Il controllo eco-compatibile della mosca delle olive
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Il controllo eco-compatibile della mosca delle olive
ECONOMIA E TECNICA Il controllo eco-compatibile della mosca delle olive Giovanni Benelli - Giovanni Caruso - Angelo Canale - Riccardo Gucci Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali – Università di Pisa L’ oliveto è un agro-ecosistema In questa nota riferiamo di alcune erogazione del feromone femminile), piuttosto stabile, in virtù della delle più diffuse strategie eco-compati- sia le femmine (mediante l’uso del bibuona complessità biocenotica bili di controllo delle infestazioni mes- carbonato d’ammonio), in maniera che che lo caratterizza. Nonostante questa se in atto negli ultimi anni in differenti essi vengano a contatto con molecole coltura ospiti un’artropodofauna di cir- comprensori olivicoli italiani. Alcune insetticide (piretroidi) che imbibiscono ca 140 specie fitofaghe e un centinaio di esse sono oggetto di interesse, a sco- il materiale cartaceo di cui è costituito di specie tra funghi e batteri e nume- po dimostrativo, in alcuni comprensori il dispositivo. rosi altri organismi dannosi, in tutta la olivicoli toscani, nell’ambito del ProTrattandosi di un metodo preventisua area di coltivazione la difesa dalle getto Integrato di Filiera “Un Filo d’O- vo, la collocazione dei dispositivi sulle avversità si limita al controllo di poche lio” (PSR 2007-2013 Regione Toscana, piante (di norma 1 dispositivo/pianta) specie di insetti e di qualche malattia Progetto Misura 124 – Modolivi), che deve essere attuata precocemente ricrittogamica. vede coinvolti Associazioni di produt- spetto all’inizio stimato delle prime deTra gli insetti infeudati alla coltura, tori e le Università di Pisa, Firenze e posizioni (giugno-luglio). Ai fini della la mosca delle olive, Bactrocera oleae Siena. valutazione della loro efficacia, l’infe(Rossi), rappresenta il fitofago chiave in stazione andrà poi monitorata costangran parte dei territori olivicoli del batemente attraverso il periodico prelievo Metodi adulticidi preventivi cino del Mediterraneo. Le larve di quedi un campione di drupe, adottando il Negli ultimi anni, in differenti terri- metodo del campionamento ridotto sto dittero, nutrendosi del mesocarpo dei frutti, determinano rilevanti altera- tori olivicoli nazionali sono state adot- (100 olive/ha, prelevate casualmente zioni biochimiche, correlate all’entità tate tecniche adulticide denominate in ragione di una drupa/pianta) ed anae al tipo d’infestazione presente (Fig. “lure and kill” (alla lettera, “attirare e lizzando le olive per la qualificazione 1), potenzialmente in grado di com- uccidere”) che, seppur di concezione e quantificazione degli stadi larvali di promettere la qualità dell’olio ottenuto non recente, sono state perfezionate B. oleae presenti. (Gucci et al., 2012). Il fitofago è quindi con la realizzazione di nuovi disposiRiguardo l’efficacia di tale tecnica, in grado di incidere significativamen- tivi commerciali, il cui utilizzo è con- esiste in letteratura una notevole eterote sulla produzione quali-quantitativa sentito dagli stessi disciplinari per il geneità di risultati nelle differenti aree della coltura, non lasciando spesso metodo biologico di coltivazione. Ta- olivicole indagate. Numerosi ricercaalternativa che il ricorso alle classiche le sistema di lotta prevede l’utilizzo di tori concordano nel sostenere che tale strategie di controllo chimico delle dispositivi chimicamente innescati, in strategia fornisca risultati incoraggianti infestazioni, riconducibili sostanzial- grado di attirare sia i maschi (mediante nelle annate di medio-bassa infestamente ai trattamenti larvicidi zione e solo se applicata su con l’impiego di prodotti cisuperfici olivicole di ampia totropici poco lipofili. dimensione (minimo 2 ha). Tuttavia, l’adesione di un Una della principali criticità crescente numero di produtdel metodo “lure and kill” ritori italiani ai disciplinari di siede nella complessità della produzione biologica o insua realizzazione, che spestegrata pone alle aziende, so scoraggia l’olivicoltore: ma anche all’attenzione dei elevata disponibilità di maricercatori, il problema delle nodopera per la collocaziostrategie di difesa attuabili in ne del dispositivo sulla piantali regimi produttivi, essenta, necessità di almeno due do comunque pochi e non interventi nell’ambito della sempre efficaci i prodotti ad stessa campagna olivicola, azione insetticida consentiti, effetto di contenimento delle in particolare, in olivicoltura infestazioni non compara5Fig. 1 - Tipico danno da Bactrocera oleae su oliva (foro d’uscita). biologica. bile a quello di metodi chi- 42 FRUTTICOLTURA - n. 4 - 2014 10-FR_04_14_P042-045_EconomiaTecnica2_Gucci.indd 42 21/03/14 12.52 mici curativi di comprovata efficacia, soprattutto in comprensori olivicoli a medio-alto rischio mosca, quali le aree olivicole costiere. A questo si associano i costi medio-alti del dispositivo medesimo e la necessità di un monitoraggio continuo dell’infestazione da parte di personale specializzato, per valutare l’efficacia dell’azione di contenimento operata. Merita ulteriori approfondimenti anche l’aspetto relativo all’impatto di tale strategia di controllo sull’entomofauna utile (es. insetti pronubi e entomofagi). Infatti, mentre il feromone utilizzato è di norma molto selettivo, quindi è improbabile che esso possa fungere da attrattivo (cairomone) per specie entomofaghe del dittero, il carbonato d’ammonio potrebbe invece costituire un attrattivo per differenti gruppi d’insetti “non-target”. Nell’ambito delle strategie preventive adulticide, segnaliamo anche la possibilità di utilizzo di insetticidi di origine naturale a base di Spinosad, il cui impiego su olivo è stato recentemente autorizzato anche in regime di agricoltura biologica. Si tratta di una sostanza ad azione insetticida attiva già a bassissime dosi, costituita da una miscela di due tossine prodotte dal metabolismo di colture artificiali dell’attinomicete tellurico Saccharopolyspora spinosa. La formulazione di tale sostanza attiva in combinazione con esche proteiche alimentari permette di disporre di una soluzione pronta all’uso da sciogliere in acqua e distribuire sul 50% delle piante, alternando i filari (o le singole piante) e irrorando soltanto una parte della chioma, con uno spruzzo unico finalizzato a creare una chiazza di 30-40 cm di diametro. Per il trattamento di 1 ha di superficie vengono di norma impiegati 1-1,2 litri di soluzione pronta (esca + Spinosad) disciolti in 4 litri di acqua, con notevoli vantaggi in termini ecologici (basse dosi di principio attivo, ridotti consumi di acqua) ed economici (bassi costi di distribuzione). La soluzione è tossica per ingestione verso mosche di entrambi i sessi, che attratte dall’esca si alimentano e muoiono a distanza di poche ore dall’ingestione. Trattandosi di un metodo preventivo, i trattamenti andrebbero iniziati alla cattura dei primi adulti e ripetuti ogni 7-10 giorni. Prove condotte in Toscana indicano una buona efficacia di tale strategia, soprattutto se applicata su ampie superfici (minimo 3-4 ha) e in annate di non troppo elevata infestazione. Recentemente, alcune sperimentazioni condotte in condizioni di serra fredda hanno evidenziato la possibilità di utilizzare come sostanze bioattive insetticide oli essenziali estratti da piante, i quali co-formulati con esche proteiche commerciali e carbossimetilcellulo- 5Fig. 2 - Adulto di mosca delle olive. sa hanno fornito prova di un’ottima è infrequente rilevare deposizioni sui azione insetticida per ingestione ver- frutti trattati) e esiste il problema del so gli adulti della mosca delle olive dilavamento, con conseguente diminu(Fig. 2). In tali prove gli oli sono sta- zione di copertura del prodotto in amti distribuiti in gocce (di volume pari bienti umidi o nelle stagioni piovose. È a 0,5 ml) sulle foglie di giovani piante comunque un prodotto che può essere d’olivo collocate in gabbie di plexiglas, utilizzato anche su piccole superfici o alla concentrazione massima di 1,75% su poche piante, quindi interessante (peso:volume), all’interno delle quali anche per le aziende piccole e medie erano presenti adulti di mosca delle o per chi si dedica all’olivicoltura nel olive. Tali studi richiedono ulteriori tempo libero. conferme in campo in funzione di diverse condizioni ambientali e colturali I fattori naturali di mortalità (Benelli et al. 2013; Canale et al. 2013) Lo sviluppo delle popolazioni della vista la facilità con cui i componenti bio-attivi degli oli tendono a degradarsi mosca delle olive, nell’area mediterranea, è condizionato principalmente in presenza di ossigeno e luce. dalle temperature, in particolare da quelle non comprese nell’intervallo Uso di repellenti vitale della specie. È noto come il calTra i metodi preventivi che preve- do secco e prolungato dell’estate (temdono l’uso di sostanze di origine natu- perature superiori a 30 °C) svolga una rale ad azione repellente segnaliamo la significativa azione limitante l’entità possibilità di impiego, per tutta la sta- e l’andamento delle infestazioni della gione di difesa dalla mosca delle olive, mosca delle olive, determinando mordel caolino, una argilla silicatica a no- talità allo stadio di uovo e sulle giovani to effetto anti-deponente. Tale argilla larve. Le basse temperature del perioviene sospesa in acqua (in dosi pari al do invernale rappresentano anche loro 3-5%) e la sospensione ottenuta viene un fattore incisivo di mortalità a caridistribuita su tutta la chioma per otte- co della popolazione svernante della nere una copertura il più possibile uni- stessa mosca. All’azione limitante delle forme del frutto, in maniera da creare temperature e della umidità si aggiunun film protettivo che ostacoli l’azione ge spesso quella dovuta ai nemici nadeponente da parte dell’insetto. I trat- turali. tamenti vanno ripetuti a cadenza all’inNegli oliveti italiani, infatti, sono circa mensile, o, più frequentemente, frequentamente rinvenibili nel periodo nel caso di piogge dilavanti. Ricerche estivo quattro Imenotteri Calcidoidei condotte sia in Toscana che in Italia parassitoidi della mosca delle olive: meridionale, così come recenti studi Eupelmus urozonus, Pnigalio agraules condotti in Spagna, hanno evidenzia- (Fig. 3), Eurytoma martellii e Cyrtoptyx to una buona efficacia di tale prodot- latipes, cui si associa l’azione di un to, provandone anche gli scarsi effetti Imenottero Braconide endofago, Psyttossicologici nei confronti dell’ento- talia concolor (Benelli e Canale, 2012). mofauna utile. Tuttavia, i risultati sono I Calcidoidei menzionati si comportano spesso condizionati dagli andamenti tutti come parassiti ectofagi (si nutrono stagionali delle infestazioni (in presen- della larva di B. oleae dall’esterno del za di elevate popolazioni di mosca non corpo di questa) e sono altamente poliFRUTTICOLTURA - n. 4 - 2014 10-FR_04_14_P042-045_EconomiaTecnica2_Gucci.indd 43 43 21/03/14 12.52 costiera e la Liguria. La spiccata polifagia di questi parassiti suggerisce, inoltre, che molti altre specie d’insetti infeudati a svariate piante erbacee spontanee potrebbero rappresentare idonei ospiti per il loro svernamento. È importante, quindi, favorire 5Fig. 3 - Il parassitoide della mosca delle olive Pnigalio agraules. la presenza e il mantenimento di associazioni vegetazionali (siepi, arbusti, cespugli) a ridosso degli oliveti per creare le condizioni favorevoli allo svernamento di questi importanti nemici naturali. Conclusioni 5Fig. 4 - L’imenottero parassitoide E. urozonus sverna all’interno delle galle presenti su Inula viscosa. fagi (possono parassitizzare molti ospiti diversi). Fatta eccezione per la nota e peculiare modalità di svernamento di E. urozonus all’interno delle galle prodotte su Inula viscosa dal dittero Myopites stilata (Fig. 4), la parte meno conosciuta della biologia degli altri citati Calcidoidei è quella dello svernamento. Si sa che questi attaccano le larve della mosca nel periodo estivo e che poi abbandonano quest’ospite per vivere a spese di altre vittime. Tuttavia, in aree olivicole dell’Italia meridionale è stato osservato lo svernamento di P. agraules sulla mosca delle olive nei frutti di olivastro o nelle drupe di olivo ancora attaccate alla pianta. Appare verosimile che tali osservazioni possano essere estese alle aree olivicole italiane caratterizzate da clima mite e/o con varietà di olive a maturazione tardiva, come la Toscana 44 La B. oleae sulle olive da olio causa un danno prevalentemente di tipo indiretto (o qualitativo), determinato dalle alterazioni biochimiche causate dal foro d’uscita aperto dalla larva di terza età. La soglia economica di intervento con insetticidi larvicidi, di solito utilizzata nei programmi tecnici di monitoraggio, è pari al 10-15% di infestazione attiva (uova, larve di prima e seconda età) per le olive destinate alla produzione di olio. Questi valori sono prudenziali ed affidabili nelle diverse condizioni colturali. Tuttavia, è stato anche recentemente mostrato che è possibile tollerare una certa quota di infestazione dannosa alla raccolta (stimata fino al 10-20% di olive con foro di uscita) senza significative conseguenze su alcuni importanti parametri chimici dell’olio (acidità, numero di perossidi), purché le condizioni di raccolta e di lavorazione in frantoio siano ottimali. In particolare, bisogna che siano raccolte solo olive ancora presenti sulla pianta, tralasciando quelle cadute spontaneamente al suolo e che si proceda ad una frangitura entro 24 ore dalla raccolta delle olive (Gucci et al., 2012). In tal modo è possibile ottenere oli di buona qualità anche in annate di forte infestazione della mosca rendendo economicamente accettabile il danno, soprattutto in aree destinate ad olivicoltura biologica. Infine, è fondamentale valutare la vocazionalità delle superfici destinate all’olivicoltura al momento dell’impianto, così come nel caso di oliveti già produttivi, procedendo ad un attento esame del contesto climatico e ambientale in cui l’olivicoltore andrà ad operare e in base a questo scegliere il tipo di gestione migliore, quale la difesa biologica o quella integrata. È, infatti, noto come il rischio di infestazione da mosca delle olive non sia uguale in tutte le aree olivicole, motivo per cui le zone collinari interne, grazie alle loro caratteristiche climatiche che determinano un minor numero di generazioni ed una maggiore mortalità nel periodo estivo e invernale, sono certamente da preferire nell’ottica di una produzione orientata strettamente verso il biologico, nell’ambito della quale si potrà ricorrere ai citati metodi di controllo adulticidi preventivi (es. caolino e “lure and kill”) mediante l’uso di presidi fitosanitari ammessi dai disciplinari di produzione biologica. In zone olivicole costiere, dove di norma le infestazioni sono più consistenti, è invece opportuno prevedere il ricorso a più duttili strategie di produzione integrata, che non escludano il ricorso a metodi larvicidi curativi con l’uso d’insetticidi autorizzati, solo al superamento della soglia d’intervento e nel rispetto del numero massimo di trattamenti ammessi dal relativo disciplinare regionale di produzione. Ringraziamenti Attività realizzata grazie ai fondi del Progetto “Modolivi – Gestione razionale delle risorse umane e naturali in moderne tipologie di oliveti e dei sottoprodotti della lavorazione delle olive” nell’ambito del Progetto Integrato di Filiera (PIF) “Un Filo d’Olio” (PSR 2007-2013 Regione Toscana). Bibliografia Benelli G, Canale A (2012) Learning of visual cues in the fruit fly parasitoid Psyttalia concolor (Szépligeti) (Hymenoptera: Braconidae). BioControl, 57:767-777 Benelli G, Canale A, Flamini G, Cioni PL, Demi F, Ceccarini L, Macchia M, Conti B (2013) Biotoxicity of Melaleuca alternifolia (Myrtaceae) essential oil against the Mediterranean fruit fly, Ceratitis capitata (Diptera: Tephritidae), and its parasitoid Psyttalia concolor (Hymenoptera: Braconidae). Ind Crops Prod 50:596-603 Canale A, Benelli G, Conti B, Lenzi G, Flamini G, Francini A, Cioni PL (2013) Ingestion toxicity of three Lamiaceae essential oils incorporated in protein baits against the olive fruit fly, Bactrocera oleae (Rossi) (Diptera Tephritidae). Nat Prod Res doi: 10.1080/14786419.2013.784871 Gucci R, Caruso G, Canale A, Loni A, Raspi A, Urbani S, Taticchi A, Esposto S, Servili M (2012) Changes in free acidity, peroxide value and phenolic compounds of olive oils obtained from fruits (cv. Frantoio) damaged by Bactrocera oleae (Rossi). HortScience, 47:301-306 ■ FRUTTICOLTURA - n. 4 - 2014 10-FR_04_14_P042-045_EconomiaTecnica2_Gucci.indd 44 21/03/14 12.52 10-FR_04_14_P042-045_EconomiaTecnica2_Gucci.indd 45 21/03/14 12.52