisamente rilevante è il
contributo che viene dato alle emissioni di ossidi di zolfo da parte dei macrosettori combustione nel terziario e
residenziale; altre sorgenti mobili e combustione nell’industria. Come già spiegato precedentemente l’ossido di zolfo
presenta una variazione stagionale molto evidente, con i valori massimi nella stagione invernale, laddove sono in
funzione gli impianti di riscaldamento domestici.I dati riportati in questo studio dell’ESA relativo alla qualità dell’aria
della Regione Abruzzo e, in questo caso, analizzato per la realtà del Comune di Roseto degli Abruzzi, rendono evidente
che le fonti maggiormente inquinanti provengono da comparti relativi al traffico, da altre sorgenti mobili,ed è anche
presente per Roseto una piccola quota legata alla combustione nell’industria; sono rappresentate da queste voci le
criticità che sarebbe necessario monitorare nell’area comunale di Roseto degli Abruzzi.
Proposte Operative:
E’ evidente dunque che la prima forma di gestione del “problema aria”, sarebbe quella di creare una rete di
monitoraggio adeguata alla città di Roseto. La sua posizione geografica, il fatto di essere attraversata per tutta la sua
lunghezza da importanti assi viari e l’accentuata tendenza ad aumentare la sua popolazione (ed il suo traffico) nei mesi
estivi, la rendono ancora piu’ vulnerabile e dovrebbero tenere alto il livello di attenzione. In particolare il livello del
monossido di carbonio (CO), del benzene, dei composti organici e del PM10,andrebbero tenuti costantemente sotto
controllo, visto che tutti gli studi e le osservazioni a carattere lichenologico disponibili classificano Roseto con indici di
qualità molto bassi in relazione alla qualità dell’aria.
48
4.1.5 ACQUA
Il Comune di Roseto degli Abruzzi fa parte dell’Ambito Territoriale Ottimale n.5 (ATO Teramano) della Regione
Abruzzo. Il Servizio è affidato ad un unico ente gestore, il quale si occupa della gestione delle acque reflue,in
convenzione con i consorzi di bonifica, e della gestione degli impianti di depurazione. Acqua potabile Per quanto
riguarda la copertura dei servizi idrici secondo una ricognizione della Sogesid del 2001 si osserva che a Roseto
l’acquedotto serve il 100% degli abitanti residenti nei centri e nelle case sparse. La fognatura serve il 98% degli abitanti
in centro e l’85% di quelli nelle case sparse e sono allacciate alla rete fognaria il 100% delle abitazioni servite. La
Tabella sottostante mostra i dati relativi alla rete dell’acquedotto che serve il Comune di Roseto, evidenziando uno stato
di conservazione tra il buono e il sufficiente, con una sufficiente funzionalità. L’impianto risulta essere in gran parte
abbastanza giovane, avendo le condotte circa 15 anni, con alcuni tratti (circa 20 Km) di età compresa tra i 40 e i 50 anni.
49
L’acqua potabile distribuita all’interno del Comune di Roseto degli Abruzzi è erogata dalla RUZZO SERVIZI S.p.a.
Essa deriva dal tronco “Litoranea” alimentata dalle Sorgenti del Ruzzo ad una quota tra i 900 e i 1000 metri s.l.m., che
serve il tratto di costa da Roseto a Martinsicuro. In caso di consumi particolarmente elevati (soprattutto nella stagione
estiva), all’acqua proveniente dalle sorgenti del Ruzzo viene aggiunta l’acqua erogata dall’Impianto di Potabilizzazione
di Montorio al Vomano. Per cio’ che riguarda i controlli la potabilità dell’acqua viene innanzi tutto verificata dal punto
di vista batteriologico e dal punto di vista chimico dall’ARTA, secondo la normativa vigente, che si occupa dei prelievi
in specifici punti. Per quanto riguarda il consumo della risorsa idrica , è influenzato da vari fattori :
-consumo derivante dal soddisfacimento dei fabbisogni domestici e familiari;
-consumo relativo al soddisfacimento dei fabbisogni collettivi e urbani, connesso principalmente alla consistenza
demografica del centro abitato al quale ci si riferisce ed al livello di urbanizzazione. Dai dati in possesso di Ruzzo
Servizi emerge che nel 2005, a fronte di una popolazione residente pari a 23.831 unità, è stato stimato un consumo
medio giornaliero per ogni cittadino rosetano di 288 litri, leggermente superiore alla media nazionale stimata da Lega
Ambiente, pari a 213 litri ( e’ anche vero però che la media annuale ingloba anche il surplus di consumi dovuto ai turisti
nel periodo estivo). Al 31.12.2007, con una popolazione residente di 24.0444 unità, si è stimata una media di 219 litri
procapite .Per quanto riguarda i consumi delle utenze pubbliche, dai dati forniti dall’ente gestore,si evidenzia una
diminuzione del 5% dei consumi dal 2004 al 2005, tale tendenza è stata confermata dal valore registrato per il 2006 e
nel 2007 ( -12%).
Acque Reflue
L’impianto fognario serve il 100% di abitanti nel Comune di Roseto , con una media procapite di 4,7 metri per abitante
(calcolato sulla popolazione servita), valore tra i piu’ elevati dei comuni costieri appartenenti all’ATO 5. Per quanto
riguarda l’anzianità dello stato di conservazione della rete, i dati riportati nella tabella sottostante mostrano uno stato di
conservazione tra buono e sufficiente per circa 95 Km di condotte, circa 5 Km invece mostrano uno stato di
conservazione scarso.L’impianto risulta anche abbastanza giovane,avendo la maggior parte delle condotte circa 20 anni.
Il Comune di Roseto usufruisce di quattro impianti per la depurazione delle acque (piu’ uno in fase di attivazione) in cui
vengono convogliate le acque reflue urbane. Tutti sono gestiti dalla S.P.T. S.p.A. per conto della Ruzzo Servizi S.p.A.: _il depuratore consortile di Giulianova località SS. Annunziata, (impianto a fanghi attivi contrattamento preliminare,
primario e secondario con disinfezione finale, carico nominale 22.000 abitanti equivalenti, capacità di progetto 50.000
ab.eq., autorizzato dalla Provincia di Teramo in data 27/09/05 -prot. nr. 127040, data di entrata in esercizio 1974) che
recapita nel fiume Tordino
in prossimità della foce; -_ il depuratore consortile di Pineto in località Scerne (impianto comprendente 2 linee a fanghi
attivi e 1 linea a biodischi, con trattamento preliminare, primario e secondario con disinfezione finale, capacità di
progetto 90.000 ab.eq., autorizzazione della Provincia di Teramo nr. 91713 del 16-04-07, data di entrata in esercizio
1982, attivazione nuova linea a fanghi attivi inizio 2006) che recapita nel fiume Vomano in prossimità della foce; _- il
depuratore Roseto - Morro d’Oro in località Pagliare (impianto a fanghi attivi con trattamento primario e secondario con
disinfezione finale, carico nominale 1.900 ab.eq., capacità di progetto 3.000 ab.eq., autorizzato dalla Provincia di
Teramo in data 23/06/2005 prot. nr. 116687) che recapita nel fosso senza nome confluente nel fiume Vomano; - _il
depuratore Roseto - Cologna Paese in località Contrada S. Marco (impianto a biodischi con trattamento preliminare,
primario e secondario, carico nominale 400 ab. eq., capacità di progetto 400 ab. eq., autorizzazione della Provincia di
50
Teramo nr. 34357 del 30/05/01, rinnovo richiesto il 17/05/05 prot. nr. 11341 e istruttoria in atto presso i competenti
uffici del VIII settore della Provincia di Teramo) che recapita nel fosso Pagliare confluente nel fiume Vomano. - il
depuratore di Roseto in località Autoporto (impianto a fanghi attivi a 2 linee con trattamentopreliminare e secondario,
carico nominale 150 ab. eq., capacità di progetto 480 ab. eq.) che recapita nel fosso Casal Taulero confluente nel fiume
Vomano. Questo depuratore è in fase di attivazione e la relativa pratica di autorizzazione è stata richiesta dall’ente
gestore Ruzzo Servizi c/o i competenti uffici del VIII settore della Provincia di Teramo in data 21/03/08 (prot. nr. 7738).
Gli impianti di Morro D’Oro in località Pagliare e di Cologna in località S. Marco, non sono soggetti ai controlli
obbligatori da parte dell’autorità competente in quanto piu’ piccoli di 2.000 ab.eq.,ai sensi del D.LGS 152/99. L’ente
gestore (la S.P.T. – Servizi Pubblici Teramani S.p.A.) prevede comunque per essi una serie di analisi interne attraverso
un protocollo di autocontrollo concordato con l’ARTA, ed inoltre, dal 2007, si sta dotando di un laboratorio interno per
effettuare le analisi in maniera autonoma. Come previsto dal D.Lgs. 152/99 e dall’attuale testo unico in materia
ambientale, agli enti gestori di impianti di depurazione è imposto di effettuare delle analisi per il controllo della qualità
delle acque di scarico al fine di verificare che possano essere immesse nel corpo recettore (fiume o mare). Sulla base dei
dati forniti dalla SPT ( Servizi pubblici teramani) si può affermare che : - il depuratore Roseto-Pineto funziona in modo
appropriato, scaricando reflui con valori conformi a quanto fissato dalla normativa vigente; - il depuratore consortile di
Giulianova-Roseto sito in località Annunziata di Giulianova, con recapito nel Fiume Tordino e nel Mare Adriatico è uno
dei piu’ anziani della Provincia di Teramo che da anni è al limite delle sue capacità strutturali. In seguito allo sviluppo
della rete urbana allacciata sia nel comune di Giulianova che in quello di Roseto (per Roseto il depuratore consortile
serve la frazione di Cologna Spiaggia) , esso mostra problemi dovuti al carico influente che supera ampliamente le sue
capacità di progetto. Proprio per l’oggettivo sottodimensionamento di questo impianto, è in costruzione un nuovo
depuratore da parte di Ruzzo Reti S.p.A in località Villa Pozzoni di Colleranesco. Esso servirà i comuni di Giulianova e
la frazione di Cologna Spiaggia e sarà ampiamente dimensionato per 90.000 abitanti.
Acque Superficiali
51
Ci si sofferma sul Fiume Vomano e sul Fiume Tordino che rappresentano i corsi d’acqua che maggiormente influenzano
il territorio di Roseto. Per essi si farà riferimento ad alcuni indicatori che servono a stabilire la qualità del corso d’acqua
. In particolare per individuare i diversi livelli dello Stato Ambientale (SACA) per un dato corpo idrico o parte di esso,
vengono presi in considerazione diversi elementi: esso viene infatti definito sulla base dello Stato Ecologico (SECA) e
dello Stato Chimico del corpo idrico. Il decreto legislativo 152/99 per ogni corpo idrico superficiale classificato,
individua la data del 31 dicembre 2016 per il raggiungimento dell’obiettivo di qualità (SACA) “ Buono” e quella del 31
dicembre 2008 per il conseguimento dei requisiti dello stato ambientale “Sufficiente”. Nella tabella seguente sono
rappresentati i valori di L.I.M., I.B.E. e S.E.C.A. e S.A.C.A. elaborati dall’Arta di Teramo dai dati delle analisi
effettuate nei punti di prelievo specificati per mostrare l’evoluzione della qualità del fiume Tordino e del fiume Vomano
a partire dal periodo 2000/2002. I dati riguardanti i bacini idrografici dei corsi d’acqua Tordino e Vomano, si
concludono con il monitoraggio a regime dell’anno solare 2007.
Fiumi costa Teramana
52
53
Prendendo in considerazione i dati del Fiume Vomano e Tordino nel territorio di Roseto e nei territori limitrofi emerge
che per il Vomano in corrispondenza del territorio di Roseto lo Stato Ecologico è passato da buono a pessimo tra il 2004
e il 2005 per tornare sufficiente nel 2008; mentre per il Tordino in località Colleranesco , dopo un periodo che è stato
scadente è tornato sufficiente nel 2008.
4.1.6 Acque di Balneazione
Il comune di Roseto degli Abruzzi, conscio dell’importanza che la qualità delle proprie acque di balneazione riveste
nella propria politica ambientale e nella propria economia, ed in conformità alle disposizioni di legge vigenti che
prevedono l’analisi delle caratteristiche chimico-fisiche e microbiologiche di campioni prelevati ogni 15 giorni nel
periodo primavera- estate (DPR 470/82), raccoglie e controlla i risultati delle analisi effettuate sulle acque marine
dell’ARTA Abruzzo effettuate in 10 punti di prelievo lungo la costa di Roseto. Tali punti di prelievo sono i seguenti:
300 mt a sud della f. Tordino; zona antistante via del Mare; in corrispondenza del KM 414,200 SS.16; 50 mt a nord
della foce del t. Borsacchio; 5° mt sud foce t.Borsacchio; 580 mt a nord angolo via L’Aquila; zona antistante via
L’Aquila; zona antistante p.zza Filippine; zona antistante via Claudio; 100 mt a nord foce f. Vomano. I risultati delle
analisi effettuate dall’Arta nel 2008 , la qualità delle acque risulta buona, ad eccezione delle aree corrispondenti alle
confluenze dei fiumi Tordino e Vomano con l’Adriatico, dove la qualità risulta bassa, con la presenza di un
inquinamento di tipo organico, tale situazione però è in netto miglioramento dal 2005.
54
55
Macrocomponente ACQUA
Sintesi degli elementi di criticità/sensibilità
La lettura del contesto ambientale, effettuata attraverso l’analisi di tutta la documentazione disponibile, ha permesso di
mettere in evidenza elementi di criticità e sensibilità dell’area oggetto di pianificazione.
In sintesi essi sono riconducibili ai seguenti aspetti:
o Elementi di criticità:
56
o Elevata urbanizzazione costiera;
o Erosione costiera;
o Rischio sanitario/ambientale;
o Elementi di sensibilità:
o Turismo balneare quale fonte primaria per l’economia comunale.
5 POSSIBILI IMPATTI SIGNIFICATIVI SULL’AMBIENTE E CRITERI DI MITIGAZIONE
5.1 Introduzione
Lo scopo principale della fase di analisi degli impatti è il confronto tra la situazione dell’ambiente in assenza della
virante in oggetto e quella che ne conseguirebbe con la sua attuazione. Il problema affrontato è stato quello di
individuare gli impatti significativi degli interventi della variante e gli aspetti del quadro conoscitivo iniziale con cui
interagiscono.
5.2 Descrizione degli impatti
L’attività di previsione e valutazione degli impatti è stata “agevolata” in quanto la variante in oggetto si configura come
“Variante” al PDC vigente, approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 23 del 05/06/2014, tale variante si
rende necessaria per effettuare le opportune verifiche rispetto alla normativa vigente ed apporatare le necessarie odifiche
per l’adeguamento del Piano Demaniale Comunale al P.D.M. Regionale (come modificato con D.C.R. 20/4 del
24.02.2015).
Tali variazioni consisteranno sostanzialmente in modifiche della consistenza delle concessioni, eventuali traslazioni di
concessioni dai siti in cui erano state inserite nel PDC vigente in altre zone e inserimenti di nuove concessioni laddove
considerate necessarie per soddisfare esigenze collettive sopravvenute, con propedeutica verifica del comma 1, dell’art.5
del nuovo P.D.M. Regionale (come modificato con D.C.R. 20/4 del 24.02.2015), riequilibrando per quanto possibile il
rapporto nei vari Ambiti tra spiagge in concessione e spiagge libere.
La stima degli impatti è stata effettuata attraverso una valutazione della variazione della qualità delle componenti
ambientali descritte nel quadro conoscitivo iniziale a seguito della realizzazione degli interventi previsti dalla variante.
Tale valutazione non può non partire da alcune considerazioni di carattere fondamentale:
L’equilibrio dinamico da gestire vede una importanza della componente sociale non secondaria rispetto
all’attenzione da riservare al territorio.
Il turismo sostenibile è contemporaneamente una variabile ed un indicatore della qualità di gestione di un territorio.
La promozione della qualità ambientale di territori a forte vocazione turistica è un tema poco conosciuto ed un
campo di intervento poco governato: mancano informazioni consolidate e strumenti di governo efficaci.
L’urbanizzazione dovuta alle attrezzature turistiche è avanzata a partire dagli anni cinquanta senza seguire precisi
criteri estetici o di integrazione con il territorio naturale, sviluppandosi in modo estemporaneo.
La via lungo mare non è più concepita come passeggiata ma come arteria di traffico funzionale alla progressiva
commercializzazione degli spazi di attraversamento.
L’estrazione di inerti e la cementificazione degli alvei dei fiumi fa venir meno l’apporto di materiali solidi che le
acque fluviali trasportano contribuendo alla causa dell’erosione costiera.
Analogamente la massiccia cementificazione sulle coste e l’assenza di sistemi di protezione ha portato alla
sparizione delle dune e delle retrodune, che fungono da naturali barriere antierosione e serbatoi per le spiagge.
Per quanto riguarda l'ampiezza della fascia costiera, le funzioni del territorio (economiche, produttive, infrastrutturali e
di trasporto, paesaggistiche etc... ) sono tra di loro non sempre compatibili ed implicano la consapevolezza che con la
distruzione del paesaggio, si distrugge la materia prima del turismo.
Turismo che, pur rappresentando un importante strumento di sviluppo socio-economico, deve svilupparsi tenendo conto
della sostenibilità ambientale se vuole garantire un ritorno economico destinato a durare nel tempo senza futuri declini o
ingenti costi sociali di intervento a difesa del territorio.
Per quanto riguarda gli aspetti storico-ambientali la trasformazione generata dalla realizzazione delle previsioni della
variante al PDMC assume un carattere di potenziamento dell’immagine di innovazione per l’area. Le azioni del PDMC,
infatti, comportando la rimozione di detrattori, si manifesteranno nel medio-lungo temine, man mano che verranno
realizzati gli interventi previsti.
Per quanto concerne il rischio sanitario/ambientale la bonifica della aree a rischio sanitario ambientale, contribuirà alle
attività di riqualificazione dell’arenile con conseguente eliminazione della situazione di degrado determinando un
miglioramento della qualità della vita. L’aumento dell’attratività dell’area oggetto del piano e delle aree circostanti
potrebbero avere effetti positivi sulla popolazione e sull’economia. Infatti, considerato che il contesto sembra essere
caratterizzato dall’esistenza di una domanda crescente nel settore turistico, ha un carattere positivo e si manifesterà nel
medio-lungo periodo una volta realizzati gli interventi.
57
Da sottolineare ancora che la sostenibilità ambientale nel periodo estivo raggiunge punte allarmanti: la stagione balneare
comporta per il territorio un aumento vertiginoso della popolazione, accentuando una serie di problematiche connesse
alla rete idrica e fognaria che in alcune zone risulta sovraccarica rispetto al normale funzionamento.
5.3 Criteri di mitigazione
L’erosione toglie anno dopo anno centinaia di metri quadrati di spiaggia. Gli interventi che si renderanno necessari nei
prossimi dieci anni per arginare l’erosione sono ingenti, e per essere efficaci non possono non integrare le politiche di
conservazione con le politiche di espansione residenziale e produttiva, limitando quest’ultime per non doverle poi
difendere dall’erosione vanificando i benefici economici. È necessario impostare sin da subito una riconversione del
modello con approcci innovativi che consentano una ri-naturalizzazione della costa e un’offerta turistica basata sui beni
ambientali.
Quello del ripascimento delle coste può essere un investimento molto oneroso che rischia di avere effetti solo nel
brevissimo termine. Questo è dovuto alla complessità dei fenomeni che regolano l’erosione e le correnti. Così come
alcune soluzioni adottate per contrastare l’erosione su alcune spiagge hanno determinato l’arretramento di arenili
confinanti.
L’obiettivo più realistico e meno oneroso sarà quello di convivere con l’erosione, difendendo i litorali intensamente
urbanizzati e lasciar sviluppare i fenomeni erosivi negli ambienti più naturali e meno antropizzati. Per far ciò si deve
puntare in futuro su una delocalizzazione fatta di piccole strutture e insediamenti Non è più pensabile proseguire
nell’edificazione delle fasce costiere, sapendo che nel breve si dovrà intervenire per difendere i nuovi insediamenti
dall’erosione con un elevato costo sociale.
Al fine di implementare la compatibilità ambientale della variante in oggetto, tenuto conto dei possibili impatti
significativi, si è ritenuto opportuno introdurre i seguenti criteri di mitigazione:
• Le delimitazioni tra gli stabilimenti “sul lato verso terra”, siano realizzate con strutture che si inseriscono nel
contesto paesistico circostante e consentono la libera visuale verso il mare, in modo tale da interrompere la barriera
visiva.
• Le delimitazioni perpendicolari alla battigia siano realizzate con materiali eco-compatibili e di facile rimozione, ma
non con rete metallica, né con un materiale che possa limitare la visuale.
• Il controllo capillare degli stabilimenti e dell’utilizzo che si fa della spiaggia, compresa la possibilità di sospensione e
revoca delle concessioni verso quei soggetti che deturpano il litorale.
• L’uso di componenti bio-ecologici certificati per le finiture e gli arredi fissi dell’edificio;
• Un controllo sulla qualità architettonica degli strutture balneari con preferenza a quelle rimovibili.
• Ripristino della vegetazione arborea di retrospiaggia finalizzata ad intrappolare la sabbia.
• Arretramento opere cementizie e infrastrutture.
• Ecolabel europeo per il servizio di ricettività turistica.
• Le fasce edificabili siano ampliate fino a 25 ml di profondità solo dove non è presente erosione costiera.
• Le nuove concessioni da destinare a spiaggia per solo ombreggio sono localizzate nella zona nord del lungomare in
prossimità di viale Makarska.
6 VALUTAZIONE DI COMPATIBILITÀ
non influenza in termini peggiorativi l’ambiente litoraneo nel suo complesso,anzi interviene indirettamente per una
sua lunga e duratura conservabilità e fruibilità.
non modifica le condizioni ambientali dell’ambiente marino interessato in termini significativi: a livello di
balneabilità, di biocenosi, di qualità delle acque, di biota e dei sedimenti.
ha uno scarso impatto visivo e paesaggistico in quanto si inserisce in un contesto ambientale in cui sono già presenti
nelle stesse aree in mare scogliere e pennelli.
Interviene per una loro migliore sostenibilità visiva e paesaggistica.
non influenza le aree di maggior pregio ambientale (Riserva del Borsacchio) anzi con le attività di ripascimento ( in
particolare con quella prevista nella zona a Cologna) assicura anche una minima deriva di materiali sabbiosi alla
zona della Riserva.
6.1 Considerazioni conclusive
In seguito alla valutazione delle caratteristiche della variante in oggetto e dei possibili impatti delle azioni indotte sulle
diverse componenti ambientali e socio-economiche, si ritiene di poter affermare che la suddetta variante non possa
determinare impatti significativi negativi sul territorio, essendo volto alla riqualificazione e miglioramento ambientale
delle aree costiere.
tenuto conto:
58
della natura della variante;
dei potenziali impatti positivi attesi dalla attuazione della variante (con riferimento alle varie componenti, il
quadro che emerge è complessivamente positivo);
del miglioramento della qualità ambientale dei luoghi;
della coerenza della variante con le previsione degli strumenti di pianificazione sovraordinati.
Considerato che:
la variante non interessa aree sottoposte a vincolo di cui al vigente P.A.I.;
la variante non interessa aree SIC o ZPS.
la variante, pur interessando aree sottoposte a vincolo di cui al vigente P.R.P., ne rispetta il dettato per esse previsto;
la variante, pur interessando aree sottoposte a vincolo di cui al vigente P.S.D.A., ne rispetta il dettato per esse
previsto;
trattasi di mero adeguamento al nuovo PDM Regionale - come modificato con DCR 20/4 del 24.02.2015 - già
assoggetto a procedura di VAS.
Tutto ciò premesso, poiché nella fascia litoranea interessata dal presente P.D.M.C. non si prevede un ulteriore
significativo carico antropico ed avendo previste misure di mitigazione e/o abbattimento dei suoi potenziali
impatti e considerato che il vigente Piano Demaniale Comunale è stato già assoggettato alla procedura di VAS, si
propone la non assoggettabilità a V.A.S. -.
59