Il Censimento visto dai Rilevatori
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Il Censimento visto dai Rilevatori
Il XV° Censimento Generale dalla parte dei Rilevatori. Il Censimento a Pistoia raccontato dai rilevatori. Terminate le operazioni censuarie chiesi ai “miei” Coordinatori e Rilevatori se volevano mettere per scritto qualcosa sulle loro impressioni, i loro ricordi, in relazione a particolari situazioni vissute, ad incontri singolari avuti con i cittadini, rispettando sempre ovviamente la privacy degli intervistati. Avevo in mente episodi particolari, alcuni buffi ed altri molto seri: la storia di un bambino conteso dai genitori; la strana vicenda burocratica che manteneva in vita una giovane atleta straniera, morta nel paese di origine ma per noi ancora qui residente perché la sua morte non era mai stata certificata dal suo consolato; un caffè trangugiato con difficoltà da due rilevatori che, pur non fidandosi molto dell’igienicità della bevanda, non avevano però voluto offendere chi l’aveva per loro preparata; dei questionari “somministrati” ai “senza fissa dimora” insieme ai panini e alle bevande della Caritas … A rispondere alla mia proposta, aldilà delle buone intenzioni, furono pochissimi ragazzi, degli 80 operatori che hanno lavorato con noi al Censimento (8 CoC e 72 RIL, nominati con incarico di collaborazione esterna di natura autonoma e occasionale dopo aver partecipato ad un bando pubblico che uscì all’avvio del 6° Censimento Generale dell’Agricoltura e la cui graduatoria fu mantenuta in essere per l’intera, lunga, stagione censuaria). Perché però disperdere gli scritti dei pochi che comunque avevano accettato il mio invito? Ecco allora una piccola area dove, attraverso le parole di Leonardo, Luisella e Paolo, tutti noi che abbiamo vissuto la rilevazione censuaria dall’altra parte, rispetto al cittadino rispondente, ritroviamo le sensazioni che sempre accompagnano un gruppo numeroso che si trova a collaborare per costruire qualcosa: dal caos del primo momento e dalla depressione che certe volte ti prende perché alcuni problemi sembrano irrisolvibili, all’entusiasmo e alla giusta serenità che vivi davanti alla soluzione trovata e all’aiuto che tangibilmente riesci a dare al cittadino. Annunziata Brugioni – Funzionario Responsabile dell’Unità Operativa Statistica e già Responsabile dell’Ufficio Comunale di Censimento Leonardo racconta due episodi: Ad un muratore magrebino spetterebbe un premio per la diligenza dimostrata nei confronti della Pubblica Amministrazione, visto che ha sostenuto l’intervista del Censimento sdraiato su un divano, con varie ferite fasciate ed ancora un po’ scosso, in quanto era stato dimesso dall’Ospedale cittadino il giorno stesso, reduce da un’aggressione subita. Un bell’esempio di senso civico e tanta voglia di sentirsi integrato nella società pistoiese! Nel mese di marzo, nel mio quartiere delle Casermette, sto controllando una sottocopertura per la Rilevazione dei Numeri Civici presso un condominio, quando mi ferma una signora che abita lì e mi chiede se gentilmente posso coglierle un rametto di ulivo da un albero in giardino. Glielo colgo ma non lo prende, mi chiede un altro rametto, che prende dicendo: «Uno per uno non fa male a nessuno!». E strofinando le foglie del suo rametto sulla mia testa, aggiunge, sorridendo con gentilezza: «Mettiti un po’ di ulivo benedetto sul capo, ti fa bene al cervello!». Quando mi invita a salire su da lei, per presentarmi sua madre, cortesemente rifiuto e la saluto allontanandomi in fretta! Luisella dice … Questa per me è stata una esperienza nuova … Ho saputo del censimento per caso da ragazzi che avevano fatto i rilevatori in passato e mi sono detta “Perchè non provare?” Dopo aver seguito il corso di preparazione ed aver studiato un po’ il manuale, sono partita con tutte le più rosee aspettative. Un sabato mattina quindi vado a consegnare dei questionari che erano stati resi indietro da Poste Italiane, cerco la via, parcheggio e mi metto alla ricerca del numero 10. Poiché non lo trovavo, e vi garantisco che non è facile trovare dei civici in una zona dove non sei di casa, vedo un signore che mi guardava in modo sospetto. Prendo al balzo la situazione per chiedergli delle info visto che c’erano un gruppetto di case arroccate su una scalinata: “Scusi qui ci sono il 9 e l’11, non sa mica dove è il 10? Per caso in cima a queste scalette?” Il signore molto carinamente mi fa notare che questo è il lato della strada con i numeri dispari, che i numeri pari sono dall’altra parte e che, visto che lì di fronte c’è un parco, debbo andare molto più avanti per trovare il numero 10. Ho ringraziato e sono partita per cercare il numero 10 al posto giusto. Poi man mano mi sono capitate cose più o meno simpatiche, più o meno spiritose, più o meno strane. Vorrei ricordare una signora, alla quale avevo lasciato più di un avviso nella cassetta delle lettere, che mi contatta dicendo di aver già compilato il questionario in altra Provincia. Cerco di spiegarle che doveva compilarlo nel nostro Comune, visto che è qui residente. La signora non era convinta perché aveva chiesto informazioni altrove e di certo non poteva stare a sentire me. Le ho consigliato di contattare l’Ufficio del Censimento, di nuovo non sembrava convinta, poi alla fine mi disse che avrebbe compilato un altro questionario via mail e che le avrei dovuto rinviare la password d’accesso. Mi dà la mail e io le invio la password e le informazioni necessarie. Dopo cinque minuti risponde alla mail un uomo che dice di essere il marito della signora, dice che fra loro c’è una separazione in atto e che quindi non intende ricevere ulteriori informazioni che riguardino la sua ex moglie. Alla fine il questionario è stato però compilato. Un ricordo piacevole è quello di una coppia di signori stranieri con i quali avevo preso un appuntamento per un nuovo questionario. Suono al campanello della loro abitazione e la ragazza mi dice che il marito non è in casa perché ancora non è tornato dal lavoro, le chiedo se vogliamo aspettare lui e lei mi dice che non parla bene l’italiano, magari intanto iniziamo, poi per risolvere i dubbi arriva lui. Cominciamo e viene fuori che la ragazza ha più o meno la mia età ed un bimbo piccolo. Arriva poi il marito dal lavoro e si scusa per il ritardo dovuto al traffico. Si prodigano in tutti i modi per fornirmi le informazioni necessarie, anche documentandole molto, con carte e certificati superflui, mi chiedono poi per quale motivo venga fatto il censimento e iniziano a raccontarmi della loro nuova vita in Italia. Alla fine mentre parliamo mi chiedono a chi possono rivolgersi per trovare dei piccoli lavoretti per la ragazza, visto che, anche se non ne ha bisogno per mantenersi, desidera sentirsi realizzata e appagata mentre il bimbo va a scuola. Dico loro di provare all’ufficio di collocamento e dopo avermi offerto di tutto, dalla cena al bere al mangiare, il ragazzo si scusa ma scappa per andare a scuola guida per prendere la patente, perché, mi spiega, gli serve per portare il bimbo a giro visto che l’uso del motore è pericoloso per il piccolo. Finiamo il censimento e lascio questa splendida famiglia ringraziandoli della gentilezza e della disponibilità. Ricordo inoltre un ragazzo che proprio a pochi giorni dalla consegna finale dei questionari (si trattava di un ritardatario che avevo cercato di contattare in tutti i modi) mi telefona chiedendomi a cosa sarebbe andato incontro se non avesse avuto voglia di rispondere al censimento, cerco di spiegare e mi dice che allora gli toccherà compilare il questionario e tentiamo di fissare un appuntamento. Mi dice che lui non è in casa tutto il giorno per lavoro e io gli rispondo che non ci sono problemi perché posso passare dopo l’orario di lavoro classico. Lui mi domanda per quale motivo io non faccia orario di ufficio o se questi siano straordinari. Gli rispondo che abbiamo un contratto a progetto e che quindi non abbiamo un orario fisso di lavoro. Allora lui mi dice che potremmo compilarlo all’una di notte!! Trovato l’orario per compilarlo (le 19.30 e non l’1.00 di notte), è il momento di decidere il giorno. Preferirebbe non di Lunedì, allora gli faccio presente che Martedì è Martedì grasso e che magari lui avrebbe potuto avere impegni, lui mi risponde: “Che vuol dire, che arrivi a compilare il censimento in maschera?”. Dopo varie peripezie riusciamo a fissare un appuntamento; prima di arrivare mi dicevo che non avrei trovato nessuno in casa. Invece entro e compiliamo il questionario, giunti alla fine scopriamo di conoscerci di vista e che in pratica lui è un amico di alcuni miei amici. Ci sono state anche esperienze meno simpatiche, persone che non sono per niente disposte a risponderti, famiglie che rispondono male a prescindere, ma ho preferito raccontare le esperienze stravaganti e simpatiche. Comunque, nonostante tutto, questa esperienza si conclude per me positivamente: mi ha insegnato molto, soprattutto a diventare più disinvolta. Paolo manda la testimonianza che segue: Quando ho iniziato la mia avventura “Censimento” non sapevo a cosa sarei andato incontro, dato che per me era la prima esperienza in tal senso. La prima cosa che voglio dire è che è stata un’esperienza molto interessante sotto tanti punti di vista, dal punto di vista dei “colleghi”ad esempio, perché ho conosciuto tantissime persone con cui ho instaurato un bel rapporto fin da subito, un’ esperienza a volte stressante ma al tempo stesso molto formativa. Dal punto di vista del cittadino mi sono confrontato (un po’ come tutti, del resto) con le tipologie di persone più disparate, ognuna con le proprie storie e situazioni; alcune divertenti, altre un po’ meno, alcune ti facevano sorridere, altre intristire. Storie e situazioni singolari, a volte al limite del degrado, come dell’agio assoluto, contrasti che sicuramente mi hanno fatto molto riflettere …. Una cosa comunque ha accomunato la maggior parte delle persone che ho incontrato in questo percorso: una grandissima “umanità” che spesso rimane nascosta a chi vede dall’esterno le famiglie e che realizzi solo quando varchi la soglia del loro piccolo mondo, la loro casa. A tale proposito voglio subito sfatare un luogo comune riguardo agli stranieri; ovvero, mi sono trovato SEMPRE di fronte famiglie e persone gentilissime, cordiali e disponibili, molto più di quanto non siano stati alcuni italiani!! Sicuramente ci sono state tantissime situazioni, storie e personaggi degni di nota, come ad esempio la signora araba che mi ha fatto andare a suonare alla sua porta una serie interminabile di volte per la compilazione del questionario e ogni volta non apriva perché “non poteva” in quanto in casa non c’era il marito e lei non avrebbe potuto interagire con un estraneo di sesso maschile, oltre a non capire una parola d’italiano. Ero quasi arrivato al punto di presentarmi là con i vigili ed un interprete quando una sera, arrivato nel solito condominio perché avevo appuntamento con un’altra famiglia, ho visto entrare nella fatidica porta “chiusa” un uomo. Ho realizzato immediatamente che si trattava del fantomatico marito sempre assente e son corso dietro a suonare. Mi ha aperto, mi ha fatto sedere sul divano, mentre senza fiatare la moglie, interamente coperta dal velo, è entrata in cucina, ha fatto il caffè, l’ha portato e si è immediatamente chiusa in camera senza più riuscire. Rimanendo in tema, altra famiglia araba, al momento della consegna del questionario sono venute al cancello due donne, anch’esse col Burqa integrale; hanno preso il modello, l’hanno guardato, me l’hanno reso dicendo di non capire nulla, ho provato a spiegarglielo inutilmente, gliel’ho lasciato comunque, provando a dire che avrei cercato qualcuno che parlasse la loro lingua per aiutarle a compilarlo … ma non è servito. Subito il giorno successivo, con estremo stupore, ho notato che al Centro di Raccolta era rientrato non solo un questionario, ma ben due dalla solita famiglia, in quanto essendo famiglia molto numerosa uno non era sufficiente per tutti i componenti. Non solo il questionario era stato compilato perfettamente, meglio di quanto abbiano fatto tanti italiani, ma gli intestatari erano andati anche a farsene dare un altro, tutto da sé. A volte l’apparenza inganna di parecchio, si ☺ Un’altra situazione in cui mi sono imbattuto diverse volte e che invece speravo ogni giorno di evitare che accadesse è stata quella del caffè e dell’ammazza-caffè prima di cena!! Come tutti sappiamo il momento migliore della giornata per trovare le famiglie in casa è quello dei pasti principali e così, trovandomi a dover andare a casa di famiglie straniere poco prima di cena, difficilmente son riuscito a scansare questo rito. Ho lavorato per tanti anni nell’ ambiente vivaistico e sono stato spesso a contatto con tanti ragazzi stranieri, in particolare albanesi, e so bene quanto ci tengano a farti assaggiare in special modo la loro grappa!! In poche parole, mi son trovato a più riprese a dover bere un caffè e una grappa come aperitivo per evitare che chi me la offriva si offendesse! Risultato: più di una volta son tornato a casa per cena con lo stomaco rivoltato! Ma la situazione più imbarazzante in assoluto è stata sicuramente quella che mi è successa con una famiglia italiana. Era già la terza volta che cercavo qualcuno in casa, anche se la casa era piuttosto fatiscente si vedeva che qualcuno ci abitava. Ecco, il giorno che ho trovato la padrona l’aspetto dell’esterno è passato subito in secondo piano. Sono entrato in questa casa e sembrava di essere in un film dell’orrore: muffa ovunque, sporco in ogni angolo, roba di ogni genere ammassata da tutte le parti ... ma la ciliegina sulla torta si è manifestata nel momento in cui mi son dovuto mettere a sedere per compilare il questionario. Mi son avvicinato al tavolo e non sapevo dove mettermi né dove appoggiare la cartellina, perché era tutto pieno di mozziconi spenti di sigaretta: ovunque, in terra, sulle sedie e addirittura sul tavolo!! Non avevo mai visto una roba del genere, son rimasto talmente schifato che pregavo che la padrona di casa la smettesse di raccontarmi tutta la storia della sua vita, come stava facendo, per poter finalmente scappare! Altra situazione interessante e dai risvolti singolari è stata quella di un uomo dato per MORTO dai vicini. L’ avevo già segnato come tale nel mio diario di rilevazione quando un giorno mi sono recato da una donna che occupava la casa dove in teoria avrebbe dovuto abitare anche lui. In quel momento ho chiesto i dati che mi mancavano di lei e me ne sono andato senza chiederle altro, davo per scontato che lui fosse passato a miglior vita, d’altra parte i vicini non potevano non sapere una cosa del genere e non mi sembrava carino chiederne conferma alla signora, dato che già lo sapevo. Una cosa però non mi tornava, quando sono venuto via ho visto con la coda dell’occhio che sul campanello c’erano due nomi ma ero troppo distante per leggerli chiaramente e sul momento non ho dato gran peso alla cosa. La sera stessa però son voluto tornare a vedere e sul campanello in effetti c’era anche il nome dell’ uomo, quindi ho suonato per chiedere spiegazioni. Non ha aperto nessuno e allora ho lasciato il sollecito scritto col mio numero di telefono. Appena il giorno successivo ero di turno al Centro di Raccolta e mi arriva una chiamata con un numero sconosciuto … sorpresa: il “defunto” era resuscitato!!! Non solo, la conversazione che ne è seguita è stata a dir poco esilarante, per rendere l’idea la riassumo qui: LUI: “Salve sono il Sig. XXX, lei ha lasciato ieri un avviso nella mia cassetta delle lettere, perché?” IO: “Perché il censimento è obbligatorio per tutti e il questionario va riconsegnato entro la data stabilita per evitare le sanzioni” LUI: “Ma a lei chi glielo ha detto che io abito qui?” IO: “Come chi me l’ha detto, sono il rilevatore addetto alla zona, ho tutti gli indirizzi e i nominativi e fra l’altro anche da anagrafe lei risulta abitare li” LUI: “No no io voglio sapere se lei è venuto qui a colpo sicuro o perché gliel’hanno detto magari i vicini” IO: “Gliel’ ho detto, io son venuto li perché ho il suo nominativo a codesto indirizzo” LUI: “Non mi fraintenda, è un problema mio, sa io sono molto geloso della mia privacy e vorrei sapere come mai lei è tornato qui dato che c’era già stato per la Sig.ra XXX” IO: “Le ripeto che allo stesso indirizzo io ho la Sig.ra XXX ma anche lei!” LUI: “Si ma i vicini cosa le hanno detto di me?” IO: “Non credo che le farà piacere saperlo, ma loro sostengono che sia deceduto!!” LUI: “ Ah ho capito, comunque ho già compilato il modello e l’ho spedito alle poste stamani, arrivederci!” Telefonata finita qui all’improvviso! Questa è in assoluto la conversazione telefonica più assurda che abbia mai avuto, non solo per il Censimento ma negli ultimi 10 anni di vita, credo. Questi sono i casi più singolari che mi sono capitati nelle mie uscite, o almeno sono quelli che più mi son rimasti impressi, sicuramente ce ne sarebbero tanti altri ma per evitare di scrivere un’enciclopedia sarà meglio che mi fermi qui!