"Storie del Figliol Prodigo" di Murillo
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"Storie del Figliol Prodigo" di Murillo
trasto tra gli abiti eleganti e di stile seicentesco del padre e dei domestici e gli stracci di cui è ricoperto il figlio minore. Stracci che, però, lasciano intravedere un passato glorioso attraverso la fine lavorazione del «gonnellino» che nasconde le nudità del figlio. Anche il palazzo del padre, in stile classico, si stacca dal resto del dipinto. A differenza del dipinto di Rembrandt, dove il figlio ha il volto indefinito, qui i lineamenti del Prodigo sono ritratti con precisione, e si nota l’espressione di supplica del figlio. Immancabile l’ampio mantello rosso del padre che come ali o tenda avvolge e custodisce il figlio appena rientrato dalle sue molte traversie. Intenso è il volto del padre. Esso è quasi sorridente, ma di un sorriso profondo, interiore di un cuore che finalmente ha ritrovato pace dopo giorni di attesa angosciosi. Lo sguardo del padre è sì fisso sul figlio minore, ma se noi lo fissiamo bene, notiamo subito che questo sguardo sembra oltrepassare il figlio per arrivare a comprendere le esperienze devastanti che ha affrontato. Certamente questo sguardo rivela una grande «compassione» del padre che vuole capire la sofferenza del figlio. Le due braccia paterne attirano a sé, in un abbraccio da troppo tempo trattenuto, il figlio ritrovato e lo avvolge di tenerezza e di sicurezza. Un ultimo accenno al cielo che ammira la scena del ritorno a casa del Figliol Prodigo: sembra quasi che le nubi grigie cariche di tristezza ora possano lasciare il posto ad uno sprazzo di azzurra serenità. Il ritorno del Figlio Prodigo riporta nella famiglia un po’ di speranza e di voglia di riprendere la vita quotidiana. L’Arte della Preghiera LA DANZA DEL FIGLIO PERDUTO Bisogna perdersi per ritrovarsi. Bisogna dimenticare per poi ricordare. Bisogna misconoscere per poi riconoscere. Bisogna annullarsi, per riconoscersi. Bisogna fermarsi, per ripartire. Ero perduto, Padre, e mi ha ritrovato. Avevo dimenticato il tuo amore e il cammino di fuga me l’ha ricordato. Non ti riconoscevo come Padre ed il ritorno mi ha fatto scoprire il tuo volto di Padre. Non amavo me stesso e tu hai mostrato l’amore per me, amore totale, senza condizione. Mi sono fermato, ho ascoltato il tuo richiamo, e sono tornato a te. Non credevo, Padre. Non credevo che mi avresti abbracciato. Non credevo che mi attendessi. Non credevo che mi accogliessi. Non credevo che festeggiassi per me. Bisogna perdersi per ritrovarsi. Bisogna saper ritornare per scoprire di essere amati. La Sacra Famiglia (La Vergine di Siviglia), 1665 - 1670, Parigi, Museo del Louvre In questo ritorno Padre ho scoperto te. Ho scoperto che mi aspetti, anche quando devio. Ho scoperto che il tuo cuore non è come il mio. Ho scoperto che le tue braccia sono ampie. Ho scoperto che, nonostante tutto, sono sempre tuo figlio. Ho scoperto che sono prezioso ai tuoi occhi. Dalle Parole della Fede all’Immagine della Fede L.: Dal Vangelo secondo Giovanni. Giovanni 13, 36 - 38; 14, Simon Pietro gli domandò: «Signore, dove vai?». Gesù rispose: «Dove vado io, non puoi seguirmi per ora; ma mi seguirai più tardi». 37 Pietro gli disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». 38 Gesù gli rispose: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico che il gallo non canterà che già tu non mi abbia rinnegato tre volte. 14, 1 «Il vostro cuore non sia turbato; abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me! 2 Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che io vado a prepararvi un luogo? 3 Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi; 4 e del luogo dove io vado, sapete anche la via». 5 Tommaso gli disse: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo sapere la via?». 6 Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7 Se mi aveste conosciuto avreste conosciuto anche mio Padre; e fin da ora lo conoscete, e l’avete visto». 8 Filippo gli disse: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9 Gesù gli disse: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai tu dici: “Mostraci il Padre”? 10 Non credi tu che io sono nel Padre e che il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico di mio; ma il Padre che dimora in me, fa le opere sue. 11 Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se no, credete a causa di quelle opere stesse. 36 La Parola interpella la Vita LA VITA DI BARTOLOMÉ ESTEBAN PÉREZ MURILLO Bartolomé Esteban Pérez Murillo (Siviglia, 1º gennaio 1618 - Cadice, 3 aprile 1682) è stato un pittore spagnolo. È una delle figure più importanti della pittura barocca spagnola. Nacque nel 1618, ultimo figlio di una famiglia di quattordici fratelli. Suo padre, Gaspar Esteban, era un barbiere-chirurgo, sua madre si chiamava María Pérez Murillo, Bartolomé prese il suo cognome per firmare le sue opere. Alla morte dei genitori, essendo ancora un bambino, venne cresciuto da sua sorella maggiore, Ana, nuova rinascita ed una capacità di perdono ed accoglienza che permette, non solo al giovane, ma anche a tutto il resto della famiglia, di poter ricominciare. Reale Basilica di San Francisco el Grande QUALCHE SOTTOLINEATURA Il dispiegarsi della Parabola del Figliol Prodigo o del Padre Misericordioso o dei Due Figli Perduti è collocato in un contesto di grande quotidianità; l’intento di Murillo è fare comprendere allo «spettatore» che la Parabola raccontata da Gesù non è poi così lontana dalla nostra vita e dalle nostre esperienze familiari; Murillo evidenzia chiaramente anche tutto il cammino esteriore ed il processo interiore di conversione del Figliol Prodigo, facendo vedere come il male abbruttisce e, di contro, come è invece rasserenante l’abbraccio paterno ed il ritorno in famiglia; le grandi scene sono ben descritte anche dall’andamento iconografico dei paesaggi e dei personaggi; da notare l’evolversi del volto baldanzoso e fiero e degli abiti lussuosi e ricercati del Figliol Prodigo che nascondevano un animo vuoto ed insensibile, per arrivare, infine, ad una esteriorità quasi ripugnante, ma ad un’apertura d’animo capace di riconoscere e di recuperare il bene che vi è stato seminato. sposata anche lei con un barbiere-chirurgo di nome Juan Agustín de Lagares, con il quale Bartolomé ebbe una buona relazione. Si formò nella bottega di Juan Castillo dove conobbe la pittura fiamminga, nonostante non si sappia di suoi viaggi all’estero, si pensa che la conoscenza di questo tipo di pittura, da parte di Murillo, derivasse dal fatto che SiviLa visione della Porziuncola glia era un importante centro commerciale all’epoca, questo favorì i di San Francesco d’Assisi contatti tra i cittadini di questa città con le popolazioni di mercanti del Nord Europa. Le sue prime opere furono influenzate da Zurbarán, Ribera e Alonso Cano, di grande realismo, con uno stile particolare che col tempo subì una notevole evoluzione. I suoi quadri acquisirono importanza coincidendo col gusto borghese e aristocratico specie nelle tematiche religiose. Nel 1645 dipinse tredici tele per il chiostro della chiesa di San Francisco el Grande a Siviglia, tra le opere che più lo resero famoso. Si sposò lo stesso anno con Beatriz Cabrera, con la quale avrà ben nove figli. La realizzazione di due quadri per la Cattedrale di Siviglia furono la fonte della sua specializzazione nelle due tematiche che più gli hanno dato notorietà: le Vergini con il Bambino e le Immacolate. Dopo un periodo di permanenza a Madrid tra il 1658 e il 1660, in quest’ultimo anno intervenne nella fonda- Giovane, 1660 Piccoli venditori di frutta, 1670 - 1680 IL RITORNO DEL FIGLIOL PRODIGO Questo dipinto è forse il più noto delle rappresentazioni della parabola di Murillo. È conservato presso la National Gallery of Art di Washington ed è stato realizzato tra il 1667 e il 1670. Raffigura in grandi dimensioni il figlio inginocchiato davanti al padre e i servitori che portano i vestiti nuovi, l’anello e il vitello migliore, con un cagnolino che festeggia allegro il ritorno del padroncino. Le figure emergono dal paesaggio indefinito sullo sfondo. Colpisce il con- A mio parere questo QUINTO QUADRO è il più esplicativo dello stato d’animo del figliol prodigo. L’avventura del ritorno già qui comincia a delinearsi. Gli abiti lussuosi ... sono ormai un ricordo ... i calzari ai piedi sono spariti ... il figlio minore tocca il fondo della sua giovane vita. Tutto, attorno a lui è in rovina. Le mura diroccate parlano di un’anima distrutta, ma che può ancora avere la forza di ricostruirsi. La mano destra aperta a simboleggiare la fragilità e la debolezza, l’arrendevolezza e la disponibilità ad accogliere quanto di bene gli riserva la Provvidenza. La mano sul petto suggerisce quel proverbiale evangelico detto e «rientrato in se stesso». Interessanti anche i maiali di una razza tutta nera che sono impegnati a grufolare perfettamente indifferenti agli stati d’animo del figliol prodigo. Solo uno tra i maiali guarda perplesso il giovane, quasi a dirgli il perché di queste sue preoccupazioni quando si hanno delle carrube da mangiare ... già, quando si hanno delle carrube da mangiare ... 6ª SCENA: «Il ritorno del figliol prodigo» Giovane che ride zione dell’Accademia di guardando dalla finestra, 1675 Pittura di Siviglia, condividendone la direzione con Herrera el Mozo. In quest’epoca di massima attività ricevette importanti incarichi nella sua città natale, come la pala per il Monastero di San Agustín e i quadri per la chiesa di Santa Maria la Blanca e i dipinti per la pala maggiore e le cappelle laterali della Chiesa del Convento dei Cappuccini conclusi nel 1665. I dipinti della Chiesa dei Cappuccini di Siviglia furono salvati dall’invasione francese durante la Guerra di Indipendenza Spagnola e restaurate dal pittore sivigliano Joaquín Bejarano; per ringraziarlo, i frati gli regalarono la tela centrale della pala magLo Sposalizio mistico giore, La visione della Porziuncola di San Francesco d’Assisi, attualdi Santa Caterina d’Alessandria mente al Wallraf-Richartz Museum di Colonia. Murillo è conosciuto anche per i suoi dipinti riguardanti fanciulle e giovani ragazzi: dal candore delle Ragazze con i fiori al realismo vivo dei suoi bambini della strada, zingarelli o mendicanti, che costituiscono un interessante studio della vita popolare. Dopo una serie dedicata alla parabola del Figliuol prodigo, cominciò la decorazione della chiesa del convento dei Cappuccini di Cadice, Lo Sposalizio mistico di Santa Caterina d’Alessandria, opera rimasta incompiuta a causa della morte del pittore che, durante la lavorazione di questo dipinto, cadde da un’impalcatura. L’opera fu commissionata per la chiesa dell’Ospedale della Carità a Siviglia, da Miguel de Manara (1627 - 1679), erede di una ricca famiglia di mercanti corsi e rettore della confraternita della Carità, congregazione dedita ad aiutare i poveri e i malati della città, ad accogliere i pellegrini e seppellire i morti. Dal 1665, era membro della confraternita anche Murillo. Giovani che mangiano uva e melone 1645 - 1655 Ed eccoci alla SESTA ed ultima scena. Siamo difronte al commovente ritorno del figliol prodigo. Egli viene accolto tra le braccia del padre. La scena è pressoché identica a quella della partenza, solamente che questa volta la famiglia del giovane è posta sulla destra. Le mani del giovane sono unite in una supplica accorata verso il padre. Una preghiera di perdono e di ri - accoglienza. Gli occhi del padre e del figlio minore si incrociano e si fissano quasi a parlare delle realtà di amore vicendevole presenti nel loro cuore. Anche in questa versione del Vangelo di Luca, Murillo, come Rembrandt, scegli di fare indossare al padre che riaccogli il figlio minore un ampio mantello rosso a simboleggiare l’amore che tutto perdona. La donna ritratta dietro il padre potrebbe essere identificata come la madre, talmente somiglianti sono gli atteggiamenti. Infine, vengono rappresentati alcuni «familiari» della casa. Vicino alla donna un servitore offre l’abito nuovo e bello da fare indossare al Figliol Prodigo. Un altro «familiare» dimostra il suo stupore. Non sappiamo se per il ritorno del figlio minore oppure per la reazione di estrema accoglienza amorevole che il padre gli riserva. Da ultimo, forse abbiamo il fratello maggiore, anche se il Vangelo ci parla del fratello che raggiunge tutti a festa già iniziata e non è presente, quindi, all’arrivo ed all’accoglienza del fratello minore. Eppure, lo sguardo freddo ed impassibile, quasi deluso per questo ritorno, incapace di partecipare alla gioia del padre e le braccia conserte, segno di chiusura e rifiuto, ci fanno intuire che potrebbe essere proprio lui. Sullo sfondo la vita di ogni giorno scorre in apparenza come sempre, quasi noncurante di ciò che sta avvenendo nelle dinamiche familiari lì vicino. Al contrario, invece, della vita quotidiana della famiglia del Figliol Prodigo che sperimenta una Giovane mendicante, 1645 - 1650 Cristo l’uomo dei dolori biente addobbato riccamente, persino un cane che ne approfitta dell’abbondanza sperperata. Abbondanza messa in evidenza dall’enorme e sproporzionata coppa di vino che il figliol prodigo sta prendendo con noncuranza. 4ª SCENA: «Il figliol prodigo cacciato dalle cortigiane» Santa Giustina, 1660 Splendida questa QUARTA SCENA piena di dinamicità in tutti i suoi personaggi, persino nel cane che, abbaiando, scaccia il figliol prodigo. La bella compagnia ha termine nel momento stesso in cui i soldi dell’eredità sono stati tutti dilapidati. L’abbigliamento del giovane è già cambiato: non più vestiti sontuosi e ricercati, ma gli abiti lussuosi e sfacciati che indossava quando è partito sono ormai dimenticati. Da notare gli sguardi arcigni delle «cortigiane» come ha delicatamente chiamato Murillo le «prostitute». Donne che hanno dato tutto al giovane meno che l’amore. Simpatica la figura affacciata alla finestra che, pur senza rincorrere il giovane, prende parte alle invettive. Impassibile, invece, la matrona che probabilmente dirige il «bordello» nel quale il giovane ha trovato il suo piacere. Tra gli inseguitori anche un uomo armato di spada. 5ª SCENA: «Il figliol prodigo guardiano di porci» Il Trionfo dell’Eucaristia, 1662 - 1665 Barocco Spagnolo Collezione Privata ti. I figli sembrano identici nelle fattezze, ma non nel modo di rapportarsi tra loro ed il padre. Il figlio minore, concentrato sul sacchetto delle monete ed avvolto nei suoi preziosi e splendidi abiti signorili, sembra indifferente alla sofferenza che sta arrecando al padre ed al resto della sua famiglia. Colpisce la mano sinistra paterna spalancata nel gesto libero e disinteressato della consegna della sua eredità. 2ª SCENA: «La partenza del figliol prodigo» Nel SECONDO QUADRO vediamo sulla destra la famiglia del figliol prodigo che assiste alla partenza del minore della famiglia. In primo piano c’è probabilmente il figlio maggiore, anche lui ben vestito e per niente scontento di questa partenza. Forse pregusta già il fatto che resterà, ormai, l’unico erede del patrimonio paterno. L’atteggiamento altezzoso e distaccato lo si vede dalla bella postura del braccio sinistro appoggiato sul fianco. Colpisce fortemente lo sguardo del padre profondamente triste anche se ormai arreso all’evidenza della partenza del suo figlio minore. Le donne, invece, si lasciano andare al pianto. Interessante lo sfondo su cui si staglia la famiglia. Esso è buio come i loro animi a differenza del paesaggio che si apre davanti al figlio minore, che ci volta le spalle avvolte da uno splendido mantello rosso, baldanzoso sul suo destriero. Paesaggio luminoso, foriero di promesse e di tantissime aspettative che aspettano questo figlio minore. Paesaggio che, quasi, voglia indicare un futuro roseo lontano dal buio che emerge dalla sua casa. La mano destra del padre ancora una volta è aperta quasi ad indicare che liberamente lascia andare il figlio minore, nonostante la morte nel cuore ed uno sguardo sofferente. 3ª SCENA: «I piaceri del figliol prodigo» Il registro illustrativo della TERZA SCENA cambia radicalmente e ci troviamo ad assistere ad un sontuoso banchetto collocato in una cornice festosa e fastosa. Da notare assolutamente la cura ricercata degli abiti e degli oggetti di scena. Il giovane sta dilapidando in maniera insensata la sua parte di eredità, proprio come riferitoci dalla pagina lucana. Eredità che non gli è costata nessuna fatica, ma che in modo gratuito e liberale gli è stata consegnata ancora prima della morte del proprietario. In questo caso il padre. Notiamo la finezza con cui Murillo rappresenta le «prostitute» e l’atteggiamento confidenziale, ma pudico, del giovane. Servitori e musici, am- Scala di Giacobbe, 1660 - 1665 Santa Giustina e Santa Rufina, Patrone di Siviglia, 1665 - 1666 Santa Rufina, 1660 La Primavera (Ragazza con fiori) c.1668 - 1670 Dulwich Picture Gallery, London, UK Ragazzo con un cane 1655 - 1660 Annunciazione, tra il 1660 e il 1665, Madrid, Museo del Prado Annunciazione, 1660 - 1680, Amsterdam, Rijksmuseum Amsterdam LE MADONNE DI MURILLO La Fede nell’Arte STORIE DEL FIGLIOL PRODIGO Murillo, sempre attento alle tematiche religiose, dipinse un intero ciclo dedicato alla parabola, che probabilmente gli fu commissionato, e che curò con particolare attenzione. La prova del singolare amore con cui trattò i dipinti di questo ciclo è il fatto che ne preparò con grandissima cura l’esecuzione, studiandone ciascuno in un bozzetto di dimensioni pari a un quarto di quelle definitive. Questo ciclo comprende «Il figliol prodigo riceve la legittima», «La partenza del figliol prodigo», «I piaceri del figliol prodigo, «Il figliol prodigo cacciato dalle cortigiane», «Il figliol prodigo guardiano di porci», «Il ritorno del figliol prodigo», tutti conservati presso la Beit Art Collection di Blessington (Irlanda); molti dei bozzetti di queste opere si trovano invece presso il Museo del Prado di Madrid. 1ª SCENA: «Il figliol prodigo riceve la legittima» Gesù Bambino distribuisce pane ai pellegrini, 1678 L’Adorazione dei Magi, 1655 - 1660, Toledo (Ohio), Museum of Art Le sei scene sono curate fin nei minimi particolari. L’Artista ritrae l’episodio evangelico quasi si trattasse di un film non su pellicola, bensì su quadri che si susseguono. La PRIMA SCENA, chiamata «Il figliol prodigo riceve la legittima», fa emergere i personaggi e gli arredi da un ambiente tetro, quasi un richiamo all’animo intristito e deluso del padre e dagli altri due protagonisti collocati alle sue spalle. Forse, quello che tiene le mani intrecciate sulla spalliera della sedia del padre, è il fratello maggiore che guarda impassibile il fratello minore. Da notare gli stessi abi- Maria e Gesù Bambino, 1672, Metropolitan Museum of Art, New York Immacolata Concezione, 1645 - 1655 Madonna col Bambino, Santiago de Chile, Museo Nacional de Bellas Artes Immacolata Concezione, 1675 - 1680 circa, Madrid, Museo del Prado Assunzione della Madonna, 1660 - 1670, Hermitage, San Pietroburgo Immacolata Concezione, 1662 circa, Madrid, Museo del Prado Immacolata Concezione de los Venerables de Soult, Madrid, Museo del Prado, 1678 Madonna of the Rosary, 1650 - 1655 circa, Madrid, Museo del Prado Mater Dolorosa, 1665 Madonna col Bambino in Glory, 1673 circa, Liverpool, Walker Art Gallery Apparizione della Vergine a San Bernardo, 1655 circa, Madrid, Museo del Prado Immacolata Concezione, 1670 circa, Mexico City, Museo Soumaya Immacolata Concezione «La Niña», 1665 - 1668, Sevilla, Museo de Bellas Artes Madonna col Bambino, 1675 - 1682, New York, Metropolitan Museum of Art Madonna con Bambino, ca 1655-1660, Firenze, Palazzo Pitti Immacolata, Londra, National Gallery Madonna col Bambino, 1670 circa, Dresda, Gemäldegalerie Immacolata Concezione, 1660 circa, Baltimore, Walters Art Museum Immacolata Concezione, 1675-1680 circa, Ponce, Museo de Arte Immacolata Concezione, 1650 circa, Sevilla, Museo de Bellas Artes Maria Immacolata dell’Escorial, 1660 - 1665 circa, Madrid, Museo del Prado Immacolata Concezione, 1670 - 1680 circa, Dayton Art Institute Immacolata Concezione, 1670 circa, Collection Pérez Simón, Messico Immacolata Concezione, 1670 circa, Madrid, Museo del Prado