Carmen, Chon e Lolita

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Carmen, Chon e Lolita
25.3.2011
Carmen la pettinavano facendole delle trecce. Era molto buona e pia:
incantevole. Ma da bambina le piaceva comandare…
- Josemaria, vieni qui!
Non solo non riusciva ad ottenere niente da lui; al contrario, alla prima
inavvertenza le tirava i fiocchetti… e così Carmen era lì a rifarsi le trecce per la
seconda o la terza volta in un giorno. Aspettava nascosto di vederla ripassare per
tirarle ancora le trecce e usciva correndo vittorioso.
Josemaria aveva anche una sorellina più piccola, di quasi due anni, María
Asunción, che tutti chiamavano Chon, dolcissima e bionda. Spesso riusciva a
slittare discreto nella cameretta di Chon per cullarla; lo faceva con tanta energia
che la piccola si svegliava e piangeva… allora usciva prima che arrivasse Donna
Dolores.
In quel periodo era in arrivo un’altra sorellina, quando lui compiva cinque anni
erano già quattro fratelli: Carmen, Josemaria, Chon e Maria Dolores (che
chiamavano Lolita).
Il Piccolo Orologiaio era felice. Adesso poteva contare con due angeli in più in
famiglia, anche se sapeva che quella compagnia non sarebbe durata a lungo.
Tra i quattro angioletti, facevano in modo che i bambini giocassero felici. Su un
gran cavallo a ruotr, di cartone, Josemaria trastullava le più piccole portandole a
spasso per tutta la casa. E loro si divertivano molto. Il passeggio provocava un
gran baccano, e Josemaria non tardò a rendersi conto che correndo più
velocemente, le bambine gridavano più forte.
In altri momenti, quando le bambine dormivano, lui giocava con dei soldatini di
piombo. Si intratteneva sol, inventando guerre ingegnose, simulando rumori di
sparatorie e cannoni. Il suo angelo gli sussurrava all’orecchio: - Bambino buono,
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dì a Gesù molte volte al giorno: ti amo, ti amo, ti amo…
Paulina Mönckeberg, Vita e avventure di un asinello di noria © Ediciones
Palabra, S.A., 2004
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