Ali Baba carta virtuale

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Ali Baba carta virtuale
Il valore dell’informazione economica e anagrafica al servizio del portafoglio
RC-Auto
ISSN 1972
7216
Fintech Outlook
CeTIF - ANNO 2016
1
Il valore dell’informazione economica e anagrafica al servizio del porta
Strategia,
innovazione e finanza.
Questi i tre elementi fondanti le attività del CeTIF
e promuove ricerche sulle dinamiche di cambiamento strategico e organizzativo nei settori finanziario,
bancario e assicurativo.
Ogni anno CeTIF attiva più di 15 strutture di ricerca, quali Competence Centre e Osservatori, cui possono
partecipare gli oltre 20.000 professionisti che sono parte del network e organizza oltre 10 workshop dedicati a
banche assicurazioni e aziende non finanziarie con l’obiettivo di favorire fra i partecipanti lo scambio di
esperienze e l’adozione di pratiche innovative.
Le attività di ricerca si focalizzano principalmente sugli effetti dello sviluppo di nuove strategie,
sull’innovazione normativa, sull’approfondimento di prassi organizzative e di processo e sugli
effetti dell’introduzione dell’innovazione tecnologica.
Tra i partner istituzionali di CeTIF figurano: Banca d’Italia, IVASS, ABI, ANBP, ANIA, AIPB e
CONSOB.
In seno a CeTIF è stato costituito il CEFIRS - Centre for European Financial Regulations Studies - un
Osservatorio Permanente sulla regolamentazione nel settore finanziario, bancario e assicurativo.
Inoltre è presente la struttura CeTIF Academy, scuola di Alta Formazione Universitaria, che si pone
l'obiettivo di trasferire ai top e middle manager le conoscenze sviluppate in oltre vent’anni di ricerca.
Il CeTIF è, inoltre, socio fondatore del FIT: l’Associazione europea dei centri di ricerca sulla finanza e
l’Information Technology.
CeTIF - Università Cattolica
Via San Vittore, 18 - 20123 Milano
Tel. +39 02 7234.2590
Fax +39 02 7234.8340
E-mail: [email protected]
www.cetif.it
Fintech Outlook - CeTIF
ANNO 2016
Fintech Outlook
AUTORI:
Federico Rajola
Chiara Frigerio
Paolo Gatelli
Francesco Simone Farina
Francesco Piobbici
Pubblicato nel mese di Novembre 2016
Copyright © CeTIF. Tutti i diritti riservati.
Ogni utilizzo o riproduzione anche parziale
del presente documento non è consentita senza
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rapporto.
Si evidenzia, inoltre, che il presente rapporto potrebbe contenere proiezioni future o altre
dichiarazioni in chiave prospettica, circostanza che comporta rischi e incertezze. Si avvisano
pertanto i lettori che tali affermazioni sono solamente previsioni e potrebbero quindi
discostarsi in modo considerevole dagli effettivi riscontri ed eventi futuri. CeTIF declina fin
d’ora qualsiasi responsabilità e garanzia in relazione a tali proiezioni.
3
INDICE DEI
CONTENUTI
1. INTRODUZIONE .................................................................................. 5
1.1
IL CONTESTO
5
1.2
I NUMERI DEL FINTECH
6
1.3
GLI ELEMENTI TECNOLOGICI ALLA BASE DEL FINTECH
8
2. ANALISI DI SCENARIO .................................................................... 10
2.1
PAYMENTS & BLOCKCHAIN
10
2.2
PERSONAL FINANCE, TRADING E CREDITO
15
2.3
IOT & CONNECTED DEVICE
22
2.4
USER EXPERIENCE & CUSTOMER VALUE
26
3. SETTORE FINANZIARIO E FINTECH, FRA SINERGIE E
COMPETIZIONE ................................................................................ 32
3.1
IL SETTORE BANCARIO
32
3.2
IL SETTORE ASSICURATIVO
34
3.3
MODELLI DI COLLABORAZIONE
36
4. BIBLIOGRAFIA................................................................................... 37
4
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Fintech Outlook - CeTIF
1. INTRODUZIONE
1.1 IL CONTESTO
La “rivoluzione” lanciata dalle startup preannuncia un forte rimodellamento dell’ecosistema
finanziario.
Da quando i clienti hanno acquisito maggiore capacità e confidenza nell’uso quotidiano di supporti
digitali, grazie ai servizi offerti da società come Google, Amazon o Apple, hanno anche iniziato
ad aspettarsi una analoga customer experience da parte delle istituzioni finanziarie1. I servizi di
pagamento via mobile, le piattaforme per i prestiti tra privati (p2p lending), i robo-advisor
e le valute virtuali come i Bitcoin sono perciò in sempre più rapida crescita, forti del loro design
user friendly, della loro semplicità ed economicità e del loro approccio focalizzato sulla customer
centricity.
Dall’altro lato, a causa dei numerosi vincoli normativi e alla necessità di infrastrutture
fisiche, quali sportelli automatici e filiali, per molto tempo le banche sono state al riparo dalle
evoluzioni tecnologiche che hanno rimodellato gli altri settori. Senza gravi minacce all’orizzonte,
la maggior parte delle istituzioni finanziarie si sono concentrate sul consolidamento e sulla
riduzione dei costi, non considerando i bisogni del cliente come centrali. Tutto questo sta
cambiando, il cliente di oggi risulta essere sempre più esigente e critico. La convenienza non è più
avere tutto in one stop shop, bensì avere accesso diretto ai servizi desiderati in qualsiasi momento,
abbattendo le distanze fisiche e le complicazioni della burocrazia.
Le banche continuano a dominare lo scenario dei servizi finanziari, esercitando le funzioni di
deposito e di credito, ma ad oggi non sono più gli unici player nel mercato. Il settore fintech
sta guadagnando la fiducia di consumatori e di imprese, che vedono nelle nuove soluzioni
tecnologiche offerte una valida, e spesso preferibile, alternativa ai servizi offerti dalle banche. Le
implicazioni per il settore bancario sono immense. Gli sviluppi nel settore fintech hanno il
potenziale di erodere il valore di mercato dei player tradizionali, rendendo sempre più difficile
per le istituzioni mantenere la fedeltà dei propri clienti.
Questo macro-trend è anche confermato dalle analisi di mercato, che mettono in evidenza che
ben l’83% delle imprese dell’industria dei servizi finanziari tradizionali teme che parte del business
possa finire in mano alle nuove imprese tecnologiche2.
Le fintech hanno saputo quindi interpretare sin da subito le nuove e crescenti esigenze del
mercato attraverso l’offerta di soluzioni che permettono una migliore accessibilità ai più svariati
servizi finanziari. In questo contesto, la ricerca di una sempre migliore customer centricity è
diventata la principale priorità per soddisfare i nuovi clienti “digitali” e loro esigenze.
1
The FinTech Revolution, a Wave of Startups is changing finance – for the Better, The Economist, 9 Maggio
2015.
2
Global fintech report, PwC, Marzo 2016.
5
Questo processo ha già iniziato ad incidere anche profondamente sul settore finanziario, tanto
che diversi settori tradizionali, quali quello dei prestiti commerciali e al consumo o come
quello dei pagamenti, sono ormai invasi dall’emergere di piattaforme digitali che permettono
agli individui di prestare o ricevere denaro, disintermediando di fatto gli istituti di credito (si veda
figura 1). Anche le piattaforme di lending costituiscono un metodo alternativo di credito che
sfrutta conoscenze e analisi quantitative di una vasta mole di dati fino ad oggi inutilizzati, che
permettono oltre ad una più affidabile analisi del rischio anche una forte riduzione dei costi
operativi.
Altri settori stanno solo ora iniziando a subire la concorrenza delle fintech, come quelli della
consulenza finanziaria, che si trovano di fronte ad innovativi robo-advisor, o gli intermediari
assicurativi, per i quali l’esplosione del mondo insurtech non può che richiedere una forte
attenzione.
Figura 1 – I business finanziari che verranno disintermediati dalle fintech nei prossimi 5 anni
Fonte: CeTIF – Rielaborazione PwC Global FinTech Survey - 2016
1.2 I NUMERI DEL FINTECH
L’attività delle fintech a livello globale è cresciuta sensibilmente negli ultimi anni, tanto che
Goldman Sachs prevede che nei prossimi anni quasi 660 miliardi di dollari in investimenti
potrebbero migrare dai tradizionali servizi alle nuove proposte di servizi finanziari operati
attraverso piattaforme digitali innovative 3. Ad oggi, le startup fintech nel mondo sono oltre 1300,
distribuite in 54 paesi e dal 2010 al 2015 nel settore sono stati investiti oltre 40 miliardi di dollari.
New York, Londra, Singapore e Tel Aviv sono gli hub più importanti al mondo ma la nazione
leader sono gli Stati Uniti in cui fino ad ora sono stati investiti ben 32,3 miliardi di dollari (figura
2). A seguire si trovano il Regno Unito con oltre 5,4 miliardi di dollari investiti e l’Europa con 4,5.
Seguono poi la Cina (3,5) e l’India (2,2). Vi sono anche piccole e piccolissime nazioni come Israele
o Singapore che rispettivamente investono 453 e 160 milioni di dollari nel settore.
3
The Future of Finance Part 3: the Socialization of finance, Goldman Sachs Global Investment Research, 13
Marzo 2015.
6
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Negli Stati Uniti inoltre hanno sede alcuni tra gli incubatori più importanti a livello mondiale quali
500starups e Y Combinator. Ovviamente anche lo stesso settore finanziario si è mosso in tal
senso; infatti tra gli acceleratori più importanti compaiono molte tra le più grandi banche a livello
mondiale, come CityGroup, Wells Fargo o Banco Santander.
Il Regno Unito (ed in particolare Londra) detiene il primato di nazione con il governo più attento
alla crescita dell’ecosistema favorevole alle startup grazie ad una alta propensione agli
investimenti e soprattutto alla elevata attenzione alla formazione. Il settore genera nel paese
revenue per circa 20 miliardi di dollari l’anno4. Fino ai primi sei mesi del 2015, gli
investimenti nel settore sono stati 5,4 miliardi, più di quanto sia riuscito a mettere insieme il
resto d’Europa, fermo a 4,5 miliardi. Evidenziando le percentuali, dal 2008 a oggi la Gran
Bretagna ha aumentato gli investimenti del 74% l’anno, laddove la media mondiale si
ferma al 27% e la Silicon Valley al 13% per cento.
Figura 2 – Gli investimenti nel fintech 2010-2015 – $ mld
0,9
0,33
0,14
Nord America
6,67
Europa
Asia
9,90
32,36
Medio-oriente
Africa
Sud America
Fonte: William Garrity Associates - 2015
Anche in Italia è possibile rilevare un trend crescente di investimenti, seppur in misura
decisamente inferiore5. Lo scorso anno infatti sono stati investiti circa 33 milioni di euro, cifra
ovviamente meno impressionante di quella mondiale, ma è opportuno ricordare che gli
investimenti totali nel nostro Paese sono quadruplicati rispetto al 2014. In Italia sono presenti 36
investitori istituzionali, 100 incubatori con 38 parchi scientifici.
Interessanti sono i dati relativi alla distribuzione geografica: delle 115 startup attive in Italia nel
mondo fintech il 77% si concentra nel Nord soprattutto in Lombardia (42), seguita dall’Emilia
Romagna (13) e dal Piemonte (7). Segue il Sud, con il 12% delle startup principalmente in
Campania (7). Chiude il Centro, con l’11% delle startup, prevalentemente nel Lazio (12).
4
Landscaping UK Fintech – commissioned by UK Trade & Investment, EY.
5
StartupItalia – maggio 2016
7
Più in generale le startup innovative in Italia dimostrano grande dinamismo. A settembre 2016,
infatti, il numero di quelle iscritte al registro delle imprese ha fatto segnare un +7,07%
attestandosi a quota 6.363. Anche in questo caso la Lombardia si conferma la regione più
popolosa con 1.382 startup innovative, pari al 21,7% del totale nazionale. Seguono l’EmiliaRomagna con 782 (12,3%), il Lazio con 625 (9,8%), il Veneto con 492 (7,7%) e la Campania, con
404 startup innovative (6,35%)6.
Sempre in Italia, il background delle persone che decidono di costituire startup è omogeneo se si
guarda la provenienza accademica: ben il 92% è laureato e due su tre hanno una formazione
manageriale, mente l’altro terzo dispone di un background tecnico. Vi è invece assoluta
disomogeneità e un po’ di sorpresa se si guarda l’età: al contrario di quanto si potrebbe pensare,
il 43% di chi costituisce startup è over 40, uno su quattro ha meno di trent’anni mentre il
31% ha fra i 30 e i 40 anni. Questo dimostra che chi fa startup in Italia è un professionista con
anni di esperienza alle spalle, spesso un ex dipendente che vuole mettere a frutto le proprie
conoscenze, e non risponde allo standard del giovane con conoscenze tecnologiche avanzate 7.
1.3 GLI ELEMENTI TECNOLOGICI ALLA BASE DEL FINTECH
L’innovazione alla base della digitalizzazione dei servizi finanziari sviluppata dalle fintech di tutto il
mondo si basa su tecnologie ormai consolidate, che hanno consentito, consentono e
consentiranno di cambiare le regole del mercato. Di seguito, una lista delle tecnologie e delle
piattaforme grazie alle quali le fintech operano nel mercato e dispongono di un vantaggio
competitivo.

Blockchain: una base di dati distribuita, alla base di sistemi di pagamento come
Bitcoin. Essa mantiene in modo continuo una lista crescente di record, i quali fanno
riferimento a record precedenti presenti nella lista stessa ed è resistente a
manomissioni. Il nome deriva dalla sua natura distribuita: ogni nodo del network
svolge un ruolo nella verifica delle informazioni, inviandole al successivo in una catena
composta da blocchi. La prima e più conosciuta applicazione della tecnologia blockchain
è la visione pubblica delle transazioni per i Bitcoin, che è stata ispirazione per altre
criptovalute e progetti di database distribuiti.

Cloud: con Cloud si indica un paradigma di erogazione di risorse informatiche, come
l'archiviazione, l'elaborazione o la trasmissione di dati, caratterizzato dalla disponibilità
on-demand a partire da un insieme di risorse preesistenti e configurabili («Software as
a Service», «Infrastructure as a Service», «Platform as a Service»).

Cognitive Computing: con Cognitive Computing si intende l’applicazione pratica
dell’Intelligenza Artificiale in cui il computer non si limita a rispondere a quello che sa o a
ciò per cui è stato programmato, ma introduce un fattore non prevedibile di risposta
derivato dall’autoapprendimento del sistema. L'obiettivo del Cognitive Computing è
quello di simulare processi di pensiero umani in un modello computerizzato,
6
Rapporto trimestrale delle startup innovative, Ministero dello Sviluppo Economico-InfoCamereUnionCamere, ottobre 2016
7
The Italian Startup Ecosystem: Who’s Who, Italia startup 2015
8
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permettendo alla macchina di interagire direttamente con l’essere umano e rispondere
alle sue domande.

IoT - Internet of things: con IoT (Internet delle Cose) si può indicare un insieme di
tecnologie che permettono di collegare a Internet qualunque tipo di device.
L’interconnessione di apparati di varia natura (wearable, beacon, black-box…) permette
loro di raccogliere e/o comunicare dati, tramite software e sensori, per poi svolgere
azioni conseguenti.

Machine-learning: una area di studio nell’ambito dell’intelligenza artificiale che si
occupa di programmare macchine che “imparino” a riconoscere automaticamente
modelli complessi e prendere decisioni intelligenti basate su dati. Nel campo
finanziario possono essere utilizzati per la previsione del credito dei clienti, per la
costruzione di modelli di rischio di credito, nel customer service…

Marketplace: piattaforma che viene utilizzata nel settore di commercio per sfruttare in
modo più efficace i siti internet al fine di intermediare la compravendita di un bene o un
servizio. Sono di fatto mercati online in cui sono raggruppati i prodotti di
molteplici venditori o diversi siti web. L'esempio più noto di marketplace è eBay.

Peer-to-peer (P2P): è una tecnologia che indica un modello di architettura logica di
rete informatica in cui i nodi sono gerarchizzati sotto forma di nodi paritari (in inglese
peer) che possono quindi fungere sia da cliente che da servente verso gli altri nodi
terminali (host) della rete, senza che vi sia un’unità di controllo specifica come server.
Essa dunque è un caso particolare dell'architettura logica di rete client-server.

Robo-advisor: è una soluzione tecnologica che permette, tramite la strutturazione di
algoritmi automatici come Modern Portfolio Theory, di fornire consulenza finanziaria o
portfolio management online con un minimo intervento umano, minimizzando i
costi legati alla consulenza finanziaria tradizionale, lasciando interagire i clienti con un
bot opportunamente predisposto.

Social Network: i Social Network sono sempre più utilizzati come piattaforma
tecnologica non solo per promuovere le idee più innovative, ma anche per raccogliere
investimenti (Crowdfunding, social lendings), effettuare pagamenti e usufruire di altri
servizi tipicamente bancari.
9
2. ANALISI DI SCENARIO
La rivoluzione digitale che sta trasformando ovunque il modo di fare business sta colpendo anche
l’industria dei servizi finanziari. Le nuove fintech trasformano le modalità attraverso le quali i
clienti accedono ai prodotti e servizi finanziari, rimodellando lo status-quo del settore. Il
fenomeno sta accelerando il ritmo dei cambiamenti portando ad una costante penetrazione delle
applicazioni basate sulla tecnologia in quasi ogni segmento dei Financial Services.
All’interno della ricerca, sono state tratteggiate 4 diverse macro-categorie di fintech considerate
decisive nell’ecosistema odierno, ovvero Payments & Blockchain; Personal Finance,
Trading & Credito; IoT & Connected Device; User Experience. Benché in ogni caso è
rilevabile come le innovazioni colpiscano in modo trasversale i quattro settori, generando una
presenza massiccia di fintech “ibride” che possono soddisfare al meglio le esigenze dei clienti, in
questa sezione abbiamo analizzato i principali trend dello scenario italiano e mondiale su questi
ambiti.
2.1 PAYMENTS & BLOCKCHAIN
Nell’ambito dei pagamenti è stato raggiunto il punto di non ritorno: la loro gestione non è più
solo monopolio delle banche, che si trovano anzi a concorrere con un sottobosco di fintech
operante con mezzi sempre più innovativi e sempre meno con bancomat e conti correnti. Già ad
oggi, scambiare denaro tramite applicazioni e piattaforme online, senza passare dalla banca, sta
diventando sempre più semplice, tanto che si stima che il volume totale annuo dei mobile
payment supererà i mille miliardi di dollari entro il 2019 (figura 3).
Figura 3 – Volume totale dei mobile payments in miliardi di dollari
+ 16%
1200
+ 19%
+ 26%
1000
+ 38%
800
1080
930
780
620
600
450
400
200
0
2015
2016
2017
2018
2019
Fonte: TrendForce – febbraio 2016
10
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A livello mondiale USA e Cina dominano il settore payments del fintech e generano già
centinaia di miliardi di dollari all'anno. Negli Stati Uniti i fondi stanziati per le società fintech
ammontavano nel 2015 a 7,39 miliardi di dollari con 351 trattazioni, mentre l’Europa ha raccolto
1,48 miliardi di dollari in 125 trattazioni. In Cina Alipay, il sistema di pagamenti del gruppo Alibaba
simile a PayPal, nel 2015 è riuscito a processare un volume di pagamenti pari a tre volte il volume
processato da PayPal, con un valore stimato pari a 900 miliardi di dollari8.
Questo forza del settore dal lato pagamenti risulta confermata dalla classifica delle 100 fintech più
innovative del 2016 a livello mondiale 9 H2 Ventures e KPMG, nella quale figurano fintech
provenienti da 22 Paesi del mondo (nessuna dall’Italia) e specializzate in diversi ambiti. Di queste,
ben 18 sono dedicate al settore Payments (tra le quali Ant Financial, Klarna, Square, Adyen,
Nubank, IZettle, Stripe) e 5 operano nell’area delle Digital Currencies (Bluzelle, ConsenSys,
Digital Asset Holdings, I/O Digital, Identitii).
L'uso della tecnologia distribuita e decentrata di blockchain migliora le operazioni di pagamento,
di compensazione e di regolamento, di revisione o gestione dei dati di ogni attività. Vi è anche la
possibilità di creare un cosiddetto smart contract con tecnologia blockchain, ovvero un
contratto che si traduce in un programma per elaboratore e, come tale, ha la capacità di essere
auto-eseguito (es: Xapo).
L’Europa, con l’esclusione del Regno Unito, sono in una fase di sviluppo più embrionale, in questo
ambito fintech. Differentemente dalla grande enfasi che questo settore ha all’estero, in Italia il
settore pagamenti attira solo il 12% degli investimenti complessivi (figura 4). Nonostante
l'Italia risulti molto indietro nello sviluppo della finanza alternativa, e anzi proprio per questo, il
potenziale di crescita è enorme. Allo stato attuale, la più nota fintech italiana dell’ambito
payments, è probabilmente Satispay, che nel primo anno di vita ha ottenuto finanziamenti per 8,5
milioni di euro, compreso l’investimento del
Figura 4 – Percentuale degli investimenti per settore in Italia
Fonte: StartupItalia – maggio 2016
8
9
Digital Disruption Report – Citibank, marzo 2016
Fintech100 - H2 Ventures & KPMG, ottobre 2016
11
Satispay
FONDATORI




Dario Brignone
Alberto Dalmasso
Samuele Pinta
SETTORE
Payments
App mobile per pagamenti
MODELLO DI BUSINESS
Satispay è una App per smartphone che permette di collegare un conto bancario al proprio
account personale, per poi utilizzare unicamente i numeri di telefono presenti nella propria
rubrica per ricevere e inviare denaro ed effettuare pagamenti C2B e B2B. Il sistema è
interamente gratuito per i privati ed ha commissioni molto basse per i business.
Solo
SETTORE
FONDATORI




Francesco Arnone
Orlando TM Merone
Edoardo Raimondi
Roberto Ungaro
Payments
POS virtuale
MODELLO DI BUSINESS
Solo è un POS virtuale che consente di accettare pagamenti con carte di credito e di debito
senza dover adoperare la carta con un sopporto fisico. Per procedere alla transazione, è
sufficiente comporre e condividere con i clienti un link che rimanda al proprio profilo verificato.
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Get Your Bill
SETTORE
FONDATORI




Nicolas Ancot
Daniele Fanzutto
Alvise Abù-Khalil,
Rosario Lombardo
Payments
Sistema per la fatturazione delle spese
MODELLO DI BUSINESS
Get Your Bill è un sistema innovativo per la fatturazione delle spese aziendali deducibili.
Attraverso il terminale POS di Moneynet qualsiasi acquisto effettuato dai titolari di Partita IVA e
dagli addetti delle aziende è registrabile senza errori. Get Your Bill permette inoltre di fatturare
rapidamente importi di qualsiasi entità anche presso negozi e locali dove i dati aziendali non siano
già memorizzati.
Oraclize
SETTORE
FONDATORI
Thomas Bertani
Blockchain
Smart Contract
MODELLO DI BUSINESS
Oraclize è una piattaforma per la creazione ed esecuzione di smart contracts sfruttando i Bitcoin.
Si quindi di un software che ha la struttura di un contratto, in grado di leggere il linguaggio
naturale e quindi di capire se determinate condizioni si sono verificate oppure no e di
conseguenza prendere delle decisioni in base a quello che è successo.. L'utente utilizza una
procedura guidata, con l’ausilio di "oracoli": sono contratti intelligenti perché formalizzati da un
software, che quindi si concludono automaticamente al verificarsi delle condizioni predisposte.
13
Bernstein
SETTORE
FONDATORI
Blockchain
Marco Barulli
Smart Patent
MODELLO DI BUSINESS
Bernstein è una piattaforma basata sul paradigma blockchain, negli ambiti della certificazione della
proprietà intellettuale e dei contratti smart. Essa permette di autenticare invenzioni e brevetti
attraverso la tecnologia blockchain in maniera riservata senza passare dai tradizionali e più costosi
uffici istituzionali.
Trakti
SETTORE
FONDATORI




Nevio Boscariol
Jason Finnegan
Mahfuzul Islam
Luigi Telasca
Blockchain
Piattaforma di negoziazione, Smart Contract
MODELLO DI BUSINESS
Spin-off di eXrade, Trakti è una piattaforma di contrattazione e negoziazione basata sul paradigma
blockchain. Con essa è possibile creare una trattativa e promuoverla, aumentandone la visibilità
attraverso condivisioni sui social network. Fornisce diversi modelli di negoziazione quali aste,
bandi di gara, accordi bilaterali, contrattazioni multilaterali e proposte congiunte. A conclusione
del processo, viene generato un contratto online, così che tutte le parti possano condividerlo e
firmarlo.
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2.2 PERSONAL FINANCE, TRADING E CREDITO
Personal Finance, Trading e Credito è un ambito estremamente vivace dell’ecosistema fintech. Il
successo è guidato dalla possibilità di utilizzare le nuove tecnologie per migliorare l'esperienza
del cliente, soddisfacendo le sue mutate esigenze e intercettando, grazie a semplicità,
immediatezza e bassi costi operativi, fasce di clientela tradizionalmente più lontane da
questi servizi, come i millennials.
Fra i trend principali rientrano i prestiti P2P ed il crowdfunding grazie alle tecnologie
moderne che hanno facilitato e ampliato le concessioni di prestiti e finanziamenti senza
intermediari (ad es. Spotcap, Welab, Lending Club). Il crowdfunding sta mantenendo livelli di
crescita altissimi a livello mondiale, tanto che nel 2015 è arrivato a toccare quota 34 miliardi di
dollari di fundraising complessivo, crescendo di oltre il 100% rispetto all’anno precedente, con il
segmento del marketplace lending/P2P che ha da solo raggiunto la cifra di 25 miliardi di
dollari di finanziamento10.
La creazione di luoghi di scambi virtuali rappresenta ormai una valida alternativa agli strumenti
tradizionali bancari. L’efficienza e l’efficacia di queste piattaforme permettono innanzitutto una
importante riduzione dei costi sia in termini monetari (il lender consegue rendimenti più alti
dovuti al minor impiego risorse, il cliente utilizzando la piattaforma digitale ottiene una riduzione
dei tassi d’interesse) che di tempo necessario per l’adempimento delle pratiche sottostanti alla
contrattazione.
Di rilievo è anche la valorizzazione, nel processo decisionale della concessione del credito,
dell’analisi di dati destrutturati e più granulari, tramite software di elaborazione evoluti,
che consentono alle istituzioni finanziarie di attuare un processo di valutazione più rapido ed
accurato del rischio di credito (ad es. Lendingkart, Kreditech).
Nell’ultimo periodo stanno anche emergendo strumenti in grado di aumentare l'autonomia
del cliente nello svolgimento di ogni servizio, diminuendo l’interazione umana e dunque
tagliando radicalmente i costi, in modo da fungere da aiuto nella gestione delle finanze
personali (es:, Sofi, credit-karma).
Nell’ambito Trading, le fintech stanno manifestando tutta la loro portata disruptive, tramite gli
ormai noti robo-advisor. Sotto questo nome ricadono diverse tipologie di piattaforme online
che, sulla base di algoritmi come Management Portfolio Theory, offrono ai risparmiatori soluzioni
di investimento più o meno personalizzate secondo le loro personali esigenze, che
possono essere acquistate direttamente online. Il robo-advisor è dunque una sorta di
consulente finanziario virtuale che offre servizi di consulenza finanziaria a un costo
estremamente competitivo grazie alla sua totale (o quasi) automazione, puntando sulla
semplicità e sulla qualità della customer experience.
I bassi costi consentono ai clienti di investire quantità di denaro accessibili anche a giovani alle
prime esperienze – tanto che alcune fintech, come Betterment, non hanno alcuna soglia minima di
investimento – andando così a catturare fasce di clientela prima completamente tralasciate dal
mercato. Anche se oggi i volumi gestiti dai robo-advisor sono solo una piccolissima frazione
10
Crowdfunding Industry Report, Massolution 2015
15
di quelli gestiti dai canali tradizionali, il valore del mercato dovrebbe crescere esponenzialmente
nel breve periodo, superando i 2.000 miliardi di dollari nel 2020 (figura 5).
Figura 5 – Volume totale atteso gestito dai robo-advisor (migliaia di miliardi di dollari)
Fonte: A.T. Kearney –2016
Nel contesto Italiano, le prospettive risultano essere incoraggianti, in virtù di un aumento
delle risorse globali intorno alle fintech operanti in questi settori dovute ad un maggior interesse
anche da parte di fondi di investimento internazionali come Santander Inno Ventures e SBT
Capital. Svariate sono le fintech con un potenziale di sviluppo anche internazionale, ed un
esempio è Moneyfarm, che rientra proprio nell’ambito robo-advisor. Moneyfarm, visti i forti
investimenti anche internazionali (ha ottenuto ben 16 milioni di euro da Cabot Square Capital, nel
2015) rappresenta senza dubbio la startup italiana di maggior successo, e certamente ben
descrive il trend positivo nella gestione patrimoniale digitale che sta ormai cambiando il mercato
del risparmio gestito.
In Italia si contano attualmente 82 piattaforme di crowdfunding. Sebbene al di sotto della
media di altri Paesi sviluppati, il mercato nazionale sta vivendo un buon momento di crescita,
con il proliferare di piattaforme e un rinnovato interesse di grandi aziende e istituzioni. Facendo
riferimento alla figura 4 (pagina 11), possiamo notare quanto forte sia in percentuale (45%) il
flusso di investimenti in questo settore. Il valore complessivo dei progetti finanziati attraverso le
piattaforme pari a quasi 56,8 milioni di euro, con un aumento dell’85% rispetto ai 30,6 milioni
di euro rilevati a maggio 2014. Nonostante questo, le campagne di natura imprenditoriale si
fermano al 20% del totale11.
11
16
Crowfunding report, Università Cattolica del Sacro Cuore 2015
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Fintech Outlook - CeTIF
Moneyfarm
SETTORE
FONDATORI


Giovanni Daprà
Paolo Galvani
Trading
Robo-advisor
MODELLO DI BUSINESS
Moneyfarm è una fintech attiva nell’ambito del robo-advisory, che dopo aver delineato un profilo
del cliente tramite un questionario struttura un piano di investimento con possibilità di
personalizzazione combinando diverse tipologie di investimento e su diverse aree geografiche,
per massimizzare la diversificazione del portafoglio e garantire un’esposizione globale conforme al
proprio risk appetite, il tutto tramite algoritmi di investimento che prescindono da qualsiasi
interazione umana.
WeAreStarting
SETTORE
FONDATORI

Carlo Allevi
Marketplace

Simonetta Mangilli
Equity Crowdfunding
MODELLO DI BUSINESS
Una piattaforma di equity crowdfunding che permette di investire in start-up e PMI innovative
italiane. La fintech seleziona, fra le iscritte alla sezione del Registro delle Imprese dedicato alle
startup ed imprese innovative, quelle che considera le migliori proponendole agli utenti che
finanziandole ne diventano soci. La possibilità di investire e diventare soci delle imprese proposte
è destinata a tutti, dagli investitori professionali ai piccoli risparmiatori.
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S-peek
SETTORE
FONDATORI

Mattia Ciprian
Finance

Valentino Pediroda
Analisi di informazioni finanziarie di società
MODELLO DI BUSINESS
S-peek è l’App del gruppo modeFinance. Essa permette di conoscere istantaneamente il rating, il
credit score e altre informazioni finanziarie di tutte le società di capitale d'Europa. Il servizio
prevede una tariffa diversificata a seconda delle informazioni richieste. Il database contiene
informazioni di oltre 20 milioni imprese, valutate tramite una metodologia proprietaria, il Multi
Objective Rating Evaluation (MORE).
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Fintech Outlook - CeTIF
Sardex
SETTORE
FONDATORI



Gabriele Littera
Giuseppe Littera
Carlo Mancuso

Piero Sanna
Credito
Circuito di credito commerciale, moneta
virtuale complementare
MODELLO DI BUSINESS
Sardex.net è un circuito di credito commerciale che si basa su una moneta complementare locale.
Chi si associa ha la possibilità di scambiarsi prodotti con pagamenti che vengono effettuati in
crediti sardex. Questo permette di ottimizzare la capacità produttiva, di liberare liquidità e di
usufruire di uno strumento di finanziamento e di marketing a basso costo.
Oval Money
SETTORE
FONDATORI



Benedetta Arese Lucini
Claudio Bedino
Edoardo Benedetto
Personal Finance
Organizzazione del risparmio
MODELLO DI BUSINESS
Oval Money è un’App che, collegata a un conto corrente bancario e a una carta di credito, è in
grado di fornire aggiornamenti e statistiche in tempo reale sulle abitudini di spesa, consigliando
come risparmiare e comportandosi come una sorta di salvadanaio virtuale. Gli utenti poi possono
chiedere dei piccoli prestiti peer-to-peer ad altri utenti Oval Money per emergenze, donazioni,
regali o altre necessità e restituire la somma con micropagamenti giornalieri.
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WolfWay
SETTORE
FONDATORI
Davide La Spina
Trading
Piattaforma di supporto al trading
MODELLO DI BUSINESS
WolfWay è una piattaforma online che fornisce una visione del mercato attraverso gli occhi dei
trader, analizzando il loro comportamento, i loro obiettivi e i loro risultati come se fossero una
singola “intelligenza finanziaria collettiva”. Così facendo, la piattaforma consente agli investitori di
conoscere in tempo reale come stanno operando migliaia di trader professionisti in tutto il
mondo e migliorare i propri rendimenti.
CashMe
SETTORE
FONDATORI
Marcello Scalmati
Credito
Piattaforma per la cessione di crediti
commerciali
MODELLO DI BUSINESS
CashMe consente di cedere i propri crediti commerciali pendenti e non scaduti ad investitori
disposti ad acquistarli attraverso un processo di asta competitiva elettronica. Si tratta di una
piattaforma online concepita come strumento al servizio di piccole e medie imprese per
monetizzare immediatamente le fatture commerciali senza ricorrere al sistema bancario.
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Fintech Outlook - CeTIF
eKuota
FONDATORI
SETTORE
Finance
 Alessandro Berbenni
Piattaforma per la gestione della finanza
 Pietro Carta
d’impresa
 Fabio Liberali
 Fabio Marras
 Laura Oliva
 Luigi Zanderighi
 Raffaele Zenti
MODELLO DI BUSINESS

EKuota è una piattaforma online per la gestione della finanza d’impresa. Gli algoritmi proprietari
di eKuota consentono di determinare l’esposizione al rischio associata alla singola specifica
azienda, valutare le strategie di copertura e monitorarne l’efficacia nel tempo. La piattaforma
fornisce quotazioni e prezzi dai mercati internazionali relativi a valute, tassi di interesse e materie
prime; produce calcoli interattivi per determinare i costi delle coperture finanziare; e infine offre
un servizio di alert personalizzato per avere aggiornamenti costanti sui trend di mercato.
21
2.3 IOT & CONNECTED DEVICE
L’Internet of Things è in una fase di fortissima espansione, tanto che alcuni parlano di una vera
e propria "terza rivoluzione industriale". Questa paventata rivoluzione solitamente viene associata
a scenari di grandi sconvolgimenti per le industrie della vendita al dettaglio, della produzione,
del trasporto e dell’energia, mentre i servizi finanziari non sempre vengono considerati.
Tuttavia, dal momento che il valore sottostante le tecnologie IoT è il trasferimento dei dati, e
il settore finanziario si basa fortemente sulla raccolta e sull’analisi dei dati, è impensabile
immaginare che l’IoT non intacchi anche questo settore. Le istituzioni finanziarie hanno investito
e stanno investendo a livello mondiale una quantità crescente di risorse per sviluppare sia la loro
infrastruttura interna sia la le modalità con cui i clienti si interfacciano con la tecnologia, e a tal
proposito, l’industria dei servizi finanziari è una delle prime dieci per investimenti in sensori
per potenziali innovazioni.
Pagare con i wearable o con altri device connessi è una realtà che i retailer, le fintech e le
banche più innovative stanno già portando sul mercato. Sensori Beacon che riconoscono il
cliente e offerte contestuali abbinate ad una continua geo-localizzazione sono solo alcuni
esempi di una trasformazione che vede l'Internet of Things accreditarsi come una vera e propria
nuova porta di accesso ai servizi bancari, capace di rinnovare le customer experience dalle
fondamenta.
Tuttavia, nell’attuale panorama italiano, le tecnologie IoT rimangono perlopiù concentrate nel
settore dell’Health Care e dell’Insurance. In Italia nell’ambito assicurativo l’IoT, in primo luogo
tramite black box e in seguito con white box, smart home, e wearable, è entrato da tempo
nell’operatività delle Compagnie, anche da prima dell’esplosione dell’insurtech, tanto che proprio
per numero di installazioni di black box, introdotte nel nostro paese per la prima volta nel 2004,
l’Italia è primatista mondiale12.
Oggi, modalità di analisi predittiva basate sui Big Data e oggetti smart interconnessi
stanno trovando possibilità di crescita nell’ambito della sicurezza, dal singolo utente all’intera area
urbana (Smart City) e nell’ambito della salute personale. Esiste inoltre qualche sperimentazione di
grande interesse nell’ambito del proximity marketing, che fa ampio uso dei sensori Beacon.
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Dossier Scatole Nere – ANIA, 2014
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Fintech Outlook - CeTIF
Smart-I
SETTORE
FONDATORI


Mauro di Giamberardino
Gabriele Randelli
IoT & Connected Devices
Smart City
MODELLO DI BUSINESS
Smart-I sviluppa prodotti ad alta tecnologia che consentono l'analisi automatica degli scenari
urbani per le Smart City, grazie ai quali ottenere una significativa riduzione dei consumi energetici
e dell'inquinamento, migliorare la mobilità urbana, ed aumentare la sicurezza dei cittadini. Un
esempio è il dispositivo SmartEye Sense che, grazie ai suoi algoritmi di intelligenza artificiale, è in
grado di rilevare un’ampia gamma di eventi legati alla sicurezza e segnalare pericoli derivanti da
incendi, comportamenti sospetti, oggetti incustoditi.
Atooma
SETTORE
FONDATORI

Francesca Romano
IoT & Connected Devices

Gioia Pistola
Piattaforma IA
MODELLO DI BUSINESS
Piattaforma di intelligenza artificiale che permette ad aziende operanti nel campo della Smart
Home, Mobile, Wearable e Automotive di integrare a bordo dei loro dispositivi e dei loro servizi
un'intelligenza artificiale capace di predire e anticipare i bisogni degli utenti e suggerire azioni in
automatico di varia natura, dalla gestione della batteria del dispositivo mobile a suggerimenti su
quando uscire di casa e che strada fare per uscire a cena.
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Sysdev
SETTORE
FONDATORI
Marco Bonvino
IoT & Connected Devices
Monitoraggio strutturale
MODELLO DI BUSINESS
Sysdev offre soluzioni per il monitoraggio strutturale e ambientale di edifici e infrastrutture,
basate sul paradigma IoT, con lo scopo di migliorare il controllo (virtualizzato sul Cloud) del
territorio e la sua resilienza a fronte di eventi catastrofici. I sensori percepiscono movimenti e
vibrazioni delle strutture a cui sono applicati e trasmettono in rel-time eventuali anomalie,
garantendo un controllo capillare e costante.
Memio
SETTORE
FONDATORI


Manuel De Iuliis
Lorenzo Del Zozzo

Roberta Musarò
IoT & Connected Devices
Portapillole Smart
MODELLO DI BUSINESS
MEMIO è un portapillole intelligente che eroga le compresse esattamente nel momento in cui
vanno assunte, aiutando il paziente a non dimenticarsene. Funziona tramite un’applicazione
attraverso la quale il medico curante, un tutore o lo stesso paziente possono pianificare la terapia
fino a 10 giorni. Un dispositivo indossabile, suonando e vibrando, si occuperà di ricordare qual è il
momento giusto per prenderla e recarsi al dispenser. Quando la pillola viene erogata l’utente
riceve la conferma sul suo smartphone, ed arriva una notifica anche in caso di mancata
assunzione.
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Fintech Outlook - CeTIF
NearIT
SETTORE
FONDATORI

Michel Capitanio
IoT & Connected Devices

Luca Locatelli
Proximity Marketing
MODELLO DI BUSINESS
NearIT è una piattaforma per la creazione di campagne di marketing basate sulla geolocalizzazione. Permette di scegliere quali contenuti inviare, tramite notifiche push alla App dei
clienti, e quando inviarle, sfruttando i Beacon in prossimità di luoghi e oggetti predefiniti.
Filo
SETTORE
FONDATORI



Roberta Alessandrini
Lapo Ceccherelli
Stefania de Roberto

Giorgio Sadolfo
IoT & Connected Devices
Portachiavi Smart
MODELLO DI BUSINESS
Filo è una società che fornisce dispositivi per la geo-localizzazione di qualsiasi oggetto portatile.
Tramite questi dispositivi (utilizzabili come portachiavi, inseribili in un portafoglio, in uno zaino…)
è possibile sapere l’esatta posizione di ciascuno oggetto e visualizzarla tramite la App mobile
abbinata.
25
2.4 USER EXPERIENCE & CUSTOMER VALUE
Nel mondo innovativo delle startup in molti casi la customer centricity non rappresenta
unicamente un approccio alla produzione di un servizio, ma il cuore del servizio stesso.
Una user experience immersiva ed innovativa pone il cliente non solo nella condizione di avere un
servizio migliore ma anche di godere di una nuova centralità nella catena di produzione del
valore.
Proprio in questa ottica, oltre al contributo delle fintech propriamente dette, il business delle
istituzioni finanziare può anche essere innovato sfruttando nuove tecnologie portate da startup
che operano in ambiti differenti da quello strettamente finanziario. Modalità di engagement
innovative, provenienti da App che sfruttano per esempio tecniche di gamification, possono
aiutare banche e assicurazioni ad attrarre nuovi clienti o ad entrare in possesso di nuovi dati su
quelli esistenti. Per queste startup, che generano sinergie con le fintech più propriamente dette, è
stato coniato l’apposito termine di finergic.
In questo segmento sono state anche inserite le Fintech attive nell’ambito del marketplace. Il
modello di business dell’online marketplace, prevede che la piattaforma fornisca gestisca le
transazioni ed eventualmente altri servizi accessori (come la consegna), mentre i prodotti e
servizi fondamentali vengono forniti da terze parti. Normalmente, questo consente di proporre ai
clienti una selezione di prodotti più vasta ad un costo più contenuto rispetto agli store online
dedicati a fasce di prodotti specifici. I marketplace godono ormai di una fama globale, con
Amazon ed eBay che insieme hanno gestito complessivamente circa 200 miliardi di dollari di
beni scambiati e il gigante cinese Alibaba che da solo ne ha gestiti quasi 500 miliardi.
Le transazioni e gli acquisti sul marketplace danno la possibilità, ai gestori delle piattaforme di
entrare in possesso di una mole di informazioni sui comportamenti e le preferenze dei clienti, che
possono essere di grande valore nella profilazione e segmentazione della clientela finalizzata alla
strutturazione di proposte commerciali evolute.
Il marketplace bancario in Italia ha preso avvio grazie al “progetto i-Faber” di UniCredit, con la
collaborazione e l’impegno di alcune grandi aziende. Questo progetto ha consentito di sfruttare
economie di prezzo e di processo e ha reso più trasparenti i processi di negoziazione e di
integrazione della propria base fornitori. E’ da questa iniziativa e dalla sempre più stringente
esigenza della realtà italiana di coprire le aree di inefficienza del proprio sistema che il mondo
bancario ha rivolto la propria attenzione al settore delle imprese fintech per la creazione di
nuovi mercati digitali di scambio dei prodotti bancari e di bancassurance.
Nell’ambito di servizi a valore aggiunto che si focalizzano sulla user experience, così come nel
merito del finergic appena descritto, è difficile dare valutazioni quantitative di contesto. Quello
che è possibile affermare è che il vivace panorama internazionale si ripropone, con le dovute
proporzioni, anche nel nostro paese, come rappresentato dalle startup di varia natura che
sono state analizzate.
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Fintech Outlook - CeTIF
SpazioDati
SETTORE
FONDATORI





Gabriele Antonelli
Michele Barbera
Andrea Di Benedetto
Luca Pieraccini
Giovanni Tummarello
User Experence
Text Analytics e Lead Generation
MODELLO DI BUSINESS
Combina le tecnologie Big Data, Machine Learning e Semantic Web. Da un lato, con Dandelion
API, SpazioDati estrae dati strutturati da documenti non strutturati (un tweet, una pagina web, un
commento Facebook, un testo, un bilancio d’azienda) offrendo algoritmi intelligenti che aiutano a
sottolineare i punti chiave. Dall’altro, con Atoka, SpazioDati offre un database comprensivo di 6
milioni di aziende italiane da cui è possibile estrarre indirizzi email, dati economici, posizioni
geografiche e una serie di altri dati riconosciuti automaticamente.
eXrade
SETTORE
FONDATORI




Nevio Boscariol
Jason Finnegan
Mahfuzul Islam
Luigi Telasca
Marketplace & User Experience
Tecnologie di negoziazione
MODELLO DI BUSINESS
eXtrade è una start-up che opera nel mercato del software. Il focus tecnologico di base della
società è lo sviluppo di strumenti cloud based di produttività per l'impresa e mercato mobile. Si
tratta di una startup multiservizio con lo scopo ultimo di creare valore per le imprese tramite
l'automazione del business, facilitandone contatti e collaborazioni. eXtrade funziona tramite un
motore di negoziazione in grado di supportare diversi protocolli di transazione, così da coprire i
diversi modelli di business e soddisfarne le rispettive esigenze. Lo scopo è facilitare lo sviluppo di
applicazioni aziendali creando un nuovo modo di gestire le transazioni su internet.
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RiskApp
SETTORE
FONDATORI

Federico Carturan
User Experience

Pierpaolo Toniolo
Valutazione dei rischi di Business Interruption
IL MODELLO DI BUSINESS
RiskApp raccoglie, elabora e rappresenta informazioni di rischio per l’industria assicurativa. Lo
strumento, attraverso un algoritmo proprietario, è capace di stimare il valore del rischio nella
catena dei rifornimenti e nei sistemi produttivi e stimare le perdite economiche derivanti da tali
rischi.
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Fintech Outlook - CeTIF
KPI6
SETTORE
FONDATORI




Luca Castagnetti
Alberto Nasciuti
Marco Pederzini
Andrea Ruggeri
User Experience
Text Analytics e Lead Generation
MODELLO DI BUSINESS
KPI6 è una piattaforma che consente, attraverso un algoritmo di machine learning, di analizzare le
conversazioni spontanee generate sui Social Network mediante l’utilizzo di query,
riproponendole attraverso visualizzazioni e infografiche intuitive. Gli utenti possono monitorare
le interazioni in tempo reale ed esplorare i dati storici per identificare le tendenze che hanno un
impatto sulle imprese specifiche, al fine di effettuare un’analisi esplorativa e predittiva che
consenta la valutazione dei competitor, l’acquisizione di potenziali clienti e l’assunzione di
decisioni manageriali strategiche.
Wadex
SETTORE
FONDATORI



Massimiliano Grassi
Giorgio Linguanti
Alan Parisini
Marketplace
Marketplace di commodity secondarie
IL MODELLO DI BUSINESS
Wadex è una borsa telematica di commodity secondarie per le industrie del riciclo. È una
piattaforma di matchmaking che, attraverso un sistema innovativo di negoziazione automatica,
permette alle industrie del riciclo di evitare le aste al rialzo ed allo stesso tempo di tutelarsi dalle
oscillazioni del prezzo delle MP2. È un marketplace dove domanda e offerta di MP2 raggiungono
immediatamente un accordo sul range di prezzo entro il quale effettuare lo scambio.
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Insurance Arena
SETTORE
FONDATORI
Carlo Francesco Dettori
Marketplace
Marketplace di intermediazione assicurativa
IL MODELLO DI BUSINESS
Un marketplace online dedicato a tutti gli Intermediari Assicurativi. Ogni Intermediario non solo
potrà pubblicare richieste di quotazione o prendere in carico quelle pubblicate da altri, ma avrà
l’occasione di incontrare, conoscere e avviare collaborazioni con professionisti specializzati in
rami assicurativi diversi stabilendo relazioni importanti. Prevede la possibilità monitorare
l’affidabilità degli operatori tramite un sistema di rating, ranking e feedback che permettono agli
iscritti di contribuire e concorrere a generare valore e qualità, commentando l’operato dei
colleghi a seguito di ogni trattativa.
Tickete
SETTORE
FONDATORI
Luca Gisi
User Experience
App per promozioni e sconti
MODELLO DI BUSINESS
App che permette di fotografare gli scontrini e associarli ad un wallet. Secondo una logica di
gamification, lo storico delle spese permette di ottenere premi quali: scontistica, accesso ad
eventi (es. concerti), buoni acquisto con partner commerciali. Tickete è poi nella posizione di
cedere i dati degli acquisti degli utenti, utilizzabili per campagne di marketing mirate.
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18tickets
SETTORE
FONDATORI
Alvise Biffi
Stefano Zanero
User Experience
App Cloud Based di ticketing
MODELLO DI BUSINESS
18tickets è un'applicazione completa che integra eTicketing, Cassa Bar ed e-commerce. Dalla
stessa applicazione sono raggiungibili tutti i servizi erogati dall'esercente. La piattaforma di
amministrazione, allo stesso tempo, mette a disposizione dei singoli gestori un sito web, una
piattaforma e-commerce e una cassa elettronica per la vendita dei biglietti, gadget e prodotti del
bar, un gestionale per l’automatizzazione di tutte le attività e un POS virtuale personalizzabile per
i pagamenti con tutte le carte di credito.
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3. SETTORE FINANZIARIO E
FINTECH, FRA SINERGIE E
COMPETIZIONE
3.1 IL SETTORE BANCARIO
Come già si ha avuto modo di evidenziare, l’avvento delle fintech sta avendo una portata del tutto
disruptive nel mondo delle istituzioni finanziare. Di fronte a queste innovazioni, potenzialmente in
grado anche di disintermediare business da loro tradizionalmente presidiati, la reazione delle
banche è in bilico fra il timore per un nuovo pericoloso competitor e la volontà di sfruttare
le sinergie per rinnovarsi. A tal proposito, Roberto Ferrari, Direttore Generale di “Che Banca!”,
ha spiegato: “Le banche italiane erano terrorizzate dalle fintech, ora c’è un approccio diverso. Il primo
impatto era ovviamente di paura, però, o si affronta la situazione che evolve e la si riesce a portare a
proprio vantaggio o si muore. A lungo termine il fintech potrebbe dare una mano alle banche piccole più
che a quelle grandi. La concorrenza si evolve, quindi devi evolverti anche tu”.
Da un lato dunque, le istituzioni, e in modo particolare le banche, percepiscono le nuove venute
come pericolose competitor, da parte dalle quali rischiano di essere disintermediate, tanto più
che i settori maggiormente a rischio di disintermediazione entro il 2020, come già mostrato in
figura 1 (pagina 6), sono il retail banking ed il settore dei pagamenti. È indubbio che le fintech
rappresentino una grossa sfida, considerando come si stiano specializzando su specifici
“pezzi” della catena del valore delle banche, con la promessa di essere più semplici, economiche e
trasparenti per i clienti, rispetto a singoli prodotti e servizi.
Tutto ciò, ovviamente, rappresenta una grande fonte di attrazione per il cliente, il quale
potrebbe migrare verso le fintech per ottenere prodotti e servizi a valore aggiunto. Questi timori
sono confermati dai numeri: il 95% degli operanti nel settore bancario pensa che parte del
proprio business rischi di andare perso, e quasi un terzo pensa che le fintech andranno a
conquistare il mercato in termini di market share posseduta13.
Dall’altro lato, le banche percepiscono anche che una partnership o una collaborazione con
le fintech – il business model della quale deve essere oggetto di attente valutazioni – potrebbe
essere una strategia molto conveniente e procurare vantaggi rilevanti. Infatti, c’è chi vede nella
simbiosi e nelle sinergie con le fintech, in una cosiddetta Fintegration, una soluzione
eccellente tanto per rispondere ad uno stimolo esterno quanto per innovare il proprio business.
Affinché questo scenario possa compiersi, la simbiosi deve generare vantaggi per entrambe le
parti, secondo una logica win-win: le banche possono diventare più adatte all’ecosistema digitale
odierno, più innovative e più focalizzate sui bisogni della clientela, mentre le fintech possono
avere accesso alla grande mole di dati sui clienti custodita nei database delle banche.
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“The Disruption of Banking” – The Economist-Intelligence Unit – report 2015
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In questo scenario di coopetition tra fintech e istituzioni, è assolutamente impossibile evitare lo
scontro e trincerarsi dietro le proprie peculiarità. Per le banche le fintech possono rappresentare
un modello da emulare per semplificare e razionalizzare prodotti, servizi e processi in modo
smart e soprattutto per incidere sulla cultura aziendale-finanziaria.
Venire a contatto con una fintech potrebbe inoltre rilanciare l’innovazione, ad esempio
apprendendo nuovi modelli di business, nuove modalità di lavoro e nuove skills, che saranno
cruciali per operare in modo ottimale nel settore finanziario del futuro e che magari non sono
reperibili internamente all’istituzione.
Ciò che potrebbe rendere complessa una reale collaborazione tra le banche e le fintech risiede
in quello che oggi rappresenta la maggiore fragilità delle banche tradizionali. Esse sono appesantite
dagli enormi costi di gestione tipici di un modello di business che oggi rischia di sembrare
antiquato: hanno migliaia di dipendenti e presentano modalità di gestione ancora vincolate a
lunghe pratiche burocratiche.
Le nuove startup sono al contrario prive di tutti quei costi fissi che caratterizzano le banche e
sono in grado di offrire maggiore rapidità nell’esecuzione dei servizi offerti. Il modello di
servizio delle fintech è dunque estremamente più snello, agile ed economico, caratterizzato da
una versatilità perfetta per adattarsi ai cambiamenti repentini del mercato e da un approccio
focalizzato fortemente sulla customer centricity e quindi sulla comprensione dei bisogni e delle
aspettative del cliente.
In ogni caso, le fintech hanno molto da imparare e molto da attingere dalle banche. Oltre
all’ampia customer base già citata, importanti differenze a favore di quest’ultime sono la loro
reputazione consolidata, la loro esperienza rispetto al complesso sistema di normative, le
competenze tecniche in materia di Risk Management e l’ampia disponibilità di capitali e di
considerevoli asset. Dunque, come si può facilmente desumere, entrambe le parti hanno svariati
benefici dalla cooperazione, per condividere i propri punti di forza, in modo da creare valore
aggiunto per il cliente e quindi una migliore e più soddisfacente customer experience.
Il vero punto critico della sfida della Fintegration consiste, allora, nel fatto che occorre
preservare l’agilità e l’innovazione della fintech acquisita, ma allo stesso tempo cercare di
integrarla in quello che è il mondo della banca. Solo in questo modo sarà possibile andare verso
un rapporto di collaborazione proficuo per entrambe le parti, facendo così in modo che la
disruption digitale non comporti l’estinzione delle istituzioni finanziarie, ma la loro prosperità.
La banca del futuro potrebbe essere un posto per depositare non solo il proprio denaro, ma altre
informazioni di grande valore, come per esempio, la propria cartella clinica, o i dati biometrici
utilizzati per accendere l’auto.
33
3.2 IL SETTORE ASSICURATIVO
Anche se l’arrivo delle fintech sembra investire in primo luogo il settore delle Banche, anche il
settore assicurativo non potrà che esserne coinvolto. In questo contesto le Compagnie di
assicurazione sono impegnate in un ripensamento della sostenibilità del proprio modello di
business: se da una parte i cambiamenti tecnologici stanno determinando una revisione dei
propri canali distributivi, dall’altro la portata disruptive delle fintech/insurtech può
rappresentare una spinta per garantire maggiore efficienza e, allo stesso tempo, maggior
convenienza per il cliente.
Le innovazioni dell’ambito insurtech, inoltre, potranno in futuro cambiare il concetto stesso di
assicurazione, trasformando radicalmente il business delle Compagnie. Se ad oggi l’attività
principale delle Compagnie assicurative consiste nel risarcire il cliente in seguito ad un danno
subito o al verificarsi di determinate condizioni, le innovazioni delle insurtech permetteranno alle
assicurazioni di fornire servizi in grado di prevenire il verificarsi dell’evento. Fino ad oggi infatti,
il ruolo di una Compagnia è quello, una volta verificatosi un determinato evento, di risarcire
l’assicurato pecuniariamente. La prospettiva futura è invece quella di una Compagnia che, grazie a
specifici sensori per la casa o per l’automobile, è in grado di prevenire l’evento stesso, per
esempio avvisando in anticipo di una condizione di usura di una componente dell’automobile. È
indubbio che lo scenario appena descritto rappresenti un grande salto in avanti per il business
assicurativo nel suo complesso.
Prevedere con certezza quali cambiamenti porterà l’innovazione nel settore assicurativo non è
semplice; tuttavia, già ad oggi sono presenti delle applicazioni rilevanti delle tecnologie digitali.
Possiamo trovare, ad esempio, forme di relazione online con la clientela, dispositivi mobile che
raccolgono informazioni sugli assicurati grazie all’Internet of Things, come black e white box, o
rilevatori di attività fisica che aiutano le Compagnie a profilare meglio i clienti migliorando la
tariffazione e anche a disegnare coperture più attraenti per determinati clienti.
Altra fondamentale applicazione delle nuove tecnologie, strettamente connessa con la diffusione
del sopracitato IoT, deriva dall’utilizzo dei Big Data, poiché l’analisi di una enorme mole di
informazioni rappresenta una fonte di valore per coloro che sono in grado di accedervi e
riuscire in questo modo ad intercettare i bisogni e le tendenze del pubblico. In questo caso,
diventa necessario dotarsi di competenze e strumenti di analisi che possano far fruttare i
Big Data, e anche in questo senso le skill necessarie potrebbero venire proprio da un mondo
giovane ed estremamente knowledge intensive come quello delle fintech, che già lavorano da
tempo a questo tipo di soluzioni.
Anche l’Autorità di Vigilanza sta presidiando con attenzione il fenomeno fintech. Nel 2014 il
presidente IVASS Salvatore Rossi, alla domanda se le Assicurazioni, così come le Banche, si
trovassero su un terreno accidentato rispondeva in questo modo 14: “Anche nel mondo assicurativo,
come in quello bancario, il nuovo ecosistema digitale in cui siamo tutti immersi mette a rischio i modi
tradizionali, ad alta intensità di lavoro, di svolgere il core business, assimilandolo a una commodity la cui
produzione andrebbe automatizzata perché sia efficiente e redditizia. Il punto chiave, per le assicurazioni
come per le banche, è la conoscenza del cliente; quella conoscenza che il mondo digitale, popolato di
14
34
Relazione sull’attività svolta dall’Istituto (IVASS) nell’anno 2014, Salvatore Rossi, 2015
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social media, rende secondo alcuni meglio acquisibile con procedure automatiche che attraverso la
relazione umana funzionario-cliente.”
In seguito, nel 2015 ha confermato tale previsione fatta in precedenza15: “Accennavo nelle mie
considerazioni dello scorso anno ad analisi e discussioni crescenti intorno alle opportunità, ma anche ai
rischi, che l’intera industria finanziaria si attende dalle tecnologie più recenti e dall’utilizzo dei big data, la
cosiddetta Fintech. Il fenomeno sembra ora estendersi anche alle imprese di assicurazione, per il cui caso
specifico è stata coniata la sigla Instech.”.
Da quanto emerge da queste dichiarazioni, è evidente che la prospettiva di una evoluzione del
mercato secondo la strada delineata non troverà impreparata l’Autorità di Vigilanza, e che è
lecito attendersi un avanzamento della normativa di pari passo con la tecnologia. Possiamo
dunque essere certi che anche il settore assicurativo è consapevole dell’imminente disruption del
modello fino ad ora utilizzato e della necessità di un cambiamento per poter ottenere un
rilancio dell’intero settore.
Anche se in prima istanza può sembrare che la relazione fra fintech e Compagnie assicurative
debba portare ad una competizione diretta, come per il settore bancario è possibile anche
trovare un punto di incontro e di collaborazione fra queste due realtà, ricreando lo stesso
rapporto di coopetition precedentemente descritto. Si può infatti ragionevolmente suppore
che le Compagnie assicurative cercheranno di instaurare un rapporto collaborativo con le nuove
realtà, al fine di poter usufruire agevolmente delle nuove tecnologie disponibili e migliorare il
proprio modello di servizio.
Investire nelle start-up può consentire agli assicuratori di tenersi al passo con i cambiamenti
tecnologici in maniera efficiente e può rappresentare un acceleratore della strategia di
trasformazione digitale. Questo può trovare conferma nel fatto che lo scorso anno il 60% dei
manager delle Compagnie Assicurative ha dichiarato l’intenzione di acquisire startup assicurative
digitali al fine di migliorare il proprio positioning nel mondo digital16.
In conclusione, non dissimilmente da quanto già detto per il mondo bancario, preservare le
caratteristiche strutturali e le tecnologie innovative che rendono le fintech una forza disruptive è
il vero punto chiave per una Fintegration che rilanci le Compagnie, anch’esse troppo legate a
modelli di business che a volte non riescono a dare il giusto rilievo alle caratteristiche della
clientela moderna. Le Compagnie necessitano dunque di non fermarsi ad un modello di business
cristallizzato nelle sue componenti attuali, e capire l'importanza della customer centricity
abbracciando al loro interno l'innovazione, tanto tecnologica quanto a livello di mindset, tipica
delle fintech.
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16
Relazione sull’attività svolta dall’Istituto (IVASS) nell’anno 2015,Salvatore Rossi, 2016
“Digital Innovation Survey” – Accenture - 2015
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3.3 MODELLI DI COLLABORAZIONE
Tipologia di
collaborazione
Acquisizione/Partnership
con Fintech affermata
Sviluppo interno della
tecnologia
Fintech inserita in
incubatore/acceleratore
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X
Innovazione
catturata all’apice
dello sviluppo
Possibile divergenza con
obiettivi aziendali, calo
della portata innovativa
post acquisizione
Progetto
perfettamente
allineato ed
integrato con
obiettivi aziendali
Carica innovativa
potenzialmente limitata
Fintech
intercettata prima
dell’esplosione
(costi inferiori),
indirizzata verso le
proprie necessità
Esempio
Necessaria la capacità di
individuare in anticipo
quali sviluppi saranno
innovativi,
costi di gestione
(personale, competenze,
investimenti) di
incubatori, hackathon…
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4. BIBLIOGRAFIA
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