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F lora
e il quadrifoglio magico
I
n un pomeriggio sereno, Flora giocava nel giardino di casa. Si
avvicinava la sera e il sole offriva i suoi ultimi raggi dorati. Flora
era particolarmente felice: sentiva nel cuore una speranza luminosa,
come il presentimento che presto sarebbe accaduto qualcosa di bello.
“Cip, cip…” Flora sentì un debole pigolio provenire da un angolo del
giardino. Si avvicinò e scoprì, nascosto dall’erba alta, un piccolo Cardellino. Poi
guardò in alto e vide, tra le fronde del tiglio, un nido da cui facevano capolino
altri piccoli uccellini. “Ehi, piccolino” disse Flora raccogliendolo da terra “Sei
caduto da lassù? Stai tranquillo, non sei solo. Ci sono io!” Il Cardellino, sentendo
il calore delle mani di Flora, si calmò e smise di piangere.
“Floraaa... dove sei? È pronto! Vieni!” La mamma la stava chiamando per la cena.
“Adesso devo andare” disse Flora al piccolo Cardellino. “Ma non ti preoccupare:
tornerò ad aiutarti”.
A cena Flora mangiò tutto senza fare storie, poi aiutò la mamma a sparecchiare
e andò a letto. Rimase sveglia a lungo, riflettendo per non cedere al sonno:
come avrebbe potuto aiutare il piccolo Cardellino? Ecco! Doveva prima di tutto
proteggerlo dai pericoli della notte e poi aiutarlo a tornare nel suo nido insieme
alla sua famiglia. La sua mamma sarebbe stata felice di riabbracciarlo! Non
appena sentì silenzio in tutta la casa, si rivestì, uscì lentamente dalla sua camera
e, dopo aver preso senza far rumore una gabbietta per uccellini dal ripostiglio,
sgattaiolò fuori di nascosto.
Era una notte serena e Flora rimase incantata a guardare le stelle. Corse ai piedi
del tiglio e trovò il piccolo Cardellino nello stesso posto dove l’aveva lasciato.
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“Eccomi, sono tornata!” disse Flora riprendendolo tra le sue mani. “Te l’avevo
promesso!” Lo mise con delicatezza nella gabbietta: “Così, caro Cardellino,
nessun animale ti toccherà. Però ti lascio aperta la porticina, così potrai uscire
fuori!” Il piccolo annuì come se capisse ogni parola. Tremava ancora, ma ora non
piangeva più. Semplicemente apriva e chiudeva il becco guardando Flora negli
occhi. “Ma tu hai fame!” esclamò Flora “Cosa posso darti da mangiare?” Flora si
guardò intorno, vide un quadrifoglio e lo colse. “Guarda, un quadrifoglio! Lo sai
che porta fortuna?” disse al piccolo Cardellino “Chissà se è buono da mangiare…”
Così dicendo Flora morse un petalo del quadrifoglio e improvvisamente si
trasformò in una farfalla. “Cip!” esclamò il Cardellino per la meraviglia. “Sono
una farfalla!” disse Flora “Allora questo è un quadrifoglio magico! Ma adesso…
cosa faccio?” “Cip, cip!” rispose il Cardellino, inclinando la testolina da un lato.
“Hai ragione” disse Flora “Ora posso volare!”
Flora sbatté le ali fino ai rami più alti e si appoggiò sul bordo del nido dei
Cardellini. Ci rimase malissimo: il nido era vuoto! Flora notò che sembrava
abbandonato in tutta fretta e capì cos’era accaduto: Mamma Cardellino si era
accorta che uno dei suoi piccoli era sparito e, non vedendolo perché ben nascosto
dall’erba, aveva voluto proteggere gli altri uccellini dalla stessa sorte. Chissà
dov’era ora la famiglia dei Cardellini… Flora sperò con tutte le sue forze che
tornassero presto al nido: nel frattempo doveva fare in modo che il piccolo fosse
al sicuro e stesse bene fino al ritorno della sua mamma. Con le sue alucce di
farfalla, sorprendentemente forti, volò a terra e fece uscire il Cardellino dalla
gabbia, stringendolo a sé con tutto l’amore che poteva: “Vedrai, amico mio:
ora che siamo insieme, andrà tutto bene”. Mentre lo diceva cercava di essere
convincente, ma non poté impedire a una lacrima di scorrerle sul viso.
Che sorpresa! Improvvisamente, dalle radici del tiglio spuntò un musetto nero.
“Ehi, che succede? Raccontami tutto: c’è sempre una soluzione!” esclamò il Riccio
Martin avvicinandosi a lei. Flora cominciò a raccontare a Martin quello che era
accaduto, quando improvvisamente sentì uno strano fruscio sopra la sua testa.
Alzò lo sguardo e vide una civetta che volava in cerchio sopra di loro. Dopo tre
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giri nell’aria la civetta puntò il piccolo Cardellino e si gettò in picchiata verso di
lui. Flora diede un secondo morso al quadrifoglio magico e subito si trasformò
in scoiattolo. Con un colpo di coda scacciò la civetta proprio mentre stava per
afferrare il piccolo Cardellino e la mise in fuga. “Brava Flora!” esultò Martin “Ce
l’hai fatta!” “Sì, per un pelo!” rispose Flora “Adesso però dobbiamo difendere
ancora meglio il nostro Cardellino!” Flora e Martin, insieme, cominciarono a
costruire un nido per accogliere il loro piccolo amico.
Flora raccoglieva bastoncini correndo di qua e di là nel prato, mentre Martin li
univa con un po’ di terra umida. Il lavoro procedeva alla svelta, ma ben presto
Flora non trovò più bastoncini. Decise quindi di intrufolarsi sotto la siepe e uscire
dai confini del giardino.
Visto con gli occhi di uno scoiattolo, il fossato lì vicino sembrava un canale oscuro
e minaccioso. Esitò un attimo, poi si disse: “Coraggio, Flora! Basta avere fiducia:
so che posso farcela!” Si accinse a scendere lungo le sponde, ma improvvisamente
un’anguilla sbucò fuori dall’acqua torbida e si avventò sulla sua grande coda.
Flora morse il terzo petalo del quadrifoglio e si trasformò immediatamente in
una lucciola. Con un colpo d’ali sfuggì all’anguilla e volò lontano dal fosso.
Mentre volava veloce verso la siepe, Flora si accorse però di non avere più il
quadrifoglio magico: le era caduto nell’acqua mentre sfuggiva all’anguilla. Flora
chiamò a raccolta tutte le lucciole del giardino e Martin chiamò in aiuto i ricci:
“Amici, aiutateci: abbiamo bisogno di voi!”
Tutti insieme perlustrarono il bosco, i ricci a terra e le lucciole in aria, finché non
trovarono il nascondiglio di Mamma Cardellino: spaventata, aveva portato i suoi
figlioletti nel tronco cavo di un albero millenario, più lontano che poteva. Che
gioia fu per lei scoprire da Flora che il suo piccolino scomparso era sano e salvo!
Flora le fece strada volando e osservò con gli occhi lucidi il sospirato incontro
tra madre e figlio.
Ce l’avevano fatta! Le lucciole e i ricci esultarono per la gioia.
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Ormai la luna stava lentamente svanendo e le stelle lasciavano il posto ai
bellissimi colori dell’aurora. Solo Flora non era felice. “Ehi, ma che cos’hai?”
le chiese Martin “Non sei contenta?” “Ho perso il quadrifoglio magico...” disse
Flora “E adesso come farò a tornare bambina?” “Ci pensiamo noi!” rispose
Martin “Ritroveremo il quadrifoglio magico! ”Le lucciole e i ricci perlustrarono il
giardino palmo a palmo, ma presto giunse l’alba e nessuno trovò un quadrifoglio.
“Mi dispiace, Flora” disse Martin “Adesso dobbiamo tornare nelle nostre tane,
è pericoloso per noi farci vedere di giorno...” Flora li salutò e rimase da sola.
Si posò sul davanzale della finestra di casa sua. I raggi del sole illuminavano
il giardino e i fiori si aprivano dolcemente al nuovo giorno. La vita riprendeva
nel prato e nella casa. Tra poco la mamma sarebbe andata in camera sua e non
l’avrebbe trovata.
Flora, triste e disperata, scoppiò a piangere. In quel momento si posò accanto
a lei Mamma Cardellino. Appoggiò accanto a Flora il quadrifoglio magico, poi
inclinò la testolina da un lato e volò via. Flora vide una goccia di rugiada brillare
sul quadrifoglio. Lo mangiò in un sol boccone e immediatamente tornò bambina.
“Flora, svegliati…” disse la mamma entrando in camera.
Ma Flora era già in piedi, accanto al letto, vestita e sorridente. “Ah, sei già
pronta? Brava, Flora!” “Sapessi quanto sono felice” disse Flora “Ho fatto un
sogno bellissimo!” Flora corse incontro alla mamma e la abbracciò.
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