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Corriere della Sera - A San Marino gli embrioni «vietati» Login Registrati Home / Cronache Cerca TrovoLavoro TrovoAuto TrovoCasa TrovoViaggi Annunci NEWS Cronache Politica Esteri Economia e finanza Spettacoli e cultura Cinema Sport Scienze e tecnologie ViviMilano Italian Life OPINIONI Editoriali e commenti Forum / Italians Mediablog Lettere al Corriere CORRIERE TV Video / Foto Online TG Video Meteo SPECIALI Serie A Formula 1 Motomondiale Calendari 2007 Università: i test Tutti gli speciali SALUTE Corriere Salute Sportello Cancro OK CANALI Casa Donna e Mamma Viaggi New DIZIONARI Italiano Inglese Tedesco Francese Tutti RUBRICHE Animali Agenda 7 giorni Giochi e pronostici Quiz Sorpresa! 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Si tratta di coppie con figli microcitemici che intendono imboccare la strada del trapianto con la certezza di concepire un figlio «compatibile» per l’intervento. Si tratta di coppie portatrici di patologie genetiche come la beta-talassemia, la distrofia muscolare, la fibrosi (Ansa) cistica, l’atrofia muscolare spinale. Si tratta di coppie italiane, fertili, tagliate fuori dalla nuova legge sulla fecondazione medicalmente assistita approvata il 10 marzo scorso. Uomini e donne che non saranno più costretti a costosissimi viaggi della speranza negli Stati Uniti, in Belgio, in Spagna o in Turchia. E che potranno scegliere Paesi più vicini: anche Nova Gorica e Malta ci stanno pensando. Tra i professionisti italiani contattati dalla clinica privata sanmarinese per seguire i nuovi pazienti c’è il dottor Francesco Fiorentino, 38 anni, direttore del centro Genoma di Roma. Il biologo molecolare ha già eseguito in Turchia la diagnosi preimpianto degli embrioni delle due gemelline che hanno salvato il fratello Luca, guarito a 5 anni dalla talassemia grazie al trapianto di cellule staminali prelevate dal cordone ombelicale. L’intervento, compiuto il 12 agosto a Pavia, aveva suscitato polemiche e imbarazzi proprio perché reso possibile dalla selezione degli embrioni, concepiti in provetta all’estero. Fiorentino avverte: «È inutile che fingiamo di non saperlo. La selezione degli embrioni prima dell’impianto è l’unica via sicura per curare una terribile malattia ed è un modo certo per non dover poi affrontare un doloroso aborto, comunque permesso dalla legge». Sottoporsi, a un passo dall’Italia, a un ciclo di fecondazione in vitro, che dura dai 15 ai 18 giorni, garantisce l’abbattimento dei costi. Prima che entrasse in vigore la nuova legge, la diagnosi preimpianto http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/09_Settembre/14/sanmarino.shtml (1 di 2)24/08/2007 22.46.06 GLI SPECIALI DI CORRIERE.IT I segreti della clonazione: i primi esperimenti, le cellule staminali, le manipolazioni dell'embrione Genoma, la scoperta del linguaggio della vita DA CORRIERE.IT I fratellini nati dopo una selezione degli embrioni (7 settembre 2004) Cellule staminali guariscono bimbo talassemico (6 settembre 2004) Padova, trapianto di cellule staminali nel cuore (3 apriel 2002) Miliardi di cellule staminali nel grasso umano Corriere della Sera - A San Marino gli embrioni «vietati» costava intorno ai mille euro mentre la fertilizzazione in vitro variava dai 2.500 ai 3.500 euro. Chi dopo marzo si è trovato costretto ad andare in Turchia ha dovuto sborsare 5.000 euro soltanto per la fecondazione assistita, e senza contare i farmaci e le spese di viaggio e di permanenza. A Bruxelles la parcella sale a diecimila euro, negli Usa raddoppia. «Noi non ne facciamo un discorso di soldi - va avanti Fiorentino -, a noi interessa dare un contributo alla ricerca. La nostra gratificazione è vedere pubblicati i nostri studi sulle riviste specializzate: delle gemelline concepite a Istanbul ha scritto la Molecular Reproduction». Il problema della ricerca, e dei forti limiti imposti dalla legge numero 40 del 2004, è sentito da tutti coloro che hanno a che fare ogni giorno con le malattie genetiche. Lo conferma il professor Giovanni Monni, primario di ginecologia al Microcitemico di Cagliari. In una regione, la Sardegna, che ha l’infelice primato di 1.500 talassemici, il 20% dei malati italiani. Con un cittadino su otto portatore sano della beta talassemia (tra due coniugi portatori il rischio di avere un figlio malato è del 25%). Monni sospira: «Abbiamo le mani legate. Fino al 10 marzo avevamo fatto già 44 diagnosi preimpianto: eravamo pronti per due o tre alla settimana. Adesso continuiamo a eseguire la villocentesi, ma senza più poter studiare la compatibilità in vista di un trapianto. E tutto ciò perché adesso questa ricerca è bollata come eugenetica. Malgrado l’Organizzazione mondiale della sanità lo abbia detto chiaramente: eugenetica significa selezionare caratteristiche come il colore dei capelli o degli occhi. Non possiamo neppure suggerire ai nostri pazienti di andare all’estero. Rischiamo di essere radiati dall’albo». Elvira Serra 14 settembre 2004 - Corriere.it anche sul tuo cellulare Tim, Vodafone o Wind Copyright 2006 © Rcs Quotidiani Spa Per la pubblicità contatta RCS pubblicità SpA http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/09_Settembre/14/sanmarino.shtml (2 di 2)24/08/2007 22.46.06