Attaccato alla «macchina del cuore» trasportato e salvato nel Nord

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Attaccato alla «macchina del cuore» trasportato e salvato nel Nord
VIII I BARI CITTÀ
Domenica 3 marzo 2013
LA VITA RIDATA
DOPO LA MALATTIA, LA SPERANZA
CIRCOLAZIONE EXTRA-CORPOREA
Il collasso fatale è stato evitato con il
sistema trasferito insieme al paziente
sull’autoambulanza aerotrasportata
Fegato, reni e cornee
Espianto multiplo
al «Di Venere»
Attaccato alla «macchina del cuore»
trasportato e salvato nel Nord Italia
Dopo 28 giorni di circolazione assistita «Ecmo», trapianto riuscito per barese 24enne
ARMANDO FIZZAROTTI
l Operazione-salvezza per un
giovane di 24 anni, barese affetto
da una grave cardiopatia e sottoposto a trapianto. È stato mantenuto in vita per 28 giorni grazie al
trattamento «Ecmo» - Extra Corporeal Membrane Oxygenation, ossia ossigenazione extracorporea a
membrana - la macchina che dà
supporto alle funzioni cardio-polmonari dall’esterno del corpo del
paziente. Lo stesso cardiopatico è
stato quindi trasportato d’urgenza
con un’ambulanza aero-imbarcata
in Friuli Venezia Giulia, dove è
stato sottoposto al trapianto di cuore, intervento riuscito.
Un trattamento lungo quello
con la «Ecmo», dato che negli altri
casi di norma questa tecnica non
viene applicata
per molto tempo, essendo una
procedura di
emergenza che
fa da ponte per
un intervento o
un trapianto.
Proprio ieri è
stata diffusa la
notizia della bimba di 4 anni che,
dopo un mese e mezzo di «Ecmo»,
ha iniziato una nuova terapia artificiale («Berlin heart»).
L’assistenza delle funzioni vitali
con la tecnica extra-corporea è stata effettuata nell’Anthea hospital,
a Bari (struttura del Gruppo Villa
Maria, accreditata con il servizio
sanitario nazionale, e uno dei centri di cardiochirurgia in rete con la
Regione) dalle équipe di Cardiochirurgia e di terapia intensiva,
dirette da prof. Giuseppe Speziale e dal dott. Flavio Fiore. Grazie
all'«Ecmo» - che ha consentito il
lento, difficile ma graduale recupero del cuore malato - il giovane peralto sottoposto a un delicato intervento cardiaco nella clinica barese - è riuscito a raggiungere quei
parametri vitali necessari per il
trapianto. Dopo che il centro trapianti di Rivolto (Udine), ha lanciato l'allarme nazionale, il giovane barese - continuamente collegato all'Ecmo - è stato trasferito
con un'ambulanza a bordo di un
aereo da trasporto pesante C-130
messo a disposizione dalla 46ª Brigata aerea di Pisa dall'Aeronautica
militare, a bordo del quale c'era ad
assisterlo un team della Anthea.
Giunto a destinazione, dopo 80 minuti dal decollo da Palese, il 24enne
è stato trasferito nel centro trapianti e sottoposto al delicato intervento di impianto del nuovo organo. Il paziente ha superato la
fase critica. Le sue condizioni sono
definite buone dai sanitari di Udine: il ragazzo è già fuori dalla terapia intensiva.
Tale tipo di trattamento medico
(la tecnica «Ecmo») - hanno precisato fonti della clinica barese non comporta alcun costo aggiuntivo per la Regione; il servizio sanitario nazionale riconosce tutt'al
più la tariffa di prestazione per
l’intervento di Cardiochirurgia.
La decisione
di inviare al paziente per il trapianto in provincia di Udine è
stata presa dai
responsabili del
Centro nazionale trapianti, che
monitorano
continuamente casi e disponibilità
dei reparti su tutto il territorio
nazionale. Per effettuare il trasporto in una situazione così delicata
ed in così breve tempo non si poteva che affidarsi alla 46ª Aerobrigata, altamente specializzata
non solo negli aerotrasporti pesanti di persone e materiale, ma anche
appunto nel trasporto urgente di
veicoli anche sanitari, con le relative attrezzature. In questo specifico settore, gli avieri del reparto
pisano si sono addestrati anche a
situazioni-limite, quali i trasporti
di ammalati ad elevato rischio di
biocontaminazione, trasporti per i
quali vengono adottate rigide misure di protezione ambientale,
comprese tute e autorespiratori
per chi assista gli ammalati durante il trasporto aereo. Una specialità dell’Aeronautica italiana la
cui eccellenza viene riconosciuta a
livello internazionale. Quasi «gioco facile» l’imbarco e lo sbarco
dell’ambulanza barese sul potente
quadrimotore che anche in questo
caso ha salvato una vita.
SULL’HERCULES
Il trasferimento veloce (80
minuti) è stato effettuato
da Bari a Rivolto (Udine)
BARI. Venerdì notte è durato
sei ore un intervento chirurgico,
all’ospedale «Di Venere», di espianto multiplo di organi. Una équipe
guidata dal professor Vincenzo
Memeo, direttore del reparto di Chirurgia generale universitaria del Policlinico di Bari - coadiuvata dai rianimatori Roberto Anaclerio e Marcello Difonzo e coordinata dalla
dottoressa Silvana Albani della direzione sanitaria dell’ospedale di
Carbonara - ha espiantato il fegato, i
reni e le cornee dal corpo di un
commerciante di Monopoli di 61 anni deceduto venerdì mattina a causa
di una emorragia cerebrale, sopraggiunta a causa di un aneurisma che
aveva portato l’uomo ad essere ricoverato, l’altra domenica, nel reparto di rianimazione.
A dare il consenso all’espianto è stata la moglie del defunto. Il fegato,
una volta espiantato, è stato imbarcato a bordo di un aereo speciale
del Centro Nazionale Trapianti ed è
partito dall’aeroporto di Bari per arrivare al reparto di Chirurgia dei trapianti dell’Ospedale Policlinico di
Modena, diretto dal prof. Giorgio
Enrico Gerunda. I reni, invece, sono stati portati in ambulanza al reparto di Urologia universitaria del
Policlinico di Bari, dove sono stati
immediatamente trapiantati a due
pazienti in lista d’attesa.
Diversa, infine, la destinazione delle
due cornee che, come da protocollo
sanitario nazionale, sono partite per
il Veneto alla volta della Banca degli
Occhi del Veneto Onlus, centro di riferimento per i trapianti di cornea,
dove sono state trattate per la conservazione.
[Nicola Mangialardi]
NEL VENTRE DELL’HERCULES Il trasporto dell’ambulanza barese sul C-130 [foto Aeronautica militare]
Defibrillatori e pacemaker, azzerato l’appalto
Il Tar: gara da rifare. In fumo milioni di risparmi
Bocciata una clausola del bando: «salvi» solo 8 dei 27 lotti. L’Asl: per ora prezzi inviariati
NICOLA PEPE
l Tutto da rifare. Il Tar ha azzerato due
terzi della gara della Asl su defibrillatori e
pacemaker. Per intenderci, quella che
avrebbe prodotto risparmi per svariati
milioni di euro. I giudici amministrativi
della II sezione (sentenza 305/2013, presidente Sabato Guadagno, relatore Desirée Zonno) hanno infatti accolto il ricorso presentato dalla «Sorin», multinazionale italiana che aveva partecipato a 19
dei 27 lotti in cui era suddiviso il maxi
appalto. Il Tar ha condiviso la tesi difensiva del legale della società farmaceutica, l’avvocato Vito Aurelio Pappalepore, annullando proprio il bando e azzerando l’aggiudicazione disposta nel dicembre scorso nei confronti di una serie
di aziende. A determinare l’annullamento, una questione procedurale relativa a
uno dei criteri indicati dall’azienda sanitaria per la scelta dell imprese. In particolare, l’Asl - mettendo fine ad anni di
deregulation in cui i dispositivi medici
venivano acquistati dai «listini» a prezzi
comunque esagerati - aveva stabilito di
dare una corsia preferenziale alla «garanzia» offerta dalle imprese su ogni singolo prodotto in gara. Bene il requisito.
Tuttavia - secondo il ragionamento del
Tar - la regola doveva essere fissata a
monte nel bando e non «rimetterla liberamente alla scelta del concorrente» come
precisa la sentenza.
Risultato: dei 27 lotti, il Tar ne ha praticamente «salvati» 8 - due dei quali aggiudicati alla «Sorin» - mentre per gli altri
19 occorrerà ripetere le procedure. Inutile
dire che la decisione creerà non poche
difficoltà all’azienda sanitaria anche se,
come hanno fatto sapere dalla direzione
amministrativa, sin dall’anno scorso
l’Asl aveva proceduto al cosiddetto riallineamento dei prezzi. Cosa vuol dire?
Che se fino a quel momento l’azienda «x»
forniva un determinato prodotto a un costo «y», e dopo aver partecipato alla gara
lo ha proposto a un costo inferiore, l’Asl
ha chiesto di adeguarsi al prezzo più basso. Condizione accettata dalle varie imprese, sia pure nelle more della procedura
di gara, ora quasi del tutto annullata.
Tale situazione porta a due scenari:
tutto resta così com’è, nel senso che la Asl
continua ad acquistare gli stessi prodotti
ai prezzi più bassi in attesa della pubblicazione della nuova gara; oppure che i
fornitori decidono di tornare ai vecchi
prezzi alla luce dell’azzeramento della gara. Tesi quest’ultima, a dire il vero un po’
ardita perché non incontrerebbe il gradimento della Asl (potrebbe fare una procedura accelerata con altri) e rischierebbe di aprire un nuovo contenzioso. Il problema resta per le altre aziende sanitarie
che avevano inteso «agganciarsi» formalmente alla gara dell’Asl di Bari: per il
momento dovranno procedere in autonomia, ricorrendo a negoziazioni al ribasso
in attesa del nuovo bando per il quale non
si prevedono comunque tempi lunghi.
NUOVE TECNICHE DEDICATO A CHIRURGIA GINECOLOGICA, ORGANIZZATO DA CICINELLI E MARTULLI LA LEGA «LILT» PER LA PRIMA VOLTA UNA DONNA NOMINATA COMMISSARIO DELLA SEZIONE PROVINCIALE
Corso di aggiornamento nazionale
sulla laparoscopia al Policlinico
l Si è svolto al Policlinico un corso di
«anatomia chirurgica in ginecologia» con
docenti nazionali di elevata capacità ed
esperienza, organizzato dal prof. Ettore
Cicinelli, direttore della Clinica ostetrico-ginecologa 3 dell’Università, e dal dr. Bruno
Martulli, dell’ospedale
privato accreditato Santa Maria di Bari.
Il corso ha trattato la
chirurgia laparoscopica (una «no touch tecnique», tecnica mini invasiva perché non inLaparoscopia
tacca i tessuti), che permette divedere ed operare all'interno dell'addome, attraverso un tubo rigido e sottile
dotato difibre ottiche per far viaggiare la
luce e di sistema che amplifica le immagini.
Esso è introdotto nell'addome con piccola
incisione. Altre parti connesse al laparoscopio permettono di eseguireinterventichirurgici senza il classico taglio con
bisturi. I vantaggi sono subito intuibili:
minimi sia il trauma sia il periodo della
degenza.
È una tecnica mini invasiva, di grande
sicurezza che, però, ha bisogno di capacità
e precisione e di perfetta conoscenza di
immagini anatomiche «nuove» perché amplificate. Per il medico è quindi indispensabile anzitutto «farsi l’occhio».
Questo l’obiettivo del corso durante il
quale si è anche parlato di chirurgia
robotica e, da parte di Cicinelli, di «novità
in terapia medica di patologie estrogeno-dipendenti».
(n.sim.)
Nella lotta contro i tumori in campo
un’avvocatessa che segue le famiglie
l Per la prima volta sarà una donna,
Mariapia Locaputo, a ricoprire l’incarico
di Commissario della Sezione provinciale
della Lega italiana per la lotta contro i
tumori di Bari (Lilt).
Attiva nel sociale e nel
volontariato, Locaputo è
già responsabile della
gestione di uno sportello di ascolto giuridico e
di mediazione dei conflitti, nel quartiere Libertà di Bari. Avvocato
con particolare vocazione al diritto minorile e
di famiglia, da dicembre
LOCAPUTO Per la Lilt
2012 svolge anche incarichi di curatore speciale dei minorenni
presso il Tribunale per i minorenni di
Bari.
L’obiettivo principale della Lilt è la prevenzione oncologica come «cultura del vivere bene» e la diagnosi precoce con esami
clinico-diagnostici. Solo nel 2012 sono stati
infatti oltre 20mila i cittadini che hanno
effettuato visite ed esami presso gli Ambulatori della Lilt in via Manzoni 21 a Bari,
oltre le sedi periferiche in provincia.
«Una giovane donna, moglie e mamma –
dichiara il presidente nazionale, Francesco
Schittulli - che con entusiasmo e determinazione saprà improntare il suo impegno
alla particolare attenzione verso i giovani,
gli anziani ed i meno fortunati, ma anche
verso tutti i cittadini che guardano alla Lilt
come ad un importante e significativo punto
di riferimento per la tutela della salute,
presente concretamente nel percorso della
malattia e nella successiva fase di riabilitazione psico-fisico-sociale».